RASSEGNA DI ARTI TRASFORMATIVE: ALLA SCOPERTA DEL MASCHILE Come nasce l’idea L’idea di lavorare sulla questione maschile è nata dalla volontà di coinvolgere gli uomini nella lotta contro l’oppressione patriarcale e maschilista. Spesso i nostri spettacoli mostravano donne oppresse da uomini, dove il pubblico poteva intervenire solo mettendosi nei panni delle donne. Abbiamo pensato che bisognava dare delle opportunità ai tanti uomini desiderosi di ridisegnare rapporti emancipati e liberi tra i sessi, a partire da loro stessi. Bisognava, dunque, creare uno spettacolo dove potessero intervenire gli uomini, dove potessero sperimentare cambiamenti e provare nuovi ruoli. Forse non bastava uno spettacolo di teatro forum; bisognava organizzare una rassegna in cui, attraverso diverse attività, metodologie, eventi, presentazioni, feste e spettacoli, gli uomini potessero prendere posizioni positive. Come si è concretizzata Abbiamo deciso di organizzare diversi eventi che gradualmente potessero coinvolgere uomini e donne sulla questione maschile. Bisognava però comunicare in modo positivo, senza negare i lati oscuri del maschile. Perciò abbiamo deciso di usare metafore e simboli. Piuttosto che invitare le persone a lottare contro il patriarcato, abbiamo organizzato un laboratorio di teatro forum chiamato “L’uscita della caverna”. Per affrontare il difficile accesso alla contraccezione e all’aborto per le donne, problema che riguarda anche gli uomini, abbiamo organizzato momenti di teatro invisibile chiamati “Dalla caverna alla farmacia”. La formazione sui rapporti di dominazione l’abbiamo chiamata “Grugni e clave”, titolo che ha attirato molti uomini mentre un laboratorio “sulla violenza di genere” avrebbe, come succede spesso, attirato solo donne. Tutti questi eventi -tappe fondamentali per indagare il problema, ma comunicate soprattutto con ironia- ci hanno permesso di fare laboratori dove addirittura c’erano più uomini che donne (come per “L’uscita della caverna” con quattordici uomini e dodici donne), un risultato che non avevamo mai raggiunto prima. L’uscita della caverna Questo laboratorio di teatro forum ci ha permesso di raccogliere molte storie, dinamiche, gesti e parole di uomini in difficoltà. Sono state elaborate molte scene in cui si è mostrato come i maschi vengono educati a essere duri, insensibili, a non esprimere sentimenti e debolezze; abbiamo ascoltato e visto storie di competizione maschile e di gare all’ultimo sangue. Anche l’elaborazione artistica e la creatività erano permesse ai maschi solo a patto di primeggiare, affermarsi come i più bravi, essere non focalizzati sulla rischiosa ricerca espressiva ma sulla produzione/creazione. Molte scene, infine, ci hanno mostrato la difficoltà di comunicare quando si è alle prese con gli stereotipi che ingabbiano i desideri e impediscono di creare rapporti equilibrati. Tutto questo materiale ci è stato molto utile per la creazione dello spettacolo “Diversamente uomini”. Dalla caverna alla farmacia Abbiamo messo in scena questo teatro invisibile per capire come gli uomini affrontano il problema della contraccezione; siamo partiti dalla situazione di emergenza. Volevamo coinvolgere gli uomini partecipanti al laboratorio a venire con noi in farmacia a chiedere la pillola del giorno dopo, in particolare nelle farmacie che fanno l’obiezione di coscienza, perché questo è un problema serio che viene sottovalutato. Chiedevamo loro di raccontare quella volta in cui hanno messo a rischio gravidanza indesiderata una loro compagna, spiegando bene che responsabilità pensavano di avere. In molti, però, hanno temuto di fare autocoscienza in pubblico evocando un tabù troppo forte. Ci siamo ritrovati in due uomini, oltre alle donne del gruppo. 1 Nelle farmacie, però, ci siamo accorti che la gente non ha tanti tabù e ha voglia di affrontare la questione maschile e la sessualità. Si è rivelato fin dall’inizio che non è chiaro a tutti quanto sia difficile per le donne accedere alla contraccezione di emergenza e all’aborto quando purtroppo ne devono fare la scelta. Le persone in coda in farmacia, che inconsapevolmente assistevano alla nostra scena, capivano benissimo che c’è un oppressione vera e propria rispetto alla contraccezione. Erano ancora più stupite nel vedere che un uomo può voler prendersi le sue responsabilità, il giorno dopo. In una farmacia, in cui la scena è durata più di un’ora, le persone non se ne andavano più. Si ragionava in modo collettivo sulla responsabilità maschile nelle questioni di contraccezione. Come mai ricade sempre sulle donne? Come mai l’unico contraccettivo maschile in Italia è tra i più cari al mondo, e costa come in Arabia Saudita? Come mai sono le donne oramai a comprare i condom? Abbiamo sviluppato un’altra scena di teatro invisibile più facile da svolgere in modo ripetitivo nella metro su quest’ultimo tema. Grugni e clave La formazione di Fabienne Brugel sulla dominazione nelle relazioni tra le persone e nei gruppi ci ha illuminato. Ci ha mostrato, in primo luogo, che non servono tanti giochi ed esercizi per permettere alle persone di aprirsi e svelare le loro tendenze relazionali. Anche i maschi possono raccontare le loro oppressioni, se si sono preparati con l’esercizio giusto. Dopo uno o due giochi alcuni di noi hanno raccontato storie di oppressione che avevano tenuto per sé da tanto tempo. Poi, Fabienne ci ha fatto raccontare le nostre storie a persone che le avrebbero messe in scena con un altro gruppo, senza di noi. Questo ha reso la “messa a nudo” molto più leggera. Vedevamo rappresentata la nostra storia da persone che non sapevano che fosse proprio la nostra, che magari ci avevano messo dei tocchi personali, l’avevano resa più ampia, a volte universale –poteva essere una storia vissuta da tutti-, a volte solo molto più chiara a chi l’aveva vissuta. Oltre alle tante storie nuove sul maschile che abbiamo raccolto, che rivelavano come spesso l’oppressione per gli uomini è molto profonda e interiorizzata, abbiamo raccolto storie per due nuovi spettacoli, che non richiedono un lavoro lungo di introspezione, ma permettono un lavoro “sociale” fin da subito: sull’educazione sessuale dei ragazzi “Una scuola neutra” e sull’educazione dei bambini “L’orsacchiotta”. Il Festival Formazione danza movimento e clown Abbiamo sperimentato dei giochi, e una tecnica di danza, in cui erano sufficienti poche regole stabilite dai giocatori; ogni giocatore sapeva quello che dove fare. Non c’era bisogno, per far progredire il gioco, di nessuna guida, nessun condottiero, nessun controllo. Una volta stabilite le regole era sufficiente seguirle. E’ stata una buona sperimentazione di un agire non machista, cioè non gerarchico: nessun ruolo di comando, nessuna divisione di ruoli basata su nessun tipo di discriminazione. Abbiamo anche sperimentato che, quando le interazioni aumentavano e qualcuno sbagliava, il gioco si interrompeva solo se si cercava di controllare le azioni degli altri (dicendo “tocca a te” o “devi fare questo” o cercando di giustificarsi per eventuali errori) altrimenti il gioco riprendeva naturalmente; erano proprio i tentativi di controllo sulle azioni degli altri che impedivano la ripresa del gioco perché chi assumeva la funzione di controllo perdeva l’attenzione necessaria, e il tempo, per fare bene la propria parte di gioco. E’ stato molto interessante non solo per comprendere come lavorano i gruppi, e perché si inceppano nel loro agire, ma anche per riflettere sui falsi problemi di cui ci preoccupiamo nell’agire collettivo. 2 La comunicazione sulla violenza maschile, da forza nuova a maschile plurale, incontro con Stefano Ciccone. La violenza maschile contro le donne non dipende da un raptus, non è un "disordine", ma è un riportare le cose alla normalità, serve a ristabilire l' "ordine" patriarcale. Questo è stato uno dei messaggi forti di Stefano Ciccone. In questo mondo, così ordinato, le donne sono viste come territorio, proprietà di padri, mariti e fratelli. Non sono autonome, da sole sono in pericolo perché possono essere violentate (dagli stranieri) quindi devono essere difese e controllate: “proteggiamo le nostre donne” lanciava una campagna di forza nuova che, anni fa, prese di mira gli immigrati, rom e rumeni in particolare. Questo stesso ordine ci dice che le donne (madri o puttane) devono accudire e nutrire il maschio, sono corpi di servizio. Anche ai maschi è prescritto un ruolo, uno solo, quello di essere dominanti e protettivi nei confronti delle "proprie" donne; devono sempre essere forti, sicuri, senza emozioni o cedimenti. Le immagini che hanno sostanziato il discorso partivano dal 2007 circa (dai manifesti di Forza nuova apparsi a Roma dopo l’uccisione della signora Reggiani), e testimoniavano la strumentalizzazione fatta dal Governo nel 2008 per varare il “pacchetto sicurezza” contro i migranti. Altre immagini tratte dalle numerose campagne di informazione “contro la violenza contro le donne” che abbiamo visto in questi ultimi anni, mostravano la donna come vittima e essere indifeso, sempre da proteggere. Altre ancora mostravano gli stereotipi rispetto al ruolo femminile e maschile -che viene inculcato fin dalla più tenera età- che sono veicolati dalle campagne pubblicitarie. Stefano ci ha mostrato, infine, la campagna di Maschile Plurale “Riconoscersi uomini, liberarsi della violenza” che tenta di concentrare l’attenzione sul maschile, ma mostrando anche dei modelli positivi per uscire dalla violenza. Teatro forum: Diversamente uomini “Diversamente uomini” è uno spettacolo basato su un lavoro di autocoscienza maschile. Per costruirlo abbiamo imparato cosa significa “partire da sè”, parlare delle proprie emozioni -di come si sente più che di come si pensa- come uomini nelle relazioni. Non è stato facile aprirsi e accogliere storie intime, in cui non si fa teoria e non si cercano giustificazioni, ma si cerca di capire quali disagi incontriamo come maschi. Abbiamo affrontato molti temi scottanti: il rapporto con il padre, l’educazione, l’alcol, la pornografia. Ci siamo concentrati sulla sessualità, in particolare sulle aspettative e sui condizionamenti che ci portiamo nei rapporti, sulle difficoltà che incontriamo nelle relazioni amorose, ma anche in rapporti meno passionali e nell’ amicizia. Altro tema cruciale affrontato: la competizione e la violenza fra maschi. La storia: Filippo è un giovane pieno di interessi, ideali e amici ma ha un piccolo problema nelle relazioni. Nell’amore come nell’amicizia non sa né gestire né comunicare le emozioni. E’ innamorato di Camilla ma non riesce a farglielo capire e la loro storia non riesce mai a decollare. I suoi amici lo spingono a buttarsi in una storia meno “emotiva” con Carlotta che si è mostrata disponibile. Con lei comincerà una relazione non priva di sorprese, in preda a stereotipi che non avrebbe mai pensato di veicolare. Lui sublimerà la sua passione nel lavoro e nella politica, ma senza riuscire a dimenticare Camilla. Quando un amico, per dispetto, cerca di conquistare Camilla, Filippo perderà il controllo… Cronaca degli interventi del pubblico: Gli amici prendono in giro Filippo perché non riesce a far partire la sua storia con Camilla. • Una spett-attrice mostra come i genitori debbano insegnare ai figli fin da piccoli a riconoscere i propri punti deboli, ad accettarli e quindi ad accettare e non prendere in giro quelli degli altri. • Un’altra spett-attrice propone di rispondere alle prese in giro con un confronto aperto e sereno: “se sei convinto della tua idea e della tua strada, se per te ha un valore, è importante portarla avanti, è il tuo percorso”. Le amiche spaventano Carlotta prima del ‘primo incontro’ e la vestono di cose assurde che “piacciono agli uomini”. 3 • • Una donna suggerisce che è meglio andar in tuta piuttosto che farsi condizionare. Un’altra suggerisce di ascoltare i consigli delle amiche senza farsi troppo influenzare, mantenendo la propria personalità e la propria idea, anche se molto diversa dalla strada consigliata. Dopo l’incontro tra i due e il rapporto sessuale: • Chiedere “ti è piaciuto?” dopo il rapporto sessuale rivela una mancanza di ascolto prima dell’ orgasmo maschile, quindi la proposta è: chiedere prima, durante il rapporto se piace e/o come si sta, e non alla fine. • Più che chiedere, dopo il sesso se è piaciuto, partire da se stesso e raccontare se è piaciuto, come si è sentito. • Le donne suggeriscono di proporre di ricominciare invece di chiedere se è piaciuto. Ma da lì ne scaturisce un dibattito sulla difficoltà per gli uomini di ripartire subito. Come superare questa differenza? Quando una donna esclude l’uomo dalla cura della casa, perché non sembra essere pratico: • Un uomo suggerisce di lasciarla fare, tanto poi ne pagherà le conseguenze. Ma se ti toglie la cura dei figli? “Allora è diverso”. • Uno spetta-attore propone di lasciarla fare una cosa sulla quale lei potrebbe non essere pratica: “se mi lasci cucinare, io ti lascerò guidare la mia macchina”. Se da un lato l’uomo ha interesse a conquistare la sua parte nel lavoro cura, dall’altro deve saper riconoscere alla donna degli interessi o dei ruoli ‘nuovi’. • Un altro suggerimento è partire dal limite e dalla resistenza posta dalla donna “hai ragione, non sono molto pratico, mi insegni? Lo facciamo insieme? Tu mi fai vedere come si fa e io lo faccio accanto a te, ti seguo” Laboratorio di teatro dell’oppresso a conduzione collettiva Il laboratorio a conduzione collettiva ha permesso di mostrare diversi stili di conduzione, diversi giochi, diversi modi di iniziarli o di fermarli. Ciascuno poteva condurre, commentare, fermare il gioco o suggerire una variazione. Il gioco dei baci e della seduzione (due persone in concorrenza devono dare un bacio o sedurre una terza persona) ha trovato delle varianti e permesso di immaginare come usarlo per l’educazione affettiva nelle scuole. Il gioco della coppia fissa (due persone devono guardarsi negli occhi costantemente, finché un’altra persona si intromette riuscendo a rubare lo sguardo di uno dei due) ha rivelato quanto è precaria la coppia monogama e possessiva, sembrava quasi emergere la necessità di concedersi cambiamenti di sguardo provvisori, o almeno prendere le distanze ogni tanto dal partner se no, nel gioco, mantenere la coppia diventava molto faticoso e noioso. Essere Amleto Il lavoro di Vezio Ruggieri su Amleto ci ha permesso di entrare in contatto con la complessa riorganizzazione degli immaginari possibili del maschile attraverso una selezione di scene ad hoc a cura del Gruppo di Ricerca Teatrale Ipazia. Attraverso una regia interattiva si è proposta l'esperienza del cambiamento del punto di vista per riflettere sul disagio maschile. Un'analisi attenta, intima e delicata sulla rabbia, il giudizio e la violenza. Una splendida messa in luce di come si “pietrifica” l’altro. Teatro Legislativo: Una scuola neutra Nell’epoca degli smartphone e di youporn, la scuola italiana sembra congelata come la legge sull’educazione sessuale che giace immobile dal lontano 1975. Parlare di sessualità sembra ancora un tabù e in molti istituti scolastici - in virtù dell’autonomia- si preferisce evitare il tema, ma sappiamo bene che non parlare non significa essere “neutri” perché anche tacere è una scelta educativa ben precisa. Intanto i ragazzi … La storia: Lo spettacolo è ambientato in una scuola media di periferia, davanti alla quale la notte prospera il mercato del sesso e ogni mattina compaiono tappeti di preservativi; qui ragazzi con sto- 4 rie tumultuose alle spalle hanno domande urgenti sulla società, l’amore e la sessualità. Ma possono trovare risposte all’altezza delle loro richieste? Cosa possono o non possono dire gli educatori? Con quali strumenti affrontare la complessità del tema? La storia si snoda attraverso gli ostacoli incontrati da una compagnia teatrale che lavora sulle discriminazioni di genere nelle scuole. Chiede a tutti/e quale messaggio di crescita sana e consapevole può ancora dare la scuola ai giovani di fronte al tripudio del sesso mercificato. Cronaca degli interventi del pubblico: Di fronte agli insulti sessisti e omofobi tra ragazzi e ragazze: • Chiedere ai ragazzi di insegnarci cosa dovremmo fare per parlare in modo adeguato di sesso a un adolescente (per es. “Come devo parlarne a mia figlia che ha la tua età?”). Fare delle domande ai ragazzi, perché possano rielaborare quello che vivono e analizzare loro stessi gli insulti che usano (per es. “ma pure a casa vi esprimete così?”). • Evitare di demonizzare youporn perché il problema è atavico e a prescindere da youporn. • Inserirsi nella discussione tra gli studenti come facilitatori o mediatori, per aiutarli a confrontarsi, ascoltarsi reciprocamente ed elaborare in altre forme e linguaggi ciò che hanno bisogno di esprimere (“Cosa volevi dalle tue amiche?” “Il vostro compagno sta esprimendo il bisogno di divertirsi con qualche battuta” “Cos’è che vi offende, vi dà fastidio, o non vi è piaciuto?” “Potresti chiederglielo in un altro modo?” “Che richiesta gli vorresti fare?” • Porsi con gli studenti in modo accogliente e non giudicante, lavorare sulle relazioni, allargando la discussione per andare oltre l‘oggetto specifico dello scherzo, cercare di accogliere anche ciò che è negativo e trasformarlo in positivo. Di fronte al corpo docente, che disapprova il lavoro di educazione sessuale in classe: • Cercare il confronto aperto con docenti, dirigente scolastico, psicologo (incluse le persone molto cattoliche) per far capir loro che il problema della sessualità nella terza media è scottante e che tutti gli educatori patiscono di non affrontare il problema. Evitare il conflitto aperto con i ‘super cattolici', che si rivela sempre controproducente. • Far esplodere il problema in tutta la sua gravità/intensità (nella riunione con il corpo docente si apre e si gonfia il preservativo, si provoca la preside etc.), è una soluzione che non ha convinto la maggioranza del pubblico perché troppo provocatorio e impulsivo e rischia di mettere a rischio la posizione lavorativa dell’educatore. • Contestualizzare e giustificare la proposta di educazione sessuale portando dati, statistiche e ricerche sul tema e mostrando quindi la necessità di affrontare il problema e dare tutte le necessarie informazioni agli studenti. Puntare quindi sulla responsabilità educativa delle istituzioni scolastiche e sul loro dovere di informare. • Anche di fronte ai più bigotti, mantenere la posizione con decisione (per es. di fronte all’obiezione del linguaggio volgare “dobbiamo partire dal linguaggio che usano i ragazzi per poi guidarli verso un altro linguaggio, più adeguato, esperto, specifico”). Raccomandazioni e Proposte di legge: ❖ Introdurre nei programmi scolastici le ore di educazione sessuale che, come l’ora di religione, sono facoltative, per cui le famiglie e/o gli studenti possono scegliere se seguire o non seguire, alle stesse condizioni dell’ora alternativa. ❖ Prevedere non solo l’educazione sessuale nei curricula scolastici, ma anche un percorso formativo per gli/le insegnanti (possibilmente utilizzando il TDO e/o altre metodologie esperienziali) sulla sessualità, in modo da renderli preparati a lavorare con i ragazzi non solo sui comportamenti sessuali ma anche sulle relazioni affettive, i desideri, i sentimenti etc. ❖ Accompagnare il percorso formativo degli studenti a scuola, con il lavoro nelle famiglie (coinvolgendo anche loro nei programmi di educazione sessuale, perché non può essere solo a carico degli insegnanti) e nella società (con i consultori etc.). ❖ Puntare sulla prevenzione, perché costa molto meno che affrontare il problema delle gravidanze indesiderate. ❖ Raccogliere e valorizzare tutte le indagini che evidenziano la dimensione del problema per giustificare la necessità di una legge in materia. 5 Festa delle Mascolinità La festa delle mascolinità è stata l’occasione per mettere in scena le mascolinità classiche (super eroi, re, marinaio, militare etc.) che volevamo mettere in discussione e per sperimentare, in un atmosfera molto informale, nuove possibilità. Per mettere in scena le mascolinità classiche c’erano i “macho clown” del teatro de Merode. Per favorire l’emergenza di nuove mascolinità c’erano le Eyes Wild Drag, un gruppo di Drag King che ha organizzato una stazione trucco all’ingresso, permettendo a donne e uomini di vedersi con occhi nuovi. Eyes Wild Drag ha realizzato una splendida performance in cui ha mostrato le relazioni possibili tra tre persone non prigioniere di un identità fissa. Infine il Re dei Macho Clown è stato rovesciato da una ‘Troppia’ (relazione in tre) che concorreva alla gara di ballo. Letture senza stereotipi e Cenerentola e le altre La domenica mattina è stata dedicata ai bambini con letture di libri che de-costruiscono gli stereotipi di genere. Per es. la storia di “Ettore”, che ha una passione per un’attività considerata femminile e viene quindi preso di mira fino a quando, in un momento di crisi, questa passione si rivela una salvezza per la comunità. “Che noia essere una principessa” ha mostrato ai bambini e alle bambine tutti gli svantaggi che ci sono nel farsi incastrare dentro identità monolitiche, come il classico personaggio della principessa. Lo spettacolo di Burattini “Cenerentola e le altre” ha reso ancora più visibile quanto le storie classiche creino aspettative e ruoli insostenibili, come sia difficile per ogni personaggio giocare un ruolo diverso da quello che tutti ormai si aspettano da lui, ma come sia molto divertente quando riesce a sovvertire il copione e sorprendere il pubblico con un’idea diversa e originale. Teatro Forum: L’orsacchiotta L’Orsacchiotta è uno spettacolo che mostra come le aspettative sociali sul femminile e sul maschile ci condizionano sin dalla più tenera età nella vita quotidiana, in famiglia, nei rapporti tra pari e a scuola. La storia: Davide è un bambino di sei anni dolce e inventivo; un giorno -giocando a casa con il suo Orsacchiotto preferito- ha un'idea: fare con le sue mani un vestito nuovo tutto rosa per farlo diventare un’Orsacchiotta! Il giorno dopo Davide porterà tutto orgoglioso a scuola il suo nuovo “amichetto" e così cominceranno problemi, delusioni e incomprensioni: in classe verrà preso in giro e deriso da tutti; la maestra non avrà tempo e modo di comprendere e dare il giusto seguito all'accaduto e in più -quando tornerà a casa triste e sconsolato raccontando tutto al suo papa- Davide verrà rimproverato per l’imbarazzante “stranezza” della sua idea. Cronaca degli interventi del pubblico: Di fronte ai colori dei maschi e delle femmine: • Basta con il rosa e il blu. Basta anche con questo “basta” aggiunge un bambino di sei anni, che non si vieti nemmeno il blu ai ragazzi. • Valorizzare l’idea diversa e originale del bambino (la “fantastica idea”) e preparare il bambino a eventuali prese in giro. Di fronte ai giocattoli dei maschi e delle femmine: • Proporre questo gioco, a scuola, mischiare tutti i giocatoli e chiedere ai bambini quali sono quelli da maschi e quali da femmina, e perché. Di fronte al papà che rimprovera moglie e figlio: • Insegnare ai propri figli il coraggio e ricordare al marito rigido quella volta che anche lui ha fatto una cosa “da femmina” (“quella volta in cui hai avuto il coraggio di metterti un pareo…”). • Mostrare quanto è divertente essere fuori dalle gabbie degli stereotipi. • Rendere femminile una virtù tipicamente maschile, cavalcare gli stereotipi. 6 Restituzione di “La relazione che vorresti” Il laboratorio “La relazione che vorresti: cartoline per mappare i nuovi desideri” è stato condotto dal Centro Donne D.A.L.i.A. E’ nato dall’esigenza di promuovere una riflessione su quello che cerchiamo o ci aspettiamo all’interno di una relazione affettiva usando delle cartoline anonime come mezzo espressivo dei nostri desideri sulla relazione di coppia. Le cartoline sono state distribuite in vari momenti informali durante le prime due giornate del festival, in modo da favorire la spontaneità. Poi, la domenica, dopo la lettura delle cartoline si è aperto un dibattito su quello che era emerso: la comprensione e il rispetto sono apparsi come essenziali e si è insistito sull’importanza di lavorare con i bambini e sulla capacità di esprimere e capire emozioni e sentimenti. Transizioni, laboratorio di TDO sulla questione maschile Il laboratorio sulle transizioni tra il maschile oppressivo ed oppresso verso le mascolinità aperte e positive è stato molto influenzato da tutto quello che era emerso nel festival: il lavoro sulla rabbia emerso nella versione interattiva di Amleto, tutti gli interventi emersi durante i forum per cambiare il maschile. Si è quindi deciso di esplorare le dinamiche dell’aggressività, e della competizione. Attraverso giochi, esercizi, giochi di ruolo e teatro forum, abbiamo messo in scena la tensione crescente che fa scattare la rabbia e le strategie possibili per gestire l’aggressività. TDO e mascolinità in Afganistan, collegamento con il gruppo TDO di Kabul Nella videochiamata con Kabul, il gruppo afgano di TDO ci ha raccontato come ha coinvolto i mullah, i leader delle comunità e gli uomini più influenti delle classi medie delle città (ovvero i tre gruppi più rappresentativi e importanti nella società afgana) in un progetto di teatro legislativo sui diritti e le politiche per le donne. Con laboratori, teatro forum e dibattiti, si chiede agli uomini di riflettere sul significato delle norme sociali, culturali e religiose, a cui gli afgani fanno generalmente riferimento quando si parla di questioni di genere, e si chiede perché le donne debbano rispettarle nella loro vita quotidiana. In questo confronto su come gli uomini percepiscono i diritti delle donne e le pari opportunità, sono state individuate dagli uomini 3 questioni problematiche per le donne afgane: le molestie sessuali in strada, la violenza maschile (sia nella vita pubblica che privata) e il lavoro domestico non retribuito. Così, attraverso il teatro legislativo, si indaga da un lato su cosa possono fare gli uomini per rispettare le donne della loro famiglia, dall’altro su cosa possono fare le istituzioni per far fronte a questi problemi a livello nazionale. Conclusioni, la fine è l’inizio Il Festival, e il percorso precedente che ci ha consentito di organizzarlo, ci hanno dato una visione molto più chiara sui disagi maschili e sulle urgenze da affrontare. Sviluppare la capacità di esprimere emozioni, riconoscerle, saperle comunicare, e accettare le proprie debolezze, questo per cominciare. Fornire occasioni agli uomini per prendere posizioni positive, per riflettere su nuove strategie e responsabilità nella relazioni, a cominciare delle questioni contraccettive e portare il dibattito nei luoghi in cui la gente ha voglia di affrontare queste domande, per andare avanti. Abbiamo anche potuto confrontare diversi metodi, per capire qual’é rilevante e quando. Ogni intervento è stato molto prezioso e ha chiarito un aspetto della costruzione del maschile o un possibile nuovo modo di lavorare sulla scottante questione maschile. Ringraziamo tantissimo tutte/i coloro che hanno partecipato al Festival. Daremo continuità al percorso con degli incontri più brevi, di un giorno, per esempio associando due o tre elementi del festival: Presentazione- Spettacolo- Mostra, oppure Laboratorio-CartolineSpettacolo- Festa etc. in modo da poter moltiplicare questo lavoro in diverse zone di Roma e (perché no?) dell’Italia. 7
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