Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 INDICE NOTA INTRODUTTIVA……………………………………………………5 QUADRO ECONOMICO E NORMATIVO………………………………6 Quadro economico ............................................................... 6 Quadro legislativo ................................................................ 8 Unione europea ..................................................................... 8 Ordinamento nazionale ........................................................... 9 I RISULTATI IN PROSPETTIVA13 Obiettivi di Riciclo e Recupero ........................................... 13 ATTIVITA’ ISTITUZIONALI……………………………………………14 Imballaggi in plastica immessi al Consumo........................ 14 Raccolta differenziata ........................................................ 15 Attività di promozione sul territorio ................................... 17 Selezione ........................................................................... 18 Riciclo ................................................................................ 19 Riciclo di rifiuti di imballaggi di origine domestica ..................... 19 Riciclo imballaggi da Commercio e Industria ............................ 21 Riciclo non gestito-Operatori Indipendenti ............................... 21 Recupero Energetico .......................................................... 22 Utilizzo della plastica in acciaieria ........................................... 23 Utilizzo della plastica in gassificazione ..................................... 24 ATTIVITÀ A SUPPORTO DELLA GESTIONE………………………26 I polimeri negli imballaggi e principali applicazioni ........... 26 Prevenzione ....................................................................... 27 Intercompetizione tra materiali da imballaggio ................. 29 Ricerca e Sviluppo ............................................................. 30 Attività internazionale ....................................................... 31 Comunicazione................................................................... 32 2 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 Audit e Controlli ................................................................. 33 Sistemi Informativi ............................................................ 33 Certificazioni...................................................................... 34 RISULTATI ECONOMICI………………………………………………..35 Ricavi ................................................................................. 35 Costi .................................................................................. 35 INDICATORI ONR………………………………………………………..37 3 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 4 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 NOTA INTRODUTTIVA Dal 1° Gennaio 2014 è in vigore il nuovo Contributo Ambientale CONAI sugli imballaggi in plastica pari a 140 !/ton. L’adeguamento si è reso necessario a fronte dell’aumento dei volumi trattati a partire dalla raccolta e a cascata lungo tutta la catena operativa. Il sistema consortile continua a mantenere una linea di equilibrio di medio periodo. Se la crescita delle quantità, dato il mix qualitativo trattato, ha l’ovvia conseguenza di un aumento dei costi, il continuo monitoraggio e gli interventi mirati al recupero di efficienza permettono di tenere sotto controllo le variabili sensibili e di programmare con debito anticipo eventuali adeguamenti del CAC necessari a garantire l’operatività. 5 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 QUADRO ECONOMICO E NORMATIVO Quadro economico Le assunzioni alla base del seguente programma non possono ovviamente prescindere dall’evoluzione prevista per l’economia italiana. Secondo l’analisi della Banca d’Italia1, il PIL vede finalmente interrompere la propria caduta nel terzo trimestre del 2013, sostenuto dalle esportazioni e dalla variazione delle scorte. Sulla base dei sondaggi e dell’andamento della produzione industriale, la crescita del prodotto sarebbe stata appena positiva nel quarto trimestre. Gli indici di fiducia delle imprese sono ancora migliorati in dicembre, collocandosi sui livelli osservati all’inizio del 2011. Il quadro congiunturale è tuttavia ancora molto diversificato a seconda delle categorie di imprese e della localizzazione geografica. Al miglioramento delle prospettive delle imprese industriali di maggiore dimensione e di quelle più orientate verso i mercati esteri, si contrappone un quadro ancora sfavorevole per le aziende più piccole, per quelle del settore dei servizi e per quelle meridionali. Le condizioni del mercato del lavoro restano difficili ed anche l’accesso al credito continua ad essere un ostacolo sia per le imprese che per le famiglie. Le proiezioni sull’economia italiana per il prossimo biennio prefigurano una moderata ripresa dell’attività economica, che accelererebbe, sia pur in misura contenuta, l’anno prossimo: dopo essersi ridotto dell’1,8 per cento nel 2013, il PIL crescerebbe dello 0,7 quest’anno e dell’1,0 per cento nel 2015. Sostanzialmente allineate le previsioni dell’IMF2, che prevedono un +0,6 per cento nel 2014 e +1,1 per cento nel 2015. La ripresa sarebbe trainata dalla domanda estera e dalla graduale espansione degli investimenti produttivi, favoriti dal miglioramento delle prospettive di domanda e dalle accresciute disponibilità liquide delle imprese, grazie anche al pagamento dei debiti commerciali pregressi 1 2 BANCA D’ITALIA “Bollettino Economico n°1/2014”, gennaio 2014 IMF “World Economic Outlook Update”, 21/01/2014 6 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 delle Amministrazioni pubbliche. Le condizioni del credito rimarrebbero però ancora tese. Il rapporto tra investimenti e PIL si manterrebbe al di sotto della media storica. Resterebbero deboli i consumi. Il miglioramento dell’economia si trasmetterebbe con i consueti ritardi alle condizioni del mercato del lavoro. Lo stato d’animo dei consumatori finali appare in miglioramento, come mostra il seguente grafico: Fonte: BANCA D’ITALIA “L’Economia italiana in breve n°82”, Febbraio 2014 Prometeia3 ad oggi è l’unico istituto che fornisce una proiezione al 2016, prevedendo un +1,6 per cento. Tuttavia, alla fine del periodo considerato il PIL sarebbe ancora inferiore non solo ai massimi raggiunti prima della crisi finanziaria internazionale, ma anche ai livelli prevalenti prima dell’avvio della recente fase recessiva. I fattori di contesto in questo scenario sono quelli di un’economia internazionale in moderata ripresa, con l’area Euro sempre un po’ “pigra” e i BRICS meno brillanti di un tempo4. Sul fronte delle materie prime, almeno per il 2014, il greggio tende a stabilizzarsi al ribasso. A rinforzo di questa tendenza vi è il contemporaneo apprezzamento dell’Euro sul Dollaro che, se da un lato migliora le condizioni di acquisto delle materie prime trattate con biglietto verde, dall’altra penalizza la competitività delle nostre esportazioni. 3 4 Prometeia “Rapporto di previsione”, gennaio 2014 IMF “World Economic Outlook Update”, 21/01/2014 7 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 Quadro legislativo Unione europea Il 2013 si è chiuso idealmente con la presentazione dei risultati della consultazione sulla revisione degli obiettivi fissati nella direttive imballaggi, discariche e direttiva quadro sui rifiuti. La consultazione delle parti interessate è iniziata il 4 giugno 2013 e si è conclusa il 10 settembre 2013 u.s. Con riguardo specifico alla revisione della direttiva 94/62/CE, solo su due campi di intervento gli stakeholder si sono trovati d’accordo: la necessità di standardizzare i metodi di calcolo dei tassi di riciclo e l’abolizione del target massimo di riciclo. Conclusa la fase della consultazione è in atto la seconda fase del progetto di revisione che consiste nell’analisi di impatto di un ristretto numero di opzioni di modifica a cui dovrebbe seguire entro luglio 2014 una proposta formale di revisione da parte dell’esecutivo UE. Nell’ultimo trimestre del 2013 sono state portate a compimento ulteriori iniziative sia in ambito pre-normativo che normativo. Restando in tema di imballaggi, la Commissione ha presentato una proposta che modifica la direttiva 94/62/CE al fine di ridurre il consumo di borse di plastica in materiale leggero (COM(2013) 761 final). La proposta scaturisce dall'invito dei ministri per l'Ambiente dell'UE alla Commissione di valutare il margine d'intervento dell'Unione su questo fronte. La finalità è nello specifico quella di pervenire a ridurre il consumo nell’Unione europea delle borse di plastica con spessore inferiore a 50 micron (0.05 millimetri) attraverso l’adozione delle misure più idonee da parte di ciascun Stato membro. Tra di esse il provvedimento ricomprende l’uso di strumenti economici nonché restrizioni alla commercializzazione, in deroga a quanto previsto all’art.18 della direttiva. La Commissione ambiente del Parlamento europeo ha già ultimato l’esame della proposta e la proposta di relazione dovrebbe essere adottata il 10 marzo 2014 mentre l’adozione in plenaria è prevista per il 17 aprile 2014. La plastica è stata nel complesso oggetto di un più ampio intervento della Direzione Ambiente della Commissione europea che ha lanciato due consultazioni al riguardo: 8 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 ! la consultazione sul “Libro verde della Commissione su una strategia europea per i rifiuti in plastica nell’ambiente”, pubblicato il 7 marzo 2013 (Com 123 final5) ! la consultazione sui rifiuti marini, rivolta a tutti i soggetti interessati, compresi i cittadini. Questa è stata lanciata il 25.09.2013 e si è conclusa il 18 dicembre u.s. I risultati sono stati pubblicati il 31 gennaio 20146. La Commissione anche sulla base dei risultati della consultazione dovrà ora individuare le misure più appropriate e fissare un primo obiettivo di contenimento dei rifiuti marini, misure che confluiranno in una più ampia comunicazione sui rifiuti che sarà adottata nel 2014. Con riguardo al libro verde il Parlamento europeo di propria iniziativa ha adottato il 14 gennaio 2014 una Risoluzione che prevede, inter alia, entro il 2020 il raggiungimento di un obiettivo di riciclo per la plastica pari al 75%. Ha subito invece una battuta d’arresto la regolamentazione dei criteri per la perdita della qualifica di rifiuto di carta e plastica. Con riguardo alla carta, il 10 dicembre 2013 il Parlamento europeo ha respinto la proposta di regolamento predisposta dalla Commissione europea mentre per la plastica la relazione finale del JRC con le relative proposte tecniche è ancora in fase di elaborazione (nonostante il documento di lavoro del JRC sia stato finalizzato lo scorso mese di giugno). Ordinamento nazionale In materia di combustile solido secondario con il DM 22 del 14 febbraio 2013, in vigore dal 20 marzo 2013, c.d. regolamento end of waste, il legislatore nazionale ha stabilito i criteri specifici da rispettare affinché determinate tipologie di combustibile solido secondario (CSS), come definito all’articolo 183, comma 1, lettera cc), del decreto legislativo 152/2006, cessino di essere qualificate come rifiuto. Attraverso il successivo DM 20 marzo 2013 è stato poi modificato l’allegato X della parte V del Dlgs 152/2006 al fine di integrare il CSS end of waste tra i combustibili consentiti nelle centrali termoelettriche con potenza termica di combustione di oltre 50 MW e in impianti di produzione di cemento aventi capacità di produzione superiore a 500 ton/g di clinker. Nel corso del 2013 ha subito per contro una battuta d’arresto lo Schema di Dpr concernente il regolamento recante disciplina dell'utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS), in parziale sostituzione di combustibili 5 6 http://ec.europa.eu/prelex/detail_dossier_real.cfm?CL=en&DosId=202456 http://ec.europa.eu/environment/consultations/pdf/marine_litter.pdf 9 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 fossili tradizionali, in cementifici soggetti al regime dell'autorizzazione integrata ambientale. Approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri il 26 ottobre 2012, ha acquisito nella passata legislatura il parere favorevole del Senato il 16 gennaio 2013, e uno stop, giustificato dall’imminente fine della legislatura, da parte della Camera l’11 febbraio 2013. A tutt’oggi il provvedimento non risulta ricalendarizzato. Restando in tema, è il caso di evidenziare che il Governo ritiene opportuno provvedere all’individuazione, tramite decreto, della rete nazionale degli impianti di incenerimento e coincenerimento e del fabbisogno nazionale residuo di tali infrastrutture, nonché al blocco preventivo e temporaneo dei nuovi impianti fino all’emanazione del provvedimento ministeriale. Tale intendimento ha trovato attuazione nel disegno di legge “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali” (collegato alla legge di stabilità 2014) approvato dal Consiglio dei Ministri il 15 novembre 2013. Il provvedimento, approdato alla Camera dei deputati il 12 febbraio 2014, prevede alcune ulteriori e significative modifiche al Dlgs 2006/152 tra cui, a titolo esemplificativo ma non esaustivo: ! accordi di programma e incentivi per la commercializzazione di prodotti derivanti da materiali post consumo, recuperati dalla raccolta differenziata (art.11); ! procedure semplificate di recupero (al fine coordinare le attività di recupero disciplinate dai regolamenti comunitari sulla cessazione della qualifica di rifiuto con la normativa nazionale di riferimento) (art.12); ! differimento dei termini per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata (l’obiettivo del 65% deve essere raggiunto entro il 2016 e non entro il 2012 come previsto dal vigente art.205 del presente decreto (art.14); ! abrogazione del divieto di smaltimento in discarica dei rifiuti con potere calorifico inferiore (Pci) maggiore di 13 mila kj/kg, differito da ultimo dalla legge 15/2014 (art.21); ! la costituzione facoltativa di un “Consorzio per materiali compostabili” operante su tutto il territorio nazionale, ad opera dei produttori di materie prime di plastica compostabile e dei produttori di imballaggi realizzati con materiali di plastica compostabile secondo la norma UNI EN 13432. Per i produttori e utilizzatori aderenti al presente consorzio è prevista la non assoggettabilità all’obbligo di adesione ai consorzi di filiera previsti dall’allegato E del Dlgs 152/2006. 10 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 Nel corso del 2013 il legislatore nazionale è nuovamente intervenuto sulla vexata quaestio dei sacchetti in plastica attraverso la pubblicazione in gazzetta del DM 18 marzo 2013 che definisce le caratteristiche tecniche dei sacchi monouso biodegradabili e compostabili e di quelli riutilizzabili che possono essere immessi al consumo. Il provvedimento, che con un’anomalia tutta italiana è stato pubblicato prima degli esisti di conformità con la direttiva 94/62/CE da parte dell’esecutivo UE, è privo allo stato attuale di efficacia stante la mancata pronuncia della Commissione europea al riguardo. Il legislatore è poi intervenuto, di certo non per l’ultima volta, in materia di SISTRI, il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti che dal 2009 - anno della sua istituzione su iniziativa del Ministero dell'Ambiente e nel più ampio quadro di innovazione e modernizzazione della Pubblica Amministrazione- è periodicamente oggetto di interventi normativi, circolari ministeriali e atti ispettivi dell’assemblea parlamentare. Con la legge 15/2014 (legge di conversione del DL 150/2013, il cd.“Milleproroghe”) il legislatore ha infatti rinviato le sanzioni al 1° gennaio 2015 e prorogato il periodo transitorio in cui i soggetti obbligati debbono utilizzare accanto al nuovo sistema di tracciabilità elettronica la tracciabilità cartacea. Rimangono però salvi i termini di inizio di operatività del SISTRI, che sono stati fissati all’ 1° ottobre 2013, per i gestori professionali di rifiuti speciali pericolosi, ed al 3 marzo 2014, per i produttori iniziali di rifiuti. Non è stato invece a tutt’oggi completato il recepimento della direttiva 2013/2/UE -che contiene nuovi esempi illustrativi di imballaggi- e modifica l’allegato I della direttiva 94/62/CE. Il termine per il recepimento è scaduto il 30 settembre 2013 ma lo schema del decreto ministeriale di recepimento ha avuto il placet della conferenza unificata lo scorso 20 febbraio. Da ultimo il 26 febbraio 2014. la Camera dei deputati ha approvato in prima lettura un disegno di legge che aggiorna il codice penale introducendo i delitti contro l'ambiente. Un “pacchetto” di norme che prevede quattro nuovi reati ambientali: inquinamento ambientale; disastro ambientale; traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività; impedimento del controllo. Accompagnano il pacchetto di misure la previsione della responsabilità amministrativa dell’impresa se il fatto è commesso dalla dirigenza nell’interesse e a vantaggio della stessa e l’obbligo di confisca del profitto del reato o, in sua assenza, di beni di valore equivalente. Tra i più recenti provvedimenti del 2014 merita un cenno infine la legge di stabilità 2014 che ha abolito la Tares e introdotto lo Iuc, Imposta Unica Comunale, composta da: Imu, che sarà pagata dal proprietario, con 11 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 esclusione delle prime abitazioni non di lusso; Tasi, tributo sui servizi indivisibili dei comuni, che sarà pagata dal proprietario e, in quota variabile tra il 10% ed il 30%, dall'inquilino; Tari, la tassa sui rifiuti, che sarà pagata dal proprietario o dall'inquilino. 12 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 I RISULTATI IN PROSPETTIVA Obiettivi di Riciclo e Recupero La non facile sfida da affrontare è quella di far fronte ad una raccolta che cresce sì in quantità ma con una composizione sempre più eterogenea -in cui le frazioni valorizzabili o, per meglio dire, più facilmente valorizzabili, sono in diminuzione relativa- e trasformarla in prodotti appetibili per l’industria del riciclo rispettando criteri di efficienza. Tale sfida non può essere vista soltanto in termini strettamente tecnici o strettamente economici, poiché per alcuni prodotti, almeno per come sono stati concepiti sinora, lo spazio di mercato è probabilmente vicino alla saturazione e ulteriori quote avrebbero costi economici non trascurabili e possibili effetti a somma zero tra Materie Prime Seconde (o sostanze End of Waste) provenienti dal circuito domestico e Materie Prime Seconde provenienti dal circuito commercio e industria (C&I). Pertanto, una delle principali direttrici di espansione per la massimizzazione dei quantitativi riciclabili passerà per la creazione di nuovi prodotti, più specifici e meglio collocabili, a danno delle generiche “plastiche miste”. Tabella di sintesi obiettivi (ton) 2014 2015 2016 2.043.000 2013 2.051.000 2.078.000 2.109.000 RICICLO COREPLA 429.132 470.730 494.411 518.491 RICICLO INDIPENDENTE 359.940 363.000 367.740 373.256 TOTALE RICICLO 789.072 833.730 862.151 891.747 38,6% 40,6% 41,5% 42,3% RECUPERO ENERGETICO COREPLA 322.554 338.890 355.837 373.365 RECUPERO ENERGETICO RSU 430.000 430.000 430.000 430.000 TOTALE RECUPERO ENERGETICO 752.554 768.890 785.837 803.365 36,8% 37,5% 37,8% 38,1% 1.541.626 75,5% 1.602.620 78,1% 1.647.988 79,3% 1.695.112 80,4% IMMESSO AL CONSUMO Incidenza % Incidenza % RECUPERO TOTALE Incidenza % 13 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 ATTIVITA’ ISTITUZIONALI Imballaggi in plastica immessi al Consumo I principali fattori che influenzano l’immesso al consumo nel breve periodo sono7: Produzione industriale: dopo due anni consecutivi di forte contrazione, la produzione dell’industria manifatturiera è prevista in ripresa; ne beneficeranno vari importanti settori di impiego che dipendono direttamente dall’andamento della produzione industriale, quali film per palletizzazione, sacchi industriali e imballaggio protettivo. Consumi delle famiglie: a questo parametro è strettamente collegata una grossa quota dell’immesso al consumo di imballaggi. Le previsioni sono per una sostanziale stagnazione, ma potrebbero rivelarsi ottimistiche, vista la progressiva contrazione del reddito disponibile delle famiglie per effetto di disoccupazione, precarietà del lavoro e carico fiscale. Evoluzione del quadro normativo relativo alle vendita di shopper: il mercato degli shopper è ancora condizionato dalle incertezze relative all’eventuale entrata in vigore del regime sanzionatorio per chi mette in commercio sacchetti non conformi alla normativa tecnica EN 13432 sulla compostabilità. Di conseguenza, qualora nel 2014 vengano confermate le previsioni che indicano una sostanziale stabilità dei consumi finali e una modesta ripresa della produzione industriale, l’immesso al consumo di imballaggi plastici dovrebbe risultare nel complesso allineato con quello dell’anno precedente (+0,4 per cento). Nel medio periodo vanno poi considerati anche fattori quali l’intercompetizione tra materiali di imballaggio ed il cambiamento dei modelli di consumo. L’effetto cumulato di queste variabili, in cui il peso maggiore è assunto dalla variabile economica, è alla base della seguente proiezione: Tabella immesso al consumo (kton) 2013 2014 2015 2016 IMMESSO AL CONSUMO 2.043 2.051 2.078 2.109 di cui Domestico (HH) 1.300 1.304 1.321 1.341 742 747 756 768 di cui Commercio & Industria (C&I) Si torna a sottolineare, come già fatto in passato, che la distinzione tra “circuito Domestico” e “circuito Commercio e Industria” (industria, distribuzione, settore alberghiero e ristorazione) è una convenzione che 7 Plastic Consult “L’immesso al consumo di imballaggi plastici (2013-2017)” studio realizzato per COREPLA 14 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 non va presa alla lettera nel momento in cui si vanno a pesare i risultati in termini di riciclo e recupero sull’immesso. Infatti la distinzione tra imballaggio destinato a C&I e destinato al consumo domestico tende a sfumare lungo il ciclo di vita dell’imballaggio fino a perdere di significato quando la merce diventa rifiuto: alcune attività riferibili a C&I (piccolo commercio, mense, uffici, HORECA) generano rifiuti che confluiscono verosimilmente nel circuito urbano, così come i beni durevoli acquistati dai cittadini (es.: presso da GDO) generano rifiuto di imballaggio domestico. Raccolta differenziata La raccolta differenziata degli imballaggi in plastica segue un trend in aumento per il 2013 del 10,9%: si prevede per il 2014 un aumento intorno al 8% e per gli anni successivi un aumento intorno al 5%. Tabella Evoluzione della raccolta per area 2014 2016 (t) AREA 2013 NORD OVEST 224.420 NORD EST 178.071 CENTRO 110.808 SUD 107.101 ISOLE TOTALE ITALIA variazione % 2014 2015 2016 830.145 871.652 915.235 36.817 768.654 10,9% 8,0% 5,0% 5,0% La tabella mostra gli andamenti previsti della raccolta per i prossimi tre anni. A livello di macroarea si è preferito indicare gli andamenti piuttosto che fornire un dato quantitativo poiché uno sforzo di quantificazione, in questa fase, sarebbe risultato azzardato. Si ipotizzano dunque una stabilizzazione o moderato aumento per le regioni settentrionali ed un più marcato aumento per quelle centrali e meridionali specie per gli anni 2015 e 2016. Certamente in tutte le situazioni incide la stretta economica in cui si dibattono i comuni, portando essenzialmente, salvo casi specifici, a due risultati: in alcune regioni il livello raggiunto è considerato soddisfacente ed ulteriori risultati possono essere raggiunti solo con risorse proporzionalmente crescenti; in altre la mancanza di risorse, e l’uso non ottimale fattone spesso in passato, potrebbero continuare a produrre risultati di gran lunga sotto la media. Nelle Regioni delle aree Nord Est e Nord Ovest si prevedono incrementi della raccolta pro-capite contenuti ed anzi, per effetto di politiche di ottimizzazione, razionalizzazione e miglioramento qualitativo della 15 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 raccolta si può assistere localmente anche a fenomeni di apparente regressione (qualità vs. quantità). Nelle regioni del Centro ed al Sud si prevedono incrementi consistenti. Al Sud tali incrementi saranno rilevanti solo dopo che si saranno formate le nuove aggregazioni dei comuni che si sostituiranno ai precedenti organismi, risultati nella maggior parte non soddisfacenti (che la mancanza di risorse rischia di mantenere tali). Tutto ciò pur in presenza di una sempre maggiore presa di coscienza da parte dei cittadini che, anche se in modo a volte superficiale e contraddittorio, non sono più parte passiva del processo. Il Consorzio infine, con l’attiva collaborazione di Regioni e Province, prosegue nell’impegno a supportare le Amministrazioni Pubbliche nelle attività di tracciatura e ricostruzione dei flussi, nell’individuazione delle problematiche legate alla raccolta e nell’intervento concreto per la risoluzione delle stesse partecipando anche a progetti specifici in singole realtà che vogliano modificare il proprio sistema di raccolta e rendendosi disponibile ad individuare aree di intervento per eventuali sperimentazioni. Tabella stato convenzionamento n° convenzioni n° comuni 2013 ANNO 923 7.328 % comuni 91% n° abitanti 57.308.000 % abitanti 96% 2014 920 7.400 91% 58.000.000 96% 2015 920 7.400 91% 58.000.000 96% 2016 920 7.400 91% 58.000.000 96% !"#$%&$'()*(+,-&.($/&)0&$0+$1-+203+($4(.$+-5()3$4(6.0$&70,&+,0$0,&.0&+0$)0.(/&,0$4&..8&6603)+&5(+,3$ 9:;<; Trattandosi di una realtà dinamica e in continua evoluzione, la stipula di nuove convenzioni continuerà anche nel prossimo triennio nonostante la copertura nel 2013 abbia riguardato già il 91% dei comuni ed il 96% degli abitanti. La copertura del 96% degli abitanti convenzionati è il più alto valore tra tutti i Consorzi di filiera. 16 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 Attività di promozione sul territorio Nel 2014, con il rinnovo dell’Accordo Quadro ANCI – CONAI, è da prevedersi come di consueto un capillare lavoro di informazione rispetto alle nuove pattuizioni dell’accordo stesso, finalizzato a rendere i Comuni e i Convenzionati il più possibile consapevoli dei loro diritti e doveri, anche per permettere loro di armonizzare al meglio scelte strategiche di fondo quali i rinnovi/rinegoziazioni dei contratti di servizi in essere per la raccolta differenziata e le eventuali scelte impiantistiche. Ciò premesso, proseguono le attività di sostegno e di contribuzione economica ad iniziative locali di comunicazione ed informazione dei cittadini, in base alle richieste che provengono dai territori, adottando nuovi criteri ancor più regolati per definire l’entità dei contributi stessi oltre che operando il consueto controllo sui contenuti proposti. Questa area di attività riveste grande importanza in quanto sempre più spesso i progetti locali di sviluppo e di miglioramento quali-quantitativo della raccolta differenziata non riguardano un solo materiale, ma abbracciano il sistema nel suo complesso, rendendo estremamente difficile intervenire “dall’esterno” per il solo materiale di competenza. Non a caso queste iniziative tendono ad assumere frequentemente l’aspetto di interventi “interconsortili”, grazie al coordinamento e alla collaborazione tra i diversi Consorzi. Sul fronte invece delle iniziative proposte da COREPLA, l’obiettivo è quello di sostenere gli sforzi messi in atto soprattutto dalle aree del Paese ancora in ritardo, sempre però valutando preventivamente le effettive potenzialità di crescita sulla base dei servizi di raccolta effettivamente offerti ai cittadini. Tra le iniziative promosse da COREPLA, sempre ricercando il massimo coinvolgimento dei referenti locali (Comune, operatore di raccolta, ecc.), resta centrale il tour annuale di “Casa Corepla” nei centri commerciali. La struttura ludico-didattica ha riscosso notevole successo al suo esordio nel 2012 (è previsto “resti in servizio” fino al 2016/2017 pur venendo continuamente aggiornata e migliorata) e coinvolge in primis i bambini delle scuole elementari ma anche i frequentatori del centro commerciale, offrendo un completo programma di approfondimento agli imballaggi in plastica (dall’uso consapevole alle modalità di raccolta, ai prodotti che derivano dal loro riciclo). A “Casa Corepla” nel corso del 2014 dovrebbe affiancarsi un'altra tipologia di attività finalizzata al coinvolgimento diretto della popolazione o di parte di essa di un territorio predeterminato nell’attività di raccolta, sotto forma di una competizione con premi collettivi di rilevanza sociale ed educativa (“PlastiKo Un Sacco in Comune”), che potrà svolgersi solo laddove sia riscontrata una forte motivazione alla collaborazione da parte dei referenti locali (Comune e operatore dei servizi), in quanto è necessario un loro coinvolgimento operativo. 17 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 Selezione Occorre premettere che alla data della redazione del presente documento è in vigore una proroga del contratto di selezione, sottoscritto nel 2011,e scaduto il 31/12/2013 e prorogato al 31/12/2014, e che molte questioni sono ovviamente legate a filo doppio con il rinnovo dell’accordo ANCI – CONAI. Ci sarà quindi la possibilità di trattare temi comuni in differenti tavoli di discussione e procedere con un approccio integrato sempre più equiparabile ad un processo industriale in termini di approvvigionamento e produzione. Al riguardo occorre rilevare l’impegno di COREPLA mirato a facilitare l’ingresso diretto del materiale sfuso ai CSS e alla gestione totale della frazione estranea da parte del Consorzio. Nel corso dell’anno 2014 proseguirà il percorso intrapreso nel 2013 riguardo la valorizzazione delle plastiche miste; in particolare, con riferimento alla frazione in polipropilene, è intenzione del Consorzio proporre agli impianti la selezione del prodotto8 SELE IPP/C, ad oggi ancora sperimentale. Date le caratteristiche merceologiche e la pezzatura del polipropilene presente nei rifiuti provenienti da raccolta differenziata (vaschette, flaconi, coperchi ecc. spesso rotti o frantumati), considerata la necessità di intercettare quantità economicamente interessanti per i CSS, è tecnicamente obbligatorio l’utilizzo di una tecnologia automatica; per tale motivo tutti gli impianti dovranno dotarsi di un apposito detettore da collocarsi sulla linea degli scarti. Sono in corso ulteriori sperimentazioni volte a verificare riciclare polistirolo rigido (un CSS coinvolto) e vaschette coinvolto). In tali occasioni vengono anche valutate selezione e la quantità intercettata al fine di valutarne la punto di vista economico. la possibilità di in PET (un CSS le modalità di sostenibilità dal Per quanto riguarda l’attività di controllo, al fine di aumentare l’efficacia delle verifiche presso i CSS è in programma una maggiore rotazione delle società di analisi operanti sui singoli CSS. Al fine di ottimizzare le modalità di distribuzione e controllo del CIT pressato dai CC, verrà implementato il servizio logistico interno al Consorzio che prevede la messa a regime di un ufficio traffico interno rispetto alla situazione attuale in cui ci si avvale esclusivamente dei servizi offerti da società esterne. Ulteriori e principali proposte, oggetto del rinnovo contrattuale, riguardano la qualità dei prodotti, i corrispettivi, le offerte migliorative (e relativo Indice di Performance), metodologie di accreditamento di nuovi 8 La denominazione di “prodotto” è riferita al fatto che per COREPLA merceologicamente prodotti in vendita, ma si precisa che trattasi ancora di rifiuti sono 18 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 CSS, sicurezza sul lavoro, gestione integrale dei sottoprodotti e la maggior centralità dei bilanci di materia. In tema di miglioramenti di efficienza, sarà prestata attenzione all’allineamento delle specifiche tecniche alle effettive necessità del riciclatore in funzione delle reali capacità tecniche di selezione degli impianti; sono inoltre in previsione la messa a regime di una serie di leve contrattuali volte ad aumentare l’indice di Riciclo e/o ad alimentare maggiormente i CSS che contribuiranno ad accorciare la filiera del recupero. Tra gli altri interventi in programma: nuovi e più impegnativi requisiti per l’accreditamento dei nuovi CSS, obbligatorietà della certificazione per la sicurezza OHSAS 18000, intensificazione della frequenza con cui vengono effettuati i bilanci di materia per meglio monitorare la corretta gestione del materiale entrato in impianto. Riciclo Riciclo di rifiuti di imballaggi di origine domestica Le produzioni di CPL (Contenitori in Plastica per Liquidi) a base PET e HDPE sono prodotti ormai più che consolidati che sono avviati a riciclo attraverso il sistema di aste on line anch’esso da tempo strutturato e garanzia di trasparenza e imparzialità nelle assegnazioni dei lotti. Le nuove tecnologie e l’esperienza pluriennale nel riciclo, rendono il mercato delle materie prime seconde ottenute (scaglie e granuli pronti per la “messa in macchina”), un settore qualitativamente affidabile, soprattutto per il loro impiego in alcune applicazioni. In particolare il riciclato da CPL a base PET, trova ormai impiego anche in applicazioni per la produzione di imballaggi ad uso alimentare (vaschette e bottiglie). Attraverso il sistema delle aste on line è altresì commercializzato l’articolo Film (essenzialmente LDPE) che è caratterizzato da un mercato che soffre di maggiore discontinuità in relazione alle fonti alternative di approvvigionamento di materiali simili, come ad esempio il film industriale e/o il telo agricolo. Fuori dal campo aste si collocano invece quei prodotti che per valore, quantità o perché sono ancora in fase sperimentale non sono idonei a tale forma di commercializzazione. Considerato che il flusso di raccolta: ! continua ad avere un trend di sensibile crescita; ! si impoverisce sempre di più di CPL; ! si arricchisce di imballaggi complessi da selezionare (CPL in PET opachi, CPL in PET con etichetta coprente, CPL neri, vaschette multistrato, ecc..). 19 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 per raggiungere gli obiettivi di riciclo in un quadro di efficienza, COREPLA dovrà assumere sempre di più un approccio market oriented. Pertanto per il prossimo triennio si continuerà a valorizzare quanto più possibile sia in termini di quantità che di qualità: ! il prodotto IPP ( imballaggi in polipropilene) per il quale c’è una notevole richiesta da parte del mercato; ! il prodotto Fil/s (film di poliolefine di formato inferiore A3) per il quale la qualità è ancora troppo variabile sia tra i diversi CSS che all’interno dello stesso CSS; ! il prodotto MPR (misto di poliolefine rigide); ! CPL in PET opaco. Inoltre, in sinergia con le altre funzioni del Consorzio è intenzione comune avviare sperimentazioni finalizzate a verificare la fattibilità tecnica ed economica di lancio di nuovi prodotti, come ad esempio: ! Imballaggi misti in PS; ! Vaschette miste in PET. Per valorizzazione va intesa non la semplice vendita, ma la creazione di valore attraverso un processo che si basa sullo sviluppo di sinergie territoriali tra i diversi attori coinvolti, la standardizzazione qualitativa ed il raggiungimento di una massa critica dal punto di vista dei volumi. A valle di questo processo, il passo successivo è quello di allargare il numero dei riciclatori e, laddove possibile, quello di individuare ulteriori frazioni selezionabili in condizioni di efficienza. Considerati inoltre sia il livello di tecnologia che il know how raggiunto dalle diverse aziende che costituiscono la filiera, un altro obiettivo, per il prossimo triennio, consiste nello sperimentare degli schemi alternativi di gestione relativamente ai prodotti a plastiche miste e/o ai sottoprodotti. Nella tabella che segue, tutte queste nuove tipologie sono cumulate sotto la voce “Imballaggi Misti”. Per un commento relativo al “prodotto” SRA, si rimanda all’apposito paragrafo “utilizzo della plastica in acciaieria”. Tabella Riciclo domestico (ton) PRODOTTO 2013 2014 2015 2016 190.953 194.825 198.745 202.615 HDPE 62.788 65.207 67.223 69.293 FILM 46.072 51.688 54.279 57.013 1.770 1.989 2.088 2.194 100.750 128.071 139.076 154.376 11.307 12.000 15.000 15.000 413.640 453.780 476.411 500.491 PET CASSETTE ALTRI IMBALLAGGI SRA TOTALE RICICLO 20 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 Riciclo imballaggi da Commercio e Industria La rete delle Piattaforme per il conferimento degli imballaggi in plastica da Commercio e industria (le c.d. “PIA”) è in crescita con l’obiettivo di raggiungere una migliore copertura territoriale. Pur nella consolidata ottica di sussidiarietà, si vuole fornire una soluzione alle imprese che devono conferire un rifiuto di imballaggio e non sanno a chi rivolgersi. Lo schema, migliorato e reso più aderente alla realtà, è quello di garantire una rete di recuperatori accreditati presso cui le aziende hanno la possibilità di conferire gratuitamente –a certe condizioni- il loro rifiuto post-consumo. La rete, nei limiti del possibile, è sinergica e integrata con il circuito di carta e legno. Per quanto riguarda le PIFU (circuito dedicato a fusti, taniche e cisternette) e le PEPS (circuito dedicato all’EPS), non si prevedono variazioni dell’asset contrattuale in essere. Il trend dei quantitativi avviati a riciclo è comunque in crescita. Riciclo non gestito-Operatori Indipendenti Al conseguimento dell’obiettivo di riciclo contribuisce in modo consistente l’attività operata dai cosiddetti “Operatori Indipendenti”, ovvero il circuito di aziende che operano la raccolta, la cernita ed il riciclo senza intervento diretto del Consorzio (come invece accade per il circuito domestico). La loro attività è prevalentemente legata al riciclo di imballaggi provenienti da C&I, caratterizzati da alta omogeneità qualitativa, bassa contaminazione e concentrazione geografica (aree industriali, distretti produttivi ad alta concentrazione di PMI, centri commerciali e poli logistici). Pur tra mille difficoltà -negli anni passati alcune aziende di riciclo sono state costrette alla chiusura- il comparto sembra tenere. Va però considerato che parte del riciclo risulta effettuato all’estero (leggasi far east) secondo le logiche della globalizzazione; nel 2012, ultimo dato storico consolidato, tale quota era pari al 24,4%. In quest’ottica COREPLA fa comunque la sua parte operando per una sempre più efficiente tracciatura e qualificazione dei dati. A questo proposito, ad esempio, rispetto al passato è stato recuperato parte del gap temporale nell’acquisizione dei dati stessi. I dati sono ora disponibili dopo 12 mesi rispetto alla conclusione dell’anno di riferimento e non più dopo 14/18 mesi. Per questa ragione, nel 2013 è stato possibile effettuare l’analisi dei dati MUD relativamente all’anno 2011 e anche 2012. Pertanto la curva previsionale dell’andamento del riciclo dei rifiuti d’imballaggio in plastica ha potuto giovarsi di una serie storica dei dati di riciclo più aggiornata. Nello specifico della metodologia di calcolo, COREPLA registra, come richiesto dalla legge, l’andamento delle quantità di rifiuti di imballaggi in plastica riciclate da tutti gli operatori del settore, in quanto i produttori di 21 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 imballaggi in plastica e della relativa materia prima sono per legge responsabili degli obiettivi di riciclo/recupero. Tale rilevamento viene effettuato a partire dallo studio delle dichiarazioni MUD compilate ogni anno dalle aziende riciclatrici e formula una previsione per gli anni successivi basata su metodi statistici che tengono conto del generale andamento dell’economia del paese e dei principali indicatori di sviluppo economico. Evoluzione del Riciclo da Commercio e Industria (kton) 500 400 300 343 375 379 357 367 2009 2010 338 364 360 2012 2013 363 368 373 2014 2015 2016 200 100 0 2006 2007 2008 2011 Recupero Energetico L’attività di Recupero Energetico continuerà a orientare i propri sforzi nella ricerca di soluzioni alternative alle quali indirizzare i quantitativi di scarti avviati a recupero. Ad esempio a seguito di una campagna di misurazioni svolta su di un gassificatore a tamburo rotante ad iniezione differenziata è stato possibile depositare un brevetto relativo al procedimento per la produzione di gas combustibile da miscele ottenute dagli scarti, la cui proprietà è al 35% di COREPLA. Inoltre l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 22 del 14 febbraio 2013, il Regolamento recante la disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondarie (CSS), comporterà una maggiore valorizzazione del potenziale energetico di alcune tipologie di rifiuti tra cui, in particolare, le plastiche, attraverso un uso sostenibile. A ciò si aggiunge una riduzione del consumo delle risorse naturali, ovvero di carbone utilizzato sia nel processo di produzione del cemento che nelle centrali elettriche e, in conseguenza, si avrebbe una rilevante riduzione dell’emissioni della CO2. In tal modo anche l’Italia potrebbe raggiungere indici di sostituzione in linea con i livelli europei; oggi nei cementifici italiani il tasso di sostituzione termica è del 10% circa di combustibile 22 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 fossile mentre mediamente nel resto d’Europa tale percentuale raggiunge il 30% circa, con punte dell’83% dell’Olanda o del 62% della Germania. Anche dal punto di vista economico l’utilizzo di un combustibile alternativo di ottima qualità al posto di un rifiuto consentirebbe una riduzione dei costi di gestione dei rifiuti per le amministrazioni locali e più in generale una remunerazione dell’attività di produzione del Combustibile Solido Secondario, compreso il loro utilizzo negli impianti industriali. Tabella recupero energetico (kton) materiale SOTTOPRODOTTI MATERIALE DA SUPERFICI PRIVATE SCARTI DI LAVORAZIONE RECUPERO ENERGETICO COREPLA RECUPERO ENERGETICO RSU TOTALE RECUPERO ENERGETICO 2013 2014 2015 2016 322.246 336.890 355.837 373.365 373.365 69 239 2.000 322.554 338.890 355.837 430.000 430.000 430.000 430.000 752.554 768.890 785.837 803.365 Utilizzo della plastica in acciaieria Le caratteristiche energetiche delle plastiche hanno consentito il loro utilizzo nelle acciaierie nei processi di produzione della ghisa. Infatti il mix plastico derivato dai processi di selezione degli imballaggi in plastica post consumo, a seguito di opportune operazioni di preparazione, può essere trasformato in SRA (Secondary Reducing Agent) ed essere utilizzato in altoforno come agente riducente nelle reazioni di ossidazioni dei minerali ferrosi. Nel 2013 sono stati forniti circa 11.300 t di SRA all'acciaieria Voestalpine di Linz in Austria e per il 2014 è prevista una fornitura di 12.000 t che potrà raggiungere nel 2015, 15.000 t. L'acciaieria di Linz ha una produzione di ghisa annua di circa 2.750.000 t ottenute attraverso l'utilizzo di circa 825.000 t di coke. Grazie all'utilizzo di 120.000 t complessive di SRA in sostituzione del met-coke (la qualità di carbone utilizzata in siderurgia), sebbene sia autorizzata all'utilizzo di 220.000 t, vengono risparmiate poco meno di 110.000 t di coke e 64.000 t di CO2. L'utilizzo della plastica da imballaggi post consumo (plastiche miste) come agente riducente in acciaieria offre vantaggi ambientali ed economici: ! minor immissione di CO2 in atmosfera rispetto all'utilizzo del coke. Infatti si ha riduzione del 2% circa rispetto all'impiego del combustibile tradizionale; 23 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 ! minori costi di acquisto del met-coke. E' poi necessario ricordare che l'utilizzo dei rifiuti plastici in acciaieria, il cosiddetto Feedstock Recycling, secondo la normativa vigente viene valutato riciclo e non recupero energetico, una volta raggiunto l'obiettivo di legge del 26% di riciclo meccanico. COREPLA è già da anni al di sopra di tale obiettivo. Tale modalità di riciclo rappresenta inoltre una possibilità di fine vita alternativa al riciclo meccanico per la frazione di plastiche più difficili da riciclare ed in momenti di flessione dei mercati delle materie prime seconde. Utilizzo della plastica in gassificazione Tra le soluzioni per il recupero energetico degli scarti derivanti dai processi di selezione degli imballaggi in plastica sono stati investigati i processi di gassificazione attraverso prove sperimentali su due differenti impianti pilota e per uno di questi è stato depositata la domanda di brevetto. Alla base di tale scelta vi sono alcuni aspetti tecnici che hanno reso la gassificazione come valida alternativa per affiancare soluzioni più classiche quali quelle rappresentate dai termovalorizzatori e dai cementifici. Negli impianti di incenerimento di rifiuti le cinetiche complesse e lente, dovute alla tipologia ed alla eterogeneità del combustibile utilizzato, necessitano di essere aiutate da grossi eccessi di aria rispetto a quelli stechiometrici. Questo comporta un'elevata turbolenza con trascinamento (così detto carry over) sia delle ceneri leggere che di una parte della frazione fine del rifiuto incombusto, specialmente se di bassa densità come nel caso delle plastiche. Nella gassificazione le portate dell'agente ossidante (specialmente se aria arricchita con ossigeno) sono molto più basse rispetto alla combustione diretta del rifiuto, con forte riduzione del carry over. Negli impianti di combustione la normativa impone una camera di postcombustione ai fini del rispetto dei limiti per le emissioni gassose al camino. Gli eccessi di aria utilizzati rendono tale camera molto voluminosa. Inoltre le alte portate dei fumi prodotti impongono la presenza di un sistema di depurazione dei fumi stessi molto voluminoso e costoso sia come investimento che come gestione. Nella combustione la presenza di sostanze corrosive (SOx, NOx), favorite dall'atmosfera ossidante, danneggia le parti metalliche delle sezioni di recupero energetico dell'impianto. 24 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 Nella gassificazione invece l'atmosfera presente nei reattori è riducente e quindi non porta alla formazione di SOx ed NOx. Le prove condotte hanno permesso di arrivare a definire un progetto preliminare in cui sono presenti sia il process design che il basic design di un potenziale impianto in grado di trattare 30.000 t/anno di plastiche miste eterogenee con due possibili scenari per quanto riguarda lo sfruttamento del syngas: per la sola produzione di energia elettrica o per la cogenerazione, ovvero la produzione di energia elettrica e termica. Ad oggi sembrerebbe che la gassificazione non sia un reale competitor nel mercato del Waste to Energy, tuttavia si può già contare su di un elevato grado di affidabilità tecnologica confermata dalla on-line availability di 100 gassificatori. Contribuiscono alla sostenibilità ambientale sia livello di emissioni, che sono in linea con gli standard più severi, che per la drastica riduzione dell'ammontare dei residui avviati a smaltimento in discarica. Inoltre anche dal punto di vista economico, sebbene i costi di investimento ed operativi siano più elevati rispetto a quelli della combustione, nei progetti più recenti si nota un positivo effetto di scala all’aumentare delle taglie. COREPLA nei prossimi anni sarà impegnato ad illustrare e promuovere i risultati di tale ricerche nell'intento di suscitare l'interesse di imprenditori che volessero investire in tecnologie innovative a basso impatto ambientale che contribuiscano, insieme a quelle esistenti, a limitare lo smaltimento in discarica di alcune tipologie di rifiuti, tra i quali quelli plastici, che hanno ancora un alto valore energetico. 25 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 ATTIVITÀ A SUPPORTO DELLA GESTIONE I polimeri negli imballaggi e principali applicazioni Per meglio comprendere i paragrafi che seguono, è bene fare una breve panoramica sui polimeri e sui loro impieghi, per poi tornare a focalizzarsi sugli imballaggi. I vari polimeri coprono un vasto range di applicazioni, ma a titolo meramente esemplificativo e non esaustivo valga il seguente schema: Fonte: PlasticsEurope – The Facts 2013 26 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 In Europa nel 2012 gli imballaggi hanno pesato per il 39,4% sul totale dei consumi di polimeri (46.000.000 t/a). 9 I grafici che seguono mostrano la ripartizione degli imballaggi immessi al consumo in Italia nel 2013, suddivisi per tipologia e per polimero: Imballaggi per polimero Imballaggi per tipologia 8% 1% 4% 8% 27% 41% 46% 19% 24% Imballaggi flessibili Imballaggi rigidi 22% PE PET PP PS/EPS Biopolimeri Di seguito si prendono in esame nel dettaglio alcune delle variabili che incidono sulle dinamiche in atto. Prevenzione La prevenzione si basa su innovazioni tecnologiche e su scelte strategiche di marketing compiute dalle imprese produttrici, utilizzatrici e distributrici di imballaggi e di merci imballate. Al primo posto va ovviamente l’eliminazione di alcuni imballaggi a favore di soluzioni alternative; in questo campo si segnalano diverse iniziative in atto: ! raggruppamento di monoporzioni o monodosi; ! innovazioni nei sistemi di fardellaggio di bottiglie; ! ricorso allo sfuso nella GDO; ! limitazione dell’uso di sacchi a favore del trasporto in autocisterne o big bags/bin; ! distribuzione di acqua in “boccioni” (che hanno raggiunto il 2% di penetrazione circa sul totale del mercato dell’acqua confezionata). E’ indubbio che il continuo miglioramento del rapporto peso imballaggio/peso contenuto rappresenti un vantaggio ambientale oltre che economico. In questo senso, da anni si afferma che non vi siano più margini di miglioramento e puntualmente arriva l’innovazione che sposta la frontiera un passo più in là. Risultati di particolare rilievo sono stati conseguiti nella produzione di flaconi e bottiglie per liquidi alimentari e non, dove si sta ancora lavorando per abbassare ulteriormente gli spessori di parete senza compromettere l’integrità delle confezioni durante il trasporto e la movimentazione. 9 Fonte: PlasticsEurope, Plastics – the Facts 2013, 14/10/2012 27 Altri Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 Sensibili miglioramenti sono stati ottenuti anche recentemente lavorando sulla configurazione delle chiusure e del collo della bottiglia di PET. Oggi una bottiglia da 500 ml per acqua minerale non gasata pesa intorno ai 1015 grammi mentre una da 1,5 l pesa circa 25-30 grammi, negli ultimi dieci anni il peso delle bottiglie in PET si è ridotto di oltre il 30%. Per contro, la progressiva diffusione dei piccoli formati comporta inevitabilmente un sensibile aumento del peso per unità di contenuto che annulla di fatto l’effetto dell’alleggerimento, e anzi si traduce in una crescita del consumo di imballaggi plastici. Importanti risultati sono stati conseguiti anche nell’ambito dell’imballaggio flessibile, dove una considerevole riduzione degli spessori è stata resa possibile dal miglioramento delle prestazioni dei polimeri utilizzati e della sempre maggiore diffusione delle tecnologie di coestrusione, che consentono l’ottenimento di caratteristiche meccaniche superiori a parità di spessore. Nel caso del film retraibile per fardellaggio è tuttora in corso una azione di consistente assottigliamento. Per completare il panorama, l’introduzione del film estensibile pre-stirato ha permesso il raggiungimento di uno spessore inferiore di oltre la metà rispetto a quelli normalmente usati; tali dinamiche potrebbero dar luogo a una evoluzione della domanda effettiva di imballaggi plastici inferiore alla crescita “naturale”10. Per monitorare e dove possibile accompagnare e incentivare le dinamiche del mercato, COREPLA partecipa a tutte le attività che, in sede CONAI, attraverso il “Gruppo di lavoro prevenzione”, hanno un respiro che va al di là del singolo materiale. In particolare, in questo ambito le linee di sviluppo principali vertono intorno alle seguenti problematiche: ! la definizione, anche attraverso processi di LCA (Life Cycle Assessment), di un approccio al concetto di prevenzione che vada oltre il mero dato quantitativo-ponderale (la riduzione di materia prima utilizzata), inserendo anche la compatibilità dell’imballaggio rispetto ai processi di riciclo e recupero; ! l’adozione di una sistema volontario di etichettatura degli imballaggi finalizzato specificamente alla immediata identificazione dei materiali di cui è composto da parte del comune consumatore, al fine di facilitarne il corretto conferimento nella raccolta differenziata; ! il supporto, sia direttamente che tramite lo sportello Epack CONAI, alle richieste delle aziende produttrici ed utilizzatrici di imballaggi che desiderino avere informazioni tecniche su come avvenga la gestione del fine vita degli imballaggi da loro immessi sul mercato, allo scopo di orientare le scelte di packaging verso soluzioni che, fatte salve le esigenze tecniche (come assicurare una shelf life adeguata), siano compatibili con i processi di selezione e riciclo esistenti; 10 Plastic Consult “L’immesso al consumo di imballaggi plastici (2013-2017)” studio realizzato per COREPLA 28 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 ! lo studio di alcune tipologie di imballaggi a rendere in Italia e in Europa. Intercompetizione tra materiali da imballaggio Per quanto concerne il comparto delle bevande si nota una sostanziale stabilità nelle quote di utilizzo dei diversi materiali per cui nei settori tradizionali delle acque minerali e delle bevande analcoliche il PET si è ormai affermato come il polimero di riferimento e non si evidenziano ulteriori margini di sostituzione. La messa a punto di contenitori in PET in grado di offrire barriera adeguata alla luce ed all’ossigeno sta favorendo la loro diffusione in settori come quello dei succhi e delle bevande a base di frutta, del latte e delle bevande a base di latte, della salsa di pomodoro, degli oli alimentari e dei condimenti come maionese e ketchup. In questi casi i contenitori in PET vanno a sostituire quelli in poliaccoppiati cartoncino/Al/PE o, nel caso delle salse e degli oli alimentari, quelli in vetro. A differenza di altri paesi europei, pur in presenza delle soluzioni tecniche, in Italia i contenitori in PET stentano ad affermarsi nel settore della birra e delle bevande alcoliche. In molti casi la barriera alla luce è realizzata ricoprendo una bottiglia di PET trasparente con una etichetta integrale (sleeve), realizzata in materiali termoretraibili, principalmente PVC, PS e PP; tali etichette presentano ad oggi diverse problematiche e difficoltà per le fasi di riciclo del PET in quanto difficilmente separabili dal corpo della bottiglia. Da una parte queste etichette possono indurre errori nell’identificazione della tipologia di polimero in fase di selezione automatica. Dall’altro, in fase di riciclo, se queste etichette hanno densità superiore a quella dell’acqua, non vengono rimosse in maniera efficace e possono contaminare i flakes di PET da riciclo, riducendone la qualità ed i possibili impieghi. E’ tuttora in corso una azione di sensibilizzazione dell’industria affinché questa soluzione non interferisca con i processi di riciclo, ma da un lato le etichette termoretraibili in materiali compatibili con il processo di riciclo del PET hanno al momento prezzi superiori a quelle in PVC, dall’altro soluzioni quali la punzonatura per rimozione da parte del consumatore finale richiedono tempi medi affinché diventino standard (fatti sempre salvi eventuali maggiori costi). Nell’imballaggio di trasporto di ortofrutta e pesce l’utilizzo di cassette a perdere in materie plastiche (PP per l’ortofrutta e PS per il pesce e i prodotti non confezionati individualmente e distribuiti attraverso la catena del freddo) è predominante. Le cassette in polipropilene vengono in parte riciclate con un sistema a ciclo chiuso (CONIP). Nell’imballaggio dei grandi elettrodomestici il cartone ondulato è stato ormai sostituito in larga misura dalle materie plastiche, in particolare gusci in polistirolo 29 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 espanso (EPS) a protezione degli spigoli e film di polietilene. Nell’imballaggio dei piccoli elettrodomestici e degli apparecchi elettrici ed elettronici invece si sta assistendo alla sostituzione dell’imballo tradizionale (scatola di cartone con inserto protettivo in polistirolo espanso) con un imballaggio monomateriale in cartone ondulato, nel quale la funzione di protezione contro gli urti è svolta dal solo cartone ondulato, opportunamente sagomato. In alcune tipologie di prodotti, come i detersivi per lavatrice/lavastoviglie, il tradizionale detersivo liquido o in polvere è stato ormai sostituito dalle “monodosi”, confezionate singolarmente. Nel caso dei detersivi per lavastoviglie, il tradizionale detersivo in polvere o gel confezionato in un flacone di HDPE è stato in gran parte sostituito dalle “pastiglie per lavastoviglie”, ovvero tavolette monodose che integrano in un solo prodotto le funzioni di detersivo, brillantante ed addolcitore, confezionate singolarmente e vendute in una scatola di cartone, in un contenitore di PET o in una busta di LDPE o PP. Nel campo della detergenza è in corso il passaggio dai detersivi tradizionali a quelli concentrati attraverso due strade. Da un lato si affermano le monosi, dove le dosi liquide sono confezionate in film plastico idrosolubile e distribuite in confezioni di PET trasparente, dall’altro le confezioni di detersivo per bucato da 3-5 litri (classicamente di HDPE) sono sostituite da confezioni di PET da 1 litro. In alcuni casi questi contenitori sono realizzati con PET riciclato (che in tal caso non necessita di rispettare le specifiche food grade). Per contro, la sempre maggiore diffusione dei contenitori in PET per applicazioni “non-food” (prodotti per la cura della casa e della persona) potrebbe rappresentare un ostacolo per il riciclo di questo polimero in applicazioni a diretto contatto con alimenti. La maggior parte dei processi di riciclo che hanno ottenuto parere positivo dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e che sono in attesa di autorizzazione a livello europeo secondo il regolamento (EC) 282/2008 prevedono un contenuto massimo del 5% di contenitori “non-food” nel PET alimentato al processo (limite raccomandato da EFSA stessa). Ricerca e Sviluppo A partire dal 2012 il Consorzio si è dotato di una funzione di Ricerca & Sviluppo, i cui compiti possono anche per il triennio essere riassunti nei seguenti punti: ! gestire progetti di ricerca finalizzati ad incrementare sia la percentuale di prodotti avviati a riciclo rispetto a quelli destinati a recupero energetico, sia il loro valore, contribuendo a sviluppare applicazioni e sinergie lungo la filiera; 30 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 ! fornire supporto tecnico alle aziende; ! effettuare attività di formazione tecnica avanzata sulla sostenibilità degli imballaggi in plastica presso scuole ed università; ! supportare le altre funzioni aziendali (qualità, vendite, assistenza tecnica) su aspetti e problematiche tecniche relative agli imballaggi ed ai processi di riciclo; ! supportare iniziative, sia a livello nazionale che internazionale, tese a promuovere il riciclo degli imballaggi in plastica e ad assicurare che le nuove soluzioni di packaging, che l’industria continua a sviluppare, non vadano a discapito dei sistemi di raccolta e riciclo esistenti, ad esempio attraverso la partecipazione a tavoli tecnici e gruppi di lavoro. Attività internazionale A livello internazionale COREPLA, in quanto membro di EPRO (European Association of Plastic Recycling and Recovery Organizations) e di Petcore (PET Containers Recycling Europe) partecipa alle attività orientate alla prevenzione e alla promozione del riciclo. In particolare è attiva una piattaforma denominata EPBP (European PET Bottle Platform): un gruppo di lavoro –cui COREPLA contribuisce mettendo a disposizione un esperto tecnico- creato per fare in modo che le innovazioni nel settore dei contenitori in PET non vadano a discapito della riciclabilità di questo polimero, in particolare di quella bottle-to-bottle. Gli esperti operano grazie al supporto delle aziende che li mettono a disposizione e mantengono la confidenzialità delle informazioni, consentendo quindi alle aziende interessate di interagire con EPBP quando le loro innovazioni di packaging sono ancora nella fase di ricerca e sviluppo. A livello normativo, si prevede che nel 2015 ci potrà essere la tanto attesa svolta nella normativa che disciplina l’utilizzo dei materiali di riciclo nelle applicazioni a contatto diretto con alimenti, con la piena entrata a regime del regolamento (EC) 282/2008. Fino ad ora questo tipo di applicazione è regolato, in maniera più o meno estesa ed approfondita, dalle normative nazionali dei singoli paesi. La complessità e le differenze nelle norme rappresentano un ostacolo alla libera circolazione delle merci. In Italia sono stati emanati alcuni decreti che consentono e regolano l’utilizzo delle plastiche di riciclo in applicazioni a diretto contatto con alimenti per le bottiglie per bevande in PET e le vaschette in PET e per le cassette per ortofrutta. Con l’entrata in vigore del regolamento (EC) 282/2008 sono state stabilite regole uniche a livello europeo, introducendo un sistema di autorizzazione dei processi di riciclo unico a livello europeo e un albo europeo dei processi autorizzati. Nonostante questo regolamento sia stato emanato oltre cinque anni fa, esso non è ancora entrato a regime e continuano a valere le singole normative 31 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 nazionali. Il ritardo è dovuto alla lentezza con la quale l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha portato avanti la valutazione dei processi esistenti alla data del 1 dicembre 2009. Condizione preliminare per la creazione dell’albo europeo dei processi autorizzati è appunto la valutazione di tutti i processi esistenti che hanno presentato una domanda valida ed ottenuto una valutazione positiva dall’EFSA, in modo tale che essi vengano iscritti all’albo tutti assieme, evitando quindi di porre singoli operatori in posizione vantaggiosa rispetto ad altri. L’EFSA sta completando la valutazione dei processi e la pubblicazione delle relative opinioni. Nel momento in cui tutti i processi saranno valutati, la Commissione Europea procederà alla creazione dell’albo, in cui verranno iscritti tutti i processi autorizzati. Da quel momento in poi, la normativa europea sostituirà le normative dei singoli paesi e l’utilizzo delle plastiche di riciclo in applicazioni a diretto contatto con alimenti sarà consentito solamente a quelle provenienti da processi di riciclo autorizzati a livello europeo. Il titolare di un processo autorizzato potrà vendere liberamente il proprio polimero di riciclo in tutti i paesi UE e le aziende utilizzatrici potranno approvvigionarsi da qualsiasi produttore che sia in grado di fornire un polimero adatto al particolare tipo di impiego. La tracciabilità nella filiera sarà assicurata dal numero di autorizzazione del processo che, insieme a tutte le altre informazioni previste, dovrà essere indicato nella dichiarazione di conformità prevista dal regolamento (EU) 10/2011. Molto probabilmente l’EFSA completerà la valutazione dei processi esistenti entro il 2,014 e l’albo europeo sarà istituito nel 2015. Comunicazione Per il triennio 2014-2016 si prevede un consolidamento d'immagine e di ruolo del Consorzio in particolare nei confronti delle diverse categorie di stakeholder, delle Istituzioni di riferimento e del mondo media in generale. In particolare si segnala nel 2014 l’ideazione e realizzazione di una campagna ad hoc per il riciclo di imballaggi secondari e terziari e promozione PIA (piattaforme per il ritiro dei rifiuti di imballaggi in plastica provenienti da superfici private). Nel triennio in oggetto si prevede il proseguimento, in forma più contenuta, della campagna adv, con l'inserimento di elementi di approfondimento e di ulteriore riflessione al fine di andare a sollecitare esigenze di informazione differenziate, utilizzando un panel di mezzi e strumenti piuttosto articolato, corrispondente all'attuale crescente segmentazione dei target. Nell'ambito della comunicazione del Consorzio, le linee di sviluppo che si intendono perseguire sono: ! Dare forma e visibilità agli sforzi delle Imprese riferimento in tema di riciclo e prevenzione; dei settori di 32 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 ! Mantenere ed intensificare l'azione di proposizione, supporto e contributo alle attività di comunicazione locale, in stretto contatto con gli, attori che operano sul territorio, per il miglioramento quali-quantitativo della raccolta differenziata, integrandola per quanto più possibile in un'azione di assistenza anche tecnica per il miglioramento dei servizi al cittadino; ! Seguire gli sviluppi e le enormi potenzialità della comunicazione web; ! Mantenere il positivo contatto con il mondo della scuola, individuando modalità di intervento adeguate anche per la fascia adolescenziale delle superiori; ! Individuare aree di intervento per iniziative speciali e progetti di largo respiro, possibilmente in collaborazione con partner istituzionali ed operativi nazionali ed internazionali. Audit e Controlli Per quello che riguarda le attività di audit di Accreditamento e di Monitoraggio di Riciclatori e Recuperatori, volte alla verifica della idoneità dei clienti e dei fornitori e della rispondenza del loro operato agli obblighi contrattuali, non si prevedono significative variazioni rispetto agli anni precedenti. Si prevede viceversa di riprogettare ed intensificare le attività inerenti i controlli di secondo livello che sono condotte da parte di un ente terzo sulle Società di analisi e controllo operanti presso i Centri di selezione (CSS). Inoltre, si prevede di estendere tali attività, attualmente limitate alle analisi merceologiche sulla raccolta, alle analisi sui prodotti selezionati e sugli scarti nonché alle attività di inventario. Sistemi Informativi I sistemi informativi aziendali in COREPLA supportano le attività operative e di controllo. Le esigenze di evoluzione, dovute da un lato all’innovazione tecnologica, dall’altro alle nuove esigenze dell’attività gestionale, vengono annualmente programmate nel corso di un "ICT Contest" in cui vengono definiti e priorizzati i progetti riguardanti i sistemi informativi. Nel corso del triennio sarà effettuato un aggiornamento delle infrastrutture, cosa che permetterà di evitare l’obsolescenza della parte hardware e quella dei sistemi operativi. In particolare saranno aggiornati i sistemi operativi, e sarà sostituito (ed ampliato) l’hardware esistente, anche con il ricorso a soluzioni in cloud o collocation. 33 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 Per la parte relativa all'adeguamento applicativo, nel corso del triennio saranno sviluppati, secondo le esigenze ed in accordo con i piani definiti nel corso dell'ICT Contest, sistemi applicativi afferenti a tre “linee di prodotto”: ! Sistema informativo CEBIS, E’ il sistema centrale dell’azienda basato su Oracle E-Business Suite. In questo sistema sono presenti molte personalizzazioni che rendono il sistema stesso più aderente alla realtà di COREPLA; ! La business intelligence basata su prodotto Qlickview. La business intelligence è importante per un’analisi dei dati. Viene utilizzata da tutte le funzioni aziendali. Il software Qlikview si basa su un criterio associativo che rende più facile l’analisi dei dati; ! Sviluppi web-based. Oltre al sistema informativo CEBIS sono presenti in azienda una serie di altri software (es. consorziati, gestione presenze, portale raccolta, etc.). Questi sistemi verranno omogeneizzati utilizzando un unico database, linguaggio di programmazione e modalità di esecuzione. Certificazioni Per l’anno 2014 è previsto il rinnovo della certificazione secondo la norma UNI EN ISO 14001 e della registrazione EMAS con la pubblicazione della Dichiarazione Ambientale relativa ai dati del consorzio al 31.12.2013. Per il prossimo triennio, oltre al mantenimento delle certificazioni attualmente in essere e della revisione di bilancio, sarà ancora effettuata la certificazione flussi operata da CONAI che si incentrerà sulla validazione dei flussi di Riciclo e Recupero analizzando anche i nuovi processi che dovessero essere attivati. 34 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 RISULTATI ECONOMICI Ricavi Il contributo CAC per l’anno 2014 è stato portato a 140 euro/t; mentre per gli anni 2015 - 2016 si è ipotizzato un aumento a 190 euro/t per mantenere l’equilibrio patrimoniale. (euro/000) Ricav i da Contributo Ambientale Cont ribut o CAC (!/t ) 2013 2014 2015 2016 209.167 267.140 367.985 374.530 110,00 140,00 190,00 190,00 Per quanto concerne i ricavi da vendita si prevede per il triennio un leggero calo nell’anno 2014 e una lieve ripresa negli anni 2015 2016. (euro/000) RICAVI DA VENDITE PER RICICLO 2013 2014 2015 2016 100.247 97.362 104.056 110.749 Costi Per quanto riguarda l’Accordo Quadro ANCI-CONAI, il 2014 vede un incremento dei corrispettivi unitari di raccolta dell’0,8% (2/3 del NIC) per il primo trimestre; mentre da aprile entrano in vigore i nuovi corrispettivi stabiliti dal nuovo AQ 2014: +10,6% rispetto a quelli del 2013. Per gli anni 2015 e 2016 si è applicato un aumento dei corrispettivi unitari pari al 95% del NIC stimato in base al tasso di inflazione previsto dal bollettino della Banca d’Italia. La proroga al 31/12/2014 del contratto di selezione tra CSS e Corepla rende meno precisa la previsione degli anni 2015 e 2016. 35 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 Suddivisione % costi 2013 %$" &'(()*+' ,-*-./)0- '0'*/,/123'*/+'+/4- !!" #$" ,5'*+/5-0+)1'16/,('&/(' &/(/(*)15-(('0/()171,&' +&',8)&+/ &-(38-&)1-0-&9-+/() Suddivisione % costi 2016 %$" &'(()*+' ,-*-./)0- '0'*/,/123'*/+'+/4- #$" !!" ,5'*+/5-0+)1'16/,('&/(' &/(/(*)15-(('0/()171,&' +&',8)&+/ &-(38-&)1-0-&9-+/() 36 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 INDICATORI ONR La tabella seguente mostra l’evoluzione negli anni delle percentuali di raccolta (suddivisa per macro area geografica), riciclo e recupero rispetto all’immesso al Consumo; Tabella di sintesi obiettivi (ton) 2013 ton % 2014 ton % 2015 ton % 2016 ton % 2.043.000 -0,4% 2.051.000 0,4% 2.078.000 1,3% 2.109.000 1,5% RACCOLTA DIFFERENZIATA 768.654 37,6% 830.145 40,5% 871.652 41,9% 915.235 43,4% di cui gestione consortile 768.654 100,0% 830.145 100,0% 871.652 100,0% 915.235 100,0% 61.491 8,0% 41.507 5,0% 43.583 5,0% IMMESSSO AL CONSUMO delt a su anno precedent e 75.340 10,9% NORD 445.166 57,9% CENTRO 139.664 18,2% SUD E ISOLE 183.824 23,9% RICICLO URBANO (HH) 413.640 20,2% 453.780 22,1% 476.411 22,9% 500.491 23,7% di cui gestione consortile 413.640 100,0% 453.780 100,0% 476.411 100,0% 500.491 100,0% RICICLO PRIVATO (T&I) 375.432 18,4% 379.950 18,5% 385.740 18,6% 391.256 18,6% 15.492 4,1% 16.950 4,5% 18.000 4,7% 18.000 4,6% di cui da indipendenti 359.940 95,9% 363.000 95,5% 367.740 95,3% 373.256 95,4% RICICLO TOTALE 789.072 38,6% 833.730 40,6% 862.151 41,5% 891.747 42,3% di cui gestione consortile 429.132 54,4% 470.730 56,5% 494.411 57,3% 518.491 58,1% RECUPERO ENERGETICO 752.554 36,8% 768.890 37,5% 785.837 37,8% 803.365 38,1% di cui gestione consortile 322.554 41,8% 338.890 44,1% 355.837 45,3% 373.365 46,5% di cui da RSU 430.000 55,8% 430.000 55,9% 430.000 54,7% 430.000 53,5% 1.541.626 75,5% 1.602.620 78,1% 1.647.988 79,3% 1.695.112 80,4% di cui gestione consortile RECUPERO TOTALE Di seguito l’indice che mostra in quale misura i costi del Consorzio siano coperti dal Contributo Ambientale CONAI. Percentuale di copertura dei costi mediante il Ricavo CAC 2013 2014 2015 2016 % COPERTURA COSTI TOTALI 53% 62% 80% 77% % COPERTURA COSTI INDUSTRIALI 59% 66% 86% 82% RISULTATO D'ESERCIZIO (MLN/!) -67 -59 15 1 37 Programma Specifico di Prevenzione 2014 - 2016 Aggiungendo anche i ricavi derivanti dalla vendita dei prodotti avviati a riciclo, migliora la copertura dei costi industriali di riciclo e recupero Percentuale di copertura dei costi mediante il Ricavo da Contributo Ambientale e ricavi da vendita 2013 2014 2015 2016 % COPERTURA COSTI TOTALI 79% 85% 103% 100% % COPERTURA COSTI INDUSTRIALI 87% 90% 110% 106% RISULTATO D'ESERCIZIO (MLN/!) -67 -59 15 1 38
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