1 Grace di Monaco

CIneForum
Centro Italiano Femminile CIF – 29 ottobre 2014, MPX- Multisala Pio X, Padova
Scheda a cura del Ufficio comunicazioni sociali SAS-ACEC (Diocesi di Padova)
GRACE DI MONACO
Genere: Drammatico Regia: Oliver Dahan
Interpreti: Nicole Kidman (Grace), Tim Roth (Principe Ranieri di Monaco), Frank Langella (Francis Tucker),
Paz Vega (Maria Callas), Parker Posey (Madge), Milo Ventimiglia (Rupert Allan), Geraldine Sommerbille
(Principessa Antoinette), Nicholas Farrell (Jean Charles Rey), Robert Lindasy (Aristotele Onassis), Sir Derek
Jacobi (Conte Fernando D'Aillieres).
Nazionalità: Francia/Italia Distribuzione: Lucky Red Anno di uscita: 2014
Origine: Francia/Italia (2013) Soggetto e sceneggiatura: Arash Amel
Fotografia (Scope a colori): Eric Gautier Musiche: Christopher Gunning (musiche aggiuntive composte da
Guillaume Roussel)
Montaggio: Olivier Gajan Durata: 103' Produzione: Pierre Ange Le Pogam (Francia), Andrea Occhipinti
(Italia)
Soggetto: Principato di Monaco, 1962. Ormai da sei anni Grace Kelly, una delle dive più ricercate del
panorama hollywoodiano, si è sposata con il Principe Ranieri, diventando la principessa Grace di Monaco. Nel
grande palazzo reale, Grace si dibatte tra passato e presente, tra il desiderio di tornare su grande schermo e il
nuovo ruolo di madre di due bambini, oltre ai doveri legati al ruolo di moglie regnante. Hitchcock arriva di
persona a Monaco e le lascia il copione di "Marnie", di cui vorrebbe che lei fosse la protagonista….
Recensioni:
(…) Nel 1962, anno di enormi tensioni politico-finanziarie tra la Francia e il Principato di
Monaco, sarà lei stessa a ricoprire un ruolo di primo piano nel ristabilire l’equilibrio tra le due nazioni,
interpretando la sua ultima, grande parte: quella di principessa devota alla propria famiglia e al proprio popolo.
Olivier Dahan, apprezzato regista francese, ha realizzato il secondo film della sua carriera ispirato alla vita di
una grande donna del passato: prima di Grace Kelly è stato il turno di Edith Piaf nel 2007, grande successo
che fruttò un premio Oscar alla sua eccezionale protagonista Marion Cotillard. A differenza del film
precedente, che accompagnava la Piaf dalla sua nascita alla sua morte, qui l’arco temporale ricopre pochi
mesi, concentrandosi in quell’estate del 1962 in cui i riflettori del mondo erano puntati sulla principessa Grace.
Grazie a questa scelta, i 103 minuti della pellicola hanno la possibilità di approfondire in modo efficace tutte le
dinamiche storiche ed emotive che hanno coinvolto (o che si suppone abbiano coinvolto) la protagonista;
evitando la formula del biopic, in questo caso, il lavoro aumenta d’intensità, e Dahan riesce comunque a far
sentire il la nostalgia e il peso del passato sulle spalle di Grace. È un film ambizioso, (…), ma che riesce a
modo suo ad essere un sentito omaggio a un’icona del secolo scorso, anche se per niente appezzato dagli
eredi di Grace Kelly. I regnanti di Monaco, infatti, tradizionalmente presenti al festival di Cannes, si sono
rifiutati di partecipare alla cerimonia d’apertura in cui verrà proiettato il film per ribadire la loro distanza da una
pellicola che, a loro dire, tratta l’intera vicenda in modo disonesto ed eccessivamente romanzato, “inutile e
glamour”. Tuttavia, tralasciando giustificazioni alla “licenza poetica”, che spesso tende ad adattamenti à l’eau
de roses, qui tutto il minestrone di estetica, romanticherie e buonismo ha uno scopo ben preciso che, in fin dei
conti, raggiunge: raccontare l’estremo sacrificio di una donna che antepone il bene della sua famiglia (e della
sua nazione) alla propria vera felicità. Il fine, in questo caso, giustifica i mezzi. E il discorso finale di Grace, di
fronte al suo popolo e ai capi di Stato di mezza Europa, ne è la prova. Un copione che non brilla certo per
originalità viene dinamizzato da una messa in scena elegantissima e ricca di omaggi (soprattutto a Hitchcock),
spesso eccessivamente barocca ma in tono con quello che il film vuole essere. La cosa più straordinaria è
Nicole Kidman, così calata nella parte che a tratti si ha l’impressione di vedere proprio Grace Kelly sullo
schermo. A sostenerla, attori del calibro di Tim Roth, Frank Langella, Milo Ventimiglia e Paz Vega. Un
consiglio: chi ne ha la possibilità guardi “Grace di Monaco” in lingua originale per godere appieno della
performance della Kidman.
La frase:
"Non so come potrò continuare a vivere in questo posto dove non posso essere me stessa".
Luca Renucci, filmup.com
Curiosità
(…) Ecco 5 cose da sapere su Grace di Monaco.
1) Le accuse dei Grimaldi e la controversia col distributore americano
I figli di Grace si erano già schierati contro il film di Dahan nel gennaio del 2013 ritenendolo "inutile e glamour". A
ridosso del Festival di Cannes, sono tornati all'attacco con un comunicato ufficiale: "Il Palazzo tiene a precisare che
questo lungometraggio non può in alcun modo essere qualificato come un biopic. Il trailer fantastico conferma il
carattere totalmente fittizio di questo film e rafforza la convinzione avuta dopo la lettura della sceneggiatura che si
tratti di una produzione, di una pagina della storia del Principato, basata su riferimenti storici errati e letterari dubbi".
Per gli eredi del principe Ranieri III di Monaco "il regista e i produttori hanno rifiutato di prendere in considerazione
le numerose osservazioni formulate dal Principato che avrebbero avuto come conseguenza una rimessa in
discussione globale della sceneggiatura e dei personaggi".
La famiglia, di norma presente al Festival di Cannes, ha quindi ufficialmente annunciato che quest'anno non
parteciperà alla cerimonia di apertura e ha ribadito che non vuole "in alcun modo essere associata a questo film
che non riflette minimamente la realtà e si rammarica che la sua storia sia oggetto di una distorsione dei fatti per
fini puramente commerciali". Come se non bastasse, Grace di Monaco è stato per mesi anche al centro di un
conflitto artistico tra il regista e il potentissimo distributore americano, Harvey Weinstein, che avrebbe a lungo
preteso dei tagli non accettati da Dahan per la distribuzione statunitense.
2) La difesa del film da parte del regista e del direttore del Festival di Cannes
A inizio maggio, in seguito al comunicato di casa Grimaldi, il direttore del Festival di Cannes Thierry Fremaux si è
mosso in difesa di Grace di Monaco che ha definito "l'espressione del diritto di ogni artista alla licenza poetica". Ha
aggiunto: "Il film non è un biopic nel senso stretto del termine, dalla vita alla morte", "contribuirà certamente in modo
positivo alla leggenda del Principato di Monaco".
Anche il regista ha replicato ai figli di Grace. In un'intervista
al Parisien Magazine ha prima rivendicato "il diritto di fare un film di finzione". Grace di Monaco, ha specificato,
"non è un lavoro di storico ma di artista". Secondo il regista la famiglia ha avuto accesso a "diverse versioni della
sceneggiatura" e ha "proposto alcune modifiche", alcune delle quali sono state accettate. E ancora: "Al sentimento
anti-francese che emerge dal film non ci posso fare niente". Più recentemente al Journal du Dimanche ha risposto
alla famiglia reale: "Quando ho letto del loro comunicato che tutto ciò che c'è nel mio film è fatto solo per fini
commerciali, mi sono sentito insultato", "Non ho mai preteso di realizzare un biopic. Non ci sono scoop nel mio
film, dunque perché farne un dramma?". Il regista ha ribadito: "Io sono un artista, non uno storico, e mi sono
interessato alla figura di Grace che in qualche modo ha inventato la principessa moderna".
3) Nicole Kidman: "Un film rispettoso". "È stato magnifico darle vita"
"Mi rattrista che la famiglia Grimaldi si sia opposta al film e che non lo approvi", ha affermato Nicole Kidman a
Cannes, pronta per il red carpet della serata. "Capisco bene che i figli vogliano preservare la privacy dei propri
genitori, ma l'opera di Olivier Dahan la ritengo rispettosa. Al centro c'è la love story di Grace e Ranieri e nessuna
intenzione malevola sulla loro famiglia e in particolare su Grace". Su come sia stato essere per un po' Grace,
l'attrice australiana ha detto: "Mi sono preparata per cinque mesi, ho potuto vedere tutti i materiali, e sono tanti,
che esistono su Grace Kelly, è stato magnifico darle vita al cinema e scoprire tante cose di lei e di quel periodo. Nel
leggere la sceneggiatura e nel girare il film mi sono emozionata tante volte. E anche se la sua storia è così
fiabesca, quello che le capita è universale: le scelte che ciascuno nella vita deve fare. Io stessa prima di accettare
un nuovo impegno cinematografico rifletto su quello che può comportare per la mia famiglia".
4) Un solo anno di Grace portato al cinema
Grace di Monaco si concentra su un solo anno della vita di Grace Kelly il 1962, sei anni dopo la celebrazione del
suo "matrimonio del secolo", mostrando una principessa che si dibatte nel tentativo di conciliare passato e
presente, tra il desiderio di tornare ad apparire sul grande schermo e il suo nuovo ruolo di madre di due bambini,
regnante su un principato europeo e moglie del principe Ranieri III, mentre aiuta il marito a difendere l'identità del
principato dagli attacchi politici del presidente francese Charles De Gaulle (che voleva recuperare le tasse delle
aziende transalpine che si erano trasferite nella Rocca monegasca).
5) La reazione fredda della stampa
In attesa che stasera si sveli ufficialmente, in mattinata Grace di Monaco è stato proiettato per la stampa.
Nonostante il finale pieno di pathos, il film è stato accolto con grande freddezza e ha ricevuto anche qualche breve
fischio a fine proiezione. Tra le prime recensioni, durissimo il quotidiano britannico Guardian, che titola: "Cannes
apre con un film biografico reale peggiore di Diana - La storia segreta di Lady D". Ed è tutto dire, visto che il
biopic interpretato da Naomi Watts fu davvero pessimo. Nel sommario si parla di "catastrofe mozzafiato". La
rivista di cinema francese Premiere titola: "Grace di Monaco, un cattivo remake mediterraneo de Il discorso del re".
Il quotidiano The Independent, londinese, scrive: "La sfida contraddittoria che i realizzatori si sono posti è mostrare
la realtà prosaica della vita di Grace senza distruggere la sua mistica. Grazie alla straordinaria ricchezza dei
costumi e alla prestazione febbrile della Kidman, quasi raggiungono il loro scopo".
Simona Santoni, cultura.panorama.it
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