Offerta_didattica_2013-2014

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PARCO per la SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
Uscite sul territorio
Escursione in Val Zebrù
Come raggiungere la partenza dell’escursione.
Da Bormio si segue la S.P. 300 del Passo di Gavia in direzione di S. Caterina Valfurva. A S. Nicolò
Valfurva, in prossimità della piazza del municipio si imbocca a sinistra la strada per la Val Zebrù. Si
prosegue fino alla frazione di Niblogo, traversata la quale si trova il parcheggio.
L’escursione
L’escursione in Val Zebrù ha inizio dal parcheggio di Niblogo (1600 m s.l.m.). Da qui, su strada
sterrata pianeggiante, si raggiunge la località “Tre Croci” dalla quale, dapprima in salita, poi in un
alternarsi di tratti in salita e di tratti pianeggianti, ci si inoltra in Val Zebrù, una delle valli del Parco più
ricche sotto il profilo naturalistico. L’escursione tocca una serie di antichi alpeggi, caratterizzati da
costruzioni dalla tipica architettura. E’ il caso, ad esempio, di Zebrù di Fuori (1828 m s.l.m.).
Inoltrandosi ulteriormente nella valle, si raggiungono le Malghe di Campo (2000 m s.l.m.),
caratterizzate dai bei pascoli e ove è presente un ristoro (aperto in stagione).
Dalla località “Tre Croci” il ritorno può avvenire dalla frazione S. Gottardo con discesa su S. Antonio.
Dal punto di vista geologico, la valle fa da confine tra la zona a substrato siliceo, caratteristica delle
Alpi e quella a substrato calcareo (le cosiddette Dolomiti interne), assolutamente peculiare nella
litologia alpina. Di questa diversificazione risente anche la vegetazione, molto ricca. La valle è
particolarmente rinomata par la ricchezza di fauna. L’avvistamento di ungulati (stambecco e cervo
soprattutto), è un evento frequente. Nei boschi è possibile anche l’incontro con lo scoiattolo, mentre
alle quote superiori è facile vedere le marmotte. Più difficile osservare i predatori (come la volpe o la
martora), o altri animali come la lepre. Ma di essi, con un po’ di attenzione, si potranno trovare le
tracce. La Valle è molto ricca anche di uccelli; vi nidificano molte specie forestali o legate alle praterie
alpine o alle rupi. Sono comuni i piccoli passeriformi, così come le nocciolaie, dai caratteristici
richiami schiamazzanti. Ma è anche possibile l’avvistamento dell’aquila reale o dell’ancor più grande
gipeto.
Difficoltà:

nessuna
Tempi di percorrenza (escluse le pause):

da Niblogo a Zebrù di Fuori – 1 h 30’ circa

da Zebrù di Fuori alle Malghe di Campo – 1 h circa
Dislivello:

da Niblogo a Zebrù di Fuori – 230 m circa

da Zebrù di Fuori alle Malghe di Campo – 170 m circa
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PARCO per la SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
Escursione S. Caterina Valfurva – Ablés
Come raggiungere la partenza dell’escursione.
Da Bormio si segue la S.S. 300 del Passo di Gavia in direzione di S. Caterina Valfurva. All’ingresso del
paese si imbocca la strada a sinistra che, superato il centro storico, conduce all’ampio parcheggio degli
impianti di risalita.
L’escursione
L’escursione ha inizio dal parcheggio di S. Caterina Valfurva (1735 m s.l.m.), dal quale, tornando fino
al centro di S. Caterina, si imbocca il sentiero e strada sterrata n. 36 che, transitando dalle località Ceisa
(1960 m s.l.m.) e Monich (2090 m s.l.m.) raggiunge le Baite Ablés (2232 m s.l.m.).
La passeggiata si sviluppa dal bosco di conifere alle praterie di alta quota. Nella zona più bassa si
svolge nel bosco di Abete rosso e Cembro, consorzio forestale che, raro sulle Alpi, ha in Valfurva
ampio sviluppo. Durante la salita si toccano diversi maggenghi (prati ricavati all’interno delle foreste
dall’opera dell’uomo per permettere il pascolo e la produzione di foraggio) in cui sono presenti molte
baite dalla caratteristica architettura tradizionale. Nella parte sommitale dell’escursione, abbandonato il
bosco, si raggiunge la prateria alpina. Da qui la vista spazia su vasti orizzonti e su alcune delle più
imponenti cime del Parco Nazionale.
Se alle quote inferiori, nel bosco, è comune l’avvistamento di specie forestali quali le cince, la
nocciolaia, le diverse specie di picchi o lo scoiattolo, nelle praterie in quota è facile avvistare il cervo o
altre specie di ungulati. Con un po’ più di fortuna è possibile vedere la lepre, oppure predatori terrestri
come la volpe o il più raro ermellino. Tra i predatori alati, è relativamente facile avvistare il volo del
gheppio e non infrequente è l’incontro con l’aquila reale che utilizza queste praterie come aree di
caccia.
La discesa avviene lungo la strada sterrata di Rossaniga e Campolungo.
E’ anche possibile prolungare l’escursione fino alla località Pradaccio di Sopra, lungo un sentiero che,
sviluppandosi in leggera salita in una zona di praterie ricche di fauna, permette di inoltrarsi in Valle dei
Forni, ove è possibile osservare i primi, maestosi circhi glaciali del prospiciente Monte Tresero.
Difficoltà:

bassa
Tempi di percorrenza (escluse le pause):

da S. Caterina alle Baite Ablés – 2 h 30’ circa

dalle Baite Ablés a Pradaccio di sopra – 1 h 30’ circa
Dislivello in salita:

da S. Caterina alle Baite Ablés – 500 m circa

dalle Baite Ablés a Pradaccio di sopra – 180 m circa
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ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
Escursione Rese Basse – Piano di Scorluzzo – Filon del Mot (villaggio militare)
Come raggiungere la partenza dell’escursione.
Da Bormio si segue la S.S. 38 del Passo dello Stelvio in direzione del passo. Poco sopra la deviazione
per il Giogo di S. Maria Pass Umbrail, in corrispondenza del tornante n. 8 inizia il sentiero per le Rese.
Parcheggio subito dopo il tornante.
L’escursione
L’escursione alle Rese Basse ha inizio in corrispondenza del tornante n. 8 della Statale dello Stelvio
(2.580 m s.l.m.). Da qui, con un facile sentiero pressoché pianeggiante si raggiunge il Laghetto Alto dal
quale, con breve salita, si perviene alle Rese Basse. Questa località, situata durante il primo conflitto
mondiale sulla prima linea dello Stelvio, è caratterizzata dai resti di molti edifici militari.
Particolarmente interessante è una cannoniera in grotta (2.630 m s.l.m.), scavata nella roccia viva, in cui
erano installati pezzi d’artiglieria (consigliabile portare torce elettriche per la visita).
L’escursione prosegue poi, su mulattiera militare, fino ai Piani di Scorluzzo (2.600 m s.l.m.) in cui sono
presenti fortificazioni difensive orientate verso il Monte Scorluzzo ove erano insediati i soldati
imperiali.
La zona è impreziosita da una serie di laghetti.
Con un facile sentiero in salita si raggiunge poi il villaggio militare del Filon del Mot (2770 m circa),
uno dei più belli del conflitto 1915-1918, sia per l’ottimo stato di conservazione (anche a seguito di
importanti interventi di recupero da parte del Parco), sia per la splendida posizione panoramica. Qui è
facile l’incontro con gli stambecchi o con il gipeto, grande avvoltoio reintrodotto sulle Alpi dopo la sua
totale estinzione.
La discesa avviene per lo stesso itinerario di salita fino al Piano di Scorluzzo per raggiungere
l’omonima Malga (2.530 m s.l.m.) e, lungo ampia strada militare, la III cantoniera (2.350 m s.l.m.),
utilizzata durante la Guerra come caserma degli alpini.
Difficoltà:

bassa
Tempi di percorrenza (escluse le pause):

dalla S.S. dello Stelvio alla cannoniera – 1 h circa

dalla cannoniera al Piano dello Scorluzzo – 1 h circa

dal Piano di Scorluzzo al Filon del Mot – 45’ circa

discesa dal Piano dello Scorluzzo alla III Cantoniera – 1h circa
Dislivello:

dalla S.S. dello Stelvio alla cannoniera – 50 m circa

dalla cannoniera al Piano dello Scorluzzo – 30 m circa

dal Piano di Scorluzzo al Filon del Mot – 170 m circa

discesa dal Piano dello Scorluzzo alla III Cantoniera – 250 m circa, in discesa
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ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Escursione Valle Alpisella - sorgenti dell’Adda - Cancano (da Livigno)
Come raggiungere la partenza dell’escursione.
Da Bormio si segue la S.S. 301 del Passo di Foscagno fino a Livigno. Si prosegue in direzione Lago del
Gallo/confine svizzero fino ad un semaforo; qui si svolta a destra tenendo poi la sinistra per la frazione
di Pemonte e si segue la via Pemont fino a una piazza con parcheggio.
L’escursione
L’escursione ha inizio dal latteria di Livigno (ca. 1819 m s.l.m.), in corrispondenza della quale si
parcheggia. Da qui il percorso inizia con un tratto pianeggiante che costeggia il lago di Livigno, bacino
artificiale che raccoglie tutte le acque del livignese. L’itinerario segue il versante del lago caratterizzato
da fitti boschi di conifere, a differenza del versante opposto dominato da praterie, sfasciumi detritici ed
arbusteti. Si raggiunge il “Ponte delle Capre”, superato il quale il percorso si stacca dal lago per iniziare
a salire, dapprima lungo il Canal Torto e poi, proseguendo lungo l’antica strada militare, inoltrandosi in
Valle Alpisella. Dopo un tratto nell’arbusteto a pino mugo e su pendii piuttosto spogli, la strada
attraversa la valle e rientra nel bosco, Salendo di quota il bosco torna poi a diradarsi fino a lasciare
spazio alla prateria alpina. Verso la fine della salita, l’escursione costeggia il Lago dell’Alpisella,
particolarmente interessante per la presenza di piante acquatiche molto particolari, come la Brasca
alpina, presente solo, nel Parco Nazionale, in pochissime località. Si possono anche osservare i naturali
fenomeni di interramento del laghetto dovuti alla crescita della vegetazione palustre dominata dai
grandi carici. Nel tempo, così come già avvenuto nelle aree circostanti, il destino del lago è di diventare
una torbiera. Dal lago si raggiunge, in breve, il Passo dell’Alpisella (quota 2299 m). Il Passo
rappresenta lo spartiacque tra i bacini idrografici dell’Inn-Danubio di cui è tributario, unico in Italia, il
territorio del livignese, e il bacino Adda-Po. Dal Passo è possibile raggiungere in leggera discesa,
prolungando l’escursione di 2,5 km ca., le sorgenti dell’Adda (ca. 2125 m s.l.m.).
Le vistose stratificazioni delle rocce che formano le montagne circostanti, talora ripiegate su se stesse in
maniera spettacolare, dimostrano l’antica origine sedimentaria di questo settore montuoso.
Lungo tutta l’escursione non mancano le possibilità di incontri con la fauna, dalle tipiche specie
forestali, nocciolaie, scoiattoli e picchi, a quelle delle praterie alpine come la marmotta e il suo
principale predatore, l’aquila reale. Nella parte alta della valle è facile l’avvistamento di stambecchi e
camosci, presenti in questa zona con popolazioni consistenti.
Difficoltà:

bassa
Tempi di percorrenza (escluse le pause):

da Livigno al Passo dell’Alpisella– 2.30 h. ca.

dal Passo dell’Alpisella alle sorgenti dell’Adda – 45 min ca.
Dislivello in salita:

da Livigno al Passo Alpisella – 490 m ca.

dal Passo dell’Alpisella alle sorgenti dell’Adda – 175 m ca. (in discesa)
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ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
Escursione Val Saliente
Come raggiungere la partenza dell’escursione.
Da Bormio si segue la S.S. 301 del Passo di Foscagno fino a Livigno. Si prosegue in direzione Lago del
Gallo sulla sinistra orografica, seguendo le indicazioni per la Val Federia fino al parcheggio nei pressi
del Ponte Calcheira.
L’escursione
Dal parcheggio si imbocca la strada per la Val Federia, che si segue per breve tratto, lasciandola alla
prima deviazione a destra (strada alta di Federia). Dopo circa 200m, dalla strada si distacca, verso
monte, il sentiero che si inoltra in Val Saliente. Il percorso, alternando salite non impegnative a tratti
pianeggianti, raggiunge la località Mescent (q. 2067m). Fino a qui l’escursione è fattibile anche in
inverno con le ciaspole. Nella bella stagione è possibile prolungare l’itinerario fino al Baitel da la
Sascia (2417 m s.l.m.). In questo secondo tratto il percorso rimonta la valle mantenendosi sul suo
fondo, con pendenze un poco più marcate.
Il percorso presenta diversi motivi di interesse. Esso si inoltra all’interno dei massicci montuosi
carbonatici, originatisi per sedimentazione sul fondo di antichissimi mari.
La struttura geologica, molto particolare per le Alpi interne, ha degli effetti anche sulla vegetazione, che
sulle rocce calcaree risulta particolarmente ricca. La prima parte dell’itinerario si sviluppa nella lariceta
intercalata da radure e, salendo, nella mugheta, tipico arbusteto dei suoli calcarei. Oltre la località
Mescent prendono il sopravvento la prateria alpina, ricchissima di specie a fiore durante la breve estate
alpina, e gli sfasciumi detritici sui quali riescono a vivere poche specie particolarmente interessanti per
gli adattamenti a questo ambiente peculiare.
Altrettanto interessante è la fauna che varia dalle specie più tipicamente forestali, come le molte cince o
la nocciolaia, a quella degli ambienti aperti come il culbianco o lo spioncello. Tra i mammiferi
meritano di essere citati gli ungulati. In questa zona è possibile l’avvistamento di cervi e camosci, ma la
specie più caratteristica è senz’altro lo stambecco.
Abbastanza facile è anche l’avvistamento dei grandi rapaci, aquila e gipeto.
Il ritorno avviene lungo lo stesso itinerario di salita.
Difficoltà:

bassa
Tempi di percorrenza (escluse le pause):

dal Ponte Calcheira a località “Mescent” – 1.30 h ca.

da “Mescent” al “Baitel da la Sascia” – 2.00 h ca.
Dislivello in salita:

dal Ponte Calcheira a località “Mescent” – 210 m ca.

da “Mescent” al “Baitel da la Sascia” – 350 m
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ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
Escursione Cancano – Valle Alpisella – sorgenti dell’Adda
Come raggiungere la partenza dell’escursione.
Da Bormio si segue la S.S. 301 del Passo di Foscagno in direzione di Livigno. In località Premadio si
segue la deviazione per i Laghi di Cancano. Giunti ai laghi, li si costeggia fino alla località S. Giacomo
di Fraéle.
Dimensioni massime pullman: 10 m fino alla località “Palazzina AEM”, dalla “Palazzina AEM” a
S. Giacomo pulmini da max 20 persone
L’escursione
L’escursione ha inizio dalla località S. Giacomo (1950 m s.l.m.). Dopo un breve tratto lungo il lago di
S. Giacomo, si imbocca il comodo sentiero che raggiunge le sorgenti del fiume Adda (ca. 2230 m
s.l.m.). Da qui è possibile raggiungere, su comoda strada sterrata, il Passo di Valle Alpisella che segna
lo spartiacque tra i bacini dell’Adda – Po e dell’Inn – Danubio.
L’itinerario si sviluppa all’interno delle cosiddette “Dolomiti interne”, serie di massicci calcarei
geologicamente anomali nelle aree interne delle Alpi ove usualmente predominano rocce ignee o
metamorfiche.
Anche la vegetazione è del tutto peculiare: fino alle sorgenti dell’Adda il percorso si sviluppa
all’interno di un bosco di Pino mugo a portamento arboreo, del tutto peculiare nelle aree centrali delle
Alpi. Dalle sorgenti fino al Passo dell’Alpisella domina la prateria alpina, intercalata da ghiaioni
calcarei. In questo tratto del percorso sono presenti diversi piccoli laghi. La flora è qui particolarmente
ricca, anche di specie rare.
Sotto il profilo faunistico, i boschi di mugo sono popolati da molte specie forestali di uccelli, cince
principalmente. Nella zona la lepre bianca è particolarmente numerosa ed è possibile l’avvistamento di
ungulati, cervo e camoscio principalmente.
La discesa avviene lungo il percorso di salita o lungo la strada sterrata che scende fino ai laghi di
Cancano.
Difficoltà:

bassa
Tempi di percorrenza (escluse le pause):

da S. Giacomo alle sorgenti dell’Adda – 1 h 30’ ca.

dalle sorgenti dell’Adda al Passo dell’Alpisella – 1 h ca.
Dislivello in salita:

da S. Giacomo alle sorgenti dell’Adda – 250 m ca.

dalle sorgenti dell’Adda al Passo dell’Alpisella – 50 m ca.
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PARCO per la SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
Escursione lungo la Strada Decauville (zona Cancano)
Come raggiungere la partenza dell’escursione.
Da Bormio si segue la S.S. 301 del Passo di Foscagno in direzione di Livigno. In località Premadio si
segue la deviazione per i Laghi di Cancano. Giunti al quartultimo tornante, sotto le “Torri di Frele”, si
incrocia il percorso della Strada Decauville.
Dimensioni massime pullman: 10 m – È possibile parcheggiare appena oltre le Torri di Fraele
L’escursione si svolge lungo la parte iniziale della decauville, vecchia strada di servizio realizzata per la
costruzione delle dighe di Cancano, completamente sterrata e quasi perfettamente pianeggiante ad una
quota di 1870 m.
Il percorso si snoda tra il limite della vegetazione arborea e i pascoli alpini; grazie all’ottima
esposizione permette di godere, già al primo sciogliersi delle nevi, di splendide fioriture. E’ anche
possibile l’incontro con varie specie animali, come i rapaci di piccola e grande dimensione (aquila reale
e gipeto, avvoltoio reintrodotto sulle Alpi negli ultimi decenni), oppure scoiattoli e lepri.
La strada, in posizione panoramica, permette di spaziare con lo sguardo dalle cime del gruppo
dell’Ortles-Cevedale fino alla più vicina, maestosa Cima Piazzi che domina il lato opposto della valle.
Difficoltà:
• nessuna
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ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
Escursione in Val Canè
Come raggiungere la partenza dell’escursione.
Da Edolo si segue la S.S. 42 del Passo del Tonale in direzione di Ponte di Legno. Dopo Vezza d’Oglio, a
Stadolina, si imbocca a sinistra la strada che conduce dapprima a Vione e poi a Canè. All’inizio dell’abitato, in
corrispondenza del cimitero, è possibile il parcheggio dei pullman.
L’escursione
L’escursione in Val Canè ha inizio dal cimitero di Canè (1475 m s.l.m in.). Da qui, attraversato il piccolo centro
abitato, si imbocca la strada, quasi subito sterrata, che attraversa il torrente Fumeclo. Il vecchio mulino,
restaurato di recente, rappresenta la prima significativa testimonianza della secolare presenza dell’uomo nella
valle.
In lieve salita, il percorso prosegue nel bosco di larici inframmezzato da radure e prati, via via più estesi,
destinati allo sfalcio e al pascolo. L’alternanza di boschi e prati è frutto del connubio dell’uomo con la natura.
Infatti, dove naturalmente ci sarebbe bosco, l’uomo ha ricavato spazi utili all’allevamento del bestiame. Questi
prati sono caratterizzati, soprattutto sull’inizio dell’estate, da ricchissime fioriture.
La strada conduce poi in località Cortebona (1766 m s.l.m.), dov’è presente un’area attrezzata per il pic-nic.
Proseguendo ulteriormente lungo il sentiero, dopo aver attraversato il torrente su un ponticello in legno, ci si
trova ai piedi della Cima di Coleazzo e della Cima di Bles. Queste cime sono caratterizzate dalle striature
bianche delle loro pendici, dovute a bancate di marmi saccaroidi nelle quali sono state aperte, forse già dal
medioevo, due cave abbandonate ormai da tempo. E’ possibile prolungare l’escursione sia risalendo la
mulattiera che conduce ad una delle cave (1975 m s.l.m.), sia rimontando ulteriormente la valle fino alla testata,
in corrispondenza delle Baite Valzaroten (2208 m s.l.m.). Nel primo caso, la presenza di suoli calcarei, inusuali
in area alpina, permette la crescita di moltissime specie di fiori montani.
Ricca la fauna presente nella valle, con la quale non è infrequente un incontro: i boschi alle quote inferiori sono
popolati da cervi e dai più rari, ed elusivi, caprioli. Salendo di quota, è possibile osservare camosci o, anche se
meno frequenti, gli stambecchi. Sulle praterie in quota è comune la marmotta. Tra i predatori, sono presenti sia
la volpe sia la faina. E, tra gli uccelli, è possibile assistere al volo maestoso dell’aquila.
Il ritorno da Cortebona a Canè può essere effettuato lungo la mulattiera che percorre il versante destro della
valle. E’ così possibile transitare dai caratteristici nuclei rurali di Case del Ponte e di Soncane e godere della
vista spettacolare del prospiciente gruppo dell’Adamello.
Difficoltà:

da Canè a Cortebona – nessuna

da Canè alla cava di marmo –facile

da Canè alle Cascine Valzaroten – facile
Tempi di percorrenza:

da Canè a Cortebona – 1 h 30’ circa

da Canè alla cava di marmo –2 h 30’ circa

da Canè alle Cascine Valzaroten – 3 h circa
Dislivello:

da Canè a Cortebona – 300 m circa

da Canè alla cava di marmo –500 m circa

da Canè alle Cascine Valzaroten – 730 m circa
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PARCO per la SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
Escursione in Valle delle Messi
Come raggiungere la partenza dell’escursione
Da Edolo si segue la S.S. 42 del Passo del Tonale fino a Ponte di Legno, si segue poi la S.S. 300 del
Gavia fino a S. Apollonia. Presso l’albergo Pietra Rossa è possibile parcheggiare.
L’escursione
L’escursione ha inizio a S. Apollonia, nella parte inferiore della Valle delle Messi, caratteristica valle
glaciale che trae nome, probabilmente, da Val de Mes – Valle di Mezzo in dialetto. Da qui si risale,
costeggiandolo, il corso del torrente Frigidolfo, cha nasce dal Lago Nero, poco a valle del Passo di
Gavia. Il pianoro che si tocca all’inizio della passeggiata ha ospitato, fino al XIX secolo, un lago
originatosi a seguito dello sbarramento della valle causato da una frana. Questo lago è ormai
scomparso, ridotto a torbiera a seguito dei naturali fenomeni di interramento. Oggi costituisce un
importante habitat umido, ricchissimo di specie anche rare.
Il percorso prosegue nel bosco di larici, abitato da ungulati come il capriolo e il più grande cervo. Ma
non rari sono predatori come la volpe e la faina, abilissimo arrampicatore. E ricco è anche il
popolamento di uccelli, rappresentato da diverse decine di specie. Tra di essi è possibile avvistare,
lungo il torrente, il curioso Merlo acquaiolo, capace di immergersi alla ricerca di invertebrati.
Superate le Case di Pradazzo, uno dei piccoli nuclei rurali che si incontrano durante la gita, la salita, fin
qui molto facile, diventa più ripida, fino a raggiungere le Baite di Valmalza, dove l’arbusteto comincia
a sostituire il bosco. Proseguendo ulteriormente è possibile spingersi fino alla prateria alpina e
raggiungere il Bivacco Linge, in una conca dominata da maestose montagne tra le quali svetta la Punta
di Pietra Rossa. Questa zona è caratterizzata dalla presenza di torbiere ricche di eriofori. E non meno
ricche sono, soprattutto all’inizio dell’estate, le fioriture delle praterie circostanti. Decisamente comuni
sono le marmotte, ma è anche abbastanza probabile avvistare i camosci o l’aquila.
La discesa avviene lungo le stesso percorso di salita.
Difficoltà:

da S. Apollonia alle Baite di Valmalza

dalle Baite di Valmalza al Bivacco Linge
della parte precedente
– facile
– sentiero privo di difficoltà tecniche ma più ripido
Tempi di percorrenza:

da S. Apollonia alle Baite di Valmalza

dalle Baite di Valmalza al Bivacco Linge

durata totale
– 1 h 30’ circa
– 1 h circa
– 2 h 30’ circa
Dislivello:

da S. Apollonia alle Baite di Valmalza

dalle Baite di Valmalza al Bivacco Linge

dislivello totale
– 400 m circa
– 300 m circa
– 700 m circa
un
PARCO per la SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Escursione in Val Grande: Percorso Tu – Ponte dell’acqua calda – Malga della Val Grande – Plaz de
l’Asen
Come raggiungere la partenza dell’escursione
Da Vezza d’Oglio si raggiunge in auto la frazione di Tu dove è possibile parcheggiare.
L’escursione
Da Vezza d’Oglio si raggiunge in auto la frazione di Tu. Da qui si imbocca la stradella sterrata che si
inoltra in un luminoso bosco di larici fino a raggiungere in breve il Ponte dell’Acqua Calda sul torrente
Val Grande, all’imbocco dell’omonima valle. Superatolo ci si addentra nel territorio del Parco; dopo un
breve, ripido tratto si incontra la comoda mulattiera che percorre il fondo valle tra prati ricchissimi di
fioriture dalla primavera all’autunno. Percorrendo la lunghissima valle si incontrano numerosi antichi
nuclei rurali alcuni dei quali perfettamente conservati.
Il percorso prosegue piuttosto uniforme tra pascoli che si alternano a lariceti fino alla grande torbiera
del Carét originatasi dall’interramento di un antico lago; un volta superatala, proseguendo si giunge in
breve alla Malga della Val Grande. Da qui il percorso prosegue su sentiero tra pascoli di quota fino alla
località Plaz de l’Asen dove si trova il bivacco Saverio Occhi; alla testata della valle, davanti a noi, si
stagliano le imponenti cime della Punta di Pietra Rossa al di là delle quali si trova la Val di Rezzalo.
Il nostro semplice itinerario prevede da qui il rientro lungo lo stesso percorso dell’andata.
Per l’ampio sviluppo in lunghezza e in ampiezza, in Val Grande si succedono molti ambienti differenti.
La parte iniziale dell’itinerario si sviluppa nel bosco di larice, mentre sul versante opposto la lariceta è
frammista all’abete rosso. Boschi di latifoglie si sono formati lì dove il pascolo è stato abbandonato.
L’esposizione a sud della valle, e quindi le favorevoli condizioni climatiche, permettono la presenza
anche di specie dei piani vegetazionali inferiori.
Anche la fauna è molto ricca. Sono comuni specie legate ai boschi, come lo scoiattolo o la ben più
discreta martora. Negli arbusteti al limite del bosco è presente il gallo forcello, mentre sui pendii
rocciosi è possibile udire il canto della coturnice.
Nella prateria alpina è possibile avvistare l’ermellino e quasi certo è l’avvistamento delle marmotte. In
inverno le impronte della lepre bianca, di difficile avvistamento, ne tradiscono la presenza.
In tutta la Valle, e in tutte le stagioni, è possibile osservare gli ungulati. In Val Grande è comune
soprattutto il cervo di cui è possibile udire, all’inizio dell’autunno, il possente bramito. Nelle valli
bresciane del Parco nidificano anche diverse coppie di aquila reale, di cui è facile l’avvistamento.
Difficoltà:

dalla frazione di Tu alla località Plaz de l’Asen
– facile
Tempi di percorrenza:

dalla frazione di Tu alla località Plaz de l’Asen

dalla località Plaz de l’Asen a Tu

durata totale
2.00 h circa
1.30 h circa
3 h 30’ circa
Dislivello:

dalla frazione di Tu alla località Plaz de l’Asen
834 m circa
un
PARCO per la SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
NOTE SULLE ESCURSIONI
Le escursioni prevedono l’accompagnamento da parte di Guide Parco (Guide Alpine
convenzionate; 1 ogni 25 persone) e, a richiesta, di un esperto naturalista (faunista o
botanico a Vostra discrezione).
Modifiche ai percorsi suggeriti potranno essere decise durante l’escursione dalle Guide
Parco in funzione delle condizioni meteorologiche. Analogamente sarà Vostra facoltà
concordare direttamente con le Guide Parco variazioni di programma durante
l’effettuazione dell’escursione, qualora si manifestino particolari esigenze.
ATTREZZATURA CONSIGLIATA PER LE ESCURSIONI
Scarponcini da montagna o scarpe impermeabili con suola scolpita, zainetto, giacca a
vento, maglione, guanti e cappello, borraccia, colazione al sacco. Eventualmente, se
leggeri, binocolo e macchina fotografica.
Il modulo di prenotazione è scaricabile al link “Un Parco per la Scuola” o è possibile
richiederlo a [email protected]
un
PARCO
per la
SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 20143
Laboratori didattici
“Baita
dal
Parco”
Centro Visite
S.Antonio Valfurva
Proposte didattiche ed educative del Centro Visite “Baita dal Parco” di Valfurva – SO
Per conoscere gli aspetti naturalistici, storici e umani del Parco Nazionale dello Stelvio oggi c'è
un'opportunità in più. E' il nuovo Centro Visite Baita dal Parco, situato nel cuore dell’area protetta, a
S. Antonio Valfurva. Un'ampia struttura che, attraverso pannelli espositivi e schermi interattivi,
accompagna il visitatore alla scoperta di uno dei parchi storici d'Italia. Il centro, articolato su tre livelli
e attrezzato per i disabili, dispone di un'ampia sala multimediale, sede di conferenze, proiezioni
naturalistiche e laboratori didattici.
Il Centro visite, oltre a promuovere la conoscenza del Parco Nazionale dello Stelvio vuole
essere strumento per favorire una più consapevole percezione del valore del patrimonio naturale.
Gli sforzi in tal senso saranno soprattutto orientati ai giovani, efficaci vettori di conoscenze e valori
verso gli adulti. A loro saranno dedicati progetti di educazione ambientale, programmati e seguiti da
un esperto con formazione biologico-naturalistica, mirati alla conoscenza del Parco, dei suoi
ambienti, dei suoi abitanti e all'adozione di un senso di responsabilità nei suoi confronti.
LABORATORI DIDATTICI
Scuola dell’infanzia e prime classi della Scuola Primaria
1)
2)
3)
4)
Il mistero delle fotografie scomparse
Il Parco Nazionale dello Stelvio e i suoi abitanti
Sulle tracce della vita
A ciascuno il suo menù: scopriamo le relazioni trofiche tra gli animali
Tutte le classi della Scuola Primaria
5)
6)
7)
8)
9)
Salto nel buio: laboratorio sensoriale
Il mondo di Alice: la natura in piccoli spazi
Re capriccio e la Biodiversità
Fortunato chi la pesta!
Ops, e adesso dove mi nascondo?!
Classi terza, quarta e quinta della Scuola Primaria e Scuola Secondaria di primo grado
10) Gioca Parco
11) L’eco-puzzle
12) Indovina chi viene a cena
13) Marmotta 007: manuale di sopravvivenza
14) Da Darwin all’evoluzione…della pasta
15) Un tuffo nel blu: l’acqua, le sue proprietà chimico-fisiche e la sua rilevanza nel Parco
Nazionale dello Stelvio
16) Con i piedi per terra e la testa tra le nuvole: conosciamo l’aria e il suolo del Parco Nazionale
dello Stelvio
17) Elettroni e correnti: scopriamo l’elettricità nel Parco Nazionale dello Stelvio
18) Onde nel Parco Nazionale dello Stelvio: il suono e la luce
19) Batti cinque!
Centro Visite “Baita dal Parco”
Piazza Forba 4 - 23030 VALFURVA SO
Tel 0342 945074 – 0342 900824 – Fax 0342 900899 – e-mail [email protected]
1
un
PARCO
per la
SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 20143
Laboratori didattici
“Baita
dal
Parco”
Centro Visite
S.Antonio Valfurva
2
TITOLO
IL MISTERO DELLE FOTOGRAFIE SCOMPARSE
DESTINATARI
DURATA
Scuola dell’infanzia, Scuola primaria classi I e II
Ore: 2
1
Le specie animali presenti nell'area protetta vengono introdotte attraverso la
lettura e drammatizzazione della fiaba Il mistero delle fotografie
scomparse, che vede come protagonisti gli animali del Parco Nazionale
dello Stelvio. Nella fiaba si racconta di un fotografo distratto appassionato
di natura che, dopo aver scattato le foto a tutti gli animali del Parco le perde
nel bosco. Lì vengono ritrovate dai maghèt (spiritelli dispettosi che la
tradizione popolare vuole presenti sulla Reit) che, invece di consegnarle
all'uomo, le usano per decorare i palloncini della festa di compleanno di
Zebrù, il più giovane maghèt dell'Alta Valtellina. Sarà quindi compito dei
bambini presenti, a ciascuno dei quali nella fase di drammatizzazione della
fiaba è stata precedentemente assegnata l'identità di un animale, ritrovare la
propria immagine tra i colorati palloncini che fanno da cornice al
compleanno di Zebrù.
TITOLO
IL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO E I SUOI ABITANTI
DESTINATARI
DURATA
Scuola dell’infanzia, Scuola primaria classi I e II
Ore: 2
2
Le differenti specie di animali presenti nell’area protetta vengono
introdotte attraverso la lettura di una fiaba che li vede protagonisti. A
questa prima parte, segue l’esplorazione del Centro Visite, dedicato al
riconoscimento degli animali presenti nel racconto. Una volta tornati
nella sala multimediale i bambini saranno invitati a collocare nel loro
ambiente naturale le figure degli animali loro assegnati, sulla scorta delle
informazioni raccolte nella visita al centro.
A ciascun partecipante verrà assegnata la sagoma di un animale del Parco
da colorare e portare a casa.
Centro Visite “Baita dal Parco”
Piazza Forba 4 - 23030 VALFURVA SO
Tel 0342 945074 – 0342 900824 – Fax 0342 900899 – e-mail [email protected]
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PARCO
per la
SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 20143
Laboratori didattici
“Baita
dal
Parco”
Centro Visite
S.Antonio Valfurva
3
TITOLO
SULLE TRACCE DELLA VITA
DESTINATARI
DURATA
Scuola dell’infanzia, Scuola primaria classi I e II
Ore: 2
3
TITOLO
Gli animali presenti nel Parco e le loro tracce vengono introdotti attraverso la
lettura e drammatizzazione della fiaba Sulle tracce degli animali misteriosi.
I bambini dovranno aiutare Stelvio, lo gnomo detective, a identificare a chi
appartengono le diverse tracce lasciate dagli animali.
Da ultimo i partecipanti realizzeranno la propria "Guida delle tracce",
dove rappresentare, con l'ausilio di stampi, le impronte degli animali e le
proprie
A CIASCUNO IL SUO MENÙ: SCOPRIAMO LE RELAZIONI TROFICHE TRA
GLI ANIMALI
DESTINATARI
DURATA
4
Scuola dell’infanzia, Scuola primaria classi I e II
Ore: 2
II concetto di dieta viene introdotto attraverso la lettura di una fiaba che ha
come protagonisti gli animali del Parco. A questo primo momento,
necessario anche per creare un clima più familiare tra i partecipanti al
laboratorio e la figura della guida, segue la fase di osservazione dei reperti
(crani e denti di alcune specie di mammiferi, escrementi e resti di pasto). A
ciascun bambino viene poi assegnato un ospite (un animale del Parco) e il
relativo menù da predisporre su appositi piatti.
TITOLO
SALTO NEL BUIO: LABORATORIO SENSORIALE
DESTINATARI
DURATA
Tutte le classi della Scuola Primaria
Ore: 2
5
L’attività consiste in un viaggio sensoriale per riconoscere, con l’ausilio di
olfatto, tatto e udito, differenti elementi della natura dell’area protetta. I
partecipanti, suddivisi in gruppi, devono collaborare per dare la giusta
attribuzione sia a pelli, crani e denti, zampe, becchi e versi di animali, sia a
fiori, foglie, rami e cortecce d’albero.
Centro Visite “Baita dal Parco”
Piazza Forba 4 - 23030 VALFURVA SO
Tel 0342 945074 – 0342 900824 – Fax 0342 900899 – e-mail [email protected]
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per la
SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 20143
Laboratori didattici
“Baita
dal
Parco”
Centro Visite
S.Antonio Valfurva
4
TITOLO
IL MONDO DI ALICE: LA NATURA IN PICCOLI SPAZI
DESTINATARI
DURATA
Tutte le classi della Scuola Primaria
Ore: 2
6
Il laboratorio mira a fornire gli elementi necessari per effettuare una più
attenta osservazione di un ambiente familiare quale può essere l’area
verde attorno al Centro Visitatori. Dopo la lettura di una fiaba, i
partecipanti al laboratorio sono invitati ad uscire dalla struttura, osservare
e segnalare, su apposite schede di campo, tutte le forme di vita presenti
ed eventualmente a raccogliere qualche reperto ritenuto di interesse.
Il laboratorio si conclude con la raffigurazione dell’area indagata su
cartelloni multisensoriali
TITOLO
RE CAPRICCIO E LA BIODIVERSITÀ
DESTINATARI
DURATA
Tutte le classi della Scuola Primaria
Ore: 2
7
Un racconto centrato sui bizzarri desideri di Re Capricco che, supportato da
immagini, introduce il concetto della diversità delle forme biologiche e
dell’unicità di ogni essere vivente.
L’attività finale prevede la collaborazione dell’intero gruppo per
rappresentare l’albero della vita, simbolo della diversità biologica della
classe.
TITOLO
FORTUNATO CHI LA PESTA
DESTINATARI
DURATA
Tutte le classi della Scuola Primaria
Ore: 2
8
Il laboratorio esplora in modo divertente, ma pur sempre scientifico, il
ruolo degli escrementi animali nell’ambito dell’ecosistema. Da ultimo,
attraverso attività manuali che includono la manipolazione di plastilina, i
bambini avranno modo di acquisire informazioni per riconoscere gli
escrementi degli animali.
Centro Visite “Baita dal Parco”
Piazza Forba 4 - 23030 VALFURVA SO
Tel 0342 945074 – 0342 900824 – Fax 0342 900899 – e-mail [email protected]
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ANNO SCOLASTICO 2013 – 20143
Laboratori didattici
“Baita
dal
Parco”
Centro Visite
S.Antonio Valfurva
5
TITOLO
OPS, E ADESSO DOVE MI NASCONDO!?
DESTINATARI
DURATA
Tutte le classi della Scuola Primaria
Ore: 2
Liquirizia, bambina che vive nel Parco Nazionale dello Stelvio, presenta i
nascondigli e le strategie di sopravvivenza messe in atto degli animali
selvatici (mimetismo, mimetismo batesiano). L’attività pratica prevede la
realizzazione di biglietti scenografici con rappresentati i differenti ambienti
del Parco in cui gli animali possono trovare rifugio o mimetizzarsi.
9
TITOLO
GIOCA PARCO
DESTINATARI
DURATA
Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado
Ore: 2
10
I ragazzi, suddivisi in squadre, dovranno rispondere ai più disparati quesiti
sull’area protetta: sarà loro richiesto di dare la giusta attribuzione a campioni
biologici, risolvere rebus e cruciverba, identificare l’intruso o reperire
specifiche informazioni dalle postazioni multimediali del Centro.
TITOLO
L’ECO-PUZZLE
DESTINATARI
DURATA
Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado
Ore: 2
11
La presentazione degli ambienti del Parco e degli animali e delle piante
che vi abitano avviene attraverso un momento lundico in cui i
partecipanti vengono suddivisi in squadre. A ciascuna squadra vengono
posti alcuni quesiti le cui risposte sono contenute nei pannelli espositivi e/o
nelle postazioni multimediali del Centro; ogni risposta esatta da diritto a
ricevere il tassello di un puzzle. Vince la squadra che per prima ricompone
il puzzle (che può rappresentare il corpo di un animale e gli elementi salienti
della sua ecologia) o, in alternativa, che esegue correttamente la prova finale
scritta sul puzzle (es. associare alcuni animali del Parco al proprio habitat).
Centro Visite “Baita dal Parco”
Piazza Forba 4 - 23030 VALFURVA SO
Tel 0342 945074 – 0342 900824 – Fax 0342 900899 – e-mail [email protected]
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ANNO SCOLASTICO 2013 – 20143
Laboratori didattici
“Baita
dal
Parco”
Centro Visite
S.Antonio Valfurva
TITOLO
INDOVINA CHI VIENE A CENA
DESTINATARI
DURATA
Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado
Ore: 2
12
Le differenti diete degli animali presenti all'interno del Parco Nazionale dello
Stelvio vengono introdotte attraverso l'osservazione dei crani e delle arcate
dentarie di alcune specie animali dell'area protetta e l'analisi macroscopica
degli escrementi e dei resti di pasto ritrovati in campo. A questo primo
momento esplorativo fa seguito un quiz multimediale a squadre nel corso del
quale i partecipanti devono attribuire i diversi "menù" alle specie del Parco.
Le squadre sono poi invitate a ricostruire in modo corretto i passaggi di una
catena alimentare.
TITOLO
MARMOTTA 007: MANUALE DI SOPRAVVIVENZA
DESTINATARI
DURATA
Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado
Ore: 2
13
I ragazzi, suddivisi in squadre, sono invitati a visitare il Centro (leggere i
cartelli espositivi e consultare le postazioni multimediali) ed annotare su un
block-notes gli adattamenti di animali e piante presenti all'interno dell'area
protetta. A questa prima fase segue un momento di confronto e un quiz
multimediale in cui vengono riproposti in forma ludica i concetti
precedentemente discussi (mimetismo, letargo, strategie per il risparmio
idrico...).
TITOLO
DA DARWIN ALL’EVOLUZIONE DELLA PASTA
DESTINATARI
DURATA
Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado
Ore: 2
14
Prendendo spunto dalla vita di Charles Darwin e dalla sua esperienza di
viaggio sul Beagle, vengono introdotte le teorie dell’evoluzione e della
selezione naturale. In un secondo momento i ragazzi saranno invitati a mettere
a frutto quanto appreso ipotizzando le linee evolutive di improbabili forme di
vita che presentano la foggia dei più disparati formati di pasta.
Centro Visite “Baita dal Parco”
Piazza Forba 4 - 23030 VALFURVA SO
Tel 0342 945074 – 0342 900824 – Fax 0342 900899 – e-mail [email protected]
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Laboratori didattici
“Baita
dal
Parco”
Centro Visite
S.Antonio Valfurva
TITOLO
UN TUFFO NEL BLU: l’acqua, le sue proprietà chimico-fisiche e la sua
rilevanza nel Parco Nazionale dello Stelvio
DESTINATARI
DURATA
Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado
Ore: 2
15
L’attività prevede l’attuazione di semplici esperimenti che aiuteranno a
dedurre le proprietà fisico-chimiche dell’acqua. Dopodiché, attraverso un
gioco a squadre, verrà discusso il tema dell’acqua all’interno del Parco, la
sua azione modellante sul territorio, il suo ruolo ecologico nonché
economico.
CON I PIEDI PER TERRA E LA TESTA FRA LE NUVOLE: conosciamo
TITOLO
l’aria e
il suolo del Parco Nazionale dello Stelvio
DESTINATARI
DURATA
Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado
Ore: 2
16
Un percorso attraverso le caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche di
aria e suolo per comprendere il perché di alcuni fenomeni rilevabili
all’interno dell’area protetta (dal volo degli uccelli all’arcobaleno,
dall’influenza del vento sulla vegetazione in quota alle acque minerali).
Sul suolo, se la stagione lo consente, sarà possibile condurre un’indagine
specifica sui macroinvertebrati che lo popolano.
ELETTRONI E CORRENTI:
TITOLO
scopriamo l’elettricità nel Parco Nazionale
dello Stelvio
DESTINATARI
DURATA
Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado
Ore: 2
17
Attraverso semplici esperimenti il gruppo sarà portato a comprendere le
proprietà degli elettroni e della corrente elettrica. Nel corso dell’incontro
verranno affrontati alcuni aspetti dell’area protetta strettamente connessi
alla produzione e conduzione di corrente (fulmini, centrali
termoelettriche, pericolo di elettrocuzione per l’avifauna).
Centro Visite “Baita dal Parco”
Piazza Forba 4 - 23030 VALFURVA SO
Tel 0342 945074 – 0342 900824 – Fax 0342 900899 – e-mail [email protected]
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SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 20143
Laboratori didattici
“Baita
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Parco”
Centro Visite
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8
TITOLO
ONDE NEL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO: il
DESTINATARI
DURATA
Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado
Ore: 2
18
suono e la luce
Prendendo avvio dalle caratteristiche fisiche delle onde, verranno
condotti semplici esperimenti per evidenziarne le proprietà. Nel corso
dell’incontro saranno affrontati alcuni aspetti dell’area protetta connessi
alle onde luminose e sonore (ultrasuoni emessi dai pipistrelli, il
fenomeno dell’arcobaleno e delle ombre, la percezione dei colori).
Per ogni laboratorio è previsto un numero massimo di 20/25 partecipanti
TITOLO
BATTI CINQUE!
DESTINATARI
DURATA
Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado
Ore: 2
19
Prendendo spunto dalla modalità di classificazione adottata dai ragazzi
(cui saranno distribuite differenti immagini di animali), si affronterà il
tema dell’evoluzione convergente e divergente.
L’incontro verterà poi sulle strutture omologhe, in modo particolare sulla
relazione esistente tra la mano dell’uomo, l’ala di pipistrello e la pinna di
cetaceo. Attraverso una serie di attività pratiche i partecipanti avranno
modo di comprendere appieno quanto strutture apparentemente differenti
abbiano in realtà una comune origine evolutiva.
Il modulo di prenotazione è scaricabile al link “Un Parco per la Scuola” o è possibile richiederlo a
[email protected]
Centro Visite “Baita dal Parco”
Piazza Forba 4 - 23030 VALFURVA SO
Tel 0342 945074 – 0342 900824 – Fax 0342 900899 – e-mail [email protected]
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per la
SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
Laboratori didattici
Giardino
Botanico
Alpino
“Rezia”
Proposte didattiche ed educative del Giardino Botanico Alpino “Rezia”
di Bormio SO
Il Giardino Alpino “Rezia” costituisce un punto di riferimento per la riproduzione di specie rare,
una fonte di divulgazione scientifica, un richiamo per gli appassionati della fotografia, un centro di
ricerca per gli studi botanici e un valido sussidio didattico per le scuole.
Le proposte alle scuole comprendono programmi didattici, che si svolgeranno in un contesto
naturale unico nel suo genere.
Si consiglia di effettuare le visite a partire dal mese di maggio, in concomitanza con il risveglio
vegetativo delle specie, sottoposte al clima tipicamente alpino.
LABORATORI DIDATTICI
1) Storie nel Giardino
2) Realizziamo un erbario fotografico
3) L’albero racconta
4) Semi in frigo
5) Le piante come noi: adattamenti e competizione
6) Tra i fili d’erba un ecosistema, il prato
7) Dentro il seme la vita
8) Le piante e l’uomo
9) I vegetali: grandi inventori
10) Piante, grandi viaggiatrici
11) Compostiamo! Impariamo a produrre il compost e come usarlo
12) Dipingiamo con i fiori: utilizzo dei pigmenti vegetali
TITOLO
PRESENTAZIONE
STORIE NEL GIARDINO
Visita guidata al Giardino botanico, con lettura o narrazione di miti,
leggende, favole con protagoniste le piante.
FINALITÀ DEL PROGETTO
- avvicinamento alla comprensione del mondo vegetale;
- acquisizione familiarità con alcune specie;
- importanza del Giardino botanico e del Parco;
- sviluppo capacità di osservazione, al di là dell’aspetto estetico della
pianta;
- attività ludica “che pianta saresti tu?”.
1
DESTINATARI
DURATA
Scuola dell’infanzia
Ore: 2
Giardino Botanico Alpino “Rezia” – Via Sertorelli – 23032 BORMIO SO
Tel. 0342 900855 – 0342 900824 – Fax 0342 900899
1
un
PARCO
per la
SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
Laboratori didattici
Giardino
Botanico
Alpino
“Rezia”
2
TITOLO
PRESENTAZIONE
REALIZZIAMO UN ERBARIO FOTOGRAFICO
La ricerca e la fotografia scientifica di piante erbacee spontanee portano
allo studio delle diverse forme vegetali, nel rispetto della conservazione.
FINALITÀ DEL PROGETTO
- identificare le caratteristiche principali del mondo vegetale;
- stimolare la capacità di analisi mediante l’osservazione diretta;
- sensibilizzare al problema della biodiversità;
- fare acquisire la consapevolezza del rispetto della natura in tutte le sue
forme, con particolare riferimento alla flora protetta;
- riconoscere e rappresentare gli elementi fondamentali al riconoscimento
delle specie.
- individuazione delle piante erbacee spontanee prescelte;
- riconoscimento e analisi delle specie da fotografare mediante l’aiuto di
chiavi dicotomiche semplificate;
- individuazione degli elementi discriminanti da fotografare;
- realizzazione delle fotografie digitali;
- progettazione di “Il mio erbario fotografico” con le diverse tecniche di
schedatura (catalogazione e stesura cartellini identificativi).
E DESCRIZIONE
DELL’ATTIVITÀ
2
DESTINATARI
DURATA
Scuola Primaria e Secondaria di I grado
Ore: 2
TITOLO
PRESENTAZIONE
L’ALBERO RACCONTA
Ogni albero può narrare la storia dell’ambiente in cui è cresciuto
attraverso la lettura dei suoi anelli di accrescimento.
FINALITÀ DEL PROGETTO
Nella sezione “arboreto” del Giardino botanico gli allievi verranno
guidati:
- al riconoscimento delle specie arboree presenti (elementi caratteristici);
- alla comprensione della modalità di crescita dell’albero;
- al prelievo della “carota” del tronco;
- alla lettura di base degli anelli di accrescimento;
E DESCRIZIONE
DELL’ATTIVITÀ
3
DESTINATARI
DURATA
Scuola Primaria e Secondaria di I grado
Ore: 2
Giardino Botanico Alpino “Rezia” – Via Sertorelli – 23032 BORMIO SO
Tel. 0342 900855 – 0342 900824 – Fax 0342 900899
un
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per la
SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
Laboratori didattici
Giardino
Botanico
Alpino
“Rezia”
TITOLO
PRESENTAZIONE
SEMI IN FRIGO
Alcuni dei più bei fiori delle nostre montagne sono in pericolo: saperli
riconoscere per conservarne i semi permette di proteggerli.
FINALITÀ DEL PROGETTO
- riconoscimento di alcune specie pregiate della Provincia di Sondrio;
- ambiente di vita e strategie di conservazione: banca del germoplasma e
Index seminum degli Orti botanici;
- tecnica di raccolta, pulizia e conservazione dei semi.
- individuazione delle piante e lettura dei cartellini del Giardino;
- realizzazione dei disegni/fotografie delle piante;
- raccolta e pulizia dei semi.
E DESCRIZIONE
DELL’ATTIVITÀ
4
2
DESTINATARI
DURATA
Scuola Primaria e Secondaria di I grado
Ore: 2
TITOLO
LE PIANTE COME NOI: ADATTAMENTI E COMPETIZIONE
PRESENTAZIONE
Le piante di alta montagna sono sottoposte a difficili condizioni, che le
obbligano a lottare contro il vento, il gelo, la copertura di neve e la
siccità. Come difendersi, ad esempio, dalla perdita d’acqua? A chi
affidare il polline? A chi affidare il seme per la dispersione?
riconoscimento dei fattori che influiscono su distribuzione e crescita delle
piante (interazioni pianta-ambiente);
- individuazione e riconoscimento degli adattamenti principali;
- significato del ciclo biologico;
attività ludica “inventa una pianta” o “caccia all’adattamento”.
FINALITÀ DEL PROGETTO
E DESCRIZIONE
DELL’ATTIVITÀ
5
2
DESTINATARI
DURATA
Scuola Primaria e Secondaria di I° grado
Ore: 2
TITOLO
PRESENTAZIONE
TRA I FILI D’ERBA UN ECOSISTEMA, IL PRATO
FINALITÀ DEL PROGETTO
-
E DESCRIZIONE
DELL’ATTIVITÀ
-
6
2
DESTINATARI
DURATA
Un semplice “prato” nasconde una moltitudine di specie. L’osservazione
approfondita, sia pure di un piccolo riquadro, ce ne fornisce la prova.
-
stimolazione dell’interesse dei ragazzi verso la moltitudine di specie
presenti in una realtà apparentemente semplice quale un prato;
conoscenza delle diverse possibilità di sviluppo delle specie vegetali
in rapporto alle condizioni ambientali;
osservazione di specie vegetali cresciute in diverse condizioni di
luminosità e umidità.
Scuola Primaria e Secondaria di I grado
Ore: 2
Giardino Botanico Alpino “Rezia” – Via Sertorelli – 23032 BORMIO SO
Tel. 0342 900855 – 0342 900824 – Fax 0342 900899
3
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PARCO
per la
SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
Laboratori didattici
Giardino
Botanico
Alpino
“Rezia”
4
TITOLO
PRESENTAZIONE
DENTRO IL SEME LA VITA
FINALITÀ DEL PROGETTO
-
Semi grandi, piccoli, colorati, ruvidi, lisci, di forme diverse: ciascuno di
essi può dare vita a una nuova pianta attraverso un processo tutto da
scoprire.
E DESCRIZIONE
DELL’ATTIVITÀ
7
-
2
primi accenni ai concetti di classificazione, diversità, trasformazione;
primo approccio al metodo scientifico attraverso semplici azioni di
osservazione e misurazione dei processi; raccolta e registrazione di
dati; verifica ed elaborazione di ipotesi, sia a partire da fenomeni
osservati dal vivo e in natura sia in condizioni ex situ; utilizzo di
semplice strumentazione scientifica; introduzione del linguaggio
scientifico di base;
sperimentazione didattica interdisciplinare.
DESTINATARI
DURATA
Scuola Primaria
Ore: 2
TITOLO
PRESENTAZIONE
LE PIANTE E L’UOMO
FINALITÀ DEL PROGETTO
-
Ogni giorno facciamo uso, spesso inconsapevolmente, di un’enorme
quantità di oggetti o alimenti provenienti dal Regno Vegetale; come
sarebbe la nostra vita senza le piante?
E DESCRIZIONE
DELL’ATTIVITÀ
-
8
Acquisizione di consapevolezza circa la relazione profonda che ci
lega al Regno Vegetale e, conseguentemente, della necessità di
attivare comportamenti sostenibili;
Riflessione, attraverso percorsi interattivi, su argomenti e concetti
trasversali quali: dipendenza, sfruttamento e distribuzione delle
risorse, adattamenti e convivenza, riproduzione.
2
DESTINATARI
DURATA
Scuola Primaria e Secondaria di I grado
Ore: 2
Giardino Botanico Alpino “Rezia” – Via Sertorelli – 23032 BORMIO SO
Tel. 0342 900855 – 0342 900824 – Fax 0342 900899
un
PARCO
per la
SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
Laboratori didattici
Giardino
Botanico
Alpino
“Rezia”
5
TITOLO
PRESENTAZIONE
I VEGETALI: GRANDI INVENTORI
Chi ha inventato il legno? C’era già dal tempo dei Dinosauri? Esistono
piante che non lo possiedono? Sono solo alcuni dei segreti che le piante
hanno da raccontare, scritti nel grande libro dell’evoluzione.
L’evoluzione è come una gara a eliminazione che, nel corso dei millenni,
ha selezionato le “invenzioni” migliori per la sopravvivenza e diffusione
dei vegetali che le hanno sperimentate.
FINALITÀ DEL PROGETTO
-
E DESCRIZIONE
DELL’ATTIVITÀ
9
Le nostre indagini ci porteranno a individuare le spinte e le
invenzioni decisive che hanno portato alle grandi tappe evolutive
delle piante, attraverso la discussione, sperimentazione e costruzione
di modellini.
DESTINATARI2
DURATA
Scuola Primaria e Secondaria di I grado
Ore: 2
TITOLO
PRESENTAZIONE
PIANTE, GRANDI VIAGGIATRICI
Le piante si spostano? E come fanno? Attraverso l’osservazione di vari
tipi di seme e delle strutture di cui sono dotati, condurremo semplici
esperimenti riguardanti la disseminazione e una caccia al tesoro nel
giardino botanico virtuale allestito appositamente.
FINALITÀ DEL PROGETTO
-
E DESCRIZIONE
DELL’ATTIVITÀ
10
DESTINATARI
DURATA
-
Acquisizione del concetto di “dispersione” del seme e
consapevolezza dell’importanza della tutela della flora ai fini della
conservazione della Biodiversità;
Ricostruzione di dei diversi “modelli di dispersione” utilizzando
materiali comuni.
Scuola Primaria
Ore: 2
Giardino Botanico Alpino “Rezia” – Via Sertorelli – 23032 BORMIO SO
Tel. 0342 900855 – 0342 900824 – Fax 0342 900899
un
PARCO
per la
SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
Laboratori didattici
Giardino
Botanico
Alpino
“Rezia”
6
TITOLO
PRESENTAZIONE
COMPOSTIAMO! IMPARIAMO A PRODURRE IL COMPOST E COME USARLO
Il compostaggio domestico imita i processi della natura che restituiscono
le sostanze organiche al ciclo della materia. Con il compostaggio
possiamo dare un contributo alla salvaguardia dell’ambiente riducendo la
quantità di rifiuti da smaltire e produrre un terriccio nutriente per
fertilizzare in modo ecologico senza ricorrere all’utilizzo di concimi
chimici.
FINALITÀ DEL PROGETTO
-
E DESCRIZIONE
DELL’ATTIVITÀ
-
-
11
2
-
Approfondimento delle tematiche legate alla produzione e allo
smaltimento dei rifiuti;
Acquisizione dei concetti di riutilizzo e riciclaggio al fine di
progettare insieme iniziative volte a migliorare i nostri
comportamenti quotidiani;
Dopo la dimostrazione pratica durante la quale i ragazzi apprendono
quali sono i rifiuti organici adatti alla produzione del compost,
vengono illustrati i principali concetti di ecosistemi naturali, catene
alimentari e ciclo della materia;
Il processo di decomposizione verrà illustrato dagli operatori
mediante la misurazione di temperatura e acidità del cumulo di
compost presente in orto e attraverso l’osservazione al microscopio
degli organismi detritivori e decompositori che vi si trovano.
DESTINATARI
DURATA
Scuola Primaria e Secondaria di I grado
Ore: 2
TITOLO
PRESENTAZIONE
DIPINGIAMO CON I FIORI: UTILIZZO DEI PIGMENTI VEGETALI
Le piante superiori presentano nei fiori e nei diversi organi una
moltitudine di colori; la comprensione dei pigmenti vegetali attraverso
un’attività ludica permette di accostarsi facilmente al concetto di
fotosintesi e rifrazione della luce.
FINALITÀ DEL PROGETTO
-
E DESCRIZIONE
DELL’ATTIVITÀ
12
2
DESTINATARI
DURATA
-
Mediante l’impiego di diverse specie vegetali variamente colorate e
l’utilizzo di pestelli per l’estrazione dei colori i ragazzi apprendono il
semplice utilizzo dei pigmenti vegetali per dipingere. La variazione
del colore di alcuni petali a seguito della pestatura permette di
introdurre il concetto di ossidazione;
Un semplice esperimento di separazione cromatica dei pigmenti
fotosintetici permetterà di evidenziare le due clorofille e i
carotenoidei.
Scuola Primaria
Ore: 2
Giardino Botanico Alpino “Rezia” – Via Sertorelli – 23032 BORMIO SO
Tel. 0342 900855 – 0342 900824 – Fax 0342 900899
un
PARCO
per la
SCUOLA
ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
Laboratori didattici
Giardino
Botanico
Alpino
“Rezia”
7
Le attività didattiche al Giardino Botanico Alpino “Rezia”
avranno inizio a partire dal mese di Aprile
Per ogni laboratorio è previsto un numero massimo di 20/25 partecipanti
Il modulo di prenotazione è scaricabile al link “Un Parco per la Scuola” o è possibile richiederlo a
[email protected]
Giardino Botanico Alpino “Rezia” – Via Sertorelli – 23032 BORMIO SO
Tel. 0342 900855 – 0342 900824 – Fax 0342 900899