DOCUMENTO 15 maggio 2014 classe 5A

ESAME DI STATO
2014
Documento del Consiglio di Classe
Classe V ^ sez. A – Anno scolastico 2013/2014
LICEO “ CHIABRERA-MARTINI” di Savona
INDIRIZZO CLASSICO
PROFILO DELL’INDIRIZZO
MAXISPERIMENTAZIONE PROGETTO DELL’AUTONOMIA
Nel maggio del 1997 il nostro Istituto è stato invitato dal Ministero della Pubblica
Istruzione a far parte di un gruppo di 22 Istituti superiori dell’ordine Classico, Scientifico,
Magistrale con il compito di sperimentare, a partire dal biennio, un’ipotesi di riforma elaborata dal
Ministero stesso, che si collocava, allora, all’interno del quadro generale di ristrutturazione della
Scuola, detto “riordino dei cicli scolastici” ed era strettamente collegata all’art. 21 della legge 15
marzo 1997 n° 59, che attribuisce personalità giuridica alle istituzioni scolastiche, (per un esame
specifico del progetto è possibile consultare il P.O.F. approvato dal Collegio Docenti).
Parallelamente furono costituiti gruppi di scuole, che sperimentavano progetti analoghi,
dell’ordine tecnico, professionale ed artistico per un totale complessivo, sul territorio nazionale, al
momento dell’avvio dell’iniziativa, di 166 scuole.
Preso atto dell’importante opportunità che ci veniva offerta di contribuire alla costruzione
della nuova Scuola, si costituì un gruppo di lavoro, incaricato di studiare il progetto e di
pronunciarsi in merito alla sua attuazione.
I docenti interessati, recepita l’eccezionalità dell’iniziativa ministeriale, si espressero
positivamente su di essa, pur non sottovalutando la complessità strutturale ed organizzativa e
riferirono in proposito al Collegio dei Docenti, che deliberò di aderire alla proposta del M.P.I. e,
quindi, di avviare per l’anno scolastico 1997/98, un nuovo corso sperimentale, detto Biennio e
successivamente Liceo dell’Autonomia, così come evidenziato nel P.O.F. dell’Istituto.
La maxi-sperimentazione, approvata e confermata dal M.I.U.R e dal successivo M.P.I. dal
Collegio Docenti, è con questa classe giunta a conclusione in seguito alla Riforma della scuola
secondaria di secondo grado.
IL QUINTO ANNO DELL’AUTONOMIA NELL’INDIRIZZO CLASSICO
Per questo anno conclusivo, il progetto prevede:
 La compresenza o co-docenza di Storia/Diritto
 Moduli di orientamento pre-universitario che per il corrente anno scolastico hanno agito in
ambito scientifico, giuridico- economico e linguistico. Il modulo di 32 ore globali si articola in
una presenza di due ore settimanali collocate nel secondo e nel terzo bimestre dell’anno con
valutazione che incide proporzionalmente sul voto conclusivo della materia di riferimento (per
diritto, storia; per lingua straniera, inglese; per scienze, fisica)..
LICEO CLASSICO corso Maxisperimentazione autonomia – indirizzo Classico
1.
1.1
PROFILO DELLA CLASSE
ELENCO DOCENTI COMPONENTI CONSIGLIO DI CLASSE
Classe III^ liceo
Marina MINUTO
Luciana FOGLINO
Luciana FOGLINO
Classe IV^ liceo
Marina MINUTO
Mauro CORE
M.Teresa
BRUZZONE
Classe V^ liceo
Marina MINUTO
Carlo AVALLI
Antonella
FRUMENTO
Materia
ITALIANO
LATINO
GRECO
Docenti 2013/2014
Marina MINUTO
Carlo AVALLI
Antonella
FRUMENTO
STORIA -DIRITTO
e
FILOSOFIA
Riccardo
Riccardo
Riccardo
Riccardo
SIRELLO
SIRELLO
SIRELLO
SIRELLO
Coordinatore
di Coordinatore di Classe Coordinatore
di Coordinatore
di
Classe
Classe
Classe
Lingua straniera
INGLESE
Laura CERPONI
Maria TOBIA
Laura CERPONI 1
Laura CERPONI
MATEMATICA
FISICA
M. Virginia FANTUZI Angela VIGNA
Angela VIGNA
SCIENZE
0
Maria Rosa
MARZORATI
Maria Rosa
MARZORATI
DIRITTO – in
codocenza
con STORIA (1h.
settimanale)
STORIA
DELL’ ARTE
EDUCAZIONE
FISICA
I.
RELIGIONE
CATTOLICA
AREE
ORIENTAMENTO
AREA GIURIDICOECONOMICA
AREA SCIENTIFICA
AREA LINGUISTICA
Raffaella
BERTOLO
Raffaella
BERTOLO
Raffaella
BERTOLO
Raffaella
BERTOLO
Santino NASTASI
Santino NASTASI
Santino NASTASI
Santino NASTASI
Luciano
MONDELLI
Claudia
CALLANDRONE
Luciano
MONDELLI
Claudia
CALLANDRONE
Angela VIGNA
Luciano MONDELLI Luciano MONDELLI
Claudia
CALLANDRONE
Claudia
CALLANDRONE
Raffaella BERTOLO
R. BERTOLO
Chiara
CALCAGNO
Chiara
CALCAGNO
Daniela RAZZORE
Daniela RAZZORE
 Assente per la maggior parte dell’a.s. per motivi di salute e sostituita da due supplenti che si sono
alternati

1
Assente per la maggior parte dell’a.s. per motivi di salute e sostituita da due supplenti che si
sono alternati
2
1.2
Elenco alunni che hanno frequentato la classe nell’ a. s. 2013/2014
1. ALTAMURA MADDALENA
2. ARECCO ANNA
3. BAGNASCO MARTINA
4. CANNIZZARO GIORGIA
5. CARUSO VITTORIO ALESSIO
6. DALMAZZO AGNESE
7. D'AMATO KEVIN
8. GALUPPO MATILDE
9. GRATTAROLA ALESSANDRO
10. MAFFIOLETTI MARTINA
11. MERLO ALESSANDRO
12. ORIETTI MARIA
13. RUSSO FRANCESCO
14. SANNINO CHIARA
15. SIRI NICOLE FRANCESCA
16. TESTA ELENA
17. VECCHI ELISA BRUNA
2
STORIA DELLA CLASSE - SITUAZIONE DIDATTICO - DISCIPLINARE DELLA
CLASSE .
La classe quinta sezione A, maxisperimentale autonomia classico è oggi composta da 17 studenti
che hanno proseguito il corso degli studi coerentemente con il progetto; originariamente gli iscritti
erano.23.; nel corso del secondo anno uno studente si è inserito nella classe, nell'ultimo a.s. uno
studente si è trasferito ad altra scuola
2.1
SITUAZIONE DIDATTICO - DISCIPLINARE DELLA CLASSE .
Durante il triennio, il profilo generale della classe è stato quello di un gruppo complessivamente
diligente e attivo rispetto alle consegne ricevute.
Abbastanza aperti e disponibili al dialogo educativo, hanno partecipato, pur con diversificato
interesse, sia all’attività didattica sia alle varie proposte culturali curricolari ed extracurriculari
offerte dalla scuola.
Vi sono nella classe alcuni studenti particolarmente meritevoli, mentre altri hanno raggiunto una
preparazione solo discreta o sufficiente.
Globalmente il livello complessivo di profitto e di preparazione della classe può dirsi mediamente
discreto .
Per gli obiettivi generali del processo educativo si rimanda al punto 4.4.
3
2.2
QUADRO ORARIO SETTIMANALE
Si fornisce in prospetto l’elenco delle discipline d’insegnamento e il relativo monte-ore che
evidenzia lo scostamento tra l’ordinamento tradizionale e quello adottato in funzione della
“Autonomia” ad indirizzo Classico.
MATERIE
CLASSE
ITALIANO
LATINO
GRECO
LINGUA
(Inglese)
STORIA*
CORSI
TRADIZIONALI
III^ liceale
04
04
03
STRANIERA ==
SPERIMENTAZIONE
AUTONOMIA
V^ liceale Classico
04
04
03
03
03
FILOSOFIA
MATEMATICA
FISICA
SCIENZE
STORIA DELL’ ARTE
DIRITTO * ELEMENTI DI
ECONOMIA
03
02
03
02
02
==
EDUCAZIONE FISICA
I. RELIGIONE CATTOLICA
AREA
OPZIONALE:
DIRITTO O SCIENZA
TOTALE ORE SETT.
02
01
==
03 2+1h *
co-docenza con Diritto
03
03
02
==
02
01
Solo in co-docenza
Storia
02
01
01 (modulo)
29
31
3
INIZIATIVE DELL’ ISTITUTO A CUI HANNO ADERITO E COINVOLTO GLI
STUDENTI .
Tra le iniziative che nel corso dell’a.s. 2013/2014 hanno coinvolto gli studenti della classe intera o
almeno un gruppo di essi vanno ricordate:
Il viaggio di istruzione a Parigi ( studenti non partecipanti 15);
La partecipazione alla Journèe Mondiale de la Philosophie UNESCO
Polo di Filosofia (6)
WStoriadell’Arte (1)
Progetto EEE (fisica) (1):
Attività teatrale de “I Coribanti” del liceo, nell’ambito del Progetto Theatron
N.B. Dalla consultazione dei cosiddetti “crediti interni” si potrà verificare la partecipazione dei
singoli alunni alle varie iniziative e progetti nell’ anno scolastico 2013/2014
4
4
CONSUNTIVO DELLE ATTIVITA’ DISCIPLINARI
Per i libri di testo si fa riferimento a quanto depositato nel prospetti in Segreteria.
4.1
CONTENUTI EDUCATIVI E METODI GENERALI

CONTENUTI EDUCATIVI TRASVERSALI
Nel conferire sostanza ai contenuti educativi comuni a tutte le materie attinenti la
formazione dell’individuo in quanto soggetto pensante, inserito nella comunità scolastica e nella più
vasta realtà extra- scolastica, sono stati tenuti presenti in modo particolare:
 L’educazione alla legalità, fondata sull’apprendimento di elementi essenziali che si possono
ritenere attinenti ad una sorta di “filosofia del diritto”, che nella legislazione italiana trova il suo
momento più significativo nel dettato costituzionale;
 La consapevolezza che, pur negando qualsiasi finalità etica fondante allo Stato, deve sussistere
nel rapporto fra cittadino e comunità la precisa nozione dell’esistenza congiunta di una categoria
dei diritti e d’una collaterale serie di doveri;
 La presa di coscienza che le due categorie hanno insieme un valore non solo pratico ma anche
morale, discendendo dalle stesse la garanzia della piena possibilità di affermazione
dell’individuo nell’ambito della società, dal momento che la miglior tutela della propria libertà
nasce dal rispetto di quella degli altri.
Gli assunti di cui sopra sono stati propedeutici alla definizione, cui non è mancato un
approfondimento storico – nato soprattutto dal confronto fra le tesi del pensiero liberale (con
particolare attenzione alla paideia antica com’è stata rievocata dalle due opere capitali
sull’argomento, gli studi di Pohlenz e di Jäeger) e la teoria marxiana sulla progressiva estensione
della libertà dagli antichi imperi al mondo moderno – del tema centrale del Progetto Educativo
promosso dall’Istituto, ossia in quali termini si formi l’uomo e in che misura questi sia un cittadino.
Si è posta nella dovuta luce la centralità del rapporto di identità/duplicità esistente tra i due
versanti della persona e si è insistito sull’equilibrio che costituisce la meta formativa dell’uomo, il
quale, pur responsabilmente tenuto al rispetto di sé e del proprio nucleo familiare, non può sottrarsi
agli obblighi della convivenza tenendo nel giusto conto che le strutture dello Stato costituiscono la
garanzia di tali norme e che il cittadino deve consapevolmente vigilare affinché esse non degenerino
cominciando lui stesso a rispettarle nella lettera e nello spirito.
Al fine di potere realizzare tali mete che, da educative diventano fondamenti di una
consapevole forma di convivenza, è stata costantemente sottolineata la necessità dell’impegno
personale, dell’onestà nei confronti dello studio da intendersi non già come una sinecura imposta da
una volontà esterna ed estranea, ma come arricchimento dello spirito e, in termini concreti, come
investimento per il futuro.
L’armonia d’una personalità – in questi termini va interpretato il Progetto d’Istituto – si
fonda tanto sull’apprendimento degli elementi di meditazione e degli obiettivi educativi esposti,
quanto sull’acquisizione dell’autocontrollo e della propensione al confronto, inteso quale apertura al
dialogo con gli altri e all’onestà intellettuale verso tesi diverse od opposte ai nostri convincimenti.
In sostanza, il coraggio di porsi sempre in discussione con la capacità di ammettere errori e di
accettare punti di vista alieni dai nostri qualora fosse dimostrata la loro fondatezza.

CONTENUTI COGNITIVI TRASVERSALI
Fondamento della comunicazione, e quindi della corretta trasmissione del pensiero, è non
soltanto un consapevole dominio del linguaggio ma anche nelle istanze nominalistiche, tanto da
eliminare, per quanto possibile, equivoci sul corretto intendimento dei pensieri espressi con i
5
necessari riferimenti alle soluzioni offerte dalla logica simbolica (con Peano, Russell, ecc.), che ha
cercato di attribuire significati univoci, non contraddittorî e non fraintendibili, attraverso un sistema
universale di segni, polivalente nella misura in cui si ambiva ad utilizzarlo in tutti i campi del
sapere.
Pur segnalando gli eccessi, il Progetto ha posto una delle sue mete più nette proprio nella
illustrazione della settorialità e della specificità del linguaggio in quanto patrimonio generale delle
diverse forme di comunicazione.
Dopo aver impostato un appropriato uso del linguaggio quale flessibile strumento capace di
universalità quanto di molteplici forme di settorialità e di qualificante specificità, deve risultare
chiaro che esso è solo un mezzo destinato a servire il fine, ovvero la perspicuità logica, rivolta ad
esaltare le facoltà induttive/deduttive.
Fra di esse in primo luogo quelle deduttive, comuni per la loro essenza strumentale
all’indagine critica di ogni ambito di studio e di ricerca.
Si sono infine sottolineati i due momenti fondamentali dei procedimenti logici: l’analisi e la
sintesi; è stata inoltre ricordata la loro non necessaria coincidenza, richiedendo alcune aree del
sapere l’una o l’altra delle due capacità.
Esiste una netta catena applicativa di tali istanze teoretiche quando dall’approccio più generale al
problema della logica si passa alla loro pratica applicazione nella ricerca e nello studio.
Si è cercato di far comprendere che, a parte le abitudini e le propensioni individuali, esistono
settori in cui è indispensabile l’analisi , ad esempio lo scandaglio di un testo greco o latino, e altri
nei quali deve prevalere la sintesi, come ad esempio la determinazione e l’esposizione di assunti
storiografici e filosofici.

CONTENUTI DISCIPLINARI
I contenuti disciplinari sono stati oggetto di attenta riflessione anche con riferimento
all’approccio metodologico e alla pianificazione docimologica di conseguenza si è posta la massima
attenzione nel selezionarli e nel porgerli, distinguendo le diverse angolature sotto le quali
considerare le problematiche offerte dall’insegnamento.
Si è così cercato, pur conservando la centralità della lezione frontale, di sceverare e
selezionare all’interno dei contenuti le opportune tecniche atte a suscitare molteplici e dialettici
interessi nella consapevolezza che non esiste, nella vita come nell’insegnamento, un senso
unidirezionale delle cose, ma una pluralità di atteggiamenti euristici e una bidirezionalità nel porsi
di fronte agli studenti disponibili ad un aperto rapporto di insegnamento/apprendimento.
Allo stesso tempo si sono operate distinzioni nelle materie da affrontare in modo tale che in
ogni momento scaturisse dal magma dei contenuti la chiarezza di idee guida che sono state
dapprima definite concettualmente e successivamente applicate nel lavoro collettivo.
In particolare non è sfuggito all’attenzione degli insegnanti il preciso valore da attribuire ai seguenti
temi di riflessione nella teoria e tecnica dell’insegnamento:


Discipline, ossia gruppi di concetti omogenei;
Insiemi di teorie, ovvero le problematiche su temi di vasta portata e rilievo, oggetto per la loro
importanza di ampî approfondimenti, sia dal punto di vista diltheyano di ipotesi di lavoro, sia
nell’approccio comparativo, sia in funzione della necessaria successione di analisi e di sintesi.

Propedeutica ad ogni esercizio della facoltà di critica, si è indicata la definizione dei principî,
ossia delle funzioni teoretiche delegate a sorreggere le problematiche dell’analisi.
L’applicazione dei principî ha condotto, secondo un consequenziale iter metodologico, alla
individuazione dei concetti, che sono stati considerati il prodotto conclusivo dell’analisi per
collocarsi, al vertice della procedura euristica, nella sfera della sintesi;
Nel percorso che conduce dall’analisi alla sintesi è stato scrupolo dei docenti suscitare la
doverosa attenzione verso quelle strutture che sono state identificate come “termini” (la definizione,
6
anche nella dimensione semantica, degli elementi del linguaggio), “tematiche” (orientamenti
d’ordine più generale), segmentabili poi in “argomenti”.
Infine si è provveduto a regolare l’insieme attraverso l’uso, definito di volta in volta, degli
strumenti offerti dalle “regole”, dalle “procedure”, dai “metodi” e dalle “tecniche applicative”.
In allegato, le relazioni dei singoli docenti con i contenuti per ogni disciplina e gli approcci
metodologici settorialmente applicati.

METODI
Prendendo atto dei risultati conseguiti in questo campo dalla ricerca specifica, a proposito
dei metodi si sono tenuti presenti i due versanti più accreditati, ossia i rapporti intercorrenti tra i
docenti e gli alunni e, in seconda istanza, la vita di classe: gli aspetti etici e pratici della convivenza
tra allievi e professori.
Si è dato ampio spazio alla cura degli aspetti psicologici esistenti sui diversi gradi di
percezione tra singolo e gruppo, singolo ed insegnanti, gruppo ed insegnanti, singoli e/o gruppo
dipendenti da uno/più insegnanti, singoli e/o gruppo contro uno/più insegnanti e le situazioni
specularmente omologhe.
Così, ad atteggiamenti spontanei si sono alternate manifestazioni riflesse e ore di studio e
d’indagine.
Quale scopo fondamentale dell’insegnamento è stato assunto l’obiettivo di fornire un
esempio di trasparenza, intesa come costanza di atteggiamenti, fedeltà e coerenza ai principî di
comportamento enunciati, rispetto degli impegni assunti a prescindere dalla loro importanza.
La “trasparenza” si è voluta accompagnata da franchezza e semplicità di modi pur nel
rispetto dei ruoli reciproci e dall’eliminazione delle differenze basate sull’età e sul concetto di
autorità.
Circa il rapporto intercorso con la classe, si è perseguita la massima flessibilità possibile
dando la priorità alla lezione frontale in quanto strumento insostituibile alla trasmissione della
conoscenza, ma concedendo anche ampio spazio alla lezione- stimolo interattiva e alla ricerca
guidata attraverso mappe concettuali.
Un ruolo importante è stato attribuito al lavoro autonomo svolto dagli studenti, impegnati in
letture di pagine critiche che talvolta però hanno sofferto di una preparazione non sempre precisa e
lineare.
.
AREE DI ORIENTAMENTO (approvate e svolte):
Durante l’anno scolastico 2013/2014 si sono svolti da parte dei docenti ( § 1.3) due moduli,
in tempi diversi, di Orientamento ai corsi di studi universitari ai quali hanno partecipato gli studenti
come da prospetto § 1.3.
Area Scientifica :
Prof. Chiara CALCAGNO
Area giuridico – economica : Prof. Raffaella BERTOLO
Area linguistica:
Prof. Daniela RAZZORE
MEZZI E SPAZI
Oltre ai consueti mezzi utilizzati tradizionalmente da ogni docente nell’ambito delle strutture scolastiche
si precisano:
 aula del Laboratorio di Scienze Umane Ennio Carando per l’Informatizzazione dei dati raccolti per
il Progetto (Centro Territoriale di ricerca e di didattica della Filosofia della provincia di Savona Scuola Polo);
7
 Laboratorio informatico;
 testi in dotazione alla Biblioteca di classe e di Istituto;
 testi reperibile nella Biblioteca Civica di Savona e nelle Biblioteche universitarie;
 aula video;
 viaggi di istruzione;
 conferenze tenute da docenti universitari
 Journée Mondiale de la Philosophie UNESCO provincia di Savona organizzata dal Polo di Filosofia
nelle diverse sedi (Sala Rossa del Comune di Savona- Sala dei Fregi del Liceo)
MODALITA’ E TEMPI DI ESECUZIONE
Le prove di verifica in classe sono state effettuate con tempi variabili da prova a prova, dal momento
che ognuno ha tenuto in debito conto la particolare tipologia, la complessità, la difficoltà degli
argomenti proposti:
 durata di 03 per le prove scritte di Italiano;
 durata di 02 per le prove scritte di Latino;
 durata di 02 per le prove scritte di Greco;
 durata di 01 per le prove scritte di lingua Inglese;
 durata 01 per tutte le altre discipline;
 durata variabile 1,5 - 2 h.per le simulazioni di terza prova secondo la tipologia”B”
PROVE ORALI
Le prove orali hanno compreso tutti i momenti di comunicazione verbale inerenti il programma svolto
nelle varie discipline.
STRUMENTI E CRITERI DI VALUTAZIONE
Due sono le tipologie seguite in ordine agli strumenti di controllo di valutazione: prove scritte e prove
orali. Si sono osservati i criteri, le modalità e il numero definiti in sede di dipartimento, recepiti dal
Regolamento di Istituto e dal POF. Si sottolinea che nel presente anno scolastico la scansione è stata
quella del trimestre e del pentamestre con conseguenti ricadute sul numero e le modalità di proposta
delle prove.
CRITERI DI VALUTAZIONE
Come criterio generale si è valutato:
 in relazione ai livelli di partenza individuali e di classe, alle capacità singole e complessive, agli
obiettivi prefissati;
 tenendo conto della maturazione progressiva dei singoli allievi e superando la pura fiscalità
sommativa, la valutazione delle rispettive prove oltre alla verifica in sé delle operazioni prodotte ha
cercato di tenere conto dei seguenti indicatori:
 la capacità di usare il linguaggio verbale;
 la capacità di usare un linguaggio specifico nelle varie discipline;
 la capacità di “sapere” e “saper fare” (conoscenze disciplinari e la capacità di utilizzarle
concretamente), relative all’argomento oggetto della prova;
 la capacità di analisi e sintesi;
 le capacità logiche oltre che mnemoniche;
 la capacità di collegamento all’interno della disciplina e/o alle altre discipline;
 il grado di assimilazione raggiunto;
8
 il grado di difficoltà della prova.
La correzione, oltre alla rilevazione degli errori, ha mirato ad indicare soluzioni e/o ipotesi alternative di
svolgimento corretto.
Per le prove scritte si è tenuto anche conto:

della coerenza con le richieste delle tracce;

della correttezza metodologica, delle procedure e della strutturazione formale.
Per le prove orali
 il criterio di pertinenza nell’elaborazione delle risposte;
 la capacità espressiva;
 la tipologia per la terza prova utilizzata con gli alunni è stata la B.
INDICE SINTETICO dei punti trattati nel Documento del Consiglio di Classe
1. PROFILO DELLA CLASSE
1.1 Elenco docenti componenti Consiglio di Classe
1.2 Elenco alunni che hanno frequentato la classe
1.3 Area opzionale
1.4 Quadro statistico relativo al triennio
2. STORIA DELLA CLASSE – SITUAZIONE DIDATTICO –DISCIPLINARE DELLA
CLASSE
2.1 Quadro orario settimanale
3. PRINCIPALI INIZIATIVE DELL’ISTITUTO A CUI HANNO ADERITO E
PARTECIPATO GLI STUDENTI
4. CONSUNTIVO DELLE ATTIVITA’ DISCIPLINARI
4.1 Contenuti educativi e metodi generali
o Contenuti educativi trasversali
o Contenuti cognitivi trasversali
o Contenuti disciplinari
o Metodi
o Mezzi e spazi
o Modalità e tempi di esecuzione
o Prove orali
o Strumenti e criteri di valutazione
o Criteri di valutazione
5.1 TERZA PROVA
ESEMPI FAC-SIMILE DI QUESITI PROPOSTI NELLE PROVE EFFETTUATE PER LA
SIMULAZIONE DELLA TERZA PROVA DEGLI ESAMI CONCLUSIVI DEL LICEO
CLASSICO “AUTONOMIA”.
Si sono svolte due prove di simulazione per la preparazione della Terza prova di Esame durante l'anno
scolastico 2013/14. Sono state previste risposte di max 5 righe tranne che per le materie scientifiche che
prevedono soluzioni scritto-grafiche di esercizi.
9
MODELLO TERZA PROVA
Durante l’anno scolastico si sono svolte due prove di simulazione:
1) Mese di Marzo 2014
2) Mese di Maggio 2014
INGLESE
What was the so-called “Dust Bowl” and which author described the hardship of people hit by this
event?
On which occasion was this photograph taken? Describe leaders involved and meaning of this
event.
MATEMATICA
1) L’equazione:
log2x + x = 0
ammette soluzioni nell’intervallo
½;2 ?
Enuncia il teorema usato.
[ 5 righe]
2) Qual è la condizione perché una funzione presenti un asintoto orizzontale?
k x2 - x
Per quale valore del parametro k la funzione y = ----------1 + x2
presenta l’asintoto orizzontale : y = 2 ?
[ 5 righe]
10
STORIA DELL’ARTE
1. Spiega perchè questo dipinto di Degas rappresenta in modo significativo la modernità
[ 6 righe ]
. 2. Quali caratteristiche tecniche e tematiche rendono originale “ Il vampiro”di Munch
[6 righe]
STORIA /DIRITTO
1) Il significato del discorso alla Camera di Mussolini del 3 gennaio 1925
[5 righe]
2) Che cosa si intende per titoli del debito pubblico e quali tipologie di finanziamento sono
usati negli anni '70 dallo Stato italiano
[5 righe]
11
LATINO
1) I caratteri generali dell’elegia latina
[5 righe]
2) Properzio. La sua concezione dell’amore
[5 righe]
GRECO
1. Definizione e carattere del prologo menandreo.
[5 righe]
2. Il paesaggio in Teocrito e in Virgilio.
[5 righe]
INGLESE
1. “Ich bin ein Berliner”: by whom,
pronounced?
[5 righe]
when and to which purpose
were these words
2. Referring to the style of which author can we talk about “Hip language” ? Motivate your
answer mentioning author, work and cultural background of the period.
[5 righe]
12
FISICA
1. Come si esprime l’energia potenziale elettrica di un sistema costituito da due cariche
puntiformi?
[ 5 righe]
2. Quali leggi regolano le principali trasformazioni dei gas?
[5 righe]
FILOSOFIA
1. Cosa si intende quando si definisce la logica hegeliana "logo-onto-teologica"?
[5 righe]
2. Quale filosofia esprime il pensiero di W. Dilthey?
[5 righe]
ITALIANO
1) Che cosa si intende per "romanzo storico [5 righe]
2) Quali sono i motivi ricorrenti nella produzione poetica di Carducci? [5 righe]
13
Verifica per classi parallele (storia-diritto e filosofia) nell’ambito del Progetto Liceo
“dell’autonomia
Durante l’anno scolastico si è svolta una prova comune alle classi del Liceo dell’Autonomia.
Storia- Diritto
Tratteggiare le premesse generali al primo conflitto mondiale
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Definire i caratteri peculiari degli istituti speciali di credito previsti dalla riforma del sistema bancario
del 1936
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Verifica per classi parallele (storia-diritto e filosofia) Nell’ambito del progetto del Liceo
dell’Autonomia
Filosofia
Presentare i caratteri generali dell’idealismo hegeliano
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Indicare i capisaldi del sistema hegeliano
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
14
PROGRAMMI SVOLTI DURANTE L’ANNO SCOLASTICO 2013/2014
ITALIANO
Prof.ssa Marina MINUTO
NOTA
INTRODUTTIVA AL PROGRAMMA
Nello svolgimento del programma sono state indicate le linee portanti dell'attività letteraria dell'
Ottocento e, solo parzialmente, del Novecento in Italia, con alcuni riferimenti alla cultura europea,
sullo sfondo della situazione storica, economica, sociale e politica. Si è proceduto poi all'esame dei
singoli autori "maggiori", dei quali è stata tracciata una breve biografia, seguita da un quadro delle
opere e da un profilo dell'ideologia e della poetica, come premessa di un discorso successivamente
verificato e approfondito in sede di lettura dei testi.
La lettura ha costituito dunque un momento fondamentale nel dialogo scolastico, appuntando
l'attenzione sui vari elementi costitutivi del testo: posizione del testo antologico nell'economia
dell'opera da cui è tratto, contenuto, rapporto con la biografia dell'autore, parafrasi critica volta a
mettere in evidenza gli aspetti più significativi della lingua e dello stile, individuazione degli
elementi contenutistici più importanti e loro collocazione nell'ambito del sistema di valori
dell'autore e dell'epoca.
Tale lavoro, svolto in classe, ha rallentato la scansione del programma, costringendomi a trattare
affrettatamente o ad escludere importanti movimenti culturali e autori già previsti nella
programmazione iniziale.
I romanzi inseriti nel programma (I Promessi Sposi, I Malavoglia, La coscienza di Zeno, Il fu
Mattia Pascal) sono stati assegnati come letture estive o già introdotti nel piano di lavoro degli anni
passati, pertanto, nel corso delle lezioni, sono state proposte e sviluppate solo alcune osservazioni,
di carattere generale, sull'interpretazione delle opere, che non hanno certo esaurito la gamma delle
riflessioni possibili, ma possono aver stimolato un atteggiamento più attivo da parte degli alunni.
Alla fine del percorso gli alunni hanno complessivamente dimostrato di essere in grado, anche se in
misura diversificata, di capire e interpretare i testi letterari inserendoli nel giusto contesto storico, di
individuare l’ideologia dominante nelle opere di un autore, di conoscere il quadro generale delle
varie epoche letterarie. Il conseguimento di tali obiettivi è stato verificato mediante prove orali
(brevi interventi durante le lezioni e interrogazioni di ampia durata impostate come colloquio) e
verifiche scritte su limitate parti del programma. Sono inoltre stati svolti cinque elaborati,
15
consistenti nell’analisi di testi letterari e non letterari o nello sviluppo di argomenti di letteratura
italiana e attualità, secondo le tipologie previste per l’Esame di Stato, dai quali sono emerse
capacità argomentative ed espositive generalmente discrete e talvolta buone ma anche , in alcuni
casi, una certa difficoltà a sviluppare coerentemente e in forma fluida e corretta la traccia.
PROGRAMMA SVOLTO
Neoclassicismo
Origine del movimento - Teoria Winckelmanniana della bellezza ideale - I diversi aspetti del
neoclassicismo – La poetica neoclassica
Cenni su Preromanticismo
Cenni sulla Questione della lingua
Vincenzo Monti: Biografia, principali opere, fasi e caratteri della poesia montiana.
Ugo Foscolo: Biografia, opere, pensiero e poetica.
Dalle “Ultime lettere di Jacopo Ortis” (Genesi e struttura dell’opera - I modelli - Il suicidio Contrasto fra ragione e illusioni - Anticipazione dei futuri temi foscoliani)
-
L’esordio ( Da’ colli Euganei,11 ottobre 1797)
-
La “divina fanciulla” (26 ottobre1797)
-
L’incontro con Parini (4 dicembre 1798) (on line)
dalle “Odi”:
-
All’amica risanata
dai “Sonetti”:
-
A Zacinto
-
In morte del fratello Giovanni
-
Alla sera
“Dei Sepolcri” ( Lettura integrale - Struttura - Motivi occasionali - Motivazioni ideali: sentimentali,
storiche, patriottiche, poetiche)
da “Le Grazie” (Genesi – Struttura – Contenuto e temi):
16
-
Il velo delle Grazie (III inno, vv.31-90)
Romanticismo
Aspetti generali del Romanticismo europeo - Caratteri della letteratura romantica – I movimenti
romantici in Europa - La polemica classico-romantica in Italia – Cenni sui generi letterari.
Giacomo Leopardi: Biografia, opere, pensiero (Zibaldone), poetica
dai “Canti”:
Canzoni (struttura e tematiche, le canzoni del suicidio)
I piccoli idilli (forma metrica, linguaggio, contenuti):
-
L’infinito
-
La sera del dì di festa
-
Alla luna
I grandi idilli (struttura e tematiche):
-
A Silvia
-
La quiete dopo la tempesta
-
Canto notturno di un pastore errante dell’Asia
dalle “Operette morali”(struttura e tematiche):
-
Dialogo della Natura e di un Islandese
-
Dialogo di un Venditore d’almanacchi e di un Passeggere
-
Dialogo di Tristano e di un Amico (passim)
La ginestra (Struttura - “La ginestra” come testamento poetico - Poesia eroica - La solidarietà)
Alessandro Manzoni: Biografia e opere – Formazione – Religiosità e vita morale - Funzione
morale e sociale della poesia – Scritti di teoria letteraria.
dagli “Inni sacri” :
-
La Pentecoste
dalle “Odi”:
-
Il Cinque Maggio
“Tragedie” (principi teorici: le unità, i cori, il vero poetico)
17
dall’ “Adelchi”:
-
Coro dell’Atto Terzo
-
Coro dell’Atto Quarto
“I Promessi Sposi” (Il problema del romanzo - Dal Fermo e Lucia ai Promessi Sposi: revisione
strutturale e linguistica - Trama e novità etico-sociale - Fedeltà storica e vero poetico - Il sistema dei
personaggi – La provvidenza)
Giosuè Carducci: Biografia, opere, personalità, pensiero - Classicismo e Romanticismo - Le
tematiche.
da “Rime nuove”:
-
Pianto antico
da “Odi barbare”:
-
Dinanzi alle terme di Caracalla
-
Nevicata
La Scapigliatura: Origine e significato del nome - La polemica antiborghese - Rapporti con il
Naturalismo e con il Verismo, con il Romanticismo, con il Decadentismo.
Verismo
Affinità e differenze con il Naturalismo
Giovanni Verga: Biografia - Tempi e metodi della produzione letteraria – Pensiero
-
Prefazione al racconto “L’amante di Gramigna”
da “Vita dei campi”:
-
Rosso Malpelo
-
La Lupa
da “Novelle rusticane”:
-
La roba
-
Libertà
18
“I Malavoglia” (La vicenda - Le scansioni spazio-temporali - La concezione di vita - Le tecniche
narrative – Confronto con “Mastro-don Gesualdo”)
Decadentismo
Origine e denominazione - La poetica
Giovanni Pascoli: Biografia, opere, pensiero - Classicismo e Decadentismo - Motivi, linguaggio e
forme della poesia pascoliana - La poetica del ‘fanciullino’.
da “Myricae”:
Prefazione
-
Novembre (on line)
-
Lavandare
-
X agosto
-
L’assiuolo
dai “Canti di Castelvecchio” :
-
Il gelsomino notturno
Gabriele D’Annunzio: Biografia e opere: le novelle, i romanzi, il teatro, la prosa “notturna”,le
raccolte poetiche - Naturalismo, estetismo, superomismo - Sensualismo e naturalismo panico Linguaggio evocativo e musicale.
da “Alcyone” :
-
La pioggia nel pineto
Italo Svevo: Biografia, opere (Una vita – Senilità – La coscienza di Zeno ) - formazione culturale Il tipico personaggio sveviano: l’inetto - La lingua di Svevo.
“La Coscienza di Zeno” (struttura narrativa - il personaggio di Zeno - Svevo e la psicoanalisi.)
Luigi Pirandello: Biografia e opere - I temi pirandelliani : Vita e Forma, relatività del conoscere, il
caso, lo scacco - Il teatro nel teatro - La poetica dell’umorismo.
“Il fu Mattia Pascal” (la struttura, i modelli narrativi, i temi principali)
da “Novelle per un anno”:
19
-
Ciaula scopre la luna
-
Il treno ha fischiato…
Eugenio Montale: Biografia, formazione e opere – Tono colloquiale e tensione comunicativa –
Poetica “in negativo” – Poetica degli oggetti – Poesia metafisica – Scelte formali e sviluppi tematici
nelle prime tre raccolte.
da “Ossi di seppia”:
-
I limoni
-
Non chiederci la parola...
-
Meriggiare pallido e assorto
-
Spesso il male di vivere ho incontrato
-
Cigola la carrucola del pozzo
da “Le occasioni”:
-
La casa dei doganieri
Dante Alighieri
- Paradiso: Canti I, II (vv. 1-45), III, VI, XI, XV, XVII, XXXIII (vv.1-39)
20
LINGUA E LETTERE GRECHE
Prof. Antonella Frumento
Letteratura
L’Ellenismo: caratteri generali, quadro storico, politico e culturale; cronologia e diffusione, il
fenomeno della “globalizzazione”, cosmopolitismo ed individualismo, la koinè dialectos, il libro
veicolo della letteratura, letteratura e pubblico, i centri della nuova cultura, la cultura greca in età
ellenistica.
La Commedia Nuova: la nuova situazione politica, caratteri della nuova letteratura teatrale.
Menandro: biografia, la “riscoperta di Menandro, la drammaturgia e i personaggi, lo studio dei
caratteri, i valori morali, la tyche.
Le opere: Lo scudo, Il bisbetico, L’arbitrato, L’odiato, La ragazza tosata, La donna di Samo.
Lettura in traduzione e analisi dei seguenti passi: “I turbamenti di Cnemone” da “Il bisbetico”, vv.
1-188; Prologo de “L’Arbitrato”, vv. 1-35; Prologo de “lo scudo”, vv.1-96.
La poesia di età ellenistica: il principio della brevità e della ricercatezza formale, l’abbandono dei
toni fragorosi e risonanti, il principio dell’originalità, erudizione e poesia eziologica, l’arte per
l’arte.
Callimaco: la personalità letteraria e la biografia, Callimaco editore di se stesso, le opere
conservate, la poetica callimachea, il rapporto con i poeti del passato, le polemiche letterarie.
Le opere: gli Inni, gli Aitia, i Giambi, gli Epigrammi, l’Ecale.
Lettura in traduzione e analisi dei seguenti passi: “ Prologo contro i Telchini” fr.1,1-38 Pfeiffer; “
Acontio e Cidippe” fr.67, 1-14, 75, 1-77 Pfeiffer; “La chioma di Berenice” fr. 110 Pfeiffer; “La
contesa tra l’alloro e l’ulivo” Giambo IV, fr.194 Pfeiffer; “ I desideri di una bambina” Inno ad
Artemide, vv. 1-109; “ Per i lavacri di Pallade” vv. 53-142; “La ferita d’amore” Epigrammi, A.P.
XII, 134; “ Il giuramento violato” Epigrammi, A.P. V 6; “La bella crudele”, Epigrammi, A.P. V, 23;
“ Contro la poesia di consumo”, Epigrammi, A.P. XII, 43.
Teocrito: biografia, produzione poetica e tradizione del testo; il corpus teocriteo; il genere degli
idilli, gli idilli bucolici; i mimi; gli epilli; i carmi d’occasione. Teocrito e la nuova poesia
alessandrina, le sue sperimentazioni linguistiche.
Le opere: gli Idilli, i Mimi, gli Epilli, gli encomi per i sovrani.
Lettura in traduzione e analisi dei seguenti passi: “ Talisie”, (VII); “Le Siracusane”, ( XV, 1-95).
Apollonio Rodio : la biografia, la produzione letteraria, i rapporti con Callimaco ed Omero; l’epica
apolloniana; rapporti fra la nuova epica di Apollonio Rodio e la poetica di età ellenistica;
innovazione della lingua epica.
Le opere: le Argonautiche: antefatti , materia e struttura del poema, i protagonisti; il tempo nel
poema, l “’io” poetico, l’introspezione psicologica dei personaggi.
21
Lettura in traduzione e analisi dei seguenti passi: “L’angoscia di Medea innamorata” (III, 12781313); “Giasone eroico” (1354-1398).
Polibio : la vita ed il rapporto con gli Scipioni; la polemica contro la storiografia ellenistica; i
rapporti con Tucidide; l’uso delle fonti; il metodo storiografico e la necessità dell’ “empeiria”;
l’analisi delle cause; Roma e la storia universale; l’analisi delle costituzioni e la costituzione
romana, il ruolo della fortuna; lo stile e la lingua delle Storie.
Le opere: le Storie.
Lettura in traduzione e analisi dei seguenti passi: “La battaglia del Trasimeno” (III, 83-84); “La
teoria delle forme di governo” (VI, 3-5, 7-9); “ La costituzione romana” (VI, 11-18); “Scipione
piange sulle rovine di Cartagine” ( XXXVIII, 22).
Plutarco: la vita, il corpus degli scritti plutarchei, le “Vite parallele” : la biografia in Plutarco,
l’intento etico, politico e pedagogico, valore storico e fortuna dell’opera dell’opera; i “Moralia” :
classificazione degli scritti, concezioni politiche, religiose, retoriche. La morale plutarchea. Lingua
e stile.
Lettura in traduzione e analisi dei seguenti passi: “Storia e biografia” (Vita di Alessandro, 1); “Clito
e Callistene” (Vita di Alessandro, 50-55); “Morte di Cesare” (Vita di Cesare, 63-66); “Il suicidio
degli amanti” (Vita di Antonio, 76-77,84-86).
Il romanzo: origini, denominazione del romanzo, caratteristiche, il romanzo come commistione e
fusione di generi, destinatari e pubblico.
Autori
Lisia: “Per l’invalido”, traduzione integrale e commento.
Sofocle: “Antigone”, traduzione e commento dei seguenti versi: 1-99; 162-222; 441-581, 891-928.
22
LATINO
Prof. Carlo AVALLI
Presentazione della classe
Ho lavorato con questa classe solo in questo suo ultimo anno di corso. Gli alunni hanno costituito
un gruppo apprezzabile, hanno lavorato con serietà e ascoltato con attenzione. Se non tutte le lacune
linguistiche sono state colmate, i ragazzi nel loro insieme hanno dimostrato capacità di studio e
apprezzabili sforzi di comprensione, con alcuni casi di rendimento decisamente buono.
Il libro di testo usato per la storia della letteratura è Il bosco sacro, a cura di M. Bettini, La Nuova
Italia. I brani ad esso collegati sono stati letti in lingua italiana, quasi sempre per mancanza di
tempo.
I libri usati per le letture di brani di autori latini sono state due monografie dedicate
rispettivamente a Seneca e Orazio:
Seneca. Antologia di passi tratti dagli scritti filosofici e dall’Apokolokyntosis, a cura di Pasquale
Martino, ed. D’Anna Messina-Firenze;
Orazio. Antologia di passi tratti dagli epodi, dalle satire, dalle odi e dalle lettere, a cura di Pasquale
Martino, ed. D’Anna Messina-Firenze
Le ore di lezione sono state 130.
Strumenti di valutazione
Tipologia delle prove Numero degli interventi
Verifiche orali
4 (2+2)
Verifiche scritte totali
5 (3+2)
Le verifiche scritte consistevano nella traduzione in lingua italiana di un brano in lingua latina.
PROGRAMMA DI LATINO della classe 5 classico sez. A
Argomenti di storia della letteratura:
Età augustea
Orazio (per i testi vedi le letture indicate a parte)
Virgilio
Ecloga quarta, p. 400
Georgiche, I,121 sgg.: la necessità del lavoro, p. 405
Georgiche, IV,453 sgg.: la favola di Orfeo, p. 406
Eneide, I,1-11: il proemio, p. 412
23
Eneide IV,642 sgg.: la morte di Didone, p. 415
Tibullo
Elegie: I,3 Un viaggio maledetto, p. 474
Properzio
Elegie: I,17 La solitudine dell’innamorato, p. 478
Elegie: I,18, p. 478
Ovidio
Amores: I,9 la militia amoris, p. 504
Metamorfosi, III,339 sgg.: Narciso, p. 508
Metamorfosi, VIII,777sgg.: Erisictone, p. 515
Tristia: I,3 la partenza da Roma, p. 517
T.Livio
Età giulio-claudia
Seneca (per i testi vedi le letture indicate a parte)
Lucano
Bellum civile: VI, 507 sgg., L’ascesa dagli Inferi, p. 631
Petronio
Satyricon: 61, 6-62 Una storia di licantropia, p. 651
Satyricon: 63-64 Una storia di streghe, p. 653
Marziale
Epigrammi: IX,37 Tipi e situazioni ridicole, p. 696
Epigrammi: I,35 Un mondo di parolacce, p. 697
Giovenale
Satire: 3, 60 sgg. Pregiudizi razzisti nella Roma di Umbricio, p. 756
Tacito
Agricola: cap. I Il proemio, p. 734
Germania: capp.18-19, Le usanze matrimoniali, p. 736
Annales: XV,38-42 L’incendio di Roma, p. 744
Letture di testi:
L. Anneo Seneca
24
De ira, I,6,1-3-4-5. Il potere e il castigo, p. 12
De ira, II,8. Una società di gladiatori e di belve, p. 15
De brevitate vitae, 1.La brevità della vita, p. 27
De vita beata, 17. L’incoerenza di Seneca, p. 30
De tranquilitate animi, 2, 5-11. La noia di sé, p. 36
De otio, 1. Il ‘tradimento’ di Seneca, p. 42
De otio, 2. L’ozio come scelta di vita o come ritiro, p. 44
De otio, 3. Le tesi di Epicuro e di Zenone, p. 48
De otio, 4. Le due repubbliche, p. 51
De otio, 5. L’ozio contemplativo, p. 53
De otio, 6. Otium e negotium, p. 56
De otio, 7. Tre possibili scelte di vita, p. 59
De otio, 8. Conclusione: filosofia e politica, p. 60
Epist.Mor.ad Luc., 1. Alla ricerca del tempo, p. 89
Epist.Mor.ad Luc., 28,1-2-4. La vana fuga del viaggiatore.
Q. Orazio Flacco
Carmina, I,1. La vocazione del poeta, p. 77
Carmina, I,9. Non disprezzare i dolci amori, p. 81
Carmina, I,11. L’attimo fuggente, p. 87
Carmina, I,37. Brindisi per la caduta di una regina, p. 91
Carmina, II,10. Aurea mediocritas, p. 97
Carmina, III,30. Un monumento più eterno del bronzo, p. 103
Carmina, IV,7. Effimera primavera, p. 105
Epistulae, I,4. Orazio nel gregge di Epicuro, p. 111
Epistulae, I,8. Letale apatia, p. 113
Epistulae. I,11 (vv. 22-30). Inerzia inquieta, p. 116.
25
LINGUA E LETTERATURA INGLESE
Docente: Laura Cerponi
Libro di Testo: With Rhymes and Reason, vol. 2, Zanichelli.
1^ Periodo
PARTE STORICA
Prima Guerra Mondiale
La questione irlandese
PARTE LETTERARIA
Introduzione al 900
Modernismo
dal testo in adozione pagine:
272,273,132,133,134,229
appunti e slides
Film Gallipoli, analisi delle tematiche e riferimenti storici
dal testo in adozione pagine:
+ appunti
nuove teorie filosofiche, scientifiche, psicoanalisi
S. Freud, A. Einstein, W. James, H. Bergson, slides e letture
dal libro di testo pagine: 137
James Joyce
Ulysses: Molly’s Monologue
Appunti della docente su: Ulysses, divisione dei capitoli,
riferimenti all’ Odissea di Omero.
Dubliners: Eveline
pp.144,145,146,156,157,174,175,176,177,178,179,185,
186,187,188
Poesia Impegnata
William Butler Yeats Easter 1916
dal testo in adozione pagine: 208,209,212,213
The War Poets cenni
dal testo in adozione pagina:
Wystan Hugh Auden Refugee Blues fotocopia dal testo in
adozione pagine: 232
2^ Periodo
PARTE STORICA
Impero Britannico/India
dal
testo
in
adozione
pagine:
278,279,280,282,283,284,288,289,290,292
biografia di M. Gandhi, slides
302,303,
Fra le due guerre
dal testo in adozione pagina appunti
Grande Depressione New Deal dal testo in adozione pagine: 135,138,140,141
John Steinbeck, tematiche relative alle migrazioni verso la
California durante la Grande Depressione p.154
Seconda guerra mondiale dal testo in adozione pagina: 136 appunti e slides
Shoah appunti;
Mandato Britannico in Palestina dal 1920 al 1948, appunti
26
Dopoguerra/Guerra Fredda
Video su discorso di JF. Kennedy “Ich bin ein Berliner”
Slides sulle principali tappe della Guerra Fredda
Martin Luther King I have a Dream; dal testo in adozione
pagine: Video del discorso tenuto al Lincoln Memorial
PARTE LETTERARIA
Simbolismo
Thomas Stearns Eliot
The Waste Land:
dal testo in adozione pagine:
216,221,222,223
“The Fire Sermon” Fotocopia, appunti
Romanzo distopico
George Orwell 1984 dal testo in adozione pagine:
304,305,310,311,312,313,314,315; cenni a A. Huxley, Brave
New World e W. Golding Lord of the Flies
Letteratura Americana
The Lost Generation p. 153
Ernest Hemingway Farewell to Arms dal testo in adozione
pagine:
253,254 +fotocopia
Jack Kerouac On the Road dal testo in adozione pagine:
299,432,433
Teatro dell’Assurdo
Samuel Beckett Waiting for Godot dal testo in adozione
pagine: 297,354,355,356,357,358,359,360,361
Letteratura Postcoloniale e Postmodernismo pag 296 + slides
Salman Rushdie Midnight’s Children dal testo in adozione
pagine: 342,343,344,345
V.S. Naipaul Beyond Belief “The Oneness of Government and
Faith” fotocopia
Doris Lessing, The Grass is singing, pp.: 324,325,326,327,328
27
PROGRAMMA DI STORIA E DIRITTO
Introduzione esplicativa
Essendo la scienza storica una disciplina che studia e indaga le differenze e il mutamento, le
strutture, le permanenze e le continuità, si è sempre inserito l'evento, in un contesto generale,
ovvero, il caso particolare in una trama di relazioni e opportunità che evidenzia un'ottica della
complessità di rapporti . La storia così impostata
è divenuta sempre più selezione,
contestualizzazione, interpretazione fondata su di un metodo scientifico dei fatti storici, su di una
ricerca collaudata delle relazioni e su di una ermeneutica controllabile ed esplicita.
La didattica si modella con obiettivo di fornire agli studenti la consapevolezza del metodo
storico, per ciò che attiene all'accertamento dei fatti, all'investigazione, all'utilizzo,
all'interpretazione delle fonti e all'esposizione delle argomentazioni. Questo avviene sempre in
stretta relazione ed interdipendenza con i contenuti , evitando che quest’ultimi divenissero un
semplice resoconto mnemonico, ripetitivo spesso d’effetto ma talvolta privo di significato.
La didattica storica con il rapporto giuridico ha privilegiato l'asse dell'interazione metodo –
contenuti seguendo nel suo complesso l’indirizzo aperto dalla possibilità della maxisperimentazione dell’autonomia classica.
Il programma preventivo presentato, risultato del prezioso strumento della codocenza, è da
intendersi come unico essendo la programmazione didattica orientata verso la comprensione delle
complesse interazioni che agiscono nella dimensione storica.
Infine, la scelta praticata e strettamente personalizzata da parte degli studenti anche della
dimensione storiografica offre la possibilità di vagliare al meglio il patrimonio delle conoscenze
acquisite, di saperle confrontare e comparare, nonché valorizzare gli interessi spontanei di ricerca (
politici, economici, istituzionali, filosofici e scientifici).
SEZIONE PROGRAMMA DI STORIA
Tematiche svolte durante l’anno scolastico con riferimento al manuale in adozione:
SEZIONE A)
Analisi delle seguenti rilevanze storiche:
I.
ECONOMIA,
SOCIETÀ,
CULTURA
E
IDEOLOGIE
POLITICHE
NELL'ETÀ
DELL'IMPERIALISMO
II.
EUROPA, STATI UNITI E GIAPPONE NELL'ULTIMO TRENTENNIO DEL XIX SECOLO
III.
L'ITALIA DALL'AVVENTO DELLA SINISTRA ALLA "CRISI DI FINE SECOLO"
IV.
LE RELAZIONI INTERNAZIONALI NELL'ULTIMO TRENTENNIO DEL XIX SECOLO
V.
ALLA VIGILIA DEL CONFLITTO. EUROPA E STATI UNITI AL PRINCIPIO DEL XX
SECOLO
VI.
L'ITALIA GIOLITTIANA
VII.
LE RELAZIONI INTERNAZIONALI DALLA FINE DEL XIX SECOLO AL 1914
28
VIII.
LA PRIMA GUERRA MONDIALE
IX.
LA RIVOLUZIONE RUSSA
X.
LA CRISI DEL DOPOGUERRA
XI.
ECONOMIA, SOCIETÀ, POLITICA TRA LE DUE GUERRE MONDIALI
XII.
LE DEMOCRAZIE LIBERALI NEGLI ANNI VENTI E TRENTA
XIII.
IL FASCISMO IN ITALIA
XIV.
IL NAZISMO IN GERMANIA
XV.
IL COMUNISMO IN UNIONE SOVIETICA
XVI.
IL MONDO EXTRAEUROPEO
XVII.
LA POLITICA INTERNAZIONALE TRA LE DUE GUERRE MONDIALI
XVIII.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
XIX.
IL SECONDO DOPOGUERRA
XX.
LE RELAZIONI INTERNAZIONALI NELL'ETÀ DEL "BIPOLARISMO" E DELLA "GUERRA
FREDDA"
XXI.
GLI STATI UNITI E L'EUROPA OCCIDENTALE NELL'ETÀ BIPOLARE
XXII.
L'ITALIA NELL'ETÀ BIPOLARE. LA "PRIMA REPUBBLICA" (1948-1992)
XXIII.
L'UNIONE SOVIETICA, L'EUROPA CENTRO-ORIENTALE E LA CINA NELL'ETÀ
BIPOLARE
XXIV.
ASIA, AFRICA E AMERICA LATINA NELL'ETÀ BIPOLARE
XXV.
SVILUPPI E SCENARI DELLA POLITICA MONDIALE NELL'ETÀ POST BIPOLARE
XXVI:
UNO SGUARDO SUL MONDO. L'EVOLUZIONE DEI PRINCIPALI PAESI NELL'ETÀ POST
BIPOLARE
Manuale: M.L. Salvadori, F. Tuccari, L’Europa e il Mondo nella Storia, vol. C, XIX-XXI secolo,
Torino, Loescher, 2005
29
SEZIONE B)
Programma allegato delle letture svolte dagli studenti durante l’anno scolastico
Testo di riferimento in adozione:
G. Perugi, Pagine di storiografia. Dal XIV secolo ad oggi, Zanichelli, Bologna, 1998
Altamura Maddalena
“La guerra e il risentimento nazionale”
“La scelta della guerra da parte delle elites dell'ancien regime”
“dalla guerra lampo alla guerra di posizione”
“Le radici del nazismo”
“Il piano Marshall”
“l'atteggiamento degli italiani di fronte alla guerra nel giugno del 1940” di Renzo de Felice
Arecco Anna
Eric J. Hobsbawn, Il secolo breve , BUR, Milano, 1997
Sono stati letti i seguenti capitoli, estratti dalla prima parte, L’età della catastrofe: L'epoca della
guerra totale; La rivoluzione mondiale; Nell'abisso economico; Contro il nemico comune; Fine
degli imperi
PRIMA GUERRA MONDIALE
 Lo scoppio del conflitto: da Alan John Percival Taylor, Prima guerra mondiale, in Politica
internazionale, nella collana Il mondo contemporaneo, a cura di N. Tranfaglia, traduzione di
M. Dongiovanni e M. Trucchi, La Nuova Italia, Firenze, 1979. Passo tratto da Giampaolo
Pertugi, Pagine di storiografia. Dal XIV secolo ad oggi, Zanichelli, Bologna, 2011, pag.
N76-N77
 Il militarismo tedesco: intorno alle tesi di Ritter: da Klaus Epstein, Gerhard Ritter e la prima
guerra mondiale, in «Dialoghi del XX», 1967, traduzione di G. Backhaus, A. Bressan, S.
Petix, A. Righini, Il Saggiatore, Milano, 1967. Passo tratto da Giampaolo Pertugi, Pagine di
storiografia. Dal XIV secolo ad oggi, Zanichelli, Bologna, 2011, pag. N78-N79.
 La scelta della guerra da parte delle élites dell’Ancien Régime: da Arno J. Mayer, Il potere
dell’ancien régime fino alla prima guerra mondiale, traduzione di G. Ferrara, Laterza, RomaBari, 1982. Passo tratto da Giampaolo Pertugi, Pagine di storiografia. Dal XIV secolo ad
oggi, Zanichelli, Bologna, 2011, pag. N85-N86
LA RIVOLUZIONE RUSSA
 Il pensiero di Marx e i suoi sviluppi: da Massimo L. Salvatori, L’utopia caduta, Laterza,
Roma-Bari, 1991. Passo tratto da Giampaolo Pertugi, Pagine di storiografia. Dal XIV secolo
ad oggi, Zanichelli, Bologna, 2011, pag. N111-N112-N113.
 Il leninismo: da Domenico Settembrini, Leninismo, in Dizionario di politica, diretto da N.
Bobbio e N. Matteucci , Utet, Torino, 1976. Passo tratto da Giampaolo Pertugi, Pagine di
storiografia. Dal XIV secolo ad oggi, Zanichelli, Bologna, 2011, pag. N113-N114-N115N116
 Lo stalinismo: da Giuseppe Boffa e Giles Martinet, Dialogo sullo stalinismo, Laterza,
Roma-Bari, 1976. Passo tratto da Giampaolo Pertugi, Pagine di storiografia. Dal XIV secolo
ad oggi, Zanichelli, Bologna, 2011, pag. N126-N127-N128-N129
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
5. I trattati di pace del 1919 e le origini della seconda guerra mondiale: da Mario Toscano,
30
Origini e viecende diplomatiche della seconda guerra mondiale, in Nuove questioni di storia
contemporanea, 2, Marzorati, Milano, 1968. Passo tratto da Giampaolo Pertugi, Pagine di
storiografia. Dal XIV secolo ad oggi, Zanichelli, Bologna, 2011, pag. N174-N175-N176.
6. La politica dell’Appeasement. Le responsabilità della guerra: da Alan John Percival Taylor,
Le origini della seconda guerra mondiale, traduzione di L. Bianciardi, Laterza, Bari, 1961
Passo tratto da Giampaolo Pertugi, Pagine di storiografia. Dal XIV secolo ad oggi,
Zanichelli, Bologna, 2011, pag. N178-N179
7. il patto nazi-sovietico: Joachim C. Fest, Hitler, traduzioni di F.Saba Sardi, Rizzoli, Milano,
1991. Passo tratto da Giampaolo Pertugi, Pagine di storiografia. Dal XIV secolo ad oggi,
Zanichelli, Bologna, 2011, pag. N179
Bagnasco Martina
1) La prima guerra mondiale.
Brani tratti dal libro di storiografia: pp. N67-N72
citazioni:
A. Torre La responsabilità della guerra mondiale in “Archivio della Cultura italiana”, 1940 p. 877
Catalano, Stato e società nei secoli, vol. III, l’Età contemporanea, 1, D’Anna, Messina-Firenze,
1966 p.1131
B. Croce, Storia d’Europa nel secolo decimonono, Laterza, Bari, 1932, ed. 1965, p.299 – J. Benda,
Il tradimento dei chierici. Il ruolo dell’Intellettuale nella società contemporanea, Einaudi, Torino,
1976
Mayer, Il potere dell’ancient regime fino alla prima guerra mondiale, Laterza, Roma-Bari, 1982,
capitolo 24
Preston, S.F. WISE, Storia sociale della guerra, Mondadori, Milano, 1973
J.M. Keynes, Le conseguenze economiche della pace, Treves, Milano, 1920 – D.H. Aldcroft,
L’economia europea dal1914 a oggi, Laterza, Roma-Bari, 1981
2) Il fascismo.
Brani tratti dal libro di storiografia: pp. N135- N138
citazioni:
Organski, Le forme dello sviluppo politico, Laterza, Bari, 1970
Hilferding, Il capitale finanziario, Feltrinelli, Milano, 1976
Mayer La rifondazione dell’Europa borghese. Francia Germania e Italia nel decennio successivo
alla prima guerra mondiale, De Donato, Bari, 1979
Cannizzaro Giorgia
1) due elementi strutturali del totalitarismo: terrore e ideologia (arendt, le origini del totalitarismo)
Libro di storia pagina 663-664. Riguarda il termine totalitarismo
2)resistenza come "guerra civile" (pavone, una guerra civile. Saggio storico sulla moralità della
resistenza)
Libro di storia pagina 668-669. Riguarda la resistenza in Italia. Seconda guerra mondial
3) termine olocausto (libro di storia pagina 671) + il negazionismo: una moderna versione del mito
antigiudaico (pisanty, l'irritante questione delle camere a gas. Logica del negazionismo)
Libro di storia pagina 677-678
Caruso Vittorio
"La scelta della guerra da parte delle élites dell'ancien régime" Autore: Arno J. Mayer pag
N85
"Dalla guerra lampo alla guerra di posizione"
Autore: Piero Pieri pag N86
"Le suggestioni
dell'ottobre"
Autore: François Furet pag N144
Dalmazzo Agnese
“Gli elementi caratterizzanti del fenomeno fascista: il rapporto con i ceti medi” di Renzo De Felice
“Le radici del Nazismo nella società di massa” di Gerhard Ritter
31
“L'atteggiamento degli italiani di fronte alla guerra nel giugno 1940” di Renzo De Felice
“La questione femminile” Chiara Saraceno
D'Amato Kevin
Fonte: “Pagine di storiografia, Dal XIV secolo ad oggi” Giampaolo Perugi, Zanichelli
La fine dell'Ottocento e la Prima Guerra Mondiale:
· “La camorra e la mafia” di Piero Bevilacqua
·“Il colonialismo e la civiltà” di Giovanni Grassi
· “Lo stato sociale del New Deal” di Samuel Eliot Morison e Henry Steel Commager
Prima Guerra Mondiale:
·“L’entusiasmo popolare per la guerra” di Eric J. Leed
·“Dalla guerra lampo alla guerra di posizione” di Piero Pieri
·“La conduzione delle operazioni militari” di Richard A. Preston e Sydney F. Wise
Primo dopoguerra e fascismi:
·“Le quattro fasi del 1917” di Martin Malia
·“Le suggestioni dell’Ottobre” di François Furet
·“La nazionalizzazione delle masse” di George L. Mosse
Seconda Guerra Mondiale:
·“La politica di appeasement. Le responsabilità della guerra” di Alan John Percival Taylor
· “Il patto nazi-sovietico” di Joachim C. Fest
· “La sinistra e il ruolo dei comunisti” di Eric J. Hobsbawm
Secondo dopoguerra:
·“Il paradosso nucleare” di Scipione Guarracino
·“Il piano Marshall” di Pierre Léon
·“La riorganizzazione post-fordista del lavoro” di Marino Regini
Galuppo Matilde
“La politica di appeasement. Le responsabilità della guerra” di Taylor
“La decisione di Mussolini di entrare nella seconda guerra mondiale” di Ennio di Nolfo
“il patto nazi-sovietico” C. Fest
Grattarola Alessandro
“il ministro Stolypin e le riforme agrarie”
“l'atteggiamento degli italiani di fronte alla guerra nel 1940”
“la guerra e il sentimento nazionale”
Maffioletti Martina
“Il pensiero di Marx e i suoi sviluppi”, Massimo L. Salvadori, pag. N111
“la decisione di Mussolini di entrare nella seconda guerra mondiale”, Ennio di Nolfo, pag. N180
“Il 'paradosso nucleare'”, Scipione Guarracino, pag. N210
“La questione femminile”, Chiara Saracenp, pag. N287
Merlo Alessandro
“Il fascismo è stato l'autobiografia della nazione” Piero Gobetti
“La soluzione finale” Enzo Collotti
“il paradosso nucleare” Scipione Guarracino
32
Orietti Maria
“esperienza della guerra” Gibelli pag.N96
“Italia in guerra” Rosario Romeo pag.N94
“società delle nazioni” Fulvio D'Amoja pag.N176
Russo Francesco
“Entusiasmo popolare per la guerra”
“la nazionalizzazione della masse”
“il paradosso nucleare”
Sannino Chiara
- "il Fascismo è stato l ' autobiografia della Nazione" di Piero Gobetti , elogio della ghigliottina e
noi e le opposizioni , in opere di Piero Gobetti, a cura di P. Spriano . Einaudi , Torino , 1969 . PP.
N145-146
- "Lo scoppio del conflitto " di Alan John Percival Taylor , Prima guerra mondiale , in politica
internazionale , nella collana Il mondo contemporaneo , a cura di N. Tranfaglia , traduzione di M.
Bongiovanni e M. Trucchi , la nuova Italia, Firenze, 1979 PP. N76-77
- "Il patto nazi-sovietico " di Joachim C. Fest , Hitler ,traduzione di F. Saba Sardi , Rizzoli, Milano,
1991 P. N179
- "La politica di Appeasement - la responsabilità della guerra " di John Percival Taylor , le origini
della seconda guerra mondiale , traduzione di L. Bianciardi , Laterza , Bari , 1961 PP. N178-179
tutte le schedature sono state prese da:
Pagine di Storiografia dal XIV secolo ad oggi , di Giampaolo Perugi , seconda edizione Zanichelli ,
Bologna
per i commenti mi sono aiutata con :
L Europa e il mondo nella storia XIX-XXI secolo, di Massimo L. Salvatori e Francesco Tuccari ,
Loescher editore , Torino
Siri Nicole
“interventisti della prima guerra mondiale”
“il fascismo è stato l'autobiografia della nazione” di Piero Gobetti
“le decisioni di politica mondiale” di Hillgruber
Testa Elena
Testo da “Il secolo Breve”
“Arcipelago Gulag”
Vecchi Elisa
“Crisi tra le due guerre mondiali” R.J. Overy (La sfida del progresso)
“modernità e olocausto” Z.Bauman
“Le origini del totalitarismo” H.Arendt
33
SEZIONE B)
SEZIONE PROGRAMMA DI DIRITTO
Nel quadro della sperimentazione a suo tempo avviata ed ora in fase di conclusione, alla
luce della riforma della scuola secondaria di secondo grado, si precisa che nel triennio dell’indirizzo
classico la disciplina diritto (leggasi storia del diritto) è svolta in compresenza con storia per un’ora
alla settimana mentre nell’indirizzo linguistico la disciplina è affrontata solo nell’ultimo anno di
corso sempre in compresenza. La proposta didattica è stata supportata da schede, mappe concettuali
fornite dalla docente e raccolte dagli studenti con un lavoro sistematico. Si precisa che non sono
disponibili testi se non di livello universitario quindi non adatti all’indirizzo e alla tempistica a
disposizione. Gli approfondimenti hanno avuto carattere testuale (Costituzione della R.S.I. o
Costituzione della DDR) e i commenti sono stati forniti dall’insegnante. Il maggior spazio dato ai
clearing bilaterali o alle guerre arabo-israeliane è comprovato dai testi allegati. A supporto vengono
esplicitati alcuni quesiti che hanno costituito oggetto di prove di verifica nel corso di questo a.s..
Di seguito gli argomenti affrontati nel corrente anno scolastico:
 Dalla sovranità popolare alla sovranità popolare
 La Rivoluzione Francese: l’assemblearismo
 L’instabilità politica
 L’avvento di Napoleone e le riforma all’ordinamento previgente
 Codice Civile e Codice di Commercio: riflessi sui rapporti internazionali
 Il fallimento come strumento di garanzia per il creditore
 La legislazione societaria
 Il finanziamento straniero: problematiche
 Lo Statuto Albertino: caratteri
 Il carattere confessionale dello Statuto
 L’evoluzione dello stato e l’uso delle ordinanze amministrative
 I “tradimenti” dello Statuto
 L’intervento della Cassazione e la degenerazione dei principi dello Statuto
 Lo sviluppo italiano del primo ‘900
 Sviluppo monosettoriale e plurisettoriale
 Andamento ciclico dell’economia: gli apporti di Keynes, Kondratieff, Hicks
 Il circuito virtuoso dell’economia
 Espansione a recessione economica nel primo ‘900
 La legge Giolitti di riforma elettorale e le maggioranze ondivaghe
 Le cooperative: tipologie
 La Dottrina sociale della Chiesa
 La prima guerra mondiale e la posizione dei finanziatori internazionali
 I trattati de Versailles: caratteri
 La costituzione di Weimar: caratteri e criticità
 Keynes e una possibile lettura dei trattati di Versailles
 La crisi sociale italiana del primo dopoguerra: motivazioni
 Il fascismo come fenomeno internazionale (scheda di approfondimento allegata)
 L’avvento del fascismo in Italia
 La ricerca del consenso nella politica fascista
34

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Il fascismo sociale: INPS,INAIL, ONMI
La Carta del lavoro e il totalitarismo
Liberismo e protezionismo nell’Italia fascista
La creazione dell’IRI
Le “irizzate” e il controllo dell’economia
La riforma del sistema bancario (scheda di approfondimento)
Operazioni bancarie attive e passive
La riforma della banca d’Italia
L’Italia nella seconda guerra mondiale: dalla caduta del fascismo all’armistizio di Cassibile
La Costituzione della R.S.I.: analisi e commento degli articoli di indirizzo
La fine della seconda guerra mondiale e il piano Marshall
L’avvento della Repubblica: brani tratti dal testo “Questa Repubblica”
Le costituzioni del secondo dopoguerra: l’uso del prologo nelle Carte della RDT e della
RFT
Il FMI e le forme di finanziamento
OIL FACILITIES, LETTERE DI CREDITO, DOP, DSP
La ricostruzione
Dal boom economico al 1962
1962: anno di svolta. Nazionalizzazione del comparto elettrico, morte di E. Mattei, fine del
boom economico
L’ENEL e il tema dell’indennizzo da nazionalizzazione
La “primavera di Praga”, il “maggio francese”, “l’autunno caldo” in Italia
Lo Statuto dei lavoratori
Gli “anni di piombo” e gli opposti estremismi. Il caso Moro
Il divorzio di Bankitalia dal Tesoro, il SSN, la regionalizzazione
La scala mobile dei salari
La crisi degli anni ’70: la stagflazione
I rapporti arabo israeliani (scheda di approfondimento)
Le partecipazioni statali e il libro bianco di De Michelis
Le privatizzazioni
Il governo Amato nel 1992
Dai trattati di Roma al trattato di Maastricht
Gli organi dell’U.E.: scheda di approfondimento
35
Quesiti proposti nel corso dell’a.s. 2013/14
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
Che cosa si intende per statualismo
Che cosa prevede la riforma del Diritto di Famiglia nel Codice Napoleonico
Che cosa prevede la legge fallimentare nel Codice Napoleonico
Che cosa si intende per investitori stranieri e quali obiettivi possono avere
Che cosa si intende per stato minimo liberale
Come devono essere le norme per rendere funzionale lo stato liberale
Che cosa si intende per tripartizione dei poteri
Che cosa si intende per tradimento dello Statuto Albertino
Quali misure fiscali si usavano negli anni ’70 del XIX secolo pr ottenere il pareggio di
bilancio
10. Che cosa si intende per dottrina sociale della Chiesa
11. Perché la Rerum Novarum nell’ambito del lavoro
12. Che cosa si intende per danno emergente e lucro cessante
13. Perché si sviluppa il fenomeno cooperativo
14. Che cosa si intende per cooperativa di consumo e di produzione
15. Legge Giolitti del 1912
16. Che cosa si intende per maggioranza ondivaga
17. Che cosa si intende per sviluppo monosettoriale
18. Quali sono i fenomeni negativi dello sviluppo monosettoriale
19. Quale sequenza rappresenta il CIRCUITO VIRTUOSO dell’economia e che cos’è
20. Che cosa si intende per riqualificazione e riconversione
21. I reduci dopo la prima Guerra Mondiale
22. Quali fenomeni/accadimenti segnarono il Biennio Rosso
23. Che cosa si intende per Fascismo sociale
24. Che cosa si intende per Fascismo totalitario
25. INPS – ONMI – INAIL
26. Caratteri della Carta del Lavoro
27. Banche di interesse nazionale/Istituti di diritto pubblico/Banche di credito ordinario
28. La riforma della Banca d’Italia
29. L’IRI
30. Holding di Stato e Irizzate
31. Le leggi sulla razza e la costituzione della RSI
32. Le matrici sociali nella costituzione della RSI
33. La famiglia nella RSI
34. Caratteri e limiti della Repubblica di Weimar
35. Componenti politiche dell’Assemblea Costituente di Weimar
36. L’Italia secondo gli atti della Conferenza di Postdam e di Parigi
37. Finanziamenti con vincolo/senza vincolo di destinazione d’uso: esempi e definizioni
38. FMI – BIRS
39. DOP – DSP- Lettere di Credito
40. Le Oil Facilities
41. Il Piano Marshall
42. Settore energetico e Piano Marshall per l’Italia
43. Boom economico: tempistica e caratteri
44. Il ’62 come anno di svolta
45. Nazionalizzazione: definizione ed esempi
46. Privatizzazione: definizione ed esempi
47. Definire l’indennizzo in caso di espropriazione; il caso ENEL
48. Che cosa furono le partecipazioni statali
49. Che cosa si intende per divorzio fra Bankitalia e Tesoro
36
50. Il ’68 in Europa
51. L’autunno caldo
52. Lo Statuto dei Lavoratori
53. La crisi del ’73 e il calmiere
54. Provvedimenti economici del Governo Amato
55. Principi fondanti il MEC
56. Dazi doganali e tariffe
57. Motivi di applicazione delle clausole della nazione più favorita; esempi
58. Clearing bilaterale
59. Keynes e i Trattati di Versailles
60. Uso del prologo nelle Costituzioni Tedesche successive alla seconda Guerra Mondiale
61. Organi dell’U.E.
62. Principi di Maastricht
63. Principi di Schengen
37
AREA ORIENTAMENTO
Orientamento di Area Giuridica
Prof. Raffaella Bertolo
1° Modulo
 La scuola frammentaria
 Tomistica e Scolastica di fronte al reddito da capitale
 Il Mercantilismo
 Il protezionismo: caratteri e finalità
 I dazi doganali e le loro funzioni
 Le tariffe doganali e i possibili sistemi di calcolo
 Il dumping e la guerra doganale
 L’avvento della fisiocrazia
 I flussi economici come prima rappresentazione scientifica del fenomeno economico
 La scuola classica inglese
 Dal liberismo assoluto al pessimismo di Malthus
 Il problema della ripartizione del reddito in Ricardo
 La rendita: evoluzione del concetto da Diocleziano a Stuart Mill
 La teoria keynesiana del ciclo economico
 Il ruolo dello Stato durante i periodi di recessione e depressione
 Dallo Stato sociale allo Stato assistenziale
 Il circuito virtuoso dell’economia
 Correttivi alla teoria keynesiana: le posizioni di Kondratieff e di Hicks
 Il neo-liberismo e la scuola di Chicago
2° Modulo
 La teoria generale dell’imposta
 Analisi dell’art.53 della Costituzione
- tutti
- spesa pubblica
- capacità contributiva
- progressività dell’imposta
- modelli di progressività
 Discriminazione fra valutazione quantitativa e qualitativa del reddito
 Scelte di politica fiscale e scuole economiche
38
APPROFONDIMENTI PROPOSTI
CLEARING BILATERALI
(1919/1926 – ITALIA)
Dopo la prima guerra mondiale si andarono affermando degli accordi bilaterali tesi ad incrementare
l’interscambio almeno fra gli Stati che erano usciti vincitori dal conflitto.
Gli accordi legavano a coppie i vari paesi e avevano come scopo quello di rendere meno gravoso
possibile il carico fiscale e quello legato alle commissioni bancarie che l’importatore o l’esportatore
dovevano affrontare.)
Per riuscire nell’intento si coinvolsero le BANCHE CENTRALI (o di emissione) che accentravano
presso i loro uffici la regolamentazione dei pagamenti.
In pratica:
la società italiana A vende alla francese B una certa partita di merci. B non paga direttamente A
poiché dovrebbe affrontare oltre il costo della merce anche:
1. Il costo del cambio di valuta
2. La commissione bancaria nazionale
3. L’assicurazione per il trasferimento della valuta
4. La commissione bancaria della banca ricevente
Ma versa il corrispettivo alla banca centrale
C società francese vende a D italiana un’altra partita di merci; il comportamento per il pagamento è
analogo per le stesse motivazioni.
Saranno le banche centrali a regolare una volta l’anno per compensazioni DEBITI E CREDITI
evitando oneri superflui.
La condizione per accedere a questi accordi era il carattere democratico e liberista degli stati
parteners. Con l’avvento del fascismo e della politica protezionista di Volpi di Misurata questo
requisito viene meno. Sono gli Stati vincitori a denunciare unilateralmente gli accordi.
L’Italia converte in protezionista e autarchica la sua politica economica.
LE GUERRE ARABO-ISRAELIANE
OBIETTIVI DEI BELLIGERANTI
arabi
israeliani
Riconquistare la Palestina per farne uno Stato arabo per i Palestinesi.
Mantenere il possesso della Palestina riconosciuta come Stato
ebraico; garantirsi la sicurezza ai confini; ingrandire il territorio per
accogliere altri ebrei.
LE PREMESSE DEL CONFLITTO
1922
1945
In Palestina, amministrata dagli Inglesi, viene incoraggiato
l'insediamento di Ebrei alla ricerca di una patria, secondo
un'aspirazione nata alla fine dell'ottocento nel movimento
sionista (Sion era anticamente il nome di Gerusalemme). Negli anni
'30, dopo l'avvento del nazismo gli Ebrei in Palestina erano già
335.000, avevano comprato molte terre, dove creavano fiorenti
cooperative: possedevano banche e scuole.
Gli ebrei in Palestina superano il mezzo milione mentre gli arabi
sono 1.200.000. Gli USA premono perché gli Ebrei europei
sopravvissuti possano raggiungere la Palestina. Si scatena una forte
tensione fra ebrei e palestinesi perché questi ultimi avrebbero voluto
istituire uno Stato arabo.
39
1947
L'assemblea generale dell'ONU decide la spartizione della regione
palestinese in due stati: a Israele il 56,47% del territorio, alla
Palestina il 42,88%; Gerusalemme viene riconosciuta zona
internazionale. Gli Arabi rifiutano.
GLI SCONTRI ARMATI
1948
conseguenze
1956
Gli Ebrei proclamano unilateralmente la nascita dello Stato d'Israele.
La Lega Araba (Siria, Iraq, Egitto e Giordania) attacca Israele il
giorno stesso in cui proclama la sua nascita ma viene sconfitta; gli
Israeliani estendono l'occupazione al Negev e alla regione di
Nazareth, occupando il 78% del territorio palestinese.
750.000 Palestinesi sono costretti a fuggire nei Paesi arabi vicini,
raccolti in campi profughi, vere e proprie polveriere pronte ad
esplodere contro Israele nel disperato tentativo di riconquistarsi una
patria.
Nel 1950 circa, in Egitto, un colpo di Stato aveva rovesciato la
monarchia e portato al potere il colonnello Gamal Abdel Nasser
(1918-1970). Assertore dell'indipendenza araba dall'occidente,
Nasser chiamò tutti i popoli arabi ad unirsi per liberarsi dal dominio
delle grandi potenze occidentali. Nasser vedeva in Israele lo
strumento con il quale Americani, Inglesi e Francesi volevano
dominare il Medio Oriente e privarlo della sua ricchezza: il petrolio.
Lo Stato fondato dagli Ebrei in Palestina doveva quindi essere
distrutto. La guerra iniziò definitivamente nel 1956, quando Nasser
nazionalizzò il canale di Suez (che apparteneva ad una compagnia
anglo-francese) e proibì il transito alle navi israeliane. Francia e
Inghilterra si accordarono segretamente con Israele per punire
l'Egitto. In appena tre giorni gli Israeliani arrivarono al canale di
Suez, mentre i reparti di paracadutisti francesi e inglesi occupavano il
canale. L'aggressione ebbe successo sul piano militare ma quando
l'URSS intervenne con un ultimatum minacciando il ricorso alle armi
atomiche se le truppe israeliane non si fossero ritirate dai territori
occupati, gli USA e l'ONU condannarono gli aggressori e costrinsero
Francesi, Inglesi e Israeliani a ritirarsi.
conseguenze
1967
1973
posto delle vecchie potenze colonialiste, Francia e Gran Bretagna.
Nasser (leader egiziano) dichiara di voler chiudere il Canale di Suez
alle navi che rifornivano Israele. Gli Israeliani rispondono con una
guerra lampo che dimostra ancora una volta la loro superiorità
militare. Le forze israeliane comandate dal generale Moshe Dayan
attaccano il fronte arabo e in pochi giorni si impossessano del Sinai,
della Cisgiordania, del porto di Gaza, del settore arabo di
Gerusalemme e delle alture del Golan al confine siriano (Guerra dei
sei giorni).
Egitto e Siria, forti della creazione dell'Organizzazione per la
Liberazione della Palestina (1969), guidata da Yasser Arafat, cercano
la rivincita contro Israele. I Paesi arabi, che volevano riconquistare i
territori perduti nella precedente guerra, ripresero le armi il 6 ottobre
1973 durante il "Kippur" (la massima festa religiosa ebraica) e grazie
al vantaggio della sorpresa in un primo momento riuscirono a mettere
40
alle corde l'esercito israeliano fino ad allora imbattuto. Poi Israele
recupera terreno e vengono ripristinati i confini del 1967. Quando
però la situazione era ormai tornata sotto il controllo di Israele e
stava per essere capovolta a suo favore, un intervento diplomatico
dell'ONU (appoggiato dalle grandi potenze, come Stati Uniti e
Unione Sovietica) indusse le due parti a raggiungere una tregua. Si
pose fine, quindi, alle ostilità (22 ottobre 1973) in previsione di futuri
negoziati, che avrebbero affrontato i problemi del ritiro degli
Israeliani da tutti i territori occupati, e della definitiva sistemazione
dei profughi palestinesi. La vera novità della guerra fu l'embargo
imposto ai paesi occidentali dai paesi arabi produttori di petrolio. Ne
derivò un forte aumento del prezzo del petrolio che mise in difficoltà
i paesi europei dove si verificò un forte aumento dei prezzi. L'altra
novità fu una campagna terroristica, anche fuori dai territori occupati,
lanciata contro Israele e i suoi sostenitori. La progressiva crescita dei
prezzi petroliferi, anche a causa della chiusura del canale di Suez,
che contribuì a sua volta a moltiplicare le spese di trasporto del
greggio e a consentire forti speculazioni, finì per mettere in crisi
l'economia dei Paesi industrializzati, dipendenti per il loro
fabbisogno energetico dal petrolio. Più colpiti furono i paesi meno
ricchi, come l'Italia, che si trovò improvvisamente a dover far fronte
all'aumento di tutti i prodotti di importazione. Ne derivò, a livello
internazionale, una situazione economico-finanziaria difficilmente
controllabile, anche perché ogni governo cercò di difendere la
propria economia ricorrendo, tra l'altro, a misure protezionistiche sia
sui mercati internazionali che nazionali (come tasse addizionali sulle
importazioni e innalzamento dei tassi di sconto bancari).
1982
In seguito agli accordi di pace, Israele restituisce il Sinai all'Egitto
ma occupa il Libano meridionale, da dove i profughi palestinesi
colpiscono i suoi insediamenti.
VERSO LA PACE
1988
1991
1993
1995
1996
Arafat proclama la nascita di uno Stato Palestinese nei territori di
Cisgiordania e Gaza occupati da Israele. Si tratta di un gesto
simbolico (governo e Parlamento saranno costituiti in esilio) ma darà
l'avvio ad un processo di soluzione dei problemi politici e territoriali
nell'area tuttora in corso.
Si apre a Madrid la conferenza internazionale con lo scopo di
riattivare il dialogo tra israeliani e arabi.
Si intravede una concreta possibilità di pacificazione dopo che gli
accordi di Oslo, tra Arafat e il primo ministro israeliano Yitzhak
Rabin, riconoscono una limitata autonomia palestinese a Gaza e
Gerico.
Nuovi accordi (Conferenza di Oslo) estendono ulteriormente
l'amministrazione palestinese.
L'assassinio di Rabin e il nuovo governo israeliano di Netanyahu
frenano il processo di pace. Riprendono gli scontri tra palestinesi e
Israeliani.
IL PUNTO DI VISTA DEGLI ARABI
41
documento
La Palestina era una terra araba. Il diritto arabo alla Palestina riposa su tre
distinti motivi:



il diritto naturale del popolo a rimanere in possesso della terra del suo
diritto di primogenita;
il secondo è che gli arabi palestinesi vi hanno vissuto per più di 1300
anni;
e il terzo è che essi sono tuttora i legittimi proprietari della maggior
parte delle dimore e dei campi, nei quali gli israeliani attualmente
vivono e lavorano.
Quarant'anni fa la Palestina era un paese arabo nella stessa misura di altre
parti del mondo arabo. Essa aveva un popolazione di circa 700.000 abitanti,
dei quali 674.000 erano Arabi musulmani e cristiani e 56.000 erano ebrei,
che vivevano col resto degli abitanti del paese in pace e armonia e godevano
di uguali diritti e privilegi. Questi ebrei possedevano circa il 2% della
superficie totale. Oggi il 77% del territorio della Palestina è occupato dagli
israeliani. Invece dei 56.000 "arabi di religione giudaica" ci sono 2.000.000
di ebrei stranieri introdotti nel paese da tutte le parti del mondo. Gli arabi
musulmani e cristiani, che nel 1948 costituivano il 67% della popolazione
totale, sono ridotti soltanto al 10%. Il resto è stato espulso e spogliato ed ora
circa un milione di essi sono in campi per profughi e vivono dell'elemosina
delle Nazioni Unite. Il 2% delle proprietà terriere ebraiche è salito al 77%
non con mezzi legittimi e pacifici, ma con la forza delle armi e la confisca.
Gli arabi sono decisi a respingere qualsiasi sistemazione, che non riconosca il
loro pieno diritto alle loro dimore e alla loro patria. (da READING IN
WORLD HISTORY)
42
IL PUNTO di VISTA degli ISRAELIANI
documento
La terra d'Israele fu la culla del popolo ebraico. Qui esso conquistò
l'indipendenza e creò una civiltà di significato nazionale ed universale. Qui
scrisse e dette la Bibbia al mondo. Esiliato dalla Palestina, il popolo giudaico
rimase ad essa fedele in tutti i paesi della sua dispersione, non cessando mai
di pregare e sperare per il ritorno e per la propria libertà nazionale. Spinti da
questa speranza, gli ebrei lungo tutti i secoli si sforzarono di tornare alla terra
dei loro padri e di recuperare la dignità di stato. In decenni recenti sono
ritornati in massa, hanno bonificato il deserto, fatto rivivere la loro lingua,
costruito città e villaggi e stabilito una comunità vigorosa ed in continua
espansione, con una propria vita economica e culturale. Cercando la pace,
erano comunque preparati a difendersi. Recarono la benedizione del
progresso a tutti gli abitanti del paese. Dopo che numerosi congressi
internazionali riconobbero lo storico legame del popolo ebraico con la
Palestina e dopo che la persecuzione nazista inghiottì milioni di ebrei in
Europa, risultò ancora più chiara l'urgenza della costituzione di uno stato
ebraico, capace di risolvere il problema della mancanza di patria per gli ebrei,
aprendo le porte a tutti gli ebrei ed innalzando il popolo ebraico al livello
degli altri popoli nella famiglia delle nazioni. Il 29 novembre 1947
l'Assemblea Generale dell'ONU ha adottato una decisione a favore della
fondazione di uno stato ebraico indipendente in Palestina ed invitati gli
abitanti del paese a prendere le misure richieste da parte loro per attuare il
piano. Questo riconoscimento, da parte delle nazioni unite, del diritto al
popolo ebraico di stabilire un proprio stato indipendente non può essere
annullato
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COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA ( STRALCIO)
(7. 10. 1949)
PREAMBOLO E ARTICOLI 9 E 27
La Repubblica democratica tedesca fu proclamata nel settore sovietico di Berlino il 7 ottobre 1949.
Il governo formato dal Sozialistischen Einheitspartei Deutschlands (SED, Partito Socialista
Unificato Tedesco), sorto dalla fusione coatta tra comunisti del KPD e socialisti dell'SPD, si
reggeva apparentemente sul consociativismo con altri quattro partiti (cristiano-democratico CDU,
agrario DBD, liberaldemocratico LDPD, nazionaldemocratico NDPD), riuniti sul modello sovietico
in un “Congresso del Fronte Nazionale” con prefissata suddivisione dei seggi parlamentari nella
Volkskammer.
La costituzione fu “elaborata dal Consiglio del popolo tedesco con la partecipazione del popolo
tedesco nel suo insieme, votata il 19 marzo 1949, ratificata il 30 maggio 1949 dal III Congresso del
Popolo tedesco” e promulgata il 7 ottobre 1949 dalla Camera popolare provvisoria con un proclama
del suo presidente.
La costituzione fu modificata formalmente tre volte. Nel 1955, la prima riforma emendava tra
l’altro l’art. 5 con una disposizione sul dovere di difesa della patria: “Il servizio di difesa della
patria e delle conquiste degli operai è un dovere nazionale d’onore dei cittadini della Repubblica
democratica tedesca” (Der Dienst zum Schutze des Vaterlandes und der Errungenschaften der
Werktätigen ist eine ehrenvolle nationale Pflicht der Bürger der Deutschen Demokratischen
Republik, Gesetz zur Ergänzung der Verfassung vom 26. September 1955, GBl. I S. 653).
Art 9
« 1. Tutti i cittadini hanno il diritto di esprimere le loro opinioni (entro i limiti di tutte le leggi finora
applicate) e di riunirsi pacificamente, a tal fine.
2. Non vi sarà alcuna censura della stampa. »
Art 27
« 1. Ogni cittadino della Repubblica Democratica Tedesca ha il diritto di esprimere i principi
costituzionali, secondo la sua opinione, apertamente e liberamente. Tale diritto non è limitato da
alcun servizio o lavoro. Nessuno può essere discriminato, caso in cui eserciti tale diritto.
2. Viene garantita la libertà della stampa, della radio e della televisione. »
LEGGE FONDAMENTALE DELLA RFT – 1949 – STRALCIO –
PREAMBOLO
Consapevole della propria responsabilità davanti a Dio e agli uomini, animato dalla volontà di
salvaguardare la propria unità nazionale e statale e di servire la pace del mondo quale membro,
equiparato nei diritti, di un'Europa unita, il popolo tedesco nei Länder del Baden, Bayern, Bremen,
Hamburg, Niedersachsen, Nordrhein-Westfalen, Rheinland-Pfalz, Schleswig-Holstein,
Württemberg-Baden e Württemberg-Hohenzollern, al fine di dare alla vita statale per un periodo
transitorio un nuovo ordinamento in virtù del suo potere costituente, ha deliberato la presente Legge
fondamentale della Repubblica Federale Tedesca, agendo anche per quei tedeschi a cui è stato
negato di collaborare. Tutto il popolo tedesco è esortato a realizzare, mediante libera
autodeterminazione, l'unità e la libertà della Germania.
Del testo della Costituzione della RSI sono stati commentati gli articoli 1-3-6-9-13-17-1819-21-22-23-2427-30-33-35-36-38-42-44-46-50-56-62-67-71-72-73-74-77-79-83-86-88-89-9092-94-97-98-99
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La Costituzione della Repubblica Sociale Italiana
Per redigere La Costituzione della Repubblica Sociale Italiana Mussolini chiamò il suo
Ministro dell'Educazione Nazionale Carlo Alberto Biggini, uomo di cui ha assoluta stima. Costui
lavorò alacremente e nel giro di 3 settimane consegnò al Duce il testo completo di 142 articoli.
Sintetizza tutta la sua esperienza giuridica, il suo convincimento della validità del progetto
corporativo e soprattutto riesce a permeare il tutto dello spirito più genuino della dottrina sociale
della Chiesa.
Lo sforzo estremo di quelle tre settimane non approdarono purtroppo a nulla di concreto. Il
Consiglio dei Ministri del 18 Dicembre 1943 infatti decide che l'Assemblea Costituente sarà
convocata solo dopo la fine della guerra. Tuttavia il Duce di quel lavoro ne acquisisce il testo,
complimentandosene con l'autore; sono 52 pagine e su di esse riflette, a lungo, toccando e
ritoccandole più volte con la solita matita blu, come era il suo solito. In ultimo Mussolini gliele
riconsegna per una eventuale stesura definitiva.
COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA.
CAPO I - LA NAZIONE - LO STATO.
1 - La Nazione Italiana è un organismo politico ed economico nel quale compiutamente si
realizza la stirpe con i suoi caratteri civili, religiosi, linguistici, giuridici, etici e culturali. Ha vita,
volontà, e fini superiori per potenza e durata a quelli degli individui, isolati o raggruppati, che in
ogni momento ne fanno parte.
2 - Lo Stato italiano è una Repubblica sociale. Esso costituisce l'organizzazione giuridica
integrale della Nazione.
3 - La Repubblica Sociale Italiana ha come scopi supremi: 1) la conquista e la conservazione
della libertà dell'Italia nel mondo, perché questa possa esplicare e sviluppare tutte le sue energie
e assolvere, nel consorzio internazionale fondato sulla giustizia, la missione civile affidatale da
Dio, segnata dai ventisette secoli della sua storia, voluta dai suoi profeti, dai suoi martiri, dai
suoi eroi, dai suoi geni [le parole 'voluta dai suoi profeti, dai suoi martiri, dai suoi eroi, dai suoi
geni' sono state cancellate da Mussolini e sostituite con la congiunzione 'e'], vivente nella
coscienza nazionale; 2) il benessere del popolo lavoratore, mediante la sua elevazione morale e
intellettuale, l'incremento della ricchezza del paese e un'equa distribuzione di questa, in ragione
del rendimento di ognuno nell'utilità [le parole 'nell'utilità' sono state cancellate da Mussolini e
sostituite con le parole 'nella comunità'] nazionale.
4 - La capitale della Repubblica Sociale Italiana è Roma.
5 - La bandiera nazionale è quella tricolore: verde, bianca, rossa, col fascio repubblicano sulla
punta dell'asta.
6 - La religione cattolica apostolica e romana è la sola religione della Repubblica Sociale
Italiana.
7 - La Repubblica Sociale Italiana riconosce la sovranità della Santa Sede nel campo
internazionale, come attributo inerente alla sua natura, in conformità alla sua tradizione e alle
esigenze della sua missione nel mondo. La Repubblica Sociale Italiana riconosce alla Santa Sede
la piena proprietà e la esclusività ed assoluta potestà e giurisdizione sovrana sulla Città del
Vaticano.
8 - I rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica Sociale Italiana si svolgono nel sistema
concordatario, in conformità dei Trattati e del Concordato vigenti.
9 - Gli altri culti sono ammessi, purché non professino principi e non seguano riti contrari
all'ordine pubblico e al buon costume. L'esercizio anche pubblico di tali culti è libero, con le sole
limitazioni e responsabilità stabilite dalla legge.
CAPO II - STRUTTURA DELLO STATO.
10 - La sovranità promana [da] tutta la Nazione.
11 - Sono organi supremi della Nazione: il Popolo e il Duce della Repubblica.
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§ I - Il popolo - La rappresentanza.
12 - Il popolo partecipa integralmente, in modo organico e permanente, alla vita dello Stato e
concorre alla determinazione delle direttive, degli istituti e degli atti idonei al raggiungimento
dei fini della Nazione, col suo lavoro, con la sua attività politica e sociale, mediante gli
organismi che si formano nel suo seno per esprimere gli interessi morali, politici ed economici
delle categorie di cui si compone, e attraverso l'Assemblea costituente e la Camera dei
rappresentanti del lavoro.
13 - Nell'esplicazione delle sue funzioni sociali lo Stato, secondo i principi del decentramento, si
avvale, oltre che dei propri organi diretti, di tutte le forze della Nazione, organizzandole
giuridicamente in enti ausiliari territoriali e istituzionali, ai quali concede una sfera di autonomia
ai fini dello svolgimento dei compiti loro assegnati nel modo più efficace e più utile per la
Nazione.
SEZIONE I - L'Assemblea Costituente.
14 - L'Assemblea Costituente è composta da un numero di membri pari a 1 ogni 50.000 cittadini.
Deve essere l'espressione di tutte le forze vive della Nazione e pertanto debbono farne parte: 1)
per ragione delle loro funzioni: coloro che, al momento della riunione della Costituente, fanno
parte del Governo della Repubblica e ricoprono determinate cariche nell'amministrazione
centrale e periferica dello Stato, nella magistratura, nell'ordine scolastico, in enti locali
territoriali e istituzionali, in organismi politici e culturali ai quali lo Stato abbia riconosciuti o
assegnati compiti di alto interesse nazionale. La legge stabilisce le cariche che importano in chi
le ricopre appartenenza alla Costituente. I membri di diritto non possono superare un terzo dei
componenti della Costituente; 2) per elezione popolare, coloro che siano designati a far parte
della Costituente dagli appartenenti alle organizzazioni riconosciute dallo Stato quali
rappresentanti: dei lavoratori (imprenditori, operai, impiegati, tecnici, dirigenti) dell'industria,
dell'agricoltura, del commercio, del credito e dell'assicurazione, delle professioni e arti,
dell'artigianato e della cooperazione; dei dipendenti dallo Stato e dagli enti pubblici; degli excombattenti per la causa nazionale, e, in particolare, dei decorati e dei volontari; delle famiglie
dei caduti per la causa nazionale; delle famiglie numerose; degli italiani all'estero; delle altre
categorie che in dati momenti della vita nazionale siano riconosciute, per legge, espressione di
importanti interessi pubblici. La legge stabilisce i requisiti e le forme per il riconoscimento di
tali organizzazioni, nonché, per ciascuna di esse, il numero e i modi dell'elezione dei
rappresentanti nella Costituente.
15 - La Costituente elegge il Duce della Repubblica Sociale Italiana. Delibera: 1) sulla riforma
della Carta costituzionale o sulle deroghe eccezionali alle norme della stessa; 2) sugli argomenti
di supremo interesse nazionale che il Duce intenda sottoporle, o sui quali la decisione della
Costituente sia richiesta dalla Camera dei rappresentanti del lavoro, con una maggioranza di
almeno due terzi dei suoi membri di [sic, al posto di 'in'] carica.
16 - La Costituente è convocata dal Duce che ne fissa l'ordine del giorno. Nel caso di richiesta
della Camera dei rappresentanti del lavoro, ai sensi dell'articolo precedente, la convocazione
deve aver luogo entro un mese dal voto e nell'ordine del giorno debbono essere inseriti gli
argomenti indicati dalla Camera. In caso di impedimento del Duce, la Costituente è convocata
dal Capo del Governo. In caso di morte del Duce la Costituente deve esser convocata per la
nomina del successore, entro un mese dalla morte.
SEZIONE II - La Camera dei Rappresentanti del Lavoro.
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17 - La Camera dei rappresentanti del lavoro è composta di un numero di membri pari a 1 ogni
100.000 abitanti, eletti col sistema del suffragio universale diretto da tutti i cittadini lavoratori
maggiori degli anni 18. Di essa inoltre fanno parte di diritto il Capo del Governo, nonché i
Ministri e Sottosegretari di Stato.
18 - Sono considerati lavoratori coloro che sono rappresentati da un'Associazione professionale
riconosciuta e i dipendenti da enti eventualmente esenti dall'inquadramento. Sono, agli effetti
dell'elettorato attivo, equiparati ai lavoratori: 1) coloro che hanno cessato di lavorare per ragioni
di invalidità o vecchiaia; 2) coloro che seguono regolarmente un corso di studi, in istituti
scolastici statali o pareggiati; 3) coloro che siano disoccupati involontari, o svolgano attività, da
determinarsi per legge, fuori del campo della disciplina professionale.
19 - Possono essere eletti rappresentanti del lavoro coloro che siano in possesso di tutti i
seguenti requisiti: 1) siano maggiori degli anni 25, oppure siano decorati al valor militare o
civile, volontari di guerra, mutilati o feriti di guerra o comunque per la causa nazionale,
maggiori degli anni 21; 2) siano elettori; 3) non abbiano subito condanne per delitti o atti
incompatibili colla dignità e il prestigio di rappresentanti del lavoro. La legge determina tali
delitti o atti, escludendo quelli compiuti per ragioni di convinzioni politiche.
20 - I membri della Camera rappresentano tutto il popolo lavoratore, e non gli appartenenti alle
circoscrizioni territoriali o alle categorie professionali che li hanno eletti.
21 - I rappresentanti del lavoro non possono essere ammessi all'esercizio delle loro funzioni se
non dopo aver prestato il giuramento dinanzi a Dio e ai Caduti della patria di servire con fedeltà
la Repubblica Sociale Italiana, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi, nel solo intento
del bene della Nazione.
22 - I rappresentanti del lavoro hanno il dovere di esprimere le loro opinioni e di dare i loro voti
secondo coscienza e per i fini della loro funzione. Sono liberi e insindacabili nell'esercizio delle
loro funzioni.
23 - I rappresentanti del lavoro non possono essere arrestati, salvo il caso di flagranza di delitto,
né processati, senza l'autorizzazione preventiva della Camera.
24 - I rappresentanti del lavoro restano in carica per tutta la durata della legislatura (art. 25). E
sono rieleggibili. Decadono però dalla loro funzione: 1) se tradiscono il giuramento prestato; 2)
se perdono alcuno dei requisiti per la loro eleggibilità; 3) se trascurano i doveri della funzione
rimanendo assenti per dieci sedute consecutive della Camera, senza autorizzazione da accordarsi
dal Presidente (art. 34); qualora concorrano giustificati motivi.
25 - I lavori della Camera sono divisi in legislature. Ogni legislatura dura cinque anni, ma può
essere sciolta anche prima, nel caso stabilito dal presente Statuto. La fine di ciascuna legislatura
è stabilita con decreto del Duce, su proposta del Capo del Governo (art. 50). Il decreto fissa
anche la data di convocazione dell'Assemblea per ascoltare il discorso del Duce, col quale si
inizia la legislatura successiva.
26 - La Camera dei rappresentanti del lavoro collabora col Duce e col Governo per la
formazione delle leggi. Per l'esercizio dell'ordinaria funzione legislativa la Camera è
periodicamente convocata dal Capo del Governo.
27 - Il potere di proposizione delle leggi spetta al Duce (art. 41) e ai rappresentanti del lavoro
(art. 49).
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28 - La Camera esercita le sue funzioni per mezzo dell'Assemblea plenaria, della Commissione
generale del bilancio e delle Commissioni legislative.
29 - È di competenza esclusiva della Assemblea plenaria la discussione e l'approvazione: 1) dei
disegni di legge concernenti: le attribuzioni e le prerogative del Capo del Governo; la facoltà del
Governo di emanare norme giuridiche; l'ordinamento professionale; i rapporti fra lo Stato e la
Santa Sede; i trattati internazionali che importino variazioni al territorio dello Stato e delle
Colonie; l'ordinamento giudiziario, sia ordinario che amministrativo; le deleghe legislative di
carattere generale; 2) dei progetti di bilancio e di rendiconto consuntivo dello Stato, delle
aziende autonome statali e degli enti pubblici economici di importanza nazionale la cui gestione
sia rilevante per il bilancio dello Stato; 3) dei disegni di legge per i quali tale forma di
discussione sia richiesta dal Governo o dall'Assemblea, oppure proposta dalle Commissioni e
autorizzata dal Capo del Governo; 4) delle proposte di sottoporre alla Costituente la decisione di
argomenti di supremo interesse nazionale.
30 - Le sedute dell'Assemblea plenaria sono pubbliche. Però la riunione può esser tenuta in
segreto, quando lo richiedano il Capo del Governo o almeno venti [cancellato da Mussolini e
corretto con 'cinquanta'] dei rappresentanti del lavoro. Le votazioni hanno sempre luogo in
modo palese.
31 - Le commissioni legislative sono costituite, in relazione a determinate attività nazionali, dal
Presidente della Camera. Esse eleggono nel proprio seno il Presidente; a questo spetta
convocarle.
32 - Sono [sic, al posto di 'È'] di competenza delle Commissioni la emanazione delle norme
giuridiche, aventi oggetto diverso da quello indicato nell'art. 28 e che importano creazione,
modifica o perdita dei diritti soggettivi dei cittadini, salvo che la legge ne attribuisca la
competenza anche ad altri enti e organi. La legge determina i modi, le forme e i termini per la
discussione e l'approvazione dei disegni di legge sottoposti alle Commissioni legislative.
33 - Le deliberazioni dell'Assemblea plenaria e delle Commissioni sono prese a maggioranza
assoluta, salvo il caso dell'art. 15. Nessuna deliberazione è valida se non [è] presa con la
presenza di almeno due terzi e col voto di almeno la metà dei rappresentanti del lavoro in carica.
34 - La Camera: provvede alla approvazione e modifica del suo regolamento; elegge, al
principio di ogni legislatura, il proprio Presidente e i Vice-Presidenti. Il Presidente nomina alle
altre cariche stabilite dal regolamento della Camera.
§ II - Il Duce della Repubblica Sociale Italiana.
35 - Il Duce della Repubblica Sociale Italiana è il Capo dello Stato. Quale supremo interprete
della volontà nazionale, che è la volontà dello Stato, realizza in sé l'unità dello Stato.
36 - È eletto dall'Assemblea Costituente. Dura in carica cinque [cancellato da Mussolini e
corretto con 'sette'] anni. È rieleggibile [Mussolini ha aggiunto le parole 'una volta sola'].
37 - All'atto dell'assunzione delle sue funzioni, deve prestare giuramento dinanzi a Dio e ai
Caduti per la Patria, di servire la Repubblica Sociale Italiana con tutte le sue forze e di ispirarsi
in ogni atto del suo ufficio all'interesse supremo della Nazione e alla giustizia sociale.
38 - Il Duce non è responsabile verso alcun altro organo dello Stato per gli atti compiuti
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nell'esercizio delle sue funzioni.
39 - Il Duce comanda tutte le forze armate, in tempo di pace a mezzo del Ministro per la Difesa
Nazionale, in tempo di guerra a mezzo del Capo di Stato Maggiore Generale; dichiara la guerra;
fa i trattati internazionali, dandone comunicazione alla Costituente o alla Camera dei
rappresentanti del lavoro appena che ritenga ciò consentito dai supremi interessi dello Stato. I
trattati che importino variazioni nel territorio dello Stato, limitazioni o accrescimenti della sua
sovranità o oneri per le finanze, non diventano esecutivi se non dopo avere ottenuto
l'approvazione della Costituente o della Camera dei rappresentanti del lavoro, ai sensi di questa
Costituzione.
40 - Il Duce esercita il potere legislativo in collaborazione con il Governo e con la Camera dei
rappresentanti del lavoro.
41 - Il Duce convoca ogni anno la Camera. Può prorogarne le sessioni.
42 - Qualora ravvisi il dissenso politico tra il popolo dei lavoratori e la Camera, il Duce può
scioglierla, convocandone un'altra nel termine di tre mesi.
43 - Il Duce presenta alla Camera i disegni di legge per mezzo del Governo.
44 - Il Duce sanziona le leggi.
45 - Al Duce appartiene il potere esecutivo. Esso lo esercita direttamente e a mezzo del
Governo. Il Duce promulga le leggi. Il Duce nomina a tutte le cariche dello Stato. Con decreto
del Duce, sentito il Consiglio dei Ministri, sono emanate le norme giuridiche per disciplinare: 1)
l'esecuzione delle leggi; 2) l'uso delle facoltà spettanti al potere esecutivo; 3) l'organizzazione e
il funzionamento delle amministrazioni dello Stato, e di altri enti pubblici indicati dalla legge.
Con decreto del Duce, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, possono emanarsi norme
aventi forza di legge: 1) quando il Governo sia a ciò delegato da una legge; 2) nei casi di urgente
e assoluta necessità sulla materia di competenza dell'Assemblea generale e delle Commissioni
legislative della Camera, nonché per la messa in vigore dei disegni di legge su cui le
Commissioni legislative non abbiano deliberato nei termini fissati dalla legge. In questi casi il
Decreto del Duce deve essere a pena di decadenza presentato alla Camera, per la conversione in
legge, entro sei mesi dalla sua pubblicazione. Se la Camera non l'approvi e decorrano due anni
dalla pubblicazione, senza che sia intervenuta la conversione, il decreto cessa di aver vigore.
46 - Il Duce ha il diritto di amnistia, di grazia e di indulto.
47 - Al Duce spetta di istituire ordini cavallereschi e stabilirne gli statuti.
48 - I titoli di nobiltà sono mantenuti a coloro che vi hanno diritto. Al Duce spetta di conferirne
di nuovi.
§ III - Il Governo.
49 - Il Governo della Repubblica è costituito dal Capo del Governo e dai Ministri.
50 - Il Capo del Governo è nominato e revocato dal Duce. È responsabile verso il Duce
dell'indirizzo generale politico del Governo.
51 - Il capo del Governo dirige e coordina l'opera dei Ministri, convoca il consiglio dei Ministri,
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ne fissa l'ordine del giorno e lo presiede.
52 - Nessuno oggetto può esser posto all'ordine del giorno della Camera, senza il previo assenso
del Capo del Governo.
53 - L'assenso del Capo del Governo è necessario per presentazione alla Camera delle proposte
di legge di iniziativa dei rappresentanti del lavoro.
54 - I Ministri sono nominati e revocati dal Duce su proposta del Capo del Governo. Sono
responsabili verso il Duce e verso il Capo del Governo di tutti gli atti e provvedimenti dei loro
Ministeri.
55 - I sottosegretari di Stato sono nominati e revocati dal Duce, su proposta del Capo del
Governo, sentito il Ministro competente.
56 - A giudicare dei reati commessi da un Ministro con abuso delle sue funzioni, è competente la
Camera costituita in Corte giurisdizionale. L'azione è esercita da Commissari nominati all'inizio
di ogni legislatura e sostituiti in caso di vacanza, dal Presidente della Camera. Contro le sentenze
pronunziate dalla Camera come Corte giurisdizionale non è dato alcun ricorso.
§ IV - Le forze armate.
57 - Le forze armate hanno lo scopo di combattere per la difesa dell'onore, della libertà e del
benessere della Nazione. Esse comprendono l'Esercito, la Marina da guerra, l'Aeronautica.
58 - La bandiera di combattimento per le forze armate è il tricolore, con fregio e una frangia
marginale di alloro, e ai quattro lati il fascio repubblicano, una granata, un'ancora e un'aquila.
59 - La coscrizione militare è un servizio d'onore per il popolo italiano, ed un privilegio per la
parte più eletta di esso. Tutti i cittadini hanno il diritto e il dovere di servire in armi la Nazione,
quando ne abbiano la idoneità fisica e non si trovino nelle condizioni di indegnità morale,
stabilite dalla legge.
60 - Al Duce soltanto spettano nei riguardi delle forze armate i poteri di coordinamento; di
nomina e di promozione, di ispezione, di dislocazione delle truppe, di mobilitazione.
§ V - La giurisdizione.
61 - La giurisdizione garantisce l'attuazione del diritto positivo nello svolgimento dei fatti e dei
rapporti giuridici.
62 - Le sentenze sono emanate nel nome della Legge, della quale esse realizzano la volontà.
63 - La funzione giurisdizionale è esercitata dai giudici, collegiali o unici, nominati dal Duce. La
loro organizzazione, la loro competenza per materia e per territorio, la procedura che debbono
seguire nello svolgimento delle loro funzioni, sono regolate dalla legge.
64 - Una sola Suprema Corte di cassazione è costituita per tutta la Repubblica. Essa ha sede in
Roma. Ad essa spetta di assicurare un'uniforme interpretazione e applicazione del diritto da parte
dei giudici di merito, e di risolvere i conflitti di attribuzione tra l'autorità giudiziaria e quella
amministrativa.
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65 - Nell'esercizio delle sue funzioni è garantita piena indipendenza alla magistratura: questa è
vincolata dalla legge e soltanto dalla legge.
66 - Nessuno può esser punito per un fatto che non sia espressamente preveduto dalla legge, né
con pene che non siano da essa stabilite, né senza un giudizio svolto con le regole da essa fissate.
67 - Nei casi che debbono essere determinati con legge approvata dall'Assemblea della Camera,
possono essere istituiti tribunali straordinari per un tempo limitato, e per determinati delitti. La
giurisdizione dei tribunali militari non può essere estesa a cittadini non in servizio militare se
non in tempo di guerra e per i reati espressamente preveduti dalla legge.
68 - Quando lo Stato e gli altri enti pubblici agiscono nel campo del diritto privato sono
pienamente soggetti al codice civile e alle altre leggi.
69 - Gli organi amministrativi dello Stato e degli altri enti pubblici debbono ispirarsi
nell'esercizio delle loro funzioni alla realizzazione del principio della giustizia
nell'amministrazione.
70 - Colui che sia stato leso da un atto amministrativo in suo interesse legittimo, dopo
l'esperimento dei ricorsi gerarchici, in quanto ammessi, può proporre contro l'atto stesso ricorso
per violazione di legge, eccesso di potere e incompetenza dinanzi agli organi della giustizia
amministrativa. Questi, oltre alla generale competenza di legittimità, hanno competenza di
merito nei casi stabiliti dalla legge.
§ VI - La difesa della stirpe.
71 - La Repubblica considera l'incremento demografico come condizione per l'ascesa della
Nazione e per lo sviluppo della sua potenza militare, economica, civile.
72 - La politica demografica della Repubblica si svolge con tre finalità essenziali: numero, sanità
morale e fisica, purità della stirpe.
73 - Presupposto della politica demografica è la difesa della famiglia, nucleo essenziale della
struttura sociale dello Stato. La Repubblica la attua proteggendo e consolidando tutti i valori
religiosi e morali che cementano la famiglia, e in particolare: col favore accordato al
matrimonio, considerato anche quale dovere nazionale e fonte di diritti, perché esso possa
raggiungere tutte le sue alte finalità, prima: la procreazione di prole sana e numerosa; col
riconoscimento degli effetti civili al sacramento del matrimonio, disciplinato nel diritto
canonico; col divieto di matrimonio di cittadini italiani con sudditi di razza ebraica, e con la
speciale disciplina del matrimonio di cittadini italiani con sudditi di altre razze o con stranieri;
con la tutela della maternità; con la prestazione di aiuti e assistenza per il sostenimento degli
oneri familiari. Speciali agevolazioni spettano alle famiglie numerose.
74 - La protezione dell'infanzia e della giovinezza è un'elevata funzione pubblica, che la
Repubblica svolge, anche a mezzo appositi istituti, con l'ingerenza nell'attività educativa
familiare (art. 76), con la protezione della filiazione illegittima e con l'assistenza tutelare dei
minori abbandonati.
§ VII - L'educazione e l'istruzione del popolo.
SEZIONE I - Dell'Educazione.
51
75 - La Repubblica pone tra i suoi principali compiti istituzionali l'educazione morale, sociale e
politica del popolo.
76 - L'educazione dei figli, conforme ai principi della morale e del sentimento nazionale, è il
supremo obbligo dei genitori. Lo Stato, col rispetto dei diritti e dei doveri della patria potestà,
invigila perché l'educazione familiare raggiunga i suoi fini di formare l'onesto cittadino,
lavoratore e soldato, e si avvale degli ordinamenti scolastici per integrare e indirizzare l'opera
della famiglia. Ove quest'opera manchi, provvede a sostituirla, affidandone lo svolgimento a
istituti di pubblica assistenza o a privati.
77 - Organo fondamentale dell'educazione politica del popolo è il Partito fascista repubblicano.
Esso è riconosciuto come organo ausiliario dello Stato, e ha quali compiti essenziali: difendere e
potenziare la rivoluzione, secondo i principi della dottrina di cui esso è assertore e depositario;
suscitare e rafforzare nel popolo la coscienza, la passione, la [corretto da Mussolini in 'la
passione della'] solidarietà nazionale, e il dovere di subordinare tutti gli interessi individuali e
collettivi, all'interesse supremo della libertà della Nazione nel mondo; diffondere nel popolo la
conoscenza dei problemi internazionali e interni che interessano l'Italia.
78 - L'iscrizione al P.F.R. non importa alcun privilegio o speciale diritto. Essa importa il dovere
di votarsi fino al limite estremo delle proprie forze, con assoluto disinteresse e purità d'intenti,
alla causa nazionale. Fuor del campo delle attività aventi carattere preminentemente politico,
l'iscrizione al P.F.R. non è condizione né costituisce titolo di preferenza per l'assunzione o la
conservazione di impieghi e cariche né per il trattamento morale ed economico dei lavoratori.
SEZIONE II - Dell'Istruzione.
79 - La scuola si propone la formazione di una cultura del popolo, inspirata agli eterni valori
della razza italiana e della sua civiltà.
80 - I programmi scolastici sono fissati in vista della funzione della scuola per l'educazione delle
nuove generazioni.
81 - L'accesso agli studi e la loro prosecuzione sono regolati esclusivamente col criterio delle
capacità e delle attitudini dimostrate. Collegi di Stato garantiscono la continuazione degli studi
ai giovani capaci non abbienti.
82 - L'istruzione elementare, da impartirsi in scuole chiare e salubri, è obbligatoria e gratuita per
tutti i cittadini della Repubblica.
83 - La Repubblica Sociale Italiana considera fondamento e coronamento dell'istruzione
pubblica l'insegnamento della Dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione
cattolica: perciò l'insegnamento religioso è obbligatorio nelle scuole pubbliche elementari e
medie. La legge può stabilire particolari casi di esenzione.
84 - La fondazione e l'esercizio di istituti privati di istruzione sono ammessi soltanto previa
autorizzazione dello Stato e sotto controllo di questo sull'organizzazione, i programmi e la
capacità morale e formazione scientifica degli insegnanti.
§ VIII - L'amministrazione locale.
85 - I Comuni e le Provincie sono enti ausiliari dello Stato. La loro istituzione e le loro
circoscrizioni sono regolate dalla legge.
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86 - I Comuni e le Provincie hanno come fine esclusivo la tutela degli interessi amministrativi
dei cittadini che loro appartengono. A tal fine sono muniti dallo Stato di poteri, che debbono
esercitare coordinandoli e subordinandoli agli interessi superiori della Nazione. Nello
svolgimento delle loro funzioni i Comuni e le Province agiscono in modo autonomo, secondo i
principi del decentramento amministrativo, ma sono sottoposti al controllo di legittimità e, nei
casi stabiliti dalla legge, al controllo di merito degli organi diretti dallo Stato.
87 - Gli organi dell'amministrazione autonoma locale sono stabiliti dalla legge. I Consigli
comunali e provinciali sono eletti col sistema del suffragio universale diretto dai cittadini
lavoratori residenti domiciliati nel territorio del Comune o della Provincia.
88 - I Consigli eleggono nel loro seno il Podestà del Comune e il Preside della Provincia. La
legge stabilisce le cause di incapacità, ineleggibilità, incompatibilità per le nomine a Podestà o a
Preside. Tali nomine sono soggette all'approvazione dello Stato, da darsi con decreto del Duce.
CAPO III - DIRITTI E DOVERI DEL CITTADINO.
89 - La cittadinanza italiana si acquista e si perde alle condizioni e nei modi stabiliti dalla legge,
sulla base del principio che essa è titolo d'onore da riconoscersi e concedersi soltanto agli
appartenenti alla stirpe ariana italiana. In particolare la cittadinanza non può essere acquistata da
appartenenti alla razza ebraica e a razze di colore.
90 - I sudditi di razza non italiana non godono del diritto di servire l'Italia in armi, né, in genere,
dei diritti politici: godono dei diritti civili entro i limiti segnati dalla legge, secondo il criterio
della loro esclusione da ogni attività, culturale ed economica, che presenti un interesse pubblico,
anche se svolgentesi nel campo del diritto privato. In quanto non particolarmente disposto vale
per essi, in quanto applicabile, il trattamento riservato agli stranieri.
91 - Fondamentale dovere del cittadino è quello di collaborare con tutte le sue forze, e in ogni
campo della sua attività, al raggiungimento dei fini supremi della Repubblica Sociale Italiana,
accettando volenterosamente e disciplinatamente, gli oneri, le restrizioni ed i sacrifici che
rispondono alle esigenze nazionali, per il principio che non può essere veramente libero se non il
cittadino della Nazione libera.
92 - Tutti i cittadini sono uguali dinanzi alla legge.
93 - I diritti civili e politici sono attribuiti a tutti i cittadini. Ogni diritto soggettivo, pubblico e
privato, importa il dovere dell'esercizio in conformità del fine nazionale per cui è concesso. A
questo titolo lo Stato ne garantisce e tutela l'esercizio.
94 - La libertà personale è garantita. Nessuno può essere arrestato se non nei casi previsti e nelle
forme prescritte dalla legge. Nessun cittadino, arrestato in flagrante o fermato per misure
preventive, può esser trattenuto oltre tre giorni senza un ordine dell'autorità giudiziaria nei casi
previsti e nelle forme prescritte dalla legge.
95 - Il domicilio è inviolabile. Tranne i casi di flagranza, nessuna visita o perquisizione
domiciliare è consentita senza ordine dell'autorità giudiziaria nei casi previsti e nelle forme
prescritte dalla legge.
96 - A ogni cittadino deve esser assicurata la facoltà di controllo, diretto o a traverso i suoi
rappresentanti, e di responsabile critica sugli atti politici e su quelli della pubblica
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amministrazione, nonché sulle persone che li compiono o vi sono preposte.
97 - La libertà di parola, di stampa, d'associazione, di culto è riconosciuta dalla Repubblica come
attributo essenziale della personalità umana e come strumento utile per gli interessi e per lo
sviluppo della Nazione. Deve esser garantita fino al limite in cui è compatibile con le preminenti
esigenze dello Stato e con la libertà degli altri individui.
98 - L'organizzazione politica è libera. I partiti possono esplicare la loro attività di propaganda
delle loro idee e dei loro programmi, purché non in contrasto con i fini supremi della
Repubblica.
99 - L'organizzazione professionale è libera. Ma soltanto la Confederazione unitaria del lavoro
della tecnica e delle arti, o le associazioni ad essa aderenti e riconosciute dallo Stato,
rappresentano legalmente gli interessi di tutte le categorie produttive e sono munite di pubblici
poteri per lo svolgimento delle loro funzioni.
100 - È vietata, salva la preventiva autorizzazione dello Stato nel territorio della Repubblica la
costituzione di associazioni aderenti a organizzazioni sindacali o politiche straniere o
internazionali, o che ne costituiscano sezioni o comunque conservino con esse collegamenti.
101 - È vietata nel territorio della Repubblica la costituzione di società segrete.
CAPO IV - STRUTTURA DELL'ECONOMIA NAZIONALE.
§ I - La produzione e il lavoro.
SEZIONE I - La Produzione.
102 - Il complesso della produzione è unitario dal punto di vista nazionale. Suoi obiettivi sono il
benessere dei singoli e lo sviluppo della potenza della Nazione.
103 - Nel campo della produzione la Repubblica si propone di conseguire l'indipendenza
economica della Nazione, condizione e garanzia della sua libertà politica nel mondo. A tale
scopo la Repubblica, oltre a promuovere in tutti i modi l'aumento, il perfezionamento della
produzione e la riduzione dei costi, fissa, a mezzo dei suoi organi e degli enti idonei, le direttive
e i piani generali della produzione nazionale o di settori di questa. All'osservanza di tali direttive
e al successo di tali piani sono impegnati tutti i lavoratori, sia nella determinazione degli
indirizzi, che nello svolgimento dell'attività produttiva.
104 - Nei rapporti tra le categorie dei vari rami della produzione nazionale, come nel seno di
ogni singola impresa, si attua la collaborazione dei diversi fattori della produzione tra loro, il
contemperamento dei loro interessi, la loro subordinazione agli interessi superiori della Nazione.
105 - La Repubblica considera la proprietà privata frutto del lavoro e del risparmio individuale,
come completamento e mezzo di esplicazione della personalità umana, e ne riconosce la
funzione sociale e nazionale, quale un mezzo efficace per sviluppare e moltiplicare la ricchezza
e per porla a servizio della Nazione. A questi titoli la Repubblica rispetta e tutela il diritto di
proprietà privata e ne garantisce l'esercizio e i trasferimenti sia per atto fra i vivi che per
successione legittima o testamentaria, secondo le regole stabilite dal codice civile e dalle altre
leggi.
106 - La Repubblica protegge con particolare cura la proprietà rurale, di interesse vitale per
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l'economia nazionale e per la sanità morale e fisica della stirpe. Perciò favorisce con ogni mezzo
il ritorno ai campi, con la costruzione di case coloniche, con le agevolazioni all'acquisto della
piccola proprietà rurale da parte del più gran numero di lavoratori, coltivatori diretti. Nei
trasferimenti di terreni coltivabili o coltivati non può farsi luogo a frazionamenti che non
rispettino l'unità colturale necessaria e sufficiente per il lavoro di una famiglia agricola o per una
conveniente coltivazione.
107 - Si può procedere all'espropriazione della proprietà privata per pubblico interesse, nei casi
legalmente accertati di pubblica utilità e quando il proprietario abbandoni o trascuri l'esercizio
del diritto in modo dannoso per l'economia nazionale. Si può altresì disporre il trasferimento
coattivo della proprietà, quando sia di pubblico interesse assegnarne l'esercizio a persone o enti
più adatti, ma solo nelle ipotesi espressamente stabilite dalla legge. Sia in caso di espropriazione
che di trasferimenti coattivi nel pubblico interesse è dovuta al proprietario una congrua indennità
conformemente alle leggi.
108 - La Repubblica considera l'iniziativa privata nel campo della produzione come lo strumento
più utile nell'interesse della Nazione, e pertanto la favorisce e la controlla.
109 - L'organizzazione privata della produzione essendo una funzione di interesse nazionale,
l'organizzatore dell'impresa è responsabile dell'indirizzo della produzione di fronte alla
Repubblica.
110 - L'intervento dello Stato nella gestione di imprese economiche ha luogo nei casi in cui
siano in giuoco interessi politici dello Stato, nonché per controllare l'iniziativa privata e per
incoraggiarla, integrarla e, quando sia necessario, sostituirla se essa si dimostri insufficiente o
manchi.
111 - La Repubblica assume direttamente la gestione delle imprese che controllino settori
essenziali per la indipendenza economica e politica del Paese, nonché di imprese fornitrici di
prodotti e servizi indispensabili a regolare lo svolgimento della vita economica del Paese. La
determinazione delle imprese che si trovino in tale situazione è fatta per legge.
112 - In caso di assunzione della gestione di imprese private, per insufficienza della loro
iniziativa, lo Stato la affida ad altro gestore privato, oppure, ma soltanto per il periodo in cui ciò
non sia possibile o conveniente, a speciali enti pubblici.
SEZIONE II - Il Lavoro.
113 - I1 lavoro è il soggetto e il fondamento dell'economia produttiva.
114 - Il lavoro, sotto tutte le sue forme organizzative ed esecutive, intellettuali, tecniche e
manuali è un dovere nazionale. Soltanto il cittadino che adempie il dovere del lavoro ha la
pienezza della capacità giuridica, politica e civile.
115 - Come l'adempimento del dovere di svolgere l'attività lavorativa secondo le capacità e
attitudini di ognuno è pari titolo di onore e di dignità, così la Repubblica assicura la piena
uguaglianza giuridica di tutti i lavoratori.
116 - La Repubblica garantisce a ogni cittadino il diritto al lavoro, mediante l'organizzazione e
l'incremento della produzione e mediante il controllo e la disciplina della domanda e dell'offerta
di lavoro. Il collocamento dei lavoratori è funzione pubblica, svolta gratuitamente da idonei
uffici dall'organizzazione professionale riconosciuta.
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117 - Poiché la attuazione, rigorosa e inderogabile, delle condizioni fondamentali costituenti
garanzia del lavoro è di preminente interesse pubblico, la disciplina del rapporto di lavoro è
affidata alla legge o alle norme da emanarsi dall'organizzazione professionale riconosciuta. Tali
norme si inseriscono automaticamente nei contratti individuali, i quali possono contenere norme
diverse ma soltanto più favorevoli al lavoratore.
118 - La retribuzione del prestatore di lavoro deve corrispondere alle esigenze normali di vita,
alle possibilità della produzione e al rendimento del lavoro. Oltre alla retribuzione normale
saranno corrisposti al lavoratore anche nello spirito di solidarietà tra i vari elementi della
produzione, assegni in relazione agli oneri familiari.
119 - L'orario ordinario di lavoro non può superare le 44 ore settimanali e le 8 ore giornaliere,
salvo esigenze di ordine pubblico per periodi determinati e per settori produttivi da stabilirsi per
legge. La legge o le norme emanate dalle associazioni professionali riconosciute stabiliscono i
casi e i limiti di ammissibilità del lavoro straordinario e notturno e la misura della maggiorazione
di retribuzione rispetto a quella dovuta per il lavoro ordinario.
120 - Il lavoratore ha diritto a un giorno di riposo ogni settimana, di regola in coincidenza con la
domenica e a un periodo annuale di ferie retribuito.
121 - Ogni lavoratore ha diritto a sciogliere il rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Se il
licenziamento avviene senza sua colpa, il lavoratore ha diritto, oltre a un congruo preavviso, a
un'indennità proporzionata agli anni di servizio.
122 - In caso di morte del lavoratore, quanto a questo spetterebbe se fosse licenziato senza sua
colpa, spetta ai figli, al coniuge, ai parenti conviventi a carico o agli eredi, nei modi stabiliti dalla
legge.
123 - La previdenza è un'alta manifestazione del principio di collaborazione tra tutti gli elementi
della produzione, che debbono concorrere agli oneri di essa. La Repubblica coordina e integra
tale azione di previdenza, a mezzo dell'organizzazione professionale, e con la costituzione di
speciali Istituti per l'incremento e la maggiore estensione delle assicurazioni sociali. L'opera
convergente dello Stato e delle categorie interessate deve garantire a tutti i lavoratori piena
assistenza per la vecchiaia, l'invalidità, gli infortuni sul lavoro, le malattie, la gravidanza e
puerperio, la disoccupazione involontaria, il richiamo alle armi.
124 - Allo scopo di dare e accrescere la capacità tecnica e produttiva e il valore morale dei
lavoratori e di agevolare l'azione selettiva tra questi, la Repubblica anche a mezzo
dell'associazione professionale riconosciuta, promuove e sviluppa l'istruzione professionale.
§ II - La gestione socializzata dell'impresa.
125 - La gestione dell'impresa, sia essa pubblica che privata, è socializzata. Ad essa prendono
parte diretta coloro che nell'impresa svolgono, in qualunque forma, una effettiva attività
produttiva.
126 - Ogni impresa ha un capo, responsabile di fronte allo Stato, politicamente e giuridicamente,
dell'andamento della produzione e della disciplina del lavoro nell'impresa.
127 - Il capo dell'impresa pubblica è nominato dal Governo.
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128 - Il capo dell'impresa privata è l'imprenditore. Imprenditore è colui che ha organizzato
l'impresa, determinandone l'oggetto e lo scopo economico, o colui che ne ha preso posto. Nelle
imprese individuali o ad amministratore unico, il capo dell'impresa è il titolare o l'amministratore
unico. Nelle imprese con organo amministrativo collegiale il capo dell'impresa è stabilito, dallo
statuto o dall'atto costitutivo, nella persona del Presidente del Consiglio di amministrazione o
dell'Amministratore delegato o di un tecnico, che può essere estraneo al Consiglio, e a cui si
conferiscono le funzioni di Direttore generale.
129 - Le aziende pubbliche sono amministrate da un Consiglio di gestione eletto dai lavoratori
dell'impresa, operai, impiegati tecnici. Il Consiglio di gestione decide su tutte le questioni
inerenti all'indirizzo e allo svolgimento della produzione dell'impresa nel quadro del piano
unitario nazionale determinato dalla Repubblica a mezzo dei suoi competenti organi; forma il
bilancio dell'impresa e delibera la ripartizione degli utili determinando la parte spettante ai
lavoratori; decide sulle questioni inerenti alla disciplina e alla tutela del lavoro.
130 - Nelle imprese private, degli organi collegiali di amministrazione, formati secondo la legge,
gli atti costitutivi e gli statuti fanno parte i rappresentanti degli operai, impiegati e tecnici
dell'impresa in numero non inferiore a quello dei rappresentati eletti dall'assemblea dei portatori
del capitale sociale, e uno o più rappresentanti dello Stato qualora esso partecipi alla formazione
del capitale.
131 - Nelle imprese individuali e in quelle per le quali l'atto costitutivo e gli statuti prevedano un
amministratore unico, qualora esse impieghino complessivamente almeno cinquanta lavoratori,
verrà costituito un consiglio di operai, impiegati e tecnici dell'impresa di almeno tre membri. Il
Consiglio collabora col titolare dell'impresa e con l'amministratore unico alla gestione
dell'impresa. Deve esser sentito per la formazione del bilancio e per le decisioni che importino
trasformazione della struttura, della forma giuridica e dell'oggetto dell'impresa.
132 - In ogni impresa, che occupi più di dieci lavoratori, si costituisce il consiglio di fabbrica,
eletto da tutti gli operai, impiegati e tecnici, il quale partecipa alla formazione dei regolamenti
interni e alla risoluzione delle questioni che possano sorgere nella loro applicazione. Nelle
imprese in cui non vi sia un organo collegiale, di amministrazione né il consiglio dei lavoratori,
il capo dell'impresa deve sentire il parere del consiglio di fabbrica nelle questioni riguardanti la
disciplina del lavoro, e può sentirlo nelle altre questioni che egli intenda di sottoporgli.
133 - La legge, in relazione alla situazione economica, stabilisce i limiti massimi e i modi con
cui può esser determinato il compenso al capitale impiegato nell'impresa, in generale o per i vari
tipi di esse. Entro questi limiti e nei modi consentiti la determinazione del compenso è stabilita
convenzionalmente.
134 - Gli utili dell'impresa, dopo la deduzione del compenso dovuto al capitale, sono distribuiti
tra il capo, gli amministratori e gli operai, impiegati e tecnici dell'impresa, nelle proporzioni
fissate per legge, per norma collettiva o, in mancanza degli atti costitutivi, dagli statuti e dalle
deliberazioni degli organi di gestione. La parte degli utili non distribuita, è assegnata alla riserva
nei limiti minimi e massimi stabiliti dalla legge, e se vi sia ancora un'eccedenza, questa è
devoluta allo Stato che l'amministra o la impiega per scopi di carattere sociale.
§ III - L'organizzazione professionale.
135 - Tutte le categorie di prestatori d'opera e di lavoratori, operai, impiegati, dirigenti, di
artigiani, di imprenditori, di professionisti e gli artisti sono organizzati in un'organizzazione
professionale nazionale. Nel seno dell'organizzazione unica possono formarsi sezioni per le varie
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branche della produzione e per le varie categorie professionali.
136 - L'associazione professionale unica si ispira ai principi della Repubblica Sociale Italiana e
ne cura l'attuazione nel campo dell'economia nazionale: essa costituisce l'organizzazione
giuridica a traverso la quale si opera la trasformazione di tutte le forze della produzione in forze
nazionali, e si realizza la loro partecipazione stabile alla costituzione e alla vita dello Stato.
137 - L'organizzazione professionale unica ha l'esclusiva integrale rappresentanza degli interessi
delle categorie in essa organizzate. In virtù di questa integrale rappresentanza, essendo gli
interessi delle categorie produttive, considerate nella loro funzione nazionale, di supremo
interesse statale, essa è giuridicamente riconosciuta come ente ausiliario dello Stato.
138 - L'associazione professionale unica ha come precisi compiti istituzionali, che essa può
assolvere anche a traverso le associazioni che si formino nel suo seno: tutelare gli interessi delle
categorie rappresentate, contemperandoli tra loro e subordinandoli ai fini superiori della
Nazione; promuovere in tutti i modi l'incremento qualitativo e quantitativo della produzione, e la
riduzione dei costi e dei prezzi di beni e servizi, nell'interesse dei produttori e dei consumatori;
curare che gli appartenenti alle categorie produttive si uniformino, nell'esercizio della loro
attività, ai principi dell'ordinamento sociale nazionale e agli obblighi che vi derivano; assicurare
l'uguaglianza giuridica tra i vari elementi della produzione, suscitarne e rafforzarne la solidarietà
tra loro e verso la Nazione; promuovere ed attuare provvedimenti e istituti di previdenza sociale
fra i produttori; coltivare l'istruzione, specialmente professionale, e l'educazione morale, politica
e religiosa degli appartenenti alle categorie; prestare assistenza ai produttori rappresentati; in
genere svolgere tutte le altre funzioni utili al mantenimento della disciplina della produzione e
del lavoro.
139 - All'associazione professionale unica, per l'assolvimento dei suoi compiti lo Stato affida
l'esercizio di poteri: a) normativo, per cui, nelle forme e nei modi stabiliti dalla legge, essa detta
norme giuridiche obbligatorie per la disciplina dei rapporti collettivi di lavoro e può dettare, ove
se ne verifichi la necessità, norme giuridiche obbligatorie per la disciplina dei rapporti collettivi
economici ai fini del coordinamento della produzione; b) fiscale, per cui, onde sostenere le spese
obbligatorie facoltative connesse alle sue funzioni, può imporre contributi a tutti i lavoratori
rappresentati nella misura massima stabilita dalla legge procedendo all'esazione colle procedure
e i privilegi per la riscossione delle imposte; c) conciliativo, per cui deve esperire il tentativo di
conciliazione nelle controversie individuali e collettive relative ai rapporti di lavoro e
all'applicazione delle norme collettive economiche da esso emanate: tale tentativo di
conciliazione costituisce un presupposto necessario per la proposizione delle relative
controversie giudiziarie; d) disciplinare, per cui può infliggere ai rappresentati sanzioni
disciplinari determinate nello Statuto dell'associazione, per inosservanza ai doveri nascenti
dall'ordinamento sociale nazionale; al fine di accertare tali eventuali inosservanze essa può
disporre gli opportuni controlli, a mezzo di propri organi e dei fiduciari di fabbrica, ove siano
istituiti; e) consultivo, per cui il suo parere deve esser sentito dalle amministrazioni dello Stato,
nelle materie interessanti la disciplina della produzione e del lavoro.
140 - Nello svolgimento delle sue funzioni la Confederazione unica gode di piena autonomia. I
suoi atti sono solamente sottoposti al controllo di legittimità, e le persone al controllo politico
dello Stato, a mezzo degli organi designati dalla legge.
141 - Per la risoluzione delle controversie collettive relative alla formazione, alla revisione o alla
interpretazione delle norme collettive di lavoro o alla interpretazione delle norme collettive
economiche, emanate dall'organizzazione professionale riconosciuta è istituita la Magistratura
del Lavoro, organo della Magistratura ordinaria. La Magistratura del Lavoro è costituita da tre
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giudici dell'ordine giudiziario e da due giudici esperti, da scegliere in appositi albi da tenersi nei
modi stabiliti dalla legge. Alla proposizione delle azioni per la risoluzione delle controversie
collettive è legittimata soltanto l'Associazione professionale riconosciuta o, previa
autorizzazione, le associazioni ad essa aderenti. In mancanza, l'azione può essere proposta dal
Pubblico Ministero, il cui ricorso deve esser notificato alla Associazione professionale
riconosciuta, che può intervenire nel giudizio. Nelle controversie collettive promosse dalla
Associazione professionale, l'intervento del Pubblico Ministero è obbligatorio a pena di nullità.
Le decisioni della Magistratura del Lavoro in sede di controversie collettive hanno la stessa
efficacia delle norme collettive emanate dalla organizzazione professionale riconosciuta. Tali
decisioni non possono essere impugnate se non per errori di procedura dinanzi alla Suprema
Corte di Cassazione.
142 - Poiché l'ordinamento giuridico della Repubblica fornisce tutti i mezzi per la composizione
equa e pacifica di ogni controversia collettiva nel campo del lavoro e della produzione, lo
sciopero, la serrata, l'inosservanza delle norme collettive ed economiche e delle sentenze della
Magistratura del Lavoro, e in genere tutti gli altri atti di lotta sociale, sono puniti quali delitti
contro l'economia nazionale.
internazionale, come attributo inerente alla sua natura, in conformità alla sua tradizione e alle
esigenze della sua missione nel mondo. La Repubblica Sociale Italiana riconosce alla Santa Sede la
piena proprietà e la esclusività ed assoluta potestà e giurisdizione sovrana sulla Città del Vaticano.
8 - I rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica Sociale Italiana si svolgono nel sistema
concordatario,
in
conformità
dei
Trattati
e
del
Concordato
vigenti.
9 - Gli altri culti sono ammessi, purché non professino principi e non seguano riti contrari all'ordine
pubblico e al buon costume. L'esercizio anche pubblico di tali culti è libero, con le sole limitazioni e
responsabilità stabilite dalla legge.
CAPO II - STRUTTURA DELLO STATO.
10 - La sovranità promana [da] tutta la Nazione.
11 - Sono organi supremi della Nazione: il Popolo e il Duce della Repubblica.
§ I - Il popolo - La rappresentanza.
12 - Il popolo partecipa integralmente, in modo organico e permanente, alla vita dello Stato e
concorre alla determinazione delle direttive, degli istituti e degli atti idonei al raggiungimento dei
fini della Nazione, col suo lavoro, con la sua attività politica e sociale, mediante gli organismi che si
formano nel suo seno per esprimere gli interessi morali, politici ed economici delle categorie di cui
si compone, e attraverso l'Assemblea costituente e la Camera dei rappresentanti del lavoro.
13 - Nell'esplicazione delle sue funzioni sociali lo Stato, secondo i principi del decentramento, si
avvale, oltre che dei propri organi diretti, di tutte le forze della Nazione, organizzandole
giuridicamente in enti ausiliari territoriali e istituzionali, ai quali concede una sfera di autonomia ai
fini dello svolgimento dei compiti loro assegnati nel modo più efficace e più utile per la Nazione.
SEZIONE I - L'Assemblea Costituente.
14 - L'Assemblea Costituente è composta da un numero di membri pari a 1 ogni 50.000 cittadini.
Deve essere l'espressione di tutte le forze vive della Nazione e pertanto debbono farne parte: 1) per
ragione delle loro funzioni: coloro che, al momento della riunione della Costituente, fanno parte del
Governo della Repubblica e ricoprono determinate cariche nell'amministrazione centrale e
periferica dello Stato, nella magistratura, nell'ordine scolastico, in enti locali territoriali e
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istituzionali, in organismi politici e culturali ai quali lo Stato abbia riconosciuti o assegnati compiti
di alto interesse nazionale. La legge stabilisce le cariche che importano in chi le ricopre
appartenenza alla Costituente. I membri di diritto non possono superare un terzo dei componenti
della Costituente; 2) per elezione popolare, coloro che siano designati a far parte della Costituente
dagli appartenenti alle organizzazioni riconosciute dallo Stato quali rappresentanti: dei lavoratori
(imprenditori, operai, impiegati, tecnici, dirigenti) dell'industria, dell'agricoltura, del commercio, del
credito e dell'assicurazione, delle professioni e arti, dell'artigianato e della cooperazione; dei
dipendenti dallo Stato e dagli enti pubblici; degli ex-combattenti per la causa nazionale, e, in
particolare, dei decorati e dei volontari; delle famiglie dei caduti per la causa nazionale; delle
famiglie numerose; degli italiani all'estero; delle altre categorie che in dati momenti della vita
nazionale siano riconosciute, per legge, espressione di importanti interessi pubblici. La legge
stabilisce i requisiti e le forme per il riconoscimento di tali organizzazioni, nonché, per ciascuna di
esse, il numero e i modi dell'elezione dei rappresentanti nella Costituente
15 - La Costituente elegge il Duce della Repubblica Sociale Italiana. Delibera: 1) sulla riforma della
Carta costituzionale o sulle deroghe eccezionali alle norme della stessa; 2) sugli argomenti di
supremo interesse nazionale che il Duce intenda sottoporle, o sui quali la decisione della
Costituente sia richiesta dalla Camera dei rappresentanti del lavoro, con una maggioranza di almeno
due terzi dei suoi membri di [sic, al posto di 'in'] carica.
16 - La Costituente è convocata dal Duce che ne fissa l'ordine del giorno. Nel caso di richiesta della
Camera dei rappresentanti del lavoro, ai sensi dell'articolo precedente, la convocazione deve aver
luogo entro un mese dal voto e nell'ordine del giorno debbono essere inseriti gli argomenti indicati
dalla Camera. In caso di impedimento del Duce, la Costituente è convocata dal Capo del Governo.
In caso di morte del Duce la Costituente deve esser convocata per la nomina del successore, entro
un mese dalla morte.
SEZIONE II - La Camera dei Rappresentanti del Lavoro.
17 - La Camera dei rappresentanti del lavoro è composta di un numero di membri pari a 1 ogni
100.000 abitanti, eletti col sistema del suffragio universale diretto da tutti i cittadini lavoratori
maggiori degli anni 18. Di essa inoltre fanno parte di diritto il Capo del Governo, nonché i Ministri
e Sottosegretari di Stato.
18 - Sono considerati lavoratori coloro che sono rappresentati da un'Associazione professionale
riconosciuta e i dipendenti da enti eventualmente esenti dall'inquadramento. Sono, agli effetti
dell'elettorato attivo, equiparati ai lavoratori: 1) coloro che hanno cessato di lavorare per ragioni di
invalidità o vecchiaia; 2) coloro che seguono regolarmente un corso di studi, in istituti scolastici
statali o pareggiati; 3) coloro che siano disoccupati involontari, o svolgano attività, da determinarsi
per legge, fuori del campo della disciplina professionale.
19 - Possono essere eletti rappresentanti del lavoro coloro che siano in possesso di tutti i seguenti
requisiti: 1) siano maggiori degli anni 25, oppure siano decorati al valor militare o civile, volontari
di guerra, mutilati o feriti di guerra o comunque per la causa nazionale, maggiori degli anni 21; 2)
siano elettori; 3) non abbiano subito condanne per delitti o atti incompatibili colla dignità e il
prestigio di rappresentanti del lavoro. La legge determina tali delitti o atti, escludendo quelli
compiuti per ragioni di convinzioni politiche.
20 - I membri della Camera rappresentano tutto il popolo lavoratore, e non gli appartenenti alle
circoscrizioni territoriali o alle categorie professionali che li hanno eletti.
21 - I rappresentanti del lavoro non possono essere ammessi all'esercizio delle loro funzioni se non
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dopo aver prestato il giuramento dinanzi a Dio e ai Caduti della patria di servire con fedeltà la
Repubblica Sociale Italiana, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi, nel solo intento del
bene della Nazione.
22 - I rappresentanti del lavoro hanno il dovere di esprimere le loro opinioni e di dare i loro voti
secondo coscienza e per i fini della loro funzione. Sono liberi e insindacabili nell'esercizio delle loro
funzioni.
23 - I rappresentanti del lavoro non possono essere arrestati, salvo il caso di flagranza di delitto,
né processati, senza l'autorizzazione preventiva della Camera.
24 - I rappresentanti del lavoro restano in carica per tutta la durata della legislatura (art. 25). E sono
rieleggibili. Decadono però dalla loro funzione: 1) se tradiscono il giuramento prestato; 2) se
perdono alcuno dei requisiti per la loro eleggibilità; 3) se trascurano i doveri della funzione
rimanendo assenti per dieci sedute consecutive della Camera, senza autorizzazione da accordarsi dal
Presidente (art. 34); qualora concorrano giustificati motivi.
25 - I lavori della Camera sono divisi in legislature. Ogni legislatura dura cinque anni, ma può
essere sciolta anche prima, nel caso stabilito dal presente Statuto. La fine di ciascuna legislatura è
stabilita con decreto del Duce, su proposta del Capo del Governo (art. 50). Il decreto fissa anche la
data di convocazione dell'Assemblea per ascoltare il discorso del Duce, col quale si inizia la
legislatura successiva.
26 - La Camera dei rappresentanti del lavoro collabora col Duce e col Governo per la formazione
delle leggi. Per l'esercizio dell'ordinaria funzione legislativa la Camera è periodicamente convocata
dal Capo del Governo.
27 - Il potere di proposizione delle leggi spetta al Duce (art. 41) e ai rappresentanti del lavoro (art.
49).
28 - La Camera esercita le sue funzioni per mezzo dell'Assemblea plenaria, della Commissione
generale del bilancio e delle Commissioni legislative.
29 - È di competenza esclusiva della Assemblea plenaria la discussione e l'approvazione: 1) dei
disegni di legge concernenti: le attribuzioni e le prerogative del Capo del Governo; la facoltà del
Governo di emanare norme giuridiche; l'ordinamento professionale; i rapporti fra lo Stato e la Santa
Sede; i trattati internazionali che importino variazioni al territorio dello Stato e delle Colonie;
l'ordinamento giudiziario, sia ordinario che amministrativo; le deleghe legislative di carattere
generale; 2) dei progetti di bilancio e di rendiconto consuntivo dello Stato, delle aziende autonome
statali e degli enti pubblici economici di importanza nazionale la cui gestione sia rilevante per il
bilancio dello Stato; 3) dei disegni di legge per i quali tale forma di discussione sia richiesta dal
Governo o dall'Assemblea, oppure proposta dalle Commissioni e autorizzata dal Capo del Governo;
4) delle proposte di sottoporre alla Costituente la decisione di argomenti di supremo interesse
nazionale.
30 - Le sedute dell'Assemblea plenaria sono pubbliche. Però la riunione può esser tenuta in segreto,
quando lo richiedano il Capo del Governo o almeno venti [cancellato da Mussolini e corretto con
'cinquanta'] dei rappresentanti del lavoro. Le votazioni hanno sempre luogo in modo palese.
31 - Le commissioni legislative sono costituite, in relazione a determinate attività nazionali, dal
Presidente della Camera. Esse eleggono nel proprio seno il Presidente; a questo spetta convocarle.
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32 - Sono [sic, al posto di 'È'] di competenza delle Commissioni la emanazione delle norme
giuridiche, aventi oggetto diverso da quello indicato nell'art. 28 e che importano creazione,
modifica o perdita dei diritti soggettivi dei cittadini, salvo che la legge ne attribuisca la competenza
anche ad altri enti e organi. La legge determina i modi, le forme e i termini per la discussione e
l'approvazione dei disegni di legge sottoposti alle Commissioni legislative.
33 - Le deliberazioni dell'Assemblea plenaria e delle Commissioni sono prese a maggioranza
assoluta, salvo il caso dell'art. 15. Nessuna deliberazione è valida se non [è] presa con la presenza di
almeno due terzi e col voto di almeno la metà dei rappresentanti del lavoro in carica.
34 - La Camera: provvede alla approvazione e modifica del suo regolamento; elegge, al principio di
ogni legislatura, il proprio Presidente e i Vice-Presidenti. Il Presidente nomina alle altre cariche
stabilite dal regolamento della Camera.
§ II - Il Duce della Repubblica Sociale Italiana.
35 - Il Duce della Repubblica Sociale Italiana è il Capo dello Stato. Quale supremo interprete della
volontà nazionale, che è la volontà dello Stato, realizza in sé l'unità dello Stato.
36 - È eletto dall'Assemblea Costituente. Dura in carica cinque [cancellato da Mussolini e corretto
con 'sette'] anni. È rieleggibile [Mussolini ha aggiunto le parole 'una volta sola'].
37 - All'atto dell'assunzione delle sue funzioni, deve prestare giuramento dinanzi a Dio e ai Caduti
per la Patria, di servire la Repubblica Sociale Italiana con tutte le sue forze e di ispirarsi in ogni atto
del suo ufficio all'interesse supremo della Nazione e alla giustizia sociale.
38 - Il Duce non è responsabile verso alcun altro organo dello Stato per gli atti compiuti
nell'esercizio delle sue funzioni.
39 - Il Duce comanda tutte le forze armate, in tempo di pace a mezzo del Ministro per la Difesa
Nazionale, in tempo di guerra a mezzo del Capo di Stato Maggiore Generale; dichiara la guerra; fa i
trattati internazionali, dandone comunicazione alla Costituente o alla Camera dei rappresentanti del
lavoro appena che ritenga ciò consentito dai supremi interessi dello Stato. I trattati che importino
variazioni nel territorio dello Stato, limitazioni o accrescimenti della sua sovranità o oneri per le
finanze, non diventano esecutivi se non dopo avere ottenuto l'approvazione della Costituente o della
Camera dei rappresentanti del lavoro, ai sensi di questa Costituzione.
40 - Il Duce esercita il potere legislativo in collaborazione con il Governo e con la Camera dei
rappresentanti del lavoro.
41 - Il Duce convoca ogni anno la Camera. Può prorogarne le sessioni.
42 - Qualora ravvisi il dissenso politico tra il popolo dei lavoratori e la Camera, il Duce può
scioglierla, convocandone un'altra nel termine di tre mesi.
43 - Il Duce presenta alla Camera i disegni di legge per mezzo del Governo.
44 - Il Duce sanziona le leggi.
45 - Al Duce appartiene il potere esecutivo. Esso lo esercita direttamente e a mezzo del Governo. Il
Duce promulga le leggi. Il Duce nomina a tutte le cariche dello Stato. Con decreto del Duce, sentito
il Consiglio dei Ministri, sono emanate le norme giuridiche per disciplinare: 1) l'esecuzione delle
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leggi; 2) l'uso delle facoltà spettanti al potere esecutivo; 3) l'organizzazione e il funzionamento delle
amministrazioni dello Stato, e di altri enti pubblici indicati dalla legge. Con decreto del Duce,
previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, possono emanarsi norme aventi forza di legge: 1)
quando il Governo sia a ciò delegato da una legge; 2) nei casi di urgente e assoluta necessità sulla
materia di competenza dell'Assemblea generale e delle Commissioni legislative della Camera,
nonché per la messa in vigore dei disegni di legge su cui le Commissioni legislative non abbiano
deliberato nei termini fissati dalla legge. In questi casi il Decreto del Duce deve essere a pena di
decadenza presentato alla Camera, per la conversione in legge, entro sei mesi dalla sua
pubblicazione. Se la Camera non l'approvi e decorrano due anni dalla pubblicazione, senza che sia
intervenuta la conversione, il decreto cessa di aver vigore.
46 - Il Duce ha il diritto di amnistia, di grazia e di indulto
47 - Al Duce spetta di istituire ordini cavallereschi e stabilirne gli statuti.
48 - I titoli di nobiltà sono mantenuti a coloro che vi hanno diritto. Al Duce spetta di conferirne di
nuovi.
§ III - Il Governo.
49 - Il Governo della Repubblica è costituito dal Capo del Governo e dai Ministri.
50 - Il Capo del Governo è nominato e revocato dal Duce. È responsabile verso il Duce
dell'indirizzo generale politico del Governo.
51 - Il capo del Governo dirige e coordina l'opera dei Ministri, convoca il consiglio dei Ministri, ne
fissa l'ordine del giorno e lo presiede.
52 - Nessuno oggetto può esser posto all'ordine del giorno della Camera, senza il previo assenso del
Capo del Governo.
53 - L'assenso del Capo del Governo è necessario per presentazione alla Camera delle proposte di
legge di iniziativa dei rappresentanti del lavoro.
54 - I Ministri sono nominati e revocati dal Duce su proposta del Capo del Governo. Sono
responsabili verso il Duce e verso il Capo del Governo di tutti gli atti e provvedimenti dei loro
Ministeri.
55 - I sottosegretari di Stato sono nominati e revocati dal Duce, su proposta del Capo del Governo,
sentito il Ministro competente.
56 - A giudicare dei reati commessi da un Ministro con abuso delle sue funzioni, è competente la
Camera costituita in Corte giurisdizionale. L'azione è esercita da Commissari nominati all'inizio di
ogni legislatura e sostituiti in caso di vacanza, dal Presidente della Camera. Contro le sentenze
pronunziate dalla Camera come Corte giurisdizionale non è dato alcun ricorso.
§ IV - Le forze armate.
57 - Le forze armate hanno lo scopo di combattere per la difesa dell'onore, della libertà e del
benessere della Nazione. Esse comprendono l'Esercito, la Marina da guerra, l'Aeronautica.
58 - La bandiera di combattimento per le forze armate è il tricolore, con fregio e una frangia
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marginale di alloro, e ai quattro lati il fascio repubblicano, una granata, un'ancora e un'aquila.
59 - La coscrizione militare è un servizio d'onore per il popolo italiano, ed un privilegio per la parte
più eletta di esso. Tutti i cittadini hanno il diritto e il dovere di servire in armi la Nazione, quando
ne abbiano la idoneità fisica e non si trovino nelle condizioni di indegnità morale, stabilite dalla
legge.
60 - Al Duce soltanto spettano nei riguardi delle forze armate i poteri di coordinamento; di nomina
e di promozione, di ispezione, di dislocazione delle truppe, di mobilitazione.
§ V - La giurisdizione.
61 - La giurisdizione garantisce l'attuazione del diritto positivo nello svolgimento dei fatti e dei
rapporti giuridici.
62 - Le sentenze sono emanate nel nome della Legge, della quale esse realizzano la volontà.
63 - La funzione giurisdizionale è esercitata dai giudici, collegiali o unici, nominati dal Duce. La
loro organizzazione, la loro competenza per materia e per territorio, la procedura che debbono
seguire nello svolgimento delle loro funzioni, sono regolate dalla legge.
64 - Una sola Suprema Corte di cassazione è costituita per tutta la Repubblica. Essa ha sede in
Roma. Ad essa spetta di assicurare un'uniforme interpretazione e applicazione del diritto da parte
dei giudici di merito, e di risolvere i conflitti di attribuzione tra l'autorità giudiziaria e quella
amministrativa.
65 - Nell'esercizio delle sue funzioni è garantita piena indipendenza alla magistratura: questa è
vincolata dalla legge e soltanto dalla legge.
66 - Nessuno può esser punito per un fatto che non sia espressamente preveduto dalla legge, né con
pene che non siano da essa stabilite, né senza un giudizio svolto con le regole da essa fissate.
67 - Nei casi che debbono essere determinati con legge approvata dall'Assemblea della Camera,
possono essere istituiti tribunali straordinari per un tempo limitato, e per determinati delitti. La
giurisdizione dei tribunali militari non può essere estesa a cittadini non in servizio militare se non in
tempo di guerra e per i reati espressamente preveduti dalla legge.
68 - Quando lo Stato e gli altri enti pubblici agiscono nel campo del diritto privato sono pienamente
soggetti al codice civile e alle altre leggi.
69 - Gli organi amministrativi dello Stato e degli altri enti pubblici debbono ispirarsi nell'esercizio
delle loro funzioni alla realizzazione del principio della giustizia nell'amministrazione.
70 - Colui che sia stato leso da un atto amministrativo in suo interesse legittimo, dopo l'esperimento
dei ricorsi gerarchici, in quanto ammessi, può proporre contro l'atto stesso ricorso per violazione di
legge, eccesso di potere e incompetenza dinanzi agli organi della giustizia amministrativa. Questi,
oltre alla generale competenza di legittimità, hanno competenza di merito nei casi stabiliti dalla
legge.
§ VI - La difesa della stirpe.
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71 - La Repubblica considera l'incremento demografico come condizione per l'ascesa della Nazione
e per lo sviluppo della sua potenza militare, economica, civile.
72 - La politica demografica della Repubblica si svolge con tre finalità essenziali: numero, sanità
morale e fisica, purità della stirpe.
73 - Presupposto della politica demografica è la difesa della famiglia, nucleo essenziale della
struttura sociale dello Stato. La Repubblica la attua proteggendo e consolidando tutti i valori
religiosi e morali che cementano la famiglia, e in particolare: col favore accordato al matrimonio,
considerato anche quale dovere nazionale e fonte di diritti, perché esso possa raggiungere tutte le
sue alte finalità, prima: la procreazione di prole sana e numerosa; col riconoscimento degli effetti
civili al sacramento del matrimonio, disciplinato nel diritto canonico; col divieto di matrimonio di
cittadini italiani con sudditi di razza ebraica, e con la speciale disciplina del matrimonio di cittadini
italiani con sudditi di altre razze o con stranieri; con la tutela della maternità; con la prestazione di
aiuti e assistenza per il sostenimento degli oneri familiari. Speciali agevolazioni spettano alle
famiglie numerose.
74 - La protezione dell'infanzia e della giovinezza è un'elevata funzione pubblica, che la Repubblica
svolge, anche a mezzo appositi istituti, con l'ingerenza nell'attività educativa familiare (art. 76), con
la protezione della filiazione illegittima e con l'assistenza tutelare dei minori abbandonati.
§ VII - L'educazione e l'istruzione del popolo.
SEZIONE I - Dell'Educazione.
75 - La Repubblica pone tra i suoi principali compiti istituzionali l'educazione morale, sociale e
politica del popolo.
76 - L'educazione dei figli, conforme ai principi della morale e del sentimento nazionale, è il
supremo obbligo dei genitori. Lo Stato, col rispetto dei diritti e dei doveri della patria potestà,
invigila perché l'educazione familiare raggiunga i suoi fini di formare l'onesto cittadino, lavoratore e
soldato, e si avvale degli ordinamenti scolastici per integrare e indirizzare l'opera della famiglia.
Ove quest'opera manchi, provvede a sostituirla, affidandone lo svolgimento a istituti di pubblica
assistenza o a privati.
77 - Organo fondamentale dell'educazione politica del popolo è il Partito fascista repubblicano.
Esso è riconosciuto come organo ausiliario dello Stato, e ha quali compiti essenziali: difendere e
potenziare la rivoluzione, secondo i principi della dottrina di cui esso è assertore e depositario;
suscitare e rafforzare nel popolo la coscienza, la passione, la [corretto da Mussolini in 'la passione
della'] solidarietà nazionale, e il dovere di subordinare tutti gli interessi individuali e collettivi,
all'interesse supremo della libertà della Nazione nel mondo; diffondere nel popolo la conoscenza dei
problemi internazionali e interni che interessano l'Italia.
78 - L'iscrizione al P.F.R. non importa alcun privilegio o speciale diritto. Essa importa il dovere di
votarsi fino al limite estremo delle proprie forze, con assoluto disinteresse e purità d'intenti, alla
causa nazionale. Fuor del campo delle attività aventi carattere preminentemente politico, l'iscrizione
al P.F.R. non è condizione né costituisce titolo di preferenza per l'assunzione o la conservazione di
impieghi e cariche né per il trattamento morale ed economico dei lavoratori.
SEZIONE II - Dell'Istruzione.
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79 - La scuola si propone la formazione di una cultura del popolo, inspirata agli eterni valori della
razza italiana e della sua civiltà.
80 - I programmi scolastici sono fissati in vista della funzione della scuola per l'educazione delle
nuove generazioni.
81 - L'accesso agli studi e la loro prosecuzione sono regolati esclusivamente col criterio delle
capacità e delle attitudini dimostrate. Collegi di Stato garantiscono la continuazione degli studi ai
giovani capaci non abbienti.
82 - L'istruzione elementare, da impartirsi in scuole chiare e salubri, è obbligatoria e gratuita per
tutti i cittadini della Repubblica.
83 - La Repubblica Sociale Italiana considera fondamento e coronamento dell'istruzione pubblica
l'insegnamento della Dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione cattolica: perciò
l'insegnamento religioso è obbligatorio nelle scuole pubbliche elementari e medie. La legge può
stabilire particolari casi di esenzione.
84 - La fondazione e l'esercizio di istituti privati di istruzione sono ammessi soltanto previa
autorizzazione dello Stato e sotto controllo di questo sull'organizzazione, i programmi e la capacità
morale e formazione scientifica degli insegnanti.
§ VIII - L'amministrazione locale.
85 - I Comuni e le Provincie sono enti ausiliari dello Stato. La loro istituzione e le loro
circoscrizioni sono regolate dalla legge.
86 - I Comuni e le Provincie hanno come fine esclusivo la tutela degli interessi amministrativi dei
cittadini che loro appartengono. A tal fine sono muniti dallo Stato di poteri, che debbono esercitare
coordinandoli e subordinandoli agli interessi superiori della Nazione. Nello svolgimento delle loro
funzioni i Comuni e le Province agiscono in modo autonomo, secondo i principi del decentramento
amministrativo, ma sono sottoposti al controllo di legittimità e, nei casi stabiliti dalla legge, al
controllo di merito degli organi diretti dallo Stato.
87 - Gli organi dell'amministrazione autonoma locale sono stabiliti dalla legge. I Consigli comunali
e provinciali sono eletti col sistema del suffragio universale diretto dai cittadini lavoratori residenti
domiciliati nel territorio del Comune o della Provincia.
88 - I Consigli eleggono nel loro seno il Podestà del Comune e il Preside della Provincia. La legge
stabilisce le cause di incapacità, ineleggibilità, incompatibilità per le nomine a Podestà o a Preside.
Tali nomine sono soggette all'approvazione dello Stato, da darsi con decreto del Duce.
CAPO III - DIRITTI E DOVERI DEL CITTADINO.
89 - La cittadinanza italiana si acquista e si perde alle condizioni e nei modi stabiliti dalla legge,
sulla base del principio che essa è titolo d'onore da riconoscersi e concedersi soltanto agli
appartenenti alla stirpe ariana italiana. In particolare la cittadinanza non può essere acquistata da
appartenenti alla razza ebraica e a razze di colore.
90 - I sudditi di razza non italiana non godono del diritto di servire l'Italia in armi, né, in genere, dei
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diritti politici: godono dei diritti civili entro i limiti segnati dalla legge, secondo il criterio della loro
esclusione da ogni attività, culturale ed economica, che presenti un interesse pubblico, anche se
svolgentesi nel campo del diritto privato. In quanto non particolarmente disposto vale per essi, in
quanto applicabile, il trattamento riservato agli stranieri.
91 - Fondamentale dovere del cittadino è quello di collaborare con tutte le sue forze, e in ogni
campo della sua attività, al raggiungimento dei fini supremi della Repubblica Sociale Italiana,
accettando volenterosamente e disciplinatamente, gli oneri, le restrizioni ed i sacrifici che
rispondono alle esigenze nazionali, per il principio che non può essere veramente libero se non il
cittadino della Nazione libera.
92 - Tutti i cittadini sono uguali dinanzi alla legge.
93 - I diritti civili e politici sono attribuiti a tutti i cittadini. Ogni diritto soggettivo, pubblico e
privato, importa il dovere dell'esercizio in conformità del fine nazionale per cui è concesso. A
questo titolo lo Stato ne garantisce e tutela l'esercizio.
94 - La libertà personale è garantita. Nessuno può essere arrestato se non nei casi previsti e nelle
forme prescritte dalla legge. Nessun cittadino, arrestato in flagrante o fermato per misure
preventive, può esser trattenuto oltre tre giorni senza un ordine dell'autorità giudiziaria nei casi
previsti e nelle forme prescritte dalla legge.
95 - Il domicilio è inviolabile. Tranne i casi di flagranza, nessuna visita o perquisizione domiciliare
è consentita senza ordine dell'autorità giudiziaria nei casi previsti e nelle forme prescritte dalla
legge.
96 - A ogni cittadino deve esser assicurata la facoltà di controllo, diretto o a traverso i suoi
rappresentanti, e di responsabile critica sugli atti politici e su quelli della pubblica amministrazione,
nonché sulle persone che li compiono o vi sono preposte.
97 - La libertà di parola, di stampa, d'associazione, di culto è riconosciuta dalla Repubblica come
attributo essenziale della personalità umana e come strumento utile per gli interessi e per lo
sviluppo della Nazione. Deve esser garantita fino al limite in cui è compatibile con le preminenti
esigenze dello Stato e con la libertà degli altri individui.
98 - L'organizzazione politica è libera. I partiti possono esplicare la loro attività di propaganda delle
loro idee e dei loro programmi, purché non in contrasto con i fini supremi della Repubblica.
99 - L'organizzazione professionale è libera. Ma soltanto la Confederazione unitaria del lavoro della
tecnica e delle arti, o le associazioni ad essa aderenti e riconosciute dallo Stato, rappresentano
legalmente gli interessi di tutte le categorie produttive e sono munite di pubblici poteri per lo
svolgimento delle loro funzioni.
100 - È vietata, salva la preventiva autorizzazione dello Stato nel territorio della Repubblica la
costituzione di associazioni aderenti a organizzazioni sindacali o politiche straniere o internazionali,
o che ne costituiscano sezioni o comunque conservino con esse collegamenti.
101 - È vietata nel territorio della Repubblica la costituzione di società segrete.
CAPO IV - STRUTTURA DELL'ECONOMIA NAZIONALE.
§ I - La produzione e il lavoro.
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SEZIONE I - La Produzione.
102 - Il complesso della produzione è unitario dal punto di vista nazionale. Suoi obiettivi sono il
benessere dei singoli e lo sviluppo della potenza della Nazione.
103 - Nel campo della produzione la Repubblica si propone di conseguire l'indipendenza economica
della Nazione, condizione e garanzia della sua libertà politica nel mondo. A tale scopo la
Repubblica, oltre a promuovere in tutti i modi l'aumento, il perfezionamento della produzione e la
riduzione dei costi, fissa, a mezzo dei suoi organi e degli enti idonei, le direttive e i piani generali
della produzione nazionale o di settori di questa. All'osservanza di tali direttive e al successo di tali
piani sono impegnati tutti i lavoratori, sia nella determinazione degli indirizzi, che nello
svolgimento dell'attività produttiva.
104 - Nei rapporti tra le categorie dei vari rami della produzione nazionale, come nel seno di ogni
singola impresa, si attua la collaborazione dei diversi fattori della produzione tra loro, il
contemperamento dei loro interessi, la loro subordinazione agli interessi superiori della Nazione.
105 - La Repubblica considera la proprietà privata frutto del lavoro e del risparmio individuale,
come completamento e mezzo di esplicazione della personalità umana, e ne riconosce la funzione
sociale e nazionale, quale un mezzo efficace per sviluppare e moltiplicare la ricchezza e per porla a
servizio della Nazione. A questi titoli la Repubblica rispetta e tutela il diritto di proprietà privata e
ne garantisce l'esercizio e i trasferimenti sia per atto fra i vivi che per successione legittima o
testamentaria, secondo le regole stabilite dal codice civile e dalle altre leggi.
106 - La Repubblica protegge con particolare cura la proprietà rurale, di interesse vitale per
l'economia nazionale e per la sanità morale e fisica della stirpe. Perciò favorisce con ogni mezzo il
ritorno ai campi, con la costruzione di case coloniche, con le agevolazioni all'acquisto della piccola
proprietà rurale da parte del più gran numero di lavoratori, coltivatori diretti. Nei trasferimenti di
terreni coltivabili o coltivati non può farsi luogo a frazionamenti che non rispettino l'unità colturale
necessaria e sufficiente per il lavoro di una famiglia agricola o per una conveniente coltivazione.
107 - Si può procedere all'espropriazione della proprietà privata per pubblico interesse, nei casi
legalmente accertati di pubblica utilità e quando il proprietario abbandoni o trascuri l'esercizio del
diritto in modo dannoso per l'economia nazionale. Si può altresì disporre il trasferimento coattivo
della proprietà, quando sia di pubblico interesse assegnarne l'esercizio a persone o enti più adatti,
ma solo nelle ipotesi espressamente stabilite dalla legge. Sia in caso di espropriazione che di
trasferimenti coattivi nel pubblico interesse è dovuta al proprietario una congrua indennità
conformemente alle leggi.
108 - La Repubblica considera l'iniziativa privata nel campo della produzione come lo strumento
più utile nell'interesse della Nazione, e pertanto la favorisce e la controlla.
109 - L'organizzazione privata della produzione essendo una funzione di interesse nazionale,
l'organizzatore dell'impresa è responsabile dell'indirizzo della produzione di fronte alla Repubblica.
110 - L'intervento dello Stato nella gestione di imprese economiche ha luogo nei casi in cui siano in
giuoco interessi politici dello Stato, nonché per controllare l'iniziativa privata e per
incoraggiarla, integrarla e, quando sia necessario, sostituirla se essa si dimostri insufficiente o
manchi.
111 - La Repubblica assume direttamente la gestione delle imprese che controllino settori essenziali
per la indipendenza economica e politica del Paese, nonché di imprese fornitrici di prodotti e servizi
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indispensabili a regolare lo svolgimento della vita economica del Paese. La determinazione delle
imprese che si trovino in tale situazione è fatta per legge.
112 - In caso di assunzione della gestione di imprese private, per insufficienza della loro iniziativa,
lo Stato la affida ad altro gestore privato, oppure, ma soltanto per il periodo in cui ciò non sia
possibile o conveniente, a speciali enti pubblici.
SEZIONE II - Il Lavoro.
113 - I1 lavoro è il soggetto e il fondamento dell'economia produttiva.
114 - Il lavoro, sotto tutte le sue forme organizzative ed esecutive, intellettuali, tecniche e manuali è
un dovere nazionale. Soltanto il cittadino che adempie il dovere del lavoro ha la pienezza della
capacità giuridica, politica e civile.
115 - Come l'adempimento del dovere di svolgere l'attività lavorativa secondo le capacità e
attitudini di ognuno è pari titolo di onore e di dignità, così la Repubblica assicura la piena
116 - La Repubblica garantisce a ogni cittadino il diritto al lavoro, mediante l'organizzazione e
uguaglianza giuridica di tutti i lavoratori. lavoro. Il collocamento dei lavoratori è funzione pubblica,
svolta gratuitamente da idonei uffici dall'organizzazione professionale riconosciuta. l'incremento
della produzione e mediante il controllo e la disciplina della domanda e dell'offerta
117 - Poiché la attuazione, rigorosa e inderogabile, delle condizioni fondamentali costituenti
garanzia del lavoro è di preminente interesse pubblico, la disciplina del rapporto di lavoro è affidata
alla legge o alle norme da emanarsi dall'organizzazione professionale riconosciuta. Tali norme si
inseriscono automaticamente nei contratti individuali, i quali possono contenere norme diverse ma
soltanto più favorevoli al lavoratore.
118 - La retribuzione del prestatore di lavoro deve corrispondere alle esigenze normali di vita, alle
possibilità della produzione e al rendimento del lavoro. Oltre alla retribuzione normale saranno
corrisposti al lavoratore anche nello spirito di solidarietà tra i vari elementi della produzione,
assegni in relazione agli oneri familiari.
119 - L'orario ordinario di lavoro non può superare le 44 ore settimanali e le 8 ore giornaliere, salvo
esigenze di ordine pubblico per periodi determinati e per settori produttivi da stabilirsi per legge. La
legge o le norme emanate dalle associazioni professionali riconosciute stabiliscono i casi e i limiti
di ammissibilità del lavoro straordinario e notturno e la misura della maggiorazione di retribuzione
rispetto a quella dovuta per il lavoro ordinario.
120 - Il lavoratore ha diritto a un giorno di riposo ogni settimana, di regola in coincidenza con la
domenica e a un periodo annuale di ferie retribuito.
121 - Ogni lavoratore ha diritto a sciogliere il rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Se il
licenziamento avviene senza sua colpa, il lavoratore ha diritto, oltre a un congruo preavviso, a
un'indennità proporzionata agli anni di servizio.
122 - In caso di morte del lavoratore, quanto a questo spetterebbe se fosse licenziato senza sua
colpa, spetta ai figli, al coniuge, ai parenti conviventi a carico o agli eredi, nei modi stabiliti dalla
legge.
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123 - La previdenza è un'alta manifestazione del principio di collaborazione tra tutti gli elementi
della produzione, che debbono concorrere agli oneri di essa. La Repubblica coordina e integra tale
azione di previdenza, a mezzo dell'organizzazione professionale, e con la costituzione di speciali
Istituti per l'incremento e la maggiore estensione delle assicurazioni sociali. L'opera convergente
dello Stato e delle categorie interessate deve garantire a tutti i lavoratori piena assistenza per la
vecchiaia, l'invalidità, gli infortuni sul lavoro, le malattie, la gravidanza e puerperio, la
disoccupazione involontaria, il richiamo alle armi.
124 - Allo scopo di dare e accrescere la capacità tecnica e produttiva e il valore morale dei
lavoratori e di agevolare l'azione selettiva tra questi, la Repubblica anche a mezzo dell'associazione
professionale riconosciuta, promuove e sviluppa l'istruzione professionale.
§ II - La gestione socializzata dell'impresa.
125 - La gestione dell'impresa, sia essa pubblica che privata, è socializzata. Ad essa prendono parte
diretta coloro che nell'impresa svolgono, in qualunque forma, una effettiva attività produttiva.
126 - Ogni impresa ha un capo, responsabile di fronte allo Stato, politicamente e giuridicamente,
dell'andamento
della
produzione
e
della
disciplina
del
lavoro
nell'impresa.
127 - Il capo dell'impresa pubblica è nominato dal Governo.
128 - Il capo dell'impresa privata è l'imprenditore. Imprenditore è colui che ha organizzato
l'impresa, determinandone l'oggetto e lo scopo economico, o colui che ne ha preso posto. Nelle
imprese individuali o ad amministratore unico, il capo dell'impresa è il titolare o l'amministratore
unico. Nelle imprese con organo amministrativo collegiale il capo dell'impresa è stabilito, dallo
statuto o dall'atto costitutivo, nella persona del Presidente del Consiglio di amministrazione o
dell'Amministratore delegato o di un tecnico, che può essere estraneo al Consiglio, e a cui si
conferiscono le funzioni di Direttore generale.
129 - Le aziende pubbliche sono amministrate da un Consiglio di gestione eletto dai lavoratori
dell'impresa, operai, impiegati tecnici. Il Consiglio di gestione decide su tutte le questioni inerenti
all'indirizzo e allo svolgimento della produzione dell'impresa nel quadro del piano unitario
nazionale determinato dalla Repubblica a mezzo dei suoi competenti organi; forma il bilancio
dell'impresa e delibera la ripartizione degli utili determinando la parte spettante ai lavoratori; decide
sulle questioni inerenti alla disciplina e alla tutela del lavoro.
130 - Nelle imprese private, degli organi collegiali di amministrazione, formati secondo la legge, gli
atti costitutivi e gli statuti fanno parte i rappresentanti degli operai, impiegati e tecnici dell'impresa
in numero non inferiore a quello dei rappresentati eletti dall'assemblea dei portatori del capitale
sociale, e uno o più rappresentanti dello Stato qualora esso partecipi alla formazione del capitale.
131 - Nelle imprese individuali e in quelle per le quali l'atto costitutivo e gli statuti prevedano un
amministratore unico, qualora esse impieghino complessivamente almeno cinquanta lavoratori,
verrà costituito un consiglio di operai, impiegati e tecnici dell'impresa di almeno tre membri. Il
Consiglio collabora col titolare dell'impresa e con l'amministratore unico alla gestione dell'impresa.
Deve esser sentito per la formazione del bilancio e per le decisioni che importino trasformazione
della struttura, della forma giuridica e dell'oggetto dell'impresa.
132 - In ogni impresa, che occupi più di dieci lavoratori, si costituisce il consiglio di fabbrica, eletto
vi sia un organo collegiale, di amministrazione né il consiglio dei lavoratori, il capo dell'impresa
70
deve sentire il parere del consiglio di fabbrica nelle questioni riguardanti la disciplina da tutti gli
operai, impiegati e tecnici, il quale partecipa alla formazione dei regolamenti interni e alla
risoluzione delle questioni che possano sorgere nella loro applicazione. Nelle imprese in cui non del
lavoro, e può sentirlo nelle altre questioni che egli intenda di sottoporgli.
133 - La legge, in relazione alla situazione economica, stabilisce i limiti massimi e i modi con cui
può esser determinato il compenso al capitale impiegato nell'impresa, in generale o per i vari tipi di
esse. Entro questi limiti e nei modi consentiti la determinazione del compenso è stabilita
convenzionalmente.
134 - Gli utili dell'impresa, dopo la deduzione del compenso dovuto al capitale, sono distribuiti tra
il capo, gli amministratori e gli operai, impiegati e tecnici dell'impresa, nelle proporzioni fissate per
legge, per norma collettiva o, in mancanza degli atti costitutivi, dagli statuti e dalle deliberazioni
degli organi di gestione. La parte degli utili non distribuita, è assegnata alla riserva nei limiti minimi
e massimi stabiliti dalla legge, e se vi sia ancora un'eccedenza, questa è devoluta allo Stato che
l'amministra o la impiega per scopi di carattere sociale.
§ III - L'organizzazione professionale.
135 - Tutte le categorie di prestatori d'opera e di lavoratori, operai, impiegati, dirigenti, di artigiani,
di imprenditori, di professionisti e gli artisti sono organizzati in un'organizzazione professionale
nazionale. Nel seno dell'organizzazione unica possono formarsi sezioni per le varie branche della
produzione e per le varie categorie professionali.
136 - L'associazione professionale unica si ispira ai principi della Repubblica Sociale Italiana e ne
cura l'attuazione nel campo dell'economia nazionale: essa costituisce l'organizzazione giuridica a
traverso la quale si opera la trasformazione di tutte le forze della produzione in forze nazionali, e si
realizza la loro partecipazione stabile alla costituzione e alla vita dello Stato.
137 - L'organizzazione professionale unica ha l'esclusiva integrale rappresentanza degli interessi
delle categorie in essa organizzate. In virtù di questa integrale rappresentanza, essendo gli interessi
delle categorie produttive, considerate nella loro funzione nazionale, di supremo interesse statale,
essa è giuridicamente riconosciuta come ente ausiliario dello Stato.
138 - L'associazione professionale unica ha come precisi compiti istituzionali, che essa può
assolvere anche a traverso le associazioni che si formino nel suo seno: tutelare gli interessi delle
categorie rappresentate, contemperandoli tra loro e subordinandoli ai fini superiori della Nazione;
promuovere in tutti i modi l'incremento qualitativo e quantitativo della produzione, e la riduzione
dei costi e dei prezzi di beni e servizi, nell'interesse dei produttori e dei consumatori; curare che gli
appartenenti alle categorie produttive si uniformino, nell'esercizio della loro attività, ai principi
dell'ordinamento sociale nazionale e agli obblighi che vi derivano; assicurare l'uguaglianza giuridica
tra i vari elementi della produzione, suscitarne e rafforzarne la solidarietà tra loro e verso la
Nazione; promuovere ed attuare provvedimenti e istituti di previdenza sociale fra i produttori;
coltivare l'istruzione, specialmente professionale, e l'educazione morale, politica e religiosa degli
appartenenti alle categorie; prestare assistenza ai produttori rappresentati; in genere svolgere tutte le
altre funzioni utili al mantenimento della disciplina della produzione e del lavoro.
139 - All'associazione professionale unica, per l'assolvimento dei suoi compiti lo Stato affida
l'esercizio di poteri: a) normativo, per cui, nelle forme e nei modi stabiliti dalla legge, essa detta
norme giuridiche obbligatorie per la disciplina dei rapporti collettivi di lavoro e può dettare, ove se
ne verifichi la necessità, norme giuridiche obbligatorie per la disciplina dei rapporti collettivi
economici ai fini del coordinamento della produzione; b) fiscale, per cui, onde sostenere le spese
71
obbligatorie facoltative connesse alle sue funzioni, può imporre contributi a tutti i lavoratori
rappresentati nella misura massima stabilita dalla legge procedendo all'esazione colle procedure e i
privilegi per la riscossione delle imposte; c) conciliativo, per cui deve esperire il tentativo di
conciliazione nelle controversie individuali e collettive relative ai rapporti di lavoro e
all'applicazione delle norme collettive economiche da esso emanate: tale tentativo di conciliazione
costituisce un presupposto necessario per la proposizione delle relative controversie giudiziarie; d)
disciplinare, per cui può infliggere ai rappresentati sanzioni disciplinari determinate nello Statuto
dell'associazione, per inosservanza ai doveri nascenti dall'ordinamento sociale nazionale; al fine di
accertare tali eventuali inosservanze essa può disporre gli opportuni controlli, a mezzo di propri
organi e dei fiduciari di fabbrica, ove siano istituiti; e) consultivo, per cui il suo parere deve esser
sentito dalle amministrazioni dello Stato, nelle materie interessanti la disciplina della produzione e
del lavoro.
140 - Nello svolgimento delle sue funzioni la Confederazione unica gode di piena autonomia. I
suoiatti sono solamente sottoposti al controllo di legittimità, e le persone al controllo politico dello
Stato, a mezzo degli organi designati dalla legge.
141 - Per la risoluzione delle controversie collettive relative alla formazione, alla revisione o alla
interpretazione delle norme collettive di lavoro o alla interpretazione delle norme collettive
economiche, emanate dall'organizzazione professionale riconosciuta è istituita la Magistratura del
Lavoro, organo della Magistratura ordinaria. La Magistratura del Lavoro è costituita da tre giudici
dell'ordine giudiziario e da due giudici esperti, da scegliere in appositi albi da tenersi nei modi
stabiliti dalla legge. Alla proposizione delle azioni per la risoluzione delle controversie collettive è
legittimata soltanto l'Associazione professionale riconosciuta o, previa autorizzazione, le
associazioni ad essa aderenti. In mancanza, l'azione può essere proposta dal Pubblico Ministero, il
cui ricorso deve esser notificato alla Associazione professionale riconosciuta, che può intervenire
nel giudizio. Nelle controversie collettive promosse dalla Associazione professionale, l'intervento
del Pubblico Ministero è obbligatorio a pena di nullità. Le decisioni della Magistratura del Lavoro
in sede di controversie collettive hanno la stessa efficacia delle norme collettive emanate dalla
organizzazione professionale riconosciuta. Tali decisioni non possono essere impugnate se non per
errori di procedura dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione.
142 - Poiché l'ordinamento giuridico della Repubblica fornisce tutti i mezzi per la composizione
equa e pacifica di ogni controversia collettiva nel campo del lavoro e della produzione, lo sciopero,
la serrata, l'inosservanza delle norme collettive ed economiche e delle sentenze della Magistratura
del Lavoro, e in genere tutti gli altri atti di lotta sociale, sono puniti quali delitti contro l'economia
nazionale.
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ORIENTAMENTO SCIENTIFICO
Prof.ssa Chiara Calcagno
Programma svolto
Introduzione sui fondamenti della matematica.
Induzione e deduzione; struttura delle teorie fisiche; la matematica come scienza deduttiva.
Logica: principi di identità, di non-contraddizione e del terzo escluso; connettivi logici e algebra
booleana; implicazione materiale e implicazione logica; quantificatori; regole di inferenza: modus
ponens e modus tollens; sillogismi.
Struttura di un teorema; proposizione inversa, contraria e controinversa; dimostrazioni con metodo
diretto e per assurdo.
Problema del V postulato di Euclide; tentativo di dimostrazione di Saccheri e nascita delle
geometrie non-euclidee; geometria ellittica e iperbolica; modello di geometria sferica.
Cantor e la teoria ingenua degli insiemi; problema della definizione; infinito potenziale e attuale;
insiemi infiniti e antinomia di Russel; cenni sulla crisi dei fondamenti. Teoria degli insiemi e
operazioni con gli insiemi; insiemi e logica; uso degli insiemi per la modellizzazione di particolari
problemi.
Introduzione storica alla probabilità come misura dell’incertezza; probabilità classica, frequentista e
soggettivista. Teoremi della somma e del prodotto; probabilità condizionata; legge dei grandi
numeri. Probabilità e gioco d’azzardo.
Legame tra statistica e probabilità. Statistica descrittiva: fasi dell’indagine statistica, distribuzioni di
frequenze, rappresentazioni grafiche dei dati; indici di posizione: media, mediana e moda.
Variabilità: varianza, deviazione standard, curva di Gauss.
Cardinalità di un insieme; insiemi numerabili e cardinalità del numerabile; cenni sui numeri
transfiniti; numerabilità dell’insieme Q; cardinalità del continuo e insieme R.
Cenni di calcolo combinatorio: permutazioni, disposizioni, combinazioni (semplici e con
ripetizione) e relativo schema per l’utilizzo.
Orientamento Area linguistica
Prof. Daniela RAZZORE
NOTA INTRODUTTIVA AL PROGRAMMA
Finalità:
Conoscenza degli elementi fondamentali della fonetica e della linguistica
Conoscenza delle caratteristiche principali delle lingue moderne
Le lingue dell’Unione Europea
Sviluppo delle capacità di analisi e inquadramento delle varie lingue e di collegamento
fra esse
Conoscenza degli indirizzi e degli eventuali sbocchi della Facoltà di Lingue
dell’Università degli Studi di Genova
Strategie di elaborazione di appunti universitari; relazione critica
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Svolgimento:
Le lezioni si sono svolte a scuola sulla base di dispense. E’ stata effettuata una visita
alla Facoltà di Lingue dell’Università degli Studi di Genova, dove gli studenti hanno
potuto ricevere esaurienti informazioni ed assistere a due lezioni.
PROGRAMMA
Fonetica: l’apparato fonatorio, classificazione dei suoni in base al luogo ed al modo di
articolazione, l’accento, la sillaba
Classificazione delle lingue: classificazione tipologica e genealogica
Linguistica: linguistica storica, comparativa e strutturale;
evoluzione delle lingue indoeuropee in generale (teorie di Schleicher, Schmidt e Batoli),
evoluzione delle lingue germaniche (prima e seconda mutazione consonantica),
evoluzione delle lingue romanze
Le lingue dell’Unione Europea: caratteristiche e distribuzione
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PROGRAMMA DI FILOSOFIA
Ore settimanali: 3
Docente: Prof. Riccardo SIRELLO
Introduzione esplicativa
La scelta didattica operata a priori, nell’ambito della possibilità di una maxisperimentazione dell’Autonomia Classica e condivisa dalle istituzioni coinvolte sul territorio
nazionale, è stata quella di rispettare la convinzione che l'insegnamento della Filosofia sia
da intendersi non come trasmissione di un sapere compiuto e tendenzialmente
manualistico, ma come educazione alla ricerca, cioè acquisizione di un abito di riflessione
e di una capacità di dialogare con gli autori che costituiscono la viva testimonianza della
ricerca "in fieri", nel contempo si è mantenuta salda la convinzione che la filosofia stessa
debba essere intesa soprattutto, come “arte del vivere” e non come semplice narrazione,
né tanto meno, ripetizione dei diversi “sistemi filosofici”. Pertanto, la prospettiva storica si
confronterà sempre con quella di una filosofia intesa come saper “filosofare”, “dialogare”
funzionale all’ “arte del saper vivere”.
Circa i metodi indicati agli studenti il rispetto si è rivolgerà verso:
1.
L’esposizione di temi ritenuti essenziali per lo studio storico-filosofico.
2.
Si è tenuto in considerazione soprattutto la competenza lessicale (nella
comprensione dei termini), semantica (approfondimento delle idee e dei
nodi problematici) e sintattica (ricostruzione dei procedimenti
argomentativi).
Il testo è stato interpretato sempre coerentemente al contesto storico nel
quale è stato prodotto, inteso sia secondo una dimensione sincronica, cioè
come risposta alle problematiche del proprio tempo ed in relazione ai testi
degli altri campi disciplinari coevi, sia secondo una dimensione diacronica,
cioè come momento particolare cronologicamente più esteso.
SEZIONE A.
LE PRINCIPALI PROBLEMATICHE STORICO-FILOSOFICHE E FILOSOFI:
Il programma preventivamente stilato si baserà ,in particolare, sui testi in adozione:
E. Berti, F. Volpi, Storia della Filosofia, libro B, Editori Laterza, 2007,
e, in particolare modo sul testo consigliato: N. Abbagnano e G. Fornero, Protagonisti e Testi della
Filosofia, Paravia-B. Mondadori, Milano, 2001
•Dal KANTISMO all’ IDEALISMO OTTOCENTESCO: i critici immediati di I. KANT e il dibattito
sulla “cosa in sé”; Il Primato della Ragion Pratica; l’idealismo romantico tedesco
•J.G. Fichte: l’infinità dell’Io; la Dottrina della scienza e i suoi tre principi; la struttura dialettica
dell’Io; la “scelta” fra idealismo e dogmatismo; la dottrina della conoscenza; la dottrina morale
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•F.W.J. Schelling: l’Assoluto come indifferenza di Spirito e Natura: le critiche a Fichte; la filosofia
della Natura; l’idealismo trascendentale(con riferimento alla teoria dell’Arte)
•G. W. F. Hegel: il giovane Hegel; i capisaldi del sistema filosofico; Idea, Natura e Spirito. Le
partizioni della filosofia; la Dialettica; la critica alle filosofie precedenti(con riferimento al rapporto:
Hegel e Kant; Hegel e Fichte e Hegel e Schelling); la Fenomenologia dello spirito; la logica; la
filosofia dello Spirito; lo spirito soggettivo; lo spirito oggettivo; la filosofia della storia; lo spirito
assoluto
• A. Schopenhauer: riferimento alle radici culturali del sistema(con riferimento al rifiuto
dell’idealismo e l’interesse per il pensiero orientale); il mondo della rappresentazione come velo di
Maya; la scoperta della via d’accesso alla cosa in sé; caratteri e manifestazioni della Volontà di
vivere. Il pessimismo. Le vie della Liberazione. La Noluntas
•S. Kirkegaard: l’esistenza come possibilità e fede; la verità del Singolo: il rifiuto dell’hegelismo e
“l’infinita differenza qualitativa” fra l’uomo e Dio; gli stadi dell’esistenza; l’Angoscia; disperazione e
fede. Aut-Aut
•L. Feuerbach: riferimento al concetto di Umanismo, materialismo e filantropismo
•K. Marx: la concezione materialistica della storia( con esclusione della critica agli “ideologi” della
Sinistra hegeliana); riflessioni intorno al concetto di “merce” e di valore d’uso e di scambio, Il
Capitale con riferimento a merce, lavoro e plusvalore.
•F. Nietzsche: fasi o periodi del filosofare del filosofo della rivoluzione assiologica; il periodo
giovanile (con riferimento al giovane Nietzsche: tragedia e filosofia); il periodo illuministico ; il
periodo di Zarathustra( cenni alla lettura dell’Eterno ritorno); il concetto di nichilismo; l’ultimo
Nietzsche (con riferimento al problema del nichilismo e del suo superamento).
L’ autore è stato affrontato basandosi sull’ interpretazione e sul testo di E. Fink, La filosofia di
Nietzsche, Marsilio Ed.,1973
• Il Positivismo: A. Comte, l’Utilitarismo, l’Evoluzionismo.
•S. Freud: riferimento alla scomposizione psicoanalitica della personalità.
• La Fenomenologia: caratteri filosofici della fenomenologia
•E. Husserl: l’atteggiamento fenomenologico; l’Intenzionalità e l’io; la Crisi delle scienza europee
• L’Esistenzialismo
•M. Heidegger : il primo Heidegger (con riferimento ai capitoli essere ed esistenza; l’essere nel
mondo (dasein) l’esistenza inautentica; l’esistenza autentica); verso l’oblio dell’Essere;
SEZIONE B.
TEMATICA FILOSOFICA SVOLTA DURANTE IL CORSO ANNUALE DI FILOSOFIA nell’ambito del
piano dell’Autonomia
L’ESISTENZA DINNANZI ALLA TECNICA
I. IL TRAMONTO DELL’OCCIDENTE E LO SPIRITO DELL’AVANGUARDIA
II. LA POLEMICA CONTRO IL POSITIVISMO E LA FILOSOFIA DI H. BERGSON, W.
DILTHEY , B. CROCE
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III. LA FILOSOFIA DELL’ESISTENZIALISMO E LA RICERCA DELLA VITA AUTENTICA. S.
KIERKEGAARD, K.BARTH, K. JASPERS, M. HEIDEGGER
IV. LA SCUOLA DEL SOSPETTO: MARX, NIETZSCHE, FREUD
V. LA SCIENZA COME MODELLO: L. WITTGENSTEIN, K. POPPER
VI. LA CRITICA DELLA RAZIONALIZZAZIONE: da M. WEBER alla SCUOLA DI
FRANCOFORTE
VII. L’UOMO DIALOGICO: L’ERMENEUTICA di H. G. GADAMER. LA FILOSOFIA DI APEL e
HABERMAS
VIII. LA FILOSOFIA DELLA NARRATIVITA’ di P. RICOEUR
La spiegazione dei predetti pensatori si è dispiegata esclusivamente a sostegno della
tematica svolta. Sono stati consegnati appunti-linee guida- riflessioni- agli studenti,
sotto forma di bozza, delle lezioni svolte oralmente.
STORIA DELL’ARTE
Prof. Santino NASTASI
Testo: M. Bona Castellotti: ” Percorso di storia dell’Arte “ vol. 2° – 3° - Einaudi scuola,
consigliato :Cricco Di Teodoro “ Itinerario nell’ arte” vol. 3° - Zanichelli.
Quinto corso- Nastasi: Lezioni digitali.
Ore di lezione
Le ore realmente effettuate nell’anno scolastico 20012– 13 sono state --- su di un totale previsto
di 60.
Profilo della classe
Sono docente in questa classe dal 3° anno. L’atteggiamento e il comportamento degli allievi è
sempre stato corretto e disponibile sino a questo ultimo anno in cui anche la partecipazione è
stata positive. I risultati medi conseguiti nell’apprendimento sono stati buoni .
Obiettivi perseguiti :
Metodo di studio e analisi di un fenomeno artistico.
Conoscenze di base dei principali movimenti artistici , autori e opere più significative dell’Arte
dei secoli XVIII-XIX .
Capacità di riconoscere e leggere un codice figurativo specifico (movimento o autore )
sapendone riconoscere e descrivere le caratteristiche essenziali .
Capacità di dedurre i significati artistici ed extra -artistici delle opere oggetto di studio.
Capacità di contestualizzare i fenomeni artistici .
Uso del lessico specifico della materia
Contenuti : il corso è stato costruito intorno ad un tema centrale intitolato :
“ Origine e manifestazione della modernità nell’ Arte figurativa europea dal XVIII al XIX
secolo”.
Argomenti :
L’ arte dell’Ancien Régime : il Rococò
Le premesse della modernità (l’elaborazione filosofica e teorica intorno alla centralità
dell’individuo, la concetualizzazione dell’ Empirismo inglese.)
77
Il Neoclassicismo, il contesto, i principi teorici – Winckelmann, Mengs, Diderot- la funzione
dell’Arte, il codice figurativo (pittura) : J. L. David
I concetti chiave del nuovo rapporto dell’individuo con la realtà, il valore estetico della natura :
Il sublime e il pittoresco.
Il Romanticismo: il contesto ideologico, la visione del mondo, i temi ,la funzione dell’arte. La
figura dell’artista, l’ interpretazione del paesaggio.
Il paesaggismo europeo – Germania- Friedrich , Inghilterra – Constable, Turner.
Indizi Romantici in Francia: L’epopea napoleonica : Ingres, Gros, Girodet.
Il Romanticismo francese: Gericault, Delacroix, temi e linguaggio.
Il Realismo: l’Arte des Pompiers, la Scuola di Barbizon, Millet, Daumier, Courbet
La scoperta della contemporaneità : Le Salon des Refusés, l’ Arte e il contesto degli
impressionisti
Il Post-impressionismo, il puntinismo, cenni sul divisionismo italiano.
I solitari maestri della modernità: Munch, Van Gogh, Cézanne ,Gauguin.
Metodo:
Il corso è centrato sulle lezioni digitali appositamente strutturate intorno al tema centrale della
Modernità. Le lezioni si sono svolte nell’aula multimediale impiegando il calcolatore e il
proiettore digitale, tutto il materiale didattico realizzato è stato reso disponibile agli allievi
interessati grazie al progetto di un sito specificatamente dedicato intitolato “ W Storia dell’ Arte
“ realizzato da studenti di altre mie classi, inoltre ulteriori aggiornamenti delle lezioni sono stati
resi disponibili tramite la casella di posta elettronica di classe, mediante programma di
condivisione “Cloud”
Strumenti di verifica :
Gli allievi hanno effettuato prove di tipologia B e verifiche orali.
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MATEMATICA
Prof.ssa Angela Vigna
L’insieme dei numeri reali. Intervalli. Maggioranti e minoranti. Insiemi limitati. Massimo e minimo. Estremo
superiore e inferiore. Intorno di un punto.
Funzioni reali di variabile reale: definizione e classificazione, dominio, segno, l’insieme immagine. Funzioni
iniettive. Funzione invertibile. La funzione inversa e la funzione composta. I grafici delle funzioni e elementari e
deducibili da esse. Funzioni crescenti e decrescenti in un intervallo (strettamente e in senso lato). Funzioni
pari e dispari.
Introduzione al concetto di limite, argomentazioni intuitive. Limite destro e sinistro. Definizione generale di
limite e definizioni particolari. Teorema di esistenza del limite. Teorema di unicità del limite (dim). Definizione
di continuità in un punto. Continuità delle funzioni elementari. Algebra dei limiti.. Forme di indecisione. Limiti
notevoli. Funzioni infinite e confronto tra infiniti.
Funzioni continue e operazioni tra funzioni. Studio della continuità di una funzione e classificazione dei punti di
discontinuità. Teorema di esistenza degli zeri. Teorema di Weierstrass. Teorema dei valori intermedi. e
applicazioni. Asintoti orizzontali, verticali e obliqui.
Rapporto incrementale e significato geometrico. Derivata di una funzione in un punnto e significato
geometrico. Teorema sulla continuità delle funzioni derivabili (dim.). Derivate delle funzioni elementari. Algebra
delle derivate. Derivata della funzione composta. Studio della derivabilità di una funzione e classificazione dei
punti di non derivabilità. Retta tangente e normale ad una curva, applicazioni alla fisica.
Punti di massimo e minimo relativo e assoluto per una funzione. Teorema di Fermat. Definizione di punto
stazionario. Teorema di Rolle e Lagrange e applicazioni. Criterio di monotonia per le funzioni derivabili. Analisi
dei punti stazionari con il metodo del segno della derivata prima.
Funzione convessa e concava in un intervallo. Criterio di convessità e concavità per una funzione. Punti di
flesso. Condizione necessaria per l’esistenza di un flesso.
Lo studio di una funzione, in particolare per funzioni algebriche razionali intere e fratte.
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FISICA
Prof.ssa Angela Vigna
IL CAMPO ELETTRICO
Fenomenologia (laboratorio), elettrizzazione per contatto e strofinio, induzione elettrostatica e
polarizzazione.
La carica elettrica: quantizzazione e conservazione.
La legge di Coulomb nel vuoto e nella materia.
Analogie e differenze con la legge di Newton
Il campo elettrico, caso particolare del campo generato da una carica puntiforme
Il principio di sovrapposizione.
Energia potenziale elettrica: confronto col caso gravitazionale
Potenziale elettrico.
Moto spontaneo di cariche elettriche.
Superfici equipotenziali e linee del campo
La relazione tra campo elettrico e potenziale
Dal modello atomico di Thomson al modello di Bohr: l’esperienza di Rutherford, l’energia di legame di
un elettrone in un atomo di idrogeno
La corrente elettrica, interpretazione microscopica
Resistenza elettrica e leggi di Ohm
Dipendenza della resistività dalla temperatura, i superconduttori
Generatori ideali e reali: forza elettromotrice e differenza di potenziale tra i poli
Configurazione di resistenze in serie e in parallelo.
Risoluzione di semplici circuiti elettrici in corrente continua ad un generatore
Energia e potenza elettrica nei circuiti: effetto Joule.
Estrazione di elettroni da un metallo: effetto termoionico, effetto fotoelettrico
MAGNETISMO
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Fenomenologia (laboratorio)
Campo magnetico dei magneti
Campo magnetico terrestre
Campo magnetico delle correnti
Interazione corrente-magnete e corrente-corrente
Induzione magnetica: definizione operativa
Proprietà delle linee del campo di induzione magnetica
Forza magnetica su cariche in movimento
TERMODINAMICA
La temperatura. e il termometro.
Le scale termometriche.
La dilatazione lineare e volumica dei solidi.
La dilatazione volumica dei liquidi e il comportamento anomalo dell’acqua.
Le trasformazioni di un gas. Le leggi di Gay-Lussac. La legge di Boyle.
Il gas perfetto e la sua equazione di stato.
Il calore come energia in transito.
Calore e lavoro: l’esperimento del mulinello di Joule
Capacità termica e calore specifico. Relazione fondamentale tra calore scambiato e variazione di
temperatura.
Conduzione, convezione e irraggiamento.
Il calore latente e i passaggi di stato
Evaporazione ed ebollizione
Il lavoro termodinamico.
Primo principio della termodinamica. L’energia interna.
Le macchine termiche.
Cenni al secondo principio della termomodinamica.
81
PROGRAMMA DI EDUCAZIONE FISICA
Prof. Luciano MONDELLI
La classe ha avuto un rendimento costante e positivo nell'arco dei 5 anni di liceo. Anche gli allievi che non
nutrono un grande interesse per la materia, hanno lavorato con impegno raggiungendo risultati positivi. Il
comportamento quasi sempre educato e rispettoso ha consentito di instaurare un buon rapporto con tutta la
classe.
Attività svolte:
8. attività in situazioni significative in relazione all’età degli alunni, ai loro interessi, agli obiettivi tecnici e ai
mezzi disponibili:





a carico naturale e aggiuntivo
di opposizione e resistenza
con piccoli e grandi attrezzi, codificati e non
con varietà di ampiezza e ritmo, in condizioni spazio-temporali diversificate
di equilibrio in situazioni dinamiche complesse
9. esercitazioni relative a:




attività sportive individuali e/o di squadra quali: pattinaggio-bowling-volley – calcio – basket
organizzazione di attività di arbitraggio di sport individuali e di squadra
attività in ambiente naturale
assistenza diretta e indiretta connessa alle attività svolte
10. informazioni e conoscenze relative a:
5
6
7
8
9



norme di comportamento per la prevenzione degli infortuni
il corretto comportamento su strada: a piedi e alla guida di mezzi a due e quattro ruote
una condotta positiva e rispettosa nei confronti dell’ambiente naturale
classificazione delle ossa e delle articolazioni
struttura del muscolo e principali muscoli con relative inserzioni
il cuore come organo principale della circolazione
il Doping
BLS, RCP, DAE
82
INSEGNAMENTO RELIGIONE CATTOLICA
Prof. Claudia CALLANDRONE Introduzione
L’insegnamento della religione cattolica si inquadra nelle finalità della scuola contribuendo al
pieno
sviluppo della personalità degli alunni in ordine al più alto livello di conoscenze e di capacità
critiche. Lo svolgimento dell’attività didattica parte dalla realtà culturale e sociale in cui vive
l’alunno, viene incontro alle esigenze di verità e di ricerca sul senso della vita, tende a formare
la
coscienza morale e prepara a scelte consapevoli e responsabili di fronte al problema religioso.
Nello svolgimento dell’attività didattica gli alunni sono stati guidati ad una conoscenza dei contenuti
essenziali del cattolicesimo, dei più importanti fatti del suo sviluppo storico e delle
espressioni più
significative della sua vita evidenziando linee dogmatiche, storiche e liturgiche
dell’evento “cristianesimo”. Si è riservata particolare attenzione, dato il fatto del pluralismo religioso
oggi presente nella nostra realtà, ai problemi non solo dell’ecumenismo all’interno
del
cristianesimo ma anche alle altre forme di religiosità: in questo campo sono state coniugate
conoscenza e rispetto.
Nello svolgimento dell’attività didattica è stato messo al primo posto il
coinvolgimento attivo degli
studenti. A tale scopo ogni argomento è stato trattato a partire dal
vissuto dei giovani: sono state
sollecitate proposte, domande, valutazioni, confronti. È stato
compito del docente, nel rispetto di
ogni opinione , evidenziare quanto emerso dalle discussioni e
confrontarlo con i principi del
pensiero cattolico.
La verifica e la valutazione sull’apprendimento
dei contenuti proposta ha tenuto conto della partecipazione degli alunni, dei contributi apportati e
in genere dei segni di interesse all’attività
scolastica.
PROGRAMMA SVOLTO
• Il problema etico
• La morale cristiana in rapporto alle problematiche
emergenti: la coscienza, la libertà, la legge,
l’autorità
• L’inalienabile dignità della persona
umana, il valore della vita, i diritti umani fondamentali. • Il significato dell’amore umano, del lavoro,
del bene comune
• Il futuro dell’uomo e della storia
83
Letto, approvato, sottoscritto.
Savona, 12 maggio 2014
Materia d’insegnamento
Italiano
Insegnante
MINUTO Marina
Greco
Latino
FRUMENTO
Antonella
AVALLI Carlo
Matematica
VIGNA Angela
Fisica
VIGNA Angela
Religione IRC
Ed. Fisica
CALLANDRONE
Claudia
MONDELLI Luciano
Inglese
CERPONI Laura
Storia dell’Arte
NASTASI Santino
Storia e Filosofia
SIRELLO Riccardo
(coordinatore)
BERTOLO Raffaella
Diritto
Firma del Docente (leggibile)
Orientamento area giuridico- BERTOLO Raffaella
economica
Orientamento area scientifica
CALCAGNO Chiara
Orientamento area linguistica
RAZZORE Daniela
Il Coordinatore della Classe 5A
Prof. Riccardo SIRELLO
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Firme dei Rappresentanti degli studenti
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