Inaugurazione “Viale Degli Eroi” a Pian del Lago Col. Roberto Trubiani e Ten.Col. Angelo Intruglio foto in basso la Medaglia d’Oro al Valor Militare Ten. Col. Gianfranco Paglia e Ten. Col. Alessandro Albamonte Mercoledì 11 dicembre 2013, alla presenza delle Autorità locali e cittadini, il Sindaco del Comune di Monteriggioni ed il Comandante del 186° reggimento paracadutisti Folgore, Colonnello Roberto Trubiani, a margine di una attività aviolancistica, hanno inaugurato il Viale degli Eroi, dedicato per il ricordo ed in onore delle Medaglie d’Oro del 186° Reggimento dalla Battaglia di El Alamein sino ai giorni nostri, in località Pian del Lago, area addestrativa dei paracadutisti del 186° reggimento paracadutisti Folgore di stanza in Siena. Per onorare le Medaglie d’Oro, alcuni sindaci della Provincia di Siena, dei comuni di Castelnuovo Berardenga, Rapolano Terme, Asciano e Siena hanno voluto partecipare aviolanciare assieme ai paracadutisti della Folgore i loro Gonfaloni. Alla sobria cerimonia erano presenti anche la M.O.V.M. Tenente Colonnello Gianfranco Paglia ed il Tenente Colonnello Alessandro Albamonte che hanno servito il 186° reggimento paracadutisti Folgore con grande onore e che con la loro presenza hanno voluto testimoniare il forte attaccamento al reggimento ed alle sue gloriose tradizioni. "Non mi stancherò mai di ripetere - ha dichiarato la Medaglia d'Oro al Valor Militare Ten. Col. Gianfranco Paglia - che bisogna ricordare sempre coloro che sono caduti durante l'adempimento del proprio dovere. Solo così non sarà vano il loro sacrificio. La cerimonia di questa mattina, in particolare, ha assunto un valore ancora più forte, in quanto è avvenuta alla presenza di numerose scolaresche ed è appunto alle nuove generazioni che bisogna far comprendere i veri valori della vita come l' amor di patria, la lealtà, l'onore ed il rispetto." Numerose le scolaresche presenti, tantissimi bambini accompagnati dai loro insegnanti, emozionati ed incuriositi dal lancio dei paracadutisti all’interno della bella cornice dell’area di Pian del Lago. Una giornata, questa, che rimarrà per sempre scolpita nella loro giovane memoria. “Siamo orgogliosi di ricevere dalla Folgore – afferma Roberto Bozzi sindaco del comune di Castelnuovo Berardenga - questo brevetto – simbolo del legame tra il nostro Comune e il 186° Reggimento. In questi anni i paracadutisti di stanza a Siena ci hanno affiancato in tante iniziative e hanno partecipato alla buona riuscita di alcuni importanti appuntamenti promossi sul territorio. Insieme alla Folgore inoltre il nostro Comune ha lavorato e si è impegnato sul fronte della cooperazione internazionale, accompagnando con azioni di solidarietà le missioni del reggimento nel mondo”. Ed è stato proprio il comandante del 186° reggimento paracadutisti Folgore, Colonnello Roberto Trubiani, a consegnare nelle mani dei sindaci della provincia di Siena, i loro gonfaloni ora brevettati. Il lancio del Gonfalone del comune di Siena è stato fatto dal comandante di reggimento. Queste, le parole rivolte ai presenti dal Colonnello Trubiani: “l’iniziativa suggella ancora una volta la profonda e disinteressata integrazione tra il 186° reggimento paracadutisti Folgore e la cittadinanza del comune di Monteriggioni in particolare e di tutti i comuni di Siena e della provincia senese. Un’integrazione che perdura ormai da tantissimi anni e che continua ad alimentarsi sempre di più. L’aviolancio dei gonfaloni del Comune di Siena, di Monteriggioni, di Castelnuovo Berardenga, di Rapolano Terme, di Asciano e della bandiera della VAB vuole significare proprio questa comunione ideale che esiste tra i noi paracadutisti e le cittadinanze che ci accolgono con affetto. Un pensiero infine voglio rivolgere ai paracadutisti del 186° reggimento, schierati di fronte a voi. Rappresentano una delle realtà più belle di questa nazione. Ogni giorno, nonostante tutto, affrontano con grande sacrificio ogni sfida sia in addestramento che in operazioni ovunque siano chiamati dall’Autorità politica ad operare per la Pace ed il Bene Comune sotto un’unica Bandiera. La Bandiera degli Italiani. Una bellissima giornata è trascorsa all’insegna del legame tra le istituzioni e tra queste ed i cittadini alla presenza dei giovani che sapranno e dovranno raccogliere i frutti di queste belle testimonianze, delle tradizioni e della nostra storia. Ten. Col. Angelo Intruglio “ LA FOLGORE RISPOLVERA UN CLASSICO “LA MANGUSTA” La pratica Afghanistan è stata almeno per il momento archiviata e gli uomini con barba e turbante sono tornati ad essere lontani. I nostri Lince non percorreranno più le distese del deserto persiano malgrado le sue insidie e i suoi pericoli rimangano. La Folgore attende, si prepara a nuovi scenari, nuovi contesti e nuove minacce. Per questo è bene che torni ad addestrarsi riprendendo i fondamenti delle tecniche delle unità d’assalto, per mantenere elevato lo standard dei suoi uomini da sempre generosi e coraggiosi. E la Mangusta è lo strumento migliore. Chiunque abbia indossato il basco amaranto se la ricorda bene questa esercitazione faticosa, esaltante, a tratti estenuante, il cui realismo confonde. La Mangusta 2013 ha visto impegnati per dieci giorni oltre 500 parà del 186° Reggimento Paracadutisti “FOLGORE” di Siena, armati di tutto punto, rischierati su una vasta area boscosa dell’alto grossetano. Lo scenario di riferimento prevedeva la contrapposizione di due stati confinanti in contesa per la supremazia regionale ed a seguito dell’invasione di uno di essi, la comunità internazionale inviava un contingente di forze per ristabilire l’ordine nell’area. In tale contesto le unità in campo hanno agito come attaccanti in territorio ostile o come difensori dei punti sensibili. Gli obiettivi sono stati attaccati da pattuglie da combattimento con le tecniche del colpo di mano sugli obiettivi fissi e dell’imboscata per neutralizzare quelli in movimento. In chiave difensiva invece, il controllo dell’area di responsabilità è stato garantito con azioni di rastrellamento diurno e con l’attivazione di posti di osservazione e allarme durante le ore notturne. Le unità sul terreno sono state coordinate da piccoli comandi d’area, anch’essi infiltrati con aviolancio al seguito delle unità d’assalto, sotto la supervisione del posto comando di gruppo tattico dal quale il comando del 186° reggimento ha potuto impartire gli ordini alle unità sul terreno e mantenere i collegamenti con il comando superiore. Le pattuglie sono piccole unità d’assalto, molto mobili e specializzate che vengono immesse in area con aviolancio con il compito di colpire di sorpresa ed in profondità. L’elevata mobilità in tutti gli ambienti operativi è data dall’equipaggiamento relativamente leggero di cui i parà sono dotati e dalla pressoché totale mancanza di automezzi per i movimenti, che i paracadutisti effettuano normalmente a piedi sfruttando l’occultamento delle zone boscose e portandosi tutto l’occorrente sulla schiena, armi, radio e munizioni inclusi, che ripongono con cura all’interno di un capiente zaino verde militare. Ciò rende le aviotruppe agili, versatili e adatte ad operare in tutti i terreni, anche i più impervi e compartimentati. Nella finzione addestrativa della Mangusta 2013 il reggimento di Siena ha giocato il ruolo degli invasori “cattivi”…ma si sa, è finzione! E tutti i paracadutisti impegnati, sia quelli incaricati di neutralizzare gli obiettivi sia quelli posti a difesa dagli attacchi delle forze della comunità internazionale, hanno saputo tenere alto il nome del reggimento. Né il nemico – simulato - né il freddo della notte, la fame e il sonno, piuttosto reali, nè i ritmi frenetici imposti all’attività, la fatica e il peso dello zaino hanno diminuito l’impegno famelico dei paracadutisti dell’186°, bramosi di primeggiare per la gioia del Colonnello Roberto Trubiani, orgoglioso comandante di “quelli di Siena”. L’esercitazione si è conclusa presso la caserma del 3° Reggimento “Savoia Cavalleria” di Grosseto con un rapido debriefing, presieduto dal Comandante della Brigata Folgore, Generale di Brigata Lorenzo D’Addario, già comandante del 186° reggimento, seguito da una lunga doccia bollente! Ma alla fine chi ha vinto? Secondo il Generale Comandante <<ha vinto l’addestramento..>>. Ma lui si sa, è super partes… Mentre dalle parti di Siena sono tutti d’accordo: <<Si vince con l’addestramento...>> Per il resto “FOLGORE” Ten. Col. Stefano FANI’ RITORNO IN SOMALIA mentoring, advising e addestramento all’interno della città di Mogadiscio. Terminata la preparazione è stato il tempo delle ricognizioni e delle scorte del personale EUTM e EU sulle varie location deputate ad accogliere l’attività Il 24 Novembre 2013 sono rientrati gli ultimi paracadutisti del SSE 1, impegnati a Mogadiscio, in Somalia, da Maggio dello stesso anno. Fin dalla preparazione per la partenza i paracadutisti della 14^ Compagnia “PANTERE INDOMITE” hanno percepito le aspettative del Reggimento e provato il desiderio di lavorare in un Teatro di Operazioni da sempre presente nelle tradizioni e nei ricordi degli anziani del 186° Reggimento. Il compito dei paracadutisti è stato quello di garantire la sicurezza della missione europea chiamata EUTM Som. Tale Missione è impegnata nell’addestramento dei soldati somali per ricreare la struttura di un esercito organizzato che riesca a contrastare nella vecchia colonia italiana la minaccia di Al Shabab, “longa manus” di Al Quaeda. Giunti nel MIA (Mogadishu International Airport) i ragazzi della 14^ Compagnia hanno affrontato le sfide logistiche e operative legate all’apertura di un nuovo Teatro di Operazioni in una area tra le più pericolose al mondo. Giunti come advanced party, infatti, a premessa delle attività esterne, hanno stabilito la struttura logistica e definito le procedure tecnico tattiche più adatti a portare a termine il compito assegnato dal Comando della Missione. Nonostante l’assenza prettamente addestrativa della stessa, infatti, l’ambiente e la minaccia necessitavano, e necessitano tuttora, un approccio spiccatamente operativo al fine di garantire la sicurezza dei convogli e del personale EUTM impegnato in meeting, dei mentors ed advisors di EUTM. Le attività sono state sempre svolte con gran professionalità, tanto da portare ai “parà italiani” continui attestati di apprezzamento da parte tanto dei colleghi militari stranieri, quanto del personale dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite con i quali venivano via via a contatto. Durante tutte le attività effettuate si andava rafforzando nel personale italiano la sensazione di un forte legame culturale con la popolazione locale. Molti Somali, infatti, ancora parlano o capiscono l’italiano, retaggio del periodo dell’Amministrazione Fiduciaria Italiana, che ha portato il paese del Corno d’Africa verso l’indipendenza dal 1950 al 1960, e dei buoni rapporti mantenuti fino agli anni ’90. La città, inoltre, mostra ancora monumenti tipici del periodo coloniale italiano tali da inorgoglire i ragazzi delle Pantere impegnati nelle ricognizioni proprio in quei quartieri. Dopo alcuni mesi di attività i parà ritornano al termine del Hand Over/ Take Over con il SSE 2, anche esso estratto dalle “Pantere Indomite”, avendo maturato una esperienza di una Missione dai compiti molto diversi da quelli solitamente attribuiti loro, dimostrando, quindi, una grande versatilità e capacità di adattamento, caratteristica tra le più importanti dei parà della FOLGORE. Cap. Lorenzo LULLI Lunedì 16 dicembre 2013 presso la “Bandini” è stato salutato il personale in procinto di lasciare il servizio per essere collocato in congedo e quello in uscita dai ranghi per trasferimento. Il Comandante Col. R. Trubiani con partecipazione ha salutato il Primo Mar. Poeta Pasqualino e il pari grado Blancato Virgilio, ricordando e commentando, visto la lunga permanenza nel reparto, alcuni episodi legati alla loro persona. I due Sottufficiali preso la parola, con emozione e tristezza nel cuore, hanno espresso il loro ringraziamento a tutti i quadri presenti per il supporto e la collaborazione ricevuta. A seguire il Comandante ha salutato il personale che per scelta delle S.A. o per scelta propria, si accingono a lasciare il Reggimento, augurando ad ognuno di loro le migliori fortune e soddisfazioni. Il Magg. Di Bella Alberto, (non presente) e il Cap. Pinto Rino, sono stati trasferiti presso il Centro addestramento di paracadutismo in Pisa; il Cap. Crescini Ivan, trasferito il presso il C.do B. par. “Folgore” in Livorno. Il Cap. med. Pieroni Simone trasferito presso il Policlinico Militare del Celio in Roma; il Mar. Ord. Stendardo Nicola, (non presente) destinato alla Scuola di Fanteria in Cesano di Roma; i Sergenti Salcone e Pellerito, dopo aver vinto il concorso, sono stati destinati alla Scuola Marescialli dell’Esercito in Viterbo, con la speranza, al termine dei tre anni, di rientrare nei ranghi col grado di Maresciallo. Da ricordare il Caporal Maggiore Capo Scelto Pupillo Giovanni che dopo quasi venti anni di permanenza al reparto è stato trasferito anch’egli presso la Scuola Marescialli. Questi movimenti, anche se avvenuti per motivi diversi, confermano la continua ricerca da parte del personale di migliorarsi e l’Esercito che, per trasferire esperienze e professionalità laddove mancano o sono scarse, attua una propria mobilità. 1° Mar. Lgt. Franco Provenzale A cura dell’ Avv. Monica GREGORIANO del foro di Lagonegro (PZ) S.O.S. FEMMINICIDIO I piccoli uomini compiono azioni violente sulle donne i Veri Uomini" capiranno il senso della frase combattuta. Non è solo questo, in Italia c'è ancora un fortissimo maschilismo; il nostro è quel Paese dove solo nel 1981 è stato eliminato il reato di “Delitto d'Onore”, prova ne è che solo nel 1996, la violenza sessuale è stata inclusa tra i reati contro la persona; prima di tale data la violenza sessuale era un reato contro la morale, perciò aveva un certo valore solo se la donna era ancora vergine (avendo provocato un danno irreparabile nei confronti del futuro marito), ma valeva ben poco se non lo era. In questo quadro arretrato si inserisce il tema della violenza sulle donne, fare informazione su questo non è una scelta neutra: tocca tabù sociali, molto antichi, ed alcuni, purtroppo, anche nuovi evidenti sui social network e nei commenti ai siti che trattano di questo Nell'ultimo convegno a cui ho partecipato sul femminicidio, uno degli spot che mi ha colpito di più è questo: solo i piccoli uomini compiono azioni violente sulle donne…. i "Veri Uomini" capiranno il senso della frase! Uomini come i ragazzi della" Folgore" e come lo sono tanti altri, militari e non, impegnati quotidianamente nella difesa dei più deboli, di uomini donne e bambini senza discriminazione alcuna e che, ne sono convinta, mai e poi mai potrebbero usare violenza su un altro essere vivente, uomo o donna che sia. Il fenomeno del femminicidio e della violenza contro le donne in genere, si inserisce in questo contesto sociale di perdurante diseguaglianza e costituisce tuttora una realtà, sia a livello mondiale che nel nostro Paese. La parola femminicidio viene usata emotivamente per descrivere questi fenomeni ed è una parola brutta! Il femminicidio è di sicuro frutto di una discriminazione, di una ineguaglianza. Come recita wikipedia “femminicidio” è parola d’origine antica, in lingua inglese il termine "femicide" veniva usato già nel 1801 in Inghilterra per indicare “l’uccisione di una donna”. Termine utilizzato dalla criminologa Diana Russell nel 1992, nel libro scritto insieme a Jill Radford Femicide: " The Politics of woman killing”; in tale scritto la Russell identificò nel femmicidio una categoria criminologica vera e propria: una violenza estrema da parte dell’uomo contro la donna «perché donna». Elina Chouvet, artista messicana, ha dato vita al progetto “zapatos rojos” cioè “scarpette rosse” ha esposto nelle piazze principali, di molte città del mondo, migliaia di scarpe rosse a rappresentare le migliaia di donne che ogni anno sono vittima di femminicidio. Sono più di cento le donne uccise in Italia in meno di un anno, questa è un'emergenza che come tale va argomento. Femminicidio: cosa prevede il nuovo Decreto Legge 14 agosto 2013 n° 93, convertito in Legge 15 ottobre 2013 n° 119: prevenire la violenza di genere, proteggere le vittime e punire severamente i colpevoli, sono questi i tre obiettivi del decreto legge contro il femminicidio. Sulla base delle indicazioni provenienti dalla Convenzione del Consiglio d'Europa, fatta ad Istambul l'11 maggio 2011, concernente la lotta contro la violenza contro le donne e in ambito domestico, recentemente ratificata dal Parlamento, il decreto mira a rendere più incisivi gli strumenti della repressione penale dei fenomeni di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e di atti persecutori (stalking). Vengono quindi inasprite le pene quando: - il delitto di maltrattamenti in famiglia è perpetrato S.O.S. FEMMINICIDIO Solo un piccolo uomo usa viiolenza sulle donne per sentirsi grande Aut. Marinella Riccobene in presenza di un minore degli anni diciotto; - il delitto di violenza sessuale è consumato ai danni di donne in stato di gravidanza; - il fatto è consumato ai danni del coniuge, anche divorziato o separato, o dal partner. Un secondo gruppo di interventi riguarda il delitto di stalking: - viene ampliato il raggio d'azione delle situazioni aggravanti che vengono estese anche ai fatti commessi dal coniuge pure in costanza del vincolo matrimoniale, nonché a quelli perpretati da chiunque con mezzi informatici o telematici; viene prevista l'irrevocabilità della querela per il delitto di atti persecutori nei casi di gravi minacce ripetute. Sono previste poi una serie di norme riguardanti i maltrattamenti in famiglia: - i reati di maltrattamenti ai danni di familiari o conviventi e di stalking sono inseriti tra i delitti per i quali la vittima è ammessa al gratuito patrocinio anche in deroga ai limiti di reddito. Inoltre, sempre in attuazione della Convenzione di Istambul, si prevede il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi di protezione (tutela vittime straniere di violenza domestica); ed infine, a completare il pacchetto, si è provveduto a varare un piano straordinario di protezione delle vittime di violenza sessuale e di genere, che prevede azioni di intervento multidisciplinari per prevenire il fenomeno, potenziare i centri antiviolenza e i servizi di assistenza. Nel 2006 l'ISTAT ha condotto la prima indagine nazionale sulla violenza sulle donne intervistando donne di età compresa donne tra i 15 e i 70 anni Sono 6 milioni 743.000 le donne italiane che hanno subito alme- no una violenza fisica o sessuale nel corso della vita. Nel mondo, invece, sono oltre 600 milioni le donne che subiscono violenze, 3 milioni 961.000 le donne che sono state vittime di violenze fisiche (pugni, schiaffi ecc.); 5 milioni hanno subito violenze sessuali; le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi e a tutti i ceti sociali. Le scarpe rosse rappresentano il sangue che ogni giorno le donne versano per mano dei loro mariti, padri, ex compagni o fidanzati. Ogni paio rappresenta una donna e la traccia della violenza dalle donne; donne di cui rimangono solo le scarpe. La violenza ha come autori uomini molto diversi, nessuna ricerca ha rilevato specifici fattori come indicatori di rischio: né la razza, né l'età, né le condizioni socio- economiche e culturali, né una specifica condizione psico-patologica. LA VIOLENZA SI PUO' FERMARE? Difficile dare una risposta a tale domanda. Credo che il femminicidio, come pure la violenza sulle donne di cui costituisce l’aspetto estremo, sia una dura realtà che vada combattuta aspramente da noi tutti: istituzioni, cittadini e cittadine, maschi e femmine che siano. In Italia come nel resto del mondo, la violenza si può fermare se scartiamo l’ipotesi infondata di una connaturata malvagità del sesso maschile è così che possiamo pensare, più ragionevolmente, che un cambiamento, nel senso di relazioni più umane tra uomini e donne, venga dalla cultura, dall’educazione, dalle leggi, da una conoscenza di sé e dell’altro più consapevole. COME ERAVAMO nati per il corso di Ju-Jitsu dovevano attaccare all’arma bianca una postazione nella quale eravamo posizionati una ventina di Ufficiali, compreso un Colonnello inviato del Comando del VI Corpo d’Armata. L’esercitazione ebbe pieno successo. Ignoro, essendo stato nel frattempo trasferito allo SME, se vi siano state altre analoghe dimostrazioni. Torrnato a Livorno quale Vice Comandante del 1° Reggimento Paracadutisti, constatai che il Corso di Arti Marziali alla Folgore era stato affidato ad altre persone non della Folgore. Ho assistito a due lezioni e ho scritto in merito una relazione, decisamente negativa, che ho consegnato direttamente al Comandante della Brigat, Generale Gambarotta. Lasciato il Servizio, non ho cercato notizie di cambiamenti nell’organizzazione del reclutamento dell’Esercito: mi sono Premetto che sono sempre state un mio pallino, fin da quando, studente liceale a Terni e praticante a livello dilettantistico della boxe, constatai con quale facilità un amico potesse atterrarmi, nonostante il suo fisico fosse ben meno prestante del mio.Già alla Scuola di Applicazione di Torino avevo espresso questa opinione al mio Comandante di Sezione, Capitano Faenza, che la rappresentò al Comando della Scuola di Fanteria, ma con esito nettamente negativo (il mio Comandante del Corso, Maggiore Amour, mi chiamò e mi disse che avrei fatto meglio a studiare le materie scientifiche, dove avevo troppe lacune!). Giunto al Reggimento, avrei voluto frequentare un Corso di Arti Marziali, ma gli impegni per un Subalterno, specialmente se in servizio nella Capitale, non consentivano ulteriori attività. Accantonai pertanto il progetto, in attesa di tempi migliori, anche perché, quando cercavo di tirare fuori l’idea, mi accorgevo di non venire preso in considerazione. Solo a distanza di anni (nel frattempo ero stato assegnato alle Aviotruppe), ebbi occasione di parlare dell’argomento con il Comandante della Brigata Folgore, Generale Li Gobbi, che mi chiese di mostrargli gli elaborati (erano praticamente semplici appunti da me stilati) che gli consegnai. Dopo due giorni il Generale mi convocò, comunicandomi di aver approvato il suggerimento e ordinandomi nel contempo di selezionare la migliore delle Arti Marziali ai fini militari e successivamente reperire una palestra diretta da un valido insegnante di Ju-Jitsu. Mi misi subito alla ricerca e dopo 20 giorni di accurate indagini, mi diressi decisamente sul ju-jitsu, ritenendolo di gran lunga il più idoneo per i militari rispetto alle discipline sportivo-agonistiche come judo e karate. Ricevuto l’O.K. del mio Generale, cercai e individuai a Livorno una valida palestra di arti marziali diretta dal Maestro Avellino, Cintura Nera 4° DAN. Riferii il tutto al Comandante della Folgore; erano presenti i Tenenti Colonnelli Talluri e Parapini e il Maggiore Sagnelli. Il Generale mi ordinò di selezionare immediatamente 20 giovani Sottufficiali della Folgore con i quali organizzare un corso militare di Ju-Jitsu, del quale diventavo il responsabile. Iniziammo pertanto il Corso al quale, oltre a me, parteciparono anche i 3 Ufficiali Superiori citati. Dopo due anni, io avevo raggiunto la qualifica di “Cintura Blu” e dei 20 allievi, 2 erano “Cintura Blu”, 10 erano “Cintura Verde” e 8 “Cintura Arancione”! Da Tenente Colonnello, assunto il comando del 2° Battaglione della Folgore, la direzione del Corso di Arti Marziali fu attribuita al Capo Ufficio O.A.I.O del 1° Rgt. Par. Nel frattempo ebbi due occasioni per mettere in pratica entrambe le attività di cui parlo ora. In una fase di scambio di Reparti nell’ambito NATO, il Comandante della Compagnia Britannica assegnata per le esercitazioni al mio Battaglione, si complimentò per la preparazione al combattimento corpo a corpo dei miei paracadutisti (erano i 20 Sottufficiali frequentatori del Corso di ju-jitsu, assegnati per l’occasione al mio Reparto). Sempre durante il periodo di comando del 2° Battaglione Par. ricevetti l’ordine di predisporre nella zona di Carpegna un’esercitazione notturna nel corso della quale i 20 Sottufficiali selezio- felicitato quando ho appreso che l’ormai anacronistica leva era stata abolita. A mio parere la realizzazione poteva essere migliore ed essendo io diventato giornalista dopo il pensionamento, mi sono espresso in tal senso in due articoli, pubblicati sul Sito GSA Master News. Per quanto riguarda il Ju-jitsu di cui ero stato promotore alla Folgore, sono poi marginalmente venuto a conoscenza che l’addestramento era finito, non credo per decisione del Comando della Brigata, dove mi risulta che l’iniziativa, almeno da parte di alcuni, era stata chiaramente apprezzata. Scrivo questi ricordi con profonda amarezza, ma anche con orgoglio, perché ritengo di aver fatto il mio dovere di Soldato, nella piena e cosciente convinzione che l’Esercito Italiano sia sempre stato una Istituzione di alto livello, efficiente, sana e capace, ma che troppo spesso l’innato e doveroso senso del dovere e della disciplina dei suoi Membri a tutti livelli non consentano al Militare di contestare gli errori. Al Soldato di ogni grado spetta mantenere sempre alto il profilo della sua efficienza e correttezza, rappresentando ai Superiori ciò che ritiene errato, dopo di che deve comunque eseguire, senza alcuna riserva, gli ordini ricevuti. In questa circostanza ho ritenuto errati alcuni ordini ricevuti. Da Comandante l’ho rappresentato disciplinatamente nei dovuti modi, poi, da Soldato, li ho eseguiti. Fatto ciò, ora, a distanza di tanti anni, ritengo doveroso rappresentare quanto ho ritenuto errato. I motivi degli errori non spetta ricercarli al vecchio Soldato, abituato ad ubbidire! Però, attualmente, con mia massima soddisfazione, un altro Granati, Cintura Nera 4° DAN di Ju-Jitsu (e anche lui Paracadutista) addestra i futuri Istruttori di Arti Marziali di un Reggimento della Folgore, palese segno che l’idea era valida. Ho avuto il privilegio di essere stato invitato ad assistere recentemente alle qualificazioni dei nuovi Jujutsuka con le Stellette e per me è stata la visione della realizzazione di un antico, amato sogno, che vedevo realizzarsi. A me basta! Generale di C.d’A. (R.O.) Umberto Granati “Ah m’ arcord !!”. Eh si! è proprio così! volgi indietro lo sguardo e non uno ma tanti umori, tanti destini, tanti visi sfilano muti nei ricordi che ti sei lasciato lungo il percorso terreno, tortuoso e difficile; accompagnato da tante fertilissime vite, spente nelle più variegate vicissitudini: emblematiche figure, che non hanno mai abbandonato la tua ispirazione, la tua forza, la tua ragione. Così, ti avvolgi in questo scialle, dove, impresse su porcellane bianche, ci sono tante e tante foto che guardano stupefatte le tensioni, come vigili "marcantoni" dalla statura spropositata. Ed è proprio lì, che il tuo tempo rimane sospeso tra il vuoto e le cose; è proprio lì, che il dolore del tuo corpo non è più solo il tuo dolore; ed è proprio lì, in quel momento, che la saggezza assimilata nei ricordi, guida, muta, il tuo sentiero. I suoni, gli odori e i sensi si assopiscono, e in gola batte un vuoto sopra un'anima spoglia. Il ricordo inghiotte il sorriso, e quando la luce dell'alba illumina il continente della solitudine, in quell'angolo di cielo, come bimbo invecchiato dal tempo, singhiozzi sulla favola bella che un tempo t'illuse e che oggi t'illumina, sulla scia della sorte. Una stilla di luce riempie il tuo giorno e un'aria fresca scende giù dal lago. Gli occhi si bagnano, e nella luminosità delle pupille approdano naufraghe irrisolte chimere, dagli sguardi lascivi, che sanno accendere il rosso bagliore dei tuoi occhi. Piovono lacrime sulla coscienza e stelle di felicità cadono, nel trasmettere gli insegnamenti appresi. Rifletti, taci, e ti accorgi che ogni volta che torni a cantare sopra i cinerei ricordi, il dolore aumenta. Compri un fiore, e lo utilizzi per alleviare il peso dell'anima, ti guardi attorno, e ti accorgi che stai respirando lentamente, sui dolci sussurri di un insieme sconnesso di fotogrammi. Ti perdi, tra le pareti di un argenteo cuore, e guardi scorrere le parole come un fiume in piena, in un'aria grigia e sorda, dove muoiono tutti i rumori. Ed è proprio lì, in quel momento, che stai vivendo i tuoi ricordi! Si! proprio lì, stai vivendo la tua vita. Ten. Col. P.De Laurentiis L’ A N G O L O DELLA SALUTE IL TUMORE AL COLLO D E L L’ U T E R O Il tumore del collo dell’utero è stato per molto tempo il più frequente tumore nel sesso femminile, associato ad un’alta mortalità. Attualmente, nel mondo occidentale, si assiste ad una continua diminuzione di incidenza e di mortalità, grazie soprattutto all’introduzione di uno strumento estremamente efficacie di diagnosi precoce, il Pap-test. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati 3.500 nuovi tumori della cervice, con una media di un caso ogni 10.000 donne: una donna ogni 163 si ammala di questo tumore nel corso della vita, ma meno dell’uno per mille ne muore. La diagnosi sempre più precoce consente infatti di utilizzare una terapia efficacie e spesso risolutiva. Il cancro della cervice uterina è legato, nella maggior parte dei casi, all’infezione da Papilloma virus (HPV) che si contrae per via sessuale: comportamenti che tendono a limitare le possibilità di infezione (quali l’uso del preservativo e la vaccinazione contro HPV per le giovanissime) sono dunque protettivi. E’ importante ricordare che la maggior parte delle donne che contrae l’infezione da HPV non per forza svilupperà il tumore della cervice uterina, in quanto la sua comparsa è connessa ad una serie di fattori (sia del virus stesso che della persona che lo contrae). Oltre ad HPV, ci sono una serie di fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di sviluppare il tumore: il fumo di sigaretta, la presenza in famiglia di parenti strette con questo tumore (anche se la momento non sono ancora stati identificati dei geni responsabili di aumentare la suscettibi- lità), una dieta povera di frutta e verdura, l’obesità. Nelle fasi iniziali, il tumore è spesso asintomatico oppure presenta un sintomatologia subdola. Tra i sintomi che devono destare sospetto ci sono: le perdite anomale di sangue (dopo rapporto sessuale, tra due cicli mestruali o in meno pausa), perdite vaginali senza sangue oppure dolore durante i rapporti sessuali. La principale strategia “terapeutica” oggi è rappresentata dalla diagnosi precoce, che si può attuare grazie all’esecuzione del Pap-test. Non si tratta di una terapia, ma di un esame diagnostico che mira a identificare il tumore nelle fasi inziali di malattia e a mettere in atto, eventualmente, delle strategie terapeutiche che possano essere più efficaci oltre che con minori effetti collaterali. Il Pap-test è un esame semplice e di rapida esecuzione. Consiste nell’effettuare un raschiamento della cervice uterina (manovra indolore) e nel prelevare le cellule raschiate. Queste verranno successivamente analizzate per identificare l’eventuale presenza di elementi displastici o tumorali. Il Pap-test viene offerto gratuitamente a tutte le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni. L’invito avviene a mezzo lettera da parte della propria Azienda Sanitaria locale ogni 3 anni. In ogni caso ci si può rivolgere al proprio medico curante per valutare la possibilità di effettuare il test. Per maggiori informazioni consultare il sito www.airc.it Ten.med. G. Lucarelli A cura del 1° C.le Magg. A. BARONE C H E S A T I R A T I R A I nostri più affettuosi Auguri E’ nata Sofia figlia del Capitano Villa E’ nata Denise figlia del C.M.C.S. Angeloni E’ nata Aurora figlia del C.M.C. Capponi E’ nato Marco figlio del C.M.S. De Cubellis Il libro è un romanzo epistolare, riporta le lettere, una parte, che mio padre Giovanni e mia madre Paola si scambiarono durante i lunghi anni del loro rapporto, da quando si conobbero nel 1938, alla quasi immediata separazione a causa della guerra, fino al ritorno di lui dalla prigionia ai primi del 1946. Ho curato la scelta tra migliaia di lettere, collegando gli anni che vanno appunto dal 1938 al 1945 con l’inquadramento storico del momento, richiami alla quotidianità dell’epoca, cercando di mettere in risalto e trasmettere a chi avrà voglia e tempo di leggere, come era fatto e su cosa era basato un rapporto sentimentale in quei tempi, che non sono poi tanto lontani, quando ci si scriveva in bella grafia anche due volte al giorno, i telefoni erano cosa rara e non c’erano computer e tablets. Il titolo “L’amore di carta” mi è venuto spontaneo fin dal primo momento in cui pensai di fare questo lavoro, molti anni fa, perché tra mio padre e mia madre furono molte di più le parole scritte sulla carta di quelle dette a voce. Infine la copertina del libro ha un suo significato: Giovanni e Paola insieme, una rappresentazione della battaglia di El Alamein, il filo spinato che rappresenta la prigionia di Giovanni, Paola da sola. Il libro è stato pubblicato come e-book, può essere acquistato al costo Nelle foto il Serg. Magg. Giovanni Onano con alcuni Paracadutisti della 13^ Compagnia V° BTG di € 9,99 sul web. Ecco alcuni link che indirizzano ad alcune tra le varie librerie che lo hanno appena posto in vendita: http://www.ultimabooks.it/idol2/result/?q=L% Calendario del 1942 27amore+di+carta http://libreriarizzoli.corriere.it/is-bin/INTERSHOP.enfinity/ WFS/RCS-RCS_PhysicalShops-Site/it_IT/-/EUR/ ViewParametricSearch-SimpleOfferSearch?webformid=WFSimpleSearch&DefaultButton=findSimple&PageSize=12&Se archCategoryUUID=3LisEWcWngkAAAEp_Z8fmqFz&WFSimpleSea rch_NameOrID=l%27amore+di+carta http://www.cubolibri.it/search?q=L%27amore+di+carta&c=&c ategory=&id=&order=&type= http://www.bookrepublic.it/search/?query=L%27amore+di+cart a http://www.ebookizzati.it/ebook-l-amore-di-carta-salvatoreonano-salvatore-onano-idprd523917.html#PrdAnc FESTA DI CARNEVALE per i Bambini dei Paracadutisti 28 FEBBRAIO 2014 ore 17.00 Presso il Circolo Unificato - Caserma Bandini. Le mamme possono preparare qualcosa di dolce o di salato da condividere. IL P.A.S.F.A . offrirà un assaggio di porchetta. Adesioni entro il 24 febbraio al seguente indirizzo e mail : [email protected] tel . 0577565212 RASSEGNA STAMPA SOMMARIO Inaugurazione Viale degli Eroi 2 D S O S O M M M A R I I C E M B R E 2 0 O M La Folgore rispolvera un classico “ La Mangusta” 3 Ritorno in Somalia 4 S.O.S .Femminicidio 5/6 Che Satira Tira ed Eventi Lieti 11 Memo e Avvisi 12 Convenzioni 14 Note 17 1 3 N ° 7 CONVENZIONI RISTORANTI GROTTA DI SANTA CATERINA - BAGOGA Via della Galluzza, 26 Siena - Tel. 0577 282208 Sconto 20% sul menu alla carta. Sconto 10% sulla carta di vini. OSTERIA CACIO E PEPELoc. Le Lodoline Vagliagli (Ex Pinetina) Castelnuovo B.ga Tel. 05771652898 Sconto 20% sul menu alla carta e del 10% sulla carta di vini OSTERIA SBARBACIPOLLA Piazza. B. Scala n. 11, Colle Vale D’Elsa Tel. 0577 926701 . Prezzi agevolati DA MEME’ (EX VECCHIA MINIERA) Ristorante Pizzeria Loc. Uopini Monteriggioni Tel. 0577318118 Sconto 10% sul menu alla carta comprese le bevande. 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Oggi di è la e non non Non non la della è è che il degli non della di peggio che come se ciò è la da è e anche al e e i che è in pieno in della che di alla Non alla noi, Mi hai colpo? non che ha donna il non con le di di da non e la o che in di le e in il al con Non Non di e non non del i la che non che è con alla che non Non ai baci, alle e che in un umana e che e di di Ho e credo di peggiore che già d pieno con di che che in una e e ho ai bianca e che ho Ciancian. che è che è pazzia, Non la che a ogni in il come una e canzone che e ” che ho la e nel da incubo. le la che il già ho i e poi i io la licenza al a ai che non ho piccola ho che Come è il di a ho i a o lo loro alla io e alla a li è Ci in a il e belle a di li in del a di in pena. e di di ed i non di Che e da non di e di Non come e alla con e sono di Ciancian e … In questo numero hanno collaborato: Gen. di C.d’ A. U. Granati, Col. R. Trubiani, Ten. Col. A. Intruglio, Ten. Col. S. Fanì, Ten. Col. P. De Laurentiis, Ten. Med. G. Lucarelli, Cap. Lorenzo Lulli, Avv. M. Gregoriano, Cms F. Mastrolia, 1° C.le F. Barone PER IDEE, PROPOSTE e COMUNICAZIONI D’INTERESSE COMUNE CONTATTATARE LA REDAZIONE Ten. Col. Angelo Intruglio e Dott.ssa Giovanna Passeri PRESSO UFFICIO MAGGIORITA’ E PERSONALE AL SEGUENTE INDIRIZZO EMAIL: [email protected] Tel. 0577565200 NOTIZIE dalla REDAZIONE Per aggiungere o eliminare un indirizzo privato dalla nostra Mailing List, per ricevere copia della newsleƩer, per disdire l’invio, inviare un email a: [email protected]
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