Governance soc.pubbliche

Governance delle aziende a controllo
pubblico
Enrico Guarini
Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e Diritto per
l’Economia (Di.SEA.DE.)
28 Aprile 2014
Agenda
• Le società a controllo pubblico: evoluzione del
sistema
• L’affidamento dei servizi pubblici locali (SPL): i
modelli nel panorama italiano
• Aspetti particolari dei modelli di corporate
governance delle società di servizi pubblici locali
(SPL)
• Sfide da affrontare per una buona governance
La rilevanza della governance
nelle aziende controllate dalla PA
Corporate governance
“Insieme di regole e meccanismi
attraverso cui si garantisce l’equilibrio tra
le attese e i contributi dei diversi soggetti
coinvolti nella vita dell’impresa”
(Airoldi, 1996)
Scopo dei modelli di corporate
governance
• Garantire che il management orienti la condotta aziendale al
soddisfacimento degli interessi rilevanti
• Promuovere lo sviluppo dell’impresa salvaguardando gli
interessi dei principali stakeholder
• Garantire rigore e trasparenza nella gestione delle imprese
Le principali evoluzioni sul piano normativo:
• La riforma del diritto societario (D.lgs 6/03)
• La disciplina della responsabilità amministrativa delle persone
giuridiche (D.lgs 231/01)
• Il codice di autodisciplina delle società quotate
Servizi pubblici locali e proprietà
• Secondo la normativa vigente, la
proprietà delle aziende che prestano
servizi pubblici locali (SPL) può
essere:
- pubblica;
- privata;
- mista.
Le formule giuridiche
Forme
giuridiche
Ente pubblico autonomo/
Agenzia/Consorzio
Società di diritto privato
(SpA, Srl)
Esercizio poteri di
controllo
Controllo pubblico
100%
In funzione delle quote
societarie
Autonomia gestionale
Nei limiti del mandato
dell’ente controllante e
di leggi e regolamenti
Nei limiti statutari
Diritto
Amministrativo
Privato
Regole di
governance
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ESEMPIO: Imprese e agenzie dello Stato Centrale
italiano
ENI (Ente Nazionale Idrocarburi): 30% Ministero Economia / 78.000 dipendenti - Energia
ENEL: 31.24% Ministero Economia -81.000 dipendenti – Elettricità
Ferrovie dello Stato: 100% 98.447 dipendenti - Trasporti
Poste Italiane: 100% Ministero Economia 153.732 dipendenti – Servizi postali e
bancari
RAI (Radio Televisione Italiana) : 100% 11.328 dipendenti
7
– Audiovisivi
ESEMPIO: Imprese e agenzie dello Stato Centrale
italiano
APAT (Agenzia per la Protezione Ambientale e i Servizi Tecnici): 145
mil. di Euro / 1.045 dipendenti (bilancio 2005) – Tutela dell’ambiente
Agenzia del Territorio: 563 mil. di euro / 11.000 dipendenti – Gestione del
demanio
INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale): 213.000 mil. di Euro / 33.000
dipendenti – Liquidazione e pagamento pensioni
INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro): 9.133 mil. di
Euro / 11.498 dipendenti – Gestione e pagamento assicurazioni
Agenzia delle Entrate : 2.783 mil. di Euro / 36.000 dipendenti
– Gestione e riscossione tributi
8
Le aziende controllate dai grandi
comuni
IDRICO
IGIENE
ENERGIA
TPL
TORINO
Smat
Iren Acqua Gas
Amiat
Iren Ambiente
Iren Emilia
Iren Energia
GTT
MILANO
MM
A2A
A2A
ATM
ROMA
Acea
AMA
Acea
Atac
Trambus
Me.Tro.
NAPOLI
Arin
Asia
Napoli Gas
Anm
Metronapoli
CTP
BOLOGNA
Hera
Hera
Hera
ATC
IL GRUPPO PUBBLICO DEL COMUNE DI MILANO
Dati
Il Comune della città di Milano (1.350.000 abitanti) ha circa 18.000
dipendenti
Il bilancio annuale del Comune è di circa 14 miliardi di euro all’anno
Le principali partecipazioni azionarie del Comune sono in 10 aziende
rilevanti per dimensioni e per strategicità del servizio: in 6 di queste
detiene tra il 99% ed il 100% di quote
I dipendenti che lavorano presso queste aziende sono circa 22.000
Il valore delle partecipazioni del Comune ammonta a circa 514 milioni
di euro
I ricavi delle partecipate ammontano a circa 5 miliardi di euro l’anno
Le entrate da dividendi delle aziende partecipate sono di circa 90
milioni di euro l’anno (70 euro circa per cittadino)
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LA ‘HOLDING’ COMUNE DI MILANO (1)
COMUNE DI MILANO
SOGEMI SpA
99,97%
A2A SpA
27,67%
MI RISTORAZIONE SpA 100%
EXPO 2015
20%
MILANO SPORT SpA
100%
ATM SpA
100%
MILANO SERRAVALLE SpA
18,60%
MM SpA
100%
AFM SpA
20%
SEA SpA
54,81%
11
LA ‘HOLDING’ COMUNE DI MILANO (2)
A2A SpA: gas ed energia
Expo 2015 SpA: Gestione evento Expo 2015
ATM SpA: trasporti
SOGEMI SpA: mercati
MM Spa: metropolitane
SEA SpA: servizi aeroportuali
Milano Ristorazione SpA: mense
Milano Sport SpA: servizi sportivi e ricreativi
Milano SERRAVALLE SpA: gestione autostrada Milano-Genova
AFM SpA: gestione farmacie
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Aspetti rilevanti nell’evoluzione del
fenomeno del c.d. “capitalismo municipale”
• Trasformazione della forma giuridica con
l’affermazione del modello delle società di
capitali
• Modifica dell’assetto proprietario: si profila
un quadro variegato all’interno del quale si
combinano varie compagini societarie
• Trasformazione del modello di impresa:
passaggio da aziende monolitiche alla
costituzione di gruppi aziendali
Evoluzione del sistema
Municipalizzazione
“Aziendalizzazione”
Ente locale
Ente
locale
“Spinta Liberalizzazione”
S.p.A
S.p.A
Ente
locale
Municipalizzata
S.p.A.
pubblica
Accentramento
responsabilitàservizio
Azienda
Speciale
S.p.A
pubblica
Decentramento debole
responsabilità-servizio
S.p.A
S.p.A
S.p.A
Decentramento forte
responsabilità-servizio
Alcuni numeri: Forme giuridiche
5.860 organismi
partecipati da 5.928 enti,
costituiti da 3.787
società e 2.073
organismi diversi
Fonte: Corte dei Conti (2012)
Alcuni numeri: forme giuridiche societarie
16
Fonte: Corte dei Conti (2012)
Forme giuridiche non societarie
17
Fonte: Corte dei Conti (2012)
Attività svolte
• Il 34,67% degli organismi partecipati si occupa di servizi pubblici
locali:
–
–
–
–
10,26% ambiente-rifiuti
9,46% servizio idrico
8,24% trasporti
6,71% energia e gas
• Il 65,33% degli organismi partecipati svolge attività riconducibili ad
altri servizi. Nei vari settori individuati, la concentrazione maggiore si
riscontra nel settore delle attività culturali sportive e sviluppo turistico,
seguito dai servizi di supporto alle imprese, attività professionali
scientifiche e tecniche, agricoltura silvicoltura e pesca, sanita e
assistenza sociale, farmacie.
Fonte: Corte dei Conti (2012)
Tipologie società partecipate
• Società di servizi pubblici locali: sono società
finalizzate all’erogazione di servizi al cittadino o di
pubblico funzionamento;
• Società strumentali: sono società che svolgono servizi o
funzioni di interesse pubblico che l’ente pubblico ha
preferito esternalizzare (es. gestione sistemi informativi);
• Società di scopo: sono società finalizzate alla
realizzazione di scopi specifici di interesse pubblico;
• Società per lo sviluppo locale: sono società che
promuovono lo sviluppo del territorio;
• Società patrimoniali: sono società proprietarie di reti,
impianti, immobili e altre dotazioni.
Le società strumentali
• Sono società che producono beni e servizi strumentali
all’attività degli enti che le costituiscono
• LIMITAZIONI (ex art 13 del d.l. 223/2006 – Decreto
Bersani):
– devono operare con gli enti costituenti o partecipanti o
affidanti
– non possono svolgere prestazioni a favore di soggetti
pubblici e privati, ne’ in affidamento diretto, ne’ con gara
– non possono partecipare ad altre societa’ o enti aventi sede
nel territorio nazionale
Cosa implica la proprietà pubblica per
la corporate governance?
• Natura di “interesse generale” del servizio svolto
• Proprietà e controllo da parte di un ente pubblico
Che trovano espressione diretta:
a) Nella composizione del CdA, sede di convergenza di
interessi eterogenei nella formulazione delle scelte
aziendali
b) Negli organi di controllo interno, quali fondamentali
elementi di garanzia e tutela dei diversi interessi
Peculiarità dei meccanismi di
corporate governance in queste
aziende (1)
1. tutelare gli interessi dell’azionista pubblico
di riferimento e l’interesse pubblico, in
generale (i cittadini sono azionisti indiretti);
2. ripartire in maniera equilibrata i poteri tra i
diversi soggetti;
3. garantire la trasparenza nell’azione
amministrativa e il controllo del rispetto
della legalità della stessa
Peculiarità dei meccanismi di
corporate governance in queste
aziende (2)
2 situazioni estreme da evitare:
1)Eccessiva influenza del potere di indirizzo
politico sulla direzione aziendale (soprattutto
nelle realtà di piccole dimensioni)
2)Eccessiva concentrazione di potere del
management non bilanciata dall’esercizio del
potere di indirizzo e controllo da parte dell’ente
Le componenti del modello di corporate
governance
Organi di governo
Presidente
Amministratore
Delegato
Pubblico e Privato:
Allineamento sul piano giuridico-formale
Nomina e deleghe
Nomina e deleghe
Nomina e qualifica amministratori
Compiti e deleghe
Funzionamento
Consiglio di
Amministrazione
Composizione
Vincolo proprietà pubblica
Soglie di sbarramento
Funzionamento
Assemblea
Incentivazione
Remunerazione variabile
Stock option
ex ante
Controllo
Comitati di controllo
Comitato per le remunerazioni
Comitato per le nomine
Internal Auditing
ex post
Rendicontazione
Bilancio economico-finanziario
Biliancio Sociale
Relazioni sull’andamento della gestione
Pubblico e privato
• Allineamento sul piano giuridico-formale
• Sul piano sostanziale l’azionista pubblico (Ente
Locale):
– conferisce grande rilievo alla dimensione territoriale
– ha attese di crescente remunerazione del capitale investito a
fronte di debole capacità di finanziare lo sviluppo
dell’impresa
– ha minore propensione a delegare al management
– ha una visione tradizionale delle modalità di esercizio delle
prerogative della proprietà (nomine, organi e relazioni
informali)
Le forme di gestione dei servizi
pubblici locali (art. 112-113 TUEL)
ART. 112 - gli enti locali provvedono alla gestione dei servizi pubblici che abbiano per oggetto
produzione di beni ed attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo sviluppo economico e
civile delle comunità locali.
ART. 113:
• in economia, quando per le modeste dimensioni o per le caratteristiche del servizio non sia
opportuno costituire una istituzione o una azienda;
•in concessione a terzi, quando sussistano ragioni tecniche, economiche e di opportunità sociale;
•a mezzo di azienda speciale, anche per la gestione di più servizi di rilevanza economica ed
imprenditoriale;
•a mezzo di istituzione, per l'esercizio di servizi sociali senza rilevanza imprenditoriale;
•a mezzo di società per azioni o a responsabilità limitata a prevalente capitale pubblico locale
costituite o partecipate dall'ente titolare del pubblico servizio, qualora sia opportuna in relazione alla
natura o all'ambito territoriale del servizio la partecipazione di più soggetti pubblici o privati;
•a mezzo di società per azioni senza il vincolo della proprietà pubblica maggioritaria, qualora
l’esercizio del sevizio pubblico non rientri nelle competenze istituzionali di altri enti (non vi siano
cioè norme statali o regionali che attribuiscano i compiti a specifici enti).
Modalità per l’affidamento dei
servizi pubblici locali
• AFFIDAMENTO IN HOUSE
• SOCIETA’ MISTA: gara a doppio oggetto per
l’identificazione del partner privato. La quota di capitale
sociale non deve essere inferiore al 40%. La gara è detta
a doppio oggetto in quanto la procedura ha ad oggetto sia
l’affidamento del servizio che l’attribuzione di specifici
compiti operativi. Il modello della gara a doppio oggetto
prevede dunque che il socio privato sia un partner
imprenditoriale che dovrà svolgere compiti operativi e
gestionali
• GARA PER IL MERCATO
Gestione “in-house” dei servizi
pubblici locali
Modello di gestione dei servizi pubblici locali ‘‘in-house’’
L’art. 113 del T.U.E.L. (Testo Unico Enti Locali), modificato
dalla L.350/2003:
’’La titolarità del servizio può essere affidata direttamente a
società a capitale interamente pubblico a condizione che l’ente
pubblico titolare del capitale sociale eserciti sulle società un
controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi e che la
società realizzi la parte più importante della propria attività con
l’ente che la controlla’’
STRUMENTI DI GOVERNANCE DELLE AZIENDE A
CONTROLLO PUBBLICO
Le Amministrazioni Pubbliche “capogruppo” indirizzano
e governano le aziende controllate esercitando le
funzioni di:
1. Regolazione
2. Proprietà
3. Committenza
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Con quali strumenti di governance?
1. STRUMENTI DI REGOLAZIONE:
- leggi, regolamenti attuativi, direttive, linee guida
2. STRUMENTI PER L’ESERCIZIO DELLA FUNZIONE DI PROPRIETA’:
- definizione e composizione del gruppo pubblico: confini strategici o operativi di
ogni azienda
- approvazione statuti e regolamenti aziende: ruolo e numerosità degli organi
(comitato di indirizzo, CdA, sindaci)
- nomina dei componenti degli organi di governo (comitati, CdA, presidente) e del
management
- controllo economico-finanziario e approvazione bilanci
3. STRUMENTI PER L’ESERCIZIO DELLA FUNZIONE DI COMMITTENZA:
- definizione e controllo del contratto di servizio (volumi e qualità)
- finanziamento
- monitoraggio del livello di soddisfazione degli utenti
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Ruolo del Consiglio Comunale
1. approvazione degli atti di partecipazione a società di capitali e di
amministrazione straordinaria degli enti e società partecipate (modifiche
statutarie, interventi sul capitale sociale, conferimenti patrimoniali) anche
attraverso atti di partecipazione alle assemblee straordinarie delle società
definendone i relativi indirizzi;
2. definizione degli indirizzi da osservare da parte delle aziende pubbliche
e degli enti dipendenti, sovvenzionati o sottoposti a vigilanza.
3. definizione degli indirizzi per la nomina e la designazione dei
rappresentanti del Comune presso enti, aziende ed istituzioni, nonché
nomina dei rappresentanti del consiglio presso enti, aziende ed istituzioni
ad esso espressamente riservata dalla legge.
Garanti dell'attuazione di tali indirizzi dovrebbero essere i rappresentanti
dei comuni nominati negli organi degli enti partecipati.
I poteri di nomina dei vertici aziendali
ART. 50 DLGS 267/2000
• Sulla base degli indirizzi stabiliti dal consiglio il sindaco e il
presidente della provincia provvedono alla nomina, alla
designazione e alla revoca dei rappresentanti del comune e della
provincia presso enti, aziende ed istituzioni.
• Tutte le nomine e le designazioni debbono essere effettuate
entro 45 giorni dall'insediamento ovvero entro i termini di
scadenza del precedente incarico. In mancanza, il comitato
regionale di controllo adotta i provvedimenti sostitutivi
ai sensi dell'articolo 136.
Regole relative alla nomina degli amministratori
DL 95/2012 (decreto “spending review”) (1)
1. I CdA delle società a totale partecipazione pubblica (ad eccezione di quelle
quotate) devono essere composti da tre o cinque membri, tenendo conto della
rilevanza e della complessità delle attività svolte.
2. Nel caso di consigli di amministrazione composti da tre membri:
- per le società a partecipazione diretta, due sono dipendenti
dell'amministrazione titolare della partecipazione o di poteri di indirizzo e
vigilanza, scelti d'intesa tra le amministrazioni medesime
- per le società a partecipazione indiretta, due sono scelti tra dipendenti
dell'amministrazione titolare della partecipazione della società controllante o di
poteri di indirizzo e vigilanza, scelti d'intesa tra le amministrazioni medesime, e
dipendenti della stessa società controllante.
Il terzo membro svolge le funzioni di amministratore delegato
Regole relative alla nomina degli amministratori
DL 95/2012 (decreto “spending review”) (2)
•
Nel caso di consigli di amministrazione composti da cinque membri, la
composizione dovrà assicurare:
- per le società a partecipazione diretta, la presenza di almeno tre dipendenti
dell'amministrazione titolare della partecipazione o di poteri di indirizzo e
vigilanza, scelti d'intesa tra le amministrazioni medesime
- per le società a partecipazione indiretta, almeno tre membri scelti tra
dipendenti dell'amministrazione titolare della partecipazione della società
controllante o di poteri di indirizzo e vigilanza, scelti d'intesa tra le
amministrazioni medesime, e dipendenti della stessa società controllante. In tale
ultimo caso le cariche di Presidente e di Amministratore delegato sono disgiunte
e al Presidente potranno essere affidate dal CdA deleghe esclusivamente nelle
aree relazioni esterne e istituzionali e supervisione delle attività di controllo
interno.
Vincoli alle società a controllo
pubblico
In ragione degli scopi di interesse generale perseguite da tali
società nel corso degli ultimi anni si sono succeduti diversi
interventi legislativi in merito a:
1.contenimento della spesa per consumi intermedi e di
personale sostenuta da tali organismi;
2.riduzione del numero dei componenti dei consigli di
amministrazione di società pubbliche;
3.riduzione del fenomeno delle partecipazioni pubbliche;
4.vincoli nella gestione finanziaria delle società.
D.L. 30 dicembre 2013, n. 150 (c.d.
“Milleproroghe”)
Modalità di copertura delle perdite degli organismi
partecipati
•qualora le aziende speciali, le istituzioni o le società
presentino un risultato d’esercizio o un saldo finanziario
negativo, gli Enti locali soci sono obbligati ad accantonare
nell’anno successivo, in apposito fondo vincolato, un
importo pari al risultato negativo non immediatamente
ripianato, in misura proporzionale alla loro quota di
partecipazione.
D.L. 30 dicembre 2013, n. 150 (c.d.
“Milleproroghe”) (2)
• Per le sole società che svolgono SPL a rete
di rilevanza economica, compresa la
gestione dei rifiuti, si dovrà invece fare
riferimento alla differenza tra valore e costi
della produzione, così come definiti dall’art.
2425 del Codice Civile, evitando quindi di
prendere in considerazione il risultato della
gestione finanziaria
D.L. 30 dicembre 2013, n. 150 (c.d.
“Milleproroghe”) (4)
Limitazioni per gli organismi strumentali in perdita sistemica
A decorrere dall’esercizio 2015, le aziende speciali, le istituzioni
e le società a partecipazione di maggioranza, diretta e indiretta,
delle pubbliche amministrazioni locali sono obbligate a deliberare
una riduzione del 30% del compenso previsto per i componenti
dell’organo amministrativo nel caso in cui siano verificate
entrambe le seguenti condizioni:
·
che tali società siano titolari di affidamenti diretti da parte di
soggetti pubblici dai quali si origina una quota superiore all’80%
del loro valore della produzione (ovvero le società strumentali;
·
che nei tre esercizi precedenti abbiano conseguito un
risultato economico negativo.
D.L. 30 dicembre 2013, n. 150 (c.d.
“Milleproroghe”) (5)
Limitazioni sulla spesa di personale in capo agli enti locali
ed estensione alle aziende partecipate
Gli Enti Locali definiscono con propri atti d’indirizzo le modalità di
applicazione dei vincoli assunzionali e di contenimento della
spesa per il personale delle società che gestiscono SPL a
rilevanza economica e delle aziende speciali ed istituzioni
Limiti ai compensi degli
amministratori delle società a
partecipazione statale
• Dal 1 aprile 2014 è in vigore il decreto
ministeriale 24 dicembre 2013, n. 166
(pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 63 del 17
marzo 2014), che integra e completa il quadro
normativo che regola i compensi degli
amministratori con deleghe delle società non
quotate controllate dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze.
Limiti ai compensi degli
amministratori delle società a
partecipazione statale (2)
Nel predetto decreto le società controllate direttamente o indirettamente dal MEF
sono classificate in fasce di complessità sulla base di precisi parametri che
riguardano il valore della produzione, gli investimenti e il numero dei dipendenti.
Per ciascuna fascia è stato quindi fissato un limite retributivo per il trattamento
economico degli amministratori:
•per gli amministratori delle società della prima fascia il tetto è pari al 100% del
trattamento economico del Primo Presidente della Corte di Cassazione;
•per gli amministratori delle società della seconda fascia il tetto è pari all’80% del
trattamento economico del Primo Presidente della Corte di Cassazione;
•per gli amministratori delle società della terza fascia il tetto è pari al 50% del
trattamento economico del Primo Presidente della Corte di Cassazione.
Limiti ai compensi degli
amministratori delle società a
partecipazione statale (3)
Società direttamente controllate dal MEF e non quotate
Fascia ex DM
Limiti compensi 2389 c.3
Società
166/2013(1)
A.D. e Presidente
ANAS(2), INVIMIT(3),
A.D.: Euro 311.658,53
FASCIA 1
RAI
Presidente: Euro 93.497,56
CONI SERVIZI(4),
CONSAP, CONSIP,
ENAV, EUR (Solo AD)(5), A.D.: Euro 249.326,82
FASCIA 2
GSE, INVITALIA(6),
Presidente: Euro 74.798,05
IPZS, SOGEI(7),
SOGIN(8)
ARCUS, ISTITUTO
LUCE, ITALIA LAVORO, A.D.: Euro 155.829,27
FASCIA 3
RAM, SOGESID,
Presidente: Euro 46.748,78
STUDIARE SVILUPPO
Limiti ai compensi degli amministratori
delle società a partecipazione statale (4)
Le donne negli organi di amministrazione e
controllo delle società pubbliche L. 120/2011
• L'articolo 3 della legge 12 luglio 2011, n. 120 estende la disciplina
sulla parità di accesso agli organi di amministrazione e di controllo
anche alle società pubbliche costituite in Italia, non quotate in
mercati regolamentati
• Le società costituite in Italia non quotate controllate ai sensi
dell’articolo 2359 (primo e secondo comma) del codice civile da
pubbliche amministrazioni (intendendosi per P.A. quelle definite
nell’articolo 1,comma 2,del d.lgs 165/2001) dovranno prevedere
nei propri statuti che la nomina degli organi di amministrazione e
di controllo sia effettuata secondo modalità tali da garantire che il
genere meno rappresentato ottenga almeno un terzo di ciascun
organo sociale (articolo 2 DPR. 251/2012).
Le donne negli organi di amministrazione
e controllo delle società pubbliche (2)
• Il criterio delle c.d "quote" si applica solo per tre mandati
consecutivi a partire dal primo rinnovo successivo alla data di
entrata in vigore del menzionato DPR 251/2012 (12 febbraio
2013).
Per il primo mandato la quota riservata al genere meno
rappresentato è pari ad almeno un quinto ( 20%) del numero dei
componenti dell’organo (articolo 3 DPR 251/2012). Per i
successivi mandati la quota da riservare al genere meno
rappresentato è pari ad un terzo (33%).
• Sanzioni
Qualora venga accertato il mancato rispetto della quota
il Presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro delegato per le
pari opportunità diffida la società a ripristinare l’equilibrio tra i
generi entro 60 giorni. In caso di inottemperanza alla diffida è
fissato un ulteriore termine di 60 giorni decorso il quale, ove la
società non provveda ad adeguarsi, i componenti dell’organo
decadono.
IL CONTRATTO DI SERVIZIO
Il contratto di servizio definisce:
–
gli standard di servizio,
–
i criteri di definizione delle priorità degli utenti,
–
gli obiettivi di output e outcome attesi
–
quota di sussidio da parte del committente pubblico
Ad esempio, nel settore del trasporto pubblico locale:
- percorsi e frequenza dei mezzi=>Km da percorrere
- contributo pubblico per KM
- obiettivi di puntualità, pulizia, sicurezza
Previsione di incentivi correlati al raggiungimento degli obiettivi
Definizione di tariffe
46
IL CONTRATTO DI SERVIZIO
La difficoltà nell’uso del contratto di servizio dipende dal meccanismo di
controllo: la maggior parte delle informazioni, delle tecnostrutture e del
know-how operativo sono detenute dal produttore e non dal
committente pubblico
Possibili soluzioni:
- L’attivazione di una specifica unità organizzativa di committenza
- il controllo e la certificazione dei dati inviati al committente
- il mantenimento del controllo pubblico dell’azienda di produzione e
la conseguente nomina di management di fiducia
- il monitoraggio del grado di soddisfazione degli utenti svolto
direttamente dal committente
47
La ”bad governance” delle società
partecipate
• In mancanza dell’obbligo di predisporre un bilancio
consolidato, le società partecipate sono state spesso
utilizzate dagli enti locali, in modo più o meno
consapevole, per aggirare i vincoli di finanza pubblica
(divieto assunzioni di personale, limiti all’indebitamento,
vincoli del patto di stabilità)
• Problemi negli equilibri finanziari di bilancio degli enti e
delle stesse aziende (es. caso Comune di Parma, Comune
di Alessandria, Comune di Reggio Calabria)
Le relazioni finanziarie tra ente e società
partecipata
Bilancio
Entrate
COMUNE
Uscite
+10 leasing
+200
100%
debito 200
affi a il bene
BANCA
vende bene x 200
SOCIETA' CONTROLLATA
ALFA
A vità
SP Alfa
Passività e PN
finanziamento 200
CASSA=0 (+200-200)
DEBITI V/BANCHE +200
IMMOBILI +200
PN=
Il caso Parma (1)
Il caso Parma (2)
Strumenti di governance e
controllo delle società partecipate
• A partire dal Rendiconto 2012, i comuni e le
province devono allegare una nota informativa
contenente la verifica dei reciproci rapporti di debito e
credito intercorrenti con le società partecipate (art. 6
c. 4, DL 95/2012)
• Definizione di un sistema di controlli interni sulle
aziende partecipate e adozione del bilancio
consolidato per i comuni maggiori di 15.000 abitanti
(DL 174/2012)
Lo scenario della governance delle
aziende a controllo pubblico
–
–
–
Il cambiamento dell’impresa (a diverse velocità)
• Il mercato e la competizione
• La forma giuridica
• L’assetto proprietario
• La formazione di gruppi
• Lo sviluppo manageriale
• Le politiche di sviluppo industriale
Il cambiamento dell’ente locale (le grandi città e i piccoli comuni)
• Il passaggio ad un ruolo di “regista dello sviluppo”
• Le tensioni sul piano finanziario
• I differenti ruoli di stratega, committente e conferente del capitale di rischio
I regolatori
• I diversi livelli (UE, normative nazionali e regionali, autorità, indirizzi provinciali e
politiche di ambito, ecc.)
• La disciplina dei servizi pubblici e le politiche settoriali
Lo scenario (2)
• La ricerca di un nuovo equilibrio tra
esigenze di:
– riqualificazione del ruolo degli enti locali
– rafforzamento del sistema delle imprese di
servizi pubblici
– tutela dell’interesse del cittadino-utenti
I modelli di corporate governance: alla ricerca
di un nuovo equilibrio
Disegnare sistemi di corporate governance che:
riconoscano lo spazio del management
garantiscano al proprietario pubblico la tutela dell’interesse collettivo
orientino l’attività di impresa al conseguimento di risultati economicosociali
Quotazioni
Apertura
del capitale
Fusioni
E gli Enti Locali?
• Logica di esercizio del ruolo della proprietà
fondata sul mandato fiduciario agli
amministratori (focus sulle nomine)
• Rilievo degli aspetti informali
– Scarsa disponibilità di competenze e strutture per
un governo professionale della relazione con le
imprese
– Non sempre definita influenza sulle scelte
strategiche di sviluppo
56
I rischi del non equilibrio
Si possono delineare due estremi:
• imprese (arretrate) fortemente condizionate da
influenze politiche e limitate nei percorsi di sviluppo
• imprese (evolute) in grado di condizionare le
politiche degli enti
É necessario combinare l’esercizio di una funzione
qualificata di indirizzo e controllo da parte della
proprietà, con la necessaria autonomia riconosciuta a
chi pro-tempore è chiamato ad amministrare
l’impresa
E gli altri strumenti di corporate
governance?
• Prevale una focalizzazione sugli organi
– Solo in poche grandi imprese si sono introdotti
strumenti di incentivazione economica del
management
– Lo sviluppo qualitativo del sistema dei controlli
non è uniforme
– Il sistema di rendicontazione è centrato sulla
performance economico-finanziaria
Sette proposte per una “buona
governance”
1) Rafforzare la funzione di indirizzo della
proprietà pubblica
2) Qualificare i Consigli di amministrazione
3) Assicurare un bilanciamento tra il ruolo
degli amministratori esecutivi e quello
degli amministratori non esecutivi e
indipendenti
4) Introdurre sistemi di remunerazione
variabile per gli amministratori esecutivi
Sette proposte per una “buona governance”
5) Sviluppare i sistemi di controllo interno e
di rendicontazione delle imprese
6) Attivare strutture tecniche di governo delle
relazioni con le imprese, al servizio della proprietà
7) Dare più forza all’utente e al cittadino