INFLUENZA DELLE CARATTERISTICHE DI TERRENO E STRUTTURA SULL' INTERAZIONE IN CAMPO DINAMICO Filomena de Silva Università di Napoli Federico II [email protected] Raffaele Di Laora Università di Napoli Parthenope [email protected] Stefania Sica Università del Sannio [email protected] Francesco Silvestri Università di Napoli Federico II [email protected] Sommario L'ottimizzazione degli interventi di protezione sismica su edifici monumentali, considerato il loro valore storico e artistico, richiede simulazioni realistiche del loro comportamento dinamico, spesso condizionato dall’interazione tra struttura, fondazione e terreno. Conoscere la rilevanza del fenomeno d’interazione consente di valutare l’opportunità di costruire un modello di calcolo che ne colga gli effetti. A tal fine, sulla base di risultati di analisi parametriche su casi rappresentativi di torri monumentali italiane, sono stati costruiti diagrammi che consentono una previsione preliminare della variazione di periodo e smorzamento del sistema completo (torre + terreno) rispetto al sistema a base fissa. 1. Introduzione La risposta degli edifici sottoposti a scuotimento sismico è determinata dall’interazione della struttura in elevato e in fondazione con l’immediato sottosuolo, interazione trascurata nella comune pratica progettuale in cui si considera l’edificio incastrato alla base. La deformabilità della base dell’edificio comporta la riduzione dello spostamento flessionale e l’aumento dello spostamento complessivo della struttura, dovuto all’innesco di cinematismi rigidi in fondazione, l’incremento del periodo del sistema terreno - fondazione – struttura (sistema SS), la riduzione dello smorzamento strutturale e la dispersione di parte dell’energia sismica attraverso il sottosuolo, quantificata nello smorzamento radiativo. Tali effetti dipendono dall’estensione in pianta della fondazione, rappresentata sinteticamente dal raggio r di una fondazione circolare di area equivalente, e sono tanto più significativi quanto più la sovrastruttura è massiva e rigida rispetto al terreno di fondazione; pertanto la rilevanza del fenomeno di interazione si può valutare attraverso alcuni parametri sintetici (Veletsos e Meek, 1974): a) la rigidezza relativa tra terreno e struttura VS f0 H (1) in cui VS è la velocità delle onde di taglio, H e f0 sono altezza e frequenza della struttura a base fissa; b) il rapporto di massa, cioè tra la densità media della struttura e quella del terreno di fondazione m r 2 H (2) Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014- IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio in cui m è la massa della struttura, ρ è la densità del terreno di fondazione. Per il corretto dimensionamento degli interventi antisismici, il fenomeno dell’interazione consente di valutare in modo più realistico il comportamento dinamico di particolari tipologie strutturali, come le torri monumentali in muratura, che costituiscono una parte significativa del patrimonio artistico italiano. Generalmente snelle, caratterizzate da fondazioni superficiali di dimensioni prossime all’estensione delle mura in superficie, a volte su terreni molto deformabili, esse risentono di problemi di interazione in campo statico e dinamico, come già evidenziato da Lancellotta (2013), Sica et al. (2013), de Silva et al. (2014), Pisanò et al. (2014). Di seguito si riportano i risultati di analisi parametriche su torri in muratura esistenti, derivati dalle formulazioni proposte da Veletsos e Meek (1974) per la previsione degli effetti dell’interazione. 2. Previsione degli effetti dell’interazione sulle torri in muratura 2.1 Modello semplificato per la valutazione dell’interazione Nello studio dei fenomeni di interazione, il comportamento dinamico di una struttura a torre è assimilabile a quello di un oscillatore semplice (Figura 1a), dotato di massa m, altezza H, rigidezza flessionale k, periodo a base fissa T0 e fattore di smorzamento . a b m r = 4.5 m H/r = 15.1 10 2 H = 68 m r = 7.7 m r = 8.9 m H/r = 8.8 H/r = 7.7 r = 7.1 m H/r = 9.5 10 2 5 10 10 5,5 5 13 10 5,5 6,5 6,5 16 14 H 1,52 2 k 10 r cu k ku c 2 10 13 10 6 10 2 2 3 5 11 0,5 10 10 1,52 3 10 14 10 9 c 0.22 kN/m 1,52 2 10 16 H = 29 m r = 4.5 m r = 5.5 m r = 6.2 m r = 6.8 m H/r = 6.4 H/r = 5.2 H/r = 4.7 H/r = 4.3 2 0.029 kN/m 1,5 10 3,5 3 2 0,5 10 11 10 5 3,5 12 0,5 r = 8.0 m H/r = 3.6 2 4 5 13 0,5 1 10 12 10 5 4 21,5 0,5 10 13 68 10 8 10 1,5 1 r = 5.8 m H/r = 1.6 10 8 1,5 11 2 8 12 2,5 2 10 2,5 2 8 13 2,5 29 1 10 5 10 15 H=9m r = 3.4 m r = 4.3 m r = 5.0 m H/r = 2.7 H/r = 2.1 H/r = 1.8 0.069 kN/m 5 15 1 2 10 2 10 1 1 1 VS=200m/s 10 13 11 12 VS=400m/s VS=800m/s VS=100m/s VS=200m/s VS=400m/s VS=800m/s Fig. 1: Modello dell’oscillatore equivalente per lo studio del sistema SS (a); modelli di struttura, fondazione e terreno utilizzati nelle analisi parametriche (b); modelli SAP per la caratterizzazione della struttura (c). de Silva F., Di Laora R., Sica S., Silvestri F. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014- IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio La deformabilità dei terreni di fondazione è modellata attraverso coppie di molle e smorzatori traslazionali e rotazionali, con rigidezza e smorzamento rispettivamente pari a ku, k, cu e c, simulanti l’impedenza dinamica del sottosuolo Ku e K, attraverso le espressioni: r Ku ku jcu K u j u K u j u F VS (3) r K k jc K j K j F VS (4) dove ω è la frequenza del sistema, αu, αθ e βu, βθ sono coefficienti calcolabili in funzione del fattore di frequenza F F r (5) VS In tali ipotesi, seguendo l’approccio di Veletsos e Meek (1974), si possono calcolare il periodo T* e il fattore di smorzamento * equivalente del sistema completo SS: T * T0 1 k Ku 2 H 1 Ku K (6) 3 4 2 T 2 x r * 0* 2 3 2 2 T 2 H x (7) Nella (6) non compare lo smorzamento interno del terreno considerato trascurabile rispetto allo smorzamento radiativo, (secondo termine in parentesi) che dipende dai coefficienti αu, αθ e βu, βθ, calcolati in funzione del fattore F corrispondente alla frequenza ω*=2π/T* (Veletsos e Meek, 1974). Considerata l’influenza sull’interazione delle caratteristiche di edificio, fondazione e sottosuolo, in questo studio le analisi sono state effettuate per tre strutture - tipo in muratura di tufo di altezza H=68 m, 29 m, 9 m, dotate di fondazioni superficiali di varie dimensioni che poggiano su quattro depositi di terreno di diversa rigidezza VS=100 m/s, 200 m/s, 400 m/s, 800 m/s. I parametri di terreno e struttura considerati sono riportati in Tabella 1, mentre i modelli di calcolo ottenuti dalla combinazione delle diverse tipologie di struttura, fondazione e terreno in Figura 1b. Data la scarsa variabilità delle dimensioni in pianta delle torri sia civiche sia campanarie, per i tre modelli è stata assunta la stessa pianta quadrata cava, di larghezza pari a 10 m costante lungo l’altezza, e dotata di spessore murario pari a 2 m per le torri più alte (H=68 m e 29 m) e a 1 m per la torre con H=9 m, valori tipici degli edifici in muratura. Per ognuna delle tre tipologie di struttura considerate, sono stati costruiti con il programma SAP 2000 i corrispondenti modelli di mensola cava a massa distribuita, per calcolare il periodo a base fissa T 0 e la rigidezza laterale k, pari all’inverso dello spostamento in sommità del modello SAP, sottoposto a un sistema distribuito di forze orizzontali a risultante unitaria (Figura1c). Tabella 1: Caratteristiche principali delle tipologie di struttura e terreno considerate nel presente studio. H m 68 29 9 k MN/m 11 122 835 STRUTTURA T0 s 3.33 0.58 0.11 m* kN/g 3129 1057 279 de Silva F., Di Laora R., Sica S., Silvestri F. ξ % 5 5 5 VS m/s 800 400 200 100 TERRENO ρ G0 MN/m 1165 291 73 18 2 kN/gm 1.8 3 ν cu φ' / 0.25 0.3 0.3 0.5 Mpa ° 40 35 30 / / 50 Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014- IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio Tali parametri hanno consentito la costruzione di tre oscillatori equivalenti alle corrispondenti strutture attraverso il criterio della massa consistente, ritenuto il più attendibile (de Silva et al., 2014): a parità di rigidezza k, si assume per l’oscillatore semplice una massa m* tale che il periodo a base fissa della struttura e dell’oscillatore equivalente coincidano (cfr. Tabella 1). In accordo con le antiche regole dell’arte di costruire che prediligono la continuità della struttura in elevato anche in fondazione, la geometria della fondazione è stata ipotizzata quadrata e cava. Considerando l’azione costituita solo dal carico gravitazionale della struttura e della scala interna, dalla verifica a carico limite verticale, sono state calcolate le dimensioni minime della fondazione delle tre torri, trascurando l’effetto di un eventuale rinterro. Le dimensioni in pianta della fondazione risultano sufficienti per le diverse condizioni di sottosuolo considerate, eccetto che per terreni molto soffici (VS=100 m/s) e torri di altezza H pari a 9 m e 29 m, in cui è necessario ispessire i maschi murari in fondazione (cfr. Figura 1b e Tabella 2). Tabella 2: Verifica a carico limite verticale e dimensioni minime e massime della fondazione assunte nelle analisi. VS = 100 m/s dimensioni minime dimensioni massime H Azione FS Carico limite Larghezza Spessore FS Carico limite Larghezza Spessore m kN / kN m m / kN m m 68 48350 1 48350 13 5 1.5 72525 16 6.5 29 20646 1 20646 11 3 3 61937 15 5 9 1 3666 10 1 7 25663 13 2.5 3666 1.E+08 a Ku H9 Ku H29 Ku H68 1.E+06 VS = 800m/s VS = 400m/s VS = 200m/s VS = 100m/s 1.E+04 1.E+02 0 5 10 r (m) 15 20 RIGIDEZZA ROTAZIONALE, Kθ (MNm) RIGIDEZZA TRASLAZIONALE, Ku (MN/m) Con lo stesso criterio sono state calcolate le massime dimensioni della fondazione corrispondenti a un fattore di sicurezza (per terreno VS=100 m/s) pari a 1.5 per H=68 m, a 3 per H=29 m e a 7 per H=9 m. Fissate le dimensioni limite, quelle intermedie sono state variate in progressione aritmetica e geometrica, compatibilmente con l’effettiva realizzabilità. Le rigidezze delle molle alla base di ognuno degli oscillatori semplici equivalenti ai casi riportati in Figura 1b sono state assunte pari alle impedenze dinamiche (cfr. Equazioni 2 e 3), calcolate attraverso le formule di Gazetas (1991) per fondazione superficiale di forma arbitraria, i cui valori sono riportati in Figura 2. Poiché la vetustà dell’edificio comporta l’indebolimento dell’ammorsamento tra i quattro maschi murari, il calcolo è stato effettuato trascurando il contributo della base dei maschi murari ortogonali all’azione sismica. 1.E+08 b VS = 800m/s VS = 400m/s VS = 200m/s VS = 100m/s 1.E+06 1.E+04 Kθ H9 Kθ H29 Kθ H68 1.E+02 0 5 10 r (m) 15 20 Fig.2: Impedenza dinamica traslazionale (a) e rotazionale (b) della fondazione al variare di H, r e V S. 2.2 Risultati La Figura 3 riporta i valori dei parametri σ e δ al variare delle tipologie di struttura, terreno e fondazione considerate. La rigidezza relativa terreno – struttura, σ, è indipendente dalle dimensioni della fondazione, cresce con la rigidezza del terreno e cresce anche con l’altezza della struttura, data la de Silva F., Di Laora R., Sica S., Silvestri F. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014- IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio dipendenza dalla frequenza (cfr. Eq.1). Il rapporto di massa, δ, calcolato considerando la massa consistente della struttura, decresce con il raggio di fondazione e, a parità di esso, aumenta con l’altezza della struttura. 1.00 100 39 10 10 5 8 4 0.10 10 2 1 b 16 δ(/) σ(/) 20 a H=9m H=29m H=68m 5 3 0.01 1 0 200 400 600 VS (m/s) 0 800 5 10 req (m) 15 20 Figura 3: Parametri σ e δ al variare di r, H e VS. Per le tre strutture considerate, al variare della rigidezza relativa terreno-struttura σ, i risultati delle analisi parametriche sono riportati in termini di rapporto tra periodo del sistema SS e quello del sistema a base fissa, T*/T0 e di fattore di smorzamento ξ* in Figura 4a, distinguendone l’aliquota strutturale ξ*str e radiativa ξ*rad in Figura 4b e 4c. Per le tre altezze strutturali considerate, il periodo del sistema a base deformabile T* cresce sempre rispetto a T0 (Fig. 4a), l’aliquota strutturale dello smorzamento ξ*str si riduce rispetto a ξ (Fig. 4b), mentre l’aliquota radiativa ξ*rad è significativa solo nel caso H=9m (Fig. 4c), talvolta comportando valori molto alti del fattore di smorzamento. Ne segue che l’interazione nei primi due casi riduce lo smorzamento complessivo ξ* rispetto al valore a base fissa, nell’ultimo lo accresce significativamente. Tutti gli effetti sono tanto più significativi quanto più è piccolo il raggio di fondazione rispetto all’altezza e tendono a ridursi al crescere di σ, indicativo dell’aumento di rigidezza del terreno. 0.10 1 0.01 0 5 10 σ (/) 15 10 σ (/) 15 20 ξstr*/ξ (/) 0.10 0.10 10 σ (/) 15 20 H = 68 m H/r=4 H/r=6 H/r=8 H/r=9 H/r=10 H/r=15 10.00 1.00 0.10 0.01 0.00 0 5 10 σ (/) 15 0 5 10 σ (/) 15 1.00 0.10 0.01 5 10 σ (/) 15 20 0 5 10 σ (/) 15 20 10.00 H=9m 1.00 H/r=1.6 H/r=1.8 H/r=2.1 H/r=2.7 0.10 0.01 0.00 0.00 20 0.01 0 0.10 20 H = 29 m H/r=3 H/r=3.5 H/r=4 H/r=4.5 H/r=5 H/r=6 10.00 ξrad*/ξ (%) 5 0.10 0.01 0.01 0 10.00 1.00 1.00 ξstr*/ξ (/) ξstr*/ξ (/) 5 100.00 1.00 1 0.01 0 0.01 ξrad*/ξ (%) 0.10 1 1.00 c 1.00 20 H=9m 5% 10.00 ξrad*/ξ (%) b ξ* (%) 1.00 T*/T0 (/) T*/T0 (/) 10.00 10 100.00 H = 29 m 5% ξ* (%) 5% 10 T*/T0 (/) 100.00 H = 68 m ξ* (%) 10 a 0 5 10 σ (/) 15 20 0 5 10 σ (/) 15 20 Figura 4: Risultati delle analisi parametriche al variare di σ, espressi in termini di (a) rapporto tra periodo a base deformabile e base fissa (linee tratteggiate) e fattore di smorzamento complessivo (linee continue), (b) aliquota strutturale del fattore di smorzamento, (c) aliquota radiativa del fattore di smorzamento. de Silva F., Di Laora R., Sica S., Silvestri F. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014- IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio Dai grafici riportati in Figura 5, che mostrano gli andamenti di periodo T * e smorzamento ξ* al variare di VS, emerge che le tipologie di torri considerate risentono degli effetti dell’interazione per valori di velocità tipici dei terreni di fondazione: le strutture alte (Fig. 5a) si allontanano dal comportamento a base fissa solo per terreni piuttosto deformabili (VS<400m/s), torri mediamente alte (Fig. 5b) per terreni piuttosto rigidi (VS<600m/s) e torri basse (Fig. 5c) anche per terreni molto rigidi (VS≈800m/s). I casi analizzati, rappresentativi delle caratteristiche di terreni e struttura di buona parte delle torri monumentali italiane, consentono di estendere i risultati ottenuti ad analoghi casi studio per una valutazione preliminare della rilevanza dell’interazione e quindi dell’opportunità di inserirne gli effetti nel modello di calcolo. Noto il valore di VS, l’altezza H e il raggio equivalente r della torre, dal grafico in Figura 3 si possono individuare i valore di σ e δ rappresentativi del caso in esame. Attraverso i grafici in Figura 4 è possibile poi calcolare la variazione del periodo T* e delle due aliquote di smorzamento, strutturale ξ*str e radiativo ξ*rad, rispetto ai valori a base fissa T0 e ξ. 1.00 ξ ξ rad. ξ str. T 0.01 1.0 0.00 0.1 0 200 400 600 VS (m/s) 100.00 ξ=5% 1.00 T0 = 0.55 s 1.0 0.01 0.00 800 0.1 0 200 400 VS (m/s) 600 H=9m H/r = 2.7 10.0 800 SSI=FB 10.00 100.00 ξ=5% 1.00 1.00 0.01 TFB = 0.11 s 0.00 0.10 0 200 400 600 VS (m/s) 800 Figura 5: Periodo a base deformabile e fattore di smorzamento complessivo al variare di VS per struttura alta 68 m (a), 29 m (b), 9 m (c). 3. Conclusioni Applicando l’approccio semplificato di Veletsos e Meek (1974) a modelli di torri in muratura con fondazioni superficiali, analisi parametriche sono state effettuate al variare delle caratteristiche di struttura, fondazione e terreno, per calcolare le modifiche di periodo e smorzamento rispetto al sistema a base fissa. Si evidenza che per i valori comuni di rigidezza dei terreni superficiali, le torri si allontanano dal comportamento a base fissa, generalmente ipotizzato nelle analisi strutturali. Dai risultati sono stati ottenuti grafici analoghi a quelli proposti da Veletsos e Meek (1974) per sole strutture ordinarie che consentono la valutazione degli effetti dell’interazione a partire dalle caratteristiche del terreno, della fondazione e della struttura a base fissa. Bibliografia de Silva F., Ceroni F., Sica S., Pecce M.R., Silvestri F., (2014). “L'interazione terreno-struttura sotto azione sismica: il caso di studio del Campanile del Carmine a Napoli”. Atti del XXV Convegno Nazionale di Geotecnica “La geotecnica nella difesa del territorio e delle infrastrutture dalle calamità naturali”, Baveno, Italia, 109-116. Gazetas G., (1991). “Formulas and charts for impedances of surface and embedded foundations”, Journal of Geotechnical Engineering 117, 1363-1381. Lancellotta R. (2013). “La torre della Ghirlandina: una storia di interazione struttura-terreno”, Rivista Italiana di Geotecnica,2, 7-34. Pisanò F., di Prisco C. G., Lancellotta R. (2014). “Soil-foundation modelling in laterally loaded historical towers”,Geothecnique,64, 1, 1-15. Sica S., Ceroni F., Pecce M.R., (2013). “Soil structure interaction on the dynamic behavior of two historic masonry structures”. In the 2nd International Symposium on Geotechnical Engineering for the Preservation of Monuments and Historic Sites; Napoli; Italy, 757-667. Veletsos A.S., Meek J.W., (1974). “Dynamic behaviour of building-foundation systems”, Earthquake Engineering and Structural Dynamics, 3, 121-13. de Silva F., Di Laora R., Sica S., Silvestri F. PERIODO, T* (s) T0 = 3.33 s SSI=FB SMORZAMENTO ξ* (%) ξ=5% SMORZAMENTO, ξ* (%) 100.00 c H=29m H/r = 5.2 10.0 PERIODO, T* (s) b H=68m H/r = 9.5 SSI=FB PERIODO, T* (s) SMORZAMENTO, ξ* (%) a
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