Il tenore di vita sta tenendo nonostante la crisi che morde

Qualitàdellavita
GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2014
RAPPORTO BRESCIA 2014 4
suppl. al num. 299 - dir. resp. Giacomo Scanzi
PRESENTE E FUTURO
OLTRE AL PIL
DIMOSTRIAMO
DI SAPER SOGNARE
di Erminio Bissolotti
i sono unità di misura come il
Pil e il Pnl che spesso vengono
utilizzate da economisti e presunti tali per stabilire il tenore
di vita di una determinata comunità.
Non dal premio Nobel all’Economia
Amartya Sen che per definire le reali
condizioni di vita di una persona ha
sempre valutato insoddisfacenti questi
due singoli indici.
Non a torto, il Prodotto interno lordo
pro-capite e il Prodotto nazionale lordo
secondo il filosofo indiano con cattedra
alla Harvard University non tengono ad
esempio conto della discriminazione
sessuale che persiste in certi Paesi al
mondo. E tantomeno della perdita di valore che subisce il tenore di vita individuale in quelle popolazioni sotto dittatura. Insomma, per Amartya Sen le condizioni minime di vita riscontrate in un
territorio, il benessere economico e soprattutto il grado di libertà riscontrato
nella stessa comunità sono parametri
essenziali perché la valutazione del tenore di vita possa essere corretta.
Sintetizzare in questo piccolo spazio
l’essenza del pensiero economico di
Sen non è semplice - per scrivere il suo
trattato sul Tenore di vita, dopotutto,
anche lui si è servito di un volume di circa duecento pagine -, ma stimola a introdurre nella nostra analisi sul Tenore
di vita dei maggiori bresciani anche un
altro indice, quello che misura la capacità di crescere.
«Preferisco essere un sognatore fra i più
umili, piuttosto che il principe di un popolo senza sogni né desideri» ha scritto
il poeta e filosofo libanese Khalil Gibran. Dal 2008, la valanga della crisi economica sta procurando seri danni al nostro tessuto produttivo: si è portata via
aziende, posti di lavoro e, in alcuni casi,
anche la voglia di sognare e appunto di
crescere delle nuove generazioni. Gli indici che trovate nelle pagine seguenti,
però, dimostrano che il sistema-Brescia ha ancora in tasca le cartucce (reddito medio, depositi bancari, pensioni,
costo della casa, spesa sociale dei Comuni) per superare questo momento
complicato.
Ogni sforzo si rivelerà vano, comunque, se Brescia dimostrerà poca fiducia
nel futuro e più semplicemente una limitata capacità di sognare: è la qualità
della vita che si è in grado di condurre il
problema principale per la valutazione
del tenore di vita. Insomma, come direbbe il premio Nobel Sen: «Il valore del
tenore di vita sta nel modo di vivere e
non nel possesso di merci che ha un’importanza derivata e mutevole».
La persistenza di un sentimento di incertezza sul futuro peraltro scoraggia
gli investimenti e il comparto economico bresciano, in questo momento, non
può permetterselo. In particolar modo
ora in cui si trova a competere in un’economia globalizzata ancora con delle
profonde ferite da rimarginare.
C
Il tenore di vita sta tenendo
nonostante la crisi che morde
Brescia e Sarezzo si riconfermano al vertice della classifica, seguiti da Darfo
Il dato medio (positivo) non può nascondere le difficoltà legate alla congiuntura
1 BRESCIA
2 SAREZZO
3 DARFO B.T.
IL TEMPO DELLE SCELTE
IL GRIDO SILENZIOSO
DI CHI CERCA AIUTO
E TROVA LA SPENDING
di Claudio Venturelli
a crisi continua ad essere una
presenza costante del vivere quotidiano. L’onda lunga della recessione si fa sentire nella vita di tutti i giorni, sino a stravolgere il modello
sociale, modificando i canoni ai quali
eravamo abituati. La garanzia è scaduta
e agli enti locali spetta un compito gravosissimo: riuscire a monitorare il territorio per cogliere i nuovi bisogni e tentare
di intervenire.
L’urlo silenzioso di chi fatica a combinare il pranzo con la cena diventa sempre
più percettibile e rilancia l’urgenza di un
nuovo modello di welfare, più attivo e
puntuale. E così il ruolo dei Comuni diventa di giorno in giorno più complesso.
Se i cordoni della borsa sono sempre più
stretti diventa infatti indilazionabile una
svolta amministrativa che punti alle priorità, tagliando tutte quelle spese che, di
fronte ad un’emergenza come quella attuale, possono essere accantonate.
È vero che il compito degli enti locali non
può essere onnicomprensivo, ma l’emergenza deve essere affrontata e mitigata
proprio partendo dal livello comunale,
offrendo assistenza e perché no? Anche
opportunità. I dati della nostra inchiesta
sfiorano il disagio, ma non lo possono
spiegare appieno. Il motivo? I risparmi
delle famiglie svolgono un formidabile
ruolo di cuscinetto sociale.
Però quell’urlo silenzioso c’è e deve essere ascoltato, se non altro per ridare forza
ed entusiasmo ad una società che rischia la depressione collettiva.
L
grafica: Massimiliano “Map” Passanisi
LA RICERCA di Elio Montanari
CONTROCOPERTINA di Tonino Zana
Presente-futuro
sette aree,
e sei indicatori
Situazione
con riserve
di garanzia
■ Una ricerca che si sviluppa
in sette aree, analizzate
attraverso sei indicatori:
questo è il lavoro che Elio
Montanari ha portato a
termine per raccontare
presente e futuro della nostra
provincia.
a pagina 2
■ La crisi pesa, non
possiamo farci illusioni. Ma
la capacità di risparmio
delle famiglie e la tenuta del
sistema sociale dicono di
una situazione complessiva
con buone riserve di
garanzia.
a pagina 8
2
Q
GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2014 GIORNALE DI BRESCIA
Tenore di vita
CLASSIFICA
pos.
(2014)
Brescia riconquista il vertice
Seguono Val Trompia e Ovest
NUOVO
VECCHIO
sociale, e, a distanza, un gruppo di Comuni
con punteggi molto vicini, composto,
nell’ordine, da Darfo Boario Terme, Desenzano, Palazzolo e Manerbio. Dopo questo
gruppoditestasitrovano,conpunteggimedi molto vicini tra loro, molti dei Comuni
maggiori come Chiari, Lumezzane, Rovato
e Concesio, che completano latop ten, sfiorataperun soffiodaGardoneValTrompiae
Montichiari.
Eterogeneo, per collocazione territoriale,
ancheilgruppodicoda,ancheinquestocaso con punteggi molto vicini, composto
nell’ordinedaBotticino,Travagliato,Bedizzole, Ghedi e, all’ultimo posto, Cazzago San
Martino, sempre nella seconda metà della
classifica, particolarmente penalizzato dal
33° e ultimo posto per i depositi bancari e
dal 30° per la spesa sociale pro capiate del
Comune.Unosguardoallageografiadel«tenoredivita»evidenzia,oltrealcapoluogo,le
posizioni di primo piano dei Comuni della
media Val Trompia (Sarezzo 2° posto, Lumezzane 8°, Concesio 10° e Gardone Val
Trompia 11°), dell’area ovest della pianura,
con Palazzolo, Chiari e Rovato rispettivamenteal5°,7°e9°posto.Laclassificaevidenzia risultati migliori per il tenore di vita nei
Comuni maggiormente popolati: sette dei
dieci Comuni più popolosi sono nelle prime dodici posizioni: Brescia 1°, Desenzano
4°, Montichiari 12°, Lumezzane 8°, Palazzolo 5°, Chiari7°, Rovato 9°. Tra i grandi centri,
quelli con più di 15.000 abitanti, si trovano,
invece,nellapartebassadellaclassificaGussago (24°), Lonato del Garda (27°) e Ghedi
(32°), penalizzato dall’ultimo posto per reddito medio pro-capite e dal penultimo per
le nuove immatricolazioni di automobili.
Nel confronto con la graduatoria definita
nellaprimaedizioneprevale unasostanziale stabilità nelle posizioni occupate dai Comuni, sia nella parte alta, dove Brescia e Sarezzoconfermanolaprimaelasecondaposizione che nella parte finale con Cazzago
San Martino che rimane fanalino di coda.
Nelle prime dieci posizioni entrano Manerbio, che sale al 6° posto dal 12°, Rovato, che
dall’11° posto passa al 9° e Concesio, che lo
segueprovenendodal15°.Escono,dallatop
ten,purrimanendonellapartealtadellagraduatoria,GardoneValTrompia,scesodal9°
all’11°posto, Salò(dal 10°al13°)e,inmisura
più consistente Orzinuovi, che dal 7° posto
del 2013 si posiziona a metà classifica (17°).
Ancorapiù statica la condizione del gruppo
di coda poiché, pur scambiandosi qualche
posizione,gliultimidieciComunisonoesattamente gli stessi. Del resto, considerando
la natura degli indicatori osservati, rimasti
uguali nelle due rilevazioni, era difficile ipotizzaregrandisommovimentinellagraduatoria al punto che i due centri che variano
maggiormentelerispettiveposizioni,inpositivo Manerbio e in negativo Orzinuovi,
guadagnano6posizioniinuncasoeneperdono 7 nell’altro.
Elio Montanari
Ecco gli indicatori che disegnano
la mappa del nostro tenore di vita
■ Definire il tenore di vita in un ambito
locale non è affare semplice poiché sconta il
carattere mediano di tutte le informazioni e
non tiene conto della rilevante dimensione
delle disuguaglianze. Del resto queste sono
le condizioni di base dalle quali partire per
tentare una fotografia. La scelta degli
indicatori si muove dunque su binari
obbligati, considerando da un lato il reddito
medio pro-capite e dall’altro la ricchezza e i
risparmi, attraverso la rilevazione dei
depositi bancari (pro-capite), unitamente
alla ponderazione dell’importo medio delle
pensioni di vecchiaia, che, in una
popolazione sempre più vecchia,
rappresenta un indice interessante.
A questi indicatori di disponibilità di
risorse, abbiamo scelto di associare due
indici che concorrono a definire il tenore di
vita: il costo della casa, elemento chiave
dell’economia famigliare, e le nuove
immatricolazioni di automobili, proxy della
disponibilità di risorse in un dato ambito
territoriale. Ci è parso opportuno inserire in
questo quadro, con riferimento alla qualità
della vita, una considerazione del sostegno
alle persone in difficoltà considerando la
spesa sociale dei Comuni. Un elemento
questo che caratterizza la risposta collettiva
al bisogno.
info gdb
2014
TENORE DI VITA Q
Reddito complessivo medio pro-capite
Depositi bancari pro-capite
Importo medio mensile pensioni di vecchiaia
Costo della casa
Le automobili nuove
Spesa sociale dei Comuni pro-capite
Reddito medio pro-capite
Depositi bancari pro-capite
Importo medio mensile pensioni di vecchiaia
Costo della casa
Le automobili nuove
Spesa sociale dei Comuni pro-capite
2013
C
L’INDICATORE CHE CAMBIA
1
Brescia
2
Sarezzo
3
Darfo Boario Terme
4
Desenzano del Garda
5
Palazzolo sull'Oglio
6
Manerbio
7
Chiari
8
Lumezzane
9
Rovato
10
Concesio
11
Gardone Val Trompia
12
Montichiari
13
Salò
14
Nave
15
Rezzato
16
Castenedolo
17
Orzinuovi
18
Gavardo
19
Calcinato
20
Villa Carcina
21
Mazzano
22
Leno
23
Ospitaletto
24
Gussago
25
Castel Mella
26
Carpenedolo
27
Lonato del Garda
28
Bagnolo Mella
29
Botticino
30
Travagliato
31
Bedizzole
32
Ghedi
33
Cazzago San Martino
ZM 500 PC
Doppia conferma in testa con il comune capoluogo e Sarezzo
Migliorano Darfo, Desenzano e Manerbio. Bene Chiari e Palazzolo
ertamente, il tenore di vita, non
èl’unicofattorechedeterminala
qualitàdellavitama,selaricchezza non fa la felicità le ristrettezze
economichedicertononaiutanoilbenessere delle persone. Il reddito pro-capite, i depositi bancari e l’importo medio delle pensionisono, in questa prospettiva, degli indicatori ineludibili che, pur con la distorsione
di fondo di vedere rappresentati dei valori
medi, qualcosa ci raccontano. A questi tre
indici «standard», solitamente adottati in
tutte le indagini sulla qualità della vita, abbiamosceltodiabbinaretreindicatorispecifici che, in un certo senso, sondano aspetti
diversideltenoredivitadiunambitolocale.
Il costo della casa è ragionevolmente parte
di questo pacchetto, poiché indica il costo
medio necessario per accedere ad un diritto.Lenuoveimmatricolazionidiautomobili nel 2013, in un periodo di forte contrazione del mercato dell’auto possono rappresentare le differenze nella possibilità di spesa che si determinano nel territorio. Il terzo
indicatorespecificoguardaallacapacitàdei
Comunidirispondereadunacrescentedomandasocialeeidentificamiglioricondizionineicentriincuimaggioreèlaspesasociale pro-capite dei Comuni: un indice un poco «grezzo», che non entra nel merito di comesonospeselerisorse,matuttaviacapace
di ponderare una scala di valori.
Nella graduatoria generale, che tiene conto
dell’insiemedeiseiindicatori,Bresciaènettamente, e di gran lunga, al 1° posto. Il Comune capoluogo prevale nella considerazione del reddito medio pro capite, dei depositi bancari e della immatricolazione di
autovetture,sicollocaal2°postoperimporto pro-capite della spesa sociale del comune, al 4° per l’importo medio delle pensioni
e cede posizioni solo per il costo della casa
(28°). Alle spalle del Comune capoluogo di
colloca Sarezzo, al primo posto per la spesa
Comune
LEGENDA
REDDITO MEDIO PRO-CAPITE
Reddito complessivo lordo medio pro-capite (Anno d’imposta 2012)
Fonte: Ministero Economia e Finanze - Dipartimento Finanze
DEPOSITI BANCARI
Depositi bancari pro capite (2013)
Fonte: Banca d’Italia
IMPORTO MEDIO MENSILE
PENSIONI
Importo medio mensile pensioni vecchiaia (2014)
Fonte: Inps
IL COSTO DELLA CASA
Prezzo medio per mq immobili in vendita (2014)
Fonte: www.immobiliare.it
AUTOMOBILI IMMATRICOLATE
Prime immatricolazioni di autovetture (2013)
Fonte: Aci
SPESA SOCIALE DEI COMUNI
Spesa sociale dei comuni per abitante
Funzioni nel settore sociale (servizio necroscopico e cimiteriale
escluso). Bilancio consuntivo 2012
Fonte: Spi Cgil Lombardia
3
GIORNALE DI BRESCIA GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2014
LE AREE TEMATICHE
POPOLAZIONE
AMBIENTE
spesa sociale
dei Comuni
punteggio
medio
1.000
807
883,7
700
344
1000
680,6
897
801
371
474
641,8
464
899
384
465
652
639,7
774
553
867
771
272
587
637,4
124
833
454
880
979
455
183
630,6
45
746
572
835
699
335
557
624,2
55
811
462
915
743
368
429
621,2
114
727
670
848
640
377
434
616,1
154
918
329
965
541
480
451
613,9
95
799
427
915
778
325
428
612,1
144
738
509
805
821
323
476
612,1
105
961
561
829
375
325
612
610,4
164
805
453
1000
563
442
399
610,2
174
857
397
898
611
381
508
608,6
135
784
546
900
615
301
450
599,2
75
771
539
819
711
321
424
597,2
194
744
387
860
739
385
392
584,5
224
711
370
844
746
289
535
582,6
20 =
797
306
894
729
363
361
575,4
21 =
802
310
929
620
446
335
573,7
185
702
314
873
911
306
333
573,2
244
752
387
879
673
342
391
570,6
235
903
340
937
507
437
251
562,5
274
806
270
984
557
446
296
559,7
324
708
299
784
1.000
283
255
554,7
304
816
265
847
605
368
396
549,6
314
747
267
882
790
299
299
547,3
255
820
333
872
543
331
359
543,1
295
713
307
844
696
315
343
536,3
285
758
268
867
643
328
352
535,9
265
684
321
850
728
273
351
534,5
33 =
748
174
879
663
362
280
517,5
posizione
(2013)
reddito
complessivo
depositi
bancari
1=
1.000
1.000
943
552
2=
780
353
907
84
767
541
64
975
35
pensioni
costo casa
auto nuove
3
5
7
2
ECONOMIA E LAVORO
TENORE DI VITA
4
TEMPO LIBERO
6
GRADUATORIA GENERALE
8
SERVIZI
SICUREZZA
info gdb
1
Ricchezza prodotta,
depositi e pensioni:
Brescia corre in Italia
Meno bene invece la provincia per quanto riguarda
il trend dei consumi e il costo delle abitazioni
È
zionale, come pure nel caso del costo della vita
buono il tenore di vita nella provincia
(47° posto). Le note si fanno più dolenti, deterdi Brescia, almeno nel confronto con
minando lo scivolamento nella graduatoria gele altre province italiane proposto nelnerale, nella considerazione del trend dei conle analisi attuali diffuse dai principali
sumi,dove sicolloca al 61° posto e del costo delquotidiani economici.
la casa, dove precipita all’87° posto, con valori
Nel 2013, infatti, Brescia occupa una onorevole
indicepeggiori rispettoalla media delle provin39ª posizione nell’analisi de Il Sole 24 Ore e una
ce italiane, in modo lieve per il trend dei consuposizione ancora migliore, il 30° posto, nella
mi ma in misura decisamente più importante
graduatoria prodotta da Italia Oggi.
per il costo della casa. L’indagine promossa da
Nella graduatoria de «Il Sole 24 Ore», guidata
Italia Oggi, che utilizza indicatori
da Milano e chiusa da Messina, per
non troppo dissimili, con, in quevalutare il tenore di vita si utilizzano,
sto caso, Milano in testa e Avellino
nella dimensione provinciale, sei inCLASSIFICHE
in coda, attribuisce alla provincia
dicatori: «la ricchezza prodotta» (Pil
Per il Sole
di Brescia un risultato di poco miprocapite);«irisparmi» (depositibanla provincia
gliore, collocandola, come abbiacari pro capite); «l’assegno per chi è a
mo visto al 30° posto.
riposo» (importo medio pensioni); «il
è 39esima
Anche in questo caso Brescia octrend dei consumi» (variazione dei
per Italia Oggi
cupaposizionidi primo pianonelconsumi 2010/2012); «l’inflazione»
risale
la classifica relativa all’«importo
(indice Foi costo della vita); e «l’abitamedio mensile delle pensioni»
zione» (costo casa euro/mq semicenaddirittura
(13° posto), al «valore aggiunto
trale).
alla 30esima
pro capite», dove si attesta al 21°
La provincia di Brescia ottiene i miposto, così come nell’analisi della
gliori risultati, relativamente alle altre
«spesa media mensile pro capite
province,nellagraduatoria checonsiperconsumi». Buona laposizionedi Bresciaandera l’importo medio delle pensioni, dove Breche per «depositi bancari pro capite» (25° poscia si trova al 20esimo posto, ma anche rispetsto) ma, coerentemente con quanto osservato
to alla ricchezza prodotta, dove si colloca al
in precedenza, anche l’indagine di «Italia Oggi»
21esimo posto, mentre un ottimo piazzamenvede penalizzata la provincia di Brescia con il
to si rileva anche nella graduatoria relativa ai
41° posto nella valutazione della «variazione
depositi bancari (28esimo posto).
dei prezzi al consumo» e con la 84esima posiNella considerazione di questi indicatori i valozione per il costo della casa.
ri attributi alla provincia di Brescia sono sempredecisamentemiglioririspettoalla media naElio Montanari
4
Q
GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2014 GIORNALE DI BRESCIA
Il portafoglio
REDDITO MEDIO PRO-CAPITE
A Palazzolo si risparmia
e non si cambiano le auto
La capitale dell’Ovest conquista il quinto posto nei depositi bancari procapite
«Abbordabile» il costo della casa. Fanalino di coda per le immatricolazioni
eneralizzando a Palazzolo
si risparmia (o si è risparmiato in passato) di più a
fronte comunque di un reddito pro capite non certo brillante; il
costo delle case è, proporzionalmente, abbordabile e buona (a maggior ragione in tempi di tagli) è la spesa sociale in termini di servizi per la collettività, mentre la città crolla nelle parti basse della classifica per importo medio
delle pensioni e addirittura all’ultimo
posto per le immatricolazioni di auto.
Intrecciando tutti gli indicatori, tra alti e bassi, tra positività e negatività, ne
risulta comunque una Palazzolo promossa, capace di conquistarsi il quinto posto nella classifica della nostra indagine sul tenore di vita.
Il quinto posto significa la sostanziale
«tenuta» di Palazzolo. Evidentemente
ci sono ancora, nonostante la crisi,
aspetti di solidità del tessuto economico, lavorativo e sociale della città, i
quali forse traggono ancora ossigeno
dall’onda lunga dello storico e consolidato sviluppo di Palazzolo. La città industriale d’un tempo ha lasciato il segno e scelte, più o meno lungimiranti,
più o meno coraggiose degli anni passati, hanno garantito un livello complessivo di qualità della vita assolutamente accettabile.
Il deposito bancario pro-capite a poco
più di 21mila euro è sicuramente indicatore tanto di una certa sicurezza finanziaria (comunque sempre più rosicchiata dalla crisi e dalla pressione
fiscale) quanto di una storica propensione al risparmio famigliare. Non
viaggia invece sulla stessa lunghezza
d’onda il reddito medio pro-capite,
che invece porta Palazzolo a crollare
al diciottesimo posto, con 13.663 euro, e addirittura al ventunesimo posto
per l’importo medio delle pensioni di
vecchiaia (1.075 euro). Come dire, entrano meno soldi nelle tasche dei palazzolesi (è anche effetto della crisi occupazionale?) ma effetti marginalmente compensativi possono essere
individuati nel minor costo (rispetto
ad altre municipalità) per l’acquisto
della casa e nell’offerta di servizi di carattere sociale. A Palazzolo il costo medio per comprare un alloggio residenziale è di 1.431 euro a metro quadrato,
prezzo abbordabile se si pensa ad altre realtà comunali molto simili (da
Chiari a Rovato, da Ospitaletto a Orzinuovi) in cui invece il prezzo lievita anche del 10-15%.
Infine la nota dolente: nel 2013 sono
state immatricolate solo 272 autovetture. Verrebbe da dire: parco auto circolante vecchio e poco benessere.
Marco Bonari
G
comune
redditocomplessivo
procapite (2012)
punteggio
Brescia
Desenzano del Garda
Salò
Concesio
Gussago
Rezzato
Manerbio
Botticino
Lonato del Garda
Lumezzane
Castel Mella
Nave
Mazzano
Gardone Val Trompia
Villa Carcina
Castenedolo
Sarezzo
Palazzolo sull'Oglio
Orzinuovi
Darfo Boario Terme
Bedizzole
Ospitaletto
Cazzago San Martino
Bagnolo Mella
Chiari
Gavardo
Montichiari
Rovato
Travagliato
Calcinato
Carpenedolo
Leno
Ghedi
17.658
17.222
16.962
16.204
15.942
15.134
14.701
14.475
14.417
14.320
14.226
14.209
14.169
14.108
14.080
13.836
13.765
13.663
13.608
13.537
13.392
13.276
13.200
13.183
13.172
13.136
13.029
12.837
12.598
12.550
12.502
12.398
12.076
1.000
975
961
918
903
857
833
820
816
811
806
805
802
799
797
784
780
774
771
767
758
752
748
747
746
744
738
727
713
711
708
702
684
Fonte: Ministero dell’economia e finanze
Dipartimento delle Finanze
Ilredditocomplessivolordomedio pro-capiteèconsideratocome unodegliindicatori di base per la definizione del tenore di vita di un territorio. Chiaramente è un
indice, e come tale rappresenta un dato medio calcolato dividendo l’ammontare
del reddito complessivo dichiarato (anno d’imposta 2012) con la popolazione residente, e quindi, come tutte le medie ha solo valore indicativo. Questa elaborazione consente, tuttavia, una valutazione oggettiva su scala territoriale che pone
Brescia al vertice della classifica, seguita a breve distanza da Desenzano del Garda
eSalòe, adistanza,daConcesioeGussagoche completanolatopfive. Lagraduatoria, peraltro, risulta piuttosto allungata con la gran parte dei comuni con valori del
reddito medio pro-capite lordo compreso tra 16.000 e 13.000 euro. Sotto questa
soglia si trovano Rovato, Travagliato, Calcinato, Carpenedolo, Leno e, fanalino di
coda,Ghedi con un redditomediopro capitedi un 30% inferiore a quellodi Brescia.
Una panoramica del centro storico di Palazzolo
Il guadagni più alti? Nel capoluogo
e nelle località più... gettonate
I redditi più elevati sono nel capoluogo
■ Svegliarsi e vedere dalla finestra il lago o un
vigneto è un bel modo di iniziare la giornata.
L’analisi del reddito medio racconta anche di
questo, ovvero di scelte realizzate nel corso degli anni in funzione della tasca e del territorio.
Che Brescia sia in testa alla classifica del reddito
medio pro-capite è naturale. Il capoluogo
adempie al suo ruolo di centro direzionale e, di
conseguenza, alimenta redditi mediamente
più elevati. La statistica in questo caso è impietosa fra chi ha tanto e chi deve accontentarsi dei
decimali, ma tant’è: la dura legge dei numeri
non si cambia con le alchimie.
Il preambolo serve a spiegare il perché della distribuzione geografica del redditi. Del capoluogo abbiamo detto, ma è significativo che a seguire Brescia vi siano Desenzano e Salò e, poi, con
la parentesi di Concesio, si ritrovi Gussago.
Territori «pregiati» a tal punto da attrarre chi,
disponendo di un reddito medio-alto, ha preferito diventare pendolare, ovvero vivere lontano
dall’inevitabile maggior caos della città per go-
dere di uno standard di vita decisamente più
elevato. Non commettiamo l’errore pensando
che a Desenzano o Salò la ricchezza sia solo frutto di «migrazioni» interne, ma la considerazione merita attenzione. Anche Rezzato, premiato
dalla vicinanza con Brescia, a dire il vero, mantiene la soglia del reddito sopra i 15mila euro.
Altro tema riguarda il reddito medio delle pensioni di vecchiaia. In questo caso il divario fra
prima (Nave) ed ultima in classifica (Carpenedolo) non è enorme, ma ad un’analisi pur sommaria, non è difficile pensare che fra i luoghi
esistono differenze stratificate nel corso degli
anni, in funzione di una diversa crescita del sistema del lavoro.
Laddove si è sviluppata una tradizione industriale più forte e consolidata è inevitabile che il
livello delle pensioni sia mediamente più elevato a discapito di altri centri con un background
agricolo che, evidentemente, non ha fornito
nel passato identiche garanzie.
r.p.
Il potere d’acquisto fa i conti con la crisi
Diminuiscono i consumi: i redditi più colpiti dalla congiuntura sono i medio-bassi
■ Il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito tra il 2008 e il
2014 del 12%.
È vero che Brescia e la sua provincia cercano di tenere testa alla crisi con redditi medi piuttosto alti, ma quanto afferma il Codacons, che ha elaborato i dati
sulla minore capacità d’acquisto dei cittadini negli anni della
crisi economica, fa testo anche
per la nostra provincia. A partire
dal 2008 - spiega l’associazione si è registrata una progressiva riduzione del potere d’acquisto
delle famiglie italiane, che ha
toccato il suo apice nel 2012 raggiungendo il -4,3%. Anche per il
secondo trimestre del 2014
l’Istat registra un calo del -1,5%
su base annua. In termini monetari, spiega il Codacons, ciò significa che oggi ogni italiano ha
una capacità di spesa mediamente inferiore di 1.910 euro rispetto al periodo pre-crisi
(2007).
Ma le differenze, ovviamente,
non sono uguali per tutte le categorie. Ad esempio un operaio,
nello stesso periodo, ha perso
potere d’acquisto per complessivi 1.782 euro; l’impiegato per
1.932 euro; un pensionato raggiunge addirittura quota -1.957
euro.
La riduzione del potere d’acquisto delle famiglie si riflette in modo diretto sulle loro scelte economiche: basti pensare che tra il
2007 e il 2014 i consumi degli italiani sono calati per la maxi-cifra di 80 miliardi di euro e non è
poco. «La minore capacità d’acquisto dei cittadini è determina-
ta innanzitutto dall’abnorme
crescita della pressione fiscale
nel nostro Paese e da tariffe e costi in aumento in tutti i settori,
cui fa da contraltare il livello degli stipendi che aumentano meno o, come nel caso dei dipendenti statali, vengono bloccati spiega il Presidente Carlo Rienzi
- Questi numeri certificano la politica sbagliata degli ultimi governi, che hanno distribuito le tasse
in modo eccessivo e iniquo, danneggiando i nuclei a reddito medio-basso».
Le famiglie costrette a tagliare i consumi
5
GIORNALE DI BRESCIA GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2014
Q
I conti in tasca
DEPOSITI BANCARI PRO-CAPITE
comune
Il salvadanaio dei bresciani
è ricco, ma paga l’incertezza
L’accumulo di risparmi è un’abitudine antica di famiglie e imprese,
però i tempi attuali aumentano la propensione alla prudenza
Italia è un Paese sempre più povero, mentre
le famiglie italiane sposano la politica della
prudenza. La conferma arriva dal
Centro Studi Unimpresa secondo
cui a luglio scorso sono arrivati a
quota 1.071,27 miliardi di euro i salvadanai finanziari delle famiglie e
delle imprese in aumento di 32 miliardi rispetto ai 1.039,27 miliardi
di luglio 2013 con una crescita del
9,26 per cento.
Il trend trova conferma anche nei
Comuni oggetto della nostra analisi. La paura per un futuro che sembra sempre più incerto spinge al risparmio, all’accumulo di riserve in
attesa di tempi migliori. E le famiglie bresciane non fanno eccezione.
Ma una spiegazione, rispetto al dato che pubblichiamo in questa pagina, è dovuta. Il totale depositi, infatti, comprende anche quello delle imprese, dato che indubbiamente spinge al rialzo l’ammontare totale.
In questo caso Brescia, con oltre
38mila euro di depositi pro-capite,
è di gran lunga il Comune con il più
ricco monte risparmi. Ma la classifica conta ben altre 7 realtà con un
L’
totale depositi bancari superiore ai
20mila euro. Tra i 20mila e i 10mila
euro pro capite si collocano tutti i
restanti Comuni con una singolare
eccezione, rappresentata da Cazzago San Martino che si ferma a 6.707
euro.
I valori in campo sono decisamente importanti e dicono di un momento nel quale è difficile far circolare denaro, ovvero investire in attività produttive o nell’acquisto di
un’abitazione.
Ovviamente sull’incremento tendenziale dei depositi non hanno inciso di 80 euro in più che molti bresciani si sono trovati in busta paga.
In questo caso parliamo di redditi
che, se rappresentano l’entrata unica di una famiglia, non lascianoampio margine al risparmio
I depositi bancari, quindi, rappresentano un indicatore della ricchezza di un territorio, della disponibilità di risorse e del risparmio. I
dati della Banca d'Italia, ossia l’ammontare dei depositi rapportabili
con la popolazione residente, rappresentano una media che sottende ampie diseguaglianze, tuttavia
essi, considerati nella dimensione
territoriale, possono esprimere
una proxy dei differenziali che si determinano a livello locale.
IMPORTO MEDIO PENSIONI DI VECCHIAIA
comune
Nave
Castel Mella
Concesio
Brescia
Gussago
Mazzano
Gardone Val Trompia
Lumezzane
Sarezzo
Castenedolo
Desenzano del Garda
Rezzato
Darfo Boario Terme
Villa Carcina
Bagnolo Mella
Manerbio
Ospitaletto
Cazzago San Martino
Leno
Botticino
Palazzolo sull'Oglio
Bedizzole
Gavardo
Ghedi
Rovato
Lonato del Garda
Calcinato
Travagliato
Chiari
Salò
Orzinuovi
Montichiari
Carpenedolo
numeropensioni importomediomens.
(2014)
pensionivecchiaia(2014)
3.112
2.123
4.322
57.560
4.363
2.898
3.952
7.431
3.914
2.872
7.827
3.962
4.159
3.518
3.619
4.478
3.326
2.962
3.470
3.403
5.813
2.977
3.466
4.184
4.206
3.829
3.161
3.414
5.282
3.631
3.381
5.672
3.394
1.240
1.220
1.197
1.169
1.161
1.152
1.135
1.134
1.125
1.116
1.114
1.113
1.113
1.109
1.094
1.091
1.090
1.090
1.082
1.081
1.075
1.075
1.066
1.054
1.051
1.050
1.047
1.046
1.035
1.029
1.015
999
972
punteggio
1.000
984
965
943
937
929
915
915
907
900
899
898
897
894
882
880
879
879
873
872
867
867
860
850
848
847
844
844
835
829
819
805
784
Fonte: Inps
L’importo medio delle pensioni di vecchiaia è un indicatore del reddito
disponibile in un territorio, che assume maggior valore in relazione all’invecchiamento della popolazione. Anche in questo caso si tratta di un dato
medio, che riassume l’insieme dei trattamenti pensionistici maturati
che, su scala territoriale, non conoscono macroscopiche differenze. L'esame dei dati Inps delinea, tuttavia, una certa gerarchia che colloca ai primi
posti Nave, e Castel Mella, che precedono, con valori decrescenti, Concesio, Brescia, Gussago, Mazzano e i grandi centri industriali della Val Trompia. Gli importi medi delle pensioni che determinano la classifica sono in
gran parte compresi tra i 1.100 e i 1.000 euro con due comuni in coda,
Montichiari e Carpenedolo, che restano poco al di sotto la quota di 1.000
euro.
Q
Brescia
Rovato
Chiari
Salò
Palazzolo sull'Oglio
Castenedolo
Darfo Boario Terme
Orzinuovi
Montichiari
Desenzano del Garda
Lumezzane
Manerbio
Nave
Gardone Val Trompia
Rezzato
Ospitaletto
Gavardo
Calcinato
Sarezzo
Gussago
Botticino
Concesio
Ghedi
Leno
Mazzano
Travagliato
Villa Carcina
Carpenedolo
Castel Mella
Bedizzole
Bagnolo Mella
Lonato del Garda
Cazzago San Martino
depositi in milioni
depositi
di euro(2013)
pro-capite (euro)
7.257
476
412
228
421
239
325
262
476
483
415
224
192
193
199
208
177
183
185
216
139
191
230
175
139
161
129
148
114
123
132
161
74
38.495
2.5811
22.037
21.577
21.295
21.009
20.829
20.731
19.599
17.856
17.796
17.489
17.440
16.435
15.270
14.916
14.881
14.246
13.596
13.099
12.804
12.669
12.358
12.101
11.927
11.819
11.798
11.513
10.376
10.300
10.297
10.200
6.707
punteggio
1.000
670
572
561
553
546
541
539
509
464
462
454
453
427
397
387
387
370
353
340
333
329
321
314
310
307
306
299
270
268
267
265
174
Fonte: Banca d’Italia
I depositi bancari rappresentano un indicatore della ricchezza di un territorio,
della disponibilità di risorse e del risparmio. I dati della Banca d'Italia, ossia l'ammontare dei depositi rapportabili con la popolazione residente, rappresentano
una media che sottende ampie diseguaglianze, tuttavia essi, considerati nella
dimensione territoriale, possono esprimere una proxy dei differenziali che si determinano a livello locale. Il comune capoluogo guida nettamente la classifica,
con oltre 38mila euro pro-capite. Alle spalle di Brescia, con valori medi pro-capite
quasi dimezzati, si colloca un gruppo di comuni, tutti sopra i 20.000 euro, composto da Rovato, Chiari, Salò, Palazzolo, Castenedolo, Darfo e Orzinuovi. Tra i
10.000 e i 20.000 euro pro capite si collocano tutti i restanti comuni con una sola
eccezione, costituita da Cazzago san Martino che chiude la graduatoria con un
ammontare dei depositi bancari pro capite che è un sesto di quello del capoluogo.
L’ente locale
Gussago mette in fila
tutti i numeri del benessere
La speranza è che la spiccata propensione al risparmio
continui a tradursi in positivi investimenti sul territorio
ussago e la qualità della vita.
Segnali positivi arrivano dai
dati 2013 certificati dalla
Banca d’Italia e dall’Inps,
che disegnano un quadro economico
rivelatore di crescente benessere della
realtà franciacortina.
Gussago si classifica al ventesimo posto nella graduatoria dei 33 comuni bresciani con più di diecimila abitanti, per
quanto concerne i depositi bancari pro
capite: 13 mila euro per ogni cittadino,
un totale di 216 milioni depositati.
«È un dato certamente molto interessante e positivo - spiega Marchina, sindaco di Gussago -, anche se è da prendere con le pinze. Ci sono anche tanti
altri parametri che aiutano a inquadrare la situazione. Altro indicatore economico decisivo è quello delle imprese; attualmente abbiamo più di cinquecento attività produttive industriali e artigianali, e più di duemila partite Iva. C’è
una notevole vivacità, nonostante chiaramente si stiano scontando i noti problemi derivanti dalla crisi economica».
«Grande importanza ha la posizione
strategica di Gussago, vicino alla città e
ai sistemi principali di viabilità. Siamo
inoltre un Comune molto appetibile
sotto il profilo della qualità abitativa.
Una realtà resa gradevole anche dalle
iniziative, ad opera delle numerosissi-
G
me associazioni, che animano ormai
da tempo Gussago».
Il paese franciacortino è al quinto posto per il reddito medio procapite, con
sedicimila euro annui.
«Un reddito medio abbastanza elevato
- spiega Marchina - che fa presupporre
una capacità di risparmio o una capacità di investimento e al tempo stesso
può indicare che queste risorse vengano rimesse in circolo, creando un vola-
A Gussago il
benessere
diffuso è
certificato da
numerosi
parametri
no per l'economia locale». Gussago
mantiene la quinta posizione anche
per l'importo medio delle pensioni di
vecchiaia.
«È un livello di reddito pensionistico significativo, ma non posso non pensare
iciano oggi. Dati che fanno ben sperare
ma che continuano a scontrarsi con il
tema dell'occupazione giovanile che rimane una dramma diffuso", conclude
Marchina.
6
Q
GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2014 GIORNALE DI BRESCIA
Il capoluogo
COSTO DELLA CASA
comune
Brescia abbina al tenore di vita
l’obiettivo di città intelligente
Il capoluogo è in testa alla classifica così come prevedibile considerati
i parametri standard più elevati, merito anche dello spirito innovativo
Carpenedolo
Manerbio
Leno
Montichiari
Darfo Boario Terme
Bagnolo Mella
Gardone Val Trompia
Palazzolo sull'Oglio
Calcinato
Lumezzane
Gavardo
Villa Carcina
Ghedi
Orzinuovi
Sarezzo
Chiari
Travagliato
Ospitaletto
Cazzago San Martino
Bedizzole
Rovato
Mazzano
Castenedolo
Rezzato
Lonato del Garda
Nave
Castel Mella
Brescia
Botticino
Concesio
Gussago
Desenzano del Garda
Salò
costo della casa
in vendita x mq
1.103
1.127
1.211
1.343
1.377
1.397
1.417
1.431
1.478
1.485
1.493
1.512
1.516
1.552
1.576
1.577
1.585
1.639
1.664
1.716
1.724
1.779
1.794
1.804
1.823
1.960
1.982
1.998
2.030
2.040
2.174
2.871
2.944
punteggio
1.000
979
911
821
801
790
778
771
746
743
739
729
728
711
700
699
696
673
663
643
640
620
615
611
605
563
557
552
543
541
507
384
375
Fonte: www.immobiliare.it
rescia guida la graduatoria generale,
prima di Sarezzo, Darfo Boario Terme, Desenzano del Garda, Palazzolo
sull’Oglio e Manerbio, della quarta
puntata dell’indagine, in questo caso dedicata al tenore di vita. Graduatoria che come nelle precedenti tappe ha tenuto conto della sommatoria dei punteggi.
Entrando nel dettaglio, il capoluogo è al primo posto per reddito medio pro capite
(17.658 euro), per depositi bancari pro capite
(38.495 mila euro), ed è quarta per l’importo
medio delle pensioni (1.169 euro), preceduto
da Nave, Castelmella e Concesio. Mentre è al
secondo posto, dopo Sarezzo, per spesa sociale per ogni cittadino impegnata dalla Loggia
(210 euro).
Con l’assessore Paolo Panteghini, che in Loggia ha la delega al Bilancio parliamo della «performance» di Brescia in questa nuova tappa
del viaggio intrapreso dal nostro quotidiano.
«Da economista - commenta - non mi sorprende che il capoluogo di provincia abbia, in particolare per alcuni parametri, standard economici più elevati rispetto ad altri Comuni. Certo, la crisi ha inciso anche sul capoluogo, pure
dal punto di vista dei redditi, che hanno avuto
una certa flessione, e dei consumi. Per fortuna
la nostra resta una realtà che reagisce e conserva una certa dinamicità».
Panteghini osserva che bisogna tenere conto
«della dimensione del capoluogo rispetto agli
altri Comuni considerati».
E cita l’indagine annuale di ICity Lab (iniziativa del Forum delle Pubbliche amministrazioni), l’I City Rate che stila la classifica delle città
«intelligenti», usando parametri standard, come competitività e vivibilità e «smart», come
innovazione e iniziative per la sostenibilità
ambientale. «Brescia, in questa classifica, dal
2012 al 2014 ha fatto un balzo in avanti dal 24
all’11 posto. In questo studio i risultati vengo-
B
Il costo a cui sono offerte in vendita le case, ossia il valore medio al mq degli
immobili, rappresenta una spesa che incide, e non poco, sulla qualità della
vita delle persone. Il costo alla vendita, espresso in euro per metro quadro,
definisce pertanto una graduatoria ove viene considerato come migliore il
valore più basso, quindi il minor costo per l’accesso al bene-casa. Ai primi
tre posti della classifica si collocano, con i prezzi medi più bassi, tre centri
della pianura: Carpenedolo, Manerbio e Leno. I valori medi stimati per i 33
comuni sono largamente compresi tra i 1.300 e i 2.000 euro per mq, valore
medio sfiorato dal capoluogo. Poco oltre la soglia media stimata dei 2.000
euro per mq, si trovano solo gli immobili siti a Botticino, Concesio e Gussago mentre decisamente più alto è il costo della casa a Desenzano del Garda
e Salò, che, con una media che sfiora i 3.000 euro, ovvero 2,5 volte il costo
medio di Carpenedolo, chiude la graduatoria.
La città capoluogo offre molte opportunità, anche se
l’impegno deve rimanere quello di conservare appeal
nei confronti del resto della realtà provinciale
no articolati anche per dimensione delle città». Il focus della nostra indagine questa settimana era il tenore di vita. Che tradotto in termine concreti ha significato utilizzare sei parametri, tre prettamente economici (reddito medio pro capite, importo medio mensile delle
pensioni, depositi bancari) abbinati ad altrettanti indicatori su costo della casa, spesa sociale delle Amministrazioni per ogni cittadino e
immatricolazioni di automobili, come termometro per misurare la qualità della vita nei Comuni sopra i 10 mila abitanti.
Nessuna sorpresa per Brescia, quindi, anche
se gli obiettivi del capoluogo non possono essere paghi di questo risultato e puntano dritti
verso un progetto che punti a porre la città come centro attrattivo di servizi e lavoro.
Un percorso lungo, ma come mostrano le graduatorie dell’ICity Rate, senza dubbio davvero percorribile
Paola Gregorio
La spesa per il sociale non si tocca
La Loggia ha postato a bilancio circa 43 milioni di euro per 210 euro pro capite
La spesa per il sociale rappresenta una sfida per le città
■ Il Comune di Brescia, per il sociale, ha
messo a bilancio anche quest’anno circa 43
milioni di euro.
Lo ricorda l’assessore Paolo Panteghini, sottolineando: «Siamo sostanzialmente in linea con lo stanziamento dello scorso anno».
Nella nostra indagine, nel focus su «tenore
di vita», Brescia con 210 euro è risultata seconda, dopo Sarezzo, per spesa sociale dei
Comuni per abitante.
«Per i Comuni, visto i tagli sempre più corposi agli stanziamenti che arrivano dallo Stato
- prosegue - mantenere lo stesso livello di investimenti per i servizi è uno sforzo notevole. Se fino al 2014 i trasferimenti erano anco-
ra in parte nella direzione Stato - Comuni,
da adesso saranno sostanzialmente Comuni - Stato».
Se si scorrono i dati del progetto Open Bilanci (piattaforma web sulla quale si possono
vedere i dettagli dei bilanci dei Comuni, sulla base dei certificati dei bilanci preventivi e
consuntivi che le Amministrazioni mandano annualmente al Ministero dell’Interno),
per quanto riguarda il Comune di Brescia,
sottolinea Panteghini, «si può vedere come
anche nel 2013 la spesa media pro capite per
il sociale, 245 euro considerando spese correnti e investimenti, sia stata superiore a
quella media dei Comuni tra i 50 mila e i 200
mila abitanti, che è di 189 euro».
Panteghini commenta anche il dato della nostra indagine sul costo della casa. Brescia, in
questo caso - la classifica vede ai primi posti
i Comuni con il costo medio al metro quadro
degli immobili più basso che aumenta mano a mano si scende nella graduatoria - è al
ventottesimo posto, con un valore di 1.998
euro al metro quadro.
«Non è sorprendente il fatto che nel capoluogo le abitazioni siano più costose. Il costo a
metro quadro è più alto, secondo questa
classifica, in Comuni come Botticino, Concesio, Gussago, Desenzano e Salò, considerate
zone che offrono una qualità della vita elevata e dalle quali raggiungere Brescia per lavoro non è particolarmente impegnativo».
Insomma, i conti tornano e Brescia si conferma capoluogo in grado di catalizzare molti
interessi economici.
p.g.
7
GIORNALE DI BRESCIA GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2014
Q
Stili di vita
LE AUTOMOBILI NUOVE
La felicità viaggia ancora
sulla (cara) quattro ruote
Nonostante gli anni del boom economico siano ormai un ricordo
l’auto non è solo strumento di mobilità, ma anche status sociale
appeal non sarà più lo stesso di dieci anni fa. Le cilindrate pure, ridotte per lo
spauracchio dei controlli fiscali, ma la passione dei bresciani per
l’automobile resiste ancora.
In particolare, a coltivare il desiderio di
una cabrio da urlo o comunque di un
marchio prestigioso da mettere in garage, sono i quarantenni e i cinquantenni. E i dati parlano chiaro, soprattutto
per il capoluogo che,nonostante abbia
aggiunto la metropolitana al pacchetto
mobilità, conserva il primato delle immatricolazioni in rapporto alla popolazione. Le auto uscite dalle concessionarie e consegnate lucide e brillanti ai
clienti residenti in città nel 2013 sono
state più di 9.500. Per questo il primato
cittadino è indiscutibile e - sempre nel
rapporto immatricolazioni/residenti stacca di gran lunga tutti gli altri Comuni oggetto della nostra indagine.
Ai primi posti della graduatoria, con
più di 20 auto nuove per ogni mille abitanti, si collocano Concesio, Desenzano, Manerbio, Castel Mella, Mazzano,
Nave e Gussago. La gran parte degli altri Comuni si posiziona nella fascia tra
le 15 e le 20 immatricolazioni ogni mille
abitanti.
L’auto, quindi, continua ad essere ritenuta non solo uno strumento di libertà
L’
Per molti
bresciani l’auto
è ancora un
bene da
coccolare
comune
Sarezzo
Brescia
Desenzano del Garda
Salò
Palazzolo sull'Oglio
Chiari
Calcinato
Rezzato
Montichiari
Darfo Boario Terme
Concesio
Castenedolo
Rovato
Lumezzane
Gardone Val Trompia
Orzinuovi
Nave
Lonato del Garda
Gavardo
Ospitaletto
Villa Carcina
Botticino
Bedizzole
Ghedi
Travagliato
Mazzano
Leno
Bagnolo Mella
Castel Mella
Cazzago San Martino
Carpenedolo
Gussago
Manerbio
impegni pro capite
in euro (2012)
260,9
210,6
170,0
159,6
153,2
145,4
139,6
132,5
124,1
123,6
117,7
117,5
113,3
111,8
111,6
110,6
104,1
103,4
102,3
102,0
94,3
93,7
91,8
91,7
89,5
87,4
86,9
78,0
77,3
73,0
66,4
65,4
47,7
Q
Brescia
Concesio
Desenzano del Garda
Manerbio
Castel Mella
Mazzano
Nave
Gussago
Gavardo
Rezzato
Rovato
Darfo Boario Terme
Lonato del Garda
Lumezzane
Villa Carcina
Cazzago San Martino
Sarezzo
Ospitaletto
Chiari
Botticino
Bedizzole
Salò
Gardone Val Trompia
Montichiari
Orzinuovi
Travagliato
Leno
Castenedolo
Bagnolo Mella
Calcinato
Carpenedolo
Ghedi
Palazzolo sull'Oglio
9.535
366
636
295
248
263
246
365
232
251
352
293
294
434
201
202
237
241
317
182
198
174
193
397
205
217
224
173
194
188
184
257
272
50,6
24,3
23,5
23,0
22,6
22,6
22,3
22,1
19,5
19,3
19,1
18,8
18,6
18,6
18,4
18,3
17,4
17,3
17,0
16,8
16,6
16,5
16,4
16,3
16,2
15,9
15,5
15,2
15,1
14,6
14,3
13,8
13,8
punteggio
1.000
480
465
455
446
446
442
437
385
381
377
371
368
368
363
362
344
342
335
331
328
325
325
323
321
315
306
301
299
289
283
273
272
Fonte: ACI
negli spostamenti, ma anche un oggetto da desiderare. A parte, ma non secondario, c’è poi il tema della «mobilità obbligata», ovvero di tutta quella parte di
utenti (e non sono pochi) che hanno necessità di un mezzo proprio per raggiungere il posto di lavoro.
Nella nostra grande provincia, infatti,
non sempre il trasporto pubblico può
soddisfare orari e percorsi dei pendolari, che sono così obbligati ad utilizzare
SPESA SOCIALE PRO-CAPITE
nuoveimmatricolazioni auto nuove
(2013)
x 1.000abitanti
comune
l’automobile. Un altro ragionamento
può essere fatto sulla gamma di vetture
preferite. È ovvio che i tempi attuali fanno dirottare buona parte della clientela
sulle utilitarie, ma sono piuttosto gettonate anche le auto che con le economiche hanno in comune solo le dimensioni ridotte. Il listino, infatti, parla chiaro:
sono dei piccoli «sogni», in sostanza degli status symbol.
Claudio Venturelli
Nonostante la crisi delle vendite l'automobile rimane sinonimo di benessere, la sua
diffusione segna gli anni del boom economico e non a caso, spesso, a torto o a ragione,
identifica uno status sociale. In anni di crisi e, conseguentemente, di flessione del
mercato automobilistico, le nuove immatricolazioni di automobili, rapportate alla
popolazione, possono essere un indice interessante del tenore di vita. Nella graduatoria che si definisce considerando le nuove immatricolazioni nel 2013 prevale nettamente il comune capoluogo, che stacca nettamente tutti gli altri. Ai primi posti della graduatoria, con più di 20 auto nuove per ogni 1.000 abitanti, si collocano Concesio,
Desenzano, Manerbio, Castel Mella, Mazzano, Nave e Gussago. Tra le 15 e le 20 autovetture nuove per ogni 1.000 abitanti si trovano la gran parte dei comuni con, poco sotto
tale soglia: Calcinato, Carpendolo, Ghedi, e Palazzolo, con un tasso di nuove immatricolazioni che è quasi la metà di quello di Concesio, e un terzo di quello di Brescia
Società
punteggio
1.000
807
652
612
587
557
535
508
476
474
451
450
434
429
428
424
399
396
392
391
361
359
352
351
343
335
333
299
296
280
255
251
183
Fonte: Spi - Cgil Lombardia
Il tenore di vita di un territorio può essere letto anche in relazione alla capacità delle amministrazioni locali di erogare servizi sociali per chi si trova in
condizioni svantaggiate. L’ammontare della spesa sociale pro-capite impegnata dai comuni apre uno spiraglio su questa dimensione che, pur con tutti i
limiti del caso, appare come un utile indicatore. Le risorse impegnate dai comuni, espresse in euro, evidenziano un quadro assai differenziato in cui, nel
2012, prevalgono nettamente, con oltre 200 euro pro capite, Sarezzo e Brescia, seguiti, con importi superiori a 150 euro da Desenzano, Salò e Palazzolo.
La graduatoria relativa alla spesa media pro capite per le funzioni dei servizi
sociali è assai allungata e, in questo quadro di ampie differenziazioni, Manerbioè ilcomune che occupa l'ultima posizione,con una spesa mediapro capite
cheèun quinto di quelladi Sarezzo, precedutocon risorsedi poco superiorida
Gussago, Carpenedolo, Cazzago, Castel Mella e Bagnolo Mella
Dare una mano a chi ha bisogno
Oggi più che mai una scelta saggia
I Comuni sono alle prese con patto di stablità e spending review,
ma non possono rinunciare all’impegno sociale. E chi lo fa sbaglia...
hi attraversa un momento di difficoltà e bisogno sa quanto sia importante ogni aiuto, anche il più
piccolo. Proprio per questo motivo è da considerare un errore grave il taglio
della spesa sociale da parte degli enti locali.
Il tema è delicato e si presta ad un’alzata di
mani in segno di resa da parte di chi, ci rendiamo conto, è costretto ad amministrare il
bene pubblico con il cordone della borsa legato stretto.
Però oggi più che mai la concessione di un
contributo può far varcare il sottile confine
tra disperazione e speranza. La soddisfazione di bisogni fondamentali, come il cibo ad
esempio (e non stiamo esagerando), dovrebbe essere scontato in un sistema civile, eppure non sempre è così. E l’ente locale, anche
per la sua vicinanza alla gente, può giocare
un ruolo fondamentale.
A differenza di altri indicatori, quello della
spesa sociale presenta un ventaglio di valori
decisamente più ampio. Si passa dall’impegno di 260 euro pro capite (anno 2012) di Sarezzo al minimo di 47 euro di Manerbio, un
salto vistoso che solo una visita sul territorio
consentirà di verificare e spiegare.
La spesa sociale dei Comuni è comunque solo parte di un sistema che, drammaticamente, lascia i cittadini sempre più soli.
La famiglia sinora ha svolto il ruolo di ammortizzatore sociale, di erogatore di mutua
assistenza, ma anche il portafoglio di genito-
C
Agli enti locali
spetta il
difficile
compito di
capire i
bisogni reali
ri e nonni è vuoto: cresce il popolo degli «invisibili», protagonisti di un «urlo silenzioso»
ovattato dalla dignità e inascoltato.
Parliamo quindi di un modello di welfare
che deve essere riscritto, ovviamente eliminando qualsiasi forma di spreco e abuso,
che non dovrebbe dimenticare mai di offrire
una chance, una possibilità di speranza per
chi ha bisogno. E allora introduciamo il te-
ma della spesa pubblica. Ai Comuni è demandato il compito non facile di individuare delle priorità e perseguirle, magari sostituendo alcuni contributi magari con la ricerca attiva di sponsor, insomma mettendo in
campo tutte le risorse alternative utili per
non tagliare dove in gioco c’è il futuro delle
persone. Sapranno i sindaci mettere sul campo questo ulteriore impegno?
8
GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2014 GIORNALE DI BRESCIA
Q
Controcopertina
Qui non si sta
come sugli alberi
le foglie. Qui si sta
Gli indicatori illustrano una situazione
socio-economica con riserve di garanzia
l Tenore di Vita, il tenore di un’opera, ossia la sicurezza di «cantare»
ascoltati da sè e dagli altri. Lo stare
al mondo, ogni giorno, con un senso di rispetto, un’idea di uguaglianza nel
trattamento: se si sta meglio, sto meglio
anch’io; se si sta peggio, anch’io vado un
poco sotto.
Il tenore stona, il pubblico esce, l’orchestra si disperde. Si canta e si suona per
nessuno appena le discrepanze, le distanze tra chi sta sotto e chi sta sopra, si
allargano in modo non moralmente
equo, per quantità e dunque per buon
senso, per giustizia. Se si rompe l’equilibrio, la misura si allontana dalla classifica, i primi e gli ultimi non si raggiungono, perdono la comunicazione civile, si
formano nuove crepe nel patto sociale.
Sul Tenore di Vita, la nostra graduatoria
garantisce, di nuovo, la tenuta di un patto sociale. Differenze evidenti, rotture
non percepite.
Qualcosa si muove, ma, sostanzialmente, l’anno trascorso riconferma un complessivo discreto Tenore di Vita nella graduatoria 2013: il quintetto postindustriale e sempre manifatturiero, Città, Valtrompia, Valcamonica, Basse, con rinforzo di economia mista del Garda costituisce un puzzle non disprezzabile, più apprezzabile in un rapporto con il resto del
Paese.
La Valsabbia, lo ribadiamo per un minimo di analisi, non conta una comunità
con oltre 10 mila anime e perciò scompare dai nostri radar numerici anche se
non sta fuori dalle nostre analisi valoriali. La Valsabbia riconferma una sua propria misura critica e pure uno stabilire il
confine demografico direttamente proporzionale alla crisi. La Valsabbia non riceve un abitante in più di quello che non
è in grado di mantenere, mettiamola così, anche se il suo cammino va considerato ondeggiante e con qualche tornante
stretto e troppo lento. La Città, le Valli, il
Garda e le Basse sono rappresentate nei
I
primi dieci posti della classifica sul Tenore di Vita e ciò definisce dei contenitori
importanti in grado di attirare, compensare e sedurre i dintorni. Si potrebbe affermare che tra le 33 capitali ce n’è sempre una in grado di sostenere il territorio
circostante meno forte o più debole, garantendo una tenuta, una frenata alla caduta.
Ci pare che non esistano realtà bresciane troppo vicine al baratro e lontane dalla preoccupazione.
Qui da noi, terra di pudore e silenzio, di
fatiche e lamenti scarsi, di generosità private non conclamate, deve avere qualche ragione in più chi sostiene che l’invisibile tanto quanto il visibile contribuisce a determinare il Tenore di Vita. E
che, dunque, gli indicatori valutati e valorizzati possiedono iniezioni di sostegno
legate a gesti di solidarietà costanti e intensi, a economie di lavoro sotterraneo,
a uno stato sociale di volontarismi non
iscritti a una voce precisa, dilatati su luoghi diversi, nella conferma, per alcuni
consolante e per altri fastidiosa, che esiste nel Bresciano e nella Brescianità una
spinta - definiamola vastamente cristiana e ampiamente post laicista con forti
tendenze solidali - in grado di equilibrare i valori del Tenore di Vita e di mettere
in un posto sicuro e «socialmente timido, inapparente», delle quantità che provengono da un altro luogo. Così che i nostri numeri e le nostre classifiche sono
molto proficue per determinare la direzione del viaggio e non sono mai la determinazione del chilometro tale lungo il
viaggio. Utili e non dogmatiche.
Il Reddito pro Capite, altro indicatore
del Tenore di Vita, in questo senso, va
considerato non in modo assoluto, ma
come un punto della bussola, di quei
punti della bussola che stanno tra Nord
e Sud, Est e Ovest e non sono il Sud e il
Nord, l’Ovest e l’Est assoluto. Dei Depositi Bancari si consideri «il turismo» del
conto corrente, le migrazioni per motivi
Non dobbiamo farci illusioni: nonostante
il passato iper-produttivo bresciano e la
capacità di risparmio delle nostre famiglie,
i problemi determinati dalla crisi si stanno
facendo sentire pesantemente
psicologici di capitali da una comunità a
un’altra; per cui un deposito nella città
gode di depositi provenienti dall’interland e dalla provincia generale, come se
la banca di Brescia fosse più sicura, potente e «meno ciarliera» della banca di
paese. Vale il rovescio, in misura minore.
Interessante decifrare quanto il flusso
del deposito si muove in base alla chiusura degli sportelli, alla nascita di finanziarie visibili e invisibili, allo spostamento
di dirigenti carismatici in grado di essere
«banca in fronte».
Il Costo della Casa gode di una ampia relatività, ciò che viene scritto spesso è molto rivisto. Bene il rapporto su bisogno e
istituzione e sullo stato della pensione.
Qui, il solidarismo storico bresciano e le
fatiche consumate in un’intera vita garantiscono un rassicurante Tenore di Vita. Riserva sicura, se la crisi avesse davanti a sè ancora diverse miglia da percorrere. Qui non si sta come sugli alberi le foglie. Qui, da noi, le foglie fanno le foglie e
le persone fanno le persone.
Tonino Zana
NOTA METODOLOGICA
I COMUNI BRESCIANI CON OLTRE 10.000 RESIDENTI (01/2013)
La metodologia di calcolo dei punteggi, elemento necessario per definire una graduatoria, è assai
semplice e si rifà a modelli collaudati e consolidati, come quello adottato da “Il Sole 24 Ore”, che, fin dalla
metà degli anni ‘80, diffonde ogni anno una classifica sulla Qualità della vita nelle province italiane
I COMUNI
E GLI ABITANTI
GLI INDICATORI
ESEMPIO
MEDIA
I dati relativi ai 33 comuni bresciani con più di 10.000 abitanti al 1°gennaio
2013, che rappresentano l’orizzonte di riferimento di questa prima
indagine sulla qualità della vita a livello comunale, vengono analizzati
sulla base di 42 indicatori, sei per ognuna delle sette macro-aree
tematiche
Per ogni indicatore vengono attribuiti mille punti al primo comune
classificato, quello che presenta il miglior valore, e viene definito un
punteggio proporzionale per tutti gli altri in funzione della distanza del
valore di riferimento rispetto a quello del migliore della classe (fatta salva
la necessità di attribuire punteggi d’ufficio nei rari casi in cui il dato
disponibile è riferito ad un ambito territoriale)
Se, ad esempio, il miglior valore registrato per il comune A è uguale a 60,
quello del secondo comune classificato (B) è 45 e quello del terzo (C) è pari
a 30 e quello del quarto (D) uguale a 15 i punteggi relativi saranno A =1000,
B = 750 (1000x45/60), C = 500 ( 1000X30/60), D = 250 (1000X20/60)
La media dei punteggi conseguiti nella graduatoria, definita per ciascuna
area tematica, permette di giungere alla definizione di sette classifiche di
categoria.
Infine, attraverso la media aritmetica semplice dei punteggi parziali
definiti da ciascun comune nelle sette graduatorie tematiche, si giunge
alla classica finale che determina il miglior comune per qualità della vita
Brescia
188520
Carpenedolo
12855
Desenzano del Garda
27050
Calcinato
12846
Montichiari
24287
Bagnolo Mella
12819
Lumezzane
23320
Manerbio
12808
Palazzolo sull'Oglio
19770
Orzinuovi
12638
Chiari
18696
Bedizzole
11942
Ghedi
18611
Gavardo
11894
Rovato
18442
Gardone Val Trompia
11743
Gussago
16490
Mazzano
11654
Lonato del Garda
15784
Castenedolo
11376
Darfo Boario Terme
15603
Cazzago San Martino
11034
Concesio
15076
Nave
11009
Leno
14462
Castel Mella
10987
Ospitaletto
13945
Villa Carcina
10934
Travagliato
13622
Botticino
10856
Sarezzo
13607
Salò
10567
Rezzato
13032