Qualitàdellavita GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2014 RAPPORTO BRESCIA 2014 4 suppl. al num. 299 - dir. resp. Giacomo Scanzi PRESENTE E FUTURO OLTRE AL PIL DIMOSTRIAMO DI SAPER SOGNARE di Erminio Bissolotti i sono unità di misura come il Pil e il Pnl che spesso vengono utilizzate da economisti e presunti tali per stabilire il tenore di vita di una determinata comunità. Non dal premio Nobel all’Economia Amartya Sen che per definire le reali condizioni di vita di una persona ha sempre valutato insoddisfacenti questi due singoli indici. Non a torto, il Prodotto interno lordo pro-capite e il Prodotto nazionale lordo secondo il filosofo indiano con cattedra alla Harvard University non tengono ad esempio conto della discriminazione sessuale che persiste in certi Paesi al mondo. E tantomeno della perdita di valore che subisce il tenore di vita individuale in quelle popolazioni sotto dittatura. Insomma, per Amartya Sen le condizioni minime di vita riscontrate in un territorio, il benessere economico e soprattutto il grado di libertà riscontrato nella stessa comunità sono parametri essenziali perché la valutazione del tenore di vita possa essere corretta. Sintetizzare in questo piccolo spazio l’essenza del pensiero economico di Sen non è semplice - per scrivere il suo trattato sul Tenore di vita, dopotutto, anche lui si è servito di un volume di circa duecento pagine -, ma stimola a introdurre nella nostra analisi sul Tenore di vita dei maggiori bresciani anche un altro indice, quello che misura la capacità di crescere. «Preferisco essere un sognatore fra i più umili, piuttosto che il principe di un popolo senza sogni né desideri» ha scritto il poeta e filosofo libanese Khalil Gibran. Dal 2008, la valanga della crisi economica sta procurando seri danni al nostro tessuto produttivo: si è portata via aziende, posti di lavoro e, in alcuni casi, anche la voglia di sognare e appunto di crescere delle nuove generazioni. Gli indici che trovate nelle pagine seguenti, però, dimostrano che il sistema-Brescia ha ancora in tasca le cartucce (reddito medio, depositi bancari, pensioni, costo della casa, spesa sociale dei Comuni) per superare questo momento complicato. Ogni sforzo si rivelerà vano, comunque, se Brescia dimostrerà poca fiducia nel futuro e più semplicemente una limitata capacità di sognare: è la qualità della vita che si è in grado di condurre il problema principale per la valutazione del tenore di vita. Insomma, come direbbe il premio Nobel Sen: «Il valore del tenore di vita sta nel modo di vivere e non nel possesso di merci che ha un’importanza derivata e mutevole». La persistenza di un sentimento di incertezza sul futuro peraltro scoraggia gli investimenti e il comparto economico bresciano, in questo momento, non può permetterselo. In particolar modo ora in cui si trova a competere in un’economia globalizzata ancora con delle profonde ferite da rimarginare. C Il tenore di vita sta tenendo nonostante la crisi che morde Brescia e Sarezzo si riconfermano al vertice della classifica, seguiti da Darfo Il dato medio (positivo) non può nascondere le difficoltà legate alla congiuntura 1 BRESCIA 2 SAREZZO 3 DARFO B.T. IL TEMPO DELLE SCELTE IL GRIDO SILENZIOSO DI CHI CERCA AIUTO E TROVA LA SPENDING di Claudio Venturelli a crisi continua ad essere una presenza costante del vivere quotidiano. L’onda lunga della recessione si fa sentire nella vita di tutti i giorni, sino a stravolgere il modello sociale, modificando i canoni ai quali eravamo abituati. La garanzia è scaduta e agli enti locali spetta un compito gravosissimo: riuscire a monitorare il territorio per cogliere i nuovi bisogni e tentare di intervenire. L’urlo silenzioso di chi fatica a combinare il pranzo con la cena diventa sempre più percettibile e rilancia l’urgenza di un nuovo modello di welfare, più attivo e puntuale. E così il ruolo dei Comuni diventa di giorno in giorno più complesso. Se i cordoni della borsa sono sempre più stretti diventa infatti indilazionabile una svolta amministrativa che punti alle priorità, tagliando tutte quelle spese che, di fronte ad un’emergenza come quella attuale, possono essere accantonate. È vero che il compito degli enti locali non può essere onnicomprensivo, ma l’emergenza deve essere affrontata e mitigata proprio partendo dal livello comunale, offrendo assistenza e perché no? Anche opportunità. I dati della nostra inchiesta sfiorano il disagio, ma non lo possono spiegare appieno. Il motivo? I risparmi delle famiglie svolgono un formidabile ruolo di cuscinetto sociale. Però quell’urlo silenzioso c’è e deve essere ascoltato, se non altro per ridare forza ed entusiasmo ad una società che rischia la depressione collettiva. L grafica: Massimiliano “Map” Passanisi LA RICERCA di Elio Montanari CONTROCOPERTINA di Tonino Zana Presente-futuro sette aree, e sei indicatori Situazione con riserve di garanzia ■ Una ricerca che si sviluppa in sette aree, analizzate attraverso sei indicatori: questo è il lavoro che Elio Montanari ha portato a termine per raccontare presente e futuro della nostra provincia. a pagina 2 ■ La crisi pesa, non possiamo farci illusioni. Ma la capacità di risparmio delle famiglie e la tenuta del sistema sociale dicono di una situazione complessiva con buone riserve di garanzia. a pagina 8 2 Q GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2014 GIORNALE DI BRESCIA Tenore di vita CLASSIFICA pos. (2014) Brescia riconquista il vertice Seguono Val Trompia e Ovest NUOVO VECCHIO sociale, e, a distanza, un gruppo di Comuni con punteggi molto vicini, composto, nell’ordine, da Darfo Boario Terme, Desenzano, Palazzolo e Manerbio. Dopo questo gruppoditestasitrovano,conpunteggimedi molto vicini tra loro, molti dei Comuni maggiori come Chiari, Lumezzane, Rovato e Concesio, che completano latop ten, sfiorataperun soffiodaGardoneValTrompiae Montichiari. Eterogeneo, per collocazione territoriale, ancheilgruppodicoda,ancheinquestocaso con punteggi molto vicini, composto nell’ordinedaBotticino,Travagliato,Bedizzole, Ghedi e, all’ultimo posto, Cazzago San Martino, sempre nella seconda metà della classifica, particolarmente penalizzato dal 33° e ultimo posto per i depositi bancari e dal 30° per la spesa sociale pro capiate del Comune.Unosguardoallageografiadel«tenoredivita»evidenzia,oltrealcapoluogo,le posizioni di primo piano dei Comuni della media Val Trompia (Sarezzo 2° posto, Lumezzane 8°, Concesio 10° e Gardone Val Trompia 11°), dell’area ovest della pianura, con Palazzolo, Chiari e Rovato rispettivamenteal5°,7°e9°posto.Laclassificaevidenzia risultati migliori per il tenore di vita nei Comuni maggiormente popolati: sette dei dieci Comuni più popolosi sono nelle prime dodici posizioni: Brescia 1°, Desenzano 4°, Montichiari 12°, Lumezzane 8°, Palazzolo 5°, Chiari7°, Rovato 9°. Tra i grandi centri, quelli con più di 15.000 abitanti, si trovano, invece,nellapartebassadellaclassificaGussago (24°), Lonato del Garda (27°) e Ghedi (32°), penalizzato dall’ultimo posto per reddito medio pro-capite e dal penultimo per le nuove immatricolazioni di automobili. Nel confronto con la graduatoria definita nellaprimaedizioneprevale unasostanziale stabilità nelle posizioni occupate dai Comuni, sia nella parte alta, dove Brescia e Sarezzoconfermanolaprimaelasecondaposizione che nella parte finale con Cazzago San Martino che rimane fanalino di coda. Nelle prime dieci posizioni entrano Manerbio, che sale al 6° posto dal 12°, Rovato, che dall’11° posto passa al 9° e Concesio, che lo segueprovenendodal15°.Escono,dallatop ten,purrimanendonellapartealtadellagraduatoria,GardoneValTrompia,scesodal9° all’11°posto, Salò(dal 10°al13°)e,inmisura più consistente Orzinuovi, che dal 7° posto del 2013 si posiziona a metà classifica (17°). Ancorapiù statica la condizione del gruppo di coda poiché, pur scambiandosi qualche posizione,gliultimidieciComunisonoesattamente gli stessi. Del resto, considerando la natura degli indicatori osservati, rimasti uguali nelle due rilevazioni, era difficile ipotizzaregrandisommovimentinellagraduatoria al punto che i due centri che variano maggiormentelerispettiveposizioni,inpositivo Manerbio e in negativo Orzinuovi, guadagnano6posizioniinuncasoeneperdono 7 nell’altro. Elio Montanari Ecco gli indicatori che disegnano la mappa del nostro tenore di vita ■ Definire il tenore di vita in un ambito locale non è affare semplice poiché sconta il carattere mediano di tutte le informazioni e non tiene conto della rilevante dimensione delle disuguaglianze. Del resto queste sono le condizioni di base dalle quali partire per tentare una fotografia. La scelta degli indicatori si muove dunque su binari obbligati, considerando da un lato il reddito medio pro-capite e dall’altro la ricchezza e i risparmi, attraverso la rilevazione dei depositi bancari (pro-capite), unitamente alla ponderazione dell’importo medio delle pensioni di vecchiaia, che, in una popolazione sempre più vecchia, rappresenta un indice interessante. A questi indicatori di disponibilità di risorse, abbiamo scelto di associare due indici che concorrono a definire il tenore di vita: il costo della casa, elemento chiave dell’economia famigliare, e le nuove immatricolazioni di automobili, proxy della disponibilità di risorse in un dato ambito territoriale. Ci è parso opportuno inserire in questo quadro, con riferimento alla qualità della vita, una considerazione del sostegno alle persone in difficoltà considerando la spesa sociale dei Comuni. Un elemento questo che caratterizza la risposta collettiva al bisogno. info gdb 2014 TENORE DI VITA Q Reddito complessivo medio pro-capite Depositi bancari pro-capite Importo medio mensile pensioni di vecchiaia Costo della casa Le automobili nuove Spesa sociale dei Comuni pro-capite Reddito medio pro-capite Depositi bancari pro-capite Importo medio mensile pensioni di vecchiaia Costo della casa Le automobili nuove Spesa sociale dei Comuni pro-capite 2013 C L’INDICATORE CHE CAMBIA 1 Brescia 2 Sarezzo 3 Darfo Boario Terme 4 Desenzano del Garda 5 Palazzolo sull'Oglio 6 Manerbio 7 Chiari 8 Lumezzane 9 Rovato 10 Concesio 11 Gardone Val Trompia 12 Montichiari 13 Salò 14 Nave 15 Rezzato 16 Castenedolo 17 Orzinuovi 18 Gavardo 19 Calcinato 20 Villa Carcina 21 Mazzano 22 Leno 23 Ospitaletto 24 Gussago 25 Castel Mella 26 Carpenedolo 27 Lonato del Garda 28 Bagnolo Mella 29 Botticino 30 Travagliato 31 Bedizzole 32 Ghedi 33 Cazzago San Martino ZM 500 PC Doppia conferma in testa con il comune capoluogo e Sarezzo Migliorano Darfo, Desenzano e Manerbio. Bene Chiari e Palazzolo ertamente, il tenore di vita, non èl’unicofattorechedeterminala qualitàdellavitama,selaricchezza non fa la felicità le ristrettezze economichedicertononaiutanoilbenessere delle persone. Il reddito pro-capite, i depositi bancari e l’importo medio delle pensionisono, in questa prospettiva, degli indicatori ineludibili che, pur con la distorsione di fondo di vedere rappresentati dei valori medi, qualcosa ci raccontano. A questi tre indici «standard», solitamente adottati in tutte le indagini sulla qualità della vita, abbiamosceltodiabbinaretreindicatorispecifici che, in un certo senso, sondano aspetti diversideltenoredivitadiunambitolocale. Il costo della casa è ragionevolmente parte di questo pacchetto, poiché indica il costo medio necessario per accedere ad un diritto.Lenuoveimmatricolazionidiautomobili nel 2013, in un periodo di forte contrazione del mercato dell’auto possono rappresentare le differenze nella possibilità di spesa che si determinano nel territorio. Il terzo indicatorespecificoguardaallacapacitàdei Comunidirispondereadunacrescentedomandasocialeeidentificamiglioricondizionineicentriincuimaggioreèlaspesasociale pro-capite dei Comuni: un indice un poco «grezzo», che non entra nel merito di comesonospeselerisorse,matuttaviacapace di ponderare una scala di valori. Nella graduatoria generale, che tiene conto dell’insiemedeiseiindicatori,Bresciaènettamente, e di gran lunga, al 1° posto. Il Comune capoluogo prevale nella considerazione del reddito medio pro capite, dei depositi bancari e della immatricolazione di autovetture,sicollocaal2°postoperimporto pro-capite della spesa sociale del comune, al 4° per l’importo medio delle pensioni e cede posizioni solo per il costo della casa (28°). Alle spalle del Comune capoluogo di colloca Sarezzo, al primo posto per la spesa Comune LEGENDA REDDITO MEDIO PRO-CAPITE Reddito complessivo lordo medio pro-capite (Anno d’imposta 2012) Fonte: Ministero Economia e Finanze - Dipartimento Finanze DEPOSITI BANCARI Depositi bancari pro capite (2013) Fonte: Banca d’Italia IMPORTO MEDIO MENSILE PENSIONI Importo medio mensile pensioni vecchiaia (2014) Fonte: Inps IL COSTO DELLA CASA Prezzo medio per mq immobili in vendita (2014) Fonte: www.immobiliare.it AUTOMOBILI IMMATRICOLATE Prime immatricolazioni di autovetture (2013) Fonte: Aci SPESA SOCIALE DEI COMUNI Spesa sociale dei comuni per abitante Funzioni nel settore sociale (servizio necroscopico e cimiteriale escluso). Bilancio consuntivo 2012 Fonte: Spi Cgil Lombardia 3 GIORNALE DI BRESCIA GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2014 LE AREE TEMATICHE POPOLAZIONE AMBIENTE spesa sociale dei Comuni punteggio medio 1.000 807 883,7 700 344 1000 680,6 897 801 371 474 641,8 464 899 384 465 652 639,7 774 553 867 771 272 587 637,4 124 833 454 880 979 455 183 630,6 45 746 572 835 699 335 557 624,2 55 811 462 915 743 368 429 621,2 114 727 670 848 640 377 434 616,1 154 918 329 965 541 480 451 613,9 95 799 427 915 778 325 428 612,1 144 738 509 805 821 323 476 612,1 105 961 561 829 375 325 612 610,4 164 805 453 1000 563 442 399 610,2 174 857 397 898 611 381 508 608,6 135 784 546 900 615 301 450 599,2 75 771 539 819 711 321 424 597,2 194 744 387 860 739 385 392 584,5 224 711 370 844 746 289 535 582,6 20 = 797 306 894 729 363 361 575,4 21 = 802 310 929 620 446 335 573,7 185 702 314 873 911 306 333 573,2 244 752 387 879 673 342 391 570,6 235 903 340 937 507 437 251 562,5 274 806 270 984 557 446 296 559,7 324 708 299 784 1.000 283 255 554,7 304 816 265 847 605 368 396 549,6 314 747 267 882 790 299 299 547,3 255 820 333 872 543 331 359 543,1 295 713 307 844 696 315 343 536,3 285 758 268 867 643 328 352 535,9 265 684 321 850 728 273 351 534,5 33 = 748 174 879 663 362 280 517,5 posizione (2013) reddito complessivo depositi bancari 1= 1.000 1.000 943 552 2= 780 353 907 84 767 541 64 975 35 pensioni costo casa auto nuove 3 5 7 2 ECONOMIA E LAVORO TENORE DI VITA 4 TEMPO LIBERO 6 GRADUATORIA GENERALE 8 SERVIZI SICUREZZA info gdb 1 Ricchezza prodotta, depositi e pensioni: Brescia corre in Italia Meno bene invece la provincia per quanto riguarda il trend dei consumi e il costo delle abitazioni È zionale, come pure nel caso del costo della vita buono il tenore di vita nella provincia (47° posto). Le note si fanno più dolenti, deterdi Brescia, almeno nel confronto con minando lo scivolamento nella graduatoria gele altre province italiane proposto nelnerale, nella considerazione del trend dei conle analisi attuali diffuse dai principali sumi,dove sicolloca al 61° posto e del costo delquotidiani economici. la casa, dove precipita all’87° posto, con valori Nel 2013, infatti, Brescia occupa una onorevole indicepeggiori rispettoalla media delle provin39ª posizione nell’analisi de Il Sole 24 Ore e una ce italiane, in modo lieve per il trend dei consuposizione ancora migliore, il 30° posto, nella mi ma in misura decisamente più importante graduatoria prodotta da Italia Oggi. per il costo della casa. L’indagine promossa da Nella graduatoria de «Il Sole 24 Ore», guidata Italia Oggi, che utilizza indicatori da Milano e chiusa da Messina, per non troppo dissimili, con, in quevalutare il tenore di vita si utilizzano, sto caso, Milano in testa e Avellino nella dimensione provinciale, sei inCLASSIFICHE in coda, attribuisce alla provincia dicatori: «la ricchezza prodotta» (Pil Per il Sole di Brescia un risultato di poco miprocapite);«irisparmi» (depositibanla provincia gliore, collocandola, come abbiacari pro capite); «l’assegno per chi è a mo visto al 30° posto. riposo» (importo medio pensioni); «il è 39esima Anche in questo caso Brescia octrend dei consumi» (variazione dei per Italia Oggi cupaposizionidi primo pianonelconsumi 2010/2012); «l’inflazione» risale la classifica relativa all’«importo (indice Foi costo della vita); e «l’abitamedio mensile delle pensioni» zione» (costo casa euro/mq semicenaddirittura (13° posto), al «valore aggiunto trale). alla 30esima pro capite», dove si attesta al 21° La provincia di Brescia ottiene i miposto, così come nell’analisi della gliori risultati, relativamente alle altre «spesa media mensile pro capite province,nellagraduatoria checonsiperconsumi». Buona laposizionedi Bresciaandera l’importo medio delle pensioni, dove Breche per «depositi bancari pro capite» (25° poscia si trova al 20esimo posto, ma anche rispetsto) ma, coerentemente con quanto osservato to alla ricchezza prodotta, dove si colloca al in precedenza, anche l’indagine di «Italia Oggi» 21esimo posto, mentre un ottimo piazzamenvede penalizzata la provincia di Brescia con il to si rileva anche nella graduatoria relativa ai 41° posto nella valutazione della «variazione depositi bancari (28esimo posto). dei prezzi al consumo» e con la 84esima posiNella considerazione di questi indicatori i valozione per il costo della casa. ri attributi alla provincia di Brescia sono sempredecisamentemiglioririspettoalla media naElio Montanari 4 Q GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2014 GIORNALE DI BRESCIA Il portafoglio REDDITO MEDIO PRO-CAPITE A Palazzolo si risparmia e non si cambiano le auto La capitale dell’Ovest conquista il quinto posto nei depositi bancari procapite «Abbordabile» il costo della casa. Fanalino di coda per le immatricolazioni eneralizzando a Palazzolo si risparmia (o si è risparmiato in passato) di più a fronte comunque di un reddito pro capite non certo brillante; il costo delle case è, proporzionalmente, abbordabile e buona (a maggior ragione in tempi di tagli) è la spesa sociale in termini di servizi per la collettività, mentre la città crolla nelle parti basse della classifica per importo medio delle pensioni e addirittura all’ultimo posto per le immatricolazioni di auto. Intrecciando tutti gli indicatori, tra alti e bassi, tra positività e negatività, ne risulta comunque una Palazzolo promossa, capace di conquistarsi il quinto posto nella classifica della nostra indagine sul tenore di vita. Il quinto posto significa la sostanziale «tenuta» di Palazzolo. Evidentemente ci sono ancora, nonostante la crisi, aspetti di solidità del tessuto economico, lavorativo e sociale della città, i quali forse traggono ancora ossigeno dall’onda lunga dello storico e consolidato sviluppo di Palazzolo. La città industriale d’un tempo ha lasciato il segno e scelte, più o meno lungimiranti, più o meno coraggiose degli anni passati, hanno garantito un livello complessivo di qualità della vita assolutamente accettabile. Il deposito bancario pro-capite a poco più di 21mila euro è sicuramente indicatore tanto di una certa sicurezza finanziaria (comunque sempre più rosicchiata dalla crisi e dalla pressione fiscale) quanto di una storica propensione al risparmio famigliare. Non viaggia invece sulla stessa lunghezza d’onda il reddito medio pro-capite, che invece porta Palazzolo a crollare al diciottesimo posto, con 13.663 euro, e addirittura al ventunesimo posto per l’importo medio delle pensioni di vecchiaia (1.075 euro). Come dire, entrano meno soldi nelle tasche dei palazzolesi (è anche effetto della crisi occupazionale?) ma effetti marginalmente compensativi possono essere individuati nel minor costo (rispetto ad altre municipalità) per l’acquisto della casa e nell’offerta di servizi di carattere sociale. A Palazzolo il costo medio per comprare un alloggio residenziale è di 1.431 euro a metro quadrato, prezzo abbordabile se si pensa ad altre realtà comunali molto simili (da Chiari a Rovato, da Ospitaletto a Orzinuovi) in cui invece il prezzo lievita anche del 10-15%. Infine la nota dolente: nel 2013 sono state immatricolate solo 272 autovetture. Verrebbe da dire: parco auto circolante vecchio e poco benessere. Marco Bonari G comune redditocomplessivo procapite (2012) punteggio Brescia Desenzano del Garda Salò Concesio Gussago Rezzato Manerbio Botticino Lonato del Garda Lumezzane Castel Mella Nave Mazzano Gardone Val Trompia Villa Carcina Castenedolo Sarezzo Palazzolo sull'Oglio Orzinuovi Darfo Boario Terme Bedizzole Ospitaletto Cazzago San Martino Bagnolo Mella Chiari Gavardo Montichiari Rovato Travagliato Calcinato Carpenedolo Leno Ghedi 17.658 17.222 16.962 16.204 15.942 15.134 14.701 14.475 14.417 14.320 14.226 14.209 14.169 14.108 14.080 13.836 13.765 13.663 13.608 13.537 13.392 13.276 13.200 13.183 13.172 13.136 13.029 12.837 12.598 12.550 12.502 12.398 12.076 1.000 975 961 918 903 857 833 820 816 811 806 805 802 799 797 784 780 774 771 767 758 752 748 747 746 744 738 727 713 711 708 702 684 Fonte: Ministero dell’economia e finanze Dipartimento delle Finanze Ilredditocomplessivolordomedio pro-capiteèconsideratocome unodegliindicatori di base per la definizione del tenore di vita di un territorio. Chiaramente è un indice, e come tale rappresenta un dato medio calcolato dividendo l’ammontare del reddito complessivo dichiarato (anno d’imposta 2012) con la popolazione residente, e quindi, come tutte le medie ha solo valore indicativo. Questa elaborazione consente, tuttavia, una valutazione oggettiva su scala territoriale che pone Brescia al vertice della classifica, seguita a breve distanza da Desenzano del Garda eSalòe, adistanza,daConcesioeGussagoche completanolatopfive. Lagraduatoria, peraltro, risulta piuttosto allungata con la gran parte dei comuni con valori del reddito medio pro-capite lordo compreso tra 16.000 e 13.000 euro. Sotto questa soglia si trovano Rovato, Travagliato, Calcinato, Carpenedolo, Leno e, fanalino di coda,Ghedi con un redditomediopro capitedi un 30% inferiore a quellodi Brescia. Una panoramica del centro storico di Palazzolo Il guadagni più alti? Nel capoluogo e nelle località più... gettonate I redditi più elevati sono nel capoluogo ■ Svegliarsi e vedere dalla finestra il lago o un vigneto è un bel modo di iniziare la giornata. L’analisi del reddito medio racconta anche di questo, ovvero di scelte realizzate nel corso degli anni in funzione della tasca e del territorio. Che Brescia sia in testa alla classifica del reddito medio pro-capite è naturale. Il capoluogo adempie al suo ruolo di centro direzionale e, di conseguenza, alimenta redditi mediamente più elevati. La statistica in questo caso è impietosa fra chi ha tanto e chi deve accontentarsi dei decimali, ma tant’è: la dura legge dei numeri non si cambia con le alchimie. Il preambolo serve a spiegare il perché della distribuzione geografica del redditi. Del capoluogo abbiamo detto, ma è significativo che a seguire Brescia vi siano Desenzano e Salò e, poi, con la parentesi di Concesio, si ritrovi Gussago. Territori «pregiati» a tal punto da attrarre chi, disponendo di un reddito medio-alto, ha preferito diventare pendolare, ovvero vivere lontano dall’inevitabile maggior caos della città per go- dere di uno standard di vita decisamente più elevato. Non commettiamo l’errore pensando che a Desenzano o Salò la ricchezza sia solo frutto di «migrazioni» interne, ma la considerazione merita attenzione. Anche Rezzato, premiato dalla vicinanza con Brescia, a dire il vero, mantiene la soglia del reddito sopra i 15mila euro. Altro tema riguarda il reddito medio delle pensioni di vecchiaia. In questo caso il divario fra prima (Nave) ed ultima in classifica (Carpenedolo) non è enorme, ma ad un’analisi pur sommaria, non è difficile pensare che fra i luoghi esistono differenze stratificate nel corso degli anni, in funzione di una diversa crescita del sistema del lavoro. Laddove si è sviluppata una tradizione industriale più forte e consolidata è inevitabile che il livello delle pensioni sia mediamente più elevato a discapito di altri centri con un background agricolo che, evidentemente, non ha fornito nel passato identiche garanzie. r.p. Il potere d’acquisto fa i conti con la crisi Diminuiscono i consumi: i redditi più colpiti dalla congiuntura sono i medio-bassi ■ Il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito tra il 2008 e il 2014 del 12%. È vero che Brescia e la sua provincia cercano di tenere testa alla crisi con redditi medi piuttosto alti, ma quanto afferma il Codacons, che ha elaborato i dati sulla minore capacità d’acquisto dei cittadini negli anni della crisi economica, fa testo anche per la nostra provincia. A partire dal 2008 - spiega l’associazione si è registrata una progressiva riduzione del potere d’acquisto delle famiglie italiane, che ha toccato il suo apice nel 2012 raggiungendo il -4,3%. Anche per il secondo trimestre del 2014 l’Istat registra un calo del -1,5% su base annua. In termini monetari, spiega il Codacons, ciò significa che oggi ogni italiano ha una capacità di spesa mediamente inferiore di 1.910 euro rispetto al periodo pre-crisi (2007). Ma le differenze, ovviamente, non sono uguali per tutte le categorie. Ad esempio un operaio, nello stesso periodo, ha perso potere d’acquisto per complessivi 1.782 euro; l’impiegato per 1.932 euro; un pensionato raggiunge addirittura quota -1.957 euro. La riduzione del potere d’acquisto delle famiglie si riflette in modo diretto sulle loro scelte economiche: basti pensare che tra il 2007 e il 2014 i consumi degli italiani sono calati per la maxi-cifra di 80 miliardi di euro e non è poco. «La minore capacità d’acquisto dei cittadini è determina- ta innanzitutto dall’abnorme crescita della pressione fiscale nel nostro Paese e da tariffe e costi in aumento in tutti i settori, cui fa da contraltare il livello degli stipendi che aumentano meno o, come nel caso dei dipendenti statali, vengono bloccati spiega il Presidente Carlo Rienzi - Questi numeri certificano la politica sbagliata degli ultimi governi, che hanno distribuito le tasse in modo eccessivo e iniquo, danneggiando i nuclei a reddito medio-basso». Le famiglie costrette a tagliare i consumi 5 GIORNALE DI BRESCIA GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2014 Q I conti in tasca DEPOSITI BANCARI PRO-CAPITE comune Il salvadanaio dei bresciani è ricco, ma paga l’incertezza L’accumulo di risparmi è un’abitudine antica di famiglie e imprese, però i tempi attuali aumentano la propensione alla prudenza Italia è un Paese sempre più povero, mentre le famiglie italiane sposano la politica della prudenza. La conferma arriva dal Centro Studi Unimpresa secondo cui a luglio scorso sono arrivati a quota 1.071,27 miliardi di euro i salvadanai finanziari delle famiglie e delle imprese in aumento di 32 miliardi rispetto ai 1.039,27 miliardi di luglio 2013 con una crescita del 9,26 per cento. Il trend trova conferma anche nei Comuni oggetto della nostra analisi. La paura per un futuro che sembra sempre più incerto spinge al risparmio, all’accumulo di riserve in attesa di tempi migliori. E le famiglie bresciane non fanno eccezione. Ma una spiegazione, rispetto al dato che pubblichiamo in questa pagina, è dovuta. Il totale depositi, infatti, comprende anche quello delle imprese, dato che indubbiamente spinge al rialzo l’ammontare totale. In questo caso Brescia, con oltre 38mila euro di depositi pro-capite, è di gran lunga il Comune con il più ricco monte risparmi. Ma la classifica conta ben altre 7 realtà con un L’ totale depositi bancari superiore ai 20mila euro. Tra i 20mila e i 10mila euro pro capite si collocano tutti i restanti Comuni con una singolare eccezione, rappresentata da Cazzago San Martino che si ferma a 6.707 euro. I valori in campo sono decisamente importanti e dicono di un momento nel quale è difficile far circolare denaro, ovvero investire in attività produttive o nell’acquisto di un’abitazione. Ovviamente sull’incremento tendenziale dei depositi non hanno inciso di 80 euro in più che molti bresciani si sono trovati in busta paga. In questo caso parliamo di redditi che, se rappresentano l’entrata unica di una famiglia, non lascianoampio margine al risparmio I depositi bancari, quindi, rappresentano un indicatore della ricchezza di un territorio, della disponibilità di risorse e del risparmio. I dati della Banca d'Italia, ossia l’ammontare dei depositi rapportabili con la popolazione residente, rappresentano una media che sottende ampie diseguaglianze, tuttavia essi, considerati nella dimensione territoriale, possono esprimere una proxy dei differenziali che si determinano a livello locale. IMPORTO MEDIO PENSIONI DI VECCHIAIA comune Nave Castel Mella Concesio Brescia Gussago Mazzano Gardone Val Trompia Lumezzane Sarezzo Castenedolo Desenzano del Garda Rezzato Darfo Boario Terme Villa Carcina Bagnolo Mella Manerbio Ospitaletto Cazzago San Martino Leno Botticino Palazzolo sull'Oglio Bedizzole Gavardo Ghedi Rovato Lonato del Garda Calcinato Travagliato Chiari Salò Orzinuovi Montichiari Carpenedolo numeropensioni importomediomens. (2014) pensionivecchiaia(2014) 3.112 2.123 4.322 57.560 4.363 2.898 3.952 7.431 3.914 2.872 7.827 3.962 4.159 3.518 3.619 4.478 3.326 2.962 3.470 3.403 5.813 2.977 3.466 4.184 4.206 3.829 3.161 3.414 5.282 3.631 3.381 5.672 3.394 1.240 1.220 1.197 1.169 1.161 1.152 1.135 1.134 1.125 1.116 1.114 1.113 1.113 1.109 1.094 1.091 1.090 1.090 1.082 1.081 1.075 1.075 1.066 1.054 1.051 1.050 1.047 1.046 1.035 1.029 1.015 999 972 punteggio 1.000 984 965 943 937 929 915 915 907 900 899 898 897 894 882 880 879 879 873 872 867 867 860 850 848 847 844 844 835 829 819 805 784 Fonte: Inps L’importo medio delle pensioni di vecchiaia è un indicatore del reddito disponibile in un territorio, che assume maggior valore in relazione all’invecchiamento della popolazione. Anche in questo caso si tratta di un dato medio, che riassume l’insieme dei trattamenti pensionistici maturati che, su scala territoriale, non conoscono macroscopiche differenze. L'esame dei dati Inps delinea, tuttavia, una certa gerarchia che colloca ai primi posti Nave, e Castel Mella, che precedono, con valori decrescenti, Concesio, Brescia, Gussago, Mazzano e i grandi centri industriali della Val Trompia. Gli importi medi delle pensioni che determinano la classifica sono in gran parte compresi tra i 1.100 e i 1.000 euro con due comuni in coda, Montichiari e Carpenedolo, che restano poco al di sotto la quota di 1.000 euro. Q Brescia Rovato Chiari Salò Palazzolo sull'Oglio Castenedolo Darfo Boario Terme Orzinuovi Montichiari Desenzano del Garda Lumezzane Manerbio Nave Gardone Val Trompia Rezzato Ospitaletto Gavardo Calcinato Sarezzo Gussago Botticino Concesio Ghedi Leno Mazzano Travagliato Villa Carcina Carpenedolo Castel Mella Bedizzole Bagnolo Mella Lonato del Garda Cazzago San Martino depositi in milioni depositi di euro(2013) pro-capite (euro) 7.257 476 412 228 421 239 325 262 476 483 415 224 192 193 199 208 177 183 185 216 139 191 230 175 139 161 129 148 114 123 132 161 74 38.495 2.5811 22.037 21.577 21.295 21.009 20.829 20.731 19.599 17.856 17.796 17.489 17.440 16.435 15.270 14.916 14.881 14.246 13.596 13.099 12.804 12.669 12.358 12.101 11.927 11.819 11.798 11.513 10.376 10.300 10.297 10.200 6.707 punteggio 1.000 670 572 561 553 546 541 539 509 464 462 454 453 427 397 387 387 370 353 340 333 329 321 314 310 307 306 299 270 268 267 265 174 Fonte: Banca d’Italia I depositi bancari rappresentano un indicatore della ricchezza di un territorio, della disponibilità di risorse e del risparmio. I dati della Banca d'Italia, ossia l'ammontare dei depositi rapportabili con la popolazione residente, rappresentano una media che sottende ampie diseguaglianze, tuttavia essi, considerati nella dimensione territoriale, possono esprimere una proxy dei differenziali che si determinano a livello locale. Il comune capoluogo guida nettamente la classifica, con oltre 38mila euro pro-capite. Alle spalle di Brescia, con valori medi pro-capite quasi dimezzati, si colloca un gruppo di comuni, tutti sopra i 20.000 euro, composto da Rovato, Chiari, Salò, Palazzolo, Castenedolo, Darfo e Orzinuovi. Tra i 10.000 e i 20.000 euro pro capite si collocano tutti i restanti comuni con una sola eccezione, costituita da Cazzago san Martino che chiude la graduatoria con un ammontare dei depositi bancari pro capite che è un sesto di quello del capoluogo. L’ente locale Gussago mette in fila tutti i numeri del benessere La speranza è che la spiccata propensione al risparmio continui a tradursi in positivi investimenti sul territorio ussago e la qualità della vita. Segnali positivi arrivano dai dati 2013 certificati dalla Banca d’Italia e dall’Inps, che disegnano un quadro economico rivelatore di crescente benessere della realtà franciacortina. Gussago si classifica al ventesimo posto nella graduatoria dei 33 comuni bresciani con più di diecimila abitanti, per quanto concerne i depositi bancari pro capite: 13 mila euro per ogni cittadino, un totale di 216 milioni depositati. «È un dato certamente molto interessante e positivo - spiega Marchina, sindaco di Gussago -, anche se è da prendere con le pinze. Ci sono anche tanti altri parametri che aiutano a inquadrare la situazione. Altro indicatore economico decisivo è quello delle imprese; attualmente abbiamo più di cinquecento attività produttive industriali e artigianali, e più di duemila partite Iva. C’è una notevole vivacità, nonostante chiaramente si stiano scontando i noti problemi derivanti dalla crisi economica». «Grande importanza ha la posizione strategica di Gussago, vicino alla città e ai sistemi principali di viabilità. Siamo inoltre un Comune molto appetibile sotto il profilo della qualità abitativa. Una realtà resa gradevole anche dalle iniziative, ad opera delle numerosissi- G me associazioni, che animano ormai da tempo Gussago». Il paese franciacortino è al quinto posto per il reddito medio procapite, con sedicimila euro annui. «Un reddito medio abbastanza elevato - spiega Marchina - che fa presupporre una capacità di risparmio o una capacità di investimento e al tempo stesso può indicare che queste risorse vengano rimesse in circolo, creando un vola- A Gussago il benessere diffuso è certificato da numerosi parametri no per l'economia locale». Gussago mantiene la quinta posizione anche per l'importo medio delle pensioni di vecchiaia. «È un livello di reddito pensionistico significativo, ma non posso non pensare iciano oggi. Dati che fanno ben sperare ma che continuano a scontrarsi con il tema dell'occupazione giovanile che rimane una dramma diffuso", conclude Marchina. 6 Q GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2014 GIORNALE DI BRESCIA Il capoluogo COSTO DELLA CASA comune Brescia abbina al tenore di vita l’obiettivo di città intelligente Il capoluogo è in testa alla classifica così come prevedibile considerati i parametri standard più elevati, merito anche dello spirito innovativo Carpenedolo Manerbio Leno Montichiari Darfo Boario Terme Bagnolo Mella Gardone Val Trompia Palazzolo sull'Oglio Calcinato Lumezzane Gavardo Villa Carcina Ghedi Orzinuovi Sarezzo Chiari Travagliato Ospitaletto Cazzago San Martino Bedizzole Rovato Mazzano Castenedolo Rezzato Lonato del Garda Nave Castel Mella Brescia Botticino Concesio Gussago Desenzano del Garda Salò costo della casa in vendita x mq 1.103 1.127 1.211 1.343 1.377 1.397 1.417 1.431 1.478 1.485 1.493 1.512 1.516 1.552 1.576 1.577 1.585 1.639 1.664 1.716 1.724 1.779 1.794 1.804 1.823 1.960 1.982 1.998 2.030 2.040 2.174 2.871 2.944 punteggio 1.000 979 911 821 801 790 778 771 746 743 739 729 728 711 700 699 696 673 663 643 640 620 615 611 605 563 557 552 543 541 507 384 375 Fonte: www.immobiliare.it rescia guida la graduatoria generale, prima di Sarezzo, Darfo Boario Terme, Desenzano del Garda, Palazzolo sull’Oglio e Manerbio, della quarta puntata dell’indagine, in questo caso dedicata al tenore di vita. Graduatoria che come nelle precedenti tappe ha tenuto conto della sommatoria dei punteggi. Entrando nel dettaglio, il capoluogo è al primo posto per reddito medio pro capite (17.658 euro), per depositi bancari pro capite (38.495 mila euro), ed è quarta per l’importo medio delle pensioni (1.169 euro), preceduto da Nave, Castelmella e Concesio. Mentre è al secondo posto, dopo Sarezzo, per spesa sociale per ogni cittadino impegnata dalla Loggia (210 euro). Con l’assessore Paolo Panteghini, che in Loggia ha la delega al Bilancio parliamo della «performance» di Brescia in questa nuova tappa del viaggio intrapreso dal nostro quotidiano. «Da economista - commenta - non mi sorprende che il capoluogo di provincia abbia, in particolare per alcuni parametri, standard economici più elevati rispetto ad altri Comuni. Certo, la crisi ha inciso anche sul capoluogo, pure dal punto di vista dei redditi, che hanno avuto una certa flessione, e dei consumi. Per fortuna la nostra resta una realtà che reagisce e conserva una certa dinamicità». Panteghini osserva che bisogna tenere conto «della dimensione del capoluogo rispetto agli altri Comuni considerati». E cita l’indagine annuale di ICity Lab (iniziativa del Forum delle Pubbliche amministrazioni), l’I City Rate che stila la classifica delle città «intelligenti», usando parametri standard, come competitività e vivibilità e «smart», come innovazione e iniziative per la sostenibilità ambientale. «Brescia, in questa classifica, dal 2012 al 2014 ha fatto un balzo in avanti dal 24 all’11 posto. In questo studio i risultati vengo- B Il costo a cui sono offerte in vendita le case, ossia il valore medio al mq degli immobili, rappresenta una spesa che incide, e non poco, sulla qualità della vita delle persone. Il costo alla vendita, espresso in euro per metro quadro, definisce pertanto una graduatoria ove viene considerato come migliore il valore più basso, quindi il minor costo per l’accesso al bene-casa. Ai primi tre posti della classifica si collocano, con i prezzi medi più bassi, tre centri della pianura: Carpenedolo, Manerbio e Leno. I valori medi stimati per i 33 comuni sono largamente compresi tra i 1.300 e i 2.000 euro per mq, valore medio sfiorato dal capoluogo. Poco oltre la soglia media stimata dei 2.000 euro per mq, si trovano solo gli immobili siti a Botticino, Concesio e Gussago mentre decisamente più alto è il costo della casa a Desenzano del Garda e Salò, che, con una media che sfiora i 3.000 euro, ovvero 2,5 volte il costo medio di Carpenedolo, chiude la graduatoria. La città capoluogo offre molte opportunità, anche se l’impegno deve rimanere quello di conservare appeal nei confronti del resto della realtà provinciale no articolati anche per dimensione delle città». Il focus della nostra indagine questa settimana era il tenore di vita. Che tradotto in termine concreti ha significato utilizzare sei parametri, tre prettamente economici (reddito medio pro capite, importo medio mensile delle pensioni, depositi bancari) abbinati ad altrettanti indicatori su costo della casa, spesa sociale delle Amministrazioni per ogni cittadino e immatricolazioni di automobili, come termometro per misurare la qualità della vita nei Comuni sopra i 10 mila abitanti. Nessuna sorpresa per Brescia, quindi, anche se gli obiettivi del capoluogo non possono essere paghi di questo risultato e puntano dritti verso un progetto che punti a porre la città come centro attrattivo di servizi e lavoro. Un percorso lungo, ma come mostrano le graduatorie dell’ICity Rate, senza dubbio davvero percorribile Paola Gregorio La spesa per il sociale non si tocca La Loggia ha postato a bilancio circa 43 milioni di euro per 210 euro pro capite La spesa per il sociale rappresenta una sfida per le città ■ Il Comune di Brescia, per il sociale, ha messo a bilancio anche quest’anno circa 43 milioni di euro. Lo ricorda l’assessore Paolo Panteghini, sottolineando: «Siamo sostanzialmente in linea con lo stanziamento dello scorso anno». Nella nostra indagine, nel focus su «tenore di vita», Brescia con 210 euro è risultata seconda, dopo Sarezzo, per spesa sociale dei Comuni per abitante. «Per i Comuni, visto i tagli sempre più corposi agli stanziamenti che arrivano dallo Stato - prosegue - mantenere lo stesso livello di investimenti per i servizi è uno sforzo notevole. Se fino al 2014 i trasferimenti erano anco- ra in parte nella direzione Stato - Comuni, da adesso saranno sostanzialmente Comuni - Stato». Se si scorrono i dati del progetto Open Bilanci (piattaforma web sulla quale si possono vedere i dettagli dei bilanci dei Comuni, sulla base dei certificati dei bilanci preventivi e consuntivi che le Amministrazioni mandano annualmente al Ministero dell’Interno), per quanto riguarda il Comune di Brescia, sottolinea Panteghini, «si può vedere come anche nel 2013 la spesa media pro capite per il sociale, 245 euro considerando spese correnti e investimenti, sia stata superiore a quella media dei Comuni tra i 50 mila e i 200 mila abitanti, che è di 189 euro». Panteghini commenta anche il dato della nostra indagine sul costo della casa. Brescia, in questo caso - la classifica vede ai primi posti i Comuni con il costo medio al metro quadro degli immobili più basso che aumenta mano a mano si scende nella graduatoria - è al ventottesimo posto, con un valore di 1.998 euro al metro quadro. «Non è sorprendente il fatto che nel capoluogo le abitazioni siano più costose. Il costo a metro quadro è più alto, secondo questa classifica, in Comuni come Botticino, Concesio, Gussago, Desenzano e Salò, considerate zone che offrono una qualità della vita elevata e dalle quali raggiungere Brescia per lavoro non è particolarmente impegnativo». Insomma, i conti tornano e Brescia si conferma capoluogo in grado di catalizzare molti interessi economici. p.g. 7 GIORNALE DI BRESCIA GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2014 Q Stili di vita LE AUTOMOBILI NUOVE La felicità viaggia ancora sulla (cara) quattro ruote Nonostante gli anni del boom economico siano ormai un ricordo l’auto non è solo strumento di mobilità, ma anche status sociale appeal non sarà più lo stesso di dieci anni fa. Le cilindrate pure, ridotte per lo spauracchio dei controlli fiscali, ma la passione dei bresciani per l’automobile resiste ancora. In particolare, a coltivare il desiderio di una cabrio da urlo o comunque di un marchio prestigioso da mettere in garage, sono i quarantenni e i cinquantenni. E i dati parlano chiaro, soprattutto per il capoluogo che,nonostante abbia aggiunto la metropolitana al pacchetto mobilità, conserva il primato delle immatricolazioni in rapporto alla popolazione. Le auto uscite dalle concessionarie e consegnate lucide e brillanti ai clienti residenti in città nel 2013 sono state più di 9.500. Per questo il primato cittadino è indiscutibile e - sempre nel rapporto immatricolazioni/residenti stacca di gran lunga tutti gli altri Comuni oggetto della nostra indagine. Ai primi posti della graduatoria, con più di 20 auto nuove per ogni mille abitanti, si collocano Concesio, Desenzano, Manerbio, Castel Mella, Mazzano, Nave e Gussago. La gran parte degli altri Comuni si posiziona nella fascia tra le 15 e le 20 immatricolazioni ogni mille abitanti. L’auto, quindi, continua ad essere ritenuta non solo uno strumento di libertà L’ Per molti bresciani l’auto è ancora un bene da coccolare comune Sarezzo Brescia Desenzano del Garda Salò Palazzolo sull'Oglio Chiari Calcinato Rezzato Montichiari Darfo Boario Terme Concesio Castenedolo Rovato Lumezzane Gardone Val Trompia Orzinuovi Nave Lonato del Garda Gavardo Ospitaletto Villa Carcina Botticino Bedizzole Ghedi Travagliato Mazzano Leno Bagnolo Mella Castel Mella Cazzago San Martino Carpenedolo Gussago Manerbio impegni pro capite in euro (2012) 260,9 210,6 170,0 159,6 153,2 145,4 139,6 132,5 124,1 123,6 117,7 117,5 113,3 111,8 111,6 110,6 104,1 103,4 102,3 102,0 94,3 93,7 91,8 91,7 89,5 87,4 86,9 78,0 77,3 73,0 66,4 65,4 47,7 Q Brescia Concesio Desenzano del Garda Manerbio Castel Mella Mazzano Nave Gussago Gavardo Rezzato Rovato Darfo Boario Terme Lonato del Garda Lumezzane Villa Carcina Cazzago San Martino Sarezzo Ospitaletto Chiari Botticino Bedizzole Salò Gardone Val Trompia Montichiari Orzinuovi Travagliato Leno Castenedolo Bagnolo Mella Calcinato Carpenedolo Ghedi Palazzolo sull'Oglio 9.535 366 636 295 248 263 246 365 232 251 352 293 294 434 201 202 237 241 317 182 198 174 193 397 205 217 224 173 194 188 184 257 272 50,6 24,3 23,5 23,0 22,6 22,6 22,3 22,1 19,5 19,3 19,1 18,8 18,6 18,6 18,4 18,3 17,4 17,3 17,0 16,8 16,6 16,5 16,4 16,3 16,2 15,9 15,5 15,2 15,1 14,6 14,3 13,8 13,8 punteggio 1.000 480 465 455 446 446 442 437 385 381 377 371 368 368 363 362 344 342 335 331 328 325 325 323 321 315 306 301 299 289 283 273 272 Fonte: ACI negli spostamenti, ma anche un oggetto da desiderare. A parte, ma non secondario, c’è poi il tema della «mobilità obbligata», ovvero di tutta quella parte di utenti (e non sono pochi) che hanno necessità di un mezzo proprio per raggiungere il posto di lavoro. Nella nostra grande provincia, infatti, non sempre il trasporto pubblico può soddisfare orari e percorsi dei pendolari, che sono così obbligati ad utilizzare SPESA SOCIALE PRO-CAPITE nuoveimmatricolazioni auto nuove (2013) x 1.000abitanti comune l’automobile. Un altro ragionamento può essere fatto sulla gamma di vetture preferite. È ovvio che i tempi attuali fanno dirottare buona parte della clientela sulle utilitarie, ma sono piuttosto gettonate anche le auto che con le economiche hanno in comune solo le dimensioni ridotte. Il listino, infatti, parla chiaro: sono dei piccoli «sogni», in sostanza degli status symbol. Claudio Venturelli Nonostante la crisi delle vendite l'automobile rimane sinonimo di benessere, la sua diffusione segna gli anni del boom economico e non a caso, spesso, a torto o a ragione, identifica uno status sociale. In anni di crisi e, conseguentemente, di flessione del mercato automobilistico, le nuove immatricolazioni di automobili, rapportate alla popolazione, possono essere un indice interessante del tenore di vita. Nella graduatoria che si definisce considerando le nuove immatricolazioni nel 2013 prevale nettamente il comune capoluogo, che stacca nettamente tutti gli altri. Ai primi posti della graduatoria, con più di 20 auto nuove per ogni 1.000 abitanti, si collocano Concesio, Desenzano, Manerbio, Castel Mella, Mazzano, Nave e Gussago. Tra le 15 e le 20 autovetture nuove per ogni 1.000 abitanti si trovano la gran parte dei comuni con, poco sotto tale soglia: Calcinato, Carpendolo, Ghedi, e Palazzolo, con un tasso di nuove immatricolazioni che è quasi la metà di quello di Concesio, e un terzo di quello di Brescia Società punteggio 1.000 807 652 612 587 557 535 508 476 474 451 450 434 429 428 424 399 396 392 391 361 359 352 351 343 335 333 299 296 280 255 251 183 Fonte: Spi - Cgil Lombardia Il tenore di vita di un territorio può essere letto anche in relazione alla capacità delle amministrazioni locali di erogare servizi sociali per chi si trova in condizioni svantaggiate. L’ammontare della spesa sociale pro-capite impegnata dai comuni apre uno spiraglio su questa dimensione che, pur con tutti i limiti del caso, appare come un utile indicatore. Le risorse impegnate dai comuni, espresse in euro, evidenziano un quadro assai differenziato in cui, nel 2012, prevalgono nettamente, con oltre 200 euro pro capite, Sarezzo e Brescia, seguiti, con importi superiori a 150 euro da Desenzano, Salò e Palazzolo. La graduatoria relativa alla spesa media pro capite per le funzioni dei servizi sociali è assai allungata e, in questo quadro di ampie differenziazioni, Manerbioè ilcomune che occupa l'ultima posizione,con una spesa mediapro capite cheèun quinto di quelladi Sarezzo, precedutocon risorsedi poco superiorida Gussago, Carpenedolo, Cazzago, Castel Mella e Bagnolo Mella Dare una mano a chi ha bisogno Oggi più che mai una scelta saggia I Comuni sono alle prese con patto di stablità e spending review, ma non possono rinunciare all’impegno sociale. E chi lo fa sbaglia... hi attraversa un momento di difficoltà e bisogno sa quanto sia importante ogni aiuto, anche il più piccolo. Proprio per questo motivo è da considerare un errore grave il taglio della spesa sociale da parte degli enti locali. Il tema è delicato e si presta ad un’alzata di mani in segno di resa da parte di chi, ci rendiamo conto, è costretto ad amministrare il bene pubblico con il cordone della borsa legato stretto. Però oggi più che mai la concessione di un contributo può far varcare il sottile confine tra disperazione e speranza. La soddisfazione di bisogni fondamentali, come il cibo ad esempio (e non stiamo esagerando), dovrebbe essere scontato in un sistema civile, eppure non sempre è così. E l’ente locale, anche per la sua vicinanza alla gente, può giocare un ruolo fondamentale. A differenza di altri indicatori, quello della spesa sociale presenta un ventaglio di valori decisamente più ampio. Si passa dall’impegno di 260 euro pro capite (anno 2012) di Sarezzo al minimo di 47 euro di Manerbio, un salto vistoso che solo una visita sul territorio consentirà di verificare e spiegare. La spesa sociale dei Comuni è comunque solo parte di un sistema che, drammaticamente, lascia i cittadini sempre più soli. La famiglia sinora ha svolto il ruolo di ammortizzatore sociale, di erogatore di mutua assistenza, ma anche il portafoglio di genito- C Agli enti locali spetta il difficile compito di capire i bisogni reali ri e nonni è vuoto: cresce il popolo degli «invisibili», protagonisti di un «urlo silenzioso» ovattato dalla dignità e inascoltato. Parliamo quindi di un modello di welfare che deve essere riscritto, ovviamente eliminando qualsiasi forma di spreco e abuso, che non dovrebbe dimenticare mai di offrire una chance, una possibilità di speranza per chi ha bisogno. E allora introduciamo il te- ma della spesa pubblica. Ai Comuni è demandato il compito non facile di individuare delle priorità e perseguirle, magari sostituendo alcuni contributi magari con la ricerca attiva di sponsor, insomma mettendo in campo tutte le risorse alternative utili per non tagliare dove in gioco c’è il futuro delle persone. Sapranno i sindaci mettere sul campo questo ulteriore impegno? 8 GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2014 GIORNALE DI BRESCIA Q Controcopertina Qui non si sta come sugli alberi le foglie. Qui si sta Gli indicatori illustrano una situazione socio-economica con riserve di garanzia l Tenore di Vita, il tenore di un’opera, ossia la sicurezza di «cantare» ascoltati da sè e dagli altri. Lo stare al mondo, ogni giorno, con un senso di rispetto, un’idea di uguaglianza nel trattamento: se si sta meglio, sto meglio anch’io; se si sta peggio, anch’io vado un poco sotto. Il tenore stona, il pubblico esce, l’orchestra si disperde. Si canta e si suona per nessuno appena le discrepanze, le distanze tra chi sta sotto e chi sta sopra, si allargano in modo non moralmente equo, per quantità e dunque per buon senso, per giustizia. Se si rompe l’equilibrio, la misura si allontana dalla classifica, i primi e gli ultimi non si raggiungono, perdono la comunicazione civile, si formano nuove crepe nel patto sociale. Sul Tenore di Vita, la nostra graduatoria garantisce, di nuovo, la tenuta di un patto sociale. Differenze evidenti, rotture non percepite. Qualcosa si muove, ma, sostanzialmente, l’anno trascorso riconferma un complessivo discreto Tenore di Vita nella graduatoria 2013: il quintetto postindustriale e sempre manifatturiero, Città, Valtrompia, Valcamonica, Basse, con rinforzo di economia mista del Garda costituisce un puzzle non disprezzabile, più apprezzabile in un rapporto con il resto del Paese. La Valsabbia, lo ribadiamo per un minimo di analisi, non conta una comunità con oltre 10 mila anime e perciò scompare dai nostri radar numerici anche se non sta fuori dalle nostre analisi valoriali. La Valsabbia riconferma una sua propria misura critica e pure uno stabilire il confine demografico direttamente proporzionale alla crisi. La Valsabbia non riceve un abitante in più di quello che non è in grado di mantenere, mettiamola così, anche se il suo cammino va considerato ondeggiante e con qualche tornante stretto e troppo lento. La Città, le Valli, il Garda e le Basse sono rappresentate nei I primi dieci posti della classifica sul Tenore di Vita e ciò definisce dei contenitori importanti in grado di attirare, compensare e sedurre i dintorni. Si potrebbe affermare che tra le 33 capitali ce n’è sempre una in grado di sostenere il territorio circostante meno forte o più debole, garantendo una tenuta, una frenata alla caduta. Ci pare che non esistano realtà bresciane troppo vicine al baratro e lontane dalla preoccupazione. Qui da noi, terra di pudore e silenzio, di fatiche e lamenti scarsi, di generosità private non conclamate, deve avere qualche ragione in più chi sostiene che l’invisibile tanto quanto il visibile contribuisce a determinare il Tenore di Vita. E che, dunque, gli indicatori valutati e valorizzati possiedono iniezioni di sostegno legate a gesti di solidarietà costanti e intensi, a economie di lavoro sotterraneo, a uno stato sociale di volontarismi non iscritti a una voce precisa, dilatati su luoghi diversi, nella conferma, per alcuni consolante e per altri fastidiosa, che esiste nel Bresciano e nella Brescianità una spinta - definiamola vastamente cristiana e ampiamente post laicista con forti tendenze solidali - in grado di equilibrare i valori del Tenore di Vita e di mettere in un posto sicuro e «socialmente timido, inapparente», delle quantità che provengono da un altro luogo. Così che i nostri numeri e le nostre classifiche sono molto proficue per determinare la direzione del viaggio e non sono mai la determinazione del chilometro tale lungo il viaggio. Utili e non dogmatiche. Il Reddito pro Capite, altro indicatore del Tenore di Vita, in questo senso, va considerato non in modo assoluto, ma come un punto della bussola, di quei punti della bussola che stanno tra Nord e Sud, Est e Ovest e non sono il Sud e il Nord, l’Ovest e l’Est assoluto. Dei Depositi Bancari si consideri «il turismo» del conto corrente, le migrazioni per motivi Non dobbiamo farci illusioni: nonostante il passato iper-produttivo bresciano e la capacità di risparmio delle nostre famiglie, i problemi determinati dalla crisi si stanno facendo sentire pesantemente psicologici di capitali da una comunità a un’altra; per cui un deposito nella città gode di depositi provenienti dall’interland e dalla provincia generale, come se la banca di Brescia fosse più sicura, potente e «meno ciarliera» della banca di paese. Vale il rovescio, in misura minore. Interessante decifrare quanto il flusso del deposito si muove in base alla chiusura degli sportelli, alla nascita di finanziarie visibili e invisibili, allo spostamento di dirigenti carismatici in grado di essere «banca in fronte». Il Costo della Casa gode di una ampia relatività, ciò che viene scritto spesso è molto rivisto. Bene il rapporto su bisogno e istituzione e sullo stato della pensione. Qui, il solidarismo storico bresciano e le fatiche consumate in un’intera vita garantiscono un rassicurante Tenore di Vita. Riserva sicura, se la crisi avesse davanti a sè ancora diverse miglia da percorrere. Qui non si sta come sugli alberi le foglie. Qui, da noi, le foglie fanno le foglie e le persone fanno le persone. Tonino Zana NOTA METODOLOGICA I COMUNI BRESCIANI CON OLTRE 10.000 RESIDENTI (01/2013) La metodologia di calcolo dei punteggi, elemento necessario per definire una graduatoria, è assai semplice e si rifà a modelli collaudati e consolidati, come quello adottato da “Il Sole 24 Ore”, che, fin dalla metà degli anni ‘80, diffonde ogni anno una classifica sulla Qualità della vita nelle province italiane I COMUNI E GLI ABITANTI GLI INDICATORI ESEMPIO MEDIA I dati relativi ai 33 comuni bresciani con più di 10.000 abitanti al 1°gennaio 2013, che rappresentano l’orizzonte di riferimento di questa prima indagine sulla qualità della vita a livello comunale, vengono analizzati sulla base di 42 indicatori, sei per ognuna delle sette macro-aree tematiche Per ogni indicatore vengono attribuiti mille punti al primo comune classificato, quello che presenta il miglior valore, e viene definito un punteggio proporzionale per tutti gli altri in funzione della distanza del valore di riferimento rispetto a quello del migliore della classe (fatta salva la necessità di attribuire punteggi d’ufficio nei rari casi in cui il dato disponibile è riferito ad un ambito territoriale) Se, ad esempio, il miglior valore registrato per il comune A è uguale a 60, quello del secondo comune classificato (B) è 45 e quello del terzo (C) è pari a 30 e quello del quarto (D) uguale a 15 i punteggi relativi saranno A =1000, B = 750 (1000x45/60), C = 500 ( 1000X30/60), D = 250 (1000X20/60) La media dei punteggi conseguiti nella graduatoria, definita per ciascuna area tematica, permette di giungere alla definizione di sette classifiche di categoria. Infine, attraverso la media aritmetica semplice dei punteggi parziali definiti da ciascun comune nelle sette graduatorie tematiche, si giunge alla classica finale che determina il miglior comune per qualità della vita Brescia 188520 Carpenedolo 12855 Desenzano del Garda 27050 Calcinato 12846 Montichiari 24287 Bagnolo Mella 12819 Lumezzane 23320 Manerbio 12808 Palazzolo sull'Oglio 19770 Orzinuovi 12638 Chiari 18696 Bedizzole 11942 Ghedi 18611 Gavardo 11894 Rovato 18442 Gardone Val Trompia 11743 Gussago 16490 Mazzano 11654 Lonato del Garda 15784 Castenedolo 11376 Darfo Boario Terme 15603 Cazzago San Martino 11034 Concesio 15076 Nave 11009 Leno 14462 Castel Mella 10987 Ospitaletto 13945 Villa Carcina 10934 Travagliato 13622 Botticino 10856 Sarezzo 13607 Salò 10567 Rezzato 13032
© Copyright 2024 ExpyDoc