SHIP2SHORE www.ship2shore.it Lunedì 30 Giugno 2014 EVENTI Vedi Napoli e poi…Shipping! Alla Naples Shipping Week il capoluogo partenopeo si conferma quale cluster marittimo coeso e compatto attorno all’aggregatore per eccellenza Masucci, il quale si schermisce: “Tutto merito di un lungo lavoro di squadra…” Napoli - “Io ci ho messo solo la regia e un po’ di passione ma il successo è della grande squadra che ha lavorato alacremente per nove mesi!” spiega ricordando i primi approcci e bozzetti di un’idea ambiziosa che aveva preso corpo al summit nazionale dei Propeller Clubs del giugn0 2013 sullo stesso palcoscenico. Brilla anche per sincera modestia Umberto Masucci, autentico deus ex machina del cluster marittimo portuale partenopeo, nel commentare, amichevolmente – e dunque la sua non è stata la classica dichiarazione ufficiale ‘politicamente corretta’ da affidare ai taccuini – l’esito, per certi versi oggettivamente straordinario, di questa prima Naples Shipping Week (seconda in assoluta dopo la primizia genovese del settembre 2013) che ha ancora da spendersi qualche ‘strascico da weekend’ nel momento in cui andiamo in stampa ‘virtuale’: la giornata di team building di Wista Med, l’escursione in battello organizzata dagli Ormeggiatori del Porto di Napoli e l’aperitivo di gran finale della Marina Militare a bordo della nuova unità Bergamini. Una full immersion ‘globale’ – si potrebbe dire parafrasando (senza peraltro alcuna irriverenza alla kermesse) una divertente macchietta partenopea portata alla ribalta dal comico Teo Teocoli – che, partendo dalla presentazione del libro sulla famiglia armatoriale e industriale dei Costa, organizzata al lunedì dall’Unione Industriali di Napoli, e passando per tutta una serie di eventi di diversa e articolata natura - fra cui da non scordare la presentazione di un altro volume di grande interesse, quale quello dedicato alla ‘flotta che visse due volte Masucci consegna al Segretario Generale dell’IMO Sekimizu il crest del Propeller Clubs d’Italia del Com. Achille Lauro, nella stessa serata in cui i giovani di Young Ship Italia, di Federagenti e di Confitarma organizzavano un seminario con aperitivo allo Yacht Club Canottieri di Savoia – ha coperto per davvero sette giorni su sette. Per l’Italia (non solo del settore marittimo, ma di forse di qualunque branca economica) un fatto davvero inedito e incredibile, se vogliamo, considerando la ben nota frammentazione e le lotte intestine spesso non solo fra associazioni di categoria che hanno rapporti di fornitore e cliente le une con le altre, ma anche all’interno degli stessi associati di natura omologa. E invece nell’occasione si sono schierate fianco a fianco e solidali associazioni di categoria come Confitarma, Assoporti, Federagenti, Fedespedi, Federmare, Fedepiloti, per non parlare della contemporanea presenza di Guardia Costiera e Marina Militare. Sotto il Vesuvio, o per meglio dire su quel meraviglioso lungomare (specie se liberato dal traffico veicolare come accade d’estate) che parte dal Molo Angioino, Stazione Marittima, e si dipana, con impareggiabili scorci architettonici, monumentali e paesistici, sino alla aristocratica Via Partenope -dove si distacca l’istmo naturale di Megaride su cui sorge quel portento dell’architettura dei secoli d’oro di Neapolis che è il maestoso Castel dell’Ovo - si è realizzato in pieno quel progetto di aggregazione e coesione praticamente totale del mondo marittimo tricolore che era stato inizialmente vaticinato da Alberto Banchero, all’epoca in cui questi segue a pag.2 www.ship2shore.it SHIP2SHORE Sekimizu tra il Com. Melone (Capitaneria di Porto di Genova) e Com. Aliperta (Rappresentante Italiano presso l’IMO a Londra) era presidente di Assagenti Genova Gruppo Giovani un paio di edizioni fa dello Shipbrokers & Shipagents Dinner, e che ha poi abbozzato una prima stesura (ma non così completa, come d’altronde perfettamente logico, essendo un debutto) lo scorso anno nel capoluogo ligure. Il che non deve suonare come nota di biasimo di Genova, tutt’altro; ma piuttosto come uno stimolo, per l’edizione 2015 - che fra l’altro, come ricordava lo stesso Banchero, cadrà in coincidenza dei 70 anni dell’Assagenti- a fare ancora di più e meglio di Napoli 2014. Ma non per affermare una sterile supremazia o una vana lotta di campanile, quanto per rendere semmai più forte e compatta, e dunque con maggiore peso politico e voce in capitolo quando si tratterà di confrontarsi con le forze governative e istituzionali che regolano e dirigono, spesso malamente, il nostro ‘scalcinato’ Stivale, l’ampia categoria in cui si riconosce il cluster marittimo. In altre parole, la famosa Federazione del Mare, ma realmente federata e unita, non una semplice sommatoria di targhe associative slegate e indipendenti nel pensiero e nell’azione. Ci diceva durate la gran serata di chiusura un operatore di Napoli: “Certo, la vostra Genova rimane sempre la prima in Italia nel settore marittimo, non ci piove; ma noi ribadiamo a buon diritto il nostro pieno titolo a essere numero due assoluto!” Beh, detto francamente, noi stessi – da genovesi DOC e, proprio per questo, tipicamente poco avvezzi a farsi vanti facili – a questo punto, dopo le ultime dimostrazioni di quanto sappiano fare bene a livello organizzativo a queste latitudini, cominciamo a nutrire qualche serio dubbio sulla leadership incontrastata ed eterna della Lanterna… Tornando alla kermesse campana infatti, riconosciuto il merito insindacabile a quella fertile fucina di idee di eventi che è Carlo Silva di Clickutility, genitore del progetto, torniamo a ribadire – con franca ammirazione – che quanto è riuscito a fare il team invocato da Masucci (il cui capo iconografico era una figura carismatica come quella di Peppino d’Amato, non dimentichiamolo) sia qualcosa di davvero unico. L’acme di tale successo si è avuto senza ombra di dubbio nel momento di social networking largamente più atteso, ovvero la Cena Napoletana di Gala a castello, per una volta spoglia di forma eccessiva, in piena sintonia con lo spirito carnascialesco e allegro della gens partenopea, di qualunque ceto sociale. E siamo davvero rimasti – piacevolmente - stupiti nel notare praticamente tutti gli armatori napoletani presenti, anche più di uno per famiglia, al clou dei festeggiamenti finali: Manuel Grimaldi (Grimaldi Napoli), Mario Mattioli (Augustea), i fratelli Russo (Rimorchiatori Laziali), Garolla zio e nipote (Medoffshore), Andrea De Domenico (Rimorchiatori Riuniti), Luca Vitiello (Sers-Gesmar), Stefania Visco (Rimorchiatori Sardi), Angelo e Umberto D’amato (Perseveranza), Grazia Cafiero e Franco Visco (Rimorchiatori Spezzini), Lorenzo Matacena (Caronte & Tourist), Salvatore Lauro (Alilauro), sono solo alcuni di quelli da noi scorti. Fuori dal loro territorio – a completezza di cronaca notate anche le sorelle Rosy e Paola Barretta (Fratelli Barretta Rimorchiatori), Valeria Novella (Ciane), Gabriele Rosati D’amico (Fratelli d’Amico) Paolo e Maurizio D’amico( D’amico di Navigazione). Non vorremmo esagerare nel ricoprire di meriti che sono senza dubbio da condividere con altri quelli dell’amico Masucci, il quale però, per grande fortuna di tutti, non ha probabilmente mai pensato di spendere un solo giorno a fare il mestiere per il quale ha studiato - è infatti avvocato, mentre forse non tutti sanno che possiede pure un brevetto di pilota aeronautico – Lunedì 30 Giugno 2014 né tantomeno a ‘perdere tempo’ dietro a una scrivania a fare il manager vecchio stampo. Il buon Umberto dal moto perpetuo, instancabile – ha pazientemente atteso per un saluto d’accoglienza individuale tutti i 700 ospiti ai piedi di Castel dell’Ovo da bravo padrone di casa è uomo d’azione concreta, dotato di un’energia sempre positiva e ben canalizzata, capace di buttarsi su tante palle contemporaneamente, ben raramente perdendo il filo del discorso. Una sorta di Vesuvio dello shipping, anzi il vero ‘Vulcano Buono’ di Napoli (scomodando un’invenzione architettonica di Renzo Piano per l’Interporto di Nola). Come si spiega, altrimenti, il fatto di essere riuscito a radunare attorno a sé, con un esempio ben concreto di coalescenza sinergica, tutta la crème armatoriale del territorio? Senza scordare che in questa settimana – che a questo punto nulla comincia ad avere poco da invidiare alla internazionalmente più nota e blasonata London Shipping Week – ha fatto da venue per consigli direttivi e comitati esecutivi di enti come Fonasba, Assoporti, RINA, Fedespedi, Federmare, Fedepiloti e Corpo delle Capitanerie di Porto. Passando alle note meno liete – non vogliamo mai peccare di buonismo eccessivo né tantomeno di captatio benevolentiae – raccogliendo anche qualche parere illustre fra i corridoi e sommandoli a impressioni personali, riteniamo esser stata troppo ridondante, e qualche volta persino un po’ confusionaria, la parte convegnistica. Intrecciare per due giorni consecutivi in tre sale attigue una sfilza di workshop i cui confini tra l’uno e l’altro spesso sono assai labili, senza che sia realmente individuato un percorso comune, un filo conduttore e dunque un traguardo finale da raggiungere, sembra più un esercizio di ‘presenzialismo’ (anche da parte degli sponsor, senza in quali peraltro certe cose non si potrebbero realizzare, mai scordarlo...) fine a se stesso che non un approccio tecnico-scientifico che porti a risultati mirabolanti. Lo dimostra il fatto che, al di là dei roboanti numeri messi in campo come ‘visitatori unici’ dagli organizzatori, ciascuno convegno avesse una partecipazione tutto sommato modesta, in termini quantitativi; e che se si sommano tutti i relatori e panelists schierati nella due giorni, si sfiora o forse addirittura oltrepassa un numero a tre cifre. Decisamente troppi per dare un corpus univoco e mirato al congresso e trasmettere un chiaro messaggio finale. Angelo Scorza Vedi photogallery
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