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Luglio 2014
L’Eco dell’ANPI
Periodico della Commissione Scuola della sezione ANPI Martiri Niguardesi
Scuola Media Cassinis
Istituto Galvani
Istituto A. Ricci
Scuola G. B. Pirelli
Istituto B. Russell
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L’Eco dell’ANPI
Il perché
di questo
periodico
Così come per l’edizione
2012-2013, ancora una volta
l’Eco dell’ANPI vuole essere
una testimonianza dei principi e dei valori della Resistenza e della Costituzione, ma
anche di iniziative di collaborazione tra ANPI e Scuole
finalizzate a sensibilizzare su
questi valori i giovani, le famiglie, gli insegnanti. Il periodico nasce dalla necessità di
ricordare e parlare ai giovani
delle regole di una società civile, del rispetto della Legalità
e dei suoi Principi, attraverso
coinvolgimenti che portino a
conoscere maggiormente la
Costituzione per diventare
cittadini consapevoli.
Redazione
Via Hermada 8/14
Impaginazione/grafica
Franco Armiraglio
Stampa
Grafiche Baraggia
Fotografie
Franco Armiraglio
Nicolò Previati, Rolando Candido
Luglio 2014
Centro culturale della Cooperativa
e ANPI Scuola
I rapporti tra ANPI e Centro Culturale della Cooperativa, una delle
ultime nate tra le associazioni che
operano nel quartiere di Niguarda,
datano dagli inizi del 2010 e fino a
poco tempo fa potevano definirsi
“di buon vicinato”, simpaticamente corretti, qualche scambio, ma
ognuno a casa propria.
Abbiamo visto in questi anni l’avvicendarsi di presidenti: Renato
Vercesi, il primo da noi conosciuto, buon amico del Centro
Culturale e poi Alberto Codevilla
che ha sempre dimostrato stima
nei nostri confronti. È venuto poi
un periodo di interregno durante
il quale l’arrivo di Alba Di Gioia e
Giovanni Di Pietro, unitamente ad
Antonio Masi, ha dato un’accelerata ai rapporti dell’ANPI con
il mondo della scuola, dal quale
peraltro Alba proveniva e dove
aveva sempre portato i temi cari
a questa istituzione.
La necessità di avere una sala
riunioni aveva spinto la Commissione Scuola a chiederci
ospitalità per i propri incontri, ma
solo quando siamo stati coinvolti
nell’uscita del primo numero di
“L’Eco dell’ANPI” abbiamo ritenuto di poter dire la nostra.
Dopo le vacanze estive, per ragioni che non ci riguardano, la
Commissione Scuola ha perso un
po’ di pezzi: due dei suoi compo-
Ringraziamenti
nenti ne sono usciti lasciando il
vulcanico Antonio Masi da solo.
Un po’ di strada però era stata
fatta ed era un peccato lasciar
perdere, anche perché si profilava un lavoro interessante. È stato lì che il Centro Culturale “si è
messo sotto” a lavorare: obiettivo
i buoni risultati che sono effettivamente arrivati con l’incontro del
28 febbraio dedicato a “La scuola
durante il fascismo”. Da quel momento per Antonio è stato un crescendo di contatti, culminato nel
mese di maggio con interventi,
grazie anche al supporto di ottimi
relatori esterni, nei tre ordini di
scuole: elementari, medie e licei.
Una bellissima esperienza a cui è
dedicato questo foglio.
Comunque, per concludere, se
qualcun altro desiderasse partecipare alla Commissione Scuola
Anpi si faccia pure avanti perché
noi, per nostra natura, non siamo
gelosi. In questa epoca in cui
la parola condivisione è di gran
moda (ma solo la parola, non i
fatti), noi siamo pronti a condividere con altri... Antonio Masi. Una
battuta ovviamente, ma anche un
invito a partecipare.
Grazie a chi ha collaborato con noi
e a chi ci è stato vicino.
Centro Culturale della Cooperativa
Maria Piera Bremmi
La Commissione ANPI - Scuola ringrazia i soci ed amici che si
sono resi disponibili nell’organizzare le visite degli alunni e la realizzazione di questo Notiziario.
Un grazie particolare agli insegnanti tutti e a Carlo Antonio Barberini, Massimo Castoldi, Roberto Cenati, Silvia Ciaghi, Eleonora
Comi, Vitale Comi, Liliana Donghi, Andrea Gatti, Valeria Malvicini,
Maria Aurora D’Auria, Franco Fadda, Ferruccio Garnero, Alessandro Pozzi, Dante Reggi, Ugo Vecchierelli, Patrizia Volonté.
Luglio 2014
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L’Eco dell’ANPI
Il lavoro della Commissione Scuola
a Niguarda
Sembra
incredibile
Nel corso del mese di maggio ho
avuto modo di partecipare a tre interessanti incontri organizzati dalla
Commissione Scuola dell’ANPI di
Niguarda.
Il 15 maggio con Antonio Masi e
Massimo Castoldi, della Fondazione Memoria della Deportazione, ho
partecipato ad un incontro nell’ Aula
Magna dell’Istituto Russell sulla Resistenza e gli scioperi del Marzo del
1944. Inoltre, ricorrendo quest’anno il
settantesimo anniversario dell’eccidio
dei 15 Martiri di piazzale Loreto (10
agosto 1944) ci siamo soffermati in
particolare sulla figura di una delle
vittime: Salvatore Principato, maestro
della scuola elementare Leonardo da
Vinci.
Due gli incontri con la scuola media
Cassinis: il 14 maggio con la classe
3a C e il 27 con le classi 3e A e B.
Essi hanno avuto uno svolgimento
totalmente differente essendo avvenuti al di fuori delle aule scolastiche.
Potremmo perciò definirli “incontri
partigiani itineranti”.
I percorsi hanno toccato i luoghi storici di Niguarda: i monumenti, le lapidi,
i giardini, gli edifici, le case di abitazione e le sedi dell’ANPI, del Centro
Cultura della Cooperativa e del Laboratorio Eco Edile dove, con fotografie,
proiezioni e incontri con alcuni dei
protagonisti, si è continuato a parlare
di un tema a noi così caro.
Le iniziative della Commissione Scuola mi sono sembrate molto interessanti ed efficaci per diverse ragioni.
Innanzitutto per la capacità dimostrata di coinvolgere le scuole elementari,
Sappiamo che nell’Italia di oggi
sembra incredibile che ci sia stato
un tempo non lontano in cui una
parte grande della nostra gioventù
sentisse gli ideali di libertà e di giustizia sociale in modo così intenso
da arrivare a porre la propria vita a
rischio, per regalare a tutti noi che
saremmo venuti dopo, un mondo
migliore.
E sembra ancora più incredibile ai
più, che siano esistiti uomini e donne per cui l’Italia era un ideale che
valeva la vita e che accomunava
i giovani partigiani di tutte le fedi
politiche, sia che fossero “ribelli”
condannati a morte dall’esercito occupante nazista o torturati dai militi
della Repubblica di Salò. Per tutti, le
loro ultime parole scritte con mezzi
di fortuna o gridate in faccia al plotone di esecuzione finivano quasi
sempre con “viva l’Italia”.
All’opinione pubblica di oggi sembra ormai passato remoto quella
passione che faceva scrivere in
un volantino del PCI distribuito nel
maggio 1945 nei quartieri della Torino operaia ricordando l’incredibile
leggendaria azione del ventenne
Dante Di Nanni: “...gli anni e i decenni passeranno, i giorni duri e
sublimi che noi viviamo oggi appariranno lontani. Ma generazioni intere
di giovani figli d’Italia si educheranno all’amore per il loro paese, allo
spirito di devozione illimitato per la
causa della redenzione umana... “.
Di quegli ideali noi dell’ANPI siamo
i custodi e i difensori ultimi. Anche
con questo giornale per le scuole
e gli studenti che avete tra le mani
continueremo a tramandare la memoria dei giovani di allora, delle loro
conquiste come la nostra Costituzione Repubblicana e i suoi valori
ideali. A insegnamento e a difesa
del futuro dei giovani di oggi.
medie e superiori nelle iniziative riguardanti la Resistenza attraverso itinerari per le vie di Niguarda, facendo
conoscere ai ragazzi la storia di uno
dei quartieri più popolari della nostra
città. L’altro elemento non secondario
è la volontà di stimolare i ragazzi sulle
vicende della Lotta di Liberazione attraverso brevi scritti, opinioni, pensieri
e riflessioni.
Questo metodo del coinvolgimento
diretto mi sembra un modo diverso di
affrontare l’approccio con gli studenti,
un tentativo di rendere i ragazzi interlocutori e protagonisti e non semplici,
passivi spettatori di una storia e di vicende che vengono loro raccontate.
Il lavoro che ci attende in vista del 70°
Anniversario della Liberazione richiede impegno, dedizione e soprattutto
capacità di promuovere iniziative che
coinvolgano le giovani generazioni.
È importante conoscere nella nostra
città, Medaglia d’oro della Resistenza, i luoghi dove essa si è svolta e
quelli del terrore nazifascista come
l’Albergo Regina, il carcere di San
Vittore, il Piccolo Teatro, sede della
Muti, Villa Triste, dove agiva la banda
Koch. Questa potrebbe costituire un’
interessante proposta da presentare,
all’inizio del nuovo anno scolastico,
agli Istituti milanesi.
Roberto Cenati
Presidente ANPI Provinciale
di Milano
Sotto a sinistra: i martiri di
piazzale Loreto,
a destra: il maestro antifascista
Salvatore Principato.
Il direttivo della Sezione
Martiri Niguardesi
([email protected])
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L’Eco dell’ANPI
Luglio 2014
Introduzione all’incontro del 28 febbraio
Scuola primaria durante il fascismo
Scuola
Una parola che non ci fa paura.
Scuola: un suono che ci riporta alla
nostra infanzia. E pensiamo subito ad un periodo felice; e, anche
se i ricordi sono un po’ confusi, ci
agitiamo: eravamo attivi, creativi,
volevamo cambiare il mondo.
Papà mi spronava a far meglio:
“e muoviti! Io alla tua età, e nello
stesso tempo, avevo già raccolto
tre panieri in più di olive!”
Scuola primaria
Aggiungiamo a scuola l’aggettivo
e rileggiamo: scuola primaria. Non
avverto più la sonorità della parola scuola. Le note diventano più
sorde. Dipende anche dall’età dei
presenti, qui, questa sera.
Per me le note sono cupe: banchi massicci a tre e quattro posti;
aula profonda fino a 30/40 alunni.
E sempre tanti ripetenti. Eravamo
tutti figli di contadini e artigiani! Nelle prime file i benestanti, poi noi e,
agli ultimi banchi, i ripetenti, tanti,
sempre tanti!
Gli errori erano puniti con ‘spalmate’. Il maestro colpiva il palmo
della mano protesa in avanti con
un vincastro d’ulivo stagionato.
Non c’erano figli di ‘signori’.
Loro avevano il maestro in casa;
spesso era lo zio prete. Per loro
bastava l’esame di ammissione
per il ginnasio liceo.
In V elementare ci ritrovammo
in pochi. Dopo l’interruzione
dell’anno scolastico 1943/44
per i bombardamenti sui paesi
del Cassinate e del Molise, molti
amici non tornarono a scuola. Io
feci l’esame d’ammissione alle
medie dopo aver trascorso due
anni tra la stalla e la campagna.
Scuola primaria durante il fascismo
Da mio padre nessun racconto
di scuola. Il Comune contava
350 abitanti, un comune montano, piccolo e povero. Allora non
c’erano contributi statali e il Comune non poteva pagare gli in-
segnanti e le spese per attrezzare
le aule. Mia madre fu più fortunata.
Il paese, dove sono nato, contava
4000 abitanti e mia madre riuscì
a frequentare la seconda classe
elementare.
La scuola prevedeva anche un II
Ciclo, la Terza e la Quarta elementare, obbligatorio per la legge Casati, ma dove i Comuni potevano
pagare gli insegnanti e attrezzare
le aule scolastiche.
Qui c’erano aule e insegnanti, ma
per i contadini il problema della
scuola obbligatoria non si poneva. L’infanzia dei miei genitori fu
segnata dai lutti della prima guerra
mondiale e dall’emigrazione dei
miei nonni, tutti reduci della Prima
Guerra mondiale.
La grande guerra aveva aggravato
tutti i problemi. La struttura scolastica rimaneva quella della Legge
Casati del 1861: scuole comunali e
rurali; scuole tecniche e professionali, che non poggiavano su una
cultura di base e non favorivano
l’avanzamento dei lavoratori negli
ambienti di lavoro. Ma pensiamo
un attimo alla condizione dei gio-
vani contadini agli inizi del Novecento: tutti ringraziavano i nuovi
padroni che offrivano loro un lavoro
sicuro e offrivano anche una scuola
legata alla fabbrica.
Erano gli stessi capitani d’industria
a creare scuole per i figli dei loro
dipendenti. Qualche esempio: qui
vicino, in via Palanzone, le case
minime e in via Cattaro la casa per
gli impiegati della Santagostino, la
Scuola professionale Pirelli. Famosi il Villaggio Crespi, lungo l’Adda,
per lo sviluppo dell’energia elettrica
e il Villaggio Dalmine, composto di
25 palazzine con 120 appartamenti
e, separato dal Villaggio, 30 villette a due piani, fra giardini e viali,
per impiegati e dirigenti. Scuole
elementari e serali di perfezionamento, un albergo per ospiti, campi
da tennis e di bocce, una piccola
azienda agricola che forniva latte
ad una cooperativa interna autogestita dai dipendenti. E ancora
una colonia elioterapica e una colonia alpina. “E che volete di più”,
dicevano loro, dovete gridare “W i
padroni!”
In questa descrizione vi sono tutti
gli elementi di cui si alimenterà
la cultura fascista: l’esaltazione
dell’individuo che può diventare industriale, le corporazioni
che possono riscattare la patria
dalla sudditanza economica, la
spregiudicatezza
dell’impresa
assurta a valore, la lotta alla burocrazia statale e alla burocrazia
nella scuola.
Tutto in funzione della lotta al
collettivismo sovietico che annulla l’individuo. Occorre unificare il
sistema bancario, organizzare i
servizi pubblici, occorre assicurare
più sicurezza per le vie della città
dopo tre anni di anarchia. Conclusione: solo l’individuo forte,
Mussolini, può operare per il bene
della collettività.
La capacità e la competenza individuale diventano un mito e la
scuola deve valorizzare solo chi
Luglio 2014
ha attitudini allo studio. La selezione deve essere naturale: solo i migliori possono proseguire gli studi.
L’altra attenzione il fascismo la
rivolse ai reduci, in particolare agli
ufficiali: in Piazza Duca d’Aosta
le manifestazioni per accoglierli si
protrassero fino a tutto il 1919, con
il rientro dei reduci dal fronte jugoslavo. Alle accoglienze favorevoli si
alternavano insulti da parte dei neutralisti, anarchici, disoccupati, che
tentavano la rissa strappando loro
le mostrine dal bavero. C’erano ufficiali che estraevano la pistola d’ordinanza, il gruppetto si disperdeva
e arrivavano i fascisti a dar man forte ai soldati: ecco la vigliaccheria di
massa. “Ce la farem pagare”. E via
con l’assalto alle cooperative, alle
sedi dei socialisti, ad incendiare la
redazione dell’Avanti!
E la scuola?
Tutti avvertivano l’esigenza di un
cambiamento: la scuola non poteva più essere affidata ai Comuni.
Occorreva una scuola unica, obbligatoria, statale da realizzarsi in
tutti i Comuni per vincere l’analfabetismo di milioni di italiani.
Il principio educativo, scriveva Antonio Gramsci, doveva essere il lavoro
e descriveva la sua esperienza nei
consigli di fabbrica della Fiat: il nesso
scienza-storia deve essere accentuato per far sentire l’alunno sempre
più erede dell’opera collettiva.
L’Eco dell’ANPI
Solo nella scuola superiore si doveva passare alla specializzazione
degli studi; prima la scuola doveva
essere unitaria, come sostenevano
Aristide Gabelli e Antonio Labriola.
Gramsci concludeva: la lotta per il
progresso scolastico deve essere
parte integrante della lotta per il
progresso nazionale. La battaglia
per una scuola nuova non può essere staccata dalle rivendicazioni
sociali. Giusto, ma non ci fu da
parte di Gramsci una proposta di
riforma organica.
A contrastare il pensiero di Antonio
Gramsci intervenne il pensiero di
destra. La polemica con Gramsci
e Labriola si fece subito aspra: ma
quale battaglia sociale! La scuola
5
deve essere selettiva. Occorre una
scuola elementare per tutti, ma …
maestri si diventa per vocazione!
Gentile, dalla cattedra universitaria,
tuonava contro la pedagogia scientifica della Montessori e contro
Gramsci: il principio educativo non
può essere il lavoro, ma lo Spirito
Assoluto. Gentile: “La pedagogia
del bravo maestro è sufficiente ad
insegnare nella scuola elementare.
Ma che pedagogia come scienza
autonoma! Tutto deve derivare
dalla filosofia!” Gentile rifiutò il metodo attivo delle sorelle Agazzi e di
Froebel che tenevano in considerazione i bisogni degli alunni.
Il maestro e gli alunni devono ispirarsi a grandi uomini che hanno
segnato tappe dell’umanità. Solo
conoscendo la grande cultura dei
Greci e dei Latini si può accedere
alla Verità, al regno della Libertà.
Tutta la scuola deve essere organizzata in forma piramidale: al
vertice l’uomo colto, espressione di
uno Stato Etico.
E la stampa sempre al servizio dei
poteri forti! Sul Corriere della Sera
del 23 ottobre 1904, già si poteva
leggere: “All’insegnante non è
lecito partecipare alla vita civile e
alla vita politica della nazione, gli
insegnanti non sono preoccupati
della loro missione, ma del loro
stipendio”.
Stato assoluto?
Giovanni Gentile avverte la necessità di una Riforma complessiva
della scuola, capace di soddisfare
le esigenze di cambiamento che
venivano dalle fabbriche e dalla
società civile. Era necessaria una
scuola unica obbligatoria, statale
da realizzarsi in tutti i Comuni,
ma Gentile, con la sua visione del
mondo, accentua la frattura tra
scuola e vita.
Gentile incarica il più fedele dei
suoi allievi di trasferire in campo
scolastico la sua filosofia e Giuseppe Lombardo Radice scrive quella
che fu chiamata la Riforma Gentile.
Mussolini la giudicò ‘la più fascista
delle riforme’.
A. M.
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L’Eco dell’ANPI
Luglio 2014
Commenti all'incontro: ''Scuola primaria durante il fascismo''
Un importante
appuntamento!
Gli incontri inseriti nella rassegna
“La scuola italiana dal 1945 ad
oggi”, organizzato da ANPI Scuola Martiri Niguardesi e dal Centro
Culturale della Cooperativa, rappresentano un importante appuntamento di enorme valore educativo per le persone interessate al
futuro del nostro paese: insegnanti,
studenti, operai, pensionati, casalinghe, persone in cerca di occupazione.
Ho avuto il piacere di assistere
alla serata dedicata alla “Scuola
primaria durante il fascismo”, un
momento di incontro e di riflessione su un’Italia nella quale i maestri
avevano poco spazi per esternare
la loro professionalità educativa.
Quelli erano anni nei quali era
obbligatorio piegarsi a certe atroci
imposizioni, come le leggi razziali
del ’38, che esclusero dalla scuola
bambini e insegnanti ebrei.
Ritengo che la libertà sia un valore fondamentale, da preservare
sempre. È quindi determinante ricordare che la possibilità di potersi
esprimere in modo creativo sia lo
strumento indispensabile per farsi
capire dagli altri e per permettere
agli studenti di crescere con una
mentalità aperta e tollerante.
Ringrazio personalmente il maestro Antonio Masi e tutta l’organizzazione per il prezioso impegno
che dedicano a questo progetto.
Ugo Vecchierelli
Sindaco di Bresso
25 Aprile:
una gran festa, ma…
Il 25 Aprile era per me allora, bambino tedesco nato in Italia, una
gran festa. Erano i primi anni ’60,
avevo iniziato le scuole elementari
e il 25 Aprile era giorno di vacanza,
una fortunata interruzione, visto
che si andava a scuola anche il sabato. Non sapevo ancora niente di
storia. A scuola la nostra maestra
di canto ci aveva insegnato l’Inno
nazionale, la Canzone del Piave, il
Va Pensiero di Verdi e Bella Ciao,
oltre alla Monferrina ed alla Bella
Gigugin. Cantavamo a squarcia
gola indistintamente inni patriottici
e canzoni popolari perché ci piaceva cantare e basta.
Pochi giorni dopo c’era il Primo
Maggio, spuntavano molte bandiere rosse e mio padre mi portava a
vedere la sfilata dove i lavoratori in
tuta blu delle tante fabbriche di Milano passavano preceduti da carri
o più spesso da rombanti camion
dove sul cassone avevano allestito
grandi scenografie allegoriche del
lavoro.
Tutte quelle bandiere erano l’opposto di quello che vedevo nei periodi
passati in Germania durante i tre
fortunati e lunghi mesi estivi. Le
poche bandiere erano inglesi o
francesi e di bandiere tedesche
non se ne vedevano proprio. Ogni
tanto per strada a Monaco passavano file di veicoli militari inglesi o
francesi, commentava mia nonna.
Lo sferragliare di quei convogli
aveva qualcosa di sinistro, era una
presenza invisibile ed ingombran-
te, ma il peggio era l’ululato delle
sirene quando ogni sabato venivano azionate per prova. Mia nonna
si rifugiava sotto il tavolo, diceva
che quel suono per lei annunciava
l’arrivo dei bombardieri.
In famiglia nessuno era stato partigiano e nessuno compromesso
col regime nazista. Eravamo profughi tedeschi espulsi dalla Grecia,
dove mio nonno allora lavorava
allo scoppio della guerra nel ’39 e
come tutti i profughi avevano perso tutto. Nei ricordi di famiglia mio
nonno, che da direttore di fabbrica
avrebbe dovuto iscriversi al partito
nazionalsocialista, l’aveva scampata tenendo con sé in valigia una
camicia nera e proclamandosi, lui
che aveva vissuto a lungo in Italia,
prima di andare in Grecia, sostenitore di Mussolini benché fosse tedesco. La polizia tedesca storceva
il naso, ma formalmente davanti ad
una camicia nera, anche se tenuta
in borsa non c’era niente da eccepire: Mussolini era il fedele alleato
di Hitler.
Sono nato dieci anni dopo la fine
della guerra, ma percepivo come
questo ricordo ancora recente fosse vissuto in un modo molto diversi
Luglio 2014
L’Eco dell’ANPI
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in due paesi che erano stati al contempo alleati, poi nemici, poi dopo
la guerra di nuovo alleati. In Italia la
data della Liberazione è una gran
festa, mentre la Germania non si
era e non si è affatto liberata di
un peso sinistro e di un immenso
senso di colpa che ancora oggi è
percepibile.
Andrea Gatti
Dirigente scolastico II S Galvani
La passione muove il mondo
Carissimo Antonio,
grazie per avermi invitato alla
conferenza-studio di venerdì 28
febbraio: sono/siamo rimaste entusiaste! C’era anche mia figlia! Sei
stato fenomenale, come sempre
d’altronde, quando prendi a cuore
una causa/argomento.
Complimenti per la tua introduzione, carrellata chiara e interessante
sulla scuola dall’Unità d’Italia alla
Riforma Gentile del 1928 e sui programmi didattici. Sono rimasta soddisfatta della competenza e della
piacevolezza che ogni relatore ha
dimostrato nell’esporre il proprio
argomento: mai un momento statico, né noioso, ma vivace, incalzante, preciso e piacevole.
Prendere atto di come la scuola inneggiasse ai più bravi e ai più forti, ti
porta amarezza e ti fa capire come
i ragazzi, specialmente i più poveri, abbiano subito disuguaglianze
ed emarginazione. Ricordare poi
che la libertà era completamente
annullata, fa capire quando noi la
sprechiamo. Mi sono domandata
come avrei fatto io a insegnare
atteggiamenti che non sopporto e
non accetto, meno male che non
lavoravo in quei tempi!
Bravissimi di nuovo a tutti i relatori,
ognuno a dimostrato competenza
e bravura, ma soprattutto passione
in quello che hanno ricercato ed
esposto: la passione, secondo me,
muove il mondo.
Speriamo che il progetto ANPI continui nelle scuole, io ne ho parlato
con la professoressa di mio figlio
che frequenta l’ISS Spinelli a Sesto San Giovanni, anche là esiste,
come città, molta sensibilità nei
confronti dei temi della Resistenza, della Costituzione e del NON
dimenticare.
Grazie di tutto e un abbraccio
Maria Aurora D’Auria
Insegnante elementare
I Circolo- Bresso
Ricordi giovanili
Ascoltando i vari interventi con la
mente sono tornato indietro nel
tempo e ho ricordato quel periodo
che ho vissuto da ragazzo in una
famiglia antifascista che subiva la
dittatura dilagante in ogni luogo.
Allora frequentavo la scuola elementare G. Mazzini a Torino fino
alla quarta. Poi a Milano le professionali in viale Brianza. Ricordo
che mio padre venne licenziato
dalla FIAT per la crisi, ma il vero motivo
era quello di avere
espresso
critiche
al regime e le spie
dell’OVRA fecero
il resto. A Milano,
per non partecipare
alle sfilate della GIL,
entrai nella banda
musicale come tamburino.
Davanti alla mia
abitazione c’era la
sede del gruppo
rionale fascista ‘‘Indomita Bernini’’,
in via Superga e poiché spesso
disertavo le adunate, un sabato
vennero a prendermi e mi tennero
segregato nella sede fascista fino
alla domenica sera. A casa mia si
sentiva sempre ‘‘Radio Londra’’ e
quando il commentatore Mario Appelius lanciava il suo slogan ‘‘Dio
stramaledica gli inglesi’’ una voce
ignota si inseriva a sbeffeggiare
il fascismo. Quella voce era del
compagno Luigi Polano che fece
controinformazione fino alla liberazione di Roma.
Tanti altri ricordi grazie alla serata
che hai organizzato al Centro Culturale della Cooperativa. Grazie.
Ferruccio Garnero
ANPI Bresso
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L’Eco dell’ANPI
L’impegno dell’ANPI e degli insegnanti
Quando un insegnante mi telefona
per fissare un incontro con l’ANPI,
la prima cosa a cui penso è la difficoltà di parlare con i ragazzi di fatti
accaduti in anni lontanissimi dal
loro vissuto, fatti per loro epocali
avvenuti oltre 60 anni fa.
Penso anche al coraggio della
scelta operata da insegnanti che si
sono posti l’obiettivo di riannodare
i fili con un passato che non hanno
vissuto, ma che risuona continuamente nel parlare quotidiano; un
interesse culturale e non di nostalgia: nessuno può avere nostalgia
per qualcosa che non ha vissuto.
Gli insegnanti della scuola elementare, sensibili ai temi del presente,
sentono il bisogno di collocarli su
un’ideale linea del tempo che ci ha
assicurato 60 anni di pace: quindi
il rispetto della persona e i diritti e
i doveri del cittadino sanciti dalla
nostra Costituzione.
Parlando di referendum e di Costi-
tuente penso ai genitori degli alunni
che forse avranno sentito parlare
dai loro nonni dei partiti scomparsi,
che dal 1943 al 1945, pur tra contrasti ideologici, raggiunsero l’unità
contro il nazifascismo e un nobile
compromesso nello scrivere la Costituzione.
Negli incontri con gli insegnanti
delle medie abbiamo individuato
le tappe da fare nel percorso per
le vie del quartiere e i fatti salienti
della vita partigiana a Niguarda da
evidenziare. Ad ogni tappa brevi
e significative letture tratte da biografie dei partigiani o dalle lettere
dei condannati a morte della Resistenza.
Continuando il lavoro già avviato dagli insegnanti del Liceo
Russell, si è trattato di ricercare
esempi significativi per vincere le
preoccupazioni già presenti negli
studenti per le scarse prospettive
di lavoro. Ci ha aiutato il racconto
L’impegno dell’ANPI nella scuola
SCUOLA ELEMENTARE
G. B. PIRELLI
Incontro in sede - hanno partecipato
tre classi V
Temi trattati:
“Il rispetto della persona sancito
anche da articoli della nostra Costituzione’’
“Festa del 2 giugno - nascita della
Repubblica Italiana’’
Proiezione di immagini di bambini
che lavorano, bambini che giocano
in carcere, per strade polverose,
che vivono in zone inospitali. Bambini che raccolgono cibo e scorie
ferrose su montagne di rifiuti, chiedono l’elemosina agli incroci delle
vie cittadine, mentre altri giocano
liberi in parchi attrezzati.
SCUOLA MEDIA CASSINIS
Incontro itinerante con la classe III C
Temi trattati:
“I muri parlano”
La Scuola media
Cassinis di Via
Hermada dovrà
essere demolita.
Le classi sono
state
dislocate
in plessi diversi.
L’incontro con gli
alunni e i loro insegnanti avviene
all’ingresso della
scuola,
davanti
alla lapide che
Luglio 2014
dei fatti che portarono agli scioperi
del 1944 e la triste rappresaglia di
Piazzale Loreto. La risposta è stata
trovata leggendo le biografie dei
15 Martiri che morirono con dignità
per additarci come si può vincere
lo scollamento tra politica e sogno
della politica, evitando ogni forma
di retorica.
Antonio Masi
ricorda la nascita del Convitto della Rinascita, nel lontano agosto 1945.
La Cooperativa Edificatrice di Niguarda,
la Cooperativa Muratori e la Cooperativa Trasporti, dirette da partigiani,
dedicarono la loro opera per il ripristino
delle aule.
Da via Sbarbaro a via Giuditta Pasta.
Prima sosta all’inizio del sentiero che
porta in Via Hermada per illustrare la toponomastica di Niguarda ai tempi della
Resistenza. Da foto d’epoca si notano
distese di gelsi e resti di una cascina
utilizzata dai partigiani per le riunioni,
per nascondere armi e punto di riferimento per i partigiani feriti. Sullo sfondo
s’intravedono le mura dell’Ospedale
Maggiore. Dopo un accenno all’attività
delle staffette partigiane e dell’opera di
dottori, suore e infermiere legati alla
Resistenza, un alunno ha letto dal libro
“Antifascismo e Resistenza a Niguarda
e dintorni” la descrizione della fuga del
partigiano Aldo Tortorella, ricoverato in
ospedale.
Al Centro Culturale della Cooperativa.
Gara di orientamento tra gli studenti
su una carta topografica che riporta
Luglio 2014
le vie dove abitarono i martiri niguardesi e dove sono ubicate le lapidi a
loro ricordo. È seguito un momento
di riflessione sulle leggi razziali leggendo la lapide in Via Hermada 8
dedicata al giovane Mario Brambilla,
prima vittima del razzismo.
Nella sede dell’ANPI gli studenti
sono stati accolti da Dante Reggi:
molte domande sulle bandiere che
ricordano la Brigata Beppe e la partigiana Giuseppina Rossi.
Nel Laboratorio Eco Edile, i ragazzi sono stati invitati a scrivere una
parola evocativa del percorso della
mattinata. Le parole da loro scritte
sprigionano sentimenti universali:
pace, guerra, libertà, solidarietà,
monarchia, repubblica, democrazia,
dittatura, paura, coraggio.
SCUOLA MEDIA CASSINIS
Incontro itinerante con le classi III A
e III B
Tema trattato:
“Omaggio al Monumento ai caduti
di tutte le guerre”.
Dopo i saluti alcune informazioni
sulla casa che oggi ospita le aule
L’Eco dell’ANPI
scolastiche. L’edificio, costruito ai
primi del ‘900, nasce come sede
della Casa del Popolo nell’antico
Comune di Niguarda. Diviene
successivamente sede del Partito Nazionale Fascista e dopo il
1945 di nuovo Casa del Popolo.
Noi tutti (Patrizia e Antonio della
sezione Martiri Niguardesi, Antonio Barberini, storico del Centro
Filippo Buonarroti e Roberto Cenati dell’ANPI provinciale) con gli
insegnanti e gli alunni abbiamo
raggiunto piazza Gran Paradiso,
dove c’è il monumento al milite
ignoto. Ad attenderci la cognata e
la nipote di Vitale Vertemati, uno
dei martiri di Piazzale Loreto. Una
studentessa ha letto la biografia
di Vertemati e Roberto Cenati ha
precisato le circostanze storiche
del tragico evento.
Perché in tutti i paesi c’è un monumento che ricorda la guerra del
1915-1918? Cosa rappresentano
la donna e il contadino? Perché
succedono le guerre? Alle domande degli studenti ha risposto
il professore Antonio Barberini.
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LICEO SCIENTIFICO
BERTRAND RUSSELL
Incontro in aula magna con le classi
IV e V
Tema trattato:
“La vita quotidiana a Milano durante la guerra”
Lungo il corridoio della scuola, per
una settimana, gli studenti hanno
potuto osservare la mostra che
ricorda l’eccidio di Piazzale Loreto
ed in particolare l’insegnante Salvatore Principato. Quest’incontro è
la conclusione di un intenso lavoro
coordinato dalle insegnanti Maiocchi
e Mattarei, che nel mese di gennaio,
tramite l’ANPI, avevano avuto un
incontro con il professore Antonio
Barberini sui Principi Fondamentali
della nostra Costituzione.
Gli interventi che si sono succeduti
sono stati:
Antonio Masi - La vita quotidiana a
Milano durante la guerra.
Roberto Cenati - Gli scioperi del
1943 e 1944 a Milano.
Massimo Castoldi - La strage di
Piazzale Loreto tra menzogne e verità storica.
10
L’Eco dell’ANPI
Luglio 2014
Commenti degli incontri presso le scuole
degli articoli della Costituzione italiana e ideale verso il quale anche
noi giovani dovremmo orientare ogni
scelta.
Ci sentiamo di ringraziare tutti voi per
l’opportunità di crescita che ci avete
offerto.
M. Chiara Celozzi
Un’esperienza molto interessante
Un’ uscita molto coinvolgente
Gentilissimo signor Masi,questa
lettera per ringraziarla per tutto l’impegno e la partecipazione che lei
ha profuso per i miei alunni. L’uscita del 14 maggio con la classe III C
della scuola secondaria di I grado
“Cassinis”, succ. Sbarbaro è stata
molto coinvolgente. I ragazzi hanno svolto delle relazioni davvero
complete, sono rimasti in particolar
modo colpiti dalle foto che illustravano la storia della lapide del Convitto Ricci che ricorda l’impegno dei
partigiani insegnanti che operavano in Val d’Ossola e che qui inaugurarono il Convitto della Rinascita. Interessanti anche le foto della
vecchia Niguarda, ma soprattutto il
racconto della vita di Gina Galeotti
Bianchi. Molto importante è stata
la visita alla sede dell’ANPI e al
Centro Culturale dove il video del
signor Colzani ha commosso i miei
alunni, che l’hanno seguito con
molta attenzione.Spero che le frasi
che i miei alunni le hanno lasciato
siano una testimonianza della loro
partecipazione. Quindi ringraziamo
calorosamente lei, i suoi collaboratori, il signor Dante, che ancora
una volta ci è stato vicino. Spero di
riuscire, per il prossimo anno, ad
organizzare un altro incontro con
un’altra terza classe.
I miei più affettuosi saluti
Simona Mascheroni
Classe III C di via Sbarbaro
Incontri al Liceo scientifico
Bertrand Russell
Riflessioni degli alunni della classe
V A,
insegnante
Maria Teresa Maiocchi
Per non dimenticare, il coraggio,
la libertà
Purtroppo le ricorrenze del 25 Aprile
e del 2 giugno, solitamente si vivono
come feste di routine, feste cioè entrate a far parte della tradizione del
nostro Paese e frequentemente sono
intese da noi più giovani soprattutto
come l’occasione per fare “ponti scolastici” che permettono di riposarci
dalla fatica dello studio.
Grazie agli incontri organizzati dai
nostri Docenti con l’associazione
ANPI di Niguarda, ben rappresentata dal signor Antonio Masi, a scuola
abbiamo potuto prendere coscienza
dell’alto significato che si cela dietro
queste ricorrenze storiche.
Di particolare interesse l’ultima
conferenza di maggio “Per non
dimenticare, il coraggio, la libertà”,
accompagnata dalla Mostra relativa
agli scioperi del 1944. Grazie agli
interventi del signor Cenati e del
prof. Castoldi, al supporto del sig.
Masi e alle riflessioni svolte in classe
con la nostra insegnante di storia
e filosofia professoressa Maiocchi,
abbiamo potuto comprendere meglio l’importanza della Democrazia,
principio che ha ispirato la stesura
Interessante è stata l’azione unitaria e
solidale dei partigiani, che pur essendo giovani, hanno saputo lottare uniti,
al di là dei particolarismi ideologici, a
differenza dei nostri politici che oggi
faticano a trovare una linea comune
per migliorare la situazione in Italia.
Se si facesse maggiore memoria del
passato anche noi giovani potremmo
sperare in un lavoro e in futuro migliore.
Andrea Del Vecchio
Il vecchio partigiano, durante i racconti ai ragazzi, ripetutamente si commuove. Le parole soppesate, pesano
a distanza di 64 anni come macigni,
nell’immaginazione dei ragazzi. Che
capiscono subito parole come fame e
paura. Ragazzi nati negli anni 2000,
cresciuti fuori dalle vecchie ideologie,
cresciute anche lontano dal crollo del
socialismo nei paesi dell’est. Eventi e
momenti storici, che ritrovano nei libri
di testo. Una storia mai superata da
chi l’ha vissuta, troppo importante per
l’intensità di quei momenti. Loro non
si estraniano ma partecipano al dolore di un vecchio che vedono come
un nonno. Per un contatto cercano un
indirizzo facebook, cambiano i mezzi
di comunicazione, ma non il valore di
parole come fame paura.
Alessandro Pozzi
Luglio 2014
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L’Eco dell’ANPI
Proposte di lavoro per l’anno 2014-2015
Loggia dei Mercanti
Le proposte qui elencate sono solo
indicazioni di un percorso che può
essere arricchito e modificato dai
docenti nel corso degli incontri con
gli operatori della Commissione
Scuola dell’ANPI. Lo scopo è di
formulare un progetto condiviso da
presentare al collegio dei docenti,
all’assemblea dei genitori, al Consiglio di Zona 9.
L’ANPI è interessata a sviluppare
le conoscenze e tener viva la memoria dei drammatici eventi di cui
il nostro Paese fu teatro nel Novecento, a partire dall’introduzione
delle Leggi razziali antisemite nel
1938 fino al 1945. Luoghi d’incontro sono la sezione ANPI di Via
Hermada e il Centro Culturale della
Cooperativa dove sarà possibile
assistere anche a proiezioni.
Le proposte sono rivolte agli insegnanti delle scuole elementari,
medie e superiori.
1 Il rispetto della persona in tutti
gli ambienti. Diritti e doveri dei
cittadini sanciti dalla Costituzione repubblicana. Denuncia dei
fatti che violano tali principi.
2 I muri raccontano: ricerca di
lapidi, cippi, monumenti che
Albergo Regina
Villa Triste
3
4
ricordano partigiani o antifascisti. Ricostruzione delle loro biografie e della rete di protezione
che godevano: dal vicinato alla
famiglia, alla parrocchia.
Lo spettacolo, al Teatro della
Cooperativa di via Hermada,
Nome di battaglia Lia, sarà
l’occasione per discutere e
avviare ricerche sul ruolo delle donne nella Resistenza. Lo
spettacolo sarà offerto dalla
Sezione Martiri Niguardesi.
Resistenza e repressione a Milano - percorsi:
Loggia dei Mercanti: nella
Loggia vi sono 19 lastre di
piombo con i nomi dei partigiani
caduti dal 1943 al 1945.
Albergo Regina, via Silvio Pellico 9: dal 13 settembre 1943
al 30 aprile 1945 fu sede del
comando tedesco (SS) e della
Gestapo. Il vice era il capitano
Theo Saevecke, responsabile
dell’eccidio di Piazzale Loreto.
Piccolo Teatro, via Rovello 2:
in quell’antico palazzo si installa l’8 settembre ’43 la squadra
d’azione fascista che diventerà
poi la Legione Autonoma Ettore
Binario 21
Muti e spargerà terrore nella
città e si renderà colpevole di
rapine e uccisioni.
Carcere di Via San Vittore:
molti antifascisti ed ebrei vi
giungevano dall’Hotel Regina,
prima di essere inviati nei campi di sterminio;
Villa Triste: Villa Fossati, in via
Paolo Uccello, divenne uno dei
luoghi più drammatici e tristi di
Milano. La Banda Koch vi seviziava e torturava partigiani e
prigionieri politici.
Piazzale Loreto: il 10 agosto
1944 la guardia nazionale repubblicana e reparti della Muti
fucilarono alle 5,45 15 antifascisti prelevati dal carcere di
San Vittore.
Stazione Centrale: tra il dicembre 1943 e il maggio 1944 iniziò
dai sotterranei della stazione il
lungo viaggio di ebrei ed oppositori politici verso i lager nazisti.
Auguri per il nuovo anno scolastico
Commissione Scuola
ANPI NIguarda
[email protected]
Luglio 2014
L’Eco dell’ANPI
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Via Achillini
Via Ornato
I nostri martiri
Via Cicerone
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2
3
a
rmad
e
Via H
ini
sser
a
Via P
Via Gra
ziano Imperatore
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1
Le lapidi
1 Gina Galeotti Bianchi
2 Mario Brambilla
3 Mario Mariotti
4 Vittorio Salvoni
5 Vitale Vertemati