Capitano s.p.e. pilota M.O.V. M. Giorgio Iannicelli

Capitano s.p.e. pilota M.O.V. M. Giorgio Iannicelli
nato a Roma nel 1912
I Russi, approfittando delle feste di Natale, per incidere di più sul morale dei nostri
soldati lontani migliaia di chilometri dalla casa natia, il 24 dicembre 1941 sferrarono
un poderoso attacco contro le nostre linee con l'obiettivo di riconquistare il bacino
minerario del Donez, e in particolare, di strappare agli italiani le città di Stalino e di
Orlowka.
I fanti delle Divisioni Celere, Torino e Pasubio e le Camice Nere della Legione
Tagliamento, appoggiati dai Gruppi della Regia Aeronautica, in presenza di un
freddo intensissimo, il 27 dicembre, contrattaccarono le forze russe e, dopo durissimi
combattimenti, il 30 dicembre, le nostre unità riconquistavano le posizioni
inizialmente perdute, respingendo con gravi perdite i russi.
Durante quella cruenta battaglia, intensa e preziosa fu l'attività operativa del 22°
Gruppo Autonomo da Caccia della Regia Aeronautica del CSIR, in stretto appoggio
ai reparti in prima linea, al comando del valoroso Capitano pilota Giorgio Iannicelli,
caduto il pomeriggio del 29 dicembre, durante un combattimento aereo contro
numerosi caccia sovietici nel cielo di Rikowo.
In ricordo dell'eroe si riportano le ultime Sue lettere inviate alla moglie Elisabetta
Orlando, in quel Natale del 1941, il 27 e 29 dicembre:
“(27 dicembre): ….ti scrivo ancora da Saporoskje. Sono già tanti giorni che tento di
partire, prima il cattivo tempo, ora il freddo intenso mi immobilizzano. Stamane sono
riuscito a mandare avanti metà della mia squadriglia, domani spero di poter partire io
con il resto....Ed eccoti la descrizione del mio Natale. La sera del 24 ho assistito al
rancio della truppa e alla distribuzione dei doni inviati dall'Italia. Dovevi vedere come
questi ragazzi, tutti immalinconiti dalla lontananza e dalla nostalgia, si siano
entusiasmati ed appassionati a questa estrazione di pacchi dono. Era veramente
commovente vedere i loro occhi sbarrati sulle mani del comandante che estraeva a
sorte i nomi e la gioia dei fortunati e la delusione degli esclusi.
Poi c'è stata la Messa e un presepe di cartone e un volenteroso albero di Natale
parlavano a tutti delle famiglie lontane, di abitudini, di tradizioni che in certe
occasioni sommergono di nostalgia anche il guerriero più incallito. Il giorno di
Natale, dopo una colazione sontuosa, c'è stata una rappresentazione teatrale
nell'aeroporto stesso. Gli attori erano gli stessi avieri, ma c'era anche un autentico
balletto russo; insomma, uno spettacolone. Erano tutti allegri questi poveri ragazzi, di
una allegria rumorosa e infantile, ma in fondo, in fondo, ma non troppo in fondo,
c'era una nostalgia greve, accorata, di un po' d'affetto, di un po' di tepore, di un po'
d'aria di casa....”
(Stalino, 29 dicembre, notte inoltrata). “Mia cara......sono da ieri a Stalino e voglio
mandarti subito un mio salutino. Ti devo scrivere molto in fretta perché sta per partire
un corriere e date le locali maggiori difficoltà postali, desidero non perdere questa
occasione. A questo riguardo ti raccomando di non preoccuparti di eventuali ritardi,
io cercherò come sempre di non farti mancare mie notizie, anche per quanto riguarda
i telegrammi incontrerò maggiori difficoltà sempre per le condizioni locali....con la
mia prossima lettera ti darò più ampi particolari sulla mia sistemazione e sulla mia
attività, ora sono semplicemente accampato tanto da dover dormire vestito, ma spero
per domani di aver rimediato a tutto. La mia salute continua ad essere ottima, per
questo puoi stare pienamente tranquilla.... Giorgio.
Questa fu l'ultima lettera dall'eroico Capitano pilota Giorgio Iannicelli a sua moglie,
che la ricevette qualche giorno più tardi, quando da un pezzo egli aveva immolato la
sua giovane vita.
Il generale Giovanni Messe, Comandante del C.S.I.R., dopo aver appreso la perdita
del Capitano Iannicelli, comandante del 22° Gruppo Autonomo Caccia, diramò ai
Comandi dipendenti il seguente Ordine del Giorno:
“Con vivo cordoglio apprendo che oggi in combattimento aereo generosamente
ingaggiato contro un nemico numericamente assai superiore per proteggere le nostre
fanterie, è caduto il capitano Iannicelli Giorgio, comandante del nostro Gruppo
Caccia. Con Lui il C.S.I.R. perde uno dei più superbi cavalieri dell'aria e l'Aviazione
italiana un gregario prode e generoso. A tutti gli aviatori italiani che in terra di
Russia rappresentano tanto degnamente l'Ala Nostra, le truppe del Corpo di
Spedizione esprimono il loro fiero cordoglio”.
Al Capitano Iannicelli, su proposta del Generale di Brigata aerea Enrico Pezzi,
Comandante dell'Aeronautica militare in Russia, venne concessa, alla memoria, la
Medaglia d'Oro al Valor Militare, con la seguente motivazione:
“Intrepido pilota da caccia, già distintosi per altissime doti di comandante e di
soldato, non esitava, nonostante la proibitiva temperatura e le disperate condizioni di
tempo ed ambiente, per cui solo tre apparecchi potevano mettersi in moto, a partire in
volo alla testa di pochi gregari per compiere l'ardua missione di proteggere ad ogni
costo le nostre linee. Avvistata una formazione di bombardieri avversari scortata da
15 caccia, incurante della superiorità numerica del nemico, impegnava con superbo
ardimento l'asperrima lotta, riuscendo nello scopo affidatogli ed abbattendo un
bombardiere. Persisteva nell'arduo ed impari combattimento fino a quando, colpito a
morte, precipitava in fiamme, immolando così, nella luce della gloria, la balda
giovinezza tutta dedicata alla lontana Patria immortale. (Cielo di Russia, ottobre –
dicembre 1941)”.
Esattamente un anno dopo, allo stesso generale di Brigata aerea Enrico Pezzi, caduto
eroicamente il 29 dicembre 1942, nell'intento di portare soccorso alle nostre truppe
accerchiate a Certkovo, veniva concessa la Medaglia d'Oro al Valore Militare alla
memoria. Durante quella campagna la Regia Aeronautica italiana combatté sino
all'ultimo aereo.