I 120 maggiori estimati milanesi (1395). Nota introduttiva. La tabella excel qui pubblicata ripropone l'elenco di "maggiori estimati" – datato 23 marzo 1395 e predisposto da Benedetto Granelli, vicario del podestà, dal referendario Bertolino de Bonis e dai Dodici di Provvisione – che fu utilizzato per la ripartizione del prestito forzoso di 19000 fiorini imposto in quell'anno da Gian Galeazzo Visconti ai Milanesi1. Come sappiamo da una lettera del 12 marzo 1395 in un primo momento si pensò che a sostenere lo sforzo dovessero essere solo gli 80 cittadini più ricchi, identificati in base all'estimo a suo tempo compilato da Filippo da Pescia, Giorgino Guadagnabene di Piacenza e Giorgio Gentili da Tortona 2. Undici giorni dopo, quando furono effettivamente comunicati i nomi dei "prestatori", gli 80 erano ormai divenuti 120: i 120 «cittadini più ricchi di Milano», come precisa una lettera del 7 giugno di quell'anno3. I loro nomi, corredati dalla corrispondente cifra d'estimo e dalla porta di residenza, sono quelli che leggiamo nella tabella4. Che davvero si tratti di tutti i più ricchi Milanesi non è cosa da ammettere senza riserve. Commentando l'elenco Patrizia Mainoni ha sottolineato come, date le difficoltà nel valutare i beni mobili, l'estimo di cui l'elenco del 1395 offre stralcio – l'unico superstite – dovesse essere con ogni probabilità in gran parte fondato su di una stima della ricchezza immobiliare5. Non sorprende quindi notare l'assenza di alcuni noti mercanti tra 120 maggiori estimati del 1395; ed a questa assenza possiamo aggiungere quella, rilevantissima, di quanti godevano di privilegio di esenzione. Si trattava in alcuni casi di favoriti del signore, che forse non sarebbero comunque rientrati nel novero dei più ricchi cives, come gli eredi di Simone Correnti, già armaiolo di Gian Galeazzo6. In altri casi, però, i privilegiati erano figure di grande peso politico, che riesce molto difficile non immaginare comprese tra i 120 ditiores. Tra essi erano, ad esempio, tutti i numerosi membri di 1 Si trattò, come nota Giorgio Giulini, di uno «dei gravissimi carichi loro imposti dal sovrano in quest'anno per le grandi spese ch'ei fece» (prime tra tutte, ovviamente, quelle per ottenere l'investitura ducale). La richiesta di 19000 fiorini fatta dal signore marzo del 1395 si configurava, almeno teoricamente, come un prestito: garantito su entrate della Camera, e segnatamente sull'imbottato. Cfr. G. Giulini, Memorie spettanti alla storia, al governo e alla descrizione della città e campagna di Milano ne' secoli bassi, V, Milano 1856, p. 800. 2 C. Santoro, I registri dell'Ufficio di provvisione e dell'Ufficio dei sindaci sotto la dominazione viscontea, Milano 1929, I, p. 27, lettere di Gian Galeazzo a podestà, vicario e Dodici di provvisione, 17 e 22 marzo 1395. 3 Ivi, p. 51, alla data. Una precisazione si rende tuttavia necessaria in tema di cittadinanza: a Milano l'iscrizione all'estimo urbano non necessariamente riguardava i soli cives (cfr. P. Mainoni, Economia e politica nella Lombardia medievale. Da Bergamo a Milano tra XIII e XV secolo, Cavallermaggiore 1994, p. 165, sulla scorta dei criteri di redazione d'estimo disposti nel 1389, su cui v. C. Santoro, La politica finanziaria dei Visconti, Milano-Gessate 19761983, II, p. 95); lo conferma anche il fatto che l'ufficiale ottenimento della cittadinanza poteva seguire di anni l'iscrizione nell'estimo (Santoro, I registri, I, p. 253, 22 marzo 1409; II, p. 503, 20 marzo 1392). Non è comunque probabile che tra i 120 elencati nel marzo 1395 si contassero anche – chiamiamoli così – estimati milanesi non cives. Altro conto che vi fossero compresi, invece, cittadini residenti in maniera prolungata nel contado: è certo il caso di Zucchino Crivelli, abitante a Nerviano (Mainoni, Economia, p. 180, nota. 44) 4 Ivi, p. 47-29. L'elenco conta in realtà 122 voci: due delle quali cassate dopo il 23 marzo 1395 per ordine del referendario. Sono state anche queste riportate nella tabella, opportunamente segnalate. Va notato che non tutti i 19000 fiorini richiesti poterono essere raccolti tra i 120 estimati dell'elenco. Nel giugno del 1395 mancavano all'appello 4400 fiorini che avrebbero dovuto essere ripartiti tra altri Milanesi: Santoro, I registri, I, p. 51, 7 giugno 1395. 5 Mainoni, Economia, 165 e sgg. 6 Santoro, I registri, I, p. 47. casa Visconti (si noterà, quindi, la presenza di un solo Visconti nell'elenco proposto) 7; ed altri personaggi di primissimo piano nella Milano del tempo come Balzarino Pusterla ed il conte Antonio Porro, universalmente conosciuto per essere «grande cittadino e di gran famiglia di Milano e gran ricco (si dice avea 10 mila fiorini di rendita assisa)»8. Fatte queste precisazioni, l'interesse dello stralcio d'estimo del 1395 resta in ogni caso grande. Ad esso «proprio per l'attenzione con cui Gian Galeazzo volle che venisse compilato» può essere senza dubbio riconosciuta «una certa attendibilità». Soprattutto, il tipo di documento ed i dati da esso forniti sono davvero eccezionali per Milano, città per cui informazioni comparabili sono, prima del 1524, del tutto assenti9. L'obiettivo della presente riproposizione dell'elenco del 1395 – va precisato – non è certo quello di portare l'attenzione su notizie inedite. Piuttosto, quello di offrire ad un pubblico largo e nella forma più fruibile dati da tempo noti ed oggetto di interessi, sebbene non sistematici: basti pensare alle attenzioni rivolte a questo documento da Giorgio Giulini, Mario Tagliabue, Gino Barbieri, Caterina Santoro, oltre che dalla già più volte citata Patrizia Mainoni10. In formato excel i valori proposti risulteranno, come ovvio, liberamente ordinabili secondo modalità differenti rispetto a quelle dell'originale, organizzato per porta di residenza. Si potranno così avvicinare tutti gli esponenti di una medesima parentela, o ordinare i nominativi in base alla grandezza dell'importo dovuto. Di là da queste piccole "comodità", tuttavia, è naturalmente l'interesse in sé e per sé dei dati proposti a giustificare l'attenzione ulteriore che è qui loro riservata, offerta come piccolo servizio – si spera il più possibile utile – alla comunità degli studiosi e dei semplici appassionati. Federico Del Tredici 7 Per le esenzioni spettanti ai membri di casa Visconti Cognasso, Istituzioni comunali e signorili di Milano sotto i Visconti, in Storia di Milano, VI, Il Ducato Visconteo e la Repubblica ambrosiana (1392-1450), Milano 1955, p. 487; Santoro, La politica finanziaria, I, pp. XXI-XXII. Giovannino q. Guidetto detto Pizzigone Visconti è l'unico Visconti ricordato tra gli estimati nel 1395. Può forse essere identificato con il Giovanni Visconti de Garbagnate di Guidetto citato – al trentaseiesimo posto su 39 di un elenco avente chiaro ordine gerarchico – tra i Visconti che nel 1402 presero parte alle esequie di Gian Galeazzo (Ordo funeris domini Iohannis Galeaz Vicecomitis ducis Mediolani, in Rerum italicarum scriptores, a cura di L. A. Muratori, XVI, Mediolani 1730). 8 A definire Antonio Porro «gran ricco» e a fornire stima della sua rendita è il fiorentino Giovanni Morelli nei suoi Ricordi: traggo la citazione da A. Piacentini, L’egloga di Angela Nogarola a Francesco Barbavara, in «Aevum», 88 (2014), pp. 503-532, p. 514. Attorno al 1395 Antonio Porro e Balzarino Pusterla erano ricordati rispettivamente come il primo ed il secondo tra i nobili membri della corte di Gian Galeazzo (Santoro, I registri, II, p. 648; e per le esenzioni fiscali di Balzarino ivi, I, p. 157). Anche il numero tre, Ottone Mandelli, non risulta compreso nell'elenco dei maggiori estimati del 1395: benché certamente fosse uomo tra i più ricchi di Milano (cfr. F. Cengarle, Mandelli Ottone, in Dizionario Biografico degli Italiani, LXVIII, Roma 2007, pp. 570-571). 9 Il riferimento va all'estimo del 1524, il primo disponibile per Milano, se si eccettua lo stralcio del 1395. Inedito, se ne trova esemplare in ASMi, Censo p.a., b. 1520; ne analizza in parte i dati G. Barbieri, I redditi dei milanesi all'inizio della dominazione spagnola, in «Rivista internazionale di scienze sociali», 45 (1937), pp. 759-781. 10 Giulini, Memorie, V, p. 800 e sgg; VII, pp. 259-261 per edizione del documento; M. Tagliabue, La politica finanziaria nel governo di Gian Galeazzo Visconti (1378-1402), in «Bollettino della Società pavese di storia patria», 15 (1915), pp. 19-75; G. Barbieri, Origini del capitalismo lombardo, Milano 1961; Santoro, I registri, I, pp. 47 sgg. con edizione del documento; Mainoni, Economia, pp. 165 sgg. I dati raccolti nella tabella sono fondati sulle edizioni Giulini e Santoro, che ho integrato con i patronimici aggiunti da Patrizia Mainoni nel suo saggio, tutti segnalati in corsivo.
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