Zampa il lupo

Zampa il lupo
Oggi c’è un bel sole, ho i miei scarponi e il mio zaino sulle spalle. Conosco bene questo sentiero
che sale verso il fitto del bosco. Sono molto contento perché oggi liberano il mio amico Zampa.
Io sono Pietro ho quindici anni, frequento il liceo classico e da adulto vorrei fare lo zoologo, perché
vorrei studiare gli animali.
Mi ricordo ancora quando vidi Zampa per la prima volta, ero nel bosco vicino all’accampamento
degli scout. Avevamo passato in quel posto una settimana dormendo in tenda, era quasi la fine
dell’estate.
Quel giorno mi svegliai e feci colazione. I miei capi mi chiamarono e mi chiesero di raccogliere
della legna per un falò.
Ero nel bosco assieme ai miei compagni di squadriglia; ero arrivato più o meno a metà bosco e
avevo raccolto molta legna. Nel punto in cui mi trovavo c'era molta vegetazione, c’erano molti
alberi di diverse specie e tantissimi fiori colorati, rossi, blu, viola e gialli, di diverse sfumature. Ad
un tratto sentii un rumore.
Ero chino ai piedi di un albero a raccogliere alcuni rami secchi quando arrivò quel suono acuto,
poteva essere il vento o un uccello, oppure un mio compagno che si era ferito. Cercai di capire da
dove venisse. Lo sentii di nuovo e capii che veniva da poco distante. Andai a vedere e la scena che
vidi non la dimenticherò mai: in una piccola radura tra l'erba alta si intravvedeva il pelo di un
animale. Mi avvicinai e vidi le orecchie, poi il muso. Non c'erano dubbi era un lupo. Feci per
scappare ma mi accorsi che non mi seguiva, raccolsi il mio coraggio e con il cuore che mi batteva a
mille andai più vicino possibile. Mi accorsi che piangeva, mi chiesi cosa gli fosse successo, mi
abbassai, osservai bene il suo corpo e mi accorsi che aveva la zampa in una tagliola.
Andai dai miei compagni e dissi loro di correre ad avvertire il capo e di correre a chiamare i
soccorritori. Io rimasi con il lupo a rassicurarlo con parole dolci. Avevo un po' di paura perciò mi
avvicinai molto lentamente, all'inizio mi ringhiò contro, poi mi lasciò avvicinare e capii subito che
era buono. Mentre lo calmavo vedevo i suoi occhi gialli brillare, però non capivo se fosse triste o
avesse paura, vedevo anche il suo pelo morbido come una nuvola e scuro, era piccolo, doveva
essere ancora un cucciolo, era un lupo bellissimo. Dopo poco arrivarono i soccorsi.
Vennero cinque guardie forestali. Lui era impaurito non riusciva a camminare. Io ero preoccupato
per lui, ero dispiaciuto per quello che era successo, ma non potevo farci niente. Lo addormentarono
con una puntura, lo liberarono delicatamente dalla tagliola e controllarono la ferita. Poi lo misero
dentro una cassa e lo portarono su un camioncino e da lì in un centro specializzato per la cura dei
lupi. Io tornai al campo scout. Speravo che andasse tutto bene.
Nei giorni seguenti andai al centro veterinario specializzato nella cura del lupo dove avevano
portato Zampa.
Curarono il mio amico. Ogni giorno lo andavo a trovare e a vedere i suoi progressi. All’inizio era
diffidente, ma poi con il tempo imparò a fidarsi di me.
Il veterinario ogni volta mi parlava dei suoi progressi ed ogni volta erano notizie migliori. Mi
spiegò che andava liberato verso marzo, quando il clima era più mite.
Il centro del lupo, è una struttura in mezzo al bosco, con dei recinti enormi attorno. Non ci sono solo
lupi. Nei recinti ci sono animali di tutti i tipi, piccoli e grandi. Ci sono due gufi che erano stati
sequestrati ad un uomo che li teneva in casa, un aquila con un occhio ferito da un pallino da caccia
sparato da un bracconiere. Poi cervi, daini e mufloni. Alcuni animali purtroppo non potranno essere
rimessi in libertà perché altrimenti morirebbero. Ma la maggior parte di loro vengono curati nel
centro, poi vengono liberati e tornano nel loro ambiente.
Ho quasi terminato il mio cammino, vedo in lontananza il recinto dove è stato curato il mio amico
selvatico. Il veterinario è lì che mi aspetta.
Appena arrivo gli chiedo:
- Come sta Zampa?
- Sta molto bene. – Risponde il veterinario. – Per fortuna è un lupo giovane, forte e robusto, infatti
si è ripreso subito.
- Se la caverà là fuori?
- Speriamo che ritrovi il suo branco e venga di nuovo accettato, perché i lupi vivono, cacciano e si
spostano in branco. L’unione fa la forza. Se rimane solo dovrà faticare per trovarsi una compagna e
poi creare un suo branco.
Zampa è già stato addormentato, i veterinari lo mettono in una cassa e lo caricano su un camioncino
per portarlo nel cuore del bosco. Salgo anch’io, assieme al veterinario e a due guardie forestali.
Durante il viaggio rimaniamo in silenzio. Mi guardo intorno e vedo cervi, daini, caprioli e molti
altri animali che mangiano pacifici l'erba verde e fresca della primavera.
Appena arrivati nel luogo scelto per il rilascio, il veterinario fa gli ultimi controlli su Zampa. Provo
felicità e tristezza allo stesso tempo. Felicità perché sono contento che il mio amico torni con la sua
famiglia, ma tristezza perché non potrò più rivederlo e penso a come sarebbe bello se lo potessi
portare a casa con me e giocarci insieme tutto il giorno; però so benissimo che lui è un animale
selvatico e non posso tenerlo, che deve stare libero nel bosco dove sono sicuro che i suoi compagni
lo stanno cercando e aspettando. Mi dispiace molto che Zampa se ne debba andare.
Appena libero Zampa è ancora un po’ assonnato. Però prova a camminare e pian piano è sempre
più sicuro. Ad un tratto viene verso di me, ulula intensamente come per un ultimo saluto, poi corre
via, nel cuore del bosco.