Tax expenditures in recupero

I M P O S T E E TA S S E
Mercoledì 25 Giugno 2014
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Il tema torna sul tavolo di governo e commissioni finanze a partire da fine mese
Tax expenditures in recupero
L’obiettivo è reperire una parte del tesoretto da 250 mld
DI
BEATRICE MIGLIORINI
T
ax expenditures a rischio ultima chiamata. La risposta, però,
potrebbe essere nella
delega fiscale. L’art. 4 della
legge 23/2014 prevede, infatti, l’emanazione di un decreto
legislativo ad hoc contenente
«norme dirette a ridurre, eliminare o riformare le spese fiscali che appaiono, in tutto o in
parte, ingiustificate o superate
alla luce delle mutate esigenze sociali o economiche ovvero
che costituiscono una duplicazione». Decreto, quest’ultimo
che sarà oggetto dei prossimi
incontri in programma tra il
governo e i presidenti delle
commissioni finanze di camera
e senato. In ballo, un tesoretto
di circa 250 miliardi l’anno,
derivante direttamente dal
riordino del sistema (circa 720
voci di spesa) che, però, rischia
di essere messo a dura prova
da un nucleo forte di detrazioni
e deduzioni che valgono circa
90 miliardi di euro difficilmente aggredibili. Alla base della
somma, infatti, c’è una serie
di misure che tutelano i
nuclei più deboli o le famiglie come, per esempio, le
detrazioni per carichi familiari riguardanti circa
13 milioni di contribuenti
o a quelle sui redditi da la- Mauro Maria
Marino
voro e pensione che coinvolgono circa 36 milioni di
soggetti. Questo è quanto
emerso, ieri, nel corso di un
incontro organizzato da Con- no è quello relativo ai crediti
fcommercio, avente ad oggetto di imposta attraverso il dpcm
la formalizzazione dei decreti 20 febbraio 2014, pubblicato in
applicativi della delega fiscale. G.U. n. 67 del 21 marzo (si veda
«In teoria, il comparto delle tax ItaliaOggi del 26 marzo 2014).
expenditures potrebbe portare Dallo scorso 1° gennaio, infatti,
nelle casse dello stato somme sono stati tagliati del 15% gli
ingenti che potrebbero essere aiuti fiscali a chi gestisce sale
utilizzate a loro volta per ulte- cinematografiche e reti di teriori manovre», ha spiegato a leriscaldamento alimentate a
ItaliaOggi Andrea Trevisani, biomasse, come pure alle nuonumero uno della direzione po- ve iniziative imprenditoriali e
litiche fiscali di Confartigiana- agli acquisti di veicoli ecologici
to imprese, «di fatto, però, que- (elettrici, a gpl o ibridi). Prevista rischia solo di essere solo sto solo dal 2015, invece, il tauna speranza. Basti pensare glio del 15% all’agevolazione
al fatto che né il comparto re- sul gasolio degli autotrasporlativo ai carichi di famiglia, né tatori. Nel corso dell’incontro,
quello relativo alle spese sani- poi, a sottolineare l’importanza
tarie potrà mai essere toccato». del recupero di queste somme
A oggi, infatti, l’unico settore a anche il presidente della comessere stato oggetto di riordi- missione finanze Mauro Maria
Marino (Pd). «Se, effettivamente, riuscissimo a riorganizzare il sistema potremo
riuscire a entrare in possesso
di risorse utili da reinvestire
in prima battuta per l’abbattimento della pressione fiscale
sulle imprese. Dovrebbe essere fatta chiarezza su circa 720
voci che, complessivamente
valgono, circa 254 miliardi
di euro sulla base dell’ultimo
rapporto di Vieri Ceriani che
andrebbe, però, stimato al rialzo risalendo al 2011». Ed è
proprio questo uno degli argomenti che sarà oggetto dei
prossimi incontri che si terranno tra i presidenti delle commissioni finanze di camera e
senato e il governo, nel corso
delle prossime settimane. In
base a quanto annunciato dal
viceministro dell’economia e
delle finanze Luigi Casero (si
veda ItaliaOggi del 5 maggio
2014), il decreto per il riordino
del sistema di agevolazioni e
detrazioni fiscali, dovrebbe
vedere la luce entro la fine di
settembre. Anche se, nell’aria,
c’è comunque la possibilità di
veder rinviato tutto alla legge
di stabilità 2015.
Prima di veder sciolti i nodi
relativi al riordino di detrazioni e agevolazioni però, gli addetti ai lavori dovranno fare
il punto in merito al decreto
sulle commissioni censuarie
e sullo schema di decreto in
materia di semplificazioni
fiscali usciti dall’ultimo consiglio dei ministri di venerdì
20 giugno (si veda ItaliaOggi
del 21 giugno 2014). «Nel corso
dei lavori che svolgeremo insieme al governo», ha spiegato il
presidente Marino, «dovremo
trovare il modo di declinare
meglio l’aspetto relativo alla
composizione delle commissioni censurie e, in seconda
battuta, dovremo affrontare
l’aspetto legato alla responsabilità dei professionisti e dei
Centri di assistenza fiscale in
caso di errori relativamente
alle dichiarazioni dei redditi
precompilate. Non è, infatti,
possibile che questi soggetti
siano direttamente responsabili per eventuali errori
commessi dal contribuente»
(si veda ItaliaOggi del 24 giugno 2014).
Sospetta evasione,
accertamento sprint
Verifiche fiscali,
difesa opzionale
Segreto bancario, altro ko
In regola il Lussemburgo
L’accertamento a carico di chi è finito nel mirino della Guardia di finanza
perché sospettato di evasione fiscale
è valido anche quando viene emesso a
meno di 60 giorni dalla fine dell’ispezione. Il motivo d’urgenza che giustifica i tempi stretti dell’Ufficio consiste,
infatti, nel pericolo di non poter più
recuperare l’imposta e di accrescere il
debito con l’erario. È quanto affermato
dalla Corte di cassazione che, con l’ordinanza n. 14287 del 24 giugno 2014,
ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle
entrate. Gli Ermellini hanno, quindi, ritenuto legittimo l’atto emesso a carico
di un contribuente sospettato di maxi
evasione fiscale completata da traffici
internazionali di fatture false. A soli
sette giorni dall’ispezione, infatti,
l’ufficio aveva emesso l’atto impositivo che l’uomo, nel frattempo indagato
per i reati tributari, era riuscito a farlo
annullare per il mancato rispetto del
termine di 60 giorni. La Cassazione,
però, ha ribaltato il verdetto ritenendo
che il pericolo di accrescere le frodi e,
quindi, il credito dello Stato sono motivi d’urgenza sufficienti a legittimare il
mancato rispetto dei termini. Nel caso
concreto, per la Cassazione, si tratta
in realtà di un’evidente situazione di
pericolo di perdita del credito fiscale,
oltre che soprattutto di pericolosità
sotto il profilo tributario, tanto che
lo stesso giudice di appello ha riconosciuto ipotesi di omessa dichiarazione
dei redditi, di contrabbando aggravato,
di trasferimento fraudolento di valori,
tutte attività portate avanti per diversi
anni.
Debora Alberici
Ispezioni fiscali senza vie di fuga.
Le verifi che della Guardia di fi nanza sono, infatti, valide e legittimano l’accertamento anche quando gli
agenti, in totale assenza di contraddittorio, non hanno contestato nulla
al contribuente, senza dargli, quindi, la possibilità di difendersi. Lo ha
sancito la Corte di cassazione che,
con l’ordinanza n. 14290 del 24 giugno 2014, ha respinto il ricorso di una
società la quale lamentava l’emissione dell’atto impositivo basato su una
verifica nella quale le Fiamme gialle
non hanno contestato nulla. Il Collegio di legittimità non lascia molto
spazio a dubbi: «l’attività accertativa
della Guardia di finanza degli uffici
finanziari, essendo soltanto di carattere amministrativo, pur dovendo
svolgersi nel rispetto di ben determinate cautele previste per evitare
arbitri e violazioni dei diritti fondamentali del contribuente, non è retta
dal principio del contraddittorio. Da
ciò deriva che», ha sottolineato la
Cassazione, «va escluso che le risultanze emerse dalla attività di verifica
prodomica all’emissione dell’avviso
di accertamento o di rettifica non
possano costituire valido supporto
probatorio della pretesa impositiva
a tale avviso sottesa, per il solo fatto
della mancata immediata loro contestazione al contribuente in sede di
verifica». Anche la Procura generale
del Palazzaccio, nell’udienza tenutasi lo scorso 7 maggio, ha chiesto al
Collegio di legittimità di respingere
il ricorso della società.
Debora Alberici
Lussemburgo come la Svizzera. Le principali banche
del Granducato hanno deciso di abbassare la guardia
di fronte al segreto bancario inviando una lettera ai
propri clienti non residenti in cui si chiede di mettersi
in regola con l’amministrazione fiscale del proprio Paese. Se così non fosse, gli istituti di credito potrebbero
decidere di rescindere il rapporto con i correntisti non
in regola con il versamento delle tasse. La decisione
delle banche lussemburghesi rappresenta la normale
evoluzione del cammino verso la trasparenza finanziaria intrapresa dal Paese che a partire dal primo
gennaio 2015 darà seguito alla convenzione per lo
scambio automatico di informazioni andando a sostituire il precedente regime di ritenuta alla fonte.
La lettera inviata dalle banche alla propria clientela
prevede un’autodichiarazione firmata e restituita in
tempi brevi. Lo stesso processo di apertura verso la
trasparenza del sistema finanziario era stato intrapreso nei mesi scorsi dalla Svizzera attraverso una
serie di missive indirizzate dagli istituti di credito
elvetici ai propri clienti in cui si intimava la sottoscrizione di un modello di autodichiarazione sulla
provenienza legale dei capitali depositati nei caveau.
In caso contrario, le banche preferivano rescindere
il rapporto con i propri clienti. In questo fi lone si
inserisce l’ultima iniziativa intrapresa dal governo di
Berna che nei giorni scorsi ha accettato di concedere
assistenza amministrativa fiscale senza aver prima
informato il cliente, qualora la prescrizione risulti
imminente o sussista il rischio di compromettere le
indagini. Grazie a questa legge, la Confederazione
sarà in grado di rispondere a numerose richieste di
assistenza al momento bloccate. «La revisione che
contempla la non entrata in materia nei casi che riguardano dati bancari rubati permette alla Svizzera
di soddisfare i criteri richiesti dall’Ocse, in particolare per poter essere ammessa alla seconda fase della
«peer-review» (giudizio da parte dei propri pari)»,
hanno avvertito dall’esecutivo svizzero. Le altre condizioni sono la firma di un certo numero di convenzioni di doppia imposizione con incluso lo scambio di
informazioni fiscali su richiesta e la trasparenza delle
azioni al portatore.
Tancredi Cerne
Il testo della sentenza sul sito
www.italiaoggi.it/documenti
Il testo della sentenza sul sito
www.italiaoggi.it/documenti