SPoSo - TUTTOSPOSI.net

Il fuoco è l’agente trasformatore primordiale da cui si
genera l’acqua. Da quest’ultima nasce la terra e di
nuovo,in un eterno ciclo,si ha la trasformazione in fuoco:
tutto è precario perchè è un continuo fluire in un moto
perenne ed universale. Non esiste l’essere; l’unione
esiste, ma viene generata dalla congiunzione dei
contrari;l’universo non ha mai avuto origine,è sempre
stato e sempre sarà; Dio, diverso dagli dei, rappresenta
la giustizia cosmica.
Aristotele
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Sommario
Anno XIII n. 23 - Gennaio 2014
Ed. Publimedia
Pubblicazione Periodica
iscritta al Tribunale di Cosenza
con il numero 685 del 11/11/2002
Direttore Responsabile Antonio Gangi
Abito: Melina Baffa
Ph. A. Fazio - F. Mazza
Hair Style e Make Up: Gioacchino Livia
Model: Katarina P - Urban Management Milano
Stylist: Aldo Piro
Gioielli: Decò - Cosenza
Elaborazione grafica: Enfasi Studio
Amore
B
46
G
GENNAIO FEBBRAIO
MARZO...COME
SCEGLIERE LA
FATIDICA DATA
72
H
HAPPY DAYS
HANNO DETTO Sì
76
78
I
INTIMO
86
88
BOMBONIERE
BUONANOTTE
48
50
CERIMONIE VIP
52
D
DIAMONDS
54
L
LOOK RETRò
E
ELEMENTI
60
M
MATRIMONIO
NEL MONDO
92
F
FILM
SUL MATRIMONIO
FOTO
62
68
N
NATURA
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O
ONLINE
ORGANIZZAZIONE
P
PARCO
ARCHEOLOGICO
DI CHIAFURA
126
Q
QUADRI
128
R
RICEVIMENTO
RINGRAZIAMENTI
130
146
S
SPOSO
SPOSARSI A SCICLI
148
158
T
TESTIMONI
TUTTOSPOSIEXPO
160
164
104
106
U
ULTIMI GIORNI
PRIMA DEL
MATRIMONIO
168
V
VENERE
170
Z
ZAFFA
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EDITORIALE
Nonostante i momenti che stiamo vivendo, non
sono “i migliori anni della nostra vita”, il mondo del
wedding è vivo e vegeto.
Gli allarmismi mediatici danno solo notizie generiche
e spesso poco veritiere. Per fortuna ancora
(soprattutto da noi al Sud) ci si sposa, e il grande
successo di pubblico che ha avuto la XIII edizione di
Tuttosposiexpo lo dimostra.
Infatti il 2014 sarà un anno ricco di matrimoni. Certo
molte cose stanno cambiando, le offerte spesso
superano le richieste delle future coppie e avere i
contatti giusti diventa sempre più difficile.
Il nuovo numero di Tuttosposi come al solito è attento
a selezionare i migliori operatori, i più attendibili e
qualificati di ogni settore.
Abbiamo ripropost la formula “il matrimonio dalla A
alla Z” che ha ricevuto molti consensi, e presentiamo
i quattro elementi della natura con altrettanti servizi
fotografici.
Buona lettura
Salvatore Caracciolo
24
Crediti
Arcangelo Fazio
fotografo
Fotografo pubblicitario da molti
anni (in Calabria è stato il primo),
affermato e apprezzato anche
fuori dalla nostra regione, svolge
il suo lavoro con maestria, umiltà
e conoscenza del settore. I suoi
maestri sono degli affermati fotografi nazionali. Da loro ha preso il meglio, creando il suo stile
personale che lo vede impegnato
ogni giorno di più, e che lo porta a raggiungere sempre nuove
mete di successo.
Corrado Trincali
Make-Up
Ama i colori forti e decisi, che
usa con rara maestria. I suoi
trucchi hanno una marcia in più,
sono ricchi di inventiva, e aggiungono quel pizzico di mistero che
ogni donna deve sempre avere.
Istrionico, solare, curioso, si
muove nel mondo del trucco con
competenza, convinto che “ogni
donna ha i suoi trucchi”.
Franz Mazza
Lello Chiappetta
Marco Ognissanti
Da molti anni è un apprezzato
fotografo. I suoi servizi matrimoniali e pubblicitari hanno una
precisa identità, hanno personalità e stile. Le sue foto hanno il
“sapore” di quelle di una volta,
anche se sono moderne e trendy.
Lo dimostrano i suoi servizi per la
nostra rivista.
I risultati sono straordinari: sfogliare per credere!
è tra i più validi Wedding Photographer. Ha fatto esperienze
in tutti i campi della moda, con
stages e convention sulle nuove
tecnologie fotografiche. Le sue
foto colgono veramente “l’attimo
fuggente”, in tutte le sue sfumature, anche le più piccole.
Alterna sempre di più il suo lavoro tra Milano e la Sicilia, tra un
servizio matrimoniale, un calendario e un servizio pubblicitario.
Marco Ognissanti è un professionista serio e meticoloso, estroso,
attento e preciso. Ama il suo
lavoro che fa con un entusiasmo
contagioso che trasferisce in tutti
i suoi servizi.
Fotografo
Fotografo
Gioacchino Livia
Alfredo Danese
Hair Style e Make up
Hair Style
Sobrio, professionale, molto
esperto di bellezza femminile, attento alle nuove mode. In poche
parole Gioacchino Livia di Modica. Le sue proposte sia nel trucco
che nei capelli sono moderne e
ricche di fascino, rendono la donna e la sposa veramente bella,
senza esagerazioni.
Da molti anni Alfredo è un punto di riferimento importante nel
mondo dell’acconciatura. Ogni
donna, che sia una cantante
d’opera, un’attrice, una modella
o una sposa, che si rivolge ad
Alfredo ha una marcia in più:
quella dell’eleganza e dello stile.
26
fotografo
Aldo Piro
jewel artist
Sin da bambino ha “respirato”
aria impregnata di buongusto ed
eleganza. è cresciuto tra mobili
antichi e quadri ricchi di storia;
ama l’opera e i gioielli d’epoca,
alcuni li crea. Da qualche anno
è diventato un punto di riferimento importante per chi non vuole
il “solito gioiello” e per chi ama
l’originalità.
SPOSA
esclusivista
abito Atelier Pronovias
Crediti
Giuseppe DI Forti
Salvo Presti
è uno dei più apprezzati fotografi. Meticoloso, preciso, cura ogni
dettaglio per arrivare al giusto
risultato. I suoi servizi sono glamour e trendy, il suo è uno stile
moderno in costante evoluzione.
Ama molto la moda, le sue foto
hanno personalità e originalità.
Noi di Tuttosposi siamo molto
felici e soddisfatti della sua collaborazione.
Molteplici sono i settori della
moda in cui Salvo Presti eccelle.
Ottimo stilista ha lavorato con i
grandi della moda, creando un
suo stile personale. L’innato gusto
per il bello, lo ha portato ad affrontare molte esperienze tra cui
la collaborazione come stylist con
la nostra rivista.
fotografo
Cinzia Fiore
Stylist
make up
Eclettica, vulcanica e piena di entusiasmo mette passione in tutto
quello che fa. Ama il suo lavoro
e ci si dedica con grande professionalità, ottenendo ottimi risultati
e predilige colori naturalissimi,
quasi invisibili, che aggiungono
fascino e glamour, per una donna elegante ricca di mistero e
classe.
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Acqua
Aria
Fuoco
Terra
L’acqua in natura è tra i principali costituenti degli ecosistemi
ed è alla base di tutte le forme di
vita conosciute, uomo compreso;
ad essa è dovuta anche la stessa
origine della vita sul nostro pianeta ed è inoltre indispensabile
anche nell’uso civile, agricolo e
industriale; l’uomo ne ha inoltre
riconosciuto sin da tempi antichissimi la sua importanza, identificandola come uno dei principali
elementi costitutivi dell’universo.
I filosofi greci individuarono
nell’aria uno degli archè (o origine) del cosmo, cioè una delle
diverse soluzioni proposte dai
presocratici per cercare di ricondurre a un’unica sostanza i mutamenti della natura. In particolare
Anassimene di Mileto (586 a.C. 528 a.C.) identificava il principio
della realtà nell’ànemos, il soffio
vitale. L’aria per lui è infinita, immensa e sempre in movimento;
non necessita di un supporto a
differenza dell’acqua, ed è essenziale per la vita.
Il fuoco è una forma di combustione. La parola fuoco è comunemente riferita alla combinazione
di un bagliore brillante di una
tonalità gialla coordinato ad una
grande quantità di calore emessa durante un rapido processo
autoalimentato di ossidazione
esotermica di gas rilasciati da un
combustibile.
Le fiamme sono un corpo gassoso
che rilascia calore e luce. I fuochi
si accendono quando un combustibile è soggetto a calore o altra
forma di energia.
Secondo la mitologia greca, Prometeo plasmò i primi uomini dalla terra, a partire da un composto
fangoso. Col filosofo Empedocle
di Agrigento (495 - 435 a.C.), la
terra divenne uno dei quattro elementi classici, insieme al fuoco,
all’aria, e all’acqua. Empedocle
li chiamava “radici”.
La terra, dimora e luogo d’origine
dell’umanità, è stata spesso venerata come un elemento simbolico,
dotato di una propria valenza
spirituale, da diverse tradizioni
di pensiero.
28
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si ringrazia Lello Chiappetta per le foto, Tenuta Contessa per il rinfresco e Le torte di Muzzi
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AMORE
I segni del destino
Quando nella mano sinistra la linea del
cuore e la linea di Saturno s’incontrano,
allora l’unione matrimoniale sarà
eccezionale sotto tutti i punti di vista
M
olti credono con assoluta certezza al destino, altri, invece,
non credono affatto che gli
accadimenti della propria
vita possano essere già scritti
da qualche parte. Non saremo certo noi a
scrivere una parola definitiva sull’argomento,
ma considerando che in tanti, anche quelli
che dicono di non crederci, spesso consultano gli oroscopi di giornali e riviste o, se ne
hanno occasione, si fanno leggere carte e tarocchi, allora anche noi proviamo a giocare
sul tema. Più precisamente ci occupiamo di
chiromanzia, l’arte che presume d’indovinare il carattere, i sentimenti e il destino di una
persona dall’esame della sua mano! Le radici
della chiromanzia affondano nel misterioso
oriente, più esattamente nella magica India.
Erano i cosiddetti “fuori casta”, i più poveri
dell’intera popolazione indiana, a praticarla. Da loro, attraverso i nomadi, nel medio
evo, giunse in Europa. Furono quindi i gitani
ad appropriarsene e a diffonderla, e ancora
oggi, incontrando una zingara, con un piccolo obolo, possiamo farci leggere la mano.
Tutti abbiamo sentito parlare della linea della
vita, del monte di Venere o della linea del
cuore, pochi però sanno che per i chiromanti
esiste una vera e propria linea del matrimonio. Per visualizzarla occorre ricordare che
48
la mano che si “legge” è quella sinistra, detta
anche “mano del cuore”. Tutto il lato sinistro
del corpo rappresenta, infatti, il presentimento, la vita interiore, lo stato psichico. Si parte
quindi dall’estremità inferiore del mignolo,
per andare verso il basso. Questa linea attraversa il monte di Mercurio, il piccolo rigonfiamento che si trova proprio alla base del dito
mignolo, simbolo del denaro e della salute.
La spiegazione a tutto questo è che nel matrimonio la salute e la sicurezza economica
giocano, ovviamente dopo l’amore, un ruolo
importantissimo. A volte la linea del matrimonio può non essere una sola. Qualcuno
potrà, infatti, osservare una serie di linee più
piccole che vanno ad affiancare quella più
marcata. Ciascuna di queste può trovarsi lì a
indicare i diversi amori della vita, ma la più
decisa è quella che può parlarci della nostra
vita coniugale. Quando si avvicina alla linea
del cuore, quella che parte in alto dalla base
del mignolo per portarsi a quella dell’indice,
ci dirà che il matrimonio arriverà in giovane
età. Al contrario arriverà in età matura se, durante il suo percorso verso il basso, s’incurva
a sinistra. Possono poi presentarsi degli imprevisti se, dopo essersi incurvata a sinistra,
si piega nuovamente verso il centro della
mano. Si sa che nei matrimoni a volte le famiglie d’origine non gradiscono le scelte degli
sposi e in qualche caso cercano di ostacolare
l’unione. Per sapere se è così che andrà, basta guardare un’eventuale interruzione della
linea del matrimonio da parte di una minuscola linea a decorso orizzontale. E’ questa a
segnalare i contrasti in famiglia. Altra cattiva
notizia ci può arrivare dalla biforcazione della linea delle nozze o peggio ancora dalla
sua tortuosità. Potrebbe indicare la possibilità
di un divorzio. Guai in vista anche nel caso
la linea in questione dovesse allungarsi fino a
raggiungere il monte di Venere. Se poi siamo
particolarmente gelosi e cerchiamo notizie su
eventuali infedeltà, dobbiamo augurarci che
la linea del matrimonio non si presenti raddoppiata o contrassegnata da un’isola. Di
fianco alla linea del matrimonio c’è la linea
d’Apollo, che precisamente parte dalla base
dell’anulare e si porta verso il centro. Se le
due linee s’incrociano, il matrimonio sarà felice e porterà ricchezza. Per sapere poi con
che tipo di partner si convolerà a nozze occorre osservare il monte di Venere e quello
di Giove. Il primo si trova alla base del pollice, il secondo sotto il dito indice. Quando sul
monte di Venere appare una sorta di croce
vuol dire che il partner ha già un matrimonio
alle spalle. Se lo stesso segno lo ritroviamo
invece sul monte Giove, allora è probabile
l’unione con qualcuno in età matura, ma con
una posizione sociale molto elevata. Della linea del cuore e del suo incrocio con quella
del matrimonio abbiamo già detto. C’è però
da aggiungere, per finire, che nel caso in cui
linea del cuore e linea di Saturno, quella che
parte dalla base del medio, s’incontrano, allora l’unione matrimoniale sarà eccezionale
sotto tutti i punti di vista. Ed è così che vi auguriamo sia la vostra, sia che, giocando con
noi, abbiate trovato quest’incrocio, sia che
non siate riusciti a vederlo. Ricordate che appunto di un gioco si tratta e che inoltre non
esiste una mano uguale a un’altra, così come
ciascuna storia d’amore va da sé!
49
B
BOMBONIERE
Un simbolico ricordo del giorno più bello
E
’ un omaggio per tutti coloro da cui
si riceve un regalo, indistintamente, sia esso bello o brutto, gradito
o sgradito, atteso o deludente, inaspettato o sorprendente; insomma è
per tutti coloro che vogliamo ringraziare di
averci fatto un regalo. Offriamo, a nostra volta, un piccolo simbolico ricordo del “nostro
giorno”. Non per nulla spesso sugli oggetti
scelti vengono fatti incidere, in modo che non
risulti troppo evidente, la data del matrimonio
e le iniziali degli sposi; ricordiamo comunque
che questo piccolo oggetto non ci esime dalla spedizione del biglietto di ringraziamento.
Come e quando si debba offrire rappresenta
un piccolo problema, che nasce dallo stretto
legame che tale gesto ha con le tradizioni locali. In assoluto potrebbe essere lecito dire che
ciascuno è libero di distribuire le bomboniere
come e quando vuole, secondo le abitudini
e gli usi locali. Trattandosi di ringraziamento
è evidente che vanno, per opinione comune,
consegnate dopo la ricezione del regalo, o
dopo la cerimonia; su questo dettaglio pare
che tutte le latitudini concordino, anche perchè presentare la bomboniera prima di avere
ricevuto un regalo sarebbe come sollecitarlo.
Più sottile è il problema del quando e del chi
debba consegnarle; antichi manuali di buone
maniere prevedevano che a occuparsi della
distribuzione dei piccoli oggetti fossero le
suocere, qualche giorno dopo la cerimonia,
mentre gli sposi erano assenti per l’immancabile viaggio di nozze. La distribuzione delle
bomboniere assumeva così un carattere consolatorio per le genitrici, Cornelie sotto choc
improvvisamente defraudate della presenza
domestica di uno dei loro gioielli, occupando50
si mondanamente della consegna di tali pegni, avevano modo di avere attorno l’affetto
e la compagnia di persone con cui ricordare
i dettagli più solenni e piacevoli della cerimonia, magari sfogliarne l’album fotografico, e
parlare delle notizie ricevute dai rampolli in
luna di miele, riandando con la memoria alla
propria. In questo però gli sposi delegavano
qualcuno a compiere un gesto che spettava
a loro; altra cosa è infatti consegnare personalmente un ringraziamento; forse per questo
motivo presso le regioni settentrionali la pratica è del tutto opposta: sono infatti gli sposi
che si recano personalmente a casa di amici
e parenti offrendo la bomboniera, e ciò non
dopo la cerimonia ma non appena abbiano
ricevuto qualche dono per il quale vogliano
ringraziare. E inoltre di rigore che tale gesto
abbia luogo prima della data del matrimonio. Davanti a prassi così divergenti è chiaro
che ciascuno è libero di scegliere la soluzione
che ritiene più adatta alle circostanze e agli
usi familiari; perciò non è neppure da biasimare chi opta per una consegna dell’oggetto
quando ogni invitato si congeda dai genitori
di lei o di lui; in questo caso è la famiglia
che lo ha invitato, nella persona della madre
dello sposo o della sposa, a consegnargli, la
bomboniera.
Novità importanti arrivano anche per questo
settore, e nuove tendenze lo contraddistinguono. In aumento le coppie che regalano
agli invitati semplici pacchettini porta confetti, destinando in beneficenza l’importo delle
bomboniere. Chi, invece, vuole tenere in vita
quest’omaggio tradizionale, è sempre più
orientato verso oggetti personalizzati.
B
BUONANOTTE
Tutti abbiamo una notte da ricordare, che
ritorna ancora e ancora per la testa, e la
teniamo per noi in quel posto speciale del
cuore
Buona notte, buona notte! Separarsi è un sì
dolce dolore, che dirò buona notte finché non
sarà mattina
L
a notte ha un fascino speciale. E’ il posto
dove si rifugiano gli amanti. E’ il luogo
abitato dalle ombre. E’ il luogo dei fan‑
tasmi e delle paure che li circondano.
E’ il recinto dentro il quale si muovono
i nostri sogni e i nostri incubi. Dove la gente
vive e dà vita alla città. Tutto cambia colore
e la luna diventa un fondale che illumina la
via. Di notte ciascuno ha la sua storia. Si può
cambiare il mondo in una notte? Si può morire
e rinascere sotto lo stesso cielo pieno di stelle?
Quando la luce lentamente svanisce, arriva la
notte, con le sue morbide ombre, con la pallida
luce della luna, con le stelle che punteggiano il
cielo. Nel buio della notte la gran parte del ge‑
nere umano si riposa, ma c’è anche un’uma‑
nità parallela che continua a vivere. Di notte si
ama, si lavora, si viaggia, si scrive, si legge, si
ruba, si suona, si ascolta, si piange, si soffre,
si pensa, si sogna…. La notte è il tempo della
riflessione, un momento in cui la mente è in
volo, in cui scorre il flusso di pensieri buoni e
cattivi... Tutti abbiamo una notte da ricordare,
che ritorna ancora e ancora per la testa, e la
teniamo per noi in quel posto speciale del cuo‑
re. Tutto può succedere in una sola notte, le
storie che ricorderemo per sempre e quelle che
vogliamo dimenticare. Il contrasto tra la luce
e il buio ha da sempre suscitato negli uomini
52
ansia e turbamento. Si dice “viene la notte”,
quando qualcosa sta per andare male, per‑
ché i guai sono neri e le notti sono streghe.
Di notte si consumano i tradimenti, il giorno è
un miraggio di grandezza, nella notte si evo‑
ca la paura primordiale. Quando la notte ci
avvolge con il suo mantello scuro, quando tutti
sono in silenzio e il silenzio parla, quando le
stelle riempiono il cielo, allora e solo allora, la
speranza, i ricordi e i desideri si intrecciano.
La notte sfuma il confine tra interno ed esterno,
ciò che è nascosto alla luce del sole può essere
“visto” nella notte. Si perde il senso del tempo
in movimento, quel tempo che di giorno è divi‑
so in frazioni misurate e controllate, dove ogni
ora ha le sue caratteristiche. Nelle ore nottur‑
ne, invece, il tempo non si muove a scatti, ma
si fonde in un flusso impercettibile. I racconti, le
leggende, i miti, i libri e i film, spesso evocano
una notte piena di misteri e carica di ansie. “La
notte è calda, la notte è lunga, la notte è ma‑
gnifica per ascoltare storie”, ha scritto Antonio
Trabucchi. E’ il luogo dei sogni e il sogno può
essere consapevolezza, come ci ha insegnato
Freud, ma può essere magia, come racconta
Shakespeare in “Sogno di una notte di mezza
estate”: “Buona notte, buona notte! Separarsi
è un sì dolce dolore, che dirò buona notte fin‑
ché non sarà mattina”.
CERIMONIE VIP
Quando a sposarsi sono
le very important person
S
pesso sulle riviste di gossip leggiamo
di questa o quella cerimonia nuzia‑
le come del “matrimonio dell’anno”.
Qualche volta si esagera nell’attribu‑
ire questa definizione, in ogni caso i
“matrimoni vip” fanno spesso tendenza. Os‑
servando con attenzione le novità introdotte,
54
si possono ottenere preziosi suggerimenti per
rendere più originale la propria cerimonia.
Questo è ancor più vero quando le innovazio‑
ni sono all’insegna del buongusto, vera e unica
linea di divisione nella creazione di una nuova
moda! Bisogna, infatti, fare molta attenzione,
perché non sempre le cose viste negli sposali‑
zi importanti possono essere riproposte “tout nozze, le relazioni con i suoceri e così via. In
cur”. Il confine tra un matrimonio di classe e Italia al momento è impensabile si arrivi a que‑
uno kitsch passa lungo una linea veramente sto. Per il momento l’unica forma di “accordo”
sottile. Per restare dalla parte giusta del con‑ economico possibile è quello che riguarda la
fine può essere estremamente utile rivolgersi a comunione o la separazione dei beni. Marito e
professionisti del settore, che affrontano questi moglie hanno quindi la possibilità di adottare
eventi tutti i giorni. Esistono, infatti, delle agen‑ un regime patrimoniale diverso dalla comu‑
zie di servizi che offrono tutto quello di cui c’è nione legale, scegliendo di comune accordo,
bisogno per organizzare al meglio un giorno per esempio, la separazione dei beni o la co‑
così importante. Rivolgersi a una di queste si‑ munione convenzionale, che deroga a quella
gnifica non solo risolvere tutti i problemi pratici, legale. E’ necessario però che la volontà dei
ma anche avere delle consulenze creative. Chi coniugi di derogare al regime di comunione
svolge per professione questo genere d’attività, legale risulti da un atto notarile, e che la con‑
possiede metodo ed esperienza, elementi in‑ venzione sia annotata a margine dell’atto del
dispensabili per fare diventare tutto più bello. matrimonio, allo scopo di consentire ai terzi di
Come spesso accade, questo modo di organiz‑ conoscere le regole che disciplinano i rapporti
zare il matrimonio nasce in America, patria del patrimoniali tra i coniugi. Un’altra estrosa abi‑
“wedding planner”.
tudine che si registra
Molti ricorderanno un
tra gli sposi “famosi”,
Matrimoni di classe in scenari incantevoli;
esempio d’infaticabile
è quella di arrivare
ghiotte occasioni per “rubare” originali
cerimoniere nella bel‑
all’altare, o davanti al
novità.
lissima Jennifer Lopez,
sindaco, con il “pan‑
protagonista del film “Prima o poi mi sposo”. cione” bene in vista. E’ una tendenza che non
Da noi è tutto un po’ diverso, tuttavia il compito ci sentiamo d’incoraggiare, mentre una mania
delle agenzie è simile: entrare in sintonia con vip che può tornare utile è quella delle parte‑
i futuri sposi, riuscire a coinvolgere emotiva‑ cipazioni in più lingue. Certo non tutti hanno
mente i fruitori del servizio, concordare tutto invitati che arrivano da più parti del mondo,
in base ai loro gusti. Ciascuno sogna un certo ma l’utilizzo dell’inglese fa sempre il suo ef‑
tipo di cerimonia; chi organizza deve essere fetto! La scelta, poi, della location nella quale
capace di immaginarlo insieme; solo così può ambientare il ricevimento appare sempre più
proporre progetti e idee il più possibile vicino fondamentale. Molto “in” sono ville, castelli e
ai desideri degli sposi. Sempre da oltreoceano ambientazioni storiche, ma sono molto in voga
arriva in Europa un’altra nuova tendenza: i pat‑ anche i capannoni dimessi, naturalmente ri‑
ti prematrimoniali, in inglese appunto prenup, strutturati per l’occasione da architetti di grido.
sintesi di pre‑nuptial agreements. Le cronache L’effetto scenografico di un sito essenzialmente
rosa hanno spesso raccontato dei prenup dei povero, addobbato con materiali ricchi, quali
divi del cinema o delle rockstar. Ora sembra tulle e tulipani, è dirompente e di forte impat‑
che, anche chi non possiede ingenti patrimoni, to. Grande fascino hanno pure location come
ami utilizzare questa sorta di “paracadute”. In gli stabilimenti termali oppure direttamente la
alcuni dei paesi nei quali si possono stipulare i spiaggia. Per quanto invece attiene agli ad‑
patti prematrimoniali, questi possono discipli‑ dobbi floreali, i personaggi famosi sembrano
nare ogni aspetto della futura vita coniugale, ultimamente prediligere in modo particolare
non solo dal punto di vista economico. Posso‑ calle e orchidee. Sono considerate “in” le com‑
no essere materie d’accordo il numero e il tipo posizioni arricchite di rame e foglie, “out” il
di rapporti sessuali nella coppia, le amicizie multicolore!
che l’uno o l’altra possono frequentare dopo le
55
C
D
DIAMONDS
Per Greci e Romani i diamanti erano le
lacrime degli dei e i frammenti di stelle
cadenti
I
diamanti sono i migliori amici di una ra‑
gazza. Così cantava la splendida Marilyn
Monroe nel film, poi diventato una pièce
teatrale, “Gli uomini preferiscono le bion‑
de” del 1953. E si sa che la gran parte
delle donne adora i diamanti…Ma qual è il
significato che si attribuisce ai diamanti e alle
altre pietre preziose che si ritrovano nei gioiel‑
li? Il diamante simboleggia la forza e la purez‑
za. La parola viene dal latino “adamàntem” e
dal greco “adamai”, vale a dire non domabile.
Nella “Naturalis Historia” di Plinio il Vecchio,
era descritto come la pietra più dura mai esisti‑
ta. Per Greci e Romani i diamanti erano le la‑
crime degli dei e i frammenti di stelle cadenti.
Per questi motivi si è sempre considerato come
un talismano dei vincitori. Rafforza l’amore e
manda via la discordia. Insieme al berillio rap‑
presenta il sole e come pietra del mese si abbi‑
na ad aprile. Nello zodiaco è unito al leone.
L’acquamarina è una gemma alla quale è le‑
gata un’antica leggenda. Una sirena gettò in
riva al mare un cofanetto pieno di gioielli con‑
tenente anche l’acquamarina. Da questo rac‑
conto prese il via l’abitudine di considerarla
come un amuleto dei marinai contro le burra‑
sche. In un antico testo del 1200, l’acquamari‑
na è indicata come portatrice di felicità e buo‑
na salute. Nel medioevo i bambini portavano
al collo piccoli frammenti di questa pietra al
fine di essere protetti dalle sue virtù portentose.
Saturno è rappresentato dall’acquamarina, in‑
sieme allo spinello. Marzo è il mese al quale è
abbinata e i gemelli e la vergine sono i suoi
56
segni zodiacali. L’agata è la pietra del pianeta
Plutone, insieme alla corniola e all’opale. Si
dice che infonda coraggio in chi la porta con
sé e che serva a scoprire tesori nascosti. Gli
antichi la consideravano portatrice di favori
celesti e pietra d’elezione per la conquista del‑
la donna amata. Plinio, così come per il dia‑
mante, scrisse dell’agata e delle sue proprietà
come antidoto ai morsi dello scorpione. Tra i
segni zodiacali è avvicinata alla vergine. Il suo
mese è dicembre. L’ambra, rispetto alle altre
gemme, ha una caratteristica diversa. Non si
tratta di una pietra ma di resina d’albero che
si è fossilizzata. Rappresenta il collegamento
dell’anima con l’energia universale e quindi è
considerata un potente portafortuna. Anche
l’ambra ha radici leggendarie: le sorelle di Fe‑
tonte, prediletto figlio di Apollo, furono trasfor‑
mate da Zeus in pioppi mentre piangevano per
la triste sorte del fratello. Le lacrime si trasfor‑
marono così in gocce di ambra. Anche nella
cultura araba, l’ambra ha un posto di rilievo.
Era, infatti, utilizzata per pipe e narghilè, qua‑
le prevenzione da ogni contagio. Il pianeta
dell’ambra è Nettuno, insieme al corallo e al
turchese. L’acquario è il suo segno zodiacale.
L’ametista è la rappresentazione della bellissi‑
ma ninfa Ametis che, inseguita da Bacco, è
salvata da Diana e quindi trasformata in pietra
lucente. Il nome deriva dal greco e significa
“non intossicante” o “non ubriaco”, come lo
era Bacco che la inseguiva e bruciava di pas‑
sione. Per gli antichi greci era quindi un tali‑
smano contro l’ubriachezza. Rende sobri, con‑
trolla i cattivi pensieri e aiuta a sconfiggere
paura e fobie. Segno zodiacale sagittario; pia‑
neta Giove, come i lapislazzuli e lo zaffiro;
mese febbraio. Così come l’ambra, anche il
corallo non si può definire come una vera e
propria pietra. Si tratta di un elemento che rac‑
chiude in se i regni animale, vegetale e mine‑
rale. Nell’Africa nera il corallo rosso sul capo
è considerato segno d’ispirazione divina. Po‑
tente amuleto contro il malocchio, con il suo
colore del sangue è buono per tutti gli incante‑
simi. Insieme all’ambra e al turchese si abbina
al pianeta Nettuno. Come segno dello zodiaco
è lo scorpione. Gli egizi pensavano che la cor‑
57
niola fosse sacra alla dea Iside. Nel medioevo
si riteneva che protegesse dai pensieri impuri e
dalla stregoneria. Per i cinesi era un ottimo ta‑
lismano che aiutava a parlare in pubblico. La
corniola contiene una gran quantità di ferro e
quindi si avvicina all’energia del sangue. Una
pietra che pertanto trasmette coraggio ed eli‑
mina le paure. I pesci e il toro sono i segni
zodiacali ai quali si abbina. Con agata e opa‑
le rappresenta Plutone. La giada ha il significa‑
to di perfezione, immortalità e regalità. I cine‑
si, così come gli egizi, attribuivano alla giada
tantissimi poteri. Poteva conservare a lungo le
spoglie mortali, era foriera di fertilità, portava
immenso successo in amore. Si dice che sia
D
una pietra che allontana le energie negative. nienza del nome topazio. Alcuni lo attribuisco‑
La bilancia è il suo segno zodiacale. L’opale è no alla trasposizione del sanscrito “tupaz”,
la pietra di ottobre. Come già detto, insieme a “fuoco”. Altri lo legano all’isola del mar rosso
agata e corniola simboleggia il pianeta Pluto‑ Topazos. Nella mitologia greca era considera‑
ne. I segni zodiacali d’elezione sono la bilan‑ ta la pietra di Apollo. I romani, invece, attribu‑
cia e l’acquario. In epoca medioevale si crede‑ ivano al topazio la capacità di curare le malat‑
va avesse il dono di rendere invisibili e di tie della pelle. In età medioevale si usava
predire il futuro, capacità attribuitale fin incastonare un topazio nel bracciale da porta‑
dall’epoca romana. I medici e gli alchimisti la re al braccio sinistro, ottenendo, in questo
suggerivano per curare l’insonnia. La sua prin‑ modo, un’efficace protezione dal malocchio. Il
cipale caratteristica è di scomporre la luce e mese del topazio è novembre, i gemelli sono il
quindi le si riconoscono le propietà di rendere segno zodiacale, Mercurio è il pianeta rappre‑
chiari i pensieri e migliorare la memoria. La sentato, insieme allo zaffiro. Il turchese è una
perla appartiene alla categoria delle non vere gemma legata indissolubilmente al mondo
e proprie pietre, come l’ambra e il corallo. Si arabo. I ritrovamenti più antichi sono stati
tratta, infatti, di un minuscolo granello di sab‑ quelli di pietre di circa ottomila anni fa in Egit‑
bia che s’infiltra all’interno di un’ostrica. Gli to. La dea Iside era nominata come la signora
orientali, per tradizione, sostengono che siano del turchese. Per la sua caratteristica di mutare
gocce di rugiada catturate dagli stessi mollu‑ di colore le si attribuisce la capacità di mettere
schi. Giacché rac‑
in guardia dai peri‑
chiusa in una con‑
coli quando il muta‑
Le
sorelle
di
Fetonte,
prediletto
figlio
di
chiglia, rappresenta
mento è rapido. An‑
Apollo, furono trasformate da Zeus in pioppi
pienamente la fem‑
che nelle americhe,
mentre
piangevano
per
la
triste
sorte
del
minilità. E’ il simbo‑
il turchese era consi‑
fratello. Le lacrime si trasformarono così in
lo della purezza e
derato un amuleto
gocce
di
ambra
dell’amore. Si cre‑
magico, sia dagli
de, però, che sia di
aztechi sia dagli
cattivo auspicio regalarla come anello di fi‑ stregoni pellerossa. Insieme al corallo e all’am‑
danzamento. Si considera come un potente bra, si abbina al pianeta Nettuno. L’acquario è
elisir di lunga vita e come un poderoso afrodi‑ il segno abbinato. Con il termine zaffiro s’indi‑
siaco. La Luna è il suo pianeta. Il cancro il suo cano alcune differenti gemme dal colore blu. In
segno. Giugno il suo mese. Il rubino è la pietra greco la parola significa appunto blu. Gli stes‑
della passione. Il suo colore, simile al sangue, si greci sostenevano che fosse l’unica pietra
descrive la passione che brucia e scorre nelle degna di essere portata dai sacerdoti di Zeus.
vene! Per la tradizione indiana propizia la be‑ Lo zaffiro è fin dalla notte dei tempi abbinato
nevolenza del sole e dona forza, energia e vi‑ all’eleganza. Per il suo simbolismo legato alla
talità. Nella medicina ayurvedica è collegato purezza e alla fedeltà, è l’ideale per essere
al primo chakra. Il rubino è la pietra dell’arie‑ parte dell’anello di fidanzamento. Mercurio è
te. Lo smeraldo deve il suo nome al greco, che il pianeta dello zaffiro, condividendo quest’ab‑
vuol dire pietra verde. Sono riportate antiche binamento con il topazio. Come segno dello
testimonianze di questa pietra ancora una vol‑ zodiaco lo si unisce al capricorno, come mese
ta da Plinio, che scriveva che bastava fissarne a settembre.
uno perché gli occhi affaticati tornassero fre‑
schi e riposati. Con il peritodo rappresenta il
pianeta Venere. Nello zodiaco si abbina al
toro, il suo mese è maggio. Incerto è la prove‑
58
E
ELEMENTI
Aria, acqua, terra e fuoco rappresentano
le leggi fondamentali dell’universo, le
forze vitali che costituiscono l’energia
della creazione
Impattano sul nostro essere, sulla nostra
coscienza e sul modo d’intendre il mondo
L
’acqua che rappresenta i sentimenti,
il fuoco che simboleggia l’intuizione,
l’aria che è l’archetipo del pensiero e
l’etere che è l’immagine dell’anima,
sono considerati i cinque principi alla
base di tutta la vita. In realtà gli elementi sono
quattro, l’etere si aggiunge e li racchiude un
po’ tutti, aprendo alla libertà di ciascun essere.
Da secoli molte cerimonie si basano su questi
elementi, facendo convergere l’essenza della
vita con le celebrazioni più importanti nel per‑
corso di un essere umano, come ad esempio
il matrimonio, unione di anime. Gli elementi
sono anche fattori materiali che simboleg‑
giano i quattro stati della materia. La terra è
solida, l’acqua è allo stato liquido, il fuoco è
l’aria sono insieme energia. Le proprietà di
uno o più elementi e la loro miscela e fusio‑
ne dà luogo a infinite combinazioni. Troviamo
molti riferimenti all’uso dei quattro elementi
nelle cerimonie e nelle culture filosofiche, mi‑
tologiche o religiose di Cina, India, Tibet e
Grecia classica, dal medioevo fino al rinasci‑
mento. Gli elementi sono le leggi fondamentali
dell’universo e del sistema solare, così come
le forze vitali che costituiscono l’energia della
creazione. L’elemento terra (impegno, forza e
continuità) è associato al materiale. Può essere
seminata, porta i suoi frutti, è il rifugio degli
62
esseri viventi, la tana degli animali, la caverna
che protegge, il cemento, l’umiltà, la quiete. I
colori che la definiscono sono marrone, rosso,
ocra, sabbia. L’elemento acqua (purezza, ge‑
nuinità e trasparenza) è associato alla sorgen‑
te di tutta la vita. Ci offre apertura, ricettività,
creatività; si adatta a tutte le forme, ha la ca‑
pacità di cambiare stato, scorrendo da solido
a liquido o gassoso senza perdere l’essenza.
Il colore che la definisce è il verde smeraldo
o il blu. L’elemento fuoco (vitalità e passione)
è l’energia radiante, eccitante, entusiasta, de‑
siderosa e trasformativa. Porta luce e calore
per il mondo. I colori che lo definiscono sono il
giallo rosso e l’arancione luminoso. Il fuoco è
anche l’invenzione più importante nella storia
dell’uomo. L’aria (la libertà personale e la fre‑
schezza) esprime la flessibilità, l’innovazione,
la leggerezza, la mobilità, le idee, la pulizia, il
rinnovamento e il riscatto dalle oppressioni. Il
colore che la definisce è la luce blu. L’elemento
etere è la quintessenza delle cose. Ha una par‑
ticolare manifestazione fisica, anzi è lo spazio
vuoto che permette la manifestazione dei quat‑
tro precedenti. Per una coppia che si accinge
al matrimonio, gli astrologi suggeriscono di
conoscere le caratteristiche, i punti di forza e di
debolezza di ciascun segno, tenendo presen‑
te che l’importante è organizzarsi in base agli
elementi che corrispondono, per poi trovare le
compatibilità. Lo zodiaco considera i quattro
elementi come le energie che impattano sul no‑
stro essere, sulla nostra coscienza e sul modo
di intendere il mondo. Per quel che concerne
il fuoco, i tre segni che simboleggiano questo
elemento sono ariete, leone e sagittario. Sono
caratterizzati da un temperamento dinamico,
entusiasta e con gran forza di volontà. Le
persone con l’accento sull’ele‑
mento fuoco hanno fidu‑
cia in se stessi e, in
generale, un buon
senso dell’umo‑
rismo. Han‑
no bisogno
d’indipen‑
denza e
di fis‑
s a r e
obiet‑
t i v i
ele‑
vati.
Sono
impa‑
zienti,
egoisti
e
in‑
sensibili.
L’aria
è
considerata
in astrologia
meno densa del
fuoco. La minore
significatività la porta
a essere il rettore del pen‑
siero. La sua portata è in idee,
creatività, immaginazione, riflessione, co‑
municazione attraverso il linguaggio scritto
o parlato. I nati sotto il segno dei gemelli, bi‑
lancia e acquario, sono idealisti, cercano la
stimolazione mentale e sentono il bisogno di
comunicare con il loro ambiente. Sono spes‑
so privi di emozioni, la qual cosa li aiuta a
valutare oggettivamente. L’acqua è l’elemento
63
di chi è instabile, reattivo e solvente. L’acqua
è in circolazione, impregna e feconda. I se‑
gni appartenenti a questo elemento sono can‑
cro, scorpione e pesci. L’acqua è la fonte della
vita che diffonde le forze vitali. Al suo mondo
appartengono passioni e istinti, dolore e pia‑
cere, sentimenti, paure e desideri, speranze e
disperazioni. La terra è dura e morbida al tem‑
po stesso, ma ha sempre una resistenza,
è un elemento sensibile. Il suo
approccio con il mondo
avviene attraverso i
sensi: sentire, odo‑
rare,
pesare,
controllare,
misurare o
ascolta‑
re. I se‑
gni che
com‑
pon‑
gono
que‑
s t o
ele‑
mento
sono
toro,
vergine
e capri‑
corno, che
possiedono
un tempera‑
mento tranquillo
e introverso. Per
venire quindi alle af‑
finità, i segni dello stesso
elemento sono i più connessi,
pertanto tutti i segni di fuoco vanno d’ac‑
cordo tra loro. Allo stesso modo con la terra,
l’aria e l’acqua. Il fuoco può mantenere un
buon rapporto con i segni d’aria e la terra con
l’acqua. Questo non significa che se mescolati
in maniera diversa ci siano risultati catastro‑
fici, ma che il rapporto può diventare un po’
difficile.
F
FILM SUL MATRIMONIO
Il grande giorno vissuto sul grande schermo
Le pellicole dedicate al giorno più
bello hanno invaso il grande schermo,
conquistando spesso sia il pubblico che la
critica
I
l matrimonio è da sempre uno dei temi
preferiti da registi e sceneggiatori. A par‑
tire dalle commedie leggere con Doris Day
e Rock Hudson degli anni ’60, i matrimoni
cinematografici sono stati molteplici, adat‑
tandosi di volta in volta ai tempi e alle mode.
In particolare, a partire dagli anni ’90 fino ad
oggi, le pellicole dedicate al giorno più bello
hanno invaso il grande schermo conquistando
sia il pubblico che, a volte, la critica. Ad inau‑
gurare una nuova stagione di matrimoni al ci‑
nema è stato nel 1991 “Il padre della sposa”
di Charles Shyer con Steve Martin e Diane Ke‑
aton. Il film, remake dell’omonimo classico con
Spencer Tracy e una giovanissima Liz Taylor,
parla di un padre alle prese con il matrimonio
dell’amatissima figlia. Grazie anche alla bril‑
lante interpretazione di Martin, la pellicola ha
il pregio di trattare con leggerezza e ironia
uno dei peggiori “incubi” post-moderni: l’or‑
ganizzazione del matrimonio, vera croce e de‑
lizia per ogni coppia che decida di fare il
grande passo. Dopo aver appreso dell’immi‑
nente matrimonio della figlia maggiore Annie,
George Banks (Martin) si ritrova subito coin‑
volto suo malgrado nell’organizzazione
dell’evento. Ancora incapace di accettare
64
l’idea che la sua unica figlia stia per convolare
a giuste nozze con un perfetto sconosciuto,
George cerca di adattarsi, con scarsi risultati,
alla serie di riti che precedono il grande even‑
to, dalla scelta del luogo a quella della torta. In
una delle sue migliori interpretazioni, il comico
americano Martin Short interpreta lo strava‑
gante organizzatore di matrimoni, Fronk, che
s’incontra/scontra con George durante i pre‑
parativi: il padre della sposa, infatti, fatica a
capire la necessità di rivolgersi addirittura ad
un professionista per organizzare una giorna‑
ta che, secondo lui, potrebbe concludersi con
un festoso e poco costoso barbecue nel giardi‑
no di casa. Tra gag esilaranti e continui batti‑
becchi tra George e l’estroso organizzatore –
una figura ricorrente nei matrimoni
cinematografici degli anni ’90 – tutto è pronto
per il grande giorno: la chiesa è addobbata a
festa, il tendone per il ricevimento campeggia
nel giardino, i cigni attendono nella vasca del
bagno di casa di essere liberati nello stagno
creato per l’occasione. Ma niente va come
Fronk e George avevano previsto: il tendone è
troppo affollato, le macchine degli invitati inta‑
sano il vialetto di casa e i cigni devono rimane‑
re nella vasca da bagno perché lo stagno è
ghiacciato. E nonostante tutti questi imprevisti
il giorno più bello è proprio come Annie lo
aveva sognato, perché non importa che lo
smoking sia di una sfumatura diversa da quel‑
la prevista o che il padre della sposa non rie‑
sca ad essere presente al lancio del bouquet: il
matrimonio è la festa degli sposi e per gli spo‑
si; mesi di preparativi e intoppi nell’organizza‑
zione valgono le gioie e le emozioni di una
sola giornata che sarà ricordata per sempre. Il
film è ambientato nella tranquilla provincia
americana e ha il pregio di far conoscere allo
spettatore europeo i riti e le tradizioni che ac‑
compagnano l’organizzazione del grande
giorno oltre oceano. La risposta europea
all’ironia e alla comicità de “Il padre della spo‑
sa” arriva qualche anno dopo, nel 1994, con
“Quattro matrimoni e un funerale” di Mike Ne‑
well, con Hugh Grant e Andy MacDowell, sar‑
cerimonia all’altra collezionando domande
esistenziali e dubbi che saranno sciolti durante
l’ultima rocambolesca cerimonia a cui Charles
finalmente partecipa in qualità di sposo. La
bellezza del film, nominato agli Oscar e osan‑
nato dalla critica come una delle migliori com‑
medie brillanti dei primi anni ’90, sta nel fatto
che l’evolversi delle vicende dei protagonisti è
presentato solo attraverso quanto succede du‑
rante le varie cerimonie, con l’unica eccezione
di una scena dedicata ad uno dei momenti più
delicati ed emozionanti nell’organizzazione di
un matrimonio: la scelta dell’abito della sposa.
castello. A differenza de “Il padre della sposa”
che tratta con ironia e assoluta leggerezza tut‑
to l’apparato di riti e tradizioni che caratteriz‑
zano l’organizzazione della cerimonia, “Quat‑
tro matrimoni e un funerale” può ben dirsi un
film sul matrimonio come istituzione, oltre che
come momento di festa; infatti, la pellicola of‑
fre molti spunti di riflessione su cosa significhi
legarsi ad una persona per il resto della pro‑
pria vita affrontando con sarcasmo e una pun‑
ta di sano cinismo il tema delle relazioni di
coppia, all’interno delle quali il matrimonio è
visto come una delle tante possibili scelte, scel‑
da sempre innamorata del suo amico, fa di tut‑
to per mandare a monte le nozze e conquista‑
re Michael. A fare da sfondo alla vicenda, tut‑
ti quei piccoli riti che caratterizzano i
matrimoni americani in grande stile: la prova
degli abiti, il tè e la cena che precedono la
cerimonia e che sono riservati ai parenti e agli
amici più intimi, la preparazione dei discorsi e
dei brindisi dei testimoni. Nonostante gli sforzi
di Julianne, alla fine l’amore trionfa e gli sposi
possono godersi le tante sospirate nozze fino
al classico lancio del bouquet e alla partenza
per la luna di miele. Sulla scia del successo di
castico affresco di una generazione di trenten‑
ni e del loro nuovo modo – o modi – di
affrontare il matrimonio e i rapporti di coppia
in genere nell’Inghilterra degli anni ’90. Come
dice il titolo stesso, il film ruota attorno a quat‑
tro matrimoni e un funerale, cinque eventi –
ciascuno speciale a suo modo – che vedono tra
i partecipanti un variegato gruppo d’amici in
cerca dell’Amore, quello con la A maiuscola,
che può indurre due persone a compiere il
grande passo e legarsi per la vita. Il più confu‑
so del gruppo, Charles (Grant), passa da una
In un tripudio di pizzi e merletti, chiese addob‑
bate a festa e orchestrine country, “Quattro
matrimoni e un funerale” offre anche molti
spunti per l’organizzazione di un matrimonio
da ricordare, presentando allo spettatore tipi
differenti di cerimonia, dal formalissimo matri‑
monio in chiesa, con corteo nuziale di dami‑
gelle e accompagnatori – come nella più clas‑
sica tradizione anglosassone – all’estroso
matrimonio scozzese, con lo sposo e gli invita‑
ti di sesso maschile rigorosamente in kilt e an‑
nesso rinfresco in un sontuoso ma accogliente
ta da fare con consapevolezza, serietà e un
minimo di follia. Nel ’97, poi, arriva “Il matri‑
monio del mio migliore amico”, di P. J. Hogan,
con Julia Roberts e Cameron Diaz. La pellicola
è stata uno dei maggiori blockbuster hollywo‑
odiani della fine degli anni ’90. Il film racconta
di una donna in carriera, Julianne (Roberts)
che entra in crisi quando il suo migliore amico
le annuncia l’imminente matrimonio e la invita
a trascorrere con lui e la futura moglie il we‑
ekend delle nozze. Nei tre giorni che precedo‑
no la cerimonia, Julianne, accortasi di essere
questo film, nel 2001 “The wedding planner”,
di Adam Shankman, con Jennifer Lopez e Mat‑
thew McConaughey, sposta l’attenzione su
un’altra figura poco conosciuta in Italia, ma
molto in voga negli Stati Uniti, quella dell’or‑
ganizzatore – in questo caso organizzatrice –
di matrimoni. Mary Fiore (Lopez) è una delle
organizzatrici di matrimoni più richieste di San
Francisco giacché riesce a trasformare i sogni
delle giovani coppie, che a lei si rivolgono, in
realtà, organizzando cerimonie da favola
dove persino il corteo nuziale è cronometrato
66
67
affinché niente vada storto. Tanto intrapren‑
dente e professionale sul lavoro quanto tran‑
quilla e annoiata nella vita privata, Mary, fin
troppo abituata ad organizzare matrimoni al‑
trui, non riesce a trasformare i propri sogni in
realtà fino a quando non incontra casualmente
il bello Steve, che diventerà purtroppo di lì a
poco uno dei suoi clienti. Anche in questa pel‑
licola, la vicenda si svolge durante l’organiz‑
zazione dell’evento, mostrando non solo i ri‑
tuali che caratterizzano questo delicato
momento, ma anche le piccole crisi a cui gli
sposi possono andare incontro, dal vestito del‑
la damigella che “non sta su” alle statue scelte
per la decorazione del giardino che non s’into‑
nano con gli altri addobbi. Altro film di grande
successo che ha sia raccolto il favore del pub‑
blico che quello della critica è, senza dubbio,
“Il mio grosso grasso matrimonio greco”, di
Joel Zwick, con Nia Vardalos e John Corbett,
che racconta le rocambolesche avventure di
68
una ragazza nata e cresciuta negli Stati Uniti
da genitori greci. In questo film l’organizza‑
zione del matrimonio greco fa da sfondo all’in‑
contro/scontro tra due culture, quell’america‑
na e quella greca appunto, la cui diversità e
originalità sono rappresentate dall’eccentrico
ed esilarante padre di Tula, Gus, e dalle sue
memorabili battute. Questi sono solo alcuni dei
matrimoni celebrati al cinema negli ultimi quin‑
dici anni; a partire dal 2000, infatti, le pellico‑
le riguardanti, in un modo o nell’altro, il matri‑
monio o l’organizzazione delle nozze si sono
davvero moltiplicati riscuotendo grande suc‑
cesso di pubblico. I matrimoni al cinema, so‑
prattutto se divertenti o irriverenti, si sono rive‑
lati una vera miniera d’oro per Hollywood che
sforna quasi ogni anno pellicole riguardanti il
giorno più bello; si tratta per la maggior parte
di commedie, spesso a sfondo interculturale in
linea con il trend del momento.
F
Foto
Saranno la fonte alla quale andare per
ripescare i ricordi col passare degli anni
U
na delle cose importanti delle qua‑
li gli sposi devono occuparsi nei
giorni precedenti al fatidico giorno
del sì è il servizio fotografico. Le
foto, per retorico che possa sem‑
brare, costituiranno la viva fonte in cui anda‑
re a ripescare dettagli curiosi, cari e affettuosi
dell’intera giornata; devono quindi essere nu‑
merose, spontanee e, sembra superfluo dirlo
ma non lo è, riuscite. Numerosi sono i fotografi
professionisti che offrono le loro prestazioni,
alla coppia spetta l’arduo compito della scel‑
ta tra il più economico, il più professionale, il
più noto, il più veloce, il più artistico. La scelta
tra un professionista sconosciuto e il parente o
l’amico appassionato del settore, è strettamen‑
te personale. Tradizionalmente il matrimonio
è un evento statico e ingessato, interessante,
quindi, puntare su qualcuno che sia bravo a
cogliere le immagini in movimento, che dan‑
no una rinnovata visione di quei momenti. Gli
scatti spontanei, se eseguiti con capacità, pos‑
sono offrire molto più delle classiche pose. Fon‑
damentale è quindi scegliere un fotografo che
già si conosce. Nel caso di un professionista
con cui si entra in contatto per la prima volta,
occorre avere cura di chiarire in precedenza
ciò che si desidera e ciò che assolutamente si
vuole evitare. Qualcuno probabilmente lamen‑
terà che il fotografo intralcia qualche momen‑
to della cerimonia o del banchetto, ma è un
“sacrificio veniale”, in fondo ci si sposa una
sola volta. Quello che conta realmente è che
il servizio sia all’altezza, che le foto rappre‑
70
sentino la gioia vera di un giorno memorabile,
quei momenti e quelle foto resteranno unici e
irripetibili. Una bella idea di alcuni fotografi
è di inserire nell’album alcune foto degli spo‑
si scattate qualche giorno dopo la cerimonia,
quando la nuova coppia, meno stressata, è più
bella e rilassata. La fotografia coglie l’emo‑
zione degli sposi, e diviene mezzo principale
per raccontare una storia d’amore che sfocia
nel matrimonio. Quel giorno rimarrà nel cuo‑
re e nella memoria, ma se qualche emozione
sfugge, basterà sfogliare l’album, e si rivivrà
ogni momento di quel giorno. Certamente la
presenza di un professionista è una garanzia,
sicuramente le foto saranno più belle e ricerca‑
te. Puo inoltre succedere che in alcune chiese
ci siano problemi per i fotografi. Qualche sa‑
cerdote vede nel fotografo un invasore del rito
religioso. Per evitare questo problema, basta
decidere insieme quali sono i momenti salien‑
ti da fotografare, di evitare le foto in chiesa
con gli amici e i parenti, cosa che, in effet‑
ti, crea solo confusione. Per la fase dall’uscita
della chiesa in poi, naturalmente, gli sposi po‑
tranno scegliere, con il prezioso suggerimento
del fotografo, il set ideale, solitamente piazze,
giardini e luoghi storici e suggestivi della città.
Oltre alle foto c’è il video. Anche qui è indi‑
spensabile affidarsi solo a professionisti rico‑
nosciuti, no per il video ufficiale ad amici o
parenti. Anche per l’operatore video, si dovrà
fare grande attenzione, a non invadere troppo
la funzione religiosa.
G
GENNAIO, FEBBRAIO, MARZO...
COME SCEGLIERE LA FATIDICA DATA
Gennaio è il mese dell’affetto, della
gentilezza e della fedeltà; febbraio quello
degli amori. Aprile è capace di riservare
tanta gioia. Giugno prende il nome da
Giunone, dea della fecondità. Insieme con
agosto è considerato il miglior mese per
convolare a nozze
Per ogni stagione ci sono dei posti giusti
per un’indimenticabile luna di miele, così
come ogni stagione ha i suoi fiori per uno
splendido addobbo.
N
ello scegliere la stagione per le
proprie nozze, la prima cosa di
cui si tiene conto è l’istinto. Co‑
loro che si esprimono al meglio
con il caldo pensano subito alla
primavera e all’estate, le due stagioni nelle
quali si risvegliano i sensi, i momenti dell’anno
dominati dal sole! Quelli invece ammaliati dal
freddo, che non rinuncerebbero mai alla neve
o alle romantiche suggestioni autunnali, imma‑
ginano una cerimonia da tenersi tra ottobre e
febbraio. Per le nozze d’estate le spose avran‑
no un abito in tessuto fresco e leggero. Ideale è
il cotone, ma anche il sangallo sarà adatto. Via
le spalline, si può pensare a un giacchino per
i momenti in chiesa. Il ricevimento dovrà esse‑
re in luoghi dove non manca l’ombra, se è al
chiuso è indispensabile un efficiente impianto
di aria condizionata. Anche per l’inverno oc‑
correrà porre la giusta attenzione per il locale
del ricevimento. In questo caso si dovrà pre‑
vedere che la temperatura sia calda e piace‑
vole. La sposa potrà indossare uno spolverino
lungo, di un tessuto adatto alla stagione, che
74
la avvolga calorosamente. Lo sposo dovrebbe
rinunciare al cappotto, ma può proteggersi dai
rigori del freddo, indossando lana sotto la ca‑
micia. In primavera è tutto molto più sempli‑
ce, anche se a volte il clima è variabile e può
presentare improvvisi mutamenti. È la stagione
più bella per la scelta dell’addobbo floreale,
quella nella quale la natura si esprime al mas‑
simo del suo fulgore. Sì al ricevimento in spazi
aperti, ma attenzione a prevedere la possibi‑
lità di spostarsi al chiuso. La stessa cosa vale
per i mesi autunnali, altro periodo nel quale
il tempo non è costante! La sposa d’autunno
vestirà in raso o in pizzo.
Altra cosa da non trascurare è la scelta del
luogo dove trascorrere la luna di miele. Per
ogni stagione ci saranno dei posti adatti. In
estate si può pensare a una crociera in Euro‑
pa del Nord, per vedere in Scandinavia il sole
di mezzanotte da giugno a luglio. Oppure si
può scegliere la Florida, che pur essendo adat‑
ta per tutto l’anno, è più “gustosa” d’estate.
O ancora la Grecia, le Hawaii, la Malaysia
orientale, il Sudafrica del nord, la Spagna e il
mediterraneo in generale per le crociere. Nel
nostro inverno si potrà scegliere tra il Costa
Rica, le Filippine, Hong Kong, la Malaysia oc‑
cidentale, lo Sri Lanka oppure una fantastica
crociera nelle isole caraibiche! La primavera è
l’ideale per L’Egitto e per le crociere sul Nilo,
che si possono fare anche in autunno, così
come tutti i soggiorni sul Mar Rosso. Da aprile
a dicembre è bellissima l’Australia; da maggio
a ottobre le Comores; da maggio a novembre
le Isole Fiji; da maggio a settembre l’Indonesia;
da luglio a settembre e da dicembre a marzo
il Kenya; da novembre ad aprile e da luglio
a settembre le Maldive; da aprile a novembre
matrimonio, la fantasia popolare ne ha elabo‑
rato una serie infinita. Ve ne offriamo una se‑
lezione; qualcuno lo conoscerete già, qualche
altro non lo avrete mai sentito, tutti, speriamo,
vi regaleranno un sorriso: “a maggio si sposa‑
no solo gli asini”, “di venere e di marte non si
sposa e non si parte”, “la spusa majulina, nun
si godi la cuttunina (la donna che si sposa nel
le Mauritius; da maggio a ottobre la Polinesia
e le Seychelles e la Thailandia da ottobre a
marzo. Particolarmente curiosi sono poi alcuni
detti popolari sui periodi dell’anno nei quali
convolare a nozze. C’è chi crede fermamente
nei proverbi, chi li tratta con distacco e chi con
simpatia e disincanto. Certo è che, anche sul
mese di maggio, non si gode la coperta del
letto) ”, “la spusa agustina si la porta la lavina
(la donna che si sposa nel mese di agosto, si
porta dietro una fiumana di lacrime) ”, “ago‑
sto moglie mia non ti conosco”. Per tradizione
popolare si tramanda che i mesi meno propizi
sono marzo, maggio e luglio. Ottobre sembra
75
essere un mese “giusto” per l’amore, ma infau‑
sto per la ricchezza. Grande stabilità, sempre
per credenza popolare, avranno i matrimoni
celebrati in gennaio e febbraio. Gennaio è il
mese dell’affetto, della gentilezza e della fedel‑
tà; febbraio quello degli amori. Aprile è pure
un buon mese, capace di riservare tanta gioia.
Giugno (che prende il nome dalla dea della
fecondità Giunone) e agosto sono considerati
i migliori! Alle nozze settembrine e novembri‑
ne sono riservate grandi fortune economiche,
a quelle di dicembre amore eterno. Infine, per
76
chiudere con le credenze, il matrimonio che
vuole essere fortunato dovrà essere sempre ce‑
lebrato prima del tramonto. Quando si parla
di tradizioni, non si può non pensare a quella
che vuole ogni cerimonia nuziale abbellita da
splendidi fiori. Ebbene, proprio nei fiori si ha la
massima espressione della stagionalità. Ogni
fiore è caratteristico di una stagione, momento
nel quale assume il suo miglior vigore, la sua
più elevata bellezza. Se l’addobbo floreale se‑
guirà la stagione si avrà l’impatto migliore e
i fiori avranno grande stabilità per tutta l’im‑
portante gior‑
nata.
Anche
dal punto di
vista economi‑
co si possono
avere dei con‑
creti vantaggi
nello scegliere
in base al pe‑
riodo, e di que‑
sti tempi non
si tratta di una
cosa da poco!
Senza dimenti‑
care, poi, che
ciascun fiore
porta con sé
il suo signifi‑
cato simbolico
e
benagura‑
le. Mughetti e
tulipani sono
da escludere
in estate, con
le elevatissime
temperature.
Meglio sceglie‑
re anthurium e
lilium, che re‑
sistono di più
a quel tipo di
clima.
Sem‑
pre per l’esta‑
te sono adatti
azalee, calen‑
dule, camelie, eriche, fresie, gardenie, garo‑
fani, gigli, girasoli, gladioli, margherite, orchi‑
dee, peonie e rose. In primavera, la stagione
regina per i fiori, si potrà scegliere tra fiori di
ciliegio, gelsomini, ginestre, iris, lilla, mandor‑
li, magnolie, mimose, narcisi, primule e tuli‑
pani. Adatti per l’autunno sono aceri, bocche
di leone, corbezzoli, dalie, faggi, hypericum,
lecci, melograni e ortensie. Infine i fiori d’in‑
verno: agrifogli, bucaneve, edera, euforbie,
genziane e stelle di natale. Maestri indiscussi
77
nell’arte floreale sono i giapponesi, gli stessi
che danno grandi significati ai colori in gene‑
rale. Per loro assumono grande importanza il
colore e il tipo di kimono da usare come abito
nuziale. Il kimono sarà in tema con la stagione
che arriverà dopo quella in corso, a prevede‑
re quello che sarà il prossimo futuro. I kimono
invernali hanno quindi colori brillanti, quelli
estivi dovranno evocare freschezza. Per la pri‑
mavera prevarranno i colori più pallidi e tenui,
mentre in autunno quelli più forti ed energici.
Sempre per restare in tema con le diverse tra‑
dizioni nel mondo è curiosa l’usanza celtica
che vede la notte tra il 30 aprile e il 1 maggio,
festa di Beltane, cioè della fecondità o la not‑
te dell’equinozio d’estate, quale momento più
propizio per celebrare un matrimonio. In Fin‑
landia, a Jukkasjarvi, ci si può sposare in una
chiesa fatta esclusivamente di ghiaccio, costru‑
ita ogni anno in dicembre per poi sciogliersi in
aprile. Accanto alla chiesetta c’è un hotel per
soggiornare e utilizzare il ristorante. La sposa
può arrivare in chiesa con una slitta trainata
da cavalli o renne. Gli Amish americani si spo‑
sano solo nei mesi di novembre e dicembre. La
ragione risiede nel fatto che in quel periodo il
lavoro della terra è in pratica fermo. Pertanto
non sarà sprecato del tempo da utilizzare me‑
glio in agricoltura. In Mongolia la data delle
nozze deve cadere all’inizio della luna nuova,
affinché il nuovo legame cresca sempre e si
fortifichi. Se nel giorno fissato dovesse piovere,
allora la cerimonia sarà rinviata, per allonta‑
nare ogni nefasto presagio. Gli indù prediligo‑
no, quale periodo migliore per le cerimonie, il
mese d’ottobre. In questo periodo dell’anno si
celebra la vittoria del Bene sul Male e di con‑
seguenza ogni giorno si celebrano decine di
matrimoni. Il 17 marzo, giorno di San Patrizio,
è considerato dagli irlandesi il più fortunato
per sposarsi. Comunque sia, a qualsiasi latitu‑
dine ci si trovi, in qualunque stagione, il giorno
del matrimonio è unico ed irripetibile. Occorre
perciò che tutto sia perfetto per cominciare al
meglio una vita felice!
H
HAPPY DAYS
Il BOOM DEI MATRIMONI NEGLI ANNI ’60
Abiti da sposa candidi ed elegantissimi,
creazioni esclusive di stilisti impareggiabili
Grace Kelly e Jackie Kennedy, le due donne
che hanno segnato come nessun’altra lo stile
e la moda di quegli anni.
G
li anni ’60 sono gli anni del
boom economico e sono quindi
gli anni durante i quali si avvia
un profondo processo di trasfor‑
mazione. Ciascun aspetto della
vita quotidiana è coinvolto nei cambiamenti.
Di fatto si passa da un paese prevalentemente
agricolo ad uno tra i più industrializzati del
mondo. Tutto ciò non poteva che riflettersi sulle
famiglie italiane. Nei ’60 si consolida la ten‑
denza, già apparsa nei ’50, di un crescente
numero di matrimoni celebrati, il marriage
boom. Nei decenni precedenti, per via dei pe‑
riodi molto turbati dalle due guerre mondiali,
c’erano molte meno unioni. Inoltre, nei ’60, si
riduce notevolmente l’età delle nozze. Le ce‑
rimonie nuziali mutano anch’esse, grazie alla
nuova disponibilità economica. Prima di allora
s’invitavano meno di sessanta persone; in que‑
gli anni, invece, ai banchetti di nozze si comin‑
ciano a superare le cento presenze. Gli abiti da
sposa sono abiti dalle linee pulite. Sono creati
completamente dai sarti e ancora è lontano il
tempo delle fabbricazioni seriali. Per questa
ragione esprimono una vestibilità straordina‑
ria. La sposa è seguita con infinita attenzione e
tutto è cucito su misura, niente lasciato al caso.
Grande importanza è riservata alla scelta dei
materiali ed alla fine il risultato è grandioso
78
con la femminilità messa in assoluto risalto. I
modelli internazionalmente riconosciuti sono
l’attrice-principessa Grace Kelly e la first lady
Jackie Kennedy. Due donne che hanno segna‑
to come nessun’altra lo stile e la moda di que‑
gli anni. Grace si sposa nel ’56, all’alba del
nuovo decennio, ed il suo matrimonio, definito
il matrimonio del secolo, resta un punto fermo
di riferimento per tutti i ’60. Nella chiesa di
San Nicola, nel Principato di Monaco, la “divi‑
na” si presenta con un abito di centoventi metri
di seta, realizzato centoventicinque anni prima
per un’antenata del Principe Ranieri, con un
velo tempestato di migliaia di perle. E ancora
perle per il laccio al collo e per gli orecchini.
Una cerimonia con seicento invitati della dura‑
ta di tre ore, documentata dalla casa cinema‑
tografica Mgm in esclusiva, per uno speciale tv
di oltre mezz’ora con milioni di telespettatori in
tutto il mondo. Jaqueline Kennedy, invece, ren‑
de famosissimo in tutto il mondo lo stilista fran‑
cese, di padre russo e madre italiana, Oleg
Cassini. Per Jacqueline crea, a partire dagli
anni ‘60, oltre 300 vestiti. Il talento di Cassini,
scomparso nel 2006 a novantatré anni, è stato
riconosciuto dal Metropolitan Museum, che gli
ha persino dedicato una mostra intitolata “Jac‑
queline Kennedy: gli anni della Casa Bianca”.
Nel ’68, poi, Jaqueline sposa Aristotele Onas‑
sis a Skorpios, in Grecia. L’abito scelto è firma‑
to dal grande Valentino; un abito in pizzo avo‑
rio che le donne poi copieranno per anni. Le
spose, quindi, arrivano all’altare con strascichi
in tulle, ricami di swarovski e strass a goccia
che a volte ricoprono pure le scarpe. Nei primi
anni del decennio vanno molto le scarpe con
decolletè a punta, sia con il tacco a spillo che
con il sandalo aperto dietro. Passo passo sono
poi arrivate le scarpe incrociate. E’ una sposa,
pertanto, che vive il magico giorno del sì, in un
candido ed elegantissimo abito creato solo per
lei. Ma in questi anni di trasformazione e di
grandi novità, entrano in scena anche abiti di‑
versi. Con l’avvento della minigonna nell’abbi‑
79
gliamento di tutti i giorni, il “corto” arriva an‑
che tra gli abiti da sposa. Esplode il “tubino”,
che per l’occasione è ricamato, ma che in ogni
caso raggiunge e lascia scoperto il ginocchio.
Dall’Inghilterra s’importa la moda dei cappel‑
li. Le primissime spose dei ’60 cominciano col
mettere un baschetto, magari corredato da un
velo a ricoprire il viso. Gradatamente si arriva
alle falde larghe, che avranno il loro momento
migliore nei nuovi settanta che si affacciano!
H
HANNO DETTO Sì
ANDREA ED ELENA
FOTO: LUCIA PULVIRENTI E ANTONELLA CATALANO
Le scelte di Andrea ed Elena
Abito Elena: Atelier Novias - CT
Fotografi: Lucia Pulvirenti e Antonella Catalano
Addobbi floreali: Arte Fiori
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81
H
HANNO DETTO Sì
PIETRO E VALENTINA
FOTO: PAOLO CONTI
Le scelte di Pietro e Valentina
Abito Valentina: Marco Strano
Trucco: Corrado Trincali
Location: Palazzo Manganelli
Fotografo: Paolo Conti
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H
HANNO DETTO Sì
giuseppe E federica
FOTO: LELO CHIAPPETTA
Le scelte di Giuseppe e Federica
Abito Federica: Dolà Couture
Location: Borgo della Marinella
Fotografo: Lello Chiappetta
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H
HANNO DETTO Sì
ANDREA E ANTONELLA
FOTO: VINCENZO CALFA
Le scelte di Andrea e Antonella
Atelier Piazza Navona
Location: San Bernardo Ricevimenti - Camigliatello
Fotografo: VIncenzo Calfa
86
87
I
INTIMO
La bellezza della sposa valorizzata da una
corsetteria da sogno
Negli atelier specializzati si possono trovare
intere collezioni pensate e realizzate
esclusivamente per le spose
Q
uando la sposa pensa al pro‑
prio abito, corre con la mente
anche agli accessori, e natural‑
mente immagina tra questi uno
splendido abbigliamento inti‑
mo. Ed è innegabile che anche lo sposo non
si sottrae al pensiero di cosa indosserà la sua
prescelta in occasione delle nozze. Significa‑
tivo è che, negli ultimi anni, il mercato legato
alla corsetteria da sposa è in costante crescita
in tutta Europa, ed ovviamente l’Italia non si
sottrae a questa tendenza. Al sud, poi, que‑
sto “trend” appare particolarmente intenso.
Le spose riservano ai coordinati, alle calze ed
alle giarrettiere, budget sempre più consisten‑
ti e pertanto, crescendo la domanda, l’offerta
si fa sempre più interessante ed articolata. La
produzione in questo settore affina sempre più
le sue strategie ed oggi più che mai le con‑
sumatrici hanno a loro disposizione una serie
pressoché illimitata di linee. Non si tratta di
un mero fenomeno di moda, ma della risposta
ad un’esigenza precisa della donna moderna,
che tende a scegliere viepiù prodotti capaci di
esaltarne la personalità. Ciascuna sceglie lo
stile che valorizza al meglio la propria indivi‑
dualità. E se per raggiungere questo risultato è
necessario aumentare la disponibilità di spe‑
sa, lo si fa volentieri. Dai distributori, quindi,
arriva negli atelier specializzati una varietà
88
sempre maggiore di proposte. Si possono così
trovare intere collezioni pensate e realizzate
esclusivamente per le spose. I momenti dell’an‑
no nei quali si raggiungono i più elevati picchi
di vendita sono, ovviamente, quelli che pre‑
cedono i mesi privilegiati per le celebrazioni
dei matrimoni. Per cui tra febbraio e marzo
la gran parte delle future spose si prepara
all’evento che avverrà tra aprile e settembre.
Per essere bellissime nel giorno del sogno, oc‑
corre coordinare alla perfezione l’abito con
l’intimo. Si ricercano guepiere, body, reggise‑
no e bustini sempre più raffinati. Non basta
un fantastico abito per apparire magnifica. E’
necessario far risaltare la silhouette attraverso
un intimo adeguato. Mai come in quel magi‑
co giorno è bello sentirsi sexy, e per chi vuole
osare un po’ di più, giarrettiere, perizoma e
baby doll di tulle trasparente possono adem‑
piere egregiamente allo scopo. A tal proposito
si può utilizzare qualcosa che risponda al gio‑
co del vedo e non vedo, che da sempre stuz‑
zica la fantasia maschile. I preziosi pizzi, che
suggeriscono sensazioni di impalpabilità, dan‑
no il giusto tocco di eleganza e trasgressione.
Miscelare sapientemente erotismo e romantici‑
smo è la ricetta ideale per trasformare la prima
notte di nozze in qualcosa di indimenticabile.
La parte del leone nelle vendite è svolta dai
body imbottiti e contenutivi. I tessuti adoperati
sono essenziali, leggeri quasi da non avvertir‑
si, morbidi ed avvolgenti nello stesso tempo.
La lingerie è tanto più sofisticata e seducente
quanto più sono utilizzati i giusti materiali. E la
seta resta la regina tra i tessuti, capace di im‑
preziosire ogni capo e di renderlo ecceziona‑
le. I colori preferiti sono quelli chiari, che van‑
no dal bianco al beige passando per il panna
e l’avorio; del resto questi sono anche i colori
preferiti per gli abiti. L’intimo deve rimanere
invisibile e per questa ragione deve trattarsi di
prodotti di qualità, capaci di rispettare questa
caratteristica anche sotto il vestito più chiaro,
a volte trasparente. L’abito sarà perfetto solo
se sottolineato da un intimo impeccabile. Può
essere utile, per non dire indispensabile, effet‑
tuare congiuntamente le prove dell’abito in‑
sieme a quelle della lingerie. Il reggiseno può
avere le coppe differenziate, ed in taluni casi
queste possono essere fatte su misura. E’ parti‑
colarmente chic l’assoluta assenza di cuciture.
Nel caso si scelga un abito con una generosa
scollatura si deve porre una grande attenzio‑
ne nella scelta del reggiseno, giacché dovrà
svolgere oltre alle sue normali funzioni anche
quella di sottolineare al meglio il decolleté. La
stessa misura di attenzione si deve poi prestare
nella scelta delle calze. Ogni donna sa quanto
questo accessorio sia importante già nella vita
di tutti i giorni, figuriamoci in “quel giorno”.
No ai collant e sì ad autoreggenti e reggicalze.
Sembra scontato, ma non si deve dimenticare
di averne a portata di mano un paio di riserva,
con dei materiali così fini l’intoppo è sempre
dietro l’angolo! Da non trascurare, infine, la
camicia da notte e la vestaglia, accessori spes‑
so sottovalutati, ma che hanno un ruolo impor‑
tante nel gradevole effetto di stupire il partner.
Anche per queste la seta resta la materia più
indicata. Il colore dell’oro aiuterà nel gioco
della seduzione, amplificando il piacere di far‑
la scivolare per stupire lo sposo e dare il via ad
una magica prima notte di nozze!
89
L
LOOK RETRO’
Curiosità di tanti anni fa
La fotomodella Lea Perkins, il giorno
delle sue nozze si presentò con un velo
corto in tulle beige con uno strascico di
pochi centimetri. Il resto dell’abito era
rappresentato semplicemente da uno slip blu.
L
e passerelle degli stilisti newyorkesi
hanno recentemente rivisitato la moda
che durante gli anni ’40, ’50, ’60 e ‘70
ha fatto sognare le donne di ogni pae‑
se! Vestiti eleganti ma anche bizzarri, e
non manca chi guarda al passato con nostal‑
gia, mormorando “quelli sì che eran tempi”,
consapevole del fatto che un pizzico di bizzar‑
ria, ieri come oggi, fa parte del fascino femmi‑
nile. Il look delle spose anni ’70, ad esempio,
“imponeva” il taglio dei capelli con “il ciuffo”.
Spesso si faceva a meno del velo, che lo avreb‑
be nascosto alla vista. Era una ciocca di ca‑
pelli accostata alla fronte, un tocco dal sapore
casuale, come se il vento lo avesse disegnato
per errore. Non dobbiamo per questo meravi‑
gliarci: l’abito della sposa, il taglio dei capelli
e gli accessori di quegli anni, erano legati alle
grandi novità della moda nell’abbigliamento
di tutti i giorni. Eravamo nell’immediato post
’68 e la contestazione aveva lasciato il suo se‑
gno. Gli abiti con i sontuosi strascichi erano
ormai demodé. Nei ricevimenti si servivano,
immancabilmente, penne al salmone e vodka
ed era molto trendy spedire per posta, prima
della cerimonia, le partecipazioni e gli inviti
in un tubo di cartone, accompagnandoli con
90
dei confetti. Furono anche gli anni durante i
quali si diffuse anche da noi l’uso delle liste di
nozze, un meccanismo di origine americana,
luogo nel quale era nato agli inizi del secolo.
Molti non gradirono immediatamente questa
novità, ma con il tempo divenne una normale
consuetudine. I ‘70 furono anni durante i quali
si ebbe un notevole miglioramento della condi‑
zione femminile e proprio da allora, è iniziato
un progressivo calo del numero dei matrimoni
celebrati. Fu promulgata la legge sul divorzio e
fu rivisto il diritto di famiglia, con l’attribuzione
della parità assoluta fra i coniugi e la scom‑
parsa della figura del capo famiglia. Nono‑
stante tutti questi cambiamenti in tv la famiglia
più celebre era quella dei telefilm “La famiglia
Bradford”, una sana e conservatrice famiglia
americana! Il racconto seriale riguardava
la vita di Tom Bradford e della moglie Joan,
alle prese con otto figli che avevano dai sette
ai ventitré anni. I due Bradford affrontavano
quindi alcune situazioni tipiche della puber‑
tà, dell’adolescenza e della giovinezza, ma in
chiave leggera e divertente. Tanti i matrimoni
tra celebrità che si celebrarono in quegli anni;
nozze che, in un modo o nell’altro, fecero epo‑
ca. Il primo dei matrimoni “alternativi” si ten‑
ne nell’ultimo anno dei ‘60, tra John Lennon e
Yoko Ono. Il 20 marzo del ‘69, si sposarono a
Gibilterra e per la luna di miele si dedicarono
a una serie di singolari performance pacifiste.
Restano nella storia del costume le interviste
che i due novelli sposi rilasciavano sotto le len‑
zuola della loro suite matrimoniale dell’hotel
Hilton di Amsterdam. Altro scandalo fu dato
dalla fotomodella Lea Perkins, nota al grande
91
pubblico per dei nudi apparsi su Playboy. Il
giorno delle sue nozze si presentò con un velo
corto in tulle beige con uno strascico di pochi
centimetri. Il resto dell’abito era rappresenta‑
to da uno slip blu. Ovviamente l’officiante non
volle celebrare il matrimonio, ma tutti i giornali
si occuparono dell’avvenimento. La Perkins si
aggiudicò quindi un lauto contratto per la ste‑
sura di un libro sul galateo matrimoniale! Il 21
giugno del 1976 furono celebrate le nozze tra
Carlo Gustavo XVI, re di Svezia, e Sylvia Som‑
merlath, tedesca cresciuta in Brasile. Si trattò
di una cerimonia fantastica, attraverso la qua‑
le una delle ultime monarchie d’Europa rispol‑
verò la propria immagine. Fu un matrimonio
92
felice dal quale vennero alla luce tre figli. Infine
non si può parlare di coppie celebri senza ci‑
tare Litz Taylor e Richard Burton, sposi per ben
due volte. Le due star di Hollywood s’incontra‑
rono sul set del kolossal “Cleopatra”. La Tay‑
lor era la protagonista e Burton interpretava
Marco Antonio. La passione travolse i due che
erano entrambi già sposati. Divorziarono e si
sposarono il 15 marzo del ’64. Questo primo
matrimonio terminò con il divorzio nel giugno
del ’74. Dopo poco più di un anno, nell’otto‑
bre del ’75, si celebrò il secondo matrimonio
tra i due. Anche questo era però destinato a
finire, cosa che avvenne con il divorzio del 29
luglio 1976.
M
MATRIMONIO NEL MONDO
Un viaggio tra le tradizioni
e i costumi dei cinque continenti
Dalle tenere e romantiche, alle strane e
insolite, le nozze di ogni paese
N
on importa in quale parte del
mondo una coppia è in procinto
di pronunicare il “sì”, ovunque ci
sono tradizioni che hanno a che
fare con la felicità della coppia.
A volte sono credenze strane, altre invece, si
tratta di modi di fare che, partite da un certo
punto del pianeta, si sono diffuse dappertutto.
In America latina le nozze si celebrano preva‑
lentemente secondo la tradizione cattolica, as‑
somigliando moltissimo alle nostre cerimonie
italiane. I festeggiamenti, però, si rifanno spes‑
so allo stile nordamericano. Ci sono pertanto
balli in grande stile, discorsi degli sposi e degli
invitati più importanti e tutto quello che si fa nei
ricchi e opulenti Stati Uniti. La forte tradizione
cristiana è però intrecciata alle preesistenti tra‑
dizioni popolari pre cristiane. I banchetti nu‑
ziali sono generalmente a base di piatti molto
saporiti e molto speziati. Tra i dolci non manca
mai il cioccolato, considerato, a torto o a ra‑
gione, una pietanza molto afrodisiaca, ritenuti
indispensabili nei matrimoni sudamericani.
Cioccolato a parte, c’è quindi una costante ri‑
cerca di ricette afrodisiache per il ricevimento,
con l’attenta selezione delle spezie più adatte
alla bisogna, dei fiori più capaci di favorire il
turbamento dei sensi e delle carni che più sti‑
molano l’appetito sessuale. A Cuba il giorno
dei matrimoni è il sabato. Sono cerimonie mol‑
94
to sfarzose, a dispetto della povertà diffusa e
in sintonia con l’allegria e la gioia di vivere di
un popolo che non rinuncia mai a manifestare
il suo attaccamento alla vita. Le spose vestono
il tradizionale bianco, ma anche il rosa o il
rosso sono spesso utilizzati. Tutte cercano di
procurarsi una limousine dalla quale poter
scendere elegantemente. In Ecuador è conside‑
rato di cattivo auspicio che il vestito della spo‑
sa sia pronto prima della cerimonia, così i det‑
tagli sono lasciati per il giorno stesso. La sposa
colombiana non può indossare perle, simboli
di lacrime e infelicità. Una moneta nell’orlo del
vestito è invece presagio di fortuna. Lo sposo,
d’altra parte, non deve indossare la cravatta di
traverso, per evitare che anche la vita matri‑
moniale proceda nello stesso verso. Le spose
messicane devono indossare qualcosa di vec‑
chio, perché rappresenta il collegamento della
sposa con la sua famiglia; qualcosa di nuovo
per rappresentare la nuova alleanza; qualcosa
di blu, simbolo di purezza e fedeltà e qualcosa
di prestato che rappresenti la felicità e la fortu‑
na che chi presta augura agli sposi. Spostan‑
dosi nell’America del nord ricca e opulenta, si
arriva negli Stati Uniti, il paese dove si tengono
i matrimoni più bizzarri. Si passa dal grande
sfarzo alle cerimonie all’insegna della più di‑
sarmante semplicità, come ad esempio i matri‑
moni fra giovani studenti del college che si re‑
cano dal giudice di pace e in pochissimo tempo
sono marito e moglie. Di solito, ma non è la
regola, nelle campagne si hanno le cerimonie
più lunghe e scenograficamente complesse.
Las Vegas, poi, è famosa non solo per i suoi
95
lussuosi casinò, ma anche per essere la capita‑
le dei matrimoni lampo. Con pochissimi dollari
e in pochissimo tempo si possono avere ceri‑
monia e certificato di nozze. Ci sono centinaia
di piccole cappelle, dagli stili più diversi e ori‑
ginali. Basta entrare da single per uscire spo‑
sati! Naturalmente è possibile un altrettanto
veloce e poco costoso divorzio. Il tutto non è
quasi mai riconosciuto fuori da quello stato,
ma ciononostante sono numerosissime le unio‑
ni ratificate in quella città. L’America è anche il
paese degli Amish, che osservano meticolosa‑
mente i precetti della loro religione. Per loro è
possibile sposarsi solo nei mesi di novembre e
dicembre. La ragione risiede nel fatto che in
quel periodo il lavoro della terra è in pratica
fermo. Pertanto non sarà sprecato del tempo
da utilizzare meglio in agricoltura. In ogni
caso non ci si sposa di sabato o di domenica,
considerati giorni da dedicare a Dio. Le loro
cerimonie sono veramente semplici. Non si
usano fedi e velo e la sposa veste in blu o in
violetto. L’abito è preparato direttamente dalla
sposa e dovrà essere utilizzato in seguito per
andare in chiesa. La comunità bada a regalare
agli sposi utensili da cucina e da lavoro. New
Orleans è, invece, la città dove musica, danza
e allegria sono di rigore in ogni cerimonia nu‑
ziale che si rispetti. Nella patria del jazz, per
la sposa si prepara una torta nuziale classica,
mentre per lo sposo se ne predispone una che
richiama nella forma la sua attività lavorativa.
Si vedono, quindi torte a forma d’autobus per
gli autisti, di bidone per gli spazzini e di bara
per gli addetti alle pompe funebri! La torta
classica è guarnita da dieci nastri pendenti che
s’infilano nell’impasto e che nascondono dieci
oggetti. Le amiche della sposa che ancora non
sono maritate scelgono e tirano un nastro. Se‑
condo l’oggetto che troveranno, potranno ave‑
re indicazioni su cosa le aspetta in futuro. Co‑
lei che troverà due anelli avrà “garantito” un
imminente matrimonio. Pure nella vecchia Eu‑
ropa esiste un ventaglio di usanze particolari.
I rumeni, ad esempio, hanno la tradizione di
rapire la sposa. A farlo sono i testimoni dello
96
sposo, che dovrà poi negoziare il riscatto, di
solito con il dono di liquori. Dopo il gioco-spet‑
tacolo del rapimento, la coppia è pronta per la
cerimonia. I francesi, invece, usano “le vin
d’honneur”, uno spuntino da tenersi, in attesa
del banchetto vero e proprio, in un giardino
vicino al luogo del ricevimento. Gli inglesi han‑
no come abitudine più importante la lettura del
voto, con riferimenti a passi biblici, poesie, te‑
sti di canzoni e dichiarazioni di eterno amore
e fedeltà. In Germania, prima della cerimonia,
si rompono i piatti di porcellana, per portare
buona fortuna alla coppia. Ogni ospite deve
portare il proprio, ponendo attenzione a non
portare mai piatti di vetro. In Finlandia ci sono
grandi differenze tra le tradizioni di nozze
orientale e occidentale. L’occidentale è stata
influenzata dalla tradizione svedese e germa‑
nica, mentre nella parte orientale, soprattutto
in Carelia, le differenze sono dovute all’in‑
fluenza russa, con il matrimonio vissuto come
una festa di famiglia, al contrario dell’occiden‑
te dove è considerato un’occasione che con‑
sente alle famiglie di mostrare il loro status al
resto della comunità. Quest’ultima visione so‑
pravvive fortemente nel sontuoso matrimonio
tradizionale in Ostrobothnia. Una curiosità fin‑
landese è che a Jukkasjarvi ci si può sposare in
una chiesa fatta esclusivamente di ghiaccio,
costruita ogni anno in dicembre per poi scio‑
gliersi in aprile. Accanto alla chiesetta c’è un
hotel per soggiornare e utilizzare il ristorante.
La sposa può arrivare in chiesa con una slitta
trainata da cavalli o renne. Anche in Africa
sono tante le interpretazioni del giorno del sì.
La tradizione marocchina vuole che il matrimo‑
nio non duri un solo giorno, ma sette, con par‑
ti separate per la sposa e lo sposo. I primi tre
giorni sono dedicati ai preparativi. Il quarto
giorno è per la celebrazione e il quinto e il se‑
sto sono per la festa. Nel settimo giorno la cop‑
pia può, infine, consumare. Pesce, pollo e riso
sono indispensabili perché sono simboli di ab‑
bondanza e fertilità. In Nigeria molte coppie
convivono senza essere formalmente sposate,
giacché celebrare un rito nuziale è piuttosto
costoso. Ci sono tre diverse cerimonie: un’in‑
formale presso il municipio, una tradizionale
nella casa della sposa e una religiosa. In Sene‑
gal la danza nuziale dei wolof è un elemento
essenziale della celebrazione. La danza folclo‑
rica entra a far parte dei riti di passaggio che
festeggiano la nascita, il raggiungimento della
maggiore età e il matrimonio. In Estremo orien‑
te le radici del matrimonio affondano in una
cultura antichissima. La poesia epica orientale
offre moltissime testimonianze di come avveni‑
vano i matrimoni in tempi remoti, come nel po‑
ema del Ràmàyana, che narra la storia della
riconquista di una sposa rapita, in maniera
molto simile a quella di un’altra grande epo‑
pea, l’Iliade di Omero. E’ probabile, infatti,
che tutte e due i poemi risalgano a comuni fon‑
ti leggendarie che si perdono nella notte dei
tempi. Il Ràmàyana si apre, sostanzialmente,
con la narrazione di Ràma che sposa la figlia
di Janaka, con una cerimonia nella quale gli
sposi girano per tre volte intorno all’altare del
fuoco sacro. Forse, proprio dal rosso del fuo‑
co, nasce la tradizione di questo colore come
di quello degli sposi. In Corea del Sud per la
cerimonia nuziale si adoperano i parchi citta‑
dini. Il corteo che accompagna lo sposo arriva
a cavallo, mentre la sposa è nascosta dagli
sguardi indiscreti da una portantina rigorosa‑
mente chiusa. In Vietnam il colore rosso è uti‑
lizzato per tutto, non solo per gli abiti, ma an‑
che per decorazioni e regali. In Tibet, invece,
oltre al rosso i colori dominanti sono il blu, il
verde, il bianco e il giallo. Sulla porta dello
sposo si appendono nastrini di questi colori.
Altri nastri simili si cuciono, durante la notte
prima della cerimonia, sull’abito da sposa.
Quando il corteo nuziale si avvia tutti gli invi‑
tati sventolano stoffe degli stessi colori. In que‑
sto paese è considerato cattivo augurio regala‑
re agli sposi delle scarpe, poiché queste
rappresentano l’atto di lasciarsi. In Afghani‑
stan vige una curiosa tradizione: alla cerimo‑
nia e al ricevimento, gli uomini e le donne par‑
tecipano separati. Non sono gli invitati a fare
regali agli sposi, ma questi ultimi a donar loro
98
99
mandorle e piccoli attrezzi per i lavori dome‑
stici. Gli sposi sono fatti oggetto di lancio di
petali di fiori da parte degli invitati maschi. Le
donne, da parte loro, li avvolgono in una sciar‑
pa simbolo d’indissolubilità. In Mongolia la
data delle nozze è stabilita dai genitori dello
sposo. Il giorno deve cadere all’inizio della
luna nuova, affinché il nuovo legame cresca
sempre e si fortifichi. Se nel giorno fissato do‑
vesse piovere, allora la cerimonia sarà rinvia‑
ta, per allontanare ogni nefasto presagio. La
sposa riceve dal futuro marito tre bauli: in uno
potrà riporvi la biancheria, in un altro conser‑
verà il cibo e infine nell’ultimo, conserverà un
ombrello, a figura della protezione offerta dal‑
lo sposo. In Iran gli sposi si siedono su due
troni leggermente rialzati. La ruta, che secon‑
do la tradizione iraniana è utilissima per scac‑
ciare gli spiriti maligni, non manca mai. In Ma‑
lesia gli sposi sono considerati alla stregua
d’altezze reali e partecipano la cerimonia as‑
sisi su un trono posto su un palco rialzato. Pa‑
renti e amici offrono in dono le ang pow, buste
rosse contenenti denaro. E’ considerato ben
augurante riporre nella busta un numero pari
di biglietti o di monete. In Giappone il matri‑
monio è solitamente molto suggestivo, anche
se da qualche anno è sempre più diffusa l’abi‑
tudine di celebrarlo con lo stile degli occiden‑
tali. In questo caso sono di rigore il lungo abito
bianco e il classico velo. Sembra ormai che
solo i più anziani restano legati agli antichi ri‑
tuali. Le grandi strutture ricettive si occupano
sia della cerimonia vera e propria che del rice‑
vimento che segue. Non è semplice, infatti, re‑
cuperare tutto ciò che necessita per la tradizio‑
ne scintoista. L’albergo, quindi fa in modo di
predisporre il trono per gli sposi, il tempietto
che farà da location e i due kimoni, molto fa‑
stosi, per la sposa. Di questi uno sarà bianco
per la cerimonia vera e propria e uno rosso da
indossare quando questa sarà conclusa. Insie‑
me al kimono bianco, la sposa porta un panno
bianco ripiegato in testa, a indicare che non
avrà gelosia nei confronti del marito. Il rituale
prescrive che gli sposi bevino tre volte ciascuno
da una ciotola di riso e sakè. Oltre al rito scin‑
toista, una certa importanza è rivestita da
quello buddista. Questo rituale è più semplice
e meno fastoso. La promessa di fedeltà e amo‑
re si scambia sorseggiando un po’ di sakè. Un
discorso augurale è pronunciato da un mona‑
co e anche gli sposi dicono qualcosa per gli
invitati. E’ una cerimonia che tiene in forte con‑
siderazione la sostanza più che l’apparenza. I
birmani, invece, riconoscono come valido an‑
che il matrimonio per il quale non si tiene una
vera e propria cerimonia. Può, infatti, bastare
che la coppia mangi dallo stesso piatto. I ma‑
trimoni sono tradizionalmente evitati durante
la quaresima buddista, che dura tre mesi, da
luglio a ottobre. In generale, i monaci buddisti
non sono presenti durante la celebrazione, per
loro è proibito officiare, la cerimonia è consi‑
derata un affare mondano. Tuttavia, possono
essere invitati a benedire gli sposi e a recitare
una sorta di mantra protettivo. Di solito, la
mattina del giorno previsto, la coppia organiz‑
za una raccolta di elemosine per i monaci, allo
scopo di guadagnare meriti. A volte per cele‑
brare le nozze è assunto un maestro di cerimo‑
nie, solitamente un bramino. La sposa e lo spo‑
so si siedono su dei cuscini l’una accanto
all’altro. All’inizio il bramino soffia su una con‑
chiglia per dare inizio alla cerimonia. La paro‑
la matrimonio in birmano è “let htat”, che lette‑
ralmente significa “unire i palmi delle mani”.
Gli sposi, pertanto, uniscono i loro, avvolgen‑
doli in un panno bianco, per poi immergerli in
una ciotola d’argento. Dopo il canto dei man‑
tra in sanscrito, il Brahman lascia aderire il suo
palmo a quello della coppia e soffia nuova‑
mente sulla conchiglia, ponendo fine alla ceri‑
monia. A seguire ci sono i discorsi di alcuni fra
i presenti, scelti in relazione al maggiore ceto
sociale. Nelle città più grandi sovente si tiene
un ricevimento in un hotel, nel corso del quale
sono prevalentemente serviti tè e gelati. Nella
Cina degli imperatori c’era una cerimonia fa‑
stosa, con bellissimi vestiti di seta ricamata e
tradizioni e usanze molto rigorose e severe. Ai
nostri giorni, invece, il matrimonio nelle grandi
101
città è tutto all’insegna dei gusti e delle mode
copiati dall’occidente. Si preparano enormi al‑
bum fotografici, con scatti eseguiti tra i salici di
un parco, meticolosamente preparati per ore,
con abiti candidi e lussuose automobili. La
sposa nel giorno delle nozze è obbligata al di‑
giuno e al silenzio. Si scambiano oche come
simbolo di lunga vita e, durante il corteo nu‑
ziale, è abitudine usare gli ombrelli. Nei ban‑
chetti resiste l’antico uso di ostentare il rutto
come segno d’apprezzamento. Lo sposo scen‑
de dall’auto, a una certa distanza dalla casa
della promessa, e compie a piedi l’ultimo tratto
di percorso. La gente lo blocca per strada,
vuole, e ottiene, caramelle e sigarette, simboli
di buona fortuna. A casa della sposa il giova‑
ne trova il portone sprangato. Dovrà bussare
con insistenza, anche con modi bruschi, senza
tuttavia ottenere risposta. Poi, attraverso una
fessura della porta, infila una bustina rossa
contenente una promessa d’amore. Solo allora
l’uscio si aprirà. A questo punto farà una breve
attesa in anticamera, in compagnia dei paren‑
ti, degli amici e dei vicini di casa della sposa;
poi può finalmente entrare. La sposa gli appa‑
rirà con una spilla rossa e con le scarpette del‑
lo stesso colore, quello della tradizione popo‑
lare, che dopo il bianco del giorno precedente,
resiste alle pressioni della moda occidentale.
Lo sposo prende in braccio la sposa, la lascia
salire in automobile e parte velocemente alla
volta di casa sua. Qui ha inizio la vera e pro‑
pria cerimonia, e, infatti, la sposa è di nuovo
completamente vestita di rosso. Con una serie
di riverenze e inchini, segno di rispetto per le
persone più anziane della sua nuova casa, la
donna entra ufficialmente nella famiglia del
marito. In India i matrimoni sono pensati e sta‑
biliti dai genitori fin da quando gli sposi sono
ancora bambini. I festeggiamenti si tengono
nei templi e durano per molti giorni. I colori
dell’ambientazione sono tutti molto vivaci, con
prevalenza del rosso e del giallo. L’India è uno
dei paesi più complessi della terra, sono prati‑
cate diverse religioni e quindi le regole sono
diverse. Gli indù, ad esempio, sono rigorosa‑
mente monogami e prediligono quale periodo
migliore per le cerimonie, il mese d’ottobre. In
questo periodo dell’anno si celebra la vittoria
del bene sul male e di conseguenza ogni gior‑
no si celebrano decine di matrimoni. I grandi
alberghi sono occupati dai festeggiamenti per
intere settimane. Gli sposi si siedono su di un
trono e portano corone di fiori gialli, simbolo
di buona fortuna. Parenti e amici li ricoprono
di petali. Per la millenaria tradizione indù il
matrimonio rappresenta non solo l’unione di
due persone, ma anche delle due famiglie
d’origine. Cerimoniali diversi e riti propiziatori
caratterizzano il matrimonio induista. Il 27
febbraio ricorre la festa dedicata a Shiva, una
festa che si celebra di notte. Per quella ricor‑
renza le donne digiunano nove giorni, come
richiesta di trovar marito. Il cerimoniale più
diffuso è il Brahamana, autentico momento
d’iniziazione. La sposa indossa un sahari ar‑
ricchito dai gioielli della propria dote e lo spo‑
so porta un ornamento d’argento che, dalla
fronte, arriva tra le sopracciglia. L’uomo pro‑
mette alla donna devozione, benessere e pia‑
cere. Dalle nozze in poi la donna porterà sem‑
pre i capelli ricoperti di polvere rossa, simbolo
delle donne sposate. Dopo la promessa, il rito
si sposta attorno al fuoco, dove i due giovani
ballano con le vesti legate. Poi percorrono in‑
sieme sette passi su sette mucchietti di riso. Alla
fine saranno cosparsi con acqua benedetta.
Passando dall’estremo al Medio Oriente, in‑
contriamo il matrimonio israelitico, dove gli
sposi bevono entrambi dalla stessa coppa di
vino, dando così inizio alla condivisione di tut‑
to quello che incontreranno nel cammino della
vita. La tradizione ebraica non sempre ha visto
di buon occhio la parità tra uomo e donna, ma
esiste un movimento ebraico progressivo, nato
a metà dell’ottocento e che ha tra le sue pecu‑
102
liarità l’uguaglianza tra i sessi. Dopo la cele‑
brazione del matrimonio si tiene un bagno ri‑
tuale di purificazione, in una vasca utilizzata
per un rito con il quale ci si libera da ciò che
contrasta con il sacro. Le tradizioni ebraiche
sono un tappeto bellissimo. Unità sociale, le‑
game d’amore e procreazione sono alla base
dell’unione; le opportunità educative e l’am‑
biente familiare che nasceranno nelle nuove
famiglie degli sposi consentiranno di trasmet‑
tere la fede di generazione in generazione. Il
rito delle nozze è interpretato in maniera gio‑
iosa. Tutti i partecipanti svolgono la loro parte
venerando Dio e innalzando inni d’amore e
libertà. Gli sposi, nel corso della cerimonia, si
presentano reciprocamente gli anelli nuziali e
affermano vicendevolmente di essere legati. A
questo punto bevono entrambi dalla stessa
coppa di vino, dando così inizio alla condivi‑
sione di tutto quello che incontreranno nel
cammino della vita. Poi c’è la rottura del bic‑
chiere, che simboleggia l’allontanamento degli
spiriti maligni. Terminiamo il giro dei continen‑
ti in Australia, dove la tendenza è di formare
prestissimo un nuovo nucleo familiare. Tantissi‑
mi sono i diciottenni che appena raggiunta
quest’età lasciano la casa d’origine per spo‑
sarsi e programmare il proprio futuro. Tutto
questo è favorito da alcune leggi statali, che
prevedono un incentivo economico per i giova‑
ni che decidono di rendersi indipendenti e si
avviano verso un nuovo lavoro. I matrimoni
sono spesso celebrati grandiosamente, con
sontuosi festeggiamenti, seguendo la tradizio‑
ne occidentale. Tutto è molto sfarzoso e il nu‑
mero degli invitati è veramente elevato. In un
paese dalle grandi distanze e dai grandi spazi
poco abitati, le nozze divengono una buona
occasione per incontrarsi e condividere un mo‑
mento in comune.
N
NATURA
Il “matrimonio” nel regno animale
”Vero affetto tra coniugi”in molte
manifestazioni di tenerezza di alcune
specie di uccelli. Il frugarsi delle penne è la
più nota manifestazione di tali sentimenti
coniugali, specialmente nei pappagalli,
che vivono tutti in matrimonio strettamente
monogamo.
N
on è giusto attribuire concetti
umani ai comportamenti degli
altri esseri viventi e, allo stesso
modo, non è corretto riferire solo
agli esseri umani concetti come
fedeltà, monogamia, cura della casa coniuga‑
le ed attaccamento amorevole verso i piccoli.
Ciò premesso, nel regno animale, si trovano
tutti questi passaggi; dall’assoluta mancanza
di convivenza, in cui i protagonisti s’incontra‑
no solo per breve tempo con lo scopo di ac‑
coppiarsi, fino al matrimonio duraturo, che si
dissolve solo con la morte. La convivenza più
intima si riscontra non negli esseri superio‑
ri, ma in alcuni animali invertebrati dal cor‑
po molle. Per l’esattezza in alcune specie del
gruppo dei vermi. Uno di essi, appartenente
alla classe dei trematodi, vive da parassi‑
ta nei vasi sanguigni umani. Il maschio e la
femmina vivono sempre strettamente allaccia‑
ti. Il maschio presenta una cavità nella parte
ventrale, che si estende longitudinalmente, in
cui vive la femmina, decisamente più snella.
Un altro gruppo d’animali, in cui si possono
trovare degli ”indivisibili” è quello dei gambe‑
ri. Esistono, infatti, alcune specie nelle quali i
104
due sessi migrano, fin da giovanissima età, in
una spugna od in un corallo. Così facendo,
entrano in una prigione dalla quale, una vol‑
ta cresciuti, non potranno più uscire. Benché
tale fedeltà coniugale non sia del tutto volon‑
taria, rimarrà comunque perenne. Per limitarci
ai vertebrati, la vita coniugale manca del tutto
in due grandi classi: anfibi e rettili, mentre nei
pesci, negli uccelli e nei mammiferi gli esempi
di vita coniugale sono molto diffusi. Nei pesci
un vero matrimonio duraturo si verifica negli
scalari (prediletti dagli acquariofili) che sono
strettamente monogami. Le coppie si formano
con una certa difficoltà, ma sono poi indissolu‑
bili, al punto che il coniuge, sopravvissuto alla
morte del compagno, non si accoppia più e ri‑
mane solitario per il resto della sua vita. Negli
uccelli, casi di veri matrimoni, che durano tutta
la vita sono noti nei grossi pappagalli, nelle
aquile, nei corvi, in certe civette, nei cigni e
nell’oca grigia. E’ possibile addirittura parlare
di ”vero affetto” dei due coniugi per le molte
manifestazioni di tenerezza che si possono os‑
servare in diversi uccelli accoppiati. Il frugarsi
delle penne è la più nota manifestazione di tali
sentimenti coniugali, specialmente nei pappa‑
galli, che vivono tutti in matrimonio strettamen‑
te monogamo. Al momento della riproduzione
i due animali non si abbandonano mai e nel
riposo rimangono teneramente stretti l’un l’al‑
tro. Le cacatoe si abbracciano reciprocamen‑
te, si circondano letteralmente con le ali e si
baciano come due innamorati. Nei pappagalli
sono stati osservati, in cattività, anche casi di
gelosia. In una gabbia, infatti, la convivenza
fra due femmine è armonica fino all’aggiunta
di un maschio ed alla successiva formazione
di una coppia. A quel punto la femmina ri‑
masta sola diventa furiosamente gelosa e sfer‑
ra tremendi colpi di becco alla femmina ac‑
coppiata che…. ci lascia numerose penne. In
alcuni casi, come nelle anatre, la convivenza
matrimoniale è preceduta da un periodo che
può essere definito di fidanzamento, durante
il quale i due animali sono già uniti in coppia,
ma la riproduzione inizierà assai più tardi. La
classe dei mammiferi, cui appartiene l’uomo,
paradossalmente, per alcuni studiosi, è quel‑
la in cui non avvengono, di norma, matrimoni
monogami, essendo molto più diffusi branchi
misti o veri e propri harem a disposizione del
maschio dominante. Esistono alcune eccezioni,
basate su osservazioni dirette, come nel caso
del lupo canadese. Il maschio cerca la sua spo‑
sa nel terzo anno di vita ed i genitori ed i pic‑
coli stanno spesso assieme per due o tre anni.
Nel frattempo la famiglia aumenta, tanto che
alla fine sarà composta da 5-8 individui adulti
105
e dai piccoli dell’ultima cucciolata, a formare
un gruppo che assomiglia ad un branco. In oc‑
casione di determinate battute di caccia, alcu‑
ne di tali famiglie possono riunirsi in un vero
branco. Dopo la caccia, le famiglie si dividono
nuovamente. Inoltre il lupo maschio si cura in
modo esemplare del nutrimento, fino a quando
la lupa allatta i suoi piccoli. Fra le scimmie an‑
tropomorfe, strettamente imparentate con noi
uomini, il gorilla sembra essere monogamo.
Alcuni ricercatori, infatti, descrivono una vita
nel più stretto cerchio familiare: padre, ma‑
dre ed uno o due piccoli. La madre sorveglia
i piccoli e coglie i frutti dagli alberi. Il padre
difende la famiglia, quando si avvicina un pe‑
ricolo. Ogni notte è costruito, su un albero, il
nido, e il maschio dorme ai piedi dell’albero
per difendere i suoi dal nemico principale: il
leopardo. A volte tale ”letto separato” è fatale
al maschio che difende la famiglia fino al pro‑
prio sacrificio.
O
ON LINE
Matrimonio e internet
Innumerevoli sono i portali che fanno da
guida al matrimonio. E’ sufficiente digitare
la parola matrimonio in un qualsiasi motore
di ricerca, per vedere apparire lunghissimi
elenchi di pagine web che trattano il tema.
U
no dei best seller mondiali su in‑
ternet è “Lo Zen e l’arte di Inter‑
net” di Brendan P. Kehoe, grande
esperto di informatica e pioniere
della rete. Grazie a questo libro,
tantissime persone, negli anni novanta, quan‑
do la popolarità di internet esplodeva, sono
riuscite ad avere un quadro semplice e chiaro
di cosa rappresentava questo nuovo ed effi‑
cacissimo strumento di comunicazione. Basta
leggere dei brevi passi della sola prefazione
per avere immediatamente una precisa idea
dell’importanza della rete per la civiltà mo‑
derna: “…L’automobile, il telefono, il vaccino
per la poliomielite, tutte queste scoperte han‑
no lasciato un’impronta indelebile sulla civil‑
tà mondiale…questo mezzo di comunicazio‑
ne globale chiamato rete sarà enumerato in
futuro tra quel tipo di scoperte…”. Internet è
oramai entrata in tutte le case. Tutti possono
accedere a questa sorta di immensa bibliote‑
ca interattiva, dove poter reperire, ma anche
immettere, informazioni su qualunque argo‑
mento dello scibile umano. Naturalmente l’ar‑
gomento “matrimonio” non poteva sottrarsi da
tutto questo. E’ sufficiente digitare la parola
matrimonio in un qualsiasi motore di ricerca,
per vedere apparire lunghissimi elenchi di pa‑
gine web che trattano il tema. Il rischio è vera‑
mente quello di navigare tra un oceano di dati
106
senza trovare poi quello che effettivamente in‑
teressa. Proviamo quindi a capire in cosa ci
s’imbatte facendo questo tipo di ricerca. Una
prima tipologia di siti è rappresentata da quel‑
li che aiutano, o perlomeno dicono di farlo,
nella ricerca dell’anima gemella. Diversi sono
i metodi proposti. Si va dalla consultazione
di oroscopi, al calcolo dell’affinità di coppia,
passando, ovviamente per il semplice annun‑
cio di lei che cerca lui o di lui che cerca lei.
Qualche sito funge da vera e propria agenzia
d’incontro, offrendo il servizio degli incontri
virtuali in chat. Lasciamo poi al lettore il giu‑
dizio sulla reale utilità di un sistema di questo
tipo per trovare la persona con cui dividere la
vita! In ogni caso conoscere gente attraver‑
so la rete è per alcuni un’attività divertente e
quindi, per chi si diverte in questo modo, c’è
anche chi permette di celebrare un matrimonio
virtuale a coloro che si sono conosciuti in chat.
Il matrimonio virtuale può anche essere cele‑
brato tra chi si è conosciuto nella vita reale,
e sente il desiderio di una singolare dimostra‑
zione di affetto. A proposito di divertimento,
in rete è possibile perfino trovare lunghe liste
di possibili scherzi da fare agli sposi nel loro
giorno. Alcuni di questi suggerimenti sono leg‑
geri e simpatici, altri molto meno. Due esem‑
pi per tutti: 1) ricostruire la torta nuziale con
della gomma piuma e poi mettersi d’accordo
con le persone del ristorante per simulare un
incidente 2) mettere un cartello con su scritto
VENDESI proprio fuori dalla casa degli sposi.
Continuando nella navigazione virtuale si pos‑
sono poi trovare i siti di coloro che annunciano
sul web il loro matrimonio. Anche in questo
caso la varietà e grandissima. Alcuni raccon‑
tano ogni particolare della loro storia d’amo‑
re, da come si sono conosciuti a come hanno
organizzato le loro nozze. Interessanti sono le
pagine dedicate alle notizie riguardanti la ce‑
rimonia ed il successivo ricevimento. Si tratta
di un modo alquanto originale di comunicare
le informazioni che servono a tutti gli invitati.
Costoro possono consultare sul web i più age‑
voli itinerari automobilistici per raggiungere
chiesa e ristorante, od anche consultare la lista
nozze. Chiaramente, invitati a parte, queste
to delle foto può essere un buon sistema per
farle vedere a basso costo a parenti ed amici
lontani, ed anche chi non conosce affatto la
coppia può trovare spunti per le proprie noz‑
ze. Innumerevoli sono poi i portali che fanno
da guida al matrimonio. La maggior parte di
questi è di natura commerciale, e pertanto vi
si può direttamente acquistare i prodotti che
sono illustrati. Ciascuno di questi siti si occupa
di tutto quello che può essere utile per arriva‑
re pronti all’evento: documenti, spese, lista di
informazioni non interessano gli altri navigato‑
ri internet, ma, per chi è appassionato del ge‑
nere reality, che oggi sembra suscitare grande
interesse, a matrimonio avvenuto si può dare
un’occhiata alle foto. In parole povere ognuno
a casa potrà curiosare tra matrimoni di perfetti
sconosciuti, in una specie di big brother a tema
nuziale. Alcuni inseriscono anche le immagini
del viaggio di nozze. D’altra parte l’inserimen‑
nozze, abito per lei e per lui, make-up, fiori,
foto, cerimonia, musica, ricevimento, regali,
viaggio di nozze, insomma, come diceva un
vecchio slogan pubblicitario, di tutto di più! In
questo caso, però siamo di parte, e tra tutti gli
indirizzi web, se non lo avete ancora fatto, vi
consigliamo di consultare prima di tutti il no‑
stro: www.tuttosposi.net e buona navigazione
a tutti!
107
O
budget
ORGANIZZAZIONE
SPOSA
Abito
da 1.800 euro
Quanto costa sposarsi?
Velo
da 200 euro
Scarpe
200/300 euro
C
apitolo importante quello del bud‑
get, soprattutto in un periodo come
questo.
Naturalmente i costi ci sono, ma
nonostante tutto con particolari at‑
tenzioni si può avere un bel matrimonio senza
spendere cifre folli.
In questo ci aiutano anche le “nuove mode”.
Per esempio, per il ricevimento, che di solito
è la spesa che pesa di più, le proposte sono
tantissime e variegate. Ricordiamoci che non si
va al matrimonio “per mangiare”, e quindi un
menu più leggero che ci fa fare bella figura e ci
fa spendere meno. La stessa attenzione va fatta
per tutte le altre voci.
Un abito meno carico, un album fotografico
meno impegnativo, i fiori di stagione, una
scarpa classica, aiutano a spendere meno.
?
€
Lo schema proposto è frutto di una ricerca fatta tra Calabria e Sicilia.
Acconciatura 150/200 euro
Intimo
150/250 euro
Trucco
150/200 euro
SPOSO
Abito
da 800 euro
Camicia
120/200 euro
Scarpe
200/300 euro
Accessori
200/300 euro
cerimonia
PARTECIPAZIONI
da 500 euro
auto
da 600 euro
FEDI
500/1.500 euro
MUSICA
1.000/1.500 euro
FOTO+VIDEO
da 2.500 euro
aFFITTO
LOCALE
da 3.500 euro
catering
da 70 euro
a persona
RISTORANTE
da 60 euro
a persona
TORTA
da 300 euro
BOMBONIERE
da 5 euro
FIORI
ADDOBBO
(CHIESA+RISTORANTE)
da 2.000 euro
BOUQUET
da 200 euro
BOUQUET
PAGGETTI
DA 50 euro
VIAGGIO DI NOZZE
... dipende dalla destinazione e dalla durata
108
109
O
vademecum
dei preparativi
Giorno dopo giorno, tutto ciò che non bisogna
dimenticare prima del sì
Tre mesi prima:
1. Prendere contatti con il fotografo
2. Prendere contatti con il fioraio
3. Prendere contatti con chi si occuperà della musica
Quindici giorni prima:
1. Chiedere conferma della presenza agli
4. Effettuare la scelta definitiva dell’abito della sposa
5. Effettuare la scelta definitiva della lista di nozze
6. Concordare con la tipografia gli inviti e le parteci-
Sette giorni prima:
1. Fornire al ristoratore il numero definitivo
per la cerimonia e/o il ricevimento
L’anno precedente:
1. Si deve scegliere la chiesa, per le più richieste è
Sei mesi prima:
1.
2.
3.
4.
2. Effettuare la prova definitiva dell’abito e
Due mesi prima:
1. Scegliere le bomboniere
2. Scegliere le scarpe della sposa
3. Scegliere gli accessori per l’abito della sposa
4. Spedire le partecipazioni
5. Prendere accordi con parrucchiere ed estetista
6. Avvisare i testimoni che sono stati scelti
7. Avvisare i genitori di eventuali paggetti e/o dami-
nozze e ritirare in agenzia i biglietti
4. Addio al celibato
5. Addio al nubilato
Due giorni prima:
1. Affidare ad uno dei testimoni le fedi per il
giorno della cerimonia
Il giorno prima:
1. Controllare accuratamente che non manchi niente agli abiti e agli accessori
2. Controllare che presso il locale sia tutto
predisposto (tavoli, segnaposto, fiori, musica
etc.)
2. Scegliere le fedi
3. Effettuare la prova generale dell’abito e degli
Il giorno stesso:
1. Acconciatura e trucco
2. Fare portare a casa della sposa il bou-
accessori della sposa
4. Scegliere abito ed accessori per lo sposo
Venti giorni prima:
1. Fare le prove in chiesa
2. Fare un sopralluogo in chiesa ed al locale con
Cinque mesi prima:
1. Iniziare la preparazione della lista degli invitati
2. Iniziare la preparazione della lista di nozze
degli accessori della sposa
3. Predisporre le valigie per il viaggio di
Un mese prima:
1. Predisporre per l’auto da utilizzare per la cerimonia
Dare conferma al responsabile della chiesa
Dare conferma per il locale
Iniziare il corso prematrimoniale
Iniziare la scelta per l’abito della la sposa
dei presenti
pazioni
7. Contattare l’agenzia per il viaggio di nozze
gelle
8. Scegliere il menù per il ricevimento, la lista dei
vini e la torta
forse necessario anche più di un anno!
2. Si deve scegliere il locale per il ricevimento
3. Prendere contatti con chi eventualmente dovrà
occuparsi del catering
invitati
2. Assaggiare il menù
quet
3. Fare arrivare almeno due ore prima il
fotografo a casa della sposa
fioraio, fotografo e musicista
110
111
O
I documenti da presentare
per il grande giorno
Il rito religioso
Quando ci si sposa in chiesa sono necessari
alcuni documenti:
1 - Il certificato di Battesimo (che viene
richiesto alla parrocchia dove si è celebrato
il battesimo)
2 - Il certificato di Cresima (da richiedere
alla Parrocchia dove si è svolta la cresima,
ma può non essere necessario se il registro
parrocchiale ha annotato sul certificato di
Battesimo anche la Cresima)
3 - Il Certificato di Stato Libero
Ecclesiastico (deve essere presentato solo
da chi ha vissuto fuori dalla Diocesi in cui
avviene il matrimonio per un periodo di
almeno un anno dalla data di compimento
dei sedici anni; è una dichiarazione che
si compie davanti a due testimoni nella
Parrocchia di residenza e vidimata dalla
Curia)
4 - l’attestato di partecipazione ai
corsi prematrimoniale.
Il corso prematrimoniale si svolge presso
gli uffici parrocchiali e si tratta di una
serie di incontri in cui si affrontano temi
prevalentemente etici, religiosi e psicologici
della coppia.
E’ un corso a tutti gli effetti, ma non dovrete
sostenere alcun esame, basta il giudizio
positivo del sacerdote, che è contenuto nel
suo consenso alle nozze.
Una volta ottenuto il consenso alle nozze dal
parroco, verranno affisse le pubblicazioni
112
religiose per otto giorni, comprendenti due
domeniche, presso le parrocchie dei due
sposi e se diversa presso quella in cui la
coppia intende sposarsi. Scaduto il termine
degli otto giorni il parroco rilascerà il
certificato di avvenuta pubblicazione con cui
presentarsi in comune per le pratiche civili (
vedi paragrafo su matrimonio civile).
Un’ultima eccezione è quella in cui la coppia
voglia sposarsi in una chiesa differente,
in questo caso il parroco che ha istruito le
pratiche per il matrimonio rilascerà al parroco
della sede prescelta lo stato dei documenti,
che dovrà venire vidimato dalla Curia prima
del passaggio di consegne, insieme al
certificato civile di avvenute pubblicazioni.
Comunione o separazione dei beni?
La scelta del regime matrimoniale è il punto
di partenza per qualsiasi riflessione sulla
pianificazione domestica. La comunione dei
beni, ancora oggi la più diffusa in Italia, è
nata per tutelare il coniuge meno abbiente,
ma oggi è consigliata soprattutto se marito e
moglie sono entrambi lavoratori dipendenti e
in una condizione di parità patrimoniale.
Tuttavia, la comunione dei beni può rivelarsi
rischiosa se uno dei due coniugi svolge una
professione autonoma: in caso di difficoltà
economiche dell’impresa, anche il patrimonio
personale dell’altro verrebbe intaccato.
Il rito civile
Oggi, grazie alla legge Bassani, i futuri sposi
con un documento di autocertificazione, si
presentano presso lo Stato Civile del Comune
per la documentazione necessaria.
Il Comune, d’accordo con gli sposi, fissa la
data della “Promessa”.
Nel giorno stabilito, i fidanzati dichiarano di
fronte all’ufficiale preposto la loro intenzione
di volersi sposare ottenendo così il “Consenso
Civile alle nozze”.
Dopo il Consenso, vengono affisse le
pubblicazioni che hanno una durata di sei
mesi, scaduti i quali bisognerà ripetere l’iter
burocratico.
Lo scopo delle pubblicazioni è quello di
portare a conoscenza dei cittadini l’intenzione
di contrarre matrimonio, nel caso ci fossero
opposizioni.
Entrambi gli sposi devono essere maggiorenni
(18 anni compiuti), in caso contrario è
necessario il decreto del Tribunale dei Minori
che in ogni caso dà l’autorizzazione se si ha
compiuto i 16 anni.
Tra i futuri sposi non deve esserci nessun
grado di parentela diretto.
Non può contrarre matrimonio una persona
interdetta per infermità mentale.
corso di validità (es. passaporto).
Se ci si intende sposare secondo il culto
cattolico o
secondo altri culti ammessi
dallo Stato italiano sarà necessario fare una
richiesta al parroco o al ministro del culto che
celebrerà il matrimonio.
Una volta ottenuto il nulla-osta, e dopo averlo
legalizzato in Prefettura, il cittadino straniero
dovrà recarsi, insieme al suo futuro coniuge,
all’Ufficio Matrimoni dell’Anagrafe centrale
del Comune di residenza (se non si ha la
residenza il comune sarà quello del cittadino
con residenza) e presentare la seguente
documentazione:
Matrimonio tra stranieri
residenza e lo stato libero;
Chi si sposa in Italia anche se straniero è
soggetto alla legislazione Italiana in materia
di diritto di famiglia.
Per sposarsi in Italia con un cittadino italiano
o con un cittadino extracomunitario, non è
necessario avere il permesso di soggiorno,
ma è sufficiente un documento di identità in
113
1.
documento di identità in corso di
validità di entrambi i futuri sposi;
2.
certificato di nascita autenticato
dall’Ambasciata del Paese di provenienza;
3. nulla-osta rilasciato dal Consolato
o dall’Ambasciata;
4. certificato di Stato libero e residenza
in bollo se il cittadino straniero è residente in
Italia.
5.
se uno dei futuri coniugi è cittadino
italiano, questo potrà autocertificare la
6.
richiesta consegnata al parroco
o al ministro del altro culto che celebrerà il
matrimonio.
Preventivi
foto e video
Preventivo
Costo Fotografo
Album
Cerimonia e ricevimento Preventivo
Stampe Extra
Video
Catering/Ristorante
totale
Affitto Location
Torta
fiori
Affitti (luci, attrezzature, etc....)
Chiesa
Allestimento Chiesa
Documenti
Allestimento Ricevimento
Noleggio auto
Bouquet
Preventivo
Scenografie
totale
Abiti sposa/sposo
totale
Preventivo
Bomboniere
Vestito da Sposa
Bomboniere per gli Invitati
Velo e Acconciatura
Bomboniere per i Testimoni
Scarpe
Sacchettini portaconfetti
Intimo
Confettata
Preventivo
totale
Gioielli e Accessori
Abito Sposo
Musica
Scarpe
Accessori (camicia, cintura, etc.)
Fedi
totale
Preventivo
Musica per Cerimonia
Musica per il Ricevimento
Musica per la Festa
totale
Inviti e partecipazioni
Preventivo
altro
Partecipazioni e Buste
Sistemazione in Hotel ospiti
Segnaposti e Menu
Paggetti e Damigelle
Bigliettini Bomboniere
Regali testimoni
Libretto Chiesa
Fuochi d’Artificio
Gadget
Hostess
totale
Preventivo
Costo Wedding Planner
Mance
Offerta Chiesa
Viaggio di nozze
Preventivo
totale
Luna di Miele
Set di Valigie
Cerimonia e ricevimento
Albergo Prima notte di nozze
abiti sposa/sposo
Documenti
foto e video
totale
fiori
Bomboniere
Musica
Beauty
Preventivo
Inviti e partecipazioni
Acconciatura
VIaggio di nozze
Make Up
Beauty
Estetista
altro
Manicure/Pedicure
totale
totale spese Matrimonio
appuntamenti
per l’abito da sposa
Atelier
Indirizzo
Data e Ora appuntamento
Atelier
giorni di prova
Indirizzo
Data e Ora appuntamento
Nome del Vestito
Stilista
Atelier
Indirizzo
1a prova
data e ora
Data e Ora appuntamento
2a prova
data e ora
Scelta Accessori
data e ora
3a prova
data e ora
Atelier
Indirizzo
Altro
Data e Ora appuntamento
Ritiro
Note
Atelier
Indirizzo
Data e Ora appuntamento
O
lista nozze
L
Una piacevolissima ed utile consuetudine per
indirizzare amici e parenti nella scelta del regalo
a lista di nozze semplifica la scelta
di chi non vuole sbagliare i gusti
e le esigenze della futura casa e
degli sposi. Con la lista di nozze si
possono scegliere oggetti preziosi
ed importanti, attraverso i quali si manterrà
sempre vivo il ricordo del più fantastico dei
giorni e con i quali si completerà la casa
seguendo la propria sensibilità. Il fatto che
gli sposi redigano un elenco degli oggetti che
preferiscono, rappresenta una piacevolissima
ed utile consuetudine per indirizzare amici
e parenti nella scelta del regalo. La lista
asseconda il gusto dei futuri sposi, garantendo
il piacere di vivere in una casa ricca di cose
belle, che appagano il senso estetico ed
arricchiscono la loro cultura. A proposito di
quest’usanza è bene chiarire alcuni dettagli:
la lista non è, e non deve essere, un sistema
con cui “obbligare qualcuno a fare un
regalo”; dovrebbe, al contrario, semplificare
la scelta di chi non sapendo quali siano i gusti
e le esigenze della futura casa e degli sposi,
desidera fare un omaggio gradito e non
dedicare una somma, magari ingente, a un
acquisto perfettamente inutile o inopportuno.
In questo senso il fatto che gli sposi redigano
un elenco de gli oggetti che preferiscono, è
sicuramente un aiuto e un risparmio di tempo
e meningi per coloro che desiderano fare il
regalo. Non che tutto ciò che attiene all’utile
non lo sia, ma, è noto, “l’art pour l’art” è
uno stile, un’inclinazione particolare; lecito
quindi che, se qualcuno desidera regalare un
dipinto, un libro antico, un oggetto antico,
un gioiello, qualche pezzo in argento, o un
cimelio familiare, lo possa fare, senza sentirsi
scioccamente, e ineducatamente, imporre
120
l’obbligo di scegliere tra gli oggetti della
lista. E sempre a proposito di lista: è doveroso
scegliere negozio e oggetti corrispondenti al
proprio status; inutile e inadeguato esporla
in un negozio “importante” della città se non
è quello il luogo abituale dei vostri acquisti;
nella scelta tenete conto del tipo di persone
che molto probabilmente vi faranno un regalo,
e scegliete in relazione al tipo di rapporto
abituale che intercorre tra voi e costoro; può
anche essere utile stabilire liste differenti in
negozi di tono diverso, indirizzando ciascuno
a seconda delle possibilità, si faccia però
grande attenzione a non offendere in tale
modo la sensibilità di qualcuno: un conto è
dare un indirizzo, un conto è darne due e
lasciare chi deve scegliere nell’imbarazzo
di porsi “tra coloro che possono”; sarebbe
meglio, per evitare situazioni così sgradevoli,
che in ambedue i luoghi ci fosse un ventaglio
di oggetti tale da essere accessibile a ogni
tasca, e che voi foste in grado di indicare,
alle singole persone, uno solo dei luoghi,
dando due indirizzi solo a coloro con cui
avete un maggiore grado di confidenza e
amicizia. Per far conoscere il negozio dove
è stata depositata la lista di nozze, si può
inserire nell’invito un apposito cartoncino,
oppure si può direttamente scrivere sull’invito,
o
anche
comunicarlo
personalmente
con il telefono. Sono tutte modalità di
comunicazione non contrarie al bon ton, così
come lo è comunicarlo a chi espressamente
lo domanda. Gli oggetti da inserire nella
lista sono vari e dipendono dalle inclinazioni
degli sposi. Il consiglio è certamente quello di
amalgamare l’esigenza di ottenere dei regali
d’uso quotidiano al desiderio di possedere
degli oggetti importanti. Anche i cosiddetti
secondi servizi di piatti, bicchieri, posate,
ecc. devono essere allegri, rustici, vivaci,
briosi e altrettanto belli rispetto ai primi
servizi, in quanto sono quegli oggetti che
convivono quotidianamente con voi. Ormai
la stragrande maggioranza degli invitati
preferisce che gli sposi abbiano depositato la
lista nozze. Si rassicurino, quindi, gli incerti e
all’assortimento delle marche. Il rapporto
qualità-prezzo deve essere ottimale e la
consegna dei regali gratuita. Sarebbe bene,
inoltre, che per gli invitati più indaffarati,
ci sia la possibilità di consultare su internet
una vetrina virtuale con gli oggetti della
lista nozze. Un buon negozio è quello che
assicura l’aggiornamento telefonico dei
regali acquistati dagli invitati. A fine lista, per
i timorosi, con questo metodo si risparmiano
doppioni per gli sposi, tempo e imbarazzo
nella scelta e, molto spesso, denaro per gli
invitati. E’ una soluzione pratica sia per gli
sposi, sia per chi deve affrontare il problema
regalo. Il consiglio è di stilare la lista nozze
con un certo anticipo rispetto alla data del
matrimonio. Una prima sommaria bozza va
preparata quando mancano almeno tre mesi
al fatidico sì. Nel prendere accordi occorre
fare attenzione che non ci siano vincoli ad
acquistare quello che è rimasto invenduto e
che ci siano serietà e professionalità, unite
alcuni dei regali ricevuti, ci potrebbe essere
l’esigenza di sostituirli. Ci deve essere quindi
nel negozio prescelto una certa elasticità,
anche nel caso si ricevesse qualche oggetto
fuori lista. Il servizio dovrebbe poi continuare
pure dopo la lista, con il riassortimento
costante e la garanzia di sostituzione postvendita. Per consentire di rimpiazzare
eventuali pezzi mancanti dai servizi,
l’azienda si dovrebbe affiancare a fabbriche
di importanza mondiale, che garantiscano
i completamenti anche a distanza di diversi
anni.
121
O
una lista nozze perfetta
elettrodomestici
ACCESSORI PER LA CUCINA
SERVIZIO DI PIATTI PER
LE GRANDI OCCASIONI (12 PERSONE)
SERVIZIO DI POSATE PER
LE GRANDI OCCASIONI (12 PERSONE)
Aspirapolvere
Bilancia
Sottopiatto
Forchetta grande
Ferro a vapore
Cavatappi
Piatto piano
Forchetta piccola
Bilancia elettronica pesapersone
Apribottiglie
Piatto fondo
Forchetta da dolce
Asciugacapelli
Apriscatole
Antipastiera
Forchetta da carne
Salsiera
Lavatrice
Coltello grande
Coppette per salatini
Zuppiera
Coltello piccolo
Tostapane
Portaspezie
Piattino per il pane
Coltello per panettone
Robot da cucina
contenitori e barattoli
Insaliatera
Cucchiaio da minestra
Macchina per caffè espresso
Schiaccianoci
Piatto da dessert
Cucchiaio da slsa
Friggitrice
Servispaghetti
Piattino da frutta
Cucchiaino da the
Gelatiera
Tazzine da caffè
Cucchiaino da caffè
Colino
caffetteria
Cucchiaino da dessert
Bilancia da cucina
Grattugia
Tazze da the
Posate da insalata
Lavastoviglie
Shaker
Frigorifero
Cestello per champagne
Teiera
Lattiera
Zuccheriera
Forno a microonde
Secchiello per ghiaccio
Televisore 3D
Spremiagrumi
Lettore BlueRay
Sottobicchieri
Dolby Surround
SERVIZIO DI BICCHIERI (6/12 PERSONE)
Sottopentole
Bicchieri da acqua
Tagliere
Bicchieri da vino, bicchieri da degustazione
ACCESSORI PER CUCINARE
Mezzaluna
Tritacarne
Trinciapollo
Batteria di pentole, tegami, padelle
Padelle antiaderenti
Pentola a pressione
Bollitore per acqua
Pirofile a fuoco
Pirofile per forno
Cestello per cuocere a vapore
SERVIZIO DI PIATTI PER TUTTI I GIORNI
Flûtes
Bicchieri da bibita
Bicchieri da whisky, da wodka
Ballo da cognac
Vassoi
Bicchierini da liquore
Portatovaglioli
Brocca per acqua
Portaposate
Caraffa da vino, da bibita
Spatole e palette
Mestoli
Caraffa da spremuta
Raccogli briciole
SERVIZIO DI POSATE PER TUTTI I GIORNI
Imbuto
SERVIZIO DA MACEDONIA
SERVIZIO per la PRIMA COLAZIONE
Bistecchiera
ACCESSORI e BIANCHERIA PER LA TAVOLA
Wok cinese
Set lenzuola matrimoniali
Federe
Coperte
Plaid
Copriletto
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Piumoni
Set copripiumone con federe
PER IL BAGNO
Accappatoi
Teli da bagno
Asciugamani grandi e piccoli
Caraffa termica
Scolapasta
Pescera
PER LA CAMERA DA LETTO
PER IL VIAGGIO
Valigie
Borse, borsoni
Sacca per abiti
Beauty-case
Zaino
Accessori di piccola pelletteria
Argenteria
Servizio Di Posate12 Persone
Posate da portata e da dolce
cristalleria
Bicchieri di Acqua e Vino
Flute per Champagne
Cucchiaini da caffè e da the
Calici per vini riserva
Pala per il gelato
Bicchieri per bevande con ghiaccio
Sottopiatti e sottobicchieri
Bicchieri e calici da Cocktail
Set Levatappi
Fermagocce per bottiglie
Cestini
Paletta raccogli-briciole
Bicchieri per Long Drink, Aperitivi e Punch
Bicchierini per Marsala
Coppe da Martini
Legatovaglioli
Brocche per acqua
Vassoi e ciotole
Caraffe e Decanter per vino
Pinza per zollette di zucchero
Caraffa per spremute e succhi
Caraffa termica
complementi d’arredo
Carrello Portavivande
Portariviste
Lampade
Vasi in Vetro e in Cristallo
Candelabri
Centro Tavola
Cornici
Orologio da Muro e da Tavola
Vetri artistici
Cuscini e Tappeti
tessile per letto e bagno
Set lenzuola matrimoniale ricamato a mano
Coperte matrimoniali
Piumoni e copripumoni
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Copriletti e Mezzeri
Accappatoi e teli da bagno
Asciugamani grnadi e piccoli
Mini asciugamani da bagno
Tappetini per bagno
Liste nozze Simari. Diversi per tradizione.
Guanti e spazzole da bagno
Accessori per la casa
luoghi dove fare liste nozze
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P
PARCO ARCHEOLOGICO
DI CHIAFURA
Un
insediamento
umano
risalente a migliaia di anni
prima di Cristo
...una specie di montagna del purgatorio, con
i gironi uno sull’altro, forati dai buchi neri
delle porte delle caverne saracene...
U
no dei luoghi più antichi della stu‑
penda cittadina di Scicli, in Sicilia,
è Chiafura. Si tratta di un insedia‑
mento urbano posto sul colle San
Matteo, nella sua parte sud-occi‑
dentale. Elio Vittorini, nella “Conversazione in
Sicilia” pubblicata nel 1941, così la descrisse:
“...una piccola Sicilia ammonticchiata, di ne‑
spole e tegole, di buchi nella roccia”. Chiafu‑
ra, con le caratteristiche centinaia di bocche
nere, fino agli anni ’50 era densamente popo‑
lato dagli abitanti di Scicli, anzi era uno dei
quartieri maggiormente abitati. Nel ’54, poi,
arrivò la legge che si proponeva di discipli‑
nare l’edilizia impropria. La conseguenza fu il
progressivo trasferimento della gente di Chia‑
fura a Jungi, nuovo quartiere cittadino. Succes‑
se insomma quello che un paio di anni prima
era successo per i sassi di Matera, dove, per le
cattive condizioni di vita in cui versava la po‑
polazione, con un tasso di mortalità infantile di
quattro volte superiore alla media nazionale,
lo stesso Alcide De Gasperi diede il via allo
sfollamento. Gradatamente quindi, entro i ’60,
Chiafura fu del tutto abbandonata. L’insedia‑
mento umano in quel luogo, risaliva a qualche
128
migliaio di anni prima di Cristo, precisamente
a un periodo definito dagli esperti come “fa‑
cies di castelluccio”. Le caverne sul monte di
San Matteo esistevano fin dal paleolitico e ini‑
zialmente offrivano un buon rifugio. In epoca
successiva poi, furono utilizzate per seppelirvi
i defunti, divenendo così delle vere e proprie
necropoli. Anche in questo la storia di Chiafu‑
ra ha delle similitudini con quella dei sassi di
Matera, così come esistono altri luoghi simi‑
lari nella stessa Sicilia, a Pantalica e a Ispica.
La gran parte delle grotte naturali di Chiafura
divennero abitazioni nel corso dell’era bizan‑
tina. In effetti, sul colle San Matteo si costituì
un centro urbano che aveva le caratteristiche
di una vera e propria città, che col passare del
tempo modificò continuatamente la sua struttu‑
ra architettonica. Nel nono secolo le caverne
protessero gli abitanti dalle continue scorrerie
arabe nell’isola. I bizantini ne fecero perciò una
fortificazione difensiva. Intorno all’anno mille,
quando i normanni sconfissero i saraceni e re‑
sero la Sicilia sicura dai pirati, gli abitanti del
sito, che intanto erano enormemente cresciuti di
numero, cominciarono a spostarsi verso valle.
Il terribile terremoto del 1693 ebbe delle con‑
seguenze anche su Chiafura e la chiesa madre
che era stata edificata sul monte fu spostata
nella città nuova, in quella di Sant’Ignazio.
Non ci fu, però, il completo abbandono del
luogo, e nonostante tutto, migliaia di persone
continuarono a viverci. La parte occidentale,
il cosidetto “Castiddazzu”, era organizzata in
terrazze. Ciascuna grotta possedeva da uno a
due ambienti, per un totale di una ventina di
metri quadri. A volte c’erano due piani, uniti
con delle scalinate scavate direttamente nella
roccia. Alle strutture naturali, talvolta si sono
affiancate alcune costruzioni in muratura. Ne‑
gli anni ’50 la popolazione residente era anco‑
ra di alcune centinaia, che vivevano in evidenti
condizioni di povertà. In quegli anni arrivaro‑
no a Scicli diversi intellettuali famosi che prese‑
ro a cuore il degrado che si viveva nelle grotte.
Il pittore Renato Guttuso, lo scrittore Carlo Levi,
il poeta e regista Pier Paolo Pasolini e altri por‑
tarono Chiafura all’attenzione nazionale, sti‑
molando, di fatto, l’istituzione della legge che
permise a quella gente di possedere delle case
civili. Pasolini così scrisse: “...salendo su per
la fiancata del colle di San Matteo e fra i suoi
serpeggiamenti... una specie di montagna del
purgatorio, con i gironi uno sull’altro, forati
dai buchi neri delle porte delle caverne sara‑
cene...dove la gente ha messo un letto, delle
129
immagini sacre... e lì vive, ammassata, qual‑
che volta col mulo...”. Ciò non di meno resta
da dire che la civiltà sviluppatasi in quelle an‑
tiche grotte presentava degli aspetti sociologici
da non trascurare. C’era, infatti, lo svolgersi di
una vita pubblica, con la gente che si raduna‑
va negli spazi più grandi che si sviluppavano
tra le terrazze. La routine aveva dei ritmi lenti
e duri, ma il rapporto tra le persone era ca‑
ratterizzato da grande umanità e solidarietà.
L’acqua era un bene veramente prezioso e il
bucato rappresentava un momento di scambio
e di aiuto reciproco. Nei “raffi” davanti alle
grotte si coltivavono gli ortaggi, con un sistema
mutualistico che coinvolgeva in molte occasio‑
ni l’intera comunità. Dopo un lungo periodo
durante il quale non si parlò più di questi posti,
negli anni ottanta s’inizio un iter di riscoperta
e valorizzazione del sito. Nell’ambito dei fondi
strutturali europei è nato il parco archeologico
di Chiafura, un parco che si propone di far
rivivere il percorso storico, antropologico e na‑
turalistico di questo luogo straordinario.
Q
quadri
I dipinti di Bruegel, di Vigée Le Brun ed il
capitello del matrimonio del Palazzo Ducale
a Venezia
La terza faccia rappresenta la cerimonia
nuziale, nel momento in cui uno dei due
coniugi tiene una corona sulla testa dell’altro
M
olto spesso l’arte s‘intreccia con
la vita nelle sue diverse fasi.
Non fa ovviamente eccezione
il matrimonio, momento fonda‑
tivo della nascita di una nuova
famiglia, da sempre struttura regina per il ge‑
nere umano. Tanti sono quindi i quadri e le
opere d’arte che hanno celebrato quest’aspet‑
to. Il pittore Pietre Bruegel in un suo dipinto
realizzato nel 1568 descrive un banchetto di
nozze di una famiglia contadina: per un gior‑
no non si bada a spese, la zuppa è condita
con abbondanza d’ingredienti ricchi, si macel‑
lano animali e si consuma vino in gran quan‑
tità. Più tardi, sul finire del ‘700, Elizabeth Vi‑
gée Le Brun eseguì magistralmente un ritratto
attraverso il quale si concordò un matrimonio
regale. Le opere più belle di quest’abile pit‑
trice francese sono custodite all’Hermitage di
San Pietroburgo, uno dei più grandi musei del
mondo, ospitato in un magnifico palazzo già
residenza della famiglia reale russa. Vigée Le
Brun (1755-1842) soggiornò nella capitale di
tutte le Russie fino al 1801. Frequentò per circa
sei anni la corte della grande zarina Caterina
II, eseguendo opere per tantissimi aristocratici
130
dell’epoca. Caterina era una delle donne più
potenti del suo tempo e l’intera Europa era
stregata dallo sfarzo che la sovrana ostentava.
Aveva commissionato alla talentuosa pittrice
alcuni ritratti di famiglia. Ella aveva un occhio
di riguardo per le nipoti Alessandra ed Ele‑
na, per le quali prefigurava solidi matrimoni
politici, in grado di accrescere e consolidare
il suo potere. La zarina intendeva quindi in‑
dirizzare le due principessine, figlie di suo
figlio Paolo, verso matrimoni utili a stringe‑
re una forte alleanza con i paesi del baltico.
Nell’estate del 1796 giunse a Pietroburgo il re
di Svezia, giovane di stirpe mobilissima ed in
età di matrimonio. L’imperatrice aveva, già da
qualche tempo, incaricato Elizabeth Vigée Le
Brun di dipingere quello che poi sarebbe stato
conosciuto come il quadro delle Granduchesse
Alessandra ed Elena Pavlovna, figlie di Paolo
I. La stessa Vigée Le Brun, nelle sue memorie,
racconta dell’incarico, ottenuto dal barone di
Strogonoff, che ordinò il ritratto per conto di
Caterina. Le granduchesse avevano all’epoca,
circa tredici e quattordici anni e, nel ricordo
della ritrattista francese, avevano un viso ce‑
lestiale, sebbene con espressioni assai diver‑
se, ed un colorito della pelle fine e delicato. La
più grande era Alessandrina e, si legge nelle
memorie dell’artista, aveva una bellezza gre‑
ca, simile a quella del fratello maggiore Ales‑
sandro, futuro Alessandro III, notissimo per la
sua bellezza. Elena, la più piccola, aveva un
viso immensamente più fine. Nelle mémoires
d’Elizabeth Vigée Le Brun così si narra della
prima volta che il giovane re vide il quadro
“galeotto”: “Ricordo che quando egli venne a
casa mia per vedere il ritratto che avevo dipin‑
to della sua futura fidanzata, ne fu talmente af‑
fascinato che gli cadde il cappello dalla mano
...”. Il matrimonio, però, non è stato solo og‑
getto d’ispirazione per i pittori, ma anche alcu‑
ni scultori lo hanno messo al centro delle loro
opere. Sulle otto facciate di un capitello delle
logge del Palazzo Ducale a Venezia, detto ca‑
pitello del matrimonio, è narrata la storia di
una famiglia, un tema molto caro alla tradizio‑
ne del trecento e del quattrocento: ”si comincia
131
col fidanzamento. Poi la giovane donna porta
un abito da cerimonia su cui sono stati cuci‑
ti dei dischetti metallici: semplici ornamenti o
monete?…La terza faccia rappresenta la ce‑
rimonia nuziale, nel momento in cui uno dei
due coniugi tiene una corona sulla testa dell’al‑
tro…A questo punto gli sposi hanno diritto di
baciarsi. Sulla quinta faccia stanno coricati,
nudi, sul letto nuziale. Nasce un bambino; lo
tengono padre e madre insieme, in fasce…La
settima faccia riunisce tutta la famiglia in posa
per il suo ritratto. Padre e madre tengono en‑
trambi il figlio per la spalla e per la mano…Ma
nell’ottava faccia…la storia si chiude col tema
diverso di una morte prematura”.
R
il ricevimento
Il momento nel quale meglio si esprime
l’ospitalità
Q
uando si parla di banchetto deve
essere subito chiaro che si tratta
di un pranzo o di una cena con
posti a sedere. La prima impres‑
sione che avranno gli ospiti al
loro ingresso nella sala sarà determinante nel
definire l’atmosfera che s’instaurerà nel corso
del banchetto. Per ottenere il giusto colpo d’oc‑
chio sono essenziali il tipo di tavoli, le sedie e
l’intero arredamento della sala. Niente metal‑
lo, affidatevi al caro vecchio legno, ovviamente
con il giusto design. E’ importante che ciascun
invitato abbia il suo preciso posto, messo in
bell’evidenza dall’apposito segnaposto. Innan‑
zitutto è opportuno che lo schema generale dei
132
posti sia ben visibile a tutti i commensali, cia‑
scuno avrà così modo di trovare con facilità il
proprio posto ed ogni fastidiosa e complicata
ricerca sarà così evitata. Giunti al tavolo, gli
invitati troveranno il segnaposto, magari co‑
struito in maniera tale da potere poi essere
portato a casa come piccolo cadeau ricordo.
Ciascun tavolo potrà essere denominato in
maniera originale con un titolo di un celebre
film, oppure con un titolo di un’indimenticabile
canzone d’amore, o ancora con dei nomi che
abbiano un significato particolare per la nuova
coppia. L’effetto sarà di sicuro impatto e potrà
servire come inizio di simpatico e disimpegna‑
to dialogo tra chi si ritroverà allo stesso tavolo
e magari si conosce appena! Sui tavoli, poi si
troverà il menù, stampato con grafica elegan‑
te, magari richiamando quella già utilizzata
sugli inviti. Per quel che riguarda il cibo mol‑
te cose sono cambiate negli ultimi anni. Una
volta la quantità la faceva da padrona, oggi
bisogna sempre più puntare sulla qualità. Un
tempo, infatti, la quantità simboleggiava la ric‑
chezza, ora si cerca invece di privilegiare so‑
luzioni estetiche che rispondano ad un preciso
progetto. Si tende, in pratica, ad appagare la
vista, attraverso ingegnose creazioni cromati‑
che, da preferire alle grandi mangiate, spesso
prive di ogni linea guida. E nel gioco cromati‑
co riveste un ruolo importantissimo l’addobbo
della tavola. La tovaglia dovrà intonarsi con i
piatti, così come il centro tavola ed ogni altro
decoro. Un’altra scelta potrà essere quella di
un effetto monocromatico, particolarmente in‑
dicato con i menù a base di pesce. Molto chic
sono le tavole vintage, la tendenza più in voga
degli ultimi mesi. In questo caso è importante
la ricerca di addobbi in stile retrò, tovaglie di
lino e piatti decorati con motivi di qualche de‑
cennio addietro. Fondamentale, in ogni caso,
porre grandissima attenzione ad ogni detta‑
glio, anche il più piccolo. Sono oramai da con‑
siderare out i banchetti dalla durata infinita,
così come il cibo in quantità. Oggi è importan‑
te non prolungare oltre il paio d’ore il tempo
dedicato alla gastronomia. Sia l’aperitivo che i
dolci è bene siano serviti in ambienti del tutto
diversi da quelli del banchetto vero
e proprio. Gli ospiti non dovranno
annoiarsi a tavola, anzi il tempo de‑
dicato a quest’ultima deve assumere
un significato di piacevole intermezzo
in una festa che offre tanti altri momenti
di intrattenimento.
Il Cocktail
Quando gli invitati sono
tanti e tanto diversi tra di loro
133
per generazione, gusti, cultura e stile di vita,
allora si può pensare ad un cocktail. In questo
caso il ricevimento si svolge in piedi e tutti i
convenuti hanno piena libertà di movimento,
sentendosi liberi di fermarsi a chiacchierare
dove e con chi vogliono! Tradizionalmente
questo tipo di ricevimento si adatta ad una ce‑
rimonia tenuta nelle ore pomeridiane.
Dal momento, quindi, che tutto si svolge tra po‑
meriggio e sera, molto importante è il tipo di
luce utilizzata. Sarà questa, infatti, a creare la
giusta atmosfera nelle sale.
E’ opportuno, pertanto, che la luce segua il
lento passaggio da quella solare a quella se‑
rale. Le luci artificiali accompagneranno l’evol‑
versi naturale della luminosità, con dolcezza e
senza turbare il trascorrere lento delle ore.
Un buon numero di candele, magari unite a
qualche bastoncino d’incenso, serviranno per
raggiungere l’effetto desiderato. Tipico del
cocktail è il cosiddetto “finger food”. Si tratta
di cibo servito in piccole porzioni.
Non è necessario ricorrere alle posate ed i ca‑
merieri passano con giusta frequenza tra gli
ospiti, porgendo le varie portate su grandi vas‑
soi. Il bon ton consente la presa ed il consumo
con le mani, cosa che fino a qualche tempo fa
era considerata a dir poco disdicevole. Uni‑
ca regola alla quale è bene attenersi è quel‑
la dell’uso dei tovaglioli, per il resto l’assenza
delle posate è addirittura considerata una cosa
di gran classe. Le piccole
porzioni, poi, non devono
far pensare ad una bassa
qualità del cibo. Si possono
proporre in piccolo formato
tantissime ricette della nostra
tradizione culinaria. Proprio per‑
ché si tratta di piccole porzioni si
può scegliere anche tra cose che nel
banchetto classico è meglio evitare.
Via libera, quindi, alle specialità regio‑
nali, anche quelle un po’ pesanti! Si alle
bruschette, alle frittelle di pesce, alle pa‑
nelle ed a quant’altro suggerito dalla
fantasia degli chef!
Il rinfresco
Maggior disinvoltura rispetto al banchetto tradizionale
V
a subito sgombrato il campo da pe‑
ricolosi pregiudizi: il rinfresco non
è una soluzione di ripiego rispetto
al pranzo seduti. Chi sceglie questa
soluzione lo fa solo per dare un toc‑
co di disinvoltura in più al proprio ricevimento,
ma nello stesso tempo non intende sottrarsi alla
giusta dose di eleganza che è dovuta in queste
occasioni. Nel rinfresco non occorre assegna‑
re i posti, tuttavia devono esserci tavoli e sedie
disponibili per gli ospiti ai quali non piace sta‑
re in piedi spostandosi da un posto all’altro. E’
quindi la soluzione ideale per chi ha un certo
numero di persone anziane tra i propri invitati.
Questi potranno accomodarsi piacevolmente e
gustarsi la festa fino in fondo. Un’altra ragione
che può spingere a questo tipo di ricevimento
è quella di una cerimonia nuziale celebrata in
estate od in primavera inoltrata. Sarà allora
fantastico predisporre tutto in un bello spazio
all’aperto, non dimenticando di far preparare
degli appositi gazebo o delle tende (rigoro‑
samente bianche) per ripararsi dai raggi del
sole. L’occasione di ritrovarsi all’aperto può
essere utilizzata per arricchire la festa con gio‑
chi da proporre agli invitati, al fine di creare
un’atmosfera gioiosa. Basta comporre delle
squadre (sposati e non, parenti dello sposo e
della sposa, uomini e donne) e un po’ di vec‑
134
chi e semplici giochi adatti a svolgersi sotto il
cielo (caccia al tesoro, mosca cieca ecc.). Mol‑
ti invitati resteranno certamente coinvolti. Nel
rinfresco la convivialità è il punto chiave, la
sua cifra stilistica è quella di lasciare gli ospiti
liberi di esprimersi senza mai cedere alla noia.
Il cibo può essere servito direttamente in ap‑
posite stazioni, ciascuna gestita da un abile
chef che prepara al momento le sue speciali‑
tà. In questo modo si snelliscono molto le code
e ciascuno potrà recarsi al punto cucina più
gradito, avendo la certezza di ricevere sempre
qualcosa preparata al momento. Caratteristica
tipica di questa ristorazione sono i menù ric‑
chi e stuzzicanti. Come per il cocktail è meglio
scegliere le piccole porzioni, ma in questo caso
vanno servite in piccoli contenitori, magari in
graziose coppette.
Le posate nel rinfresco sono obbligatorie. Gli
accostamenti possono essere fantasiosi, come
ad esempio la carne con la salsa dolce, il pesce
con l’arancia, il formaggio con la frutta. Cal‑
do e freddo possono alternarsi dando al tutto
un tocco particolarmente chic. L’importante è
servire ogni cosa con gusto, utilizzando i giusti
accessori che aiutano le portate ad esprimere
al meglio la loro bontà. Il rinfresco propone so‑
luzioni sofisticate ed è bene metterle in grande
rilievo.
Il Brindisi
Indispensabile scegliere il meglio per valorizzare ogni portata
C
on l’arrivo della torta arriva anche
il momento del brindisi. Molti si at‑
tendono a questo punto i discorsi
degli sposi o dei testimoni. Il ga‑
lateo non li prevede, e su questa
base il suggerimento è di evitarli. Se proprio
non ci riuscite, limitatevi a brevi parole di circo‑
stanza. Assolutamente più importante è invece
la scelta dei vini. Solo scegliendo quelli giusti
si riesce a valorizzare ogni portata offerta ai
propri ospiti, compresa naturalmente la torta,
da bagnare con un brindisi ben augurale. Tutti,
chi più chi meno, ci sentiamo gran conosci‑
tori di vini, ma per non sbagliare conviene
fare un piccolo bagno di umiltà ed affidarsi ai
consigli di un vero esperto. Solo un autentico
intenditore sarà capace di dare le “dritte” giu‑
ste, riuscendo anche a proporre tipi diversi che
non stonino tra loro, mischiare è un’arte che
se non è espressa al meglio rischia di avere
sgradevolissimi esiti. Un piccolo schema che si
può seguire è quello di non superare mai il nu‑
mero di tre vini per l’intero ricevimento. Con gli
antipasti vanno bene il prosecco o lo champa‑
gne. Ai primi piatti si
può abbinare un vino
bianco leggero. Quel‑
lo secco andrà bene
con il pesce. Tra i rossi
si può pensare ad uno
giovane per le carni
bianche ed a uno più
corposo per le carni
rosse o per la caccia‑
gione. Per l’aperitivo
sono ottimi i vini bian‑
chi leggeri e fruttati,
senza affinamento in
legno, con una buona
vena acida. Sublimi
per cominciare un pa‑
136
sto con preparazioni leggere di verdure, pesce
e molluschi. Con la torta, tornando quindi al
brindisi vero e proprio, occorre pensare a dei
vini dolci. La scelta è veramente molto ampia.
I vini spumanti e frizzanti, in particolare quel‑
li aromatici, si bevono molto giovani. Invece
i vini passiti, liquorosi, da muffa nobile sono
di lunga conservazione, anzi più vanno in la
nel tempo e più migliorano. Gli eventuali dolci
secchi che possono essere serviti insieme con
la torta, si abbinano deliziosamente con quasi
tutti i vini dolci. Sono invece i dolci a base di
creme o cioccolato a rappresentare un quesito
di non facile soluzione. In genere i migliori ri‑
sultati si ottengono con i vini che presentano un
alto grado alcolico, ambrati e rossi. Per avere
alcuni esempi pensate a Marsala, Xeres, Porto,
Banyuls, Mavrodafne. Dopo il brindisi la spo‑
sa può procedere nel tradizionale ‘lancio del
bouquet’ o, se preferisce, nella suddivisione di
quest’ultimo in piccoli mazzetti da consegnare
a tutte le donne più care presenti al ricevimen‑
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R
RINGRAZIAMENTI
Ciascun biglietto di ringraziamento
può
essere
fatto
a
mano,
personalizzando il messaggio
“La gratitudine è la memoria del cuore.
Grazie per averci seguito”
U
na cosa che occorrerebbe non
dimenticare mai, una volta cele‑
brate le nozze, è quella d’inviare
biglietti di ringraziamento per i
vostri ospiti. La gratitudine per le
persone che hanno partecipato al matrimonio
e inviato i loro doni è dimostrata attraverso
i ringraziamenti. Ci sono due tipi di biglietto
di ringraziamento, quelli che sono consegnati
direttamente al ricevimento di nozze e quelli
che sono inviati per posta un paio di settimane
dopo il matrimonio. Ci sono coppie che offrono
entrambi. In generale le tipografie predispon‑
gono pacchetti di nozze che comprendono la
stampa dell’invito con tutti i suoi contenuti e i
biglietti di ringraziamento. E’ consigliabile che
inviti e ringraziamenti abbiano lo stesso stile.
Il ringraziamento deve riportare un breve mes‑
saggio significativo, con inseriti la data delle
nozze e i nomi degli sposi. I biglietti possono
essere messi nel centrotavola, di solito uno per
famiglia. Come accennato in precedenza, a
volte sono inviati un paio di settimane dopo
il matrimonio. Se si decide di inviare questo
tipo di biglietto è molto importante tenere un
registro ordinato con i doni ricevuti e l’elenco
148
esatto di chi li ha portati. La cosa più como‑
da per la coppia è di scegliere un messaggio
significativo generico che possa andare bene
per tutti i biglietti, aggiugendo a mano solo le
firme. Ma, naturalmente, se si ha tempo e vo‑
glia di dare un tocco più personale, ciascun
biglietto di ringraziamento può essere fatto
a mano, personalizzando il messaggio, ad
esempio: “Grazie per la bella foto che ci avete
scattato, ci è piaciuta così tanto che la mette‑
remo nella nostra camera”. Quando la luna di
miele sarà conclusa, i ricordi della cerimonia
e del ricevimento affioreranno nella mente di
entrambi gli sposi. Non c’è dubbio che nulla
sarebbe stato così bello senza la compagnia
degli ospiti, quindi un buon modo per far loro
sapere quanto preziosa fosse la loro presenza
è proprio l’invio di una nota di ringraziamento.
Si potrebbe anche utilizzare una foto insieme
a loro come souvenir, con scritto qualcosa di
personale per la partecipazione e il regalo. È
assolutamente in linea con il galateo, persona‑
lizzare il ringraziamento con un tocco di umo‑
rismo. Ancora qualche esempio: “Molte grazie
per l’ottimo regalo. Ogni volta che prepare‑
remo una deliziosa salsa nel frullatore che ci
avete donato, vi ricorderemo con gioia”; “Dif‑
ficilmente possiamo esprimere a parole la gio‑
ia che rappresentava condividere con voi uno
dei momenti più belli e importanti della nostra
vita”; “Grazie a chi veniva da lontano e da
vicino per dare quell’abbraccio significativo”;
“Vivere è costruire ricordi futuri, grazie per
averci aiutato a costruire i nostri”; “Apprez‑
ziamo il vostro amore e la vostra amicizia e
non vediamo l’ora di condividere con voi molte
altre occasioni della nostra vita”; “Il giorno del
nostro matrimonio è stato un giorno perfetto
anche per la vostra presenza, grazie per esse‑
re stati con noi”; “Le parole non possono espri‑
mere il ringraziamento per aver condiviso con
tutti voi la gioia che abbiamo vissuto il giorno
149
del nostro matrimonio”; “Questa giornata è
stata molto speciale per molti motivi, uno è che
ci avete accompagnato. Grazie per essere ve‑
nuti”; “La vostra presenza ci ha aiutato a ren‑
dere indimenticabile il nostro sogno, grazie!”;
“Grazie per aver condiviso con noi la magia di
questo giorno”; “La gratitudine è la memoria
del cuore. Grazie per averci seguito”; “Grazie
per aver condiviso questo giorno speciale, sen‑
za di te non sarebbe stato lo stesso”.
S
abito Lino Valeri
SPOSO
Elegante, diverso dal resto degli ospiti
e vestito secondo la formalità della
cerimonia
L
’etichetta è un qualcosa che si applica
prevalentemente all’uomo che, in qual‑
che modo, ha l’obbligo di andare a de‑
terminati z
o celebrazioni
con un certo tipo di abbigliamento. La
donna, da parte sua, non ha vere e proprie
regole fisse ed è quindi maggiormente libera
nelle scelte, avendo la possibilità di optare per
abiti lunghi o corti, a seconda delle occasioni.
Lo sposo è il protagonista maschile del matri‑
monio, per cui occorre prestare massima at‑
tenzione all’abito che indosserà quel giorno. E’
naturalmente necessario essere eleganti, diver‑
si dal resto degli ospiti e vestire secondo la for‑
malità della cerimonia. La tradizione vuole che
lo sposo non veda l’abito da sposa prima del
momento del matrimonio, tuttavia è consiglia‑
bile che lo sposo parli con la sposa almeno di
alcuni dettagli del suo vestito, per darle la pos‑
sibilità di armonizzare i due abiti. Lo sposo ha
diverse opzioni. L’abito classico per la sera è lo
smoking. Si compone di una giacca con botto‑
ni coperti e bavero di seta lucida, satinata, con
solo il primo bottone allacciato. Il colore prefe‑
rito è il nero, ma per il giorno del matrimonio
si può scegliere anche il bianco o l’avorio. A
seconda del numero di bottoni sulla giacca si
150
sceglie per l’elemento fondamentale dello smo‑
king, che è il papillon di seta o raso nero, o per
il plastron inglese. I pantaloni portano al lato
un nastro di seta che deve essere dello stesso
colore della giacca, anche se la giacca bian‑
ca può essere combinata con i pantaloni neri.
La camicia può essere bianca o avorio molto
chiaro, preferibilmente di filo, piatto o piegato,
e a doppio pugno per i gemelli. Il gilet può es‑
sere aperto o chiuso e con cinque o sei bottoni.
Il frac, poi, è un abito molto elegante e for‑
male. Sempre utilizzato di sera, si compone di
una giacca con revers di seta opaco. I panta‑
loni raggiungono la parte anteriore della vita
e hanno indietro due code che terminano con
cime aguzze. La camicia può essere bianca o
nera e può portare o meno i gemelli. La cra‑
vatta può essere scura o bianca. Alcuni usano
come accessori la cintura nera e il panciotto
bianco. L’alternativa ai classici frac e smoking
può essere l’abito di taglio classico. Per questa
scelta bisogna, ovviamente, distinguersi in ele‑
ganza e qualità rispetto agli abiti, pur elegan‑
ti, che s’indossano quotidianamente. Ci si deve
quindi concentrare sulle giuste combinazioni
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S
SPOSARSI A SCICLI
La cittadina barocca
dei matrimoni internazionali
Meta di grandi presenze turistiche legata
alla ricerca dei luoghi in cui vive e opera
nella fiction televisiva il commissario Salvo
Montalbano
S
cicli è una delle tre città iblee, insie‑
me a Ragusa e Modica, accomunate
dall’appartenenza ai siti patrimonio
dell’umanità del Val di Noto. L’Une‑
sco così descrive questo impareggia‑
bile angolo di mondo: “Le otto città nel sud-est
della Sicilia: Caltagirone, Militello Val di Ca‑
tania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Ra‑
gusa e Scicli, sono state tutte ricostruite dopo
il 1693… rappresentano un considerevole im‑
pegno collettivo, realizzato con successo e, un
elevato livello di realizzazione architettonica
e artistica. Questo gruppo di città nel sud-est
della Sicilia fornisce eccezionale testimonian‑
za del genio esuberante dell’arte e architettu‑
ra del tardo Barocco. I Comuni della Val di
Noto rappresentano l’apice e la fioritura fina‑
le dell’arte barocca in Europa. L’eccezionale
qualità dell’arte e architettura tardo barocco
in Val di Noto si trova nella sua omogeneità
geografica e cronologica, così come la sua
quantità…”. Elio Vittorini, indimenticato scrit‑
tore siciliano, parlò di Scicli come della più
bella città del mondo! Basta attraversarne le
vie per comprendere come, per molti aspetti,
ciò corrisponda al vero. Passeggiando per via
Francesco Mormino Penna s’intravedono i più
160
interessanti palazzi nobiliari dell’intera isola:
Spadaro, Conti, Bonelli, Papaleo, VenezianoSgarlata, Carpentieri...Scicli, in particolare è
divenuta da qualche anno meta di un’ondata
di presenze turistiche legata alla ricerca dei
luoghi in cui vive e opera nella fiction televisi‑
va il commissario Salvo Montalbano. Appas‑
sionati lettori d’Andrea Camilleri e del serial
televisivo Rai, in coda per entrare nella stanza
del sindaco, al Municipio di Scicli, che nella
fiction diventa sede del commissariato: la stan‑
za del commissario meta d’attrazione turistica
per i tanti in cerca della qualità Unesco e de‑
gli arancini di Montalbano. Insomma stando a
Scicli ci s’immerge nella letteraria Vigata. Nel
municipio c’è anche la stanza del questore,
mentre la spiaggia di Marinella, con la casa
del commissario, è ambientata sul lungomare.
E tantissime altri sono i luoghi della cittadina
e degli immediati dintorni, che hanno fatto da
scenario per l’amatissima serie televisiva. Sci‑
cli, con le sue caratteristiche case rosa, offre
ai visitatori anche lo scenario di una splendi‑
da campagna, tra il cristallino mare di Sam‑
pieri e l’entroterra che giunge fino alle porte
di Modica. Un’altra caratteristica particolare
della cittadina siciliana è il grande numero di
matrimoni internazionali che vi si celebrano.
Emma Luoise Jones e Christopher John Hogg,
ad esempio, hanno scelto la famosa stanza del
sindaco per le loro nozze. I due sono arrivati
a Scicli dal Regno Unito, dopo un precedente
viaggio durante il quale era nato il loro amore.
Insieme a Emma Louise e a Christopher una
trentina di connazionali invitati per il fatidico
sì! Prima di loro era toccato a Emily e Allon,
rispettivamente britannica e sudafricano. I due
hanno scelto la location dopo una lunga na‑
vigazione on line. Anche i portoghesi Cricha
e Hugo sono andati a sposarsi a Scicli, pur
non avendo prima mai messo piede nell’iso‑
la. Andando indietro nel tempo, era stata la
volta di Sofie e Lars, dalla Danimarca, due
sposi che vollero percorrere le vie cittadine su
un caratteristico carretto siciliano trainato da
cavalli bardati. Il nome Scicli deriva probabil‑
mente da Šiclis, uno dei tanti modi per indicare
i siculi. I primi insediamenti umani risalgono
all’eneolitico, ma l’attuale bellezza dei suoi
palazzi settecenteschi deriva dalla terribile di‑
struzione del terremoto del 1693. In quella tra‑
gica occasione morirono tremila abitanti e la
gran parte degli edifici fu distrutta. Un evento
drammatico che però diede il via alla ricostru‑
zione di una nuova cittadina in perfetto stile
barocco, quella che ancora oggi le permette
di annoverarla tra i centri più importanti con
preziose testimonianze di questo stile. Tra le
location più suggestive per una cerimonia nu‑
ziale ci sono le diverse chiese, tutte con carat‑
teristiche peculiari del tardo barocco. Il celebre
architetto Portoghesi ha definito quella di San
Bartolomeo come “ una perla dentro le valve
di una conchiglia”. Incastonata in un meravi‑
glioso scenario naturale, presenta una facciata
a tre ordini che rappresenta il passaggio dal
barocco al neoclassicismo. Nelle immediate vi‑
cinanze del palazzo comunale, appare poi la
chiesa di San Giovanni Evangelista, con una
singolarissima facciata a impaginazione con‑
cava convessa a tre ordini. Lo sviluppo vertica‑
le è rappresentato da doppie semicolonne, in
un gioco mirabile tra il partito centrale e quelli
laterali. San Michele Arcangelo, invece, è for‑
se la più antica chiesa di Scicli. Fu ricostru‑
ita dopo il terremoto dall’architetto Alessi di
Modica, che ne curò sapientemente l’aspetto
scenografico per consentire di vedere, nel lato
161
destro, la chiesa di Santa Teresa. Quest’ultima
ha una facciata rettangolare, con due paraste
di ordine tuscanico e un loggiato a tre arcate.
Fino al 1950 era regolarmente aperta al culto,
ma negli anni ’60 la curia la cedette al co‑
mune, che ne ha fatto uno spazio per diverse
attività culturali. E ancora la chiesa di Santa
Maria La Nova, quella del Carmine, la chiesa
madre di Sant’Ignazio, quella di Santa maria
della Consolazione e quella di San Vito. Un
autentico trionfo architettonico, difficile da tro‑
vare in altri luoghi.
T
testimoni
Una scelta difficile
Spesso nei matrimoni reali si assiste a
una sfilata di testimoni, ma non bisogna
esagerare, altrimenti potrebbero esserci più
testimoni che invitati!
S
cegliere i testimoni di nozze può es‑
sere un compito complicato, non vo‑
lendo far male a nessuno quando si
deve scegliere tra diverse persone.
Ci sono molte coppie che trascorro‑
no settimane o addirittura mesi cercando di
decidere a chi affidare questo ruolo. Alcuni
fidanzati si ritrovano a discutere animatamen‑
te, dal momento che è assolutamente necessa‑
rio che entrambi i partner siano d’accordo su
questa decisione. Alcune volte i candidati non
piacciono alla famiglia, oppure allo sposo non
sembra una buona idea che la futura moglie
avrà a fianco un amico piuttosto che un paren‑
te. La cosa più importante è quella di scegliere
tra chi è molto amico della coppia e soprattutto
tra chi è stato partecipe della propria storia
d’amore. Se ancora non avete ben chiaro chi
possono essere i vostri testimoni, cercheremo
di aiutarvi in questa difficile scelta. La funzio‑
ne principale dei testimoni del matrimonio è
di attestare la realtà della celebrazione delle
nozze. E’ quindi necessario che siano pronti
a farlo e che lo siano volontariamente. Prima
del matrimonio, il sacerdote che celebrerà, ri‑
chiede un incontro con i testimoni, ponendo
loro una serie di domande per verificare che
la coppia è reale e non si trova nella condizio‑
ne di stare insieme obbligatoriamente e, so‑
prattutto, che entrambi i promessi siano single.
Oltre alla funzione “decorativa” di accompa‑
gnare gli sposi, avranno quella fondamenta‑
le di apporre le loro firme sui libri nei quali
162
sarà registrato il matrimonio, in maniera tale
da attestare legalmente le nozze. Il ruolo dei
testimoni è pertanto più importante di quanto
si possa pensare. Per tutto questo, è necessario
sceglierli evitando delusioni tra chi si aspettava
di esserlo. La maniera più comune è quella di
scegliere gli amici più intimi di ciascuno dei
partner, vale a dire il migliore amico dello spo‑
so e la migliore amica della sposa, ma non
sempre deve essere così. Un’altra possibilità è
quella di scegliere due, o anche più, testimoni
per ciascun coniuge, uno solo dei quali, però,
sarà quello più intimo che risponderà alle do‑
mande del sacerdote nell’incontro prematrimo‑
niale. Nel caso la scelta ricada su un numero
maggiore di due, sarà meglio non esagerare
o saranno più i testimoni degli invitati! Spesso
nei matrimoni reali si assiste a una sfilata di
testimoni. Se sceglierete di avere più testimo‑
ni, e in questo caso molto dipende anche dal
luogo dove si terrà la cerimonia, tutto sarà più
facile, perché così si possono coinvolgere tut‑
ti coloro per i quali è importante avere quel
ruolo. Di solito si tratta dei fratelli, delle sorelle
o comunque di membri della famiglia, oltre,
naturalmente agli amici più stretti. Una volta
deciso, basterà pensare a chi sarà il testimone
principale. Il miglior consiglio che possiamo
darvi per questa importantissima scelta è di
conoscerli davvero, che siano persone che ab‑
biano vissuto con voi la vostra storia d’amore e
che per voi siano di grande fiducia. Può essere
molto utile predisporre una lista con tutti i nomi
che vi vengono in mente, per poterli analizza‑
re uno per uno. Alla fine non ci dovrebbe esse‑
re nessun compromesso, in questi casi occorre
avere chiaro che non si deve niente a nessuno
e che si tratta di una decisione che appartiene
solo ed esclusivamente alla coppia.
166
167
U
ULTIMI GIORNI PRIMA
DEL MATRIMONIO
Rilassarsi prima della cerimonia, invece di correre in tutte le direzioni
Il matrimonio è l’inizio di una nuova vita
e si deve iniziare con gioia e tanta energia
positiva
A
pochi giorni dalla cerimonia i ner‑
vi saranno a fior di pelle. Il miglior
sistema per tenerli a bada è quello
di avere già chiuso tutti i prepara‑
tivi. Le sorprese dell’ultimo minuto
si verificheranno comunque, ma se tutto sarà
stato predisposto per tempo, minore sarà l’im‑
patto delle eventuali sorprese che sorgeranno
nelle ultime ore. Il primo trucco è di chiedere
aiuto per l’organizzazione fin dall’inizio dei
preparativi, in modo che quando arriveranno
i momenti finali, ci sarà qualcuno che è a co‑
noscenza di tutto ciò che riguarda il matrimo‑
nio e si potrà quindi delegare ciò che non è
più possibile fare da soli. Avere la capacità di
delegare e di fare affidamento su qualcuno di
fiducia è essenziale per la sopravvivenza de‑
gli ultimi giorni e per evitare discussioni nella
coppia che possono offuscare la gioia e l’en‑
tusiasmo che i due devono sentire prima del
gran giorno. Molte volte si ha la sensazione
di potere fare tutto, ma chi la pensa in que‑
170
mani saranno al centro degli sguardi e delle
foto. Le unghie devono essere mantenute con
la lunghezza media, colori mai rossi o brillanti,
meglio rosa chiaro o beige. Mani morbide con
crema non grassa regolarmente applicata. In
generale, tutta la pelle del corpo può diventare
molto liscia utilizzando una crema esfoliante.
Il peso corporeo deve essere mantenuto nella
norma. Negli ultimi giorni, nonostante il com‑
prensibile nervosismo, si dovrebbe mangiare
bene e non esagerare, per far si che non si
noti una faccia affaticata o che non si entri più
nei vestiti. Indubbiamente, poi, l’abito bianco
sto modo rischia di affaticarsi all’altare. Con
l’aiuto fin dall’inizio sarà possibile evitare di
commettere errori, sovraccaricandosi di lavo‑
ro, trascurando il proprio aspetto. E’ importan‑
te avere la possibilità di rilassarsi prima della
cerimonia, invece di correre in tutte le direzioni
all’ultimo minuto. Anche se si è fra quelli che
vogliono che tutto sia perfetto, che desiderano
avere a che fare con i tutti i dettagli, bisogna
ricordarsi che si deve prendere cura della sil‑
houette, per essere perfetti al momento giusto.
Questo vale in particolar modo per le spose. Il
viso della sposa, infatti, deve essere trattato tra
gli ultimi quindici giorni e la settimana prima
del matrimonio. Occorrerà pulire a fondo ogni
giorno, mattina e sera, con detergente e toni‑
co. Due giorni prima l’applicazione, il giorno
prima esfoliante e maschera di pulizia profon‑
da. Lo stesso giorno una maschera lenitiva.
Tutti concordano sul fatto che questi prodotti
siano testati dalla sposa più volte negli ultimi
mesi, per evitare allergie. L’epilazione, a se‑
conda del metodo, deve essere fatta in tempo
utile per evitare arrossamenti. In alternativa si
potrebbe preferire lo scolorimento in qualche
zona, come ad esempio le braccia, anche se
sarebbe sempre meglio l’eliminazione tota‑
le. La manicure è molto importante, perché le
171
spicca di più su una bella abbronzatura, ma in
questo non bisogna esagerare ed è utile usare
accuratamente le creme abbronzanti. E’ prefe‑
ribile un’abbronzatura naturale, evitando as‑
solutamente, con delle giuste cure preventive,
la pelle a “buccia”. Utilissimo è programmare
giornate termali per relax e massaggi interval‑
lati prima del matrimonio, si sembrerà più bel‑
la e riposata. Si deve tenere sempre a mente
che il matrimonio è l’inizio di una nuova vita
che si deve iniziare con tutta la gioia e l’ener‑
gia positiva possibile.
V
Venere
I corpi celesti che narrano l’amore
Arianna non ebbe più dubbi e divenne sposa
di Dioniso, divenendo una Dea immortale
A
lcuni corpi celesti, per via dei
suggestivi nomi che portano, ri‑
chiamano alla mente la bellezza,
l’amore ed il matrimonio. I nomi
delle stelle arrivano direttamente
dalla mitologia, basti pensare a Venere, dea
della bellezza. Dopo Mercurio è il secondo
pianeta del sistema solare in ordine di distan‑
za dal Sole. A parte la nostra stella e il nostro
satellite, la Luna, è l’oggetto più luminoso del
cielo. Su Venere ci sono monti che arrivano
anche a diecimila metri d’altezza, ma l’at‑
mosfera, composta d’anidride carbonica ed
azoto, lo rende inospitale per la vita! Per la
caratteristica di sorgere prima del Sole e dopo
il tramonto, gli antichi greci pensavano che si
trattasse di due corpi celesti distinti. A quello
del mattino avevano imposto il nome di Vespe‑
ro, mentre la stella della sera era per loro Luci‑
fero. Nel sistema solare Venere ha il maggiore
albedo, cioè la più grande capacità di riflettere
la luce. Ci sono poi costellazioni che legano il
proprio nome al matrimonio. La prima che vie‑
ne in mente a questo proposito è Andromeda.
Figlia del re Cefeo e di Cassiopea, la quale so‑
steneva d’essere la più bella di tutte le Nereidi.
Le affermazioni di Cassiopea fecero infuriare
Poseidone, re del mare. Cefeo, per placare
l’ira del Dio, incatenò Andromeda ad una roc‑
cia, destinandola ad essere cibo per un mostro.
Perseo salvò la fanciulla e la prese in sposa. La
172
costellazione d’Andromeda è costituita da una
decina di stelle ed è visibile in Agosto. Dista da
noi oltre due milioni d’anni luce e rappresenta
l’oggetto più lontano visibile ad occhio nudo.
Altri astri, invece, portano il nome di alcune
coppie di “amanti” famosi, come, ad esempio,
Teseo ed Arianna. Teseo, figlio del re d’Atene,
volle prendere parte ad una spedizione che
aveva l’obiettivo di sconfiggere il Minotauro.
Erano ormai due anni che gli Ateniesi erano
costretti ad inviare sette ragazzi e sette fan‑
ciulle nel labirinto del mostro che se ne cibava.
Tutto ciò per ordine di Minosse, re di Creta,
che con questo sacrificio annuale intendeva
vendicare la morte in battaglia per opera degli
Ateniesi del figlio Androceo. Teseo dopo tante
insistenze ricevette il consenso paterno di esse‑
re uno dei giovani inviati a Creta, con lo scopo
di liberare definitivamente Atene dal pesante
giogo. Quando Teseo si trovò alla presenza
di Minosse, chiese ed ottenne la promessa di
non dovere più inviare giovani nel labirinto nel
caso fosse riuscito a sconfiggere il Minotauro.
Al colloquio era presente Arianna, figlia del
re di Creta, che s’invaghì subito di Teseo e che
rappresentò un’aiuto insperato per il nobile
giovane. Arianna dette all’amato un filo da uti‑
lizzare nel labirinto per ritrovare la via d’uscita
una volta sconfitto il Minotauro. Teseo vinse la
sua battaglia e portò con sé, sulla nave che do‑
veva riportarlo in patria, la sua futura sposa.
Fecero tappa nell’isola di Nasso, nella quale
viveva Dioniso, Dio del vino. Questi appena
vide la bella fanciulla se ne innamorò perdu‑
tamente, al punto di decidere di farne la sua
sposa. Teseo non ebbe il coraggio di affron‑
tare un Dio ed abbandonò la sua promessa
sull’isola, fuggendo mentre lei dormiva. Triste
per la sorte che gli era stata riservata, dimen‑
ticò di innalzare le vele bianche, simbolo della
sua vittoria sul Minotauro. Quando la nave fu
visibile dalla costa portava ancora le vele nere
del lutto. Appena il re d’Atene le scorse pensò
alla morte del figlio e in preda alla disperazio‑
ne si tolse la vita. Intanto Arianna, che al suo
risveglio non aveva trovato il suo amore, invo‑
cava aiuto. Dioniso si manifestò ed incominciò
173
a denigrare Teseo che l’aveva abbandonata al
primo ostacolo! Arianna, pur ferita nell’orgo‑
glio, non credeva che Dioniso fosse un Dio e
chiese una prova. Il Dio prese la corona d’oro
che cingeva il suo capo e, promettendola alla
principessa quale regalo di nozze, la scagliò
in cielo dove si trasformò in una costellazione.
Arianna, a questo punto, non ebbe più dubbi e
divenne sposa di Dioniso, divenendo una Dea
immortale. La corona boreale legata a questa
leggenda si osserva bene nel mese di maggio.
Z
ZAFFA
La marcia nuziale della cultura araba
Spesso le donne si lanciano nel tradizionale
zaghareet, il loro grido di gioia.
N
el matrimonio arabo, particolar‑
mente in quello egiziano, la pro‑
cessione d’ingresso è chiama‑
ta Zaffa. Una ballerina, la sposa
e lo sposo e un gruppo di musi‑
cisti giocano al ritmo della Zaffa, dettato da
strumenti a percussione. Si tratta di una vera e
propria marcia nuziale, rappresentata da un
corteo musicale che ricorda solo vagamente le
nostre tipiche bande. Al suono di bendir, tam‑
buri, cornamuse e corni, avanzano le dan‑
zatrici del ventre con uomini che trasportano
spade fiammeggianti. In questo modo si an‑
nuncia che il matrimonio sta per iniziare. E’
una tradizione antichissima, forse precedente
all’Islam. La peculiarità di questo corteo è di
essere molto rumoroso, tanto da poter essere
ascoltato a grandissima distanza. Tradizional‑
mente si eseguono brani di carattere popolare
e i presenti accompagnano l’esecuzione con
canti e battendo le mani. Spesso le donne si
lanciano nel tradizionale zaghareet, il loro gri‑
do di gioia. Quando il corteo raggiunge la sua
destinazione, di solito i rumori diventano an‑
cora più forti. Alla Zaffa segue poi la cena. Per
gli arabi è impensabile di perdere una Zaffa.
La musica popolare ritmica, coinvolge le per‑
sone, che a loro volta partecipano applauden‑
do rumorosamente. Ovviamente, pur essendo
tradizionalmente legata alla cultura egiziana,
esistono diverse interpretazioni in molti altri
paesi arabi come il Marocco, la Palestina e la
Siria, tutte con delle modalità particolari. I pa‑
esi del Medio Oriente hanno tradizionalmente
174
incluso nelle celebrazioni delle nozze la pre‑
senza di una ballerina in qualità di sacerdo‑
tessa fin dall’epoca pre islamica, con funzioni
cerimoniali di benedizione della sposa e dello
sposo. Questa cerimonia era legata alla fertili‑
tà e all’abbondanza, augurando fondamental‑
mente buona fortuna e prosperità. Tutto questo
non ha nulla a che fare con la religione, è un
costume sociale che la gente ama moltissimo. I
ballerini e le ballerine e la qualità globale dello
spettacolo, rappresentano per ogni matrimonio
un marchio di prestigio, proprio come migliaia
di anni fa. Ognuno ha dei ballerini preferiti e
li vuole al proprio matrimonio. La processione
della Zaffa crea un’occasione indimenticabile
che introduce la nuova sposa e lo sposo nel‑
la sala di ricevimento. In Medio Oriente gli
sposi siedono su un piccolo palco rialzato in
sedie decorate circondate da fiori. Essi pos‑
sono anche essere seduti ad un tavolo con i
loro genitori. Oltre alla processione d’ingresso
della cerimonia di nozze, una ballerina si può
esibire anche con un’orchestra. Ci sono can‑
zoni speciali e gli sposi ricevono dagli ospiti
le congratulazioni, ballando insieme per i loro
invitati. Poi saranno tutti i parenti e gli amici
a ballare, in un’atmosfera che tutti ricorderan‑
no. Non mancano, inoltre, i moderni video re‑
alizzati per l’evento, con le immagini registrate
per non dimenticare. I musicisti e i cantanti che
si esibiscono per la Zaffa tradizionale, spes‑
so forniscono anche lo spettacolo come parte
della cerimonia di nozze. Ogni matrimonio è
unico e autentiche performance possono es‑
sere create per l’occasione. Un ricevimento di
matrimonio può avere uno spettacolo di danza
con un accompagnamento che includerà una
danza velo e canzoni che porteranno i novelli
sposi a cantare e ballare con tutti i convenuti.
ARIA
le nuvole
Vanno vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio
Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell’airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri
Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore
Vanno vengono ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai
Vanno vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.
Fabrizio De Andrè
abito Valentini
abito Mara Vallone
abito Melina Baffa
abito La Sposa Chic
abito Emé di Emé
Il destino assomiglia al vento, poiché ci spinge
rapidamente in avanti, oppure ci rigetta all’indietro; contro
di ciò poco possono fare le nostre fatiche e i nostri sforzi.
Arthur Schopenhauer
Ph. A. Fazio - F. Mazza
Hair Style e Make Up: Gioacchino Livia - Cinzia Fiore
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Stylist: Aldo Piro
Gioielli: Decò - Cosenza
Elaborazione grafica e Post-produzione foto: Massimiliano Vomero - Melaò
abito Emè di Emé
acqua
Mi feci tante domande che andai a
vivere sulla riva del mare e gettai in
acqua le risposte per non litigare con
nessuno.
Pablo Neruda
Ph. Lello Chiappetta
Assistente: Amelia Smolinska
Hair Style e Make up: Gioacchino Livia e Cinzia Fiore
Model: Katarina P - Urban Management Milano
Gioielli: Decò - Cosenza
Ametiste: XXXX
Si ringrazia gli abitanti del Comune di Scilla,
il B&B Romeo e Giulietta e il Ristorante Il Casato
abito Dolà Couture
abito Giusy Catapano
abito Elisa De Bonis
abito La Sposa Chic
abito Melina Baffa
fuoco
Tu esalti la mia forza e la mia speranza,
ogni giorno. Il mio sangue aumenta,
quando ti sono vicino, e tu taci. Allora
nascono in me le cose che col tempo ti
meraviglieranno. Tu mi sei necessaria.
Gabriele D’Annunzio
Art Director: Salvo Presti
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Make Up: Corrado Trincali
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Assistenti Fotografo: Studio 17 Team
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Giochi di fuco: Paolo Di Nicolò
Location: Cava Moschetto - Belpasso
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abito Gabriella Scuto
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abito Melina Baffa
abito Amelia Casablanca
abito Marco Strano
abito Marco Strano
TERRA
Mai, mai e mai più averrà che questa
bella terra sarà di nuovo testimone
dell’oppressione di uno sull’altro.
Nelson Mandela
Servizio: Salvo Presti
Ph. Marco Ognissanti
Stylist: Marco Strano
Hair Style e Make Up: Gioacchino Livia e XXXX
Assistenti: Alessia Sparacino, Gioia Zaira, Valentina Plumari
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Special Thanks:
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Fiocchi di riso - Wedding Planner - Scicli
B&B Conte Ruggero - Scicli
Si ringrazia inoltre l’Amministrazione Comunale
che ci ha permesso di realizzare il servizio fotografico
nel Parco Archeologico di Chiafura e il Museo della Pietra
abito Marco Strano
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abito Claudio Di Mari
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