2014-11 intervento cc 27-11 su elezioni e antisfratto

CONSIGLIERE PALLAVICINI (SINISTRA PER PIACENZA)
Volevo dire anch’io due cose rispetto alle elezioni che ci sono state perché davvero
io non sapevo se piangere o ridere quando ho visto in televisione Renzi esultare. Il PD è
riuscito a depauperare completamente il capitale di radicamento territoriale e struttura
organizzativa, che aveva ereditato o aveva scalato (meglio dire così) dal vecchio Partito
Comunista Italiano, che figurarsi non vorrei mi venga attribuito come modello di riferimento
ma che sicuramente aveva una struttura molto radicata. Addirittura in Emilia Romagna,
che era il modello dell’integrazione, del portare la classe operaia nello Stato, come era
stato appunto la missione del PC storicamente, l’affluenza non va oltre il 38%; un dato che
conferma una volta di più quello che vengo a raccontare qua in ogni occasione e in ogni
comunicazione, cioè che davvero il tempo della crisi è il tempo in cui saltano le mediazioni
sociali, in cui o si sta dalla parte dei poveri, si fanno le lotte contro chi accentra il capitale
nelle proprie mani per distribuirlo verso il basso, o davvero non c’è legittimità. Ci può
essere un lieve effetto novità, il nuovismo, il ragazzino buttato lì nella politica, Renzi, che in
realtà è figlio di un grande imprenditore; può esserci una campagna elettorale, magari più
forte, sulle politiche o le europee, che alza di qualche decimale l’affluenza, ma di fatto
stiamo parlando di una democrazia per cui è segnata l’ultima ora. Questi dati lo dicono
apertamente, lo confermano. Non c’è alcuna vittoria; c’è soltanto la sconfitta di quel
modello di annientamento della dialettica sociale che il Partito Democratico è riuscito a
portare a compimento dopo un ventennio, a me verrebbe da dire “rincoglionimento”, ma è
una butta parola da usare qui dentro, quindi diciamo di “imbambolamento berlusconiano”.
Non c’è davvero più nulla, più nulla di salvabile.
Viene varato il piano casa mentre c’è l’emergenza abitativa, viene varato il jobs-act
mentre i giovani non trovano un’occupazione e con questo atto gli si leva anche la
speranza per il futuro.
Dall’altra parte cosa abbiamo? Abbiamo una sinistra che, laddove esiste, esiste
solo in termini di contrapposizione antagonista a questo sistema e a questo modo di
intendere i rapporti sociali. Mentre queste vergognose leggi passavano, noi, anche ieri
l’altro, eravamo a difendere qua a Piacenza una famiglia che veniva sfrattata, perché, a
causa dei licenziamenti, non riesce più a pagare l’affitto. E’ stato il ventiseiesimo intervento
di questo tipo che abbiamo condotto nel Comune di Piacenza, nell’ultimo anno e mezzo. A
questo abbiamo scelto di dare visibilità mediatica perché pensavamo che si dovesse
aprire una discussione sul tema, a maggior ragione dopo i tragici incidenti della settimana
scorsa a Milano dove, in seguito alle manganellate della polizia, una donna occupante ha
perso il bambino che aveva nella pancia al settimo mese di gravidanza. Un’emergenza,
quindi, sempre più concreta e a cui si può rispondere solo come abbiamo fatto noi:
opponendo resistenza, mandando via la polizia che viene a sgomberare, tenendo la casa,
perché la casa è un diritto, è parte del reddito, é salario indiretto e quindi noi la difendiamo
con tutti i mezzi necessari. Così come siamo davanti ai picchetti della logistica, e ricordo
che c’è il segretario nazionale di un partito con cui è stato detto che non si tratta, che ha
ancora un foglio di via e nessuno spende una parola in questo senso, aizzando in questo
senso il conflitto sociale.
Questa, purtroppo, è la realtà dell’Italia e della Piacenza che
viviamo. Ma, lo ripeto, come abbiamo rimandato questo sgombero, come abbiamo
ottenuto tanti contratti per centinaia di ragazzi nel polo logistico, noi continueremo con la
lotta dura e senza paura, perché crediamo che soltanto anteponendo l’elemento della
solidarietà fra strutturati e dell’umanità agli elementi un po’ perniciosi di legalità e di
proprietà, soltanto anteponendo a questo umanità e solidarietà, si possa controbattere a
quella retorica dell’odio che fa tanto comodo in campagna elettorale.
E’ uscita su internet la foto del segretario della Lega Salvini che fotografa nella
frazione di Gossolengo lo stabile dove avrebbero dovuto essere ospitati i profughi. Quello
stabile è andato a fuoco, qualche giorno fa. Noi, a quella retorica dell’odio che getta il
sasso senza sapere dove va a rotolare, senza sapere se poi qualche pazzo sceglie di dare
seguito alle parole, noi a quella retorica dell’odio contrapponiamo la retorica della
solidarietà: italiani e immigrati uniti, perché non è la pelle a fare la differenza, ma è la
classe sociale e noi facciamo la guerra dal basso verso l’alto, mentre qualcuno la vuole
fare dall’alto verso il basso. Andremo avanti così.