Testimonianze Marabini e Conti

Altre testimonianze della Grande Guerra
negli archivi di Camillo Marabini e Giovanni Conti
a cura di Carlo Giacomini
Archivio di Stato di Ancona
Tra i fondi documentari conservati nell’Archivio di Stato di Ancona
alcuni carteggi e raccolte fotografiche, presenti negli archivi Marabini e
Conti, offrono varie testimonianze sul primo conflitto mondiale. Pur non
trattandosi di materiali quantitativamente rilevanti, essi appaiono
comunque meritevoli di una segnalazione in questa sede.
L’Archivio di Camillo Marabini (Macerata, 1887 – Parigi, 1965), alla
morte del titolare e per sua espressa volontà, fu ereditato dall’amico Oddo
Marinelli per poi essere acquisito in donazione dall’Archivio di Stato
insieme alle carte di quest’ultimo.
Le scritture Marabini, con estremi cronologici 1914-1969,
debitamente inventariate e condizionate in 11 faldoni, rappresentano però
solo una parte dell’intero archivio a causa della selezione effettuata dal
figlio di Camillo, residente in Francia, prima della consegna testamentaria.
Nato in una famiglia di fede repubblicana, Camillo Marabini può
annoverarsi tra i più importanti rappresentanti del garibaldinismo postrisorgimentale. Ginnasiale a Roma, partecipa sin da giovanissimo alla vita
politica: nel 1904, con Oddo Marinelli ed Edgardo Starnuti, fonda a Terni
la Federazione giovanile nazionale repubblicana, affiancata dalla Giovine
Italia, organizzazione segreta da lui capeggiata. Come pubblicistica e
saggista collabora con vari quotidiani, riviste e periodici (La Ragione, La
Luce, etc.), per poi far nascere il giornale La Penna insieme a Lamberto
Duranti (che da volontario morirà in Francia).
Nel 1914, allo scoppio della Grande Guerra, Marabini partecipa
come tenente e poi con il grado di capitano, alla spedizione della Legione
Garibaldina sul fronte francese delle Argonne: un reparto formato da
volontari italiani comandati da Peppino Garibaldi (e su questa impresa, nel
1915, Camillo pubblica La Rossa Avanguardia dell’Argonna, con
prefazione di Gabriele D’Annunzio, che testimonia la svolta del suo
pensiero politico e il progressivo avvicinamento al fascismo).
Con l’ingresso dell’Italia nel conflitto, sempre seguendo il nipote di
Garibaldi, combatte sul Col di Lana con l’Esercito Italiano nelle file del
51° Fanteria della Brigata Alpi. A guerra conclusa si sposa e va a risiedere
definitivamente a Parigi, dove avvia un’attività di rappresentanza
commerciale divenendo presidente dell’Associazione garibaldini di
Francia: carica che mantenne sino alla fine dei suoi giorni.
L’archivio Marabini, oggi conservato ad Ancona, come detto è in
parte rimasto nelle mani del figlio nonostante la donazione testamentaria in
favore di Marinelli ne prevedesse l’integrale consegna. Esso è composto
delle sole carte relative al ruolo di presidente dell’associazione reduci
garibaldini, con alcune altre scritture private anche successive alla morte di
Corrado. La documentazione è formata prevalentemente da carteggio, con
raccolte di articoli, opuscoli, riviste e fotografie. In alcuni fascicoli sono
presenti testimonianze relative alla Prima Guerra mondiale e in particolare
alla spedizione della Legione Garibaldina nelle Argonne.
Il secondo fondo, vale a dire quello del senatore Giovanni Conti
(Montegranaro 1882 – Roma 1957), è un complesso documentario ben più
rilevante e cospicuo essendo composto da 101 buste contenenti 1269
fascicoli. Per volontà della famiglia tali scritture, insieme ad una
ricchissima biblioteca (dedicata in particolare agli studi mazziniani), sono
state recentemente affidate in deposito all’Archivio di Stato di Ancona che
ne ha curato l’analitica inventariazione e la catalogazione bibliografica.
L’archivio di Giovanni Conti, che rispecchia il percorso politico e
istituzionale dell’illustre personaggio, conserva documentazioni di
rilevante interesse storico ed offre anche alcune memorie -sia personali che
generali- sulla Grande Guerra.
Iscrittosi appena sedicenne al neonato Partito Repubblicano,
Giovanni Conti inizia la sua carriera da studente del Liceo Visconti di
Roma. Come pubblicista scrive per La Ragione, fonda La Giustizia e la
Libreria Politico Moderna, laureandosi in Giurisprudenza nel 1908.
A partire dall’anno seguente esercita nella capitale la professione di
avvocato continuando a collaborare con vari giornali a sostegno delle idee
repubblicane e mazziniane. Nel 1910 è denunciato per vilipendio ai
sovrani e due anni più tardi, nell’XI Congresso del PRI svoltosi ad
Ancona, si schiera contro la guerra Italo-Turca e il colonialismo.
Con l’entrata dell’Italia nel conflitto mondiale è chiamato alle armi:
dall’agosto 1916 al maggio del ‘17 fa parte del 31° Reggimento di
Artiglieria da campagna (di stanza ad Ancona), poi è caporale sul fronte
trentino del Pasubio e dal luglio dello stesso anno viene nominato Sotto
tenente della M.T. Artiglieria da fortezza. Trasferito al 3° Reggimento di
Roma e poi in altri reparti, viene infine congedato nel 1919.
Eletto deputato nel 1921 e poi confermato nelle votazioni del 1924,
Giovanni Conti (primo direttore de La Voce Repubblicana) è strenuo
avversario di Mussolini e della nascente dittatura che ben presto scioglierà
partiti e sindacati. Partecipa quindi al “Gruppo dell’Aventino” e pochi anni
dopo viene radiato dall’ordine degli avvocati per “indegnità politica”, sino
a subire il regime di sorvegliato speciale.
Dall’ottobre 1945 fonda e dirige La Costituente, prestigiosa rivista
culturale e politica; dall’anno seguente, eletto deputato alla Costituente, ne
assume il ruolo di vice presidente partecipando alla “Commissione dei 75”
che elabora il testo costituzionale. Proseguendo la sua attività di saggista e
pubblicista, scrive per altre testate e quindi è nominato senatore nel 1948.
Il nuovo decennio lo vede in aperto contrasto con Pacciardi, tanto da
arrivare alla ragionata decisione di dimettersi dal partito, pur continuando
l’attività di scrittore, giornalista e maestro degli ideali repubblicani.
Le carte di Giovanni Conti, dunque, documentano la vita di questo
personaggio assumendo la valenza di testimonianza privilegiata della
storia politica dell’Italia della prima metà del secolo XX.
L’Archivio Conti è costituito dalla rete di carteggi e corrispondenze
da lui tenute con amici di partito, illustri politici e alte autorità statali;
molti atti sono formati da appunti e promemoria su varie tematiche seguite
nell’attività giornalistica e istituzionale (antifascismo, Assemblea
Costituente, riforma giudiziaria, riforma agraria, lotta all’analfabetismo e
molto altro ancora), che spesso risultano accompagnati da ritagli di
giornale e raccolte fotografiche.
Nella pluralità di scritture, corrispondenze, stralci di articoli e
giornali, sono presenti alcuni fascicoli di possibile interesse per lo studio
della Grande Guerra. Essi raccolgono materiali diversi sul conflitto,
l’interventismo e il neutralismo socialista, la spedizione della Legione
Garibaldina nelle Argonne, i militari combattenti e i caduti di fede
repubblicana, sino a documenti personali del servizio militare prestato da
Giovanni Conti.
Testimonianze che, insieme a quelle del fondo Marabini vengono
proposte esemplarmente con la riproduzione di taluni carteggi e immagini
fotografiche.
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