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dicembre2014indice
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Editoriale
Gian Piero Testa
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Dipendenti provinciali + precari scuola
Sciopero generale
Referendum anti immigrati + frontalieri
Tazebao: Auguri per il 2015
CGIL Como informa supplemento al n. 474 di Ecoinformazioni, via Lissi 6, 22100 Como direttore responsabile Gianpaolo Rosso reg.
Tribunale di Como n. 15/95 del 19.07.1995 direzione editoriale Fabio Cani, Alessandro Tarpini redazione Lucia Cassina, Francesco Di
Salvo, Giacomo Licata, Andrea Quadroni, Roberta Sfardini
L’anno
che verrà
intervista
ad Alessandro Tarpini
editoriale
Lo sciopero ha dato i risultati che vi aspettavate?
È stato, pur tra grandi difficoltà, il più riuscito da qualche
anno a questa parte. Inoltre, cade in una situazione
complicata in cui, per i lavoratori, rinunciare
a una giornata di salario è difficile. Nonostante questo,
la partecipazione è stata importante; un segnale, specie
in alcune aziende, a testimonianza del grande disagio
diffuso fra la nostra gente.
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C’è la sensazione d’essere la parte della società più trascurata e a cui viene chiesto di pagare il prezzo più
salato della crisi.
E ora, che succede?
Al momento, è stata approvata la cornice del Jobs act ma mancano i decreti attuativi che, nella logica
della legge delega, sono il cuore del provvedimento. La vicenda non è conclusa.
Per quanto riguarda i rapporti con il governo, noi ci saremmo aspettati un film diverso. Ci sono tre
questioni principali sul piatto. Primo punto: iniziamo a trattare gli italiani da adulti. Siamo in una
situazione difficile, non ce la caviamo con qualche slogan o dichiarazione d’intenti. Non si tratta neppure
di essere pessimisti, anzi. Siamo convinti che questo paese ce la potrà fare, prima però è necessaria
un’operazione verità.
Secondo punto: ci vuole un progetto condiviso dal numero più alto di soggetti possibili.
Non è incoraggiando divisioni che si risolvono i problemi: senza coesione su obiettivi condivisi, qualsiasi
governo rischia di non farcela.
Terzo punto: torniamo a dare il giusto valore alle parole. E a questo proposito, quando sento la parola
“eroe” penso ad Ambrosoli, Falcone, Borsellino, i medici in Africa a combattere le epidemie. Definire eroi
tutti gli imprenditori di questo paese mi sembra una caricatura insopportabile. E una categoria che
contiene al proprio interno persone straordinarie e altri indegni di essere definiti tali, discorso
riproducibile a qualsiasi categoria sociale.
Che anno sarà il 2015?
Non arrivano segnali rassicuranti. Le imprese, anche quelle che vanno abbastanza bene non assumono
altre persone. La ripresa è marginale senza occupazione aggiuntiva.
E per la Cgil?
Per noi sarà un anno importante. Abbiamo la conferenza di organizzazione, il momento per discutere
di noi stessi, di come funzioniamo e cosa bisognerà fare per migliorare. Il sindacalismo confederale
necessita di riforme, non perché sia da buttare come afferma qualcuno, ma perché anche noi richiediamo
una manutenzione straordinaria. Naturalmente, lo spirito dovrà essere d’apertura mentale e grande
generosità. Non può valere la logica dello status quo, dobbiamo sentirci in discussioni,tutti e anche
in maniera radicale.
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Ci ha lasciato Gian Piero Testa
Gian Piero Testa, sindacalista e docente appassionato, è morto nelle prime ore del 28 novembre. Il ricordo
laico di Gian Piero si è svolto martedì 2 dicembre nella sala cremazione del Cimitero monumentale di Como.
Raffinato intellettuale, docente e esponete di quella sinistra che aveva fatto della Cgil il terreno privilegiato
della sua attività di trasformazione del mondo, era anche appassionato cultore della musica per la Pace e ha
dedicato anni della sua vita alla cura e alla traduzione dal greco del sito Canzoni contro la guerra sul quale si
trova una autobiografia scritta con ironia, uno dei registri a lui più cari.
«Ricordiamo il suo grande impegno sindacale durante gli anni 70/80 con la fondazione del Sindacato
Nazionale Scuola della Cgil, per la difesa dei lavoratori della scuola e la valorizzazione
dell’istruzione pubblica. Intellettuale di grande sensibilità, ci mancherà la sottile
ironia, quei fogli vergati di segni mentre ascoltava o parlava e le sue immancabili
vignette che hanno caratterizzato le riunioni sindacali di quegli anni».
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Protesta
dei dipendenti
provinciali
Giovedì 18 dicembre una ventina di lavoratori, insieme ai rappresentanti sindacali di Cgil e Uil, hanno
occupato simbolicamente per un quarto d’ora il consiglio provinciale. Motivo della protesta: i 185 esuberi
previsti dalla legge di stabilità.
«Ci siamo posizionati nei banchi del consiglio – spiega Matteo Mandressi, segretario Fp Cil – proprio per il
rispetto che abbiamo verso le istituzioni. In questo modo, simbolicamente, i lavoratori si sono riappropriati
dell’ente». Dal primo gennaio, un emendamento della legge di stabilità provocherà l’esubero di 185 dipendenti. Rischia quindi di concludersi nel peggiore dei modi il percorso di riforma delle province provocando,
anche per il territorio comasco, una grave riduzione di servizi e delle tutele occupazionali. «È tutto da
vedere se verranno ricollocati come si dice – continua il sindacalista –. Inoltre, non sottovalutiamo la
riduzione del servizio che si verrà a creare. La presidente Maria Rita Livio ha mostrato solidarietà e condivisione per le nostre preoccupazioni». La seduta del consiglio è poi cominciata regolarmente.
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Precari scuola
Dare immediata attuazione
alla sentenza
della Corte di Giustizia Europea
La Corte Giustizia Europea ha deciso che i precari della scuola con più di 36 mesi di servizio hanno
diritto all’assunzione a tempo indeterminato. La sentenza è destinata a fare da apripista e dare una
speranza alle centinaia di migliaia di precari che da anni coprono posti vacanti facendo funzionare
le scuole, gli enti di ricerca, le università e tutte le pubbliche amministrazioni. Renzi non può più
sostenere che il sindacato difende i garantiti. «Finalmente le ragioni dei precari - stabilità del lavoro
e equa retribuzione - sostenute da noi anche in migliaia di ricorsi sono state riconosciute alla luce
del sole – scrive la Flc - . Adesso sfidiamo il governo a dare immediata attuazione alla sentenza stabilizzando tutti i precari e non solo quelli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento. Ma non ci fermiamo qui. Stiamo chiedendo che nelle elezioni per il rinnovo delle RSU nel pubblico impiego del
3, 4 e 5 marzo 2015 ai precari venga riconosciuto il diritto a candidarsi e a votare. Nel rinnovo dei
contratti nazionali rivendicheremo uguali retribuzioni e diritti tra lavoratori precari e a tempo indeterminato».
La Flc di Como ha intrapreso la strada delle vertenze territoriali per pretendere l’affermazione del
diritto stabilito dalla corte europea. Il 12 gennaio (data e luogo da confermare) è prevista un’assemblea del personale precario in cui saranno illustra le modalità di adesione alla vertenza.
Sul sito internet della Flc Cgil di Como (http://www.cgil.como.it/flc/index.php/notizie/22-sentenzaeuropea-sui-precari-al-via-le-vertenze-territoriali) si trova una scheda da compilare nel caso in cui si
fosse interessati a procedere con la vertenza e restituire via mail a [email protected]
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Sciopero generale
pienamente riuscito
«È stata una bellissima giornata, due piazze come da tempo non si vedevano e una partecipazione altissima
allo sciopero e alle manifestazioni».
Piazza della Loggia e Piazza del Duomo strapiene, tanti lavoratori e lavoratrici, giovani e pensionati hanno
sfilato pacificamente consegnando al governo un messaggio chiaro: così non va. Hanno espresso la loro
soddisfazione per la riuscita dello sciopero generale Elena Lattuada, segretaria generale della Cgil Lombardia e Danilo Margaritella, segretario generale Uil di Milano e della Lombardia. «Ed è da queste piazze e da
questi contenuti - hanno dichiarato - che bisogna partire per ricostruire un terreno unitario e per mantenere alto il livello di partecipazione e di mobilitazione in tutte le forme affinché il lavoro, i diritti e la
dignità dei lavoratori diventino le priorità per tutto il Paese».
Due lunghi cortei hanno attraversato le strade cittadine per confluire in Piazza della Loggia a Brescia e in Piazza
Duomo a Milano, dove prima dei comizi conclusivi è stato letto lo stesso testo di commemorazione delle vittime
di Piazza Fontana, in occasione del 45 anniversario della strage, nel quale si lancia ancora una volta un appello
affinché ‘venga fatta giustizia e piena luce su due attentati per i quali nessuno ha ancora pagato. Giovanna
Tedesco, Spi di Milano, lo ha letto dal palco di Piazza del Duomo mentre l’Orchestra Verdi intonava le note del
Requiem di Mozart. Hanno poi preso la parola Luca Natali, delegato della Fisac Cgil si
Milano, Chiara Cola, della Uilm della Rsu Whirlpool, Marinella Magnoni, Segretaria
Generale dello Spi di Varese, Ciro Mangione della Uil, componente della Rsu dell’Ospedale Sacco, Graziano Gorla, segretario generale della Camera del Lavoro metropolitana
di Milano, Mattia Sguazzini, dell’Udu, gli studenti universitari di Pavia, Silvano Sangali, Coordinatore Regionale del Patronato Ital Uil e Cristina Furnò lavoratrice precaria del territorio della Brianza. Ha concluso la manifestazione l’intervento di Danilo
Margaritella, Segretario generale della Uil di Milano e della Lombardia.
Da Como, hanno partecipato alla manifestazione di Milano circa 500 persone.
L’adesione allo sciopero è stata attorno al 50%. Fra i diversi settori, nelle
aziende metalmeccaniche e agricole ha aderito allo sciopero organizzato da Cgil e Uil circa l’80% dei lavoratori, 40% nel
pubblico impiego, 45% nei trasporti, 30% nei tessili e 15 % nella scuola. «Lo sciopero è riuscito
– commenta Alessandro Tarpini, segretario Cgil
Como – Ed e’ da queste piazze e da questi contenuti che bisogna partire per ricostruire un terreno unitario e per mantenere alto il livello di partecipazione e di mobilitazione in tutte le forme, affinché il lavoro, i diritti e la dignità dei lavoratori
diventino le priorità per tutto il Paese».
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Bocciato
il referendum
anti immigrati
Il 74,1 % dei votanti ha risposto no al quesito referendario “Basta alla sovrappopolazione. Sì alla conservazione delle basi naturali della vita”, chiamato anche Ecopop. Così hanno votato domenica 30 novembre i
cittadini svizzeri. L’affluenza alle urne è stata del 49,3 per cento. La proposta era fissare, a livello federale,
una quota precisa di immigrati da accettare ogni anni all’interno del paese. La quota era pensata intorno
allo 0, 2 % della popolazione locale, circa 16 mila persone all’anno: una cifra di gran lunga inferiore ai 70
mila ammessi in media ogni anno. Il quesito si inserisce sul solco tracciato a febbraio, quando si decise
(sempre attraverso referendum) d’inserire nella Costituzione alcune “quote annuali d’immigrati”: a oggi, va
detto, il provvedimento non è ancora entrato in vigore.
Ecopop proponeva anche che il 10 per cento del budget stanziato per gli aiuti internazionali fosse destinato a progetti per il «diritto alla pianificazione volontaria della famiglia» in paesi in via di sviluppo. Questo,
secondo i sostenitori, sarebbe servito a costruire nuove e istituire linee di trasporti, preservando il territorio svizzero.
Il referendum day ha pure respinto, con il 59, 2 %, la proposta “Stop ai privilegi fiscali per i milionari”.
L’iniziativa puntava ad abolire la norma per cui gli stranieri residenti in Svizzera e non titolari di attività
economiche fossero tassati con un forfait in base alle loro spese e al tenore di vita e non sul reddito o sul
patrimonio.
Con il 77,3 per cento dei voti è stata bocciato il quesito “Salvate l’oro della Svizzera”: si chiedeva che
almeno il 20% delle riserve della banca centrale dovesse essere in oro, interamente depositato in Svizzera.
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Frontalieri
Cui prodest? Come ti manipolo la notizia.
Si blocca l’aumento di frontalieri,
ma i giornali ticinesi
non se ne accorgono
Dopo la comunicazione dei nuovi dati statistici relativi ai frontalieri in Ticino, i giornali del Cantone si
sbizzarriscono con le cifre, rilevando la continua crescita dei permessi G per i frontalieri.
In realtà, per la prima volta negli ultimi anni, l’aumento è decisamente molto contenuto: siamo passati da
62.458 permessi nel II Trimestre del 2014 ai 62.481 del III Trimestre; un aumento di “ben 23 frontalieri”.
Un dato molto interessante anche confrontato con l’aumento registrato tra I e II Trimestre: + 2.153.
Nel Terzo trimestre cala l’occupazione frontaliera femminile, anche se solo di 9 unità (24.336 contro 24.345),
mentre tra I e II Trimestre vi era stati un aumento di 844 permessi. Tendenza leggermente inversa per
l’occupazione maschile (+ 33, + 1.308 tra I e II Trimestre)
Si ferma in modo significativo il flusso di frontalieri dall’Italia, sembra dunque essere giunta al limite la
capacità di assorbimento di manodopera del mercato del lavoro ticinese.
Continuano comunque alcune tendenze, per esempio quella che vede un (seppur più lento) calo del settore
industriale (-180 addetti), compensato dall’aumento dell’occupazione frontaliera nel terziario (+ 202 permessi).
Non vi sono invece ancora indicazioni precise sull’andamento delle notifiche (previste per periodi di lavoro
in Ticino inferiori ai tre mesi nell’anno), poco oltre 24mila nel 2013, manodopera temporanea prevalentemente maschile (86% del dato).
Sarà interessante verificare se il blocco dell’aumento dei frontalieri verrà confermato anche dai dati di fine
anno.
un anno
migliore
è possibile
auguri
per il 2015
CGIL
informa
COMO