Giornata undicesima – 11 settembre 2014 Ore 7:00 Sveglia Ore 7.30 Colazione e notiziario del mattino. • Si allunga la lista degli uccisi nel gioco ad “eliminazione”. Bisogna stare in guardia in ogni momento della giornata! I ragazzi girano sempre “armati”, anche durante le attività didattiche perché ogni momento è buono per colpire. Bollettino di guerra: - Veniamo a sapere che ieri sera è caduto anche Raffaele. Maggiori dettagli si conoscono circa l’uccisione di Davide P., avvenuta durante la festa di ieri per mano di Tricia, una dello staff del college. L’arma: una graffetta fermacarte. Stamane, mentre con eroico sprezzo del pericolo si avviava da solo verso la mensa, viene ucciso con una penna lo studente Nicola. Nicola muore per mano di una ragazza dell’altro gruppo di italiani. Onore ai caduti! P.S n.ro 1. Per completezza di informazione riportiamo la frase con la quale Nicola ha commentato la sua uccisione: “quelle, le femmine, sono superiori rispetto ai maschi’”. • La tutor D’Amore consuma la colazione in maniche corte nonostante oggi sia molto nuvoloso e faccia abbastanza freddo, In mensa abbondano felpe, maglie a maniche lunghe e perfino qualche giubbotto leggero. Degli studenti meravigliati ed infreddoliti chiedono alla tutor come mai tale abbigliamento e lei, con naturalezza, risponde che si è semplicemente adeguata al clima del luogo. Gli alunni si allontanano meravigliati, discutendo tra loro dell’incredibile rapidità di adattamento della prof. Nessuno si accorge della sua giacca a vento poggiata sulla sedia. Temperatura a Brighton P.S. n.ro 2. Per comprendere appieno la meraviglia degli studenti è il caso di descrivere l’abbigliamento tipico del popolo locale: pantaloni corti, canottiera o maglietta a maniche corte, infradito ai piedi e, se proprio fa freddo, una felpa. Di sera spesso la temperatura si abbassa sensibilmente – figuriamoci stasera - e fa uno strano effetto vedere allo stesso posto persone in tenuta da mare vicino ad altre con magliette o La prof. D’Amore e il clima inglese anche giubbini. Ore 8:30 Academic classes. Gli studenti si riferiscono a questa attività con la frase “andare a scuola”, proprio come se stessero frequentando nel loro istituto. Dopo dieci giorni i ragazzi hanno assimilato la scansione delle giornate tipiche del college e, inoltre, ne raccolgono i frutti. Per esempio, un numero sempre maggiore di studenti provano a parlare in inglese con i ragazzi dello staff durante le attività. A mensa interagiscono con gli addetti alla distribuzione delle pietanze facendosi intendere. Perfino nel salutarsi tra di loro è aumentato l’uso delle frasi inglesi. Di mattina ci si saluta con “good morning” oppure, più semplicemente, con “morning”. Il saluto più gettonato è l’“Hi” – l’equivalente di ciao in italiano – che è un saluto informale generico, usato in qualsiasi momento della giornata se, però, si è già in confidenza con la persona salutata. Molto importante per l’apprendimento è anche la presenza in ogni flat di una persona dello staff che ha qui la propria stanza. Gli studenti sono “costretti” ad interagire con questa persona anche solo per salutarla quando la si incontra. Anche il tutor Di Pietro ha enormemente incrementato la sua conoscenza della lingua britannica. Poiché non gradisce il formaggio, il prof. Di Pietro ha dovuto subito imparare quantomeno a dire “no cheese” agli addetti alla distribuzione della mensa. Pranzo Uno degli eventi più simpatici dell’ora di pranzo è quando il tutor Di Pietro deve chiedere il cibo agli addetti alla mensa. I primi giorni tra lui e l’addetto che doveva servirlo vi sono state irresistibili schermaglie linguistiche, anche perché è molto difficile dire “senza formaggio” a gesti, bisogna per forza parlare. Adesso ha imparato a pronunciare perfettamente il “no cheese” … ma non è più necessario! Non appena si approssima al banco della distribuzione, il prof. viene immediatamente riconosciuto e un coro di “no cheese” sale dalla parte opposta del banco: nel college Salvatore di Pietro ha acquisito la nuova identità di “Mr. no Cheese”. Tale è il rispetto e la notorietà di cui gode il tutor Di Pietro tra gli addetti della mensa che, oramai, la pietanza del giorno senza formaggio gli viene servita Il prof. Di Pietro servito su corsia preferenziale direttamente, senza doverla chiedere. Ore 14:00 Mini olympics games. Oggi sono previste delle gare di atletica all’aperto. Noi tutor ci organizziamo in modo che due seguano gli studenti e due rimangano nel college per aggiornare la piattaforma PON. Alle 14:30 tutto i due gruppi di studenti italiani si raccolgono nel viale e, con in testa James e Tom, e si avviano verso il campo di gioco seguendo una stradina in terra battuta che si immerge nel bosco intorno al college. La stradina attraversa il La stradina di terra battuta nel bosco bosco tenendosi parallela alla strada e dopo circa quindici minuti di cammino si esce proprio su questa strada. Un breve tratto su marciapiede ci conduce ad un varco attraverso la siepe perimetrale dal quale si accede al campo di gioco. Attraversiamo la siepe e ci si para davanti lo spettacolo della campagna inglese. La vista è stupenda: campagna a perdita Il Passaggio attraverso la siepe d’occhio con il bosco a delimitare un lato dell’area. Una vasta zona pianeggiante coltivata a prato sarà il campo di gara. Tom e James raccolgono i ragazzi, formano le squadre e poi iniziano le gare. Nel mezzo dei giochi, il freddo ed il vento inducono alcune ragazze che facevano da spettatrici a chiedere ai tutor di ritornare in college. I due tutor avvertono James e Tom, attraversano il passaggio nella siepe e Il campo di gara visto dal varco nella siepe ripercorrono la strada ed il sentiero a ritroso. Proprio sulla via del ritorno uno dei tutor trova il modo di ristorarsi dal lungo cammino assaggiando qualche frutto di bosco. Assaggio dei frutti di bosco locali Intorno alle 17:00 un vociare proveniente dal viale annuncia il ritorno degli atleti. Da essi apprendiamo che la vittoria è toccata ad una squadra composta da tutti studenti del nostro gruppo: Mara, Emanuele, Angela C. e Rosario. Vincono due pacchetti di caramelle, che è sempre meglio di niente. Le foto che seguono mostrano alcuni momenti delle gare con una breve descrizione. L’accesso al campo di gara visto dalla siepe. Formazione delle squadre Arrivare al birillo correndo con una racchetta in mano. Portare il manico della racchetta alla fronte, guardare verso il basso e compiere dieci giri intorno al birillo. Quindi ritornate di corsa alla posizione di partenza. Sembra facile, ma finito di girare si perde l’orientamento. Corsa delle carriola. Passare una palla da tennis al compagno di spalle. L’ultimo della fila dopo aver ricevuto la palla passa avanti a tutti e rimette al palla al compagno che sta dietro. Vince la fila che arriva prima al traguardo. Una pallina viene lanciata molto in alto da James e Tom, (i ragazzi che si vedono sullo sfondo). La squadra deve correre a raccogliere la pallina con un telo di plastica dotato di maniglie. Vince la squadra che raccoglie più palline su dieci lanciate. Ore 18:30 Cena. Ore 19:30 Si organizza un lavaggio di indumenti nella lavanderia situata nell’edificio dell’hub Nel locale lavanderia sono installate delle lavatrici abbinate a delle asciugatrici, funzionanti con scheda prepagata. La scheda ci è stata fornita dal college con un credito di cinquanta sterline che equivale a circa tredici lavaggi/asciugature. Ovviamente, il numero di lavaggi limitato implica che bisogna organizzarsi a gruppi in modo da mettere insieme più indumenti possibili per ogni lavaggio. Un ciclo di lavaggio ed asciugatura dura più di un’ora, per cui una volta avviata la lavatrice si può tranquillamente uscire dalla lavanderia per fare altre cose. Si ritorna alla lavanderia per estrarre gli indumenti dalla lavatrice e passarli nell’asciugatrice. Continua la caccia all’uomo del gioco ad eliminazione. il gioco si chiama “Killer” e le regole sono quelle riportate di seguito: KILLER 1. L’obiettivo del gioco è di rimanere l’ultimo in vita. 2. All’inizio del gioco, ogni giocatore pesca da un contenitore il nome di un altro giocatore, che sarà la sua vittima, e quello dell’oggetto da usare come arma. 3. Per uccidere qualcuno il killer deve toccare la sua vittima con l’oggetto designato e dire: “bang bang, sei morto”. 4. Non si può uccidere la propria vittima in presenza di testimoni. 5. Chi uccide qualcuno, eredita dalla sua vittima il nome e l’oggetto che questa aveva pescato. Ore 23:00 Ritorno nei flat. Ore 24:00 Ognuno nella propria camera
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