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speciale raee
Carta canta
La finanza
che morde
La parola a Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento.
“La forza e il successo delle buone pratiche”
Ecolamp: intervista con Fabrizio D’Amico, direttore generale.
“Tracciabilità e recupero: una priorità per tutti”
Ecoped-Ridomus: a tu per tu con il direttore, Giuliano Maddalena.
Editore: Edizioni Turbo srl - Palazzo di Vetro - Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) - Tel. +39 0362 600463/4/5 - Fax: +39 0362 600616 - Registrazione al Trib. di Milano n° 66 del 1° febbraio 2005 - Periodico quindicinale
Poste Italiane S.P.A. - Spedizione Abbonamento Postale D.L. 353/2003 Conv. in L 46/2004 Art. 1 - Comma 1 - LO/MI - Stampa: Italgrafica - Novara - Una copia 1,00 euro - In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.
servizi da pagina 21 a 26
Cambio di poltrone in Siae.
In vista della raccolta dei fondi
relativi al nuovo equo
compenso, occorreva trovare
una persona con molto
mordente... Voci solitamente ben
informate dicono che il nuovo
direttore finanziario sarà
un calciatore: Luis Suarez.
hitech
periodico quindicinale
luglio/agosto 2014
anno 5 - numero 8
direttore responsabile
Angelo Frigerio
direttore editoriale
Riccardo Colletti
www.hitechweb.info
magazine
“Ora serve un salto di qualità”
RETAIL, ELDOM, CONSUMER ELECTRONICS, ICT, ENTERTAINMENT
COPIA PRIVATA: ECCO I NUOVI COMPENSI SUI DEVICE TECNOLOGICI.
UNA MAZZATA AUTENTICA. RINCARI DI OLTRE IL 350%. LA SIAE GODE.
Scandaloso!
Le tariffe apparecchio per apparecchio. Tutti i retroscena che hanno portato alla ridefinizione
degli importi. Le proteste delle associazioni di consumatori, produttori e retailer. I giochini di Palazzo.
da pagina 2 a pagina 8
Le manovre dell’ente di tutela degli autori per andare all’incasso. E sanare i bilanci.
Il commento
Il danno e la beffa
di Riccardo Colletti
Dunque il dado è tratto. Un altro salasso si abbatte sull’Italia delle tecnologie. Gli importi sulla copia
privata sono una botta, poche storie. Una mazzata
autentica. Ha vinto così la Siae. Che è stata ascoltata
in pieno dal governo di Matteo Renzi e in particolare dal suo ministro dei Beni e delle attività culturali,
Dario Franceschini. Escono sconfitti i produttori di
device tecnologici in primis, che dovranno versare
questo ennesimo balzello. E c’è da credere che a catena saranno colpiti da questo provvedimento i retailer e infine i consumatori.
L’inasprimento di una tassazione fa sempre arrabbiare. E questo è il primo dato. Soprattutto perché è l’ennesimo inasprimento. Dopo quella sui passaporti, dopo quella sui tabacchi, e in attesa della
vera ‘batosta’ legata alla Tasi, questo esecutivo va
in giro a raccontare la storiellina di voler rimettere
il nostro paese sulla strada della crescita. Peccato
che i fatti - non i tweet, gli annunci, le promesse, i
pesciolini rossi, le belle parole (non inglese, please)
- dimostrino esattamente il contrario. Battere cassa
in questo modo fa male. Specialmente in un mercato
già sofferente. Ancor più da parte di uno Stato sprecone, insolvente (leggi debiti della Pubblica Amministrazione) e sempre più avido.
Varare aumenti di oltre il 350% di questi importi
per copia privata è a dir poco eccessivo e stravolgente. Se poi pensiamo che tali proventi per un gettito di ulteriori 120 milioni di euro finiscono nelle
casse della Siae, ente al centro di polemiche e problematiche legate alla gestione di bilancio, (...)
segue a pagina 4
RETAIL IN CONVENTION
Expert Italy
“Fare retail è una
bella impresa”
Whirlpool acquisisce
il controllo di Indesit
Per 758 milioni di euro il colosso statunitense
si aggiudica il 60,4% della società di Fabriano.
a pagina 15
“Belle opportunità
per il mercato Pc”
Intervista con Paolo Ciotti, Pps manager di HP
in Italia. L’analisi del mercato, le iniziative marketing
e comunicazione che coinvolgono il consumatore.
a pagina 10
Dixe
“Le partnership
per crescere”
a pagina 12
a pagina 16
il caso
hitech magazine
anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014
www.hitechweb.info
Come cambiano i compensi
per la copia privata
L’entità del prelievo aumenta
su smartphone e tablet, hard disk esterni,
schede di memoria e Pc. Diminuisce
sui supporti per la masterizzazione, alcuni
dei quali non più presenti sul mercato.
E’ stato pubblicato lo scorso 7 luglio sulla Gazzetta Ufficiale il
decreto ministeriale sulla rideterminazione del compenso per copia privata firmato il 20 giugno dal ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini.
La questione è stata al centro di un acceso dibattito tra chi – le
associazioni di produttori e distributori – auspicava un abbassamento delle tariffe, che vanno a incidere sul prezzo finale del prodotto, e chi invece – la Siae in prima linea – premeva per un loro
innalzamento.
Fatte queste premesse, decreto alla mano, vediamo cosa è cambiato.
Leggendo il testo della nuova normativa, il primo aspetto che
balza all’occhio è l’introduzione di nuove categorie, non contemplate nel precedente decreto del 2009. Innanzi tutto i televisori
senza hard disk “aventi funzione di registrazione”, per i quali è
stabilito un compenso fisso di 4,00 euro. Si arriva così a una doppia imposizione: bisogna pagare per il Tv, che senza hard disk non
può registrare nulla, e anche per l’hard disk da collegare all’apparecchio.
E poi smartphone e tablet, o meglio memorie e hard disk integrati in questi dispositivi, per cui l’entità del compenso parte da 3
euro su capacità fino a 8 GB, per arrivare a 5,20 euro su capacità
superiori ai 32 GB.
La normativa precedente – che non parlava esplicitamente di
smartphone e tablet - prevedeva un compenso fisso di 0,90 centesimi su tutti i supporti di memoria integrati in dispositivo “avente
primaria funzione di comunicazione e dotato di funzione di registrazione e riproduzione multimediale audio o video”.
Per quanto riguarda le categorie che hanno subito gli aumenti maggiori nell’entità delle tariffe, è da segnalare il mutamento
della situazione degli hard disk esterni: mentre la precedente
normativa prevedeva l’imposizione solo per gli hard disk esterni
(0,02 euro per GB su hard disk fino a 400 GB e 0,01 per GB per
supporti sopra i 400 GB), oggi la tariffa unica di 0,1 euro per GB
viene estesa anche agli hard disk esterni, senza alloggio, destinati
per esempio a essere integrati in personal computer. Il compenso
massimo applicabile è fissato a 20 euro, cifra che inciderà quindi sul prezzo degli hard disk da 2 TB. A fronte di un’apparente
riduzione dei compensi, l’estensione anche agli hard disk senza
case determinerà probabilmente un aumento di gettito da questa
categoria.
Le schede di memoria saranno considerate, anche con il nuovo
decreto, in maniera uniforme. Le vecchie tariffe prevedevano un
compenso di 0,05 euro per GB fino a 5 GB, da aumentare di 0,03
euro per ogni GB successivo. Le tariffe ora crescono sensibilmente: il compenso parte da 0,9 euro per capacità comprese tra 32
MB e 1 GB, con 0,9 euro per ogni GB successivo al primo, per un
massimo applicabile di 5 euro per unità.
Ultimo nodo cruciale, i computer. Sui Pc il decreto del 2009 prevedeva un compenso di fisso di 2,4 euro nel caso in cui ci fosse il
masterizzatore integrato, e di 1,90 euro qualora il computer fosse
privo di masterizzatore residente.
Con il nuovo decreto non solo la distinzione viene a cadere, ma
l’entità del compenso aumenta, per tutte le tipologie di computer,
a 5,20 euro.
Resta praticamente invariato il compenso fissato sulle chiavette
Usb, e la tariffa diventa uniforme a 0,10 euro a GB, per un massimo di 9 euro. Stesse tariffe anche per i player portatili audio
(come per esempio gli iPod) o i sistemi hi-fi con memoria integrata, con un massimo di 12,88 euro per dispositivi che superano i
20 GB, e per le memorie di apparecchi multimediali audio e video
portatili, che arrivano fino a 32,20 euro. Nel caso dei supporti i
compensi sono rimasti invariati, o rivisti al ribasso, come nel caso
dei Cd-R dati, dei Cd-Rw e dei Dvd. Come è stato sottolineato da
più parti, il ricorso alla masterizzazione è ormai pratica residuale
e gli acquisti di supporti hanno subito un drastico calo. Tra l’altro,
nel decreto sono ancora contemplati supporti ormai scomparsi
dal mercato, come Vhs e audiocassette.
Insomma, il quadro è chiaro. L’imposizione è aumentata sugli
apparecchi più diffusi e di successo tra i consumatori ed è diminuita unicamente sui prodotti il cui mercato è ora in contrazione.
Ecco i nuovi importi, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, e applicati a supporti e device di memoria
alla luce del provvedimento firmato dal ministro dei Beni e delle attività culturali, Dario Franceschini.
MEMORIA O HARD DISK INTEGRATO IN ALTRI DISPOSITIVI
SMARTPHONE E TABLET
Capacità
Compenso per Gigabyte
Capacità
Compenso per categoria
Fino a 8 GB
Da >8 GB fino a 16 GB
Da >16 GB fino a 32 GB
Da >32 GB
€3
€4
€ 4,8
€ 5,2
Fino a 256 MB
Da >256 MB fino a 384 MB
Da >384 MB fino a 512 MB
Da >512 MB fino a 1 GB
Da >1 GB fino a 5 GB
Da >5 GB fino a 10 GB
Da >10 GB fino a 20 GB
Da >20 GB fino a 40 GB
Da >40 GB fino a 80 GB
Da >80 GB fino a 120 GB
da >120 GB fino a 160 GB
Da >160 GB fino a 250 GB
Da >250 GB fino a <400 GB
400 GB e oltre
€ 0,64
€ 0,97
€ 1,29
€ 1,61
€ 1,93
€ 2,25
€ 2,58
€ 3,22
€ 4,83
€ 6,44
€ 8,05
€ 11,27
€ 14,49
€ 16,10
CHIAVETTE USB/USB STICK
Capacità
Da 0 fino a 256 MB
>256 MB e oltre, fino a 1 GB
per ogni GB
successivo al primo
Compenso per Gigabyte
€0
€ 0,10
€ 0,10
E’ fissato un compenso di copia privata
massimo applicabile per ciascuna unità di € 9
MEMORIE TRASFERIBILI O REMOVIBILI
Capacità
Compenso per Gigabyte
Da 0 fino a 32 MB
>32 MB e oltre, fino a 1 GB
per ogni GB
successivo al primo
€0
€ 0,09
€ 0,09
E’ fissato un compenso di copia privata
massimo applicabile per ciascuna unità di € 5
HARD DISK ESTERNO MULTIMEDIALE
CON USCITA AUDIO/VIDEO
Capacità
Compenso per categoria
Fino a 80 GB
Da >80 GB fino a 120 GB
Da >120Gb fino a 160 GB
Da >160 GB fino a 250 GB
Da >250 GB fino a <400 GB
400 GB e oltre
€ 4,51
€ 6,44
€ 7,73
€ 10,42
€ 12,88
€ 14,81
SUPPORTI VERGINI
Tipologia
Compenso
Supporti audio analogici
€ 0,23 per ogni ora
di registrazione
€ 0,22 per ogni ora
di registrazione
€ 0,10 ogni 700 MB
€ 0,22 per ogni ora
di registrazione
€ 0,10 ogni 700 MB
€ 0,10 per ogni ora
di registrazione
€ 0,22 per ogni ora
di registrazione
€ 0,20 ogni 4,7 GB
Minidisc/Cd-R audio
Cd-R dati
Cd-Rw audio
Cd-Rw
Supporti video analogici
Dvhs
Dvd Ram, Dvd Dual Layer,
Dvd-R, Dvd+R,
Dvd-Rw, Dvd+Rw:
Blu Ray
Blu Ray Rw
LETTORE PORTATILE MP3 E ANALOGHI
Capacità
Compenso per categoria
Fino a 128 MB
Da >128 MB fino a 512 MB
Da >512 MB fino a 1 GB
Da >1 GB fino a 5 GB
Da >5 GB fino a 10 GB
Da >10 GB fino a 15 GB
Da >15 GB fino a 20 GB
20 GB e oltre
€ 0,64
€ 2,21
€ 3,22
€ 5,15
€ 6,44
€ 7,73
€ 9,66
€ 12,88
MEMORIA O HARD DISK
INTEGRATO IN APPARECCHIO PORTATILE
€ 0,20 ogni 25 GB
€ 0,20 ogni 25 GB
ALTRO
Televisori con funzione
di registrazione
€4
Hard disk esterno
(con o senza alloggio)
€ 0,01 per GB
Telefonini (senza sistema
operativo, ma dotati di
funzione di registrazione
e/o riproduzione
multimediale)
€ 0,50
Massimo applicabile: € 20
Capacità
Compenso per categoria
Fino a 1 GB
Da >1 fino a 5 GB
Da >5 GB fino a 10 GB
Da >10 GB fino a 20 GB
Da >20 GB fino a 40 GB
Da >40 GB fino a 80 GB
Da >80 GB fino a 120 GB
Da >120 GB fino a 160 GB
Da >160 GB fino a 250 GB
da >250 GB fino a <400 GB
400 GB e oltre
€ 3,22
€ 3,86
€ 4,51
€ 5,15
€ 6,44
€ 9,66
€ 12,88
€ 16,10
€ 22,54
€ 28,98
€ 32,20
MEMORIA O HARD DISK INTEGRATO IN UN VIDEOREGISTRATORE, DECODER O APPARECCHIATURE SIMILARI
Capacità
Compenso per categoria
Fino a 40 GB
Da >40 GB fino a 80 GB
Da >80 GB fino a 120 GB
Da >120 GB fino a 160 GB
Da >160 GB fino a 250 GB
Da >250 GB fino a <400 GB
Da >400 GB e oltre
€ 6,44
€ 9,66
€ 12,88
€ 16,10
€ 22,54
€ 28,98
€ 32,20
Speciale copia privata
Le proteste e i commenti di enti e associazioni
La vera storia: burattini e burattinai
Siae: un bilancio da commissariamento
2
pagine 4 e 5
pagina 6
pagina 8
il caso
segue dalla prima
Il danno e la beffa
hitech
magazine
(...) beh allora al danno si aggiunge la beffa.
Ma non solo: stavolta ci sono svariate ragioni ulteriori che fanno aumentare l’incazzatura e lo sdegno.
E queste attengono al metodo, oltre che al merito.
La prima: dopo il tweet del ministro (appena conclusa la gara della nostra nazionale, poi persa con il
Costa Rica), per una ventina di giorni nessuno (per
non dire pochi eletti, tra cui però la Siae) ha potuto
conoscere realmente i termini del decreto. A rendere
ancora più sgradevole la situazione è stato annotato (leggi l’intervento dell’avvocato Guido Scorza)
che il primo comunicato emanato dal dicastero fosse una sorta di nota congiunta con la Siae stessa.
Alla faccia dell’imparzialità istituzionale.
La seconda: il ministro si è affrettato a ribadire
che si tratta di un atto dovuto, dal momento che
l’equo compenso avrebbe dovuto essere adeguato
fin dal 2012, come previsto dalla Direttiva Europea.
Perciò, nella nota del dicastero sono state diffuse le
solite tabelline ‘furbe’, per dimostrare che gli importi applicati in Italia sono di gran lunga inferiori a
quelli di Francia e Germania. Peccato che, come al
solito, siano stati omessi dall’analisi i Paesi che da
tempo hanno abolito questa tassa, o quelli che applicano un onere inferiore. Tra questi la Spagna o
la Gran Bretagna. Insomma, il ministero racconta
un mezza verità o una mezza bugia. Non disegna
il quadro nel suo insieme. Fa il furbetto. E questa è
un’altra entrata fuori tempo, sgradevole, degna di
un ‘Min Cul Pop’ d’annata.
Un’altra perla è poi l’affermazione del ministro
Franceschini, secondo il quale l’incremento dei compensi non graverà sui consumatori. E testualmente
dice così: “Parlare di tassa sui telefonini è capzioso e strumentale: il decreto non introduce alcuna
nuova tassa ma si limita a rimodulare e aggiornare
le tariffe che i produttori di dispositivi tecnologici
dovranno corrispondere (a titolo di indennizzo forfettario sui nuovi prodotti) agli autori e agli artisti
per la concessione della riproduzione ad uso personale di opere musicali e audiovisive scaricate dal
web. Un meccanismo esistente dal 2009 che doveva
essere aggiornato per legge”. In qualche misura si
intende dire che sui consumatori non graverà un bel
niente. Allora: dite al ministro che questo aspetto è
tutto da vedere e da stabilire. Non mi pare che ci sia
una legislazione che impone i prezzi ‘fissi’. Ma quel
che è peggio è non rendersi conto (o peggio, perché
è peggio, far finta) che comunque questi euro si abbatteranno sulla filiera. Che poi vengano assorbiti tutti dai produttori, o condivisi con i retailer (e
immaginando di credere alle favole che invece non
siano ribaltati sui consumatori, ah ah ah) resta un
tema: dai ricavi spariscono degli euro. Qualcuno ci
perderà. Ergo ne patiscono il business e le imprese.
Ma anche la competizione, visto che non abbiamo
ancora ben capito cosa succede in caso di un prodotto acquistato ad esempio in e-commerce in un Paese
che non prevede l’equo compenso per copia privata.
Insomma, i nuovi compensi per copia privata sono
pesanti, onerosi, ingiusti e scandalosi. Frutto di una
assoluta inadeguatezza di chi dovrebbe guidare un
Paese verso il futuro.
Riccardo Colletti
RETAIL, ELDOM, CONSUMER ELECTRONICS, ICT, ENTERTAINMENT
Direttore Responsabile: ANGELO FRIGERIO
Direttore Editoriale: RICCARDO COLLETTI
Editore: Edizioni Turbo Srl
Redazione: Palazzo di Vetro
Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB)
Tel. +39 0362 600463/4/5 - Fax: +39 0362/600616
Registrazione al Trib. di Milano n° 66
del 1° febbraio 2005 - Periodico quindicinale
Anno 5 - n° 8 - luglio/agosto 2014
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Il numero è stato chiuso il 17 luglio 2014
La rabbia
e la protesta
I nuovi importi per la copia privata hanno sollevato un polverone
di lamentele. Numerosi enti e associazioni sono sul piede di guerra.
Il nuovo decreto sulla copia privata ha scatenato una levata di scudi contro il provvedimento del ministero. Non
mancano ovviamente le eccezioni, ossia il parere positivo: in primis la Siae, a cui si aggiunge la valutazione di Confindustria Cultura Italia. Che difende il decreto per voce del suo presidente Marco Polillo: “E’ una falsa rappresentazione
quella che vede l’equo compenso come una tassa sull’innovazione e nemica dei giovani consumatori di tecnologie
digitali. L’adeguamento del compenso, peraltro a standard meno elevati di Paesi leader nella produzione di contenuti
come Francia e Germania, è un processo in atto in molti Stati membri. Prima dell’Italia – spiega – hanno adattato il
compenso a smartphone e tablet, oltre ai già citati Francia e Germania, anche Austria, Olanda, Belgio e Svezia”.
Ma a parte queste voci fuori dal coro, la protesta è a tutto campo. Di seguito pubblichiamo i commenti e i pareri di
enti, associazioni e protagonisti di questa materia.
Confindustria Digitale
Elio Catania
Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale, federazione che rappresenta le aziende dell’informatica, telecomunicazioni e dell’elettronica di consumo, commenta
duramente le nuove tariffe fissate dal Decreto.
“Riteniamo l’aumento del compenso per copia privata
annunciato dal ministro Franceschini non solo una misura
del tutto ingiustificata rispetto agli attuali trend tecnologici e di consumo, ma anche un segnale in contrasto con
l’esigenza, riconosciuta prioritaria dallo stesso Governo
Renzi, di favorire l’innovazione digitale nel Paese. Con questo decreto siamo di fronte a una situazione paradossale. Il
comportamento dei consumatori italiani privilegia lo streaming e il cosiddetto cloud storage, mentre la copia privata tende a diventare un fenomeno sempre meno diffuso.
Nel provvedimento del Mibac, invece, questi cambiamenti
non sono stati tenuti nella dovuta considerazione”. Il presidente di Confindustria Digitale rimarca che con gli attuali
aumenti, tra l’altro, la funzione del compenso da copia privata, diventa, da residuale, una componente sostanziale,
assumendo il carattere di vero e proprio sussidio verso
l’industria della cultura.
Andec
A pochi giorni dall’annuncio della firma del decreto sulla
copia privata, Andec ha espresso in un comunicato “delusione e rammarico per un provvedimento anacronistico
e punitivo, spinto a furor di petizioni dal gotha della produzione artistica e finalizzato a drenare risorse da un settore in oggettiva difficoltà (quello dell’elettronica di consumo, in calo verticale da anni sul mercato italiano) per
compensare un altro settore ritenuto arbitrariamente più
meritevole di attenzione e di generose elargizioni con le
tasche altrui”. L’Associazione nazionale importatori e produttori di elettronica civile sottolinea come il comunicato
ministeriale contenga affermazioni discutibili e fuorvianti.
“Il comunicato del ministero asserisce – continua la nota
di Andec - che le nuove risorse serviranno a promuovere
‘esordienti e opere prime’, quando è noto che il gettito premia soprattutto le major internazionali e i big dello star
system. Nega che si tratti di una tassa sui telefonini, ma poi
informa che qualunque smartphone, indipendentemente
dalla capacità di memoria e soprattutto dall’uso che ne fa
il consumatore finale, verrà assoggettato alla fonte da un
costo aggiuntivo pari a 4 euro, applicando cioè esattamente la stessa logica delle tasse. Riproduce, infine, una tabella
comparativa dei compensi utilizzando come unici riferimenti europei la Francia e la Germania, cioè gli unici Paesi
del continente con compensi maggiori di quelli italiani”.
4
Istituto Bruno Leoni
L’Istituto Bruno Leoni, think tank nato nel 2003 con
la finalità di veicolare e promuovere idee a sostegno
del libero mercato, all’indomani della notizia della firma del Decreto ha pubblicato sul proprio sito (www.
brunoleoni.it) un editoriale che contesta la natura del
compenso per copia privata. Riproduciamo il testo
dell’articolo.
“Tassa o non tassa: questo è il dilemma. L’argomento
del giorno è il cosiddetto “equo compenso per copia
privata”, prelevato su qualsiasi supporto di memorizzazione per risarcire gli autori della possibilità che gli
utenti vi riversino – per uso personale – opere legittimamente detenute. Non un’assicurazione contro la pirateria, dunque, bensì il prezzo di una facoltà prevista
dalla legge.
Il ministro della Cultura Dario Franceschini – che l’ha
da poco rivisto al rialzo – si affanna per negarne la natura tributaria. Tesi temeraria, come ha sostenuto il Tar
del Lazio rilevando che, «giacché la determinazione sia
dell’an che del quantum è effettuata in via autoritativa
e non vi è alcuna possibilità per i soggetti obbligati di
sottrarsi al pagamento di tale prestazione fruendo di
altre alternative», il profilo dell’imposizione prevale su
quello dello scambio, peraltro meramente virtuale. E,
tuttavia, Franceschini ha paradossalmente qualche ragione, se si pensa che i quattrini dell’equo compenso si
materializzano direttamente sul conto corrente della
Siae, cioè di un organismo che – al di là della qualificazione normativa di ente pubblico economico – rappresenta nella sostanza interessi privati. Rubare a Pietro
per dare a Paolo è un po’ il core business dei governi,
che, però, hanno solitamente il pudore di dissimulare
l’operazione dietro lo schermo di una propria intermediazione. L’equo compenso presenta la speditezza e la
perentorietà di un’imposta, senza nemmeno imporre
ai beneficiari finali l’onere d’inseguirne il gettito nei
mille rivoli della fiscalità generale.
L’inciviltà del congegno si manifesta anche sotto un
altro angolo visuale: l’indifferenza all’effettivo utilizzo
dei supporti che ricadono nel suo ambito d’applicazione. L’equo compenso attiene alla copia privata, non al
mero possesso di un Cd vergine o, peggio, di un telefonino. Nonostante alcune indicazioni enunciate, per
esempio, dalla Corte di Giustizia nel caso Padawan,
queste storture sembrano potersi rettificare solo con
una revisione della normativa primaria. Ciò non esclude, tuttavia, che qualche aggiustamento potesse essere
apportato a legislazione invariata.
In primo luogo, l’onere di revisione triennale
dell’entità del compenso non impone necessariamente un aumento: anzi, la dinamica commerciale (con la
diffusione dello streaming) e quella tecnologica (con
l’erosione dell’utilità di una data unità di memoria)
avrebbero forse suggerito una decurtazione. In secondo luogo, tali direttive astratte si sarebbero dovute
combinare con l’analisi empirica dei comportamenti
degli utenti. Le cronache testimoniano di studi accantonati e di un ruolo preminente della Siae nell’istruttoria. Insieme alla scelte di comunicazione a dir poco
irrituali del ministero, questi elementi fanno ritenere
che, nella vicenda dell’equo compenso, il sostantivo si
sia imposto sull’aggettivo”.
Altroconsumo
Altroconsumo, che già dopo l’annuncio del
20 giugno aveva avviato una procedura di appello al Tar contro il Decreto firmato dal ministro Franceschini, all’indomani della pubblicazione delle tabelle in Gazzetta Ufficiale ha
confermato la propria posizione. “Il ministro
per i Beni e le Attività Culturali Franceschini
ha firmato il decreto che aumenta l’equo compenso, un sovrapprezzo su svariati dispositivi tecnologici destinato ad arricchire di fatto
solo le casse della Siae. Ma noi non ci fermiamo: ricorreremo al Tar per annullare questo
ennesimo regalo alla Siae pagato coi soldi dei
cittadini. Si tratta di una vera e propria tassa
su smartphone e tablet che andrà ad appesantire la spesa dei consumatori italiani per
dispositivi e strumenti tecnologici per oltre
100 milioni di euro all’anno”. L’associazione contesta anche la natura del prelievo: “Il
meccanismo dell’equo compenso per copia
privata è obsoleto e ingiusto: i consumatori
che acquistano musica e film legalmente da
piattaforme online, pagano infatti già a monte
i diritti d’autore per poterne fruire (e fare copie) su un certo numero di supporti”. E ancora: “Non è un caso che nel più ampio dibattito
circa la riforma della Direttiva sul Copyright si
sia aperta una discussione in Europa sulla revisione dell’equo compenso per copia privata,
considerato da più parti un meccanismo rozzo ed obsoleto. Alla vigilia del semestre italiano di presidenza europea ci aspettavamo che
il Governo Renzi, che si dichiara a favore della
modernizzazione e dell’innovazione del Paese, avrebbe fatto proprie queste proposte di
riforma. E invece, al contrario, ha aumentato
le tariffe nonostante tutti gli indicatori deponessero a favore di una riduzione e ha così introdotto una tassa odiosa sulla tecnologia sul
vecchio solco dell’equo compenso. Se è vero
che ci sono Paesi in Europa, come Francia e
Germania, dove esiste una tassa analoga (e
dove l’equo compenso pesa di più che da noi),
è vero che esistono Paesi dove non si è mai
pagato nulla (come nel Regno Unito), e Paesi
che lo hanno da poco eliminato (come la Spagna). In ogni caso un paragone veritiero andrebbe operato sulla media di tutti i 23 Paesi
europei dove esiste l’equo compenso”.
Anitec
Il ritardo nella pubblicazione del Decreto ha
reso se possibile ancor più aspra la posizione
di Anitec (Associazione Nazionale Industrie Informatica Telecomunicazioni ed Elettronica di
Consumo) nei confronti delle nuove tariffe introdotte dal ministro Franceschini. “Volevamo
attendere qualche giorno, affinché il testo del
provvedimento fosse noto, prima di esprimere
un giudizio”, ha dichiarato Claudio Lamperti,
vice presidente Anitec e presidente del Gruppo
Elettronica di Consumo dell’associazione, prima che il testo fosse disponibile sulla Gazzetta
Ufficiale. “Le notizie apparse sulla stampa riportano compensi basati sulla capacità di memoria, previsti, ad esempio, per smartphone e
tablet, che quindi penalizzano maggiormente i
dispositivi più performanti, mettendo una seria ipoteca sul futuro dello sviluppo del Paese.
Si rinuncia così totalmente allo sforzo, più volte chiesto, di ripensare integralmente l’istituto
dell’equo compenso per allinearlo con le mutate abitudini dei consumatori e con l’evoluzione
della tecnologia”. Come rileva il vice presidente
Anitec, “l’aggiornamento di cui abbiamo notizia non tiene conto né dei risultati evidenziati
dallo studio commissionato dal Mibact stesso,
né del principio di una legge che, per quanto
desueta, lega comunque l’equo compenso alla
capacità di registrazione sul dispositivo di
contenuti protetti da diritto d’autore. Va però
rilevato che, come tutti sperimentiamo ogni
giorno, la capacità di memoria e registrazione
sono impiegate dall’utente finale principalmente per utilizzi diversi dalla registrazione
musicale, quali produzione di fotografie e filmati, presenza sui device di app sempre più
‘memory requesting’. E solo in parte ancor più
residuale rispetto al passato per la potenziale
registrazione di contenuti”.
hitech magazine
anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014
www.hitechweb.info
Parla Davide Rossi, direttore generale di Aires
La parola all’avvocato Guido Scorza
“Protezionismo
al contrario”
“Il Decreto sulla copia privata?
Un provvedimento illegittimo”
La decisione del ministro Dario Franceschini di firmare il
decreto sulla ridefinizione degli importi della copia privata
ha sollevato un polverone. Anche Aires (Associazione italiana retailer elettrodomestici specializzati) scende in campo.
E lo fa con la voce del suo direttore generale, Davide Rossi.
Lei si è a lungo battuto per scongiurare l’ipotesi di una
revisione del compenso per copia privata. Come giudica
il decreto del ministro Dario Franceschini?
Il Decreto è un atto di pessima amministrazione della
cosa pubblica e un provvedimento amministrativo illegittimo. E’ bene essere chiari:
un giudizio tanto severo
Guido Scorza
non è figlio dei pur esosi
aumenti tariffari disposti dal ministro, ma del
metodo seguito. L’intero
procedimento ha visto
la Siae - e, dunque, un
soggetto portatore di
un interesse egoistico
rappresentato dai lauti
“rimborsi costi di gestione” che incassa per ogni
euro di equo compenso
raccolto - sedersi comodamente al timone del
ministero dei Beni e delle
Attività culturali e spingersi, persino, a scrivere
il testo del Decreto.
Si è trattato di una vicenda istituzionalmente umiliante e democraticamente
inaccettabile.
La legge impone al ministro di adeguare le tariffe - e non
necessariamente di aumentarle -, una volta sentito il Comitato permanente per il diritto d’autore e le associazioni
rappresentative dei produttori di supporti e dispositivi. La
Siae doveva essere tenuta cortesemente sulla porta e richiesta, al massimo, di esprimere la propria opinione al pari dei
consumatori e di ogni altro soggetto interessato e portatore
di un interesse egoistico.
Possiamo misurare il maggiore incasso di Siae alla
luce del ritocco del prelievo?
La Siae incasserà diversi milioni di euro in più rispetto a
quelli dello scorso anno. Non è male per i conti di una società per la quale essere in attivo o in passivo dipende ormai da
una manciata di centinaia di migliaia di euro.
Ministro e Siae sostengono che non si tratta di una
tassa sugli smartphone e i tablet. Dicono il vero?
Confesso di non essere appassionato al lessico, ma la questione è davvero semplice. Se l’equo compenso fosse stato
applicato a norma di legge non sarebbe stato una tassa ma
un indennizzo per gli autori ed editori. Ma giacché è stato
applicato prescindendo completamente dal danno sofferto
da autori ed editori per effetto delle cosiddette copie private, si tratta, evidentemente, di un prelievo forzoso che non
ha natura indennizzatoria. Lascerei ai giudici che, tra breve,
torneranno ad occuparsi della legittimità del Decreto, confermare o smentire il ministero e la Siae.
Tra le ragioni accampate da Siae per giustificare l’aumento del compenso da copia privata c’è l’entità del
prelievo in altri Paesi. Lei invece, tabelle alla mano, ha
dimostrato che l’Italia nel 2012 è stato il secondo territorio in assoluto per ammontare complessivo dell’equo
compenso. Siamo più puntuali nella riscossione o Siae
non dice il vero?
Le tariffe - proprio come la misura delle tasse - sono una
parte di un sistema pubblico di prelievo forzoso. Il punto è
che oltre alle tariffe bisognerebbe verificare il regime delle
esenzioni - ovvero di chi all’estero e in Italia non dovrebbe
pagare l’equo compenso - e quello dei rimborsi. I numeri
non mentono: la media proposta dal ministero e da Siae
è una media “bacata” perché non è fatta sui 23 Paesi che
hanno una disciplina sull’equo compenso ma solo su 2/3 di
questi. Senza contare, appunto, che in Italia il sistema delle
esenzioni e dei rimborsi è nelle mani della Siae, ovvero di un
soggetto che meno esenta e meno rimborsa e più guadagna.
Analizzando il bilancio Siae lei ha sostenuto che l’attivo è ottenuto in parte grazie al ritardo con cui viale
della Letteratura ridistribuisce le somme agli aventi diritto. Questo è vero anche per l’equo compenso?
E’ vero, purtroppo, per tutti gli importi che la Siae incassa.
Non è normale ma patologico che una società che dovrebbe
intermediare altrui diritti d’autore e, quindi, soldi non suoi,
li trattenga sui propri conti correnti per anni, guadagnando
decine di milioni di euro di interessi. E’ un paradosso: Siae
più è lenta a distribuire quello che incassa più guadagna.
Ritiene che questo vasto movimento di opinione contrario al decreto possa indurre il ministro a ritirare o
rivedere il provvedimento?
No, inutile farsi illusioni. Altroconsumo ha già annunciato
che intende impugnare il Decreto davanti al Tar e c’è da augurarsi che altri lo faranno. Solo i giudici possono fare giustizia in questa brutta storia.
Avvocato Rossi, come
vede la situazione?
Sono sincero. Ciò che
lascia più sconcertati
sono le considerazioni
espresse dal dicastero.
Si riferisce al commento secondo il quale il ministro parla di
‘prezzo fisso dei device’, tanto da sostenere
che per i consumatori
non ci saranno costi aggiuntivi?
Esattamente. Io questo istituto giuridico del
“prezzo fisso” non ho
proprio idea di che cosa
Davide Rossi
sia. In una economia di
mercato i prezzi fissi non
esistono. Non ci sono prezzi fissi per il chilo di pane o il litro
di latte, come potrebbero esserci su un tablet ?
Perché?
Non può esistere un costo che non incide sui conti economici. Anzi. Si dimentica che smartphone e tablet sono
solo un segmento del mercato complessivo dell’elettronica
e dell’elettrodomestico, che è in contrazione da alcuni anni.
Anche seguendo l’idea del ministro sulla neutralità di questi
oneri (cosa tutta da dimostrare), qualcuno prima o dopo finirà per subirne l’impatto.
E la vostra paura è che la forza dei colossi industriali
possa prevalere?
Non è un’ipotesi da escludere. E ovviamente a farne le spese saranno prima di tutto i rivenditori, il vero anello debole della catena rispetto ai grandi colossi internazionali che
producono la stragrande maggioranza di questi apparecchi.
Con quali ripercussioni?
Senza lasciarsi andare a eccessi e a facili demagogie, credo
che si debba valutare seriamente il tema della marginalità
che continua a contrarsi. Questo prelievo la riduce ancora.
E gli spazi di manovra andranno a ridursi. Ragione per la
quale i commercianti sono chiamati a un ulteriore esercizio
per far quadrare il business in un momento economico di
perdurante crisi nei consumi. Lo dicono tutti gli indicatori.
Ecco perché la portata di questo onere non va sottovalutata. Anche per l’eventuale impatto occupazionale in negativo
che potrebbe produrre. C’è poi un altro elemento che non
va trascurato.
Quale?
Facciamo il caso che un consumatore acquisti un prodotto
da un altro paese europeo o anche extraeuropeo. Magari in
e-commerce, quando si trova in vacanza o anche chiedendo
a un amico di acquistarlo durante un viaggio. Ad esempio in
Gran Bretagna o negli Stati Uniti, che come noto non hanno norme che prevedono alcun prelievo per copia privata.
Ebbene: in questo caso che succede? Non viene versato alcun equo compenso. E dunque si crea una distonia. In altre parole la filiera italiana, compresi i consumatori, versa
questi importi alla Siae che li ripartisce anche agli autori
e alle aziende inglesi e statunitensi, mentre le imprese e i
consumatori di quei Paesi non versano nulla per le copie
private effettuate su opere italiane. Non c’è alcuna reciprocità. Insomma, si finisce – forse un po’ inconsapevolmente
– per fare protezionismo al contrario e per penalizzare tutta
l’economia del nostro Paese affermando (e credendo) di voler fare il contrario.
Insomma, oltre al danno anche la beffa…
Esatto. Ecco che questi incrementi degli oneri di copia
privata finiscono per essere una tassa sull’essere italiani,
sul produrre in Italia, sul vendere in Italia, sul comprare in
Italia. Il nostro Paese rischia di essere sempre più marginalizzato dai grandi flussi economici, e anche questi segnali ci
rendono sempre meno appetibili come nazione nella quale
fare impresa e investimenti.
Infine, come Aires come intendete muovervi?
La nostra posizione è nota e chiara. In una fase come questa diciamo semplicemente: basta tasse, comunque le si
voglia chiamare o giustificare, sulle attività imprenditoriali
che danno forza al sistema economico nazionale. Le imprese del commercio non ce la fanno più. Pertanto ci muoveremo adeguatamente per spiegare al ministro alcuni aspetti
che sono stati a nostro avviso sottovalutati e per proporre
alcuni correttivi da porre in essere con urgenza.
5
il caso
La “longa manus”
di Bland
hitech magazine
anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014
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La revisione delle tabelle dell’equo compenso parte da
lontano, e non di certo dai corridoi del Mibact. Nell’estate
del 2012 la Francia riforma la modalità del prelievo che
viene effettuato sulla copia privata, scegliendo di non applicarlo più per le utenze professionali e limitarlo ai privati.
L’Hadopi, associazione francese che tutela il diritto d’autore
su internet, è già traballante e molti parlano apertamente di
una normativa che intenderebbe sostituirsi arbitrariamente al Decreto Sarkozy nel ridurre il danno determinato dalla
pirateria informatica. A gennaio 2013 il direttore generale
della Siae Gaetano Bandini (detto Bland), in un’intervista
al magazine economico Il Mondo spiega: “In Italia l’equo
compenso è comunque inferiore rispetto a Paesi come la
Francia, e dovrà essere rivisto”. La dichiarazione è inserita
in una risposta che tocca i rapporti con la Rai, e dunque non
è del tutto chiaro se il riferimento sia all’equo compenso
sulla copia privata o all’accordo vigente con viale Mazzini.
Siae si avvicina alle elezioni del primo marzo ed è nel mirino del Parlamento, con la possibilità concreta che le nuove
Camere varino la Commissione d’Inchiesta domandata nella legislatura uscente.
La dichiarazione di Blandini passa per lo più inosservata.
Le nostre riviste sono tra le pochissime voci di stampa a riportarla. In Italia l’equo compenso per copia privata è determinato dal recepimento della Direttiva Europea 29/2001/
CE, con provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri
il 20 dicembre del 2002, e ratificato con il decreto legislativo 68 del 9 aprile del 2003. Il 30 dicembre 2009 un decreto
del ministro per i Beni e le Attività Culturali ha introdotto
il prelievo di una somma forfettaria su ogni apparecchio di
memoria venduto, commisurata all’estensione della memoria stessa, da attribuire alla Siae che poi la ripartsce tra
i titolari dei diritti di privativa, con ciò stabilendo una sorta
di riparazione preventiva e presuntiva per l’eventualità che
con tali dispositivi si copino opere coperte da privative.
Per i supporti e i device di memorizzazione audio il 50%
spetta agli autori, il 24% ai produttori di fonogrammi e
l’altro 25% agli artisti interpreti esecutori. Per i supporti o
device di memorizzazione video, il 30% va agli autori e il
rimanente 70% è tripartito in misura eguale ai produttori
originari di opere audiovisive, ai produttori di videogrammi, agli artisti interpreti o esecutori (la metà di quest’ultima
quota è destinata ad attività di studio e di ricerca e a fini
di promozione, di formazione e di sostegno professionale
degli artisti interpreti o esecutori).
A fine aprile 2013, dopo le elezioni, Massimo Bray va ad
assumere la poltrona del Mibact. E sul nuovo ministro comincia presto il pressing per una revisione del compenso.
I ben informati spiegano che esiste un filo diretto tra viale della Letteratura e il ministero, con da un lato Blandini
e dall’altro Salvo Nastasi. Si dice addirittura che una bozza
del Decreto sia scritta a quattro mani tra Siae e ministero. E
cominciano a circolare le nuove tariffe. Qualcuno le pubblica: si parla di aumenti e di tariffe di 6,1 euro per le Tv con
funzioni di registrazione, di 6,34 euro per tablet e smartphone, di 7,32 euro per computer fissi e portatili, di 0,12
euro per chiavette Usb, di 15,71 euro per hard disk, memorie inserite in lettori Mp3, di 39,28 euro per decoder con
memoria interna da almeno 400 GB. E il dibattito si allarga,
al punto che Bray avvia un giro di consultazioni tra tutti gli
operatori coinvolti, e addirittura commissiona un’indagine
conoscitiva, per capire quale sia l’utilizzo effettivo a fine della realizzazione della copia privata dei dispositivi a cui viene applicato il compenso. Ma il risultato della ricerca verrà
“secretato”, nonostante le reiterate richieste, anche in sede
parlamentare, perché sia reso noto.
A inizio 2014 Bray, fortemente in predicato di lasciate il
Mibact per un rimpasto, spiega che l’equo compenso è soggetto ogni tre anni a revisione delle tariffe, per norma vincolante europea, e ricorda che il Decreto in vigore dal 2009
è già scaduto. Intanto la Siae pubblica sul proprio sito un
comunicato, in cui sottolinea come l’ente non abbia “alcuna
discrezionalità nell’attribuzione delle percentuali ripartitorie, limitandosi ad eseguire le norme di legge”. E chi analizza
il bilancio previsionale del 2014, alla voce “rimborsi spese
copia privata”, trova la cifra di 4,2 milioni di euro, in linea
con quanto riscosso nel 2013. Ma in caso di un adeguamen-
© Giuseppe Ziliotto
Burattini e burattinai. La genesi, i retroscena e la vera storia dell’equo compenso.
In che modo l’Italia è arrivata a produrre l’ennesima tassa. A beneficio dei soliti noti.
Gaetano Blandini
to delle tariffe, sostengono in molti, viale della Letteratura
spingerà per aumenti che le consentano di raggranellare
per il proprio servizio vicine a 10 milioni di euro. É evidente
che Siae non può infatti chiedere di più per la propria attività: può solo sperare che aumenti la raccolta, e con essa le
proprie spettanze. Il presidente Gino Paoli in un’intervista
al Corsera spiega che il compenso “non deve essere a carico
di chi acquista lo smartphone ma del produttore, che riceve
un beneficio dal poter contenere sul proprio supporto un
prodotto autorale come una canzone o un film”.
Intanto a Palazzo Chigi si assiste all’avvicendamento tra
Enrico Letta e Matteo Renzi. A mettere in crisi Letta – dicono i ben informati – sarebbe stato Dario Franceschini,
considerato un fedelissimo del premier uscente, di cui era
ministro per i Rapporti con il Parlamento. L’ex segretario
Pd ottiene per sé la poltrona del ministero dei Beni Culturali, ma subito nelle prime settimane di lavoro è colpito da
un malore. Intanto Siae non molla l’osso. Blandini a marzo
prende penna carta e calamaio e scrive al Corriere della Sera
in risposta a un articolo di Umberto Torelli.
“Sarebbe finalmente arrivato il momento che associazioni e privati, piuttosto che accanirsi contro la Siae, (che,
per legge, non prende provvigioni sugli incassi, ma recupera solo le spese) chiedano alle multinazionali come Apple
il motivo per cui in Italia il prezzo dell’iPhone 5S-64 GB è,
al netto di Iva e di copia privata, di 949 euro a fronte degli
899 euro in Germania e dei 917 euro in Francia. E perché
l’equo compenso per la copia privata in Italia è pari a 0,90
centesimi, mentre in Francia è di 8 euro e in Germania di
36 euro? Parliamo di una cifra 40 volte superiore a quella
italiana”. Blandini, poi, ricorda che il compenso “non deve
essere a carico di chi acquista lo smartphone, ma del produttore, che riceve un beneficio dal poter contenere sul proprio supporto un prodotto autorale come una canzone o un
film”, e sottolinea come “in una ricerca dell’ottobre 2013 di
una società indipendente americana (Ihs) è stato evidenziato come il fatturato di smartphone e tablet è cresciuto
del 900% in meno di sei anni e che per il 2014 il volume
crescerà solo del 20%”, per rimarcare immediatamente
dopo come “le multinazionali tecnologiche che producono
dagli smartphone ai computer fabbricano i loro prodotti
fuori dall’Italia e non pagano le tasse nel nostro Paese”.
Perché questa levata di scudi? Come già fatto da altri
organi di stampa, il quotidiano di via Solferino ha osato
pubblicare le nuove tabelle, fornite dal Comitato consultivo permanente per il diritto d’autore. L’adeguamento delle
tariffe prevede una diminuzione per i cellulari non smartphone (da 0,90 euro a 0,61 ivato), deciso aumento per
6
smartphone (da 0,90 a 6,34 euro) e computer (da 1,90-2,40
a 7,32 euro). Per i tablet che prima non pagavano nulla quando non avevano la porta Usb - le tariffe sarebbero di
6,34 euro, per i Tv con funzioni di registratore allo stesso
modo da 0 a 6,1 euro. E poi: decoder con memoria interna
da 28,98 a 39,28 euro, chiavette Usb da 0,09 a 0,12 euro per
GB, memorie o hard disk inseriti in lettore Mp3 da 9,66 a
15,71 euro (sugli apparecchi con capacità di archiviazione
superiore a 15 GB).
Ma soprattutto Siae si scatena sul fronte della mobilitazione della categoria degli artisti. Inizia infatti a circolare
una petizione diretta all’attenzione del nuovo ministro, in
cui cinquecento big del comparto musicale, audiovisivo e
televisivo chiedono l’aumento del compenso: si va da Renzo Arbore a Renato Zero, passando per Pupi Avati, Claudio
Baglioni, Angelo Barbagallo, Franco Battiato, Pippo Baudo,
Paola Cortellesi, Maurizio Costanzo, Gigi D’Alessio, Francesco De Gregori, Ligabue, Fulvio Lucisano, Andrea Purgatori, Eros Ramazzotti, Paolo Sorrentino, i Vanzina, Carlo
Verdone. A tirare le fila è viale della Letteratura. Sul sito di
Anart, l’associazione nazionale autori radiotelevisivi e teatrali, scopriamo infatti questa comunicazione: “Cari tutti, la
petizione che trovate in allegato costituisce la proposta del
maestro Gino Paoli e non del Presidente della Siae. Nella petizione, infatti, non apparirà il logo Siae né il logo di nessuna
delle Associazioni di categoria autorali ed editoriali che siano. Questa petizione non vuole evidentemente tutelare interessi di categoria, bensì gli interessi di ogni singolo autore
ed editore che riterrà di firmarla ovvero di autorizzare la
sua firma. Non vogliamo metterci in aperta contrapposizione con i produttori di tecnologia, ma spiegare ai politici e ai
cittadini quanto sia importante il lavoro che voi fate, come
autori e come editori, per creare contenuti e quanto questi
contenuti contribuiscano al successo commerciale dei supporti tecnologici. Nessuno di voi è contrario a questi supporti, né a chi li produce, ma con questa petizione si vuole
mettere nella massima evidenza come sia necessario remunerare in maniera equa i creatori delle opere dell’ingegno.
In tal senso la Siae che, ripeto, non appare e non vuole apparire, offre a tutti quanti vorranno aderire un mero supporto
logistico per raccogliere le firme delle singole persone, siano esse autori o editori”.
E siamo alle ultime settimane. Venerdì 20 giugno arriva la
stangata. Alle 20.26, subito dopo il fischio finale della partita col Costa Rica, Franceschini twitta: “Firmato decreto
copia privata. Il diritto d’autore garantisce la libertà degli
artisti e i costi vanno sui produttori, non sui consumatori”.
Ministero e Siae emettono una nota congiunta, che spiega
come i compensi su smartphone e tablet passano a 4 euro.
Di contro, calano gli importi su supporti ormai in via di abbandono ed estinzione: come nel caso dei i Cd-R che passano da 0,14 a 0,10 e dei Dvd-R da 0,41 a 0,20. Il ministro
aggiunge: “Parlare di tassa sui telefonini è capzioso e strumentale: il decreto non introduce alcuna nuova tassa ma si
limita a rimodulare e aggiornare le tariffe che i produttori di
dispositivi tecnologici dovranno corrispondere (a titolo di
indennizzo forfettario sui nuovi prodotti) agli autori e agli
artisti per la concessione della riproduzione ad uso personale di opere musicali e audiovisive scaricate dal web. Un
meccanismo esistente dal 2009 che doveva essere aggiornato per legge”. E comincia l’attesa per le tabelle, che vengono rese note dai quotidiani il 5 luglio, a poche ore dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, a partire dalla quale in dieci
giorni entreranno in vigore. Nel frattempo ha fatto la sua
ricomparsa, sul sito del ministero, anche la ricerca commissionata da Bray. E al danno si aggiunge la beffa: solo il 13%
degli intervistati dichiara di utilizzare i dispositivi digitali al
fine della copia privata. A essere tassato non è dunque un
utilizzo, ma l’ipotesi, per lo più totalmente infondata, di uno
sfruttamento ormai passato di moda. Arriva anche il bilancio Siae 2013. E tutto è ancor più chiaro: viale della Letteratura, a fronte di tutte le razionalizzazioni effettuate, chiude
con un attivo risicatissimo. Ma dall’anno prossimo potrà
contare su di un tesoretto in più. Tutto merito di Bland, e
della sua longa manus al ministero.
Andrea Dusio
il caso
hitech magazine
anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014
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Siae: un bilancio 2013
da commissariamento
Saldo negativo di 27,3 milioni di euro tra costo e valore della produzione. L’utile solo grazie ai proventi finanziari
e ai servizi all’Agenzia delle Entrate e ai Monopoli. In calo la raccolta del diritto d’autore e della copia privata.
A dieci giorni dal Decreto di copia privata firmato dal ministro dei Beni e delle attività culturali
Dario Franceschini, Siae pubblica il proprio bilancio 2013 (disponibile sul sito di viale della Letteratura). Si tratta, per inciso, del primo consuntivo
siglato dal nuovo presidente Gino Paoli.
Lo diciamo senza reticenze: in altre epoche si
sarebbe tornati a commissariare l’ente, alla luce
di una serie di indicatori negativi. Primo fra tutti,
il saldo tra il valore e il costo della produzione:
-27,3 milioni di euro. Poi un’evidenza a cui non si
sottrae lo stesso Paoli: Siae mette in campo risorse e azioni per complessivi 183 milioni di euro,
con la finalità di raccoglierne in totale 523. Nel
2010, allorché, dimissionario il presidente Assumma, si aprì la fase commissariale affidata a
Gianluigi Rondi, la differenza tra costo e valore
della produzione era di 20,06 milioni, la raccolta
di 554 milioni, le spese di 189,7. Ancora cinque
anni fa, nel 2008, l’ente riusciva a mettere assieme sul territorio 86,6 milioni in più.
La razionalizzazione, che pure c’è stata, il cambiamento di statuto e il ritorno alla gestione
ordinaria non hanno insomma prodotto un miglioramento del risultato economico. Per quanto
riguarda la voce chiave dell’attività di Siae, la raccolta dei proventi legati al diritto d’autore, in soli
12 mesi sono stati persi 13 milioni di euro. L’esercizio si è chiuso con un utile di 1,5 milioni di euro,
ancora una volta determinato dal fatto che Siae
tiene in pancia a lungo quanto ha raccolto prima
di ridistribuirlo tra gli aventi diritto. I proventi finanziari sono superiori a 35 milioni di euro. Una
ripartizione dei compensi più veloce, degna di
una collecting efficiente, porterebbe fatalmente i
conti in rosso. E la situazione va inesorabilmente
verso lo squilibrio. A puntellare i numeri concorrono i servizi che Siae continua a gestire per conto
dei monopoli di Stato (3,5 milioni) e soprattutto
per l’Agenzia delle Entrate (28 milioni). La convenzione per il noleggio cinematografico consente un ricavo di 1,1 milioni, in diminuzione anno su
anno del 18,7%.
Il cinema rappresenta però una delle voci in cui
gli incassi sono in crescita: si è passati dai 23,4 milioni del 2012 ai 31,9 di quest’anno, con un incremento del 36,2%, in gran parte legato al +55,3%
del settore emittenza, mentre è in calo del 42% il
provente legato all’equo compenso sui video supporti. La sala cinematografica, in crescita rispetto
al 2012, ha dato 13,2 milioni. La copia privata audio e video ha dato 67,1 milioni di euro, contro i
72,4 del 2012, per un calo pari al 7,3%. Di questa
cifra, l’ente ha trattenuto come “rimborso” 4,7 milioni (dodici mesi fa erano 5,1). Siae incassa anche
0,2 milioni per la fornitura dei dati all’Osservatorio dello Spettacolo. I diritti di vidimazione portano nelle casse di viale della Letteratura ulteriori
4,1 milioni, contro i 4,9 dell’annata precedente.
Analizzando i costi, la gestione pesa per 84,4
milioni (ma erano 90,8 nel 2012), il personale per
88 (contro i 94 dell’anno scorso), la vidimazione
per 4,6 (contro 3,5, dunque il costo è cresciuto), il
fondo di solidarietà 2,3 (contro 2,2). Al netto della
valutazione su questi numeri, resta un elemento:
nel futuro Siae non potrà razionalizzare ulteriormente sui propri costi di gestione senza intaccare
la rete di mandatari e dunque diminuire le proprie entrate. Per continuare a rimanere in attivo
può rallentare ulteriormente la ridistribuzione
dei compensi, prendere altri servizi in gestione o
aumentare i ricavi di quelli in essere. Il Decreto
relativo al compenso per copia privata va in questa direzione, i pareggi di bilancio si costruiscono
anche così.
Andrea Dusio
8
retail
La convention annuale della catena dal titolo ‘Expert verso il futuro’
“Quando fare retail
è una bella impresa”
Presidio della prossimità urbana, con imprenditori presenti e attivi nei punti di vendita.
Passione, condivisione delle regole, coraggio ed entusiasmo. Questi i pilastri della strategia operativa
identificati dalla catena. Per rispondere alle esigenze di un consumatore in costante cambiamento.
dal nostro inviato Riccardo Colletti
Tommaso Leso
Roberto Omati
Pugnochiuso (Foggia) – ‘Expert verso il futuro’:
questo il titolo della convention annuale di Expert,
insegna specializzata nel settore retail dell’elettronica di consumo, andata in scena lo scorso 25 giugno.
Un appuntamento che è diventato un must e che anche in un anno difficile è tornato sulla ribalta. Giustamente.
Nella cornice del Gargano, la catena ha presentato
ai propri soci e ai fornitori dell’industria il nuovo assetto, gli obiettivi raggiunti e i progetti per il futuro.
Un futuro che Expert disegna rileggendo il presente, ma anche la propria storia. Quella costruita in
tanti anni di processo aggregativo e che ora vive uno
snodo centrale. Sostanzialmente per due ragioni. La
prima è legata alla prematura scomparsa del suo storico e ‘unico’ direttore generale, Carlo Alberto Lasagna. Una persona davvero speciale, alla quale è stato
tributato un ricordo commuovente e appassionato.
Coinvolgente. A ricordare la tanta strada percorsa, i
suoi insegnamenti, la sua passione, la sua voglia di
guardare sempre avanti.
La seconda, invece, è più legata a un nuovo modello
organizzativo adottato dal Gruppo, dopo che il socio
Sgm-Distribuzione ha deciso di adottare l’insegna
Unieuro, prevedendo comunque anche la possibile
uscita da Expert Italy. Si apre dunque una nuova pagina da scrivere nella storia dell’insegna. E le prime
righe sono state formalmente scritte proprio sulle
rive del Gargano. E’ qui che il nuovo consiglio di amministrazione ha potuto leggere e divulgare i piani
operativi di Expert, che mettono al centro dell’attenzione l’imprenditore. Ossia, le persone.
L’apertura dei lavori è stata affidata al professor
Daniele Fornari di Cermes-Bocconi che ha identificato in quattro valori fondamentali i pilastri per trasformare in opportunità di business i cambiamenti
in atto sullo scenario italiano. Il primo è la visione,
che consente agli imprenditori di saper leggere e interpretare le trasformazioni in atto e farle diventa-
re occasioni di business. C’è poi la distintività, che
rende un marchio una sorta di esperienza unica e
memorabile per il consumatore, che si abbina alla
coesione, che “fa la forza” di un Gruppo. Quindi, in
ultimo, le regole, che devono essere chiare e condivise, con l’obiettivo di orientare al meglio le comuni
strategie commerciali.
Ad onor del vero, tale percorso è già stato intrapreso da Expert. Come mostrato in un’indagine condotta
(proprio da Cermes), infatti, si conferma il risultato
di essere la seconda insegna “top of mind” per i consumatori. Con punti di forza che fanno di Expert una
realtà davvero unica nello scenario della distribuzione specializzata: la presenza costante degli imprenditori nei punti vendita, la prossimità dei negozi, la
qualità dei servizi pre e post vendita e l’assortimento completo, in particolare su prodotti di medio/alta
qualità.
Non soltanto. Un’ulteriore conferma arriva dal
trend che Expert ha conseguito nel primo trimestre
di questo anno 2014. Ebbene: in un mercato che nei
primi mesi del 2014 (gennaio-aprile – dato Gfk) ha
registrato una flessione del -2,4%, l’insegna ha dichiarato (al netto dei negozi Marcopolo Expert) di
aver incasellato una crescita del 4,7%. Altri numeri:
l’insegna conta sul territorio un totale di 370 store,
di cui 210 con l’insegna Expert e 160 con quella Expert Group. E, guardando alle prospettive e ai target
di fatturato per quest’anno, l’obiettivo è fissato a
quota 1,1 miliardi di euro.
“I risultati collezionati in questa prima parte
dell’anno sono una conferma della validità dell’approccio dei nostri soci, molto attivi localmente, che
rappresentano un esempio virtuoso di imprenditorialità del nostro Paese”, ha sottolineato Roberto
Omati, direttore generale di Expert Italy. “Gli italiani,
anche se effettuano acquisti on line, hanno bisogno
di rassicurazioni e di un rapporto umano in negozio,
e questa è la nostra forza: creare un rapporto di fidu10
cia con i clienti e offrire loro un’esperienza piacevole di acquisto nei nostri negozi. Il progetto Expert si
basa su questi punti di forza e rappresenta un’unicità
in Italia. I nostri soci mantengono un’adeguata componente di autonomia territoriale, i plus di una gestione indipendente, con la credibilità di un’insegna
leader sia a livello nazionale che internazionale”.
Come a dire che Expert oggi è un’insegna fatta di
imprenditori che hanno saputo valorizzare le loro
specificità, in particolare puntando sulla prossimità,
sulla qualità dell’offerta commerciale e dei servizi,
sulla comodità e accoglienza dei loro negozi e sul
personale. “Proprio la forza di essere tutti parte di
un Gruppo oggi ancora più omogeneo e coeso, in cui
la parola d’ordine è condivisione, costituisce il viatico migliore per il presente e per il futuro”, ha commentato Tommaso Leso, presidente di Expert Italy.
“Il nostro network, oltre che da negozi ben allestiti
e con un format accattivante, è costituito da persone che ogni giorno s’impegnano nel lavoro, credendo
in valori tangibili. Si tratta di aziende sane, che vogliono continuare a creare valore. Per questo il tema
della marginalità e del servizio per noi resta fondamentale”.
Nei progetti futuri dell’insegna, è prevista anche
la riorganizzazione della centrale, nella sua funzione strategica di gestione del nuovo sito Internet, che
sfrutti le enormi potenzialità che il web offre come
media di comunicazione per l’identità d’insegna e la
promozione dei negozi. In tal senso Expert ha previsto anche un calendario promozionale sincronizzato,
per garantire una maggior efficienza sotto tutti i profili per garantire un’operatività omogenea e ancor
più strutturata.
“Rafforzando ancor più il nostro leit motiv che recita ‘Gli esperti siamo noi’, vogliamo affrontare le sfide del futuro con passione rinnovata. Perché uniti,
si vince”, ha concluso Tommaso Leso, presidente di
Expert.
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anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014
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Vendite a distanza:
più tutele per i consumatori
La parola a Barbara Donelli,
responsabile marketing e comunicazione di Expert Italy.
“Continuare a far sognare
attraverso la tecnologia”
Barbara Donelli
Nel corso della convention Expert un
focus è stato anche riservato alle iniziative di marketing e comunicazione.
Un obiettivo prioritario messo al centro
dell’attenzione è la valorizzazione di un
patrimonio in cui il precedente direttore
generale, Carlo Alberto Lasagna, credeva
molto: i giovani.
Ed è proprio dedicato a lui il premio
che il nuovo consiglio di amministrazione ha pensato di istituire. Si tratta di
‘Expert Carlo Alberto Lasagna’, un contest in cui i ragazzi fino ai 26 anni di età
dovranno interpretare in modo originale, creativo, memorabile e innovativo
l’insegna Expert attraverso un video, che
verrà caricato sulla piattaforma Expert e
votato dalla rete. Il video che otterrà più
‘like’ sarà il vincitore.
“Il nostro obiettivo è avvicinare il target ‘young’ alla nostra catena, per capire
come viene vissuta dai giovani e utilizzare il loro linguaggio, anche per indirizzare al meglio le nostre strategie di
comunicazione”, ha sottolineato Barbara
Donelli, responsabile marketing e comunicazione di Expert Italy. “Carlo Alberto
Lasagna ci ha lasciato questa grande
eredità: credere e puntare sui giovani,
sulle loro idee perché loro sono il nostro
futuro. Non solo: ci tengo a sottolineare”,
ha concluso Barbara Donelli, “che chi
fa esperienza nei nostri negozi, torna.
Dobbiamo partire da quello che siamo,
dai nostri punti di forza che il cliente apprezza e riuscire a comunicarli in modo
ancora più efficace. Expert del futuro ha
un’importante mission: continuare a far
sognare i consumatori attraverso la tecnologia”.
Oltre all’originale concorso, la Convention è stata anche un’occasione
importante per presentare e condividere i prossimi obiettivi di marketing
e comunicazione di Expert. Un aspetto
centrale è legato al fatto che l’insegna
sarà sempre più una catena uniforme,
con politiche di marketing comuni, incrementando le attività nei negozi, con
eventi divertenti, per far vivere emozioni
ai clienti attraverso i punti vendita, vero
fulcro del cambiamento. E’ questo il teatro scelto per veicolare la comunicazione
anche per l’utente online, nell’ottica di
una proposizione di insegna unica e coerente. Pertanto, il sito di e-commerce trasferirà queste peculiarità, perché “chi ci
sceglie per le nostre caratteristiche, deve
trovarle sia nel negozio fisico che in quello online”, sottolinea Barbara Donelli.
Per questa ragione, secondo Expert il
volantino, che rappresenta ancora l’investimento più consistente (a proposito,
il 61% del totale investimenti in comunicazione delle imprese commerciali è dedicato a questo media, secondo l’indagine sulle imprese commerciali nella Gdo,
ndr), deve diventare un media di marketing, in cui trasferire i valori dell’insegna.
Da evidenziare, in chiusura, la particolare attenzione che verrà riservata al mondo dei social, in modo da presidiare anche il territorio virtuale con le specificità
che caratterizzano Expert.
un sensibile incremento di tutele per
gli end user. E questo aspetto è considerare importante. Ma al contempo
mette poco in evidenza la volontà di
far crescere e favorire un libero scambio. Ci sono ancora svariate distonie
se la leggiamo a livello generale, che
penalizzando alcuni interpreti della
filiera, a cominciare da chi fa retail
e non è soltanto un cosiddetto ‘pure
player’, ma dispone di strutture con
punti vendita fisici dislocati sul territorio”.
Sulla medesima lunghezza d’onda
l’intervento alla tavola rotonda di
Alessandro Butali, presidente di Aires: “Se pensiamo alla situazione legata al ritiro dei Raee, si rileva che chi
opera in e-commerce è adesso chiamato a ottemperare alle prescrizioni
previste dal ritiro ‘Uno contro uno’.
Ma per quelle del cosiddetto ‘Uno
contro zero’, che invece coinvolgono
soltanto i retailer che vantano negozi
sul territorio. L’auspicio è che rispetto al passato i controlli siano più incisivi ed efficaci per garantire una reale
e sana competizione tra i diversi attori del mercato”.
Nel corso del forum “Filiere in crescita: la lezione della Sud Valley”. organizzato da Osserva Italia, il quotidiano online di Affari&Finanza de
La Repubblica - è stato presentato lo
studio Nielsen dal titolo “Tendenze
dei consumi e carrello della spesa. Il
cliente italiano e la domanda di qualità”, dal quale sono emerse le nuove
tendenze di acquisto degli italiani.
Analizzando il quadriennio che va
dal 2010 al 2014 emerge un profilo
di end user assai più informato, più
attento alla ricerca della convenienza e della qualità. Indicatori che evidenziano il permanere di uno stato
di perdurante crisi che affligge in sistema Italia: e che come tale impone
approcci e atteggiamenti allineati al
quadro generale.
Dall’analisi condotta da Nielsen si
rileva che, se nel 2010 i principali interessi degli italiani erano la musica
e il cinema, nel 2013 sono la cucina e
la salute a coinvolgere la percentuale
maggiore dei rispondenti all’inchiesta. Questa prevalenza di interessi
quali la cucina e la salute spiega come
la consapevolezza dei benefici di una
corretta alimentazione sia cresciuta:
il 62% degli intervistati è convinto
che gran parte delle malattie abbiano
origine da un’alimentazione sbagliata; il 40% ritiene che grazie al progresso tecnologico, sarà sempre più
facile acquistare alimenti che aiutino
a vivere meglio e più a lungo; mentre per il 57% l’attività del mangiare
è ancora vista come puro piacere. In
questo quadro si inserisce anche la
buona predisposizione ad acquistare prodotti italiani e a basso impatto
ambientale. Il 64%, infatti, afferma
di sforzarsi a comprare referenze nazionali; il 51% preferisce acquistare
prodotti di aziende locali e il 48% è
attento alle produzioni che rispettano
l’ambiente.
Un elemento interessante riguarda
la convinzione che il prezzo alto sia
sinonimo di qualità: guardando allo
scenario alimentare, nel 2010 il 38%
del campione rappresentato da Nielsen preferiva i prodotti delle marche
famose, oggi solo il 29%. Questi dati
dimostrano che i clienti hanno imparato a scegliere e selezionare, probabilmente aiutati dall’aumento delle
notizie a disposizione dei consumatori.
In questi anni la filiera ha modificato la propria offerta, rendendola
più ampia e articolata e, soprattutto,
adeguandola alle nuove esigenze di
risparmio dei consumatori. Infatti, da
un lato i clienti cercano di ridurre i volumi, e quindi gli sprechi, comprando
solo l’essenziale (55%) o comprando
meno in assoluto (33%); dall’altro
modificano le scelte, cercando prodotti scontati (53%) e marchi più economici (22%) o comprando ‘formati
risparmio’ più grandi (9%). Questo
adeguamento dell’offerta ha generato
negli ultimi due anni un risparmio di
2 miliardi per le famiglie italiane.
Nota finale relativa al panorama
commerciale, ossia alle strutture
della distribuzione moderna. La superficie di vendita in metri quadri
è aumentata dal gennaio 2006 allo
stesso periodo del 2013, subendo una
lieve flessione dello 0,2% nel gennaio
2014.
Raffaella Cordera
Indagine Nielsen: risparmio
e informazione guidano i consumi
Il nuovo cda
di Expert Italy
Lo scorso 19 maggio, l’assemblea
generale dei soci ha nominato il nuovo
consiglio di amministrazione di Expert
Italy che rimarrà in carica per il prossimo triennio. Il nuovo presidente del
gruppo è Tommaso Leso, imprenditore
di Verona e rappresentante di DG Group,
la nuova piattaforma che aggrega Domex e Gaer. Enrico Somma è il nuovo
vicepresidente, imprenditore di Castellammare di Stabia, titolare dell’omonimo Gruppo Somma, già membro dei due
precedenti CdA, assieme a Tommaso
Leso e a Vittorio Chiari, uno dei padri
storici della famiglia Expert in Italia,
anche quest’ultimo riconfermato. Fa
il suo ingresso per la prima volta nel
Vendite distanza: un tema caldo per
il retail moderno. Alla luce del nuovo
D.Lgs 21/2014, entrato in vigore lo
scorso 13 giugno, si è svolto un convegno di approfondimento organizzato presso la Confcommercio di Milano. Con il patrocinio di Aires, Andec,
Ascofoto, Aifoto, Assintel e Ancra, alcuni esperti legali e operatori del settore hanno trattato i vari aspetti della
nuova disciplina.
L’avvocato Maurizio Iorio (presidente di Andec) ha evidenziato e sunteggiato i punti cardine introdotti dalla legge 21/2014, ponendo l’accento
essenzialmente su alcuni aspetti: la
maggiore informativa preventiva che
deve essere assicurata ai consumatori, le novità legate ai requisiti formali
del contratto di fornitura, con chiara definizione delle modalità e delle
tempistiche di consegna, e il diritto di
recesso che passa da 10 a 14 giorni. Il
tutto ricordando che è stata delegata
all’Agcm (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) la competenza decisionale in materia.
Da evidenziare due riflessioni emerse durante gli interventi. La prima di
Davide Rossi, direttore generale di
Aires: “La nuova normativa evidenzia
consiglio di amministrazione di Expert
Giuseppe Pistone, titolare della più importante realtà per il gruppo in Sicilia,
con sette punti vendita.
Il nuovo consiglio di amministrazione
di Expert vede anche l’importante rientro di Daniela Chiurchi, determinata imprenditrice genovese - e rappresentante
di Colimex, storica piattaforma ligure
del gruppo – che aveva ricoperto la carica di presidente e vicepresidente di Expert tra il 2000 e il 2006. Da segnalare
infine che Roberto Omati, direttore generale dell’insegna, è stato eletto come
nuovo membro del consiglio di amministrazione di Expert International riunitosi in Germania.
11
retail
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A Villasimius (CA) la Convention annuale Dixe
“Collaborare con l’industria:
l’unica via per crescere”
La centralizzazione degli acquisti, l’importanza della multicanalità e l’integrazione con l’online. Questi
i temi caldi della settimana di lavoro organizzata dal Gruppo Evoluzione per i suoi soci e committenti.
Da sinistra: Claudio Gorla, Massimo Esposito,
Gianni Signetti, Maurizio Di Vito, Gianni La Porta
All’interno di uno scenario competitivo
sempre più serrato, sono molte le questioni aperte sul tavolo del retail. La necessità di una centralizzazione degli acquisti e
di una fatturazione unica. L’eventualità di
sfruttare possibili aggregazioni o acquisizioni come armi strategiche per lo sviluppo dell’insegna. L’e-commerce e l’esigenza sempre più pressante di un’offerta
multicanale.
Tutti questi temi, insieme a molti altri,
sono stati affrontati nel corso della convention annuale del Gruppo Evoluzione,
che si è svolta dal 16 al 22 giugno al Tanka Village di Villasimius, in provincia di
Cagliari, che ha visto la partecipazione di
tutti i soci e i committenti, in rappresentanza degli oltre 320 punti vendita distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Le nuove strategie del Gruppo sono state approfondite nel corso della consueta
riunione del consiglio direttivo, preseduto dal neo presidente Gianni La Porta. Aggregazione, e-commerce e multicanalità
sono stati invece i temi portanti di un’interessante tavola rotonda con l’Industria,
rappresentata per l’occasione da Stefano
Pasini e Damiano Assorgia (Electrolux);
Renzo Sodani, Andrea Marino e Carlo
Passante (Indesit); Paolo Sandri (TP Vision); Walter Valli e Vieri Pecori Giraldi
(Remington); Francesco Jori (Toshiba);
Daniele Grassi e Fabrizio Vianu (Samsung); Giovanni Cortona e Paolo Banfi
(Whirlpool); Maurizio Infantino (Bertazzoni); Roberto Paci (Haier); Mario Ornati
ed Enrico Casini (Vesit).
Molti gli spunti emersi anche nel corso
del dibattito in sala, moderato dal direttore generale di Evoluzione Oscar Corio.
Dai nuovi fenomeni quali concentrazione e vendite online - non più viste come
minacce bensì come opportunità - sino al
tema sempre caldo dell’eccessiva corsa
alla promozionalità e al prezzo superscontato.
Una più stretta collaborazione tra Industria e Distribuzione finalizzata al sostegno del sell-out, nonché un maggior
impegno da parte dei retailer nella for-
Le attività di comunicazione
per consolidare l’insegna
I volantini, la rivista semestrale
Dixe News e i social network sono
gli strumenti principali utilizzati
dal Gruppo Evoluzione per divulgare e promuovere le iniziative dei
punti vendita e per diffondere il più
possibile la conoscenza dell’insegna
presso i consumatori. La convention
2014 è stata anche un’occasione per
sottolineare a soci e committenti
l’importanza delle attività di marketing e comunicazione per un’insegna come Dixe. L’ufficio marketing
della sede centrale continua a essere il punto di raccordo e riferimento per tutti i committenti, affiliati e
piattaforme: da qui partono linee
guida e indicazioni e qui arrivano
proposte e suggerimenti per coordinare ancor di più la comunicazione
del gruppo.
Il 2014, in particolare, ha visto il
restyling della grafica dei volantini
con l’uso di colori diversi per le pagine, in base alla famiglia dei prodotti
che presentano, con uno spazio più
ampio per le descrizioni tecniche e le
immagini e una maggiore visibilità
dei prezzi, affiancati dall’indicazione della campagna o dello sconto. Di
12
grande importanza sono le pagine
tematiche dell’inserto dei volantini,
che vengono realizzate in co-marketing con i principali brand dell’Industria. Importanti i programmi anche
per il secondo semestre 2014: agosto e dicembre sono i mesi in cui l’offerta proporrà attività differenti dal
‘sottocosto’ e più orientate a iniziative che fidelizzino il consumatore con
vantaggi immediatamente tangibili.
Il magazine semestrale, poi, resta
uno strumento fondamentale di comunicazione. Con la sua grafica pulita e chiara rappresenta la vetrina
ideale per tutti i prodotti e i brand
venduti negli store Dixe.
Tra le attività imminenti da sviluppare, nella convention si è parlato di un utilizzo più incisivo di
Internet e dei social network. Ogni
committente e/o affiliato è invitato
crearsi un proprio sito, seguendo e
rispettando le linee guida del Gruppo. E, nel sito www.dixe.it, è dedicata
ai punti vendita un’ampia sezione,
dove è possibile recuperare i riferimenti anagrafici, la localizzazione
su Google Maps, le indicazioni utili
sugli orari e l’ultimo volantino.
mazione degli addetti alla vendita ha invece trovato accordo pressoché unanime
da parte dei presenti, così come la necessità di una rapida evoluzione verso nuove
logiche multicanale che prevedano la coesistenza di negozio fisico e virtuale in un
unico sistema di vendita aggregato.
“Occorre saper individuare e cogliere le
reali occasioni di crescita offerte dal mercato, anche in questo difficile momento di
crisi e di riduzione dei consumi”, ha commentato Oscar Corio a margine della tavola rotonda. “Lo sviluppo e l’espansione
di un Gruppo come il nostro, così esclusivo per formula commerciale e distribuzione sul territorio, non può che passare da una più stretta collaborazione con
i nostri partner dell’industria. Con loro
dobbiamo condividere non solo del mero
business, ma un vero e proprio progetto
di lavoro e di crescita aziendale”.
La convention ha visto importanti momenti di lavoro durante la settimana, con
approfondimenti sulle imminenti novità di prodotto all’interno degli stand allestiti per l’occasione dalle aziende del
mercato presenti. Toshiba, Electrolux,
Agos, Candy/Hoover, Indesit Company,
Samsung, Bosch/Siemens, Whirlpool,
Remington, TP Vision, Haier, Pengo, Vesit, Bertazzoni hanno mostrato le nuove
referenze che a breve raggiungeranno gli
scaffali dei punti vendita, un utilissimo
percorso formativo per tutti i partner del
retail. Non sono però mancati momenti di
svago e aggregazione, con la gara di MasterChef sponsorizzata da Bosch e vinta
da Roberto Lelli e signora di Elettrolelli
(Acilia - Roma) e con il tifo alla partita
dell’Italia ai Mondiali di calcio.
A conclusione della convention, la cena
di gala, durante la quale il presidente ha
ringraziato l’industria presente per il
supporto e l’affetto dimostrato nei confronti del Gruppo e ha ricordato come di
anno in anno i soci diventano sempre più
affiatati e decisi a fare squadra per fronteggiare l’attuale periodo di crisi, con
una strategia di crescita chiara, comune e
condivisa sotto l’insegna.
scenari
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Verso l’interazione
tra fisico e digitale
I dati dell’Osservatorio GS1 Italy | Indicod-Ecr.
In calo le vendite del Non Food nel 2013. Online
sempre più protagonista nel processo d’acquisto.
Vendite del settore Non Food ancora in calo per tutto il 2013. E’ questo
il dato che emerge dai risultati della
dodicesima edizione dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy | IndicodEcr, presentati lo scorso 9 luglio al
Piccolo Teatro Grassi di Milano. Lo
studio è stato realizzato in collaborazione con TradeLab, che dal 2002
monitora in modo sistematico il settore dei beni non alimentari. L’edizione 2014 si è arricchita inoltre di un
approfondimento sul consumatore
Non Food, curato da GfK Eurisko, in
cui si disegnano gli scenari futuri dello shopping. E che delinea una profonda metamorfosi nelle abitudini
dei consumatori, guidata dalla crisi
e dalle nuove tecnologie. Il 2013 è
stato un altro anno difficile per l’economia italiana: tra contrazione del
Pil (-1,3% in termini reali) e della
domanda interna (-2,6 in termini
reali) e forte aumento della disoccupazione (11,5). A risentirne sono
stati i consumi in generale, nessuno
escluso. Il totale dei consumi delle famiglie subisce una contrazione
dell’1,2%, a valori correnti, mentre
in termini reali (senza considerare
cioè gli effetti della variazione dei
prezzi) il calo raggiunge i 2,5 punti
percentuali (sebbene il decremento
sia meno accentuato rispetto 2012,
quando si superavano i 4 punti percentuali). Il non alimentare si configura come il settore che ha risentito
maggiormente dei tagli di spesa delle
famiglie, registrando una flessione a
valori correnti del 4%, dove il trend
dei prodotti grocery è del -0,9%. Di
conseguenza, si assottiglia ulteriormente la sua incidenza sui consumi
complessivi: 16,3% nel 2013, quando era del 16,7% nel 2012 e 17,5%
solo nel 2009. Le vendite risultano
sempre in calo, ma in percentuale
minore. Il settore Non Food monitorato dall’Osservatorio ha raggiunto
nel 2013 un valore complessivo di
circa 98 miliardi euro, segnando una
flessione del 3,9% (nel 2012 era stata del 5,2%). La flessione delle vendite Non Food nel 2013 ha avuto un
impatto diverso sui vari canali. A causa della capillarità dei punti vendita
specializzati e delle politiche commerciali messe in atto dalle grandi
superfici specializzate, lo sviluppo di
ipermercati e supermercati continua
a trovare forti difficoltà, e perdono
quota in quasi tutti i comparti monitorati. Per il primo anno il numero
di ipermercati presenti sul territorio,
al saldo tra aperture, chiusure e passaggi di formato, è in diminuzione.
La rete moderna specializzata, dopo
il primo segnale negativo dello scorso anno, continua a contrarsi: nel
complesso si rileva un -2,5%, anche
in conseguenza di una sempre più
aspra competizione multicanale.
Particolarmente penalizzati i punti
vendita del settore bricolage.
Ma quando la crisi sarà passata,
quale orizzonte si aprirà per gli acquisti acquisti Non Food? Come si
posizionerà il canale online? Quale
ruolo rivestiranno la rete e le tecnologie digitali all’interno dei processi
d’acquisto degli italiani?
Attese, desideri e predisposizioni
dello shopper Non Food di domani sono state al centro dell’indagine
affidata dall’Osservatorio a GfK Eurisko. Dai risultati della ricerca emerge
che la crisi sembra essere stata metabolizzata dai consumatori e il futuro,
che appare meno fosco del previsto,
sembra andare più verso una nuova normalità piuttosto che verso
una ‘ripresa espansiva’. Le abitudini
innescate dagli ultimi sei anni di ristrettezze e incertezze economiche
hanno lasciato un segno talmente
forte da diventare parte integrante
della quotidianità dei consumatori. E
da essere mantenute anche nel caso
in cui cambiasse il ciclo economico.
Esiste ancora il ‘piacere’ del processo
d’acquisto, dove digitale e tecnologie
giocano un ruolo importante soprattutto nelle fasi di ricerca di idee e di
informazioni. Ma non solo. Se l’acquisto finale avviene ancora prevalentemente nei negozi fisici, per il futuro
verranno privilegiati solo i punti
vendita in grado di garantire nuove
esperienze. Digitale e fisico, combinati in diverse soluzioni, permeano
l’intero processo d’acquisto del consumatore: uno completa l’altro. “Anche se cambiasse il ciclo economico,
le esperienze degli ultimi sei anni di
incertezze e rinunce hanno lasciato
un segno nel consumatore che ha imparato a conviverci, disegnando una
nuova normalità”, commenta Marco
Cuppini, direttore dell’osservatorio.
M.B.
LA SPESA FUTURA IN FAMIGLIA
Secondo lei fra 3-4 anni, nella sua famiglia spenderete di più o di meno per... ?
Di meno
Merceologia “non food”
abbigliamento
elettronica di consumo
articoli per lo sport
bricolage e fai da te
giocattoli
libri, dischi, videogiochi, home video
Di più
∆%
-21
20
19
-26
-33
-34
15
14
13
10
-46
-41
Altra merceologia
viaggi, vacanze
educazione, formazione
divertimenti, cene, tempo libero
trasporti
alimentari
ottica
prodotti per profumeria
mobili e arredamento
telecomunicazioni
prodotti per la cura della persona e della casa
finanza, banche, assicurazioni
lotterie, scommesse, estrazioni
-1
-7
-18
-20
-34
-30
-25
25
25
23
22
21
-31
-25
-23
-10
-21
0
-6
-2
0
11
-5
-13
-27
-13
0
-27
-44
16
14
13
13
12
-27
-40
-26
-11
-36
9
-48
4
Fonte: Osservatorio Non Food GS1 Italy | Indicon-Ecr, 2014
Base: Totale, n=750
LA SPESA IN FAMIGLIA – DATO DI TREND
Considerando i vostri redditi e le spese complessive della vostra famiglia, quanto spendete nella vostra famiglia per... ?
Moltissimo + molto
Abbastanza
Abbigliamento
Elettronica
di consumo
2011 2014
2011 2014
6%
3%
1%
5%
15%
18%
2%
11%
20%
22%
4%
36%
Giocattoli
2011 2014
2011 2014
2011 2014
1%
11%
2%
7%
4%
1%
7%
14%
27%
16%
25%
14%
15%
33%
22%
28%
5%
16% 22%
34%
25%
25%
3%
27%
25%
25%
43%
Molto poco
Articoli
per lo sport
30%
40%
45%
Bricolage
e fai da te
16%
25%
Né tanto, né poco
Poco
Libri, dischi,
videogiochi,
home video
2011 2014
28% 24%
24%
23%
23%
Non spendiamo
niente
24%
20%
9%
1% 9%
Moltissimo + molto
+ abbastanza
21% 28%
16% 25%
13% 20%
8%
18%
12% 19%
9%
Poco + molto poco
+ per niente
34% 30%
44% 39%
72% 51%
75% 47%
61% 49%
76% 59%
25%
27%
16% 11%
3% 1%
20%
12% 6%
15%
15% 4%
18%
16% 7%
32% 12%
Fonte: Osservatorio Non Food GS1 Italy | Indicon-Ecr, 2014
19%
Base: Totale, n=750
ACQUISTI IN FUTURO: CANALI “DIGITALI” O “CONCRETI”
1. Lei come pensa che incontrerà/troverà gli spunti e le idee tra 3-4 anni sul... ?
2. Lei, in futuro, tra 3-4 anni, per i suoi acquisti di ... pensa che raccoglierà informazioni/pareri/valutazioni?
3. Lei, in futuro, tra 3-4 anni, pensa che i suoi acquisti di ... li effettuerà ...?
Abbigliamento
1
...soprattutto
su internet/nel
mondo digitale
...egualmente sia
su internet/nel
mondo digitale,
sia nei punti
vendita concreti
...soprattutto
nei punti vendita
concreti
2
3
3 6 4
41 38
31
Elettronica
di consumo
1
2
3
Libri, dischi,
videogiochi,
home video
1 2 3
Bricolage
e fai da te
1
2
3
Articoli
per lo sport
1
2
3
17 20 22 16 14 21 12 14 13 16 15 13
Giocattoli
1
2
3
6 14 6
42
40
49 45
46
46
51 52 50
53 53 46 48 50 44
56 56 64 31 27 32 36 37 35 42 41 46 33 33 37 46 41 52
Fonte: Osservatorio Non Food GS1 Italy | Indicon-Ecr, 2014
Base: top spender in ciascun mercato - Valori in %
Context lancia il Panel Retail in Italia
Nata nel 1983 e fondata da Howard Davies, la società di
analisi dati e ricerca Context vanta una lunga esperienza
del mondo Ict. Una struttura snella – che ha il suo quartier
generale a Londra - e con sedi dislocate nei mercati strategici (dalla Francia agli Usa, dall’India al Brasile, senza
dimenticare Spagna e Italia), Context si è presentata al
mercato italiano. La serata di networking – andata in scena
lo scorso 17 luglio presso l’Hotel Diana di Milano – è stata
l’occasione per annunciare il varo del Panel retail sul nostro
mercato. Così da poter fornire un’alternativa a quanto già
in essere in materia di acquisizione, elaborazione, analisi e
proiezione dei dati di mercato. “Il nostro obiettivo è quello
di offrire una nuova opzione dinamica, flessibile e condivisa agli operatori italiani del retail”, ha sottolineato Howard
Davies. Negli intendimenti c’è quello dunque di fornire mediante il Panel Context una visione innovativa, che consenta
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ai retailer di fruire dei dati in maniera funzionale: “Vogliamo delineare un approccio di proficua collaborazione”, ha
sottolineato Isabel Aranda Morales, country manager Italy
di Context. “Il nostro storico legame e la partnership ormai
su scala mondiale con i distributori del mondo Ict, ad esempio, permette al canale retail di identificare realmente le
tendenze destinate a caratterizzare il business”.
Raffaella Cordera
eldom
hitech magazine
anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014
www.hitechweb.info
Whirlpool acquisisce
il controllo di Indesit
Dopo mesi di rumors, l’accordo è stato ufficializzato. Per 758 milioni di euro
la multinazionale di Benton Harbor si aggiudica il 60,4% della società di Fabriano.
Whirlpool acquisisce il controllo
di maggioranza di Indesit Company.
“Whirlpool Corporation e Fineldo S.p.A.
comunicano di aver sottoscritto un accordo per la cessione della partecipazione detenuta da Fineldo in Indesit
Company S.p.A”, si legge in una nota
congiunta diffusa lo scorso 10 luglio
dalle due società. “Whirlpool ha inoltre
sottoscritto con alcuni membri della
famiglia Merloni accordi per l’acquisto
delle azioni da essi detenute in Indesit”. Whirlpool rileva così il 66,8% delle
azioni con diritto di voto, corrispondenti al 60,4% del capitale di Indesit.
La società americana ha spiegato che
intende finanziare questa operazione
per cassa, insieme a finanziamenti bancari e al ricorso al mercato del debito
statunitense e internazionale, a seconda della tempistica del closing e delle
condizioni di mercato. L’acquisizione
del controllo, precisa la nota, è soggetta all’autorizzazione del Tribunale di
Ancona e delle autorità Antitrust. La
chiusura dell’accordo è attesa per la fine
dell’anno. Il prezzo dell’operazione è di
15,06 dollari per azione, per un totale
stimato in 1,038 miliardi di dollari, corrispondenti a 758 milioni di euro.
“Ci aspettiamo che questa opportunità posizioni il nostro business europeo
su un percorso di crescita e di continua
creazione di valore insieme a una società di riconosciuto standing e affermata
quale Indesit”: questo il commento di
Jeff Fettig, presidente e chief executive
officer di Whirlpool Corporation, che
sottolinea come l’acquisizione rappresenti un’opportunità importante per
una crescita sostenibile della società nel
Il commento
Al lupo, al lupo
mercato degli elettrodomestici in Europa.
“L’accordo ha l’obiettivo di dotare Indesit di tutti gli strumenti per costruire
un futuro solido e sostenibile”, ha spiegato Gian Oddone Merli, amministratore delegato di Fineldo. “Nel corso di un
dialogo durato molti mesi, Whirlpool ha
dimostrato di essere il partner giusto in
grado di esprimere una progettualità che
premi il percorso di crescita e di attenzione alla qualità che ha sempre caratterizzato Indesit. I benefici che Indesit trarrà
da questo investimento sono molteplici,
non ultimo la possibilità di permettere al
proprio know-how e ai propri prodotti di
raggiungere una scala davvero globale”.
In questa operazione, Whirlpool ha
contemporaneamente sottoscritto accordi di compravendita di azioni con Fineldo, per una partecipazione pari al 42,7%
del capitale di Indesit, con alcuni membri della famiglia Merloni - per una partecipazione pari al 13,2% del capitale di
Indesit - e con Claudia Merloni -per una
partecipazione pari al 4,4% del capitale
di Indesit.
M.B.
Beko: partnership con il Barça.
Lo chef Alessandro Borghese nuovo testimonial
Si profilano all’orizzonte nuove partnership e
iniziative promozionali per Beko.
La prima è di carattere calcistico e coinvolge uno
dei maggiori club europei. A fine giugno infatti il
gruppo multinazionale di elettrodomestici e Fc Barcellona hanno
annunciato la firma di un accordo
che vedrà Beko partner globale
della squadra catalana per i prossimi quattro anni. L’annuncio è
avvenuto lo scorso 30 giugno allo
stadio Camp Nou alla presenza
di Mustafa V. Koç, presidente della Koç Holding, Levent Cakiroglu,
presidente di Koç Holding Group
Durable Goods e amministratore
delegato di Arçelik A.Ş, e di Josep
Maria Bartomeu e Javier Faus y
Santasusana, rispettivamente presidente e vice presidente del club
catalano. Il nuovo logo di Beko,
mostrato in anteprima mondiale
per l’occasione, sarà presente sulle
maglie da gioco e d’allenamento.
Beko diventerà così il primo brand
a beneficiare di una presenza
permanente sulle divise che la squadra indosserà
nelle gare di Liga e della Coppa di Spagna nella
stagione 2014/15, così come nelle amichevoli e nel
tour estivo.
Sul versante italiano, invece, sarà Alessandro
Borghese il nuovo testimonial di Beko Italy.
L’accordo con il celebre chef è stato presentato
ai clienti italiani durante la convention tenutasi a Istanbul lo scorso 13 giugno.
Un volto noto e amato dal grande pubblico maschile e femminile
di qualsiasi età, beniamino dei
più piccoli e abituato a entrare
quotidianamente nelle case degli
italiani, Alessandro Borghese è il
testimonial perfetto per sostenere
la strategia del brand, che mira ad
attestarsi sempre più come marchio di qualità e vicino alla gente.
L’accordo prevede il coinvolgimento dello chef in una campagna
di comunicazione integrata con
copertura dei principali mezzi (Tv,
web, social, stampa) e declinazione accattivante dei materiali per il
punto vendita.
Si tratta di un’iniziativa promozionale di lungo periodo, che abbraccerà l’ultimo trimestre 2014 e
buona parte del 2015. E parallelamente alla campagna sono stati pianificati diversi eventi di cooking show con lo chef in versione
“live”: momenti esclusivi di aggregazione per gli
amici di Beko.
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Mettetevi d’accordo. Fino a ieri su
quasi tutti i quotidiani si parlava dello scarso appeal del nostro paese nei
confronti degli investitori esteri. E
tutti a lamentarsi: non viene più nessuno, non siamo competitivi, il nostro
prodotto non è più appetibile. Quando poi invece un’azienda straniera ne
acquisisce una italiana tutti a stracciarsi le vesti: oddio oddio gli stranieri ci comprano tutto, cosa rimane del
nostro potenziale produttivo? diventeremo una colonia!
Insomma tutto e il contrario di
tutto. In un vortice di commenti e dichiarazioni deliranti. Al contrario, la
vicenda Indesit-Whirpool ė semplicissima. Da una parte c’era una famiglia
che da tempo, per vicende proprie,
aveva deciso di vendere. Dall’altra un
gruppo industriale che intende potenziare la sua presenza nel Vecchio Continente e in altre zone dove Indesit
detiene significative quote di mercato. Da qui l’accordo e la vendita. Con
l’assicurazione che non ci saranno
tagli al personale e si confermano investimenti in ricerca e sviluppo. Fine.
Stop. Senza se e senza ma.
Ultima doverosa sottolineatura: se
ci fosse stato un Cavaliere bianco italiano certamente la famiglia Merloni
avrebbe considerato con molta attenzione l’offerta. Non c’è stato. Oppure
l’offerta non era conveniente. Amen.
Candy: ecco
i frigoriferi KriÓ
Angelo Frigerio
Si rinnova la gamma di frigoriferi Maxi KriÓ Vital Evo. La nuova
linea vien presentata proprio d’estate, stagione in cui è fondamentale
conservare intatte le proprietà nutritive dei cibi freschi. I frigoriferi KriÓ sono studiati per raggiungere una maxi capacità: grazie allo
spazio in più, garantito da 2 metri di altezza, un ripiano aggiuntivo e
ben 19 litri in più rispetto ai modelli tradizionali, è possibile distribuire i prodotti in maniera
ottimale, lasciando il
giusto spazio tra i cibi
per evitare le contaminazioni. Il rapporto
70/30 tra refrigerazione e congelamento permette la conservazione
ottimale di una maggiore quantità di cibi
freschi.
Inoltre, il sistema No
Frost Plus, attraverso
un sistema di ventilazione forzata e un circuito interconnesso tra
frigorifero e congelatore, consente un rapido ripristino della temperatura fredda nel frigorifero, ulteriore garanzia di mantenimento
degli alimenti. I frigoriferi Maxi KriÓ Vital Evo, di classe A++, sono
dotati del sistema di illuminazione Active Led, che permette un risparmio energetico fino al 90% rispetto alle tradizionali lampadine,
oltre a una visibilità 60 volte maggiore e a una durata 30 volte più
lunga. La luce fredda e bianca dei Led non riscalda il cibo, aiutando
nella conservazione delle proprietà organolettiche.
ict
hitech magazine
anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014
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“Le belle opportunità
del mercato Pc”
Intervista con Paolo Ciotti, Pps manager di HP in Italia. L’analisi del comparto,
le iniziative marketing e comunicazione che coinvolgono il consumatore.
Sono quattro le divisioni di HP in Italia. Enterprise
Group, che si occupa di infrastrutture, data center, storage e soluzioni di networking. Poi la divisione Software
e quella denominata Enterprise Services, che si occupa
di servizi di outsourcing. Infine, la divisione Pps, acronimo che sta per printing and personal systems e riguarda
tutto ciò che è microinformatica – come Pc, stampanti,
tablet e phablet. Responsabile marketing di quest’ultima
è Paolo Ciotti, che abbiamo incontrato per farci raccontare progetti, obiettivi e strategie della multinazionale in
Italia.
Quali sono gli ambiti operativi di HP a livello consumer? Quali i prodotti su cui state investendo in
questo momento?
HP è formata da due anime principali, quella Printing e
quella Pc, e per entrambe c’è una focalizzazione sia B2B
che B2C. Nell’ambito del printing commercial in questo
periodo stiamo ponendo particolare attenzione a promuovere una tecnologia proprietaria denominata HP
PageWide Array, che introduce il getto d’inchiostro in
ambito aziendale con performance analoghe o superiori
a quelle delle stampanti laser a costi di gestione più contenuti. Da non dimenticare inoltre la forte attenzione anche sui servizi, in particolare Managed Print Services, che
consente alle aziende di aumentare i risparmi, migliorare
la produttività e la gestione del parco stampanti. Un’altra area di attenzione è quello del personal computing ,
sia B2C che B2B. In questo ambito l’offerta di HP è molto
ampia e spazia dai tablet da 7” e 10” con diversi sistemi
operativi, ai 2 in 1, fino ai convertibili e ai notebook classici. Per il futuro abbiamo programmato ulteriori evoluzioni, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche
da quello dei servizi correlati.
Può farci un esempio?
Stiamo rilanciando, anche in Italia, la partnership con
Universal Music. Grazie alla collaborazione con la major,
siamo in grado di erogare un valore aggiunto agli utenti:
un servizio di play list radio che consente di sperimentare esperienze musicali esclusive e innovative. Un utente
che oggi compra un Pc HP trova già precaricata un’app
che, previa registrazione su un portale chiamato HP Connected Music, gli consentirà di fruire di questo servizio
gratuitamente per 12 mesi. All’interno della stessa partnership, ci sarà la possibilità, acquistando un Pc HP della
gamma consumer con Windows 8 o 8.1, di partecipare a
un concorso che mette in palio un evento esclusivo con
un artista sotto etichetta Universal.
Quali sono gli altri programmi di incentivi all’acquisto nei confronti del cliente finale?
Segnalo la campagna “Trade In” che prevede la supervalutazione dell’usato, con uno sconto fino a un tetto
massimo di 400 euro sull’acquisto di un nuovo Pc. Inoltre,
proponiamo “Cash Back”: su una selezione di prodotti, il
cliente finale può richiedere il rimborso fino a 70 euro, in
base al modello che vuole acquistare. Riteniamo possano
essere incentivi particolarmente utili in fase di vendita,
quando oltre alle caratteristiche tecniche dei prodotti,
intervengono valutazioni economiche e di percezione del
brand.
In quali periodi dell’anno HP lancia nuove referenze?
Tendenzialmente i cicli annuali per HP sono il Back to
School (da agosto a metà ottobre), Christmas (che inizia
a novembre) e Spring (che parte a febbraio e dura fino
a giugno/luglio). Questi periodi coincidono generalmente anche con l’introduzione di nuovi prodotti e con programmi di vendita a supporto.
Come comunicate concretamente all’utente finale
l’esistenza delle vostre promozioni?
In linea di massima attraverso un media tradizionale
– print o radio – che viene integrato con il digital, tradizionale e social, a cui si aggiungono iniziative sul punto
vendita, principalmente tramite materiale Pop o attività
in store. Inoltre strutturiamo un piano di comunicazione
per i buyer e gli addetti vendita delle catene, sia a livello
Paolo Ciotti
centrale attraverso il nostro reparto commerciale, che
presso i punti vendita con il presidio del negozio, con
personale dedicato che si occupa dell’allestimento e del
merchandising, in particolare della verifica che le macchine siano esposte e che non ci siano rotture di stock.
Com’è suddivisa la vostra attività? Qual è il vostro
core business?
Come precedentemente accennato sia la parte Pc che
la parte Printing nelle loro declinazioni B2B e B2C rive-
Zte lancia gli smartphone Blade
Arrivano sul mercato italiano due nuovi smartphone a
marchio Zte: Blade L2 e Blade C2 Plus. Il lancio dei due prodotti, disponibili da luglio, si inserisce nell’ambito del nuovo
accordo siglato dalla divisione italiana della società cinese
con Zap, azienda di distribuzione nel settore dei beni di elettronica di consumo, che opera sull’intero territorio nazionale. “Si tratta di un accordo inedito, che ci permette di iniziare
a distribuire anche nel canale retail i nostri dispositivi”, ha
spiegato Elsa Rocco, sales account manager di Zte Italy. “La
partnership con Zap ci aiuterà a diffondere presso i rivenditori i valori del nostro
brand. Ci proponiamo di offrire telefoni
tecnologicamente avanzati e dal prezzo
competitivo a un target giovane, amante della tecnologia e della condivisione
social”.
Zte Blade L2 si caratterizza per un
touch screen da 5.0 pollici e finiture
esterne bianche. Il device, basato su
Android KitKat, presenta un processore
quad core da 1,3 GHz e una fotocamera
da 8 MP dotata di una serie di diverse
impostazioni, dallo scatto continuo a
quello panoramico, dall’anti-flicker
alla modalità multi-angolo, che può
essere trasformata facilmente in
un’animazione 3D. Il modello Zte Blade C2 Plus
dal design pulito e dalla colorazione nera, è pensato per
regalare maneggevolezza e semplicità d’uso, grazie al suo
schermo da 4.0”. Basato su Android KitKat, mette a disposizione degli utenti tutte le app del momento, una fotocamera
da 5 MP per condividere i momenti più belli sui social e una
fotocamera anteriore per non farsi mancare il selfie perfetto. E dal 1° luglio è attivo il nuovo sito web dedicato ai dispositivi mobili Zte venduti in Italia.
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stono uguale importanza. Monitoriamo, e talvolta anticipiamo, come nel caso della tecnologia PageWide Array,
l’evoluzione del mercato per andare a individuare nuovi
settori o ambiti di crescita (ad esempio il phablet recentemente annunciato).
Mi permetta una domanda un po’ cattiva: a suo parere vi siete mossi tardi nell’ambito mobile? Ormai i
competitor hanno creato delle barriere troppo alte
all’ingresso?
Per ciò che riguarda il segmento tablet, è presto per
dare una valutazione finale perché il mercato è in continua evoluzione, con sempre nuove opportunità e spazi
di business. HP, grazie a un’offerta completa, con prodotti
per tutte le esigenze, insieme all’offerta di servizi, è sicuramente in grado di rispondere a questi cambiamenti e
trovare spazi in tutti i settori.
Eppure il Pc tradizionale ha subito una battuta
d’arresto…
Ritengo che il declino del Pc si sia fermato e ora stia
mostrando piccoli segnali di ripresa. Ci sono ambiti, ad
esempio quello dei desktop – un segmento relativamente
piccolo rispetto ai dispositivi portatili – che, in particolare negli all-in-one sta crescendo, già da alcuni trimestri.
HP sta studiando nuovi form factor, con la consapevolezza che il mercato è ben lontano dall’essere consolidato,
ed esistono ancora spazi di manovra interessanti.
Come vede, in generale, il segmento It oggi?
Probabilmente il mercato ha raggiunto il suo punto
minimo e, come accennato in precedenza, iniziano a ricomparire dei segnali positivi in alcuni ambiti. Come HP
puntiamo sull’innovazione, il nostro cavallo di battaglia,
che in questo contesto significa focalizzarsi su form factor sempre più all’avanguardia e differenziare l’offerta
non solo in base all’hardware ma anche ai servizi.
Prima parlavamo di HP percepito come marchio
premium: la collaborazione con Beats by Dr Dre per
le casse dei notebook è sicuramente una scelta che
va in questa direzione. State proseguendo con qualche altra attività di questo tipo per continuare a far
percepire HP come un marchio in grado di offrire il
meglio del mercato Pc?
Stiamo lavorando in due direzioni. Da un lato al prodotto, facendo sì che i nostri device abbiano una qualità
percepita e un’affidabilità sempre al top, insieme a un
grosso impegno nei campi del design, dell’innovazione,
della ricerca di materiali e colori. L’altra direzione va verso l’arricchimento della nostra offerta con servizi aggiuntivi, come quelli derivanti dalla partnership con Universal. Ma presto introdurremo ulteriori novità.
Ossia?
A breve ci sarà la possibilità di acquistare, compreso
nel prezzo, anche un servizio che include un monte ore di
traffico dati, senza alcun vincolo per il cliente. Anche per
la parte stampanti proporremo nuovi e innovativi servizi, probabilmente all’inizio dell’anno prossimo. In questo
modo il criterio di selezione di un dispositivo hardware
non sono più solo le specifiche tecniche, ma la possibilità
di possedere una piattaforma su cui è possibile gestire, a
360 gradi, il proprio ecosistema informatico, fatto di musica, dati, cloud, foto e contenuti multimediali.
Un’ultima domanda: quali le strategie per il segmento delle stampanti?
Partiamo da una posizione di leadership consolidata: i
dati Idc ci dicono che un Pc su quattro e una stampante
su tre sono HP. Anche sulle stampanti ci differenzieremo
in due modi. Da un lato spingeremo sull’innovazione tecnologica, dall’altro amplieremo le nuove modalità di fruizione del dispositivo. E in questo senso, trasversale alle
due divisioni, è il tema della mobilità, con la tecnologia di
e-print per cui da qualsiasi dispositivo è possibile dialogare con una stampante collegata. Uno dei nostri obiettivi strategici è quello di spostarci su una fascia medio-alta
e andare a intercettare un utente premium, che stampa di
frequente per lavoro, per studio o altro.
Annalisa Pozzoli
entertainment
Intervista con Ricardo Cones, general manager della filiale italiana
hitech magazine
anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014
www.hitechweb.info
“Ubisoft, partner
per un Natale al top”
L’analisi del mercato, le performance brillanti grazie al successo di Watch_Dogs.
Gli obiettivi per il nuovo anno fiscale. Con una line up ricca e ben assortita.
Il successo ottenuto da Ubisoft, con il lancio di Watch_
Dogs, inutile negarlo, è il miglior viatico. Se volete, l’abbrivio
ideale in vista della lunga volata natalizia. Il carburante che
ci vuole sia per restituire fiducia e coraggio a tutto il business del mercato italiano, sia per affrontare il Natale 2014
con la giusta carica. Ricardo Cones, general manager di Ubisoft in Italia, è giustamente soddisfatto, sorridente. Ma predilige restare con i piedi per terra. Il lavoro che si profila
all’orizzonte non ammette distrazioni.
Ricardo Cones, credo che una partenza così, grazie a
Watch_Dogs, metta di buon umore…
Certamente, ci mancherebbe. E’ stato un successo di vendite che è andato al di sopra delle più rosee aspettative. Ma
preferisco guardare avanti.
D’accordo, allora andiamo subito a delineare gli obiettivi prefissati per il nuovo anno fiscale di Ubisoft in Italia, che si concluderà il prossimo 31 marzo.
I nostri target sono in crescita rispetto all’anno scorso.
Crediamo che il mercato italiano possa uscire dalla fase più
difficile che ha vissuto e che di fronte a noi si schiuda un
Natale ricco di soddisfazioni.
Tradotto in numeri tutto ciò che cosa significa?
La nostra ambizione è quella di poter incasellare una crescita del 25% per Ubisoft in Italia. Non è facile, ma penso
che ci siano tutti gli ingredienti per puntare in alto.
Direi un grande atto di fiducia…
Mah, questo ingrediente è fondamentale nel business. E
noi non lo abbiamo mai perso. Figuriamoci ora che si registra complessivamente, guardando al valore totale del mercato, un’inversione di tendenza. Si tratta di un segnale forte
e che dobbiamo mettere a frutto. Specialmente per recuperare voglia di fare e di avere coraggio.
E in giro se ne percepisce?
Non vorrei apparire un inguaribile ottimista, ma mi sembra che il clima su scala generale sia migliorato. Avverto
che sul Sistema Italia dall’estero si manifesta una pressione
inferiore. Guardando invece alla dinamica del gaming, oltre
a essersi circoscritte le problematiche legate al credito, in
termini di partnership con i retailer registro un approccio di
piena disponibilità. A loro rivolgo un appello e dico di scommettere con Ubisoft per il Natale 2014. La griglia di titoli
che da ottobre lanceremo a scaffale è di prim’ordine. E non
deluderà le aspettative.
Bene, parliamone. Quale sarà il titolo della vostra line
up capace di sorprendere?
Io scommetto su Far Cry 4. L’accoglienza ottenuta a Los
Angeles è stata incredibile. E può beneficiare del notevole
successo conquistato nel corso della stagione passata. Lo
considero un titolo che merita almeno un nove in pagella
per l’originalità e la qualità.
Passiamo al nuovo capitolo Assassin’s Creed Unity. Anche in questo caso, un giudizio.
E’ da nove e mezzo. Sulle console next gen, questa nuova
produzione è destinata a lasciare a bocca aperta.
A quale delle vostre release, quindi, va il massimo dei
voti?
Sicuramente a Just Dance 2015, che rimane un fenomeno di
vendite. E con l’applicazione Just Dance Now vivrà una nuova stagione di successo. Anche quest’anno lo presenteremo
anche su piattaforma Wii, dimostrando che Ubisoft continua
a sviluppare prodotti per tutte le console. Più generale, credo che ancora una volta Ubisoft abbia dimostrato la propria
attitudine a mettere al primo posto la creatività. La nostra
griglia di referenze non trascura alcun target di pubblico. E
tale elemento di forza è riconosciuto a tutti i livelli.
Di che cosa c’è bisogno per fare tornare a splendere il
business videoludico in Italia?
Beh, le variabili sono molteplici. Il calo dei consumi purtroppo non è ancora stato superato. Sappiamo che alcuni indicatori economici sono ancora preoccupanti. Ma guai a fermarsi. Come industria videoludica, e anche l’edizione 2014
dell’E3 lo ha ribadito, l’impegno a innovare e a sorprendere
non viene meno. Anzi, la qualità dell’offerta si alza costante-
Ricardo Cones
mente. Gli investimenti in comunicazione e marketing non
arretrano. Ora è strategico il ruolo dei rivenditori. Sono loro
il media per rendere vincente la relazione con i consumatori. Il loro apporto, la loro assistenza alla vendita è basilare.
Il loro attivismo, anche con gli hard core gamer, diventa elemento decisivo per restituire forza alle vendite.
A proposito di premesse e promesse: possiamo attenderci un anno di vera svolta impattante per le console
next gen?
Non solo dobbiamo auspicarlo ma fare di tutto perché ciò
avvenga. Credo che tanto PlayStation 4 quanto Xbox One,
alla luce del nuovo modello lanciato a un prezzo più aggressivo, abbiano le carte in regola per ampliare il raggio
d’azione. E questo è decisivo per avviare in modo ancora più
intenso un nuovo ciclo di vita del business. Ma da publisher
sono persuaso che anche sul fronte del software per PlayStation 3 e Xbox 360 ci sia spazio e modo per ottenere ottime performance. C’è una quota significativa di gamer che
non ha ancora deciso di migrare verso la next gen. Pertanto,
non dobbiamo trascurare le vecchie console.
In chiusura, il mercato italiano nel suo insieme, al
prossimo 31 dicembre, potrà chiudere con un saldo positivo?
Al netto di eventi straordinari e impossibili da prevedere,
direi di sì.
Quale potrà essere l’obiettivo minimo da raggiungere?
Mi aspetto complessivamente una crescita di almeno il
5% rispetto all’anno scorso. Anche se in realtà potremmo
aspettarci molto di più… Ubisoft comunque c’è. E farà la sua
parte.
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Svizzera,
un nuovo
spauracchio
Svizzera patria della pirateria. Il Consiglio Federale della Confederazione Elvetica ha confermato di avere in cantiere un progetto normativo che andrebbe
a consentire l’utilizzo a fini personali di
opere tutelate da copyright immesse in
rete a dispetto della volontà dei detentori dei diritti. Il Dipartimento di Giustizia
Federale è stato incaricato dalle autorità
di Berna di sviluppare il disegno di legge,
che verrà poi sottoposto a consultazione
popolare, nella forma del referendum
utilizzata tradizionalmente in Svizzera.
L’orientamento della norma sarà di mettere in capo ai provider la possibilità di
limitare l’accesso a siti che veicolino contenuti e link che rimandano a materiale
piratato. Ma, come afferma il gruppo di
lavoro per la gestione dei diritti d’autore
e dei diritti di protezione affini, viene così
evitato che la responsabilità del download o dell’utilizzo di file Torrent ricada
sull’utenza, e non viene nemmeno individuato un principio di azione legale
contro i gestori dei siti che veicolano il
materiale coperto da copyright.
La decisione va ad aggravare la posizione della Confederazione Elvetica in
seno all’International Intellectual Property Alliance (Iipa) che ha già inserito i nostri vicini nella Watch List 2013.
Secondo le rilevazioni di comScore, ben
il 35% degli utenti svizzeri accede a servizi online che veicolano illecitamente
contenuti. La media è di gran lunga superiore alla stima europea, e il problema
è ancor più sensibile in un Paese che è
all’avanguardia in Europa per sfruttamento del Vod e per integrazione della
distribuzione digitale col business del
theatrical (le principali piattaforme on
demand appartengono ai circuiti cinematografici).
Insomma, la Confederazione sta diventando rapidamente una “nuova Svezia”: come era avvenuto nella nazione
scandinava ai tempi di The Pirate Bay,
hanno spostato i propri server su territorio elvetico realtà come Private Layer
e Uploaded, specializzate in hosting providing e file hosting. Un pericolo per i
mercati legali di Italia, Francia o Germania, che a causa della comunanza della
lingua con le tre comunità elvetiche
subiscono anch’esse un danno evidente.
La più colpita in assoluto è la Francia, a
causa della disponibilità di titoli Dvd e
BD di provenienza canadese che vengono sistematicamente piratati in Svizzera, quando magari i titoli che veicolano
non sono ancora usciti in Europa. Non
dimentichiamo infine che per risolvere
la questione non può nemmeno essere
chiamata in causa la Ue.
entertainment
Parla Gianpaolo Boschi, head of retail sales di Walt Disney Company Italia
“Un autunno
da protagonisti”
Dopo il successo di Frozen anche in home video, ferve l’attesa per
le nuove release Disney, Maleficent su tutti. I riflettori sono puntati anche sull’uscita in Dvd e BD di un altro top title al botteghino,
Captain America: The Winter Soldier. E la partnership con Marvel
continua anche sul fronte videogiochi. Supereroi come Iron Man,
Thor e gli Avengers saranno infatti protagonisti della versione 2.0
di Disney Infinity, che uscirà il prossimo autunno, supportata da una
campagna media in grande stile. Ne abbiamo parlato con Gianpaolo
Boschi, head of retail sales di Walt Disney Company Italia.
Iniziamo dal comparto videogiochi. C’è grande attesa per
l’arrivo di Disney Infinity 2.0. Riavvolgendo il nastro, qual è il
bilancio dell’attività svolta sul mercato gaming italiano?
The Walt Disney Company, tramite la sua divisione Disney Interactive, è da sempre una realtà molto importante del settore dei videogiochi, che per noi è e rimane un business strategico. L’obiettivo
è sempre quello di avere successo sia con prodotti venduti direttamente sia con prodotti relativi a property Disney, Marvel o Lucas
sviluppati dai nostri licenziatari e partner.
Come è stato accolto dal mercato il primo lancio di Disney
Infinity?
Disney Infinity è Il titolo Disney Games più venduto nella storia di
Disney Interactive ed è stato un grandissimo successo, sia di pubblico che commerciale.
Quali le peculiarità per Disney Infinity 2.0?
Disney Infinity 2.0 sarà lanciato in autunno e la prima wave sarà
interamente dedicata ai supereroi Marvel. Nello starter pack saranno inclusi: Iron Man, Thor, la Vedova Nera e il mondo degli Avengers. Separatamente l’utente potrà comprare altri mondi (come
quello di Ultimate Spider-Man) e personaggi (tra cui Hulk e Capitan
America, ad esempio) e divertirsi per ore nell’universo dei supereroi Marvel. Anche Infinity 2.0, come il primo capitolo, darà ai giocatori la possibilità di creare il proprio mondo e popolarlo con tutti i
personaggi che vorrà. Sarà quindi possibile vedere insieme l’incredibile Hulk e Mike Wasosky, e unire i mondi tra loro.
Quali le aspettative su questo titolo?
Le aspettative sono molto elevate, sia perché il prodotto per la
prima volta annovera tutti i personaggi Marvel più popolari e adorati dal pubblico, sia perché lo studio di sviluppo Avalanche ha apportato tantissime modifiche al gioco portando grafica, giocabilità
e divertimento ai massimi livelli. Alcune novità nella scatola dei
giochi sono state poi richieste direttamente dal pubblico, come la
possibilità di creare zone del proprio mondo con un semplice click
del joypad o quella di creare anche gli interni degli edifici e non solo
gli esterni. I giocatori potranno ora realizzare la propria super base
segreta e combattere i nemici dal proprio quartier generale.
In che modo intendete lanciare questo titolo e supportarlo
in termini di comunicazione?
Stiamo preparando una campagna media e pr a supporto che
non ha precedenti nella storia di Disney Interactive. Tra le altre
cose, faremo una fortissima campagna Tv con passaggi prime time,
in radio sulle più importanti emittenti nazionali, sulla stampa sulle
principali riviste a target consumer e trade. E poi nei cinema, con
spot prima della proiezione, e in Internet con la selezione di formati
multimediali ad alta visibilità in grado di valorizzare il gameplay e
le peculiarità del gioco. A tutto ciò si affiancheranno attività di Crm,
con mass mail dedicate a un database di oltre 200mila utenti attivi,
e importanti iniziative B2B con diverse aziende partner e un fantastico evento di lancio.
Sul fronte retail quali sono le attività e le partnership delineate?
Grandissimo supporto e focus sarà dato ai retailer e alle attività a
loro collegate. In particolare lanceremo una forte campagna a supporto delle attività di pre-ordine, una forte comunicazione trade
con copertine, pubblicità e articoli dedicati sulle principali riviste
e siti del settore. Organizzeremo poi promozioni in-store nei punti vendita strategici, Gdo e specializzati, materiali pop a supporto
della vendita (espositori, standee, wobbler) in oltre 3mila negozi
su tutto il territorio. Ci saranno impattanti spazi dedicati a scaffale, nonché flyer e cataloghi per ottenere la massima visibilità nella
comunicazione in-store. Stiamo lavorando moltissimo anche con i
produttori hardware per poter massimizzare le sinergie tra i nostri
titoli (in particolare Disney Infinity 2: Marvel Super Heroes e Disney
Fantasia) e le loro console. Il loro supporto sarà fondamentale per
© Gianmarco Chieregato/Photomovie
Sul fronte gaming, La scena sarà tutta per Disney Infinity 2.0.
Tutte le strategie di promozione anche dei nuovi titoli home video.
Gianpaolo Boschi
il successo delle nostre release.
Passiamo ora al comparto home video. E partiamo da Frozen. In tutto il mondo la versione in Dvd e BD si è rivelata un
successo straordinario. Che risultati ha dato in Italia? Quali
sono a suo parere gli elementi che hanno determinato la performance di questo titolo?
Frozen – Il Regno di Ghiaccio è stato un grande successo cinematografico amato da tutti, grandi e piccini, e il franchise relativo a
questo titolo è in continua crescita ed espansione. L’awareness di
questo incredibile film ha giocato un ruolo chiave anche per il lancio home video che, oltre tutto, è stato supportato da una campagna
marketing ad hoc, con spot Tv in prime time, pianificazioni radio e
utilizzo strategico di tutti i media di proprietà Disney, soprattutto
sul versante social.
Disney continua a lavorare anche alla costruzione di titoli
direct to video che sono oggetto di grandissima attenzione probabilmente senza eguali nel mondo delle release inedite in
sala - come nel caso di Trilli e la nave pirata. Come sono costruiti promozione e lancio in questo caso?
Trilli e la nave pirata uscirà in Italia direct–to–video a inizio settembre. Forte dell’awareness acquisita nel tempo dal franchise Fairies, uno dei principali in casa Disney, e del supporto offerto da tutti
gli owned media e dai social network, Trilli e la nave pirata godrà di
massimo focus per il lancio.
C’è grande attesa attorno a Maleficent, forse il film più importante che arriva in sala in questo periodo dell’anno. Le vostre aspettative come società quali sono?
Il lancio cinematografico di Maleficent ha ottenuto uno strepitoso successo a livello mondiale e ad oggi il solo box office italiano
ha raggiunto i 13 milioni di euro. Questo titolo è per noi la priorità
home video per il back to school e tutta la company sarà focalizzata
su questo lancio. A supporto è prevista una campagna media ad hoc
e particolare importanza verrà data all’esposizione in store.
Dopo Thor The Dark World possiamo tracciare un bilancio
dell’impatto di Marvel sul vostro business e delineare la strategia di futuro sfruttamento di questo importantissimo brand?
Sul fronte home video il franchise Marvel, che si conferma una
priorità assoluta per la company, ritornerà protagonista verso fine
l’estate con il lancio di Captain America: The Winter Soldier, un film
che ha ottenuto al box office mondiale un risultato di ben 710 milioni di dollari, e uscirà in Dvd, BD, BD-3D e Steelbook il prossimo 27
agosto. E non dimentichiamo che l’anno prossimo ci sarà la grande
uscita di Avengers 2 che, anche considerato il box office del primo
film, resta un franchise di una forza incredibile.
20
hitech magazine
anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014
www.hitechweb.info
Gamescom
resta a Colonia.
Come prima,
più di prima
E’ ufficiale. Gamescom resta a Colonia anche in futuro. Questa decisione
è stata presa dalla Biu (l’associazione
dell’industria tedesca dei giochi per
computer e videogame) e da Koelnmesse tramite la stipula di un nuovo
contratto fieristico. Dopo una crescita molto dinamica negli anni scorsi, il
principale evento mondiale per i giochi
interattivi (che quest’anno andrà in
scena dal 13 al 17 agosto) continuerà
a restare nei quartieri fieristici della
città tedesca. E la decisione è stata salutata con apprezzamento dal primo
cittadino di Colonia, Jürgen Roters:
“Gamescom costituisce grandi utili per
la città e la regione. La fiera porta nella zona del Reno visitatori ed espositori internazionali, inoltre arricchisce il
polo fieristico ed economico di Colonia”.
Koelnmesse e Biu vedono un grande
potenziale nella prosecuzione della
partnership di successo. “La manifestazione è diventata a Colonia l’evento
internazionale centrale in materia di
giochi per computer e videogame. Il record dell’anno scorso di 340.000 visitatori provenienti da tutto il mondo è stato un importante traguardo. I successi
degli anni passati hanno fatto sì che
l’industria internazionale dei videogiochi garantisse il proprio impegno la per
Gamescom presso il polo Germania”, ha
sottolineato Maximilian Schenk, amministratore delegato di Biu. Dal canto
suo, Bernd Fakesch, presidente di Biu,
ha evidenziato: “Tutte le fasce d’età e
tutti i ceti sociali giocano ai videogame attraverso tutte le piattaforme di
gioco. Quando nel 2009 la Gamescom
si tenne per la prima volta a Colonia,
giocava il 20% della popolazione. Oggi
gioca quasi una persona su due. Questo sviluppo accrescerà ancora di più
l’importanza di Gamescom, così come
l’internazionalizzazione crescente del
nostro settore”.
Anche Gerald Böse, presidente di
Koelnmesse, guarda al futuro con ottimismo: “Gamescom e Colonia traggono
beneficio vicendevolmente: l’evento si
è sviluppato qui negli anni scorsi diventando la fiera per giochi digitali
di maggior successo al mondo. Rende
Colonia ancora un po’ più interessante
per un settore del futuro e, infine, per
tutta l’economia digitale. Insieme alla
Biu, con il nuovo contratto, abbiamo
posto la prima pietra per un proficuo
futuro comune”.
Anche lo sviluppo ulteriore della manifestazione concomitante, Gamescom
Congress, evento principale relativo a
tutti i temi sociali, politici, economici
e giuridici, quali la tutela dei minori e
dei consumatori, fa parte dei compiti
fondamentali. Nel corso del processo
di ideazione, le aziende del settore dei
giochi per computer e dei videogame,
raggruppate nell’associazione interprofessionale, manderanno segnali per
la ‘next generation of Gamescom’.
Raffaella Cordera
A Roma le premiazioni dell’iniziativa promossa dal Centro di Coordinamento
‘Comuni Ricicloni’:
i più virtuosi del 2013
I tre vincitori della 21esima edizione. Si tratta di Montefredane (Avellino),
Borgo San Dalmazzo (Cuneo) e Gallarate, in provincia di Varese.
hitech
magazine
A pagina 26
speciale raee
Un nuovo ruolo
per la distribuzione
A tu per tu con Fabrizio Longoni, direttore
generale del Centro di Coordinamento
“Ora serve
un salto
di qualità”
Il workshop di Aires e ReMedia a Milano.
Focus sui nuovi obblighi del retail dopo
il recepimento della direttiva comunitaria
e l’introduzione dell’1 contro 0. Ma anche
sull’opportunità di raggiungere gli standard
europei di raccolta.
a pagina 22
a pagina 22
Riflettori su Ecolamp
La parola al direttore generale del sistema Ecoped-Ridomus
“La forza e il successo
delle buone pratiche”
“Tracciabilità e recupero:
una priorità per tutti”
Intervista con Fabrizio D’Amico,
direttore generale.
L’andamento, gli obiettivi
e le strategie per il 2014.
L’importanza della comunicazione.
Anche alla luce
della nuova ‘Direttiva Raee 2’.
A tre mesi dal Decreto Legislativo 49,
l’appello di Giuliano Maddalena.
Le responsabilità nei confronti
delle generazioni future.
La necessità di garantire
maggiori controlli sulle modalità
di raccolta e riciclo.
a pagina 24
a pagina 25
Anno 2013: Milano vince il confronto con gli altri capoluoghi italiani
Il primato per la raccolta
di rifiuti elettronici
Performance in rialzo anche per il 2014. Da gennaio a maggio si registra un incremento
dell’1,3% rispetto al medesimo periodo della scorsa stagione.
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a pagina 23
speciale raee
A tu per tu con Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento
“Ora serve
un salto di qualità”
“Nei primi cinque mesi del 2014, secondo le nostre
analisi, la raccolta di Raee in Italia è stabile, se parametrata al medesimo periodo del 2013. Considerando il quadro economico generale dei consumi, ed
evidenziando che le quantità flettono, nell’R3, quello
dei Tv, si rileva invece un incremento per tutti gli altri
raggruppamenti. E questo mi pare un segnale confortante”. Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento Raee, come sempre va dritto al
nocciolo della questione. E, in questa chiacchierata
con Hitech Magazine, traccia un bilancio dell’attività svolta, oltre a identificare i nuovi obiettivi da raggiungere.
L’analisi muove dal Decreto 49 che ha recepito la
nuova Direttiva Europea: “In generale mi pare che
il legislatore abbia fatto un buon lavoro. La storia e
l’esperienza acquisita sul campo in questi anni rappresentano una solida base di partenza”, esordisce
Fabrizio Longoni. “Ora, creato il Decreto 49, bisogna
completare i passaggi successivi e il lavoro al ministero ferve. Non possiamo e non dobbiamo disperdere risorse e competenze. Ma mi sento di rilevare
che i processi risultano più fluidi, proprio grazie al
background di conoscenze disponibile”
Altro aspetto, non secondario, è il riconoscimento da parte del governo del ruolo svolto e che dovrà
svolgere il Centro di Coordinamento: “E’ vero. Le istituzioni hanno riconosciuto in maniera tangibile il nostro lavoro di questi anni e il ruolo assolto”, continua
Fabrizio Longoni. “Di più: hanno identificato proprio
il Centro di Coordinamento sia come un interlocutore capace di fungere da facilitatore per l’acquisizione
di informazioni, sia come una realtà in grado di fornire supporti e consulenze per delineare i percorsi
Fabrizio Longoni
più idonei. Stiamo lavorando in maniera partecipata
e ciascun interprete della filiera sta producendo contributi ben riconoscibili. Tutto questo ci può aiutare
nel completamento dei decreti attuativi anche in ter-
mini di controllo delle attività. Per conseguire i target prefissati penso sia indispensabile gestire i flussi
in modo corretto, ma dobbiamo anche essere nelle
condizioni di attribuire ai rifiuti elettrici ed elettronici codici chiari, che non ammettano dispersioni”,
sottolinea Fabrizio Longoni. “Credo che il mese di
ottobre possa essere lo spartiacque e segnare una
svolta decisiva”.
A fronte di tutto questo, pertanto, l’agenda è ricca
e densa di appuntamenti e d’impegni. Sul tavolo c’è
anche la definizione degli accordi di programma: sia
con Anci e dunque i Comuni, ma anche quelli con gli
impianti di trattamento (un comparto che in questi
anni ha sostenuto investimenti significativi) e con il
canale retail.
Ed è proprio su quest’ultimo versante – coinvolto
in maniera ancora più incisiva proprio con il decreto legato all’Uno contro zero - che Fabrizio Longoni
esprime un auspicio: “Per centrare i prossimi ambiziosi obiettivi delineati dall’Europa tutto il Sistema
Italia è chiamato a compiere un salto di qualità. Personalmente, credo che il settore retail possa e debba
svolgere un’azione ancora più forte e qualificata. Sarà
importante sedersi al tavolo e definire un percorso
virtuoso. Ma è indiscutibile che la distribuzione specializzata potrà e dovrà fornire un contributo fondamentale per incrementare i tassi di raccolta. Sono
fiducioso che quanto prima si possa affrontare questa tematica per trovare un ideale punto di sintesi”.
Come a dire che lo scopo di tutti deve essere quello di
raggiungere insieme l’obiettivo fissato dalla Direttiva
nel 2019: 12 kg pro capite di Raee.
Riccardo Colletti
Un nuovo ruolo
per la distribuzione
Il workshop di Aires e ReMedia a Milano. Focus sui nuovi obblighi del retail dopo il recepimento della direttiva comunitaria
e l’introduzione dell’1 contro 0. Ma anche sull’opportunità di raggiungere gli standard europei di raccolta.
Delineare il nuovo ruolo della distribuzione dopo l’introduzione dell’uno contro zero. Questo il tema al centro
del workshop organizzato da ReMedia e Aires - con la
collaborazione di Ancra - lo scorso 27 giugno, presso la
sede di Confcommercio a Milano.
Il Decreto Legislativo n. 49 del 14 marzo 2014 ha recepito la nuova Direttiva Raee (2012/19/EU), portando
una serie di novità che coinvolgono direttamente i distributori. In particolare, l’1 contro 0, che consente ai consumatori di portare un prodotto elettronico a fine vita
presso un punto vendita senza doverne acquistare uno
nuovo, vede protagonisti gli esercizi commerciali superiori ai 400 metri quadrati. Come è stato sottolineato nel
corso del convegno, sicuramente questa disposizione obbliga il mondo della distribuzione a nuovi adempimenti.
Ma offre anche la possibilità di giocare un ruolo importante nel raggiungimento degli obiettivi di raccolta imposti dalla Ue.
Al benvenuto del direttore generale di Aires Davide
Rossi, hanno fatto seguito nel corso della giornata gli
interventi di Enrica Blasi del ministero dell’Ambiente, di
Andrea Farì di Ambientalex, di Riccardo Pasini, vicepresidente di Aires, di Maurizio Calaciura, vicepresidente di
Ancra, e in conclusione quello di Danilo Bonato, direttore
generale di ReMedia. Sul ruolo della Distribuzione per il
raggiungimento degli obiettivi fissati dal D.Lgs. 49/2014
si è soffermata Enrica Blasi, mentre gli aspetti più tecnici
della questione sono stati illustrati dall’avvocato Andrea
Farì di Ambientalex. Il quale ha mostrato il quadro degli obblighi dei distributori e dei diritti dei consumatori
dopo l’entrata in vigore dell’uno contro zero. Con anche
le sanzioni previste in caso di mancato ritiro da parte del
punto vendita, da 150 a 400 euro per ogni apparecchiatura non ritirata.
Lo strumento uno contro zero e l’impegno della Distribuzione specializzata per raggiungere i target europei
sono stati invece al centro dell’intervento di Riccardo
Pasini: “L’introduzione dell’1 contro 0 attribuisce alla
distribuzione un ruolo importante per la tutela ambientale”, ha evidenziato il vicepresidente di Aires. “Fermo
restando il nostro impegno sul fronte ecologico e la nostra volontà nel supportare lo Stato nel raggiungimento
degli obiettivi di raccolta stabiliti dall’Ue, auspichiamo
imminenti decreti attuativi che ci aiutino a semplificare
22
le procedure per il ritiro e a ridurre la burocrazia per lo
smaltimento”. Ha poi preso la parola Maurizio Calaciura,
il quale ha fornito una spiegazione dettagliata del nuovo
progetto “Network Raee” elaborato da Ancra e Confcommercio. “La mission del progetto è valorizzare l’impegno
e il servizio che le imprese, con senso di responsabilità
sociale e ambientale, possono offrire a tutta la cittadinanza”, ha spiegato Calaciura. “Attraverso l’implementazione
di un vero e proprio network, capace di coinvolgere i diversi operatori della filiera dei Raee: comuni, produttori,
distributori, trasportatori e gestori di impianti”. Il Nuovo
Sistema di Raccolta di Confcommercio e Ancra si propone dunque di rappresentare “la cabina di regia delle attività e dei servizi, occupandosi anche di attuare un monitoraggio continuo che assicuri la crescita costante dei
servizi offerti e la loro rimodulazione in itinere”.
La conclusione della giornata è stata affidata al direttore generale di ReMedia Danilo Bonato, che si è focalizzato
sull’attuazione pratica delle obbligazioni dei distributori.
“Si stringono i tempi per arrivare ai target di raccolta
che ci chiede l’Europa, vale a dire entro il 2019 l’85% dei
Raee generati o il 65% delle apparecchiature immesse
sul mercato”, ha sottolineato Danilo Bonato. “L’introduzione dell’1 contro 0 è uno strumento molto importante
per cambiare passo: siamo convinti che la distribuzione
si impegnerà con decisione per offrire questo nuovo servizio ai consumatori, così come sta avvenendo nei Paesi
europei più virtuosi”.
Anno 2013: Milano vince il confronto con gli altri capoluoghi italiani
hitech magazine
anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014
www.hitechweb.info
Il primato per la raccolta
di rifiuti elettronici
Performance in rialzo anche per il 2014. Da gennaio a maggio si registra un incremento
dell’1,3% rispetto al medesimo periodo della scorsa stagione.
Sono oltre 3 kg i rifiuti elettrici ed elettronici raccolti
per ogni abitante, nel 2013, a
Milano. Così la città lombarda vince il confronto con gli
altri grandi capoluoghi italiani. Ma non solo: guardando al
periodo compreso tra gennaio
e maggio del 2014 la raccolta
è aumentata dell’1,31% (rispetto allo stesso periodo del
2013), segnando una netta
controtendenza rispetto alla
media italiana che invece presenta una diminuzione dello
0,33%. Insomma, un risultato
importante e apprezzabile.
I nuovi dati sono stati presentati lo scorso 2 luglio
dall’assessore alla Mobilità e
ambiente del comune di Milano Pierfrancesco Maran, insieme a Emilia Rio, presidente
di Amsa, e a Fabrizio D’Amico,
presidente del Centro di Coordinamento Raee.
“Siamo molto soddisfatti
di questo risultato”, ha sottolineato l’assessore Maran.
“Sono convinto che lo smaltimento dei rifiuti elettrici ed
elettronici sia decisivo per la
crescita economica del Paese
e anche qui i milanesi eccellono. L’obiettivo che abbiamo
di fronte è ambizioso: raggiungere la quota di 4 kg per
ogni cittadino, come chiesto
dall’Unione Europea. Stiamo
lavorando alacremente – assicura Maran – unitamente con
Amsa, per raggiungere livelli
sempre più alti sulla raccolta differenziata, che a maggio
ha sfiorato complessivamente
il 50%. E sono convinto che,
anche per lo smaltimento dei
Raee, Milano saprà essere
esempio di sensibilità ambientale e buone pratiche per
tutto il resto del nostro Paese”.
A fronte della volontà di raggiungere gli obiettivi indicati
dall’Europa, è fondamentale il
coinvolgimento di tutti i consumatori. Per sensibilizzare
sullo smaltimento dei rifiuti
elettrici ed elettronici ed evitare lo stoccaggio improprio,
Amsa e il Centro di Coordinamento Raee hanno lanciato
una campagna di informazione rivolta ai cittadini: i volantini consentiranno di conoscere i luoghi e gli orari in cui
sarà presente la postazione
Cam (Centro ambientale mobile), in modo da pianificare la
consegna di alcune tipologie
di rifiuti Raee presso la postazione più vicina al proprio
quartiere.
M.B.
speciale raee
Riflettori su Ecolamp
“La forza e il successo
delle buone pratiche”
Intervista con Fabrizio D’Amico, direttore generale. L’andamento, gli obiettivi e le strategie per il 2014.
L’importanza della comunicazione. Anche alla luce della nuova ‘Direttiva Raee 2’.
Le novità proposte dal Decreto recepito dal governo italiano sulla direttiva ‘Raee 2’. Ma ancor più l’attività che
Ecolamp – il consorzio che guida – sta
attuando con un obiettivo prioritario:
centrare il target di raccolta prefissato
nel segmento delle sorgenti luminose,
contribuendo a generare – presso i cittadini e consumatori - una crescente
sensibilità al tema del recupero corretto.
La parola a Fabrizio D’Amico, direttore generale di Ecolamp.
ragionevolezza, crediamo sia possibile
centrare il traguardo delle 2mila tonnellate per la fine dell’anno.
Fabrizio D’Amico
Su quali vettori si esprime l’azione di Ecolamp?
La partnership con il mondo dei
grossisti di materiale elettrico è indubbiamente centrale. E i risultati
sono di crescente soddisfazione. Così
come la collaborazione attivata con i
comuni, mediante il progetto ‘Nuova
luce al recupero’ (si veda riquadro a
lato, ndr) sta generando riscontri sempre più confortanti. Ecolamp crede che
soltanto aggregando le competenze, le
risorse e le competenze sia possibile
conseguire gli ambiziosi obiettivi determinati dalla ‘Direttiva Raee 2’.
Partiamo dal quadro generale:
soddisfatto per i contenuti del decreto governativo relativo alla ‘Direttiva Raee 2’?
Direi di sì. Soprattutto perché ancora una volta è stato ribadito che il
Sistema Raee italiano è efficace e funziona, alla luce del tanto lavoro svolto.
Come sempre l’obiettivo è migliorare
le performance, affinare tecniche e
operatività. Ma l’impianto costruito
nel tempo ha dimostrato di saper funzionare. Ora, quindi, dobbiamo compiere un ulteriore salto di qualità.
Una bella sfida.
Certamente. L’auspicio è che il legislatore, che rileviamo essere particolarmente sensibile e attento al tema,
attraverso la definizione dei decreti
attuativi, sappia valorizzare maggiormente le peculiarità di ciascun attore
della filiera. Ma ribadisco, il sistema
italiano è solido, funzionale, efficiente
e tracciabile. La competenza acquisita
in questi anni è un pilastro fondamentale per guardare al futuro.
In tal senso c’è grande attenzione e focus sulla questione del ritiro
‘Uno contro zero’, che può offrire,
tramite l’impegno del retail e il contributo di cittadini e consumatori,
una grande chance per incrementare il tasso di raccolta…
Confermo. Si tratta di una leva importante. Sono sicuro che proprio un
coinvolgimento ancora più marcato e
incisivo della distribuzione costituisca
un fattore rilevante. Abbiamo bisogno
di intensificare il lavoro di squadra
e di rendere ancora più pervasiva ed
efficiente la cultura delle buone pratiche per il recupero di rifiuti elettrici
ed elettronici. I Raee sono una risorsa
da capitalizzare. E come tale devono
essere valorizzati secondo i canali più
corretti.
Ma il tema della divulgazione informativa è centrale per accrescere la cultura delle buone pratiche
presso i cittadini. Non crede sia indispensabile una grande opera di
comunicazione ad ampio spettro?
Personalmente sono convinto che
questo aspetto rivesta un’importanza
decisiva. Tutti siamo chiamati a diffondere questa cultura. Speriamo che an-
boa del primo semestre qual è il
bilancio del lavoro svolto in questa
prima parte di 2014?
Siamo contenti. Gli indicatori ci dicono che nell’ambito delle sorgenti
luminose abbiamo raggiunto la soglia
delle 1.000 tonnellate raccolte nel primo semestre. Dunque, con la giusta
che a livello centrale si possa concertare una strategia in questa direzione.
Il nostro Consorzio Ecolamp da sempre destina ingenti risorse a iniziative
di marketing e comunicazione sul territorio. E i risultati si vedono.
A proposito di Ecolamp: virata la
‘Nuova luce al recupero’
al via anche a Roma
Sbarca anche a Roma l’iniziativa “Nuova luce al recupero” promossa da Ecolamp. Il consorzio ha lavorato in collaborazione con Ama, l’azienda per la raccolta
dei rifiuti e i servizi d’igiene urbana della capitale. La partnership offre un servizio concreto di supporto all’attività dei grossisti di materiale elettrico, impegnati
nella raccolta delle lampadine esauste provenienti dall’uno contro uno. E mira a
favorire al contempo la conoscenza e l’utilizzo di tale canale da parte dei cittadini.
L’obiettivo è quello di incentivare il sistema di raccolta uno contro uno – che prevede la riconsegna della lampadina “bruciata” a fronte dell’acquisto di una nuova
– agendo direttamente sui rivenditori. Questi infatti hanno ricevuto da Ecolamp i
contenitori più adeguati alla raccolta delle lampadine non più funzionanti, nonché i materiali informativi sia per il personale sia per i consumatori sul tema del
riciclo delle sorgenti luminose. E, soprattutto, possono contare su un servizio gratuito che con cadenza mensile garantisce, grazie a Controlfilm – partner logistico
dell’iniziativa - il ritiro dei contenitori pieni e il rifornimento di nuovi da mettere a
disposizione dei clienti. Le lampadine raccolte dai grossisti vengono così trasportate da un apposito mezzo dedicato a ‘Nuova luce al recupero’ ai centri di raccolta
comunali, per il successivo trasferimento agli impianti di trattamento autorizzati,
in grado di recuperare oltre il 95% dei materiali di cui sono composte.
‘Nuova luce al recupero’ rappresenta un ulteriore contributo alla corretta raccolta e gestione delle lampadine esauste nel territorio metropolitano romano, che
già nel 2013 aveva registrato buoni risultati. Sono 96.651, +13% rispetto al 2012,
i chili di lampade a basso consumo raccolti nel 2013 dal consorzio a Roma e provincia, mentre l’intera regione Lazio si è posizionata al 5° posto nella classifica
regionale Ecolamp dello scorso anno, con 113.152 kg di lampadine, +16% rispetto
al 2012.
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A suo parere, ce la faremo a centrare l’obiettivo?
Io penso di sì. L’Italia è chiamata a
un impegno da non sottovalutare. La
scadenza del 2016, e ancor più quella del 2019, sembra lontana, ma non
dobbiamo perdere tempo. Per questa
ragione, le buone pratiche operative,
ben congegnate con un’azione di filiera incisiva e profonda, restano la chiave di volta per una raccolta qualificata,
sicura, affidabile e sempre più grande.
A Mestre per
l’energia sostenibile
Raccolta differenziata e smaltimento delle lampadine sotto i riflettori
alla Settimana europea dell’energia
sostenibile di Mestre (in provincia di
Venezia). Ecolamp ha confermato la
propria adesione per il quarto anno
consecutivo. Dal 21 al 29 giugno il
consorzio è stato presente alla manifestazione annuale organizzata
dall’Associazione NordEstSudOvest,
per far conoscere ai cittadini le buone pratiche sullo smaltimento di lampade, neon e Led. Presso il gazebo
della manifestazione e all’interno del
bus inglese a due piani è stato possibile ricevere i materiali informativi
e chiarire ogni dubbio sulla raccolta differenziata delle lampadine. La
manifestazione è stata un’occasione
per ricordare ai cittadini la collaborazione tra Ecolamp e Veritas, che ha
recentemente inaugurato una nuova
attività: dal 28 aprile scorso, infatti, è attivo il servizio “Nuova luce al
recupero” presso i grossisti associati
a Fme nei comuni veneti di Marcon,
Marghera, Mestre, San Donà di Piave e Santa Maria di Sala. L’iniziativa
vuole incentivare il sistema di raccolta uno contro uno (ovvero il diritto
che hanno i privati di riconsegnare
la sorgente luminosa esausta a fronte dell’acquisto di una nuova) agendo
direttamente sui rivenditori.
La parola al direttore generale del sistema Ecoped-Ridomus
hitech magazine
anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014
www.hitechweb.info
“Tracciabilità e recupero:
una priorità per tutti”
A tre mesi dal Decreto legislativo 49, l’appello di Giuliano Maddalena. Le responsabilità nei confronti
delle generazioni future. La necessità di garantire maggiori controlli sulle modalità di raccolta e riciclo.
Superare gli interessi di parte. Andare oltre la competizione a tutti i costi e a scapito dell’ambiente. Allargare la prospettiva, mettere al primo posto il bene comune e fare ciascuno la propria parte per garantire tracciabilità del sistema
di raccolta e recupero di materie prime. Dev’essere questo
lo spirito dei vari attori che operano nel settore dei rifiuti da
apparecchiature elettriche ed elettroniche, secondo Giuliano Maddalena, direttore generale del sistema di consorzi
Ecoped – Ridomus, nonché membro del comitato esecutivo
del Centro di Coordinamento Raee. Hitech Magazine lo ha
incontrato per evidenziare le principali questioni sul tappeto, alla luce della nuova normativa, entrata in vigore a marzo
con il Decreto legislativo 49.
Giuliano Maddalena, a tre mesi circa dal recepimento
della Direttiva Raee con il Decreto legislativo n.49 del
14 marzo 2014, come si presenta la situazione?
Una premessa è d’obbligo, quando si parla di gestione dei
rifiuti in Italia. Sono due le problematiche di fondo, a mio parere. Il primo problema è che il rifiuto non è sempre gestito
bene. Gli esempi sono innumerevoli. Il secondo punto critico
è che questa cattiva gestione, così come l’abitudine di mandare i nostri rifiuti indifferentemente all’estero, determina
una perdita di materie prime.
Un danno per l’Italia, in quanto sistema Paese?
Direi proprio di sì. Consideriamo i fatti. Di miniere oggi
non ne abbiamo più. L’unica sarebbe la cosiddetta “urban
mining”, la miniera dei rifiuti appunto, da cui si possono
ricavare nuove materie prime, e che rappresenta pertanto
un’importante risorsa. Ho già rivolto un appello (in un’intervista rilasciata a TgCom24 ndr) a chiunque detiene Raee o
batterie, ricchi di materie prime, perché si preoccupi di farli
gestire in maniera adeguata.
Quindi, qual è il suo giudizio sul Decreto 49?
Si tratta fondamentalmente di un buon decreto, il legislatore ha fatto un ottimo lavoro sotto molti aspetti, ha introdotto
importanti semplificazioni. Con una pecca, però. Il concetto
di “all actors” è corretto, perché garantisce concorrenza. Ma
ancora migliore sarebbe la formula “all actors? Yes, if…”. Ovvero, puoi essere un attore all’interno del sistema di raccolta
solo se gestisci i rifiuti in un certo modo, se ti fai qualificare
in un certo modo. La competizione è importante, ma a mio
parere sul tema dei rifiuti le priorità dovrebbero essere altre.
Quali?
Abbiamo una responsabilità nei confronti delle generazioni del futuro. Ognuno, nel suo piccolo, dovrebbe pensare al
mondo che vuole lasciare ai propri figli e agire di conseguenza. Si badi bene, la competizione resta fondamentale. I molti
consorzi che lavorano bene possono farlo grazie all’adesione
dei produttori, che hanno sempre - e per fortuna - operato
secondo le logiche del libero mercato. Ma il mio approccio è
un altro, la domanda che dovrebbe porsi chi opera in questo
settore è: “Che cosa stiamo qui a fare?”.
I consorzi devono andare oltre le logiche di mercato?
E’ stato stabilito anni fa che i Raee sono una tipologia di
rifiuto da mettere sotto controllo. Ma limitarsi a tracciarne le
quantità secondo la direttiva europea non basta. Altrimenti
saremmo davvero di fronte a un’Europa dei burocrati, che si
limitano a prendere atto di quanti Raee sono stati in circolazione quest’anno. La domanda da porsi dovrebbe essere
piuttosto: “Che cosa ne facciamo di questi Raee?”. Io credo
che chi prende in gestione i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche debba poter dimostrare di aver rispettato determinati standard.
E qui entra in gioco il consorzio Ecoped.
Ecoped-Ridomus e in generale i consorzi che lavorano
bene. Noi crediamo talmente in questo principio che abbiamo investito con convinzione nel progetto EcoGuard, un sistema di garanzia, controllo e tracciabilità dell’intera filiera.
Il nostro è stato un impegno consistente in termini di costi
di gestione e costi di trattamento. E’ necessario che sia così,
nel momento in cui chiediamo a un nostro fornitore di non
mandare le plastiche a chi le paga di più, ma solo a un im-
Giuliano Maddalena
Stai dalla parte buona
Il consorzio Ecoped è uno dei principali consorzi nazionali per la gestione dei Rifiuti di apparecchiature
elettriche ed elettroniche (Raee), pile ed accumulatori
(Ri.P.A.). Nasce nel gennaio 2006 e aggrega a oggi circa 400 produttori, leader di mercato con market share
di rilievo nei settori piccoli elettrodomestici, apparecchiature sportive e per il tempo libero, attrezzature per
l’hobbistica, pile portatili, batterie al piombo avviamento e industriali.
Ecoped condivide valori e piattaforme organizzative
con Ridomus, consorzio nazionale per il riciclo dei condizionatori, che vanta una market share del 60% nel
settore del condizionamento domestico e professionale.
Tra i principali soci di Ecoped ci sono De Longhi
(Braun - Kenwood), Bialetti (Girmi), Groupe Seb (Krups
- Moulinex - Rowenta
- Tefal), Polti, Tenacta
(Imetec), Termozeta, Vorwerk, Atala, Technogym,
Energizer ed altri ancora. Per quanto riguarda
Ridomus, i soci sono De
Longhi, Carrier, Riello,
Vaillant, Vortice, Olimpia
Splendid, Ferroli, Rhoss,
Emmeti, Aermec, Toshiba, Haier A.C., Termal (Mitsubishi
H.I.) ed altri ancora.
Ecco alcuni dei servizi che Ecoped e Ridomus offrono a
beneficio dei soci, ma soprattutto dell’ambiente:
• Il consorzio Ecopower per la raccolta di batterie al Pb
• La divisone EcoEnergy per la raccolta delle pile esauste
• EasyRaee per il ritiro dei Raee dai distributori e dai
punti vendita ai sensi del DM 65/2010
• Terrabasica, il neutralizzante specifico per l’assorbimento dell’acido delle batterie al Pb richiesta ai sensi del
DM 20/2011
• La divisione EcoVolt, per creare attività e servizi innovativi per organizzare e finanziare il ciclo di gestione dei
moduli fotovoltaici a fine vita (Pfv).
Non solo. Il sistema Ecoped – Ridomus si propone di
andare oltre le normali funzioni dei consorzi, investendo
nello sviluppo del Sistema EcoGuard (2010), un modello
di controllo delle filiere che si prefigge di certificare la
riduzione dell’impatto ambientale e la massimizzazione
del recupero delle risorse naturali contenute nei Raee.
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pianto che dimostri – per esempio - di essere in grado di riciclare almeno il 35% dei polimeri. E’ nostra responsabilità,
a questo punto, sostenere economicamente il fornitore, a cui
le plastiche smaltite in circuiti controllati rendono sicuramente meno.
In prima linea sul fronte della tracciabilità, dunque,
ma senza penalizzare i produttori?
Ripeto, il nostro è un consorzio di produttori e possiamo
permetterci di lavorare bene perché sono proprio loro, i
produttori, a dirci di lavorare così. I produttori più virtuosi che gestiscono consorzi virtuosi rischiano però di essere
penalizzati rispetto ai produttori meno virtuosi e rispetto
agli altri operatori che gestiscono i Raee in modo più spregiudicato. È necessario che il legislatore intervenga ponendo le problematiche della tracciabilità della filiera al primo
posto. Può esserci per esempio il Centro di Coordinamento o comunque un ente paritetico specializzato in grado di
qualificare gli operatori. Bisognava fissare delle regole. La
mia speranza ora è che intervenga il decreto sulla qualità
del trattamento, un tema che sta a cuore anche al Comitato
esecutivo del Centro di Coordinamento. Se il legislatore ha
messo sotto controllo questo flusso di rifiuti (Raee) è perché ha ritenuto che il “libero mercato” non fosse sufficiente a
garantire il bene della comunità attuale e futura. I produttori
hanno capito questo e hanno garantito elevati standard. Non
posso dire altrettanto per i flussi non gestiti dai consorzi.
Sul versante retail, con EasyRaee, Ecoped offre un servizio di supporto a distributori nella gestione dell’Uno
contro Uno. Ora la nuova normativa introduce l’Uno
contro Zero....
EasyRaee è nato per due motivi. Innanzitutto la volontà di
offrire un servizio ai centri di assistenza e ai punti vendita
affiliati ai nostri clienti. Ma il secondo obiettivo che avevamo, e che è decisamente in linea con ciò di cui parlavo prima,
era quello di dare ai distributori uno strumento per valorizzare un rifiuto che loro avevano di fatto in mano, evitando
che andasse a finire in circuiti non controllati. La medesima
situazione si ripropone con l’Uno contro Zero, la mission
di Ecoped rimane la stessa. Tra l’altro in linea di principio
possiamo dire di essere stati tra i precursori dell’Uno contro
Zero.
In che senso?
Con il nostro esperimento “Un Tesoro in Cantina”, che
spingeva proprio a “scovare” nelle proprie case i rifiuti
elettronici, raccogliendoli in appositi cassonetti posizionati
presso le scuole. Un esperimento non solo di informazione,
ma soprattutto di prossimità che ha permesso di portare il
punto di raccolta, il cassonetto, sui tragitti abituali e quotidiani delle persone. Proprio l’introduzione del concetto di
prossimità è un merito indiscutibile del Decreto 49, insieme
alle semplificazioni reali che finalmente sembra siano state introdotte nell’Uno contro Zero. E a questo punto non si
capisce perché non ci siano anche nell’Uno contro Uno, ma
lasciamo al legislatore il compito di integrare la normativa.
In chiusura, come vede invece la situazione sul fronte
dell’accordo di programma tra Anci e CdC?
Da un lato i comuni affermano di essere senza soldi.
Dall’altra parte ci sono i produttori, che dal 2008 stanno
fronteggiando la crisi. Questi sono i due principali attori
politici nella questione. Al tavolo ci sono poi il Centro di Coordinamento e le aziende municipalizzate, a cui però a mio
avviso spetta un ruolo più tecnico. Da parte mia, auspico che
comuni da una parte e produttori superino gli interessi particolari e continuino fare la propria parte per la comunità, sia
sotto il profilo economico sia per quanto riguarda il benessere delle generazioni future. Questo è il faro che dovrebbe
guidarci nella ricerca di una sintesi tra le esigenze di tutti.
Ribadisco, l’appello che vorrei lanciare a tutti gli attori della
raccolta è questo. Superare la logica del do ut des, che è spesso alla base anche dell’assegnazione dei premi di efficienza,
e guardare insieme all’obiettivo comune. Ognuno faccia pure
i conti con le sue tasche, ma mettiamo tutti al primo posto,
per quanto ci compete, il futuro del Paese.
speciale raee
hitech magazine
anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014
www.hitechweb.info
A Roma le premiazioni dell’iniziativa promossa dal Centro di Coordinamento
‘Comuni Ricicloni’:
i più virtuosi del 2013
I tre vincitori della 21esima edizione. Si tratta di Montefredane (Avellino),
Borgo San Dalmazzo (Cuneo) e Gallarate, in provincia di Varese.
Il Centro di Coordinamento Raee ha premiato lo
scorso 9 luglio a Roma le tre realtà territoriali che,
nel corso del 2013, si sono distinte per la migliore
performance di raccolta di rifiuti da apparecchiature
elettriche ed elettroniche.
La premiazione si inserisce nell’ambito dell’iniziativa Comuni Ricicloni, organizzata da Legambiente
e giunta quest’anno alla sua ventunesima edizione.
Per la scelta dei campioni assoluti si è tenuto conto
della fascia di popolazione residente servita, assegnando un premio ai piccoli comuni (fino a 10.000
abitanti), a quelli medi (da 10.000 a 50.000 abitanti)
e alle grandi città (con un numero di abitanti maggiore di 50.000).
Nella prima categoria il vincitore di quest’edizione è stato il comune di Montefredane (Av), che ha
totalizzato 382.670 kg e una raccolta pro capite di
166 kg per abitante, grazie anche alla società Irpiniambiente che opera sui comuni della Provincia di
Avellino.
Tra i comuni medi il più virtuoso è stato, con
234.835 kg e 19 kg per abitante, Borgo San Dalmazzo in provincia di Cuneo, il cui centro di raccolta è
gestito dal Consorzio Ecologico Cuneese.
Ultimo vincitore il comune di Gallarate, in provincia di Varese, con 498.823 kg e 10 kg per abitante,
che ha affidato la gestione del suo centro di raccolta
alla società Amsc SpA.
I premi hanno tenuto conto, oltre che del livello di
raccolta, anche di altri parametri come l’incremento
dei quantitativi rispetto all’anno precedente e la disponibilità dei centri di raccolta comunali a ricevere i
Raee provenienti dalla Distribuzione che opera il ritiro uno contro uno. “Il Centro di Coordinamento Raee
partecipa anche quest’anno con grande entusiasmo
all’evento Comuni Ricicloni organizzato da Legambiente”, ha commentato Fabrizio D’Amico, presidente
del CdC Raee. “L’attenzione rivolta agli enti locali e
alla premiazione dei comuni più virtuosi dimostra,
infatti, che una corretta gestione dei Raee è possibile
nei piccoli paesi come nelle grandi città e che risultati
eccezionali sono alla portata di tutti. I Comuni continuano a rappresentare, insieme ai sistemi collettivi
iscritti al CdC Raee, i grandi protagonisti della raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici in Italia”.
I comuni più virtuosi d’Italia, per l’eccellente lavoro svolto, hanno ricevuto in premio una realizzazione
artistica dello studio di architettura Artealtra dal titolo Tarsie o.l.f.. L’opera utilizza lenti Fresnel recuperate per creare un gioco di luci e volumi, in un nuovo
contesto fra l’estetica della discarica e la sostenibilità
ambientale.
Ecomondo: i sei passi
verso la green economy
Fiscalità ecologica, clima ed energia,
agricoltura sostenibile e risorse idriche. E poi rifiuti, crescita e occupazione
verde. Sono i sei argomenti protagonisti del pacchetto di proposte presentato dal Consiglio Nazionale della Green
Economy al Governo e al Parlamento. Il
pacchetto è stato illustrato nel corso di
una conferenza stampa che si è svolta a
Roma lo scorso 30 giugno, in occasione
dell’avvio del semestre di presidenza
italiana dell’Unione Europea. Le proposte sono il frutto dell’attività di dieci
gruppi di lavoro, con il coinvolgimento
in tutta Italia di quasi 400 esperti, per
un processo di elaborazione partecipata
che ha messo in campo tra il 2012 e il
2013 oltre 4mila stakeholder.
La green economy come via d’uscita
dalla crisi e chiave per il rilancio di investimenti e occupazione. E’ questa la
filosofia alla base dell’operato del Consiglio Nazionale, che promuove ogni anno
gli Stati Generali della Green Economy.
E che ha voluto ribadire questi punti
fondamentali “per non perdere il treno
della green economy”, come si legge nel
documento presentato.
Ecolight: nel 2013 raccolte
oltre 20mila tonnellate di Raee
Dopo il successo dell’edizione 2013
con oltre 2.500 presenze, gli Stati Generali della Green Economy si terranno anche quest’anno il 5 e 6 novembre, a Rimini, nella cornice di Ecomondo, la fiera
dedicata al recupero di materia ed energia e allo sviluppo sostenibile. Gli Stati
Generali sono promossi dal Consiglio
Nazionale della Green Economy, composto da 66 organizzazioni di imprese
rappresentative dell’economia verde in
Italia, in collaborazione con il ministero
dell’Ambiente e con il ministero dello
Sviluppo Economico. Quest’anno gli Stati saranno dedicati al tema “Imprese e
lavori per una green economy”.
“In generale finora abbiamo fatto poco
sul tema delle possibilità di nuova occupazione e di nuovi lavori nelle attività
della green economy”, ha spiegato Edo
Ronchi, del Consiglio Nazionale. “Dobbiamo sviluppare il tema della quantità,
della qualità, e anche delle linee di sviluppo per potenziali occupazioni verdi.
Queste linee di sviluppo possono orientare l’ università, la ricerca, e soprattutto il tema, molto importante, della formazione.”
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Raccolta, recupero, conoscenza, ma soprattutto innovazione. Questi i quattro elementi che hanno contraddistinto l’azione
di Ecolight nel corso del 2013. Sono oltre
20mila le tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche raccolte
dal consorzio secondo il rapporto sociale relativo all’anno appena trascorso. Sul
fronte della raccolta, nel 2013 il consorzio
ha gestito quasi 20.500 tonnellate di Raee
– con un calo del 5% rispetto al 2012 -,
raggiungendo elevati tassi di recupero che
hanno sfiorato il 95% in peso. La maggior
parte dell’attività (il 70,4%) ha interessato
il raggruppamento R4 dei Raee: Ecolight ha
gestito infatti quasi 14.400 tonnellate tra
cellulari, piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo, confermandosi così
come sistema collettivo di riferimento per
questa tipologia di rifiuti. Sul fronte delle
pile e degli accumulatori portatili, Ecolight
ha raccolto oltre 1.200 tonnellate, raddoppiando i quantitativi dell’anno precedente. Anche in questo caso, le percentuali di
recupero hanno superato il 90% in peso.
Per quanto riguarda il futuro, è il nuovo decreto Raee a indicare la strada da seguire.
“Le novità che sono state introdotte mirano a incrementare la raccolta dei Raee per
raggiungere gli obiettivi europei, ovvero il
45% dell’immesso sul mercato a partire dal
2016. Quota che diventerà il 65% dal 2019”,
spiega il direttore generale di Ecolight Giancarlo Dezio. “Questo significa triplicare gli
attuali volumi. Ecolight ha voluto anticipare il futuro rispondendo alle prescrizioni
indicate dal principio dell’Uno contro Zero
e sta già studiando delle soluzioni mirate
con la predisposizione di isole ecologiche
automatizzate da posizionare in prossimità
dei negozi. È questo un progetto che a breve
Giancarlo Dezio
partirà con l’intento di essere più vicini non
solamente ai consumatori e alle aziende
della distribuzione, ma anche all’ambiente”.
E sul fronte della gestione dei rifiuti Ecolight scende ora in campo a fianco delle
imprese. Dallo scorso 29 giugno, è partita
su Radio24 la campagna di sensibilizzazione del consorzio dedicata alle aziende.
Un’iniziativa alla quale si affianca la “Guida
rifiuti” curata per Ecolight da Paolo Pipere,
esperto di diritto dell’ambiente, di politiche
ambientali pubbliche e di gestione ambientale d’impresa. La guida spiega il funzionamento del complesso ambito dei rifiuti
professionali al fine di garantire una corretta gestione sia sotto il profilo operativo, sia
documentale.
Forte dell’esperienza maturata in dieci
anni di operatività nel settore dei Raee a
livello nazionale, Ecolight ha acquisito le conoscenze e le competenze per rispondere in
modo adeguato alle necessità delle imprese
e attraverso il servizio Fai Spazio (faispazio.
ecolight.it) garantisce una corretta gestione
del rifiuto professionale e una perfetta tracciabilità dello stesso.