speciale raee Carta canta La finanza che morde La parola a Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento. “La forza e il successo delle buone pratiche” Ecolamp: intervista con Fabrizio D’Amico, direttore generale. “Tracciabilità e recupero: una priorità per tutti” Ecoped-Ridomus: a tu per tu con il direttore, Giuliano Maddalena. Editore: Edizioni Turbo srl - Palazzo di Vetro - Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) - Tel. +39 0362 600463/4/5 - Fax: +39 0362 600616 - Registrazione al Trib. di Milano n° 66 del 1° febbraio 2005 - Periodico quindicinale Poste Italiane S.P.A. - Spedizione Abbonamento Postale D.L. 353/2003 Conv. in L 46/2004 Art. 1 - Comma 1 - LO/MI - Stampa: Italgrafica - Novara - Una copia 1,00 euro - In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa. servizi da pagina 21 a 26 Cambio di poltrone in Siae. In vista della raccolta dei fondi relativi al nuovo equo compenso, occorreva trovare una persona con molto mordente... Voci solitamente ben informate dicono che il nuovo direttore finanziario sarà un calciatore: Luis Suarez. hitech periodico quindicinale luglio/agosto 2014 anno 5 - numero 8 direttore responsabile Angelo Frigerio direttore editoriale Riccardo Colletti www.hitechweb.info magazine “Ora serve un salto di qualità” RETAIL, ELDOM, CONSUMER ELECTRONICS, ICT, ENTERTAINMENT COPIA PRIVATA: ECCO I NUOVI COMPENSI SUI DEVICE TECNOLOGICI. UNA MAZZATA AUTENTICA. RINCARI DI OLTRE IL 350%. LA SIAE GODE. Scandaloso! Le tariffe apparecchio per apparecchio. Tutti i retroscena che hanno portato alla ridefinizione degli importi. Le proteste delle associazioni di consumatori, produttori e retailer. I giochini di Palazzo. da pagina 2 a pagina 8 Le manovre dell’ente di tutela degli autori per andare all’incasso. E sanare i bilanci. Il commento Il danno e la beffa di Riccardo Colletti Dunque il dado è tratto. Un altro salasso si abbatte sull’Italia delle tecnologie. Gli importi sulla copia privata sono una botta, poche storie. Una mazzata autentica. Ha vinto così la Siae. Che è stata ascoltata in pieno dal governo di Matteo Renzi e in particolare dal suo ministro dei Beni e delle attività culturali, Dario Franceschini. Escono sconfitti i produttori di device tecnologici in primis, che dovranno versare questo ennesimo balzello. E c’è da credere che a catena saranno colpiti da questo provvedimento i retailer e infine i consumatori. L’inasprimento di una tassazione fa sempre arrabbiare. E questo è il primo dato. Soprattutto perché è l’ennesimo inasprimento. Dopo quella sui passaporti, dopo quella sui tabacchi, e in attesa della vera ‘batosta’ legata alla Tasi, questo esecutivo va in giro a raccontare la storiellina di voler rimettere il nostro paese sulla strada della crescita. Peccato che i fatti - non i tweet, gli annunci, le promesse, i pesciolini rossi, le belle parole (non inglese, please) - dimostrino esattamente il contrario. Battere cassa in questo modo fa male. Specialmente in un mercato già sofferente. Ancor più da parte di uno Stato sprecone, insolvente (leggi debiti della Pubblica Amministrazione) e sempre più avido. Varare aumenti di oltre il 350% di questi importi per copia privata è a dir poco eccessivo e stravolgente. Se poi pensiamo che tali proventi per un gettito di ulteriori 120 milioni di euro finiscono nelle casse della Siae, ente al centro di polemiche e problematiche legate alla gestione di bilancio, (...) segue a pagina 4 RETAIL IN CONVENTION Expert Italy “Fare retail è una bella impresa” Whirlpool acquisisce il controllo di Indesit Per 758 milioni di euro il colosso statunitense si aggiudica il 60,4% della società di Fabriano. a pagina 15 “Belle opportunità per il mercato Pc” Intervista con Paolo Ciotti, Pps manager di HP in Italia. L’analisi del mercato, le iniziative marketing e comunicazione che coinvolgono il consumatore. a pagina 10 Dixe “Le partnership per crescere” a pagina 12 a pagina 16 il caso hitech magazine anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014 www.hitechweb.info Come cambiano i compensi per la copia privata L’entità del prelievo aumenta su smartphone e tablet, hard disk esterni, schede di memoria e Pc. Diminuisce sui supporti per la masterizzazione, alcuni dei quali non più presenti sul mercato. E’ stato pubblicato lo scorso 7 luglio sulla Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale sulla rideterminazione del compenso per copia privata firmato il 20 giugno dal ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini. La questione è stata al centro di un acceso dibattito tra chi – le associazioni di produttori e distributori – auspicava un abbassamento delle tariffe, che vanno a incidere sul prezzo finale del prodotto, e chi invece – la Siae in prima linea – premeva per un loro innalzamento. Fatte queste premesse, decreto alla mano, vediamo cosa è cambiato. Leggendo il testo della nuova normativa, il primo aspetto che balza all’occhio è l’introduzione di nuove categorie, non contemplate nel precedente decreto del 2009. Innanzi tutto i televisori senza hard disk “aventi funzione di registrazione”, per i quali è stabilito un compenso fisso di 4,00 euro. Si arriva così a una doppia imposizione: bisogna pagare per il Tv, che senza hard disk non può registrare nulla, e anche per l’hard disk da collegare all’apparecchio. E poi smartphone e tablet, o meglio memorie e hard disk integrati in questi dispositivi, per cui l’entità del compenso parte da 3 euro su capacità fino a 8 GB, per arrivare a 5,20 euro su capacità superiori ai 32 GB. La normativa precedente – che non parlava esplicitamente di smartphone e tablet - prevedeva un compenso fisso di 0,90 centesimi su tutti i supporti di memoria integrati in dispositivo “avente primaria funzione di comunicazione e dotato di funzione di registrazione e riproduzione multimediale audio o video”. Per quanto riguarda le categorie che hanno subito gli aumenti maggiori nell’entità delle tariffe, è da segnalare il mutamento della situazione degli hard disk esterni: mentre la precedente normativa prevedeva l’imposizione solo per gli hard disk esterni (0,02 euro per GB su hard disk fino a 400 GB e 0,01 per GB per supporti sopra i 400 GB), oggi la tariffa unica di 0,1 euro per GB viene estesa anche agli hard disk esterni, senza alloggio, destinati per esempio a essere integrati in personal computer. Il compenso massimo applicabile è fissato a 20 euro, cifra che inciderà quindi sul prezzo degli hard disk da 2 TB. A fronte di un’apparente riduzione dei compensi, l’estensione anche agli hard disk senza case determinerà probabilmente un aumento di gettito da questa categoria. Le schede di memoria saranno considerate, anche con il nuovo decreto, in maniera uniforme. Le vecchie tariffe prevedevano un compenso di 0,05 euro per GB fino a 5 GB, da aumentare di 0,03 euro per ogni GB successivo. Le tariffe ora crescono sensibilmente: il compenso parte da 0,9 euro per capacità comprese tra 32 MB e 1 GB, con 0,9 euro per ogni GB successivo al primo, per un massimo applicabile di 5 euro per unità. Ultimo nodo cruciale, i computer. Sui Pc il decreto del 2009 prevedeva un compenso di fisso di 2,4 euro nel caso in cui ci fosse il masterizzatore integrato, e di 1,90 euro qualora il computer fosse privo di masterizzatore residente. Con il nuovo decreto non solo la distinzione viene a cadere, ma l’entità del compenso aumenta, per tutte le tipologie di computer, a 5,20 euro. Resta praticamente invariato il compenso fissato sulle chiavette Usb, e la tariffa diventa uniforme a 0,10 euro a GB, per un massimo di 9 euro. Stesse tariffe anche per i player portatili audio (come per esempio gli iPod) o i sistemi hi-fi con memoria integrata, con un massimo di 12,88 euro per dispositivi che superano i 20 GB, e per le memorie di apparecchi multimediali audio e video portatili, che arrivano fino a 32,20 euro. Nel caso dei supporti i compensi sono rimasti invariati, o rivisti al ribasso, come nel caso dei Cd-R dati, dei Cd-Rw e dei Dvd. Come è stato sottolineato da più parti, il ricorso alla masterizzazione è ormai pratica residuale e gli acquisti di supporti hanno subito un drastico calo. Tra l’altro, nel decreto sono ancora contemplati supporti ormai scomparsi dal mercato, come Vhs e audiocassette. Insomma, il quadro è chiaro. L’imposizione è aumentata sugli apparecchi più diffusi e di successo tra i consumatori ed è diminuita unicamente sui prodotti il cui mercato è ora in contrazione. Ecco i nuovi importi, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, e applicati a supporti e device di memoria alla luce del provvedimento firmato dal ministro dei Beni e delle attività culturali, Dario Franceschini. MEMORIA O HARD DISK INTEGRATO IN ALTRI DISPOSITIVI SMARTPHONE E TABLET Capacità Compenso per Gigabyte Capacità Compenso per categoria Fino a 8 GB Da >8 GB fino a 16 GB Da >16 GB fino a 32 GB Da >32 GB €3 €4 € 4,8 € 5,2 Fino a 256 MB Da >256 MB fino a 384 MB Da >384 MB fino a 512 MB Da >512 MB fino a 1 GB Da >1 GB fino a 5 GB Da >5 GB fino a 10 GB Da >10 GB fino a 20 GB Da >20 GB fino a 40 GB Da >40 GB fino a 80 GB Da >80 GB fino a 120 GB da >120 GB fino a 160 GB Da >160 GB fino a 250 GB Da >250 GB fino a <400 GB 400 GB e oltre € 0,64 € 0,97 € 1,29 € 1,61 € 1,93 € 2,25 € 2,58 € 3,22 € 4,83 € 6,44 € 8,05 € 11,27 € 14,49 € 16,10 CHIAVETTE USB/USB STICK Capacità Da 0 fino a 256 MB >256 MB e oltre, fino a 1 GB per ogni GB successivo al primo Compenso per Gigabyte €0 € 0,10 € 0,10 E’ fissato un compenso di copia privata massimo applicabile per ciascuna unità di € 9 MEMORIE TRASFERIBILI O REMOVIBILI Capacità Compenso per Gigabyte Da 0 fino a 32 MB >32 MB e oltre, fino a 1 GB per ogni GB successivo al primo €0 € 0,09 € 0,09 E’ fissato un compenso di copia privata massimo applicabile per ciascuna unità di € 5 HARD DISK ESTERNO MULTIMEDIALE CON USCITA AUDIO/VIDEO Capacità Compenso per categoria Fino a 80 GB Da >80 GB fino a 120 GB Da >120Gb fino a 160 GB Da >160 GB fino a 250 GB Da >250 GB fino a <400 GB 400 GB e oltre € 4,51 € 6,44 € 7,73 € 10,42 € 12,88 € 14,81 SUPPORTI VERGINI Tipologia Compenso Supporti audio analogici € 0,23 per ogni ora di registrazione € 0,22 per ogni ora di registrazione € 0,10 ogni 700 MB € 0,22 per ogni ora di registrazione € 0,10 ogni 700 MB € 0,10 per ogni ora di registrazione € 0,22 per ogni ora di registrazione € 0,20 ogni 4,7 GB Minidisc/Cd-R audio Cd-R dati Cd-Rw audio Cd-Rw Supporti video analogici Dvhs Dvd Ram, Dvd Dual Layer, Dvd-R, Dvd+R, Dvd-Rw, Dvd+Rw: Blu Ray Blu Ray Rw LETTORE PORTATILE MP3 E ANALOGHI Capacità Compenso per categoria Fino a 128 MB Da >128 MB fino a 512 MB Da >512 MB fino a 1 GB Da >1 GB fino a 5 GB Da >5 GB fino a 10 GB Da >10 GB fino a 15 GB Da >15 GB fino a 20 GB 20 GB e oltre € 0,64 € 2,21 € 3,22 € 5,15 € 6,44 € 7,73 € 9,66 € 12,88 MEMORIA O HARD DISK INTEGRATO IN APPARECCHIO PORTATILE € 0,20 ogni 25 GB € 0,20 ogni 25 GB ALTRO Televisori con funzione di registrazione €4 Hard disk esterno (con o senza alloggio) € 0,01 per GB Telefonini (senza sistema operativo, ma dotati di funzione di registrazione e/o riproduzione multimediale) € 0,50 Massimo applicabile: € 20 Capacità Compenso per categoria Fino a 1 GB Da >1 fino a 5 GB Da >5 GB fino a 10 GB Da >10 GB fino a 20 GB Da >20 GB fino a 40 GB Da >40 GB fino a 80 GB Da >80 GB fino a 120 GB Da >120 GB fino a 160 GB Da >160 GB fino a 250 GB da >250 GB fino a <400 GB 400 GB e oltre € 3,22 € 3,86 € 4,51 € 5,15 € 6,44 € 9,66 € 12,88 € 16,10 € 22,54 € 28,98 € 32,20 MEMORIA O HARD DISK INTEGRATO IN UN VIDEOREGISTRATORE, DECODER O APPARECCHIATURE SIMILARI Capacità Compenso per categoria Fino a 40 GB Da >40 GB fino a 80 GB Da >80 GB fino a 120 GB Da >120 GB fino a 160 GB Da >160 GB fino a 250 GB Da >250 GB fino a <400 GB Da >400 GB e oltre € 6,44 € 9,66 € 12,88 € 16,10 € 22,54 € 28,98 € 32,20 Speciale copia privata Le proteste e i commenti di enti e associazioni La vera storia: burattini e burattinai Siae: un bilancio da commissariamento 2 pagine 4 e 5 pagina 6 pagina 8 il caso segue dalla prima Il danno e la beffa hitech magazine (...) beh allora al danno si aggiunge la beffa. Ma non solo: stavolta ci sono svariate ragioni ulteriori che fanno aumentare l’incazzatura e lo sdegno. E queste attengono al metodo, oltre che al merito. La prima: dopo il tweet del ministro (appena conclusa la gara della nostra nazionale, poi persa con il Costa Rica), per una ventina di giorni nessuno (per non dire pochi eletti, tra cui però la Siae) ha potuto conoscere realmente i termini del decreto. A rendere ancora più sgradevole la situazione è stato annotato (leggi l’intervento dell’avvocato Guido Scorza) che il primo comunicato emanato dal dicastero fosse una sorta di nota congiunta con la Siae stessa. Alla faccia dell’imparzialità istituzionale. La seconda: il ministro si è affrettato a ribadire che si tratta di un atto dovuto, dal momento che l’equo compenso avrebbe dovuto essere adeguato fin dal 2012, come previsto dalla Direttiva Europea. Perciò, nella nota del dicastero sono state diffuse le solite tabelline ‘furbe’, per dimostrare che gli importi applicati in Italia sono di gran lunga inferiori a quelli di Francia e Germania. Peccato che, come al solito, siano stati omessi dall’analisi i Paesi che da tempo hanno abolito questa tassa, o quelli che applicano un onere inferiore. Tra questi la Spagna o la Gran Bretagna. Insomma, il ministero racconta un mezza verità o una mezza bugia. Non disegna il quadro nel suo insieme. Fa il furbetto. E questa è un’altra entrata fuori tempo, sgradevole, degna di un ‘Min Cul Pop’ d’annata. Un’altra perla è poi l’affermazione del ministro Franceschini, secondo il quale l’incremento dei compensi non graverà sui consumatori. E testualmente dice così: “Parlare di tassa sui telefonini è capzioso e strumentale: il decreto non introduce alcuna nuova tassa ma si limita a rimodulare e aggiornare le tariffe che i produttori di dispositivi tecnologici dovranno corrispondere (a titolo di indennizzo forfettario sui nuovi prodotti) agli autori e agli artisti per la concessione della riproduzione ad uso personale di opere musicali e audiovisive scaricate dal web. Un meccanismo esistente dal 2009 che doveva essere aggiornato per legge”. In qualche misura si intende dire che sui consumatori non graverà un bel niente. Allora: dite al ministro che questo aspetto è tutto da vedere e da stabilire. Non mi pare che ci sia una legislazione che impone i prezzi ‘fissi’. Ma quel che è peggio è non rendersi conto (o peggio, perché è peggio, far finta) che comunque questi euro si abbatteranno sulla filiera. Che poi vengano assorbiti tutti dai produttori, o condivisi con i retailer (e immaginando di credere alle favole che invece non siano ribaltati sui consumatori, ah ah ah) resta un tema: dai ricavi spariscono degli euro. Qualcuno ci perderà. Ergo ne patiscono il business e le imprese. Ma anche la competizione, visto che non abbiamo ancora ben capito cosa succede in caso di un prodotto acquistato ad esempio in e-commerce in un Paese che non prevede l’equo compenso per copia privata. Insomma, i nuovi compensi per copia privata sono pesanti, onerosi, ingiusti e scandalosi. Frutto di una assoluta inadeguatezza di chi dovrebbe guidare un Paese verso il futuro. Riccardo Colletti RETAIL, ELDOM, CONSUMER ELECTRONICS, ICT, ENTERTAINMENT Direttore Responsabile: ANGELO FRIGERIO Direttore Editoriale: RICCARDO COLLETTI Editore: Edizioni Turbo Srl Redazione: Palazzo di Vetro Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362 600463/4/5 - Fax: +39 0362/600616 Registrazione al Trib. di Milano n° 66 del 1° febbraio 2005 - Periodico quindicinale Anno 5 - n° 8 - luglio/agosto 2014 Stampa: Italgrafica - Novara Una copia 1,00 euro - Poste Italiane S.P.A. Spedizione Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - Conv. in L 46/2004 - Art. 1 - Comma 1 - LO/MI L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati personali in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: Edizioni Turbo S.r.l. Responsabile dati: Riccardo Colletti Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Il numero è stato chiuso il 17 luglio 2014 La rabbia e la protesta I nuovi importi per la copia privata hanno sollevato un polverone di lamentele. Numerosi enti e associazioni sono sul piede di guerra. Il nuovo decreto sulla copia privata ha scatenato una levata di scudi contro il provvedimento del ministero. Non mancano ovviamente le eccezioni, ossia il parere positivo: in primis la Siae, a cui si aggiunge la valutazione di Confindustria Cultura Italia. Che difende il decreto per voce del suo presidente Marco Polillo: “E’ una falsa rappresentazione quella che vede l’equo compenso come una tassa sull’innovazione e nemica dei giovani consumatori di tecnologie digitali. L’adeguamento del compenso, peraltro a standard meno elevati di Paesi leader nella produzione di contenuti come Francia e Germania, è un processo in atto in molti Stati membri. Prima dell’Italia – spiega – hanno adattato il compenso a smartphone e tablet, oltre ai già citati Francia e Germania, anche Austria, Olanda, Belgio e Svezia”. Ma a parte queste voci fuori dal coro, la protesta è a tutto campo. Di seguito pubblichiamo i commenti e i pareri di enti, associazioni e protagonisti di questa materia. Confindustria Digitale Elio Catania Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale, federazione che rappresenta le aziende dell’informatica, telecomunicazioni e dell’elettronica di consumo, commenta duramente le nuove tariffe fissate dal Decreto. “Riteniamo l’aumento del compenso per copia privata annunciato dal ministro Franceschini non solo una misura del tutto ingiustificata rispetto agli attuali trend tecnologici e di consumo, ma anche un segnale in contrasto con l’esigenza, riconosciuta prioritaria dallo stesso Governo Renzi, di favorire l’innovazione digitale nel Paese. Con questo decreto siamo di fronte a una situazione paradossale. Il comportamento dei consumatori italiani privilegia lo streaming e il cosiddetto cloud storage, mentre la copia privata tende a diventare un fenomeno sempre meno diffuso. Nel provvedimento del Mibac, invece, questi cambiamenti non sono stati tenuti nella dovuta considerazione”. Il presidente di Confindustria Digitale rimarca che con gli attuali aumenti, tra l’altro, la funzione del compenso da copia privata, diventa, da residuale, una componente sostanziale, assumendo il carattere di vero e proprio sussidio verso l’industria della cultura. Andec A pochi giorni dall’annuncio della firma del decreto sulla copia privata, Andec ha espresso in un comunicato “delusione e rammarico per un provvedimento anacronistico e punitivo, spinto a furor di petizioni dal gotha della produzione artistica e finalizzato a drenare risorse da un settore in oggettiva difficoltà (quello dell’elettronica di consumo, in calo verticale da anni sul mercato italiano) per compensare un altro settore ritenuto arbitrariamente più meritevole di attenzione e di generose elargizioni con le tasche altrui”. L’Associazione nazionale importatori e produttori di elettronica civile sottolinea come il comunicato ministeriale contenga affermazioni discutibili e fuorvianti. “Il comunicato del ministero asserisce – continua la nota di Andec - che le nuove risorse serviranno a promuovere ‘esordienti e opere prime’, quando è noto che il gettito premia soprattutto le major internazionali e i big dello star system. Nega che si tratti di una tassa sui telefonini, ma poi informa che qualunque smartphone, indipendentemente dalla capacità di memoria e soprattutto dall’uso che ne fa il consumatore finale, verrà assoggettato alla fonte da un costo aggiuntivo pari a 4 euro, applicando cioè esattamente la stessa logica delle tasse. Riproduce, infine, una tabella comparativa dei compensi utilizzando come unici riferimenti europei la Francia e la Germania, cioè gli unici Paesi del continente con compensi maggiori di quelli italiani”. 4 Istituto Bruno Leoni L’Istituto Bruno Leoni, think tank nato nel 2003 con la finalità di veicolare e promuovere idee a sostegno del libero mercato, all’indomani della notizia della firma del Decreto ha pubblicato sul proprio sito (www. brunoleoni.it) un editoriale che contesta la natura del compenso per copia privata. Riproduciamo il testo dell’articolo. “Tassa o non tassa: questo è il dilemma. L’argomento del giorno è il cosiddetto “equo compenso per copia privata”, prelevato su qualsiasi supporto di memorizzazione per risarcire gli autori della possibilità che gli utenti vi riversino – per uso personale – opere legittimamente detenute. Non un’assicurazione contro la pirateria, dunque, bensì il prezzo di una facoltà prevista dalla legge. Il ministro della Cultura Dario Franceschini – che l’ha da poco rivisto al rialzo – si affanna per negarne la natura tributaria. Tesi temeraria, come ha sostenuto il Tar del Lazio rilevando che, «giacché la determinazione sia dell’an che del quantum è effettuata in via autoritativa e non vi è alcuna possibilità per i soggetti obbligati di sottrarsi al pagamento di tale prestazione fruendo di altre alternative», il profilo dell’imposizione prevale su quello dello scambio, peraltro meramente virtuale. E, tuttavia, Franceschini ha paradossalmente qualche ragione, se si pensa che i quattrini dell’equo compenso si materializzano direttamente sul conto corrente della Siae, cioè di un organismo che – al di là della qualificazione normativa di ente pubblico economico – rappresenta nella sostanza interessi privati. Rubare a Pietro per dare a Paolo è un po’ il core business dei governi, che, però, hanno solitamente il pudore di dissimulare l’operazione dietro lo schermo di una propria intermediazione. L’equo compenso presenta la speditezza e la perentorietà di un’imposta, senza nemmeno imporre ai beneficiari finali l’onere d’inseguirne il gettito nei mille rivoli della fiscalità generale. L’inciviltà del congegno si manifesta anche sotto un altro angolo visuale: l’indifferenza all’effettivo utilizzo dei supporti che ricadono nel suo ambito d’applicazione. L’equo compenso attiene alla copia privata, non al mero possesso di un Cd vergine o, peggio, di un telefonino. Nonostante alcune indicazioni enunciate, per esempio, dalla Corte di Giustizia nel caso Padawan, queste storture sembrano potersi rettificare solo con una revisione della normativa primaria. Ciò non esclude, tuttavia, che qualche aggiustamento potesse essere apportato a legislazione invariata. In primo luogo, l’onere di revisione triennale dell’entità del compenso non impone necessariamente un aumento: anzi, la dinamica commerciale (con la diffusione dello streaming) e quella tecnologica (con l’erosione dell’utilità di una data unità di memoria) avrebbero forse suggerito una decurtazione. In secondo luogo, tali direttive astratte si sarebbero dovute combinare con l’analisi empirica dei comportamenti degli utenti. Le cronache testimoniano di studi accantonati e di un ruolo preminente della Siae nell’istruttoria. Insieme alla scelte di comunicazione a dir poco irrituali del ministero, questi elementi fanno ritenere che, nella vicenda dell’equo compenso, il sostantivo si sia imposto sull’aggettivo”. Altroconsumo Altroconsumo, che già dopo l’annuncio del 20 giugno aveva avviato una procedura di appello al Tar contro il Decreto firmato dal ministro Franceschini, all’indomani della pubblicazione delle tabelle in Gazzetta Ufficiale ha confermato la propria posizione. “Il ministro per i Beni e le Attività Culturali Franceschini ha firmato il decreto che aumenta l’equo compenso, un sovrapprezzo su svariati dispositivi tecnologici destinato ad arricchire di fatto solo le casse della Siae. Ma noi non ci fermiamo: ricorreremo al Tar per annullare questo ennesimo regalo alla Siae pagato coi soldi dei cittadini. Si tratta di una vera e propria tassa su smartphone e tablet che andrà ad appesantire la spesa dei consumatori italiani per dispositivi e strumenti tecnologici per oltre 100 milioni di euro all’anno”. L’associazione contesta anche la natura del prelievo: “Il meccanismo dell’equo compenso per copia privata è obsoleto e ingiusto: i consumatori che acquistano musica e film legalmente da piattaforme online, pagano infatti già a monte i diritti d’autore per poterne fruire (e fare copie) su un certo numero di supporti”. E ancora: “Non è un caso che nel più ampio dibattito circa la riforma della Direttiva sul Copyright si sia aperta una discussione in Europa sulla revisione dell’equo compenso per copia privata, considerato da più parti un meccanismo rozzo ed obsoleto. Alla vigilia del semestre italiano di presidenza europea ci aspettavamo che il Governo Renzi, che si dichiara a favore della modernizzazione e dell’innovazione del Paese, avrebbe fatto proprie queste proposte di riforma. E invece, al contrario, ha aumentato le tariffe nonostante tutti gli indicatori deponessero a favore di una riduzione e ha così introdotto una tassa odiosa sulla tecnologia sul vecchio solco dell’equo compenso. Se è vero che ci sono Paesi in Europa, come Francia e Germania, dove esiste una tassa analoga (e dove l’equo compenso pesa di più che da noi), è vero che esistono Paesi dove non si è mai pagato nulla (come nel Regno Unito), e Paesi che lo hanno da poco eliminato (come la Spagna). In ogni caso un paragone veritiero andrebbe operato sulla media di tutti i 23 Paesi europei dove esiste l’equo compenso”. Anitec Il ritardo nella pubblicazione del Decreto ha reso se possibile ancor più aspra la posizione di Anitec (Associazione Nazionale Industrie Informatica Telecomunicazioni ed Elettronica di Consumo) nei confronti delle nuove tariffe introdotte dal ministro Franceschini. “Volevamo attendere qualche giorno, affinché il testo del provvedimento fosse noto, prima di esprimere un giudizio”, ha dichiarato Claudio Lamperti, vice presidente Anitec e presidente del Gruppo Elettronica di Consumo dell’associazione, prima che il testo fosse disponibile sulla Gazzetta Ufficiale. “Le notizie apparse sulla stampa riportano compensi basati sulla capacità di memoria, previsti, ad esempio, per smartphone e tablet, che quindi penalizzano maggiormente i dispositivi più performanti, mettendo una seria ipoteca sul futuro dello sviluppo del Paese. Si rinuncia così totalmente allo sforzo, più volte chiesto, di ripensare integralmente l’istituto dell’equo compenso per allinearlo con le mutate abitudini dei consumatori e con l’evoluzione della tecnologia”. Come rileva il vice presidente Anitec, “l’aggiornamento di cui abbiamo notizia non tiene conto né dei risultati evidenziati dallo studio commissionato dal Mibact stesso, né del principio di una legge che, per quanto desueta, lega comunque l’equo compenso alla capacità di registrazione sul dispositivo di contenuti protetti da diritto d’autore. Va però rilevato che, come tutti sperimentiamo ogni giorno, la capacità di memoria e registrazione sono impiegate dall’utente finale principalmente per utilizzi diversi dalla registrazione musicale, quali produzione di fotografie e filmati, presenza sui device di app sempre più ‘memory requesting’. E solo in parte ancor più residuale rispetto al passato per la potenziale registrazione di contenuti”. hitech magazine anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014 www.hitechweb.info Parla Davide Rossi, direttore generale di Aires La parola all’avvocato Guido Scorza “Protezionismo al contrario” “Il Decreto sulla copia privata? Un provvedimento illegittimo” La decisione del ministro Dario Franceschini di firmare il decreto sulla ridefinizione degli importi della copia privata ha sollevato un polverone. Anche Aires (Associazione italiana retailer elettrodomestici specializzati) scende in campo. E lo fa con la voce del suo direttore generale, Davide Rossi. Lei si è a lungo battuto per scongiurare l’ipotesi di una revisione del compenso per copia privata. Come giudica il decreto del ministro Dario Franceschini? Il Decreto è un atto di pessima amministrazione della cosa pubblica e un provvedimento amministrativo illegittimo. E’ bene essere chiari: un giudizio tanto severo Guido Scorza non è figlio dei pur esosi aumenti tariffari disposti dal ministro, ma del metodo seguito. L’intero procedimento ha visto la Siae - e, dunque, un soggetto portatore di un interesse egoistico rappresentato dai lauti “rimborsi costi di gestione” che incassa per ogni euro di equo compenso raccolto - sedersi comodamente al timone del ministero dei Beni e delle Attività culturali e spingersi, persino, a scrivere il testo del Decreto. Si è trattato di una vicenda istituzionalmente umiliante e democraticamente inaccettabile. La legge impone al ministro di adeguare le tariffe - e non necessariamente di aumentarle -, una volta sentito il Comitato permanente per il diritto d’autore e le associazioni rappresentative dei produttori di supporti e dispositivi. La Siae doveva essere tenuta cortesemente sulla porta e richiesta, al massimo, di esprimere la propria opinione al pari dei consumatori e di ogni altro soggetto interessato e portatore di un interesse egoistico. Possiamo misurare il maggiore incasso di Siae alla luce del ritocco del prelievo? La Siae incasserà diversi milioni di euro in più rispetto a quelli dello scorso anno. Non è male per i conti di una società per la quale essere in attivo o in passivo dipende ormai da una manciata di centinaia di migliaia di euro. Ministro e Siae sostengono che non si tratta di una tassa sugli smartphone e i tablet. Dicono il vero? Confesso di non essere appassionato al lessico, ma la questione è davvero semplice. Se l’equo compenso fosse stato applicato a norma di legge non sarebbe stato una tassa ma un indennizzo per gli autori ed editori. Ma giacché è stato applicato prescindendo completamente dal danno sofferto da autori ed editori per effetto delle cosiddette copie private, si tratta, evidentemente, di un prelievo forzoso che non ha natura indennizzatoria. Lascerei ai giudici che, tra breve, torneranno ad occuparsi della legittimità del Decreto, confermare o smentire il ministero e la Siae. Tra le ragioni accampate da Siae per giustificare l’aumento del compenso da copia privata c’è l’entità del prelievo in altri Paesi. Lei invece, tabelle alla mano, ha dimostrato che l’Italia nel 2012 è stato il secondo territorio in assoluto per ammontare complessivo dell’equo compenso. Siamo più puntuali nella riscossione o Siae non dice il vero? Le tariffe - proprio come la misura delle tasse - sono una parte di un sistema pubblico di prelievo forzoso. Il punto è che oltre alle tariffe bisognerebbe verificare il regime delle esenzioni - ovvero di chi all’estero e in Italia non dovrebbe pagare l’equo compenso - e quello dei rimborsi. I numeri non mentono: la media proposta dal ministero e da Siae è una media “bacata” perché non è fatta sui 23 Paesi che hanno una disciplina sull’equo compenso ma solo su 2/3 di questi. Senza contare, appunto, che in Italia il sistema delle esenzioni e dei rimborsi è nelle mani della Siae, ovvero di un soggetto che meno esenta e meno rimborsa e più guadagna. Analizzando il bilancio Siae lei ha sostenuto che l’attivo è ottenuto in parte grazie al ritardo con cui viale della Letteratura ridistribuisce le somme agli aventi diritto. Questo è vero anche per l’equo compenso? E’ vero, purtroppo, per tutti gli importi che la Siae incassa. Non è normale ma patologico che una società che dovrebbe intermediare altrui diritti d’autore e, quindi, soldi non suoi, li trattenga sui propri conti correnti per anni, guadagnando decine di milioni di euro di interessi. E’ un paradosso: Siae più è lenta a distribuire quello che incassa più guadagna. Ritiene che questo vasto movimento di opinione contrario al decreto possa indurre il ministro a ritirare o rivedere il provvedimento? No, inutile farsi illusioni. Altroconsumo ha già annunciato che intende impugnare il Decreto davanti al Tar e c’è da augurarsi che altri lo faranno. Solo i giudici possono fare giustizia in questa brutta storia. Avvocato Rossi, come vede la situazione? Sono sincero. Ciò che lascia più sconcertati sono le considerazioni espresse dal dicastero. Si riferisce al commento secondo il quale il ministro parla di ‘prezzo fisso dei device’, tanto da sostenere che per i consumatori non ci saranno costi aggiuntivi? Esattamente. Io questo istituto giuridico del “prezzo fisso” non ho proprio idea di che cosa Davide Rossi sia. In una economia di mercato i prezzi fissi non esistono. Non ci sono prezzi fissi per il chilo di pane o il litro di latte, come potrebbero esserci su un tablet ? Perché? Non può esistere un costo che non incide sui conti economici. Anzi. Si dimentica che smartphone e tablet sono solo un segmento del mercato complessivo dell’elettronica e dell’elettrodomestico, che è in contrazione da alcuni anni. Anche seguendo l’idea del ministro sulla neutralità di questi oneri (cosa tutta da dimostrare), qualcuno prima o dopo finirà per subirne l’impatto. E la vostra paura è che la forza dei colossi industriali possa prevalere? Non è un’ipotesi da escludere. E ovviamente a farne le spese saranno prima di tutto i rivenditori, il vero anello debole della catena rispetto ai grandi colossi internazionali che producono la stragrande maggioranza di questi apparecchi. Con quali ripercussioni? Senza lasciarsi andare a eccessi e a facili demagogie, credo che si debba valutare seriamente il tema della marginalità che continua a contrarsi. Questo prelievo la riduce ancora. E gli spazi di manovra andranno a ridursi. Ragione per la quale i commercianti sono chiamati a un ulteriore esercizio per far quadrare il business in un momento economico di perdurante crisi nei consumi. Lo dicono tutti gli indicatori. Ecco perché la portata di questo onere non va sottovalutata. Anche per l’eventuale impatto occupazionale in negativo che potrebbe produrre. C’è poi un altro elemento che non va trascurato. Quale? Facciamo il caso che un consumatore acquisti un prodotto da un altro paese europeo o anche extraeuropeo. Magari in e-commerce, quando si trova in vacanza o anche chiedendo a un amico di acquistarlo durante un viaggio. Ad esempio in Gran Bretagna o negli Stati Uniti, che come noto non hanno norme che prevedono alcun prelievo per copia privata. Ebbene: in questo caso che succede? Non viene versato alcun equo compenso. E dunque si crea una distonia. In altre parole la filiera italiana, compresi i consumatori, versa questi importi alla Siae che li ripartisce anche agli autori e alle aziende inglesi e statunitensi, mentre le imprese e i consumatori di quei Paesi non versano nulla per le copie private effettuate su opere italiane. Non c’è alcuna reciprocità. Insomma, si finisce – forse un po’ inconsapevolmente – per fare protezionismo al contrario e per penalizzare tutta l’economia del nostro Paese affermando (e credendo) di voler fare il contrario. Insomma, oltre al danno anche la beffa… Esatto. Ecco che questi incrementi degli oneri di copia privata finiscono per essere una tassa sull’essere italiani, sul produrre in Italia, sul vendere in Italia, sul comprare in Italia. Il nostro Paese rischia di essere sempre più marginalizzato dai grandi flussi economici, e anche questi segnali ci rendono sempre meno appetibili come nazione nella quale fare impresa e investimenti. Infine, come Aires come intendete muovervi? La nostra posizione è nota e chiara. In una fase come questa diciamo semplicemente: basta tasse, comunque le si voglia chiamare o giustificare, sulle attività imprenditoriali che danno forza al sistema economico nazionale. Le imprese del commercio non ce la fanno più. Pertanto ci muoveremo adeguatamente per spiegare al ministro alcuni aspetti che sono stati a nostro avviso sottovalutati e per proporre alcuni correttivi da porre in essere con urgenza. 5 il caso La “longa manus” di Bland hitech magazine anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014 www.hitechweb.info La revisione delle tabelle dell’equo compenso parte da lontano, e non di certo dai corridoi del Mibact. Nell’estate del 2012 la Francia riforma la modalità del prelievo che viene effettuato sulla copia privata, scegliendo di non applicarlo più per le utenze professionali e limitarlo ai privati. L’Hadopi, associazione francese che tutela il diritto d’autore su internet, è già traballante e molti parlano apertamente di una normativa che intenderebbe sostituirsi arbitrariamente al Decreto Sarkozy nel ridurre il danno determinato dalla pirateria informatica. A gennaio 2013 il direttore generale della Siae Gaetano Bandini (detto Bland), in un’intervista al magazine economico Il Mondo spiega: “In Italia l’equo compenso è comunque inferiore rispetto a Paesi come la Francia, e dovrà essere rivisto”. La dichiarazione è inserita in una risposta che tocca i rapporti con la Rai, e dunque non è del tutto chiaro se il riferimento sia all’equo compenso sulla copia privata o all’accordo vigente con viale Mazzini. Siae si avvicina alle elezioni del primo marzo ed è nel mirino del Parlamento, con la possibilità concreta che le nuove Camere varino la Commissione d’Inchiesta domandata nella legislatura uscente. La dichiarazione di Blandini passa per lo più inosservata. Le nostre riviste sono tra le pochissime voci di stampa a riportarla. In Italia l’equo compenso per copia privata è determinato dal recepimento della Direttiva Europea 29/2001/ CE, con provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri il 20 dicembre del 2002, e ratificato con il decreto legislativo 68 del 9 aprile del 2003. Il 30 dicembre 2009 un decreto del ministro per i Beni e le Attività Culturali ha introdotto il prelievo di una somma forfettaria su ogni apparecchio di memoria venduto, commisurata all’estensione della memoria stessa, da attribuire alla Siae che poi la ripartsce tra i titolari dei diritti di privativa, con ciò stabilendo una sorta di riparazione preventiva e presuntiva per l’eventualità che con tali dispositivi si copino opere coperte da privative. Per i supporti e i device di memorizzazione audio il 50% spetta agli autori, il 24% ai produttori di fonogrammi e l’altro 25% agli artisti interpreti esecutori. Per i supporti o device di memorizzazione video, il 30% va agli autori e il rimanente 70% è tripartito in misura eguale ai produttori originari di opere audiovisive, ai produttori di videogrammi, agli artisti interpreti o esecutori (la metà di quest’ultima quota è destinata ad attività di studio e di ricerca e a fini di promozione, di formazione e di sostegno professionale degli artisti interpreti o esecutori). A fine aprile 2013, dopo le elezioni, Massimo Bray va ad assumere la poltrona del Mibact. E sul nuovo ministro comincia presto il pressing per una revisione del compenso. I ben informati spiegano che esiste un filo diretto tra viale della Letteratura e il ministero, con da un lato Blandini e dall’altro Salvo Nastasi. Si dice addirittura che una bozza del Decreto sia scritta a quattro mani tra Siae e ministero. E cominciano a circolare le nuove tariffe. Qualcuno le pubblica: si parla di aumenti e di tariffe di 6,1 euro per le Tv con funzioni di registrazione, di 6,34 euro per tablet e smartphone, di 7,32 euro per computer fissi e portatili, di 0,12 euro per chiavette Usb, di 15,71 euro per hard disk, memorie inserite in lettori Mp3, di 39,28 euro per decoder con memoria interna da almeno 400 GB. E il dibattito si allarga, al punto che Bray avvia un giro di consultazioni tra tutti gli operatori coinvolti, e addirittura commissiona un’indagine conoscitiva, per capire quale sia l’utilizzo effettivo a fine della realizzazione della copia privata dei dispositivi a cui viene applicato il compenso. Ma il risultato della ricerca verrà “secretato”, nonostante le reiterate richieste, anche in sede parlamentare, perché sia reso noto. A inizio 2014 Bray, fortemente in predicato di lasciate il Mibact per un rimpasto, spiega che l’equo compenso è soggetto ogni tre anni a revisione delle tariffe, per norma vincolante europea, e ricorda che il Decreto in vigore dal 2009 è già scaduto. Intanto la Siae pubblica sul proprio sito un comunicato, in cui sottolinea come l’ente non abbia “alcuna discrezionalità nell’attribuzione delle percentuali ripartitorie, limitandosi ad eseguire le norme di legge”. E chi analizza il bilancio previsionale del 2014, alla voce “rimborsi spese copia privata”, trova la cifra di 4,2 milioni di euro, in linea con quanto riscosso nel 2013. Ma in caso di un adeguamen- © Giuseppe Ziliotto Burattini e burattinai. La genesi, i retroscena e la vera storia dell’equo compenso. In che modo l’Italia è arrivata a produrre l’ennesima tassa. A beneficio dei soliti noti. Gaetano Blandini to delle tariffe, sostengono in molti, viale della Letteratura spingerà per aumenti che le consentano di raggranellare per il proprio servizio vicine a 10 milioni di euro. É evidente che Siae non può infatti chiedere di più per la propria attività: può solo sperare che aumenti la raccolta, e con essa le proprie spettanze. Il presidente Gino Paoli in un’intervista al Corsera spiega che il compenso “non deve essere a carico di chi acquista lo smartphone ma del produttore, che riceve un beneficio dal poter contenere sul proprio supporto un prodotto autorale come una canzone o un film”. Intanto a Palazzo Chigi si assiste all’avvicendamento tra Enrico Letta e Matteo Renzi. A mettere in crisi Letta – dicono i ben informati – sarebbe stato Dario Franceschini, considerato un fedelissimo del premier uscente, di cui era ministro per i Rapporti con il Parlamento. L’ex segretario Pd ottiene per sé la poltrona del ministero dei Beni Culturali, ma subito nelle prime settimane di lavoro è colpito da un malore. Intanto Siae non molla l’osso. Blandini a marzo prende penna carta e calamaio e scrive al Corriere della Sera in risposta a un articolo di Umberto Torelli. “Sarebbe finalmente arrivato il momento che associazioni e privati, piuttosto che accanirsi contro la Siae, (che, per legge, non prende provvigioni sugli incassi, ma recupera solo le spese) chiedano alle multinazionali come Apple il motivo per cui in Italia il prezzo dell’iPhone 5S-64 GB è, al netto di Iva e di copia privata, di 949 euro a fronte degli 899 euro in Germania e dei 917 euro in Francia. E perché l’equo compenso per la copia privata in Italia è pari a 0,90 centesimi, mentre in Francia è di 8 euro e in Germania di 36 euro? Parliamo di una cifra 40 volte superiore a quella italiana”. Blandini, poi, ricorda che il compenso “non deve essere a carico di chi acquista lo smartphone, ma del produttore, che riceve un beneficio dal poter contenere sul proprio supporto un prodotto autorale come una canzone o un film”, e sottolinea come “in una ricerca dell’ottobre 2013 di una società indipendente americana (Ihs) è stato evidenziato come il fatturato di smartphone e tablet è cresciuto del 900% in meno di sei anni e che per il 2014 il volume crescerà solo del 20%”, per rimarcare immediatamente dopo come “le multinazionali tecnologiche che producono dagli smartphone ai computer fabbricano i loro prodotti fuori dall’Italia e non pagano le tasse nel nostro Paese”. Perché questa levata di scudi? Come già fatto da altri organi di stampa, il quotidiano di via Solferino ha osato pubblicare le nuove tabelle, fornite dal Comitato consultivo permanente per il diritto d’autore. L’adeguamento delle tariffe prevede una diminuzione per i cellulari non smartphone (da 0,90 euro a 0,61 ivato), deciso aumento per 6 smartphone (da 0,90 a 6,34 euro) e computer (da 1,90-2,40 a 7,32 euro). Per i tablet che prima non pagavano nulla quando non avevano la porta Usb - le tariffe sarebbero di 6,34 euro, per i Tv con funzioni di registratore allo stesso modo da 0 a 6,1 euro. E poi: decoder con memoria interna da 28,98 a 39,28 euro, chiavette Usb da 0,09 a 0,12 euro per GB, memorie o hard disk inseriti in lettore Mp3 da 9,66 a 15,71 euro (sugli apparecchi con capacità di archiviazione superiore a 15 GB). Ma soprattutto Siae si scatena sul fronte della mobilitazione della categoria degli artisti. Inizia infatti a circolare una petizione diretta all’attenzione del nuovo ministro, in cui cinquecento big del comparto musicale, audiovisivo e televisivo chiedono l’aumento del compenso: si va da Renzo Arbore a Renato Zero, passando per Pupi Avati, Claudio Baglioni, Angelo Barbagallo, Franco Battiato, Pippo Baudo, Paola Cortellesi, Maurizio Costanzo, Gigi D’Alessio, Francesco De Gregori, Ligabue, Fulvio Lucisano, Andrea Purgatori, Eros Ramazzotti, Paolo Sorrentino, i Vanzina, Carlo Verdone. A tirare le fila è viale della Letteratura. Sul sito di Anart, l’associazione nazionale autori radiotelevisivi e teatrali, scopriamo infatti questa comunicazione: “Cari tutti, la petizione che trovate in allegato costituisce la proposta del maestro Gino Paoli e non del Presidente della Siae. Nella petizione, infatti, non apparirà il logo Siae né il logo di nessuna delle Associazioni di categoria autorali ed editoriali che siano. Questa petizione non vuole evidentemente tutelare interessi di categoria, bensì gli interessi di ogni singolo autore ed editore che riterrà di firmarla ovvero di autorizzare la sua firma. Non vogliamo metterci in aperta contrapposizione con i produttori di tecnologia, ma spiegare ai politici e ai cittadini quanto sia importante il lavoro che voi fate, come autori e come editori, per creare contenuti e quanto questi contenuti contribuiscano al successo commerciale dei supporti tecnologici. Nessuno di voi è contrario a questi supporti, né a chi li produce, ma con questa petizione si vuole mettere nella massima evidenza come sia necessario remunerare in maniera equa i creatori delle opere dell’ingegno. In tal senso la Siae che, ripeto, non appare e non vuole apparire, offre a tutti quanti vorranno aderire un mero supporto logistico per raccogliere le firme delle singole persone, siano esse autori o editori”. E siamo alle ultime settimane. Venerdì 20 giugno arriva la stangata. Alle 20.26, subito dopo il fischio finale della partita col Costa Rica, Franceschini twitta: “Firmato decreto copia privata. Il diritto d’autore garantisce la libertà degli artisti e i costi vanno sui produttori, non sui consumatori”. Ministero e Siae emettono una nota congiunta, che spiega come i compensi su smartphone e tablet passano a 4 euro. Di contro, calano gli importi su supporti ormai in via di abbandono ed estinzione: come nel caso dei i Cd-R che passano da 0,14 a 0,10 e dei Dvd-R da 0,41 a 0,20. Il ministro aggiunge: “Parlare di tassa sui telefonini è capzioso e strumentale: il decreto non introduce alcuna nuova tassa ma si limita a rimodulare e aggiornare le tariffe che i produttori di dispositivi tecnologici dovranno corrispondere (a titolo di indennizzo forfettario sui nuovi prodotti) agli autori e agli artisti per la concessione della riproduzione ad uso personale di opere musicali e audiovisive scaricate dal web. Un meccanismo esistente dal 2009 che doveva essere aggiornato per legge”. E comincia l’attesa per le tabelle, che vengono rese note dai quotidiani il 5 luglio, a poche ore dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, a partire dalla quale in dieci giorni entreranno in vigore. Nel frattempo ha fatto la sua ricomparsa, sul sito del ministero, anche la ricerca commissionata da Bray. E al danno si aggiunge la beffa: solo il 13% degli intervistati dichiara di utilizzare i dispositivi digitali al fine della copia privata. A essere tassato non è dunque un utilizzo, ma l’ipotesi, per lo più totalmente infondata, di uno sfruttamento ormai passato di moda. Arriva anche il bilancio Siae 2013. E tutto è ancor più chiaro: viale della Letteratura, a fronte di tutte le razionalizzazioni effettuate, chiude con un attivo risicatissimo. Ma dall’anno prossimo potrà contare su di un tesoretto in più. Tutto merito di Bland, e della sua longa manus al ministero. Andrea Dusio il caso hitech magazine anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014 www.hitechweb.info Siae: un bilancio 2013 da commissariamento Saldo negativo di 27,3 milioni di euro tra costo e valore della produzione. L’utile solo grazie ai proventi finanziari e ai servizi all’Agenzia delle Entrate e ai Monopoli. In calo la raccolta del diritto d’autore e della copia privata. A dieci giorni dal Decreto di copia privata firmato dal ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini, Siae pubblica il proprio bilancio 2013 (disponibile sul sito di viale della Letteratura). Si tratta, per inciso, del primo consuntivo siglato dal nuovo presidente Gino Paoli. Lo diciamo senza reticenze: in altre epoche si sarebbe tornati a commissariare l’ente, alla luce di una serie di indicatori negativi. Primo fra tutti, il saldo tra il valore e il costo della produzione: -27,3 milioni di euro. Poi un’evidenza a cui non si sottrae lo stesso Paoli: Siae mette in campo risorse e azioni per complessivi 183 milioni di euro, con la finalità di raccoglierne in totale 523. Nel 2010, allorché, dimissionario il presidente Assumma, si aprì la fase commissariale affidata a Gianluigi Rondi, la differenza tra costo e valore della produzione era di 20,06 milioni, la raccolta di 554 milioni, le spese di 189,7. Ancora cinque anni fa, nel 2008, l’ente riusciva a mettere assieme sul territorio 86,6 milioni in più. La razionalizzazione, che pure c’è stata, il cambiamento di statuto e il ritorno alla gestione ordinaria non hanno insomma prodotto un miglioramento del risultato economico. Per quanto riguarda la voce chiave dell’attività di Siae, la raccolta dei proventi legati al diritto d’autore, in soli 12 mesi sono stati persi 13 milioni di euro. L’esercizio si è chiuso con un utile di 1,5 milioni di euro, ancora una volta determinato dal fatto che Siae tiene in pancia a lungo quanto ha raccolto prima di ridistribuirlo tra gli aventi diritto. I proventi finanziari sono superiori a 35 milioni di euro. Una ripartizione dei compensi più veloce, degna di una collecting efficiente, porterebbe fatalmente i conti in rosso. E la situazione va inesorabilmente verso lo squilibrio. A puntellare i numeri concorrono i servizi che Siae continua a gestire per conto dei monopoli di Stato (3,5 milioni) e soprattutto per l’Agenzia delle Entrate (28 milioni). La convenzione per il noleggio cinematografico consente un ricavo di 1,1 milioni, in diminuzione anno su anno del 18,7%. Il cinema rappresenta però una delle voci in cui gli incassi sono in crescita: si è passati dai 23,4 milioni del 2012 ai 31,9 di quest’anno, con un incremento del 36,2%, in gran parte legato al +55,3% del settore emittenza, mentre è in calo del 42% il provente legato all’equo compenso sui video supporti. La sala cinematografica, in crescita rispetto al 2012, ha dato 13,2 milioni. La copia privata audio e video ha dato 67,1 milioni di euro, contro i 72,4 del 2012, per un calo pari al 7,3%. Di questa cifra, l’ente ha trattenuto come “rimborso” 4,7 milioni (dodici mesi fa erano 5,1). Siae incassa anche 0,2 milioni per la fornitura dei dati all’Osservatorio dello Spettacolo. I diritti di vidimazione portano nelle casse di viale della Letteratura ulteriori 4,1 milioni, contro i 4,9 dell’annata precedente. Analizzando i costi, la gestione pesa per 84,4 milioni (ma erano 90,8 nel 2012), il personale per 88 (contro i 94 dell’anno scorso), la vidimazione per 4,6 (contro 3,5, dunque il costo è cresciuto), il fondo di solidarietà 2,3 (contro 2,2). Al netto della valutazione su questi numeri, resta un elemento: nel futuro Siae non potrà razionalizzare ulteriormente sui propri costi di gestione senza intaccare la rete di mandatari e dunque diminuire le proprie entrate. Per continuare a rimanere in attivo può rallentare ulteriormente la ridistribuzione dei compensi, prendere altri servizi in gestione o aumentare i ricavi di quelli in essere. Il Decreto relativo al compenso per copia privata va in questa direzione, i pareggi di bilancio si costruiscono anche così. Andrea Dusio 8 retail La convention annuale della catena dal titolo ‘Expert verso il futuro’ “Quando fare retail è una bella impresa” Presidio della prossimità urbana, con imprenditori presenti e attivi nei punti di vendita. Passione, condivisione delle regole, coraggio ed entusiasmo. Questi i pilastri della strategia operativa identificati dalla catena. Per rispondere alle esigenze di un consumatore in costante cambiamento. dal nostro inviato Riccardo Colletti Tommaso Leso Roberto Omati Pugnochiuso (Foggia) – ‘Expert verso il futuro’: questo il titolo della convention annuale di Expert, insegna specializzata nel settore retail dell’elettronica di consumo, andata in scena lo scorso 25 giugno. Un appuntamento che è diventato un must e che anche in un anno difficile è tornato sulla ribalta. Giustamente. Nella cornice del Gargano, la catena ha presentato ai propri soci e ai fornitori dell’industria il nuovo assetto, gli obiettivi raggiunti e i progetti per il futuro. Un futuro che Expert disegna rileggendo il presente, ma anche la propria storia. Quella costruita in tanti anni di processo aggregativo e che ora vive uno snodo centrale. Sostanzialmente per due ragioni. La prima è legata alla prematura scomparsa del suo storico e ‘unico’ direttore generale, Carlo Alberto Lasagna. Una persona davvero speciale, alla quale è stato tributato un ricordo commuovente e appassionato. Coinvolgente. A ricordare la tanta strada percorsa, i suoi insegnamenti, la sua passione, la sua voglia di guardare sempre avanti. La seconda, invece, è più legata a un nuovo modello organizzativo adottato dal Gruppo, dopo che il socio Sgm-Distribuzione ha deciso di adottare l’insegna Unieuro, prevedendo comunque anche la possibile uscita da Expert Italy. Si apre dunque una nuova pagina da scrivere nella storia dell’insegna. E le prime righe sono state formalmente scritte proprio sulle rive del Gargano. E’ qui che il nuovo consiglio di amministrazione ha potuto leggere e divulgare i piani operativi di Expert, che mettono al centro dell’attenzione l’imprenditore. Ossia, le persone. L’apertura dei lavori è stata affidata al professor Daniele Fornari di Cermes-Bocconi che ha identificato in quattro valori fondamentali i pilastri per trasformare in opportunità di business i cambiamenti in atto sullo scenario italiano. Il primo è la visione, che consente agli imprenditori di saper leggere e interpretare le trasformazioni in atto e farle diventa- re occasioni di business. C’è poi la distintività, che rende un marchio una sorta di esperienza unica e memorabile per il consumatore, che si abbina alla coesione, che “fa la forza” di un Gruppo. Quindi, in ultimo, le regole, che devono essere chiare e condivise, con l’obiettivo di orientare al meglio le comuni strategie commerciali. Ad onor del vero, tale percorso è già stato intrapreso da Expert. Come mostrato in un’indagine condotta (proprio da Cermes), infatti, si conferma il risultato di essere la seconda insegna “top of mind” per i consumatori. Con punti di forza che fanno di Expert una realtà davvero unica nello scenario della distribuzione specializzata: la presenza costante degli imprenditori nei punti vendita, la prossimità dei negozi, la qualità dei servizi pre e post vendita e l’assortimento completo, in particolare su prodotti di medio/alta qualità. Non soltanto. Un’ulteriore conferma arriva dal trend che Expert ha conseguito nel primo trimestre di questo anno 2014. Ebbene: in un mercato che nei primi mesi del 2014 (gennaio-aprile – dato Gfk) ha registrato una flessione del -2,4%, l’insegna ha dichiarato (al netto dei negozi Marcopolo Expert) di aver incasellato una crescita del 4,7%. Altri numeri: l’insegna conta sul territorio un totale di 370 store, di cui 210 con l’insegna Expert e 160 con quella Expert Group. E, guardando alle prospettive e ai target di fatturato per quest’anno, l’obiettivo è fissato a quota 1,1 miliardi di euro. “I risultati collezionati in questa prima parte dell’anno sono una conferma della validità dell’approccio dei nostri soci, molto attivi localmente, che rappresentano un esempio virtuoso di imprenditorialità del nostro Paese”, ha sottolineato Roberto Omati, direttore generale di Expert Italy. “Gli italiani, anche se effettuano acquisti on line, hanno bisogno di rassicurazioni e di un rapporto umano in negozio, e questa è la nostra forza: creare un rapporto di fidu10 cia con i clienti e offrire loro un’esperienza piacevole di acquisto nei nostri negozi. Il progetto Expert si basa su questi punti di forza e rappresenta un’unicità in Italia. I nostri soci mantengono un’adeguata componente di autonomia territoriale, i plus di una gestione indipendente, con la credibilità di un’insegna leader sia a livello nazionale che internazionale”. Come a dire che Expert oggi è un’insegna fatta di imprenditori che hanno saputo valorizzare le loro specificità, in particolare puntando sulla prossimità, sulla qualità dell’offerta commerciale e dei servizi, sulla comodità e accoglienza dei loro negozi e sul personale. “Proprio la forza di essere tutti parte di un Gruppo oggi ancora più omogeneo e coeso, in cui la parola d’ordine è condivisione, costituisce il viatico migliore per il presente e per il futuro”, ha commentato Tommaso Leso, presidente di Expert Italy. “Il nostro network, oltre che da negozi ben allestiti e con un format accattivante, è costituito da persone che ogni giorno s’impegnano nel lavoro, credendo in valori tangibili. Si tratta di aziende sane, che vogliono continuare a creare valore. Per questo il tema della marginalità e del servizio per noi resta fondamentale”. Nei progetti futuri dell’insegna, è prevista anche la riorganizzazione della centrale, nella sua funzione strategica di gestione del nuovo sito Internet, che sfrutti le enormi potenzialità che il web offre come media di comunicazione per l’identità d’insegna e la promozione dei negozi. In tal senso Expert ha previsto anche un calendario promozionale sincronizzato, per garantire una maggior efficienza sotto tutti i profili per garantire un’operatività omogenea e ancor più strutturata. “Rafforzando ancor più il nostro leit motiv che recita ‘Gli esperti siamo noi’, vogliamo affrontare le sfide del futuro con passione rinnovata. Perché uniti, si vince”, ha concluso Tommaso Leso, presidente di Expert. hitech magazine anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014 www.hitechweb.info Vendite a distanza: più tutele per i consumatori La parola a Barbara Donelli, responsabile marketing e comunicazione di Expert Italy. “Continuare a far sognare attraverso la tecnologia” Barbara Donelli Nel corso della convention Expert un focus è stato anche riservato alle iniziative di marketing e comunicazione. Un obiettivo prioritario messo al centro dell’attenzione è la valorizzazione di un patrimonio in cui il precedente direttore generale, Carlo Alberto Lasagna, credeva molto: i giovani. Ed è proprio dedicato a lui il premio che il nuovo consiglio di amministrazione ha pensato di istituire. Si tratta di ‘Expert Carlo Alberto Lasagna’, un contest in cui i ragazzi fino ai 26 anni di età dovranno interpretare in modo originale, creativo, memorabile e innovativo l’insegna Expert attraverso un video, che verrà caricato sulla piattaforma Expert e votato dalla rete. Il video che otterrà più ‘like’ sarà il vincitore. “Il nostro obiettivo è avvicinare il target ‘young’ alla nostra catena, per capire come viene vissuta dai giovani e utilizzare il loro linguaggio, anche per indirizzare al meglio le nostre strategie di comunicazione”, ha sottolineato Barbara Donelli, responsabile marketing e comunicazione di Expert Italy. “Carlo Alberto Lasagna ci ha lasciato questa grande eredità: credere e puntare sui giovani, sulle loro idee perché loro sono il nostro futuro. Non solo: ci tengo a sottolineare”, ha concluso Barbara Donelli, “che chi fa esperienza nei nostri negozi, torna. Dobbiamo partire da quello che siamo, dai nostri punti di forza che il cliente apprezza e riuscire a comunicarli in modo ancora più efficace. Expert del futuro ha un’importante mission: continuare a far sognare i consumatori attraverso la tecnologia”. Oltre all’originale concorso, la Convention è stata anche un’occasione importante per presentare e condividere i prossimi obiettivi di marketing e comunicazione di Expert. Un aspetto centrale è legato al fatto che l’insegna sarà sempre più una catena uniforme, con politiche di marketing comuni, incrementando le attività nei negozi, con eventi divertenti, per far vivere emozioni ai clienti attraverso i punti vendita, vero fulcro del cambiamento. E’ questo il teatro scelto per veicolare la comunicazione anche per l’utente online, nell’ottica di una proposizione di insegna unica e coerente. Pertanto, il sito di e-commerce trasferirà queste peculiarità, perché “chi ci sceglie per le nostre caratteristiche, deve trovarle sia nel negozio fisico che in quello online”, sottolinea Barbara Donelli. Per questa ragione, secondo Expert il volantino, che rappresenta ancora l’investimento più consistente (a proposito, il 61% del totale investimenti in comunicazione delle imprese commerciali è dedicato a questo media, secondo l’indagine sulle imprese commerciali nella Gdo, ndr), deve diventare un media di marketing, in cui trasferire i valori dell’insegna. Da evidenziare, in chiusura, la particolare attenzione che verrà riservata al mondo dei social, in modo da presidiare anche il territorio virtuale con le specificità che caratterizzano Expert. un sensibile incremento di tutele per gli end user. E questo aspetto è considerare importante. Ma al contempo mette poco in evidenza la volontà di far crescere e favorire un libero scambio. Ci sono ancora svariate distonie se la leggiamo a livello generale, che penalizzando alcuni interpreti della filiera, a cominciare da chi fa retail e non è soltanto un cosiddetto ‘pure player’, ma dispone di strutture con punti vendita fisici dislocati sul territorio”. Sulla medesima lunghezza d’onda l’intervento alla tavola rotonda di Alessandro Butali, presidente di Aires: “Se pensiamo alla situazione legata al ritiro dei Raee, si rileva che chi opera in e-commerce è adesso chiamato a ottemperare alle prescrizioni previste dal ritiro ‘Uno contro uno’. Ma per quelle del cosiddetto ‘Uno contro zero’, che invece coinvolgono soltanto i retailer che vantano negozi sul territorio. L’auspicio è che rispetto al passato i controlli siano più incisivi ed efficaci per garantire una reale e sana competizione tra i diversi attori del mercato”. Nel corso del forum “Filiere in crescita: la lezione della Sud Valley”. organizzato da Osserva Italia, il quotidiano online di Affari&Finanza de La Repubblica - è stato presentato lo studio Nielsen dal titolo “Tendenze dei consumi e carrello della spesa. Il cliente italiano e la domanda di qualità”, dal quale sono emerse le nuove tendenze di acquisto degli italiani. Analizzando il quadriennio che va dal 2010 al 2014 emerge un profilo di end user assai più informato, più attento alla ricerca della convenienza e della qualità. Indicatori che evidenziano il permanere di uno stato di perdurante crisi che affligge in sistema Italia: e che come tale impone approcci e atteggiamenti allineati al quadro generale. Dall’analisi condotta da Nielsen si rileva che, se nel 2010 i principali interessi degli italiani erano la musica e il cinema, nel 2013 sono la cucina e la salute a coinvolgere la percentuale maggiore dei rispondenti all’inchiesta. Questa prevalenza di interessi quali la cucina e la salute spiega come la consapevolezza dei benefici di una corretta alimentazione sia cresciuta: il 62% degli intervistati è convinto che gran parte delle malattie abbiano origine da un’alimentazione sbagliata; il 40% ritiene che grazie al progresso tecnologico, sarà sempre più facile acquistare alimenti che aiutino a vivere meglio e più a lungo; mentre per il 57% l’attività del mangiare è ancora vista come puro piacere. In questo quadro si inserisce anche la buona predisposizione ad acquistare prodotti italiani e a basso impatto ambientale. Il 64%, infatti, afferma di sforzarsi a comprare referenze nazionali; il 51% preferisce acquistare prodotti di aziende locali e il 48% è attento alle produzioni che rispettano l’ambiente. Un elemento interessante riguarda la convinzione che il prezzo alto sia sinonimo di qualità: guardando allo scenario alimentare, nel 2010 il 38% del campione rappresentato da Nielsen preferiva i prodotti delle marche famose, oggi solo il 29%. Questi dati dimostrano che i clienti hanno imparato a scegliere e selezionare, probabilmente aiutati dall’aumento delle notizie a disposizione dei consumatori. In questi anni la filiera ha modificato la propria offerta, rendendola più ampia e articolata e, soprattutto, adeguandola alle nuove esigenze di risparmio dei consumatori. Infatti, da un lato i clienti cercano di ridurre i volumi, e quindi gli sprechi, comprando solo l’essenziale (55%) o comprando meno in assoluto (33%); dall’altro modificano le scelte, cercando prodotti scontati (53%) e marchi più economici (22%) o comprando ‘formati risparmio’ più grandi (9%). Questo adeguamento dell’offerta ha generato negli ultimi due anni un risparmio di 2 miliardi per le famiglie italiane. Nota finale relativa al panorama commerciale, ossia alle strutture della distribuzione moderna. La superficie di vendita in metri quadri è aumentata dal gennaio 2006 allo stesso periodo del 2013, subendo una lieve flessione dello 0,2% nel gennaio 2014. Raffaella Cordera Indagine Nielsen: risparmio e informazione guidano i consumi Il nuovo cda di Expert Italy Lo scorso 19 maggio, l’assemblea generale dei soci ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione di Expert Italy che rimarrà in carica per il prossimo triennio. Il nuovo presidente del gruppo è Tommaso Leso, imprenditore di Verona e rappresentante di DG Group, la nuova piattaforma che aggrega Domex e Gaer. Enrico Somma è il nuovo vicepresidente, imprenditore di Castellammare di Stabia, titolare dell’omonimo Gruppo Somma, già membro dei due precedenti CdA, assieme a Tommaso Leso e a Vittorio Chiari, uno dei padri storici della famiglia Expert in Italia, anche quest’ultimo riconfermato. Fa il suo ingresso per la prima volta nel Vendite distanza: un tema caldo per il retail moderno. Alla luce del nuovo D.Lgs 21/2014, entrato in vigore lo scorso 13 giugno, si è svolto un convegno di approfondimento organizzato presso la Confcommercio di Milano. Con il patrocinio di Aires, Andec, Ascofoto, Aifoto, Assintel e Ancra, alcuni esperti legali e operatori del settore hanno trattato i vari aspetti della nuova disciplina. L’avvocato Maurizio Iorio (presidente di Andec) ha evidenziato e sunteggiato i punti cardine introdotti dalla legge 21/2014, ponendo l’accento essenzialmente su alcuni aspetti: la maggiore informativa preventiva che deve essere assicurata ai consumatori, le novità legate ai requisiti formali del contratto di fornitura, con chiara definizione delle modalità e delle tempistiche di consegna, e il diritto di recesso che passa da 10 a 14 giorni. Il tutto ricordando che è stata delegata all’Agcm (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) la competenza decisionale in materia. Da evidenziare due riflessioni emerse durante gli interventi. La prima di Davide Rossi, direttore generale di Aires: “La nuova normativa evidenzia consiglio di amministrazione di Expert Giuseppe Pistone, titolare della più importante realtà per il gruppo in Sicilia, con sette punti vendita. Il nuovo consiglio di amministrazione di Expert vede anche l’importante rientro di Daniela Chiurchi, determinata imprenditrice genovese - e rappresentante di Colimex, storica piattaforma ligure del gruppo – che aveva ricoperto la carica di presidente e vicepresidente di Expert tra il 2000 e il 2006. Da segnalare infine che Roberto Omati, direttore generale dell’insegna, è stato eletto come nuovo membro del consiglio di amministrazione di Expert International riunitosi in Germania. 11 retail hitech magazine anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014 www.hitechweb.info A Villasimius (CA) la Convention annuale Dixe “Collaborare con l’industria: l’unica via per crescere” La centralizzazione degli acquisti, l’importanza della multicanalità e l’integrazione con l’online. Questi i temi caldi della settimana di lavoro organizzata dal Gruppo Evoluzione per i suoi soci e committenti. Da sinistra: Claudio Gorla, Massimo Esposito, Gianni Signetti, Maurizio Di Vito, Gianni La Porta All’interno di uno scenario competitivo sempre più serrato, sono molte le questioni aperte sul tavolo del retail. La necessità di una centralizzazione degli acquisti e di una fatturazione unica. L’eventualità di sfruttare possibili aggregazioni o acquisizioni come armi strategiche per lo sviluppo dell’insegna. L’e-commerce e l’esigenza sempre più pressante di un’offerta multicanale. Tutti questi temi, insieme a molti altri, sono stati affrontati nel corso della convention annuale del Gruppo Evoluzione, che si è svolta dal 16 al 22 giugno al Tanka Village di Villasimius, in provincia di Cagliari, che ha visto la partecipazione di tutti i soci e i committenti, in rappresentanza degli oltre 320 punti vendita distribuiti su tutto il territorio nazionale. Le nuove strategie del Gruppo sono state approfondite nel corso della consueta riunione del consiglio direttivo, preseduto dal neo presidente Gianni La Porta. Aggregazione, e-commerce e multicanalità sono stati invece i temi portanti di un’interessante tavola rotonda con l’Industria, rappresentata per l’occasione da Stefano Pasini e Damiano Assorgia (Electrolux); Renzo Sodani, Andrea Marino e Carlo Passante (Indesit); Paolo Sandri (TP Vision); Walter Valli e Vieri Pecori Giraldi (Remington); Francesco Jori (Toshiba); Daniele Grassi e Fabrizio Vianu (Samsung); Giovanni Cortona e Paolo Banfi (Whirlpool); Maurizio Infantino (Bertazzoni); Roberto Paci (Haier); Mario Ornati ed Enrico Casini (Vesit). Molti gli spunti emersi anche nel corso del dibattito in sala, moderato dal direttore generale di Evoluzione Oscar Corio. Dai nuovi fenomeni quali concentrazione e vendite online - non più viste come minacce bensì come opportunità - sino al tema sempre caldo dell’eccessiva corsa alla promozionalità e al prezzo superscontato. Una più stretta collaborazione tra Industria e Distribuzione finalizzata al sostegno del sell-out, nonché un maggior impegno da parte dei retailer nella for- Le attività di comunicazione per consolidare l’insegna I volantini, la rivista semestrale Dixe News e i social network sono gli strumenti principali utilizzati dal Gruppo Evoluzione per divulgare e promuovere le iniziative dei punti vendita e per diffondere il più possibile la conoscenza dell’insegna presso i consumatori. La convention 2014 è stata anche un’occasione per sottolineare a soci e committenti l’importanza delle attività di marketing e comunicazione per un’insegna come Dixe. L’ufficio marketing della sede centrale continua a essere il punto di raccordo e riferimento per tutti i committenti, affiliati e piattaforme: da qui partono linee guida e indicazioni e qui arrivano proposte e suggerimenti per coordinare ancor di più la comunicazione del gruppo. Il 2014, in particolare, ha visto il restyling della grafica dei volantini con l’uso di colori diversi per le pagine, in base alla famiglia dei prodotti che presentano, con uno spazio più ampio per le descrizioni tecniche e le immagini e una maggiore visibilità dei prezzi, affiancati dall’indicazione della campagna o dello sconto. Di 12 grande importanza sono le pagine tematiche dell’inserto dei volantini, che vengono realizzate in co-marketing con i principali brand dell’Industria. Importanti i programmi anche per il secondo semestre 2014: agosto e dicembre sono i mesi in cui l’offerta proporrà attività differenti dal ‘sottocosto’ e più orientate a iniziative che fidelizzino il consumatore con vantaggi immediatamente tangibili. Il magazine semestrale, poi, resta uno strumento fondamentale di comunicazione. Con la sua grafica pulita e chiara rappresenta la vetrina ideale per tutti i prodotti e i brand venduti negli store Dixe. Tra le attività imminenti da sviluppare, nella convention si è parlato di un utilizzo più incisivo di Internet e dei social network. Ogni committente e/o affiliato è invitato crearsi un proprio sito, seguendo e rispettando le linee guida del Gruppo. E, nel sito www.dixe.it, è dedicata ai punti vendita un’ampia sezione, dove è possibile recuperare i riferimenti anagrafici, la localizzazione su Google Maps, le indicazioni utili sugli orari e l’ultimo volantino. mazione degli addetti alla vendita ha invece trovato accordo pressoché unanime da parte dei presenti, così come la necessità di una rapida evoluzione verso nuove logiche multicanale che prevedano la coesistenza di negozio fisico e virtuale in un unico sistema di vendita aggregato. “Occorre saper individuare e cogliere le reali occasioni di crescita offerte dal mercato, anche in questo difficile momento di crisi e di riduzione dei consumi”, ha commentato Oscar Corio a margine della tavola rotonda. “Lo sviluppo e l’espansione di un Gruppo come il nostro, così esclusivo per formula commerciale e distribuzione sul territorio, non può che passare da una più stretta collaborazione con i nostri partner dell’industria. Con loro dobbiamo condividere non solo del mero business, ma un vero e proprio progetto di lavoro e di crescita aziendale”. La convention ha visto importanti momenti di lavoro durante la settimana, con approfondimenti sulle imminenti novità di prodotto all’interno degli stand allestiti per l’occasione dalle aziende del mercato presenti. Toshiba, Electrolux, Agos, Candy/Hoover, Indesit Company, Samsung, Bosch/Siemens, Whirlpool, Remington, TP Vision, Haier, Pengo, Vesit, Bertazzoni hanno mostrato le nuove referenze che a breve raggiungeranno gli scaffali dei punti vendita, un utilissimo percorso formativo per tutti i partner del retail. Non sono però mancati momenti di svago e aggregazione, con la gara di MasterChef sponsorizzata da Bosch e vinta da Roberto Lelli e signora di Elettrolelli (Acilia - Roma) e con il tifo alla partita dell’Italia ai Mondiali di calcio. A conclusione della convention, la cena di gala, durante la quale il presidente ha ringraziato l’industria presente per il supporto e l’affetto dimostrato nei confronti del Gruppo e ha ricordato come di anno in anno i soci diventano sempre più affiatati e decisi a fare squadra per fronteggiare l’attuale periodo di crisi, con una strategia di crescita chiara, comune e condivisa sotto l’insegna. scenari hitech magazine anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014 www.hitechweb.info Verso l’interazione tra fisico e digitale I dati dell’Osservatorio GS1 Italy | Indicod-Ecr. In calo le vendite del Non Food nel 2013. Online sempre più protagonista nel processo d’acquisto. Vendite del settore Non Food ancora in calo per tutto il 2013. E’ questo il dato che emerge dai risultati della dodicesima edizione dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy | IndicodEcr, presentati lo scorso 9 luglio al Piccolo Teatro Grassi di Milano. Lo studio è stato realizzato in collaborazione con TradeLab, che dal 2002 monitora in modo sistematico il settore dei beni non alimentari. L’edizione 2014 si è arricchita inoltre di un approfondimento sul consumatore Non Food, curato da GfK Eurisko, in cui si disegnano gli scenari futuri dello shopping. E che delinea una profonda metamorfosi nelle abitudini dei consumatori, guidata dalla crisi e dalle nuove tecnologie. Il 2013 è stato un altro anno difficile per l’economia italiana: tra contrazione del Pil (-1,3% in termini reali) e della domanda interna (-2,6 in termini reali) e forte aumento della disoccupazione (11,5). A risentirne sono stati i consumi in generale, nessuno escluso. Il totale dei consumi delle famiglie subisce una contrazione dell’1,2%, a valori correnti, mentre in termini reali (senza considerare cioè gli effetti della variazione dei prezzi) il calo raggiunge i 2,5 punti percentuali (sebbene il decremento sia meno accentuato rispetto 2012, quando si superavano i 4 punti percentuali). Il non alimentare si configura come il settore che ha risentito maggiormente dei tagli di spesa delle famiglie, registrando una flessione a valori correnti del 4%, dove il trend dei prodotti grocery è del -0,9%. Di conseguenza, si assottiglia ulteriormente la sua incidenza sui consumi complessivi: 16,3% nel 2013, quando era del 16,7% nel 2012 e 17,5% solo nel 2009. Le vendite risultano sempre in calo, ma in percentuale minore. Il settore Non Food monitorato dall’Osservatorio ha raggiunto nel 2013 un valore complessivo di circa 98 miliardi euro, segnando una flessione del 3,9% (nel 2012 era stata del 5,2%). La flessione delle vendite Non Food nel 2013 ha avuto un impatto diverso sui vari canali. A causa della capillarità dei punti vendita specializzati e delle politiche commerciali messe in atto dalle grandi superfici specializzate, lo sviluppo di ipermercati e supermercati continua a trovare forti difficoltà, e perdono quota in quasi tutti i comparti monitorati. Per il primo anno il numero di ipermercati presenti sul territorio, al saldo tra aperture, chiusure e passaggi di formato, è in diminuzione. La rete moderna specializzata, dopo il primo segnale negativo dello scorso anno, continua a contrarsi: nel complesso si rileva un -2,5%, anche in conseguenza di una sempre più aspra competizione multicanale. Particolarmente penalizzati i punti vendita del settore bricolage. Ma quando la crisi sarà passata, quale orizzonte si aprirà per gli acquisti acquisti Non Food? Come si posizionerà il canale online? Quale ruolo rivestiranno la rete e le tecnologie digitali all’interno dei processi d’acquisto degli italiani? Attese, desideri e predisposizioni dello shopper Non Food di domani sono state al centro dell’indagine affidata dall’Osservatorio a GfK Eurisko. Dai risultati della ricerca emerge che la crisi sembra essere stata metabolizzata dai consumatori e il futuro, che appare meno fosco del previsto, sembra andare più verso una nuova normalità piuttosto che verso una ‘ripresa espansiva’. Le abitudini innescate dagli ultimi sei anni di ristrettezze e incertezze economiche hanno lasciato un segno talmente forte da diventare parte integrante della quotidianità dei consumatori. E da essere mantenute anche nel caso in cui cambiasse il ciclo economico. Esiste ancora il ‘piacere’ del processo d’acquisto, dove digitale e tecnologie giocano un ruolo importante soprattutto nelle fasi di ricerca di idee e di informazioni. Ma non solo. Se l’acquisto finale avviene ancora prevalentemente nei negozi fisici, per il futuro verranno privilegiati solo i punti vendita in grado di garantire nuove esperienze. Digitale e fisico, combinati in diverse soluzioni, permeano l’intero processo d’acquisto del consumatore: uno completa l’altro. “Anche se cambiasse il ciclo economico, le esperienze degli ultimi sei anni di incertezze e rinunce hanno lasciato un segno nel consumatore che ha imparato a conviverci, disegnando una nuova normalità”, commenta Marco Cuppini, direttore dell’osservatorio. M.B. LA SPESA FUTURA IN FAMIGLIA Secondo lei fra 3-4 anni, nella sua famiglia spenderete di più o di meno per... ? Di meno Merceologia “non food” abbigliamento elettronica di consumo articoli per lo sport bricolage e fai da te giocattoli libri, dischi, videogiochi, home video Di più ∆% -21 20 19 -26 -33 -34 15 14 13 10 -46 -41 Altra merceologia viaggi, vacanze educazione, formazione divertimenti, cene, tempo libero trasporti alimentari ottica prodotti per profumeria mobili e arredamento telecomunicazioni prodotti per la cura della persona e della casa finanza, banche, assicurazioni lotterie, scommesse, estrazioni -1 -7 -18 -20 -34 -30 -25 25 25 23 22 21 -31 -25 -23 -10 -21 0 -6 -2 0 11 -5 -13 -27 -13 0 -27 -44 16 14 13 13 12 -27 -40 -26 -11 -36 9 -48 4 Fonte: Osservatorio Non Food GS1 Italy | Indicon-Ecr, 2014 Base: Totale, n=750 LA SPESA IN FAMIGLIA – DATO DI TREND Considerando i vostri redditi e le spese complessive della vostra famiglia, quanto spendete nella vostra famiglia per... ? Moltissimo + molto Abbastanza Abbigliamento Elettronica di consumo 2011 2014 2011 2014 6% 3% 1% 5% 15% 18% 2% 11% 20% 22% 4% 36% Giocattoli 2011 2014 2011 2014 2011 2014 1% 11% 2% 7% 4% 1% 7% 14% 27% 16% 25% 14% 15% 33% 22% 28% 5% 16% 22% 34% 25% 25% 3% 27% 25% 25% 43% Molto poco Articoli per lo sport 30% 40% 45% Bricolage e fai da te 16% 25% Né tanto, né poco Poco Libri, dischi, videogiochi, home video 2011 2014 28% 24% 24% 23% 23% Non spendiamo niente 24% 20% 9% 1% 9% Moltissimo + molto + abbastanza 21% 28% 16% 25% 13% 20% 8% 18% 12% 19% 9% Poco + molto poco + per niente 34% 30% 44% 39% 72% 51% 75% 47% 61% 49% 76% 59% 25% 27% 16% 11% 3% 1% 20% 12% 6% 15% 15% 4% 18% 16% 7% 32% 12% Fonte: Osservatorio Non Food GS1 Italy | Indicon-Ecr, 2014 19% Base: Totale, n=750 ACQUISTI IN FUTURO: CANALI “DIGITALI” O “CONCRETI” 1. Lei come pensa che incontrerà/troverà gli spunti e le idee tra 3-4 anni sul... ? 2. Lei, in futuro, tra 3-4 anni, per i suoi acquisti di ... pensa che raccoglierà informazioni/pareri/valutazioni? 3. Lei, in futuro, tra 3-4 anni, pensa che i suoi acquisti di ... li effettuerà ...? Abbigliamento 1 ...soprattutto su internet/nel mondo digitale ...egualmente sia su internet/nel mondo digitale, sia nei punti vendita concreti ...soprattutto nei punti vendita concreti 2 3 3 6 4 41 38 31 Elettronica di consumo 1 2 3 Libri, dischi, videogiochi, home video 1 2 3 Bricolage e fai da te 1 2 3 Articoli per lo sport 1 2 3 17 20 22 16 14 21 12 14 13 16 15 13 Giocattoli 1 2 3 6 14 6 42 40 49 45 46 46 51 52 50 53 53 46 48 50 44 56 56 64 31 27 32 36 37 35 42 41 46 33 33 37 46 41 52 Fonte: Osservatorio Non Food GS1 Italy | Indicon-Ecr, 2014 Base: top spender in ciascun mercato - Valori in % Context lancia il Panel Retail in Italia Nata nel 1983 e fondata da Howard Davies, la società di analisi dati e ricerca Context vanta una lunga esperienza del mondo Ict. Una struttura snella – che ha il suo quartier generale a Londra - e con sedi dislocate nei mercati strategici (dalla Francia agli Usa, dall’India al Brasile, senza dimenticare Spagna e Italia), Context si è presentata al mercato italiano. La serata di networking – andata in scena lo scorso 17 luglio presso l’Hotel Diana di Milano – è stata l’occasione per annunciare il varo del Panel retail sul nostro mercato. Così da poter fornire un’alternativa a quanto già in essere in materia di acquisizione, elaborazione, analisi e proiezione dei dati di mercato. “Il nostro obiettivo è quello di offrire una nuova opzione dinamica, flessibile e condivisa agli operatori italiani del retail”, ha sottolineato Howard Davies. Negli intendimenti c’è quello dunque di fornire mediante il Panel Context una visione innovativa, che consenta 14 ai retailer di fruire dei dati in maniera funzionale: “Vogliamo delineare un approccio di proficua collaborazione”, ha sottolineato Isabel Aranda Morales, country manager Italy di Context. “Il nostro storico legame e la partnership ormai su scala mondiale con i distributori del mondo Ict, ad esempio, permette al canale retail di identificare realmente le tendenze destinate a caratterizzare il business”. Raffaella Cordera eldom hitech magazine anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014 www.hitechweb.info Whirlpool acquisisce il controllo di Indesit Dopo mesi di rumors, l’accordo è stato ufficializzato. Per 758 milioni di euro la multinazionale di Benton Harbor si aggiudica il 60,4% della società di Fabriano. Whirlpool acquisisce il controllo di maggioranza di Indesit Company. “Whirlpool Corporation e Fineldo S.p.A. comunicano di aver sottoscritto un accordo per la cessione della partecipazione detenuta da Fineldo in Indesit Company S.p.A”, si legge in una nota congiunta diffusa lo scorso 10 luglio dalle due società. “Whirlpool ha inoltre sottoscritto con alcuni membri della famiglia Merloni accordi per l’acquisto delle azioni da essi detenute in Indesit”. Whirlpool rileva così il 66,8% delle azioni con diritto di voto, corrispondenti al 60,4% del capitale di Indesit. La società americana ha spiegato che intende finanziare questa operazione per cassa, insieme a finanziamenti bancari e al ricorso al mercato del debito statunitense e internazionale, a seconda della tempistica del closing e delle condizioni di mercato. L’acquisizione del controllo, precisa la nota, è soggetta all’autorizzazione del Tribunale di Ancona e delle autorità Antitrust. La chiusura dell’accordo è attesa per la fine dell’anno. Il prezzo dell’operazione è di 15,06 dollari per azione, per un totale stimato in 1,038 miliardi di dollari, corrispondenti a 758 milioni di euro. “Ci aspettiamo che questa opportunità posizioni il nostro business europeo su un percorso di crescita e di continua creazione di valore insieme a una società di riconosciuto standing e affermata quale Indesit”: questo il commento di Jeff Fettig, presidente e chief executive officer di Whirlpool Corporation, che sottolinea come l’acquisizione rappresenti un’opportunità importante per una crescita sostenibile della società nel Il commento Al lupo, al lupo mercato degli elettrodomestici in Europa. “L’accordo ha l’obiettivo di dotare Indesit di tutti gli strumenti per costruire un futuro solido e sostenibile”, ha spiegato Gian Oddone Merli, amministratore delegato di Fineldo. “Nel corso di un dialogo durato molti mesi, Whirlpool ha dimostrato di essere il partner giusto in grado di esprimere una progettualità che premi il percorso di crescita e di attenzione alla qualità che ha sempre caratterizzato Indesit. I benefici che Indesit trarrà da questo investimento sono molteplici, non ultimo la possibilità di permettere al proprio know-how e ai propri prodotti di raggiungere una scala davvero globale”. In questa operazione, Whirlpool ha contemporaneamente sottoscritto accordi di compravendita di azioni con Fineldo, per una partecipazione pari al 42,7% del capitale di Indesit, con alcuni membri della famiglia Merloni - per una partecipazione pari al 13,2% del capitale di Indesit - e con Claudia Merloni -per una partecipazione pari al 4,4% del capitale di Indesit. M.B. Beko: partnership con il Barça. Lo chef Alessandro Borghese nuovo testimonial Si profilano all’orizzonte nuove partnership e iniziative promozionali per Beko. La prima è di carattere calcistico e coinvolge uno dei maggiori club europei. A fine giugno infatti il gruppo multinazionale di elettrodomestici e Fc Barcellona hanno annunciato la firma di un accordo che vedrà Beko partner globale della squadra catalana per i prossimi quattro anni. L’annuncio è avvenuto lo scorso 30 giugno allo stadio Camp Nou alla presenza di Mustafa V. Koç, presidente della Koç Holding, Levent Cakiroglu, presidente di Koç Holding Group Durable Goods e amministratore delegato di Arçelik A.Ş, e di Josep Maria Bartomeu e Javier Faus y Santasusana, rispettivamente presidente e vice presidente del club catalano. Il nuovo logo di Beko, mostrato in anteprima mondiale per l’occasione, sarà presente sulle maglie da gioco e d’allenamento. Beko diventerà così il primo brand a beneficiare di una presenza permanente sulle divise che la squadra indosserà nelle gare di Liga e della Coppa di Spagna nella stagione 2014/15, così come nelle amichevoli e nel tour estivo. Sul versante italiano, invece, sarà Alessandro Borghese il nuovo testimonial di Beko Italy. L’accordo con il celebre chef è stato presentato ai clienti italiani durante la convention tenutasi a Istanbul lo scorso 13 giugno. Un volto noto e amato dal grande pubblico maschile e femminile di qualsiasi età, beniamino dei più piccoli e abituato a entrare quotidianamente nelle case degli italiani, Alessandro Borghese è il testimonial perfetto per sostenere la strategia del brand, che mira ad attestarsi sempre più come marchio di qualità e vicino alla gente. L’accordo prevede il coinvolgimento dello chef in una campagna di comunicazione integrata con copertura dei principali mezzi (Tv, web, social, stampa) e declinazione accattivante dei materiali per il punto vendita. Si tratta di un’iniziativa promozionale di lungo periodo, che abbraccerà l’ultimo trimestre 2014 e buona parte del 2015. E parallelamente alla campagna sono stati pianificati diversi eventi di cooking show con lo chef in versione “live”: momenti esclusivi di aggregazione per gli amici di Beko. 15 Mettetevi d’accordo. Fino a ieri su quasi tutti i quotidiani si parlava dello scarso appeal del nostro paese nei confronti degli investitori esteri. E tutti a lamentarsi: non viene più nessuno, non siamo competitivi, il nostro prodotto non è più appetibile. Quando poi invece un’azienda straniera ne acquisisce una italiana tutti a stracciarsi le vesti: oddio oddio gli stranieri ci comprano tutto, cosa rimane del nostro potenziale produttivo? diventeremo una colonia! Insomma tutto e il contrario di tutto. In un vortice di commenti e dichiarazioni deliranti. Al contrario, la vicenda Indesit-Whirpool ė semplicissima. Da una parte c’era una famiglia che da tempo, per vicende proprie, aveva deciso di vendere. Dall’altra un gruppo industriale che intende potenziare la sua presenza nel Vecchio Continente e in altre zone dove Indesit detiene significative quote di mercato. Da qui l’accordo e la vendita. Con l’assicurazione che non ci saranno tagli al personale e si confermano investimenti in ricerca e sviluppo. Fine. Stop. Senza se e senza ma. Ultima doverosa sottolineatura: se ci fosse stato un Cavaliere bianco italiano certamente la famiglia Merloni avrebbe considerato con molta attenzione l’offerta. Non c’è stato. Oppure l’offerta non era conveniente. Amen. Candy: ecco i frigoriferi KriÓ Angelo Frigerio Si rinnova la gamma di frigoriferi Maxi KriÓ Vital Evo. La nuova linea vien presentata proprio d’estate, stagione in cui è fondamentale conservare intatte le proprietà nutritive dei cibi freschi. I frigoriferi KriÓ sono studiati per raggiungere una maxi capacità: grazie allo spazio in più, garantito da 2 metri di altezza, un ripiano aggiuntivo e ben 19 litri in più rispetto ai modelli tradizionali, è possibile distribuire i prodotti in maniera ottimale, lasciando il giusto spazio tra i cibi per evitare le contaminazioni. Il rapporto 70/30 tra refrigerazione e congelamento permette la conservazione ottimale di una maggiore quantità di cibi freschi. Inoltre, il sistema No Frost Plus, attraverso un sistema di ventilazione forzata e un circuito interconnesso tra frigorifero e congelatore, consente un rapido ripristino della temperatura fredda nel frigorifero, ulteriore garanzia di mantenimento degli alimenti. I frigoriferi Maxi KriÓ Vital Evo, di classe A++, sono dotati del sistema di illuminazione Active Led, che permette un risparmio energetico fino al 90% rispetto alle tradizionali lampadine, oltre a una visibilità 60 volte maggiore e a una durata 30 volte più lunga. La luce fredda e bianca dei Led non riscalda il cibo, aiutando nella conservazione delle proprietà organolettiche. ict hitech magazine anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014 www.hitechweb.info “Le belle opportunità del mercato Pc” Intervista con Paolo Ciotti, Pps manager di HP in Italia. L’analisi del comparto, le iniziative marketing e comunicazione che coinvolgono il consumatore. Sono quattro le divisioni di HP in Italia. Enterprise Group, che si occupa di infrastrutture, data center, storage e soluzioni di networking. Poi la divisione Software e quella denominata Enterprise Services, che si occupa di servizi di outsourcing. Infine, la divisione Pps, acronimo che sta per printing and personal systems e riguarda tutto ciò che è microinformatica – come Pc, stampanti, tablet e phablet. Responsabile marketing di quest’ultima è Paolo Ciotti, che abbiamo incontrato per farci raccontare progetti, obiettivi e strategie della multinazionale in Italia. Quali sono gli ambiti operativi di HP a livello consumer? Quali i prodotti su cui state investendo in questo momento? HP è formata da due anime principali, quella Printing e quella Pc, e per entrambe c’è una focalizzazione sia B2B che B2C. Nell’ambito del printing commercial in questo periodo stiamo ponendo particolare attenzione a promuovere una tecnologia proprietaria denominata HP PageWide Array, che introduce il getto d’inchiostro in ambito aziendale con performance analoghe o superiori a quelle delle stampanti laser a costi di gestione più contenuti. Da non dimenticare inoltre la forte attenzione anche sui servizi, in particolare Managed Print Services, che consente alle aziende di aumentare i risparmi, migliorare la produttività e la gestione del parco stampanti. Un’altra area di attenzione è quello del personal computing , sia B2C che B2B. In questo ambito l’offerta di HP è molto ampia e spazia dai tablet da 7” e 10” con diversi sistemi operativi, ai 2 in 1, fino ai convertibili e ai notebook classici. Per il futuro abbiamo programmato ulteriori evoluzioni, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche da quello dei servizi correlati. Può farci un esempio? Stiamo rilanciando, anche in Italia, la partnership con Universal Music. Grazie alla collaborazione con la major, siamo in grado di erogare un valore aggiunto agli utenti: un servizio di play list radio che consente di sperimentare esperienze musicali esclusive e innovative. Un utente che oggi compra un Pc HP trova già precaricata un’app che, previa registrazione su un portale chiamato HP Connected Music, gli consentirà di fruire di questo servizio gratuitamente per 12 mesi. All’interno della stessa partnership, ci sarà la possibilità, acquistando un Pc HP della gamma consumer con Windows 8 o 8.1, di partecipare a un concorso che mette in palio un evento esclusivo con un artista sotto etichetta Universal. Quali sono gli altri programmi di incentivi all’acquisto nei confronti del cliente finale? Segnalo la campagna “Trade In” che prevede la supervalutazione dell’usato, con uno sconto fino a un tetto massimo di 400 euro sull’acquisto di un nuovo Pc. Inoltre, proponiamo “Cash Back”: su una selezione di prodotti, il cliente finale può richiedere il rimborso fino a 70 euro, in base al modello che vuole acquistare. Riteniamo possano essere incentivi particolarmente utili in fase di vendita, quando oltre alle caratteristiche tecniche dei prodotti, intervengono valutazioni economiche e di percezione del brand. In quali periodi dell’anno HP lancia nuove referenze? Tendenzialmente i cicli annuali per HP sono il Back to School (da agosto a metà ottobre), Christmas (che inizia a novembre) e Spring (che parte a febbraio e dura fino a giugno/luglio). Questi periodi coincidono generalmente anche con l’introduzione di nuovi prodotti e con programmi di vendita a supporto. Come comunicate concretamente all’utente finale l’esistenza delle vostre promozioni? In linea di massima attraverso un media tradizionale – print o radio – che viene integrato con il digital, tradizionale e social, a cui si aggiungono iniziative sul punto vendita, principalmente tramite materiale Pop o attività in store. Inoltre strutturiamo un piano di comunicazione per i buyer e gli addetti vendita delle catene, sia a livello Paolo Ciotti centrale attraverso il nostro reparto commerciale, che presso i punti vendita con il presidio del negozio, con personale dedicato che si occupa dell’allestimento e del merchandising, in particolare della verifica che le macchine siano esposte e che non ci siano rotture di stock. Com’è suddivisa la vostra attività? Qual è il vostro core business? Come precedentemente accennato sia la parte Pc che la parte Printing nelle loro declinazioni B2B e B2C rive- Zte lancia gli smartphone Blade Arrivano sul mercato italiano due nuovi smartphone a marchio Zte: Blade L2 e Blade C2 Plus. Il lancio dei due prodotti, disponibili da luglio, si inserisce nell’ambito del nuovo accordo siglato dalla divisione italiana della società cinese con Zap, azienda di distribuzione nel settore dei beni di elettronica di consumo, che opera sull’intero territorio nazionale. “Si tratta di un accordo inedito, che ci permette di iniziare a distribuire anche nel canale retail i nostri dispositivi”, ha spiegato Elsa Rocco, sales account manager di Zte Italy. “La partnership con Zap ci aiuterà a diffondere presso i rivenditori i valori del nostro brand. Ci proponiamo di offrire telefoni tecnologicamente avanzati e dal prezzo competitivo a un target giovane, amante della tecnologia e della condivisione social”. Zte Blade L2 si caratterizza per un touch screen da 5.0 pollici e finiture esterne bianche. Il device, basato su Android KitKat, presenta un processore quad core da 1,3 GHz e una fotocamera da 8 MP dotata di una serie di diverse impostazioni, dallo scatto continuo a quello panoramico, dall’anti-flicker alla modalità multi-angolo, che può essere trasformata facilmente in un’animazione 3D. Il modello Zte Blade C2 Plus dal design pulito e dalla colorazione nera, è pensato per regalare maneggevolezza e semplicità d’uso, grazie al suo schermo da 4.0”. Basato su Android KitKat, mette a disposizione degli utenti tutte le app del momento, una fotocamera da 5 MP per condividere i momenti più belli sui social e una fotocamera anteriore per non farsi mancare il selfie perfetto. E dal 1° luglio è attivo il nuovo sito web dedicato ai dispositivi mobili Zte venduti in Italia. 16 stono uguale importanza. Monitoriamo, e talvolta anticipiamo, come nel caso della tecnologia PageWide Array, l’evoluzione del mercato per andare a individuare nuovi settori o ambiti di crescita (ad esempio il phablet recentemente annunciato). Mi permetta una domanda un po’ cattiva: a suo parere vi siete mossi tardi nell’ambito mobile? Ormai i competitor hanno creato delle barriere troppo alte all’ingresso? Per ciò che riguarda il segmento tablet, è presto per dare una valutazione finale perché il mercato è in continua evoluzione, con sempre nuove opportunità e spazi di business. HP, grazie a un’offerta completa, con prodotti per tutte le esigenze, insieme all’offerta di servizi, è sicuramente in grado di rispondere a questi cambiamenti e trovare spazi in tutti i settori. Eppure il Pc tradizionale ha subito una battuta d’arresto… Ritengo che il declino del Pc si sia fermato e ora stia mostrando piccoli segnali di ripresa. Ci sono ambiti, ad esempio quello dei desktop – un segmento relativamente piccolo rispetto ai dispositivi portatili – che, in particolare negli all-in-one sta crescendo, già da alcuni trimestri. HP sta studiando nuovi form factor, con la consapevolezza che il mercato è ben lontano dall’essere consolidato, ed esistono ancora spazi di manovra interessanti. Come vede, in generale, il segmento It oggi? Probabilmente il mercato ha raggiunto il suo punto minimo e, come accennato in precedenza, iniziano a ricomparire dei segnali positivi in alcuni ambiti. Come HP puntiamo sull’innovazione, il nostro cavallo di battaglia, che in questo contesto significa focalizzarsi su form factor sempre più all’avanguardia e differenziare l’offerta non solo in base all’hardware ma anche ai servizi. Prima parlavamo di HP percepito come marchio premium: la collaborazione con Beats by Dr Dre per le casse dei notebook è sicuramente una scelta che va in questa direzione. State proseguendo con qualche altra attività di questo tipo per continuare a far percepire HP come un marchio in grado di offrire il meglio del mercato Pc? Stiamo lavorando in due direzioni. Da un lato al prodotto, facendo sì che i nostri device abbiano una qualità percepita e un’affidabilità sempre al top, insieme a un grosso impegno nei campi del design, dell’innovazione, della ricerca di materiali e colori. L’altra direzione va verso l’arricchimento della nostra offerta con servizi aggiuntivi, come quelli derivanti dalla partnership con Universal. Ma presto introdurremo ulteriori novità. Ossia? A breve ci sarà la possibilità di acquistare, compreso nel prezzo, anche un servizio che include un monte ore di traffico dati, senza alcun vincolo per il cliente. Anche per la parte stampanti proporremo nuovi e innovativi servizi, probabilmente all’inizio dell’anno prossimo. In questo modo il criterio di selezione di un dispositivo hardware non sono più solo le specifiche tecniche, ma la possibilità di possedere una piattaforma su cui è possibile gestire, a 360 gradi, il proprio ecosistema informatico, fatto di musica, dati, cloud, foto e contenuti multimediali. Un’ultima domanda: quali le strategie per il segmento delle stampanti? Partiamo da una posizione di leadership consolidata: i dati Idc ci dicono che un Pc su quattro e una stampante su tre sono HP. Anche sulle stampanti ci differenzieremo in due modi. Da un lato spingeremo sull’innovazione tecnologica, dall’altro amplieremo le nuove modalità di fruizione del dispositivo. E in questo senso, trasversale alle due divisioni, è il tema della mobilità, con la tecnologia di e-print per cui da qualsiasi dispositivo è possibile dialogare con una stampante collegata. Uno dei nostri obiettivi strategici è quello di spostarci su una fascia medio-alta e andare a intercettare un utente premium, che stampa di frequente per lavoro, per studio o altro. Annalisa Pozzoli entertainment Intervista con Ricardo Cones, general manager della filiale italiana hitech magazine anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014 www.hitechweb.info “Ubisoft, partner per un Natale al top” L’analisi del mercato, le performance brillanti grazie al successo di Watch_Dogs. Gli obiettivi per il nuovo anno fiscale. Con una line up ricca e ben assortita. Il successo ottenuto da Ubisoft, con il lancio di Watch_ Dogs, inutile negarlo, è il miglior viatico. Se volete, l’abbrivio ideale in vista della lunga volata natalizia. Il carburante che ci vuole sia per restituire fiducia e coraggio a tutto il business del mercato italiano, sia per affrontare il Natale 2014 con la giusta carica. Ricardo Cones, general manager di Ubisoft in Italia, è giustamente soddisfatto, sorridente. Ma predilige restare con i piedi per terra. Il lavoro che si profila all’orizzonte non ammette distrazioni. Ricardo Cones, credo che una partenza così, grazie a Watch_Dogs, metta di buon umore… Certamente, ci mancherebbe. E’ stato un successo di vendite che è andato al di sopra delle più rosee aspettative. Ma preferisco guardare avanti. D’accordo, allora andiamo subito a delineare gli obiettivi prefissati per il nuovo anno fiscale di Ubisoft in Italia, che si concluderà il prossimo 31 marzo. I nostri target sono in crescita rispetto all’anno scorso. Crediamo che il mercato italiano possa uscire dalla fase più difficile che ha vissuto e che di fronte a noi si schiuda un Natale ricco di soddisfazioni. Tradotto in numeri tutto ciò che cosa significa? La nostra ambizione è quella di poter incasellare una crescita del 25% per Ubisoft in Italia. Non è facile, ma penso che ci siano tutti gli ingredienti per puntare in alto. Direi un grande atto di fiducia… Mah, questo ingrediente è fondamentale nel business. E noi non lo abbiamo mai perso. Figuriamoci ora che si registra complessivamente, guardando al valore totale del mercato, un’inversione di tendenza. Si tratta di un segnale forte e che dobbiamo mettere a frutto. Specialmente per recuperare voglia di fare e di avere coraggio. E in giro se ne percepisce? Non vorrei apparire un inguaribile ottimista, ma mi sembra che il clima su scala generale sia migliorato. Avverto che sul Sistema Italia dall’estero si manifesta una pressione inferiore. Guardando invece alla dinamica del gaming, oltre a essersi circoscritte le problematiche legate al credito, in termini di partnership con i retailer registro un approccio di piena disponibilità. A loro rivolgo un appello e dico di scommettere con Ubisoft per il Natale 2014. La griglia di titoli che da ottobre lanceremo a scaffale è di prim’ordine. E non deluderà le aspettative. Bene, parliamone. Quale sarà il titolo della vostra line up capace di sorprendere? Io scommetto su Far Cry 4. L’accoglienza ottenuta a Los Angeles è stata incredibile. E può beneficiare del notevole successo conquistato nel corso della stagione passata. Lo considero un titolo che merita almeno un nove in pagella per l’originalità e la qualità. Passiamo al nuovo capitolo Assassin’s Creed Unity. Anche in questo caso, un giudizio. E’ da nove e mezzo. Sulle console next gen, questa nuova produzione è destinata a lasciare a bocca aperta. A quale delle vostre release, quindi, va il massimo dei voti? Sicuramente a Just Dance 2015, che rimane un fenomeno di vendite. E con l’applicazione Just Dance Now vivrà una nuova stagione di successo. Anche quest’anno lo presenteremo anche su piattaforma Wii, dimostrando che Ubisoft continua a sviluppare prodotti per tutte le console. Più generale, credo che ancora una volta Ubisoft abbia dimostrato la propria attitudine a mettere al primo posto la creatività. La nostra griglia di referenze non trascura alcun target di pubblico. E tale elemento di forza è riconosciuto a tutti i livelli. Di che cosa c’è bisogno per fare tornare a splendere il business videoludico in Italia? Beh, le variabili sono molteplici. Il calo dei consumi purtroppo non è ancora stato superato. Sappiamo che alcuni indicatori economici sono ancora preoccupanti. Ma guai a fermarsi. Come industria videoludica, e anche l’edizione 2014 dell’E3 lo ha ribadito, l’impegno a innovare e a sorprendere non viene meno. Anzi, la qualità dell’offerta si alza costante- Ricardo Cones mente. Gli investimenti in comunicazione e marketing non arretrano. Ora è strategico il ruolo dei rivenditori. Sono loro il media per rendere vincente la relazione con i consumatori. Il loro apporto, la loro assistenza alla vendita è basilare. Il loro attivismo, anche con gli hard core gamer, diventa elemento decisivo per restituire forza alle vendite. A proposito di premesse e promesse: possiamo attenderci un anno di vera svolta impattante per le console next gen? Non solo dobbiamo auspicarlo ma fare di tutto perché ciò avvenga. Credo che tanto PlayStation 4 quanto Xbox One, alla luce del nuovo modello lanciato a un prezzo più aggressivo, abbiano le carte in regola per ampliare il raggio d’azione. E questo è decisivo per avviare in modo ancora più intenso un nuovo ciclo di vita del business. Ma da publisher sono persuaso che anche sul fronte del software per PlayStation 3 e Xbox 360 ci sia spazio e modo per ottenere ottime performance. C’è una quota significativa di gamer che non ha ancora deciso di migrare verso la next gen. Pertanto, non dobbiamo trascurare le vecchie console. In chiusura, il mercato italiano nel suo insieme, al prossimo 31 dicembre, potrà chiudere con un saldo positivo? Al netto di eventi straordinari e impossibili da prevedere, direi di sì. Quale potrà essere l’obiettivo minimo da raggiungere? Mi aspetto complessivamente una crescita di almeno il 5% rispetto all’anno scorso. Anche se in realtà potremmo aspettarci molto di più… Ubisoft comunque c’è. E farà la sua parte. 18 Svizzera, un nuovo spauracchio Svizzera patria della pirateria. Il Consiglio Federale della Confederazione Elvetica ha confermato di avere in cantiere un progetto normativo che andrebbe a consentire l’utilizzo a fini personali di opere tutelate da copyright immesse in rete a dispetto della volontà dei detentori dei diritti. Il Dipartimento di Giustizia Federale è stato incaricato dalle autorità di Berna di sviluppare il disegno di legge, che verrà poi sottoposto a consultazione popolare, nella forma del referendum utilizzata tradizionalmente in Svizzera. L’orientamento della norma sarà di mettere in capo ai provider la possibilità di limitare l’accesso a siti che veicolino contenuti e link che rimandano a materiale piratato. Ma, come afferma il gruppo di lavoro per la gestione dei diritti d’autore e dei diritti di protezione affini, viene così evitato che la responsabilità del download o dell’utilizzo di file Torrent ricada sull’utenza, e non viene nemmeno individuato un principio di azione legale contro i gestori dei siti che veicolano il materiale coperto da copyright. La decisione va ad aggravare la posizione della Confederazione Elvetica in seno all’International Intellectual Property Alliance (Iipa) che ha già inserito i nostri vicini nella Watch List 2013. Secondo le rilevazioni di comScore, ben il 35% degli utenti svizzeri accede a servizi online che veicolano illecitamente contenuti. La media è di gran lunga superiore alla stima europea, e il problema è ancor più sensibile in un Paese che è all’avanguardia in Europa per sfruttamento del Vod e per integrazione della distribuzione digitale col business del theatrical (le principali piattaforme on demand appartengono ai circuiti cinematografici). Insomma, la Confederazione sta diventando rapidamente una “nuova Svezia”: come era avvenuto nella nazione scandinava ai tempi di The Pirate Bay, hanno spostato i propri server su territorio elvetico realtà come Private Layer e Uploaded, specializzate in hosting providing e file hosting. Un pericolo per i mercati legali di Italia, Francia o Germania, che a causa della comunanza della lingua con le tre comunità elvetiche subiscono anch’esse un danno evidente. La più colpita in assoluto è la Francia, a causa della disponibilità di titoli Dvd e BD di provenienza canadese che vengono sistematicamente piratati in Svizzera, quando magari i titoli che veicolano non sono ancora usciti in Europa. Non dimentichiamo infine che per risolvere la questione non può nemmeno essere chiamata in causa la Ue. entertainment Parla Gianpaolo Boschi, head of retail sales di Walt Disney Company Italia “Un autunno da protagonisti” Dopo il successo di Frozen anche in home video, ferve l’attesa per le nuove release Disney, Maleficent su tutti. I riflettori sono puntati anche sull’uscita in Dvd e BD di un altro top title al botteghino, Captain America: The Winter Soldier. E la partnership con Marvel continua anche sul fronte videogiochi. Supereroi come Iron Man, Thor e gli Avengers saranno infatti protagonisti della versione 2.0 di Disney Infinity, che uscirà il prossimo autunno, supportata da una campagna media in grande stile. Ne abbiamo parlato con Gianpaolo Boschi, head of retail sales di Walt Disney Company Italia. Iniziamo dal comparto videogiochi. C’è grande attesa per l’arrivo di Disney Infinity 2.0. Riavvolgendo il nastro, qual è il bilancio dell’attività svolta sul mercato gaming italiano? The Walt Disney Company, tramite la sua divisione Disney Interactive, è da sempre una realtà molto importante del settore dei videogiochi, che per noi è e rimane un business strategico. L’obiettivo è sempre quello di avere successo sia con prodotti venduti direttamente sia con prodotti relativi a property Disney, Marvel o Lucas sviluppati dai nostri licenziatari e partner. Come è stato accolto dal mercato il primo lancio di Disney Infinity? Disney Infinity è Il titolo Disney Games più venduto nella storia di Disney Interactive ed è stato un grandissimo successo, sia di pubblico che commerciale. Quali le peculiarità per Disney Infinity 2.0? Disney Infinity 2.0 sarà lanciato in autunno e la prima wave sarà interamente dedicata ai supereroi Marvel. Nello starter pack saranno inclusi: Iron Man, Thor, la Vedova Nera e il mondo degli Avengers. Separatamente l’utente potrà comprare altri mondi (come quello di Ultimate Spider-Man) e personaggi (tra cui Hulk e Capitan America, ad esempio) e divertirsi per ore nell’universo dei supereroi Marvel. Anche Infinity 2.0, come il primo capitolo, darà ai giocatori la possibilità di creare il proprio mondo e popolarlo con tutti i personaggi che vorrà. Sarà quindi possibile vedere insieme l’incredibile Hulk e Mike Wasosky, e unire i mondi tra loro. Quali le aspettative su questo titolo? Le aspettative sono molto elevate, sia perché il prodotto per la prima volta annovera tutti i personaggi Marvel più popolari e adorati dal pubblico, sia perché lo studio di sviluppo Avalanche ha apportato tantissime modifiche al gioco portando grafica, giocabilità e divertimento ai massimi livelli. Alcune novità nella scatola dei giochi sono state poi richieste direttamente dal pubblico, come la possibilità di creare zone del proprio mondo con un semplice click del joypad o quella di creare anche gli interni degli edifici e non solo gli esterni. I giocatori potranno ora realizzare la propria super base segreta e combattere i nemici dal proprio quartier generale. In che modo intendete lanciare questo titolo e supportarlo in termini di comunicazione? Stiamo preparando una campagna media e pr a supporto che non ha precedenti nella storia di Disney Interactive. Tra le altre cose, faremo una fortissima campagna Tv con passaggi prime time, in radio sulle più importanti emittenti nazionali, sulla stampa sulle principali riviste a target consumer e trade. E poi nei cinema, con spot prima della proiezione, e in Internet con la selezione di formati multimediali ad alta visibilità in grado di valorizzare il gameplay e le peculiarità del gioco. A tutto ciò si affiancheranno attività di Crm, con mass mail dedicate a un database di oltre 200mila utenti attivi, e importanti iniziative B2B con diverse aziende partner e un fantastico evento di lancio. Sul fronte retail quali sono le attività e le partnership delineate? Grandissimo supporto e focus sarà dato ai retailer e alle attività a loro collegate. In particolare lanceremo una forte campagna a supporto delle attività di pre-ordine, una forte comunicazione trade con copertine, pubblicità e articoli dedicati sulle principali riviste e siti del settore. Organizzeremo poi promozioni in-store nei punti vendita strategici, Gdo e specializzati, materiali pop a supporto della vendita (espositori, standee, wobbler) in oltre 3mila negozi su tutto il territorio. Ci saranno impattanti spazi dedicati a scaffale, nonché flyer e cataloghi per ottenere la massima visibilità nella comunicazione in-store. Stiamo lavorando moltissimo anche con i produttori hardware per poter massimizzare le sinergie tra i nostri titoli (in particolare Disney Infinity 2: Marvel Super Heroes e Disney Fantasia) e le loro console. Il loro supporto sarà fondamentale per © Gianmarco Chieregato/Photomovie Sul fronte gaming, La scena sarà tutta per Disney Infinity 2.0. Tutte le strategie di promozione anche dei nuovi titoli home video. Gianpaolo Boschi il successo delle nostre release. Passiamo ora al comparto home video. E partiamo da Frozen. In tutto il mondo la versione in Dvd e BD si è rivelata un successo straordinario. Che risultati ha dato in Italia? Quali sono a suo parere gli elementi che hanno determinato la performance di questo titolo? Frozen – Il Regno di Ghiaccio è stato un grande successo cinematografico amato da tutti, grandi e piccini, e il franchise relativo a questo titolo è in continua crescita ed espansione. L’awareness di questo incredibile film ha giocato un ruolo chiave anche per il lancio home video che, oltre tutto, è stato supportato da una campagna marketing ad hoc, con spot Tv in prime time, pianificazioni radio e utilizzo strategico di tutti i media di proprietà Disney, soprattutto sul versante social. Disney continua a lavorare anche alla costruzione di titoli direct to video che sono oggetto di grandissima attenzione probabilmente senza eguali nel mondo delle release inedite in sala - come nel caso di Trilli e la nave pirata. Come sono costruiti promozione e lancio in questo caso? Trilli e la nave pirata uscirà in Italia direct–to–video a inizio settembre. Forte dell’awareness acquisita nel tempo dal franchise Fairies, uno dei principali in casa Disney, e del supporto offerto da tutti gli owned media e dai social network, Trilli e la nave pirata godrà di massimo focus per il lancio. C’è grande attesa attorno a Maleficent, forse il film più importante che arriva in sala in questo periodo dell’anno. Le vostre aspettative come società quali sono? Il lancio cinematografico di Maleficent ha ottenuto uno strepitoso successo a livello mondiale e ad oggi il solo box office italiano ha raggiunto i 13 milioni di euro. Questo titolo è per noi la priorità home video per il back to school e tutta la company sarà focalizzata su questo lancio. A supporto è prevista una campagna media ad hoc e particolare importanza verrà data all’esposizione in store. Dopo Thor The Dark World possiamo tracciare un bilancio dell’impatto di Marvel sul vostro business e delineare la strategia di futuro sfruttamento di questo importantissimo brand? Sul fronte home video il franchise Marvel, che si conferma una priorità assoluta per la company, ritornerà protagonista verso fine l’estate con il lancio di Captain America: The Winter Soldier, un film che ha ottenuto al box office mondiale un risultato di ben 710 milioni di dollari, e uscirà in Dvd, BD, BD-3D e Steelbook il prossimo 27 agosto. E non dimentichiamo che l’anno prossimo ci sarà la grande uscita di Avengers 2 che, anche considerato il box office del primo film, resta un franchise di una forza incredibile. 20 hitech magazine anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014 www.hitechweb.info Gamescom resta a Colonia. Come prima, più di prima E’ ufficiale. Gamescom resta a Colonia anche in futuro. Questa decisione è stata presa dalla Biu (l’associazione dell’industria tedesca dei giochi per computer e videogame) e da Koelnmesse tramite la stipula di un nuovo contratto fieristico. Dopo una crescita molto dinamica negli anni scorsi, il principale evento mondiale per i giochi interattivi (che quest’anno andrà in scena dal 13 al 17 agosto) continuerà a restare nei quartieri fieristici della città tedesca. E la decisione è stata salutata con apprezzamento dal primo cittadino di Colonia, Jürgen Roters: “Gamescom costituisce grandi utili per la città e la regione. La fiera porta nella zona del Reno visitatori ed espositori internazionali, inoltre arricchisce il polo fieristico ed economico di Colonia”. Koelnmesse e Biu vedono un grande potenziale nella prosecuzione della partnership di successo. “La manifestazione è diventata a Colonia l’evento internazionale centrale in materia di giochi per computer e videogame. Il record dell’anno scorso di 340.000 visitatori provenienti da tutto il mondo è stato un importante traguardo. I successi degli anni passati hanno fatto sì che l’industria internazionale dei videogiochi garantisse il proprio impegno la per Gamescom presso il polo Germania”, ha sottolineato Maximilian Schenk, amministratore delegato di Biu. Dal canto suo, Bernd Fakesch, presidente di Biu, ha evidenziato: “Tutte le fasce d’età e tutti i ceti sociali giocano ai videogame attraverso tutte le piattaforme di gioco. Quando nel 2009 la Gamescom si tenne per la prima volta a Colonia, giocava il 20% della popolazione. Oggi gioca quasi una persona su due. Questo sviluppo accrescerà ancora di più l’importanza di Gamescom, così come l’internazionalizzazione crescente del nostro settore”. Anche Gerald Böse, presidente di Koelnmesse, guarda al futuro con ottimismo: “Gamescom e Colonia traggono beneficio vicendevolmente: l’evento si è sviluppato qui negli anni scorsi diventando la fiera per giochi digitali di maggior successo al mondo. Rende Colonia ancora un po’ più interessante per un settore del futuro e, infine, per tutta l’economia digitale. Insieme alla Biu, con il nuovo contratto, abbiamo posto la prima pietra per un proficuo futuro comune”. Anche lo sviluppo ulteriore della manifestazione concomitante, Gamescom Congress, evento principale relativo a tutti i temi sociali, politici, economici e giuridici, quali la tutela dei minori e dei consumatori, fa parte dei compiti fondamentali. Nel corso del processo di ideazione, le aziende del settore dei giochi per computer e dei videogame, raggruppate nell’associazione interprofessionale, manderanno segnali per la ‘next generation of Gamescom’. Raffaella Cordera A Roma le premiazioni dell’iniziativa promossa dal Centro di Coordinamento ‘Comuni Ricicloni’: i più virtuosi del 2013 I tre vincitori della 21esima edizione. Si tratta di Montefredane (Avellino), Borgo San Dalmazzo (Cuneo) e Gallarate, in provincia di Varese. hitech magazine A pagina 26 speciale raee Un nuovo ruolo per la distribuzione A tu per tu con Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento “Ora serve un salto di qualità” Il workshop di Aires e ReMedia a Milano. Focus sui nuovi obblighi del retail dopo il recepimento della direttiva comunitaria e l’introduzione dell’1 contro 0. Ma anche sull’opportunità di raggiungere gli standard europei di raccolta. a pagina 22 a pagina 22 Riflettori su Ecolamp La parola al direttore generale del sistema Ecoped-Ridomus “La forza e il successo delle buone pratiche” “Tracciabilità e recupero: una priorità per tutti” Intervista con Fabrizio D’Amico, direttore generale. L’andamento, gli obiettivi e le strategie per il 2014. L’importanza della comunicazione. Anche alla luce della nuova ‘Direttiva Raee 2’. A tre mesi dal Decreto Legislativo 49, l’appello di Giuliano Maddalena. Le responsabilità nei confronti delle generazioni future. La necessità di garantire maggiori controlli sulle modalità di raccolta e riciclo. a pagina 24 a pagina 25 Anno 2013: Milano vince il confronto con gli altri capoluoghi italiani Il primato per la raccolta di rifiuti elettronici Performance in rialzo anche per il 2014. Da gennaio a maggio si registra un incremento dell’1,3% rispetto al medesimo periodo della scorsa stagione. 21 a pagina 23 speciale raee A tu per tu con Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento “Ora serve un salto di qualità” “Nei primi cinque mesi del 2014, secondo le nostre analisi, la raccolta di Raee in Italia è stabile, se parametrata al medesimo periodo del 2013. Considerando il quadro economico generale dei consumi, ed evidenziando che le quantità flettono, nell’R3, quello dei Tv, si rileva invece un incremento per tutti gli altri raggruppamenti. E questo mi pare un segnale confortante”. Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento Raee, come sempre va dritto al nocciolo della questione. E, in questa chiacchierata con Hitech Magazine, traccia un bilancio dell’attività svolta, oltre a identificare i nuovi obiettivi da raggiungere. L’analisi muove dal Decreto 49 che ha recepito la nuova Direttiva Europea: “In generale mi pare che il legislatore abbia fatto un buon lavoro. La storia e l’esperienza acquisita sul campo in questi anni rappresentano una solida base di partenza”, esordisce Fabrizio Longoni. “Ora, creato il Decreto 49, bisogna completare i passaggi successivi e il lavoro al ministero ferve. Non possiamo e non dobbiamo disperdere risorse e competenze. Ma mi sento di rilevare che i processi risultano più fluidi, proprio grazie al background di conoscenze disponibile” Altro aspetto, non secondario, è il riconoscimento da parte del governo del ruolo svolto e che dovrà svolgere il Centro di Coordinamento: “E’ vero. Le istituzioni hanno riconosciuto in maniera tangibile il nostro lavoro di questi anni e il ruolo assolto”, continua Fabrizio Longoni. “Di più: hanno identificato proprio il Centro di Coordinamento sia come un interlocutore capace di fungere da facilitatore per l’acquisizione di informazioni, sia come una realtà in grado di fornire supporti e consulenze per delineare i percorsi Fabrizio Longoni più idonei. Stiamo lavorando in maniera partecipata e ciascun interprete della filiera sta producendo contributi ben riconoscibili. Tutto questo ci può aiutare nel completamento dei decreti attuativi anche in ter- mini di controllo delle attività. Per conseguire i target prefissati penso sia indispensabile gestire i flussi in modo corretto, ma dobbiamo anche essere nelle condizioni di attribuire ai rifiuti elettrici ed elettronici codici chiari, che non ammettano dispersioni”, sottolinea Fabrizio Longoni. “Credo che il mese di ottobre possa essere lo spartiacque e segnare una svolta decisiva”. A fronte di tutto questo, pertanto, l’agenda è ricca e densa di appuntamenti e d’impegni. Sul tavolo c’è anche la definizione degli accordi di programma: sia con Anci e dunque i Comuni, ma anche quelli con gli impianti di trattamento (un comparto che in questi anni ha sostenuto investimenti significativi) e con il canale retail. Ed è proprio su quest’ultimo versante – coinvolto in maniera ancora più incisiva proprio con il decreto legato all’Uno contro zero - che Fabrizio Longoni esprime un auspicio: “Per centrare i prossimi ambiziosi obiettivi delineati dall’Europa tutto il Sistema Italia è chiamato a compiere un salto di qualità. Personalmente, credo che il settore retail possa e debba svolgere un’azione ancora più forte e qualificata. Sarà importante sedersi al tavolo e definire un percorso virtuoso. Ma è indiscutibile che la distribuzione specializzata potrà e dovrà fornire un contributo fondamentale per incrementare i tassi di raccolta. Sono fiducioso che quanto prima si possa affrontare questa tematica per trovare un ideale punto di sintesi”. Come a dire che lo scopo di tutti deve essere quello di raggiungere insieme l’obiettivo fissato dalla Direttiva nel 2019: 12 kg pro capite di Raee. Riccardo Colletti Un nuovo ruolo per la distribuzione Il workshop di Aires e ReMedia a Milano. Focus sui nuovi obblighi del retail dopo il recepimento della direttiva comunitaria e l’introduzione dell’1 contro 0. Ma anche sull’opportunità di raggiungere gli standard europei di raccolta. Delineare il nuovo ruolo della distribuzione dopo l’introduzione dell’uno contro zero. Questo il tema al centro del workshop organizzato da ReMedia e Aires - con la collaborazione di Ancra - lo scorso 27 giugno, presso la sede di Confcommercio a Milano. Il Decreto Legislativo n. 49 del 14 marzo 2014 ha recepito la nuova Direttiva Raee (2012/19/EU), portando una serie di novità che coinvolgono direttamente i distributori. In particolare, l’1 contro 0, che consente ai consumatori di portare un prodotto elettronico a fine vita presso un punto vendita senza doverne acquistare uno nuovo, vede protagonisti gli esercizi commerciali superiori ai 400 metri quadrati. Come è stato sottolineato nel corso del convegno, sicuramente questa disposizione obbliga il mondo della distribuzione a nuovi adempimenti. Ma offre anche la possibilità di giocare un ruolo importante nel raggiungimento degli obiettivi di raccolta imposti dalla Ue. Al benvenuto del direttore generale di Aires Davide Rossi, hanno fatto seguito nel corso della giornata gli interventi di Enrica Blasi del ministero dell’Ambiente, di Andrea Farì di Ambientalex, di Riccardo Pasini, vicepresidente di Aires, di Maurizio Calaciura, vicepresidente di Ancra, e in conclusione quello di Danilo Bonato, direttore generale di ReMedia. Sul ruolo della Distribuzione per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal D.Lgs. 49/2014 si è soffermata Enrica Blasi, mentre gli aspetti più tecnici della questione sono stati illustrati dall’avvocato Andrea Farì di Ambientalex. Il quale ha mostrato il quadro degli obblighi dei distributori e dei diritti dei consumatori dopo l’entrata in vigore dell’uno contro zero. Con anche le sanzioni previste in caso di mancato ritiro da parte del punto vendita, da 150 a 400 euro per ogni apparecchiatura non ritirata. Lo strumento uno contro zero e l’impegno della Distribuzione specializzata per raggiungere i target europei sono stati invece al centro dell’intervento di Riccardo Pasini: “L’introduzione dell’1 contro 0 attribuisce alla distribuzione un ruolo importante per la tutela ambientale”, ha evidenziato il vicepresidente di Aires. “Fermo restando il nostro impegno sul fronte ecologico e la nostra volontà nel supportare lo Stato nel raggiungimento degli obiettivi di raccolta stabiliti dall’Ue, auspichiamo imminenti decreti attuativi che ci aiutino a semplificare 22 le procedure per il ritiro e a ridurre la burocrazia per lo smaltimento”. Ha poi preso la parola Maurizio Calaciura, il quale ha fornito una spiegazione dettagliata del nuovo progetto “Network Raee” elaborato da Ancra e Confcommercio. “La mission del progetto è valorizzare l’impegno e il servizio che le imprese, con senso di responsabilità sociale e ambientale, possono offrire a tutta la cittadinanza”, ha spiegato Calaciura. “Attraverso l’implementazione di un vero e proprio network, capace di coinvolgere i diversi operatori della filiera dei Raee: comuni, produttori, distributori, trasportatori e gestori di impianti”. Il Nuovo Sistema di Raccolta di Confcommercio e Ancra si propone dunque di rappresentare “la cabina di regia delle attività e dei servizi, occupandosi anche di attuare un monitoraggio continuo che assicuri la crescita costante dei servizi offerti e la loro rimodulazione in itinere”. La conclusione della giornata è stata affidata al direttore generale di ReMedia Danilo Bonato, che si è focalizzato sull’attuazione pratica delle obbligazioni dei distributori. “Si stringono i tempi per arrivare ai target di raccolta che ci chiede l’Europa, vale a dire entro il 2019 l’85% dei Raee generati o il 65% delle apparecchiature immesse sul mercato”, ha sottolineato Danilo Bonato. “L’introduzione dell’1 contro 0 è uno strumento molto importante per cambiare passo: siamo convinti che la distribuzione si impegnerà con decisione per offrire questo nuovo servizio ai consumatori, così come sta avvenendo nei Paesi europei più virtuosi”. Anno 2013: Milano vince il confronto con gli altri capoluoghi italiani hitech magazine anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014 www.hitechweb.info Il primato per la raccolta di rifiuti elettronici Performance in rialzo anche per il 2014. Da gennaio a maggio si registra un incremento dell’1,3% rispetto al medesimo periodo della scorsa stagione. Sono oltre 3 kg i rifiuti elettrici ed elettronici raccolti per ogni abitante, nel 2013, a Milano. Così la città lombarda vince il confronto con gli altri grandi capoluoghi italiani. Ma non solo: guardando al periodo compreso tra gennaio e maggio del 2014 la raccolta è aumentata dell’1,31% (rispetto allo stesso periodo del 2013), segnando una netta controtendenza rispetto alla media italiana che invece presenta una diminuzione dello 0,33%. Insomma, un risultato importante e apprezzabile. I nuovi dati sono stati presentati lo scorso 2 luglio dall’assessore alla Mobilità e ambiente del comune di Milano Pierfrancesco Maran, insieme a Emilia Rio, presidente di Amsa, e a Fabrizio D’Amico, presidente del Centro di Coordinamento Raee. “Siamo molto soddisfatti di questo risultato”, ha sottolineato l’assessore Maran. “Sono convinto che lo smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici sia decisivo per la crescita economica del Paese e anche qui i milanesi eccellono. L’obiettivo che abbiamo di fronte è ambizioso: raggiungere la quota di 4 kg per ogni cittadino, come chiesto dall’Unione Europea. Stiamo lavorando alacremente – assicura Maran – unitamente con Amsa, per raggiungere livelli sempre più alti sulla raccolta differenziata, che a maggio ha sfiorato complessivamente il 50%. E sono convinto che, anche per lo smaltimento dei Raee, Milano saprà essere esempio di sensibilità ambientale e buone pratiche per tutto il resto del nostro Paese”. A fronte della volontà di raggiungere gli obiettivi indicati dall’Europa, è fondamentale il coinvolgimento di tutti i consumatori. Per sensibilizzare sullo smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici ed evitare lo stoccaggio improprio, Amsa e il Centro di Coordinamento Raee hanno lanciato una campagna di informazione rivolta ai cittadini: i volantini consentiranno di conoscere i luoghi e gli orari in cui sarà presente la postazione Cam (Centro ambientale mobile), in modo da pianificare la consegna di alcune tipologie di rifiuti Raee presso la postazione più vicina al proprio quartiere. M.B. speciale raee Riflettori su Ecolamp “La forza e il successo delle buone pratiche” Intervista con Fabrizio D’Amico, direttore generale. L’andamento, gli obiettivi e le strategie per il 2014. L’importanza della comunicazione. Anche alla luce della nuova ‘Direttiva Raee 2’. Le novità proposte dal Decreto recepito dal governo italiano sulla direttiva ‘Raee 2’. Ma ancor più l’attività che Ecolamp – il consorzio che guida – sta attuando con un obiettivo prioritario: centrare il target di raccolta prefissato nel segmento delle sorgenti luminose, contribuendo a generare – presso i cittadini e consumatori - una crescente sensibilità al tema del recupero corretto. La parola a Fabrizio D’Amico, direttore generale di Ecolamp. ragionevolezza, crediamo sia possibile centrare il traguardo delle 2mila tonnellate per la fine dell’anno. Fabrizio D’Amico Su quali vettori si esprime l’azione di Ecolamp? La partnership con il mondo dei grossisti di materiale elettrico è indubbiamente centrale. E i risultati sono di crescente soddisfazione. Così come la collaborazione attivata con i comuni, mediante il progetto ‘Nuova luce al recupero’ (si veda riquadro a lato, ndr) sta generando riscontri sempre più confortanti. Ecolamp crede che soltanto aggregando le competenze, le risorse e le competenze sia possibile conseguire gli ambiziosi obiettivi determinati dalla ‘Direttiva Raee 2’. Partiamo dal quadro generale: soddisfatto per i contenuti del decreto governativo relativo alla ‘Direttiva Raee 2’? Direi di sì. Soprattutto perché ancora una volta è stato ribadito che il Sistema Raee italiano è efficace e funziona, alla luce del tanto lavoro svolto. Come sempre l’obiettivo è migliorare le performance, affinare tecniche e operatività. Ma l’impianto costruito nel tempo ha dimostrato di saper funzionare. Ora, quindi, dobbiamo compiere un ulteriore salto di qualità. Una bella sfida. Certamente. L’auspicio è che il legislatore, che rileviamo essere particolarmente sensibile e attento al tema, attraverso la definizione dei decreti attuativi, sappia valorizzare maggiormente le peculiarità di ciascun attore della filiera. Ma ribadisco, il sistema italiano è solido, funzionale, efficiente e tracciabile. La competenza acquisita in questi anni è un pilastro fondamentale per guardare al futuro. In tal senso c’è grande attenzione e focus sulla questione del ritiro ‘Uno contro zero’, che può offrire, tramite l’impegno del retail e il contributo di cittadini e consumatori, una grande chance per incrementare il tasso di raccolta… Confermo. Si tratta di una leva importante. Sono sicuro che proprio un coinvolgimento ancora più marcato e incisivo della distribuzione costituisca un fattore rilevante. Abbiamo bisogno di intensificare il lavoro di squadra e di rendere ancora più pervasiva ed efficiente la cultura delle buone pratiche per il recupero di rifiuti elettrici ed elettronici. I Raee sono una risorsa da capitalizzare. E come tale devono essere valorizzati secondo i canali più corretti. Ma il tema della divulgazione informativa è centrale per accrescere la cultura delle buone pratiche presso i cittadini. Non crede sia indispensabile una grande opera di comunicazione ad ampio spettro? Personalmente sono convinto che questo aspetto rivesta un’importanza decisiva. Tutti siamo chiamati a diffondere questa cultura. Speriamo che an- boa del primo semestre qual è il bilancio del lavoro svolto in questa prima parte di 2014? Siamo contenti. Gli indicatori ci dicono che nell’ambito delle sorgenti luminose abbiamo raggiunto la soglia delle 1.000 tonnellate raccolte nel primo semestre. Dunque, con la giusta che a livello centrale si possa concertare una strategia in questa direzione. Il nostro Consorzio Ecolamp da sempre destina ingenti risorse a iniziative di marketing e comunicazione sul territorio. E i risultati si vedono. A proposito di Ecolamp: virata la ‘Nuova luce al recupero’ al via anche a Roma Sbarca anche a Roma l’iniziativa “Nuova luce al recupero” promossa da Ecolamp. Il consorzio ha lavorato in collaborazione con Ama, l’azienda per la raccolta dei rifiuti e i servizi d’igiene urbana della capitale. La partnership offre un servizio concreto di supporto all’attività dei grossisti di materiale elettrico, impegnati nella raccolta delle lampadine esauste provenienti dall’uno contro uno. E mira a favorire al contempo la conoscenza e l’utilizzo di tale canale da parte dei cittadini. L’obiettivo è quello di incentivare il sistema di raccolta uno contro uno – che prevede la riconsegna della lampadina “bruciata” a fronte dell’acquisto di una nuova – agendo direttamente sui rivenditori. Questi infatti hanno ricevuto da Ecolamp i contenitori più adeguati alla raccolta delle lampadine non più funzionanti, nonché i materiali informativi sia per il personale sia per i consumatori sul tema del riciclo delle sorgenti luminose. E, soprattutto, possono contare su un servizio gratuito che con cadenza mensile garantisce, grazie a Controlfilm – partner logistico dell’iniziativa - il ritiro dei contenitori pieni e il rifornimento di nuovi da mettere a disposizione dei clienti. Le lampadine raccolte dai grossisti vengono così trasportate da un apposito mezzo dedicato a ‘Nuova luce al recupero’ ai centri di raccolta comunali, per il successivo trasferimento agli impianti di trattamento autorizzati, in grado di recuperare oltre il 95% dei materiali di cui sono composte. ‘Nuova luce al recupero’ rappresenta un ulteriore contributo alla corretta raccolta e gestione delle lampadine esauste nel territorio metropolitano romano, che già nel 2013 aveva registrato buoni risultati. Sono 96.651, +13% rispetto al 2012, i chili di lampade a basso consumo raccolti nel 2013 dal consorzio a Roma e provincia, mentre l’intera regione Lazio si è posizionata al 5° posto nella classifica regionale Ecolamp dello scorso anno, con 113.152 kg di lampadine, +16% rispetto al 2012. 24 A suo parere, ce la faremo a centrare l’obiettivo? Io penso di sì. L’Italia è chiamata a un impegno da non sottovalutare. La scadenza del 2016, e ancor più quella del 2019, sembra lontana, ma non dobbiamo perdere tempo. Per questa ragione, le buone pratiche operative, ben congegnate con un’azione di filiera incisiva e profonda, restano la chiave di volta per una raccolta qualificata, sicura, affidabile e sempre più grande. A Mestre per l’energia sostenibile Raccolta differenziata e smaltimento delle lampadine sotto i riflettori alla Settimana europea dell’energia sostenibile di Mestre (in provincia di Venezia). Ecolamp ha confermato la propria adesione per il quarto anno consecutivo. Dal 21 al 29 giugno il consorzio è stato presente alla manifestazione annuale organizzata dall’Associazione NordEstSudOvest, per far conoscere ai cittadini le buone pratiche sullo smaltimento di lampade, neon e Led. Presso il gazebo della manifestazione e all’interno del bus inglese a due piani è stato possibile ricevere i materiali informativi e chiarire ogni dubbio sulla raccolta differenziata delle lampadine. La manifestazione è stata un’occasione per ricordare ai cittadini la collaborazione tra Ecolamp e Veritas, che ha recentemente inaugurato una nuova attività: dal 28 aprile scorso, infatti, è attivo il servizio “Nuova luce al recupero” presso i grossisti associati a Fme nei comuni veneti di Marcon, Marghera, Mestre, San Donà di Piave e Santa Maria di Sala. L’iniziativa vuole incentivare il sistema di raccolta uno contro uno (ovvero il diritto che hanno i privati di riconsegnare la sorgente luminosa esausta a fronte dell’acquisto di una nuova) agendo direttamente sui rivenditori. La parola al direttore generale del sistema Ecoped-Ridomus hitech magazine anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014 www.hitechweb.info “Tracciabilità e recupero: una priorità per tutti” A tre mesi dal Decreto legislativo 49, l’appello di Giuliano Maddalena. Le responsabilità nei confronti delle generazioni future. La necessità di garantire maggiori controlli sulle modalità di raccolta e riciclo. Superare gli interessi di parte. Andare oltre la competizione a tutti i costi e a scapito dell’ambiente. Allargare la prospettiva, mettere al primo posto il bene comune e fare ciascuno la propria parte per garantire tracciabilità del sistema di raccolta e recupero di materie prime. Dev’essere questo lo spirito dei vari attori che operano nel settore dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, secondo Giuliano Maddalena, direttore generale del sistema di consorzi Ecoped – Ridomus, nonché membro del comitato esecutivo del Centro di Coordinamento Raee. Hitech Magazine lo ha incontrato per evidenziare le principali questioni sul tappeto, alla luce della nuova normativa, entrata in vigore a marzo con il Decreto legislativo 49. Giuliano Maddalena, a tre mesi circa dal recepimento della Direttiva Raee con il Decreto legislativo n.49 del 14 marzo 2014, come si presenta la situazione? Una premessa è d’obbligo, quando si parla di gestione dei rifiuti in Italia. Sono due le problematiche di fondo, a mio parere. Il primo problema è che il rifiuto non è sempre gestito bene. Gli esempi sono innumerevoli. Il secondo punto critico è che questa cattiva gestione, così come l’abitudine di mandare i nostri rifiuti indifferentemente all’estero, determina una perdita di materie prime. Un danno per l’Italia, in quanto sistema Paese? Direi proprio di sì. Consideriamo i fatti. Di miniere oggi non ne abbiamo più. L’unica sarebbe la cosiddetta “urban mining”, la miniera dei rifiuti appunto, da cui si possono ricavare nuove materie prime, e che rappresenta pertanto un’importante risorsa. Ho già rivolto un appello (in un’intervista rilasciata a TgCom24 ndr) a chiunque detiene Raee o batterie, ricchi di materie prime, perché si preoccupi di farli gestire in maniera adeguata. Quindi, qual è il suo giudizio sul Decreto 49? Si tratta fondamentalmente di un buon decreto, il legislatore ha fatto un ottimo lavoro sotto molti aspetti, ha introdotto importanti semplificazioni. Con una pecca, però. Il concetto di “all actors” è corretto, perché garantisce concorrenza. Ma ancora migliore sarebbe la formula “all actors? Yes, if…”. Ovvero, puoi essere un attore all’interno del sistema di raccolta solo se gestisci i rifiuti in un certo modo, se ti fai qualificare in un certo modo. La competizione è importante, ma a mio parere sul tema dei rifiuti le priorità dovrebbero essere altre. Quali? Abbiamo una responsabilità nei confronti delle generazioni del futuro. Ognuno, nel suo piccolo, dovrebbe pensare al mondo che vuole lasciare ai propri figli e agire di conseguenza. Si badi bene, la competizione resta fondamentale. I molti consorzi che lavorano bene possono farlo grazie all’adesione dei produttori, che hanno sempre - e per fortuna - operato secondo le logiche del libero mercato. Ma il mio approccio è un altro, la domanda che dovrebbe porsi chi opera in questo settore è: “Che cosa stiamo qui a fare?”. I consorzi devono andare oltre le logiche di mercato? E’ stato stabilito anni fa che i Raee sono una tipologia di rifiuto da mettere sotto controllo. Ma limitarsi a tracciarne le quantità secondo la direttiva europea non basta. Altrimenti saremmo davvero di fronte a un’Europa dei burocrati, che si limitano a prendere atto di quanti Raee sono stati in circolazione quest’anno. La domanda da porsi dovrebbe essere piuttosto: “Che cosa ne facciamo di questi Raee?”. Io credo che chi prende in gestione i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche debba poter dimostrare di aver rispettato determinati standard. E qui entra in gioco il consorzio Ecoped. Ecoped-Ridomus e in generale i consorzi che lavorano bene. Noi crediamo talmente in questo principio che abbiamo investito con convinzione nel progetto EcoGuard, un sistema di garanzia, controllo e tracciabilità dell’intera filiera. Il nostro è stato un impegno consistente in termini di costi di gestione e costi di trattamento. E’ necessario che sia così, nel momento in cui chiediamo a un nostro fornitore di non mandare le plastiche a chi le paga di più, ma solo a un im- Giuliano Maddalena Stai dalla parte buona Il consorzio Ecoped è uno dei principali consorzi nazionali per la gestione dei Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), pile ed accumulatori (Ri.P.A.). Nasce nel gennaio 2006 e aggrega a oggi circa 400 produttori, leader di mercato con market share di rilievo nei settori piccoli elettrodomestici, apparecchiature sportive e per il tempo libero, attrezzature per l’hobbistica, pile portatili, batterie al piombo avviamento e industriali. Ecoped condivide valori e piattaforme organizzative con Ridomus, consorzio nazionale per il riciclo dei condizionatori, che vanta una market share del 60% nel settore del condizionamento domestico e professionale. Tra i principali soci di Ecoped ci sono De Longhi (Braun - Kenwood), Bialetti (Girmi), Groupe Seb (Krups - Moulinex - Rowenta - Tefal), Polti, Tenacta (Imetec), Termozeta, Vorwerk, Atala, Technogym, Energizer ed altri ancora. Per quanto riguarda Ridomus, i soci sono De Longhi, Carrier, Riello, Vaillant, Vortice, Olimpia Splendid, Ferroli, Rhoss, Emmeti, Aermec, Toshiba, Haier A.C., Termal (Mitsubishi H.I.) ed altri ancora. Ecco alcuni dei servizi che Ecoped e Ridomus offrono a beneficio dei soci, ma soprattutto dell’ambiente: • Il consorzio Ecopower per la raccolta di batterie al Pb • La divisone EcoEnergy per la raccolta delle pile esauste • EasyRaee per il ritiro dei Raee dai distributori e dai punti vendita ai sensi del DM 65/2010 • Terrabasica, il neutralizzante specifico per l’assorbimento dell’acido delle batterie al Pb richiesta ai sensi del DM 20/2011 • La divisione EcoVolt, per creare attività e servizi innovativi per organizzare e finanziare il ciclo di gestione dei moduli fotovoltaici a fine vita (Pfv). Non solo. Il sistema Ecoped – Ridomus si propone di andare oltre le normali funzioni dei consorzi, investendo nello sviluppo del Sistema EcoGuard (2010), un modello di controllo delle filiere che si prefigge di certificare la riduzione dell’impatto ambientale e la massimizzazione del recupero delle risorse naturali contenute nei Raee. 25 pianto che dimostri – per esempio - di essere in grado di riciclare almeno il 35% dei polimeri. E’ nostra responsabilità, a questo punto, sostenere economicamente il fornitore, a cui le plastiche smaltite in circuiti controllati rendono sicuramente meno. In prima linea sul fronte della tracciabilità, dunque, ma senza penalizzare i produttori? Ripeto, il nostro è un consorzio di produttori e possiamo permetterci di lavorare bene perché sono proprio loro, i produttori, a dirci di lavorare così. I produttori più virtuosi che gestiscono consorzi virtuosi rischiano però di essere penalizzati rispetto ai produttori meno virtuosi e rispetto agli altri operatori che gestiscono i Raee in modo più spregiudicato. È necessario che il legislatore intervenga ponendo le problematiche della tracciabilità della filiera al primo posto. Può esserci per esempio il Centro di Coordinamento o comunque un ente paritetico specializzato in grado di qualificare gli operatori. Bisognava fissare delle regole. La mia speranza ora è che intervenga il decreto sulla qualità del trattamento, un tema che sta a cuore anche al Comitato esecutivo del Centro di Coordinamento. Se il legislatore ha messo sotto controllo questo flusso di rifiuti (Raee) è perché ha ritenuto che il “libero mercato” non fosse sufficiente a garantire il bene della comunità attuale e futura. I produttori hanno capito questo e hanno garantito elevati standard. Non posso dire altrettanto per i flussi non gestiti dai consorzi. Sul versante retail, con EasyRaee, Ecoped offre un servizio di supporto a distributori nella gestione dell’Uno contro Uno. Ora la nuova normativa introduce l’Uno contro Zero.... EasyRaee è nato per due motivi. Innanzitutto la volontà di offrire un servizio ai centri di assistenza e ai punti vendita affiliati ai nostri clienti. Ma il secondo obiettivo che avevamo, e che è decisamente in linea con ciò di cui parlavo prima, era quello di dare ai distributori uno strumento per valorizzare un rifiuto che loro avevano di fatto in mano, evitando che andasse a finire in circuiti non controllati. La medesima situazione si ripropone con l’Uno contro Zero, la mission di Ecoped rimane la stessa. Tra l’altro in linea di principio possiamo dire di essere stati tra i precursori dell’Uno contro Zero. In che senso? Con il nostro esperimento “Un Tesoro in Cantina”, che spingeva proprio a “scovare” nelle proprie case i rifiuti elettronici, raccogliendoli in appositi cassonetti posizionati presso le scuole. Un esperimento non solo di informazione, ma soprattutto di prossimità che ha permesso di portare il punto di raccolta, il cassonetto, sui tragitti abituali e quotidiani delle persone. Proprio l’introduzione del concetto di prossimità è un merito indiscutibile del Decreto 49, insieme alle semplificazioni reali che finalmente sembra siano state introdotte nell’Uno contro Zero. E a questo punto non si capisce perché non ci siano anche nell’Uno contro Uno, ma lasciamo al legislatore il compito di integrare la normativa. In chiusura, come vede invece la situazione sul fronte dell’accordo di programma tra Anci e CdC? Da un lato i comuni affermano di essere senza soldi. Dall’altra parte ci sono i produttori, che dal 2008 stanno fronteggiando la crisi. Questi sono i due principali attori politici nella questione. Al tavolo ci sono poi il Centro di Coordinamento e le aziende municipalizzate, a cui però a mio avviso spetta un ruolo più tecnico. Da parte mia, auspico che comuni da una parte e produttori superino gli interessi particolari e continuino fare la propria parte per la comunità, sia sotto il profilo economico sia per quanto riguarda il benessere delle generazioni future. Questo è il faro che dovrebbe guidarci nella ricerca di una sintesi tra le esigenze di tutti. Ribadisco, l’appello che vorrei lanciare a tutti gli attori della raccolta è questo. Superare la logica del do ut des, che è spesso alla base anche dell’assegnazione dei premi di efficienza, e guardare insieme all’obiettivo comune. Ognuno faccia pure i conti con le sue tasche, ma mettiamo tutti al primo posto, per quanto ci compete, il futuro del Paese. speciale raee hitech magazine anno 5 - numero 8 - luglio/agosto 2014 www.hitechweb.info A Roma le premiazioni dell’iniziativa promossa dal Centro di Coordinamento ‘Comuni Ricicloni’: i più virtuosi del 2013 I tre vincitori della 21esima edizione. Si tratta di Montefredane (Avellino), Borgo San Dalmazzo (Cuneo) e Gallarate, in provincia di Varese. Il Centro di Coordinamento Raee ha premiato lo scorso 9 luglio a Roma le tre realtà territoriali che, nel corso del 2013, si sono distinte per la migliore performance di raccolta di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. La premiazione si inserisce nell’ambito dell’iniziativa Comuni Ricicloni, organizzata da Legambiente e giunta quest’anno alla sua ventunesima edizione. Per la scelta dei campioni assoluti si è tenuto conto della fascia di popolazione residente servita, assegnando un premio ai piccoli comuni (fino a 10.000 abitanti), a quelli medi (da 10.000 a 50.000 abitanti) e alle grandi città (con un numero di abitanti maggiore di 50.000). Nella prima categoria il vincitore di quest’edizione è stato il comune di Montefredane (Av), che ha totalizzato 382.670 kg e una raccolta pro capite di 166 kg per abitante, grazie anche alla società Irpiniambiente che opera sui comuni della Provincia di Avellino. Tra i comuni medi il più virtuoso è stato, con 234.835 kg e 19 kg per abitante, Borgo San Dalmazzo in provincia di Cuneo, il cui centro di raccolta è gestito dal Consorzio Ecologico Cuneese. Ultimo vincitore il comune di Gallarate, in provincia di Varese, con 498.823 kg e 10 kg per abitante, che ha affidato la gestione del suo centro di raccolta alla società Amsc SpA. I premi hanno tenuto conto, oltre che del livello di raccolta, anche di altri parametri come l’incremento dei quantitativi rispetto all’anno precedente e la disponibilità dei centri di raccolta comunali a ricevere i Raee provenienti dalla Distribuzione che opera il ritiro uno contro uno. “Il Centro di Coordinamento Raee partecipa anche quest’anno con grande entusiasmo all’evento Comuni Ricicloni organizzato da Legambiente”, ha commentato Fabrizio D’Amico, presidente del CdC Raee. “L’attenzione rivolta agli enti locali e alla premiazione dei comuni più virtuosi dimostra, infatti, che una corretta gestione dei Raee è possibile nei piccoli paesi come nelle grandi città e che risultati eccezionali sono alla portata di tutti. I Comuni continuano a rappresentare, insieme ai sistemi collettivi iscritti al CdC Raee, i grandi protagonisti della raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici in Italia”. I comuni più virtuosi d’Italia, per l’eccellente lavoro svolto, hanno ricevuto in premio una realizzazione artistica dello studio di architettura Artealtra dal titolo Tarsie o.l.f.. L’opera utilizza lenti Fresnel recuperate per creare un gioco di luci e volumi, in un nuovo contesto fra l’estetica della discarica e la sostenibilità ambientale. Ecomondo: i sei passi verso la green economy Fiscalità ecologica, clima ed energia, agricoltura sostenibile e risorse idriche. E poi rifiuti, crescita e occupazione verde. Sono i sei argomenti protagonisti del pacchetto di proposte presentato dal Consiglio Nazionale della Green Economy al Governo e al Parlamento. Il pacchetto è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Roma lo scorso 30 giugno, in occasione dell’avvio del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea. Le proposte sono il frutto dell’attività di dieci gruppi di lavoro, con il coinvolgimento in tutta Italia di quasi 400 esperti, per un processo di elaborazione partecipata che ha messo in campo tra il 2012 e il 2013 oltre 4mila stakeholder. La green economy come via d’uscita dalla crisi e chiave per il rilancio di investimenti e occupazione. E’ questa la filosofia alla base dell’operato del Consiglio Nazionale, che promuove ogni anno gli Stati Generali della Green Economy. E che ha voluto ribadire questi punti fondamentali “per non perdere il treno della green economy”, come si legge nel documento presentato. Ecolight: nel 2013 raccolte oltre 20mila tonnellate di Raee Dopo il successo dell’edizione 2013 con oltre 2.500 presenze, gli Stati Generali della Green Economy si terranno anche quest’anno il 5 e 6 novembre, a Rimini, nella cornice di Ecomondo, la fiera dedicata al recupero di materia ed energia e allo sviluppo sostenibile. Gli Stati Generali sono promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 66 organizzazioni di imprese rappresentative dell’economia verde in Italia, in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e con il ministero dello Sviluppo Economico. Quest’anno gli Stati saranno dedicati al tema “Imprese e lavori per una green economy”. “In generale finora abbiamo fatto poco sul tema delle possibilità di nuova occupazione e di nuovi lavori nelle attività della green economy”, ha spiegato Edo Ronchi, del Consiglio Nazionale. “Dobbiamo sviluppare il tema della quantità, della qualità, e anche delle linee di sviluppo per potenziali occupazioni verdi. Queste linee di sviluppo possono orientare l’ università, la ricerca, e soprattutto il tema, molto importante, della formazione.” 26 Raccolta, recupero, conoscenza, ma soprattutto innovazione. Questi i quattro elementi che hanno contraddistinto l’azione di Ecolight nel corso del 2013. Sono oltre 20mila le tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche raccolte dal consorzio secondo il rapporto sociale relativo all’anno appena trascorso. Sul fronte della raccolta, nel 2013 il consorzio ha gestito quasi 20.500 tonnellate di Raee – con un calo del 5% rispetto al 2012 -, raggiungendo elevati tassi di recupero che hanno sfiorato il 95% in peso. La maggior parte dell’attività (il 70,4%) ha interessato il raggruppamento R4 dei Raee: Ecolight ha gestito infatti quasi 14.400 tonnellate tra cellulari, piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo, confermandosi così come sistema collettivo di riferimento per questa tipologia di rifiuti. Sul fronte delle pile e degli accumulatori portatili, Ecolight ha raccolto oltre 1.200 tonnellate, raddoppiando i quantitativi dell’anno precedente. Anche in questo caso, le percentuali di recupero hanno superato il 90% in peso. Per quanto riguarda il futuro, è il nuovo decreto Raee a indicare la strada da seguire. “Le novità che sono state introdotte mirano a incrementare la raccolta dei Raee per raggiungere gli obiettivi europei, ovvero il 45% dell’immesso sul mercato a partire dal 2016. Quota che diventerà il 65% dal 2019”, spiega il direttore generale di Ecolight Giancarlo Dezio. “Questo significa triplicare gli attuali volumi. Ecolight ha voluto anticipare il futuro rispondendo alle prescrizioni indicate dal principio dell’Uno contro Zero e sta già studiando delle soluzioni mirate con la predisposizione di isole ecologiche automatizzate da posizionare in prossimità dei negozi. È questo un progetto che a breve Giancarlo Dezio partirà con l’intento di essere più vicini non solamente ai consumatori e alle aziende della distribuzione, ma anche all’ambiente”. E sul fronte della gestione dei rifiuti Ecolight scende ora in campo a fianco delle imprese. Dallo scorso 29 giugno, è partita su Radio24 la campagna di sensibilizzazione del consorzio dedicata alle aziende. Un’iniziativa alla quale si affianca la “Guida rifiuti” curata per Ecolight da Paolo Pipere, esperto di diritto dell’ambiente, di politiche ambientali pubbliche e di gestione ambientale d’impresa. La guida spiega il funzionamento del complesso ambito dei rifiuti professionali al fine di garantire una corretta gestione sia sotto il profilo operativo, sia documentale. Forte dell’esperienza maturata in dieci anni di operatività nel settore dei Raee a livello nazionale, Ecolight ha acquisito le conoscenze e le competenze per rispondere in modo adeguato alle necessità delle imprese e attraverso il servizio Fai Spazio (faispazio. ecolight.it) garantisce una corretta gestione del rifiuto professionale e una perfetta tracciabilità dello stesso.
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