Chi ha un preferito non cambierà idea

Molti Democrat, qualche imprenditore e gente comune: il popolo della Fornace
Tanto partito, «tifosi» caldi e rari vip
«Chi ha un preferito non cambierà idea»
PADOVA - Qualche nome
conosciuto, come il senatore
piddino Paolo Giaretta, già
sindaco di Padova e già segretario regionale dei partito; e politico di lungo corso,
con una prima vita democristiana. Ma anche il consigliere regionale del Pd Piero Ruzzante, i consiglieri comunali
Gianni Berno, Paola Lincetto, Nona Evghenie, Paolo Cavazzana e altri, tutti democratici. Poi c'erano i segretari locali del partito : quello
provinciale, Massimo Bettin; e quello cittadino, Antonio Bressa. Si è visto anche
Marco Ferrero, l'ex presidente delle Acli di Padova: sostiene Ivo Rossi . Ma anche
Enrico Berta , presidente dei
giovani di Confindustria Veneto.
Quanto alle claque, erano
dislocate, geograficamente,
più o meno così, considerata la prospettiva che si poteva avere dal palco: gente che
si spellava le mani per il sindaco reggente si poteva reperire tra le prime file dell'ordine di sedie a destra; i sostenitori di Alessandro Zan, sempre vicino al palco ma dalla
parte opposta; i fan di Francesco Fiore, dietro quelli di
Zan e più o meno alla stessa
altezza, dalla parte opposta. I
sostenitori prêt-à-porter di
Fiore e di Rossi erano senz'altro più numerosi di quelli di
Zan.
Tra il pubblico residuo,
più di qualche aspettativa.
«Tutele per gli anziani, e più
ordine», per Cosimo. «Più
trasporti e luoghi di aggregazione», secondo Caterina,
studentessa universitaria.
«Un progetto per i giovani,
visto che la nostra è una città morta; una città più vissuta servirebbe anche in chiave anti-criminalità», parola
di Federico. Tuttavia, l'impressione è che chi è entrato
alla Fornace Carotta con un
candidato nel cuore, difficilmente abbia cambiato idea
in corso d'opera. Secondo
Roberto «la verità è che qui
per il go%D c'erano persone in
qualche modo legate a un
candidato, o comunque con
un nome in mente, ben chiaro. Riguarda anche me, che
sostengo Ivo Rossi, l'unico
con una visione chiara della
città».
I sostenitori di Rossi, a
quanto pare, ne ammirano
la concretezza. «Secondo me
- ha affermato Fiorella - è
quello che ha dato le rispo-
ste più coerenti, quello che
conosce la situazione». I sostenitori di Zan, invece, ritengono che sia il più adatto
ad affrontare temi come verde e cultura. «E poi è molto
corretto» - ha affermato
Bianca. Secondo Elisa, ricercatrice universitaria, «Zan se
l'è cavata meglio degli altri;
perché è più politico, non si
arrabbia, sa affrontare le domande mantenendo la calma». Quanto a Fiore, i suoi
fan ritengono che «le sue
idee siano le più innovative». Lo pensa Paolo, per
esempio, studente di medicina. Per Anna, poi, «ciò che
rende il movimento 2020
unico è il processo di politica partecipativa, che altri
non conoscono».
Marco de' Francesco
'1RIPRODUZIONE RISERVATA
In sala II pubblico al confronto. Al centro Antonio Bressa, segretario del Pd cittadino e Alfio Capizzi (Pd). A destra Berto, presidente dei giovani di Confindustria