qui - Partito Democratico Circolo di Treviso

Circolo Comunale di Treviso
Vicolo XX Settembre - Treviso
tel. 3894472312
www.pdtreviso.it
www.facebook.com/pd.treviso
Circolo del Partito Democratico di Treviso –
Gruppo di lavoro “Cultura”
CULTURA, UN PROGETTO PER TREVISO
La crisi che ha colpito vasti settori della nostra economia non è risolvibile soltanto con interventi di
tipo economico-organizzativo, fiscale o con la delocalizzazione, ma con un rilancio della creatività,
dell’innovazione, della ricerca scientifica, della valorizzazione dei beni culturali, settori in cui invece
i governi che si sono succeduti hanno operato pesanti tagli di bilancio.
La cultura non è un lusso, ma un investimento per lo sviluppo e il progresso; investire in cultura
significa mettersi al passo con l’economia del futuro, l’economia della conoscenza, basata sempre
di più sul sapere e sul lavoro intellettuale. Innovazione e ricerca tecnologica, industria della
creatività e formazione sono i punti di forza su cui far leva per poter competere nel mondo di
domani. Inoltre la cultura è uno strumento fondamentale di conoscenza della nostra storia e della
nostra identità, dei processi di trasformazione della società, delle contraddizioni di questo modo di
produrre e di consumare. Per uscire dalla crisi bisogna ridare spazio alla capacità storica dell’Italia
di produrre bellezza, alla creatività dei suoi artisti e dei suoi designers, alla ricerca scientifica che
hanno creato un marchio inconfondibile, presente in tutti i musei del mondo e contribuito
all’eccellenza di molti prodotti dell’industria.
In altri paesi l’economia e la qualità della vita crescono perché sostenute da una formidabile
infrastruttura di università, biblioteche, musei, gallerie d’arte, teatri, università.
Nel nostro territorio invece di aprire spazi alla cultura, di tutelare il paesaggio, si lasciano cadere in
degrado gli immobili storici di proprietà pubblica (la chiesa di San Teonisto, Villa Freya, il Barco
della Regina Cornaro) e poi li mette in vendita e si lascia libero sfogo alla devastazione costituita
da miriadi di capannoni e centri commerciali, da un’architettura priva di qualsiasi qualità, dalla
mancanza di piani territoriali coerenti e lungimiranti; la creazione di “non luoghi” quindi, che si
sostituiscono alla storia del territorio e del paesaggio e trasformano lo spazio in luogo di consumo
privo di memoria. Musei e biblioteche, altrove considerati strumenti di crescita e di inclusione
sociale, a Treviso si limitano prevalentemente ad un’attività istituzionale di conservazione e di
gestione dell’esistente e non sembrano propensi a misurarsi con le nuove esigenze di conoscenza
che pure si manifestano nella società. A Treviso è carente l’offerta di cultura, non la partecipazione.
Tale carenza rende ancora più acuto il disagio per la mancanza di strutture pubbliche e di spazi per
associazioni e per iniziative culturali indipendenti.
Noi riteniamo che sia necessaria una politica culturale fondata sulla partecipazione dei cittadini,
capace di avviare un processo di trasformazione della nostra città. Ciò significa aprire spazi per la
cultura e per le associazioni, utilizzare risorse come la collezione di Manifesti Salce, unica in
Italia, per lungo tempo rimasta chiusa in un deposito. Vogliamo creare un sistema museale che,
assieme alla conservazione dei beni, sviluppi produzione culturale attraverso l’uso di moderne
tecnologie, mostre temporanee di qualità, elemento questo di attrazione di flussi turistici;
vogliamo fornire nuove chiavi di accesso alla cultura ai cittadini, vecchi e nuovi, attraverso un
coordinamento con le realtà dei quartieri, le scuole, l’università, le associazioni, i comuni
contermini, soprattutto quelli siti nel Parco del Sile, assieme ai quali disegnare percorsi
naturalistico-culturali (paesaggio, arte, musica). Il Museo e la Biblioteca possono essere luoghi di
incontro e di confronto con altre culture, di cui spesso abbiamo una conoscenza superficiale e
stereotipata. La storia di Treviso è ricca di presenze artistiche, un prestigio che è stato offuscato da
iniziative come l”Ombra longa”, le pessime sculture disseminate nei luoghi più significativi della
città, le piazze trasformate in suk. Bisogna ridisegnare i percorsi della storia e dell’architettura,
valorizzare eredità come quelle di Tomaso da Modena, Arturo Martini, Gino Rossi, Comisso.
L’Amministrazione comunale, per sopperire ai tagli di bilancio, operati dai Governi precedenti,
dovrà avere una forte capacità di elaborare progetti culturali di qualità, capaci di attirare risorse
private, di acquisire Fondi Europei, di creare rapporti di collaborazione con istituti bancari, gruppi
industriali (visti non solo come sponsor, ma come partner), istituzioni pubbliche e private.
La cultura deve essere considerata una priorità, soprattutto in un periodo di profonda crisi, non
soltanto economica, in cui si è offuscata l’idea di futuro, di storia. Vorremmo, con il contributo di
tutte le forze che hanno dato vita a una nuova Amministrazione, creare una nuova immagine della
città, farle recuperare il suo ruolo di capoluogo culturale ed economico che negli ultimi anni si è
smarrito.
APPUNTI PER UNA POLITICA CULTURALE DEL COMUNE
1) Il museo può essere un importante strumento di crescita culturale, un luogo vivo, capace
di produrre cultura e di accompagnare alla funzione di conservazione della memoria
storica, delle radici culturali e della creazione artistica attraverso i secoli, quella di una
fruizione moderna e innovativa del patrimonio culturale che vi è conservato. Quindi
accessibilità, ricerca scientifica, organizzazione di mostre temporanee di buon livello
qualitativo, acquisizione di tecnologie che ne valorizzino il patrimonio e ne migliorino la
fruizione, nuove acquisizioni. Il museo è un servizio sociale che può diventare luogo di
incontro dei cittadini, degli studenti, un punto di riferimento di un turismo culturale
intelligente, come avviene in molti paesi d’Europa.
E’ opportuna la creazione di un sistema museale, dotato di un direttore o un curatore
con capacità manageriali (sponsorizzazioni, organizzazione mostre, rapporti con altri
musei, fondazioni e istituzioni culturali) e di personale adeguato con l’obiettivo di
coniugare conservazione e fruizione (dare un senso contemporaneo agli oggetti delle
collezioni, aprire un canale di comunicazione con il suo pubblico e conquistare un
pubblico nuovo, riformulare il rapporto dei cittadini con la memoria e aprire spazi di
conoscenza verso la modernità).
Il sistema museale comprenderà: il Museo di Santa Caterina (archeologia e arte antica),
il Museo Bailo (arte moderna e contemporanea), Casa da Noal e Casa Robegan (mostre
e spazi per iniziative culturali)
I pesanti tagli dei governi precedenti al settore educativo hanno comportato la riduzione
delle ore di storia dell’arte e un sovraffollamento delle classi, rendendo più difficoltoso
l’apprendimento. Inoltre la presenza sempre più diffusa di studenti provenienti da altre
culture pone un problema di multiculturalismo e di conoscenza reciproca. Il museo può
sviluppare di un’attività didattica per le scuole che consenta una fruizione innovativa del
patrimonio esistente, in particolare le raccolte archeologiche e gli affreschi con l’obiettivo
di tracciare la storia di Treviso e del suo territorio attraverso percorsi da costruire con la
collaborazione di insegnanti di storia e di storia dell’arte. E’ opportuno costruire un
rapporto privilegiato con il Liceo Artistico per uno scambio reciproco di proposte e
iniziative. Inoltre il Museo può essere luogo di incontro e di confronto con altre culture
con iniziative specifiche (mostre sull’arte di altri paesi, Africa, Oriente ecc.). L’introduzione
di tecnologie informatiche e multimediali e’ un passo indispensabile per consentire
ricerche, approfondimenti, collegamenti con altre istituzioni museali pubbliche e private.
Per tali attività didattiche sono necessari animatori culturali (giovani laureati in Beni
Culturali e Ambientali), e la collaborazione di mediatori culturali.
E’ necessario un riordino espositivo delle raccolte di arte antica, recuperando spazi e
dando il giusto rilievo alle opere più significative, creando percorsi tematici e non
soltanto cronologici. La ristrutturazione del Museo Bailo potrà consentire di riunire in un
unico spazio le opere di Arturo Martini, Gino Rossi e di altri autori moderni e
contemporanei. Questo spazio museale sarà dedicato ad iniziative collegate all’arte
moderna, ai nuovi linguaggi artistici, alla sperimentazione (mostre sulla scultura del
‘900 da inserire in un programma pluriennale, anche in collaborazione con altri musei e
istituzioni pubbliche e private)
Concerti, conferenze, spazi per iniziative di associazioni culturali faranno parte della
politica di un museo aperto alla città, un luogo di incontro amichevole e accogliente.
Un museo dei cittadini, con iniziative culturali importanti può favorire donazioni di opere
e contributi di sponsor. Una politica di acquisizioni mirate, anche con l’attivazione di
sottoscrizioni pubbliche potrà far crescere il patrimonio del museo in modo coerente.
Costruzione di un progetto che valorizzi gli affreschi di Tomaso da Modena custoditi a
Santa Caterina con iniziative specifiche e percorsi tematici che li colleghino alle altre
opere del grande pittore e di altri artisti di epoca medievale e rinascimentale, in
particolare agli affreschi di S. Nicolò, del Capitolo, di S. Francesco, di Santa Lucia.
Creazione di percorsi attraverso il centro storico (con un’apposita segnaletica) che ne
rivelino le radici storiche e architettoniche, gli antichi assetti viari, il ruolo delle acque che
lo attraversano, gli affreschi di facciata ancora esistenti. Un Museo diffuso che valorizzi
il cuore storico della città. E’ ipotizzabile la creazione di percorsi “suoni e luci” con la
proiezione di immagini di affreschi e di particolari architettonici accompagnate da
musiche dell’epoca medievale e rinascimentale da realizzarsi in particolari periodi
dell’anno (vedi l’esperienza di LUCI D’ARTISTA di Torino)
2) Creazione di un polo scientifico che valorizzi le esperienze già in atto in alcuni istituti
scolastici, in modo particolare il Liceo Scientifico, e susciti l’interesse di centri di ricerca
scientifica e organizzazioni industriali. Il successo dei Musei della scienza in Europa
indica che esiste una domanda importante a cui è opportuno dare una risposta.
3) La collezione di manifesti Salce, una delle più importanti d’Europa, ignorata e
inutilizzata per un decennio è stata acquisita dalla Soprintendenza in quanto bene
demaniale e sarà collocata nelll’ex chiesa di Santa Margherita, anch’essa di proprietà
demaniale. E’ necessario che l’Amministrazione Comunale crei rapidamente un rapporto
positivo di collaborazione con la Soprintendenza per la realizzazione di un centro
espositivo, un centro di documentazione, un archivio, laboratori e un centro di formazione
e di studio in collegamento con la facoltà universitaria di design. La creazione di un
centro culturale quindi che organizzi eventi culturali e coinvolga la città e il suo territorio
sociale ed economico, ma che sappia raggiungere un’area più vasta anche a livello
internazionale L’organizzazione di mostre a tema (storia della moda, il manifesto e il
costume, design e comunicazione ecc.) potrebbero coinvolgere possibili partner
(Benetton, Stefanel, Replay, Camera di Commercio, Fabrica) e costituire un’attrattiva
turistica di grande rilevanza.
4) A Treviso operano numerose associazioni culturali, che sono un’importante risorsa per
la crescita culturale dei cittadini e spesso strumento di formazione professionale. Esempi
di eccellenza come Enzimi, gli Alcuni, Cineforum Labirinto, Gli Amici dei Musei, il FAI,
Treviso Ricerca Arte, Italia Nostra, costituiscono una realtà culturale e produttiva di
grande qualità e interesse. Il Comune deve favorirne l’attività, privilegiando quelle
iniziative che creano aggregazione e danno un contributo reale in termini qualitativi alla
produzione di cultura. Questo può avvenire attraverso l’individuazione di spazi
pubblici e privati da assegnare per le loro attività, creando opportunità, fornendo servizi
nel rispetto totale delle iniziative delle associazioni stesse e coinvolgendole nel proprio
progetto di produzione culturale, offrendo il proprio contributo nel reperimento di sponsor
e di finanziamenti europei. Tali sedi saranno concesse tramite convenzioni con le
associazioni che ne sono prive. Riteniamo opportuna inoltre l’istituzione di un tavolo che
stabilisca un dialogo permanente fra Amministrazione comunale e Associazioni. E
necessario che vi sia una revisione del Regolamento comunale di concessione degli
spazi comunali semplificandolo, stabilendo criteri obiettivi di concessione e una riduzione
significativa delle tariffe.
5) E’ opportuna la riorganizzazione di spazi, orari e personale nelle cinque sedi della
Biblioteca comunale, specializzando le sedi ed evitando le duplicazioni. Si deve
realizzare un’ottimizzazione dei servizi in base alla tipologia di utenza e il potenziamento
dei servizi più richiesti, analizzando i flussi di pubblico (la biblioteca produce statistiche
illuminanti sulle richieste del pubblico). E’ inoltre necessario un piano lungimirante per la
gestione dei depositi librari e per la fruizione delle collezioni speciali. E’ indispensabile un
programma di conferenze sulla letteratura, la filosofia, la storia, di incontri con gli
scrittori da realizzare nella Biblioteca, i cui spazi dovranno essere aperti anche ad
iniziative di associazioni private e alla loro collaborazione nella realizzazione di iniziative
e di eventi.
6) La crisi della Fondazione Cassamarca, che gestisce il Teatro Comunale e il Teatro Eden
apre interrogativi sul futuro di queste strutture. Il Comune di Treviso ha delegato nel
passato alla Fondazione gestione e programmi artistici, senza proporre idee e
collaborazione. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare che il teatro, fin dagli albori, è
per eccellenza luogo pubblico, luogo d’incontro, comunicazione e divulgazione di idee e
opinioni, di provocazioni positive sull’uomo e nei confronti della società; dunque da
sempre, un luogo di formazione e crescita per la cittadinanza. Una visione democratica
della città non può trascurare e lasciare cadere queste istanze, ma deve rivolgere
impegno ed energie affinché nel tessuto cittadino il teatro sia vissuto come luogo aperto,
al pubblico e alle proposte, un’opportunità di formazione, una presenza viva: un bene
comune da partecipare. Pertanto, la gestione di un teatro dovrebbe progettare ed
elaborare proposte avendo come obiettivi
qualità della proposta: significa programmazione il più possibile organica (un
progetto) da sviluppare intorno ad un’idea forte che faccia da filo conduttore al
lavoro della stagione, proponendo in modo coerente spettacoli di opera, danza,
musica, prosa scelti secondo il criterio del valore e spaziando con libertà dal
repertorio classico a quello contemporaneo, anche sperimentale. Non serve la
quantità (un cartellone pieno zeppo), ma la qualità di quello che si propone al
pubblico.
accessibilità: significa pensare ed individuare soluzioni, affinché il teatro sia fruibile
da quante più persone possibile. L’attuale gestione, di fatto, ha fortemente
limitato a un pubblico privilegiato e ristretto la fruibilità del teatro, vincolando la
possibilità di accedere agli spettacoli all’acquisto di pacchetti di abbonamenti e
lasciando, in tal modo, le “briciole” a quanti per vari motivi non possano acquistare
un abbonamento, ma desiderino assistere solo a qualche spettacolo (pensiamo in
particolare ai giovani, gli studenti, le famiglie). Questo è, a nostro parere,
inaccettabile. Da rivedere la gestione abbonamenti: almeno una data tra quelle
previste dal cartellone va lasciata libera.
I Teatri hanno un ruolo importante nella cultura cittadina e potrebbero svolgere un ruolo
anche più attivo aprendo spazi alla modernità, alla sperimentazione, riservando spazi alle
scuole, alle associazioni culturali che operano nel campo teatrale e collegandosi con altri
teatri o enti culturali (Biennale Musica, Biennale Danza).
Esistono rilevanti problemi economici per la loro gestione e un intervento privato è
indispensabile.
Il Teatro delle Voci nel quartiere di San Liberale potrebbe essere aperto ai gruppi teatrali
che operano in città tramite un’apposita convenzione con il Comune
7) Organizzazione di un festival musicale estivo di qualità, individuando un settore
specifico della produzione musicale (ad esempio la musica barocca, la musica medievale
ecc.) e utilizzando spazi diversi (piazze, chiese, spazi museali). Ciò puo’ essere
realizzato in collaborazione con il Teatro Comunale, gruppi musicali come “I Sonatori
della Gioiosa Marca”, orchestre italiane e straniere. Tale iniziativa dovrà avere continuità
nel tempo in modo da diventare un appuntamento riconosciuto a livello nazionale e
internazionale e incrementare il turismo a Treviso. A tal proposito sarà necessario
utilizzare opportuni canali di comunicazione (riviste specializzate, RAI, internet, giornali).
Ciò renderebbe possibili sponsorizzazioni e collaborazioni con partner privati.
Treviso, luglio 2014