Guido Cappellini, manager del Team New Star, controllo lo scafo numero 20 dopo l’incidente patito da Nikita Lijcs. Niente da fare: il catamarano su cui gareggiava anche Alex Carella, non sarà più in grado di scendere in acqua in questa 24 Ore di Rouen MOTONAUTICA Finale amaro nella prima tappa del Mondiale Endurance Carella: show, rimonta, delusione Lijcs in volo, il New Star 1 si ritira Nella 24 Ore di Rouen il successo bis di Philippe Chiappe (e Ale Canzi…) con il Nollet 1 (ma che brividi!), mentre l’iridato piacentino ha dovuto alzare bianca durante la quindicesima ora di corsa quando il New Star 1, alla cui guida c’era in quel momento il giovane lettone Nikita Lijcs, è stato tradito da un’onda: troppo gravi i danni patiti dal catamarano con il numero 20 sulla livrea per poter riprendere la corsa - Vanificata la prestazione super del piacentino che, dopo le due ore di guida notturna di mercoledì, in mattinata era anche riuscito a portare il New Star 1 in terza posizione assoluta e prima di Classe 2: «Peccato! Resta l’amarezza, ci mancherebbe, ma lo sappiamo tutti che su questo circuito le sorprese sono sempre possibili» - New Star 2 al 5° posto ROUEN (Fra), venerdì 2 maggio - Non tutte le ciambelle riescono col buco. Già! Ma se siete in Alta Romandia, e per puro caso proprio a Rouen, ad andare di traverso potrebbero essere i famosi e dolcissimi macarons oppure, per restare ancora di più in tema con il fascino di una città davvero unica, potrebbero essere le larmes de Jeanne d’Arc, vale a dire mandorle tostate e glassate con caramello o cacao. Che poi, nel regno transalpino delle mele (e del formaggio: che guaio con la glicemia…), se le digerisci male, non riesci a mandarle giù neppure con un bel bicchiere di Calvados. A scoprirlo, in questo delirio enogastronomico tutto e solo nostro, è stato anche Alex Carella che, dopo il successo assoluto del 2013 aggregato al Team Nollet-Drakkar di Philippe Chiappe, quest’anno stava partecipando alla 24 Ore di Rouen, edizione numero 51, come leader del neonato Team New Star russo, gestito da Guido Cappellini nelle vesti di Team Manager e dagli uomini della Dac. Stava partecipando, appunto, perché l’avventura di New Star 1, il catamarano con il numero 20 sulla livrea, s’è interrotta questa mattina poco dopo le 9 (quindicesima ora di gara) quando al timone dello scafo c’era il non ancora 19enne Nikita Lijcs (compleanno tra nove giorni), lettone di Jurmala, iridato baby nella classe JT-250 nel 2010: un’onda presa di traverso, pericolo costante nella corrente della Senna quando si gira attorno all’Isola Lacroix, e il catamarano nato sotto i capannoni di Arosio è volato in aria e poi è… affondato. Nessun problema per Lijcs (efficientissimo, come sempre, anche il servizio di sicurezza della corsa che ha recuperato e riportato al paddock lo scafo), ma una volta tirato a secco, il New Star 1 ha mostrato tutte le sue magagne: troppi i danni, in particolare quelli riportati al serbatoio, per poter solo pensare di scendere di nuovo in acqua. Au revoir Rouen, per quest’anno. SHOW VANIFICATO Un vero peccato, perché New Star 1, lo scafo di Carella (equipaggio completato da Konstantin Ustinov e Mikhail Kitashev, oltre che da Nikita Lijcs), dopo aver concluso in sesta posizione assoluta e quarto di classe la prima giornata (14 ore in acqua), questa mattina aveva ricominciato alla grande, con il solito show del tre volte campione del mondo di F1 che, dall’alto della sua esperienza e della sua classe, aveva sopperito anche alla difficile guidabilità delle scafo che, nella giornata di mercoledì, aveva rotto ben due eliche, con altrettante soste (e dieci giri regalati agli avversari) per cercare di rimediare ai danni. Eppure, con New Star 2 (Andrey Paniushkin, Roman e Dmitriy Vandishev) in fuga, terzo assoluto e leader di Classe 2, durante la quindicesima ora di corsa era appunto cominciato lo show di Alex. Sino al sorpasso del catamarano gemello! Alle 9, il tabellone dei risultati, dava ancora un risultato quasi analogo, prefigurando un finale da fuochi d’artificio: 1. Nollet 1 (Classe 3 - Larigot, Chiappe, Peter e Nelson Morin) 488 giri: 2. Nollet 2 (Classe 3 - Talent, Loutz, Fouquet e Un (ancora) sorridente Nikita Lijcs: era lui alla guida dello scafo n. 20 al momento del capottamento (Rejs) Jousseame) 466 giri; 3. New Star 2 (Classe 2 - Paniushkin, Roman e Dmitriy Vandishev) 448 giri; 4. New Star 1 (Carella, Lijcs, Ustinov e Kitashev) 447 giri; 5. Navikart 2 (Classe 2) 445 giri; 6. Navikart 1 (Classe) 433. Il ballo dei tandem, insomma, con tre Team a occupare le prime sei posizioni e una considerazione tecnica abbastanza evidente: gli scafi di Classe 2 (240 cavalli a disposizione contro i 350 dei catamarani di Classe 3) grandi protagonisti, tanto che il terzo scafo di Classe 3, il Pegaso che si era piazzato in 2ª posizione assoluta nel 2013, occupava al momento solo la 7ª posizione. RESTA LA RABBIA Da lì in poi, pur con qualche rapida sosta anche per il Navikart 1 (collisione con un tronco), la corsa non ha più riservato grandi sorprese, a parte la parziale rimonta del Team Pegaso e la rabbia di molti quando, in mattinata, per il passaggio di alcune chiatte (un annoso problema per la 24 Ore!), la bandiera gialla aveva dovuto essere esposta per ben due volte. Schivato il pericolo, si è andati al gran ballo finale, al quale ha partecipato anche il New Star 2 (il quinto posto assoluto e terzo di Classe 2 è giustamente da applaudire, soprattutto tenendo in considerazione che è rimasto in corsa per il successo di Classe 2 per 22 ore su 24) che, nelle prime ore di giornata, solo per un eccesso di sicurezza, era stato portato a secco per sostituire il piede poppiero, senza dimenticare i ripetuti guai al motore (prima una candela, poi una bobina, infine l’iniezione). Il patron del team Andrey Kitashev, non può nascondere l’amarezza, ma vede anche il lato positive del terzo posto: «Certamente abbiamo avuto molta sfortuna, con così tanti guasti ad entrambe le barche. Ma siamo sul podio, e questo significa che stiamo lavorando nel modo giusto». Al tirar delle somme, sul podio, appunto, a fianco di Chiappe e compagnia (ma che brividi nel finale quando lo scafo con il numero 1 ha dovuto essere tirato a secco in ben due occasioni, la prima per un problema al piede), ci è andato solo Ale Canzi, lo «storico» radioman di Carella, che a sua volta, per forza di cose, non può di certo sorridere: Un passaggio in tandem del Team New Star: in primo piano il n. 20 di Carella poi costretto al ritiro, in alto il n. 22 (Paniushkin, Roman e Dmitriy Vandishev) che ha concluso con un 5° posto assoluto, terzo in Classe 2 (Reys) «Peccato! Avevamo rimesso a posto le cose e, nonostante qualche problema di guida, eravamo pronti per il gran finale: credo che il primato di Classe 2 avrebbe potuto essere alla nostra portata. C’è rabbia, ci mancherebbe, ma non possiamo imputare niente a Nikita, il più giovane del gruppo, che adesso è il più abbacchiato del gruppo. Lo sappiamo che, in una 24 Ore, le difficoltà si possono incontrare, improvvisamente, in qualsiasi momento. Ma è stata, ancora una volta, una grandissima esperienza. Quelle due ore di notte, poi! Da brivido. Aevamo deciso che, vista la limitata esperienza dei compagni, avrei dovuto fare tutto da solo. Una certezza, adesso ce l’ho: guidare a 200 allora, praticamente al buio, è una cosa da matti; una cosa che solo noi possiamo fare, ma è stata una delle cose più emozionanti della mia carriera in barca. Non vedo l’ora che sia già 2015. Per riprovarci». E’ festa, ovviamente, in casa Chiappe che ha così centrato il bis, dopo il successo dello scorso anno quando era alla diciottesima partecipazione alla corsa probabilmente più amata dai francesi: «Mamma mia! Abbiamo dominato per 23 ore e mezza e poi abbiamo rischiato di buttare tutto in fondo alla Senna. Negli ultimi istanti ce ne sono davvero successe di tutti i colori! All’improvviso il motore è ammutolito, sembrava morto quando mancavano solo 600 metri per arrivare sotto la bandiera a scacchi. In darsena abbiamo trascorso alcuni minuti che sembravano lunghi un’eternità, poi (tra un’esplosione di gioia e di applausi) il motore è ripartito e così, grazie al massiccio vantaggio che avevamo acquisito in precedenza, siamo riusciti a vincere. D’accordo, ci fosse andata male avrebbe vinto la nostra barca gemella, ma è… meglio aver vinto noi». 24 Ore di Rouen 2014: 1. Nollet 1 (Classe 3 - Chiappe, Larigot, Peter Morin, Nelson Morin) 715 giri (pari a 2.717 km); 2. Nollet 2 (Classe 3 - Talent, Louz, Fouquet, Jousseaume) 709 giri; 3. Navikart 2 (Classe 2 - Betin, Doublet, Lambert, Loones) 696 giri; 4. Navikart 1 (Classe 2 - Sebastien Lemoine, Delambre, Stephane Lemoine, Brandt Bjerknaes) 668 giri; 5. New Star 2 (Classe 2 - Paniushkin, R. Vandyshev, D. Vandyshev) 665 giri; 6. Pegase (Classe 3 - Boyard, Savin, Jarnigon, Ravanel) 662 giri; 7. Neptune (Classe 2 – Ducellier, Manchon, Schuft, Koenig) 650 giri; 8. Touax Peerformance (Classe 3 - Boulier, Le Goadec, Lecomte, Le Deunff) 578 giri; 9. Balt Yacht (Classe 2 - Uvis Slakteris, Atis Slakteris, Marszalek, Kourtsenovky) 575 giri; (…) 22. Team Privilege (Classe 2 - Catelin, Bersoult, Fremondiere, Benavente) 249 giri. Ale Canzi (con Peter Morin) mostra soddisfatto il numero 1 del Team Nollet con cui ha lavorato (e vinto) in questa edizione n. 51 della 24 Ore di Rou en: il loro è l’Ok giusto, mentre quello di Alex Carella è di… circostanza
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