DICHIARAZIONE DEL DOTT. ANTONIO AGOSTINI Segretario Generale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in merito all’informazione di garanzia riguardante la conclusione di indagini preliminari relative a presunte irregolarità nella gestione del Programma Operativo Nazionale Ricerca e Competitività 20072013. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Come già immediatamente reso noto alla competente Autorità Politica, in data 12 novembre us. mi è stata notificata una informazione di garanzia per il reato di abuso d’ufficio e di turbativa d’asta a conclusione di indagini preliminari condotte dalla Procura della Repubblica di Roma, a firma del Pubblico Ministero dott. Roberto Felici, in relazione alla quale ho dato incarico ai miei legali di fiducia di compiere tutti gli atti di difesa necessari. Tale informazione di garanzia assume ad oggetto alcuni fatti asseritamente avvenuti nel periodo nel quale il sottoscritto ricopriva la funzione di Direttore Generale per il Coordinamento e lo Sviluppo della Ricerca del MIUR da maggio 2009 a gennaio 2012. Si ipotizzano, in particolare, alcune violazioni procedurali in alcuni casi scaturite dall’aver “formulato richieste indebite (sic!) di parere all’Avvocatura Generale dello Stato” (pareri, ai quali, peraltro, mi sono sempre scrupolosamente attenuto), di aver consentito l’ammissione a finanziamento di Organismi di Ricerca non assoggettati al controllo analogo del Ministero dell’Università e della Ricerca, tra i quali l’Istituto Italiano di Tecnologia, la Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza, la Fondazione Telethon, sebbene in realtà tale tipologia di beneficiari sia espressamente prevista da apposito Regolamento Comunitario, nonché una asserita incompetenza a disporre l’aggiornamento e l’apertura in continuo dell’Albo degli esperti tecnico-scientifici del MIUR, al centro di una nota operazione di trasparenza del settore. Ho letto e riguardato con attenzione l’informazione di garanzia e, ad onor del vero, rimango sorpreso per la contestazione di alcuni fatti che ritengo facilmente spiegabili e dimostrabili nella loro assoluta correttezza e trasparenza. Si tratta di fatti, peraltro, sui quali lo stesso Ministero dell’istruzione, università e ricerca, a conclusione di un lungo processo di verifica avvenuta successivamente alla mia cessazione dall’incarico presso tale Ministero, aveva già controdedotto e argomentato rispondendo ad alcune osservazioni formulate dall’Ispettorato della Ragioneria Generale dello Stato, producendo due apposite Relazioni datate dicembre 2013 e luglio 2014, in cui viene sostanzialmente ribadita la piena correttezza e il legittimo operato dell’Amministrazione. Dette relazioni, alla luce della lettura degli atti, sembrerebbero non essere state acquisite o non essere ancora note alla Autorità inquirente. Il grave dispiacere di essere oggetto di indagine nell’ambito di un procedimento penale - che immagino tragga spunto da alcuni articoli diffamatori del Fatto Quotidiano, passati e recenti, tendenti a dare valore ad un “papello anonimo” verosimilmente risalente all’autunno del 2012 - non mi impedisce di considerare questa iniziativa come il dovere e l’occasione degli Organi di Giustizia e mia personale di fare chiarezza su alcuni inquietanti avvenimenti di allora e di oggi. In ogni caso non ritengo di aver riscontrato prove ed elementi a carico che non siano agevolmente giustificabili, in punta di fatto e di diritto. Sono convinto che tale accertamento di verità potrà avvenire nelle fasi preliminari della procedura e, auspicabilmente, in tempi brevi. Le ripetute anticipazioni del “Fatto Quotidiano”, singolarmente riapparse in coincidenza con il giorno stesso della valutazione delle Commissioni Ambiente e Attività Produttive di Camera e Senato in ordine alla mia proposta di nomina quale Direttore dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione, mi avevano indotto a ripercorrere gli eventi, confermandomi nella convinzione di aver agito correttamente e nel pieno rispetto della legge, determinando consistenti risultati per la ricerca italiana. E’ questa una convinzione che ribadisco anche alla luce degli ultimi sviluppi. Ipotizzo, peraltro, che il predetto Organo di informazione possa essere stato strumento, forse inconsapevole, di gruppi di interesse intenzionati a mantenere nel settore nucleare il consueto ed attuale status quo, in evidente antagonismo con le scelte del Governo, ponendo ostacoli all’effettiva costituzione ed avvio della Autorità preposta alla regolamentazione, presidio e controllo di un settore di attività così delicato e controverso. Se così fosse, ciò darebbe adito alle più gravi preoccupazioni e risulterebbe meritevole di approfonditi accertamenti. Al di là della mia persona, la costituzione dell’Autorità Nazionale per la Sicurezza Nucleare rappresenta infatti un doveroso e decisivo cambiamento di passo verso l’adeguamento ai principi, regole e strategie di livello internazionale ed europeo nel settore della sicurezza degli impianti nucleari, delle attività di decommissioning e per la gestione sicura e responsabile dei rifiuti e dei materiali nucleari, che le Organizzazioni internazionali hanno opportunamente inteso di rafforzare a seguito del grave incidente di Fukushima del 2011, ai crescenti rischi di eventi meteorologici estremi connessi al fenomeno dei cambiamenti climatici, nonché all’aggravarsi delle minacce asimmetriche e potenzialmente derivanti dal terrorismo internazionale, che sta assumendo una nuova e allarmante dimensione. E, d’altra parte, non si capisce come valutare gli articoli dei giorni passati, che riattualizzavano un articolo di sostanziale identico contenuto già pubblicato due anni fa, basato sulla rivelazione di notizie anonime tendenti ad avvalorare una ipotesi di fumus di malagestio nei fondi della Ricerca pubblica, pur in presenza di risultati oggettivi e riconosciuti dalla comunità accademica, scientifica, dagli Enti Pubblici di Ricerca, dal sistema delle imprese e dalle parti economiche e sociali. Si intuì già allora il tentativo di porre in essere una operazione di accurata disinformazione e travisamento della realtà dei fatti, invero estremamente positiva. La programmazione nazionale 2007 – 2013 ha rappresentato l’ultima vera stagione di promozione operativa della ricerca nazionale con effetti e risultati in corso di definitiva costituzione e sui quali si sta formando in progress una buona pubblicistica e reportistica. Peraltro, le risultanze intermedie delle attività sono continuamente aggiornate e poste in evidenza nell’apposito sito del Ministero della ricerca e del PON Ricerca e Competitività, tra i più apprezzati per completezza e trasparenza. Chiunque, quando animato di curiosità e non di pregiudizi, può prenderne visione. E dunque, se un Giornale d’inchiesta come il Fatto Quotidiano avesse approfondito contesto e circostanze degli avvenimenti senza limitarsi a traslare le farneticazioni accusatorie di un anonimo, avrebbe potuto – collegando dati e avvenimenti - ipotizzare l’esistenza di una regia, ancora tutta da comprendere, del massimo vertice pro-tempore del Ministero della istruzione, università e ricerca, intenzionato a rimuovere presenze istituzionali non asservibili a superiori richieste, in quanto impossibili da accettare e a sviare l’attenzione da altri fatti sensibili non riconducibili alla responsabilità delle direzione generale della ricerca. Se le opinioni e le costruzioni a priori non avessero prevalso sui fatti, e se l’impianto informativo si fosse fondato su maggiori e più complete acquisizioni, sarebbe venuta fuori in tutta evidenza una sorprendente coincidenza: nello stesso giorno in cui la stampa denunciava le presunte anomalie di un Progetto di Ricerca denominato “pillole del sapere”, istruito e gestito da altra struttura ministeriale facente capo al Gabinetto del Ministro, il medesimo giorno lo stesso Ministro pro-tempore prof. Francesco Profumo si prodigava a richiedere un intervento ispettivo della Ragioneria Generale dello Stato (RGS) a carico della Direzione Generale per la promozione, il coordinamento e lo sviluppo della ricerca (anziché procedere ad un doverosa e preventiva iniziativa di verifica di attendibilità e di eventuale autotutela), per la quale non sussisteva alcuna iniziativa di accertamento da parte di organi dello Stato ma si registrava l’esistenza di un “papello” anonimo, che nessuno ha mai visto ma che risulterebbe ricolmo di nefandezze, allusioni paramafiose e accuse scriteriate. Se fossi stato interpellato in corso d’opera – come da corretta prassi giornalistica - avrei potuto facilmente dimostrare la sostanza di una azione cinica, tendente a stravolgere repentinamente assetti istituzionali del MIUR, e a disarticolare rilevanti Progetti internazionali approvati dal CIPE in sede di adozione del Programma Nazionale della Ricerca 2010-2012 per riorientare i fondi già destinati verso altre finalità (si potrà in merito consultare o intervistare, per esempio, il prof. Coppi del MIT, il prof. Ferrari, del Politecnico di Torino, il prof. Latorre, già Rettore dell’Università della Calabria di Rende – Cosenza, la prof.ssa Lavetrano, già Pro-Rettore della Bicocca, il prof. Pandolfi di Harvard, il prof. Claudio Clini di UNIROMA 2, il prof. Manzoli, dell’Università di Bologna, il prof. Novelli, Rettore dell’Università di Torvergata, il prof. Bignami, dell’INAF, il prof. Petronzio, dell’INFN, il prof. D’Amico, del CNR e UNIROMA 2, il prof. Fabiani di UNIROMA 3, l’eccellente scienziato dell’ENEA dott. ing. Violante, l’esimio prof. Maiani, già Presidente del CNR, il prof. Pasquino, già Rettore dell’Università di Salerno, e potrei continuare), nonché alimentare una idea di malagestio per turbare gli assetti faticosamente raggiunti ed imporre pretestuosamente dei repentini e illegittimi cambiamenti di rotta nella gestione, riprendendo surrettiziamente il potere di controllo e di indirizzo dei fondi destinati alla ricerca. Naturalmente posso dare in qualsiasi momento ampio conto a chi di competenza di quanto affermato, e mi auguro che le preposte Istituzioni parlamentari possano svolgere opportune audizioni, approfondimenti e confronti, anche con il prof. Francesco Profumo, con il suo Capo di Gabinetto di allora (con un lungo passato di carriera nella Ragioneria Generale dello Stato e allora candidato al ruolo di Ragioniere Generale dello Stato), per capire chi ha agito impropriamente e chi può aver “inquinato i pozzi di acqua limpida” e per quali finalità, certamente approfittando degli spunti e degli sputi anonimi di qualche incapace funzionario ministeriale (che sarebbe potuto scaturire dalla penna di un Dickens o di un Gogol), ripercorrendo i fatti e ripristinando la verità. Mi tranquillizza che il MIUR abbia poi svolto una estesa attività di verifica e di auditing, trasmettendo agli organi competenti due corpose relazioni sui risultati delle verifiche compiute, nelle quali si conferma pienamente e dettagliatamente, la piena correttezza dell’operato di tutta l’Amministrazione. Non mi risulta sia mai stato adottato alcun provvedimento di revoca o annullamento di atti di alcun tipo. Nelle suddette relazioni il Ministero risponde a particolari richieste di spiegazioni, quali i tempi di valutazione dei progetti e il dato di una polizza sospettata di falso, con argomenti talmente chiari e dirimenti da indurre sconcerto circa l’esperienza e la capacità di corretta interpretazione giuridica dei due ispettori demandati al compito di verifica. Anche verifiche compiute in merito a sospette parentele o nepotismi nell’ambito del MIUR non hanno trovato alcun riscontro, neanche in termini di singolo individuo, risultando perciò del tutto false ed infondate. Ancor più incomprensibile è stato il diffondere queste notizie, senza neppure dare conto che il sistema di gestione e controllo (SIGECO) è stato approvato dai competenti Uffici della Commissione Europea e che l’Unità di Verifica degli Investimenti Pubblici (UVER) del Dipartimento delle Politiche di Coesione ha relazionato annualmente sul positivo andamento e funzionamento dei controlli e dei programmi, rilevando un tasso di errore tendenzialmente pari allo 0%. Ed è probabilmente per questi motivi che i Ministri che si sono succeduti alla guida del Dicastero non hanno ritenuto di dover adottare provvedimenti sospensivi o correttivi delle procedure in essere, sostenendo invece la loro puntuale e tempestiva applicazione. Di contro, e a dispetto di qualsiasi illazione giornalistica, rivendico il fatto di avere collaborato ad una intensa e rara stagione di promozione effettiva ed operativa della ricerca italiana, avendo: - agito sempre nell’ambito delle strette direttive dei Ministri e del Governo, nonché del Ministro per la coesione territoriale e delle delibere CIPE che imponevano l’accelerazione dei livelli di impegno e spesa dei fondi europei; - proposto inutilmente al Ministro Profumo la sottoscrizione di un Protocollo di Legalità e Collaborazione con la Guardia di Finanza; - stabilito e favorito una stagione di vero partenariato con le Regioni dell’Obiettivo Convergenza; - predisposto e ottenuto l’approvazione del Programma Nazionale della Ricerca (PNR) 2010-2012, con l’individuazione ed avvio di numerosi Progetti di eccellenza denominati “Progetti Bandiera”, di rilevanza internazionale; - elaborato il riordino degli Enti Pubblici di Ricerca, approvato dal Governo con il Decreto Legislativo n.213/2009; - avviato i bandi ed esperito le procedure per il finanziamento della ricerca di base e universitaria (PRIN e FIRB) e per la ricerca industriale nelle edizioni 2009, 2010 e 2011; - assicurato che tutti gli avvisi e bandi pubblici fossero preventivamente discussi ed approvati nel tavolo tecnico con le regioni, partecipato anche dai rappresentanti di tutti i principali Ministeri ed Amministrazioni; - garantito che tutti i progetti di ricerca fossero sottoposti ad un ponderoso ed articolato sistema di valutazione tecnico-scientifica ed economico-finanziaria a più livelli, al quale hanno contribuito centinaia di esperti, docenti e ricercatori, che hanno operato in supporto ad un alto Comitato tecnicoscientifico a composizione interministeriale, autonomo ed indipendente nell’esercizio della competenza esclusiva in materia di valutazione dei progetti di ricerca industriale; - fatto sì che la scelta delle banche e degli operatori finanziari da convenzionare per lo svolgimento delle valutazioni economico finanziarie avvenisse, a differenza che nel passato, sulla base di procedure di gara europee, valutate da Commissioni presiedute da alti magistrati; - concorso alla più grande opera di promozione nella ricerca nel sud Italia, nelle regioni dell’Obiettivo Convergenza, mediante procedure a cui hanno partecipato migliaia di qualificati soggetti, tra enti di ricerca universitaria, enti pubblici di ricerca ed organismi di ricerca, PMI e Grandi Imprese, che hanno dato vita a progetti di ricerca di particolare rilevanza, a moltissimi distretti tecnologici e ad iniziative di potenziamento di strutture e dotazioni di ricerca. In molte aree del Mezzogiorno, alcune università sono addirittura diventate la prima industria terziaria del territorio. Le diverse centinaia di progetti finanziati e di qualificati soggetti coinvolti sono tutti, come detto, pubblicati in continuo sul sito del PON RC e sono stati e continuano ad essere esibiti dal MIUR in numerose manifestazioni e convegni. Un funzionario pubblico non si aspetta riconoscimenti di meriti per avere fatto il proprio dovere, con convinzioni di buona fede, senso di responsabilità ed impegno vero. Ritengo di essermi formato secondo una cultura di legalità e trasparenza, di potermi onorare di aver fatto parte di Istituzioni dello Stato i cui appartenenti devono possedere, secondo la formula della legge, requisiti di specchiata estimazione morale, e di continuare ad essere - grazie a Dio – pienamente fiducioso nella Giustizia e nell’operato dei magistrati competenti, a cui intendo fornire la massima collaborazione per un rapido accertamento della verità dei fatti, nonché per acclarare le possibili ragioni e finalità dei descritti anomali accadimenti e di una operazione di manipolazione della realtà. Così come mi auguro che nel merito le Competenti Commissioni Parlamentari Cultura e Ricerca possano svolgere una indagine conoscitiva. Anche se in una circostanza non felice, sento, inoltre, il dovere di ringraziare ed esprimere ammirazione per il modo solenne, partecipato ed accurato con cui le competenti Commissioni Parlamentari hanno svolto, in seduta congiunta, le audizioni informali dello mia persona ai fini dell’espressione del parere vincolante sulla proposta del Governo di nomina a Direttore dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare (ISIN) e per la sostanza di alto e giusto rigore, discernimento, serenità, imparzialità e concreta percezione di sovrana indipendenza con cui le predette Commissioni hanno operato ed effettuato le loro valutazioni e deliberazioni. E voglio esplicitamente includere, tra i destinatari, anche i parlamentari rappresentanti dei partiti di opposizione, che con le loro domande ed interventi, anche se scomodi, hanno assicurato un fondamentale ruolo di controllo parlamentare, certamente funzionale all’arricchimento degli elementi di conoscenza e di approfondimento istruttorio. Come ovvio e doveroso, non posso a questo punto che rimettermi alle definitive decisioni del Governo, che accetterò con lo spirito di dedizione e rispetto che ha sempre contrassegnato la mia esperienza nella Pubblica Amministrazione, desiderando ricordare, però, che un avviso di garanzia non è né una condanna, né ancora un atto di imputazione, istituzione a presidio del diritto di difesa di ogni cittadino, pur conscio che esiste e va rispettato il valore dell’opportunità. Antonio Agostini
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