© stabiae pilloledistoria Giuseppe Plaitano stabiae giuseppe.plaitano.5 Non è sulle pagine di Sei Periodico che troverete un trattato storico, politico o sociologico su Castellammare di Stabia. Piuttosto l’idea è di regalarvi “pillole di storia” che raccontino in diverse puntate, dalle origini ai giorni nostri, la nostra città e la sua storia sin dalla notte dei tempi. STABIAE: la genesi [email protected] In epoca primitiva il territorio stabiese si presentava come una pianura verdeggiante e fertile, circondata dal mare e dominata dal monte Faito, il territorio di origine vulcanica, ero ricco di acque, attraversato dal fiume Sarno il clima anche allora era mite. Vi abitavano gli Opici, popolo di agricoltori di origine latina. A chiunque grato suona il santo nome di patria, a chiunque pregia il render amena visita alle classiche città…..Stabia celebre antichissima città, fiorente assai prima che Roma fosse, sparsa nel suo territorio di mille avanzi delle sue antichità, magnificata da Plinio, da Columella e da Galeno e da molti altri antichi e moderni scrittori; frequentata da continua folla d’illustri cui il grido della salutifera città sin da oltremonte richiama, ammirata per la dilettosa posizione nel mediterraneo, Stabia che in ogni tempo tra le famose città dell’Italiana penisola vien noverata, si presenta tra gli universali sospiri….. Così nel 1842 lo stabiese Catello Parisi inizia il suo “Cenno storico-descrittivo della Città di Castellammare di Stabia”. Le origini di Castellammare di Stabia si perdono nella notte dei tempi… fu osca, greca, etrusca, sannitica e poi romana, con il nome di “Stabiae”, il rinvenimento di tombe dell’età del ferro ne documenta l’antica storia. Per forza di cose questi luoghi dovettero attrarre gli uomini sin dalle epoche più remote, quindi verosimilmente le origini della città sono molte più antiche del VII sec. a.C., ma la storia si compone di dati certi, non di ipotesi e quindi bisogna partire 38 Sei Periodico Secondo una leggenda tramandata nei secoli, lo scoglio di Rovigliano è abitato dal fantasma di donna Fulgida moglie del Conte Orso che nel III Secolo d.c. provò a difendere inutilmente l’isolotto dall’assedio dei Longobardi, infatti fu ucciso. Sembra che lo spettro della donna ancora oggi invochi il suo sposo e l’amato figlio e, durante le apparizioni, si faccia accompagnare dalla danza dei gabbiani che le volano attorno. dal VII sec. a.C. ed è da ritenere che non esista un fondatore né una data certa, anche se alcuni ritrovamenti documentano che la zona era già abitata a partire dal VII secolo a.C.. In mancanza di esplicite fonti letterarie e tra le tante leggende riguardanti la fondazione della città, una delle più avvincenti la associa allo scoglio di Rovigliano, il piccolo “isolotto” alla foce del Sarno. Questa leggenda è legata alla figura mitologica di Ercole. La tradizione vuole che nel 1239 a.C. Ercole, di ritorno dalla Spagna, dopo aver compiuto la decima delle leggendarie “dodici fatiche”, approda in Campania. Prima di fondare le città di Ercolano e Stabiae, staccò la sommità del Monte Faito scagliandolo in mare, formando così l’isolotto. Vi è da dire peraltro che proprio su quest’isolotto, chiamato anche Petra Herculis, 39 Sei Periodico ricordata da Plinio, sorgeva un tempietto dedicato ad Ercole, si narra che fu ritrovata, nel tardo 500, una statua di bronzo di poco meno di un metro che lo raffigurava, di cui però non si ebbe più notizia (all’epoca qualsiasi statua in nudità eroica veniva identificata con l’eroe greco). Oggi sull’isolotto, a testimonianza della trascorsa epoca romana è ancora visibile un pezzo di muro (con trama a forma di rete, formata da blocchetti di tufo a base quadrata) denominata “opus reticulatum”. Quest’aneddoto, tra storia e leggenda una verità la riporta : Rovigliano potrebbe essere realmente la “cima del Monte Faito”, di fatto, come quest’ultima “la Petra Herculis” è costituita da rocce sedimentarie, calcari e dolomie (chimicamente carbonato doppio di calcio e magnesio). Le leggende non raccontano mai dei fatti La leggenda racconta che Stabiae vide la luce grazie ad Ercole che, nel 1239 A.C., di ritorno dalla Spagna, al termine della decima delle dodici fatiche assegnategli dal cugino Euristeo, qui ai piedi di Faito, afferrò con le sue forti braccia la cima del monte e la scagliò in acqua, dando vita ad un isolotto che i romani chiamarono appunto “Petra Herculis” e che abitarono erigendovi sopra un tempio dedicato all’eroe greco. Dopo quest’impresa egli fondò Ercolano e Stabiae puramente inventati ma contengono sempre una parte di verità che viene trasformata in fantasia e con il trascorrere del tempo, trasformano un fatto vero in un fatto sempre più leggendario... e se fosse tutto vero???
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