Diocesi di Cassano all’Jonio Delegazione diocesana per la Pastorale A tutte le Comunità parrocchiali, Alle Comunità religiose, Alle Aggregazioni ecclesiali Loro Sedi Carissimi tutti, L’annuncio della visita di papa Francesco alla nostra Diocesi ha innescato un impeto di gioia e di slanci pastorali che, grazie a Dio, stanno innervando il tessuto della nostra comunità diocesana: la preghiera di scusa per gli ambiti indicati dal Vescovo, la missione diocesana in alcuni Comuni, iniziative di catechesi e di riflessione, l’organizzazione logistica per l’accoglienza dei partecipanti e tante altre iniziative pastorali. Un vero cantiere, semplice e discreto, ma segno della consapevolezza di Chi verrà a visitarci e di come vogliamo accoglierlo. Il presente Libretto, ad uso delle Comunità parrocchiali (ma non solo), è un modesto strumento offerto per la catechesi parrocchiale: sono due momenti di Catechesi e un momento di preghiera. La Catechesi vuole rispondere a due domande: Chi è Pietro? La figura del Pietro nello Scrittura. 1. Cosa fa Pietro? Il ministero petrino nella Chiesa. 2. Veglia di preghiera sul servizio: un momento di preghiera, 3. possibilmente il 31 maggio, da vivere nelle nostre comunità parrocchiali. La visita di Papa Francesco è un dono per la nostra Diocesi e va vissuta come un momento ecclesiale durante il quale, alla verifica della nostra fede, va associato il necessario slancio pastorale per l’annuncio del Vangelo. Viviamolo così questo tempo di preparazione e accogliamo con docilità. Cassano all’Jonio, 13 Maggio 2014 Memoria della B. V. Maria di Fatima don Giovanni Maurello Delegato diocesano per la Pastorale (A cura di don A. DE STEFANO E DON G. MAURELLO) Negli anni recenti e meno recenti, gli studi su Simon Pietro sono stati numerosissimi e si possono raccogliere attorno a tre centri d'interesse. * Il primo è quello esegetico esegetico--dottrinale dottrinale, riguardante il «ministero petrino». Le pericopi di Mc 8,27-30, Mt 16,13-20 e Lc 9,18-21.22,31-32 sono confrontate con il magistero, la tradizione, la storia, l'archeologia biblica ed extra-biblica. Il personaggio è messo preso in esame rispetto a deduzioni storico-teologiche, relative alla questione della successione apostolica. * Il secondo è quello ecumenico: dopo essere stata lungamente oggetto di conflitti confessionali, la figura di Pietro è divenuta un tema su cui verificare le basi del dialogo teologico tra le Chiese cristiane. * L’analisi esegetico esegetico--teologiche teologiche: essa studia la figura di Pietro in merito al suo essere presente in una singola pericope, in insiemi di pericopi o in un determinato libro del Nuovo Testamento. La storia di Pietro x Pietro è un personaggio biblico del Nuovo Testamento, il cui nome originario era Simone, uno dei dodici Apostoli di Gesù Cristo, considerato primo Papa nella storia della Chiesa. Di questa persona importante si hanno abbondanti notizie biografiche nei Vangeli Sinottici. x Originario di Betsaida con il fratello Andrea esercitava la professione di pescatore presso il lago di Galilea. Verosimilmente era sposato e, prima di seguire Gesù, incontrò il gruppo dei discepoli di Giovanni Battista. (Giovanni 1,40). Accompagnato da Gesù dal fratello Andrea, gli fu tramutato il nome in Pietro (tradotto dall’ebraico «Kefa» = pietra: Gv 1,42). Il nome di Pietro, ricevuto da Gesù, era, verosimilmente, da porre in rapporto con un aspetto del suo carattere, prima di divenire simbolo di quel primato che Gesù Cristo stesso gli riconobbe all’interno del gruppo dei Dodici (Mt 16,13-20). x Accolto l’invito di Gesù, Pietro pertanto si mise al suo seguito e, in occasione della prima pesca miracolosa, fu invitato da Gesù stesso ad abbandonare le reti per divenire un pescatore di uomini (Luca 5,11). Il ruolo e la figura di Pietro conservati e tramandati nei testi evangelici sono integrati nell’ambito della Chiesa delle origini, in particolare negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere di San Paolo. ALCUNI RIFERIMENTI BIBLICI NOME DELL’APOSTOLO: Simeone: At 15,14 - 2 Pt 1,1- Simone: Mt 17,25- Pietro e la sua famiglia: Mt 4,1822; 8,14; 16,17; Gv 1,42;1 Cor 9,5;0 NEL GRUPPO DEI DISCEPOLI: Chiamata: Mc 1,16-20 - Primo posto nelle liste: Mt 10,2 - E’ testimone di momenti privilegiati e di Miracoli: Mt 8,14; 14,28-31 – trasfigurazione: Mt 17,1 - E’ uno dei «tre»: Mc 5,37 - E’ uno dei «due»: Lc 22,8 - E’ il portavoce degli altri undici: Mt 18,21; 19,27;Mc 1,36; 11,21; Lc 5,8; 8,45; Gv 6,67-69; 13,6-9.24; IL DISCEPOLO DI GESÙ: E’ il discepolo tipo,nel quale si manifesta l’incomprensione del Maestro: Mt 15,15; 16,22-23; 26,37. Pone domande fuori posto: Mt 15,15; 18,21; 19,27; Mc 11,21; 13,3; E’ generoso:Mt 26,33-35,40; tuttavia è incostante: Mt 26,40; è pauroso: Mt 26,69-74; anche se da prova di un’umile fedeltà: Matteo 26,75; E’ TESTIMONE DELLE APPARIZIONI: E’ fondamentalmente il testimone principale: Mc 16,7;Lc 24,34; Gv 20,2-10; 1 Cor 15,5 Un importante punto di riferimento biblico: At 1-15 Alcuni MICRO-RACCONTI DI AT IN CUI È PRESENTE PIETRO. 1. Prima «parola» di Pietro: At 1,15-26. 2. Pietro spiega l'evento della Pentecoste (At 2,1441). 3. Pietro parla dello zoppo (At 3,1-26). 4. Dopo la «parola» di Pietro allo zoppo (At 4,1-31). 5. Pietro e il caso di Anania e Saffira (At 5,1-10). 6. Le due menzioni di Pietro in At 5,11-42. 7. Pietro è mandato in Samaria (At 8,14-25). 8. Pietro a Lidda e a Giaffa (At 9,32-43). 9. Pietro e Cornelio (At 10,1-11,18). 10. Pietro e la sua liberazione dal carcere (At 12,119). 11. «Ultima parola» di Pietro in Atti (15,5-29). Qualche conclusione particolare sull’identità di Pietro 1. Pietro, interprete autorevole della Scrittura. 2. Pietro: capo, rappresentante o sostituto degli Apostoli. Qualche conclusione importante Tre i segni di riconoscimento, applicati all’Apostolo. roccia, evocata nel nome stesso Pietro - Kefa e, segno di stabilità pietra--roccia 1.Il primo è quello della pietra e sicurezza sicurezza. L’Apostolo rende riconoscibile, nella storia, la fondazione primaria e divina di Cristo, sulla quale si basa la comunità cristiana. chiavi» 2.Il secondo segno di riconoscimento è rappresentato dalle «chiavi chiavi che, sono l’emblema di autorità giuridica e anche d’insegnamento d’insegnamento. ciogliere», «legare» e, di «sciogliere 3.Il terzo è raffigurato, invece, dall’immagine di «legare ciogliere ovverosia quella di «rimettere i peccati», nel nome del Signore ma anche l’ammonire, l’esortare, il formare nella fede, i fratelli. (Mc 8, 27-30) 27 Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. (Mc 8, 27-30) (Mc 16, 13-20) 13 Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. (Mc 16, 13-20) (Atti 5,12-19). 12 Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; 13nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. 14Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, 15tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro. 16Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti (Atti 5,12-19). (A cura di don A. DE STEFANO E DON G. MAURELLO) L'occasione della visita del Papa alla nostra comunità ecclesiale restituirà dal vivo l'emozione della sua immagine più antica. Pietro conferma nel nome di Gesù Cristo la fede di tutti i suoi fratelli, li guida per primo nella sequela del Signore, li custodisce e li incoraggia nell'amore di Lui. L'eredità che Pietro ha ricevuto dal Signore è questa. L'eredità che Pietro trasmette al capo della chiesa di Roma è questa. A partire dalla seconda metà del secolo scorso, che ha chiuso il secondo millennio cristiano, l'azione mirata a ristabilire la calda evidenza di questa prossimità di Pietro con ogni singola comunità cristiana, con ogni fedele discepolo del Signore – "diretta, immediata, universale" recitano i sacri canoni – si è come risvegliata potentemente. Il papa si muove, il papa viaggia, il papa si reca in visita presso le comunità più lontane. Il suo modo di rappresentare la vicinanza e la cura del Signore per la Chiesa di tutti, e per tutti nella Chiesa, trova la sua concreta trasparenza. La prossimità del Signore che il successore di Pietro rappresenta nella storia non è il contrassegno arcano di un vertice imperiale, il principio dispotico di una catena feudale. Il peculiare ministero di Pietro è un dono misterioso, enigmatico, in perfetto stile evangelico. La sua speciale differenza va indagata e penetrata ad ogni svolta della storia, perché possa irradiare, nel corpo ecclesiale, il suo carisma. Nella prima lettera di Pietro, custodita nel canone delle sacre scritture cristiane, troviamo due passaggi singolari. Essi acquistano tutto il loro valore – anche emozionale, perché no? – se li leggiamo sullo sfondo di tre parole del Signore che, nel racconto evangelico, hanno come protagonista molto speciale proprio l'apostolo Pietro. Le parole che Gesù pronuncia hanno guidato la memoria e la prassi in cui si è plasmata la tradizione del ministero petrino, che continua nei secoli. Il primo riflesso della memoria è questo. "Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive". Secondo il libro degli Atti, Pietro aveva già usato questa immagine forte della pietra (che si trova nelle scritture di Isaia e dei Salmi) nel suo lungo discorso al popolo di Gerusalemme (At 4, 11). "In nessun altro c'è salvezza", commentava Pietro, se non in questa pietra "scartata da voi costruttori e diventata testata d'angolo". Abbozzando la sua teologia della chiesa cristiana intorno a questa immagine, Pietro non può non aver pensato al nome che gli aveva dato Gesù, quando gli era uscita dal cuore, mossa dal Padre, la confessione del Cristo. "E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" (Mt 16, 18). La lettera di Clemente di Roma ai Corinzi è il più antico documento letterario cristiano dell’immediata posterità apostolica. Di fatto, nella lettera, la Chiesa di Roma e l’Autore della lettera si identificano, mostrando consapevolezza di un ruolo autorevole iscritto proprio in questo legame. Benedetto XVI, in una sua catechesi dedicata al terzo succes- sore di Pietro, sintetizza efficacemente: "Potremmo dire che questa lettera costituisce un primo esercizio del primato romano dopo la morte di san Pietro". Nello scritto di Clemente, però, c'è suggestiva assonanza con l'asse fondamentale del ministero petrino – confermare la fede, custodire l'unità – anche nei contenuti. Consegniamo alcuni brani del Concilio che ci aiutano a meditare sulla figura di Pietro e a riflettere sul ministero petrino che la Chiesa ci invita ad accogliere. Lumen Gentium 22. Come san Pietro e gli altri apostoli costituiscono, per volontà del Signore, un unico collegio apostolico, similmente il romano Pontefice, successore di Pietro, e i vescovi, successori degli apostoli, sono uniti tra loro. Già l'antichissima disciplina, in virtù della quale i vescovi di tutto il mondo vivevano in comunione tra loro e col vescovo di Roma nel vincolo dell'unità, della carità e della pace… Uno è costituito membro del corpo episcopale in virtù della consacrazione sacramentale e mediante la comunione gerarchica col capo del collegio e con le sue membra. Il collegio o corpo episcopale non ha però autorità, se non lo si concepisce unito al Pontefice romano, successore di Pietro, quale suo capo, e senza pregiudizio per la sua potestà di primato su tutti, sia pastori che fedeli. Infatti il Romano Pontefice, in forza del suo Ufficio, cioè di Vicario di Cristo e Pastore di tutta la Chiesa, ha su questa una potestà piena, suprema e universale, che può sempre esercitare liberamente. D'altra parte, l'ordine dei vescovi, il quale succede al collegio degli apostoli nel magistero e nel governo pastorale, anzi, nel quale si perpetua il corpo apostolico, è anch'esso insieme col suo capo il romano Pontefice, e mai senza questo capo, il soggetto di una suprema e piena potestà su tutta la Chiesa sebbene tale potestà non possa essere esercitata se non col consenso del romano Pontefice. Il Signore ha posto solo Simone come pietra e clavigero della Chiesa (cfr. Mt 16,18-19), e lo ha costituito pastore di tutto il suo gregge (cfr. Gv 21,15 ss); ma l'ufficio di legare e di sciogliere, che è stato dato a Pietro (cfr. Mt 16,19), è noto essere stato pure concesso al collegio degli apostoli, congiunto col suo capo (cfr. Mt 18,18; 28,16-20). Lumen Gentium 23. L'unità collegiale appare anche nelle mutue relazioni dei singoli vescovi con Chiese particolari e con la Chiesa universale. Il romano Pontefice, quale successore di Pietro, è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli. I singoli vescovi, invece, sono il visibile principio e fondamento di unità nelle loro Chiese particolari queste sono formate ad immagine della Chiesa universale, ed è in esse e a partire da esse che esiste la Chiesa cattolica una e unica. Perciò i singoli vescovi rappresentano la propria Chiesa, e tutti insieme col Papa rappresentano la Chiesa universale in un vincolo di pace, di amore e di unità. I singoli vescovi, che sono preposti a Chiese particolari, esercitano il loro pastorale governo sopra la porzione del popolo di Dio che è stata loro affidata, non sopra le altre Chiese né sopra la Chiesa universale. (A cura di don N. ARCURI Note per lo svolgimento della veglia Questa veglia di preghiera è uno dei tempi di preghiera comune che dovrà essere vissuto in tutte le chiese della nostra Diocesi per preparaci a vivere il tempo di attesa della Visita di Papa Francesco. In questa celebrazione si darà importanza alla Parola proclamata con il gesto di Intronizzazione del Libro dei Vangeli. La Chiesa ha sempre venerato le Divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo. Il nostro Dio, non è rimasto lontano, inaccessibile, nascosto. Sin dalle origini del mondo ha voluto rivelarsi, stabilire un dialogo con l’uomo chiamando, con la sua Parola, ogni cosa all’esistenza. A noi, alla Chiesa, Cristo affida la sua Parola, alla nostra vita così umana; noi diventiamo per gli uomini d’oggi una lettera del Cristo risorto, lettera scritta non su carta preziosa, ma scritta dalla nostra vita ancora più preziosa agli occhi di Dio. Il Padre ci dona la gioia di essere Parola Vera. In noi pone il suo Spirito che trasforma le nostre povere parole, trasforma la nostra vita nel suo messaggio d’amore, la Sua Parola divenuta uno di noi: Gesù. Perciò in questa Veglia di preghiera con cui apriamo nelle nostre chiese il tempo di preghiera in preparazione alla Visita di Papa Francesco, invochiamo il dono dello Spirito con il canto del Veni Creátor. La Parola e l’invocazione allo Spirito sono i due elementi fondamentali di questa Veglia. Guida: Desideriamo condividere nella preghiera comune la gioia che stiamo provando, rendendoci conto che siamo per essere visitati dal Santo Padre. Ci sembra che la dimensione soprannaturale del viaggio di Papa Francesco nella nostra Diocesi deve’essere colta come “Pietro” che viene a trovare “Cassano”. Tutti: giovani, ragazzi, adulti, famiglie, Comunità parrocchiali e religiose, Associazioni e Movimenti dobbiamo manifestare il nostro comune interesse mediante la preghiera viva e fruttuosa per testimoniare Gesù, caricando di senso nuovo quanto "si è sempre fatto" e quanto ancora si potrà fare partendo proprio da questa visita di Papa Francesco. Il Santo Padre viene a portare significato anche a chi non è vicino alla Chiesa ma che vive nel nostro territorio. Viene a visitare i poveri, i malati, i deboli, i lontani. Dobbiamo spiegarci nella preghiera unanime il senso di questo avvenimento ecclesiale, che ci giunge come un prezioso dono del Cielo. Iniziamo questa veglia di preghiera sentendo a fianco a noi tutte le sorelle e i fratelli dell’intero nostro territorio diocesano, che con noi possono ricevere grazia e benedizione da questa Visita del Papa. Cantiamo insieme il canto iniziale: (ogni comunità può inserire un canto conosciuto da tutti perché l’assemblea partecipi) Celebrante: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen. Celebrante: La grazia del Signore nella santa Chiesa di Dio sia con tutti voi. Tutti: E con il tuo spirito. Tutti insieme: OȱDio,ȱPadreȱbuono,ȱ tiȱpreghiamoȱcheȱlaȱnostraȱChiesaȱdiȱCassanoȱ inȱoccasioneȱdellaȱVisitaȱdiȱPapaȱFrancescoȱ diventiȱgiovaneȱeȱbellaȱalȱservizioȱdelȱVangelo.ȱ Faȱcheȱquestoȱtempoȱdiȱattesaȱ siaȱdonoȱd’amoreȱperȱimitareȱGesùȱ eȱconducaȱiȱpiccoliȱaȱcredere,ȱ iȱpoveriȱaȱsperare,ȱ iȱmalatiȱadȱoffrire,ȱ tuttiȱaȱspargereȱamoreȱeȱsolidarietà.ȱ SiaȱunaȱComunitàȱdiȱcredentiȱȱ cheȱvivaȱilȱdesiderioȱdiȱessereȱconfermataȱnellaȱfede.ȱ AiutaciȱadȱaccoglierLo,ȱnellaȱsemplicitàȱdelȱveroȱ eȱnellaȱricchezzaȱdelleȱvirtùȱ cheȱilȱSignoreȱciȱhaȱinsegnato.ȱ Maria,ȱMadreȱdellaȱChiesa,ȱȱ modelloȱdiȱsantitàȱeȱdiȱbellezza,ȱ ciȱottengaȱlaȱbenedizioneȱeȱilȱdonoȱdelȱtuoȱSpirito.ȱ Amen.ȱȱ INTRONIZZAZIONE DEL LIBRO DEI VANGELI Due giovani portano il Libro dei Vangeli e la depongono sull’Ambone precedentemente preparato, adornato di fiori con due candele poste ai lati che i due giovani accendono. Tutti gli altri invece cantano un canto idoneo. Noi suggeriamo il testo di Isaia 55, 10-11. Canto: (ogni comunità può inserire un canto conosciuto da tutti perché l’assemblea partecipi) Dopo un breve silenzio in cui tutti venerano la presenza della Parola, viene proclamato il seguente brano del Vangelo. Lettore: Dal Vangelo di Matteo (20,20-28) Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Breve silenzio per interiorizzare la Parola Omelia del celebrante Breve silenzio di riflessione Celebrante: Tante volte ci siamo chiesto cosa spinga tanti di noi a 'farsi avanti', ad essere - secondo un gergo che va di moda - 'uomini o donne da copertina', 'di successo', e questo, non solo nel mondo dello spettacolo, ma in ogni spazio di vita, nella politica come nell'economia, nella cultura come nel lavoro e, incredibile anche solo a pensarlo, anche nella violenza, nel bullismo, nella criminalità organizzata o meno. Da questa lettura viene fuori che per il 'successo' tre sono le “sirene” che attraggono irresistibilmente: il denaro, il potere, il piacere. Invochiamo lo Spirito Santo perché in questo “evento di Chiesa” ci doni la forza di sottrarci al fascino di queste sirene e non ci faccia sprecare l'occasione di grazia che Lui ci vuole dare. Diciamo (o cantiamo un canto allo Spirito) insieme: Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI Celebrante: Ora rivolgiamo fiduciosi la nostra preghiera a Dio Padre che è nei cieli, perché nella Visita di Papa Francesco ci faccia sentire il suo sguardo d’amore e noi sappiamo vivere in pienezza questo segno di benevolenza. Lettore: Preghiamo insieme e diciamo: Guidaci, Signore, sulle tue vie. xPer la Chiesa, sposa nata dal costato di Cristo, perché, attraverso la partecipazione all’unico pane e all’unico calice, si edifichi nell’unità di un solo corpo, e tutte le sue membra crescano nell’amore vicendevole, preghiamo. xPer gli operai del Vangelo, perché sostenuti dall’Eucaristia sappiano farsi pane spezzato per tutti i poveri del mondo, preghiamo. xPerché l’uomo contemporaneo, nel suo sforzo di rinnovamento culturale e sociale, non dimentichi mai il precetto evangelico della carità, principio e fondamento di ogni vero progresso, preghiamo. xPer noi tutti della Diocesi di Cassano che ci prepariamo a ricevere la Visita di Papa Francesco perché, docili all’insegnamento della Parola di Dio possiamo ogni giorno innamorarci di più di Gesù Cristo, adorare la sua presenza nel Sacramento pasquale e servirlo nei piccoli e nei poveri, preghiamo. Celebrante: O Padre, che ci parli con linguaggio d’amore e ci racconti la storia della nostra salvezza nel dono del tuo Spirito, ascolta queste nostre preghiere e donaci un cuore colmo di stupore per i tuoi doni. Per Cristo nostro Signore. Tutti: Amen. Celebrante: Gesù ci ha insegnato che tutto quello che il Padre possiede è anche presente in Lui: “è anche mio” ci ha detto. Il segreto della Trinità è una circolazione di doni dentro cui è preso e compreso anche l'uomo; non un circuito chiuso, ma un flusso aperto che riversa amore, verità, intelligenza fuori di sé, oltre sé. Una ca-sa aperta a tutti gli amici di Gesù. Preghiamo allora il nostro Padre spinti da questi sentimenti e con consapevolezza diciamo insieme: Tutti: Padre nostro che sei nei cieli, .... Celebrante: Carissimi fratelli e sorelle, con questa veglia, insieme a tutta la comunità della Diocesi abbiamo iniziato il tempo di preparazione alla Visita di Papa Francesco; ma non saremo dav- vero pronti a riceverlo se non siamo in comunione di amore e di pace. Il segno di pace che ora ci scambiamo, non sia un gesto meccanico come capita che facciamo durante la Messa. Sia invece carico di affetto, fatto con il cuore, perché in ogni fratello che ci è accanto abbracciamo tutti gli altri, soprattutto coloro per cui il Signore ci indica di “lasciare la nostra offerta e andare da chi ha qualcosa contro di noi” anche se noi non abbiamo niente con lui. Scambiatevi un segno di pace. Celebrante: E la benedizione di Dio onnipotente Padre, Figlio e Spirito Santo, vi guidi, vi protegga e vi accompagni sempre. Tutti: Amen. Celebrante: Andate nel mondo e testimoniate la gioia di vivere il grande dono d’amore di Dio. Andate in pace. Tutti: Rendiamo grazie a Dio. Canto finale: (ogni comunità può inserire un canto conosciuto da tutti perché l’assemblea partecipi) Segreteria e contatti per informazioni e prenotazioni per la Visita del Papa In relazione alla visita pastorale di Papa Francesco, sono operativi a Cassano all'Jonio in piazza sant'Eusebio la Segreteria organizzativa e l'Infopoint. * Telefono: 0981 71155 e 0981 782250 (dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 16.30 alle 19; il sabato dalle 9 alle 12) * Fax: 0981 782250 * Email: [email protected] * Sito internet: www.papafrancescoacassano.it * Pagina facebook diocesana: https:// www.facebook.com/groups/480319058667973/?fref=ts * Twitter: https://twitter.com/papaacassano * S i t o u ff i c i a l e D i o c e s i d i all'Joio: www.diocesicassanoalloionio.it Cassano Preghiera per la Visita del Papa O Dio, Padre buono, la nostra Chiesa di Cassano diventi comunità accogliente, unita e orientata al servizio del Vangelo per prepararsi con gioia alla visita di Papa Francesco. Fa’ che questo tempo di attesa sia dono di amore per ascoltare seguire Gesù e conduca i piccoli a credere, i poveri a sperare, i malati ad offrire, tutti a spargere amore e solidarietà. Fa’, o Signore, che la nostra Diocesi viva intensamente questo evento di chiesa! Aiutaci ad accogliere Papa Francesco con la sincerità del nostro cuore, la ricchezza delle nostre virtù e la docilità alla conversione. San Biagio, nostro Patrono, interceda perché questo tempo di attesa sia fecondo e ricco di impegno per i poveri e i piccoli, gli ammalati e gli esclusi. Maria, Madre della Chiesa, ci ottenga la benedizione e il dono del tuo Spirito. Amen A cura della Delegazione diocesana per la Pastorale
© Copyright 2024 ExpyDoc