ENCOPER Ente Nazionale Costruttori Pavimenti e Rivestimenti Ente giuridico senza scopo di lucro registrato nr 10 Prefettura Padova Titolo Linee guida piazzali in progettazione, l'esecuzione armonia con le norme esecuzione e collaudo dei uso industriale". calcestruzzo criteri per la ed il collaudo dei piazzali in UNI 11146 "progettazione, pavimenti di calcestruzzo ad La presente linea guida si applica anche ai piani di copertura adibiti a parcheggio, estendendosi ai pavimenti di calcestruzzo per uso stradale e aeroportuale. Sommario Il testo specifica i requisiti essenziali necessari alla durabilità di tutte le piastre in calcestruzzo non protette perchè esposte alle intemperie. Tratta per questo manufatto i requisiti essenziali di resistenza meccanica e stabilità non previsti nella più generica norma UNI 11146 Indica i costituenti e le proprietà del calcestruzzo, fresco e indurito; Considera, per tutte le piastre esposte e non protette, le deformazioni prevedibili indicandone, laddove possibile, i presidi, poiché il carattere prestazionale di questo pavimento è fonte di profitto o perdite per l’utilizzatore. Sigla LGPE Revisione 01 Organo competente Commissione tecnica ENCOPER Approvazione Il Consiglio Direttivo Autorizzazione emissione Il Presidente Entrata in vigore sede: Via Dolomiti 6 int. 2 35018 SAN MARTINO DI LUPARI (PD) Fax 049 9461607 2014-02-10 Partita IVA 02731370280 www.encoper.org segreteria: Via A Ratti 130 20017 RHO (MI) Fax 02 93500714 ENCOPER Ente Nazionale Costruttori Pavimenti e Rivestimenti Ente giuridico senza scopo di lucro registrato nr 10 Prefettura Padova INDICE sezione 1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 3 sezione 2 RIFERIMENTI NORMATIVI 3 sezione 3 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 3.6.1 3.7 TERMINI E DEFINIZIONI Massicciata di supporto Solaio Soletta Strato o manto d’usura Giunto di dilatazione Imbarcamento (curling) Inarcamento Caposaldo 3 3 3 3 3 3 3 4 4 Sezione 4 4.1 4.2 4.3 4.4 4.4.1 DIMENSIONAMENTO E ACCORGIMENTI Spessore Armatura Pendenza Calcolo apertura giunto di dilatazione La sigillatura dei giunti 4 4 4 4 5 5 sezione 5 5.1 5.2 5.3 5.3.1 5.3.2 5.3.3 TIPOLOGIE COSTRUTTIVE Piazzale su massicciata stratigrafia del sistema Stratigrafia del sistema su piano copertura parcheggio Lo strato d’usura Il tipo di finitura La resistenza all’abrasione all’usura all’urto Trattamento superficiale compatibile 5 5 6 7 7 7 7 sezione 6 6.1 6.2 6.3 CALCESTRUZZO Aggiunte Tempi di percorrenza dall’impianto al cantiere Maturazione protetta 6 7 7 7 sezione 7 7.1 7.2 7.3 LA SITUAZIONE CLIMATICA AL GETTO Il clima caldo Il clima freddo L’azione del vento 7 8 8 8 sezione 8 8.1 DEFORMAZIONI L’azione del cloruro 8 8 sede: Via Dolomiti 6 int. 2 35018 SAN MARTINO DI LUPARI (PD) Fax 049 9461607 Partita IVA 02731370280 www.encoper.org segreteria: Via A Ratti 130 20017 RHO (MI) Fax 02 93500714 LINEE GUIDA ENCOPER PIAZZALI IN CALCESTRUZZO pag 3 1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE Il presente testo definisce i criteri per la progettazione, l'esecuzione ed il collaudo dei piazzali di calcestruzzo, costituiti da una piastra di calcestruzzo e da eventuali trattamenti superficiali atti a migliorare le prestazioni della superficie. Scopo primario di queste linee guida è di definire l’insieme di elementi atti a sostenere i diversi tipi di azioni innescate dai carichi d’esercizio conferendo al pavimento industriale il giusto carattere prestazionale. Il presente testo si applica anche ai piani di copertura adibiti a parcheggio, estendendosi ai pavimenti di calcestruzzo per uso stradale e aeroportuale. 2. RIFERIMENTI NORMATIVI Il presente testo rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo, mentre la lista completa è riportata nelle norme UNI 11146 "progettazione, esecuzione e collaudo dei pavimenti di calcestruzzo ad uso industriale”. Queste linee guida completano tale norma di riferimento per quanto riguarda i piazzali in calcestruzzo ed i piani di copertura adibiti a parcheggio. 3. TERMINI E DEFINIZIONI Ai fini del presente testo, si applicano i termini e le definizioni che non sono riportati nella norma UNI 11146 di riferimento. 3.1 Massicciata di supporto Mono o multistrato con funzione di assorbire le sollecitazioni impresse dai carichi alla pavimentazione in modo che il calcestruzzo sia sollecitato esclusivamente a compressione. Il valore della costante K o del Modulo di Deformazione (Ev) devono essere rilevati con prove specifiche del terreno, con piastra statica o con piastra dinamica (LDWT). Il valore minimo di progetto per una massicciata idonea a sopportare carichi stradali deve risultare 3 uguale o superiore a Kmin =0,10 N/mm . Per i piani di copertura i carichi verranno sopportati dalla struttura portante costituita dalla soletta. 3.2 Solaio Il solaio è la struttura piana costituita da elementi prefabbricati avente la funzione di separare in altezza lo spazio interno di un opificio e di trasmettere i carichi d’esercizio, alle strutture verticali di sostegno. Gli elementi prefabbricati sono provvisti di una monta nel senso longitudinale che deve essere pareggiata con il getto della soletta di collegamento 3.3 Soletta E’ il collegamento in cemento armato che copre tutta la superficie del solaio solidarizzando i vari elementi tra loro. La presenza della soletta fa si che il solaio sia assimilabile ad un elemento strutturale bidimensionale, in grado di trasferire i carichi alle strutture portanti perimetrali diffondendoli lungo la propria superficie. Il getto della soletta serve a pareggiare le differenze di quota tra solaio e solaio, annullare per quanto possibile la monta longitudinale del solaio, e ricoprire la giunzione tra i solai 3.4 Strato (o manto) di usura Lo strato d’usura è lo strato superiore di un pavimento di calcestruzzo più o meno spesso, composto da materiale indurente e cemento, che si applica sul calcestruzzo per salvaguardarne lo strato corticale dall’abrasione e dall’usura. Per i piazzali esterni è consigliabile lo strato d’usura cosi detto a spolvero. Lo spolvero è una miscela di indurente e cemento, da applicare anidra così tal quale, a semina o spolvero sulla superficie del calcestruzzo in fase di presa. Il quantitativo varia a seconda della situazione climatica al momento del getto ed in subordine al tipo di calcestruzzo impiegato. Lo spessore di materiale applicato non può essere indagato con certezza. La planarità ottenibile con questo metodo non è delle migliori poiché subordinata all’indurimento differenziato o meno dei diversi strati della massa di calcestruzzo. Con l’applicazione del prodotto manuale la tolleranza di planarità è di 9 mm misurati su una staggia di 2 metri. Per questo motivo la pendenza necessaria per ridurre i ristagni d’acqua è stabilita nella grandezza dell’1,5%. UNI 11146 “progettazione, esecuzione e collaudo dei pavimenti di calcestruzzo ad uso industriale”. 3.5 Giunto di dilatazione Favorisce l'espansione dovuta ad escursione termica del calcestruzzo indurito (pavimento del piazzale), ed assorbe i movimenti derivanti. ENCOPER LINEE GUIDA LGPE 2014 LINEE GUIDA ENCOPER PIAZZALI IN CALCESTRUZZO pag 4 Sono giunti realizzati a tutto spessore con una netta separazione attraverso l’applicazione di materiale comprimibile, con lo scopo di assorbire i movimenti termoigrometrici della piastra di calcestruzzo. I giunti di dilatazione devono coincidere con i giunti di costruzione (arresto del getto giornaliero) e devono formare campi di getto il più possibile quadrati, separando a tutti gli effetti i due getti con materiale comprimibile il cui spessore deve essere calcolato secondo il paragrafo che segue.. Questo giunto è necessario nei piazzali, piani di copertura, strade ed aeroporti per consentire alla massa di calcestruzzo di espandere senza che i bordi delle piastre si comprimano a seguito dell’irraggiamento diretto sulla superficie. 3.6 Imbarcamento (curling) Deformazione di tutte le piastre di calcestruzzo dovuta alle contrazioni differenziali tra la parte superiore e quella inferiore ( a contatto con il supporto) della piastra a causa della diversa velocità di evaporazione dell'acqua tra i due strati. La deformazione si manifesta come un incurvamento concavo bidirezionale della piastra e sollevamento degli spigoli. Nota Questo fenomeno si manifesta su tutti i pavimenti e piazzali di calcestruzzo ed è una conseguenza dell'elevato rapporto tra superficie esposta all'aria e sezione della pavimentazione. La superficie superiore è infatti direttamente esposta all'evaporazione; quella inferiore è invece a contatto con il sottofondo e quindi meno interessata da tale fenomeno. Il calcestruzzo esposto all'aria è pertanto soggetto ad un'evaporazione più rapida, e quindi ad un maggior ritiro di quello a contatto con il sottofondo. Piastre sottili (cioè con un elevato rapporto superficie/sezione), così come piastre realizzate su supporti impermeabili (barriere al vapore, pavimenti vecchi, solette, ecc.) tendono a subire un maggior imbarcamento delle piastre realizzate su supporto drenante. 3.6.1 Inarcamento Deformazione delle piastre di calcestruzzo esposte all’esterno dovuta alle contrazioni termiche differenziali tra la parte superiore e quella inferiore ( a contatto con il supporto) della piastra a causa della diversa temperatura allorchè la superficie è esposta ad irraggiamento solare. La deformazione si manifesta come un inarcamento convesso bidirezionale della piastra per sollevamento della parte centrale. 3.7 Caposaldo Punto fisso, non modificabile accidentalmente, rispetto al quale si imposta la quota di riferimento del piazzale da realizzare. In generale vengono prese a caposaldo le quote dei chiusini a cui il piazzale si deve raccordare. I chiusini o caposaldi devono rispettare le tolleranze di orizzontalità riportate nelle UNI 11146 al paragrafo 6.2 prospetto 3. 4. DIMENSIONAMENTO E ACCORGIMENTI Il concetto generale per dimensionare lo spessore del pavimento in calcestruzzo considera il pavimento come una struttura non armata poiché si ammette che la sezione in calcestruzzo si opponga ai carichi senza presentare stato fessurativo. (non sono considerati gli stati coattivi, la situazione climatica ed il metodo di posa in opera del calcestruzzo) 4.1 Spessore Le diverse teorie di calcolo dei pavimenti in calcestruzzo considerano i carichi d’esercizio, la portanza del supporto sottostante, e la resistenza meccanica del calcestruzzo ovvero il suo Modulo di Rottura (MR) che corrisponde alla resistenza a fatica del materiale indurito. I carichi d’esercizio da considerare sono quelli consentiti sulle strade. 4.2 Armatura Il calcolo dell’armatura prevista, subordinata alla portanza del sottofondo, viene prescritta nella UNI 11146 paragrafo 9.2.3 e APPENDICE B 4.3 Pendenza Nei piazzali deve essere progettata una pendenza non inferiore all’1,5% tra le quote di colmo e le quote dei punti di raccolta delle acqua meteoriche. Il calcolo deve avvenire sulla distanza diagonale che risulta la tratta più lunga (UNI 11146 paragrafo 6.3) Quanto previsto nel presente punto è applicabile per tutti i tipi di piazzali esposti alle intemperie. ENCOPER LINEE GUIDA LGPE 2014 LINEE GUIDA ENCOPER PIAZZALI IN CALCESTRUZZO 4.4 pag 5 Calcolo apertura giunto di dilatazione Il giunto per consentire gli allungamenti delle piastre (Giunto di dilatazione) deve essere previsto progettualmente. Ovvero il progettista deve indicare la distanza tra i giunti di dilatazione e la distanza necessaria a separare due piastre vicine per consentirne gli allungamenti. L’allungamento della piastra è in subordine alla forma degli aggregati e dalla frizione tra piastra e massicciata che tra l’altro varia con il grado di planarita del supporto. Il giunto di dilatazione corrisponde sempre con un giunto di costruzione per arresto del getto, che viene stimato sulla scorta del clima e del numero di maestranze presenti. L’allungamento che avviene nei due sensi della piastra (trasversale e longitudinale) si calcola come al paragrafo 8.3.2 della UNI 11146 che riportiamo e=∆T*Lmm*α dove: e è l’ampiezza del giunto in mm necessaria per assorbire gli allungamenti da dilatazione ∆T è il gradiente termico in gradi Celsius tra estradosso ed intradosso della piastra α è il coefficiente di dilatazione termica lineare del calcestruzzo. Quanto previsto nel presente punto è applicabile per tutti i tipi di piazzali esposti all’irraggiamento. 4.4.1 La sigillatura dei giunti Questo paragrafo completa la norma UNI 11146 parag. 9.2.8, per quanto riguarda le piastre all’esterno. Le funzioni di “riempimento” e di “sigillatura”, per i manufatti esterni valgono per i due tipi di giunti: I giunti di contrazione possono essere riempiti con materiale idoneo per ridurre lo sbrecciamento dei bordi del giunto I giunti di dilatazione devono invece essere sigillati per garantire la tenuta al passaggio dei liquidi riducendo così il degrado da gelo. Il materiale convenzionalmente impiegato per la sigillatura è una resina elastoplastica. In questo caso la sede del materiale sigillante (ovvero del giunto) deve essere allargata in modo tale da ridurre l’allungamento specifico (capacità di lavoro) del materiale. Allungamento specifico o capacità di lavoro che deve essere riportata nelle relative schede tecniche. Dalla UNI 11146 paragrafo 9.2.8.2 riportiamo la formula per calcolare l’ampiezza della sede del materiale b = e/a dove: e è il movimento della lastra, espressa in millimetri; b è l'ampiezza sede del materiale, espressa in millimetri; a è la capacità di lavoro del materiale, espressa in percentuale. Nota Le prescrizioni indicate assicurano solo l'impermeabilità del giunto. Microdistacchi del sigillante dai bordi del giunto sono ammessi. 5. TIPOLOGIE COSTRUTTIVE Le piastre di calcestruzzo all’esterno (non protette, esposte alle intemperie), sono suddivise tipologie: Piazzali su massicciata e piani copertura da adibire a parcheggio. 5.1 in due Piazzale su massicciata Nella figura 1 è illustrata la sequenza tipica degli strati che caratterizzano i pavimenti esterni di calcestruzzo realizzati su massicciata. 1 2 3 4 figura 1 Legenda 1 Piastra di calcestruzzo 2 Armatura strutturale eventuale 3 Strato di separazione *) 4 Massicciata 5 Rilevato *) Lo strato di separazione può essere composto da: - barriere al vapore; - barriere ai liquidi; - barriere di scorrimento; - ecc. ENCOPER LINEE GUIDA LGPE 2014 LINEE GUIDA ENCOPER PIAZZALI IN CALCESTRUZZO 5.2 pag 6 Piazzale su soletta (piano copertura adibito a parcheggio) Nella figura 2 è illustrata la sequenza tipica di strati che caratterizza i pavimenti di calcestruzzo realizzati su soletta. PVC TNT 1 2 3 4 GUAINA 5 6 7 8 Figura 2 Legenda 1 Piastra di calcestruzzo 2 Armatura strutturale 3 Strato di separazione *) 4 strato coibente 5 Guaina impermeabilizzante 6 Strato collaborante a compensazione degli elementi prefabbricati 7 Armatura 8 Elementi prefabbricati portanti *) Lo strato di separazione deve essere composto da: - Foglio di polietilene a protezione dello strato coibente; - TNT per lo scorrimento della piastra in calcestruzzo; Particolare attenzione deve essere rivolta ai cupolini per l’esalazione dei fumi i quali devono essere distanziati almeno 40 cm dal pavimento. Evacuatore fumi Parete a sostegno Guaina Scossalina Materiale comprimibile Getto a protezione degli spiccati in elevazione degli evacuatori fumi 1 2 3 4 5 6 40 cm Figura 3 Legenda 1 Strato d’usura 2 Pavimento di calcestruzzo 3 Armatura strutturale 4 Strato di separazione *) e guaina impermeabilizzante 5 strato coibente 6 Strato collaborante in pendenza a compensazione degli elementi prefabbricati *) Lo strato di separazione deve essere composto da: - Foglio di polietilene a protezione della guaina; - TNT per lo scorrimento della piastra in calcestruzzo; La guaina impermeabilizzante può essere applicata direttamente sullo strati collaborante con la soletta o indifferentemente sul materassino coibente. La scelta dipende dai materiali per costruire lo strato impermeabilizzante. ENCOPER LINEE GUIDA LGPE 2014 LINEE GUIDA ENCOPER PIAZZALI IN CALCESTRUZZO 5.3 pag 7 lo strato d’usura Per la durabilità delle piastre esterne è bene applicare uno strato d’usura con il metodo cosi detto a spolvero con indurenti a base di quarzo. Il quantitativo da applicare dipende dalla situazione climatica in fase di getto. 5.3.1 Tipo di finitura Il grado di finitura deve risultare frattazzato fine oppure a scelta del tipo “scopato”, e questo non solo per risultare meno scivoloso, ma anche per consentire in caso di pioggia una rapida evaporazione dell’umidità assorbita. 5.3.2 Resistenza all’abrasione, all’usura e all’urto I piazzali esterni dispongono di una usura particolare derivante dalle ruote in controsterzo durante le manovre di avvicinamento alle ribalte di carico ed agli urti durante il posizionamento dei piedini d’appoggio dei rimorchi nelle aree di parcheggio. Per la durabilità del manufatto è ritenuto idoneo l’impiego di un calcestruzzo con resistenza meccanica C28/35 (UNI 11104 “Calcestruzzo. Specificazione, prestazione, produzione e conformità. Istruzioni complementari per l’applicazione della EN 206-1”). 5.3.3 Trattamento superficiale L’azione vorticosa della frattazzatrice meccanica forma delle zone con avvallamenti e fastidiosi ristagni d’acqua in caso di pioggia. Inoltre, la microstruttura del calcestruzzo è costituita da una variabile presenza di macropori dovuti all’aria rimasta intrappolata nel materiale fresco durante la posa in opera, che come è risaputo non viene vibrato per ridurre l’effetto bleeding e la risalita di materiale fine e finissimo che influirebbe negativamente la resistenza dello strato corticale. Questi macropori rendono il calcestruzzo poroso e quindi facilmente permeabile all’acqua che in caso di gelo innescherebbe un degrado indesiderato. Risulta quindi opportuno trattare lo strato corticale con un prodotto impermeabilizzante per incorporo per impregnazione (UNI 10966 “Rivestimenti resinosi per pavimentazioni. Istruzioni per la progettazione e l’esecuzione”) 6. CALCESTRUZZO Per i piazzali esterni ed i piani di copertura per i quali è prevista la fornitura di calcestruzzo a lavorabilità tradizionale (ovvero no slump zero) la resistenza a compressione non deve essere inferiore a C28/35 (UNI 11104), pertanto il progettista della pavimentazione esterna deve prescrivere il calcestruzzo secondo i parametri identificativi della UNI 11104 ad eccezione della classe d’esposizione XF per ambienti umidi in presenza di gelo, (attacchi da cicli di gelo e disgelo prospetto 4 della UNI 11104) in quanto l’uso degli additivi aeranti, per esperienze negative manifestatesi in tutto il nord Italia, non risulta compatibile con l’applicazione dello spolvero frattazzato poiché si manifestano distacchi superficiali. Per questo motivo si ritiene utile prescrivere un calcestruzzo C28/35 con aggregati non gelivi, Dmax 31,5, Classe d’esposizione XC4 (solo per il rapporto a/c), S5, CEM a seconda della situazione climatica al momento del getto. 6.1 Aggiunte Possono essere utilizzate aggiunte di varia natura, purchè preventivamente dichiarate dal produttore, che ne deve allegare le schede tecniche alla documentazione di prequalifica 6.2 Tempi di percorrenza dall’impianto al cantiere Il tempo di percorrenza tra l’impianto di betonaggio ed il cantiere è di particolare interesse nel caso di clima caldo. Infatti durante la fase di trasporto si manifesta un calo di consistenza o lavorabilità della miscela. Il calo diventa esponenziale con l’aumento del tempo di percorrenza e della temperatura richiedendo sempre riaggiunte d’acqua oltre il tollerato che influiscono sulla resistenza meccanica del materiale. Pertanto la scelta del fornitore di calcestruzzo è fortemente influenzata dai tempi di percorrenza che con clima mai dovrebbero superare i 30-40 minuti dal momento del primo contatto dell’acqua con il cemento 6.3 Maturazione protetta o stagionatura Valgono le prescrizioni della UNI 11146. La maturazione protetta o stagionatura può avvenire con prodotti chimici idonei alla necessaria ed indispensabile ’impermeabilizzazione del manufatto come prescritto al paragrafo 4.3.3 di queste linee guida. 7. LA SITUAZIONE CLIMATICA AL MOMENTO DEL GETTO La durabilità delle piastre esterne esposte alle intemperie è fortemente influenzata dalla situazione climatica al momento del getto. Infatti dal momento dello scarico a piè d’opera il calcestruzzo è sensibile ENCOPER LINEE GUIDA LGPE 2014 LINEE GUIDA ENCOPER PIAZZALI IN CALCESTRUZZO pag 8 per ore all’azione del sole, del gelo e del vento sino al raggiungimento di determinate resistenze meccaniche. Il paragrafo che segue espone le diverse situazioni indicando i presidi da adottare. 7.1 il clima caldo In condizioni di clima caldo o irraggiamento diretto del getto, la costruzioni di piastre esterne non protette richiede l’adozione di attenzioni particolari. Una temperatura del calcestruzzo fresco (non temperatura dell’aria) oltre i 31°C accelera la presa, così come l’irraggiamento diretto. Queste due situazioni innescano un processo di idratazione non in equilibrio nello spessore del calcestruzzo. Infatti la parte corticale indurisce rapidamente, mentre la massa sottostante contiene ancora l’acqua d’impasto, che tende ad avvicinarsi per capillarità alla superficie “chiusa”, indurita, impedendo così la fuoriuscita rapida dell’acqua verso l’ambiente. Quindi la presa del calcestruzzo avviene in modo eterogeneo e non adeguato. Per evitare queste situazioni che favoriscono la carenza di resistenza della pelle del pavimento e la delaminazione corticale, è saggio programmare i getti nelle ore pomeridiane evitando quindi l’azione diretta del sole. In questo modo l’indurimento del calcestruzzo avverrà in quiete e dopo le operazioni di finitura si deve provvedere obbligatoriamente alla maturazione protetta della superficie. (anche nei metodi descritti al paragrafo 4.3.3). 7.2 il clima freddo Le piastre di calcestruzzo costruite all’esterno sono particolarmente sensibili alle gelate notturne. Con clima freddo si preferisce utilizzare additivi acceleranti di presa, impropriamente chiamati antigelo, che però non proteggono la pelle del pavimento, che accumula per capillarità, acqua/umidità dalla massa di calcestruzzo sottostante, divenendo così oltremodo vulnerabile nel caso siano previste gelate notturne. Prescriva il progettista la opportunità di sospendere i getti in previsione di gelate notturne. 7.3 L’azione del vento Le piastre di calcestruzzo costruite all’esterno sono particolarmente sensibili all’azione del vento. La programmazione dei getti è difficile poiché il vento si può alzare senza preavviso anche alcune ore dopo l’avvenuta posa del calcestruzzo. L’azione del vento asciuga rapidamente il calcestruzzo fresco innescando ritiri superiori alla resistenza a trazione del calcestruzzo contenente acqua/umiditò. Simanifestano allora microfessure a tre diramazioni (vento leggero) o microfessure ad andamento obliquo. Nelle aree particolarmente ventose (anche per semplice corrente d’aria) non prescriva il progettista piazzali in calcestruzzo, ma scelga altre soluzioni 8. DEFORMAZIONI I punti deboli di tutte le pavimentazioni anche delle nostre strade sono i CHIUSINI, le CADITOIE, ed i SIFONI perché posti in opera in modo non rispondente ai carichi da sopportare. Solo i grigliati posti in opera su basamenti indipendenti dalla pavimentazione reggono il traffico pesante. I piazzali in calcestruzzo sono aree soggette a forti carichi per asse e di conseguenza i punti di raccolta delle acque devono essere posti in opera in modo adeguato ai carichi d’esercizio. I chiusini con la loro forma concava non raccolgono bene l’acqua che con i cicli di gelo e disgelo tende a degradare il calcestruzzo circostante peggiorato dall’azione meccanica dei carichi previsti. Solo le GRIGLIE con la loro estensione lineare riescono a facilitare le pendenze dei piazzali e di conseguenza a limitare i ristagni d’acqua. 8.1 L’azione del cloruro sul calcestruzzo dei Piazzali Il cloruro è presente nell’acqua del mare (piazzali in prossimità delle fasce costiere) e nei sali disgelanti impiegati per evitare la formazione di ghiaccio (piazzali in aree geografiche tendenti al gelo). L’azione corrosiva dei sali disgelanti, sia cloruro di sodio che cloruro di calcio, sull’armatura dei manufatti di calcestruzzo è nota da tempo. Mentre l’azione degradante del cloruro sullo strato corticale di un piazzale in calcestruzzo è invece sottovalutata. Infatti l’azione meccanica dovuta al traffico veicolare interagisce sull’indebolimento della matrice cementizia in superficie, innescato dal sale disgelante, dando inizio ad un degrado che tenderà a coinvolgere aggregati porosi anche in profondità. Inoltre il cloruro di sodio esalta la reazione alcali-aggregati, poiché quasi tutti gli aggregati sono potenzialmente reattivi se immersi in ambiente alcalino e acqua. Si raccomandi all’utilizzatore del piazzale di NON COSPARGERE IL PIAZZALE CON SALE DISGELANTE , poiché il calcestruzzo non resiste all’aggressione da cloruri. NON ACCUMULARE LA NEVE IN MUCCHI VOLUMINOSI, causa il continuo apporto di acqua al calcestruzzo che si protrae nel tempo ENCOPER LINEE GUIDA LGPE 2014
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