MERCOLEDÌ 22 OTTOBRE 2014 www.corriere.it Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 6882811 FONDATO NEL 1876 Capitale umano, degrado etico LA PARABOLA DELL’INEFFICIENZA Il libro La disfatta della Roma Sette gol dal Bayern Intervento pubblico o scelte di mercato Far ripartire l’industria di Alessandro Bocci, Mario Sconcerti e Luca Valdiserri alle pagine 52 e 53 di Sergio Bocconi a pagina 41 ● GIANNELLI ● L’INCHIESTA La corsa dei prezzi per i farmaci Troppo cari per il sistema sanitario Troppo cari per il sistema sanitario: viaggio attraverso le alchimie che determinano i prezzi delle medicine. Un farmaco per l’epatite che costa 40 mila euro all’anno per paziente, uno per il melanoma che ne costa 80 mila. Inchiesta del Corriere sul mercato farmaceutico e sul meccanismo dei rimborsi. È nato un cartello per un rialzo indiscriminato? E qual è il futuro del nostro sistema sanitario? L’ Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano ANNO 139 - N. 250 Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 mail: [email protected] Champions League di Michele Ainis LA PILLOLA CHE FA MALE AI CONTI di Luigi Ripamonti P er essere approvati a livello europeo, i farmaci non devono essere di qualità superiore a quelli in commercio: basta che non siano inferiori. Ottenuto il via libera, le case farmaceutiche avviano trattative con i servizi sanitari nazionali. Partendo dai Paesi dove possono «spuntare» un prezzo alto: sarà quello a fare da riferimento anche per Stati, come l’Italia, che rimborsano totalmente i medicinali importanti. alle pagine 18 e 19 a pagina 19 Economia e politica Bruxelles chiederà chiarimenti. Renzi da Napolitano. Proteste per l’ipotesi delle pensioni pagate il 10 La Ue avverte l’Italia sul bilancio Legge di Stabilità all’esame del Quirinale, attesa per il via libera della Ragioneria dello Stato La Commissione europea chiederà oggi chiarimenti sulle rispettive leggi di bilancio all’Italia e ad altri 4 Paesi, tra cui la Francia. La manovra è approdata al Quirinale per un «attento esame», in attesa della bollinatura della Ragioneria dello Stato. No dei sindacati al rinvio delle pensioni al 10 del mese. L’incidente Il numero uno della Total Christophe de Margerie da pagina 2 a pagina 5 Caizzi, Iossa, Galluzzo Marro, L. Salvia, Sensini EVASIONE Fisco e fondi neri La lista segreta che porta ai politici LAPRESSE inefficienza. Declino economico, degrado etico. C’è un nesso? Certo: la corruzione drena risorse, come l’evasione fiscale. Non a caso per Transparency International siamo terzultimi in Europa, quanto al tasso di legalità. Ma la questione non coinvolge solo il codice penale, travolge pure il codice morale. Quello scolpito dai rivoluzionari francesi, due secoli fa, nell’articolo 6 della Déclaration: «I cittadini sono ugualmente ammissibili a tutti gli incarichi e impieghi pubblici, senza altra distinzione che quella delle loro virtù e dei loro talenti». Ecco, i talenti. Quanto contano in Italia le qualità professionali, le competenze, le esperienze? Ben poco, a giudicare dall’ultima vicenda: un dirigente genovese rinviato a giudizio per inondazione colposa, e al contempo premiato dal Comune. O la penultima: una signora eletta al Csm senza averne i titoli. Ma i titoli vanno a rotoli, quando succede che il bando per la direzione del Museo egizio di Torino non menzioni l’egittologia fra le conoscenze richieste ai candidati, o quando la gestione di Pompei venga sottratta agli archeologi, come ha denunziato Salvatore Settis. D’altronde chi decide è la politica, ed è l’unica decisione tempestiva: una nomina ogni 4 giorni per il governatore siciliano Crocetta, nei primi due anni di mandato. Mentre il suo collega Maroni ha designato un esperto d’antifurti alla presidenza di Lombardia Informatica. Tuttavia la nomina prediletta dai politici è l’autonomina, e anche qui conta l’appartenenza, non la competenza. Così, il Garante della privacy è un dermatologo. Al governo c’è una farmacista a guidare gli Affari regionali, un’imprenditrice della moda sottosegretario all’Istruzione, un laureato in lettere viceministro dell’Agricoltura. Ma la stessa laurea è un optional: alla Camera non è laureato il presidente della commissione Trasporti, al Senato quelli delle commissioni Finanze e Sanità. E la commissione Ambiente è presieduta da un odontoiatra. Dice: ma in politica vige il principio della rappresentanza, non della competenza. Fino a un certo punto. Alla Costituente i dottori superavano il 74% del totale, e a quel tempo la laurea era merce rara. Inoltre la politica dovrebbe essere d’esempio, ma se promuovi la persona sbagliata sbagli anche l’esempio. E alla fine della giostra si rompe poi la giostra. Nel 2006 un’indagine Ederer, condotta su 13 Paesi europei, ci collocò all’ultima casella per la capacità d’utilizzare il nostro capitale umano. La crisi italiana era già iniziata, benché non lo sapessimo. Tuttavia adesso lo sappiamo: l’incompetenza produce inefficienza. E l’inefficienza costa, costa cara. In Italia EURO 1,40 Il petroliere francese amico di Mosca si schianta con il suo jet di Stefano Montefiori amministratore delegato della Total, Christophe de Margerie, è morto lunedì sera in un incidente all’aeroporto di Mosca insieme ai tre membri dell’equipaggio del suo jet privato. Il colosso petrolifero francese perde dunque la guida, e la Russia uno dei suoi maggiori sostenitori in Occidente. a pagina 13 Basso L’ di Fiorenza Sarzanini U n elenco di enti pubblici. E, di fianco, alcune cifre. Secondo i magistrati di Roma la lista, nascosta in una cassaforte, è il brogliaccio delle decine di milioni di euro in mazzette pagate dal Consorzio Gesconet per accaparrarsi gli appalti della pubblica amministrazione. a pagina 21 © RIPRODUZIONE RISERVATA Ruini: io dico no alle unioni civili Il cardinale parla di Chiesa, gay e divorziati: questa ondata libertaria potrebbe defluire di Aldo Cazzullo ADDIO A DE LA RENTA a pagina 11 Oscar, lo stilista delle first lady di Massimo Gaggi e Maria Teresa Veneziani AP / DIANE BONDAREFF 9 771120 498008 41 0 2 2> «P apa Francesco ha cambiato stile e linguaggio, non la dottrina — dice al Corriere della Sera il cardinale Camillo Ruini —. Io non dirò più “valori non negoziabili”, ma non cambio idea: sono contro la comunione ai risposati e le unioni civili. Sui gay la Chiesa non è in ritardo ma all’avanguardia: non escludo che l’ondata libertaria rifluisca». E ancora: «Attenti ai laici che si appropriano del Papa». luxury outerwear A ddio a Oscar de la Renta, lo stilista dominicano che, in oltre 50 anni di carriera, ha vestito le first lady e celebrità di Hollywood. Un gentleman della moda, aveva 82 anni. a pagina 29 cinziarocca.com Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera 2 # Primo Piano La legge di Stabilità Il Colle: verifica attenta sulle norme, provvedimento complesso Il Tesoro rassicura, oggi la bollinatura. Renzi incontra Napolitano Manovra, l’esame del Quirinale La nota del Quirinale, a metà pomeriggio, rileva a prima vista un’anomalia. La legge di Stabilità è da poche ore all’esame del Colle, ma il testo «è in attesa di bollinatura da parte della Ragioneria dello Stato», ci tiene a far sapere l’ufficio stampa della prima carica dello Stato. Insomma il governo è stato più veloce della Ragioneria (ufficio con cui Renzi ha avuto più di un’incomprensione nei suoi otto mesi di governo). E ha ritenuto di inviare agli uffici del Colle il testo della legge senza attendere quella verifica tecnica, di corrispondenza fra cifre e misure, che di solito svolge l’ufficio dell’Economia. La sorpresa che suscita la notizia, che immediatamente viene commentata in Parlamento e nel governo, autorizza più d’uno a pensare ad uno scontro in corso fra Palazzo Chigi e uffici di Padoan. Renato Brunetta dichiara che la Ragioneria ha preteso delle clausole di salvaguardia, sui conti, che nel testo mancherebbero. Ma nel corso della serata la sottolineatura del ROMA Del resto quello di ieri è stato un arrivederci ad oggi: a pranzo Renzi e Napolitano si rivedranno per discutere del Consiglio europeo di domani e dopodomani, altro appuntamento fondamentale per l’Italia. Ieri i vertici istituzionali della Ue insistevano sul fatto che si discuterà innanzitutto di clima ed energia; Francia e Italia invece spingono perché almeno venerdì il Consiglio affronti il nodo della crescita e degli investimenti. Un argomento che oggi, come ieri la legge di Stabilità, sarà di sicuro affrontato dal premier e dal capo dello Stato. Le ultime indiscrezioni che arrivano dalla capitale belga dicono che l’Italia potrebbe non ricevere alcuna lettera in cui la Ue chiede una correzione maggiore sul deficit. Il Financial Times ieri però scriveva che la bocciatura è vicina, che potrebbe arrivare già oggi. Nel governo bocche cucite, tranne che per dire: «Aspettiamo e vediamo». Marco Galluzzo Colle viene volutamente smorzata da considerazioni di natura costruttiva: è vero che la legge è arrivata al Quirinale senza l’imprimatur della Ragioneria, ma è anche vero che il testo è lungo e molto delicato, oggetto di analisi parallela, in queste ore, negli uffici della Commissione della Ue. E dunque tanta fretta si spiega anche con quanto aggiunge la stessa nota: le norme sono «oggetto di un attento esame, essendo per sua natura» il «provvedimento molto complesso». Completa le rassicurazioni il Tesoro: la bollinatura arriverà oggi. Nel governo, almeno in modo ufficiale, parla solo Maurizio Lupi: l’incontro fra Renzi e Napolitano, che inizia subito dopo la diffusione della nota, «è andato bene». Fonti del Quirinale aggiungono che lo spirito fra le due cariche dello Stato è improntato alla massima collaborazione e che in questa cornice va letto l’incontro, in cui fra l’altro si sarebbe discusso anche del nodo dei giudici costituzionali. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il confronto Deficit/Pil (In %, in positivo gli avanzi di bilancio, dati 2013) Debito/Pil (In %, dati 2013) na ia ag ec Gr Sp ga da an rto Irl Po an o Ci Fr pr cia ia IA an -3 AL rm 0 +0,1 Germania 100 Lo spread Btp-Bund 150 200 -4,1 -4,9 -4,9 -5,7 92,1 Francia 92,2 Irlanda -6,8 ITALIA -9 Portogallo -12 -12,2 Grecia 250 76,9 Spagna Cipro -2,8 -6 50 llo 0 IT ● Il governo ha inviato ieri al Quirinale la legge di Stabilità, ma come ha reso noto il Colle il testo era privo della cosiddetta «bollinatura» della Ragioneria dello Stato, ovvero la verifica tecnica della corrispondenza tra cifre e misure. Il Tesoro ha in seguito precisato che la bollinatura arriverà oggi. E oggi è previsto un pranzo tra Renzi e Napolitano dopo l’incontro di un’ora e mezzo avvenuto ieri Ge La vicenda 163 200 punti ieri 102,2 123,3 150 127,9 128 174,9 100 -15 Gennaio 2014 Aprile Luglio Ottobre ● Il caso Sblocca-Italia, si va verso il voto di fiducia di Lorenzo Salvia ROMA Stop allo sblocca Italia. Sembra un gioco di parole e invece è la cronaca di ciò che è successo ieri alla Camera. In Aula si doveva cominciare a votare sul decreto legge per far ripartire i cantieri. Ma tutto è stato rinviato dopo la bocciatura di alcune modifiche arrivata dal servizio Bilancio di Montecitorio. In particolare va cambiata la norma che abbassa dal 10 al 4% l’Iva per le ristrutturazioni edilizie. Uno sconto, proposto dal Movimento 5 stelle, che veniva finanziato alzando dal da 4 al 10% l’Iva sulla costruzione di case nuove. Recupero dell’esistente invece che nuovo consumo di suolo, questa la logica. Ma le due norme non si compensano, aprendo un buco nei conti. Forse la fretta non ha aiutato. Il decreto va convertito entro il 12 novembre, e deve passare anche al Senato. Il ricorso alla fiducia è ancora più scontato. © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: Eurostat I contenuti di Mario Sensini Una manovra tutta puntata al rilancio della crescita, con un cospicuo taglio delle tasse, forti incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato e molte riforme, che segna una svolta espansiva nella politica economica, finora restrittiva. Ma che non è povera di rischi, legati all’efficacia delle misure e ai giudizi della Ue, ed impliciti nel mantenere il deficit ancora a lungo appena un pelo sotto il tetto massimo del 3% del prodotto interno lordo. Per la prima volta dopo tanti anni, è una legge di bilancio che dà più di quanto non toglie. Ma solo nell’immediato, perché lascia in eredità al futuro molte più tasse di quante non ne elimini oggi: 18 miliardi nel 2016, 24 nel 2017, 28 nel 2018. Almeno secondo quanto prevede il testo non ancora vidimato dalla Ragioneria generale e non ancora arrivato in Parlamento. ROMA Volti ● Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan: siamo in regola l’Europa non ci boccerà, ha sostenuto ● Daniele Franco, 61 anni, è Ragioniere generale dello Stato, dal 20 maggio 2013 La riduzione delle tasse Il bonus di 80 euro, dal quale si attende un rilancio dei consumi che finora non c’è stato, viene confermato, ma la platea non viene allargata. Restano, dunque, i problemi legati all’equità della misura, che non riguarda ad esempio gli inca- Corriere della Sera Radiografia di bonus, sconti e sgravi La trappola delle tasse che verranno pienti o i pensionati (il che rende anche problematica la sua trasformazione in detrazione fiscale, a rischio costituzionale), e che ha qualche effetto perverso, come quello di penalizzare le famiglie povere monoreddito. Oltre al bonus per le famiglie arriva quello per i bebè, con un limite di reddito molto alto per poterne beneficiare, 90 mila euro, che fa discutere. Per le imprese ci sono forti incentivi alle assunzioni. Non si pagherà più l’Irap sulla componente lavoro, ma vengono annullate le riduzioni precedenti dell’aliquota. Con effetto, sembra di capire, già sull’anno di imposta corrente, il 2014. Lo sgravio, così, vale 4 miliardi, e premia soprattutto le imprese ad alta intensità di manodopera. Accanto c’è la decontribuzione per i nuovi assunti a tempo indeterminato, ma non c’è molta chiarezza sui costi. Un miliardo, aveva detto Renzi, forse più si dice oggi. Lo stanziamento, in ogni caso, coprirebbe 850 mila nuovi contratti, più o meno metà di quelli che si fanno di solito in un anno. Per le partite Iva viene esteso il cosiddetto regime dei minimi ad una platea più vasta, ma entro limiti di reddito più bassi e con l’aliquota passata dal 5 al 15%. La legge di Stabilità, poi, stanzia 1,5 miliardi per i nuovi ammortizzatori sociali, anche se per la Cig in deroga, nel 2013, si è speso quasi il doppio. E prevede l’opzione per il trasferimento del Tfr in busta paga. Soldi subito, anche a caro prezzo perché in molti casi si pagherebbero tasse più alte, e una pensione di scorta più leggera domani. Tagli e nuove entrate Finché si tratta di dare, i problemi sono relativi. Molto meno quando si tratta di recuperare le risorse. La manovra prevede 6,1 miliardi di tagli alle amministrazioni centrali dello Stato, di cui 4 dai ministeri e 2 dalla riduzione delle cosiddette spese «a politiche invariate», dalle missioni di pace al 5 per mille, che ora vengono coperte strutturalmente. Ma spuntate. I ministeri dovrebbero approfittare della centralizzazione degli acquisti, ma 4 miliardi sono comunque una cifra enorme. Tagliare usando discrezionalità è stato sempre difficile e lo è ancor di più con il bilancio ridotto all’osso: il rischio, di nuovo, è che per otte- 4 miliardi il valore dello sgravio Irap che premia le imprese 6,1 miliardi i tagli alle amministra zioni centrali, di cui quattro ai ministeri nere il risultato si ripiombi sui tagli lineari, molti dei quali creano un rimbalzo della spesa negli anni successivi. I tagli agli enti locali sono egualmente pesanti (4 miliardi per le Regioni, 2,1 per i Comuni, 1 per le Province), ma con il Patto di Stabilità interno il rischio di non portarli a casa è basso. Come, d’altra parte, è elevato quello di un parallelo aumento delle tasse locali. Con sindaci e governatori non sarà facile arrivare a un’intesa. C’è la possibilità che la sforbiciata finisca per colpire anche la spesa sanitaria. La manovra prevede poi quasi 4 miliardi di recupero dall’evasione. È un punto critico, perché in passato queste cifre non venivano messe in bilancio come incasso sicuro, o a copertura di spese certe. Alcune misure danno un maggior gettito automatico, come il «reverse charge» sull’Iva (900 milioni), o il prelievo delle banche, a titolo di acconto, sui bonifici relativi alle fatture per le ristrutturazioni edilizie (altri 900). Meno sicuro è il gettito atteso da altre misure, dal nuovo ravvedimento operoso alla stretta sugli «split payments», cioè i pagamenti frazionati per ridurre l’imposta. Tanto che si affaccia la possibilità di sostituire queste coperture col classico aumento delle accise. Le incognite sul futuro Per coprire le spese e per correggere il deficit, dopo un 2015 di pausa nel percorso di risanamento, la manovra prevede fin da ora un forte aumento dell’Iva e, ancora una volta, delle accise. E sconta tuttora una riduzione molto forte delle detrazioni Irpef. Nel 2016 l’aliquota Iva del 10% passerebbe al 12, poi al 13% nel 2017, mentre quella del 22 salirebbe prima al 24, poi al 25 e al 25,5% nel 2018. Nello stesso tempo si prevede un taglio delle detrazioni Irpef per 4 miliardi nel 2016, e 7 negli anni successivi. La manovra, per ora, ha solo scongiurato una parte del taglio degli sconti fiscali, quello che doveva scattare già quest’anno, poi rinviato al 2015, da 3 miliardi. Sul futuro, dunque, pende un fortissimo aumento delle imposte, quasi 20 miliardi nel 2015, e 30 nel 2018. Misure che potranno essere sempre sostituite da altri provvedimenti, come i tagli di spesa. Anche se a blindare la manovra, ora, ci sono più tasse di quelle che si riducono. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 3 Le misure Il taglio dell’Irap Regioni e trasferimenti Il bonus alle neomamme Le ristrutturazioni La liquidazione anticipata, che resta volontaria, sarà sottoposta a tassazione ordinaria. Sono esclusi i lavoratori domestici, quelli del settore agricolo e i dipendenti pubblici. Lo Stato non anticiperà nulla per non rimanere a corto di liquidità, problema a cui si è ovviato per le imprese grazie ad un accordo con le banche Il taglio Irap che permette la deducibilità del costo del lavoro dall’imposta vale, così come annunciato dal premier Renzi, 5 miliardi quest’anno e 6,5 a regime. Ma la nuova norma abroga il taglio del 10% e pari a 2 miliardi contenuto nel dl Irpef di aprile scorso. I numeri del governo valgono nel confronto con il 2013 La legge di Stabilità prevede tagli da 4 miliardi per le Regioni, ma su questo punto è ancora in corso la trattativa. Insieme ai ministeri, le Regioni sono gli enti pubblici più coinvolti dalla spending review alla Renzi-Gutgeld. Non tagli lineari ma quasi. Il governo dà un obiettivo di spesa e le amministrazioni decidono dove tagliare Il «Fondo famiglia» con dote da 500 milioni nel 2015, precedentemente non specificato nei dettagli, dovrebbe essere quasi totalmente devoluto alla riedizione del bonus bebé: 80 euro al mese per i redditi familiari fino a 90.000 euro lordi annui per i primi tre anni di vita di ciascun bambino nato a partire dal primo gennaio Lo Sblocca Italia prevede il taglio al 4% dell’Iva sulle ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche, che sarebbe compensato dal rialzo al 10% dell’aliquota per le nuove costruzioni. Ma i tecnici del servizio bilancio della Camera hanno sollevato alcuni dubbi e la «necessità di verificare» la compatibilità con la disciplina Ue ILLUSTRAZIONI DI ROBERTO PIROLA Il Tfr in busta paga Retroscena di Ivo Caizzi Italia e Francia, i rilievi Ue sui conti La frenata di Barroso, prima di lasciare Il «Financial Times»: pronte le richieste di chiarimenti anche per Austria, Slovenia e Malta DAL NOSTRO INVIATO Gli euroburocrati della Commissione europea stanno completando le lettere di richiesta di chiarimenti tecnici sulle leggi di Stabilità, che secondo il quotidiano Financial Times potrebbero essere inviate già oggi a Francia, Italia, Austria, Slovenia e Malta. Ma le decisioni sulle aspettative di maggiore flessibilità nei bilanci nazionali sono attese dal massimo livello politico nel Consiglio dei 28 capi di Stato e di governo, che inizia domani a Bruxelles. Secondo varie fonti autorevoli, la cancelliera tedesca Angela Merkel, leader degli europopolari sostenitori del rigore finanziario, sarebbe disponibile a trattare un compromesso con i due leader eurosocialisti, il presidente francese Francois Hollande e il premier Matteo Renzi, garantendo la disponibilità della nuova Commissione europea del suo fidato lussemburghese Juan-Claude Juncker. Verrebbe cancellato di fatto anticipatamente il presidente uscente della Commissione, il portoghese Josè Manuel Barroso, che appare ancora considerare l’ipotesi di un severo richiamo a Roma e Parigi nel suo mandato, quindi entro fine ottobre. Le indiscrezioni degli ultimi giorni, che hanno cercato di far salire la tensione, sono fuoriuscite proprio dalla sua istituzione Ue. Hollande ha trasferito all’Eliseo la solita riunione dei leader eurosocialisti nella mattinata pre-summit per consoli- BRUXELLES 300 miliardi Il piano di investimenti annunciato dal neo presidente Juncker. I socialisti chiedono che sia dotato di «denaro fresco» 0,5% il valore del taglio strutturale che viene chiesto a un Paese con un alto debito come l’Italia per rispettare il patto di stabilità 3,8 miliardi Le entrate dalla lotta all’evasione previste nella legge di bilancio italiana. La Ue obietta che sono certe solo quando realizzate dare il fronte impegnato a ottenere più flessibilità nelle politiche di bilancio e nuovi investimenti Ue per rilanciare la crescita e l’occupazione. Gli eurodeputati hanno già respinto Barroso disertando in massa il suo discorso di addio e accelerando le procedure per consentire l’approvazione della nuova Commissione oggi a Strasburgo. Il capogruppo degli eurodeputati socialisti Gianni Pittella, definendo «disastrosa» la doppia presidenza di Barroso, ha detto di aver accettato tempi stretti perché La Cancelliera Angela Merkel avrebbe inviato segnali di disponibilità sul rigore europeo «vogliamo che la nuova Commissione entri in forze il primo novembre, non vogliamo che Barroso sopravviva politicamente». Il presidente della commissione Affari economici dell’Europarlamento, Roberto Gualtieri del Pd, ha esortato che la Commissione uscente «nella valutazione delle leggi di Stabilità, non voglia ostacolare questo nuovo corso» orientato sulla crescita e sull’occupazione più che sul consolidamento dei bilanci. Juncker, tradizionalmente schierato con Merkel e gli altri leader popolari più rigoristi, appare ben più disponibile del predecessore dopo aver visto Il rilancio Una Bretton Woods per la crescita, l’appello di 340 economisti Un appello degli economisti al premier Matteo Renzi per una «Bretton Woods» per rilanciare l’Eurozona. Sono 340 gli esperti, accademici ed economisti — nomi illustri tra cui Romano Prodi, Luciano Gallino, Innocenzo Cipolletta, Mario Baldassarri, Gustavo Piga, Marco Vitale, Michele Salvati, Paolo Leon, Leonardo Becchetti — che hanno firmato un documento chiedendo a Renzi di utilizzare i restanti mesi del semestre europeo per ridiscutere le regole dell’Eurozona, oggi di fatto disapplicate visto che «i Paesi che violano le regole o “utilizzano la flessibilità” sono moltissimi. Non c’è impegno dei Paesi in surplus come la Germania a stimolare la domanda interna e la Bce ha fallito nel suo obiettivo di portare l’inflazione vicino al 2%. L‘austerità ha «clamorosamente fallito» su crescita, occupazione e sostenibilità dei conti pubblici. Da qui la necessità di «una conferenza internazionale» per costruire nuove regole: le proposte sono di una Bce che, come la Fed, vari il quantitative easing, politica fiscale espansiva a livello europeo, impegni sull’armonizzazione fiscale e progetti di ristrutturazione del debito europeo con intervento della Bce. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’addio ● José Manuel Barroso ha dato ieri l’addio al Parlamento europeo a Strasburgo nel suo ultimo discorso da presidente della Commissione europea favorire il via libera rapido ai suoi commissari e - nell’ultimo Ecofin presieduto dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan – perfino lo slittamento al 2017 della fine del segreto bancario nel suo Granducato paradiso fiscale. Anche il commissario Ue per gli Affari economici e prossimo vicepresidente della Commissione, il finlandese Jyrki Katainen, guarda al probabile compromesso al summit di domani e venerdì tra il suo principale sponsor nella nomina a Bruxelles, la cancelliera Merkel, con Hollande e Renzi. Ha così ridimensionato a semplici «chiarimenti di alcuni dati» le richieste di informazioni degli euroburocrati dei suoi servizi ai tecnici di Padoan a Roma. «Siamo concentrati nel- l’analizzare le cifre e le misure che ci ha inviato il governo italiano – ha dichiarato Katainen -. Speriamo che tutto vada per il meglio». Per lui, prossimo vicepresidente della Commissione Juncker (con poteri di coordinamento su vari settori economici) non sembra esserci l’urgenza di bocciature tecniche entro ottobre, che tra l’altro potrebbero essere rimesse in discussione dal suo successore agli Affari economici, il socialista francese Pierre Moscovici. Barroso invece, che punta alla presidenza della Repubblica nel suo Portogallo come leader del centrodestra, non disdegnerebbe di cavalcare un richiamo ai leader socialisti di Francia e Italia, sia pur dall’impatto esclusivamente mediatico. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le tappe ● Le valutazioni della Commissione Europea sulla legge di Stabilità varata mercoledì scorso dal governo saranno elaborate entro il 30 ottobre ● La manovra è di 36 miliardi di euro Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera FRAMESOFLIFE.COM MOD. AR6016J 4 Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 5 Primo piano La previdenza Pensioni pagate il 10 del mese, è rivolta No dei sindacati: sono già esclusi dal bonus di 80 euro, adesso la beffa del rinvio dei pagamenti Il ministro del Lavoro, Poletti assicura: «Non taglieremo gli assegni previdenziali» Il caso ● Lo slittamento al 10 del mese del pagamento delle pensioni è nelle bozze della legge di Stabilità. La novità sarebbe prevista dal gennaio 2015. Proteste di associazioni dei consumatori e sindacati permettendo ROMA «Nuova beffa per i pensionati», «Accanimento verso gli anziani», «Vergogna, Renzi colpisce chi è gia debole», «Incomprensibile decisione». Si è subito rivoltato il mondo dei sindacati e delle associazioni di pensionati e consumatori, di fronte alla decisione del governo di far slittare dal primo al 10 di ogni mese le pensioni eroga- de il 5 di ogni mese, per non parlare di bollette, mutui e prestiti. Per i sindacati, la norma è semplicemente «inaccettabile». «Si tratta - dicono i sindacati - di un vero e proprio accanimento nei confronti degli anziani. Ci domandiamo che cosa abbiano fatto di male gli anziani e i pensionati per essere trattati così». I tre segretari generali di SpiCgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, Carla Cantone, Gigi Bonfanti e Romano Bellissima firmano una richiesta di chiarimento al governo, già colpevole secondo loro di non aver previsto per i pensionati e gli anziani «alcun tipo di aiuto e di sostegno» mentre ha pensato bene «a come complicargli ulteriormente la vita». Per Cantone, già la legge di stabilità, così com’è confezionata, «aggrava la precaria condizione dei pensionati» e nel ddl «non ci sono misure come per esempio l’estensione degli 80 euro». A questo aggiungi lo spostamento al 10 del mese del pagamento delle pensioni, che finisce per essere un trucchetto con il quale «si fa la cresta» sulla pelle dei più deboli, dice ancora Cantone, e il quadro è completo:«Questo slittamento è una norma demenziale pensata da qualcuno che a fine mese ci arriva tran- Scadenze La norma potrebbe mettere in difficoltà chi il 5 di ogni mese deve pagare l’affitto te dall’Inps. Il «rinvio» di dieci giorni è una norma contenuta nella legge di Stabilità e dovrebbe scattare dal primo gennaio 2015. Lo scopo sarebbe quello di «razionalizzare ed uniformare le procedure e i tempi di pagamenti delle prestazioni previdenziali Inps». La pensione «rimandata» di dieci giorni, tuttavia, creerebbe per il mese di gennaio 2015, un «buco pericolosissimo», accusano i pensionati. Inoltre, ad ogni mese si rinnoverebbe il disagio di chi con la pensione deve pagare l’affitto dell’appartamento che, solitamente, sca- La spesa e gli assegni previdenziali LE USCITE Spesa pensionistica lorda Inps* - gestione finanziaria di competenza (milioni di euro) Anno 2012 Anno 2013 Spesa previdenziale Spesa assistenziale 236.706 240.665 24.781 25.327 261.487 Spesa complessiva 265.992 *Include anche le pensioni dei dipendenti pubblici GLI IMPORTI 46% uomini 1.547 € reddito medio mensile lordo 15.757.626 pensionati Fonte: Inps 54% donne 1.081 € reddito medio mensile lordo d’Arco quillamente». Indignati anche Carmelo Barbagallo, segretario generale aggiunto della Uil («Ma Renzi e i suoi ministri lo sanno che alcune bollette e gli affitti si pagano alla fine del mese?») e Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl («Una scelta incomprensibile, sarebbe stato più logico, per armonizzare i pagamenti, scegliere di pagare tutto il primo del mese». Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti assicura (oggi alle 24 a 2Next su Raidue) che le pensioni non saranno toccate. «Il governo ha scelto la strada di non toccare il sistema, le pensioni ci sono e rimangono». Ma il segretario confederale della Uil Domenico Proietti lo smentisce: «La legge di Stabilità ha toccato il sistema previdenziale minando il pilastro costituito dai Fondi pensione complementari, con l’incredibile aumento della tassazione sui rendimenti». L’Associazione nazionale artigiani pensionati, nelle parole del suo presidente Giampaolo Palazzi, ritiene che «questo atteggiamento del governo confermi l’assoluta mancanza di attenzione nei nostri riguardi. Non abbiamo il bonus ma in cambio ci fanno slittare le pensioni». Il presidente della Federazione pensionati della Confesercenti parla di «deriva non più sopportabile»; insorgono le associazioni dei consumatori, Adiconsum, Codacons, Federconsumatori e Adusbef che parlano di «misura ingiusta» e di «ennesima beffa». Mariolina Iossa L’ex commissario Cottarelli: troppe sedi estere per le Regioni Le sedi all’estero delle Regioni «non sono una priorità» e nell’ottica di taglio della spesa le amministrazioni dovrebbero rivedere il numero delle loro sedi, «un tema su cui hanno già lavorato questa estate». Lo ha affermato Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review, nella serata di ieri durante la sua intervista con Giovanni Floris durante la trasmissione «diMartedi». «Il Piemonte ha una sede a Buenos Aires che non è proprio una priorità», ha proseguito con un esempio Cottarelli secondo il quale le Regioni «hanno sedi a Bruxelles e anche quelle sul territorio nazionale. Andrebbero in qualche modo razionalizzate». Dai tagli della spesa pubblica è previsto per l’esercizio 2015 un risparmio di 15 miliardi di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA La manifestazione Il segretario Cgil, Camusso: «Sabato tutti in piazza» di Enrico Marro ROMA La Cgil ha deciso di giocarsi tutto nella manifestazione di sabato a piazza San Giovanni. Lo dimostra l’appello del segretario generale, Susanna Camusso, a tutti gli iscritti alla confederazione: 3 milioni di pensionati e 2,7 di lavoratori. «A nome di tutto il gruppo dirigente dela Cgil, rivolto un cordiale invito a tutti gli iscritti perché siano presenti a Roma il 25 ottobre. Il vostro coraggio è importante. Facciamo sentire la nostra voce, schierandoci dalla parte del lavoro». La difesa dell’articolo 18 (licenziamenti), contro i piani del governo Renzi, esercita un forte richiamo per il sindacato e la sinistra. La Cgil punta a un milione di persone. Piazza San Giovanni (42.700 metri quadrati) può contenerne fino a 250 mila. Di più con le aree circostanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Intervista di Lorenzo Salvia ROMA «Verso il governo Renzi ho un pregiudizio positivo perché ci sono tanti democristiani. Ma dice il ve cc h i o i n s e g n a m e n to cattolico che senza soldi le Messe non si sono mai cantate». E allora? «Gli 80 euro servono a poco, qua ci vuole una cosa tranchant. Io mi sarei permesso di fare qualche calcolo, qualche stima. Senta qua». Paolo Cirino Pomicino, 75 anni, fresco sposo («forse è stato proprio il matrimonio a sollecitarmi») si rimette con una certa soddisfazione i panni do ministro. Qual è la sua proposta? «Dobbiamo chiamare in «Un supercontributo dai più ricchi per ridurre il debito pubblico» causa gli italiani che stanno meglio, quel 10% che ha il 45% della ricchezza. E chiedere loro un contributo volontario a fondo perduto per abbattere il debito pubblico. La somma potrebbe essere compresa fra 30 mila e 5 milioni di euro, a seconda del reddito personale o del fatturato dell’azienda». Oro alla patria. «In un certo senso sì. Ma l’oro lo prenderemmo ai più ricchi, quelli che negli ultimi 20 anni non hanno mai pagato». Perché dovrebbero fare un favore allo Stato? «Certo, la volontarietà va sempre incentivata. Chi dà il Chi è Paolo Cirino Pomicino, napoletano, 75 anni, carriera politica nella Dc (corrente andreottiana), ora milita nell’Udc contributo avrebbe la garanzia di non subire accertamenti fiscali per 4 anni». Un chiaro invito all’evasione, non le sembra? «Aspetti. Per non avere accertamenti il reddito della persona o il fatturato dell’azienda dovrebbe crescere almeno dell’1,5% l’anno. Così invitiamo tutti a pagare di più e anche a produrre di più». Sembra sempre un condono preventivo, però. « C a p i s c o l ’a m b i g u i t à costruttiva, come la chiamava il mio amico Andreotti. Ma qui bisogna dire con chiarezza che siamo in una situazione di guerra e che servono decisioni coraggiose. Secondo i miei calcoli aderirebbero 2 milioni di persone con un contributo medio di 60 mila euro. In termini di interessi sul debito, risparmieremmo 10 miliardi che farebbero ripartire gli investimenti, creando lavoro». Ne ha parlato col governo? «Con Delrio, con Guerrini, e anche con Cuperlo. Sembravano interessati ma poi non ho saputo nulla. La verità è che la proposta è ottima ma siccome arriva da Pomicino la schifano». Forse perché sta proponendo di abbattere una montagna, il debito pubblico, che lei stesso ha tirato su. ❞ Avrebbero la garanzia di non subire accertamenti fiscali per 4 anni «Rieccolo. Dopo se mi dà la mail le mando le tabelle di Padoa Schioppa, pace all’anima sua. Nel 1989 quando divento ministro del Bilancio prendo dal mio amico Giuliano Amato un disavanzo primario di 38 mila miliardi di lire. Nel ‘92, quando sempre Amato diventa presidente del consiglio, gli consegno un avanzo di 3 mila m i l i a r d i . C h i e d e te a l u i , piuttosto». Però in quei tre anni il debito pubblico è salito dal 93 al 98% del Pil. «Noi avevamo due nemici da combattere, terrorismo e inflazione. Il debito è cresciuto non perché spendevamo a go go ma perché non potevamo permetterci una tassazione restrittiva. Pagava pantalone, è vero. Però quei due nemici li abbiamo sconfitti. Viva la prima Repubblica, altro che». lorenzosalvia © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera 6 Primo piano Le riforme ● La Nota di Massimo Franco IL GOVERNO IN ATTESA DEL RESPONSO DELL’EUROPA S i allunga l’ombra di un mezzo pasticcio del governo sulla legge di Stabilità. Il fatto che ieri il Quirinale abbia comunicato di avere ricevuto il testo da Palazzo Chigi senza la vidimazione della Ragioneria generale dello Stato rischia di rendere l’atto privo di effetti: nel senso che la procedura seguita non offre nessuna certezza. La sottolineatura di Giorgio Napolitano sull’esigenza di compiere «un attento esame» del provvedimento, data la sua complessità, lascia capire che la sua risposta non arriverà presto. Potrebbe sembrare solo un problema formale. In realtà, si tratta del testo spedito nei giorni scorsi all’Ue, che potrebbe far conoscere le sue obiezioni già oggi: il primo passo in vista di una richiesta di correzione. L’episodio, subito usato da FI per polemizzare col presidente della Repubblica, evoca piuttosto una certa approssimazione del governo nella redazione delle leggi: una critica sussurrata già in passato. Non bastasse, l’incidente emerge nel giorno in cui il presidente uscente della Commissione, Josè Manuel Barroso, ricorda che nel 2011 «alcuni Stati membri sono stati vicini alla bancarotta». E, oltre a Grecia e Spagna, cita l’Italia dell’ultimo governo guidato da Silvio Berlusconi. Ieri il premier Matteo Renzi è stato al Quirinale per preparare con Napolitano il prossimo Consiglio dell’Unione. Ma quale sarà l’esito di quell’appuntamento non è ancora chiaro. «Speriamo che tutto vada per il meglio», si limita a dichiarare il commissario agli Affari economici, il finlandese Jyrki Katainen. «Stiamo analizzando cifre e misure che ci ha inviato il governo italiano». La mancanza del «bollino» del Ragioniere generale, che dovrebbe certificare le coperture della manovra, può tuttavia complicare l’operazione; e sollecitare una richiesta di ulteriori chiarimenti. Qualche tensione si registra nei rapporti con FI anche su alcune riforme che sono alla base del cosiddetto «patto del Nazareno»: l’intesa tra Renzi e Berlusconi che salda il loro asse istituzionale in Parlamento. I primi malumori sono affiorati quando il segretario del Pd ha proposto l’altroieri una legge elettorale che premi la lista di un partito: una ipotesi ritagliata su misura per una sinistra che sente di avere il vento in poppa. Berlusconi nicchia: si limita a dire che la soluzione deve soddisfare FI e Pd. E ieri è emersa un’altra frizione su un problema apparentemente secondario: la responsabilità civile dei giudici. Si tratta invece di uno dei temi ai quali Berlusconi ha sempre mostrato di tenere molto. L’idea del governo di tornare a un disegno di legge del Guardasigilli Andrea Orlando, che limiterebbe a «rarissimi casi» la responsabilità dei giudici, alimenta il nervosismo. Il relatore della riforma, il socialista Enrico Buemi, ha minacciato le dimissioni. Eppure, quando ieri ha dovuto esprimersi su un emendamento proposto dal leghista Gianluca Pini che voleva indurire l’atteggiamento verso i magistrati, la Camera lo ha bocciato con 365 no, appena 126 sì e tre astenuti: tutto a voto segreto. Una vittoria del governo, dunque. C’è da chiedersi se questo risultato avrà qualche ripercussione su altre misure. In particolare, se irrigidirà FI, rendendo il suo appoggio al governo in Senato sui provvedimenti più a rischio ancora meno scontato. Non sembra, per ora. La triangolazione Renzi-Denis Verdini-Berlusconi funziona e tiene. E non prevede rotture a breve. © RIPRODUZIONE RISERVATA Lite sulla responsabilità delle toghe Da Orlando versione più «soft» e Forza Italia insorge. Verso la fiducia sul decreto per il civile Una coincidenza temporale consente al governo di piantare un altro paletto sulla strada della riforma della giustizia. La doppia mossa sulla responsabilità civile dei magistrati però spiazza l’«alleato» di Forza Italia infuriato ora per il «passo indietro» e per il «cedimento davanti alle toghe». In un solo giorno, dunque, il Guardasigilli Andrea Orlando porta a casa due risultati importanti: uno, presenta al Senato tre emendamenti sulla responsabilità civile dei magistrati (lo stesso testo varato dal Consiglio dei ministri il 29 agosto), che rendono più soft il testo di iniziativa parlamentare (Buemi); due, alla Camera incassa l’archiviazione dell’emendamento Pini (Lega) alla legge comunitaria del 2013 che, invece, terrorizzava i magistrati con la responsabilità diretta su denuncia del cittadino. Si inizia a dipanare così una matassa che si aggrovigliava fin da quando al governo c’era Berlusconi. Scongiurato alla Camera l’emendamento Pini (365 i no, 126 i sì mentre in prima lettura la modifica era passata 187 a 180), il segretario d’aula del Pd Ettore Rosato può tirare un sospiro di sollievo per un voto segreto molto pericoloso. Stavolta la non belligeranza del M5S è stata determinante. ROMA La norma ● La responsabilità civile dei magistrati viene introdotta con un voto referendario nel 1987. L’anno successivo il Parlamento approva la Legge Vassalli in attuazione del referendum ● La legge prevede una responsabilità indiretta del magistrato: all’articolo 2 si dice che chi subisce un danno ingiusto a causa di un magistrato «può agire contro lo Stato» 3 emendamenti al Senato: li ha presentati ieri Orlando sulla responsabilità civile dei giudici Per una pura coincidenza il voto della Camera è caduto nelle stesse ore in cui Orlando presentava la versione soft della responsabilità civile al Senato. Il passaggio non è stato indolore. Tant’è che Enrico Buemi (socialista eletto nel Pd) ha minacciato di dimettersi da relatore mentre il presidente della commissione Giustizia, Fran- cesco Nitto Palma (FI), parla di «passo indietro del governo» e di retrocessione rispetto alla legge Vassalli varata dopo il referendum dell‘87. Il ministero della Giustizia, però, rifiuta l’interpretazione al ribasso: «Nessun passo indietro, il testo è quello del 29 agosto» che prevede l’eliminazione del filtro di ammissibilità La protesta I giudici onorari: sempre più precari Ritengono la riforma del Guardasigilli «punitiva» nei loro confronti perché «ci rende ancora più precari». Ieri una rappresentanza di magistrati onorari, alcuni con la toga, ha manifestato davanti alla Camera: il presidio, organizzato dalla Associazione nazionale dei magistrati onorari e dalla Unione nazionale dei giudici di pace, era rivolto anche contro il taglio, previsto dalla legge di Stabilità, di 20 milioni di euro sugli stanziamenti di bilancio che devono coprire i loro «già miseri emolumenti». (Ansa) © RIPRODUZIONE RISERVATA Manca poco più di una settimana all’inizio della missione europea di Federica Mogherini e probabilmente mancano poche ore alla nomina del nuovo ministro degli Esteri da parte di Matteo Renzi. A meno di un coup de théâtre, mai da escludere nella fenomenologia renziana, in testa alla volata finale fonti diverse e autorevoli danno Marina Sereni, vice-presidente della Camera, ma soprattutto un passato da responsabile degli Esteri dei Ds. A contendergli fino all’ultimo la nomina è stato (o è ancora) Lapo Pistelli, attuale vice-ministro di Mogherini dopo esserlo stato di Emma Bonino, la soluzione sulla carta 4 i ministri degli Esteri negli ultimi tre anni. Giulio Terzi di Sant’Agata dal 2011 al 2013, poi Mario Monti, Emma Bonino e Federica Mogherini ne (Sezione unite) e l’innalzamento del tetto del risarcimento, fino a coprire il danno, interamente a carico del magistrato. Orlando ha voluto rassicurare i magistrati anche stabilendo un tetto per le somme eventualmente dovute che non potranno superare la metà del loro stipendio. Per Giacomo Caliendo (FI), così la responsabilità civile è limitata «a rarissimi casi, perlopiù per negligenza grave e travisamento grave del fatto». Anche Ncd, con Carlo Giovanardi, alza la bandiera garantista ma il viceministro Enrico Costa è d’accordo con Orlando: «Queste polemiche sono a scoppio ritardato, il testo è quello del 29 agosto». E il governo incassa anche «l’apprezzamento» dell’Unione delle Camere penali che proprio ieri è stata ricevuta dal Guardasigilli. I magistrati, invece, attendono di leggere il testo definitivo. E sperano nella riduzione del danno. Ma il calendario del Senato è insidioso. Per oggi, prima ancora del voto in commissione sulla responsabilità civile, è prevista la fiducia sul decreto sulla giustizia civile che porta con sé la spinosa vicenda delle ferie dei magistrati. Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA Esteri, il «fattore rosa» spinge Sereni E Pistelli rischia un nuovo sorpasso ROMA dei ricorsi, la garanzia di rivalsa da parte dello Stato e l’aumento del tetto dei risarcimenti. Invece il testo Buemi, oltre a prevedere l’abolizione del filtro di legittimità per i ricorsi e l’obbligo per lo Stato di rivalersi contro il magistrato condannato, imponeva anche la motivazione per le sentenze difformi dai precedenti della Cassazio- più logica e all’insegna di una continuità di cui la diplomazia italiana avrebbe tanto bisogno, dopo tre anni vissuti burrascosamente, nei quali ha visto transitare ben quattro ministri. A parità di competenze, a favorire Sereni su Pistelli sarebbe il fattore rosa, criterio dirimente per il presidente del Consiglio, che della parità di genere Le reazioni Il viceministro paga anche un rapporto complicato con il premier che fu suo assistente in politica fa un atto di fede. La sua nomina avrebbe infatti per Renzi il grande vantaggio di lasciare intatto l’equilibrio donne-uomini all’interno della squadra di governo. Cinquantaquattro anni, umbra di Foligno, Sereni ha fatto tutta la sua vita politica nel maggior partito della sinistra, dal Pci al Pd, all’ombra di Piero Fassino. Fu proprio l’attuale sindaco di Torino, da segretario, a volerla responsabile della politica estera, un posto dove Marina Sereni chiamò come sua vice proprio una giovane militante, esperta di relazioni internazionali, di nome Federica Mogherini. La nomina di Sereni potreb- Chi è ● Marina Sereni, 54 anni, vicepresidente della Camera, vicepresidente del Partito democratico dal 2009 al 2013 be però avere come probabile contraccolpo l’abbandono di Pistelli, il quale difficilmente accetterebbe di vedersi per la terza volta superato per la guida della Farnesina, a dispetto di un curriculum internazionale di primo piano e delle ottime doti dimostrate da numero due della nostra diplomazia. Se non dovesse farcela neanche questa volta, sarebbe inevitabile pensare che contro Pistelli alla fine avranno pesato i rapporti complicati con il concittadino e compagno di partito Renzi, che prima di batterlo alle primarie per sindaco di Firenze, fu il suo assistente. Nelle settimane seguite alla nomina di Mogherini a Ms. Pesc, nella girandola dei nomi di papabili era entrato di tutto, di più. Da quelli più logici, come il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi o l’ex viceministro Marta Dassù. A quelli più creativi, come il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani. A quelli più impegnativi, nel senso che avrebbero comportato un complicato rimpasto di governo, come il ministro della Difesa Roberta Pinotti o addirittura quello degli Interni, Angelino Alfano. Chiunque ella o egli sia, il prossimo ministro degli Esteri avrà da sgobbare parecchio, in condizioni non facili. Se dell’Europa a occuparsi è soprattutto il presidente del Consiglio, al titolare della Farnesina restano dossier molto scomodi e di difficile gestione: la ferita aperta dei marò, la bomba a tempo che potrebbe far esplodere la Libia, i rapporti con l’Iran, non ultimo la gestione di una diplomazia demotivata, che negli ultimi anni ha visto drasticamente ridotti, con il suo bilancio e i suoi organici, anche il suo raggio e la sua capacità di azione. Paolo Valentino © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 7 Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera 8 Politica Il Pd fa rivivere l’Unità e punta ai fondi ex Ds Ritorno in edicola grazie a Veneziani, editore di riviste di gossip. La campagna di risparmi nel partito ROMA Intanto un primo passo è stato fatto. Tra qualche mese l’Unità sarà di nuovo in edicola. L’impresa non è stata facile. Francesco Bonifazi, tesoriere del Partito democratico, e l’editore di minoranza del quotidiano, Maurizio Mian, si sono messi di buzzo buono per trovare i soldi necessari per rimettere in piedi il giornale e il secondo ha dato un cospicuo contributo finanziario per scongiurarne la chiusura definitiva. Prima hanno deciso di costituire la Fondazione di cui faranno parte Youdem (l’unico vero strumento di comunicazione del Pd che è in attivo e che, anzi, ha molte possibilità di sviluppo future, tant’è vero che a breve andrà sul digitale terrestre), Europa (che a novembre potrebbe chiudere per poi rinascere solo sull’online e come settimanale di approfondimento) e infine l’Unità. Ed era quest’ultimo il vero problema. Trenta milioni di debiti, 900.000 euro di spese l’anno: insomma un carico insostenibile per un partito che ha optato per l’autofinanziamento e che ha detto addio ai soldi pubblici. Come fare? Pensa che ti ripensa, Bonifazi, con l’aiuto di Adrio de Carolis di Swg, ha capito che l’unica era puntare sul brand del giornale. Non a caso Matteo Renzi ha voluto che la Festa, da quest’anno, riprendesse l’antico nome di Festa dell’Unità e Bonifazi ha puntato su tutto quello che gira intorno al brand di quel giornale e a quello degli altri strumenti di comunicazione del partito: gadget, musica, eventi... Poi con Mian si è dato da fare per trovare un editore disposto a metterci i soldi. Già, perché sono quelli che scarseggiano a via del Nazare- I media ● Tra qualche mese l’Unità, che ad agosto aveva sospeso le uscite, tornerà in edicola. Youdem, il canale web del Pd, passerà al digitale terrestre mentre Europa dovrebbe chiudere a novembre per rinascere online e come settimanale no, dove la querelle sul patrimonio immobiliare dei «fu Ds» non si è ancora risolta. L’ex tesoriere Ugo Sposetti ha fatto capire in tutte le salse che non ha intenzione alcuna di regalare nulla di ciò che fu dei diessini. L’ultimo segretario di quel partito, Piero Fassino, non la pensa nello stesso modo. E come lui non la pensano molti segretari dei circoli del Partito democratico che provengono dall’esperienza ds. Ma quella è una vicenda destinata ad andare per le lunghe. E se si voleva salvare l’Unità Bonifazi e Mian non potevano certo aspettare che il tormentone diessino arrivasse alla fine. Per questa ragione il tesoriere del Pd si è buttato sul mercato a cercare un partner. Un’offerta è arrivata da Matteo Arpe. Non è stata accettata. Ufficialmente mancavano tutte le garanzie necessarie. In realtà, raccontano a largo del Nazareno, al Pd erano in molti a sospettare che dietro quella cordata vi fosse Massimo D’Alema. Vero o falso? Smentiscono tutti. E Bonifazi è categorico nel negare l’intera vicenda: «Non vi sono stati interessamenti da parte di Matteo Arpe». Ma l’indiscrezione continua a circolare con una certa insistenza. Fatto sta che, Arpe e D’Alema o meno, Bonifazi alla fine ha trovato un editore con il quale I giornalisti Francesco Bonifazi, il tesoriere pd, ha però annunciato che la redazione sarà ridotta fare un’offerta di dieci milioni per l’Unità. È Guido Veneziani. Un nome sconosciuto all’editoria politica, ma ben conosciuto per i suoi periodici: Stop, Top, Vero. Nomi che, magari, faranno arricciare il naso a qualcuno, ma che consentiranno al quotidiano fondato da Antonio Gramsci di riprendere le pubblicazioni di qui a qualche mese, giacché l’offerta verrà fatta entro il 31 ottobre, ossia tra pochi giorni. Dopodiché si tratterà solo di individuare il direttore. Questione di mesi, dunque. Poi si ripartirà. Certo, con una redazione più snella rispetto a quella precedente. Ma i tempi sono quelli che sono. E ieri, nell’assemblea che ha avuto con i dipendenti del partito, Bonifazi non ha nascosto le difficoltà, anche se ha fatto delle promesse importanti: «Sono 30 milioni L’ammontare del debito dell’Unità al momento della sospensione delle uscite 10 milioni La cifra messa a disposizione da Guido Veneziani, editore di Stop e Vero disposto a correre il rischio di andare incontro a una piccola perdita pur di non mettervi in pericolo, quindi niente solidarietà». Una rassicurazione che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a quanti erano — e sono — preoccupati per le sorti del Pd dopo la decisione di rinunciare ai finanziamenti pubblici. Del resto, la spending review operata dal tesoriere del Pd sta andando avanti a passo spedito. Il costo per i servizi è stato ridotto del 57 per cento rispetto agli anni precedenti, mentre i costi della segreteria nazionale si sono fermati a 50 mila euro, nulla rispetto al milione e 220 mila euro di prima. Sulla manutenzione si risparmia il 70 per cento e l’aver già abbandonato due sedi del Pd a Roma ha portato a un risparmio di 820 mila euro. Certo, non basta. Ci vogliono ancora altri sforzi. E, soprattutto, è necessario che anche i Ds diano un loro contributo. Ma di questo argomento Bonifazi preferisce non parlare. Non vuole entrare in questa polemica che ha visto uno Sposetti molto combattivo difendere il patrimonio immobiliare diessino confluito in alcune fondazioni. Ma ora sono proprio alcuni circoli degli ex Ds, adesso circoli del Partito democratico, che stanno chiedendo conto di questo problema e della fine che farà quel patrimonio. Ne vogliono discutere a giorni. Ed è assai probabile che sia alle viste una nuova puntata di questo tormentone. Il tesoriere del Pd, almeno per ora, preferisce non intervenire: è troppo felice di essere riuscito a mandare in porto l’operazione che si era prefisso, l’ennesima resurrezione dell’Unità. Maria Teresa Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA Regione Lazio Adesioni ai democratici Zingaretti lancia la spending review: un miliardo di tagli in due anni Gennaro Migliore: «Ho deciso, mi iscrivo al Pd con tutta Led» «Siamo stanchi di pagare le inefficienze altrui». Il presidente del Lazio Nicola Zingaretti presenta la spending review — un miliardo di «tagli agli sprechi» nel biennio 2014-2015, sforbiciate alle poltrone dei cda, ai costi della politica, e nella Sanità alle consulenze e a «400 primariati» — e, dopo le polemiche della scorsa settimana sui tagli alle Regioni della legge di Stabilità, spedisce un messaggio chiaro al governo: «Ascolti i territori e veda dove ci sono buone pratiche, e colpisca dove ci sono inerzie». E dunque «basta con il Lazio sprecone degli anni passati, con il Lazio degli scandali, adesso il Lazio è ottimo» e, in sintesi, ha già avviato quei tagli che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, chiedeva la scorsa settimana alle Regioni. Anzi, per Zingaretti «nei primi otto mesi del 2014 lo Stato ha incassato nel Lazio il 7,53% di Iva in più e l’1,13% di Irpef, più che nelle altre regioni». Gennaro Migliore lo ha annunciato ufficialmente ieri sera a Ballarò (Rai3), intervistato da Massimo Giannini: «Domani (oggi per chi legge, ndr) mi iscrivo al Pd. E insieme a me lo farà tutto il gruppo Led». E cioè, Libertà e diritti, l’associazione formata da quanti sono usciti da Sinistra e libertà, il partito di Nichi Vendola, in vista di una ricomposizione e aggregazione delle forze della sinistra. L’idea più volte enunciata da Matteo Renzi di un allargamento del Pd trova in queste ore una concreta realizzazione: giusto lunedì scorso il capo dei democratici aveva offerto «spazio di cittadinanza politica piena» non solo a Migliore ma anche ad Andrea Romano e a quella componente di Scelta civica che guarda al Pd. Sull’argomento, ieri, l’ex segretario pd Pier Luigi Bersani era stato ironico: «Vogliamo fare un partito che va da Romano a Migliore? Va bene, basta che non ci siano Verdini e Berlusconi». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 POLITICA Berlusconi in tv critica il premier Ma non chiude al nuovo Italicum Il premio alla lista spacca il partito. L’ex Cavaliere «Non sciolgo FI». Presto rivedrà Renzi La vicenda ● Il rapporto tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi nasce ufficialmente con il patto del Nazareno, un accordo sottoscritto dai due leader lo scorso 18 gennaio nella sede del Partito democratico in largo del Nazareno a Roma ● I contenuti del patto riguardano la modifica della legge elettorale e alcune rilevanti riforme costituzionali come la fine del bicameralismo perfetto e la modifica del Titolo V. Smentito che nel patto siano inclusi accordi su giustizia e assetto radiotv ● I rapporti tra i due leader creano vivaci discussioni dentro Forza Italia: molti pensano che l’opposizione del partito azzurro al governo ne risulti minata ROMA «Il Paese non riparte. Perché Renzi con una mano dà e con l’altra toglie». E quando il giornalista del Tg5 gli chiede conto dell’idea di sciogliere Forza Italia, magari per spianare la strada al Partito della nazione evocato da Matteo Renzi, i toni si fanno più duri. «È una stupidaggine. Sono tornato in campo perché Forza Italia torni a vincere. E siamo all’opposizione di questo governo». Silvio Berlusconi torna davanti alle telecamere alle venti. E il canovaccio affidato al Tg5, nel risultato finale, sembra identico alle centinaia di discorsi da campagna elettorale tenuti nel corso dell’ultimo ventennio. Ci lavora tutto il giorno, l’ex Cavaliere, all’intervista. Di buon mattino decide di farla, poi cambia idea, poi la ricambia di nuovo. Davanti a sé ha due tracce diverse. Sceglie quella apparentemente più barricadera. «Il premier sostiene di aver abbassato le tasse. Ma con una mano ha dato 80 Il retroscena euro a qualcuno e con l’altra le ha aumentate», insiste. Fino alla stoccata finale: «Il Paese non riparte. Siamo sulla strada sbagliata». Ma quando gli viene chiesto della nuova versione dell’Itali- cum, quella col premio assegnato alla migliore lista e non alla coalizione, il tono cambia. «La strategia nostra è la stessa di Renzi. Anche noi vogliamo aggregare i moderati. Ci confrontiamo nella ricerca di una legge che favorisca la governabilità e che, naturalmente, vada bene a tutti e due», dice Berlusconi. E quando accenna alla «costrizione» di mettere insieme «le coalizioni», più d’uno lo in- Alla scrivania Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ieri al Tg5: «La politica economica di Renzi è un revival delle nostre ricette» 9 terpreta come una mano tesa a Palazzo Chigi. Anche perché, in privato, il pensiero berlusconiano è ancora più netto. «Magari non ci conviene. Ma è la nostra proposta di sempre…». Sul dossier, però, l’ex Cavaliere ha tutta Forza Italia contro. Ieri gliel’hanno detto anche Letta e Verdini, che è meglio non scoprirsi troppo. Gliel’ha ribadito domenica Toti, convinto che «Renzi ha fatto l’accordo con Alfano e sta fregando noi». E la pensano così anche i capigruppo. «Il patto cambia solo se i contraenti sono d’accordo», è il pensiero di Paolo Romani. Mentre Renato Brunetta, che da giorni ascolta le lamentele dei deputati, ieri è sbottato durante la riunione del gruppo: «Berlusconi ha cambiato legge elettorale dieci volte. Ma questa volta non passerà». Il timore di tutti è che un cambio di rotta sull’Italicum, che sfavorisce una FI in caduta nei sondaggi, faccia allargare il fronte del dissenso interno. Non la pensa così l’ex Cavaliere. Che da oggi, incontrando i senatori, proverà a prendere tempo. Anche se le voci di un incontro con Renzi si fanno più insistenti. Tommaso Labate © RIPRODUZIONE RISERVATA Strettoia rischiosa per il leader azzurro di Francesco Verderami Una riforma senza soglia per i perdenti metterebbe Forza Italia nell’angolo ROMA L’ipotesi di modificare l’Italicum e di assegnare il premio di maggioranza non più alla coalizione ma alla lista vincente, Renzi l’aveva già anticipata a Berlusconi durante il loro ultimo colloquio. Quindi formalmente la sortita del premier alla direzione del Pd non può aver colto di sorpresa il Cavaliere, che conosceva i contenuti di una proposta sulla quale aveva però preso tempo: «In linea di massima non sono contrario ma bisognerà approfondire», aveva detto all’interlocutore. È proprio questo il punto. Renzi è stanco della tattica dilatoria di Berlusconi, a cui l’Italicum in verità ora non piace, e cerca di assecondare il premier solo per frenarlo. E il premier l’ha capito, specie dopo che il Cavaliere — per tutta risposta — gli ha offerto di andare al voto con il Consultellum: «Non se ne parla». Così le parole pronunciate dal segretario del Pd l’altro ieri assumono un altro significato: sono un ultimatum al capo di Forza Italia. E poco importa sapere se davvero ieri mattina Renzi ha incontrato riservatamente Verdini, il fatto è che non è disposto ad aspettare oltre. Lo dirà fra qualche giorno direttamente a Berlusconi, annunciandogli che la prossima settimana la commissione Affari costituzionali del Senato «dovrà iniziare a lavorare sulla legge elettorale». Sia chiaro, l’accelerazione non prelude al voto in primavera. Intanto, calendario alla mano, non ci sono i tempi per il varo definitivo della riforma da parte delle Camere. In più il nuovo sistema elettorale resta legato alla modifica costituzionale del bicameralismo. E come se non bastasse c’è l’ostacolo Quirinale: piuttosto che firmare il decreto di fine legislatura, Napolitano firmerebbe le sue dimissioni. 12 marzo 2014 È la data in cui il testo dell’Italicum è passato alla Camera. Ora il testo è fermo a Palazzo Madama 365 i sì di Pd, Forza Italia e Ncd con i quali è passato l’Italicum alla Camera; 156 i no e 40 gli astenuti L’obiettivo di Renzi è un altro: forzando la mano sulla riforma, vuole rafforzare il progetto del «partito della nazione». In questo senso Alfano è pronto a dargli una mano. E non da ieri. Se il premier ha proposto a Berlusconi un cambio in corsa dell’Italicum, infatti, è perché proprio il leader di Ncd gli offrì l’assist prima dell’incontro con il Cavaliere: «Noi siamo disponibili ad assegnare il premio di maggioranza al partito piuttosto che alla coalizione. Se sei d’accordo...». A prima vista quella di Alfano sembra una tattica suicida, in realtà non è così. E la questione è stata affrontata da Berlusconi con i vertici di Forza Italia. Tecnicamente, garantendo il 55% dei seggi alla lista vincente, si supera il problema della governabilità. Quanto al nodo della rappresentanza, verrebbe sciolto distribuendo il restante 45% dei seggi alle forze perden- ti con metodo proporzionale. Così per i partiti più piccoli salterebbero di fatto le soglie di sbarramento per l’ingresso in Parlamento. Politicamente, la mossa ha un effetto dirompente nel centrodestra, perché porrebbe Berlusconi dinnanzi a un bivio. Una strada porterebbe a un processo di accelerazione verso un partito unico. Ma servirebbe una sorta di «predellino due», con il Cavaliere che stavolta dovrebbe annunciare un suo passo indietro in nome dell’unità dei moderati. È difficile che accada, e soprattutto è difficile che la Lega accetti. Sulle macerie del ground zero berlusconiano, Salvini mira a fare quel che Maroni ieri ha detto: «Ci candidiamo a essere il partito leader di un centrodestra rinnovato». L’ex premier può accettare l’umiliante opa del Carroccio? Se questa strada resta ostruita, l’altra è ancora più pericolo- sa, perché pone Forza Italia dinanzi al rischio scissione: senza più soglie di sbarramento per accedere in Parlamento, chi oggi si sente minacciato dal «rinnovamento» berlusconiano potrebbe decidere domani di andar da solo. Nascerebbero così tante formazioni piccole che — scontando la vittoria di Renzi — userebbero i prossimi cinque anni per ricostruire l’area moderata. Sarebbe una sorta di «legislatura costituente» per un nuovo rassemblement di centrodestra. Insomma, ciò che resta dell’impero berlusconiano finirebbe disgregato con questo sistema, quasi più insidioso del Mattarellum. Il Cavaliere deve decidere cosa fare, consapevole che l’accordo del Nazareno non è un’assicurazione a vita: «Renzi con questo schema ha i numeri per farsi la legge elettorale a maggioranza»... © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera POLITICA La linea dura imbarazza i 5 Stelle Dietro le quinte Agguato leghista e dubbi sulle firme di maggioranza Renzi al Senato oggi parlerà del Consiglio Ue di venerdì. All’ordine del giorno, anche le misure contro l’Ebola. Roberto Calderoli, stratega d’Aula della Lega, ha già presentato una risoluzione (che potrà cambiare a seconda della piega che prenderà il discorso di Renzi) che invita al rispetto dell’articolo 32 della Costituzione: tutela della salute e possibilità di trattamento sanitario obbligatorio sulla base della legge. L’obiettivo è la quarantena per gli immigrati. Con 20 richieste, il voto potrà essere segreto (e rischioso). Inoltre, secondo la Lega, le firme dei capigruppo di maggioranza che approvano in anticipo la relazione di Renzi sarebbero false. (Marco Cremonesi) Partito spaccato e l’assemblea dei deputati evita riferimenti a espulsi e «clandestini» Eletto il nuovo capogruppo: vince Dadone ma al contestato Artini vanno 33 voti ❞ Grillo Visita medica agli immigrati: sconosciuto chi arriva coi barconi Cecconi Le parole di Grillo sul mandar via i clandestini erano un po’ forti, stonavano ROMA «Fuori dall’euro o sarà default». Beppe Grillo si dedica alla «sovranità monetaria» da recuperare. Ma il rilancio contro l’euro è l’altra faccia della sfida sull’immigrazione, appena lanciata tra espulsioni, Ebola ed Isis. Contenuti e toni virulenti che hanno creato più di un imbarazzo in un gruppo che è più a sinistra del suo leader e che è scosso dalla nuova ondata di purghe, culminata con l’espulsione dei quattro attivisti del Circo Massimo. Nuove espulsioni potrebbero esserci nei prossimi giorni tra i parlamentari, ma si parla anche di qualche addio spontaneo. Il giorno dopo le parole choc sull’immigrazione, fioccano precisazioni. Sul tema ci fu già una forte spaccatura, quando Maurizio Buccarella e Andrea Cioffi, che volevano l’abrogazione del reato di clandestinità, furono sconfessati dal blog ma riabilitati dagli iscritti. Grillo ci riprova e fa virare il Movimento a destra. L’assemblea di ieri si è spaccata sul prossimo capogruppo alla Camera: ha vinto il candidato di mediazione Fabiana Dadone con 44 voti, ma Massimo Artini, contestato nei giorni scorsi dal blog di Grillo, è riuscito a raggiungere quota 33 voti. La stessa assemblea ha prudentemente evitato ogni tema sensibile. Andrea Cecconi spiega: «Ci sono altre emergenze». Quella degli immigrati non lo è? «Grillo ha detto cose sensate. Certo, quel grassetto sul mandar via i clandestini era un po’ forte. Stonava un po’». Stonava parecchio, secondo molti, che lo sussurrano in pri- ❞ Buccarella È davvero arrivato il momento di uscire dalla trappola ideologica Fattori L’ebola? È difficile che arrivi con i barconi, non si parte dalle zone colpite vato e criticano anche Luigi Di Maio, reo di «dare la linea» prima di una discussione. Pubblicamente ci si arrampica sugli specchi. Buccarella la vede così: «Dobbiamo uscire dalla trappola dell’ideologia, stare lontani dal Salvini razzista e dal volemose bene della Boldrini». Grillo vuole la visita medica obbligatoria: «Chi arriva nei barconi è un perfetto sconosciuto». Vincenzo Santangelo minimizza: «Magari Ebola non arriva con i barconi». Elena Fattori esclude: «Difficile che arrivi nei barconi: gli emigrati non arrivano dalle zone dell’emergenza». La parola d’ordine è prendere le distanze dal Carroccio: «Niente di più sbagliato che accomunarci alla Lega», dice Danilo Toninelli. Lo pensa anche il leghista Matteo Salvi- «Inno razzista» Ukip sotto accusa Torna Gruber e si cerca un posto per Floris Polemiche in Gran Bretagna per una nuova iniziativa dello Ukip, il partito euroscettico alleato del M5S al Parlamento europeo (nella foto Epa il leader Nigel Farage ieri a Strasburgo). Questa volta si tratta di una canzone — Ukip calypso — realizzata per la raccolta fondi del partito. Il brano, cantato con un accento forzatamente caraibico, contiene frasi contro gli immigrati ed è stato definito «razzista» dai laburisti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Movimento di Emanuele Buzzi Matteo Richetti torna alla Leopolda: «Volendo, il mio intervento è già pronto». I renziani si mostrano stupiti ma non chiudono. «Porte aperte» assicura Edoardo Fanucci, uno dei 4 che condurranno la kermesse fiorentina. Nel 2011 al posto di Fanucci c’era proprio il rottamatore Richetti ad animare la Leopolda II: suo l’ultimo (applauditissimo) intervento prima della chiusura di Renzi, di cui allora era il braccio destro. Negli anni i rapporti tra Matteo&Matteo sono cambiati e la brutta storia delle primarie in Emilia ha fatto il resto. E se ora Richetti contesta i capisaldi dell’azione di governo, lo fa «in nome dello spirito originario della Leopolda». Il suo slogan? «Io sono più renziano di Renzi». (Monica Guerzoni) © RIPRODUZIONE RISERVATA Il piccolo esercito (diviso) di «cacciati» e fuoriusciti Gara per i nuovi simboli L’amarezza degli ex: democrazia eterodiretta da Casaleggio © RIPRODUZIONE RISERVATA E alla Leopolda rispunta il critico Richetti © RIPRODUZIONE RISERVATA Gran Bretagna © RIPRODUZIONE RISERVATA Lunedì 27 Lilli Gruber torna su La7 a Otto e mezzo dopo un’indisposi zione. Ora, in ottima forma, riprende il suo posto in tv (e in edicola con Tempesta, il nuovo libro che esce oggi per Rcs Libri). Giovanni Floris non riprenderà DiciannoveEquaranta, la fascia preserale lunedìvenerdì. La7 sta studiando un nuovo programma in prima serata sabato e domenica, da mettere a punto, ancora privo di titolo e data di partenza. C’è chi guarda al modello Fazio. Floris resta alla guida di DiMartedì. Il duello con Massimo Giannini (e con Rai3) non si tocca. (Paolo Conti) ni: «A Milano i grillini stavano con i centri sociali, non con noi». Sul fronte del dissenso, una manciata di deputati rimane in bilico espulsione. «Ma per un mese siamo a posto», assicura ironico Aris Prodani. Il clima è teso. La nuova resa dei conti è rinviata, ma tra i dissidenti c’è chi scalpita per andarsene, magari proprio nel vituperato Pd. Molti sono critici per le modalità di espulsione dei quattro del Circo Massimo. Christian Iannuzzi è «perplesso»: «Ieri ero a una conferenza in difesa di due lavoratori sospesi per aver espresso la loro opinione. Proprio dopo l’espulsione dei quattro che avevano avuto l’ardire di porre delle domande: ironia della sorte». Alessandro Trocino MILANO Nel 2011 erano in quattro. Assi calati sul tavolo della politica, il biglietto da visita del Movimento alle sue prime elezioni Regionali. Di quei quattro consiglieri eletti in Piemonte ed Emilia Romagna ne è rimasto soltanto uno: Davide Bono, fedelissimo della prima ora. Gli altri? Andrea Defranceschi, Giovanni Favia, Fabrizio Biolé: tutti espulsi. Sono vittime della Spoon river a Cinque Stelle, che ha visto protagonisti indistintamente attivisti (come quelli di Occupypalco), rappresentanti a livello locale (Raffaella Pirini, Marco Fabbri solo per citare alcuni nomi) fino ad arrivare ai parlamentari o interi gruppi di militanti, come insegna il caso di Cento. Numeri che crescono con il passare del tempo e danno l’idea di una erosione dolorosa della base anche per chi nel M5S continua a credere. Il primo a essere cacciato — dopo i successi del 2010 — fu Valentino Tavolazzi. Da allora la lista è cresciuta. Molti hanno dovuto subire le ire e/o le votazioni via blog. Le motivazioni sono state diverse: Marino Mastrangeli criticato per le presenze nei talk show, Antonio La vicenda ● Lunedì Grillo ha comunicato via blog l’espulsione dei 4 attivisti che con lo striscione #occupypalco chiedevano più trasparenza tra i 5 Stelle alla kermesse del Circo Massimo: Giorgio Filosto, Orazio Ciccozzi, Pierfrancesco Rosselli e Daniele Lombardi ● Il web non ha condiviso la decisione e in molti hanno criticato il leader Venturino — all’epoca vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana — per la restituzione della diaria. C’è chi ha deciso di abbandonare da solo la nave. «Me ne sono andata con le mie gambe e non seguo più le loro vicende: ormai li trovo fuori tempo massimo», chiarisce Paola De Pin, che spiega di aver «confidato Lo scenario Il senatore Campanella: non ci saranno smottamenti enormi nel giro di pochi mesi anche in Renzi all’inizio, ma poi sono rimasta delusa dal governo». La senatrice veneta ora vorrebbe una forza politica in grado di lottare «per la pace, con l’uscita dell’Italia dalla Nato, e per levarsi di dosso il cappio dei trattati europei». Molti però continuano a seguire a distanza gli strali di Beppe Grillo. «Sono differenti declinazioni di una attitudine ormai conclamata», puntualizza Francesco Campanella riferendosi alle recenti espulsioni. «Non accettano di essere contraddetti», spiega. E alla fine offre una sua visione su quello che è stato il suo periodo da pentastellato nelle istituzioni: «Siamo stati un elemento di stabilizzazione del sistema, emarginando quella parte del Pd che cercava di modificare lo status quo e che ora è stata messa all’angolo da Renzi». La delusione è ancora recente: Campanella è stato cacciato a febbraio insieme a Fabrizio Bocchino, Lorenzo Battista e Luis Alberto Orellana. A Palazzo Madama gli addii ormai hanno segnato quasi un terzo degli eletti. Più distante nel tempo è invece l’espulsione di Favia, forse il caso più discusso sulla Rete prima dell’approdo a Roma. «Quasi provo noia: chi è uscito da anni ha superato il lutto e ci ride su», dice l’ex. «Ora nell’immaginario collettivo i Cinque Stelle sono considerati come un partito, non hanno più l’aura scintillante di qualche tempo fa». E punge: «Sono passati dalla democrazia diretta a quella eterodiretta dai server di Casaleggio». Secondo Favia «l’Emilia Romagna è stata la culla del Movimento e proba- 4 gli attivisti del M5S espulsi per le critiche espresse alla kermesse del Circo Massimo 143 parlamentari rappresentano il Movimento 5 Stelle: 39 al Senato e 104 alla Camera bilmente sarà anche la sua tomba» mentre Campanella prevede, invece, che «non ci saranno smottamenti enormi nel giro di pochi mesi». Quello che è certo è che tra gli ex M5S è rimasta inalterata la passione per la politica. Favia è «un volontario, non candidato» (come l’altra ex Federica Salsi) per la lista di civiche federate «Liberi cittadini» che correrà alle Regionali a fine mese in Emilia Romagna. «Stiamo raccogliendo le firme, partecipare è già un successo», afferma. Alcuni hanno ben impressa la lezione di Grillo e si sono spinti a depositare un loro marchio (Bartolomeo Pepe con Movimento X, Orellana con Movimento Democratico, Campanella stesso con Italia lavori in corso, Bocchino con Democrazia attiva). Altri invece sono andati oltre, traghettando in altri gruppi o partiti. È il caso di Battista (in maggioranza con le autonomie), Vincenza Labriola (ora a Led con Gennaro Migliore) e Adriano Zaccagnini, passato a Sel, perché «bisogna attuare una forma di democrazia più innovativa. E quello spazio è a sinistra». C’è chi come Fabrizio Biolè ha vinto la sua battaglia: a maggio è diventato sindaco di Gaiola (Cuneo) con una lista civica. «Beppe ogni giorno riserva una sorpresa», commenta. E ripensando a quel poker di consiglieri calato alle Regionali 2010, ricorda: «Fu un mezzo miracolo. Certo vedere che ora è rimasto solo Bono fa pensare che l’eccezione sia lui». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 POLITICA 11 L’INTERVISTA CAMILLO RUINI L’ex presidente dei vescovi italiani: no alle unioni civili «Non parlerò più di valori non negoziabili Ma l’onda libertaria è destinata a defluire» Il profilo ● Nato a Sassuolo nel 1931, Camillo Ruini ha ottenuto la licenza in Filosofia e Teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma ● Ordinato sacerdote l’8 dicembre 1954, viene consacrato vescovo il 29 giugno 1983 ● Il 17 gennaio 1991 papa Giovanni Paolo II lo eleva arcivescovo e sempre Wojtyła lo crea cardinale il 28 giugno 1991 ● È stato presidente della Cei, la Conferenza episcopale Italiana, dal 1991 al 2007 ● Fino alla fine del 2012 è stato presidente della Commissione internazionale di inchiesta su Medjugorje e, fino a gennaio 2013, era a capo del Progetto culturale della Chiesa italiana. Attualmente è presidente del comitato scientifico della Fondazione Ratzinger di Aldo Cazzullo Eminenza, dal Sinodo esce una Chiesa divisa. Si è votato, le posizioni sostenute dal Papa hanno prevalso, ma di misura. Che impressione ne ha tratto? «Quella che papa Francesco ha espresso nel discorso conclusivo: non una Chiesa divisa, ma una Chiesa con posizioni differenti. Una Chiesa che è comunione: l’unico corpo di Cristo, in cui siamo membri gli uni degli altri. Mi pare un po’ forzato dire che certe posizioni erano sostenute dal Papa piuttosto che certe altre. Lui stesso ha voluto che ci fosse piena libertà di parola. Ed è anche molto arrischiato parlare di maggioranze e minoranze». Però si sono coagulati elementi di dissenso e di malumore verso Francesco. È normale? O ne possono derivare conseguenze negative? «Questi elementi ci possono essere, non è certo la prima volta. Accadde anche al Concilio. Conseguenze negative si possono verificare se qualcuno dimentica che il Papa è il capo e il fondamento visibile dell’unità della Chiesa». Francesco ha criticato «gli zelanti, gli scrupolosi, i premurosi, i cosiddetti tradizionalisti, gli intellettualisti». A chi si riferiva? «Ma ha criticato anche i buonisti, chi vorrebbe scendere dalla croce o truccare il depositum fidei per accontentare la gente. Collocare il Papa da una parte contro l’altra è fare il contrario di quanto il Papa stesso ci domanda». Nell’intervista con Ferruccio de Bortoli, Francesco ha detto di non riconoscersi nella formula dei valori non negoziabili. Ma quella formula è stata centrale negli ultimi anni per il Vaticano, e anche per la Cei. «La formula risale a una nota del novembre 2002 della congregazione per la dottrina della fede, guidata allora dal cardinale Ratzinger, che l’ha usata talvolta anche da Papa. L’espressione riguardava l’impegno dei cattolici nella vita politica e il senso era precisato nella nota stessa: serviva a distinguere le esigenze etiche irrinunciabili dalle questioni su cui è legittima per i cattolici una pluralità di orientamenti. Io stesso usai quella formula. Ma non amo fare questioni di parole e non ho difficoltà a rinunciare a un’espressione che in effetti è stata spesso equivocata; come se privasse i cattolici impegnati in politica della loro libertà e responsabilità, mentre si limita a richiamarli alla coerenza, affidando questa richiesta di coerenza alla libertà di ciascuno». È vero che un gruppo di cardinali durante il Sinodo è andato da Ratzinger per chiedere un suo intervento, ricevendone un rifiuto? «Non ne ho mai sentito parlare. Sarei un po’ sorpreso se si fosse verificato, senza che prima o poi qualche voce mi giungesse alle orecchie». Qual è oggi il ruolo del Papa emerito? Le capita di parlargli? «Sono stato a trovarlo due volte, l’ultima nel settembre scorso. Abbiamo parlato soprattutto di teologia. Il suo ruolo l’ha precisato lui stesso: non esercita alcuna funzione di governo; sostiene la Chiesa dal di dentro, con la preghiera e con la forza del suo pensiero teologico». È davvero impossibile dare la comunione a un divorziato senza violare l’indissolubilità del matrimonio? «Se il matrimonio rimane indissolubile, e quindi continua a esistere, contrarre un nuovo matrimonio sarebbe un caso di bigamia; e avere rapporti sessuali con altre persone sarebbe un adulterio. Non si può pretendere che il matrimonio sia indissolubile e che ci si possa comportare come se non lo fosse». Regola immutata, prassi più elastica: sarà questo il compromesso finale? «È probabile. Nella messa di ieri si cita un salmo che dice: “Verità e misericordia si sono baciate”. Questa idea è già nell’Antico Testamento, è nel mistero di Dio. Realizzarla nel mondo creato può essere faticoso. Ma abbiamo un anno di tempo per trovare la strada giusta». Lei ha parlato di diritto divino. Il Papa vi ha invitati a farsi sorprendere da Dio. «Io penso così, e devo dire quello che penso. Anche il Papa ha riaffermato l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà, la procreatività del matrimonio, in termini molto netti». Sta dicendo che Francesco ha cambiato linguaggio e temi, puntando sul sociale, ma non la dottrina? «Ogni Papa ha la sua sensibilità. Wojtyla era un polacco che si era temprato nella battaglia contro il comunismo, e per questo passò per un Papa conservatore: in realtà definiva il Concilio “la più grande grazia del XX secolo”. Ratzinger è un ❞ Gli omosessuali Sarà il tempo a dire se la Chiesa è in ritardo o in anticipo rispetto all’opinione prevalente Dipende da qual è il senso di marcia Su Marino La registrazione delle nozze gay? Un sindaco ha il diritto di sostenere le proprie posizioni, ma non può per questo violare leggi dello Stato I laici Ci sono editori laici che tendono ad appropriarsi del Papa per trasformarlo in sostenitore di tesi contrarie al cattolicesimo I buonisti Il Papa ha criticato anche i buonisti, chi vorrebbe scendere dalla croce o truccare il depositum fidei per accontentare la gente grande teologo tedesco. Francesco è il primo Papa latinoamericano, e ha una sensibilità diversa». La valutazione corrente è che la Chiesa sia passata dal conservatorismo al progressismo. È sbagliato? «L’ottica non è appropriata, ma se si vogliono usare categorie mondane si può dire anche questo. E può accadere che noi uomini di Chiesa diamo a questo linguaggio improprio qualche pretesto. Rimane il fatto che la Chiesa è una cosa diversa. È una comunione». Esiste oggi un’opposizione nella Chiesa? Con un suo capo? «Non c’è un’opposizione, e tanto meno un capo dell’opposizione. Non riesco a immaginare a chi si possa aver pensato per un ruolo di questo genere: nessuno ne ha la velleità». Ha letto il libro di Antonio Socci, «Non è Francesco»? «Non l’ho letto. Se vuole sapere cosa penso della tesi secondo cui il Papa sarebbe stato eletto invalidamente, le dico subito che la considero totalmente infondata e abbastanza ridicola. Non ho mai sentito un solo cardinale che abbia partecipato al conclave dire qualcosa che in qualche maniera le assomigliasse». Non trova che nell’editoria laica sia partito un «attacco da destra», che dà voce a una parte del mondo cattolico che non si riconosce in questo papato? «Un piccolo attacco di questo genere purtroppo esiste; forse anche per reazione alla tendenza di altri editori laici ad appropriarsi di papa Francesco, per trasformarlo in un sostenitore delle tesi contrarie al cattolicesimo. Le due cose si rimpallano; ma la potenza mediatica di questo secondo atteggiamento è molto più forte. Gli uni hanno i fucili ad avancarica, gli altri hanno l’aviazione». Insieme Strette di mano e sorrisi tra il cardinale Camillo Ruini e papa Francesco. Analizzando i lavori del Sinodo Ruini descrive la Chiesa non come divisa, ma «con posizioni differenti, una Chiesa che è comunione» 16 anni La durata dell’incarico da presidente della Cei del cardinale Camillo Ruini Simboli, vestiario, stile: l’hanno colpita le scelte di Francesco? Compresa quella di non vivere nell’Appartamento? «Mi hanno colpito molto, ma in maniera decisamente favorevole. Credo siano state una vera benedizione per la Chiesa: hanno contribuito a farle superare un momento difficile. In particolare, il Papa sta a Santa Marta non per motivi “ideologici”, ma perché si trova meglio a contatto costante con la gente, come ha detto lui stesso». Lei è d’accordo con il cardinale Scola, quando dice che la Chiesa è in ritardo sull’omosessualità? «La questione del ritardo o dell’anticipo dipende dalla direzione di marcia in cui si va. Quando da giovane sacerdote venivano a parlarmi e talora a confessarsi vari omosessuali, dicevano di trovare nella Chiesa un ambiente rispettoso e comprensivo. Di alcuni divenni amico. Adesso la Chiesa è considerata in ritardo perché continua a ritenere l’omosessualità non conforme alla realtà del nostro essere, che è articolata in due sessi dal punto di vista organico, psicologico e più in generale antropologico. Sarà il tempo a dire se, sostenendo questo, la Chiesa è in ritardo o in anticipo rispetto all’opinione prevalente». In Italia pare vicina l’intesa sulle unioni civili, con il consenso di Berlusconi. È un errore? «Su questo punto mi sono espresso al tempo dei Dico, e non ho cambiato parere. È giusto tutelare i diritti di tutti; ma i veri diritti, non i diritti immaginari. Se c’è qualche diritto attualmente non tutelato che è giusto tutelare, e ne dubito, per farlo non c’è bisogno di riconoscere le coppie come tali; basta affermare i diritti dei singoli. Mi pare l’unico modo per non imboccare la strada che porta al matrimonio tra coppie dello stesso sesso». Ma in Italia si parla di unioni civili, non di matrimonio. «Se il contenuto è molto simile, serve poco cambiare il nome del contenitore». Cosa pensa di Marino che a Roma registra le nozze gay? «Un sindaco ha il diritto di sostenere le proprie posizioni, ma non può per questo violare le leggi dello Stato». Ci sarà anche in Italia un movimento di protesta? «Nessuno può escluderlo. In Francia il movimento “Manif pour tous” non è certo stato organizzato dalla Chiesa: è una forza grande e variopinta, che ha indotto il governo a essere più prudente». Sta dicendo che l’ondata libertaria può defluire? «Negli Anni 70 anche molti non marxisti erano convinti che il marxismo fosse un orizzonte insuperabile per la cultura e la storia. Ma poi il marxismo si è dissolto e sono subentrate prospettive diverse. Allora mi occupavo di giovani: nel giro di pochi anni è cambiato tutto; Marx non interessava più. Non so dire se accadrà qualcosa di analogo con l’attuale tendenza libertaria; ma non lo escludo». © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera 12 Esteri Canada, soldato ucciso: ipotesi terrorismo A Londra Il militare investito con un commilitone da un uomo risultato connesso all’estremismo islamico I video dell’Isis incitavano a compiere attentati in Occidente anche usando le automobili «Se non riuscite a trovare una bomba o un proiettile... usate la vostra auto e investiteli». Il consiglio, rivolto ai mujaheddin in Occidente, è stato lanciato esattamente un mese fa da Abu Muhammad al Adnani. In un lungo audio il portavoce ha spiegato come condurre la jihad da soli contro gli americani e i loro alleati. Il messaggio è stato raccolto da Martin Rouleau, un convertito canadese che ha ucciso con la sua vettura un soldato e ne ha ferito un secondo. Poi è stato colpito a morte dalla polizia. L’attentato, avvenuto a SaintJean-sur-Richelieu, un sobborgo di Montréal (Canada), è un episodio angosciante. Per la povera vittima, Patrice Vincent, di 53 anni, e per lo scenario che apre. Quello del terrorista solitario deciso a colpire con qualsiasi mezzo e senza (o quasi) alcun supporto. Come dice al Adnani può bastare anche una «pietra per spaccare la testa ai miscredenti». Rouleau, che aveva cambiato il nome in Ahmad ed era finito nella lista dei sorvegliati per le sue idee estremiste, ha preparato un vero agguato. Il militante è arrivato con la sua auto in un parcheggio a pochi metri dalla sede di un’associazione che assiste i veterani. Poi ha atteso paziente le sue prede. Due WASHINGTON ● Il caso canadese ricorda quello del soldato britannico Lee Rigby (foto), ucciso il 22 maggio 2013 a 25 anni. Rigby stava tornando a casa dalla sua caserma nel Sudest londinese quando fu aggredito a colpi di coltello e mannaia da due ventenni britannici di origini nigeriane che tentarono di decapitarlo. Il 26 febbraio 2014 i due assassini sono stati condannati all’ergastolo ore dopo ha lanciato l’attacco investendo una coppia di militari, tra cui Vincent. Quindi è scappato e ha chiamato il centralino della polizia rivendicando l’attacco. Ma non è andato troppo lontano. Inseguito da una pattuglia, ha cercato di forzare il posto di blocco, manovra non riuscita a causa di una banda chiodata. Finito fuori strada, è uscito dall’auto brandendo un pugnale e gli agenti lo hanno ucciso. Il protagonista ha probabilmente avuto la fine che cercava. Il «martirio». Venticinque anni, passato un anno fa nelle file dell’integralismo radicale, Martin Ahmad Rouleau era noto alla polizia che aveva deciso di togliergli il passaporto in quanto pensavano potesse recarsi in Siria o in Iraq. Il suo nome era in una lista che contiene le identità di circa 80 persone, figure ritenute po- Siria L’orrore del padre che lapida la figlia Un nuovo video dell’orrore è stato diffuso su Internet. Mostra la lapidazione di una giovane donna, accusata di adulterio. Le immagini fuori fuoco raccontano la tragedia in pochi secondi: la donna che, in ginocchio, chiede pietà, il padre (a sinistra) che la lega e la trascina davanti a un gruppo di uomini armati, la voce del capo banda (affiliato all’Isis in Siria) che intima alla poveretta di «pentirsi» perché sta per andare nell’aldilà. Infine la pioggia di pietre e la più grossa, forse quella mortale, è proprio il padre a lanciarla sul capo della vittima in un rituale spietato, inumano. tenzialmente pericolose. Una parte di quei 130 (o forse più) canadesi che hanno aderito a formazioni terroristiche mediorientali. Presenza non segreta. I militanti canadesi sono molto attivi anche sul Web dove partecipano allo sforzo propagandistico dell’Isis attraverso messaggi via Twitter e video. Con la sua azione, Rouleau ha imboccato il sentiero di lotta di altri qaedisti. Nel maggio del 2013 un militare britannico è stato sgozzato in una via di Londra da una coppia di terroristi fai-da-te. Un piano simile sarebbe stato poi sventato di recente in Australia dove una cellula aveva intenzione di rapire una persona per poi decapitarla filmandone la fine. L’intelligence occidentale, dopo i recenti successi e gli eccessi dell’Isis, ha rilevato come sia cresciuto il fervore tra i simpatizzanti del movimento. I giovani come Ahmad si «caricano» guardando i video con le decapitazioni degli ostaggi, auspicano «partite a calcio» con la testa delle vittime e sognano di passare all’azione. Al fronte o, nel caso non possano partire, nella loro città. Guido Olimpio @guidoolimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 ESTERI 13 Il ricordo Il manager: «Era galante e inflessibile» Il profilo ● Christophe de Margerie era nato in Vandea 63 anni fa, nipote di Pierre Taittinger, il fondatore dell’impero dello Champagne. Cresciuto in una famiglia di diplomatici e imprenditori, decide di non occuparsi delle vigne di famiglia ● Dopo il diploma all’Escp Europe (l’École Supérieure de Commerce de Paris), entra alla Total nel 1974. Vent’anni dopo guida la società in Medio Oriente. Nel 2007 arriva ai vertici della maggiore compagnia petrolifera di Francia ● Total è quotata con un valore di mercato di 102 miliardi di euro, rappresenta il quarto più grande gruppo petrolifero e del gas dell’Occidente, dietro Exxon, Royal Dutch Shell e Chevron. La Russia rappresenta circa il 9 per cento della produzione di petrolio e di gas di Total nel 2013 Muore il ceo di Total amico di Putin L’ultimo discorso contro le sanzioni Il suo jet privato si schianta su uno spazzaneve «manovrato da un ubriaco» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La natura avventurosa di Christophe de Margerie è venuta fuori dopo, nel corso della lunga carriera tutta fatta all’interno di Total. Gli esordi professionali invece furono poco audaci: leggenda vuole che a 24 anni, finiti gli studi, de Margerie declinò le offerte di Alcatel e Ibm preferendo Total perché la sede del colosso energetico era vicina, proprio a due passi dalla casa di famiglia, nell’altoborghese XVI arrondissement di Parigi (il nonno Pierre fu il fondatore dello champagne Taittinger). Era il 1974, l’anno successivo allo choc petrolifero, e oltretutto le compagnie europee non sembravano destinate a un grande avvenire; eppure quarant’anni dopo Christophe de Margerie lascia Total all’11esimo posto nella lista Fortune delle più grandi imprese al mondo, la prima tra le francesi, con quasi nove miliardi di euro di profitti nel 2013. Nel tempo «Big Moustache», come lo chiamavano per i baffoni bianchi da birraio austroungarico, ha saputo costruirsi una personalità imponente, lontana dalla riservatezza e dalla prudenza consigliate dal ruolo. L’uomo che voleva lavorare vicino a casa ha finito per attraversare il mondo con il suo jet privato, soprattutto in Medio Oriente e Africa, alla caccia di nuovi giacimenti e affari, in- PARIGI fischiandosene delle aree di influenza dei concorrenti e soprattutto dell’opportunità politica. Grazie a lui Total oggi è presente in 130 Paesi, «e do per scontato che di tanto in tanto, in qualcuno di questi, ci siano dei problemi», diceva a chi gli rimproverava anni fa di non avere abbandonato la Birmania dei generali. L’Occidente vara sanzioni contro la Russia, i suoi leader sono sulla lista nera? Il primo settembre scorso il presidente della Duma, Sergej Narychkin, viene comunque a Parigi aggirando l’embargo, e trova ad accoglierlo all’ambasciata di Rus- Scomparso Christophe de Margerie aveva 63 anni. Era soprannominato «Big Moustache», Grande Baffo Il caso Mattei Il disastro di Bascapè 1962: il relitto del volo sul quale viaggiava il presidente dell’Eni Enrico Mattei, 56 anni. Il bimotore che rientrava a Milano precipitò vicino a Bascapè. Stabilita nel 2005 la natura dolosa dell’incidente. sia — unico francese — l’amico Christophe de Margerie. All’inizio della sua carriera Total si approvvigionava al 30% in Europa, nei giacimenti del Mare del Nord; oggi quel livello è sceso al 17%, mentre gli affari con la Russia sono passati dall’1% di 10 anni fa al 9% del 2013 e — almeno prima della scomparsa di de Margerie — erano destinati ad aumentare ancora, grazie anche allo stretto rapporto personale con il presidente Putin. Po c h e o r e p r i m a d e l l o schianto, lunedì sera, Christophe de Margerie ha parlato al Foreign Investment Advisory Council di Mosca, che riunisce il governo russo e i manager delle aziende internazionali. «Siamo contrari alle sanzioni — ha ribadito nell’ultimo discorso —, e fedeli all’impegno con la Russia». Poco prima della mezzanotte, il Falcon 50 del capo di Total ha cominciato il decollo dall’aereoporto di Vnukovo, ma il carrello ha urtato contro un mezzo spazzaneve. Uno dei motori ha preso fuoco, l’aereo è crollato a terra uccidendo Christophe de Margerie e i tre membri dell’equipaggio. L’uomo alla guida dello spazzaneve, subito incolpato come «ubriaco», si dichiara innocente. Gli investigatori seguono anche la pista di un errore della torre di controllo. Stefano Montefiori @Stef_Montefiori ❞ Inquirenti Non è stata una serie di terribili circostanze ma la criminale negligenza dei responsabili ❞ Difensore Tragica fatalità L’autista dello spazzaneve non ha bevuto alcolici perché è cardiopatico «Un uomo dal tratto personale accattivante, galante con le signore, un gentiluomo con tutti. Ma anche uno sciovinista per il bene della sua compagnia e aggressivo fino all’eccesso nei negoziati». Stefano Cao, ora consigliere di A2A ma fino al 2008 direttore generale della divisione Exploration and Production dell’Eni, ha ricordi «genuini» di Christophe de Margerie, il numero uno del colosso petrolifero francese Total scomparso l’altra notte. Cao, che è rimasto «molto colpito dalla notizia», conosceva molto bene de Margerie: «Dal 2000 al 2008 è stato la mia controparte nei negoziati tra Eni e Total — racconta —. Lui veniva dall’upstream (ricerca e produzione, ndr). Era un gran lavoratore. Fuori dall’ambito lavorativo era gioviale e aveva charme. Una volta fu anche ospite dell’Eni a una prima della Scala. Ma al tavolo delle trattative era estremamente agStefano Cao Il consigliere di A2A, ex Eni, ha conosciuto bene de Margerie gressivo e se riteneva di avere ragione non faceva passi indietro. Avrebbe potuto scegliere una vita diversa. Proveniva da una famiglia ricca e nobile produttrice di champagne. Gli chiesi perché decise di sporcarsi le mani con un business così complesso e impegnativo come quello del petrolio, che ti porta a viaggiare in tutto il mondo. Mi disse che la vita del coltivatore di vigna non era adatta a lui». Negli anni della frequentazione tra Cao e de Margerie più volte tornò la voce di una fusione tra Eni e Total. «Concettualmente se ne parlò diverse volte — ricorda — nelle lunghe ore che abbiamo condiviso sull’aereo dell’Eni o di Total. L’idea era di costruire un campione europeo in risposta al consolidamento delle grandi americane come Exxon e Mobil. Del resto il portafoglio degli asset minerari di Total ed Eni è complementare. I vantaggi sarebbero stati tanti, ma c’era un problema irrisolvibile: alla fine della fusione il gruppo TotalEni si sarebbe trovato con un singolo maggior azionista che è lo Stato italiano». Difficile da accettare per un francese. Francesca Basso © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA UNA MARCIA IN PIÙ ALLE TUE DIFESE? SU CON IMMUNO Per preparare il tuo organismo all’arrivo della stagione fredda e quando le tue difese immunitarie sono messe a dura prova dalle molteplici situazioni di stress, SU con Sustenium Immuno Energy. 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Le Borse internazionali hanno tuttavia reagito bene: i timori erano in effetti per una frenata più consistente, sotto il 7%. Un ulteriore calo cinese spingerebbe tuttavia al ribasso anche la crescita degli Stati PECHINO N on è la prima volta che un presidente a metà del suo mandato alla Casa Bianca soffre di un drammatico calo della popolarità. Successe perfino a Bill Clinton. George Bush otto anni fa risolse il problema limitando le sue apparizioni a qualche cena per la raccolta di fondi elettorali. Fu sbeffeggiato dalla stampa perché i candidati repubblicani alle elezioni di mid term non ne volevano sapere di dividere il palco dei loro comizi col presidente. Nessuno, fino a qualche tempo fa, immaginava che qualcosa del genere potesse avvenire anche con un Barack Obama. Invece è successo: anche lui una presenza ingombrante nella difficilissima campagna elettorale dei democratici: una sconfitta già messa in conto al presidente che aveva suscitato più speranze e che, quindi, è diventato il catalizzatore di tutte le delusioni. Ma Barack, al quale non fa difetto l’orgoglio, non ha accettato il ruolo di presidente invisibile. Dopo aver limitato per molte settimane la sua attività di partito alle cene per il fund raising, ha voluto provare a smentire i suoi critici presentandosi a qualche comizio. I risultati sono stati talmente deludenti da spingere perfino un giornale «amico» come il Washington Post a parlare in un editoriale di «presidente paria». Il giornale ironizza su un presidente invisibile e intoccabile che viaggia su un visibilissimo jumbo jet. Che fare se Barack ha indici di gradimento molto bassi soprattutto negli Stati dove i conservatori sono più forti? Gli strateghi hanno deciso di mandare i personaggi più popolari — Michelle Obama, il vicepresidente Joe Biden e anche Bill Clinton — nei collegi «di confine», dove la partita elettorale è ancora aperta. L’«onore» di condividere il palco col presidente è stato riservato a candidati di collegi sicuri, coi democratici in vantaggio di almeno dieci punti nei sondaggi: un comizio a Chicago, nel suo Stato, l’Illinois, e un altro in Maryland, alle porte di Washington. Qui nel 2012 Obama prese il 90 per cento dei voti. Spalti gremiti, ma l’iniziale calore svanisce nelle pieghe di un discorso notarile. La gente comincia a defluire quando Barack non è ancora a metà del suo intervento. Un clima da sconfitta annunciata. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alti e bassi Il Pil cinese Soglia di povertà in Cina *Terzo trimestre 15 14,2 12 9 9,6 9,2 10,4 9,3 7,8 7,6 7,3* 2012 2013 2014 6 2007 2008 2009 2010 2011 1 dollaro al giorno Secondo le statistiche ufficiali cinesi 82 milioni di poveri 1 dollaro e 25 Criterio della Banca Mondiale 200 milioni di poveri Corriere della Sera Uniti: un punto percentuale in meno nell’espansione del Pil a Pechino, secondo Moody’s Analytics, ha lo stesso effetto negativo di un aumento di 20 dollari nel prezzo del barile di petrolio. Il danno sarebbe anche più grave per i produttori di materie prime, dall’Australia all’Indonesia e al Brasile, che contano su una forte domanda dell’industria cinese. Però, nel 7,3 per cento del trimestre luglio-settembre, gli analisti leggono anche elementi di ottimismo. Anzitutto, la Cina si è impegnata nella ristrutturazione della sua economia, che per decenni si è retta sulle esportazioni spinte dal basso costo del lavoro e sugli investimenti enormi in infrastrutture e sviluppo edilizio. Un sistema oggi insostenibile. La Fabbrica del Mondo soffre di un eccesso di capacità produttiva; il settore immobiliare, che conta per circa un quarto del Pil se si considerano le industrie dell’acciaio, del ce- mento, delle finiture, fa temere la bolla. Ci sono 10 milioni di case invendute. Così, la nuova formula di riequilibrio verso una crescita sostenibile punta sulla domanda interna. Meno investimenti, meno debito e più consumi. E su questo versante la lunga marcia procede in modo confortante. Ieri mattina l’Ufficio Statistiche di Pechino ha detto che i consumi hanno contribuito per il 48,5% al Pil quest’anno, scavalcando in modo sensibile gli investimenti (quindi l’indebitamento) scesi al 41%. Buono anche il dato della produzione industriale, risalita al +8% a settembre su base annua, rispetto al +6,9 di agosto (sempre che dietro non ci siano «aggiustamenti» statistici, sempre possibili secondo i costumi di Pechino). Ormai il governo comincia a preparare il terreno per un ulteriore rallentamento e prevede di non porre più un obiettivo fisso di crescita, ma una forchetta, a partire dal 2015: in modo di non perdere la faccia in caso di fallimento. Il problema, anche qui, è il lavoro: una crescita al 7%, che sarebbe miracolo in Occidente, in Cina non basta: si calcola che serva almeno un 7,2% per creare ogni anno i 10 milioni di posti di lavoro attesi dal miliardo e trecento milioni di cinesi. Il partito comunista, riunito da lunedì nel conclave segreto del Plenum, sente la pressione. G. Sant. © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il caso Hong Kong, il voto e il rischio «poveri» di Guido Santevecchi Perché le autorità di Hong Kong non possono accogliere le richieste degli studenti per candidature libere nell’elezione del governatore del 2017? Semplice: se i candidati fossero scelti dalla gente e non dal comitato elettorale devoto a Pechino, la popolazione che guadagna meno, i poveri, potrebbero dominare il processo elettorale. Lo ha spiegato l’attuale Chief Executive CY Leung: «È solo una rappresentazione numerica, perché ovviamente prevarrebbe quella metà della popolazione di Hong Kong che guadagna meno di 1.800 dollari al mese e si finirebbe con quel tipo di politiche». Quindi a Hong Kong, che fa parte della Cina, i poveri non possono pesare troppo. Ieri sono cominciati i colloqui tra governo locale e studenti, dopo 23 giorni di occupazione delle strade. E il governatore ha offerto un compromesso sulla commissione elettorale (1.200 membri) in modo da renderla «più democratica». «Ma attenti a non sfidare la pazienza di Pechino», ha concluso. La repressione è dietro l’angolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 ESTERI 5 anni a Pistorius Ma potrebbe uscire tra soli 10 mesi La sentenza per l’uccisione della fidanzata La vittima ● Reeva Steenkamp aveva 29 anni: originaria di Città del Capo, laureata in Legge, faceva la modella a Johannesburg. Da pochi mesi frequentava Oscar Pistorius ● Uccisa a colpi di pistola la notte di San Valentino a casa Pistorius, Pretoria. Oscar dice di avere sparato pensando che ci fossero degli intrusi in bagno Soddisfatti e rilasciati. Condannato sulla carta a 5 anni Oscar Pistorius potrà uscire di prigione tra 10 mesi: per la famiglia della vittima «giustizia è fatta», per la famiglia dell’omicida «non ci sarà ricorso». Dopo sette mesi di processo la sentenza annunciata ieri mattina dalla voce sottile della giudice Thokozile Masipa ha messo d’accordo offensori e offesi. Soltanto la pubblica accusa rappresentata dal procuratore Gerrie Nel, le battagliere donne dell’Anc e la maggioranza del popolo dei social network giudicano la condanna troppo mite per l’atleta soprannominato Blade Runner, il campione delle Paraolimpiadi che la notte di san Valentino del 2013 ha ucciso con quattro colpi di pistola la fidanzata e modella Reeva Steenkamp. Gerrie Nel ha lasciato sconfitto il tribunale su Madiba Street a Pretoria, con un trolley di documenti che non sono bastati: chiedeva almeno 10 anni di carcere per l’uomo che secondo l’accusa dopo un litigio ha volutamente sparato a Reeva chiusa nella toilette di casa Pistorius intorno alle 3 di quella notte. Il procuratore-mastino dai denti spuntati avrà due settimane per valutare se fare ap- La giudice ● Thokozile Masipa, 67 anni, nata e cresciuta a Soweto. Prima di entrare in magistratura ha fatto la cronista giudiziaria ● In Sudafrica non esistono le giurie popolari. Il verdetto nei casi come il processo a Oscar Pistorius viene deciso da un singolo giudice. L’accusa ha 15 giorni per fare appello pello. Il rivale vincitore, l’avvocato Barry Roux, si è guadagnato i 10mila dollari di parcella quotidiana. La difesa accetta la condanna, anche perché quei 5 anni sono giusto quanto permetterà alle autorità carcerarie di mandare agli arresti domiciliari Oscar dopo un sesto della pena passato in carcere. Un anno in più e avrebbe scontato la condanna interamente in prigione. Così passerà dietro le barre del Kgosi Mampuru (ex Pretoria Central) il suo ventottesimo compleanno, il 22 novembre, ma è probabile che il ventinovesimo lo farà a casa, forse nella residenza dove ha vissuto gli ultimi 20 mesi, la villa di zio Harnold che nella vita gli ha fatto da padre e al processo da portavoce. L’aula gremita ha accolto in silenzio la decisione della giudice su «come bilanciare pietà e giustizia». Una sentenza più lunga «avrebbe distrutto l’imputato» ha detto Masipa. Oscar è scivolato fuori senza mostrare emozioni. Venti mesi fa aveva atteso a occhi chiusi la decisione del giudice che lo ha mandato libero su cauzione in attesa del processo. In un’intervista alla Cnn l’altro giorno aveva detto di essere pronto al carcere: «Cercherò di rendermi In carcere Oscar Pistorius, 27 anni, lascia il tribunale (Ansa/Ihasaan Haffejee) utile, insegnando a leggere e scrivere oppure organizzando una palestra per i detenuti». Il mese scorso la giudice Masipa, cresciuta sotto l’apartheid (portava il tè ai signori bianchi) ed ex reporter giudiziaria, lo ha condannato per omicidio colposo e non premeditato come chiedeva l’accusa. A quel punto è diventato improbabile sfuggire del tutto alla detenzione. Il Sudafrica è un Paese vio- lento specie con le donne (almeno due omicidi al giorno): «Una condanna troppo lieve intaccherebbe la rispettabilità della giustizia - ha spiegato Masipa - inducendo le vittime a farsi giustizia da sè». E dando l’impressione «che esiste una legge per i poveri e un’altra per i ricchi e i famosi». E’ andata così? Cinque anni/ uno, più una pena accessoria (e sospesa) di 3 anni per aver fatto 17 partire un colpo di pistola in un ristorante. I primi delusi avrebbero dovuto essere i familiari di Reeva, sempre presenti alle udienze. La madre June, l’unica ad aver mai parlato al telefono con il fidanzato della figlia, la più tenace e loquace nel chiedere «perché è stata uccisa la ragazza migliore del mondo», aveva criticato la scelta di condannare Oscar soltanto per omicidio colposo. Poi nei giorni scorsi l’avvocato Roux ha velenosamente parlato in aula di quei 700 dollari mensili che Pistorius ha passato ai genitori di Reeva dopo la morte. Anche questo forse ha indebolito la credibilità e lo sdegno della famiglia. Ieri il padre della «bikini model» uscendo dal tribunale ha detto quietamente: «Siamo soddisfatti». Anche Oscar? Non ha più un soldo. Carriera finita: il comitato Paraolimpico esclude che il più famoso atleta con le protesi possa correre a Rio 2016 e in ogni altra competizione per 5 anni. Anche se la famiglia dice che Pistorius si disferà delle sue pistole, dei fucili e del porto d’armi, sarà difficile togliergli di dosso la nuova etichetta di Blade Gunner. Certo non «marcirà in galera» come avevano chiesto le donne dell’African National Congress (Anc), il partito anti apartheid di Nelson Mandela che guida il Sudafrica dalle prime elezioni del 1994. Il fronte femminile dell’Anc ha protestato ieri chiedendo alla procura di fare appello. Su Twitter Msabala Sithembiso riassume così l’amarezza della maggior parte dei commenti (anti-Pistorius) sui social network: «Se uccidi un rinoceronte ti becchi 10-15 anni, se uccidi un essere umano te la cavi con cinque». Michele Farina @mikele_farina © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera 18 Cronache L’INCHIESTA IL CARO MEDICINE Il caso del farmaco contro l’epatite C che può affondare la sanità italiana ❞ Luca Pani Presto arriveranno molti principi attivi ad alto costo ❞ Garattini Come stabilire i margini di profitto resta un mistero ❞ De Braud Il cambio di marcia è arrivato con i farmaci per l’Aids Un farmaco per l’epatite che costa 40 mila euro all’anno per ogni paziente, uno per il melanoma che ne costa 80 mila. E i prezzi cambiano radicalmente da Paese a Paese. Che cosa succede nel mercato dei farmaci? È nato un cartello per un rialzo indiscriminato? Che ne sarà di un Sistema sanitario come il nostro? Bancarotta inevitabile e medicine solo per i ricchi? Andiamo con ordine. Il caso che ha fatto più scalpore è quello del Sofosbuvir, farmaco per l’epatite C dell’americana Gilead. L’azienda ha trovato un accordo con Aifa (Agenzia italiana del farmaco), che prevede per ora la distribuzione a carico del Ssn (Servizio sanitario nazionale) solo a una parte dei portatori del virus dell’epatite C (Hcv), selezionati, sostanzialmente, in base a criteri di gravità. Il prezzo che lo Stato corrisponderà a Gilead non è noto, anche perché dipenderà da valutazioni durante e dopo la cura (efficacia e altro). Il clamore destato dal caso è dovuto al fatto che in Italia ci sono circa 1,5 milioni di persone portatrici del virus Hcv, e se il Servizio sanitario volesse garantire la cura a tutti brucerebbe metà del proprio budget. In realtà, però, già da anni il prezzo dei farmaci è salito moltissimo: diverse recenti molecole contro i tumori costano anche più del Sofosbuvir ma hanno destato meno attenzione perché il loro «bacino d’utenza» è inferiore e perché per diverse di esse ci sono test capaci di predire a chi serviranno davvero. Due elementi che ne riducono, almeno in parte, il peso sui conti pubblici. In ogni caso la crescita dei prezzi, in prospettiva, mette a rischio la tenuta del nostro modello di assistenza sanitaria. «Anche perché nei prossimi anni arriveranno molti principi attivi ad alto costo» precisa Luca Pani, direttore dell’Aifa, «soprattutto contro tumori, malattie infettive, sclerosi multipla, Alzheimer, e pre Alzheimer». Ma che cosa giustifica questa impennata dei costi? Il prezzo di un farmaco viene deciso dall’azienda che ne detiene il brevetto che, alle spese sostenute per ricerca e sviluppo, aggiunge il proprio margine di profitto. Il modo in cui viene stabilito tale margine è molto difficile da appurare. «Quasi impossibile, un vero segreto» chiosa Silvio Garattini, direttore dell’Istituto farmacologico Mario Negri di Milano. Dunque prezzi alti per voracità crescente di amministratori delegati che rispondono ad azionisti sempre più esigenti e impersonali ? «I prezzi aumentano perché qualche anno fa bastavano al- cune centinaia di milioni di euro per sviluppare un farmaco, mentre ora servono 1-1,5 miliardi — replica Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria —. E solo una molecola su 10 mila arriva sul mercato. Se la ricerca non fosse remunerata non la farebbe nessuno». Ma quando hanno cominciato a cambiare le cose? «Il cambio di marcia è arrivato con i farmaci per l’Aids» precisa Filippo de Braud, direttore del dipartimento di oncologia sperimentale all’Istituto dei tumori di Milano e consulente Aifa 40 Mila euro Il costo in Gran Bretagna di un ciclo di Sofosbuvir (farmaco per l’epatite C). In Egitto, la stessa cura costa 674 euro. Negli Stati Uniti si aggira attorno ai 54 mila dollari dal 2000 al 2012. «Potenti gruppi di pazienti hanno fatto pressione a livello sociale, e chi ha trovato le soluzioni ha potuto venderle bene. Il resto è venuto dopo. Le aziende farmaceutiche non sono diverse dalle altre. Se le condizioni sono favorevoli non ci si può aspettare che non ne traggano beneficio». La percezione, però, è che il mercato sia diverso da quello di altri beni. «Le aziende farmaceutiche hanno il vantaggio di non doversi “creare” i clienti, perché sono garantiti da bisogni già esistenti» puntualizza Polonia «Rigenerato» il midollo spinale Garattini. «E quando provano a creare il bisogno, cioè cercano di “medicalizzare” la nostra vita, creano grossi problemi». Nel caso dell’epatite C il bisogno non è stato necessario crearlo, però siamo di fronte a un apparente paradosso: chi ha la soluzione la vuole vendere a un prezzo così alto da renderne quasi impossibile l’acquisto. «Infatti le aziende si guardano bene dal fare gli stessi prezzi ovunque. Il Sofosbuvir costa 40 mila euro a ciclo in Gran Bretagna e 674 euro in Egitto (60 volte meno, ndr)», continua Garattini. «Negli Usa il prezzo proposto da Pharmasset, l’azienda detentrice del brevetto poi acquisito da Gilead, era di 34 mila dollari» aggiunge Pani. «Gilead lo ha portato a 54 mila dollari e il Senato Usa ha avviato perciò un’indagine, cui l’azienda ha risposto con 18 mila documenti». «Almeno per l’Europa sareb- In Italia Se tutti i malati dovessero essere curati se ne andrebbe metà del budget Paralizzato alle gambe torna a camminare dopo un trapianto di cellule del naso di Mario Pappagallo Un pompiere polacco di 40 anni è la prima persona al mondo a essere tornata a camminare dopo un rivoluzionario trapianto di cellule. Darek Fidyka (nella foto) accoltellato nel 2010 dall’ex della sua compagna era rimasto paralizzato dalla vita in giù. Il suo midollo spinale (tagliato di netto) è stato ora «riparato» da un trapianto di cellule del suo sistema olfattivo. Quelle unità nervose che nel naso svolgono la funzione di individuare e riconoscere profumi e odori. Il trapianto è stato effettuato da chirurghi polacchi e scienziati britannici. «È stato raggiunto qualcosa di più impressionante dell’uomo che cammina sulla Luna», ha detto Geoff Raisman, dell’Istituto di Neurologia dell’University College of London che ha guidato il team britannico. Fidyka è stato operato due volte in Polonia dall’équipe di Pawel Tabakow, università di Breslavia, che da 12 anni lavora a questa ipotesi di cura. © RIPRODUZIONE RISERVATA be meglio avere un prezzo unico, ma non c’è la volontà politica di farlo» continua Garattini. «L’Italia lo ha chiesto» interviene Pani. «Ma alcuni Stati si sono opposti». «Del resto che non ci sia abbastanza coesione lo dimostra la fatica che si fa a ottenere trasparenza» chiude Garattini. «Basti pensare che finora non è stato possibile consultare le sperimentazioni presentate dalle aziende all’Agenzia europea». Problema superato, almeno in parte, da pochissimo. «Grazie a un grosso sforzo delle delegazioni italiane — spiega Pani — il 2 ottobre è stato decretato che a partire dell’anno prossimo i dossier saranno accessibili a tutti, salvo alcune parti coperte dal segreto industriale». L. Rip. © RIPRODUZIONE RISERVATA I L N U O V O R O M A N Z O D I IL RITORNO DI PIETRO PALADINI PROTAGONISTA DI CAOS CALMO IN LIBRERIA Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 CRONACHE 19 I costi per i cittadini e il Sistema sanitario in Italia 1 2 3 Condivisione dei costi Condivisione del rischio Pagamento a seconda dei risultati 26,1 miliardi Sconto fisso sul prezzo per i primi cicli di trattamento per tutti i pazienti entrati in terapia (indipendentemente dagli esiti) Sconto fisso (spesso 50%) sul prezzo per i primi cicli di trattamento, ma solo sui casi di insuccesso (documentati) Rimborso (spesso 100%) del costo sostenuto per i pazienti che non rispondono al farmaco (in base a risultati documentati) 1,7% L’incidenza della spesa farmaceutica sul Prodotto interno lordo nazionale 75,4% La quota di spesa farmaceutica rimborsata dal Servizio sanitario nazionale di euro La spesa farmaceutica complessiva nel 2013 (pubblica e privata) +2,3% L’aumento della spesa farmaceutica complessiva nel 2013 rispetto al 2012 LA SPESA FARMACEUTICA TERRITORIALE Spesa pubblica Spesa privata Comprende i farmaci venduti in farmacia e quelli distribuiti direttamente dalle Asl (In milioni di euro) 14.000 12.000 10.000 8.000 6.000 6.406 milioni di euro La spesa farmaceutica a carico del cittadino (composta soprattutto di farmaci in classe C con obbligo di ricetta medica) 4.000 2.000 0 19 86 19 88 19 90 19 92 19 94 19 96 19 98 20 00 20 02 20 04 20 06 20 08 20 10 20 1 20 2 13 COSÌ SI LIMITA IL RISCHIO DI SPESA Fonte: Rapporto Osmed luglio 2014 (su dati 2013) Il meccanismo di Luigi Ripamonti Corriere della Sera Così lievitano i prezzi Le trattative partono dai Paesi più generosi Gli esperti: bisognerebbe pagare quando i risultati sono certi I farmaci, per essere approvati a livello europeo, non hanno bisogno di dimostrarsi superiori agli altri: basta che non siano inferiori. Ma come si arriva a determinare il prezzo di una medicina? La distribuzione di un farmaco nei Paesi dell’Ue viene autorizzata dall’Ema (European medicine agency). Allo scopo, il produttore deve presentare un dossier con tutti gli studi necessari (sperimentazioni di fase I, II, e III, quelle su un largo numero di pazienti). In base a questi dati, l’Ema valuta sicurezza, efficacia e qualità della molecola. E in questa fase, come premesso, non vengono richiesti studi «di superiorità» rispetto ad altri principi attivi in commercio per la stessa indicazione: basta che «non siano inferiori». Se approvato, il farmaco può essere prescritto e acquistato nella Ue al prezzo deciso dall’azienda ma non viene ancora rimborsato da Servizi sanitari nazionali o assicurazioni. Per questo è necessaria una trattativa a livello nazionale con le agenzie regolatorie dei singoli Paesi (per l’Italia l’Aifa). L’azienda, in genere, indica alle proprie filiali nazionali un prezzo-obiettivo per ogni Paese, che può variare da caso a caso, perché tiene conto di molte variabili, come potenziale numero di pazienti, capacità di spesa e tipo di rimborso dei singoli Paesi (a carico dello Stato, assicurativo o misto). Una volta avviata la trattativa, l’ente regolatorio, di solito, procedere in due modi: se ritiene che il nuovo farmaco non dia benefici aggiuntivi rispetto ad altri già in commercio pro- ● ❞ Importanti sono i Registri che controllano nel tempo gli effetti di una cura La parola COST-EFFECTIVENESS Indica il rapporto tra costo ed efficacia del farmaco, cioè il valore non solo economico ma anche clinico della terapia. Permette di valutare i suoi risultati in termini di salute aggiuntiva prodotta per il paziente e di considerare quindi anche la potenziale riduzione di altre voci di costo sanitario. Può essere ad esempio di volta in volta misurata in anni di vita, nascite premature evitate o anni in cui si conserva la vista calcolati sulla base della spesa per ottenere quei benefici. © RIPRODUZIONE RISERVATA porrà all’azienda il prezzo più basso fra quelli della stessa classe. Se invece giudica che il farmaco porti benefici aggiuntivi tende a prendere come riferimento il prezzo più basso già ottenuto dall’azienda in altri Paesi europei. Per questo le case farmaceutiche di solito (non sempre) negoziano prima il rimborso in Paesi in cui c’è maggiore probabilità che il farmaco «spunti» un prezzo alto (per esempio la Germania). «In questo giocano un ruolo molto importante i diversi modelli di rimborso» precisa Luca Pani, direttore dell’Aifa. «In Germania può accadere , per esempio, che un farmaco sia tenuto in fascia A (a carico dello Stato) per un anno. Poi, se alla cura risponde solo una percentuale bassa di pazienti, viene passato in fascia C (a carico del paziente). Così i malati che avevano un beneficio devono pagare interamente il farmaco, anche se è un salvavita». «Poi è decisiva, ovviamente, la diversa compartecipazione dei sistemi privati e assicurativi», prosegue Pani. «Da noi i farmaci arrivano più tardi perché la trattativa è più lunga e delicata perché siamo rimasti l’unico Paese con un sistema solidaristico universale, in cui i farmaci importanti sono totalmente gratuiti per i cittadini». Ma come possiamo essere sicuri che il farmaco in condizioni reali funzionerà davvero? E che alla fine si sia davvero fatto bene a rimborsarlo? «Il Sofosbuvir, di cui si parla ora, può essere un esempio per un’utile riflessione», interviene Silvio Garattini. «Secondo i produttori ottiene la scomparsa del virus nell’80-95% dei casi. Ma i risultati non riguardano tutto il possibile universo dei portatori del virus. La presenza del virus è stata effettuata, poi, misurando il suo Rna nel siero, ma il metodo ha un limite di quantificazione di 25 Ui (Unità internazionali) e quindi non certifica una sterilizzazione. Il farmaco è certamente attivo, ma solo sul lungo termine si potrà dire se si tratti davvero di completa estirpazione, e in che misura ridurrà davvero il numero di cirrosi e tumori causati dall’epatite C. Fra 10 anni però lo sapremo, e allora perché non pagare sulla base dei risultati, con un siste- Obiettivi ● Per raggiungere i suoi obiettivi economici l’azienda può cercare di posizionare il farmaco in base a una «profilazione» del mercato ● Per esempio può puntare a ottenere l’indicazione del suo farmaco per tutti i pazienti, garantendosi un ampio bacino di utenza, a prezzo basso, o puntare a un numero inferiore di malati (magari in base alla gravità) chiedendo un prezzo più alto Dipartimento di Matematica ma di rateizzazione?». «L’Aifa proprio per questo valuta la effectiveness nelle reali condizioni d’uso, cioè della sua performance effettiva in condizioni reali, che è diversa dall’efficacy, che è l’efficacia dimostrata nei programmi di ricerca sperimentale» precisa Pani. «A questo scopo sono stati realizzati i Registri di monitoraggio. Questi sistemi considerano il valore della terapia non solo da un punto di vista clinico ma anche economico, il cosiddetto “value for money”, che consiste in un processo di valutazione dei risultati, espressi in termini di salute aggiuntiva prodotta, valutando anche la riduzione di altre voci La valutazione Il valore della terapia va analizzato non solo da un punto di vista clinico ma anche economico di costo sanitario». «Infine — chiude Pani — in fase di negoziazione, a seguito di specifica valutazione dell’incertezza (definita in termini di sicurezza, efficacia e impatto economico) eventualmente ascrivibile al farmaco, l’Aifa utilizza strumenti specifici di condivisione del rischio con l’azienda produttrice che consentono al Ssn di mitigare l’effetto di tale incertezza, attraverso meccanismi di pay per performance, fino ad annullarla completamente nel caso del payment by results ovvero del pay only for responders». © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera CRONACHE La maxi evasione da 1,7 miliardi Sessantadue indagati a Roma, tra loro c’è il re degli appalti pubblici Pierino Tulli Ricostruito il meccanismo per non pagare l’Iva. I soldi a San Marino e Lussemburgo 1,7 Milioni di euro L’evasione accertata dalla Guardia di Finanza che ha indagato per 2 anni 62 Indagati Sono accusati di associazione a delinquere, bancarotta, riciclaggio e reati tributari 100 Milioni di euro Valore dei beni sequestrati in esecuzione di un decreto emesso dal gip di Roma ROMA Malgrado lo strascico di bancarotte cucite sulla sua reputazione, Pierino Tulli, era ancora considerato il re degli appalti romani. Dalle aule di Montecitorio agli hangar aeroportuali, la sua Gesconet ha lavorato per un ventennio con le istituzioni, occupandosi di facchinaggio, pulizie e sorveglianza degli uffici pubblici. Lavori sui quali, secondo le ipotesi degli investigatori, il settantenne self made man, convertito alla logistica a 40 anni, avrebbe evaso l’Iva dal ‘96 a oggi. Il suo nome era circolato per il salvataggio della Lazio ai primi del Duemila — prima che intervenisse Lotito — e un anno fa la Procura aveva chiesto il suo rinvio a giudizio per la truffa dell’Interporto di Fiumicino. Teoricamente un gioiello della logistica, in realtà un capannone di 64mila metri quadri il cui pavimento era sprofondato. Oggi Tulli è ritenuto responsabile di un’evasione storica da un miliardo e 700 milioni di euro (una parte ancora in lire). L’intera galassia di cooperative a lui riconducibile rappresenterebbe «un meccanismo ideato, pensato, costruito con la sola finalità dell’evasione fiscale». Sfuggito agli arresti — il gip non ha ravvisato il pericolo di fuga e reiterazione del reato — Tulli è indagato per reati tributari, bancarotta e riciclaggio assieme ad altre 61 persone fra collaboratori, prestanome, fiduciari. Tra questi il suo delfino di un tempo, Maurizio Laga- da, manager del consorzio Gesconet dal 2000 al 2010 (ora in lite con il fondatore), i figli Alessandro e Siriana e il conte Enrico Maria Pasquini, titolare della società sammarinese per la quale, secondo altre inchieste, sarebbero transitate le provviste della cosiddetta banda del 5% del Monte dei Paschi e i fondi neri dell’Atac capitolina e che, per Tulli, invece, trasferiva fondi nell’«Immobiliare Rocas srl» per nascondere i proventi dell’evasione fiscale. I finanzieri del Valutario, coordinati dal pm Mario Dovino- la e dal procuratore aggiunto Nello Rossi, hanno eseguito ieri un sequestro da un milione di euro nei confronti di Tulli, a garanzia del debito multimilionario col fisco. Partiti da un’ispezione dell’agenzia delle Entrate del 2011, gli investigatori hanno ricostruito il meccanismo usato per evadere l’Iva. Vinta la gara, la cooperativa «madre» subappaltava a consorzi che incaricavano altre società (denominate «operative») le quali, a loro volta, cedevano a terze. In questo caso «cartiere» di fatture per opera- ❞ Meccanismi ideati, pensati, costruiti con la sola finalità di evadere India In cinquemila allo yoga della pace Ordinati, in fila e tutti attenti a seguire le regole. Circa cinquemila persone (alunni, genitori, insegnanti) si sono radunati alla Delhi Public School di Hyderabad, in India, per fare yoga ed esibirsi in sette posizioni (nella foto Kumar/Ap). L’evento è stato organizzato per pregare per la pace nel mondo. © RIPRODUZIONE RISERVATA zioni inesistenti. In sostanza il cliente pagava per i lavori effettuati ma l’appaltatrice non versava mai l’Iva. In teoria avrebbero dovuto farlo le società a cui andava il subappalto, in realtà l’importo era compensato artificiosamente con la produzione di fatture fasulle per spese mai avvenute. La Finanza ha ricostruito i prelievi effettuati dai vari soggetti (detti «camminatori») per trasferire soldi nel Lussemburgo, a San Marino e in altri paradisi fiscali. Gli indagati avrebbero operato in modo unitario, alla maniera di un’associazione «gestendo più società immobiliari in favore delle quali giungeva il denaro drenato dalle coop». La conferma di un comune modus operandi verrebbe anche dalle intercettazioni telefoniche come lo sfogo di Tulli nei confronti dell’ex amico Lagada, captato un anno fa: «Pensa, nel 2010, con tutto quel nero che ha fatto, io dovevo essere responsabile de quello che ha fatto lui....» dice il patron della Gesconet. Ma il gip, di parere diverso, non ha riconosciuto il reato associativo. La produzione massiccia di fatture fasulle lascia ipotizzare provviste in nero che potrebbero nascondere attività di corruzione. Tangenti finalizzate all’aggiudicazione di appalti nella pubblica amministrazione. Un elenco di nomi è al setaccio dei finanzieri. Indagini in corso. Ilaria Sacchettoni ● Il caso Garlasco Accusa e parte civile Visioni opposte sulle bici di Stasi di Giusi Fasano N el processo di primo grado fu l’ora del delitto, stavolta sono i pedali delle bici. Il caso Garlasco è uguale a se stesso anche in questo: nel disaccordo fra l’accusa e la parte civile. Vero è che non è scritto da nessuna parte che pm (in questo caso pg) e parte civile debbano essere d’accordo su tutto. Ma nemmeno capita spesso di essere divisi su dettaglichiave o usare parole tranchant sul lavoro dell’altro. Ha detto l’altro ieri in aula il procuratore generale di Milano Laura Barbaini: «È escluso matematicamente lo scambio tra i pedali» delle due biciclette di Stasi. La tesi dei pedali invertiti era quella della parte civile. Come non ricordare che per il pm di primo grado il delitto di Chiara Poggi avvenne «nella seconda metà della mattinata»? L’avvocato dei Poggi diceva: «Prima delle 9.30». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA AVVISO A PAGAMENTO LETTERA APERTA AL SIG. MINISTRO DELL’INTERNO Sig. Ministro, questa lettera rappresenta l’ultimo disperato tentativo di poter ottenere una risposta da parte di uno Stato che, talvolta, sembra vivere di regole avulse dal mondo reale e difficili da comprendere per chi, come noi (soci lavoratori, da più di 30 anni, del Consorzio Lombardo di Società Cooperative di produzione e servizi – CO. LO. COOP.), vede sgretolarsi le proprie sicurezze lavorative e di vita. Per Sua notizia, sino all’aprile del 2014 eravamo circa 2.500 dipendenti, oggi siamo a scriverLe in appena 32 (pure con stipendio ridotto). corso il processo). Sempre secondo l’accusa l’imprenditore campano gestiva di fatto la nostra azienda! L’ex collega chiede di essere processato ed il 24 giugno 2014 il Tribunale di Napoli lo assolveva dalla contestazione mafiosa! Ebbene, anche di fronte all’evidenza di una sentenza “in nome del Popolo Italiano” la Prefettura di Milano non ha ritenuto di revocare il proprio provvedimento, in quanto l’assoluzione dell’ex dipendente non escludeva l’ipotesi che l’imprenditore campano potesse gestire la nostra azienda! Lei, Sig. Ministro, avrà subito pensato che questi sono i dati di una crisi economica! Ci dispiace contraddirLa ma la crisi della nostra azienda è purtroppo legata alla “macchina burocratica”! Finalmente in data 16 settembre 2014 il Tribunale di Napoli depositava la motivazione della sentenza, nella quale si escludeva categoricamente la possibilità di ricondurre il CO. LO. COOP. a gestioni esterne in “odor di mafia”. I fatti. Tutto bene quel che finisce bene? No. L’azienda il 14 aprile 2014 è stata destinataria di una interdittiva antimafia dalla Prefettura di Milano, in quanto un nostro ex collega di lavoro era stato oggetto di una misura cautelare da parte della DDA di Napoli per essersi rivolto, nell’ambito di una gara d’appalto, ad un imprenditore locale che, secondo l’accusa, sarebbe stato mafioso (il condizionale è d’obbligo essendo ancora in Dopo aver subito ogni sorta di attacco, dopo che ci siamo visti revocare un contratto dopo l’altro, non poter stipulare contratti relativi a gare già aggiudicate né partecipare a nuove procedure, abbiamo dovuto apprezzare il garbo e la sicurezza con cui la Prefettura ha enunciato il suo teorema in una lettera indirizzata all’Avvocatura dello Stato in data 30 settembre 2014, laddove si affermava che la sentenza avrebbe: “confermato l’impianto accusatorio…” Sig. Ministro La preghiamo di ricordare al dirigente che ha firmato per il Prefetto qualche dettaglio, qualche particolare (certamente trascurabile) che mal si concilia con il suo teorema e cioè la sentenza nel nome del Popolo Italiano, che 1) annullava l’impostazione relativamente ai fatti mafiosi; 2) escludeva per tabulas la possibilità di ricondurre la gestione dell’azienda ad un imprenditore campano… Ma comprendiamo, Sig. Ministro, che si tratta di dettagli per il dirigente prefettizio assolutamente irrilevanti. Ciò che contava era, all’evidenza, di poter far sentire il peso della sua autorevolezza, ignorando quanto si affermava in sentenza, per “aiutare” un’azienda a morire di Burocrazia. Chiediamo, Sig. Ministro, con tutte le nostre forze, un Suo autorevole intervento per far luce sull’intera vicenda. Grazie Sig. Ministro. Milano, 18 ottobre 2014 I DIPENDENTI DEL CO.LO.COOP. [email protected] Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 Le carte di Fiorenza Sarzanini CRONACHE 21 I fondi neri e la lista delle mazzette «I conti che portano alla politica» Tra i clienti la Camera dei deputati, il Campidoglio e la Regione Piemonte La lista era archiviata nel file di un computer trovato in una cassaforte durante le perquisizioni effettuate circa due anni fa. E può portare a sviluppi clamorosi. Contiene un elenco di enti pubblici e accanto alcune cifre. Gli inquirenti sono convinti che si tratti del brogliaccio delle «mazzette» pagate dal Consorzio Gesconet che fa capo a Pierino Tulli per accaparrarsi gli appalti della pubblica amministrazione. Decine di milioni di euro versati a istituzioni, funzionari, ma ROMA Chi è ● La Procura di Roma indaga sui fondi neri creati dal Consorzio Gesconet sospettando che fossero destinati a enti pubblici e partiti ● A capo dell’organizzazione criminale sarebbe l’imprenditore Pierino Tulli (sopra), titolare del Consorzio Gesconet. È accusato di reati tributari, bancarotta fraudolenta e riciclaggio I soldi di Montecitorio Nel 2011 per traslochi e facchinaggio Montecitorio ha pagato 1 milione 471mila euro anche a esponenti politici per vincere le gare e arrivare a posti di vertice nel settore delle pulizie, nei servizi di facchinaggio, gestione di magazzini e portierati e tutte quelle mansioni fondamentali nella pubblica amministrazione. Soldi accantonati grazie all’emissione di fatture false. I soldi all’estero L’attività affidata dai magistrati della procura di Roma coordinati dall’aggiunto Nello Rossi al Nucleo Valutario della I «fondi neri» Il decreto spiega bene il meccanismo per la creazione di provviste occulte: «È la strutturazione di un complesso e articolato sistema di frode all’Erario volto alla programmata commissione di una serie indeterminata di reati tributari, realizzato attraverso il sistematico utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse da società «cartiere» create ad hoc e gestite dalla stessa Gesconet». Una procedura che evidentemente durava da molti anni e che — Più succo nell’aranciata La rivolta dei produttori Almeno il 20%, ma solo se prodotta in Italia La decisione era nell’aria da più di un anno ma ieri il Parlamento, con il parere favorevole del Governo, ha approvato definitivamente un nuovo vincolo su alcune bibite, tra cui le «aranciate», applicabile a chi produce in Italia. La nuova norma prevede che le aranciate contengano almeno il 20% di succo (prima il limite massimo era il 12%) con l’obiettivo evidente di favorire gli agricoltori e i produttori italiani di agrumi. Non a caso è Nuove regole Il sì di Parlamento e governo. Le aziende di bibite: «Penalizzati» Ma esulta Coldiretti stata Coldiretti a esultare maggiormente per questa vittoria. Di contro, però, la decisione solleva le proteste di Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche. «La scelta di discriminare e penalizzare la produzione made in Italy — attacca il presidente di Assobibe, Aurelio Ceresoli — rimane incomprensibile per tutte le aziende che producono, investono e creano occupazione in Italia. Un caso di autolesionismo, anziché di tutela delle industrie nazionali e dei loro lavoratori. C’è da riflettere su uno Stato che impone una ricetta in maniera arbitraria e vieta la produzione in Italia di aranciate apprezzate da decenni, senza Il decreto Guardia di Finanza si concentra proprio sulla destinazione di quella contabilità parallela che per anni avrebbe consentito agli amministratori di Gesconet di creare «fondi neri» in parte occultati in Italia, in parte trasferiti all’estero. Gli specialisti guidati dal generale Giuseppe Bottillo hanno analizzato migliaia di fatture emesse per ricostruire il percorso dei soldi oltre alle procedure per arrivare alla firma dei contratti. E avrebbero già afferrato la traccia che concretizza l’ipotesi di corruzione fatta dai pubblici ministeri. Del resto, lo stesso giudice che ieri ha disposto perquisizioni e sequestri in tutta Italia specifica nel suo provvedimento come «il contante veniva trasferito a San Marino e Lussemburgo dove era affidato a società fiduciarie». alcuna evidenza scientifica o motivi di tutela della salute dei consumatori. In questo modo si rischia di vanificare investimenti significativi realizzati in Italia nel corso degli ultimi decenni e condizionare anche quelli futuri». Anche l’Istituto Bruno Leoni, qualche mese fa, aveva divulgato uno studio secondo il quale l’aumento della percentuale di frutta contenuta nelle bevande analcoliche avrebbe indotto molte di loro a negoziare prezzi più vantaggiosi con venditori stranieri meno cari, per esempio gli spagnoli e i nordafricani. Inoltre, non è escluso che le stesse imprese italiane trovino più conveniente delocalizzare i propri impianti in altri Paesi europei dove non sarebbero sottoposte agli stessi vincoli. In base alla nuova legge, infatti, l’aranciata deve contenere il 20% di frutta soltanto se si produce in Italia, se invece la bibita arriva da qualsiasi Paese appena fuori dai nostri confini, resta valido il vecchio 12%. «Non è vero, né dimostrabile — aggiunge Ceresoli — che l’aumento al 20% si tradurrà automaticamente in un maggior impiego di forniture di succo solo italiano. Infatti più si indebolisce la quota di mercato di bibite made in Italy a favore di quelle prodotte all’estero, minori saranno le forniture di succo italiano». Con il rischio concreto che le arance si rivelino molto amare per i coltivatori italiani. Isidoro Trovato © RIPRODUZIONE RISERVATA ipotizza l’accusa — è servita a finanziare illecitamente enti e partiti. Per il giudice «tra il 2006 e il 2009 si è concretizzata un’evasione dell’Iva per oltre 58 milioni di euro con conseguente parallela creazione di “fondi neri”». L’incarico alla Camera Basta scorrere l’elenco degli appalti assegnati negli ultimi anni e pubblicati su internet per rendersi conto di quale fosse il volume d’affari del Gruppo e la capacità di relazionarsi con le istituzioni. Per anni Gesconet ha gestito l’attività di traslochi e facchinaggio della Camera. Solo nel 2011 il conto pagato da Montecitorio era di un milione e 471mila euro, mentre per gli anni precedenti non ci sono documenti ufficiali perché la leg- A sinistra una pagina del decreto con il quale è stato disposto il sequestro di beni per circa 100 milioni. In un passaggio si sottolinea la creazione di un «sistema per il quale si era concretizzata un’evasione di Iva per oltre 58 milioni di euro», con la conseguente creazione di fondi neri. Dal 2002 al 2011 il contante sarebbe stato trasferito in modo illecito a San Marino e in Lussemburgo dove veniva affidato ad alcune società fiduciarie ge non prevedeva la pubblicazione dei dati. Comuni e Regioni Nel 2005 la Provincia di Lecco ha scelto Gesconet per occuparsi di «traslochi e facchinaggio, servizi di vigilanza, custodia, portierato e Ponti Radio». Incarico simile ha ottenuto nel 2007 dalla Regione Piemonte che per 633mila euro ha affidato al Gruppo la gestione del «servizio di trasloco arredi, mobili e materiale vario presso gli uffici regionali». In realtà alla fine l’aggiudicazione è stata triennale e Gesconet ha ottenuto un milione e 900mila euro. Cliente di riguardo anche il Comune di Roma: il sito internet sugli appalti registra l’affidamento di un contratto nel 2009 con «procedura ristretta accelerata per l’affidamento del servizio di apertura anche forzosa dagli ingressi dell’alloggio da recuperare, del servizio di rilevamento/censimento beni mobili e loro smontaggio ed eventuale imballaggio e immagazzinamento in locali indicati dall’amministrazione, con gestione del ciclo logistico comprensivo del monitoraggio informatizzato, nonché l’eventuale smaltimento dei suddetti beni mobili nel territorio del Comune di Roma». Fiorenza Sarzanini [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 Il personaggio di Giovanni Bianconi Il testimone e imputato al processo per la presunta trattativa fra lo Stato e la mafia, Massimo Ciancimino, dovrà difendersi da altre accuse avallate ieri da un giudice di Caltanissetta: calunnie multiple ai danni di Gianni De Gennaro, diverse ma collegate a quella già contestatagli a Palermo (dove risponde anche di concorso esterno in associazione mafiosa). E ancora: calunnia nei confronti di un funzionario dei servizi segreti e rivelazioni di segreti d’ufficio a svariati giornalisti. Stavolta le false dichiarazioni sul conto dell’ex capo della polizia riguardano il fatto che De Gennaro fosse nientemeno che il «signor Franco», il misterioso agente segreto che – nella narrazione di Ciancimino jr – faceva da tramite fra Cosa nostra e le istituzioni, di cui il figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo ha sempre parlato CRONACHE Processo per le calunnie a De Gennaro «Ciancimino jr, una fabbrica di bugie» quanto raccontava gli era stato riferito da qualcun altro; il «signor Franco» oppure l’altro fantomatico personaggio mai identificato: quel «Rossetti» o «Rosselli» che gli avrebbe rifilato i documenti contraffatti. Come quando ha tirato in ballo il presidente della Repubblica davanti ai pubblici ministeri di Palermo: «Al terzo incontro mi dice che Napolitano aveva chiamato il procuratore di Caltanissetta per farmi iscrivere per calunnia». Questo e altri episodi sono ricostruiti con dovizia di particolari in una memoria di oltre duecento pagine compilata dai legali di De Gennaro, Franco Coppi e Francesco Bertorotta, consegnata al giudice che ieri ha deciso il rinvio a giudizio. Per sostenere, atti alla mano, che il «rapporto collaborativo» con l’autorità giudiziaria del figlio dell’ex sindaco corleonese «si è dimostrato contrario alla Il sospetto La memoria dei legali dell’ex capo della polizia: «Un suggeritore dietro quelle accuse» Falso Il documento costato l’arresto a Ciancimino jr nel 2011 senza mai fornire elementi concreti per individuarlo. Anzi, ogni volta che ci ha provato è puntualmente inciampato su menzogne e contraddizioni. Del resto è lo stesso ex autista del padre a spiegare, in un interrogatorio, che «Massimo soleva raccontare bugie al padre, e devo aggiungere che questo comportamento lo contraddistingueva nei rapporti interpersonali in genere». Ma per gli avvocati di De Gennaro, oggi presidente di Finmeccanica, dietro i verbali e nei documenti con cui il figlio di «don Vito» Ciancimino ha tempestato per anni le Procure antimafia di Palermo e Caltanissetta si nasconde molto più di qualche bugia. C’è un «vero e proprio programma calunniatorio» che racchiude l’enigma di un uomo che s’è inguaiato con le sue mani e la sua lingua, a forza di rivelazioni talmente incredibili da far perdere la pazienza ai magistrati, costruzioni di false trame mescolate a fatti realmente accaduti, fabbricazioni di documenti taroccati. Facendo (quasi) sempre attenzione a precisare che 23 verità, menzognero, falso e quindi calunnioso». Nella primavera 2011 Ciancimino jr fu arrestato dai pm di Palermo dopo la scoperta che uno dei documenti attribuiti a suo padre, riguardante proprio l’ex capo della polizia, era stato falsificato attraverso una sovrapposizione di fotocopie. Ebbene, ora la «parte civile De Gennaro» rivela che molti altri scritti sono stati confezionati ad arte. Per esempio un foglio riempito con un dattiloscritto e frasi vergate a mano, sempre relative al «super poliziotto De Gennaro». Secondo Massimo proviene da suo padre, tuttavia le verifiche della polizia scientifica hanno accertato che il reperto «è stato manipolato, realizzato mediante un collage tra la parte dattiloscritta e quella manoscritta»; e le frasi battute a macchina sarebbero state composte «attraverso un personal computer di cui sicuramente non disponeva Vito Ciancimino». Infine: nonostante la carta risalga a un periodo intorno al 1992 (con Ciancimino sr ancora vivo), «la manipolazione appare confermata dal processo di fotocopiatura molto recente del tipo heat pressure fusing»; un metodo di stampa di ultima generazione utilizzato per quasi tutti i documenti presentati dal giovane Ciancimino. Le carte attribuite a «don Vito» sono dunque «fotocopie fatte di recente ed in contiguità tempo- Milano Stupro di gruppo, Robinho indagato Voleva conoscere l’allora attaccante del Milan Robinho ed era riuscita a incontrarlo nel ristorante dove lui si trovava con la moglie e cinque amici. La 18enne brasiliana ha attirato l’attenzione di Robinho che, riaccompagnata a casa la consorte, è tornato con gli amici per un incontro. La situazione sarebbe degenerata in una violenza sessuale di gruppo, almeno a quanto ha denunciato la donna sei mesi dopo il fatto avvenuto a gennaio 2013. Sulla vicenda, percorsa da qualche dubbio, ha indagato il pm milanese Stefano Ammendola che a un anno e mezzo dai fatti ha chiesto l’arresto di Robinho al gip Alessandra Simion, che l’ha negato: il calciatore, tornato in Brasile, non può più inquinare le prove e non ha precedenti penali. Arrestato nel 2009 per stupro quando giocava a Manchester, fu prosciolto. (G.Gua.) © RIPRODUZIONE RISERVATA rale con le dichiarazioni di Massimo Ciancimino negli anni 2010 – 2011». Quando l’ex sindaco era morto da tempo. Nell’intento di collegare De Gennaro al «signor Franco», il testimone della presunta trattativa ha pure detto che il pre- fetto s’interessò, nel 2004, al rilascio dei passaporti suo, della moglie e del figlio neonato. In realtà, dalle indagini «emerge chiaramente che ad occuparsi dei documenti» fu un soprintendente di polizia non nuovo a interventi di questo genere, In aula Massimo Ciancimino comparirà davanti al tribunale il 2 marzo prossimo «con l’intermediazione di tale “Franco” che non corrisponde all’ignoto mister X, ammesso e non concesso che sia mai esistito, ma al signor Franco M., titolare del bar Toma’s di piazza Euclide a Roma». Una «ordinaria storia di favori all’italiana» che Ciancimino jr ha mescolato ad altri capitoli del suo «romanzo calunnioso». Dietro il quale potrebbe nascondersi un suggeritore, o ispiratore, mai individuato. «La verità, anche se alla lunga, sta venendo a galla – commenta l’avvocato Coppi –, sebbene la domande su chi ha ispirato l’imputato rimanga inevasa, soprattutto dopo che il giudice ha escluso il favoreggiamento all’associazione mafiosa». È il «mistero Ciancimino» ancora irrisolto: un presunto burattino senza burattinai. Chissà se il processo che comincerà il 2 marzo riuscirà a svelarlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Chi è ● Massimo Ciancimino, 50 anni, è sia teste che imputato in numerosi processi tra cui quello sulla presunta trattativa Stato mafia. Tra l’altro è stato lui a raccontare dell’esistenza di un «papello» con le richieste che Cosa nostra avrebbe sottoposto ai politici Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera 24 NON CI FERMIAMO MAI: IL FUTURO VOGLIAMO SCRIVERLO, NON LEGGERLO. Non fermarsi mai, anche quando sembra che non ci sia più niente da raggiungere. È questo il DNA di Citizen: avere una visione e realizzare il futuro attraverso una volontà ed una evoluzione tecnologica che non hanno uguali. Chi possiede un orologio Citizen lo sa. Guardare oltre, cercare sempre, fermarsi mai. BETTER STARTS NOW € 428 RADIOCONTROLLATO • PRECISIONE ASSOLUTA L’orologio riceve, con trasmissione via onde radio, il segnale generato da un orologio atomico: la sua precisione ha una tolleranza di 1 sec. ogni 10 milioni di anni. SISTEMA ECO-DRIVE • ENERGIA INESAURIBILE Basta una minima esposizione alla luce naturale o artificiale per accumulare una grande quantità di energia e garantire il funzionamento dell’orologio, senza pila. VETRO ZAFFIRO • PREZIOSO E INSCALFIBILE Protegge l’orologio grazie alla particolare compattezza della sua composizione chimica e ne esalta l’estetica con una trasparenza assoluta. Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 CRONACHE Genova protesta dopo l’alluvione Uova e monetine contro il Comune De André e Baccini guidano la manifestazione. Padoan: tributi sospesi L’evento ● Ore e ore di pioggia, tra il 9 e il 10 ottobre, hanno fatto esondare tre corsi d’acqua, a Genova, allagando alcune zone. Una persona è morta, molti edifici sono finiti allagati nei piani più bassi ● I danni stimati ammontano a circa 300 milioni di euro. Il ministro dell’Economia Gian Carlo Padoan ha firmato ieri il decreto che sospende i tributi dal 10 ottobre fino al 20 dicembre per i contribuenti residenti in tutti i comuni della provincia di Genova La musica deve cambiare. Lo gridano in corteo Cristiano De Andrè e Francesco Baccini, i due cantautori genovesi si sono trovati alla testa della manifestazione organizzata sui social con l’hash-tag #Orabasta, nata dai cittadini e i commercianti ancora una volta colpiti dall’alluvione. Sotto un grande striscione con la scritta «Dimissioni» De Andrè e Baccini hanno gridato «Vergogna» e «Assassini» prima sotto le finestre della Regione Liguria poi sotto quelle del Comune di Genova. Con qualche momento di tensione, lancio di uova, monetine e bottigliette di plastica e un consigliere comunale preso a spintoni. «Io ci tengo alla mia città, mi sento genovese fin dentro le ossa — dice Cristiano — ho visto questi ragazzi meravigliosi che prima hanno spalato fango poi si sono organizzati e volevo GENOVA di Mario Gerevini Il numero degli allievi marescialli della Finanza da selezionare con il concorso al quale ha partecipato Concetta Gambacorta Concetta parte da Fiumefreddo destinazione Roma, Centro di reclutamento della Guardia di Finanza. Nello zaino libri, bigini, appunti, per l’ultimo ripasso. Fiumefreddo è un paese sulla costa a nord di Catania. A Roma duemila giovani cercano il futuro nel «Concorso per l’ammissione di 297 allievi marescialli — anno accademico 2013/2014». Concetta ha 24 anni, fidanzato in Marina, padre (barbiere) e madre (impiegata part time) separati, ma uniti nel sostenere la scelta della figlia. Le prove scritte vanno bene, I limiti di altezza CARABINIERI Altezza minima per gli ufficiali donna 165 cm (170 cm per gli uomini) esserci. Questo scempio continuo, la città che finisce sotto l’acqua anche se i soldi per realizzare le opere ci sono, deve finire». De Andrè e Baccini hanno avuto un incontro con il sindaco Marco Doria dopo che questi aveva ricevuto una delegazione dei manifestanti e fornito alcune risposte sul dopo-alluvione in apertura del consiglio comunale. Doria ha dato ragguagli sui lavori, sulle richieste di risarcimenti e sugli interventi (49) di somma urgenza già effettuati. «Ho incontrato il sindaco — dice Cristiano — e no, lui alle dimissioni non ci pensa proprio. Però devo dire che anch’io credo sia meglio che questo Comune vada avanti per accelerare il più possibile le procedure, altrimenti si dovrebbe ripartire da zero e perdere tempo. Però sono molto soddisfat- to: li ho visti barcollare. Diamo ai politici delle scadenze e vediamo se le rispetteranno». Cristiano ha lanciato, durante il corteo, l’idea di un concerto di solidarietà per gli alluvionati, insieme con altri artisti: «L’ho fatto in Sardegna, vorrei farlo per la mia città». Lungo tutto il corteo, che ha visto scendere in strada un migliaio di persone, De Andrè è stato a fianco di Baccini (con la maglietta «Non c’è fango che tenga») che spera in una maggiore adesione la prossima volta: «La gente non si muove finché non gli cade il soffitto in te- Nata online La mobilitazione è stata lanciata attraverso Twitter con l’hashtag #Orabasta sta ma allora sarà troppo tardi» dice. Il Bisagno Baccini lo conosce bene: «Tre alluvioni in quattro anni, sempre la stessa cosa, a Genova lo sanno anche i bambini cosa succede quando piove così forte. Sei morti nel 2011, uno questa volta e non è mai colpa di nessuno. La politica non si assume mai le sue responsabilità. I genovesi sono stanchi, veramente questa gente deve andare a casa». Ieri il ministro dell’Ambiente Galletti nell’audizione in Senato sull’alluvione ha rimarcato le responsabilità della Regione in materia di Protezione Civile. Mentre il collega dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha firmato il decreto che sospende i tributi dal 10 ottobre fino al 20 dicembre per i contribuenti dei comuni liguri interessati dall’ultima alluvione. Erika Dellacasa Bologna L’università vieta agli studenti le critiche sui social network Loro, gli studenti, accusano: «L’università ci vuole mettere il bavaglio anche sui social network». Lui, il rettore, replica: «Ma quale bavaglio! Chi dice queste cose è il solito gruppo di “deformatori professionali”». In mezzo c’è il nuovo codice etico dell’Alma Mater di Bologna in vigore dal prossimo 1° novembre. Tra i 47 articoli ce n’è uno, il 15esimo, che fa arrabbiare i ragazzi. E che ha portato il Collettivo universitario autonomo a protestare in rettorato. Ma cosa stabilisce l’articolo 15? «L’università richiede a tutti i componenti della comunità di rispettare il nome e il prestigio dell’istituzione e di astenersi da comportamenti suscettibili di lederne l’immagine». L’ateneo, poi, «richiede di mantenere un comportamento rispettoso delle libertà costituzionali, del prestigio e dell’immagine dell’Istituzione, anche nell’utilizzo dei “social media”». In caso di violazioni per le matricole il nuovo testo prevede «sanzioni disciplinari». «Sono regole approvate anche dai rappresentanti degli studenti», chiarisce il rettore Ivano Dionigi. Qualche professore si dice critico per un articolo che «non fermerà i ragazzi». «Se per il rettore ledere l’immagine dell’ateneo significa parlare dei problemi e delle necessità degli studenti — spiega il collettivo — noi continueremo a farlo, nessun codice ci fermerà». E annunciano un’altra protesta per il 4 novembre. L. Ber. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA La lotta di Concetta sui millimetri La storia 297 Contestazione Cristiano De André e Francesco Baccini ieri alla manifestazione di Genova in cui sono state chieste le dimissioni del sindaco della città e del governatore della Liguria (foto di Paolo Rattini) 25 ESERCITO Altezza minima per le donne 161 cm (165 cm per gli uomini) Corriere della Sera sopra la media. Si passa ai test psico-fisici. Concetta sogna già la divisa da maresciallo. Le misurano l’altezza: 1,59. Troppo piccola, sotto il minimo di legge di 1,61. È fuori, esclusa. Ma una che si chiama Concetta Gambacorta e che amici e conoscenti descrivono come Vuole entrare nella Finanza. Esclusa perché sotto il metro e 61 si fa rimisurare e vince «tosta» e «determinata», molla il colpo perché una stupida macchina misuratrice al servizio di una legge anacronistica la rimanda a casa? A Roma c’era andata straconvinta del suo 1,61. Chissà il darsi di gomito degli altri candidati. Sul suo cognome la signorina Gambacorta ci gioca con la leggerezza dell’autoironia: «Ci rido su anch’io». Conta solo passare il turno. Il nemico numero uno è quel maledetto antropometro. Il presidente della Commissione d’esame gliel’aveva detto subito: «Può fare ricorso». Fare causa alla Guardia di Finanza? Per una che sogna di sposarla vestita da maresciallo non è facile. Scende in campo l’avvocato Claudio Fiume di Fiumefreddo. Parte il ricorso al Tar. Fiume si appoggia a Roma a Francesco Samperi, ex presidente degli avvocati europei. Il ricorso costa. Papà e mamma ci mettono qualche migliaio di euro. Gli avvocati riducono al minimo le parcelle. Intanto viaggia tra Camera e Senato un disegno di legge che abolisce i limiti di altezza per i concorsi militari. Basta discriminazioni, è il coro politico, solo in Italia abbiamo queste norme. Che poi generano mostri come il concorso per 20 medici in Polizia dove è richiesta «statura non inferiore» a La vicenda ● Concetta Gambacorta (a sinistra), 24 anni, studentessa, vive a Fiumefreddo, in provincia di Catania. Il papà fa il barbiere, la mamma è impiegata ● La norma con la quale era stata esclusa dal concorso per limiti di altezza dovrebbe essere cancellata dal Parlamento, ma il disegno di legge, passato al Senato nel 2013, è ancora fermo alla Camera 1,65 (1,61 per le donne) «nonché un rapporto altezza-peso, una distribuzione del pannicolo adiposo ed un trofismo che rispecchino un’armonia atta a configurare la robusta costituzione...». Per prepararsi bisognerà palpare il pannicolo adiposo in mutande davanti allo specchio? Mentre il ddl procede, Concetta ottiene dal Tar una nuova misurazione. Si torna a Roma, destinazione Celio, l’ospedale militare. La Gambacorta con il suo specialista, la Gdf con il suo colonnello misuratore, e a far da giudice un collegio medico del Celio. Il futuro di Concetta è una questione di millimetri. Sale sulla predella, potesse leviterebbe: il responso è 1,61 e 3 millimetri. Aveva ragione lei. Il 17 dicembre ci sarà l’udienza al Tar ma ormai è chiaro, Concetta torna in gioco. Tutti i vincitori del concorso sono avvisati con un annuncio in Gazzetta Ufficiale. E il famoso ddl del 2013? Langue in commissione Affari costituzionali dal 3 giugno. La senatrice Silvana Amati (Pd) sta cercando di sbloccarlo tra molte resistenze militari. Siccome un posto da disoccupata non glielo nega nessuno, Concetta si è nel frattempo laureata in Economia. Poi si vedrà se la Finanza le farà concludere il vecchio concorso o l’ammetterà con bonus al nuovo. Lei per adesso non vuole intralci, né apparire protagonista. Poche battute al telefono: «Che le posso dire? Studio di giorno, esco di sera, vado in palestra e ho un nome che non mi piace». Gambacorta? «No, Concetta: è un po’ antico. Per questo su Facebook sono Cetty». Concetta è una ragazza del Sud, laureata, che vorrebbe diventare maresciallo della Guardia di Finanza. Ce la farà? Di sicuro non sarà una ridicola asticella a impedirglielo. © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 CRONACHE «Frasi sessiste al corteo» La denuncia scuote la Cgil Lettera al sindacato di una 20enne: io insultata dai compagni DAL NOSTRO INVIATO C’era una volta il «celodurismo», appannaggio della Lega bossiana e sinonimo di muscolarità politica. Ora una delle sue più stupide e inique varianti pare abbia improvvisamente trovato terreno fertile anche tra quelli che un tempo si definivano «compagni». Nel grande corteo della Cgil contro BOLOGNA La solidarietà La risposta della segreteria: dispiacere e tanta rabbia, ma non farti intimorire il Jobs Act, andato in scena la settimana scorsa per le vie di Bologna, uno o più manifestanti avrebbero rivolto pesanti apprezzamenti, se non addirittura esplicite molestie verbali, a una ragazza ventenne che sfilava assieme a tutti gli altri: «Mi fischiavano dietro, mi fissavano il corpo e, assicurandosi che io potessi sentirli, si dispiacevano ad alta voce di quanto fosse un peccato che la mia gonna fosse larga e non potessero vedere la forma del fondoschiena» ha denunciato Clara in una lettera aperta rivolta alla Cgil su zic.it, testata alla quale fanno riferimento alcuni collettivi. L’autore (o gli autori) degli in- sulti, stando a quanto scrive la ragazza, non era gente di passaggio o provocatori di professione: «Sventolavano con orgoglio la bandiera della Cgil» prosegue Clara, che poi si chiede: «Uno che si comporta così può essere considerato un compagno?». Un episodio isolato, certo, che non intacca la riuscita e la compostezza della manifestazione della Cgil, ma che tuttavia, per la sua meschinità e gravità, ha spinto ieri i vertici del sindacato a rispondere a stretto giro alla lettera della ragazza con parole di solidarietà e di condanna: «Non lasciare, Clara — scrive Anna Salfi della segreteria regionale — che atti sessisti e rigurgiti iniqui gettino ombre sulla tua voglia di partecipare: la Cgil è anche tua». Certo, per la ragazza non sarà semplice dimenticare. Non si è trattato solo di qualche battuta: «Uno che portava la bandiera rossa mi ha fatto togliere le cuffie e mi ha chiesto se la scelta del colore verde per i miei capelli stesse ad indicare che la via era libera e potevano passare tutti». E ancor peggio, stavolta in gruppo: «Un “compagno” spalleggiato da altri “compagni”, dall’alto della sua stazza da operaio e dei suoi cinquant’anni — prosegue Clara —, si è sentito in diritto di dire a una ragazza poco più che ventenne che è meglio non si fac- 5,7 Milioni Il numero delle persone iscritte alla Cgil nel 2012 cia i capelli rossi perché poi attirerebbe troppi tori ed è ancora troppo piccola per gestire certe cose». Non male per una giornata voluta e costruita nel nome della difesa dei diritti. Anche per questo la lettera di Clara ha inevitabilmente toccato nel vivo la Cgil. L’esponente della segreteria ha espresso alla ragazza «dispiacere, ma anche rabbia», in- Madrid vitandola a tenere duro, a non farsi intimorire da episodi che, pur gravi, nulla hanno a che vedere con «i tanti uomini e donne che ti chiedono di esserci e di lottare insieme per superare questi rigurgiti sessisti». La stessa ragazza nella sua lettera tiene a precisare «di non voler fare di una sola erba un fascio», che suo padre è stato un militante Cgil e che proprio per questo ritiene che «solo denunciando si possa sradicare questo tipo di violenza». Quel giorno in piazza Maggiore c’erano studenti, operai, pensionati. Ora, all’elenco, si aggiunge una nuova categoria: il compagno sessista. Francesco Alberti © RIPRODUZIONE RISERVATA Bagno notturno a Roma Nudi nella fontana del Cinquecento Turisti multati 27 Cantavano e ballavano in slip e reggiseno nella fontana del ‘500 di piazza degli Zingari, al rione Monti, nel centro di Roma. Ma sei ragazzi francesi non si erano accorti che un regista, Walter Nanni, li stava filmando ( foto dal suo profilo Facebook). Tutti ubriachi, sono stati multati per 269 euro. A testa. I 25 anni del Mundo Nuova veste grafica e gli auguri del re C’erano anche il re Felipe VI e la regina Letizia all’evento che ha celebrato i 25 anni del giornale El Mundo. Il quotidiano che ha sede a Madrid, nel corso di questi anni, ha fatto del giornalismo investigativo il suo fiore all’occhiello conducendo inchieste che spesso hanno fatto tremare i palazzi del potere spagnolo. Un compleanno che però non celebra solo i successi ottenuti sino a oggi ma punta alle sfide future. Per questo El Mundo, edito da Unidad Editorial (controllata dal gruppo italiano Rcs Mediagroup che pubblica anche il Corriere della Sera), si è «regalato» una nuova veste grafica. Il re Felipe VI, nel corso suo saluto all’Hotel Palace di Madrid, ha ricordato come «l’informazione è imprescindibile per la costruzione e l’affermazione della democrazia» e che «El Mundo è stato lo specchio della società». «La sfida per tutti i media — ha concluso il re — è la necessità di reinventarsi per affrontare il futuro che è già qui ma il futuro non deve alterare i pilastri “classici” del giornalismo che non hanno tempo e sono la sua essenza: rigore e responsabilità». Ad ascoltare le sue parole c’erano moltissimi protagonisti della politica, dell’economia e della cultura spagnola. Dall’Italia, in rappresentanza di Rcs Mediagroup, c’erano il presidente Angelo Provasoli, l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane, il direttore generale della divisione media Alessandro Bompieri, il chief digital officer Alceo Rapagna e il direttore della comunicazione Carlo Rossanigo. Nel corso della serata sono stati assegnati i premi «Reporteros del mundo», in memoria di Julio A. Parrado e Julio Fuentes vittime della guerra in Iraq e Afghanistan, ai giornalisti Javier Espinosa (El Mundo), Marc Marginedas (El Periodico de Catalunya) e al fotografo freelance Ricardo Garcia Vilanova. A Rosa Montero (El Mundo) invece è stato assegnato il premio «Columnistas del Mundo», intitolato alla memoria di José Luis López de Lacalle, assassinato dall’Eta. A.Rib. AlessioRib © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 CRONACHE 29 Aveva 82 anni Mezzo secolo di carriera La moda in lutto Ha conservato il suo sorriso gentile fino all’ultima sfilata, il 9 settembre scorso, quando in un tripudio di rose, peonie e ortensie ha fatto sfilare donne leggiadre e gioiose. Oscar de la Renta, il designer dominicano che in oltre 50 anni di carriera ha vestito first lady e celebrità di Hollywood, è morto all’età di 82 anni, dopo aver combattuto contro la malattia. Lo stilista si è spento lunedì sera nel Connecticut circondato dalla famiglia, gli amici e gli amati cani. A darne notizia è stata la figlia acquisita Eliza Reed Bolen con il marito, Alex Bolen. «È morto come ha vissuto, con grazia, grande dignità. Tutto quello che faremo è ispirato ai suoi valori e al suo spirito. Lo renderemo fiero di noi continuando il lavoro che amava così tanto». Oscar de la Renta era un couturier nel senso profondo del termine. Ha portato nel suo sguardo latino quell’atmosfera multiculturale che ha respirato. A 18 anni si trasferisce a Madrid per studiare pittura e sco- Lo stilista gentiluomo DAL NOSTRO INVIATO pre la passione per la moda. Prima esperienza da Balenciaga. Nel ‘61 si sposta a Parigi e diventa assistente di Antonio Castillo (che segue da Lanvin). Al ritorno a New York, è Diana Vreeland, influente giornalista di moda, a convincerlo a lavorare per Elizabeth Arden, esperienza che lo porterà poi a lanciare la sua linea nel 1965. Dal 1993 al 2002 è stato direttore creativo di Balmain. Oscar de la Renta si è sposato due volte: dopo la morte della prima moglie, Françoise de Langlade, direttore di Vogue Francia, si è unito ad Annette Reed ed è stato con lei fino alla fine. Amato dalle first lady, ha vestito Jaqueline Kennedy, Nancy Reagan e Michelle Obama. Laura Bush e Hilary Clinton hanno indossato un suo modello per il giuramento alla Casa Bianca. Abiti gioiosi fatti conoscere dalle protagoniste di Sex and the City. Tanti i vestiti da sposa realizzati per le star, da Kate Moss a Penelope Cruz. E Hillary Clinton: «Quando la vidi arrivare — ha raccontato l’ex presidente Bill Clinton —, pensai: “Mio Dio, è bellissima”. Quel vestito è stato il più bel regalo che Oscar ci abbia fatto, a parte la sua amicizia». L’ultima fatica l’abito di Amal Alamuddin per il matrimonio con George Clooney. Nella sua Santo Domingo ha fatto costruire la Casa del Niño, scuola e orfanotrofio. E a chi gli chiedeva chi glielo avesse fatto fare di prendere con sé John Galliano quando era caduto in disgrazia, rispondeva: «Era giusto dare una chance a un grande della couture». Maria Teresa Veneziani © RIPRODUZIONE RISERVATA L’amicizia Oscar de la Renta con Marella Agnelli. La vedova dell’Avvocato è al centro in prima fila; dietro di lei, con il cagnolino sulle ginocchia, lo stilista dominicano. I due erano uniti da antica amicizia Canale Moda La carriera, gli abiti più belli e quella volta che il New York Times lo chiamò «hot dog» corriere.it/ moda NEW YORK «Papà mi voleva assicuratore, ma io convinsi mamma a farmi lasciare Santo Domingo per andare a studiare arte a Madrid. Lì ho studiato poco, ma ho vissuto molto. E ho cominciato con la moda: è andata bene così». Avevo incontrato Oscar de la Renta qualche settimana fa nella sua casa al 660 di Park Avenue: un’intervista sulla sua lunghissima amicizia con Giovanni e Marella Agnelli, in occasione dell’uscita di «Ho coltivato il mio giardino», il libro autobiografico della moglie dell’Avvocato. Lucidissimo, di buon umore, un cardigan color tabacco su una camicia a quadri, il celebre stilista, a parte il passo un po’ incerto, non aveva certo l’espressione sofferente di chi è entrato nella fase finale di una lotta col cancro cominciata otto anni fa. Ma alla malattia faceva riferimento di continuo, anche se con «nonchalance»: «Cerco di vedere Marella almeno una volta all’anno, la vado a trovare nonostante i miei problemi di salute». E poi: «Vorrei tornare in Italia, alla festa di John Elkann, non so se ce la farò». Parlare dell’amicizia con gli Agnelli, durata quasi mezzo secolo, era stato per lui anche un modo di ripercorrere gran parte della sua vita e di una carriera nella quale ha vestito molte delle Oscar de la Renta e le affinità elettive con la coppia Agnelli Diceva: Gianni giocava a terrorizzarmi donne più belle del mondo e quasi tutte le «first lady». Sarto già celebre, de la Renta diventò una star mondiale quando Jacqueline Kennedy cominciò a indossare i suoi abiti. La conobbe e iniziò a frequentarla proprio insieme agli Agnelli e ad altri amici — Truman Capote, Henry Kissinger, Norman Mailer e tanti altri — quando John era stato già assassinato. Ma poi ha vestito molte altre «first lady», da Nancy Reagan a Laura Bush e a Hillary Clinton. Lei e Bill hanno avuto con Oscar un rapporto strettissimo. La probabile futura candidata democratica alla presidenza gli era particolarmente grata per aver reso la sua immagine più disinvolta e spigliata con una serie di abiti giovanili, color pastello, durante gli anni difficili del secondo mandato presidenziale. L’unica a resistergli era stata Michelle Obama: mai un abito col marchio ODLR indossato in sei anni alla Casa Bianca. E anche qualche polemica: Oscar, uomo garbato ma dalla lingua tagliente, l’aveva criticata nel 2011 per essere andata alla cena di Stato col presidente cinese con un abito di Alexander McQueen, uno stilista inglese. Da allora solo freddezza tra i due. Michelle ha indossato per la prima volta un abito di Oscar de la Renta pochi giorni fa, a un cocktail. Un gesto che, oggi, appare un estremo omaggio. Un personaggio che dopo una gavetta scanzonata e fantasiosa ha riempito per decenni le riviste di moda (ultimo l’abito da sposa disegnato per Amal Alamuddin, divenuta di recente la signora Clooney) e le cro- Con i suoi abiti Sarah J. Parker La protagonista di «Sex & the City» ha fatto dello stilista un’icona Jessica Biel L’attrice e moglie di Justin Timberlake vestita da de la Renta Freida Pinto La protagonista del film «Millionaire» con un abito di de la Renta Oprah Winfrey La potente conduttrice era amica ed estimatrice di de la Renta nache mondane: un uomo con un gusto insaziabile per la vita, da quella disinibita condotta negli anni giovanili con la prima moglie, Françoise de Langlade, morta di cancro nel 1983, al club degli amici cosmopoliti — scrittori, industriali, presidenti, pittori — degli anni maturi, con sempre a fianco l’amatissima Annette. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, una curiosità febbrile che condivideva col grande amico di una vita, Gianni Agnelli: «Era pronto anche a rischiare per un’emozione» mi raccontò de la Renta. «E ci coinvolgeva, sapendo che in fondo eravamo fatti della stessa pasta. Noi andavamo, anche se a volte Annette era terrorizzata. Una volta Gianni mi svegliò all’alba, eravamo nella sua casa di St Moritz, proponendo di andare a trovare Balthus, un pittore che lo emozionava in modo particolare, nella sua baita alpina. Il pilota del suo aereo lo avvertì che il tempo era cattivo e la pista di Gstaad, dove dovevamo atterrare, molto corta. Bisognava volare leggeri, con pochissimo carburante e non si poteva fare rifornimento. “Andiamo lo stesso” disse lui. A ritorno, l’aeroporto di St Moritz era coperto da nubi bassissime. Sudammo freddo: non c’era carburante per arrivare fino a Zurigo, atterrammo alla cieca, al secondo tentativo. Io e Annette eravamo muti, bianchi come stracci. Gianni, invece, commentò con un sorriso: «Giornata doppiamente interessante. Spericolato come quando, a Roma, decise che non solo voleva accompagnarmi all’aeroporto ma che, anziché l’autostrada, dovevamo percorrere l’Appia Antica che io non conoscevo, anche se ero in ritardo per il mio volo. Come al solito volle guidare lui, correndo a velocità folle sui grossi blocchi di pietra vecchi di duemila anni. Relegato nel sedile posteriore, l’autista, terrorizzato, lo supplicava: “Avvocato, abbia pietà, ho due figli”. “Anch’io”, fu la secca risposta». Aveva impegni e Annette lo pressava, ma quella sera de la Renta non finiva più di raccontare aneddoti di una vita intensa. Vissuta con leggerezza. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA ❞ Valentino Non solo un mago della moda, per me è stato un grande amico Ha amato la vita come pochi Wintour I suoi disegni riflettevano la straordinaria personalità: ottimista, solare e romantica I Clinton Con il suo talento unico ha elevato la moda americana, la sua amicizia ci mancherà D. Karan Era l’ultimo dei gentiluomini. Viveva nel presente pur guardando sempre lontano 30 Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera ● Patto infranto Cambiare le regole fiscali in corsa, oltre a danneggiare cittadini e contribuenti, crea un ambiente sfavorevole agli investimenti. Anche a quelli provenienti dall’estero ANALISI & COMMENTI ● Il corsivo del giorno Studio televisivo in casa e selezione dei reporter Così il presidente indiano controlla l’informazione P er realizzare davvero le promesse c’è sempre tempo. La cosa più urgente è impadronirsi della comunicazione, controllare il flusso di informazioni, senza fastidiosi intermediari. Il primo ministro indiano, Narendra Modi, 64 anni, non ha rilasciato neanche un’intervista a giornali locali da quando è salito al potere il 26 maggio 2014. Salta o neanche convoca le conferenze stampa, a meno che non ci siano reporter stranieri. In compenso è un assiduo frequentatore di Facebook e dispensa piccole notazioni quotidiane su Twitter, seguite da oltre sette milioni di follower. I media di quell’immenso Paese sono tra i più vivaci del mondo, liberi fino alla spregiudicatezza, come l’Italia ha avuto modo di imparare nella vicenda dei due marò. L’accesa concorrenza tra le tv, i giornali, i siti Internet è stata e continua a essere un fattore di crescita civile della società; una garanzia per l’equilibrio della democrazia indiana, la più grande e forse la più complessa del pianeta. Ma per il nuovo leader tutto questo sembra non contare. Il premier Modi vuole scegliersi le domande, anzi, direttamente i cronisti autorizzati a seguirlo nei suoi viaggi internazionali (solo nove, mentre con il suo predecessore, Manmohan Singh, erano più di trenta); parla solo con l’addomesticata televisione pubblica, anzi, per non sbagliare si è fatto installare uno studio per le riprese nella sua residenza. L’allergia ai reporter è una tendenza ormai universale, con qualche segnale anche negli Stati Uniti e in Europa, Italia compresa. Il caso Modi ripropone una questione vitale, perché senza critiche e senza contraddittorio l’opinione pubblica si spacca. Una parte sarà abbagliata dai proclami e, gradualmente, come dimostra l’esperienza, si trasformerà in un gregge passivo, senza alcun dinamismo. Un’altra quota di cittadini vivrà come un sopruso l’ostracismo della stampa, alimentando sfiducia e astio nei confronti delle istituzioni democratiche. © RIPRODUZIONE RISERVATA Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it l tempo, per il Fisco, assomiglia a una sorta di variabile indipendente. E il calendario, a pensarci bene, può persino girare al contrario. Dicembre, novembre, ottobre, settembre. Accade spesso, anzi troppo spesso che, per esigenze di bilancio, si decida di spostare all’indietro le lancette dell’orologio. E introdurre così aumenti delle tasse con effetto retroattivo. Un vizio comune a tutti i governi degli ultimi anni e che ha contagiato lo stesso Parlamento. Un giochetto (di prestigio) che consente, in pratica, di concedere sgravi a qualche contribuente, penalizzandone, però, altri. O di tappare, per questa via, improvvise falle nei conti pubblici. L’ultimo esempio è quello dell’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. Nella legge di Stabilità è appena stato deciso di alleggerirla per chi farà nuove assunzioni, soprattutto con contratti a tempo indeterminato, con una riduzione dell’aliquota dal 3,9 al 3,5%. Peccato che ci sia l’altro lato della medaglia: per tutti gli altri imprenditori, che non assumeranno, non perché sono cattivi ma perché non possono, l’imposta torna al livello precedente, al 3,9%. Da quando? Non dall’entrata in vigore della legge di Stabilità fissata per gennaio 2015 — dopo, probabilmente un estenuante dibattito parlamentare e la stesura di un maxi emendamento —, ma da gennaio scorso. Sì, da gennaio 2014, con dodici mesi d’anticipo. Si dirà che anche i vantaggi sono retroattivi, ma in questo BEPPE GIACOBBE I di Giuseppe Sarcina TASSE RETROATTIVE IL VIZIO DEI GOVERNI di Massimo Fracaro e Nicola Saldutti caso, come accade con il Codice penale, la norma dovrebbe essere favorevole al reo (in questo caso il cittadino-imprenditore). Retroattivi, ad esempio, sono stati i tagli ad alcune detrazioni fiscali (polizze vita). Come gli aumenti delle addizionali locali del 2011. Retroattivo rischia di essere anche l’incremento dall’11,5% al 20% del prelievo annuo sui rendimenti dei fondi pensione. E, quando non si aumentano le tasse, si cambiano le regole del gioco. A vantaggio dell’Erario, ovviamente. Si calcola che, solo nel biennio 2011 e 2013 siano state approvate imposte retroattive per un valore di circa 5,5 miliardi. Viene quindi da chiedersi quale validità abbia ancora lo Statuto del contribuente, varato nel 2000 e presentato come il provvedimento che avrebbe reso più equilibrato e corretto il rapporto tra il Fisco (lo Stato) e i cittadini. Lo Statuto, articolo 3, stabilisce che «le disposizioni tributarie non hanno effetto retroattivo. Relativamente ai tributi periodici le modifiche introdotte si applicano solo a partire dal periodo d’imposta successivo». Ma questa norma viene spesso bypassata spiegando che si tratta di un’eccezione. Secondo lo Statuto, le leggi che trattano un argomento diverso da quello tributario non possono intervenire in materia fiscale, se non per la parte di stretta pertinenza. E invece le tasse si moltiplicano proprio là dove non dovrebbero esserci e dove nessuno se le aspetta. Un esempio? Il taglio alla deducibilità dei costi delle auto aziendali introdotto per finanziare la legge Fornero sulla riforma del mercato del lavoro. All’articolo 4 si stabilisce che non si può disporre con decreto-legge l’istituzione di nuovi tributi né prevedere l’applicazione di tributi esistenti ad altre categorie di soggetti. Mentre molte imposte sono state introdotte proprio con decreto legge. Perché? Siamo in emergenza. E così, di eccezione in eccezione, lo Statuto del contribuente è stato violato innumerevoli volte dal legislatore. Almeno qualche centinaio di volte. E non solo sulla retroattività. Uno statuto con i buchi, insomma. Un provvedimento che fa ancora la sua bella figura nella vetrina del Fisco made in Italy. Ma dagli effetti pratici quasi nulli. La trasformazione da sudditi a cittadini, che doveva avvenire proprio grazie allo Statuto, non è stata ancora completata. E sono già passati 14 anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 L’ILLUSIONE SOLIDARISTA LE LIBERTÀ VIOLATE NEL PAESE CHE IGNORA IL DIRITTO DI PROPRIETÀ di Piero Ostellino Stato invasivo Un eccesso di interventi nella sfera privata porterà all’instaurazione di una sorta di totalitarismo mascherato. Occorre ripristinare meccanismi competitivi L’ idea che possano commettere reato coloro che, ipoteticamente, prelevano contanti dal proprio conto bancario con i quali comprano beni, eludendo le tasse, poteva venire alla mente malata solo di un politico nostalgico dello Stato di polizia dei totalitarismi fascista e comunista del Ventesimo secolo, o a qualche burocrate fanatico, ma anche sufficientemente furbo d’aver capito che, per giustificare le proprie permanenze al bar Commercio durante le ore d’ufficio, deve inventarsi qualcosa di illiberale, allineandosi a chi è contro il capitalismo, il mercato, in una parola, la democrazia. Che, inoltre, almeno teoricamente, chi preleva dal proprio conto corrente dei soldi debba dichiarare che fine faranno è, di fatto, la cancellazione del diritto di proprietà, uno dei fondamenti sui quali si è sviluppata e si regge la civiltà occidentale. Siamo il solo Paese di «socialismo reale» rimasto sulla Terra dopo il fallimento, la sconfitta e la scomparsa del comunismo nel resto del mondo. Con la leva fiscale si sta cercando di instaurare, attraverso un eccesso di invasione legislativa della sfera privata, una sorta di totalitarismo fondato su una fittizia e falsa legalità. Ma i media non ne parlano; evitano, come già aveva scritto Benedetto Croce alla vigilia dell’avvento del fascismo, di pensare. Preferiscono — invece di difendere le libertà dei cittadini, sistematicamente violate dallo Stato in nome di una fantomatica giustizia sociale, poi immancabilmente tradita — «parlare dell’elefante», cioè delle futili dispute, che non interessano nessuno, di un sistema sclerotizzato che predica un luminoso avvenire del quale, non sapendo come realizzarlo, si riempie la bocca ogni politico che voglia passare per progressista. È una tragica profezia già ripetuta contro ogni evidenza contraria, nei Paesi d’oltrecortina, Russia compresa, fino al proprio inesorabile fallimento. Matteo Renzi — imbonitore politico all’italiana, a cavallo fra destra e sinistra secondo prassi tipicamente cattolica e controriformista tridentina — fa il suo mestiere, sapendo cinica- mente che più le spara grosse più ha successo. In un Paese di democrazia liberale, il sistema informativo ne parlerebbe, denunciandone le carenze. Non da noi, dove il culto del potere — ideologico, politico, economico, sociale, persino religioso — si è tanto capillarmente diffuso da fare dell’Italia un «caso da Terzo Mondo». Il cosiddetto ceto medio — che pure ne ha fatto e ne fa le spese — si professa, allegramente, di sinistra e si dichiara entusiasta di un Papa pauperista. Accusa capitalismo e mercato — grazie ai quali si è arricchito e che hanno fatto la fortuna dei Paesi che non pretendono di essere, a parole, sociali, ma lo sono nella realtà effettuale — delle disgrazie finanziarie, oltre che economiche, della politica statalista, dirigista demagogicamente solidarista della sinistra che hanno portato l’Italia sull’orlo del fallimento per bancarotta. Per parte loro, i partiti non hanno ancora elaborato, a differenza dei socialdemocratici tedeschi — che l’hanno fatto a Bad Godesberg — gli effetti della guerra civile che aveva diviso il Paese, nell’immediato secondo dopoguerra, fra sostenitori dell’Unione Sovietica e fautori della democrazia liberale e del libero mercato. Hanno scritto nella stessa Costituzione il compromissorio controsenso di una proprietà privata «sociale». Detto meno ipocritamente, ciò vuol dire che la classe politica già comunista — politicamente sconfitta nel 1948, ma gramscianamente annidata nella scuola, nell’università, nell’editoria, nelle pieghe della burocrazia parassitaria — è legittimata a tenere sotto scacco il sistema capitalistico. E, così, non ne usciremo se non al prezzo di una crisi economica, sociale e istituzionale analoga a quella che spazzò via la Quarta Repubblica francese e che, culturalmente prima che politicamente, faccia giustizia della ❞ ●I PERCHÉ OBAMA HA RAGIONE SULL’ISIS NEMICO DELL’ISLAM COMMENTI DAL MONDO Voltare pagina farebbe bene al Brasile prossima ● ❞ Domenica Dilma Rousseff perderà il secondo turno delle presidenziali brasiliane contro Aécio Neves. Il pronostico controcorrente è di Michael Reid, specialista dell’Economist che firma una lunga analisi sul quotidiano spagnolo El País. I motivi: la presidente ha deluso i settori che, con le proteste del 2013, chiedevano allo Stato servizi pubblici migliori. E Neves ha dimostrato, da governatore di Minas Gerais, di saper sottoporre le finanze pubbliche a un trattamento choc, mantenendo però ottimi standard sociali. Il fallimento Usa tra israeliani e palestinesi go home», ● ❞ «Yankee americani andatevene Il tentativo Renzi sta provando a rottamare il vecchio modo di pensare della sinistra È il solo dato positivo di un esecutivo incline a ripetere errori del passato vulgata (falsamente) sociale e ripristini, almeno in parte, i meccanismi concorrenziali e competitivi di accumulazione della ricchezza degli anni della ripresa economica quando Alcide De Gasperi e Luigi Einaudi erano alla testa del Paese. Matteo Renzi ci si sta provando; non tanto con provvedimenti concreti di governo, quanto con il tentativo psicologico e parolaio di rottamare il vecchio modo di pensare della sinistra, cambiandone la testa. È il solo dato positivo della sua presenza a capo di un governo malauguratamente incline a ripetere gli errori di quelli passati. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 31 a casa e smettetela di (far finta di) mediare tra israeliani e palestinesi. È accorato il grido di Gideon Levy, grande firma di Haaretz, quotidiano israeliano mai tenero con le politiche più oltranziste dei governi di Gerusalemme. Gli Stati Uniti non hanno fatto fare neanche un passo avanti al processo di pace, scrive Levy, e anzi hanno acuito e perpetuato il conflitto. Come? Instaurando un rapporto «sadomasochistico» con lo Stato ebraico, in cui non è più chiaro chi sia il potente e chi il protetto. a cura di Gianluca Mercuri l messaggio di violenza, fanatismo e morte che caratterizza l’azione criminale dell’Isis ha una inquietante capacità di attrazione non solo nell’area in cui agisce ma anche in Occidente, e in Europa in particolare, come testimonia il fenomeno dei foreign fighters. I rapporti insani tra gran parte dei popoli mediorientali e le loro dirigenze politiche, ha prodotto l’esplosione di una crisi enorme in quelle società. E noi in virtù di una impressionante superficialità di analisi ci siamo illusi che quella crisi potesse sfociare nel fenomeno delle primavere arabe. Il radicalismo estremista ha quindi sequestrato l’Islam ed è ormai il primo nemico dei musulmani. Oltre alle violenze cui abbiamo assistito, l’azione dell’Isis accresce la confusione nell’area e destabilizza politicamente in modo molto più profondo di quanto non colpisca militarmente. Di conseguenza è un pericolo serio per l’Occidente ma lo è innanzitutto per i Paesi del Golfo. Non siamo dunque di fronte a uno scontro di civiltà, ma a un pericoloso progetto politico che solo l’unità di cristiani, musulmani e laici potrà sconfiggere. Sul piano militare l’Occidente dovrà fare la sua parte, ma questa guerra si vin- ce solo se le grandi potenze della Regione saranno le protagoniste principali. La sfida sarà quindi lunga, e non potrà risolversi solo nell’azione militare. E lo ha ben compreso per primo il presidente Obama. Per motivazioni più legate allo scontro politico interno americano e alla nuova narrativa che lo descrive ingiustamente come un presidente debole e rinunciatario in politica estera, nei giorni scorsi Obama è stato attaccato per aver atteso troppo tempo nell’autorizzare una azione militare contro l’Isis. Non è stato così. Quel tempo è stato necessario per prendere atto del bilancio fallimentare del governo Al Maliki con l’assurda marginalizzazione dei sunniti. E molto opportunamente Obama ha atteso la richiesta di intervento da parte degli attori regionali. Il governo americano ha quindi agito con ragionevolezza. L’indispensabile aspetto militare non sarà sufficiente per vincere questa guerra se non sarà accompagnato da un adeguato processo politico che aiuti la stabilizzazione dell’area, tenuto conto della articolata mappa di timori e interessi interni alla coalizione internazionale. Nicola Latorre Senatore Pd © RIPRODUZIONE RISERVATA UNIVERSITÀ, I GATTOPARDI NON SONO STATI SCONFITTI P er la prima volta, due anni fa, è stata fatta un’abilitazione nazionale per sottrarre ai baroni l’esclusivo potere di mettere in cattedra familiari, galoppini o suffragette che stazionano in università al loro servizio o a quello dei loro amici partecipando a pseudoavori di ricerca. Purtroppo questa abilitazione non ha tenuto conto di due fattori: dare una valutazione a quanto svolto dai candidati nel mondo del lavoro (che so, Renzo Piano riceverebbe punteggio zero in progettazione nonostante i grattacieli costruiti) e stilare una classifica degli idonei, imponendo alle università di rispettarla — almeno finché vivono di soldi pubblici e c’è il valore legale del titolo di studio. Cosa sta comportando questo? Che oggi le università stanno bandendo (finti) concorsi solo nelle discipline in cui un candidato locale (galoppino) ha superato l’abilitazione. E il (finto) concorso viene ritagliato su misura per questo. Se ad esempio nell’ateneo di Timbuctu serve un biologo, ma il galoppino è un chimico che conosce l’arabo, il barone riesce a far bandire dalla sua università un (finto) concorso per chimici che conoscono l’arabo, assicurandosi la benevolenza degli altri commissari che riceveranno analogo favore. Tutto ciò con buona pace per chi ha più titoli, potrebbe dare di più all’ateneo, ma l’arabo non lo conosce. Poiché il gattopardo non è stato sconfitto, delle due l’una: o si toglie il valore legale del titolo di studio, gli atenei diventano davvero autonomi e chiamano chi vogliono senza concorsi accettando le conseguenze (se vanno male non riceveranno più finanziamenti statali), oppure le nuove abilitazioni nazionali tengano conto del parametro lavorativo e stilino una classifica. Così, se un ateneo vuole un biologo deve chiamare il primo in lista, poi il secondo e così via. Pierluigi Panza © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 33 Economia Energia e gas per la tua azienda axpo.com 800.199.978 bXk bkk ÂÅk @Î b "kÞ ; @~~Â@Î @k Âk Õæ±ææ 1/ ! ¤±æzÉ`ÉÕ Þ kÅ ¤Ê±zÊÕ`pÊ "@Åb@¶ |±Ð¤`|Ê /G, zææ ¤±Ðæ`p bÂ@ ʱÐÉÕ`ÐÐ Â@XxÂÎk p±ppÊ`Ê ,@Â~® @X|æ¯ |±æp¤`Õ| !@bÂb ¤æ±¤zÕ`¤æ 1®"k¯ ¤|±pæ|`Õp Õ`É° ¤`ææ° ¤`Éz° ¤`|Õ° ¤`Êp° ¤`|° Õ`Õz° Õ`а Õ`æа e e e e e e e e @N ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤`ÕÉÊÕ ¤ÐÊ`Õæææ æ`Éææ ¤`ÕæÊp b@ æ`æp° àk æ`Ðæ° ÅÎkÂk æ`¤É° x± Åݱ æ`æа e kb± Rimbalzo del 5% per Mps. La Bce studia l’acquisto di corporate bond I cinesi 1Î b /Î@Î 1Î Mediobanca, Bank of China al 2% Banche in recupero a Piazza Affari -×α .kb± kxx± Õ¤¤æ kÎÎ ° ά ¤ÕÕÕˤæË¤Ê ¤`ÕÉz° ¤æÐ`¤É æ`ÊРά ¤|æ¤Ëæpˤ ¤`zææ° ¤æ¤`¤Ð ¤`æÉ Î¬ pæ¤Ë¤¤ËÕ z`Õzæ° ¤Õ|`p¤ Õ`Êæ ά ¤Ðæ¤ËæË|| |`Ézæ° ¤¤z`¤ Ð`ÐÐ La Lente di Stefano Agnoli Borsa elettrica, i prezzi scendono ma i consumatori non lo vedono L’ ultima notizia è che la scorsa settimana il prezzo medio del megawattora alla Borsa elettrica è sceso del 14,5%, a 57,6 euro. Negli ultimi tre giorni si sono già registrati nuovi rialzi, ma la questione di fondo resta. Da tempo il «combinato disposto» dei minori consumi di energia elettrica e dell’effetto delle energie rinnovabili ha causato un progressivo decremento dei prezzi sul mercato elettrico nazionale. Si è passati cioè da una forchetta tra 64-85 euro nel 2012 ai 45-62 di questo scorcio del 2014. Certo, negli ultimi tempi la Borsa elettrica ha scontato dosi elevate di volatilità. Ma quel ribasso generalizzato non si è riflesso se non in minima parte a livello dei consumatori. @stefanoagnoli ● Con il 2% di Mediobanca il governo cinese — attraverso la banca centrale di Pechino, la People’s Bank of China — entra con una quota rilevante nel sistema bancario italiano ● L’acquisto risale al 14 ottobre scorso, stesso giorno della visita del premier Li Keqiang con il premier Matteo Renzi che aveva portato alla firma di 13 accordi con la Cina per 8 miliardi di euro ● Oltre che in Mediobanca, la Cina è presente con il 2% circa in Eni, Enel, Telecom Italia, Prysmian, Fiat e Generali © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO Mentre i mercati dell’intera Eurozona attendono la giornata di domenica che finalmente vedrà pubblicati i risultati degli esami della Bce stabilendo promossi e bocciati tra gli istituti di credito maggiori, ieri un’iniezione di fiducia sul sistema bancario italiano è arrivata dalla Cina, con la Bank of China — l’istituto centrale di Pechino — che ha rilevato il 2% di Mediobanca. La mossa ha spinto in rialzo il titolo di Piazzetta Cuccia e che ha contribuito al recupero di Piazza Affari, ieri la borsa che ha chiuso con il guadagno maggiore in Europa, +2,79%, seguita da Madrid con +2,39% parigi +2,25% e Francoforte +1,94%. Al recupero degli indici hanno contribuito anche le indiscrezioni sulla possibile nuova mossa della Bce, che potrebbe acquistare obbligazioni societarie sul mercato, dopo i covered bond delle banche (tra cui, da ieri, anche quelle italiane). La decisione sugli acquisti di corporate bond potrebbero arrivare già a dicembre, così da poter cominciare nei primi mesi del 2015: su questi aspetti, secondo quanto ha riferito ieri la Reuters, «le pressioni sono forti», anche se un portavoce dell’Eurotower ha specificato ieri che «il consiglio direttivo non ha preso decisioni di questo genere». Dopo i tracolli dei giorni scorsi è stata dunque una buona giornata per le banche italiane, grazie anche a Mediobanca. L’operazione dei cinesi risale al 14 ottobre, stesso giorno della visita in Italia del primo ministro della Repubblica Popolare della Cina Li Keqiang. L’incontro con il premier Matteo Renzi aveva portato alla firma di 13 accordi con la Cina per 8 miliardi di euro. Con la quota in Mediobanca, che vale circa 110 milioni di euro, gli investimenti cinesi in gruppi quotati toccano la soglia dei 7 miliardi se si sommano le partecipazio- L’andamento di Piazza Affari Ieri Ftse Mib +2,79% 20.363 19.751 19.140 18.528 17.916 21 lug 4 ago 18 ago 1 set 15 set il rendimento medio annuo delle azioni Generali dal 1938 170 i miliardi raccolti con gli aumenti di capitale in Borsa dal 1990 13 ott INTESA SANPAOLO MONTEPASCHI MEDIOBANCA +3,82% +4,60% +5,03% +4,33% d’Arco ni tutte sopra il 2% in Eni, Enel, Telecom Italia, Prysmian, Fiat e Generali. Tecnicamente la People’s Bank of China potrebbe ora partecipare all’assemblea sul bilancio del prossimo 28 ottobre (stesso giorno dei conti Carte di credito d’oro La seconda caduta di Rato L’ex presidente di Caja Madrid, Rodrigo Rato, si è autosospeso dalla militanza nel Partito Popolare, dopo il coinvolgimento nell’inchiesta sulle carte di credito d’oro e l’accusa di presunta appropriazione indebita di denaro e di evasione fiscale. Rato, ex direttore del Fmi, era già stato costretto a dimettersi da Bankia to a listini emergenti come Indonesia, Malesia e Messico, resta al ventesimo posto ed è ancora lontana da Russia, Taiwan per non parlare della Spagna (che capitalizza quasi 900 miliardi). Sul Pil pesa per il 30% contro l’87% di Madrid o il 118% del leader, il Nyse americano. Piazza Affari però scala le classifiche per quanto riguarda il rapporto fra utili e capitale netto, pari al 32,4%, quasi il doppio rispetto ai mercati giapponese o tedesco. Nel 2014 sono ripresi gli aumenti di capitale con una raccolta di oltre 10 miliardi (per metà Mps): dal 2008 le ricapitalizzazioni complessive sono state pari a 66 miliardi, 43 dei quali solo relative agli istituti di cre- del primo trimestre per i quali il consensus degli analisti stima 470 milioni di ricavi e un utile netto di 120 milioni). A Piazzetta Cuccia la scelta cinese viene vista come un segnale di fiducia sulla banca a pochi giorni dalle pagelle di Francoforte, nonché come un coronamento di un anno di roadshow all’estero. La Cina si affianca agli altri investitori istituzionali che pesano ormai per il 30% dell’azionariato, metà dei quali da Gran Bretagna e Stati Uniti. L’altro motore della spinta di ieri a Piazza Affari è stato il Montepaschi, rimbalzato anche del 10% per poi chiudere a +5%, dopo i timori legati a una possibile bocciatura agli stress test della Banca centrale europea. Ma è tutto il mercato che si interroga sugli esiti dei test di Francoforte: un report di Barclays mette nel mirino Deutsche Bank ma anche l’italiana Banco Popolare, che tuttavia ieri ha recuperato il 5%. «I mercati stanno reagendo in modo, secondo me, un po’ scomposto» agli stress test della Bce, è il commento di Carlo Messina, ceo di Intesa Sanpaolo. Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE RISERVATA Dal 2004 in media hanno reso il 2,3% all’anno contro l’1,6% del listino 15% 29 set UNICREDIT I vecchi Bot sorpassano le azioni Negli ultimi dieci anni i Bot hanno reso in media più della Borsa: il 2,30% contro l’1,63% (considerati anche i dividendi) . E Piazza Affari da fine 2003 ha perso un quarto del suo valore, con il 40% dei titoli che ha ceduto oltre la metà e azioni come Mps, Carige e Seat i cui prezzi hanno lasciato sul terreno circa il 90%, mentre Luxottica ha guadagnato il 161%, Snam l’86%, Atlantia il 48% ed Eni il 10%. Nell’edizione 2014 di «Indici e dati», analisi che Mediobanca realizza dal 1947, la Borsa italiana si conferma in posizione piuttosto arretrata fra i mercati mondiali: con una capitalizzazione al 30 giugno pari a 496 miliardi, pur avendo recuperato rispet- 20.975 dito. Dal 2004 infine la raccolta è stata di 92 miliardi. Per quanto riguarda i dividendi invece nel 2013 (distribuiti quindi quest’anno) hanno toccato il minimo dal ‘99 con 13 miliardi, un terzo in meo rispetto alla media dell’ultimo decennio. Per le banche il crollo è ancora più sensibile se si pensa che hanno distribuito 1,3 miliardi, ai minimi dal ‘97 con importi corrisposti inferiori di dieci volte rispetto al 2007-2008, cioè al pre-crisi. sempre rispetto al 2007 il peso delle banche rispetto al valore totale della Borsa è passato dal 30 al 22,8%, con una ripresa rispetto ai minimi del 2011 quando gli istituti erano al 17%. Sergio Bocconi © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il caso Ipotesi «spezzatino» per i grandi istituti di Wall Street di Giovanni Stringa Ieri troppo grandi per fallire. Domani anche troppo grandi per rischiare. È il destino che potrebbe colpire alcune delle grandi banche di Wall Street, secondo quanto trapelato dai vertici della Fed, la banca centrale americana. Il monito è presto detto: le banche devono ridurre l’eccessiva assunzione di rischi o prepararsi a dure ripercussioni, compreso lo smembramento in gruppi più piccoli. Secondo il «Wall Street Journal», a esprimersi in questo senso è stato William Dudley, governatore della Fed di New York. Le sue parole: «La conclusione inevitabile a cui si arriverà è che se le aziende sono troppo grandi per potere fallire e troppo complesse per potere essere gestite in modo efficace, per garantire stabilità finanziaria dovranno essere drasticamente ridimensionate e semplificate». Ma sotto la lente della Fed c’è anche la stessa banca centrale. Stando a un rapporto interno alla Federal Reserve, il ramo newyorkese — nonostante le raccomandazioni di alcuni membri, che avevano individuato i rischi già nel 2008 — non esaminò a dovere la divisione investimenti di JP Morgan prima dello scoppio dello scandalo nel 2012 sulla «balena di Londra», costato alla banca perdite per oltre 6 miliardi di dollari. Intanto l’Antitrust europeo ha deciso una multa da 61,6 milioni di euro a JP Morgan per un caso di cartello sul Libor. Multe anche per un altro caso di cartello, su alcuni derivati, a Ubs, Credit Suisse e di nuovo Jp Morgan: 32 milioni totali. © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera 34 TRIBUNALE DI ASTI CONC. PREV. n. 2/10 R.F. Curatore Dott. Silvano Cremonesi. Vendita senza incanto: 28/11/2014 ore 11.00. Lotto 1 - Comune di San Damiano d’Asti (AT), Via Asti, 62. Piena prop. di fabbricato industriale destinato in parte ad uffici e laboratori ed in parte a magazzino oltre area esterna destinata ad area di manovra, parcheggio ed a verde. Prezzo base Euro 1.400.000,00. Lotto 2 - Comune di Marene (CN), Via G. Marconi, 117. Piena prop. di fabbricato industriale composto da porzione ad uso uffici e servizi a 2 piani f.t. e corpo di fabbrica retrostante, entrostante a terreno di mq. 7.031 oltre a terreno edificabile di mq. 750. Prezzo base Euro 1.900.000,00. Lotto 3 - Comune di Cadoneghe (PD). Piena prop. di terreno agricolo di mq. 1.090. Prezzo base Euro 50.000,00. Info presso Liquidatore Giudiziale Dott. Silvano Cremonesi tel. 0276028101 e su www.astegiudiziarie.it (A278696, A278697, A278698). Politecnico di Milano Società con Unico Socio, soggetta all’attività di direzione e coordinamento dell’Automobile Club d’Italia Via Fiume delle Perle n. 24 - 00144 - Roma AVVISO PER ESTRATTO ESITO DI GARA CIG 54415816B1 Con riferimento alla gara a procedura aperta indetta con bando pubblicato sulla GUUE Serie S, 2013/S n. 227-395143 del 22/11/2013 e sulla GURI n. 139 del 27/11/2013 - 5a Serie speciale, modificato con Avviso di rettifica pubblicato sulla GUUE Serie S, 2014/S 008-009548 dell’11/01/2014 e sulla GURI n. 5 del 15/01/2014, si comunica che ACI Informatica in data 25/09/2014, ha definitivamente affidato la gara per l’acquisizione di servizi di assistenza. Il criterio di scelta utilizzato è stato quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Le offerte pervenute sono state n. 7. La gara è stata affidata alla Società Olisistem ITQ Consulting S.p.A. per un corrispettivo massimo, in relazione ai prezzi unitari offerti e alle operazioni stimate nel periodo, di € 4.834.250,00, IVA esclusa, per complessivi 60 mesi, di cui 2.900.550,00 per la durata contrattuale di 36 mesi e € 1.933.700,00 in caso di rinnovo esplicito per un periodo di 24 mesi. L’avviso di aggiudicazione è pubblicato sulle Gazzette Ufficiali UE e della Repubblica Italiana alle quali è stato inviato in data 06/10/2014, nonché sul profilo del committente e sui siti informatici di cui all’art. 66 del D.Lgs. 163/2006. Il Direttore Generale - Ing. Mauro Minenna AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA FEDERICO II Servizio Provveditorato ed Economato Settore Acquisizione Farmaci e Presidi Sanitari AVVISO DI GARA A PROCEDURA APERTA CIG - 5945685679 Questa Azienda intende provvedere all’affidamento, mediante procedura aperta, della realizzazione di un “Corelab” ad alta automazione comprendente la fornitura in service di sistemi diagnostici, di reattivi nonché del materiale di consumo, per le esigenze del DAI di Medicina di Laboratorio dell’A.O.U. Federico II di Napoli. Durata dell’appalto: anni cinque. Importo presunto quinquennale € 5.205.425,00, oltre I.V.A, di cui € 425,00 oltre I.V.A. per oneri per la sicurezza derivanti dai rischi di natura interferenziale. Il presente avviso, il bando, il Capitolato speciale d’appalto e relativi allegati, sono reperibili presso il sito internet www.policlinico.unina.it. Eventuali modifiche e/o chiarimenti verranno pubblicati esclusivamente sul sito; è onere delle società tale consultazione. RUP: Prof. Antonio Dello Russo (tel. 081 7463653). Il Bando è stato inviato alla U.P.U.C.E. in data 15.10.2014 al n. 2014-136138. f.to IL DIRETTORE GENERALE - Giovanni PERSICO Estratto bando procedura aperta Il Politecnico di Milano indice appalto per la fornitura di servizi di sviluppo di applicativi e componenti software e gestione di basi di dati del il Politecnico di Milano per la durata massima di 6 anni. L’importo complessivo, comprensivo di eventuali proroghe, è di € 8.236.800,00 + IVA, suddiviso in tre lotti come segue: Lotto 1 Sviluppo di applicativi software € 4.672.800,00 più IVA; Lotto 2 Sviluppo di componenti e servizi del framework € 2.547.600,00 più IVA; Lotto 3 Gestione logica e fisica di basi di dati € 1.016.400,00 più IVA; L’aggiudicazione avverrà con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Termine per il ricevimento delle offerte: ore 12:00 del 17/11/2014. Tutta la documentazione di gara può essere consultata e scaricata all’indirizzo www.polimi.it. Il bando integrale è stato pubblicato in GUUE il 08/11/2014. Il RUP - Ing. Fabrizio Pedranzini COMUNE DI CAGLIARI Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Via Rizzoli, 8 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 Fax 02 2588 6114 Via Campania, 59 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Avviso di gara per procedura aperta CIG 52781925D3 E’ indetta procedura aperta per il giorno 11.11.2014 - ore 10.00 per affidamento “Servizio di ristorazione scolastica a ridotto impatto ambientale negli asilo nido, nelle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado del Comune di Cagliari anni scolastici 2014/2015 - 2015/2016 2016/2017 - 2017/2018”. Importo a base di gara: € 11.028.640,00, + IVA, oltre € 18.320,00 + IVA per oneri di sicurezza derivanti da rischi interferenziali non soggetti a ribasso. Scadenza offerte: ore 11.00 del 5.11.2014. Il bando è in pubblicazione su: Albo Pretorio del Comune, www.comune.cagliari.it, dove sono disponibili anche Disciplinare di gara, moduli per le dichiarazioni e CSA, www.regione.sardegna.it. Informazioni sulla gara: Servizio Provveditorato, Economato 070.6777501/7511 - fax 070/6777695/6 [email protected]; sul servizio: Ufficio Istruzione - 070.6776450/6406 - Fax 070.6776480 - [email protected]. Il Dirigente - Dott.ssa Claudia Madeddu CAMERA DEI DEPUTATI ESTRATTO DI BANDO DI PROCEDURA RISTRETTA La Camera dei Deputati indice una procedura ristretta per la fornitura a noleggio di una macchina per la stampa professionale in quadricromia, di durata quadriennale, da aggiudicarsi con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (50 punti per merito tecnico e 50 punti per offerta economica). Possono partecipare alla P.R. gli operatori economici in possesso all’atto della domanda di partecipazione dei requisiti previsti dal capitolato. I rappresentanti legali dei soggetti interessati possono presentare domanda di partecipazione, a pena di esclusione, entro il 17 novembre 2014, a mezzo raccomandata o posta celere. Il bando, che è stato pubblicato sulla GUUE e sulla GURI, è consultabile sul sito www.camera.it. sezione “Amministrazione”, sottosezione “Spese e trasparenza”, paragrafo “Procedure di gara”, voce “Procedure ristrette”. Ulteriori informazioni possono essere richieste all’indirizzo e-mail [email protected]. Capitolato ed informazioni richiedibili all'indirizzo e-mail [email protected]. Domande incomplete, prive dei requisiti richiesti, o inviate con mezzi diversi da quelli indicati nel bando, saranno escluse. CAMERA DEI DEPUTATI IL CONSIGLIERE CAPO SERVIZIO AMMINISTRAZIONE (Dott. Nicola Guerzoni) AVVISO ENTE PROVINCIALE PER IL TURISMO DI NAPOLI - Piazza Dei Martiri n. 58 - 80121 Napoli (NA) - Estratto dell’Avviso pubblico per manifestazione di interesse alla organizzazione di una rassegna di cori gospel della canzone napoletana e della canzone italiana (azione 4). Tutte le informazioni relative all’avviso pubblico sono visionabili e scaricabili sul sito: www.eptnapoli.info nella sezione albo pretorio e gare - Per ulteriori informazioni gli interessati potranno rivolgersi all’E.P.T. di Napoli al n. tel. 081.4107211/215, fax 081.401961. IL COMMISSARIO LIQUIDATORE - Dr. Luigi Riccio AVVISO ENTE PROVINCIALE PER IL TURISMO DI NAPOLI - Piazza Dei Martiri n. 58 - 80121 Napoli (NA) - Estratto dell’Avviso pubblico per manifestazione di interesse alla partecipazione al primo festival corale internazionale di Napoli (azione 3). Tutte le informazioni relative all’avviso pubblico sono visionabili e scaricabili sul sito: www.eptnapoli.info nella sezione albo pretorio e gare Per ulteriori informazioni gli interessati potranno rivolgersi all’E.P.T. di Napoli al n. tel. 081.4107211/215, fax 081.401961. IL COMMISSARIO LIQUIDATORE - Dr. Luigi Riccio AVVISO DI RETTIFICA Con riferimento alla procedura aperta in ambito comunitario indetta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per l’affidamento a terzi del servizio relativo alla realizzazione di un’anagrafe di tutti i soggetti obbligati al versamento del contributo agli oneri di funzionamento dell’Autorità, per un valore complessivo stimato di euro 670.000,00 ed una durata di 48 mesi - Cat. 27. (Altri Servizi). CIG: 5904404451, il cui bando è stato pubblicato su G.U.U.E. n. S168 del 3.09.2014 e G.U.R.I. V Serie Speciale n. 104 del 12.09.2014, si rende noto che con avviso di rettifica, pubblicato su GUUE S196 dell’11.10.2014 e GURI n. 119 V° Serie Speciale del 17.10.214, la data di scadenza per la presentazione delle offerte è stata prorogata al 29.10.2014. Gli atti di gara sono disponibili sul profilo di committente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato www.agcm.it. Il Responsabile del Procedimento - Antonietta Messina AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI Affidamento del servizio sostitutivo di mensa mediante emissione di buoni pasto in favore del personale di Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.A. CUP: F11B06000270007 - CIG: 505436846B Stazione Appaltante: Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.A. - Via Del Bosco Rinnovato n. 4/A - Palazzo U9 - 20090 Assago (MI) - Tel. + 39 02/6774121 - fax: + 39 02/67741256 - e-mail: [email protected]. Importo a base di gara: € 413.000,00, IVA esclusa. Procedura di aggiudicazione: aperta ai sensi dell’art. 55 del D.Lgs 163/2006. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. Data di aggiudicazione: 27/06/2014. Offerte pervenute: 3. Aggiudicatario: QUI GROUP S.P.A., con sede in Genova - Via XX Settembre 29/7. Importo netto dell’appalto: € 348.778,50, IVA esclusa. Durata dell’appalto: 36 (trentasei) mesi dalla stipulazione del contratto o, se successiva, dalla data di emissione del verbale di avvio dell’esecuzione ai sensi dell’art. 304 D.P.R. 207/2010. Bando di gara pubblicato sulla GUUE n. 2013/S 077-129693 del 19/04/2013 e sulla GURI n. 47 - V Serie Speciale del 22/04/2013. Organo competente per le procedure di ricorso: TAR Lombardia, Via F. Corridoni, 39 - Milano 20122. Il presente avviso è stato pubblicato sulla GUUE n. 2014/S 201-355590 e sulla GURI n. 118 - V Serie Speciale del 15/10/2014. f.to L’Amministratore Delegato - avv. Marzio Agnoloni REGIONE TOSCANA - Giunta Regionale Direzione Generale Politiche Mobilità, Infrastrutture e Trasporto Pubblico Locale Area di Coordinamento Mobilità e Infrastrutture Via di Novoli - 26 - 50127 Firenze - Italia AVVISO APPALTO AGGIUDICATO Procedura e criterio di aggiudicazione: Procedura aperta indetta ai sensi dell’art. 55 del D. Lgs. n. 163/2006 da aggiudicarsi con il criterio dell’Offerta economicamente più vantaggiosa art. 83 D. Lgs. 163/2006. Oggetto: Sistema di Monitoraggio Automatizzato dei Flussi di Traffico sulle Strade Regionali CIG 554779379B. Luogo di esecuzione della prestazione: Firenze. Data di aggiudicazione: Decreto n. 3580 del 05/08/2014 certificato il 18/08/2014. Valore finale totale dell’appalto: Euro 1.680.000,00 oltre iva. Nome dell’aggiudicatario: Famas System S.p.A.. Data di spedizione dell’avviso alla G.U.C.E.: 02/10/2014. Il Dirigente responsabile del contratto Ing. Riccardo Buffoni REGIONE PUGLIA AZIENDA OSPEDALIERO UNIVERSITARIA CONSORZIALE POLICLINICO Piazza Giulio Cesare n. 11 - 70124 BARI ESTRATTO BANDO DI GARA Questa Azienda ha indetto gara a procedura aperta per la fornitura di n. 1 elettrocardiografo - gara n. 5768757. I termini e le modalità di partecipazione sono indicati nel Bando integrale, pubblicato sulla G.U.U.E. n. S194 del 09/10/2014, nonchè nella relativa documentazione di gara disponibile sul sito www.sanita.puglia.it. Eventuali informazioni vanno richieste al RUP Dott. A. Moschetta, tel. 080-5592704-3093-3112, presso la U.O. Acquisti Beni Durevoli Fax 080/5593663-2704. f.to Il Direttore Area Approvvigionamenti e Patrimonio Dott. Giovanni Molinari Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 Luxottica Del Vecchio accelera sul secondo Ceo Primo esame al board ECONOMIA Consiglieri convocati oggi a Milano per il primo board di Luxottica dopo l’uscita dell’amministratore delegato Enrico Cavatorta. All’ordine del giorno la «ricostituzione del comitato risorse umane», sciolto con le dimissioni di Roger Abravanel. L’ipotesi è il reintegro con un consigliere. In agenda anche la comunicazione al board del nome dell’amministratore delegato mercati che affiancherà Massimo Vian, a capo delle operation. Verranno verificati i requisiti per l’incarico dai comitati rischi e risorse umane. L’obiettivo è far sapere il nome al mercato al più tardi giovedì. L’incarico verrebbe però affidato nel consiglio presieduto da Leonardo Del Vecchio (foto) convocato il 29. D. Pol. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gruppo De Benedetti Sogefi, Mondardini prende le redini Lascia l’amministratore delegato di Sogefi, Guglielmo Fiocchi. Monica Mondardini, amministratore delegato della controllante Cir ha assunto l’incarico di vicepresidente esecutivo, anche se la società ha annunciato che verrà comunque nominato un nuovo Ceo. Il consiglio ieri ha esaminato anche i conti dei nove mesi che chiudono con ricavi stabili a 1,01 miliardi, l’ Ebitda scende a 80,8 milioni (-25,5%). Il periodo chiude in rosso per 5,8 milioni (dall’utile di 23,8 milioni). L’indebitamento cresce a 348 milioni. Le Fs salgono su pullman e metro «Pronti a entrare in Atm e Atac» Elia: privatizzando si potrebbe offrire un servizio migliore. Marino frena La vicenda ● Ferrovie dello Stato si prepara a scendere in campo nella partita per la privatizzazione delle partecipate dei comuni ● Michele Elia, amministratore delegato di Fs, ha dato la disponibilità ad entrare in Atac e Atm, agenzie del trasporto di Roma e Milano MILANO «Il sistema del trasporto locale in grandi città come Roma è sull’orlo del default». Parole di Guido Improta assessore ai Trasporti del Campidoglio che circa un mese fa auspicava un maggiore coinvolgimento di Ferrovie dello Stato nella gestione del trasporto pubblico locale romano. Un’ipotesi circolata a più riprese e che ieri si è fatta più concreta dopo le parole di Michele Elia, amministratore delegato di Fs, che in un’audizione alla commissione Industria del Senato ha confermato: «Siamo disponibili ad entrare in Atac e Atm. Privatizzando con noi si può fare un servizio integrato con le ferrovie e migliorare l’efficienza». Ma, ha tenuto a precisare il manager «molto dipenderà dalla governance». Ferrovie infatti non sarebbe disposta ad entrare nelle due municipalizzate che gestiscono il trasporto pubblico locale, senza avere voce in capitolo nelle scelte esecutive. L’interesse però è evidente, come sottolineato anche all’ultimo piano Fs che ha destinato 3 miliardi all’ammodernamento della flotta “locale”. Sui tempi e la modalità della possibile integrazione si vedrà, ma non è un caso che tra gli esempi fatti Microsoft L’amministratore delegato Nadella sbanca con 84 milioni Snaidero al vertice Cosmit, l’uscita di Luti ● Federlegno Arredo riprende il controllo di Cosmit, la società che ogni primavera organizza il Salone del Mobile a Milano. Il presidente di Federlegno, l’industriale friulano Roberto Snaidero, diventa così anche il presidente del Salone del Mobile con pieni poteri. Tra gli imprenditori al suo fianco, Mauro Guzzini e Alberto Scavolini Su Corriere.it Sul canale Economia di Corriere.It la storia di un imprenditore che dichiara tassa per tassa le imposte che versa al Fisco Satya Nadella, Ceo di Microsoft ha ricevuto compensi per 84,3 milioni di dollari per il suo primo anno. Il grosso, 59,2 milioni, è in azioni da assegnare in 7 anni. razione siglata all’epoca da Mauro Moretti (ora in Finmeccanica) e dal sindaco Matteo Renzi che, una volta diventato premier, l’ha più volte rivendicata come una scelta di successo. Le cronache, tra l’altro, raccontano che fu proprio per una querelle legale che rischiava di far saltare la privatizzazione dell’Ataf che Renzi conobbe Maria Elena Boschi, avvocato nello studio di Umberto Tombari a cui il sindaco chiese un parere. Ataf aveva 12 milioni di perdite, Atac ne ha per 220 (bilancio 2013). «Questa integrazione si può fare in tanti modi tra cui anche quello societario e di partecipazioni» ha specificato Elia. Immediata la risposta del sindaco di Roma Ignazio Marino: «Un’integrazione dei servizi è quello auspichiamo. Non che ci sia una condivisione di proprietà con altre aziende o una privatizzazione». Corinna De Cesare © RIPRODUZIONE RISERVATA Se il Salone del Mobile cambia «casacca» L’evento da Elia in Senato siano state citate Padova, Umbria e Firenze dove, nel 2012, Ataf, la municipalizzata dei bus che il capoluogo toscano controllava all’82%, è stata ceduta per 18,9 milioni proprio a Fs, attraverso la controllata Busitalia. Un’ope- Grandi manovre in casa degli industriali dell’arredamento. Con un comunicato emesso nel pomeriggio di ieri è stato reso noto che la FederlegnoArredo ha ripreso pienamente sotto il suo controllo il Cosmit, la società che organizza il Salone del Mobile ovvero quello che da qualche anno è diventato per Milano l’evento clou della stagione fieristica. In virtù di questa operazione di riassetto societario il presidente della Federlegno, l’industriale friulano Roberto Snaidero, è diventato anche il presidente del Salone del Mobile con i pieni poteri, per altro minuziosamente elencati nel comunicato. Nel nuovo consiglio di amministrazione della Federlegno Arredo Eventi il presidente Snaidero sarà affiancato da alcuni dei più rappresentativi industriali italiani del settore come Giovanni Anzani, Vittorio Livi, Mauro Guzzini e Alberto Scavolini. L’operazione ha una sua ratio e segna l’evoluzione della rappresentanza industriale classica verso un modello in cui diventa decisiva la fornitura di servizi di qualità agli associati. E già altre associazioni, del resto, organizzano da tempo direttamente gli eventi fieristici anche per comprensibili motivi di cassa. Federlegno ha al suo interno avviato una riflessione sul futuro della rappresentanza e la scelta di ieri fa sicuramente parte dei nuovi indirizzi. La cosa che però stupisce è che nel quadro dei nuovi equilibri societari sia stato accantonato Claudio Luti, il patron della Kartell, che presiedeva il Salone del Mobile. Nessuno è insostituibile e anche per Luti vale questa legge ma occorre fare molta attenzione, il Salone è un giocattolo prezioso. Ormai è un asset non solo degli industriali del legno ma dell’intera comunità milanese che lo vive e lo esibisce come un fiore all’occhiello. Allora la composizione del nuovo “governo” del Salone sicuramente segna la forza degli industriali, la capacità di costruire una filiera produttiva che tutti ci invidiano e di interloquire con il mondo del design ma l’appuntamento più significativo della Milano globale non può rinunciare anche a un tocco di glamour. Il mondo lo esige. Dario Di Vico © RIPRODUZIONE RISERVATA 35 Compagnia delle Opere Tre giorni di incontri «Matching», un percorso per lo sviluppo dell’impresa Tre giorni, dal 24 al 26 novembre, per aiutare le imprese a crescere. Nella decima edizione «Matching share&grow» (FieraMilano), organizzata dalla Compagnia delle opere, il supporto alle aziende diventa un percorso annuale. Più di 1.200 imprese partecipanti, oltre ai big, per 15 aree tematiche. Per il presidente Bernhard Scholz ( foto) il cambiamento parte dal confronto. Respinte le accuse di plagio Processo lampo a Berlino La start up italiana Stonex batte il colosso Trimble Processo lampo e vittoria del Davide italiano contro il Golia statunitense. Un tribunale di Berlino, dopo tre ore di udienza e un confronto iniziato qualche settimana fa, ieri ha rigettato l’istanza del colosso Usa Trimble Navigation contro la start up italiana Stonex, accusata di plagio sul design di un ricevitore Gnss (Global navigation satellite system) presentato in Germania. Stonex è una società di Lissone (Brianza) di progettazione e produzione di strumenti topografici di alta precisione. Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera 36 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ADDETTA amministrazione del personale, assunzioni cessazioni, trasformazioni rapporti con enti programma presenze Word, Excel, posta elettronica. No studi. 346.79.48.352 AIUTO contabile, impiegata commerciale con pluriennale esperienza offresi full/part-time. 340.59.89.168 AIUTO contabile, pluriennale esperienza contabilità generale, fatturazione attiva/passiva, gestione cassa, banca, valuta proposte preferibilmente parttime. 338.74.70.197 AMMINISTRATIVA contabile trentennale esperienza offresi eventualmente anche collaborazione. 347.31.10.116 CONTABILE ragioniera esperienza pluriennale clienti-fornitori, banche offresi. 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CGM Opport Corp Bd AZ F. CGM Opport European AZ F. CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands ACC AZ F. Core Brands DIS AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income CASA DB Platinum Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Currency Returns Plus R1C DB Platinum IV Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A Fondi Unit Linked Flex Equity 100 Global 100 Global Equity Maximum Progress Quality ABBANDONA ansia e fatica con i nostri percorsi bellezza. 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EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 6,118 6,205 6,097 5,650 3,832 6,466 5,543 5,540 5,700 5,308 5,644 4,893 6,180 3,022 5,066 5,046 5,044 3,139 4,937 4,924 5,600 5,526 6,102 5,503 4,911 4,486 4,154 5,356 5,164 5,325 5,114 6,318 5,752 4,724 4,351 5,602 5,521 3,120 3,118 4,966 4,682 6,104 4,659 4,069 6,946 6,288 5,301 5,138 5,223 4,754 5,345 6,300 5,032 4,868 6,165 5,657 5,878 5,080 5,080 6,317 5,771 Quota/pre. Nome 6,142 6,166 6,096 5,664 3,819 6,485 5,528 5,525 5,681 5,291 5,619 4,871 6,242 3,011 5,153 4,999 4,997 3,073 4,921 4,908 5,598 5,524 6,103 5,503 4,917 4,484 4,152 5,361 5,169 5,342 5,130 6,324 5,759 4,721 4,348 5,608 5,527 3,032 3,030 4,949 4,665 6,095 4,627 4,221 7,009 6,345 5,306 5,145 5,213 4,695 5,349 6,303 5,019 4,856 6,191 5,681 5,884 5,067 5,067 6,320 5,776 1513,351 1655,946 1591,244 1439,795 1376,466 1338,725 1264,751 1238,251 1195,173 116,695 116,609 75,095 78,318 102,890 1070,704 1131,595 1009,915 1511,969 1655,167 1590,547 1440,520 1377,209 1341,881 1267,793 1238,251 1195,208 115,949 115,861 77,468 80,744 104,323 1067,999 1119,507 1005,677 17/10 20/10 20/10 EUR EUR EUR 55,040 95,710 929,090 55,460 96,040 928,590 20/10 20/10 20/10 15/10 20/10 15/10 EUR JPY USD EUR EUR EUR 111,110 8499,290 162,000 4518,990 106,900 10777,280 112,140 8202,960 160,250 4903,610 106,880 10668,040 10,126 * 5,367 4,994 6,338 7,130 E FUORISTRADA, qualsiasi cilindrata con passaggio di proprietà e pagamento immediato. 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Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Bond A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 USD USD USD USD USD USD EUR EUR USD USD USD EUR EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD 24,570 15,780 13,980 13,600 14,010 10,305 14,860 9,710 14,633 9,123 12,558 17,032 12,836 10,993 5,827 5,719 56,350 14,030 11,529 40,630 10,497 13,034 11,826 45,510 10,125 34,220 3026,000 16,350 14,760 11,060 18,690 13,450 13,730 13,060 10,820 10,279 13,620 11,668 10,351 30,680 29,330 24,470 15,720 13,820 13,450 13,910 10,321 14,870 9,690 14,569 9,083 12,462 17,023 12,829 10,980 5,820 5,719 56,190 13,990 11,517 40,420 10,426 13,009 11,804 45,260 10,101 33,570 2912,000 16,180 14,600 10,970 18,630 13,410 13,630 12,960 10,826 10,250 13,630 11,490 10,194 30,560 29,210 31/08 31/08 31/08 31/08 20/10 20/10 17/10 17/10 17/10 17/10 17/10 17/10 17/10 17/10 17/10 17/10 17/10 17/10 17/10 17/10 TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA Rubriche in abbinata: Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport: n. 1 Offerte di collaborazione: € 2,08; n. 2 Ricerche di collaboratori: € 7,92; n. 3 Dirigenti: € 7,92; n. 4 Avvisi legali: € 5,00; n. 5 Immobili residenziali compravendita: € 4,67; n. 6 Immobili residenziali affitto: € 4,67; n. 7 Immobili turistici: € 4,67; n. 8 Immobili commerciali e industriali: € 4,67; n. 9 Terreni: € 4,67; n. 10 Vacanze e turismo: € 2,92; n. 11 Artigianato trasporti: € 3,25; n. 12 Aziende cessioni e rilievi: € 4,67; n. 13 Prestiti e investimenti: € 9,17; n. 14 Casa di cura e specialisti: € 7,92; n. 15 Scuole corsi lezioni: € 4,17; n. 16 Avvenimenti e Ricorrenze: € 2,08; n. 17 Messaggi personali: € 4,58; n. 18 Vendite acquisti e scambi: € 3,33; n. 19 Autoveicoli: € 3,33; n. 20 Informazioni e investigazioni: € 4,67; n. 21 Palestre saune massaggi: € 5,00; n. 22 Chiromanzia: € 4,67; n. 23 Matrimoniali: € 5,00; n. 24 Club e associazioni: € 5,42. RICHIESTE SPECIALI Data Fissa: +50% Data successiva fissa: +20% Per tutte le rubriche tranne la 21, 22 e 24: Neretto: +20% Capolettera: +20% Neretto riquadrato: +40% Neretto riquadrato negativo: +40% Colore evidenziato giallo: +75% In evidenza: +75% Prima fila: +100% Tablet: + € 100 Tariffa a modulo: € 110 Rubriche Compravendite immobiliari Nel testo dell’inserzione è obbligatorio indicare la classe energetica di appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica espresso in kWh/mqa o kWh/mca a seconda della destinazione d’uso dell’edificio. Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] 20/10 113,460 PS - Absolute Return A EUR 20/10 119,870 PS - Absolute Return B EUR 20/10 107,180 PS - Algo Flex A EUR 20/10 102,610 PS - Algo Flex B EUR 20/10 85,220 PS - BeFlexible A EUR 20/10 83,750 PS - BeFlexible C USD 14/10 101,420 PS - Best Global Managers A EUR 14/10 105,530 PS - Best Global Managers B EUR 20/10 104,190 PS - Best Gl Managers Flex Eq A EUR 20/10 163,370 PS - Bond Opportunities A EUR 20/10 121,990 PS - Bond Opportunities B EUR 20/10 101,820 PS - Bond Opportunities C USD 14/10 115,400 PS - EOS A EUR 20/10 92,090 PS - Equilibrium A EUR 20/10 97,970 PS - Fixed Inc Absolute Return A EUR 20/10 97,400 PS - Global Dynamic Opp A EUR 20/10 98,070 PS - Global Dynamic Opp B EUR 20/10 108,600 PS - Inter. Equity Quant A EUR 20/10 111,070 PS - Inter. Equity Quant B EUR 20/10 125,150 PS - Liquidity A EUR 20/10 100,400 PS - Liquidity B USD 20/10 96,080 PS - Opportunistic Growth A EUR 20/10 101,860 PS - Opportunistic Growth B EUR 14/10 95,690 PS - Prestige A EUR 14/10 102,800 PS - Quintessenza A EUR 14/10 107,390 PS - Target A EUR 14/10 107,560 PS - Target B EUR 14/10 103,620 PS - Target C USD 14/10 104,690 PS - Titan Aggressive A EUR 20/10 100,560 PS - Total Return A EUR 20/10 94,630 PS - Total Return B EUR 20/10 112,020 PS - Valeur Income A EUR 14/10 104,630 PS - Value A EUR 14/10 106,950 PS - Value B EUR 14/10 102,490 PS - Value C USD 112,780 119,150 106,280 101,750 85,260 83,780 102,580 106,710 103,700 163,110 121,800 101,660 120,340 92,560 97,950 96,630 97,290 106,500 108,910 125,120 100,370 95,940 101,690 97,480 103,540 107,940 108,110 104,130 107,780 100,630 94,690 111,770 106,770 109,130 104,550 www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 Orazio Conservative A Sparta Agressive A WM Biotech A WM Biotech I 20/10 20/10 20/10 20/10 EUR EUR EUR EUR 100,740 99,600 158,320 1618,030 100,660 99,420 155,640 1590,540 www.pegasocapitalsicav.com 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,360 107,520 105,740 105,940 100,560 98,270 107,320 107,490 105,710 105,920 100,670 98,380 www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 NM Augustum Corp Bd A NM Augustum High Qual Bd A NM Balanced World Cons A NM Euro Bonds Short Term A NM Euro Equities A NM Global Equities EUR hdg A NM Inflation Linked Bond Europe A NM Italian Diversified Bond A NM Italian Diversified Bond I NM Large Europe Corp A NM Market Timing A NM Market Timing I NM Q7 Active Eq. Int. A NM Q7 Globalflex A NM Total Return Flexible A NM VolActive A NM VolActive I 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 20/10 17/10 17/10 20/10 20/10 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 190,640 145,880 135,720 138,970 44,560 70,590 105,630 110,710 113,350 137,430 102,800 104,040 57,520 104,450 121,460 100,780 101,630 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 20/10 20/10 20/10 EUR EUR EUR 102,900 106,140 141,620 190,640 146,070 135,640 139,060 44,970 70,290 105,540 110,710 113,350 137,330 102,500 103,750 57,590 104,710 121,700 100,550 101,390 www.sorgentegroup.com Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection KAIROS INTERNATIONAL SICAV KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. Quota/pre. Nome Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it Dividendo Arancio Convertibile Arancio Cedola Arancio Borsa Protetta Agosto Borsa Protetta Febbraio Borsa Protetta Maggio Borsa Protetta Novembre Inflazione Più Arancio Mattone Arancio Profilo Dinamico Arancio Profilo Equilibrato Arancio Profilo Moderato Arancio Top Italia Arancio Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. Numero verde 800 124811 EUR 874712,613 873974,630 EUR 570753,978 570591,037 [email protected] EUR 590447,998 589705,032 EUR 536380,732 536171,250 Nextam Bilanciato 20/10 6,797 EUR 6,809 6,810 Nextam Obblig. Misto EUR 20/10 7,549 EUR 10,183 10,204 BInver International A EUR 20/10 5,615 EUR 20/10 5,576 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D EUR 264,520 261,470 CITIC Securities China Fd A USD 20/10 5,798 EUR 185,950 183,830 Fidela A EUR 20/10 5,291 EUR 187,440 185,300 EUR 20/10 5,691 A EUR 173,560 173,390 Income USD 20/10 7,139 International Equity A EUR 123,980 123,860 Italian EUR 20/10 6,020 Selection A EUR 128,480 128,350 EUR 20/10 5,330 Liquidity A EUR 126,500 126,270 EUR 20/10 4,977 EUR 131,220 130,980 Multimanager American Eq.A EUR 20/10 4,696 EUR 133,650 133,400 Multimanager Asia Pacific Eq.A EUR 20/10 4,367 EUR 176,120 176,230 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A USD 20/10 4,238 EUR 122,520 122,590 Multimanager European Eq.A EUR 17/10 5,088 EUR 124,920 124,990 Strategic A EUR 20/10 5,975 EUR 124,640 123,930 Usa Value Fund A EUR 122,640 121,940 Ver Capital Credit Fd A 20/10 5,435 EUR EUR 20/10 93,160 91,220 Asian Equity B EUR 20/10 130,840 128,110 Asian Equity B USD 103,560 Emerg Mkts Equity 20/10 424,780 423,000 USD 105,650 Emerg Mkts Equity Hdg 20/10 414,980 413,250 EUR 140,950 European Equity 20/10 259,860 259,880 EUR 20/10 320,510 320,520 European Equity B USD 20/10 109,870 109,310 Greater China Equity B EUR 20/10 156,380 155,580 Greater China Equity B USD 20/10 73,500 72,760 Growth Opportunities USD 20/10 80,450 79,640 Growth Opportunities Hdg EUR 20/10 126,620 121,330 Japanese Equity JPY 20/10 125,480 120,240 Japanese Equity B USD 20/10 164,440 157,600 Japanese Equity Hdg EUR 20/10 126,780 126,500 Swiss Equity CHF 20/10 96,320 96,100 Swiss Equity Hdg EUR 20/10 165,450 163,880 US Equity USD 20/10 182,060 180,340 US Equity Hdg EUR 6,799 7,557 5,629 5,557 5,784 5,266 5,691 7,133 Tel 0332 251411 6,068 www.ottoapiu.it 5,331 4,947 8a+ Eiger 20/10 5,594 5,667 EUR 4,663 8a+ Gran Paradiso 20/10 5,173 5,181 EUR 20/10 5,656 5,673 EUR 4,324 8a+ Latemar 10/10 EUR 718153,573 739346,769 4,185 8a+ Matterhorn 5,051 5,932 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 13353DDB www.kneip.com 5,433 Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 ● Piazza Affari ECONOMIA/MERCATI FINANZIARI 37 Sussurri & Grida Banca Farmafactoring va verso il listino di Giacomo Ferrari Rimbalzo di Mediaset Indici vivaci con i bancari T utte positive le Borse europee, grazie alle voci di un’accelerazione degli acquisti di corporate bond da parte della Bce, cui si è aggiunta l’apertura positiva di Wall Street. A beneficiare del trend rialzista soprattutto i titoli bancari (aiutati anche dal calo dello spread a 163 punti base), che hanno un peso determinante nell’indice Ftse-Mib di Piazza Affari, il quale ha messo a segno il miglior risultato in Europa (+2,79%). Tra i rialzi più significativi, Bpm (+5,48%), Bper (+5,18%), Banco Popolare (+5,09%) e Monte Paschi (+5,03%). Fra le blue-chips, tuttavia, a correre di più è stata Mediaset (+8,33%) che azzera il ribasso della vigilia. Nessun segno negativo nel paniere principale. © RIPRODUZIONE RISERVATA $./ 1" "k 1Î 1k± (d.pol.) Fondi di private equity in lista d’attesa per Banca Farmafactoring. Da Cvc a Blackstone e Permira, gli investitori stranieri guardano alle decisioni che prenderà l’istituto che opera nei crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione, delle Asl e delle aziende ospedaliere. La società controllata al 93% da Apax ha deciso di fare rotta verso Piazza Affari (nella foto il presidente di Borsa Italiana, Massimo Tononi) e ha già arruolato la banca d’affari Morgan Stanley, convinta che la volatilità attuale sui mercati non possa rallentare il suo cammino. Per il dossier quotazioni si registra anche il lavoro di una squadra di banche, candidate al ruolo di coordinatrici globali della’ offerta quando si aprirà la finestra più opportuna per l’Ipo, per ora senza un mandato formalizzato. Tra queste Mediobanca a fianco di Morgan Stanley, poi Bnp Paribas, Credit Suisse e Deutsche Bank. La fila dei fondi alla porta potrebbe però convincere Apax e il management a mutare la rotta. Dipenderà dalle valutazioni che i candidati sottoporranno all’azienda comprata da Apax nel 2006 per 250 milioni e diventata banca un anno fa. Nell’ultimo esercizio Farmafactoring, guidata dall’ex manager Apax Massimiliano Belingheri, ha registrato un utile netto di 49 milioni. (m.a.c.) Il Consiglio dello Ior, presieduto da Jean-Baptiste de Franssu, ha rinnovato completamente il consiglio dei revisori dei conti della banca vaticana. E nominato Mario M. Busso presidente del Consiglio al posto di Massimo Spina. Gli altri due nuovi membri sono Rodolfo Molinuevo Orue e Pierluigi Bernasconi. Busso è stato Partner di Deloitte & Touche S.p.A. e di Arthur Andersen S.p.A., e capo della divisione Banca e Finanza della FSI (Financial Stability Institute). Oltre ad essere a capo del Consiglio dei Revisori di Eni Saipem. I revisori rimarranno in carica al massimo per tre anni. L’incarico di Busso è ad interim, perché lo statuto attuale dello IOR, che risale al 1990, deve essere modificato. Attualmente il Consiglio dei revisori riferisce su base trimestrale direttamente al board. (a. pu.) S’impenna del 167% a 434 milioni, la raccolta dei fondi di private equity in Italia. E più della metà, il 51%, viene dagli investitori esteri. I dati (primo semestre 2014 sullo stesso periodo 2013) sono stati presentati ieri all’Aifi presieduta da Innocenzo Cipolletta, che vi vede il risultato delle numerose missioni condotte di recente all’estero dall’associazione. I fondi pensione e le casse di previdenza hanno contribuito alla raccolta con il 14%. Cipolletta definisce perciò «perturbante» l’aumento della tassazione (dall’11,5 al 20%) previsto dalla legge di stabilità sui fondi pensione: «Per due anni abbiamo parlato con loro e il ministro Padoan perché aumentassero l’impegno nel private equity, questo percorso rischia di essere congelato» perché la tassazione ridurrà la capacità di investimento dei fondi pensione. Anche gli investimenti dei fondi sono saliti, a 1,89 miliardi. Ma il numero delle operazioni è sceso a 139 da 161 e la Borsa è finita in coda alle vie d’uscita: dei 779 milioni di disinvestimento registrati, solo il 22% è stato con un’Ipo. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA I revisori dello Ior -×Î@ä bÂkÎÎ@ Å× Îkkx_ Ý@ -3$1 Å~@ ÎÎ` @b kÅk¬_ -3$1 @ ×k |pÕÕ|Õ± ÅÎ æ`z × ¬k /!/ ÂXkÝ×α x Å× ÞÞÞ±XÂÂkÂk±ÎËkX@ ,Âkää .x± ®kׯ ±/± .@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ æ`ÊpÊ Õ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®Õ¯ æ`É|¤ Xk@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ `¤ææ XÎk Â׬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® $¯ ¤z`Êzæ X¶×k ,Î@N ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ,¯ ¤`ææz XÅ~@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® /¯ ¤`æÉÐ bk¬±Âkäk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤Õ`|æ kbkÅ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`æ¤É kxxk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤`zæ £ .kkÞ@NkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ r k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ Õ`zæ NkÎkÅű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`|Ð ¬x ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,¯ |`ÐÐÕ @ b~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"!¯ |`æp| Å@b /ÎÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1/¯ p`ppæ Âk@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ r ÅX¬@Ýk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/ ¯ ¤`ÉpÐ ÅÎ@b K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ z`pææ Î@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ¤É`|æ ×Î~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ z`|Êz ×ÎÅÎÂ@b@ 1!±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ `Ê|z ×ÎÅÎÂ@bk !k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®31!¯ ¤z`¤Õæ ä×α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>!¯ ¤É`ÉÉæ G /¬k@kÂÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ z`pÕæ @X@ kkÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ ¤`Ðæ @X@ xÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤Ð`Êzæ @X@ ,¬± @ .±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Ê`Õæ @X@ ,¬± 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k~k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`ÐÉ k /Î@N ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"/¯ æ`zÐ| kÅÎ 3 ± ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤`ææ @kÎÎ b×ÅÎÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`||æ @X@@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® !¯ æ`zÐp kÅÅk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ É`æzæ kÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`Õz k @Âα ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ ¤`æææ ä K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>¯ Õ`pÕp ±kÂÂ@Âkű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õp`z¤æ Â~ÅkÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ æ`pÕ¤ Â~ÅkÅ@ ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$.¯ æ`pÊæ ÂkN K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Õ|`¤æ ÂÅX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ æ`æÐ Â×k ×Xk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ ¤Ê`æzæ ×ää 3Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3¯ ¤æ`ÊÐæ ×ää 3Xk ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3.¯ Ê`Õpz @b Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ Ð`É|p @ ± K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ z`æÐz @kxx ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ ¤`Ðpp @Î@~Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1¯ ¤`æÕ @Î@~Âk b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`pz @¬@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ,.¯ z`|Õæ @¬k Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`Õzæ @ÂÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ..¯ ¤`ÉÕÉ @ÎÎX@ Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® //¯ ¤Õ`ʤæ k 1kÂ@¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1 ¯ ¤`pÊÊ kNÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® !¯ ¤æ`æ¤æ kkΠK±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® !¯ |`Ðzæ kα @ÎÎk 1 K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1¯ Õ`pÉÊ kÂ@± .XXkÎÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ æ`Õzz kÂÝkb±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .8¯ |`zææ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`æ|¤ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`Õzæ XXk@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`ÕÊÕ Â±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ æ`pÕÊ @ÅÅ bα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`Ð¤É " b×ÅÎÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® "¯ Ê`ÕÊæ xbk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® $¯ æ`Ðpp ~kk /kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® $¯ r @x ,ÂkÅÎÎÁ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ",¯ æ`Õʤ Âkb± ÂÎ~@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ r Âkb± @±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ Ê`Фz Âkb± 8@ÎkkÅk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 8¯ æ`pÐÊ ÂkŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ r Ŭ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® /,¯ ¤`||æ ÁX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`ÐÊÐ ÁX ¤Ê Þ@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/¤Ê¯ æ`æÊÉ @b@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`p|| @@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!"¯ ¤`Õpæ @k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ ¤p`ÐÕæ @k ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ ¤|`Õzæ @Î@~X K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ p`zÉz kÁ~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤|`ÉÐæ k@ @¬Î@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤`|zz kX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ ¤`||z @Å K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õp`Õ¤æ ~Î@ ÂÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Ð`æpÊ @ Â׬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Õ`|Êp !1 K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ Ðp`pÐæ 8@± .x± ® °¯ ´Ê`ÕÉ ´Õ`Ðz æ`ÕÕ æ`ÊÐ ¤`z ´æ`Éz æ`æp r ´¤`Ðæ r ´Õ`É æ`Õz ´æ`É| ´¤`Ð| ´¤`Õz r ´æ`æÊ ´Õ`Õ ´¤` r ´æ` æ`¤Ð ´¤`p æ`¤É ´Ð`ÕÊ ´¤`æ| ´z`¤p ´|`Õ| ´z`æ r æ`Ð Õ`¤ ´æ`Õæ ´¤`ÊÕ Ð`¤ ´¤`pÕ æ`Õ ´Õ`ÐÐ ´z`|p r ´|`¤Ð ´¤`É æ`Éæ æ`Õ r ´æ` æ`zæ æ`ÐÉ ´æ`æz Õ`ʤ ´æ`¤ ´|`Éz ´Õ`z r |`æ¤ ¤`zz Õ`ÊÉ r ´Ð`| ´Ð`ÕÕ ´Õ`¤æ ´Ð`|æ ´Ð`z| ´Õ`¤Ð ´¤`|É æ`ÕÕ Ð`ÕÊ æ`Õæ ´¤`z 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kXX@X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®" ¯ "! ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"!¯ ×Åß ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ @NkÎÎ ,±/± ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ @Å ,×Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ kxÂ@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kkÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ Â׬¬ bα ÁŬÂkÅű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ÎkX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ kÂ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Â@b 8@~~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8¯ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ /k Õ| $Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/Õ|¯ @ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ bkÅÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ b×ÅÎÂ@ k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Îk Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Îk Â׬ ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Îk¬׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ ÎkÅ@ /@¬@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ ÎkÅ@ /@¬@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,.¯ ÝkÅÎ k /Ý׬¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ÂXk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Å@~ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Å@~ ä /Ý׬¬ K±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ 1 9; K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®19¯ Î@Xkkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ Î@N@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ Î@N@Âk ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ 8/ Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ 8/ Â׬ ¤Ê Þ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®98/¯ ×ÝkÎ×Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®38¯ ±.±kÂ~à±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ 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K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!..¯ !kb@XÎkX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®! ¯ ,Âkää .x± ®kׯ æ`pz| æ`¤| Õæ`æ ¤`||| æ`ÊÕÊ Ð`É|| ¤`pzæ Ð`ÉÉæ Ðp`pÊæ ¤Ê`Ðææ p`p|æ æ`æÉ r z`p¤æ æ`ʤ ¤`ÊÕæ Õp`ÊÉæ æ`ʤ æ`| É`ÐÉæ ¤`æÊæ Õ`pæ z`Ê|æ æ`Ê|Ê |`æzæ É`æ|z æ`zÉæ ¤`ÉÐæ ¤`æ¤æ Ð`Épæ Ð`¤¤æ ¤z`zææ Õ`Ðæp æ`|æ ¤p`|ææ ¤`ÐÕ æ`zz| æ`zpp æ`ÊÕÐ ÕÉ`ææ æ`|pp ¤æ`Êæ æ`z¤É æ`Ð|p æ`z `pzæ Õ`ÕÉ| Õ`æ¤æ æ`|Ê ¤`Éæ æ`ÐÕ ¤`ÊÐæ ¤`Õp ¤`zÕÊ |`z|Ê ¤p`Ézæ ¤Õ`|pæ p`æææ r æ`ÕÕÕ æ`pæ ¤`ÕÉ| z`zæ ¤`æ¤| æ`zÕ¤ ÐÉ`Õ¤æ æ`ÊÊÉ ¤`ÉÕÕ æ`æz ¤Õ`æ¤æ æ`Õæ 8@± .x± ® °¯ ´¤`zz ´æ`Ép ´¤`p ´æ`p| ´Õ`¤Õ ´Õ`Õ| ´¤`Éæ Ð`ÐÐ ´Ð`æp ´¤`| ´Õ`Ф ´¤`É r ´æ`¤É ´æ`ÉÐ ´æ`¤ ´Õ`ÐÕ ´Ð`¤Ð ´z`æp ´¤`| ´Õ`Ê ´¤`æÕ ´Ð`| ´Õ`ÕÕ ´¤`Õz ´Õ`ÊÕ ´Õ`æÊ Ð`p| ´Ð`æÊ ¤`pÕ ´æ`ÐÕ ´Õ`Õ| ´¤`ÕÐ ´¤`z¤ r æ`|¤ ´¤æ`Éæ ´æ`æ ´æ`¤Ê ´Õ`|Ê ´æ`æ| ´æ`¤p r ´¤`zp ´æ`Ð| ´Ð`Êp ´|`Êæ ´Ð`ʤ æ`Ép r ´Õ`Ê| ´|`¤z æ`pz r ´Ð`ÐÉ ´Ð`ÐÊ ´Õ`zz r r ´Õ`É ´æ`zæ æ`|É ´¤`ÐÊ æ`| ´æ`¤æ ´æ`É ´Õ`Ép ´Ð`pÊ Ð`ÕÉ ´|`ɤ ´¤`zz 8@± ! æÕËæ¤ËÕæ¤| ® °¯ ®kׯ ¤Õ`z| æ`pÐz ÐÊ`Éz æ`¤Êæ ´Ð¤`ÉÊ ¤z`É¤æ ¤|`z¤ ¤`|Õæ ÕÐ`| æ`zp ´¤`|Ê 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K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ ¤`æpæ !!kb ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ æ`|É !Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$" ¯ ¤æ`Épæ !b@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!"¯ æ`Êpz !b 1Ý K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!18¯ ¤`Êæ| !Âx ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$"¯ æ`ÐÕÊ !Îk ,@ÅX /±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,/¯ æ`pÉp !Ýk@ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ æ`æ|Õ !×Î×k K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$¯ |`Êææ " "Xk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®" ¯ Õ`ÉÊ| "k@xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"$¯ |`zæ| "k@xk ¤z Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±®9"$¤z¯ æ`¤Êæ "Ý@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ r $ $b@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ æ`ÐÐÕ , ,@@Â@~Â׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ ¤`¤pp ,@Â@@Î ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,1¯ Õ`|Ðæ ,@Â@@Î ¤zÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,1¤z¯ ¤`|Õz ,@~~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`¤æÊ ,kÂÂk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ÊÉ ,kÂÂk ¤ÕÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,.¤Õ¯ r ,x@Â@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ Ð`¤¤æ ,¶×@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,-¯ ¤`ʤz ,Âk G ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ¯ ¤æ`zÉæ ,Âk G ± ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ,¯ `ɤæ ,~± /±@×ÅÎ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/¯ z`Êzz ,~Â@xX bÎÂ@k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,$¯ æ`ÕÐ ,Âkű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,./¯ æ`Ðæp ,Âk×b@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`Õzz ,Â@ b×ÅÎÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ¤Õ`pzæ ,ÂàÅ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.;¯ ¤Ð`||æ . .± k !kbX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.!¯ æ`Õpæ .@ÎÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.1¯ Õ`|Ép . / !kb@~Â׬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. /¯ æ`Ф .kXÂb@Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ ¤Õ`¤æ .k¬à K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.;¯ zp`¤ææ .kÎkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`ʤ .Å@@kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ æ`¤Õ¤ .ÅÅÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.$/¯ ¤`ÐzÊ / /@N@x /±¬±@± K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤Õ`ææ /@kÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ z`p|z /@kÅ ÂX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`Éææ /@x Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤æ`zzæ /@¬k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!¯ ¤z`z|æ /@¬k ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!.¯ r /@ ¬Âk~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Õ`zÉ| /@ ¬Âk~ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ ¤¤`Õææ /@Â@Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/./¯ æ`pæp /@α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤Õ`pæ /@Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/8¯ ¤Ð`æÉæ /XÂkk /kÂÝXk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ r /k@Î ,±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`ææ¤ /k@Î , ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ÊÐ /kÂÝä Î@@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`¤zp /kÂÝä Î@@ ¤z Þ@ K ±±±±±±±±±±±®9/.¤z¯ æ`Ðææ /kÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ¤¤`æ //±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ É`É|æ /ÎkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`æÉ /@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"¯ ¤`¤p /@ @Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`æÊ /~kx K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Õ`zÕÕ / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Ê`æææ / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/."¯ ¤`ÊpÕ /¬@Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ r /¬@Xk Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/,¯ r /Îkx@k K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ æ`ÕÉz /Îkx@k ÂŬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1.¯ r /1!XÂkkXα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1!¯ z`ÐÉæ 1 1@N× ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1,¯ Õ`|ææ 1@N× ¤ÐÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91,¤z¯ æ`|Ê 1/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`|Êæ 1kkX 1 ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11¯ æ`pæÐ 1kkX 1 !kb@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ ¤`ææp 1kkX 1 !kb@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ æ`ʤ| 1kkX 1 ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11.¯ æ`ÊÐÉ 1k@ÂÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1"¯ ¤z`¤Êæ 1kÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1."¯ Ð`pÐæ 1kÂkÂ~@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1.¯ ¤`|ÉÊ 1kÅkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`Ê|æ 1ÅX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`æ|Ð 1ÅX@ 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Il primo è per la 98ª «Collettiva giovani» aperto ai residenti nel Triveneto di età tra i 18 e i 35 anni. Sono ammesse tutte le espressioni e gli artisti dovranno presentare le proprie opere (non più di due) alla Fondazione (palazzetto Tito, Dorsoduro 2826, 30123 Venezia, nella foto), nei giorni di domani, venerdì e sabato. I lavori selezionati saranno esposti nella Galleria di Piazza San Marco dal 13 dicembre. Martedì 9 dicembre, invece, è fissata la scadenza per la presentazione delle domande per l’assegnazione a 12 giovani artisti di uno spazio a Venezia presso il complesso dei SS. Cosma e Damiano. (c.br.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Scenari In un libro edito dal Mulino un economista e un giornalista si confrontano sul futuro del settore manifatturiero e propongono ricette differenti per promuoverlo e rilanciarlo Gli autori di Sergio Bocconi Q ualche giorno fa Michael Moritz, capo di Sequoia Capital che nella Silicon Valley ha investito in Google e Linkedin, ha detto all’Università Bocconi: con Internet e i costi in declino non ci sono barriere d’accesso, le start up proliferano se ci sono idee e aggregazione di conoscenze. Moritz ha parlato di politica industriale? Il colosso cinese Jihua, dopo aver acquistato in Italia la Nt Majocchi e la Conceria del Chienti, ha scelto il nostro Paese per il quartier generale internazionale e la ricerca. Un brand comune verrà distribuito in oltre 600 punti vendita in Cina e nel mondo con il primo store a Milano. Il gruppo ha incontrato le nostre piccole imprese, proponendo una piattaforma comune anche di ecommerce, destinata a un network di 35 parchi-fashion center in Cina. Jihua partecipa così alla politica industriale italiana? E a quale politica industriale fanno riferimento i sindacati, quando sui 150 tavoli di crisi aziendale aperti a Roma hanno invocato nel 90% dei casi più complessi l’intervento della Cassa depositi e prestiti (Cdp) come riedizione della Gepi? Interrogativi che in sé presuppongono la coesistenza di paradigmi di politica industriale tradizionali e altri per certi versi più ampi, quando non ribaltati, rispetto al passato. Paradigmi che, come dimostrano il giornalista del «Corriere della Sera» Dario Di Vico e l’economista Gianfranco Viesti nel libro Cacciavite, robot e tablet. Come far ripartire le imprese (Il Mulino) possono rappresentare punti di vista radicalmente diversi e arricchire un dibattito sul tema che, sotto la spinta della crisi, è stato «riabilitato». Non solo in Italia. Condivise la centralità della manifattura e la necessità di una rinnovata politica industriale, ciò che contrappone maggiormente i due interventi a confronto nel libro è l’individuazione di chi deve promuoverla: per Viesti responsabilità e agenda restano fondamentalmente pubbliche; secondo Di Vico no, e perciò la declina come politica industriale di mercato. Non è però una riedizione dello schema molto ideologico «Stato o mercato» né vengono ripercorse in termini valutativi le sfumature dettate dalle percentuali di pubblico-privato presenti nella policy. L’economista Viesti parte da una ricognizione sulla crisi della nostra industria e sulle reazioni, non adeguate, delle imprese. Di qui, per «evitare il rischio che non possiamo permetterci, cioè il deperimento dell’Italia manifatturiera» bisogna tornare a discutere pragmaticamente di politica industriale. Il giornalista Di Vico ribalta il percorso. Parte da «Industria 2015», progetto varato nel 2006 dal governo Prodi e primo tentativo pubblico di politica industriale dopo le privatizzazioni. Fallito. Ma, sottoli- Dall’alto o strada facendo Quale politica industriale Viesti: serve un nuovo intervento pubblico. Di Vico: priorità alle scelte di mercato nea Di Vico, mentre lo Stato demiurgo progettava a tavolino, sul mercato si assisteva, esempio-chiave, a straordinarie performance della nostra industria farmaceutica. Favorite anche da scelte amministrative che hanno stabilizzato le regole e non hanno tagliato i prezzi. E si torna così alla diversità di fondo dei due approcci. Secondo Viesti obiettivo della politica industriale è favorire il rafforzamento dimensionale e di struttura delle imprese perché possano innovare e crescere nei mercati internazionali (il «quadrato magico»). Compito dello Stato è agire in questa direzione. Con piani a lungo termine sulla ricerca, ma anche — sono esempi — con voucher finanziati per l’internazionalizzazione delle piccole imprese, export manager a costi parzialmente coperti dal pubblico, l’intervento dell’Ice. Con lo Stato le imprese devono definire una strategia comune per individuare scenari condivisi e fornire al privato un quadro di riferimento. La strategia va comunicata bene ed è opportuno resti ragionevolmente stabile. Di Vico invece non delinea compiti né auspica generali strategie comuni. Perché a fare politica industriale non è, o meglio non è soltanto, il pubblico. Al modello top-down, in sintesi statale e dirigista, affianca-contrappone quello on the road, che «impara laddove c’è da apprendere»: dai france- L’atlante alle Gallerie d’Italia di Milano Quadriennale: i protagonisti della giovane arte post 2000 P resentato ieri alle Gallerie d’Italia di piazza Scala a Milano (sede del museo di Intesa Sanpaolo) il primo atlante della giovane arte italiana dopo il Duemila. Si tratta di un libro intitolato Terrazza. Artisti, storie, luoghi in Italia negli anni zero (italiano e inglese, Marsilio, pp. 496, 45) curato da quattro giovani impegnati nella promozione dell’arte contemporanea come Laura Barreca, Andrea Lissoni, Luca Lo Pinto e Costanza Paissan per conto della Fondazione Quadriennale (presente il presidente Jas Gawronski) con la collaborazione della Fondazione Civita. In un paio d’anni di lavoro sono stati mappati 150 luoghi dell’arte contemporanea e 60 artisti che, pur nella loro individualità, sono apparsi per continuità di proposta. L’analisi seguita è di taglio fenomenologico, senza ardite classificazioni. Si può notare come dagli anni della matura postmodernità del «magnifico riflusso» si sia passati a una frammentazione generale, espressione della crisi della committenza seria che ha lasciato spazio al dominio delle lobby, della crisi delle risorse e anche della fiducia di interpretare la realtà attraverso l’arte. La non rappresentatività è l’elemento rappresentativo di oggi. © RIPRODUZIONE RISERVATA si per il retail, dagli anglosassoni per l’e-commerce, dai tedeschi per lo stretto rapporto con le banche e l’istruzione tecnica. Così promuovono politica industriale le imprese, i distretti, gli istituti di credito e anche le multinazionali estere. Fa politica industriale Renzo Rosso, quando chiede alle banche di riferimento di riconoscere ai fornitori le stesse condizioni di credito. O Nestlé che compra la San Pellegrino e ne moltiplica le vendite, preferendola nel suo portafoglio alla Perrier come marchio globale. E hanno un valore sempre in tal senso modelli di business come Eataly, che ridefiniscono la filiera da valle (il retail) a monte (la produzione) ribaltando il paradigma tradizionale. Poiché tuttavia i sistemi puri esistono solo sulla carta, non mancano intersezioni, considerazioni comuni, dubbi. Viesti così si domanda se è davvero possibile realizzare nel Paese le proposte che delinea. Ed è amara la conclusione: «Bisogna che l’Italia diventi un Paese più serio. Vale la pena di provarci». Di Vico esamina esempi virtuosi sapendo che non esauriscono il quadro e premette: «Se si sceglie una modalità on the road, si deve sapere che senza una sensibile riduzione del carico fiscale non ci può essere una stabile e significativa ripresa degli investimenti». Su un punto si verifica una peculiare confluenza: il possibile ruolo del Fondo strategico italiano, controllato dalla Cdp ma con fonti di finanziamento e finalità diverse. Viene definito da entrambi una realtà e un esperimento di grande interesse che, grazie anche alle modifiche statutarie che allargano Qui sopra: la copertina del libro Cacciavite, robot e tablet (Il Mulino, pp.140, 12). In alto: J Josiah McElheny (1966), Island Universe (2005-2008) l’operatività e attenuano i vincoli dimensionali nell’investimento, può essere lo strumento per acquisire partecipazioni senza diventare Iri: un «investitore paziente», sottolinea Di Vico, che non pretende di intervenire nelle tecnologie del futuro replicando «Industria 2015», ma vuole aggregare alberghi, vino, olio, valorizzare la nostra specializzazione con il made in Italy. Pubblico on the road? Parafrasando Enrico Cuccia: si profila un nuovo centauro? Un merito del confronto offerto dal libro può essere anche questo: aver acceso i riflettori verso una novità nel dibattito sulla politica industriale possibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il libro Cacciavite, robot e tablet di Dario Di Vico e Gianfranco Viesti (nell’ordine nelle foto sopra) sarà presentato oggi a Milano, alle ore 17.30 in Sala Buzzati, via Balzan 3 angolo via San Marco 21 a Milano. Oltre agli autori, saranno presenti Innocenzo Cipolletta, Ferruccio de Bortoli e Claudio De Vincenti. Coordinerà Piergaetano Marchetti. ● Dario Di Vico è inviato del «Corriere della Sera». Il suo ultimo libro è Milano/ nordest: la troppa distanza (Marsilio). Gianfranco Viesti è docente di Economia internazionale a Bari. Ha pubblicato Il Sud vive sulle spalle dell’Italia che produce. Falso! (Laterza) 42 Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 Rinascimento La seconda scelta di Vittoria Colonna Una lettera scomparsa, ricostruita sulla base della risposta — conservata nell’Archivio Segreto Vaticano — TERZA PAGINA che Papa Clemente VII inviò a colei che l’aveva scritta, Vittoria Colonna. E così scopriamo che in uno dei crocevia della storia, tra poesia, religione e politica, la vita di una delle più influenti intellettuali e figura chiave della cultura nel Cinquecento, fu possibile solo grazie ad una «seconda scelta», cioè a delle Elzeviro LO SPOSALIZIO MEDITERRANEO DELL’ EUROPA Segna libro circostanze da lei non volute, ma subìte. Sono le conclusioni cui è giunta una storica americana, Ramie Targoff, specialista del Rinascimento italiano e delle relazioni tra letteratura e religione. La studiosa aprirà un Convegno di due giornate (la prima, domani, a Palazzo Colonna) sulla figura di Vittoria N FIRENZE Non è una notizia il fat- ✽ ✽ ✽ Con le fortune del termine si sono pure infittite iniziative e attività che se ne intitolano in vari settori della vita politica ed economica, sociale e culturale, e così pure nel mondo universitario. Le discipline umanistiche sono state al riguardo fra le più sollecite. Nel loro ambito il tema dell’euromediterraneità era, fra l’altro, praticato da tempo; e, tuttavia, fin oltre la metà del Novecento, anche per esse l’uso del termine è rimasto poco più che marginale; e, soprattutto, non indicava un campo di studi identificato come un dominio scientifico-culturale di riconosciuta unitarietà tematica. Nella storiografia lo si vede ancora meglio. Come per il passato, Europa e Mediterraneo continuano a formare campi storiografici separati e paralleli. Anche per i periodi in cui le loro vicende si sono più intrecciate, l’ottica con la quale li si considera rimane o quella europea o quella mediterranea, e non è affiorato un punto di vista nuovo e diverso, tale da superare la separatezza tradizionale di quei due versanti storiografici. Di conseguenza, l’euromediterraneo appare tuttora un campo storico incerto, non solo concettualmente. Ci si può allora porre il quesito del fondamento oggettivo di una definizione rigorosa di «euromediterraneo». Ha senso, è possibile? La risposta può essere banale: e, cioè, che per una tale definizione non si può che starsi per ora allo stato effettivo delle cose, che tuttora vede permanere profonde distinzioni e divisioni tra le due componenti di quel termine. L’antica gravitazione europea sul Mediterraneo continua a prodursi e a manifestarsi, malgrado ogni discorso in contrario, secondo un’ottica prettamente europea, mentre l’altrettanto antica proiezione mediterranea verso l’Europa si è rafforzata, ma si estrinseca così da accentuarne anche contrasti e opposizioni. Risposta banale, ma, forse, proprio per ciò più rassicurante, che può trattenere gli studi dal porsi linee e obiettivi di ricerca soprattutto, se non soltanto, per la sollecitazione delle cose. E ciò sempre che l’ombra miracolante della «storia globale» o World history non si stenda anche su questi «vecchi reami» e disconosca o minimizzi la materia storica che finora hanno costituito, con tutte le sue carenze, ma anche con tutta la carica che derivava dalle vissute e sofferte esperienze dell’umanità europea e di quella mediterranea. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pietro Di Giovanni, che attende a una storia della filosofia in quattro densi volumi (due già editi), pubblica Nietzsche. Il gusto della filosofia (Franco Angeli, pp. 222, 25). Suggerisce di analizzare gli scritti giovanili di Nietzsche, quando la filologia è il suo strumento di ricerca per i sommi temi ellenistici, prima di elaborare le grandi idee della maturità. La nascita della tragedia diventa così figlia delle Vite dei filosofi di Diogene Laerzio a cura di Armando Torno Maria Antonietta Calabrò © RIPRODUZIONE RISERVATA Il digitale può salvare l’italiano Un patrimonio mal custodito dal nostro inviato Paolo Di Stefano Aristippo di Cirene, allievo di Socrate, sosteneva che non vi è altro bene che il piacere e altro male che il dolore. Non poteva sfuggire a Michel Onfray, irriverente indagatore di menti politicamente scorrette, che ha dedicato a questo filosofo e alla sua scuola, i Cirenaici, un saggio: L’invenzione del piacere (traduzione di Michele Zaffarano, Ponte alla Grazie, pp. 216, 18). In esso vi è l’utile raccolta dei frammenti, ripresa dall’edizione Giannantoni (Sansoni 1958) Napoli. Ma Clemente VII rispose, ancora, «no». La volontà di Vittoria fu sconfitta. «La sua vita pubblica, diplomatica — afferma Targoff — deve essere considerata una seconda scelta, di cui noi, meno pii, però non possiamo che essere grati». Gli Stati Generali della lingua / Parla Klaus Kempf di Giuseppe Galasso el linguaggio corrente «euromediterraneo» (con la variante del trattino fra euro e mediterraneo) è un termine di fortuna recente. Nei vocabolari italiani comincia ad apparire solo nei primi anni 2000, come un neologismo, e lo stesso è accaduto nelle altre lingue europee. Joaquín García Palacios, nel suo studio La quimera del euro(pubblicato dalla «Revista de lexicografía») sull’uso di questo prefisso in spagnolo, ricco di interessanti suggestioni anche per le altre lingue europee, spiega che il neologismo si deve intendere come «d’Europa e dei Paesi del Mediterraneo al tempo stesso», e non solo dell’Europa mediterranea o solo dei paesi mediterranei che stanno a fronte dell’Europa. Il prefisso aveva già dietro di sé una sua storia anche in italiano (si pensi a eurocentrismo o eurocomunismo). I neologismi col prefisso euro- (spesso audaci, come eurocrazia, eurobond o euroscettico) sono però debitori, in generale, del loro incremento all’influsso del processo di integrazione e poi unione europea. In Italia l’uso più lontano di euromediterraneo di rado viene riportato a prima del 1994, e così è pure per altre lingue. Lo si trae, per lo più, da fonti giornalistiche: il che conferma l’ambito politico e pubblicistico delle fortune del termine, in specie dopo l’iniziativa europea di Barcellona per il «partenariato euromediterraneo» nel 1995, anche se essa, come poi la «Politica europea di vicinato» nel 2004 e l’Unione per il Mediterraneo nel 2008, non ha avuto successo. (nella foto, un disegno che la ritrae), organizzato all’American Academy in Rome in collaborazione con La Sapienza e la Brandeis University. Cosa avrebbe voluto per sé Vittoria? Rimasta vedova, chiese al Papa (che già le aveva vietato di «prendere il velo») di costituire lei stessa un piccolo convento a 43 to che la nostra lingua e la nostra cultura sono molto amate all’estero, e non è una notizia il fatto che l’Italia finora non se n’è accorta. Ora la prima edizione degli Stati Generali della lingua italiana nel mondo, che si è aperta ieri a Palazzo Vecchio di Firenze e si chiuderà oggi, sembra un ottimo segno di consapevolezza. La quinta (forse la quarta) lingua più studiata al mondo lo meritava. E così il Ministero degli Esteri, in coincidenza con la Settimana della lingua italiana nel mondo, ha deciso di convocare le parti interessate: università, scuole, studiosi, gestori di corsi per le comunità italiane all’estero, ambasciate, lettorati, istituti di cultura eccetera. Con l’intento di fare delle proposte operative che servano a intensificare la presenza della nostra lingua, ben sapendo che, come ha fatto notare il linguista Mirko Tavoni, professore a Pisa e presidente del Consorzio interuniversitario ICoN (Italian Culture on the Net), difendere la diffusione della lingua equivale ad aiutare l’economia italiana: «Nel mondo la competizione nel sostenere la lingua nazionale è una battaglia politica ed economica che coinvolge le relazioni internazionali e i rapporti commerciali, e che ha dunque notevoli conseguenze nel Pil e nei posti di lavoro. Per esempio, non rendere disponibili in italiano le informazioni normative dell’Unione europea si traduce in un danno economico ingente e in un vantaggio enorme per i madrelingua inglese». Fior di economisti della lingua l’hanno dimostrato: le oligarchie linguistiche (nella Ue, la triade inglese-francese-tedesco) producono discriminazioni anche economiche. Dunque la difesa dell’italiano è tutt’altro che una nobile sfida idealistica, relegata alle nostalgie di una tradizione culturale aurea. Per questo ha ragione lo stesso Tavoni a stupirsi nel constatare una macroscopica lacuna in questi Stati Generali: «Giusto che se ne sia fatta carico la Farnesina, giusto che gli Esteri agiscano in collaborazione con il Miur, ma l’assenza del Ministero dello Sviluppo economico rischia di rendere tutto molto meno efficace: il problema è che la politica di promozione dell’italiano non è una vera politica del governo. Per tradurre in realtà i buoni propositi il sistema Italia dovrebbe essere un vero sistema. E sarebbe necessario che gli uomini d’azienda, nel parlare con enfasi del made in Italy, capiscano finalmente di essere debitori della cultura italiana, del Rinascimento, di Leonardo eccetera». È ciò che sostiene con simpatica forza espressiva (ed emotiva) anche un osservatore esterno, come Klaus Kempf, direttore della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco, che vanta il fondo librario italiano più Sopra: Klaus Kempf, direttore della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco, istituto che vanta il fondo librario italiano più cospicuo all’estero. A sinistra: un’illustrazione di Fabio Sironi La grande creatività individuale dei nostri connazionali trova ostacoli nella mancanza di sistema, nella paralisi amministrativa. Non è possibile tenere nascosti o lasciare andare alle ortiche gli immensi tesori librari cospicuo all’estero: «Quel che mi meraviglia è che la cultura, l’arte e la lingua italiane, che per noi sono l’immagine stessa dell’Italia, siano sottostimate dalla politica, considerate un patrimonio indipendente dall’economia: la fase di transito verso l’era postindustriale dovrebbe invece valorizzare tutto questo patrimonio straordinario, magari anche attraverso i muovi strumenti digitali». Nel suo intervento, Kempf — che come bibliotecario si definisce protagonista del nuovo — ha fatto un appello ai politici italiani perché realizzino un vero sistema Italia («sistema»). Chiede di concentrarsi sulle strutture culturali e formative, sui musei, sugli archivi, sulle biblioteche. Quando parla delle biblioteche italiane, Kempf si mette le mani nei capelli: Il sindaco di Firenze Lo scivolone di Nardella sulle difficoltà meridionali FIRENZE «L’italiano nel mondo che cambia». Sopra: il logo. Oggi, alle 15, a Castello (Firenze) presentazione del libro L’editoria italiana nell’era digitale Presentati da Lucia Annunziata, ieri hanno parlato, tra gli altri, il sottosegretario agli Esteri Mario Giro e la Cancelliera svizzera Corina Casanova, studentessa engadinese a Perugia negli anni Settanta: la Confederazione conta un buon 8 per cento di italofoni (550 mila cittadini). Il plurilinguismo elvetico, ha detto Dacia Maraini, è un modello a cui dovremmo ispirarci nelle nostre società multietniche, cercando però di evitare quel «servilismo linguistico» (verso l’inglese) in cui gli italiani eccellono. «Giocare con la propria lingua — ha ricordato Maraini citando Roland Barthes — è come giocare con il corpo della propria madre». Il sindaco Nardella, originario di Torre del Greco, sottolineando le difficoltà diffuse nel padroneggiare la lingua italiana, è inciampato in un «soprattutto nel Meridione» di sapore post-bossiano. Evidentemente il risciacquo in Arno (all’età di 14 anni) gli ha tirato un brutto scherzo di prospettiva, visto che non è detto, in linea generale, che a Bergamo parlino un italiano migliore che a Enna. I lavori proseguiranno oggi, dalle 9.15, al Teatro della Pergola. (p.d.s.) © RIPRODUZIONE RISERVATA «Non è possibile tenere nascosti o lasciar andare alle ortiche gli immensi tesori librari che avete». Fa qualche esempio, ma preferisce che non venga citato. «La grande creatività individuale italiana trova ostacoli nella mancanza di sistema, nella paralisi amministrativa». Si sorprende, Kempf, quando viene a sapere i numeri illustrati da Andrea Meloni, direttore generale per la promozione del sistema paese («sistema», ancora una volta), secondo cui la Germania è in cima alla classifica degli iscritti a corsi di italiano. E a proposito di numeri, non sorprende invece il milione e mezzo complessivo di studenti di lingua italiana all’estero: «Ma si può fare molto di più», dice lo stesso Meloni. E proprio passando al «fare», la ministra Stefania Giannini, che da linguista mostra familiarità con l’argomento, ha annunciato iniziative che farebbero inorridire Salvini: «Non possiamo trascurare che la lingua deve essere uno strumento di integrazione, per questo istituiremo una nuova classe di concorso per formare docenti che insegnino l’italiano come seconda lingua ai bambini figli di immigrati». Un riconoscimento istituzionale e un’abilitazione ad hoc da inserire nella riforma. Sempre restando alle proposte operative, il sindaco di Firenze Dario Nardella ha avanzato tre idee: lanciare un programma di Erasmus delle arti in Italia; promuovere rassegne di cinema italiano negli Istituti di cultura; favorire la circolazione di musica italiana colta e pop nel mondo, essendo un veicolo linguistico fondamentale. Pane per i denti di Renzo Arbore, che dall’alto della sua ventennale Orchestra Italiana, non si è lasciato sfuggire l’occasione: «Ho imparato l’inglese ascoltando Frank Sinatra e il francese con Trenet e Aznavour: facciamo ascoltare di più Modugno, Battisti, Gaber, De Andrè, Dalla, De Gregori, Conte, i risultati saranno incredibili…». © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 Opera di Roma Va in scena «Rigoletto» Ma per coro e musicisti restano i licenziamenti SPETTACOLI All’Opera di Roma nel cda di oggi saranno confermati i 180 licenziamenti (erano 182, sono scesi di due unità) di orchestra e coro. La notizia era stata preannunciata ieri nel corso di un incontro con il direttore del personale delle sette sigle sindacali, che avevano chiesto il ritiro del provvedimento; un nuovo incontro è stato fissato per venerdì. Alcuni dipendenti si sono presentati con una bandiera nera in segno di lutto. Ieri sera è andata in scena, in un’atmosfera di suspence, la prima opera dopo l’inasprimento della crisi: Rigoletto, nel nuovo allestimento di Leo Muscato, sul podio Renato Palumbo. Nessuna protesta in sala. Ha poi tenuto banco il doppio licenziamento subito da Pasquale Faillaci, sindacalista della Cgil e corista dell’Opera: doppio perché, oltre a quello collettivo, ne ha ricevuto uno «ad personam». «Timbrava il cartellino al posto della moglie, truffava il teatro», si apprende da fonti dell’Opera. La moglie, Anna Maria De Martino, anch’essa 45 dipendente, è la sorella dell’ex sovrintendente Catello De Martino, licenziato per il buco di 30 milioni. Faillaci replica così: «Sono stato licenziato per dichiarazioni rese alla stampa. È una montatura fatta ad arte con testimonianze probabilmente di fantasia, è una ritorsione per la mia attività sindacale. Si parla di una timbratura che non doveva nemmeno esserci perché mia moglie non era stata convocata». (v. ca.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Pappano inaugura sabato prossimo la stagione sinfonica dell’Accademia di Santa Cecilia di cui è direttore musicale E ragiona: determinanti tanto i privati quanto le istituzioni Il profilo ● Antonio Pappano è nato a Epping, in Inghilterra, il 30 dicembre 1959, ma è naturalizzato italiano. Appassionato di musica sin da ragazzo, a 21 anni inizia a collaborare con la New York City Opera ● Pappano è il più giovane direttore delle orchestre della Royal Opera House di Londra, con cui ha un contratto fino al 2017, dove ha diretto sia la Royal Opera che la Royal Ballet ● Dal 1º ottobre 2005 Pappano viene nominato direttore musicale dell’orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma di cui, dal 2007, è Accademico Effettivo ● La regina Elisabetta II lo ha nominato baronetto: la cerimonia si è svolta il 15 maggio 2012 A ntonio Pappano è sospeso tra i suoi due mondi: l’Opera a Londra, con I due Foscari di Verdi, la musica sinfonica a Roma: sabato, davanti al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, inaugura la stagione sinfonica dell’Accademia di Santa Cecilia, il Made in Italy che funziona. Quale sarà il programma del concerto? «Una notte sul Monte Calvo nella versione originale di Musorgskij, anziché in quella postuma di Rimskij-Korsakov che si esegue di solito, che diventa un pezzo corale, con un basso solista, ed esalta l’aspetto demoniaco usando parole inventate. Poi Richard Strauss per i 150 anni dalla nascita e il Secondo Concerto di Rachmaninoff: il mio primo incontro col pianista Evgeny Kissin». È il suo nono anno come direttore musicale a Roma: dove trova nuovi stimoli? «Dalle continue tournée, ora stiamo partendo per Cina e Giappone dove troveremo un pubblico amante della musica drammatica e anche del chiasso teatrale. Ma rispetto all’Oriente detesto quando si parla di nuovi mercati; c’è invece il fatto di condividere qualcosa che amano dell’Italia. Nuovi stimoli vengono anche dai cd, in cui abbiamo l’opportunità di suonare repertorio italiano: stanno per uscire le Sinfonie di Rossini, e Puccini con Kaufmann, che tornerà per registrare con noi Aida». Opera che, a dispetto della marcia trionfale... «È l’opera del silenzio, intimista, che però ha bisogno di grandi spazi, con personaggi che portano dentro di sé il mistero di civiltà lontane. Le note di Aida sono facili, bisogna vedere come vengono eseguite. Insomma, crescono le aspettative del pubblico, dobbiamo essere all’altezza». È un momento delicato per Santa Cecilia, sono in corso le elezioni per il nuovo presidente. «Una delle priorità è la capacità di trovare denaro privato. Ma bisogna vendere un prodotto di qualità. Il governo deve te- «I teatri italiani devono cambiare Imparino dal modello inglese» ❞ Atteggiamento È fondamentale che i musicisti capiscano che per far andare bene le cose ci vuole più flessibilità, il muro contro muro è sbagliato Retribuzione Io dico: se la mia orchestra di Roma ha un buon contratto integrativo, lo merita per il tanto lavoro che si fa insieme Gestione Ogni teatro ha bisogno di trovare la soluzione migliore. Ma serve competenza, perché dirigere una sala non è una cosa facile Sul podio Sir Antonio Pappano (54) è al nono anno come Direttore musicale all’Accademia Santa Cecilia di Roma nere conto che la qualità non dev’essere punita ma sostenuta. È vero, dobbiamo cercare fondi alternativi, senza però perdere l’appoggio istituzionale che abbiamo sempre avuto. Ogni anno si è sul filo del rasoio per il pareggio di bilancio. Non dobbiamo tentare il destino per vedere se un marchio come Santa Cecilia ce la fa anche il prossimo anno». Come vede la drammatica crisi dei «cugini» dell’Opera di Roma? «Non entro nel merito dei licenziamenti collettivi, anche perché quando sono a Roma mi dedico al 150 per cento a Santa Cecilia. Prima del con- certo con Diana Damrau, mi sono rivolto agli spettatori dicendo che va trovata una soluzione dignitosa per i musicisti, che garantisca il futuro di quel grande teatro». L’Opera ha il 14 per cento di autofinanziamento (contro il 52 per cento di Santa Cecilia), 912 permessi artistici l’anno, G R U PPO In collaborazione con e 125 giornate lavorative... «Il mondo sta cambiando, da anni dico che i teatri italiani devono trovare un’altra struttura. Da una parte sono stati gestiti male e ora c’è un debito enorme, la situazione è disastrosa, serve competenza, dirigere un teatro non è facile; dall’altra i musicisti devono capire che per far andare bene le cose ci vuole più flessibilità. Il muro contro muro non funziona». Che cosa augura all’Opera di Roma? «Di tornare alla normalità, anche se nel mondo non esiste un teatro normale. Ogni teatro ha bisogno di trovare la soluzione migliore. Il direttore d’orchestra è la figura centrale, che dovrebbe essere presente nella buona e nella cattiva sorte. È il principio del bene comune». Principio su cui lei si batte da sempre. «Sì, e che si dovrebbe adottare dal mondo anglosassone. Giochiamo nella stessa squadra, e ci battiamo per conquistare il pubblico. All’Accademia, e non è retorica, ci consideriamo una famiglia. Io dico: se la mia orchestra di Santa Cecilia ha un buon contratto integrativo, lo merita, per il tanto lavoro che si fa insieme. Alla fine vengono i riconoscimenti». L’ultimo c’è stato nei giorni scorsi a Berlino. «Alla rassegna cinematografica musicale dei Berliner Philharmoniker, siamo apparsi in copertina col nostro documentario, Carattere italiano: nei concerti si presentano tutti in frac, qui invece si raccontano gli uomini, chi produce miele, chi vive nel bosco. Storie individuali, uniche; storie di artisti che in palcoscenico raggiungono un comune traguardo artistico». Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA 46 Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 SPETTACOLI 47 Brani inediti da casa per i finalisti di X Factor Sempre più interattivo il talent di Sky Uno. I giudici Fedez e Victoria: piangiamo spesso, scegliere è dura Il format ● «X Factor» torna in onda con le puntate live da domani su Sky Uno. Conduce Alessandro Cattelan (foto) ● Tra gli ospiti della prima puntata Tiziano Ferro. Nella seconda Cesare Cremonini, nella terza il trio Silvestri, Gazzé e Fabi ● Otto serate che porteranno alla finale in programma per l’11 dicembre al Mediolanum Forum MILANO «Il meccanismo di que- sto format fa sì che si scelgano dei veri talenti, sono sicuro che i concorrenti di questa edizione sono effettivamente i migliori, perché i filtri di selezione a X Factor funzionano». Parola di Morgan, uno che di filtri se ne intende. Mente critica, provocatore controcorrente: «Comunque i numeri sono un po’ gonfiati, non si sono presentati in 60 mila». Lo correggono. Guarda che è così. Lui scherza: «Questi sono i migliori tra i due milioni di giovani che si sono presentati». Parte domani su Sky Uno la gara dal vivo di X Factor, dopo cinque puntate dedicate alle selezioni che hanno prodotto 12 concorrenti (inclusi i gruppi). Per la seconda settimana programma più twittato secondo le rilevazioni Nielsen, il talent accentua la sua anima interattiva e social, nonostante Morgan («Non c’è niente di più asociale dei social network. Io detesto Facebook»). Scaricando l’app X Factor 2014 si può interagire con «Your Factor» che permette di cantare su una base musicale (grazie a musiXmatch) i testi delle canzoni visualizzati sul proprio device e registrare in tempo reale un video. In base a intonazione e qualità dell’esibizione, i giudici virtuali giudicheranno la performance video con un «sì» o un «no» e il video potrà essere condiviso sui social network. Con «XF Power» invece gli spettatori avranno la possibilità di modificare o creare alcuni elementi scenici del- Il personaggio di Paolo Conti 1 2 3 Le squadre 4 lo show in diretta. Infine spazio anche a chi si sente cantautore o arrangiatore: chiunque potrà proporre un brano che sarà preso in considerazione per realizzare gli inediti di quest’anno. Sarà possibile comporre un brano completo, o una base, o anche solo il testo 1) Da sinistra Vivian Grillo, Camilla Andrea Magli, Victoria Cabello (giudice delle Under 24 Donne) e Ilaria Rastrelli 2) Madh (nome d’arte di Marco Cappai), Lorenzo Fragola, Fedez (giudice degli Under 24 Uomini) e Leiner Riflessi, nato e cresciuto in Colombia 3) Diluvio (Marco Boserup), Mario Garruccio, Mika (giudice degli Over 25) e Emma Morton, nata in Scozia 28 anni fa 4) Sopra da sinistra il duo dei Komminuet (Francesca Monte e Pietro Iossa), Morgan (giudice dei Gruppi), il trio The Wise (Pietro Porretto, Marco Ziliani e Tommaso Straffelini) e Marco Obersnel (che fa parte degli Spritz For Five (sotto da sinistra Rocco Pascale, Nicola Pisano, Piero Gherbaz, Giulio Bottecchia) di una canzone, che dovrà essere inedito: tutti i brani e i testi inviati saranno selezionati da un comitato composto da Sony (che offre il contratto discografico al vincitore del talent), FremantleMedia (che produce il programma) e Sky. I nuovi giudici Fedez e Victo- ria Cabello sembrano quelli che più faticano a esercitare il ruolo di fustigatori di cantanti. Spiega il rapper tatuato («questo coso dipinto», come lo ha definito Gasparri): «Scegliere è dura, piango ogni tre per due, perché giudico dei miei coetanei e non è bello in- Addio a Lilli Carati, sogno sexy anni 70 La bellezza, i tormenti e la malattia Il successo con la commedia, la droga, i film hard, due tentativi di suicidio Poi il recupero, la rivalutazione dei suoi B movie e l’idea di tornare a recitare E ra una professionista, si preparava come si deve. In una bella, schietta intervista a Marco Giusti per Rai2 in «Stracult» nel 2008, caposaldo della sua rivalutazione mediatica, Lilli Carati racconta il backstage del primo set, Di che segno sei di Sergio Corbucci del 1975 con due grandi come Adriano Celentano e Mariangela Melato: «Fu il mio primo film. Prima delle riprese frequentammo una scuola di ballo. Diventammo tutti amici». Lilli Carati aveva allora 19 anni, l’aveva voluta il produttore Franco Cristaldi dopo averla vista arrivare seconda a Miss Italia 1974. A rivedere le scene, si ritrova una bellezza provocante ma ironica, a suo agio in scena, ottima ballerina. E quella voce roca, che ne completava la sensualità Meglio riguardare i fotogrammi e non fidarsi di una memoria filtrata quando si tratta di ricostruire un mito giovanile. Lilli Carati è morta ieri a 58 anni, dopo una lunga malattia che l’ha colpita proprio mentre stava prendendo corpo il suo progetto di ritorno sul set. Ileana Caravati, il suo vero nome, era nata a Varese il 23 settembre 1956. Splendida già adolescente, approda a una scuola per indossatrici e poi a Miss Italia. Tutto è rapidissimo. Il film con Celentano-Melato, la prima commedia sexy con Alvaro Vitali (La professo- A 24 anni Lilli Carati in una foto del 1980. L’attrice è morta ieri a Varese dopo una lunga malattia ressa di scienze naturali di Michele Massimo Tarantini, 1976) e contemporaneamente sul set con due star come Candice Bergen e Giancarlo Giannini in La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia di Lina Wertmuller. Nel 1978 arriva Avere vent’anni di Fernando Di Leo. La scena di Lilli Carati e Gloria Guida che ballano sulla scalinata di Trinità dei Monti segna l’immaginario collettivo di una generazione, anche per la cronaca di una libertà sessuale tra costume e tragedia (finale con stupro di gruppo e duplice omicidio). Ci vuole il Festival di Venezia del 2004 per rivalutare la pellicola come film-culto (Quentin Tarantino è tra i fan). Il corpo della ragassa di Pa- ● Il commento Colpi di scena e doppie identità, una biografia che sembra inventata Q dossare la maschera del boia». Aggiunge l’ex iena: «Mi sento mamma delle mie ragazze. È difficile giudicare e anche essere onesti: non è facile dire quello che si pensa fino in fondo. Infatti io sono l’altra piagnona del gruppo». Riflette ancora: «La gara è sul palco, non tra i giudici: è bello togliere l’attenzione da sé e concentrarsi sugli altri». Mika fa la fotografia al senso di questa edizione: «C’è ancora più varietà rispetto a un anno fa. I concorrenti sono interessanti e molto diversi. Per questo non possiamo fare scelte uand’è morta ieri nella sua Varese, Lilli Carati non era più la diva porno ma era tornata Ileana Caravati, ex signorina di buona famiglia che aveva studiato dalle suore in Svizzera. La solita trafila, l’illusione del cinema, lo sgambetto della droga, l’hard per bisogno di soldi. Pensare, dicevano i registi a luce rossa, che non era portata al genere. Ma c’è stato un momento in cui Lilli Carati, quando fu nel ’79 protagonista di Il corpo della ragassa e poi attrice in best seller ad episodi, sembrava destinata ad avere un posto nella commedia sentimentale, magari anche d’autore. Ma poi ci si è messo il melodramma: l’amore finito (col regista Festa Campanile), droga, arresto, due tentativi di suicidio e infine il tumore. Un regista Rai ha girato giustamente un film su questa storia che sembra inventata tanto è ricca di colpi di scena e doppie identità. Con Laurenti, Tarantini e soci fu una star del genere «professoresse e infermiere», poi passati cult, tanto che Avere vent’anni di Fernando Di Leo fu inserito in una retrospettiva veneziana di B movies, ma già fuori tempo massimo. Lei era già lontana e già silenziosa, tentando di esorcizzare col silenzio il suo passato. (Maurizio Porro) © RIPRODUZIONE RISERVATA Chi era ● Lilli Carati (1956 – 2014), nome d’arte di Ileana Caravati, inizia la sua carriera come indossatrice. Nel 1974 si classifica seconda al concorso di Miss Italia ● Diventa un sex symbol grazie ad alcuni titoli di successo della commedia sexy, un filone in auge tra la fine degli anni 70 e gli 80 ● Nel 1988 viene incarcerata per pochi giorni per possesso di droga, il cui uso le procura un precoce declino artistico e fisico In televisione Da domani la sfida tra i concorrenti in diretta tv Mika: «Più varietà rispetto a un anno fa» semplici, dobbiamo prenderci dei rischi, puntare su arrangiamenti diversi, canzoni che la gente non conosce, cose che in altri Paesi dove va in onda X Factor non fanno e che dobbiamo preservare». Chiude Morgan: «X Factor non è un programma musicale, ma un programma televisivomusicale. Quindi l’aspetto scenico deve essere equipollente a quello sonoro. Ai concorrenti viene chiesto di essere delle popstar, non solo dei cantanti: devono saper gestire il palco e avere il physique du rôle». Renato Franco © RIPRODUZIONE RISERVATA squale Festa Campanile tratto dal libro di Gianni Brera è del 1979. Rammenta il giornalista e autore televisivo Cesare Lanza: «Una bambolona di sensualità aggressiva, selvaggia. La sua storia assomiglia ad altre, drammatiche. Successo, film facili, un incontro fortunato con un produttore come Cristaldi, decadenza, droga, depressione, obesità. Ricordo una folgorante battuta proprio di Gianni Brera: “Una dea della bellezza dovrebbe morire giovane per non sfiorire, per restare inviolata nel mito, come certi poeti, pittori, musicisti prima del tramonto”». Lanza ha già detto tutto. L’ingresso nel soft porno e poi nell’hard, alla fine degli anni Ottanta, con le regie di Giorgio Grand (incontra Rocco Siffredi). L’abuso di eroina e cocaina. L’arresto nel maggio 1988. Subito dopo un primo tentativo di suicidio, un altro nel maggio 1989 per depressione, gettandosi dalla finestra: tre mesi di immobilità che le fanno prendere 40 chili. Poi la lunga strada del recupero alla comunità «Saman». Nel 1994 accetta di girare il film-verità Lilli, una vita da eroina sulla sua tossicodipendenza girato dalla regista Rony Daopoulos e andata in onda su Rai3. Lunghi anni di silenzio fino al ritorno in tv da Giusti e da Alda D’Eusanio a «Ricominciare», sempre del 2008 su Rai2. Le registrazioni mostrano una donna matura, provata, ancora bella, decisa a riprendere un ruolo dopo anni di marginalità. L’ultima battaglia perduta è con una dura malattia. Resta, quella sì, l’immagine di una bellezza anomala, perché sempre problematica, agra, mai spensierata. Come la sua vita. © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera 48 Eventi La guida Dieci giorni nel segno della ricerca In programma a Genova dal 24 ottobre al 2 novembre, l’edizione 2014 del Festival della Scienza ha come filo conduttore il tempo. Ideato e organizzato dall’Associazione Festival della Scienza, con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il Festival abbina un programma di conferenze, tavole rotonde e momenti divulgativi a laboratori ed exhibit interattivi. Dal Palazzo Ducale al Porto antico, per dieci giorni Genova si trasforma così nella capitale europea della scienza, con appuntamenti e dibattiti in numerosi luoghi cittadini fino a raggiungere Nervi, dove la scienza incontra la botanica dei parchi. Gli orari della manifestazione: feriali 9-18, sabato e festivi 10-19. Infoline: 010 8976409. Info mail: [email protected]; info mail scuole: [email protected]. Dove si possono acquistare i biglietti: all’Infopoint di Piazza de Ferrari, nelle filiali Banca Carige o sul sito www.festivalscienza.it. L’appuntamento Il Festival di Genova ruota quest’anno attorno a una delle categorie più affascinanti e sfuggenti. Ecco perché dalla teoria di Einstein alla fisica quantistica abbiamo messo in crisi Newton. E dato ragione a Poirot DARE TEMPO ALLA SCIENZA C’ Iniziative di Giulio Giorello era una questione che veniva a i n t r a l c i a re l e mie ipotesi: i tempi non si accordavano». Questa constatazione di Poirot, l’investigatore creato da Agatha Christie, potrebbe farla sua, sconsolatamente, un Newton condannato a rivivere oggi. Aveva dichiarato che «il tempo assoluto fluisce in modo uniforme senza relazione ad alcunché di esterno»; ma nel 1905 un ventiseienne impiegato dell’Ufficio Brevetti di Berna mostrò che tale «assoluto» svaniva come un fantasma. Due osservatori in movimento l’uno rispetto all’altro, Alberto che sfreccia su un treno e Isacco che resta fermo sulla banchina, non riescono ad «accordarsi» nel giudicare contemporanei due eventi, per esempio l’accendersi di un semaforo presso i binari e il passaggio del vagone in cui Alberto è seduto. Qualsiasi segnale i due si possano scambiare, per esempio mediante una pila come nei polizieschi, richiederà sempre un certo tempo per viaggiare dall’uno all’altro. Einstein (era lui il bizzarro impiegato) aveva fatto propria l’idea di Galileo che nessun esperimento possa rivelare a un osservatore se l’ambiente in cui si trova sia davvero in quiete o si muova di moto rettilineo uniforme; e vi aveva aggiunto il principio «che la luce si propaghi sempre con una determinata velocità che non dipende dallo stato di moto del corpo che la NON POSSIAMO VIVERE SENZA ORE E MINUTI MA AL MICROSCOPIO È TUTTA UN’ILLUSIONE L’autore Giulio Giorello (1945 ) è laureato in Filosofia (1968) e in Matematica (1971). Docente di Filosofia della scienza all’università di Milano, ha insegnato in diversi atenei. Editorialista del «Corriere della Sera», dirige la collana Scienza e idee di Cortina editore. A destra, David Suchet nei panni di Poirot emette». Il tutto aveva conseguenze che sfidavano il senso comune: le lunghezze «si contraggono», i tempi «si dilatano» per il velocissimo Alberto. Come scrive il fisico e biologo Edoardo Boncinelli: «Perché la formulazione delle leggi della natura risulti la stessa, i diversi osservatori dovranno considerare e misurare valori differenti delle varie grandezze. Si ha una validità assoluta delle leggi e una misura relativa di molte grandezza fisiche, come gli intervalli di tempo e le dimensioni dei corpi». Per quanto corra veloce il treno di Alberto, i nostri sensi non percepiscono tale sottile discrepanza: veniamo da una storia evolutiva in cui essi si sono rivelati utili per sopravvivere nelle foreste e asservire ai nostri bisogni l’ambiente circostante, senza preoccuparsi troppo di altissime velocità, come quella della luce (circa 300 mila chilometri al secondo). Ma negli anni Settanta del secolo scorso i ricercatori Usa hanno collocato due orologi ad alta precisione e per- fettamente sincronizzati su due jet di linea, poi decollati dallo stesso aeroporto per un giro intorno alla Terra in direzioni opposte. All’atterraggio i tempi segnati dai due orologi non si accordavano più: per uno occorreva sommare alla sua velocità quella di rotazione della Terra, per l’altro occorreva sottrarla. A ciascuno, dunque, il suo tempo. Ma l’articolo di Einstein in cui gettava le basi della relatività speciale era solo l’inizio delle peripezie del concetto di tempo. La relatività generale ha reso ancora più complessa la questione, prospettandoci uno spaziotempo che «come un mollusco» viene deformato dalla materia. Inoltre nel dominio del molto piccolo la fisica quantistica ha rivelato il carattere «granulare» delle grandezze pertinenti, a cominciare dall’energia. Non potremmo pensare che a un livello di piccolezza che sfida la nostra immagi- © RIPRODUZIONE RISERVATA L’alluvione e il virus ebola tra le variazioni sul tema I n uno dei serial cult della stagione, True detective, uno dei protagonisti affronta il problema del tempo schiacciando con la mano una lattina di birra: vuol dimostrare così l’esistenza del tempo «piatto», circolare, rispetto a quello lineare, passato-presente-futuro, su cui si basa il nostro pensiero. Persino in un thriller americano (pluripremiato) il problema del tempo — e connesso ad esso quello del libero arbitrio — viene affrontato in termini filosofici. La fisica quantistica, gli esperimenti sulla «particella di Dio» (verrà proiettato a Genova in anteprima nazionale il docu-film sulla ricerca), hanno rilanciato l’enorme interrogativo sul tempo, il nostro, biologico, e quello cosmico. Esiste il tempo? È così molto affascinante il tema di quest’anno del Festival della Scienza che per il dodicesimo anno si svolge a Genova dal 24 ottobre al 2 novembre impegnando decine di scienziati delle più diverse aree di studio e nazionalità. In apertura la conferenza del Nobel per la Fi- sica e direttore del Collége de France (la Francia è il Paese ospite di quest’anno) Serge Haroche, in chiusura un altro fisico, italiano, Carlo Rovelli, docente all’Università di Marsiglia, tra i fondatori della gravità quantistica a loop: due scienziati sul fronte di una rivisitazione del concetto di tempo che potrebbe rivoluzionare tutto il nostro sapere sulla natura. Fra questi due grandi appuntamenti, neurobiologi, genetisti, psichiatri, filosofi, matematici, antropologi conducono coloro che lo vorranno in un territorio di frontiera ma accessibile a tutti. Non solo la fisica. Il tempo si può declinare in vari modi. C’è una sezione sulla meteorologia, argomento di grande attualità in particolare a Genova, appena colpita dall’ennesima alluvione Impegno retribuito Il direttore Vittorio Bo: «Al Festival accompagnano i visitatori. E sono pagati. La scuola per la formazione tiene corsi anche in Egitto e Cina» ● «2014: ritorno al futuro!» ripercorre la storia delle public utilities, con foto d’epoca, reperti e realizzazioni in 3D. ● L’evento «Spazio al futuro. L’eccellenza aerospaziale italiana in Europa e nel mondo» ha per testimonial il Maggiore Pilota Luca Parmitano, astronauta Esa. ● L’incontro «I viaggi nel tempo tra scienza e fantascienza» porta sul palco a Genova il fisico Lorenzo Maccone Laboratori Molti gli spazi ludici per i bambini, perché l’obiettivo è avvicinare alla scienza i ragazzi e sostenere lo studio delle materie scientifiche «I nostri giovani animatori scientifici sono da esportare» di Erika Dellacasa nazione anche lo spazio sia costituito di grani, o quanti, e che il tempo emerga solo quando si considera un enorme numero di variabili e i loro valori medi? Un po’ come la temperatura di un gas, effetto di superficie del moto disordinato delle molecole che lo compongono? Il tempo non sarebbe altro, dunque, che «conseguenza della nostra ignoranza dei dettagli microfisici del mondo», conclude Carlo Rovelli, tra i maggiori sostenitori della pionieristica concezione della gravità quantistica. Eppure, per noi piccoli osservatori in un universo immenso il tempo resta quello che «tutto dà e tutto toglie», come diceva Giordano Bruno nel dedicare il suo Candelaio a un’elusiva signora di nome Morgana. Un grande fisico come John Wheeler ha definito il tempo come «il migliore espediente che la natura ha escogitato per impedire che le cose avvengano tutte in una volta». Ed è per questo che abbiamo la forza della passione, la consapevolezza dell’io. ● I protagonisti del Festival pronti a rispondere ai quesiti su scienza e tempo con l’iniziativa Eduscienza (sostenuta da Telecom Italia). Il piano ScienzainWeb manda invece il Festival in streaming su telecomitalia.c om/scienzainw eb. L’hashtag è #oradiscienze. con la messa sotto accusa proprio della capacità di previsione di eventi eccezionali (ne parlerà Luca Mercalli con l’epidemiologo Paolo Vineis). E, nel capitolo «corsa contro il tempo» lo scrittore David Quammen affronterà il tema delle pandemie e della minaccia di Ebola. Fra scienza e fantascienza la discussione sui viaggi nel tempo. Ci si può far conquistare dalle riflessioni sull’invecchiamento, quello del vino («Il tempo in una bottiglia. Storia naturale del vino», si confrontano un paleontologo e un biologo molecolare) o dal nostro, individuale e di specie («Il tempo profondo dell’evoluzione umana», Achille Varzi e Mauro Dorato). Non resta che tracciare il percorso della propria esplorazione. Senza di- menticare l’ala ludica, spettacoli, performance e mostre. «L’obiettivo — spiega il direttore Vittorio Bo — è, come all’inizio, avvicinare alla scienza i più giovani perché c’è ancora molto da fare per sostenere lo studio delle materie scientifiche, senza trascurare un pubblico adulto». Al Festival saranno presenti dei giovani animatori scientifici per sostenere i visitatori: «Non è volontariato, sono retribuiti» precisa Bo e spiega: «La nostra scuola per la formazione di animatori scientifici lavora tutto l’anno: abbiamo condotto dei corsi anche in Egitto e Cina, su esplicita richiesta di questi Paesi». La macchina del Festival è sempre in moto, appena conclusa un’edizione parte il lavoro per impostare quella dell’anno successivo ma soprattutto continua il rapporto con le scuole e l’attività di informazione e orientamento per gli studenti. Nella sezione «Futuro Prossimo», 130 studenti eccellenti che sono stati selezionati attraverso l’attività con le scuole, parteciperanno (ospiti del Festival) a una full immersion con studiosi di diversi ambiti: potrebbero diventare gli scienziati di domani. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 EVENTI Protagonisti Scarica l’«app» Eventi Da sinistra: Serge Haroche direttore del Collège de France, premio Nobel per la Fisica nel 2012: sua la lectio magistralis d’apertura; il magistrato Gherardo Colombo; la psicologa Giuliana Mazzoni della Hull University e Ewan Clayton, fra i più grandi calligrafi al mondo Eventi 49 Informazione, approfondimenti, gallery fotografiche e la mappa degli appuntamenti più importanti in Italia. È disponibile sull’App Store di Apple la nuova applicazione culturale del «Corriere della Sera Eventi». È gratis per 7 giorni. Nel mito Chronos ammonisce Eros, davanti ad Afrodite e Marte, in questa tela (1624-1626) attribuita al Guercino (1591-1666) oggi al Museu de Arte de São Paulo in Brasile Il personaggio di Giovanni Caprara «I l tempo non esiste». Carlo Rovelli stupisce prima di tutto con questa affermazione che non lascia spazio ad alternative. O meglio toglie il fiato perché ci chiediamo allora che significato abbia l’ansia quotidiana che ci prende guardando l’orologio perché qualcosa ci sfugge. «In realtà — precisa — esistono tanti tempi diversi, ognuno per ogni cosa, per ogni fenomeno. Ma tutti differenti e riferiti a qualcosa di specifico e non col valore assoluto che siamo inclini ad attribuirgli». Il tempo e lo spazio sono i due temi sui quali lavora Carlo Rovelli, fisico teorico di origini veronesi, professore all’Université de la Mediterranée di Marsiglia, e di cui parlerà al Festival della scienza di Genova. La frontiera della fisica è divisa su due strade. Da una parte abbiamo la teoria della relatività di Albert Einstein dove ci sono il tempo e lo spazio e la comprensione dell’universo, buchi neri inclusi; dall’altra la meccanica quantistica che decifra il comportamento della materia, della radiazione a livello atomico e subatomico. Questo secondo mondo si ritrova in numerose applicazioni: dal Laser ai computer. Due spiegazioni che restano finora confinate alle rispettive dimensioni, cosmica e materiale, ma che da decenni si cerca di unire in una visione capace di conciliarle, perché unica è la realtà. Il primo a credere che ciò fosse possibile era stato lo stesso Einstein che si era impegnato nel sogno di una «teoria del tutto» in grado di unificare le idee. La leggenda vuole che quando si spense all’ospedale «Deluso dal fallimento del ‘68 ho trovato la libertà nella fisica» ● Il commento Clima e salute, legame tra conflitti d’interesse di Paolo Vineis di Princeton, sul comodino avesse addirittura gli ultimi appunti sull’argomento a cui aveva dedicato decenni senza approdare ad alcun risultato. Ma l’appassionante ricerca continuò e trovò nella nascita della Teoria delle stringhe i successori di quel sogno. Ancora una volta, tuttavia, senza risultato, nonostante la sua esplorazione partisse dal 1968 dopo un articolo del fisico Gabriele Veneziano, allora al Cern di Ginevra. In parallelo, un altro gruppo di fisici avviò indagini teoriche su un altro obiettivo meno totalizzante ma più concreto pur diretto ad unificare i due fronti. Nasceva così la gravità quantistica della quale Rovelli è un illustre protagonista. «Cerchiamo di spiegare innanzitutto che cosa siano lo spazio e il tempo affrontando idee che sono in alcuni casi verificabili. Invece le stringhe, belle nell’immaginazione, sembrano frutto di un eccesso e anche alcune risposte che si attendevano dal superacceleratore Lhc di Ginevra non sono ancora arrivate. Ma noi proseguiamo su una strada alternativa». La sfida è aperta e i discorsi sul tempo che già animavano i Il potere Il teorico Carlo Rovelli «La scienza ti porta oltre, qui le rivoluzioni si fanno davvero» La provocazione «Il tempo non è fondamentale nell’universo che può vivere anche senza» Le formule di un genio Il fisico tedesco, poi naturalizzato americano, Albert Einstein (1897-1955) divenne celebre per la sua teoria della relatività (1905-1913). Nel 1921 ottenne il Premio Nobel per la Fisica grazie alla sua spiegazione dell’effetto fotoelettrico. Chi è Veronese, 58 anni, Carlo Rovelli, fisico esperto di gravità quantistica, ha lavorato in Italia e Stati Uniti. Attualmente insegna all’Università di Marsiglia La teoria del tutto ipotizzata da Einstein è oggi inseguita dalla Teoria delle stringhe che prevede una realtà in diverse dimensioni oltre le quattro conosciute Per conciliare la teoria delle relatività con la meccanica quantistica, oltre la teoria delle stringhe viene esplorata la teoria della gravità quantistica, più verificabile pensieri di Sant’Agostino («Se non mi chiedono che cosa sia lo so, altrimenti no») si dipanano tra formule e teorie. «Il tempo che viviamo come la nostra casa è utile per descrivere fenomeni nella scala quotidiana, ma non vale per tutto l’universo», dice Rovelli. E aggiunge, per provocare: «Il tempo non è fondamentale nell’universo e si può immaginare un mondo senza tempo». Concetti ardui, che lo scienziato ama affrontare in numerosi libri (dopo l’ultimo «La realtà non è come ci appare», pubblicato da Cortina, in questi giorni è in libreria «Sette brevi lezioni di fisica», con Adelphi) raccontando anche la sua storia di scienziato. «Alla fisica sono approdato per caso — racconta lo scienziato che ama la filosofia —. Dopo aver vissuto il fallimento della contestazione studentesca, ho trovato nella fisica e nei pensieri di Einstein il luogo della libertà che cercavo. La scienza ti porta sempre oltre nella vita; nella scienza le rivoluzioni si fanno davvero». Un giorno ricevette una telefona dall’Università americana di Pittsburg. Era un invito alla scuola di relatività generale. «Non avevo molta voglia di andarmene, ma accettai e ci rimasi dieci anni sempre con l’idea di tornare in Europa. Avevo intanto vinto un concorso all’Università di Roma, ma preferii la proposta di Marsiglia, dove era attivo un importante centro sulla relatività». L’Italia rimane lontana. «Come per tanti scienziati stranieri — nota con un guizzo critico — che amerebbero venirci, ma sono scoraggiati dalle condizioni che troverebbero». © RIPRODUZIONE RISERVATA Q ualche settimana fa si è svolto a New York il Summit delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, e per l’ennesima volta si è ribadito che il problema è urgente (la CO2 è arrivata ai livelli record di 396 ppm). Il quinto rapporto dell’IPCC, l’Intergovernmental Panel on Climate Change, come molte altre fonti autorevoli, richiama l’attenzione su quelle che saranno nei prossimi anni le conseguenze più drammatiche per la salute. La prima è la scarsità di acqua, in quantità sufficienti per tutti e di buona qualità. Sul lungo periodo, una grave carenza d’acqua è prevista per almeno tre fenomeni concomitanti: la domanda crescente, i cambiamenti nelle precipitazioni e la fusione dei ghiacciai. La seconda grave conseguenza riguarderà l’agricoltura. Benché, a causa del cambiamento climatico, si siano osservati effetti positivi sulla produttività dell’agricoltura, questi sono stati finora superati dagli effetti negativi, specie nei Paesi poveri. Si stima che nel complesso i raccolti potranno ridursi fino al 2% per decennio in questo secolo, mentre fino al 2050 la domanda si espanderà del 14% per decennio. Le conseguenze per la salute saranno molteplici, come argomenterò al Festival. A fronte della riconosciuta urgenza, tuttavia, non si assiste a un intervento deciso ed energico della politica e dell’industria. Uno degli aspetti più preoccupanti è l’esistenza di forti conflitti di interesse, l’abilità cioè dei produttori di petrolio e della grande industria di influire sulle decisioni politiche in modi che contrastano con l’interesse generale e con le prove scientifiche. Di fronte alle emergenze, la scarsa discussione intorno ai conflitti di interesse preoccupa, come ho argomentato in un seminario sul tema a Helsinki. Paolo Vineis, ordinario di Global Health all’Imperial College di Londra, interverrà con Luca Mercalli il 1/11 a Palazzo Ducale, ore 11, nell’incontro intitolato «Salute del pianeta, salute dell’uomo» © RIPRODUZIONE RISERVATA 50 Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 51 ● Risponde Sergio Romano Il corsivo del giorno L’AGONIA DELL’URSS STORIA DEGLI AIUTI NEGATI La vecchia tiritera sugli italiani immigrati LETTERE AL CORRIERE PORTORICO Rapporti con gli Usa Caro Romano, a proposito del dibattito sull’incerto futuro dell’isola di Portorico, nessuno si preoccupa di sentire se gli Usa sono aperti a farne un nuovo Stato dell’Unione e nessuno ha mai chiesto un pronunciamento alle autorità americane, sempre silenti. Mai il Congresso accetterebbe un nuovo enorme blocco di votanti (probabilmente nella maggioranza democratici), che sconquassasse l’attuale equilibrio interno. Che vantaggi avrebbero gli Usa nel creare un 51° Stato? Ho posto la domanda agli unionisti dell’isola, ottenendo solo silenzi. Si tratta di un dibattito strumentale per i politici locali, senza riscontri nelle istituzioni americane. Ho letto il recente libro del professore ucraino Serhii Plokhy The Last Empire - The final days of the Soviet Union. Mi ha colpito il desiderio di James Baker — forse l’ultimo dei grandi segretari di Stato americani — di mettere in piedi durante i mesi finali dell’Urss una specie di «Piano Marshall» di assistenza economica e Le lettere firmate con di forte impegno per assicurare una transizione nome, cognome e e un futuro democratico al popolo sovietico città, vanno inviate a uscito «sconfitto» dalla Guerra fredda. Non se «Lettere al Corriere» ne fece nulla, in parte per la crisi economica Corriere della Sera americana di fine 1991 (che costò la presidenza via Solferino, 28 a Bush), ma anche per un certo isolazionismo e 20121 Milano una convinzione del popolo americano che non Fax: 02-62827579 vedeva nel collasso dell’ Urss un tema di interesse strategico per gli Usa. Che peccato! Forse adesso avremmo una Russia più legata all’ Occidente, anziché [email protected] incomprensioni e rischi geopolitici. www.corriere.it Emilio Voli [email protected] [email protected] @ La tua opinione su sonar.corriere.it Roberto Savio [email protected] Grazie per il suo interessante commento. Se Portorico diventasse Stato avrebbe diritto a due senatori, come ogni altro membro della Federazione, e questo potrebbe effettivamente modificare il rapporto di forze fra democratici e repubblicani nella Camera alta. Ma se questa soluzione fosse desiderata da una solida maggioranza, Washington non potrebbe ignorarla . Lo stallo è dovuto all’ambiguità dei risultati del referendum. Aggiungo che gli elettori della Camera dei rappresentanti non formerebbero un «enorme blocco di votanti». Gli abitanti dell’isola sono tre milioni 700.000, quelli della Federazione 300 milioni. Beppe Grillo esclude dal Movimento i quattro contestatori del Circo Massimo. Secondo voi ha fatto bene? COSTI RIDUCIBILI Forniture sanitarie Per i sindacati dei pensionati è inaccettabile il pagamento delle pensioni il 10 del mese. Condividete? Perché il ministero della Sanità non interviene direttamente sulle case farmaceutiche per la Caro Voli, idea di un Piano Marshall per l’Unione Sovietica era già stata prospettata dal presidente del Consiglio italiano in un discorso pronunciato Mosca nell’ottobre del 1988. Ma né gli italiani né gli americani sembravano rendersi conto che di tutte le espressioni utilizzabili per descrivere gli aiuti economici all’Urss nella difficile fase delle riforme gorbacioviane, «Piano Marshall» era la peggiore. Le due parole avevano allora, sui due lati del sipario di ferro, significati opposti. A occidente evocavano gli importanti stanziamenti che gli Stati Uniti avevano messo a disposizione dell’Europa per la sua ricostruzione dopo la fine della guerra. A Est erano sinonimo di imperialismo americano. Quando il governo della Ceco- L’ SUL WEB Risposte alle 19 di ieri Sì slovacchia (un Paese occupato dall’Armata Rossa) sembrò disposto ad accettare gli aiuti americani, Mosca la richiamò immediatamente all’ordine. Ma il problema — se convenisse aiutare Gorbaciov e in che modo — esisteva e doveva essere affrontato. Fu garantita all’Urss l’apertura di una linea di credito per la somma di sette miliardi di dollari; ma le aperture di credito giovano soprattutto all’intercambio commerciale e l’Unione Sovietica in quel momento aveva altre esigenze. Agli inizi del 1991 (l’anno cruciale per le sorti dell’Urss), la sede migliore per affrontare la discussione era il vertice annuale del G7, il club informale fra i sette maggiori Paesi industriali (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti) che si sarebbe tenuto a Londra in luglio. Francia, Germania e Italia erano i Paesi maggiormente interessati ad aiutare l’Urss, e i loro leader dell’epoca (François Mitterrand, Helmut Kohl, Giulio Andreotti) fecero pressioni sul primo ministro britannico John Major perché, nella sua veste di padrone di casa, invitasse anche Michail Gorbaciov, allora non più soltanto segretario del Partito comunista, ma anche, dal 15 marzo del 1990, presidente dell’Urss. Gorbaciov fu invitato e partecipò al vertice, ma tornò a casa senza gli aiuti desiderati. Lei ricorda giustamente la crisi fiscale americana del 1991, ma occorre anche ricordare che l’Europa, in quei mesi, si apprestava a sopportare gli effetti dei costi dell’unificazione tedesca. Mi chiedo però se l’Urss, in quel momento, fosse in grado di fare buon uso di eventuali aiuti europei. Il grande Stato sovietico aveva già cominciato a sfaldarsi e scomparirà con le dimissioni di Gorbaciov il 25 dicembre 1991. © RIPRODUZIONE RISERVATA 28% 72% No La domanda di oggi determinazione dei prezzi delle forniture sanitarie? Vi troverebbero larghissimi margini di risparmio, visti i ricchissimi profitti di quelle aziende. Al San Raffaele di Milano sono riusciti a ridurre dal 35% al 10% il costo delle forniture. Come si vede, spazi per una più attenta tutela del bene comune esistono. Quello che manca è la volontà di mettere in pratica gli strumenti per evitare sprechi. FAMIGLIE Dimenticati i disabili REGIONI E SPRECHI Sedi all’estero Renzi vuole dare un sostegno alle famiglie numerose e alle neomamme. Non ho mai sentito parlare né del vergognoso mensile di 257 euro che prendono i disabili, né di dare un sostegno alle loro famiglie. L’on. Salvini ha detto che un nostro disabile ha in tasca meno soldi di un extracomunitario! Le Regioni non ci stanno a stringere la cinghia e minacciano di ridurre le spese sociali. Non sarebbe meglio se prima chiudessero le inutili rappresentanze all’estero? Poiché da questo orecchio pare proprio che non ci sentano, non resta che istituire un premio per la prima Regione che chiuderà la propria ambasciata all’estero.... Antonio Massioni, Milano Luigi Maggi Carla Crespi [email protected] Busto Arsizio (Va) INTERVENTI E REPLICHE Vertice Asem, la delegazione non c’era In riferimento all’articolo «Limousine e culatello, le 48 ore segrete dei leader» (Corriere, 19 ottobre), si precisa che l’Albania non ha inviato al vertice Europa-Asia di Milano alcun partecipante, nemmeno a livello di osservatore, ed erano del tutto assenti funzionari governativi albanesi. La Repubblica di Albania non è infatti tra i Paesi membri del vertice Asem, né è stata ivi formalmente invitata. La falsa notizia sulla condotta attribuita a rappresentanti della Repubblica di Albania ha profondamente offeso l’immagine dello Stato e del governo della Repubblica di Albania. Per di più, la notizia ha avuto immediato e negativo risalto sui media nazionali destando vivo scalpore nel Paese. Luljeta Cobanaj, console generale della Repubblica di Albania CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it M a noi non siamo mai stati clandestini! La vecchia tiritera è riemersa anche ieri mattina, a «Caterpillar», la trasmissione di Filippo Solibello e Claudia de Lillo. Dove un consigliere comunale grillino, Roberto Rosini, insistendo sull’espulsione degli irregolari, ha detto: «Quando andavamo all’estero noi c’erano delle regole da rispettare, non è che andavamo clandestini!». Ora, che il problema dell’immigrazione irregolare sia spinoso è fuori discussione. Lo stesso padre Enzo Bianchi, abissalmente lontano da Salvini, Forza nuova o Casa Pound, dice che «occorre riconoscere che esistono dei limiti nell’accoglienza: non i limiti dettati dall’egoismo di chi si asserraglia nel proprio benessere e chiude gli occhi e il cuore davanti al proprio simile che soffre, ma i limiti imposti da una reale capacità di “fare spazio”». Ma un conto è porre la questione di questo spazio (in modo più o meno sgradevole), un altro è raccontare una storia inventata di sana pianta. È falso che non siamo mai stati clandestini. Accanto all’emigrazione regolare, infatti, c’è sempre stata quella «fuorilegge». Lo dimostra Adriana Lotto: nel 1905 su quattro italiani al lavoro nell’Impero tedesco tre erano «clandestini in senso stretto». Lo ribadisce la relazione parlamentare di Stefano Jacini jr nel ‘22: «Alla frontiera del Col di Tenda decine di lavoratori per non dire centinaia passano clandestinamente la frontiera». Lo conferma un «Bollettino quindicinale dell’emigrazione» del 1948 spiegando che ogni notte passavano dall’alta Val di Susa in Francia «molto più di cento emigranti». E poi lo testimoniano i reportage di Egisto Corradi e varie copertine della Domenica del Corriere come quella del 1947 su una mamma con sei figli sorpresa da una tormenta mentre passava le Alpi e le foto pubblicate dall’Europeo nel 1963 e le vanterie del gangster Albert Anastasia secondo cui la mafia aveva fatto entrare più di 60 mila irregolari nel solo porto di New York. Ma soprattutto un libro di Sandro Rinauro, Il cammino della speranza. Dove, sulla base di migliaia di documenti, si legge che l’inchiesta dell’Institut national d’études démographiques nel 1951-52 dimostrò che «ben l’80%» degli italiani in Francia era entrato clandestinamente e clandestino era il 90% dei familiari. O che «alla fine del 1948 dei 15.000 italiani presenti nel dipartimento agricolo del Gers, ben il 95% era clandestino». Andiamo avanti? © RIPRODUZIONE RISERVATA Teatro San Carlo: il concerto inaugurale Facendo seguito all’articolo di Paolo Isotta concernente il Concerto Inaugurale della Stagione sinfonica al Teatro di San Carlo, tenutosi il 18 ottobre per la direzione di Gabriele Ferro, la Direzione del Teatro (Corriere, 20 ottobre), in merito ad alcune considerazioni poste dal Maestro Isotta riguardo il brano in prima esecuzione assoluta — la Sinfonia «Cieli notturni» di Marco Betta — rileva che a nessun titolo, in questo caso, può configurarsi un eventuale «spreco di danaro pubblico» così come scritto dal M.° Isotta. Difatti, il Maestro Betta ha composto «Cieli notturni» su sollecitazione di Gabriele Ferro dedicando e donando la prima esecuzione al Teatro di San Carlo. La Direzione del Teatro si augura che questa © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 Luciano Fontana di Gian Antonio Stella nota sia utile alla opportuna rettifica di una espressione gratuita, evidentemente frutto di mancata informazione in merito, la quale, in tempi di doveroso risanamento economico e gestionale, non rende giustizia alla grande attenzione posta particolarmente a queste problematiche. Ufficio Stampa Teatro San Carlo, Napoli Vincino Quanto alla «sollecitazione del maestro Ferro» meglio diciamo: «acquiescenza del maestro Ferro». Quanto allo spreco, il sol fatto che l’orchestra del San Carlo venga impiegata per un pezzo siffatto è uno spreco. Quanto alla lingua nella quale la lettera del San Carlo è scritta, mi domando quale sia. Paolo Isotta EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 - USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) - Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina • Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62 Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia Corsera + IoDonna + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. 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SERVIZIO CLIENTI: 02-63797510 (prodotti collaterali e promozioni). * Con “Sette” € 2,90; con “Io Donna” € 2,90; con “Style Magazine” € 3,40; con “Living” € 5,30; con “La matematica come un romanzo” € 9,30; con “Mila e Shiro” € 11,39; con “Tutto Pratt” € 12,39; con “La Tasi e le nuove tasse sulla casa” € 7,30; con “Le grandi storie Disney” € 9,39; con “Ancora giovani per essere vecchi” € 8,30; con “Grandangolo” € 7,30; con “Lettere d'amore” € 8,30; con “Agatha Christie” € 8,30; con “La Garzantina della matematica” € 14,30; con “La biblioteca della Grande guerra” € 11,30; con “Alda Merini” € 8,30; con “Skylander” € 11,30; con “Diabolik. Nero su nero” € 8,39; con “Le forme della vita” € 14,30; con “Geronimo Stilton. Viaggio nel tempo” € 8,30; con “I capolavori dell’Arte” € 7,30; con “Ufo Robot” € 11,39; con “James Bond collection” € 11,39; con “Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni” € 11,39 Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera 52 Sport Le pagelle Giudice sportivo Cori contro Muntari chiusa la curva dei tifosi del Verona Il Verona è stato multato con 50.000 euro e dovrà giocare la prossima partita in casa (Lazio) con la «Curva Sud» chiusa. È quanto ha deciso il giudice sportivo, Gianpaolo Tosel (foto), dopo i cori contro Muntari in Verona Milan. La chiusura della curva è stata decisa attraverso la revoca della sospensione della sanzione inflitta il 14 gennaio, dopo i cori contro Armero nella partita con il Napoli. Durissimo il Verona: «Questa è una follia, come società siamo soli contro tutti». Champions Risultato umiliante all’Olimpico, l’immagine europea subisce un duro colpo Roma Si salva Gervinho 4 De Sanctis L’uscita sbagliata, dopo appena 8’, è un segnale. Su almeno tre gol potrebbe fare molto di più. 4,5 Torosidis Un bel tiro cross all’inizio, poi solo sofferenza. 4 Manolas Per la prima volta in difficoltà: perde Goetze sul 2-0 e commette il fallo di mano del rigore che vale il 5-0. Scarsa reattività. 4 Yanga-Mbwiva Si traveste da fantasista e smarca Gervinho, ma in difesa viene infilzato in continuazione. 4 Cole Robben lo asfalta e Garcia dopo un tempo lo lascia negli spogliatoi. 4,5 De Rossi Quando il pallone è tra i piedi dei tedeschi, cioè per tutto il primo tempo, sono dolori. 5 Nainggolan Abbassa in fretta la cresta salvo rialzarla un po’ nella fase centrale del secondo tempo. Suo il cross per il gol di Gervinho. 4 Iturbe Al primo scatto vero, quasi alla fine del primo tempo, vola per terra e rimedia un cartellino giallo per simulazione. 4 Pjanic Fuori linea e fuori dal gioco nel 4-2-3-1 del primo tempo. Lento, triste e anonimo, in una serata che nessuno avrebbe voluto vivere. 6 Gervinho Ha l’unica palla buona per far rientrare in gioco la Roma. Ma il suo tiro, angolato, viene deviato da Neuer. Però è l’unico che ci prova, sino alla fine, don Chisciotte contro i mulini a vento e alla fine viene premiato: palo e gol. 4 Totti Assiste impietrito al dominio del Bayern e nella ripresa resta negli spogliatoi. 5 Cholevas Ricorre alle maniere forti per fermare l’irresistibile Robben. 5,5 Florenzi Non si arrende all’ineluttabile. Impegna Neuer con un gran tiro e partecipa all’azione del gol. 4 Garcia Affronta il Bayern a viso aperto, rimediando una dura lezione. Distrutto Nainggolan si nasconde il volto, i giocatori del Bayern esultano: in questa immagine la serata nera della Roma, che ha preso 7 gol dai campioni del mondo in carica (Ansa) Roma 7 bruttezze Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA Prestazione choc dei giallorossi demoliti in casa da sette gol del Bayern Monaco Due consolazioni: il City pareggia col Cska, i tifosi perdonano e incitano la squadra Bayern Robben irride Cole 7,5 Neuer Forse davvero il più bravo del mondo: sventa su Gervinho l’unico sussulto romanista, la palla del possibile 1-1 prima del dominio tedesco. Capitola solo dopo aver esibito altre due paratone sull’ivoriano e su Florenzi. 6,5 Benatia Per lui l’Olimpico è un inferno di fischi ai quali risponde con una gara senza distrazioni, facendosi valere sia nei contrasti duri che nell’anticipo. 6 J. Boateng Cala l’attenzione nel secondo tempo e si lascia sfuggire la freccia Gervinho. Un dettaglio. 7 Alaba Centro sinistra, si stringe quando ripiega Bernat. Suo il cross per il rigore del 5-0. E una gran rimonta sul solito Gervinho. 8 Robben Si prende gioco di Cole, il suo timido dirimpettaio, firmando una doppietta. Dribbling e rasoiate maledette. L’olandese è il passepartout che apre la fragile difesa romanista. 7 Lahm Buono per tutte le occasioni: terzino, mediano, interno. Centrocampista dinamico, abile a leggere prima degli altri le situazioni tattiche della partita. 7 Xabi Alonso Classe e forza davanti alla difesa. 7 Bernat Gioca sulla linea dei centrocampisti, ma quando serve torna a dar manforte alla difesa. 7,5 Müller Con un tacco libera Goetze per il 2-0, con un taglio smarca Robben per il 3-0 e poi dal dischetto firma il 5-0. 7 Lewandowski Solo nel cuore dell’area, segna comodamente di testa. 7 Goetze I suoi inserimenti, al di là del gol, sono autentiche coltellate. 6,5 Ribéry Entra giusto per partecipare alla festa con un perfetto pallonetto. 6,5 Shaqiri Come Ribéry: entra e segna. 8 Guardiola La legge di Pep. Il Bayern è perfetto: aggressivo, famelico, spietato, inarrestabile. E padrone di Roma. a.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA ❞ Garcia Il primo che ha sbagliato sono io. Perdere ci sta ma così fa male Guardiola Non c’è questa grande differenza. Si vedrà a Monaco ROMA Il campionato, come ha detto Rudi Garcia in tempi non sospetti, è il pane quotidiano. La Champions League, come è successo ieri sera, in una terribile replica del 7-1 di Manchester (10 aprile 2007), è un pane che ti può spezzare i denti. La Roma sbatte contro il Bayern di Guardiola e si fa molto male. Se non è un colpo mortale è perché il Cska Mosca fa un grande favore ai giallorossi fermando sul 2-2 il Manchester City, che era in vantaggio 2-0. Così le possibilità di qualificazione per la Roma, paradossalmente, non crollano dopo il turno di ieri. È di questo che Garcia deve convincere se stesso e la squadra. Semmai è l’immagine di squadra già pronta per la Champions — non per vincerla, naturalmente, ma per essere competitivi anche contro i più bravi — che ha subìto un colpo durissimo. Nessuno pensava a un divario così enorme, ma è la stessa cosa che è successa al Brasile nella semifinale del Mondiale contro la Germania, guarda caso chiusa con lo stesso risultato. La notte dell’Olimpico può essere letta in due modi. Il primo è che è stata una serata di quelle maledette, che ogni tanto capitano. A Garcia era già successo, proprio contro il Bayern Monaco, il 7 novembre 100 gol segnati dalla Roma in Coppa Campioni e Champions 7 gol subiti dalla Roma in Champions a Manchester il 10 aprile 2007 2012. Era anche allora una notte di Champions e Rudi sedeva sulla panchina del Lille: il primo tempo all’Allianz Arena finì 5-0 per il Bayern, come è successo ieri all’Olimpico, la gara 6-1. Il secondo è analizzare ferocemente cosa non ha funzionato e cosa, anche se pochissimo, ha funzionato. La disamina deve essere spietata, ma è necessario focalizzarla a qualcosa di positivo per non perdere la testa. Nel primo quaderno ci vanno: 1) l’azzardo del 4-2-3-1 iniziale, con le ali del tridente che non aiutavano abbastanza il centrocampo, Pjanic nella terra di nessuno e poca protezione davanti alla difesa; 2) l’insostenibile leggerezza di Tifosi vip Conte in tribuna con padre Georg Sorrisi e strette di mano, ieri sera all’Olimpico, quando nella tribuna autorità è comparso l’arcivescovo Georg Gaenswein, segretario del Papa emerito Benedetto XVI. Si è seduto tra il c.t. della Nazionale Conte e il ministro con delega allo sport Delrio. Roma Bayern Monaco 1 7 Marcatori: Robben 9’, Goetze 23’, Lewandowski 25’, Robben 29’, Müller (rig.) 35’ p.t.; Gervinho 21’, Ribéry 33’, Shaqiri 35’ s.t. ROMA (4-2-3-1): De Sanctis 4; Torosidis 4,5, Manolas 4, Yanga-Mbiwa 4, Cole 4 (Cholevas 5 1’ s.t.); De Rossi 4,5, Nainggolan 5; Iturbe 4, Pjanic 4 (Ljajic s.v. 34’ s.t.), Gervinho 6; Totti 4 (Florenzi 5,5 1’ s.t.). All.: Garcia 4 BAYERN (3-4-3): Neuer 7,5; Benatia 6,5, J. Boateng 6, Alaba 7; Robben 8, Lahm 7, Xabi Alonso 7, Bernat 7; Müller 7,5 (Rafinha s.v. 15’ s.t.), Lewandowski 7 (Ribery 6,5 23’ s.t.), Goetze 7 (Shaqiri 6,5 34’ s.t.). All.: Guardiola 8 Arbitro: Eriksson (Svezia) 5 Ammoniti: Iturbe, Torosidis, Nainggolan, Bernat. Recuperi: 1’ più 2’ Cole, andato a fondo contro Robben e caduto dopo 9’ nella finta che l’olandese fa dall’inizio della sua carriera, rientrando sul sinistro e piazzando il tiro a giro; 3) la pessima serata di De Sanctis, soprattutto se confrontata con un paio di grandi parate di Neuer, una decisiva su Gervinho perché arrivata un minuto dopo l’1-0, nell’unico sussulto della Roma. Nel secondo quaderno, con molte meno pagine, ci può stare questo: 1) Gervinho da centravanti è sembrato l’unica arma efficace contro la difesa del Bayern, dove Benatia (fischiato ogni volta che toccava la palla ma senza che l’ostilità degenerasse mai) si è preso una vendetta completa; anche se la partita era ormai morta l’ivoriano ha segnato, colpito un palo, sfiorato un altro gol ed è stato fermato per un offside inesistente quando stava dirigendosi da solo verso Neuer; 2) il comportamento dello stadio e in particolare della curva Sud, che ha sostenuto la squadra per 90’ e alla fine ha intonato il coro «Vinceremo il tricolor». Sintesi tifosa ma perfetta: nel nostro campionato la Roma resta da corsa, se non si farà travolgere da questa notte di pane duro. Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 SPORT 53 Attacchi scatenati: segnati 40 gol in 8 partite Gruppo A Oggi, ore 20.45 Atletico Madrid-Malmoe (SkySp3, SkyC3) Olympiacos-JUVENTUS (Canale 5) Classifica Atletico Madrid, JUVENTUS, Malmoe e Olympiacos 3 Gruppo B Oggi, ore 20.45 Ludogorets-Basilea (SkyC7) Liverpool-Real Madrid (SkySp1, SkyC1) Classifica Real Madrid 6; Basilea e Liverpool 3; Ludogorets 0 Gruppo C Oggi, ore 20.45 Bayer Leverkusen-Zenit (SkyC5) Monaco-Benfica (SkyC6) Classifica Monaco e Zenit 4; Bayer Leverkusen 3; Benfica 0 Gruppo D Oggi, ore 20.45 Anderlecht-Arsenal (SkyC4) Galatasaray-Borussia D. (SkySpPlus, SkyC2) Classifica Borussia D. 6; Arsenal 3; Galatasaray e Anderlecht 0 Talmente orribile da non apparire del tutto vero di Mario Sconcerti 19 © RIPRODUZIONE RISERVATA 0-1 3-1 Gruppo G Schalke-Sp. Lisbona 4-3 Chelsea-Maribor 6-0 Classifica Chelsea 7; Schalke 5; Maribor 2; Sporting Lisbona 1 Prossimo turno (5/11) Sporting Lisbona-Schalke Maribor-Chelsea Dubbio Pirlo-Marchisio. Buffon: «Abbiamo potenzialità enormi» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI I Gruppo F Apoel Nicosia-Psg Barcellona-Ajax Classifica Psg 7; Barcellona 6; Ajax 2; Apoel Nicosia 1 Prossimo turno (5/11) Psg-Apoel Nicosia Ajax-Barcellona Allegri contro i greci ordina una Juventus frizzante ● L’analisi l più grande abbraccio di folla per il peggior risultato della storia. Una fine liscia e inverosimile, cattiva soltanto perché alla fine estremamente normale. Quelle che in campionato sono di solito le differenze della Roma, sono sembrate contro il Bayern le vere ragioni del disastro. Un centrocampo con un palleggiatore di troppo (Pjanic o Totti), con due ali veloci ma distratte sul gol (Iturbe e Gervinho), una difesa continuamente in difficoltà sui tanti ingressi in area degli interni tedeschi. C’è una spiegazione vera? La prima è che il Bayern individualmente è molto più forte della Roma, differenza che nella somma dei singoli diventa davvero abissale. La seconda è che Garcia si è fatto prendere un po’ da se stesso e ha cominciato attaccando. Questa è la cosa peggiore da fare contro il Bayern. È un avversario troppo abituato a segnare, va tenuto il più possibile fermo sui blocchi di partenza. Far cioè diventare fondamentale anche una sola rete, da qualunque parte arrivi. È col respiro corto che Guardiola diventa normale e s’innervosisce. Se lo attacchi, vai sul suo terreno. Il bluff non è mai un gioco reale. Non resta comunque molta logica al risultato, da qualunque parte si guardi. C’è stata una differenza irreale. Un gol ogni sei minuti nel primo tempo, una lezione continua di calcio. Quella che in Italia è una squadra diversa, un laboratorio di modernità, in Europa è stata un sacco da boxe dove sfogarsi così facilmente non risulta alla fine nemmeno terapeutico, solo crudele. Totti, Pjanic, De Rossi, Gervinho, Nainggolan, tutti i migliori autori del nostro calcio non sono mai nemmeno apparsi.È stata sbagliata partita, fin dall’inizio, questo è certo. Ma la differenza tra le squadre è stata imbarazzante. Così la vera scusa diventa che è stato tutto così orribile da non poter essere vero. La giustificazione dei folli. D’altra parte, se avesse senso il risultato, di cosa avremmo realmente discusso fino a ora? E, soprattutto, cosa sarebbe il nostro calcio? Gruppo E Cska-Manchester City 2-2 ROMA-Bayern 1-7 Classifica Bayern Monaco 9; ROMA 4; Manchester City 2; Cska 1 Prossimo turno (5/11) Bayern Monaco-ROMA Manchester City-Cska Mosca I mesi trascorsi dall’ultimo successo in trasferta in Champions della Juve: il 12 marzo 2013, 3-0 con il Celtic 7 I gol della Juve all’Olympiacos a Torino nel 2003 (girone di Coppa: 7-0). È la vittoria bianconera più larga in Europa ATENE Sul charter della Juventus è tornata l’acqua frizzante, bandita con tutte le bibite gassate (non parliamo degli alcolici) durante la gestione Conte. Il cambiamento si vede da piccoli particolari, ma ce ne sono di più importanti, come il dubbio Pirlo-Marchisio a centrocampo. Dubbi su Pirlo, negli ultimi tre anni, a parte il periodo iniziale dell’era Conte (quando si accarezzava l’idea del 4-2-4) non ce n’erano mai stati. Allegri porta nella tiepida Atene 21 giocatori, «tutti disponibili» e annuncia quelli sicuri in carta stasera sul prato dello stadio Georgios Karaiskakis, bollente tana dell’Olympiacos: Lichtsteiner, Ogbonna, Bonucci, Chiellini, Vidal, Tevez. Sei su undici, il resto lo scopriremo vivendo. L’impressione è che la rinuncia a Pirlo aprirebbe un fronte di discussione, mentre giubilare Llorente, mentre il gioco si fa duro, suonerebbe come un siluramento. L’Europa non può attendere, dopo la sconfitta di Madrid, vista da dentro come una prova di personalità finita male per Tecnico Massimiliano Allegri, 47 anni, alla prima stagione sulla panchina della Juventus. In bianconero l’allenatore toscano finora in 9 gare ufficiali ha totalizzato 7 vittorie, una sconfitta e un pareggio (Ramella) un episodio e da fuori come una prestazione incolore e senza coraggio punita da un gol degli avversari. Gigi Buffon sceglie la numero 1 e va oltre: «Dovremmo cercare di dare indicazioni precise e possibilmente convincenti, per l’importanza della gara ma anche per dimostrare che l’ambizione di arrivare tra le prime otto d’Europa non è campata per aria». L’ultimo successo in trasferta (in Champions) risale al 12 marzo 2013, il Celtic schiantato 0-3 a Glasgow. Dopo molti balbettii. Con l’Olympiacos Madama ha un buon percorso: nel 2003, girone come oggi, vinse 2-1 con doppietta di Pavel Nedved e al ritorno, a Torino, fu tirassegno, 7-0 che per i bianconeri è la vittoria più larga in Europa e per i greci la sconfitta più pesante. In complesso, in Grecia, per Madama due vittorie e due pareggi. Però questo Olympiacos con tattica spagnola, grazie al vecchio rivale madridista Michel sulla panchina, ma sempre bollente di tifo greco, ha vinto Gruppo H Bate-Shakhtar Donetsk 0-7 Porto-Athletic Bilbao 2-1 Classifica Porto 7; Shakhtar Donetsk 5; Bate 3; Athletic Bilbao 1 Prossimo turno (5/11) Shakhtar Donetsk-Bate Athletic Bilbao-Porto le ultime quattro partite interne di Champions, tre nella campagna 2013-2014 (Benfica, Anderlecht e Manchester United) e una in questa (Atletico Madrid). Insomma un avversario non da temere, ma da rispettare e maneggiare con cautela. Capitan Buffon è concentrato su questo e si lascia alle spalle la rientrante contrapposizione continua con la Roma: «De Sanctis? Ha espresso il suo pensiero e lo rispetto. Ma di quella gara ho ormai un ricordo sbiadito. La vita va avanti, ci sono sfide continue, prestigiose come questa dove mettere la testa. Noi abbiamo enormi potenzialità e spero che si vedano presto. Per presto dico già da questa gara». Il messaggio del capitano è forte è chiaro. Massimiliano Allegri, sotto gli occhi attenti di Andrea Agnelli, lo fa suo. «Questa partita non è decisiva, ma importante sì. Con il ritorno a Torino dobbiamo fare più punti che possiamo. Andare avanti in Champions è fondamentale per tutti e contro l’Olympiacos non possiamo sbagliare. Certo, ci sarà un ambiente caldo, un grande tifo ma in campo entrano i giocatori, non i tifosi. E i miei dovranno fare una bella partita, serena come atteggiamento ma tosta sotto il profilo fisico e soprattutto tecnico». Insomma se non gassati, sicuramente effervescenti. Lisci è escluso. Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA Duello a distanza Atene, ore 20.45 Llorente soffre di mal di gol? Morata pronto alla zampata Olympiacos 4-4-2 16 Roberto 14 Elabdelaoui 3 Botia 22 Abidal 26 Masuaku 5 Milivojevic 11 Kasami 8 N'Dinga 19 Fuster 7 Mitroglou 6 Afellay Arbitro: MAZIC (Serbia) Tv: ore 20.45 Canale 5 DA UNO DEI NOSTRI INVIATI «Fernandito!». Quando Javier Clemente lo chiamava così ai primi tempi nell’Athletic Bilbao era un brutto segno: voleva dire che Llorente era ripiombato in uno di quei momenti di indolenza che dopo un inizio da baby fenomeno ne hanno un po’ tardato l’esplosione. Oggi, quello che per i tifosi è il Re Leone, viene di colpo dipinto al suo arrivo in Grecia come in una favola di Esopo: un felino bolso e un po’ sdentato, con il mal di schiena e il mal di gol. Contrapposto come in ogni apologo che si rispetti al giovane puma, pronto a dare la zampata all’avversario, ma anche al centravanti titolare: perché Llorente continua a fare fatica a trovare la porta e Alvaro Morata si è già sbloccato in campionato (a Bergamo), pur avendo potuto sfruttare in nove partite solo 92 minuti in campo. «O gioca uno o gioca l’altro… — gigioneggia Max Allegri — quelli che ho portato stanno tutti bene. Michel ha detto che ha un debole per Morata? Alvaro è un ragazzo giovane di ATENE Llorente ● Fernando Llorente, 29 anni, è al suo secondo anno alla Juventus ● Nel 2014-15 9 presenze e 0 gol grandissime qualità e prospettive, è stato fermato da un infortunio appena arrivato ma si è ambientato ed è cresciuto molto». Non è detto però che alla vigilia del suo ventiduesimo compleanno sia arrivato il regalo della prima maglia da titolare per Morata, già a segno in Champions con il Real e in campo 41 minuti anche nella finale che ha portato la decima coppa a Madrid. Ma la tentazione è forte, come la curiosità del popolo bianconero e della società che ha investito venti milioni su un predestinato, che i blancos a loro volta non hanno mollato: tra due anni Alvaro, che a quindici anni firmò per il Getafe proprio grazie all’attuale tecnico spagnolo dell’Olympiacos, può tornare al Real per 35 milioni. Se qualcun altro lo vuole, la clausola rescissoria è di cento milioni. Quanto basta per capire che la sfida non è tra il vecchio diesel Llorente e un motore di nuova generazione tutto da rodare: Morata al Real Madrid non era titolare ma nella Liga aveva una media di un gol ogni 91 minuti e a Torino, non appena avrà trovato il ritmo partita con un minutaggio Morata ● Alvaro Morata, 22 anni domani, è al suo primo anno alla Juve ● Nel 2014-15 6 presenze e 1 gol Juventus 3-5-2 1 Buffon 5 Ogbonna 19 Bonucci 3 Chiellini 26 Lichtsteiner 23 Vidal 21 Pirlo 6 Pogba 22 Asamoah 14 Llorente 10 Tevez maggiore, si gioca il posto alla pari. Ma questa potrebbe essere ancora la notte di Fernando. Del resto anche un anno fa a fine ottobre, dopo essersi ripreso dal trauma iniziale della durissima preparazione di Conte, Llorente cominciò a segnare con più regolarità a cominciare dalle due sfide ravvicinate di Champions proprio con il Real Madrid. In campionato, dopo il guizzo di testa al debutto col Verona alla quarta giornata, il navarro non segnò fino alla dodicesima, ma a fine stagione con sedici gol ha contribuito abbondantemente allo scudetto. Adesso però il tempo stringe: Llorente a luglio è arrivato a Vinovo con una settimana di anticipo per accelerare la preparazione atletica, ma potenza e lucidità in area sembrano smarrite. Anche perché la nuova posizione di Tevez, più largo raggio, non lo favorisce negli ultimi sedici metri. E l’affitto del monolocale con vista del gol sta per scadere. Fernandito è avvertito. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera 54 PRESENTA LA WEB SERIE ONLINE SU CORRIERE.IT La Scelta di Catia è la nuova web serie di Corriere della Sera: 10 puntate, 60 giorni di navigazione con il comandante Catia Pellegrino e i suoi uomini sulla nave Libra, nello stretto di Sicilia, a salvare vite umane. Un esercito di persone spinto dalla disperazione, nel mediterraneo, davanti alle nostre coste. La realtà è sempre come ci appare? REGIA DI ROBERTO BURCHIELLI PRODOTTA DA IN COLLABORAZIONE CON La scelta di Catia è anche visibile all’indirizzo marina.difesa.it Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 SPORT Redknapp e Taarabt «Sei troppo grasso» «Io invento calcio» Tecnologia bocciata Platini: «In campo niente moviola Ammazza il calcio» sino io, trattenendo il respiro per qualche istante per fare una foto, potrei sembrare magro. L’unico modo per fargli perder peso è stata la tonsillite. Non è in grado di giocare, fisicamente parlando. Questa è la verità. È il peggior professionista che io abbia mai visto». Fermateli. Monica Colombo ROMA Droni che fischiano il fuorigioco, fotogrammi analizzati in tempo reale nel minimo dettaglio e cellule a infrarossi a delimitare il campo: ecco l’apocalisse tecnologica secondo Michael Platini, presidente Uefa in tour a Roma sia in veste istituzionale che per la promozione del suo libro «Parliamo di calcio». «L’arbitro non deve fare gli sbagli, ma capisco che ne fa — le sue parole —. Non si può cominciare con gli episodi, si inizia con la tecnologia del gol-nongol e si finisce con dei droni che fanno gli arbitri: uccideremo il gioco e non saremmo comunque contenti della moviola». Fine della poesia. E proprio quando la Figc dell’amico «intimo, anche se Optì Pobà è stata una cavolata» Carlo Tavecchio, dopo il caos di Juve-Roma, dà piena disponibilità alla Fifa per la sperimentazione dell’aiuto tecnologico. «Non tutti vogliono la moviola in campo — ancora il presidente Uefa —. Io non ne penso bene, ma niente impedisce di mandare avanti una sperimentazione anche se è totalmente negativa. Il problema è ‘quando fermi in gioco?’, la fluidità è molto importante e si dovrebbe tornare sempre indietro. Per me l’ammazziamo il calcio». « Dobbiamo aiutare gli arbitri ad essere migliori, non cancellarli — continua Platini —. E poi sarebbe bruttissimo, che calcio si gioca se ogni volta ti fermi a chiedere la prova tv? Altri sport si fermano ogni 30 secondi, in altri l’arbitro condivide le decisioni col microfono, si possono trovare nuove vie. Non dipende da me, decide l’International Board. Però penso che alla fine saremo in minoranza e sarà la fine del calcio bellissimo che abbiamo visto e vissuto». Il cui ultimo interprete rimasto è forse Francesco Totti, «un grandissimo giocatore che fa cose bellissime», dice Roi Michael mentre bacchetta Balotelli e Pogbà, ovvero il futuro: «Il primo ha fatto un bell’Europeo, poi ha mollato. Il secondo vedremo a fine carriera se sarà stato bravo come me». Andrea Arzilli © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il libro L’ex milanista sotto accusa e preso in giro al Qpr Titolare inamovibile sotto la gestione Seedorf, capace di far innamorare l’esigente pubblico di San Siro — depresso dopo una stagione travagliata —, autore di 4 gol e di dribbling da playstation, Adel Taarabt deve ora fare i conti con un girovita da impiegato e con le ire del suo tecnico. «È sovrappeso di 10 kg, non posso difendere uno che prende un sacco di soldi e non riesce ad essere in forma» ha tuonato Harry Redknapp, l’allenatore del Qpr, squadra proprietaria del suo cartellino, costretta a riaccoglierlo dopo il mancato riscatto da parte del Milan. Fino a un’ora prima delle chiusure delle trattative nell’ultimo giorno di mercato, il marocchino ha tempestato di telefonate la sede rossonera, desideroso di tornare in quella città dove si era ambientato con una certa naturalezza. Protagonista delle aree di rigore avversarie ma anche del Riad Yacout, sfavillante locale maghrebino (frequentato in passato anche da Ronaldinho), si è giocato la permanenza al Milan a furia di superalcolici e sigarette. Quindi il tormentato ritorno in Premier League. Finora ha collezionato panchine e tribune. Motivo? «Non è infortunato, 14 presenze e 4 gol per Taarabt nel Milan 2 presenze e 0 gol per il marocchino nel Qpr 85 chilogrammi il peso forma di Taarabt in rossonero ma in questo momento non può assolutamente giocare a calcio — ha spiegato Redknapp —. L’ho fatto giocare in una partita con la squadra riserve, vi dico che io al posto suo avrei corso di più. Se pensa di prendere 70 mila sterline (89 mila euro) a settimana senza allenarsi, ha sbagliato di grosso». Taarabt, furioso si è messo allora in posa per i fotografi: «Il mio peso forma è sempre stato fra gli 84 e il 86 kg: ora peso 85, un chilo in meno rispetto a quando giocavo nel Milan. Redknapp spende la maggior parte del tempo nel suo ufficio e vede l’allenamento solo 5 o 10 minuti. Devo proteggere la mia reputazione, io sono un professionista: qui tutti sono demotivati. Purtroppo non siamo una squadra, non c’è un’idea di gioco e gli allenamenti non sono intensi come al Milan. Io sono uno che inventa gioco, non che lo distrugge. Non sono quel tipo di giocatore». Controreplica dell’allenatore, furibondo secondo l’Independent con il marocchino perché Taarabt, quando ha saputo che non sarebbe andato nemmeno in panchina contro il Liverpool avrebbe abbandonato seduta stante la riunione tecnica (e forse lo stadio): «Per- 55 ● Il pallone visto da roi Michel: «Parliamo di calcio», scritto con Ernault Gérard (Bompiani editore, 288 pagine, 17 euro), è un racconto a volo d’uccello sul pallone e i suoi campioni. Tra cui, naturalmente, anche l’ex numero 10 della Juventus Polemiche Adel Taarabt, 25 anni, è francese naturalizzato marocchino (Getty Images) Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera 56 Cara zia Paola ricordiamo il tuo sorriso e i tuoi riccioli biondi e ci uniamo nel dolore a Gianfranco, Alessandra e Martina.- Lidia, Nevia e Vesna. - Milano, 21 ottobre 2014. Nino e Lalla sono molto vicini a Gianfranco e alle figlie Martina e Alessandra in questo triste momento.- Sono profondamente addolorati per la scomparsa della cara e sfortunata Paola - Milano, 21 ottobre 2014. Annita, Paolo, Tiziana, Anna abbracciano con affetto Martina, Alessandra e Gianfranco nel doloroso momento della perdita della cara Paola - Varese, 21 ottobre 2014. Giovanna e Filippo abbracciano Alessandra e famiglia per la perdita della cara Paola Spiti - Milano, 20 ottobre 2014. Paola Soldaini Spiti Partecipano al lutto: Loredana e Paolo Minguzzi. Antonella e Franco Battaglia. Addio Giulio Domenico e Sandra addoloratissimi partecipano al cordoglio per la dipartita di Arnaldo Donadoni uomo cristiano, piissimo, coltissimo, perfetto dirigente, amico carissimo ed indimenticabile. - Lecco, 20 ottobre 2014. Ricordando con i dipendenti di un tempo di Colombo Industria Gas S.p.A., Domenico Colombo rattristato per la dipartita del Consigliere Delegato Arnaldo Donadoni ne celebra la più eccelsa lode. - Lecco, 20 ottobre 2014. LAssociazione Mondo Giusto partecipa con il più profondo cordoglio alla dipartita di Arnaldo Donadoni La sua sapienza giuridica e amministrativa è stata garanzia di crescita efficace e duratura nel terzo mondo. - Lecco, 20 ottobre 2014. Partecipiamo al dolore del figlio Giovanni per la perdita del papà Panfilo Luciano Monza Bollani, Brusa, Gabiati, Savojardo. - Milano, 21 ottobre 2014. I soci, i collaboratori e il personale tutto di Norton Rose Fulbright Studio Legale partecipano sentitamente al dolore di Alessandro e della sua famiglia per la perdita del caro papà Panfilo Luciano Monza - Milano, 21 ottobre 2014. Da te ho imparato quasi tutto quello che so.- Riposa in pace.- Renzo. - Milano, 21 ottobre 2014. Nicolò Juvara abbraccia Alessandro e la sua famiglia per la scomparsa di Francesco Perasti, con il Consiglio di Amministrazione ed i dipendenti tutti di Lombardini & Associati S.r.l., esprime il proprio profondo cordoglio per la prematura scomparsa del caro Dottore e si stringe a loro con affetto in questo triste momento. - Milano, 21 ottobre 2014. Giulio Romieri Panfilo Luciano Monza Mario, Roberto, Mauro, Paolo, Niccolò, Dario e tutti i collaboratori della società Nadler Larimer & Martinelli si uniscono al dolore dei familiari per la scomparsa dellamico Giulia e Luigi Bresciani con la figlia Carola ricordano con profonda stima e gratitudine il È mancato allaffetto dei suoi cari Manfredi Di Bartolo Ne danno il triste annuncio la moglie Elisabetta, le figlie Amalia ed Emanuela con Alessandro, la sorella Maria Antonietta con i figli Stefania ed Alessandro, Massimo con Valeria.- Un particolare ringraziamento a tutto il personale dellhospice Il Mantello di Mariano Comense e del reparto di oncologia del Presidio Ospedaliero Città di Sesto San Giovanni, per lassistenza, la professionalità ed il calore umano. - Lomazzo, 21 ottobre 2014. Ciao Manfredi sei stato grande, con tanto coraggio e dignità.- La tua forza sarà la mia forza.- Grazie di tutto la tua Elisabetta. - Lomazzo, 21 ottobre 2014. Il 21 ottobre Giovanna Rotondi Tagliasacchi ha raggiunto il suo Claudio.- Lo annunciano commosse le figlie Carla e Luisa con Marco Niccolò Jacopo Laura Anna e Davide. - Milano, 22 ottobre 2014. Enrico e Dolli sono vicini con grande affetto a Luisa e Carla e alle loro famiglie per la perdita della cara mamma Giannina nel ricordo dellamicizia di tanti anni. - Milano, 21 ottobre 2014. Il Presidente Lang, lAmministratore Delegato Pucciarelli e i dipendenti tutti di INSO S.p.A., partecipano con viva commozione al cordoglio per la perdita dell Onorevole Gian Luca Cerrina Feroni già Presidente di INSO. - Firenze, 21 ottobre 2014. 22 ottobre 2011 - 22 ottobre 2014 "Chi crede in me vivrà in eterno." (Dal Vangelo) Da tre anni il Dott. Annibale Gatti vive nel cuore della moglie Lucia con immutato amore e nei ricordi della sorella, della zia, dei cugini, dei nipoti, dei cognati e tutti quelli che gli vollero bene.- Una Santa Messa di suffragio verrà celebrata oggi mercoledì 22 ottobre alle ore 18 nella chiesa di San Pio V, in via Ennio angolo via Lattanzio. - Milano, 22 ottobre 2014. Elisabetta, Giancarlo, Silvana e Clara profondamente commossi dalle manifestazioni di stima ed affetto per il loro caro Luigi (Gigino) Pezzoli ringraziano di vero cuore tutti coloro che hanno partecipato al loro immenso dolore. - Cene (Bg), 22 ottobre 2014. Nellanniversario, Caterina, con dolcezza e nostalgia, ricorda il suo amato papà Dott. Mario Tesone Primario medico, a tutti coloro che lo hanno stimato e gli hanno voluto bene. - Milano, 22 ottobre 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano i compagni della III C ti porteranno sempre nei loro pensieri e nei loro cuori.- III C 1971 - 1972, liceo Volta di Como. - Como, 20 ottobre 2014. - Milano, 21 ottobre 2014. Luciano Masiero uomo e imprenditore di grande sensibilità e operosità. - Milano, 21 ottobre 2014. Maurizio - Milano, 21 ottobre 2014. Giulio Romieri Alessandro e Massimiliano Ermolli, Marco Cascino e tutti i colleghi di Sin&rgetica si stringono intorno a Francesca e alla sua mamma per la perdita del caro papà prof. Maurizio Luisetti e partecipano commossi al lutto della famiglia. - Mariano Comense, 20 ottobre 2014. Alberto con Alessandro e Andrea Dossi, Maurizio Colombo e loro famiglie partecipa al dolore per la scomparsa della cara mamma sig.ra Mariateresa Macchi Annoni - Monza, 21 ottobre 2014. Partecipano al lutto: Mario Paterlini. Piercarlo Cavenaghi. Quale volo di gentile farfalla te ne sei andata dolce SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: PER PAROLA: Pierina Brusoni Bossi moglie affettuosa, mamma e nuora adorabile, nonna premurosa.- Ne danno il triste annuncio il marito Gianpaolo, le figlie Maria Cristina, Nicoletta, Loredana e Paola, i generi Alfonso, Diego e Lello, i nipoti Chiara, Elisa, Matteo e Tommaso. - Milano, 18 ottobre 2014. I cugini Arturo, Alfredo e Aldo Barzaghi partecipano al lutto della famiglia per limmatura scomparsa del Dott. Ing. Aldo Arturo Salmoiraghi - Milano, 19 ottobre 2014. Giorgio Lugli Giannoni è mancato allaffetto di Lella, Francesco, Stefania e dei cognati Giuly e Walter, con i nipoti e nipotini.I funerali si terranno giovedì 23 ottobre, alle 14.45 nella chiesa di SantEustorgio. - Milano, 20 ottobre 2014. Figli e nipoti, con Enrichetta, annunciano la scomparsa dell Ing. Giuseppe Levi Minzi - Milano, 20 ottobre 2014. A MODULO: Corriere della Sera Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 300,00 Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 e-mail: [email protected] Corriere della Sera Mercoledì 22 Ottobre 2014 SPORT 57 Lega Pro Caso Pergocrema: prosciolto Macalli Calcio e pubblicità La Figc sceglie Infront: 57 milioni in 4 anni Tennis Masters, Sharapova sconfitta al debutto Il Gup di Firenze, Fabio Frangini, ha prosciolto il presidente della Lega Pro (e vice-presidente Figc), Mario Macalli, dall’accusa di abuso d’ufficio, in relazione all’inchiesta sul mancato versamento al Pergocrema della quota legata ai diritti tv. Il club avrebbe dovuto ricevere 265 mila euro di contributi, ma gli avvocati dei suoi calciatori avevano diffidato la Lega Pro dall’erogare la somma al Pergocrema, poiché gli stessi calciatori non ricevevano da tempo lo stipendio. Macalli aveva tenuto conto della diffida e non aveva versato i soldi. Tutto come previsto: la Federcalcio ha scelto Infront (in collaborazione con il Sole 24 ore) quale advisor pubblicitario del prossimo quadriennio. La decisione è stata presa dal comitato di presidenza, che si è riunito ieri a Roma. Ora sarà il d.g., Michele Uva, a firmare l’accordo. L’offerta di Infront, che è stata preferita nel comitato di presidenza a quelle di Rcs e SwissOne, prevede un minimo garantito di 57 milioni di euro per il prossimo quadriennio. È prevista la collaborazione di Rai.com per archivi e progetti speciali. Caroline Wozniacki e Agnieszka Radwanska hanno vinto i match della seconda giornata delle Wta Finals, il Masters in corso a Singapore, battendo rispettivamente Maria Sharapova (7-6, 6-7, 62) e Petra Kvitova (6-2, 6-3). Oggi Serena Williams affronta la romena Halep e la canadese Bouchard sfida la serba Ivanovic. VELA Maserati, al timone lo skipper Soldini, continua la corsa per battere il record di traversata dell’Atlantico (6 giorni, 17 ore, 52 minuti) ma il meteo non aiuta. Ormai ci vorrebbe un miracolo. Vallanzasca, la sua verità dal carcere «Pantani doveva perdere quel Giro» milione da buttare? Se sì, puntalo sul vincitore del Giro! Non so chi vincerà, ma sicuramente non sarà Pantani”». L’ipotesi esplorata dagli inquirenti è che il Pirata dovesse essere fermato perché le scommesse clandestine sulla sua vittoria, gestite dalla criminalità, avesse raggiunto cifre da record e questo rischiava di far saltare il banco. E dunque che qualcuno abbia «alterato» il risultato delle sue analisi antidoping facendo arrivare il livello dell’ematocrito a 51,9. Un valore fuori norma che effettivamente determinò la la scelta di coinvolgere la mamma di Pantani. Nei prossimi giorni l’uomo che era in carcere con Vallanzasca sarà interrogato. Dovrebbe essere tuttora detenuto, ma appare difficile che possa avvalorare la circostanza con il rischio di essere coinvolto in un’inchiesta che ipotizza reati gravi come l’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. I magistrati ritengono comunque che valga la pena di verificare che cosa sia accaduto in quel periodo. Un’indagine che si muove in parallelo con quella avviata dalla procura di Rimini su sollecitazione della famiglia Pantani e dell’avvocato Antonio De Rensis che hanno chiesto e ottenuto la riapertura del fascicolo sulla morte di Pantani avvenuta nel 2004 in un residence con l’ipotesi di omicidio. I magistrati e i carabinieri hanno interrogato i medici e i Nuovi elementi Interrogato, René dà elementi utili ma non fa il nome del compagno di cella di allora Il sospettato Nei prossimi giorni sarà ascoltato anche il sospettato, difficile che possa dare conferme sua squalifica. Per verificare l’attendibilità di Vallanzasca i carabinieri gli hanno sottoposto una «rosa» di cinque nomi. Lui ha rifiutato di indicare quello giusto, ma gli elementi forniti hanno comunque confermato le verifiche effettuate dagli investigatori e dunque il nome del detenuto che aveva «consigliato» come scommettere. Del resto l’interrogatorio è andato avanti per molte ore ed è presumibile che in questa nuova veste collaborativa il bel René abbia voluto consegnare anche altri dettagli su quanto accaduto in questi ultimi anni e cioè dopo componenti dello staff di Pantani che hanno raccontato di aver subito minacce affinché il Pirata abbandonasse il Giro. Ma sono consapevoli che non sarà facile dimostrare l’alterazione delle provette, anche tenendo conto che gli esami furono affidati a specialisti affidabili e dunque bisognerebbe riuscire a provare un complotto che prevedesse addirittura l’intrusione o la sostituzione dei campioni. Un lavoro che ritengono valga comunque la pena di portare fino in fondo. Fiorenza Sarzanini [email protected] Conferma il «complotto», gli inquirenti hanno individuato chi gli disse di scommettere La vicenda ● Renato Vallanzasca è stato interrogato ieri dai carabinieri ● Il «bel René» ha confermato che nel 1999 un compagno di cella nel carcere di Novara gli suggerì di scommettere contro Pantani al Giro perché esisteva un complotto per eliminarlo, ma non ha rivelato il nome del compagno di cella ● Il detenuto sospettato verrà interrogato nei prossimi giorni Lo dice subito, appena i carabinieri entrano nella sala colloqui: «È così, adesso posso affermare che è tutto vero». Sette anni fa non aveva voluto fornire alcun dettaglio nuovo su quell’avvertimento che avrebbe ricevuto in carcere. Ora Renato Vallanzasca conferma invece la possibile esistenza di un «complotto» per eliminare Marco Pantani dal Giro d’Italia del 1999. E pur rifiutandosi di fare il nome del compagno di cella nel carcere di Novara che all’epoca gli consigliò di scommettere contro il Pirata, consegna particolari utili alla nuova indagine avviata dal procuratore di Forlì Sergio Sottani. Gli inquirenti conoscono l’identità dell’uomo, esponente della criminalità organizzata, che a suo dire sarebbe stato molto chiaro su che cosa sarebbe accaduto a Madonna di Campiglio il 5 giugno di quindici anni fa. Vallanzasca lo aveva accennato la prima volta nel suo libro «Il fiore del Male» scritto con il giornalista Carlo Bonini e pubblicato proprio alla fine del 1999. Lo aveva poi ribadito in una lettera inviata alla mamma di Pantani nel 2007 affermando: «Quattro o cinque giorni prima che fermassero Marco a Madonna di Campiglio, mi avvicinò un amico, anche se forse lo dovrei definire solo un conoscente, che mi disse: “Renato, so che sei un bravo ragazzo e che sei in galera da un sacco di tempo. Per questo mi sento di farti un favore”. Ero in vero un po’ sconcertato ma lo lasciai parlare. «Hai qualche L’intervista Sospetti Marco Pantani, scomparso il 14 febbraio 2004 a Rimini all’età di 34 anni (Bettini) © RIPRODUZIONE RISERVATA «Testimoni sul doping? Più facile sulla mafia» Guariniello e la madre di tutte le inchieste: «La giustizia sportiva non trovi alibi» La scheda ● Piemontese di Frugarolo, classe ‘41, allievo del professor Conso, Raffaele Guariniello è un magistrato molto attivo sul fronte della sicurezza sul lavoro: suoi i processi Thyssen, Eternit e alla Juve per abuso di farmaci «Cosa è cambiato in 16 anni? Ben poco. Assistiamo sempre allo stesso copione». I magistrati indagano, la giustizia sportiva fotocopia i faldoni dei pm, gli atleti non collaborano. Prima di Bolzano (Schwazer) e Forlì (Pantani), c’era il pm Raffaele Guariniello. Estate 1998. La madre di tutte le inchieste sul doping, che farà chiudere pro tempore il laboratorio dell’Acquacetosa, inaugura a Torino la sfilata dei testimoni. Da Maradona («Personaggio unico. Mentre lo interrogavo sentivamo il boato dei tifosi sotto la Procura: con mia sorpresa, si alzò, aprì la finestra, salutò la folla; poi tornò dentro e mi abbracciò!») a Pantani («Apparizione rapidissima: si avvalse della facoltà di non rispondere») davanti a Guariniello è passato tutto lo sport degli anni Novanta/Duemila, lasciandogli nelle carte un retrogusto amaro. «È la stessa sensazione che ho nei processi sulla sicurezza sul lavoro: i dipendenti sono testimoni molto reticenti. C’è la pa- ura di perdere il posto, di compromettere il futuro. Gli atleti vedono a rischio carriera, fama, guadagni. Il calciatore, inoltre, spesso resta nell’ambiente: chi non rispetta le regole, viene estromesso». Cambierà mai questa mentalità omertosa? «Il reato di doping, introdotto nel 2000, è giovane. Abbiamo già centinaia di sentenze della Cassazione. Deve maturare, insieme alla cultura. Dobbiamo far capire a tutti che collaborare contro il doping è innanzitutto un fatto di civiltà». Auguri. «Oggi è più facile trovare testimoni contro la mafia che contro il doping, però mi sforzo di essere ottimista». ❞ La legge c’è È sempre la magistratura a prendere l’iniziativa, come a Bolzano. Dal ’98 non è cambiato niente La legge (376/2000) c’è. Ed è buona. In Europa ci sono Paesi dove il doping non è reato o, se lo è, non viene punito l’atleta (Spagna). La disomogeneità tra legislazioni, in assenza di una direttiva dell’Unione Europea, impedisce di indagare anche all’estero. Guariniello conferma: «Come attività d’inchiesta facciamo scuola in Europa e nel mondo, però bisogna riconoscere che è sempre la magistratura a prendere l’iniziativa. Non voglio dire che i magistrati siano più bravi delle autorità sportive ma abbiamo a disposizione strumenti determinanti: perquisizioni, sequestri, intercettazioni. L’idea che mi sono ❞ La via d’uscita Test a sorpresa e indagini sistematiche: non vedo altra strada. I tifosi così si illudono fatto è che i campioni di sangue e urine non bastano. E attenti a non trasformare i risultati dei test in un certificato di buona condotta: quando approfondimmo l’attività del laboratorio antidoping di Roma tutti i controlli erano negativi!». Passato remoto. Ma agli atti resta una realtà inquietante. «Si facevano migliaia di analisi sulle urine dei calciatori e le massime autorità sportive vennero a fornirmi tutte le garanzie». Peccato che gli ispettori di Guariniello, mandati all’Acquacetosa, scoprirono che le positività non si trovavano perché non venivano cercate: «Un sistema di analisi insufficiente. Ne avemmo conferma nel 2006 durante l’Olimpiade di Torino. Lo spettacolare laboratorio di Orbassano trovò una sola positività. Noi facemmo una perquisizione nella famosa villetta di San Sicario e venne fuori di tutto. Curioso, eh?». La mancanza di strumenti della giustizia sportiva, però, non deve diventare un alibi. «Più test a sorpresa e più inter- 1998 Da una frase di Zeman («Il calcio deve uscire dalle farmacie») prende spunto l’inchiesta della Procura di Torino 12 I mesi di sospensione di tutte le attività del laboratorio dell’Acquaceto sa in seguito ai risultati dell’inchiesta di Guariniello venti della giustizia penale. Non vedo altra strada efficace. La vicenda di Bolzano che riguarda il marciatore Schwazer è nata da un’iniziativa della Procura, infatti. In Italia manca ancora la sistematicità. E forse, tra magistrati ordinari e sportivi, ci si potrebbe parlare di più, collaborare. Noto, invece, una sorta di rincorsa delle autorità sportive all’inseguimento delle notizie penali: dateci per favore le carte. Eh no, così non va». Poveri, tifosi, dice il pm, rimasti gli unici a credere in uno sport pulito. «S’illudono, ed è un peccato: per la sua enorme importanza sociale lo sport dovrebbe essere più tutelato ed aiutato a ritrovare una credibilità. Ogni volta che assisto all’impresa di un italiano spero di non leggere, due giorni dopo, che l’hanno pescato positivo. È veleno per i valori educativi. Come dire che si dovrebbe liberalizzare il doping. Inaccettabile, sul piano etico e giuridico. Anzi, di più: una follia». Gaia Piccardi © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercoledì 22 Ottobre 2014 Corriere della Sera 58 Tv TELERACCOMANDO /*44 * ;;>(&; /*'4 * ;;1 /*24 '* % * /*$# * ;;>(&; ''*'4 * ;;>(&; '3*44 * 4& ; '2*24 * '$*44 ' * ;;>(&; '$*4# * 4& ; '$*$4 + * ;;1 '/*44 * ;;1 '!*#4 -* >&C 34*44 * 34*24 * 4& ;1 ,*> (?&, *5&** 3'*'4 * ,>) *;& 3'*'# * 4& 1 ,* >( $ ?44& &#> ( *# ( &(? 5;4 33*$# % * ( "&() 32*$# * ;;>(&; '*34 ' * '*#4 * '*## * ;;>(&; !*3# * " &*#4 * 3* '4*44 3 * ;;>(&; ''*44 * ;;>(&; '2*44 3 * '2*24 3 * ;;>(&; '2*#4 22* >4& '$*44 * ;;>(&; '/*'# * ( "&() '.*44 * 4& ; '.*$# * '.*## 3 *** 3* '!*44 * '!*34 3* '!*#4 **** * ( "&() '&*$4 **** ( "&() 34*24 3 34*24* 3'*44 * 4& 3'*'4 * /,)) & -++!01 #& & *B B 451 ,* &*5B ,$* 32*24 3* 32*$# * 4& ;1 ,*> 4&, >55, '*44 %4* ( "&()1 ,* ' ,4 ) 5 4;$>4 ) ,*# 3* di Maria Volpe Torna la serie sugli ultimi pionieri degli Usa T ornano i Mountain Men, un vero e proprio fenomeno. La serie sulle avventure degli ultimi pionieri d’America è infatti seguita negli Usa da oltre 3 milioni di telespettatori. I Mountain Men sono guerrieri delle montagne, dove però istinto di sopravvivenza e astuzia non bastano per restare vivi. Nella valle dello Yaak (Montana) Tom Oar e sua moglie Nancy lottano contro il tempo per raccogliere cibo e legna sufficienti per l’inverno. In Alaska Marty Meierotto spera di riscattare una stagione deludente, avventurandosi alla ricerca di animali da cui ricavare preziose pellicce. Mountain Men History Channel, ore 23 Iene, tra obesità e immigrazione D ue temi importanti stasera: la discriminazione che subiscono gli obesi, e l’immigrazione. Ogni giorno, dopo estenuanti viaggi da Egitto, Marocco, Siria, Albania e Kosovo, arrivano a Milano decine e decine di ragazzini. Alcuni trovano ospitalità tramite gli Uffici del Pronto intervento Minori del Comune, ma spesso i posti delle comunità che dovrebbero accoglierli non bastano. Così si arrangiano come possono e, affamati e senza soldi, dormono per strada o nelle stazioni. Le Iene show Italia 1, ore 21.10 '/*2# '.*34 '.*3# '!*'4 '!*## '&*$4 34*3# 3'*'4 33*$4 * 4& % * * 4& * 4& * 4& * 4& * 4& * 4& * '&*$# * ,>) *;4&, 34*'# * 4& ; 3'*'4 * 32*'# * ,>) *;4&, 4*'# * ,>) *;4&, '*24 $* 3*$# * !*44 '4*44 ''*44 ''*'4 '3*44 '3*3# '3*$# '2*'4 '$*44 '$*34 '$*#4 '#*44 '/*44 '/*4# '#*## '/*'4 '&*44 '&*24 34*44 34*'# 34*2# 3'*4# 3$*44 4*'4 '*44 '*4# '*'# 3*'# 3*34 * ;;>(&; * ;;1 * ;;>(&; 2 * 2* 2* 2 * ;;>(&; * ;;1 * ;;>(&; * * 2* 2* * ;;>(&; * >4& 2 *** * ;;1 * ,1 * ,>) *;& 2* % * * ;;>(&; * (&;B * ,. - + ;;>(&; 2 * * 2* * - * ,>) *;4&, * () * ;;>(&; 3$* ;;>(&; '/*44 % '!*2# !4 * 4& ; '/ * 4& ; 2* 4& ; 2* 4& ; * ( "&() * ( "&() 33*44 % - * ( "&() '&*24 34*2# 3'*'# 33*'4 33*$4 32*'# 4*4# '.*44 '!*34 '&*34 34*'# 3'*'4 '/*$# '&*'# - $% ,/4 * ;;>(&; * ;;>(&; 34*'4 34*2# ;;>(&; 3'*'4 +" ;;>(&; 33*'4 * ;;>(&; * ,>) *;4&, * ,1 * ;;>(&; * ,1 * ,>) *;4&, * ,>) *;4&, * (' * ;;>(&; 34*#4 3'*$4 * ,>) *;& .!%!3* ,>) *;& * ,>) *;& * ,>) *;& * ,>) *;& '2*## '$*'4 '/*44 '.*24 '.*2# * ;;>(&; * * % * * '&*'# * 3'*'# * 32*'# % - * '.*24 % * 4& ; '.*2. -* '&*'$ * ( "&() 3'*4' * 32*2' * '*## % * '!*34 34'$034'#* ;;>(&; * ( *,? 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Spiace doversela sempre prendere con Rai Fiction, ma un conto è soddisfare la propria platea con un prodotto «di bocca buona», un conto è richiamarsi alla missione del Servizio pubblico e impegnarsi in opere che sappiano raccontare con profondità la nostra storia, farci conoscere all’estero, competere su un mercato internazionale che ha alzato di mol- AMORE CRIMINALE Barbara De Rossi Parte il nuovo programma di Rai3: 1.629.000 spettatori, 6% di share ,2" (( 4-@ 4:@ 495 495 4 : 4:@ 4: 4!5 4!5 49! 2),*8 (( -@: -:@ -:@ -:- -99 --9 --+ -:4 -:+ -- ;2 % gio e creatività. Qui, invece, ci troviamo di fronte a una specie di lungo spot per Autostrade per l’Italia (manca solo «Viaggiare informati»), dove le battute sono rivolte al presente («Non ci sono soldi ma ci sono le idee, l’Italia risorgerà…»; «Mi tolga di mezzo i burocrati…») e dove i rapporti di coppia sono di disarmante prevedibilità. Come al solito manca la cura dei dettagli (bambini milanesi che parlano con accento romano, citofoni moderni, taglio dei capelli…). Non bastano Domenico Modugno o Fred Buscaglione per fare epoca, ci vuole altro. to l’asticella della complessità linguistica. «La strada dritta», una coproduzione Rai Fiction e Cattleya diretta da Carmine Elia, è la solita miniserie in due puntate scritta da Sandro Petraglia e Fidel Signorile, tratta dal romanzo omonimo di Francesco Pinto (dirigente Rai, la solita grande famiglia di Viale Mazzini!). Nel cast, oltre a Ennio Fantastichini, ci sono Giorgio Marchesi, Anita Caprioli, Carmine Recano, Valeria Bilello (Rai1, lunedì, 21.20). Per otto anni, dal 1956, un esercito di uomini lavora con grande determinazione trasformando il sogno in realtà. La loro è una storia piena di corag- PECHINO EXPRESS Costantino della Gherardesca Vincono i viaggiatori sbarcati a Giava: 2.312.000 spettatori, 8,9% di share © RIPRODUZIONE RISERVATA 2%), 0;28, (8%), 0;28, :9 ,88,2 4 *,=)2 ;,= %* 9- ,88,2 -! *,=)2 '"*# '(* #(* "# "0 #'"# # #" "#, "#" '"0 '+ ;((18(% "%;*8, %( =,28% 2, 88%( ,* 3*3%%( (, 82)%, =*8% ,28% *=%8 *, 33 0;,8 3; (.% 2,=3% 8).,2(% %;3% 3;( )%, 33, 2%8%, ( ;/ 1?%,* % 88%( .2,3";%2 *, =*2& ,* )(8)., %* ,**82?%,* 3;(( 2 2%8%# 3;( 33, %22*,/ %"(%,2 =% =% 3; (.% 0;(# .%,""% ( ,238 ( 8)., 3,( ,)%**8 3;( 238, ( 3/ ( >'* .%< 3,( .2 8;88%/ &%+ !$#((# ' * =,28% .28;28, 2882 2, % )82% 3;.,(2 %*8233 (1;2,. *82( %( %822*, *82( ,* .%,"" 2,=3% %;3% *# (,(% *=%8 *, 0;,8 )%,$33/ (82 ,22*8% ;)% 8(*8%# .,28*, .%,"" 3;( *82, ,2 ( "*, *%8, )*82 2% 2 28% %*8233 ( *%*=% ,* (%) %*=2*(/ (8 .233%,* ( 8)., (82,=/ $# #*"0 *"0'# ' ,38 ,2%*, %(*, 2*8, *?% 2%38 *,= ,(,"* %2*? 2;"% *,* 10;%( ,) ).,33, .,(% 2% ,8*? 8*?2, '!# / (2% 8*% (2), ("#2, "(%2% (% ,( ;=,(, ,.28, %,""% ,=3% ).,2(% = ,2? @69 ,2? !6 ,2? 564 ,2? 6+ % !" )# !#! #*. ) ##! #4!# )* !. $, $ $/ $ $+ $, $, 0+ 0/ 0$ 0 0 0 0/ ) %#**# .! )#.#! 1!# )!4 !#2 !" !. $ $ $ $, $/ $ 0$ 0+ 00 0 0 0/ 0/ 0 !" %) $" $5 $/ $ $+ $" $ ('1 **! !# %# !. !" 0+ 0$ 0 0+ 0/ 0, 0 ) # *) * #.!4 & ) !. 0 0/ 05 0, 00 05 0+ !" # $+ $ $ $ $+ $ $, #)!# )!.# )*. ! !4 )#! 0, $" 0 05 05 00 0 !" 2*, $0 + !. !" !" *.!1 #!) $ $/ ).,2( !. !" 00 ) $/ #* ,.28, 10eLotto I numeri vincenti 5 53 9 66 11 69 21 72 26 79 29 81 30 83 33 85 48 87 52 89 66 Numero Oro !. $5 0 *8, 0+ / !" ) !! 34 41 43 46 Ai 5 stella: Ai 4 stella: Ai 3 stella: Ai 2 stella: Agli 1 stella: Agli 0 stella: www.corriere.it/giochiepronostici – – 214.209,23 423,85 21,76 – 42.385,00 2.176,00 100,00 10,00 5,00 6 7 1 4 4 8 9 8 9 6 4 7 2 9 6 7 2 3 LA SOLUZIONE DI IERI 7 4 9 5 3 8 6 1 2 1 5 3 4 6 2 9 8 7 8 6 2 7 1 9 3 5 4 5 2 6 3 9 7 8 4 1 3 1 7 2 8 4 5 6 9 4 9 8 1 5 6 2 7 3 6 3 1 9 7 5 4 2 8 2 7 5 8 4 3 1 9 6 9 8 4 6 2 1 7 3 5 "#+,' # Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 Altri giochi su www.corriere.it 050 )#!. )# 0/5 /5/ +"( )#!. 1*# / ( " "*# - #' #( " ( "' '# ! 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