MARTEDÌ 18 NOVEMBRE 2014 In Italia EURO 1,40 www.corriere.it Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 688281 Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 mail: [email protected] FONDATO NEL 1876 Tanzania Vaticano L’emiro che va a caccia fa spostare 80 mila Masai Tornano allo Ior i 23 milioni bloccati dai giudici di Michele Farina a pagina 17 di Maria Antonietta Calabrò a pagina 29 L’apatia tedesca, l’Europa spenta MILANO SCONTRI E FERITI Pietre sulla polizia La battaglia degli sgomberi MAL COMUNE NESSUN GAUDIO di Lucrezia Reichlin U D Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano na trentina tra carabinieri e poliziotti. Devono sgomberare da un palazzo della periferia milanese una trentenne italiana, madre di due bimbi, abusiva da mesi. Presto arriva un gruppo di ragazzi «antagonisti» a difenderla e volano pietre, mattoni ed estintori. Gli agenti rispondono con lacrimogeni e cariche. Feriti e contusi. alle pagine 2 e 3 Galli, Santucci, Sarzanini ● IL COMMENTO FOTOGRAMMA / DUILIO PIAGGESI opo la pubblicazione dei dati di Eurostat sul Prodotto interno lordo del terzo trimestre, s’è discusso a lungo dell’ennesimo risultato negativo italiano, ma i numeri confermano, soprattutto, la debolezza tedesca. La vera notizia non è che l’Italia sia l’unico grande Paese dell’eurozona ancora in recessione, ma che tutte le economie dell’Unione stentino a decollare e, in particolare, che la Germania abbia crescita piatta. La differenza tra il +0,07 tedesco e il -0,09 italiano è marginale, quella tra il numero tedesco e il +0,9 degli Stati Uniti, nello stesso trimestre, è molto più significativa. La zona euro si conferma in stagnazione mentre gli Stati Uniti mostrano da tempo una robusta ripresa. I dati recenti non fanno che confermarlo. Ma se questa è l’analisi, l’azione di politica economica deve focalizzarsi sull’Unione tutta e non concentrarsi sulla debolezza di una sua parte. Da qui dipende la sopravvivenza dell’euro come progetto economico e politico. Il timone è in mano alla Banca centrale europea, l’unica istituzione federale che abbia capacità di intervento. Dalla sua azione dipende la tenuta del nostro sistema. Poiché il male è oggi comune, il processo decisionale dovrebbe essere più semplice che nel 2011 quando si era di fronte alla dicotomia tra Nord e Sud Europa. Perché, quindi, questa esitazione? In particolare perché la Bce esita a intervenire con massicci acquisti di titoli di Stato (il cosiddetto Quantitative Easing - QE), come hanno fatto la Federal Reserve negli Stati Uniti, la Banca d’Inghilterra e la Banca centrale del Giappone? Per alcuni il problema è tecnico. I tassi di lungo periodo sono già molto bassi e una loro ulteriore diminuzione come conseguenza del QE, si dice, non avrebbe un effetto decisivo sul costo del credito. Inoltre, il sistema finanziario europeo è basato sull’intermediazione bancaria e non sulla raccolta diretta di fondi dal mercato: una diminuzione dei tassi a lunga scadenza, quindi, servirebbe a poco. Queste osservazioni non sono convincenti. Un’azione adeguata di QE avrebbe un effetto sulle due variabili cruciali per il sostegno della domanda: inflazione e tasso di cambio. In particolare, la Banca centrale europea deve evitare che si consolidino aspettative di diminuzione dei prezzi destinate a far aumentare il costo reale del credito: ed è questo che conta per consumatori e imprese. L’ANNUNCIO DI DELRIO «Deroga alla Stabilità per i Comuni alluvionati» ● GIANNELLI n una periferia che grida vergogna per l’inerzia e l’abbandono di anni, la legalità è l’elmetto con la visiera di un agente. Milano è una trincea. di Paola D’Amico a pagina 5 GIUSTIZIA La zavorra dei processi civili Dieci anni di arretrati Nuovo testo. Il governo guidato da Renzi, intanto, prepara un emendamento al Jobs act relativo all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Ncd si oppone. da pagina 8 a pagina 11 con la Nota di Massimo Franco e un’analisi di Dario Di Vico di Giovanni Bianconi a pagina 19 PARIGI, PROGETTO CONTESTATO ANSA/ WWW-TOUR-TRIANGLE.COM D La Banca centrale europea è pronta ad acquistare titoli di Stato nel caso in cui l’inflazione nella zona euro rimanga troppo bassa ancora a lungo: a ribadirlo è stato ieri Mario Draghi. Le urgenze. Il presidente dell’istituto di Francoforte, di fronte a una crescita debole e a una disoccupazione «inaccettabile», ha sottolineato il «bisogno urgente di impegni concreti a breve termine per riforme strutturali negli Stati membri» dell’applicazione del patto di Stabilità e di «una strategia comune sugli investimenti». di Luigi Ferrarella 9 771120 498008 I a pagina 26 Emendamento del governo alle norme sul lavoro, tensione tra il Pd e Alfano Finge di dover spartire i soldi e propone alle aziende appalti per i padiglioni stranieri 41 1 1 8> di Giangiacomo Schiavi Draghi: fate poco, non si cresce Expo 2015, il millantatore di tangenti a pagina 18 LA TRINCEA DELLA LEGALITÀ Economia e politica Le mosse della Bce per la ripresa. «Più impegno sulle riforme, pronti a comprare titoli di Stato» continua a pagina 27 opo le tangenti, pure i millantatori di tangenti sugli appalti di Expo: «Mi ha dato questo elenco di progettisti e io gli ho detto guarda che su Expo io sono a provvigioni, facciamo metà per uno», diceva del general manager di Expo 2015 l’intercettato procacciatore d’affari di una multinazionale. Ma non era vero, ne spendeva il nome per avere più soldi da gestire. Ora patteggia per millantato credito. ANNO 139 - N. 273 Verdi e destra bocciano la Torre di vetro di Stefano Montefiori A nne Hidalgo, sindaca di Parigi, contro ecologisti e destra: il consiglio comunale ha bocciato il progetto di un grattacielo, la «Torre triangolo». a pagina 16 TERRORISMO I tre boia dell’Isis dal Galles e dalla Francia di Fabio Cavalera N on solo «Jihadi John», il boia dell’Isis che ha lasciato l’Inghilterra per il Califfo. Tra i 15 assassini a volto scoperto dei soldati siriani spuntano un ragazzo gallese e due francesi. a pagina 14 Olimpio Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera 2 Primo piano Le occupazioni Milano: residenti, abusivi e antagonisti assaltano le forze dell’ordine La reazione con il lancio di lacrimogeni. Otto i feriti e tre fermati Sassi e estintori contro lo sgombero «Ma lascia stare, mettiti in malattia. Vattene...». L’operaio della ditta di traslochi aziona l’autoscala nel cortile del civico 71 di via Vespri Siciliani, al Giambellino, ex quartiere operaio: balconi pericolanti, appartamenti occupati anche da quindici anni e un senso di appartenenza a un angolo storico di Milano ormai affievolito, schiacciato dal degrado, dalla rabbia, da un’integrazione complicata. Una trentina tra carabinieri e poliziotti sono qui per sgomberare da un appartamento una 30enne, italiana, mamma di due bimbi, abusiva da mesi. Dalle finestre tre residenti vedono le forze dell’ordine entrare nel cortile in tenuta anti-sommossa. Scendono, corrono per le scale, chiamano rinforzi. Ordinano all’operaio di fermarsi. Partono gli insulti. È guerriglia. Agli abitanti, in maggioranza regolari e soprattutto donne, si aggiungono una ventina di ragazzi «antagonisti». Lanciano sassi, pietre, mattoni, estintori. La risposta è affi- MILANO I casi ● L’11 novembre è stata presa d’assalto la sede del circolo Pd in via Mompiani, zona Corvetto, periferia Sud di Milano, da una quindicina di incappucciati che hanno spruzzato vernice rossa sulle pareti e sulle porte e hanno divelto le librerie, lanciando fumogeni. Nella sede era in corso una riunione tra inquilini Aler e sindacalisti del Sunia Cgil ● Il 13 novembre in via Salomone, zona Sudest di Milano, una cinquantina tra inquilini e militanti dei centri sociali hanno cercato di impedire lo sgombero di due alloggi Aler, tentando di sfondare il cordone delle forze dell’ordine Il racconto di Andrea Galli e Gianni Santucci La «regina nera» della Barona, dicono in quartiere, abusa dell’autogestione della quale è presidente e governa la mappa degli appartamenti sfitti come un piccolo impero. La «zarina» dello Stadera, scrivono i fascicoli dei commissariati di polizia, batte tutti i record di occupazioni e custodisce le armi della malavita. Le «furie» del Corvetto, raccontano i verbali di perquisizione, in casa avrebbero fatto sparire ogni traccia dell’assalto squadrista, una settimana fa, contro un circolo del Partito democratico affollato di anziani. Soprannomi. Periferie. Cronache di battaglia. E donne. Donne cattive. Oppure ribelli come quelle, italiane, che ieri sono scese in cortile per impedire lo sgombero di un’altra italiana, abusiva. Ma anche, in maggioranza, donne vittime: il racket si serve di loro e le spegne lentamente. Divelti i lastroni agli ingressi degli appartamenti sfitti, i primi inquilini MILANO La mappa degli scontri A4 13 novembre Via Salomone Duomo MILANO A50 A51 17 novembre 11 novembre Via Vespri Siciliani km Via Mompiani 4 d’Arco data alle cariche e a sei lacrimogeni. Alla fine sgombero effettuato, cinque carabinieri e due poliziotti contusi, un manifestante con ferite ampie sul capo («Mi hanno picchiato per tre volte con il manganello») e tre residenti fermati. Una mattinata di tensioni, difficile anche per agenti e militari. Una vigilia minacciosa: da oggi con la (probabile) firma del protocollo in Prefettura nascerà il «modello Milano» per l’emergenza delle case popolari. Coordinati dal prefetto Francesco Paolo Tronca, attorno al tavolo si rivedranno Comune, Regione, Aler (l’Azienda lombarda per l’edilizia residenziale), il questore Luigi Savina e il comandante provinciale dei carabinieri, generale Maurizio Stefanizzi. A ieri sera c’erano ancora due nodi da risolvere: ma sul primo, la gestione della cabina di regia operativa, che verrà affidata alla polizia locale, sembrano esserci marginali dubbi; più difficile colmare la distanza sul fronte dell’assi- Sulle orme della «zarina» Donne in prima fila ad accendere la rivolta Anche per il blitz nel circolo del Pd indagate due ragazze che entrano per abitarci o per «prenotare» lo spazio sono per lo più mamme con figli, meglio se piccoli. E in tanti, troppi caseggiati ci sono anziane vedove, sole, malate, a capo di comitati di inquilini, che inseguono abusivi, puliscono gli androni dagli escrementi umani, riparano lampadine, escono di notte, e che chiedono nel silenzio e nel vuoto: «Noi siamo delle belve, noi ci buttiamo in cortile. Ma non è giusto. Per quale motivo dobbiamo farlo noi?». In via Vespri Siciliani sono state due donne, dopo aver perso lo scontro con le forze dell’ordine capaci di effettuare lo sgombero, a uscire in strada, sotto la pioggia. Per radunare gente. Urlare. Partire. I poliziotti con gli scudi allineati e loro a sputare veleno e insulti. Un dito medio. Un invito, una sfida: «Sbirro togliti l’armatura». Hanno puntato i binari dei tram. E hanno bloccato la circolazione. Già che c’erano, hanno bloccato la strada. Se gli automobilisti protestavano, rimediavano minacce. C’è però una domanda che fa innervosire queste donne, che le porta a spazientirsi: se l’abusiva fosse stata un’egiziana, una rom romena, voi come vi sareste comportate? Giurano che Le mamme usate Del racket sono anche vittime: spesso i primi inquilini di case abusive sono mamme con figli qui non è una cosa di nazionalità. Che bianchi e neri è uguale. Qui, spiega una ragazza (il piglio da dura, gli uomini accanto che non osano contraddirla), il problema è che «ci hanno presi in giro». Al Giambellino «ci sono abusivi decennali che invano hanno chiesto di venir regolarizzati e pagherebbero come gli altri». Forse si fa fatica a scorgere la linea, peraltro sottile, che separa l’illegalità dalla disperazione. Si fa fatica anche perché, adesso, con una presenza e un dinamismo rari, gli «antagonisti» soffiano sulla rabbia. Hanno alzato il livello come ha detto il procuratore aggiunto dell’Antiterrorismo Maurizio Romanelli, a capo dell’inchiesta sull’assalto al circolo del Pd. Di ieri la notizia delle «furie» in- stenza sociale. Gli sgomberati, a maggior ragione quando ci sono minorenni, debbono essere trasferiti in una struttura d’accoglienza. Il Comune avrebbe trovato figure e denaro per offrire una «copertura» adeguata che però non basta. Il «modello Milano» prevede naturalmente anche gli sgomberi. Cinque, sei a settimana. Non sarà l’unica strada. L’emergenza abitativa è complicata: 18 mila sfratti esecutivi, 22 mila in lista d’attesa per un alloggio dell’Aler, 7 mila alloggi sfitti. Poi, come documentato dall’inchiesta del Corriere, ci sono le occupazioni: 1.500 negli ultimi due anni. Senza scordare il dinamismo degli «antagonisti» che soffiano sul malessere. E senza scordare che tra un anno e mezzo Milano sceglierà il nuovo sindaco: nelle case popolari abitano e votano 100 mila persone. A.Ga. G.San. 40 Mila sono le case popolari di Milano gestite dall’Aler, l’Azienda lombarda edilizia residenziale Quelle del Comune sono invece 29 mila 22 Mila sono le famiglie in lista d’attesa per una casa popolare a Milano. Secondo fonti sindacali, gli alloggi popolari sfitti sono 7 mila © RIPRODUZIONE RISERVATA dagate. Di 24 e 28 anni, hanno precedenti per azioni eversive. All’appello mancano tre, forse quattro complici ai quali il Nucleo informativo dei carabinieri dà la caccia. Le ragazze farebbero parte della rete anarchica che molto sta «investendo» sull’emergenza delle case popolari. Uno degli avvocati dice che nell’appartamento dell’assistita gli investigatori cercavano armi, vestiti e vernici del blitz ma hanno «trovato solo un computer». Le due sarebbero però state riconosciute da alcuni anziani (abitano proprio al Corvetto) e inquadrate dalle telecamere in strada mentre fuggivano. Chi sono i restanti componenti della banda? Altre donne? Nelle periferie c’è un crescente e drammatico fronte comune. Autogestione. Autodifesa. In via Vespri Siciliani nessuna vuol svelare dove sia finita la mamma allontanata da poliziotti e carabinieri. Eppure, chissà se per caso oppure volutamente, trapelano certe sue frasi, certe sue promesse. Si cercherà un nuovo appartamento sfitto, fanno sapere. Tanto nei quartieri ce ne sono settemila, di alloggi vuoti. E prima o poi, per sé e per i suoi figli, se ne prenderà uno. Al buio, senza gabinetto, senz’acqua, con le finestre murate. Ma suo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 Al cancello Una delle donne che ieri hanno affrontato i carabinieri schierati durante lo sgombero di una famiglia a Milano (Fotogramma) L’analisi di Fiorenza Sarzanini 3 Il disagio degli agenti nelle piazze «Noi bersagli di una rabbia cieca» La richiesta dell’arresto differito dei manifestanti, come avviene per gli ultrà ROMA Nel giorno della protesta sociale, venerdì scorso, le manifestazioni sono state 105 in tutta Italia, ma a Roma se ne contano ormai almeno quattro ogni giorno. Sit-in, piccoli cortei, grandi mobilitazioni per esprimere un disagio che sempre più frequentemente si trasforma in un vero e proprio scontro con le forze dell’ordine. E non c’è soltanto la crisi economica a fomentare il malessere dei cittadini, perché or- Dal cortile Milano, un automezzo dotato di scala per raggiungere uno degli appartamenti di via Vespri Siciliani dove ieri le forze dell’ordine in assetto antisommossa hanno eseguito degli sgomberi (Photoviews) PRIMO PIANO mai da settimane agli scioperi per la mancanza di lavoro, si sommano le occupazioni abusive degli stabili e le dimostrazioni di intolleranza nei confronti degli stranieri in una miscela che rischia di diventare esplosiva. E ormai coinvolge i quartieri centrali così come le periferie. È soltanto l’inizio. Il timore dei responsabili degli apparati per la sicurezza è che la situazione possa peggiorare già nei prossimi giorni, quando altre contestazioni sono già state fissate e la rabbia dei dimostranti potrebbe essere sfruttata nuovamente da antagonisti e componenti dei centri sociali, ma anche da estremisti di destra e tifosi. Proprio come già accaduto a Tor Sapienza a Roma, dopo il trasferimento dei migranti nel centro di accoglienza, e come può ripetersi in altre zone della capitale e di Milano, dove già si avverte la crescita del malcontento. I questori hanno deciso di aumentare il numero di presidi fissi e delle vigilanze mobili, però nella «base» cresce il malessere e si evidenzia, come fa il segretario della Silp Cgil Daniele Tissone, «il meccanismo perverso che costringe polizia e carabinieri a supplire alle carenze della politica, fronteggiando la disperazione di chi ha già perso tutto oppure lotta per la sopravvivenza». Ecco perché le forze di polizia tornano a chiedere strumenti più efficaci contro quelli che definiscono i «professionisti del disordine». E in cima alla lista inseriscono «l’arresto differito dei manifestanti, proprio come già accade per gli ultrà, tenendo conto che la possibilità di bloccare chi causa scontri e incidenti anche a 48 ore di distanza, può effettivamente trasformarsi in un deterrente forte». Enzo Letizia, per anni segretario dell’Associazione funzionari e certamente esperto dei problemi legati all’ordine pubblico, ha ben presente la differenza tra chi protesta, sia pur in maniera esasperata, e i teppisti. Per questo sottolinea la necessità di «avere norme adeguate in modo da bloccare questa radicalizzazione del conflitto che sta trasformando polizia e carabinieri nei terminali dove scaricare violentemente rabbia e insoddisfazione». Sono i numeri a dare conto dell’emergenza. E a Roma dicono che a fronte di circa 500 uomini in servizio ogni giorno, quando ci sono le manifestazioni più imponenti bisogna I numeri ● Nel 2014, e in particolare dall’insediamento del governo Renzi, si sono svolte in Italia 5.934 manifestazioni di rilievo: la maggioranza ha avuto un corso tranquillo (dati aggiornati al 31 ottobre 2014) ● 2.350 manifestazioni, dunque quasi la metà del totale, hanno avuto alla base problematiche sindacali e occupazionali ● Soltanto venerdì scorso si sono svolte in Italia 105 manifestazioni in 45 province, 85 nell’ambito di due scioperi promossi dai sindacati di base e dai movimenti antagonisti ● Ai cortei di venerdì hanno partecipato in 70 mila, con 7.000 unità a tutela dell’ordine pubblico schierarne il triplo e in questo periodo di particolare tensione si arriva a un migliaio almeno tre volte a settimana proprio per garantire il controllo del territorio. Anche per questo il Sap torna a chiedere una «revisione delle scorte e una razionalizzazione delle forze». La denuncia di Felice Romano del Siulp è forte: «Siamo arrivati al paradosso di sentirci chiedere di non reagire alle provocazioni per non esaspe- rare gli animi. E così a Tor Sapienza la polizia era schierata davanti senza manganelli e i carabinieri che li avevano sono stati costretti a rimanere arretrati. Bisognerebbe sempre ricordare che togliere la dignità alla funzione delle forze di polizia, vuol dire togliere dignità alla funzione dello Stato». A Milano nel 2014 è stato necessario aggregare oltre 15 mila uomini di rinforzo rispetto all’anno precedente, con un impiego che arriva a circa 70 mila persone. Proprio oggi comincia l’addestramento del personale all’uso dello spray al peperoncino, che nelle intenzioni dei vertici del Dipartimento servirà a «mantenere la fascia di rispetto e quindi evitare lo scontro diretto» con i manifestanti, come è specificato nella circolare tramessa ieri a questure e prefetture. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera 4 Offerta valida per immatricolazioni fino al 31/12/2014 per Ford Focus Plus 5 porte 1.0 EcoBoost 100CV a fronte di permuta o rottamazione di una vettura immatricolata entro il 31/12/2008 e posseduta da almeno 6 mesi. Solo per vetture in stock presso i FordPartner aderenti all’iniziativa. Prezzo raccomandato dalla Ford Italia S.p.A. IPT e contributo per lo smaltimento pneumatici esclusi. Ford Focus: consumi da 3,8 a 6,8 litri/100km (ciclo misto); emissioni CO2 da 98 a 159 g/km. Esempio di finanziamento per Focus Plus 1.0 EcoBoost 100CV con Garanzia Ford Protect 5 Anni/100.000 km a € 15.650. 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Poi è stato nominato ministro per gli Affari regionali nel governo di Enrico Letta ● Franco Gabrielli (foto), 54 anni, è il capo dipartimento della Protezione civile dal 2010 ● È stato direttore del Sisde, il servizio segreto civile italiano, e dell’Aisi (com’è stato chiamato poi il Sisde) Deroga al patto di Stabilità per i Comuni che hanno subito eventi catastrofici o drammatici come le alluvioni. Nel viaggio a tappe forzate attraverso le regioni del Nord, Liguria, Piemonte e Lombardia, piegate dalle calamità naturali, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio annuncia «minori vincoli di bilancio, dando così la possibilità di mettere in sicurezza edifici e strade», ma anche un piano nazionale con investimenti per 9 miliardi nei prossimi 7 anni per fare «tutto il possibile in un territorio tanto fragile come il nostro». Delrio ricorda lo stanziamento nella legge di Stabilità delle risorse per alimentare il fondo emergenze e spiega che i Comuni potranno «rinegoziare i mutui esistenti a nuovi tassi e accendere nuovi mutui a tasso zero per tre miliardi». Ci sono 25 stati di emergenza, ripete negli incontri con i sindaci e i presidenti di provincia a Genova, Alessandria e, nel pomeriggio, Milano, accompagnato dal capo della Protezione civile Franco Gabrielli. E altre procedure saranno aperte a breve. «Ci troviamo a dover recuperare 30 anni di ritardo» ha detto Delrio. «Il governo ha un piano per il dissesto idrogeologico e chiederà alle Regioni di presentare entro i primi giorni di dicembre le loro nuove proposte per gli accordi di programma». E già il 4 dicembre, per questo, saranno a Roma Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano, perché al Seveso che ha messo in ginocchio la metropoli e fermato la linea 2 del metrò, s’è aggiunto il Lambro, le cui sponde sono in parte crollate allagando interi quartieri della periferia est. A Genova, dove in mattinata erano riuniti i sindaci dell’area metropolitana, era stato fatto un quadro drammatico con i «lavori di somma urgenza appena completati e già spazzati via dalle nuove frane, le 300 strade interrotte, le frazioni dell’entroterra isolate e le centinaia di famiglie evacuate, fasce di terra perfettamente coltivate comunque franate come terreni abbandonati, Comuni che hanno i soldi bloccati dal patto di stabilità e altri senza più un euro». «Asciugate le lacrime dobbiamo agire con disciplina — ha risposto Delrio -. Investiremo i miliardi previsti dall’accordo Ue per il dissesto idrogeologico, entro il 2015 sbloccheremo tutti i fondi bloccati per gli interventi ma tutto questo non ci salverà dall’emergenza. Le alluvioni succedono anche in Olanda, Germania, Svizzera e in altri Paesi che hanno una cultura del territorio e una cura idraulica molto superiore alla nostra. Per questo la Protezione civile deve avere un fondo capiente». Riconoscimenti dello stato d’emergenza, svincolo per i Co- muni colpiti dal patto di stabilità e risorse per le infrastrutture più urgenti erano state anche le richieste dei sindaci dell’Alessandrino: «In un mese siamo andati a bagno tre volte — hanno sottolineato il sindaco di Alessandria e di Novi —. Tanaro e Bormida hanno retto, i piccoli rii no». E Delrio ha promesso che il prossimo Consiglio dei ministri deciderà lo stato di calamità per la zona. Il sottosegretario ha indicato nel Piemonte un «modello da seguire». Nonostante sia stato colpito pesantemente, «ha retto perché è dotato di un siste- 110 Milioni I fondi necessari per le cinque vasche di laminazione del Seveso: 30 milioni messi dagli enti locali, gli altri 80 dal governo 400 Milioni I danni che il maltempo ha provocato agli artigiani e alle imprese secondo la Confederazione nazionale dell’artigianato L’assicurazione Si valuta l’ipotesi di rendere obbligatoria l’assicurazione contro i disastri naturali ma di protezione civile che può essere da esempio per l’Italia». Il governo «sta valutando l’ipotesi di introdurre l’assicurazione obbligatoria per soggetti pubblici e privati contro le calamità naturali». Infine, ribadendo il no ai condoni il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha aggiunto: «Forse le responsabilità le abbiamo tutti: la classe politica, le istituzioni nazionali e locali». Paola D’Amico Sott’acqua Uno dei campi allagati ieri dal fiume Po (foto Carabinieri/Ansa) Argini controllati e corsi nelle scuole Calenzano ora è il posto più sicuro «Mai vantarsi in questi casi. Ma, incrociando le dita, il nostro territorio si è salvato dalle ultime burrasche». Alessio Biagioli, 43 anni, artigiano, è il sindaco di Calenzano, il comune più sicuro d’Italia. Tra Prato e Firenze, 17 mila abitanti, è in cima alla classifica dell’ultimo rapporto «Ecosistema Rischio», indagine su chi ha fatto di più contro frane e alluvioni realizzata da Legambiente con la Protezione Civile. «Premiati I 3 comuni più virtuosi Monastero Bormida (Asti) Calenzano (Firenze) Agnana Calabra (Reggio Calabria) Fonte: Ecosistema Rischio 2013 49% i Comuni dove i lavori contro il dissesto sono stati almeno sufficienti d’Arco per il secondo anno consecutivo» puntualizza con orgoglio il primo cittadino. Mappe alla mano, sarebbe anche un Comune piuttosto complicato: montuoso per due terzi, attraversato da quattro corsi d’acqua. «Messi tutti in sicurezza, con un piano avviato quindici anni fa — spiega Biagioli —. Abbiamo realizzato quattro casse di laminazione, ma non ci fermiamo qui. Sono in corso lavori di riprofilatura degli argini e ovviamente la manutenzione costante». Opere portate a compimento (5 milioni di risorse comunali, altri sette da fondi nazionali, regionali e provinciali), ma non solo. «Il Piano di protezione civile è stato redatto una decina di anni fa, e viene aggiornato periodicamente — aggiunge il sindaco — Ma la nostra vera ricchezza è il volontariato: dai vigili del fuoco, al Vab (la Vigilanza antincendi boschivi) ai gruppi di pubblica assistenza e di pronto soccorso». Oltre duecento persone pronte ad attivarsi in caso di emergenza, un numero unico del Comune che si attiva quando il cielo si fa scuro o i bollettini indicano allerta. «In più l’in- © RIPRODUZIONE RISERVATA formazione dei cittadini, o le dimostrazioni di protezione civile nelle scuole, per far crescere la sensibilità di tutti». Sembra facile, ma lo è solo in apparenza. Precisa il sindaco Biagioli: «La pianificazione delle opere contro il dissesto, quando non ci sono eventi drammatici, non creano consenso. All’inizio nessuno ti fa i complimenti, anzi ci sono sempre quelli che obiettano che le casse di laminazione erano inutili e non si riempiranno mai. Ma quando, come in questi giorni, la gente ti ferma e ti dice, per fortuna da noi non è successo nulla, significa che abbiamo fatto bene e la popolazione lo ha capito». Riccardo Bruno © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera 6 # Primo piano Il maltempo I punti critici del Po ieri sera (dati in metri) Gli abitanti evacuati nelle aree golenali del Po Livello III (massimo) a rischio allagamento O Valore registrato gli nelle province di Piacenza, o x Evacuati Mantova Parma, Reggio Emilia Cremona e Ferrara Casalmaggiore Borgoforte Sermide PO 5,6 6,78 7 8,32 9 9,55 Piacenza PO 7 7,19 40 Fogarino di Luzzara Polesella Ghiarole 230 7,8 7,92 Boretto Parma 6,5 7,95 Pa na ro 1.122 Sec chia Frane in Liguria, situazione critica nel Centro-Nord I numeri Arda Oltre mille sfollati per la piena del Po Metrò fermo a Milano Fonte: Protezione civile, Aipo - valori registrati alle 21.30 di ieri La tregua dopo il diluvio. Il maltempo che si sposta al Centro e al Sud. Una città, Milano, che ieri ha dovuto fare ancora i conti con trasporti a singhiozzo. Regioni come Piemonte e Liguria in pieno allarme. E un fiume, il Po, che fa paura. Tanto da aver fatto lasciare casa a 1.122 persone. Sfollate in attesa dell’ondata di piena. Per sicurezza c’è chi prova ad affidarsi anche a Dio, come don Evandro Gherardi, parroco di Brescello che oggi guiderà una processione con il «Cristo parlante», la statua di legno — la stessa — che compare in uno dei film di Don Camillo e Peppone. La maggior parte degli evacuati dalle aree go- Il caso di Erika Dellacasa A Genova per indicare che qualcosa era irraggiungibile gli anziani usavano dire che era «a Pentema»: Pentema è una piccola frazione del comune di Torriglia, nel parco dell’Antola, ad abitarla stabilmente sono rimasti in dodici, il più giovane ha ottantadue anni il più anziano novantaquattro. I giapponesi di Pentema. Vecchietti irriducibili che da quel nucleo di case in pietra, abbarbicate sul monte a più di 800 metri di altezza dove fiorisce il bucaneve viola, ci siano gelate, tempeste, frane, non se ne vogliono andare. Con le due ultime alluvioni che hanno colpito la Liguria sono rimasti isolati a causa di una frana che ha interrotto l’unica strada di accesso al paese. «Appena ho potuto li ho raggiunti a piedi, l’unico modo possibile, insieme con il corpo forestale — racconta il sindaco di Torriglia Maurizio Beltrami —, siamo arrivati con i viveri e le medicine. Eravamo pronti a portare gli anziani al di là della frana, a Torriglia, ma loro non ne hanno voluto sapere. Ho parla- lenali del Po è stata ospitata da parenti e amici, altri sono stati alloggiati negli alberghi e nelle strutture messe a disposizione dai Comuni. Il fiume è sorvegliato speciale anche nelle province di Cremona e Mantova. In quest’ultima l’ordine di evacuazione ha riguardato 500 persone (in 24 centri abitati). La situazione resta difficile in Liguria, in particolare nel Tigullio e nel Levante. Anche ieri si sono verificate frane, allagamenti, frazioni isolate e persone che hanno dovuto lasciare l’abitazione. Mentre si cercano ancora le 70 bare del cimitero di Bolzaneto trascinate via dall’esondazione nel torrente Polcevera. Così come Luciano Balestrero, disperso da sabato. A Genova (dove in serata sono crollati due muraglioni) e dintorni il bilancio è di 320 persone isolate e 147 famiglie sfollate. In tutta la regione fino a ieri sera si contavano 300 strade interrotte. In Piemonte continua l’emergenza anche nell’Alessandrino. Alcuni quartieri sono invasi da acqua e fango: in tutta la provincia gli sfollati sono circa 200. Tra Novi e Ovada diversi Comuni non hanno l’acqua potabile. Livelli record per il lago Maggiore, mentre resta chiuso l’ospedale di Omegna allagato dalle acque del lago d’Orta. An- Corriere della Sera cora una cinquantina le persone isolate in Valsesia. A Milano è stata un’altra giornata delicata per chi ha dovuto viaggiare sulla linea 2 della metropolitana: l’innalzamento della falda ha interrotto il tratto tra le stazioni di Garibaldi e Centrale. A Venezia è prevista l’acqua alta a 110 centimetri. Disagi e allagamenti ieri anche in Toscana tra Firenze e Prato. Da oggi però al Nord torna il sole. Andrà peggio al Centro, dove sono previsti rovesci sparsi, e al Sud con precipitazioni anche intense tra Campania e Calabria. Leonard Berberi © RIPRODUZIONE RISERVATA Isolato il paese degli ultraottantenni: stiamo qui I dodici irriducibili di Pentema, il più giovane ha 82 anni. «Le nostre case sono queste» ❞ Il decano Qui vivevano i miei nonni, ci sono sempre stato e resto Il sindaco Li abbiamo raggiunti a piedi con la Forestale con cibo e medicine Il più anziano Silvio Traverso, 94 anni, prima gestiva un negozietto nel paese, poi ha deciso di fare il tassista vive sola, autonoma e serena come racconta la figlia Rosa che gestisce la Locanda del Pettirosso: «Non si può vivere a Pentema in inverno senza scorte — dice Rosa —, mia mamma ha sempre la dispensa ben fornita e noi siamo in continuo contatto. Tutta quella pioggia l’ha preoccupata ma spaventar- la è difficile: in ogni caso, lei dalla sua casa non se ne andrà mai». Il sindaco, i figli, i nipoti hanno dovuto rispettare la volontà di resistenza dei dodici grandi vecchi di Pentema. Nel 2002 quando un’altra ondata di maltempo e l’ennesima frana aveva isolato la frazione — ricorda il presidente del par- 320 Le persone che fino a ieri sera risultavano isolate a Genova e dintorni. In località Brigna, sopra Voltri, si contano 158 persone isolate. Le rimanenti 162 sono isolate in Valpolcevera, Valbisagno e Pra’ co dell’Antola Roberto Costa — il prefetto aveva tentato di evacuare il paese con un’ordinanza ed era stato inviato un elicottero per portare via gli anziani: l’elicottero tornò a Genova senza passeggeri. Non per nulla i pentemini hanno scritto di se stessi: «Siamo gente caparbia, decisa e pronta a sacrifici e fatiche per mantenere in vita Pentema e le sue antiche tradizioni». E come ogni anno — nonostante le alluvioni — si stanno preparando a far rivivere il presepe di Pentema. «Anche questa volta ce la faremo e lasceremo i nostri vecchi nelle loro case — dice il sindaco — ma fino a quando resisteremo? Abbiamo bisogno di mettere in sicurezza le strade che collegano le frazioni, man- I residenti Siamo caparbi, decisi e pronti a sacrifici e fatiche L’evacuazione Nel 2002 venne emessa un’ordinanza di evacuazione: nessuno la rispettò to con tutti, uno per uno, e tutti mi hanno detto che loro non se ne vanno». «Io ho vissuto sempre qui e qui voglio morire. Qui vivevano i miei nonni. Quando sarà la mia ora, seppellitemi a Pentema» ha detto il decano, Silvio Traverso, 94 anni, che per anni ha avuto un negozietto nella zona, poi ha fatto il tassista nella vallata, prima di ritirarsi nella vecchia casa di famiglia con la moglie Bruna. I Traverso e i Bevilacqua sono i due cognomi di Pentema: il nonno di Silvio era un personaggio notissimo, soprannominato U’ Bana, suonava il flauto: rivive nelle figurine in resina che le figurinaie di Pentema continuano a modellare. Ogni statuina si ispira a un personaggio della storia del paese. Non sarà il fango dell’alluvione a strappare Silvio Traverso dalle sue radici, e così è per Rita Vita, 89 anni, anche lei La figlia Rosa Vita (nella foto) gestisce la locanda del Pettirosso: la madre Rita, 89 anni, vive a Pentema da sola. «Ha sempre la dispensa ben fornita e non è spaventata. Neanche adesso» cano i fondi. Abbiamo avuto danni per tre milioni di euro, ho avviato lavori per un milione, i soldi per ora non ci sono ma in qualche modo faremo. È una battaglia continua ma se le piccole frazioni venissero evacuate i paesi come Pentema, che oggi sono comunità vive, in poco tempo diventerebbero paesi fantasma, il territorio sarebbe abbandonato. Aumenterebbero l’incuria e il dissesto. Noi sindaci dell’entroterra siamo concordi sulla necessità di difendere questi nuclei». E se a Pentema vivono dodici irriducibili nella frazione della frazione, Pezza di Pentema, vivono in due: sono stati portati in salvo in elicottero, nei giorni scorsi, ma sono già tornati. In tempo per restare tagliati fuori dal mondo da un’altra frana, sabato scorso. Sono fiduciosi, la strada sarà liberata. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 7 Il sostegno di Intesa Sanpaolo ai progetti degli Italiani. NEL 2014 CONCESSI 20 MILIARDI A IMPRESE E FAMIGLIE. Anche in questi anni Intesa Sanpaolo non ha mai smesso di offrire credito. Perché non ha mai smesso di credere nel Paese e sostenerne la ripresa. Solo nei primi nove mesi del 2014, ad esempio, ha destinato 20 miliardi a imprese e famiglie. IN ARRIVO ALTRI 12,5 MILIARDI CON IL CONTRIBUTO DELLA BCE. Intesa Sanpaolo partecipa a TLTRO (Targeted Longer-Term Refinancing Operations). L’operazione della Banca Centrale Europea che fornisce liquidità al sistema bancario per favorire la concessione del credito. Questo ci consente di mettere a disposizione del Paese altri 12,5 miliardi a un tasso vantaggioso. 140 MILIARDI DI NUOVO CREDITO IN 4 ANNI. Complessivamente, tra il 2014 e il 2017, il credito stanziato da Intesa Sanpaolo per famiglie e imprese sarà di oltre 140 miliardi. Una cifra importante, il nostro modo di sostenere la ripresa economica del Paese. Messaggio Pubblicitario. Fogli Informativi in Filiale e sul sito della Banca. www.intesasanpaolo.com Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera 8 # Primo piano Europa e conti pubblici «Acquisti di titoli di Stato per aiutare la crescita» Allarme del presidente Bce, Draghi: «Senza riforme ripresa a rischio, disoccupazione inaccettabile» «Italia e Spagna, più sforzi per controllare i rischi sistemici, LuxLeaks? Problema di armonizzazione fiscale» ● Scenari In Giappone choc recessione Abe in bilico di Guido Santevecchi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO Il Giappone dell’Abenomics è in recessione: nel terzo trimestre il Prodotto interno lordo è caduto dell’1,6% rispetto a un anno fa. Un altro duro colpo dopo il crollo del 7,3% del trimestre precedente, dovuto all’aumento della tassa sui consumi dal 5 all’8%, che aveva spinto i giapponesi a tenersi gli yen in tasca. Gli economisti non se lo aspettavano, avevano previsto una crescita del 2,2%. Uno choc anche per i mercati globalizzati, perché tutti pensavano che la Banca del Giappone avesse la situazione sotto controllo, dopo aver annunciato due settimane fa un rafforzamento della politica di «quantitative easing»; spinte dalla caduta della terza potenza economica del mondo le borse in Europa hanno vacillato, il prezzo del petrolio è sceso ancora, l’euro ha perso sul dollaro. Quindi il Giappone è in recessione. Il primo ministro Shinzo Abe (foto) si è convinto della necessità di rinviare il nuovo aumento dell’Iva dall’8 al 10% che dovrebbe scattare nel 2015 e deprimerebbe ulteriormente i consumi. Il governo ha una via stretta: deve trovare risorse per ridurre un debito pubblico che ha superato il 200% del Pil, deve uscire da 15 anni di deflazione resuscitando il consumo interno, ma tassando gli acquisti certo non invita i giapponesi a spendere. Ancora prima dei dati pessimi sul calo del Pil, a Tokyo circolavano voci sulla prossima mossa di Abe: annunciare il rinvio dell’aumento dell’Iva e sciogliere la Camera chiamando i giapponesi alle elezioni anticipate di due anni, il 14 dicembre. Un gioco d’azzardo, perché se è vero che l’opposizione è debole, il gradimento del premier è scivolato e c’è un 40 per cento di giapponesi che non hanno preferenze. Le elezioni anticipate suonano come un referendum su Abe e Abenomics, prima che i consensi scendano ancora. @guidosant © RIPRODUZIONE RISERVATA La vicenda ● Sono varie le misure che la Bce ha adottato per aumentare la liquidità in Europa di circa mille miliardi di euro (da 2 a 3 miliardi in totale): prima i prestiti agevolati alle banche a un tasso dello 0,15%, poi l’acquisto di titoli cartolarizzati di banche e imprese ● Tra le misure «non convenzionali» che la Bce può utilizzare ci sono gli acquisti di titoli di debito, sia privati ma soprattutto pubblici, come i Btp italiani. I tedeschi e i Paesi del Nord Europa finora sono stati contrari perché così la Bce finanzierebbe direttamente gli Stati ● Covered bond, l’istituto di Francoforte potrebbe comprare anche questi prodotti DAL NOSTRO INVIATO L’Authority Il presidente della Bce Mario Draghi BRUXELLES La Banca centrale eu- ropea è pronta a comprare titoli di Stato in caso di inflazione bassa per molto tempo. Lo ha ribadito il presidente della Bce Mario Draghi nell’Europarlamento di Bruxelles, citando esplicitamente «l’acquisto di bond sovrani». Ha poi fatto intuire un superamento dell’opposizione a questo intervento della componente tedesca della sua istituzione dichiarando che «il Consiglio dei governatori è unanime nell’impegno a usare strumenti non convenzionali» nell’ambito del mandato dell’istituzione di Francoforte. Draghi non ha nascosto la preoccupazione per i rischi di revisione al ribasso della previsioni di ripresa già moderata. «Lo slancio di crescita della zona euro si è indebolito durante l’estate — ha ammesso —. La ripresa è messa a rischio da disoccupazione alta, capacità produttiva inutilizzata e necessari aggiustamenti di bilancio». Proprio la situazione del mercato del lavoro gli fa chiedere «di fare di più per la crescita» perché nell’eurozona «il tasso di disoccupazione è molto alto, soprattutto quello giovanile è a un livello socialmente inaccettabile». Per il presidente della Bce l’inflazione è prevista ancora troppo sotto l’obiettivo del 2%. Ma «al tempo stesso restano valide le nostre aspettative per una ripresa modesta nel 20152016». L’importante è che «il 2015 dovrà essere l’anno in cui tutti gli attori dell’area euro, dai governi alle istituzioni europee, dovranno avviare una consistente strategia comune per riportare le nostre economie in carreggiata» perché «la politica monetaria non è in grado di farlo da sola». Anche se ritiene che gli interventi del- La ricerca di Dario Di Vico Nello stesso giorno in cui il professor Romano Prodi ha tirato una bordata al governo e alla Ue («In Italia ci sono 142 tavoli di crisi, che va benissimo, ma se continuiamo la politica industriale con i tavoli di crisi vuol dire che stiamo dichiarando la ritirata») il caso ha voluto che a Bologna si presentasse una ricerca a campione sugli investimenti promossa da Confindustria Emilia Romagna. Le domande a cui l’indagine doveva dare soddisfazione erano sostanzialmente due: a) gli imprenditori stanno o no migliorando le loro aziende per metterle al passo della concorrenza? b) ha ragione chi dice che ora, specie dopo l’annunciato taglio di una parte dell’Irap, gli industriali non hanno più alibi e devono mettere mano al portafoglio? «Il primo dato che emerge con chiarezza dalla ricerca — ha risposto il presidente Maurizio Marchesini — è che le nostre imprese conti- la sua Bce, fornendo ingente liquidità a basso costo alle banche, iniziano a produrre «effetti tangibili». Gli interventi da attuare a livello governativo e a Bruxelles sarebbero «investimenti» di stimolo della crescita, «riforme strutturali» e «una ulteriore cessione di sovranità che assicuri un sostenibile e buon funzionamento dell’Ue». Draghi non ha risposto alle domande dell’eurodeputato Marco Zanni del M5S sul coinvolgimento delle banche nello scandalo LuxLeaks sull’elusione delle tasse tramite il Lussemburgo e altri paradisi fiscali. L’ha definito un problema legato alla necessità di una «armonizzazione fiscale». Né ha commentato la critica di diverso trattamento nelle verifiche della Bce per una grande banca tedesca con presunte Il referendum La Svizzera vota sull’oro, il franco a quota 1,20 Il cambio euro/franco è sceso ieri a 1,2005, a un passo millimetrico dalla soglia di 1,20 difesa dalla banca centrale elvetica, su valori che non si vedevano da 26 mesi. Continuano così le forti pressioni al ribasso sul cambio eurosvizzero (giù la moneta unica, su il franco), in vista del referendum elvetico sull’aumento delle riserve d’oro il 30 novembre. Una vittoria del «sì» costringerebbe la banca centrale a detenere almeno il 20% di attività in oro. La difesa della soglia a 1,20 diventerebbe più difficoltosa limitando i margini di intervento dell’Authority sulle riserve valutarie. E potrebbe essere necessaria una mossa sui tassi. Dal 2011 la banca centrale si è impegnata a comprare valuta «in quantità illimitata» contro il franco forte. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Le imprese e la fatica di investire Le rinunce? In media 1,1 milioni Prodi: no alla «politica dei tavoli» nuano a investire ed hanno voglia di farlo: più dell’80% ha realizzato investimenti nel 2013 e prevede di realizzarne nel 2014. Non è un segnale da poco perché lo si registra al sesto anno di crisi e di prolungata recessione e in uno scenario di incertezza». Dal campione di 172 aziende prese in esame il 4% del fatturato è destinato ad ammodernamenti che rispondono sostanzialmente a due esigenze fondamentali, la ricerca di efficienza e lo sviluppo di conoscenza. Nel 2014 però risulta ridimensionata la propensione ad investire nell’internazionalizzazione commerciale e produttiva. Naturalmente diminuendo la dimensione cala anche la tendenza ad investire: una piccola impresa su quattro non lo ha fatto nel 2013 e non lo farà nel 2014, si tratta di aziende poco strutturate e managerializzate, con livelli di capitalizzazione che impediscono l’accesso a risorse finanziarie per dar gam- Gli investimenti nel cassetto 197 L’orizzonte temporale milioni di euro Il valore degli investimenti (mancati) che gli imprenditori avrebbero voluto fare nel 2014 oltre 3 anni 30,7% 3 anni 23,5 milioni di euro 2 anni Il valore medio dell’investimento per ogni azienda 1 anni 1,1 mega-esposizioni in speculazioni ad alto rischio sui derivati, rispetto a istituti italiani con crediti difficili nell’attività tradizionale. Draghi ha garantito che gli stress test sono stati rigorosi, anche se «non possiamo dire che in Europa esistono condizioni completamente eque e uniformi nel settore bancario». L’ aumento di capitale della banca Mps, che non ha passato gli stress test Bce, l’ha definito in valutazione. Condivide che l’attenzione sul sistema bancario debba rimanere alta, pur in assenza di rischi sistemici. A Italia, Spagna, Lussemburgo, Polonia e Romania ha sollecitato al più presto «più sforzi» per « migliorare l’efficacia della funzione macroprudenziale». Ivo Caizzi Fonte: Confindustria Emilia Romagna su un campione di 172 imprese be ai progetti. L’indagine di Confindustria Emilia-Romagna non si è limitata però solo al consuntivo 2014 ma ha voluto fornire al dibattito pubblico anche una «chicca»: ha cercato di indagare gli investimenti rimasti nel cassetto, quelli che si sarebbero voluti deliberare e invece sono stati quantomeno rinviati all’anno prossimo. Ebbene il 47,5% delle imprese interpellate ha dichiarato di essersi trovata in questa condizione ovvero di aver in serbo «investi- 25,1 20,7 d’Arco menti straordinari» che non si sono riusciti a realizzare nell’anno in corso. Di che tipo di investimenti stiamo parlando? Per le piccole i sogni nel cassetto sono per lo più progetti legati all’ammodernamento del processo produttivo e al miglioramento dei costi e dell’efficienza. Nel segmento delle medie imprese in stand by ci sono investimenti per innovare processo e prodotto mentre per le grandi imprese si parla in prevalenza di progetti di internazionalizzazione. Se poi però passiamo dalla conta delle intenzioni alla quantificazione finanziaria dei progetti rimasti fermi i numeri non sono poi così esaltanti: le 172 imprese del campione dichiarano di avere in mente e non essere riuscite a realizzare investimenti per una somma totale di 197 milioni di euro. Dunque la dimensione media del «sogno incompiuto» è di 1,1 milioni (che salgono a 2,8 milioni se prendiamo in esame le sole grandi imprese). Per avere un termine di raffronto concreto, riferito alla sola ipotetica tipologia degli investimenti in beni strumentali, 1,1 milioni possono equivalere all’acquisto di 5 nuove macchine o di un sistema integrato. Ma come mai questi progetti non si sono potuti realizzare? La risposta che viene dall’Emilia è netta: per mancata disponibilità di credito a medio-lungo termine. Ovvero le banche ci hanno lasciati soli. Da qui la necessità sottolineata da Marchesini in chiusura «di poter accedere a strumenti e risorse anche extra-bancari per accompagnare i progetti straordinari». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 PRIMO PIANO 9 # La riforma No a proroghe del servizio Trasferimenti obbligati Spiraglio per le assunzioni Consulenze sì, ma gratis La legge sulla pubblica amministrazione varata dal governo Renzi prevede uscite in anticipo per i dirigenti pubblici. Per la precisione, i manager possono andare in pensione con 4 anni di anticipo, cioé a 62 anni anziché 66. Esclusi magistrati, professori universitari e primari Stop al trattenimento in servizio. Da ottobre nella pubblica amministrazione nessuno può essere trattenuto al lavoro dopo aver raggiunto i requisiti per la pensione. La regola vale anche per i magistrati, anche se per loro lo stop scatterà solo a inizio 2016 I dipendenti delle pubbliche amministrazioni possono essere trasferiti in sedi collocate nel territorio dello stesso Comune o a distanza non superiore a 50 chilometri. Sono esclusi da tale obbligo i dipendenti con figli minori di tre anni, che hanno diritto al congedo parentale Per garantire gli standard operativi e i livelli di efficienza ed efficacia del corpo dei vigili del fuoco, sono state autorizzate 1.030 assunzioni. Scorrimento più veloce delle graduatorie anche per la Polizia. In generale, per il quinquennio 2014-2018 il turnover diventa più flessibile Esteso anche agli enti e alle società partecipate il divieto di conferimento di incarichi di studio e di consulenza a qualsiasi persona in pensione, già appartenente a quella o altra amministrazione. Gli incarichi a titolo gratuito sono invece consentiti ILLUSTRAZIONI DI VINCENZO PROGIDA Dirigenti in pensione Statali, niente soldi per il contratto Lite Camusso-Garante sullo sciopero Su anche l’import: +3,3% La sorpresa dell’export: balzo del 7,4% a settembre Madia: ma nella Pubblica amministrazione nessuno perderà il posto di lavoro ROMA «Nessuno perderà il posto per effetto della riorganizzazione della Pubblica amministrazione. Nessuno andrà a casa». È questo il «primo impegno» che il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, ha preso ieri con i sindacati nell’incontro a Palazzo Chigi sul pubblico impiego. La seconda promessa è stata «l’assunzione dei vincitori di concorso e dei precari della scuola». Ma il punto su cui i sindacati chiedevano risposte certe, la riapertura della contrattazione nella parte economica, bloccata da sei anni, ha avuto risposta negativa: il rinnovo dei contratti non è possibile nel 2015 per mancanza di risorse in bilancio ma sulla parte normativa il dialogo riaprirà il prossimo anno. Si va così verso due scioperi: uno generale il 5 dicembre, convocato dalla Cgil, e uno unitario del pubblico impiego, probabilmente a metà del prossimo mese. Il primo, però, è stato giudicato «parzialmente illegittimo» dal Garante per gli scioperi: l’astensione non può riguardare le ferrovie e, in diverse province, il trasporto pubblico locale, perché altre agitazioni sono già state proclamate a meno di 10 giorni di distanza. «Se la Cgil decidesse di non adeguarsi alla nostra indicazione Il caso di Francesco Di Frischia ROMA All’Atac, l’azienda di trasporto pubblico dei romani, lavorano oltre cento sindacalisti che rappresentano 10 sigle a tempo pieno: uno ogni 119 dipendenti, che in tutto sono 11.950. Costano complessivamente all’azienda circa 3 milioni e mezzo di euro l’anno, facendo una stima su uno stipendio medio di circa 34 mila euro lordi. Nel nuovo piano industriale 2015-2019, però, anche in virtù del pauroso deficit (1,6 miliardi negli ultimi 10 anni) l’azienda prevede, tra l’altro, di razionalizzare le linee periferiche e aumentare le ore di lavoro degli autisti. Saranno anche più cari biglietti e abbonamenti ma a dover stringere la cinghia saranno pure i sindacati: l’Atac vuole tagliare i loro permessi del 20%, sull’esempio della circolare del ministro per la Pubblica amministrazione, Marianna Madia, che ha sforbiciato del 50%, a partire dal 1° settembre, le as- — spiega Roberto Alesse, presidente della commissione di Garanzia — l’Autorità dovrebbe aprire il procedimento per valutare le sanzioni, dai 2.500 ai 100 mila euro». «Siamo pronti a spiegare al Garante che non c’è nessuna illegittimità» ha replicato Susanna Camusso. Quanto ai dipendenti pubblici, il ministro Madia ha spiegato che il governo, pur conoscendo «il problema» economico ha scelto di «concentrare le risorse su chi stava peggio». E che il bonus di 80 euro andrà a un lavoratore pubblico su quattro: circa 800 mila dipendenti. «Questo è un incontro inteso come scambio di cortesia o è un’apertura di una stagione differente?» ha incalzato Camusso: «La riforma della p.a. è essenziale per il Paese. Ci piacerebbe poterne discutere». Madia ha ribattuto: «Non so se è l’inizio di Lo sconto Il governo si impegna inoltre a rivedere le norme sulle casse dei professionisti: il prelievo scenderà da 20 al 17 per cento una nuova stagione. Vi chiedo però di partecipare a una discussione tra datori di lavoro e rappresentanza dei lavoratori sui contratti di lavoro». Annamaria Furlan, segretario Cisl, ha chiesto che il rinnovo del 2015 venga recuperato almeno nella legge di Stabilità del prossimo anno. Il governo ha risposto picche e il leader Cisl ha proclamato lo stato di agitazione. «Qualche auspicio e nessuna risposta» ha sintetizzato Camusso. «Non siamo per niente soddisfatti», c’è stata «una chiusura sul merito» dice Carmelo Barbagallo, nuovo segretario della Uil. «Apprezziamo lo sforzo del ministro» sulla riforma «ma è stato altrettanto chiaro nel dire che su questa partita per ora non ci mette un euro» ha detto Paolo Capone (Ugl). Ieri l’esecutivo ha anche dato disponibilità a finanziare con la legge di Stabilità ammortizzatori sociali fino a due miliardi, 400-500 milioni in più del previsto. Gli emendamenti più importanti del governo dovrebbero arrivare domani, ma intanto emerge che il taglio ai patronati sarà dimezzato e che la tassazione sulle casse previdenziali dovrebbe passare dal 20% al 17%. Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA Volano le esportazioni 3,05 milioni I dipendenti a tempo indeterminato nello Stato 280 mila circa I dipendenti pubblici assunti a tempo determinato 11,1 per cento La spesa per pubblico impiego in rapporto al Pil Marino frena i sindacati nell’Atac Il rilancio Cisl: taglia più permessi 1,6 miliardi è il deficit accumulato dall’Atac negli ultimi 10 anni 100 i sindacalisti dell’Atac che rappresentano 10 sigle sindacali 3,5 milioni di euro il loro costo annuo su uno stipendio di 34 mila euro senze sindacali in uffici centrali e periferici della Pa. La Fit Cisl, la più rappresentativa con i suoi 3 mila iscritti e 11 sindacalisti distaccati, non ci pensa proprio a protestare e anzi rilancia: «Anche noi vogliamo fare la nostra parte — sottolinea Francesco Sorrentino, segretario generale della Fit Cisl del Lazio — e neanche tanto provocatoriamente diciamo che il taglio dei permessi può arrivare al 30%». In che modo? «I distacchi vanno redistribuiti in base al numero di iscritti — fa notare Sorrentino — e alla rappresentatività acquisita con le votazioni delle Rsu. Servono regole chiare e precise». E se ne sono accorti anche i vertici dell’Atac che i permessi sindacali fino a oggi sono stati distribuiti, di fatto, a pioggia: se La società L’Atac è l’agenzia del trasporto autoferrotranvi ario del Comune di Roma infatti la Fit Cisl ha 11 sindacalisti distaccati che rappresentano quasi il 30% di dipendenti, è anche vero che ci sono organizzazioni, con poche decine di iscritti, che vantano in percentuale molti rappresentanti. Se si applicasse il metodo proporzionale proposto dalla Fit Cisl, l’azienda di trasporto pubblico, che a Roma serve un’area di 1.285 chilometri quadrati e garantisce con bus, tram e metropolitane più di 4 milioni di spostamenti al giorno, potrebbe utilizzare a tempo pieno circa 30 dipendenti in più, che le costano comunque oltre un milione di euro l’anno. Si tratta ovviamente di un dato puramente indicativo: una rigida divisione dei distacchi sindacali in base alla rappresentatività potrebbe portare anche a dimezzare, senza fatica, il monteore complessivo attuale che assomiglia, in maniera imbarazzante, all’Everest. Ma di bello non ha nulla. © RIPRODUZIONE RISERVATA italiane. A settembre le vendite all’estero sono aumentate dell’1,5% rispetto al mese di agosto e del 7,4% rispetto ad un anno prima. Le importazioni sono cresciute dell’1,6% su agosto e del 3,3% su base annuale, ed in settembre il saldo della bilancia commerciale si è chiuso in attivo per 2 miliardi, contro un surplus di 700 milioni un anno fa. Nei primi nove mesi dell’anno l’attivo degli scambi commerciali con l’estero è così salito a 28,2 miliardi, contro i 19 dello stesso periodo del 2013. Al netto delle importazioni dei prodotti energetici (che per giunta crescono del 7,9% annuo), a settembre si sarebbe registrato un avanzo di 5,6 miliardi di euro, mentre nei primi nove mesi l’attivo sarebbe di ben 62 miliardi di euro. Il forte aumento delle esportazioni è sostenuto in particolare dalle vendite nei mercati extra europei (+4,1%), mentre le vendite sui mercati comunitari diminuiscono dello 0,7%. La crescita tendenziale delle esportazioni, sottolinea l’Istat, è particolarmente sostenuta verso il Belgio (+29,9%), Paesi Opec (+20,6%) e Usa (+13,3%), soprattutto per quanto riguarda mezzi di trasporto diversi dalle autovetture (+27,7%), prodotti chimici, medicinali e farmaceutici (+16,5%). Il Made in Italy, sottolinea l’Ice, «si conferma come un elemento trainante della nostra economia. Appena l’export subisce un’accelerazione, sempre più è in grado di permeare i mercati più lontani». La conferma di un clima leggermente migliore dell’attività economica arriva dai dati del Tesoro sulle entrate, che nei primi nove mesi dell’anno mostrano nel complesso un aumento dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2013. Crescono sia il gettito tributario (+0,6%) che le entrate contributive (+0,2%), nonostante a partire da quest’anno le imprese beneficino della riduzione dei premi assicurativi Inail. Mario Sensini © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera 10 Politica Emendamento al Jobs act Scontro nella maggioranza Al Senato Italicum, la spinta per il primo traguardo in dicembre Ncd e le correzioni: testo diverso? Si aprirà un bel contenzioso ROMA Parte oggi in commissione al Senato la «volata finale» della legge elettorale che, nei piani del presidente del Consiglio e degli alleati della maggioranza, dovrebbe essere approvata dall’aula di Palazzo Madama «entro il dicembre del 2014» e «entro febbraio del 2015 alla Camera». Quindi l’ordine di scuderia per il Partito democratico è quello di correre per evitare che Silvio Berlusconi riesca nel suo intento: assemblare un solo «pacchetto», con l’Italicum e l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Ma sulla tabella di marcia, il vero nodo politico dell’Italicum, si intravvedono acque agitate anche all’interno del Pd. Roberto Giachetti, ora renziano di ferro ma da sempre in prima linea sulla legge elettorale, avverte: «Solo se l’Italicum verrà approvato al Senato entro dicembre non (ri)farò lo sciopero della fame». Non è questa la linea di Gianni Cuperlo, uno dei leader della minoranza: «Se come dice Renzi, e io gli credo, la legislatura deve durare fino al 2018, non si capisce perché l’urgenza sia quella di fare domani mattina la legge elettorale. A meno che domani mattina qualcuno non pensi che quella legge serva per andare a votare» prima. Federico Gelli, deputato toscano del Pd, ritiene che queste parole di Cuperlo sulla legge elettorale siano «sorprendenti». E qui, nella forte dialettica interna al Pd, si innestano le preoccupazioni del Ncd esternate dall’ex ministro Maurizio Sacconi: «La velocità di Renzi è la nostra velocità. Il paradosso è che siamo noi a trainare perché il suo partito tira indietro». Dunque si parte oggi con la relazione della presidente Anna Finocchiaro (Pd) che illustrerà il testo giunto dalla Camera a marzo e per ora eviterà di dilungarsi sulle modifiche concordate dalla maggioranza: soglia unica di accesso al 3%, soglia alta per conquistare il premio al 40%, premio di maggioranza al partito e non alla coalizione, capilista bloccati e preferenze nei collegi che scenderanno da 120 a 100-75. Già oggi, con l’audizione del ministro dell’Interno Angelino Alfano, potrebbe entrare nel vivo la riflessione su temi caldi come la soglia del 3% (irrinunciabile per il Ncd, inaccettabile per FI), il numero dei collegi (FI non è disposta ad andare sotto i 100), i capilista bloccati che creerebbero uno squilibrio tra il primo partito (240 eletti con le preferenze e 100 bloccati) e gli altri (tutti bloccati). Seguiranno le audizioni (23 professori), poi il 26 novembre partirà la discussione generale. Ma i punti che ballano sono molti. Uno, che porterebbe lontano dall’Italicum, lo segnala Corrado Passera, fondatore di Italia Unica: «L’Italia ha bisogno di un sistema elettorale maggioritario a doppio turno di coalizione con collegi uninominali». Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA L’iter ● Il Jobs act, è al momento al vaglio della commissione Lavoro a Montecitorio ● La Camera ha approvato la modifica al calendario che stabilisce l’arrivo in Aula del Jobs act per il 21 novembre, prima del ddl Stabilità ● Il voto finale è previsto per il 26. Il termine per la presentazione degli emendamenti in Aula è fissato per venerdì ROMA Sul Jobs act, la riforma al- l’esame della commissione Lavoro della Camera, quella di ieri è stata un’altra giornata ad alta tensione. Tutto comincia con le parole del sottosegretario al Welfare, Teresa Bellanova, che annuncia per oggi l’arrivo a Montecitorio di un emendamento del governo sull’articolo 18, cioè sulle nuove regole per i licenziamenti. Bellanova dice che il documento sarà la traduzione dell’accordo politico raggiunto la settimana scorsa con la minoranza del Pd. E dunque che il reintegro nel posto di lavoro resterà possibile non solo per i licenziamenti discriminatori (cioè per motivi politici o religiosi) ma in alcuni casi anche per quelli disciplinari, cioè legati al comportamento del dipendente. Il sottosegretario, parlando alla Camera, si addentra anche in dettagli tecnici: dice che il reintegro ci sarà solo quando il licenziamento è stato deciso sulla base di un fatto che poi si dimostra falso davanti al tribunale. E riaccende lo scontro con Ncd, che già nei giorni scorsi aveva minacciato di non far passare il provvedimento non tanto alla Camera, dove il Pd non ha problemi, ma al Senato, dove i centristi sono deci- Dettagli Il sottosegretario Bellanova getta acqua sul fuoco: i dettagli nei decreti delegati sivi per la tenuta del la maggioranza. Non a caso a intervenire è Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato: «Se vedessimo un testo diverso da quello che conosciamo ce ne andremmo dalla commissione e si aprirebbe un bel contenzioso». Più tardi è lo stesso sottosegretario Bellanova a tentare di chiudere la vicenda: «I dettagli, come noto, Appunti Tra le note del pd Roberto Speranza, ieri, durante il voto sui tempi della discussione sul Jobs act si legge «Nessun maxi emendamento» saranno specificati più avanti con i decreti delegati. Davvero non capisco le ragioni del pandemonio che si è creato in queste ore». Ma lo strappo resta. E dall’opposizione Forza Italia si gode lo spettacolo: «Ncd prima abbocca — scrive Renato Brunetta su Twitter — poi si accorge di essere stata presa in giro e reagisce. Un bel vaffa, no? For- za Maurizio Sacconi». Oltre a quella sull’articolo 18, dal governo arriveranno altre modifiche che riprendono alcune proposte sempre depositate dal gruppo pd in commissione. In particolare una sui controlli a distanza, precisando che queste attività potranno riguardare gli strumenti di lavoro (cellulare o computer) ma non direttamente il dipendente. Ieri, intanto, è stato approvato un altro emendamento che limita lo stop alla cassa integrazione: non arriverà più, come stabilito nel testo approvato dal Senato, in caso di semplice cessazione di attività ma solo in caso di «cessazione definitiva di attività». Gli assegni continueranno ad essere pagati, in sostanza, se c’è la concreta possibilità di una riconversione dell’impianto anche se la produzione è ferma ormai da tempo. Una volta finito l’esame in commissione, il Jobs act arriverà in Aula entro il 21 novembre, con il voto finale previsto per il 26. La presidente dell’aula di Montecitorio, Laura Boldrini, sottolinea che si tratta di una «mediazione», visto che il governo aveva chiesto di fissare una scadenza ancora più vicina. Cambia poco, però: quello che voleva Matteo Renzi era chiudere la partita alla Camera prima di cominciare a votare sulla legge di Stabilità. Ed è questa la linea che è passata. L. Sal. © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Politica ed emozioni «La sinistra non è un ferro vecchio» Livia Turco in tv si commuove (ancora) ROMA C’è stato un tempo in cui le lacrime di Livia Turco non facevano notizia, tanto erano frequenti. Un giorno Piero Fassino chiuse così una riunione dei Ds: «E adesso lasciamo che la Turco pianga». E Gian Antonio Stella, sul Corriere, la descrisse come Nostra Signora Rossa dei Dolori. Era l’agosto 2008 e lei sedeva sulla poltrona di ministro della Salute. Negli anni le sue lacrime sono sprofondate nell’oblio, inghiottite dal baule della rottamazione renziana. Per riapparire ieri in diretta tv, dal piccolo schermo de L’aria che tira. «La sinistra è una grande storia, non un ferro vecchio ed è questo che mi commuove». E giù singhiozzi: «La sinistra è una grande sfida. E mi fa molto soffrire vedere tanti che non si iscrivono più al Pd». Sfogo tutto politico, che si spiega con l’appello della stessa Turco a Renzi: «Chiedo al segretario di avere considerazione per queste persone, che vengono da una storia di sinistra, hanno dato tanto al nostro Paese e ora sentono il Pd un po’ lontano». Persone come la Turco, appunto. M. Gu. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso ❞ Posizioni Il carro di Matteo Renzi è stracolmo e io sono l’unico che ne è sceso «Il carro di Renzi è stracolmo e io sono l’unico che ne è sceso...». Con lo stesso balzo con cui ha lasciato la maggioranza del Partito democratico per sistemarsi all’opposizione, Francesco Boccia è passato dal ruolo di ala destra a quello di «mister» dell’ala sinistra. La lealtà al governo, giura, non è in discussione, ma il presidente della commissione Bilancio lavora per mettere su un «carretto» nuovo. Una squadretta di outsider della minoranza che possa un giorno affrontare sul campo la nazionale renziana. Il sogno è ambizioso e Boccia lo sa. Ma poiché non gli sono sfuggiti i sondaggi che danno il premier in crisi, sente che il momento è questo. Sull’Huffington Post ha lanciato un appello ai compagni spronandoli a unire le forze in un «coordinamento dei non renziani». Oggi il debutto: una conferenza ROMA Un coordinamento delle minoranze L’invito di Boccia raccoglie consensi stampa per presentare gli otto emendamenti congiunti alla legge di Stabilità scritti da Fassina e firmati, tra gli altri, da Cuperlo, D’Attorre, Civati, Zoggia e dalla bindiana Margherita Miotto. Quello sugli 80 euro sembra studiato per agganciare Sinistra e libertà e, spera Boccia, persino grillini e leghisti. «Apriamo il cantiere della nuova sinistra pd», sprona Barbara Pollastrini. «I gufi aprono le ali...», è la sintesi di Civati. E anche Rosy Bindi ricorre alla metafora ornitologica cara al premier: «Chi pone alcune Un possibile leader Tra i nomi di un possibile leader spunta quello del governatore Nicola Zingaretti questioni non è un gufo, è solo più in sintonia con quella parte di Paese reale che non si sente accolta dal Pd». Quella parte di Paese, Boccia la chiama sinistra. Proprio lui che — gli ricorda la moglie Nunzia De Girolamo quando ha voglia di sfotterlo — «un tempo era la destra del Pd e adesso, miracoli di Renzi, si trova dalla parte opposta». Francesco ci ride su e spiega il paradosso: «Non è una cosa così strana, con il Pd che si è messo a guardare a destra. Un partito che si rifiuta di tassare le multinazionali del web e che non va nelle periferie, né fisicamente, né con le politiche redistributive di Fassina...». La convention di sabato a Milano ha segnato l’avvicinamento di Area riformista a Renzi e la domanda che molti si fanno è: da che parte sta Bersani? «Pier Luigi sa quanto gli voglio bene, magari è entrato Chi è ● Pugliese, 46 anni, Francesco Boccia, laurea in Scienze politiche a Bari, eletto dal 2008 con il Pd alla Camera dei deputati, dove presiede la commissione Bilancio e Tesoro in maggioranza a sua insaputa», risponde Boccia. «Battuta affettuosa» per ricordare come Cuperlo non sia stato invitato dalla corrente che lo votò alle primarie. «Sono passati con Renzi, come i turchi di Orfini — è la lettura di Boccia —. Io non li critico, ma non pensino che il nostro è un mondo frammentato e di solisti». Davide Zoggia sogna in grande e vede una «prateria» per quella sinistra che non ha voglia di cedere alla «omologazione totale» e che si prepara ad aprire il fronte del congresso anticipato. «È indispensabile un momento di confronto con le primarie», incalza D’Attorre. Certo, ci vorrebbe un leader... L’identikit di Zoggia porta dritto a Nicola Zingaretti, il quale avrebbe in agenda diverse iniziative a carattere nazionale. Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 POLITICA 11 # ● La Nota di Massimo Franco UNA MODIFICA CHE INCRINA MA NON ROMPE L’ALLEANZA L a voglia di fare presto è tale che la riforma del mercato del lavoro ha scalzato la legge di Stabilità tra le priorità del Parlamento. Dovrebbe essere approvata entro otto giorni, ma non è ancora chiaro su quale testo si voterà il 26 novembre. Esisteva una formulazione sulla quale c’era l’accordo tra Palazzo Chigi e Ncd. Ieri, invece, è spuntato un emendamento sottoscritto dal Pd, che riguarda l’articolo 18 e il reintegro nel caso di licenziamenti disciplinari. È una modifica che ha il merito, agli occhi di Matteo Renzi, di disarmare la minoranza interna e tutta la sinistra che in queste settimane ha gridato al tradimento del premier. Ma agli occhi del partito di Angelino Alfano il pregio diventa demerito e disdetta delle intese che erano state raggiunte. La novità inietta nuove tensioni nella coalizione governativa. Maurizio Sacconi, capogruppo dell’Ncd, avverte che l’emendamento «non corrisponde a quanto concordato. Se vedessimo un testo diverso da quello che conosciamo ce ne andremmo dalla Commissione». Insomma, il contenzioso è aperto. La probabilità che sfoci in una rottura, tuttavia, appare altamente improbabile. Il percorso della riforma è ancora relativamente lungo. E, per quanto vistoso, e magari tendenzialmente aspro, lo scontro è destinato a ridimensionarsi. Per i centristi di Alfano, il problema non è solo il contenuto «di sinistra» che le modifiche comportano. Il timore è soprattutto di essere infilzato da Forza Italia, pronta a sfruttare l’episodio per raffigurare l’Ncd come prigioniero di Renzi e del Pd. In un momento in cui ciò che rimane del berlusconismo tenta di ricompattarsi, l’incidente viene usato per chiedere ad Alfano di abbandonare il governo. Ma non succederà: tanto più per le manovre di avvicinamento tra Le carte Un Jobs act più di «sinistra» per Renzi ha il merito di tacitare una minoranza del Pd sulle barricate Ma le carte finali restano coperte FI e una Lega di Matteo Salvini considerata dall’Ncd agli antipodi di qualunque cultura moderata e di governo. A contare sono soprattutto le preoccupazioni elettorali. E dal momento che nell’ipotesi di riforma si parla di una soglia di accesso in Parlamento al 3 per cento, Alfano non può non essere grato al premier. Il compromesso raggiunto, anche se non formalizzato, è tale da garantire la sopravvivenza del suo partito. Sebbene le carte rimangano coperte. Pur continuando a negare il voto anticipato, nessuno lo esclude del tutto; e nessuno è in grado di prevedere quali saranno gli accordi sia per il Quirinale che per il resto della legislatura. Renzi incassa il riconoscimento della rivista statunitense Foreign Affairs, che lo definisce « la migliore speranza di fare uscire il Paese dalla peggiore crisi economica dagli Anni 30»: un viatico impegnativo di fronte ad un’Europa con «l’encefalogramma piatto» nel giudizio dell’ex presidente della Commissione, Romano Prodi. Ma le divisioni degli avversari fanno miracoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA Piano B per l’articolo 18: l’opzione spagnola L’ipotesi per i licenziamenti disciplinari: l’azienda può pagare un indennizzo più alto al posto del reintegro La partita decisiva non si giocherà in Aula ma in seguito, quando l’esecutivo dovrà varare i decreti attuativi La scelta ● Matteo Renzi è uno dei 100 «pensatori globali» scelti per il 2014 dalla rivista Foreign Policy. Unica altra italiana, la scrittrice Elena Ferrante ● Il presidente del Consiglio, in classifica con Angela Merkel e il premier indiano Narendra Modi, è nella sezione dei «decision makers». Il leader italiano, per Fp, «è andato contro la politica del bunga-bunga» ed è il «rottamatore» che prova a cambiare la «sclerotica» politica italiana con «efficienza business friendly» ● Le figure selezionate da Fp non sono tutte positive. Tra loro c’è, per esempio, il «califfo» al Baghdadi per aver «brutalmente ridefinito il terrorismo del 21° secolo» ● Elena Ferrante è l’autrice, di cui non si conosce la vera identità, di L’amore molesto, assai popolare anche negli Usa ROMA Il giallo dell’emendamento del governo sull’articolo 18 non è solo il classico caso di tira e molla che accompagna ogni trattativa. Ma una forma di pressing preventivo, una marcatura a uomo reciproca in vista della partita decisiva che si giocherà dopo l’approvazione del Jobs act, quando sarà la volta dei decreti attuativi. Sui licenziamenti disciplinari ingiustificati, cioé quelli motivati con il comportamento del lavoratore ma poi bocciati dal giudice, la proposta del governo dovrebbe dire che il reintegro nel posto di lavoro resta possibile in alcune «specifiche fattispecie». Una sorta di via di mezzo tra le due posizioni che si sono scontrate per tutta la giornata di ieri. E qui, per forza di cose, bisogna stare attenti alle singole parole. La minoranza pd chiedeva che il governo si limitasse a riformulare l’emendamento già presentato in commissione dal gruppo. Un testo secondo il 480 emendamenti sono stati depositati per il Jobs act, all’esame della commissione Lavoro della Camera I nodi quale il reintegro è possibile «previa qualificazione specifica delle fattispecie». Nessun paletto stretto, cioé, ma tutto rimandato ai decreti attuativi. Ncd, invece, voleva restringere fin da ora il margine di discrezionalità della magistratura. E per questo chiedeva al governo un emendamento ex novo che, parlasse di «limitate e specifiche fattispecie». Una formulazione molto più stretta. Perché il governo sembra intenzionato a preferire la strada indicata dalla minoranza pd? Intanto perché in questo momento il Jobs act si trova nella commissione Lavoro della Camera dove la sinistra pd è for- tissima mentre Ncd è ininfluente. Per passare è con la sinistra dem che bisogna scendere a patti. Ma anche perché le inversioni di rotta sono sempre possibili. Il Jobs act è un disegno di legge delega: si limita a stabilire i principi della riforma che saranno poi dettagliati nelle norme attuative. Il testo che sarà approvato oggi, quindi, sarà ancora abbastanza vago da poter essere sbandierato da tutte e due le parti in causa e da lasciare aperte molte ipotesi. Per pareggiare i conti con Ncd, il governo è pronto a giocarsi la carta del primo decreto attuativo, che Renzi vuole portare in Consiglio dei ministri Il diritto al reintegro Limiti all’articolo 18 Controlli a distanza 1 2 3 Uno dei punti su cui insiste la minoranza pd è che il diritto al reintegro resti per i licenziamenti disciplinari ingiustificati Ncd chiede che l’articolo 18 valga solo in limitati casi per i licenziamenti disciplinari (se accusati di reati non commessi) entro la fine dell’anno. In quel testo si dovrà dire che quali sono le «specifiche fattispecie» che danno diritto al reintegro. Ed è in quell’occasione che potrebbe arrivare la stretta tanto cara ad Ncd: il reintegro sarebbe possibile solo se il licenziamento viene annullato dal giudice perché l’azienda ha accusato il dipendente di un reato che poi in giudizio si è dimostrato falso. Attenzione, ci deve essere di mezzo un reato non un semplice fatto, come invece ha detto ieri il sottosegretario al Welfare Teresa Bellanova, facendo infuriare Ncd, per poi correggere poi il tiro. L’azienda accusa il lavoratore di aver ru- Polemiche anche sui controlli a distanza: potranno riguardare gli strumenti (cellulare o pc) non il dipendente La visita a Sydney SYDNEY Alla fine, dopo aver visitato cantieri di imprese italiane, incontrato la business community, parlato con gli studenti di una scuola bilingue che gli hanno recitato Dante con accento australiano, prima di andare verso l’aeroporto Matteo Renzi consegna il suo bilancio della visita: «Quando mi cacciano vengo qui in vacanza». A scanso di equivoci sottolinea serio che è solo una battuta, ma sarà la bella giornata di primavera di Sydney, saranno le polemiche italiane che ha ignorato o quasi, dal maltempo alle manifestazioni sociali, con tanto di critiche per essere stato così distante, alla fine la battuta sembra tradire uno stato d’animo: persino uno che della volontà ferrea di andare avanti ha fatto una sorta di mantra, può lasciar trapelare un filo di stanchezza. Di prima mattina, nell’ultimo giorno della sua visita, il premier vede alcuni investitori australiani per convincerli a venire in Italia. Un incontro a porte chiuse durante il quale spiega le riforme in cantiere o già avviate, il nuovo approccio con gli investimenti esteri, dall’Alitalia finita agli arabi ad un pezzo di reti andate ai cinesi, insomma quel «grande lavoro» per «rilanciare» l’Italia. Le reazioni sarebbero state positive, e alcuni segnali sono incoraggianti: un grande gruppo di distribuzione, Westfield, ha in programma per l’anno prossimo di sbarcare in Italia con un grande mall nei pressi di Mondadori, tra Milano e Segrate: un investimento di 1,3 miliardi di euro capace di creare 27 mila posti nella fase di realizzazione per poi offrirne, a regime, 17 mila, senza conside- © RIPRODUZIONE RISERVATA A Palazzo Chigi Il tour del premier tra investitori e studenti «Se mi buttano fuori torno in Australia» DAL NOSTRO INVIATO bato, ad esempio, ma lui non ha rubato. Il reintegro scatterebbe davvero in pochissimi casi. Non è detto che questa linea passi: la sinistra del Pd è a conoscenza di questa strategia in due tempi ed è pronta ad ostacolarla. Ma se le maglie del reintegro dovessero allargarsi di nuovo il governo ha già pronto il «piano B», che va sotto il nome di opzione aziendale: sul modello della Spagna, l’azienda potrebbe scegliere di pagare un indennizzo al lavoratore anche quando il giudice ne ha deciso il reintegro. Dovrebbe pagare di più ma di fatto il reintegro sarebbe cancellato per tutti i licenziamenti disciplinari. Anche per questo, però, bisogna aspettare i decreti attuativi. Per il momento ci si marca a uomo sui principi. Sempre che non arrivi il voto di fiducia a fischiare la fine della partita. Lorenzo Salvia lorenzosalvia La foto mancante «Ed Enrico Letta?». È il tweet del portavoce di Susanna Camusso, Massimo Gibelli. Che ha postato una fotografia dell’anticamera della sala Verde di Palazzo Chigi: tra i ritratti degli ex premier manca proprio quello di Enrico Letta. Nella foto, da sinistra in alto, Andreotti, Cossiga, Forlani, Spadolini, Craxi, Goria, De Mita, Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, D’Alema e — ultimo a comparire, prima di un appendiabiti — Mario Monti. © RIPRODUZIONE RISERVATA rare i 3 mila dell’indotto. È la prima visita di un premier italiano a Sydney, nessuno era mai venuto fin qui. La cosa non sfugge a chi lo ascolta, viene rimarcata dallo staff del premier, che subito dopo gli investitori visita una serie di cantieri in cui le imprese italiane hanno un ruolo chiave. Il messaggio è quello di altre volte, improntato all’orgoglio nazionale: «Forse gli italiani non sanno fino in fondo quanto la loro tecnologia a sia vista con rispetto nel mondo. Se la smettiamo con i piagnistei il Paese potrà essere leader: dobbiamo crederci». Fra gli altri Renzi si Il summit ● In Australia, a Brisbane, Renzi ha partecipato al G20, il summit dei leader delle venti più grandi economie del mondo: crescita, occupazione e investimenti i temi forti scelti dalla presidenza australiana ferma nei cantieri del progetto Kellyville Station, un hub del trasporto urbano di Sydney della North West Rail Link, dove Impregilo-Salini è in prima linea per costruire le infrastrutture. Il tour prosegue con un sopralluogo ad un impianto della Prysmian, realtà da 7 miliardi di fatturato, di cui il 10% in Italia. Nel pomeriggio infine la visita alla scuola bilingue, italiano e inglese, della città: «Mi chiamo Matteo e lavoro in una città che si chiama Roma...», si presenta ai bambini che hanno bisnonni, nonni o genitori nati in Italia, o le cui famiglie hanno deciso che l’italiano val bene una seconda lingua straniera. Il capo del governo fa il giro delle classi, a quasi tutti regala una copia della Costituzione. Poi quella battuta che fa sorridere anche i più piccoli: «Tornerò in Australia con più calma. Appena mi butteranno fuori...». Nel volo verso l’Italia c’è spazio per una tappa in Turkmenistan: l’aereo del presidente farà rifornimento, nel frattempo lui siglerà accordi nel settore dell’energia del valore, fa sapere Palazzo Chigi, di un miliardo di dollari. Marco Galluzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera POLITICA La carica dei non renziani tra i candidati pd alle Regioni E il leader va in minoranza In campo con il centrosinistra Data del voto: 23 novembre primavera 2015 VENETO Primarie il 30 novembre: Alessandra Moretti (Pd), Simonetta Rubinato (Pd), Antonino Pipitone (Idv) Venerdì il premier in Calabria a sostegno del cuperliano Oliverio Ci sono «vent’anni di politiche regionali da rottamare», per quanto riguarda l’ambiente, anche «in alcune amministrazioni di centrosinistra». Ma il giorno dopo le parole di Matteo Renzi, e le polemiche con i governatori, sembra che la rottamazione, nel partito della Regione, per il momento possa attendere. Quasi la metà delle Regioni andrà al voto tra novembre (Emilia-Romagna e Calabria) e la primavera, ma per il momento in corsa tra le fila del Pd non si vedono uomini di stretta osservanza renziana. Bisognerà attendere l’esito delle urne, e in alcuni casi delle primarie, per un quadro definitivo, ma basta scorrere il primo elenco di candidature per vedere che in gioco non ci sono fedelissimi del premier: non è la maggioranza pd a prevalere. Fatta eccezione per Emilia-Romagna e Veneto, dove Stefano Bonaccini (che ha vinto le primarie) e Alessandra Moretti (che parte favorita nel confronto con l’outsider pd Simonetta Rubinato e l’Idv Antonino Pipitone) rappresentano due figure di conciliazione: seguaci del segretario dall’ultimo congresso, dopo essere stati al fianco di Bersani, pescano consensi sia tra la nuova maggio- MILANO L’attrice di «The Queen» Helen Mirren in Puglia fa il tifo per Stefàno (Sel) Un video per sostenere la candidatura di Dario Stefàno alle primarie di centrosinistra in Puglia: così l’attrice Helen Mirren, Oscar per il film The Queen, e il marito, il regista Taylor Hackford (foto), hanno sottolineato i progressi della regione — loro buen retiro — negli ultimi dieci anni. «Credo che abbia fatto un lavoro straordinario per l’agricoltura e la promozione dei prodotti locali», spiega l’attrice parlando del senatore di Sel, ex assessore regionale proprio all’Agricoltura. © RIPRODUZIONE RISERVATA Al voto ● Domenica 23 novembre, dalle 7 alle 23, si vota sia in EmiliaRomagna sia in Calabria per eleggere l’Assemblea legislativa e il presidente della giunta ● L’elettore dovrà presentarsi al seggio con un documento di identità valido e la tessera elettorale ● In EmiliaRomagna voteranno oltre 3,4 milioni di elettori, in Calabria quasi 1,8 ranza pd che tra la «ditta». Proprio ieri in Umbria è arrivato il nulla osta alla corsa di Catiuscia Marini, presidente uscente, esponente dell’area dei Giovani turchi. A dire che rappresenta la candidatura migliore è stato, nell’assemblea di ieri con Lorenzo Guerini, il segretario regionale Giacomo Leonelli, lui sì renziano di ferro: lo stesso che, dopo la sconfitta alle Comunali di Perugia, aveva messo in discussione la ricandidatura di Marini. E vorrebbe correre per il terzo mandato anche Gian Mario Spacca, che governa le Marche dal 2005: a chi nel partito pensa ad altri nomi (tra cui quello di Alessia Morani) ha replicato che bisogna smettere con la «sbornia di cambiare tanto per cambiare». Ha già avuto invece il benestare di Renzi la corsa di Enrico Rossi in Toscana: «Naturale che il candidato sia lui», ha detto il premier del suo storico rivale in casa, il governatore che, per quanto si sia registrato un riavvicinamento, resta certo lontano dall’essere seguace del segretario. Così come di rito renziano ortodosso non possono essere definiti altri nomi in corsa che, pur avendo incrociato il percorso del leader pd, hanno avu- LIGURIA Primarie l’11 gennaio (ancora aperte le candidature): Raffaella Paita (Pd), Sergio Cofferati (Pd) EMILIAROMAGNA Stefano Bonaccini (vincitore delle primarie di settembre) PUGLIA Primarie il 30 novembre: Michele Emiliano (Pd), Guglielmo Minervini (Pd), Dario Stefàno (Sel) TOSCANA Enrico Rossi UMBRIA Catiuscia Marini MARCHE Gian Mario Spacca (punta al rinnovo, ma le candidature sono ancora da definire) CAMPANIA Primarie il 14 dicembre (termine per le candidature 24 novembre): Vincenzo De Luca (Pd), Andrea Cozzolino (Pd), Angelica Saggese (Pd), Michele Di Salvo (Pd) CALABRIA Mario Oliverio (vincitore delle primarie di ottobre) Corriere della Sera to con lui rapporti alterni, come Michele Emiliano e Vincenzo De Luca. Il primo affronta alle primarie in Puglia Dario Stefàno (Sel) e il pd Guglielmo Minervini. Mentre in Campania si profila una corsa a quattro: dove tutti sono del Pd, ma nessuno sembra entusiasmare il Nazareno. Sarà il cuperliano Mario Oliverio a giocarsela alle Regionali calabresi: ha sconfitto il renziano Callipo, ma in vista del voto di domenica non è mancato l’impegno del governo, da Lotti a Boschi, e venerdì è atteso in regione Renzi. Un candidato dell’area di maggioranza potrebbe uscire dalle primarie liguri, dove Raffaelle Paita sfida Sergio Cofferati. E dire che Paita è nella giunta di, ed è sostenuta da, Burlando, il governatore che ieri si è scontrato con Renzi sulle politiche ambientali: e ha proprio la delega alla Difesa del suolo. Renato Benedetto © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 Dietro le quinte POLITICA L’intervista di Paola Di Caro Day hospital per il Cavaliere ma lui scalpita Il fastidio all’occhio c’è ancora ma la sconfitta dell’uveite è più vicina e, da ieri sera, Silvio Berlusconi è tornato a dormire ad Arcore. Con anticipo sulla tabella di marcia scandita dalle prime indiscrezioni, che lo davano ricoverato per una settimana al San Raffaele, il Cavaliere ha ottenuto dai medici il permesso di tornare la sera a casa. Con lui la compagna Francesca Pascale. Il day hospital durerà fino a venerdì, ma le cure potrebbero proseguire. Con buona pace dell’ex premier che, giura chi l’ha sentito, è già concentrato «sulla ricomposizione del centrodestra» e «sulla manifestazione contro le tasse sulla casa». (Tommaso Labate) © RIPRODUZIONE RISERVATA Eva Klotz e l’addio alla politica per la famiglia Addio al consiglio regionale di Bolzano dopo 31 anni. Eva Klotz (foto), pasionaria altoatesina che si è sempre spesa per il diritto all’autodecisione dei sudtirolesi e per la riunificazione dell’Alto Adige con l’Austria, ha deciso di lasciare i palazzi della politica. Il motivo della scelta è privato: la Klotz si dedicherà infatti ad assistere il marito, malato da tempo. L’esponente altoatesina era stata eletta nel 1980 per la prima volta al consiglio comunale di Bolzano, tre anni dopo era entrata nel consiglio regionale. (E. Bu.) © RIPRODUZIONE RISERVATA La Vigilanza Rai in trasferta a Saxa Rubra Grande attesa a Saxa Rubra per l’arrivo della Vigilanza Rai, presieduta da Roberto Fico. La cittadella dell’informazione Rai, a furia di comunicati e note, ha ottenuto il confronto che voleva. Una visita rara, nei riti della tv pubblica. Di solito è la Vigilanza che convoca e «audisce» nella sede di palazzo San Macuto. Il nodo è il progetto di riforma dell’informazione fortemente voluto dal direttore generale Luigi Gubitosi nel nome dei risparmi e della ottimizzazione delle risorse. Cioè la riduzione a due grandi redazioni (News Room, definite nel piano di Gubitosi) dei tg. Sono insorti il Tg3, il Tg1, il Tg2 e il Giornale radio. Oggi dalle 14 la Vigilanza ascolterà, poi valuterà. È un editore particolare: non può imporre ma «indirizzare» sì. E non è poca cosa... (Paolo Conti) © RIPRODUZIONE RISERVATA 13 «Patto sulla legge elettorale per riunire il centrodestra» Lupi: bene i segnali di Berlusconi, sulla leadership poi si vedrà Salvini deve cambiare, impossibile allearsi a una Lega estremista Chi è ● Maurizio Lupi, milanese, 55 anni, è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del governo Renzi ● Legato al movimento di Comunione e liberazione, inizia la carriera politica nella Dc. Consigliere comunale a Milano dal 1993, nel 1997 è assessore al Territorio ● Nel 2001 viene eletto per la prima volta alla Camera con Forza Italia. Nel 2008 viene eletto vicepresidente di Montecitorio. Nel 2013 è ministro alle Infrastrutture del governo Letta ● Lo scorso novembre aderisce al Nuovo centrodestra. Nel governo Renzi viene confermato ai Trasporti. Eletto in Europa, opta per il ministero ROMA La soddisfazione per aver portato FI dove in fondo volevano, a «partecipare alla responsabilità comune di portare il Paese fuori da una grave crisi e verso istituzioni più moderne» è grande: «Allora non avevamo sbagliato tutto noi di Ncd... Ci hanno dato dei traditori, dei reggicoda della sinistra: forse avevamo ragione», sorride Maurizio Lupi. Berlusconi si appella all’unità del centrodestra, Toti auspica un nuovo predellino per lanciare il partito dei moderati. Cosa rispondete? «Per prima cosa, va detto che sono segnali apprezzabili. Ma va anche aggiunto che sarebbe stato meglio mandarli prima che si consumasse l’ennesima ferita per il popolo del centrodestra. Domenica infatti al voto in Emilia-Romagna e Calabria ci si leccherà le ferite per scelte molto ottuse di FI: aver subito il diktat della Lega che non voleva l’Ncd in alleanza, e aver tentato di farci fuori per sottrarci voti e classe dirigente locale». Berlusconi chiede di guardare avanti. «E noi vogliamo guardare avanti, ma nella chiarezza. Che significa “nuovo predellino”? Se è solo una sommatoria di liste non ci interessa, perché sarebbe un progetto sbagliato». Che percorso immagina? «Individuo due punti cruciali nella costruzione di un nuovo soggetto politico. Il primo parte dalla legge elettorale: se si accetta una legge che prevede soglie basse e premio di lista, si concede a tutte le forze politiche di scegliere se andare da sole e fare mera testimonianza, o se unirsi perché si crede davvero in un progetto comune alternativo al centrosinistra. Non le si mette di fronte a un ricatto: “O venite con noi alle nostre condizioni, o vi facciamo fuori”. Questo è l’unico punto di partenza accettabile per co- 4,4 la percentuale presa dall’Ncd alle Europee di maggio struire insieme qualcosa». Il secondo punto? «È identitario: per stare assieme bisogna condividere un’idea di Paese e la proposta che si fa al Paese. E quindi non si può, come ha fatto FI finora, rincorrere Salvini, che in questo momento con le sue parole d’ordine è quanto di più lontano c’è dall’idea di centrodestra moderato che abbiamo noi». La Lega dovrebbe essere fuori dal nuovo partito? «Questa Lega estremista e populista, che vuole chiudere Schengen, uscire dall’euro, che sollecita con la paura e la rabbia la pancia del Paese, non può essere parte trainante di un nuovo progetto politico». Ma dove va, quanto conta il centrodestra senza la Lega? «Io so che con questa Lega L’inaugurazione dell’anno accademico Boldrini e il messaggio agli studenti di Tor Vergata Laura Boldrini in una foto di gruppo con il coro dell’Accademia europea sordi ieri durante l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Tor Vergata: «Gli obiettivi della vostra generazione sono quelli di portare l’Italia fuori dalla crisi e fare il grande salto per compiere il grande sogno europeo», ha detto la presidente della Camera agli studenti. (Luigi Mistrulli) non si va da nessuna parte, mentre si può andare lontano se, partendo da un asse centrale moderato formato da forze come FI, Ncd, Udc, parte di Scelta civica e da tanti movimenti nella società civile e del territorio, si pone Salvini di fronte a una scelta: vuol essere il leader di un partito che governa due Regioni e che aspira a governare il Paese come quello rappresentato da Maroni e Zaia, o il capo di un movimento che fa della rabbia e della demonizzazione la sua ragion d’essere, autoescludendosi dal gioco politico e condannandosi all’isolamento?». FI non vuole perdere il contatto con Salvini. «Ma non è rincorrendoli che si ottiene qualcosa. Primo, perché la Lega oggi non ha interesse a venire dalla nostra parte. Secondo, perché se si perde identità per seguirli non si ottiene niente: tra l’originale e le copie, gli elettori scelgono sempre l’originale». In questo percorso, che ruolo potrebbe avere Berlusconi? «Il tema della leadership non si pone oggi. È normale che FI pensi a Berlusconi come guida per questo processo, noi come si sa abbiamo fatto scelte diverse». Ma partiti che sono su diverse barricate — voi in maggioranza e FI all’opposizione — come possono unirsi in un progetto comune? «FI nel documento siglato da Berlusconi e Renzi prende atto che si può fare un percorso per il bene del Paese con un’opposizione responsabile e la collaborazione sulle riforme. È un terreno importante su cui costruire. Senza sottovalutare le difficoltà che esistono ma nemmeno dimenticare che milioni di elettori moderati hanno bisogno, e diritto, di essere rappresentati». © RIPRODUZIONE RISERVATA Marino resiste, Guerini lo incalza: un cambio vero Multe e rimpasto, oggi il sindaco in Consiglio. E Bettini lo scarica: non l’ho scelto io Pensava di cavarsela con «poco»: il pagamento di quattro delle otto multe ricevute e un «aggiustamento» alla sua squadra. Ma, per allontanare i venti di crisi che spirano sul Campidoglio, è probabile che Ignazio Marino dovrà fare molto di più: mettere mano pesantemente alla giunta, cambiare assessori e deleghe, sconfinando in quel «Marino-bis» che finora il sindaco ha cercato in tutti i modi di scongiurare. Il Panda-gate (l’auto che, qualcuno, gli chiede di regalare in beneficenza) che ha investito il primo cittadino della Capitale è diventato un affare di politica nazionale (e anche internazionale: ne scrive pure Le Figaro). Tanto da «costringere» il vice di Renzi, Lorenzo Guerini, ad occuparsene in prima persona. Alla vigilia di un consiglio comunale che si annuncia tesissimo — con la manifestazione delle opposizioni che sfileranno verso il Campidoglio con motorini e Panda rosse e le mozioni di sfiducia (di Ncd e Cin- ROMA que Stelle) da votare in aula — il numero due del Pd telefona al sindaco. Breve colloquio, domanda secca: «Come intendi venir fuori da questa situazione?». La risposta di Marino è stata «minimalista»: «Dirò che ho pagato le multe e che mi preparo a fare un paio di cambi, tra giunta e staff». Indiziati principali, l’assessore al Sociale Rita Cutini (che «paga» anche la vicenda Tor Sapienza) e il capo di gabinetto Luigi Fucito, amico del sindaco, che dovrebbe essere «dirottato» sulla Città metropolitana dopo il pasticcio amministrativo su contravvenzioni e pass Ztl scaduto. Il minimo sindacale, che non basta né ai vertici nazionali del Pd, né ai quadri locali, che da giorni chiedono a Marino di 8 le multe per l’accesso in Ztl prese dal sindaco di Roma Marino Gli abitanti del quartiere: basta strumentalizzarci La 5 Stelle Taverna contestata a Tor Sapienza Gli abitanti di Tor Sapienza hanno contestato ieri Paola Taverna, in visita nel quartiere. «Non vogliamo esponenti politici», ha detto un cittadino. «Non sono venuta qui per fare campagna elettorale», ha replicato la senatrice M5S. Tra i più polemici verso la parlamentare pentastellata, Sandra Zammataro, che, dopo la querelle, è finita nel mirino del blog di Grillo. «La signora Zammataro, guardacaso, è una candidata del Pd in posizione 24 per il Comune di Roma» si legge in un post. ( foto Benvegnù/Guaitoli) «azzerare tutto» e «ripartire da capo». Guerini, nel colloquio telefonico, lo ha fatto presente al sindaco: «Non bastano gli interventi di maquillage. Serve un’azione più energica». Muro contro muro, insomma. Con Marino che, al termine della telefonata, viene convocato al Nazareno per un vertice (forse anche con Renzi) programmato per domani. Non è mistero, infatti, che il Pd voglia di più: un vicesindaco politico (si fa il nome di Walter Tocci), un paio di assessori di «peso». Per Marino, equivarrebbe ad un «commissariamento». Il sindaco, così, giorno dopo giorno si ritrova sempre più solo. Scaricato, adesso, anche dal «guru» Goffredo Bettini, che tanto spinse per la sua candidatura: «Non l’ho scelto io, ma il gruppo dirigente nazionale», scrive ora l’eurodeputato su Facebook. Marino sembra all’angolo: o cambia, o si va ad elezioni anticipate. Ernesto Menicucci © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera 14 Esteri La vicenda ● L’ostaggio americano Peter Kassig, 26 anni, è stato decapitato dall’Isis. Il video è stato diffuso l’altro ieri Identificati i boia stranieri dell’Isis Tra loro un gallese e due francesi Compaiono nel video della decapitazione di Kassig e dei quindici soldati siriani DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Porterò la carneficina nelle strade del Regno Unito». La minaccia che «Jihadi John» lancia nel video della decapitazione di Peter Kassig costringe David Cameron a riunire il comitato Cobra, i vertici dell’intelligence e della sicurezza interna, per monitorare lo stato di allerta e per provare a identificare i macellai dell’Isis: sull’esempio dell’esecuzione a colpi di machete del soldato Lee Rigby (22 maggio 2013) ci sarebbe un piano per ammazzare in strada i poliziotti. Nonostante le misure già prese, il numero dei giovani raLONDRA ● Ex militare in Iraq e poi operatore umanitario, Kassig si era convertito all’Islam. E’ il 5° occidentale giustiziato dopo i reporter Usa James Foley e Steven Sotloff e i volontari inglesi David Haines e Alan Henning Il filmato Nel video postato da Isis su YouTube compaiono Nasser Muthana, 20 anni, di Cardiff (a sinistra), e il francese Maxime Hauchard, 22 anni: avrebbero partecipato alle esecuzioni (Ansa) CHI HA DETTO CHE LE JAGUAR SONO IRRAGGIUNGIBILI? dicalizzati dall’Isis è aumentato e si sono moltiplicati gli account su Twitter dei militanti britannici del Califfato: alcuni sono partiti (26 morti), i fiancheggiatori sono rimasti in terra inglese e gallese. L’ultima registrazione, quella della esecuzione dell’ostaggio statunitense e dei quindici soldati siriani, è stata esaminata dai servizi segreti britannici assieme ai colleghi americani ed europei. I contenuti del video, al di là della teatrale ferocia, contengono alcuni nuovi messaggi. Proselitismo e sfida. A differenza delle precedenti decapitazioni, viene dichiarato dove l’Isis esegue queste condanne a morte: a Dabiq, una piccola città nel nord della Siria che ha un grande valore simbolico per il fanatismo islamico perché è qui che avverrebbe, secondo le parole Profeta, lo scontro finale fra musulmani e romani (gli infedeli). Poi, i boia, ad eccezione di «Jihadi John», appaiono a viso scoperto. Un segnale di forza. Infine, nello squadrone degli assassini sono presenti jihadisti di diverse nazionalità. Come dire che la guerra è globale. «Jihadi John», nel video, è in mezzo al gruppo, vestito di nero, il capo. L’in- telligence sa chi è. I sospetti cadono sul rapper ventitreenne Abdel Majer Abdel Mary, del quale ieri è stato mandato in onda il filmato che lo ritrae mentre parla invasato, durante le rivolte londinesi del 2011. Ma attorno a «Jihadi John» chi sono gli altri quindici boia? Il ministro dell’interno di Parigi conferma «con altissima probabilità» che uno è il francese Maxime Hauchard, classe 1992, dell’Alta Normandia. Fuggì nel 2012 in Mauritania e da lì in Siria nel 2013, dove in- Social network Si moltiplicano gli account su Twitter dei militanti britannici: almeno 26 sono morti tervistato da Bfm Tv proclamò: «L’obiettivo è il martirio». Vicino a Maxime Hauchard ci sono un secondo francese (del quale non è stato fornito il nome) e, forse, un giovane britannico. Il tabloid inglese Daily Mail lo ha identificato in Nasser Muthana di Cardiff, ventenne studente di medicina. Suo padre all’inizio ha confermato. Più tardi ha smentito: «Mio figlio ha il naso diverso». E, ha aggiunto alla Bbc, «Nasser meriterebbe di essere giustiziato, se davvero fosse lui». Era già comparso in un video di reclutamento. Poi il silenzio. Fabio Cavalera @fcavalera © RIPRODUZIONE RISERVATA La donna in ostaggio Un’americana di 26 anni prigioniera senza nome nelle mani del Califfo Le italiane JAGUAR XF R-SPORT LAUNCH EDITION. LO STILE SPORTIVO È GIÀ SULLA TUA STRADA. Cosa potevamo aggiungere alla tecnologia evoluta e al piacere di guida di XF? Lo stile sportivo di Jaguar XF R-Sport Launch Edition. Il design dinamico è accentuato dal body kit aerodinamico, prese laterali in stile “R”, soglie d’ingresso e volante con logo R-Sport. All’interno, comfort e cura nei dettagli. Un esempio? I sedili in morbida pelle martellata con inserti in tessuto e cuciture a contrasto. XF R-Sport 2.2D 200 CV Launch Edition con bluetooth, sensori di parcheggio posteriori e cerchi in lega da 18” è tua a € 49.500*. E su Jaguar hai tre anni di garanzia a chilometraggio illimitato. Jaguar è Best Brand secondo il sondaggio WhatCar? J.D.Power 2014. Per il terzo anno consecutivo l’affidabilità di Jaguar è vincente. Vieni in Concessionaria. 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Nel grande bazar degli ostaggi vale doppio e forse è anche per questo che la proteggono con riserbo totale. Le poche informazioni raccontano di una ragazza della West Coast, molto impegnata nel sociale, pronta ad assistere i fuggiaschi della guerra e in particolare gli orfani, quei piccoli colpiti più degli adulti dal conflitto. Ventisei anni, membro di un’organizzazione umanitaria, la prigioniera X è stata catturata da un commando dell’Isis in circostanze poco chiare, quindi è svanita. Magari l’avranno portata a Raqqa, dove le «sorelle» dei mujahedin possono sorvegliarla togliendo i maschi islamisti dall’imbarazzo. I terroristi non l’hanno mai mostrata in un video diffuso sul web, perché è peccato, è proibito. I loro «colleghi» del Sahel qualche volta lo hanno fatto ma si sono preoccupati di oscurare, in modo digitale, il volto comunque coperto dal velo. Non si può però escludere che alla famiglia della ragazza sia arrivato qualche messaggio concreto, magari una lettera. E al tempo stesso, secondo alcune voci non confermate, l’americana potrebbe condividere la sua prigionia con un’altra occidentale, una neozelandese. Un sequestro tenuto segreto, sempre che l’informazione sia veritiera. In base alla contabilità dell’orrore l’Isis avrebbe «esaurito» gli ostaggi statunitensi, quindi potrebbe usare la donna per un baratto importante. In cambio della sua liberazione hanno chiesto 6 milioni di dollari di riscatto e il rilascio di Aafia Siddiqui, una pachistana laureatisi al Mit di Harvard, accusata di essere parte di al Qaeda e oggi detenuta in un carcere statunitense. Ma, come è noto, Washington non tratta e allora per la prigioniera misteriosa resta solo la speranza di un miracolo, sempre difficile quando il tuo avversario ti considera solo come un oggetto da usare. Guido Olimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 ESTERI 15 Merkel: l’Ucraina è l’inizio, poi toccherà all’Est e ai Balcani Mogherini al suo primo Consiglio degli esteri Ue: la Russia è parte della soluzione, sì al dialogo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE 4 L’Unione europea vuole un «riassetto della nostra relazione con la Russia», giacché se la stessa Russia «è parte del problema, è anche parte della possibile soluzione» della crisi in Ucraina. Lo dice Federica Mogherini al suo esordio come capo della diplomazia europea, nella riunione dei ministri degli esteri Ue. E indica le tre vie da percorrere: sanzioni (nella sua visione bastano però quelle attuali, aumentarle come chiede qualcuno non porBRUXELLES mila i morti finora nel conflitto in corso nell’Ucraina orientale fra le truppe regolari di Kiev e gruppi di ribelli filorussi. Putin è accusato di fornire loro armi e uomini Il dialogo di Maria Serena Natale terebbe a grandi effetti), diplomazia, e compimento delle riforme ucraine. Ma la voce che si leva da Sydney, al termine del G20, ha un diverso tono, più drammatico, e parla di pericoli vicini nel tempo, quasi immediati: «Conflitti regionali come quello che divampa nell’Ucraina Orientale – ammonisce in un’intervista la cancelliera tedesca Angela Merkel — possono degenerare assai presto in roghi più grandi. Non si tratta solo dell’Ucraina, ma della Moldavia, della Georgia. Se continua così, ci si deve Esordio Federica Mogherini, capo della diplomazia europea, alla riunione dei ministri degli esteri Ue chiedere che cosa avverrà anche in Serbia, nei Paesi dei Balcani Occidentali…». La risposta, indiretta ma altrettanto tesa, giunge subito dal Cremlino, da Vladimir Putin che riafferma il suo sostegno ai separatisti filo-russi: «Volete che le autorità centrali ucraine annichiliscano chiunque laggiù, tutti i loro avversari e oppositori politici? E’ questo che volete? Noi certamente no. E non lo permetteremo». Quasi un preavviso di intervento diretto nello scontro regionale, che certo trova orec- ● Gli accordi di Dayton del novembre 1995 pongono fine alla guerra di Bosnia. Ne emerge uno Stato diviso in due entità etnicoreligiose: la Republika Srpska e la Federazione di Bosnia croatomusulmana In una lettera del 1920 lo scrittore premio Nobel Ivo Andric definiva la Bosnia «il Paese della paura e dell’odio», un odio ancestrale e totale, impastato di furore e tenerezza. «Odio sul quale poggiano le montagne, come fosse un minerale, parte della nostra natura», dice Emir Kusturica ricordando quel testo di primo Novecento. Il regista di «Underground», «Gatto nero, gatto bianco», «Papà è in viaggio d’affari», cantore surreale e irriverente dell’anima balcanica, ha presentato ieri a Milano l’opera che dirigerà nel 2016 per il Teatro La Fenice di Venezia, rielaborazione lirica del romanzo di Ivo Andric pubblicato CROAZIA Prijedor Bihac Banja Luka Bosanski Brod BOSNIA ERZEGOVINA Zenica Sarajevo Republika Srpska (entità serba) Federazione di Bosnia ed Erzegovina (entità a maggioranza Mare musulmana e croata) Adriatico ● Alta la tensione tra le comunità, che si unisce al disagio sociale ed economico come nei recenti scontri di Sarajevo. Incidenti interetnici continuano a verificarsi in tutti i Balcani Israele Smentita l’ipotesi di ritiro degli ambasciatori europei da Israele: «Non è in discussione» © RIPRODUZIONE RISERVATA quel deserto descritto da Andric, il nulla sul quale edificare un tempio di pace e cultura». Dodik: «L’odio nei Balcani è eterno. Finché un popolo pretenderà di insegnare a un altro la differenza tra bene e male, non ce ne libereremo». Questo accade nella ex Ju- goslavia? Quale futuro immagina per la sua Bosnia in costante pericolo di implosione? Dodik: «Un futuro identico al presente, forse l’integrazione nella Ue. È quello il percorso naturale di una nazione che appartiene all’Europa per storia e A Milano Il regista serbo Emir Kusturica (sinistra) e il presidente Milorad Dodik (Ansa) cultura. Purtroppo l’Europa continua a considerarci una minaccia». Kusturica: «Non so se riusciremo mai ad entrare. Pur in condizioni economiche molto peggiori, Romania e Bulgaria sono state ammesse prima di noi. Forse dal punto di vista eu- ❞ Controllare l’odio: l’arte compie questo miracolo, ci mostra come dare forma ai sentimenti L’ingresso nella Ue è il nostro destino Purtroppo l’Europa ci considera una minaccia SERBIA Srebrenica Pale Visegrad Foca MONTENEGRO nel 1945, Il ponte sulla Drina. Il ponte come immagine e sostanza del destino di queste terre di frontiera condannate alla lacerazione. Kusturica ne parla con il Corriere insieme a Milorad Dodik, presidente della Republika Srpska, l’entità serba della Bosnia Erzegovina disegnata dagli Accordi di Dayton del 1995. Dagli stadi alle stanze della diplomazia: il match tra serbi e albanesi sospeso al 40esimo per il drone planato sul campo con la bandiera della Grande Albania; vertici tra leader regionali annullati; violenze e tensioni che raccontano una frammentazione etnica mai ricomposta. Aveva ragione Andric, l’odio è una forza storica autonoma che soffia sui Balcani? Kusturica: «La nostra maledizione non è la passione ma l’incapacità di elaborarla. L’odio si annida nell’uomo, che deve imparare a controllarlo. E l’arte compie questo miracolo, ci mostra come dare forma ai sentimenti. La nostra terra è verno. Così anche nelle discussioni sul nodo Israele-Palestina. Ieri, il giornale israeliano Haaretz ha citato un presunto documento in cui l’Ue si preparerebbe a ritirare i propri ambasciatori da Tel Aviv. Ma era solo una bozza interna, ha spiegato Mogherini, «che risale al mandato precedente al mio; in ogni caso, era solo un’ipotesi di lavoro tecnico e non era sul tavolo dei ministri oggi, non al centro della discussione». Luigi Offeddu [email protected] Un Ponte oltre l’odio «Ma la nostra Bosnia fa paura all’Europa» Kusturica a Milano insieme al presidente Dodik per presentare il nuovo progetto con la Fenice Le tappe chie attente anche a Bruxelles. Federica Mogherini condivide presumibilmente le preoccupazioni di Angela Merkel, ma deve conciliare le politiche estere di 28 diversi Paesi, è una voce mediatrice che non esprime la posizione di un solo go- C’è una retorica violenta tra i musulmani di Bosnia Come ai tempi della guerra Questa rivoluzione tecnologica ci porta verso un paganesimo hi-tech votato all’idiozia ro-atlantico il Mar Nero è più strategico dell’Adriatico». In un’ottica di contenimento anti-russo? Dodik: «Nelle relazioni internazionali l’ostacolo non è Mosca, ma l’Europa del pensiero unico che non ammette visioni alternative. Si è deciso che la Russia è il male, chiunque osi dissentire è delegittimato con etichette come la nostra, “nazionalisti”». Il suo partito, l’Alleanza dei socialdemocratici indipendenti, ha una piattaforma ideologica nazionalista. Kusturica: «L’identità va preservata. Il problema è che senza comprensione della complessità e delle contraddizioni della Storia, le parole possono creare distanze insormontabili. Sia io che il presidente Dodik veniamo da famiglie di partigiani, nella nuova Bosnia per la quale vogliamo costruire la pace ci chiamano fascisti. C’è una retorica molto violenta in giro, come vent’anni fa, come ai tempi della guerra». A chi attribuite la responsabilità? Dodik: «Si registra una forte radicalizzazione nella comunità musulmana. Una violenza che arriva all’estremismo. Secondo l’intelligence 400 combattenti stranieri dello Stato Islamico in Iraq e Siria vengono dalla Bosnia. Altri 3.500 sarebbero in sonno, pronti a partire. Tutto questo ci fa paura». Il ponte sulla Drina è questo dialogo interrotto. L’opera si aprirà con quel grande spazio vuoto... Kusturica: «E al centro un Fitzcarraldo che si carica sulle spalle tutto il peso di un ponte che è la nostra legge, il nostro Vecchio Testamento di pietra. Tre chiese, una lunga Storia di atrocità e paradossi, noi come Gerusalemme». La cultura troverà posto in questo groviglio? Kusturica: «Siamo dominati dall’ideologia dell’intrattenimento, la rivoluzione tecnologica ci ha portato dove aveva previsto George Orwell, in una vita-reality show senza profondità, verso un paganesimo hitech votato all’idiozia. Non sono molto ottimista». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera ESTERI La sindaca Hidalgo va allo scontro per la «Torre Triangolo» di Parigi Diplomazie di Paolo Lepri Se è un tedesco a guidare la Romania Il consiglio comunale boccia il progetto ma lei impugna il voto per un cavillo La vicenda U n tedesco per guidare la Romania. Alla rete politica ed economica che la Germania ha costruito ad est forse non mancava che questo. E’ logico immaginare che adesso Klaus Iohannis verrà chiamato «l’amico di Angela Merkel». Prima del voto la cancelliera gli ha infatti inviato una lettera in cui elogiava la sua candidatura. Un gesto di sostegno esplicito, motivato dalla comune appartenenza alla famiglia dei popolari europei. Ad unirli, però, sarà qualcosa di più. Il nuovo presidente, che ha sorprendentemente battuto il primo ministro socialista Victor Ponta, è un sassone romeno, discendente degli uomini chiamati in Transilvania dai re d’Ungheria per presidiare la regione contro la minaccia turca. Sindaco di Sibiu, si è imposto promettendo efficienza e moralità. In questi campi ha dimostrato di saperci fare, amministrando per oltre un decennio la città (che in tedesco si chiama Hermannstadt), diventata nel 2007 capitale europea della cultura. Se lo hanno ● Anne Hidalgo, socialista di 55 anni molto vicina a Hollande, è nipote e figlia di esuli repubblicani spagnoli. E’ il primo sindaco donna di Parigi, eletta nel marzo scorso ● Il progetto della Torre Triangolo, cui Hidalgo tiene moltissimo, sarebbe il primo grattacielo costruito a Parigi dal 1972 DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI Nathalie Kosciusko-Morizet si è alzata in piedi durante la seduta del consiglio comunale e ha sventolato con orgoglio la scheda gialla con scritto «contre»: un appello alla rivolta verso la «Tour Triangle» giudicata costosa e inutile, e anche una piccola vendetta nei confronti della sindaca socialista Anne Hidalgo, che l’ha sconfitta nella corsa per Parigi di sette mesi fa e che è la più risoluta sostenitrice del progetto. Il gesto della sarkozysta «NKM» ha funzionato metà: la costruzione della «Torre Triangolo» è stata in effetti bocciata grazie ai no della destra e degli ecologisti, ma una furibonda Hidalgo ha annunciato che farà annullare la votazione. Lo scrutinio era segreto, quelle schede esibite in gesto di sfida sono una violazione delle regole. Quindi, la partita è ancora aperta, e a deciderla sarà il tribunale amministrativo. Al cuore della battaglia c’è un grattacielo piramidale alto 180 metri di cui si parla dal 2008 — allora il sindaco era Bertrand Delanoë — e del quale non è stato ancora posato neppure un mattone. Il voto di ieri avrebbe dovuto sbloccare definitivamente i lavori, ma quel palazzo di vetro è ormai diventato una — sia pur colossale — pedina di un gioco più Simbolo Modernità o ecomostro? Parigi si divide sulla Torre progettata dallo studio Herzog et de Meuron 500 milioni la cifra già stanziata da un pool di investitori privati per il progetto della Torre triangolo, bocciato ieri dal consiglio di Parigi 180 metri l’altezza del grattacielo in pietra e vetro che avrebbe dovuto innalzarsi alla Porte de Versailles e ospitare principalmente uffici ampio: indebolire il sindaco di sinistra e quindi la già zoppicante maggioranza al governo. Hidalgo non si dà pace: «Siamo la sola città al mondo a rifiutare un investimento da 500 milioni di euro in un periodo di depressione economica». In effetti il costo sarebbe interamente a carico della società immobiliare Unibail-Rodamco, che ha affidato la realizzazione della torre — 88 mila metri quadrati su 42 piani — ai celebri architetti svizzeri Jacques Herzog e Thierry de Meuron. Il sindaco pensa alle ricadute concrete, per esempio sulla creazione di posti di lavoro, e anche simboliche: «Questo edificio segnerà la storia architetturale di Parigi, trasmetterà un’immagine moderna della capitale all’estero». La «Tour Triangle» sarebbe alta quanto il Gherkin di Norman Foster a Londra, comunque 144 metri più bassa della Tour Eiffel, che svetta su una città da sempre orizzontale. L’altro grattacielo risale ai primi anni Settanta, quando su impulso del presidente George Pompidou venne eretta la Tour Montparnasse (210 metri). Precedente poco fortunato, perché la Tour Montparnasse oggi è nota per offrire la vista di Parigi più bella: l’unica dove lei non compare. La «Tour Triangle» nascerebbe proprio ai confini interni Scommessa «Un progetto storico, darà un aspetto più moderno alla capitale», promettono i socialisti rieletto per quattro mandati consecutivi una ragione ci sarà. «Ha tolto la spazzatura dalle strade e la corruzione dalla vita pubblica», dicono di lui. Non sarà comunque un compito facile quello che lo attende. E’ stato sicuramente più semplice togliere la J iniziale dal suo cognome per renderlo più familiare ai romeni. In primo luogo perché si prolunga la «coabitazione» tra un presidente di centrodestra e una maggioranza parlamentare di centrosinistra, il cui leader rimane per il momento Ponta, che era ancora sicuro di vincere quando ha ricevuto a Bucarest settimana scorsa Matteo Renzi. Sono in molti, inoltre, a chiedersi se far parte di una minoranza di 40.000 persone in una nazione di 20 milioni di abitanti non finirà per essere un ostacolo insuperabile. Detto questo, non sembra che Iohannis si voglia fare scoraggiare. La sua volontà di moralizzare è tra l’altro una medicina necessaria in un Paese dove la politica poco pulita ha sempre dettato le regole. Se c’è una determinazione forte, non serve nemmeno parlare tedesco. Infine l’esperienza di sindaco gli sarà certamente utile. Non è, il suo, l’unico caso in Europa. © RIPRODUZIONE RISERVATA della città, nella zona del Parco delle Esposizioni, una cerniera ideale tra il centro e la periferia destinati nei prossimi anni a riunirsi in un unico «Grand Paris». I tempi sono cambiati, ma Hidalgo e i socialisti vorrebbero poi riprendere almeno in parte la grande tradizione presidenziale dei lavori pubblici come impronta indelebile sulla città (Pompidou affidò a Renzo Piano il Centro con il suo nome, Giscard avviò il progetto del Museo d’Orsay, Mitterrand si scatenò con piramide del Louvre, Opéra Bastille, Défense, Grande biblioteca). Neanche un mese fa Parigi ha fatto parlare di sé con la spettacolare Fondation Louis Vuitton costruita da Frank Gehry, ma quell’opera resterà legata al patron Bernard Arnault, più che agli amministratori pubblici. La «Tour Triangle», senza costare un soldo al contribuente, darebbe un altro salutare scossone all’immagine un po’ bloccata di Parigi, meno dinamica rispetto alla rivale Londra. «Ma la Torre non serve a nulla, in città ci sono già oltre un milione di metri quadri di uffici vuoti», insiste implacabile Nathalie Kosciusko-Morizet. Secondo destra e verdi quel progetto poi assomiglia a «un gigante di plexiglas», è brutto. Argomento a Parigi poco conclusivo, da quando a fine Ottocento i grandi nomi dell’epoca (da Maupassant a Dumas a Verlaine) chiamarono la Tour Eiffel «odiosa colonna di latta imbullonata». Stefano Montefiori @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 La storia di Michele Farina I Masai contro Dubai, ultimo atto: nel cuore dell’Africa, vicino al famoso parco nazionale del Serengeti, gli emiri cacciatori del Golfo stanno per sfrattare i pastori guerrieri che abitano da sempre la savana e le montagne. Il governo della Tanzania ha ordinato ai Masai di sloggiare entro fine anno dalle terre intorno a Loliondo. Il motivo? Far posto a una riserva di caccia da 1.500 chilometri quadrati che servirà i principi degli Emirati e i loro ospiti. Oggi i rappresentanti Masai incontreranno il primo ministro Mizengo Pinda, che si è rimangiato una promessa fatta un anno fa. Il go- ESTERI All’emiro di Dubai piace la caccia E ora i Masai rischiano lo sfratto Terra ancestrale Due Masai nella savana vicino al parco nazionale del Serengeti. Il governo della Tanzania intende sottrarre ai Masai una striscia di terra intorno al parco (Contrasto) verno di Dar Es Salaam si era impegnato a recedere dal piano che offriva i diritti sulla terra (per un prezzo ignoto) all’agenzia turistica Ortelo Business Corporation (Obc), compagnia legata ai regnanti di Dubai che organizza safari di lusso in una delle aree faunistiche più ricche del continente. Il piano è stato ripreso: il governo offre ai Masai sfrattati meno di 500 mila euro di compensazione. Neanche in contanti, ma sotto forma di progetti di sviluppo. «Quella terra non ha prezzo — dice al Guardian Samwel Nangiria, coordinatore della Ong locale Ngonett —. Gli avi dei Masai, le lo- ro madri e le loro nonne, sono sepolti là». Avi e mucche da latte: l’allevamento del bestiame è la prima fonte di sostentamento della comunità. Lo sfratto, dicono gli attivisti, sconvolgerebbe la vita di 40-80 mila persone. Interi villaggi, quasi la metà del territorio di Loliondo. Negli anni scorsi le donne sono state in prima linea nella protesta. Cosa eccezionale, in una cultura in cui tradizionalmente primeggiano i maschi. Proprio a Loliondo, dove la Obc è presente da vent’anni con i suoi safari (a cui hanno partecipato altri reali come il principe Andrea d’Inghilterra), molti uomini Area in cui vivono i Masai Area da cui verranno sfrattati 40.000 Masai UGANDA Lago Vittoria AFRICA KENIA Nairobi Loliondo Parco nazionale del Serengeti km 400 Oceano Indiano TANZANIA Corriere della Sera 17 Masai già lavoravano come addetti alla sicurezza in una tenuta di caccia più piccola già esistente. La vendita del latte è affidata soprattutto alle donne. E sono state loro ad alzare la voce contro l’esproprio di una intera regione che corrisponde a un quadrato di 40 km per 40: nell’aprile scorso le donne Masai si tassarono per poter mandare alcune rappresentanti nella capitale e difendere i loro diritti ancestrali (che non figurano al catasto). La mobilitazione dal basso, amplificata a livello mondiale dalla campagna Web (due milioni di firme su Avaaz.org), sembrava aver dato frutti. Quello della Tanzania è stato descritto come una storia di successo, un caso da manuale su come affrontare il land grabbing (grandi estensioni sottratte alle comunità locali a vantaggio di investitori esteri). «Ora ci sentiamo traditi — accusa l’attivista Nangiria — Il governo ha finto un passo indietro aspettando che la pressione internazionale calasse. I Masai perderanno la terra, gli emiri verranno a cacciare elefanti». Anche se molti Masai sono cacciatori di frodo (per esempio in Kenia), il problema degli elefanti in Africa (100.000 uccisi negli ultimi 3 anni) è il commercio illegale di avorio alimentato dal mercato asiatico. A confronto gli emiri in cerca di trofei possono considerarsi dei conservazionisti. Se mettono a rischio la vita degli umani il discorso cambia. Nel 1959 i britannici cacciarono i Masai da quello che sarebbe diventato il Parco Nazionale del Serengeti. Adesso si annuncia un nuovo sfratto. La natura sarebbe forse meglio preservata. Ma gli umani? Meglio una gazzella in più o una mucca Masai? @mikele_farina © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera 18 # Cronache Expo, arrivano anche i tangentisti fasulli Intercettato dai pm, il consulente di una multinazionale patteggia: vantava informazioni riservate «Io a Paris gli ho detto: “Guarda che su Expo io sono a provvigioni, facciamo metà per uno” (…). Lui mi ha dato questo elenco di chi sono i progettisti…Comunque Paris è a posto, gli ho detto: “Il 50% di quello che guadagno è tuo”». Con intercettazioni come queste, poteva davvero sembrare che non solo le grandi opere di Expo 2015, ma anche le costruzioni dei padiglioni dei vari paesi esteri che non sono in grado di edificarli da soli ma si rivolgono a fornitori italiani, fossero inquinate dalla corruzione. E invece no: in un interessante esempio di come a volte anche le intercettazioni possano essere svianti se sono gli interlocutori a volersi appositamente sviare per propri scopi nelle conversazioni casualmente intercettate, una in- MILANO I filoni ● Sono tre le inchieste principali su Expo 2015: una riguarda alcuni appalti; una è sui servizi legali di Infrastrutture Lombarde; una è sulla «piastra» ● Finora sono state arrestate una dozzina di persone 164 I giorni che mancano all’inizio dell’Expo 2015, l’Esposizione universale che sarà dedicata al tema «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita». Sono previsti oltre 20 milioni di visitatori e oltre 130 Paesi partecipanti chiesta della Procura rovescia le premesse, e si conclude con un patteggiamento che svela come sugli appalti Expo stiano volando non soltanto i rapaci delle bustarelle ma anche i millantatori delle tangenti. E il 18 aprile 2014 – si comprende solo ora – quando il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano consegna in Procura una informativa su Mirco Benacchio, un consulente della Bilfinger Sielv Facility Management srl, multinazionale degli impianti elettrici e radiotelevisivi e idrosanitari e di climatizzazione. Bilfinger è già dentro Expo perché tramite la neoacquisita Sielv spa è nella cordata della Mantovani spa aggiudicatasi l’appalto per la cosiddetta «piastra», e ha anche l’affidamento della realizzazione dei ● La parola MILLANTATO CREDITO Il millantato credito è un reato previsto dall’articolo 346 del codice penale. Punisce chi vanta un’influenza su un pubblico ufficiale (politici compresi) «riceve, si fa dare o si fa promettere per sé o altri denaro o altre utilità come prezzo per la propria mediazione». L’articolo del codice mira a proteggere il prestigio della pubblica amministrazione, la pena prevista va da uno a cinque anni. «cluster» sui temi «Caffè, Frutta, Legumi». Ma nel gennaio 2014 Bilfinger è anche interessata ad allestire i padiglioni dei Paesi stranieri che non siano in grado di costruirseli da soli con mezzi propri. Ed è qui che tenta di inserirsi Benacchio: le intercettazioni lo captano mentre, grazie a un documento interno a Expo procuratogli da Paris con l’indicazione dei progettisti dei singoli Paesi, garantisce alla multinazionale la possibilità di conoscere e «raggiungere» in anticipo, dunque con vantaggio sugli altri concorrenti, appunto i progettisti ai quali proporre la Bilfinger quale realizzatrice delle opere, in più lasciandola intendere sponsorizzata da Expo 2015. Ai dirigenti di Bilfinger, infatti, Benacchio sceneggia quanto riferisce che Paris gli abbia assicurato: «Quando tu hai scelto il nome del progettista, che ti sei presentato, io telefono e dico “guarda che la Bilfinger è accreditata con noi”». Ma l’inchiesta dei pm Paolo Filippini e Giovanni Polizzi, tessera dopo tessera, ricostruisce un puzzle diverso. Il manager di Bilfinger appare uno che si limita ad ascoltare le prospettazioni di Benacchio, la multinazionale non è parte attiva di alcuna corruzione, e lo stesso Benacchio non ha pagato tangenti a Paris (nel frattempo arrestato l’8 maggio davvero per fatti di Expo 2015 valsigli poi 30 mesi di patteggiamento). Benacchio ha avuto sì una lista interna a Expo, ma non coperta da segreto in senso tecnico: un tabulato con i nomi dei consoli dei vari Paesi e dei progettisti dei padiglioni. Lista che, alla prova delle indagini, non ha propiziato in concreto alcun lavoro, nè è servita ad abboccamenti, nè è stata occasione di corruzione di Paris da parte di Benacchio. Il quale, messo alle strette dai pm, ammette che ne usava il nome so- L’accordo inventato «Io e Paris spartiamo a metà» dice il manager riferendosi ai lavori per i padiglioni stranieri lo per chiedere margini di compenso più alti alle multinazionali per le quali procacciava affari. Così, però, Benacchio ricade comunque nel reato di chi si fa dare denaro vantando di poter influire su un pubblico ufficiale: «millantato credito», per il quale, al netto delle riduzioni legate al patteggiamento e alle attenuanti, ora ha concordato con i pm una pena sospesa di 1 anno e 2 mesi. Luigi Ferrarella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Le motivazioni della sentenza Il giudice: «Grazie al Mose Galan ha lucrato somme ingentissime» La vicenda ● Giancarlo Galan, 58 anni (nella foto) aveva patteggiato una pena di 2 anni e 10 mesi più 2,6 milioni di risarcimento danni ● «Galan ha lucrato somme ingentissime grazie al Mose» si legge nelle motivazioni della sentenza VENEZIA «È indubbio che Galan abbia lucrato, come prezzo del reato, somme notevolissime a fronte di favori fatti al Consorzio Venezia Nuova...». Così il giudice veneziano Giuliana Galasso ha motivato la sentenza di patteggiamento con la quale il 16 ottobre scorso l’ex governatore del Veneto ed ex ministro del governo Berlusconi Giancarlo Galan ha firmato la resa all’indagine Mose. Il magistrato lagunare ha voluto anche in parte rispondere al «comune sentire» che considerava troppo bassa la pena: 2 anni e 10 mesi più 2,6 milioni di risarcimento danni. Secondo il giudice si tratta di una misura adeguata per almeno tre ragioni: l’incensuratezza di Galan, il fatto che non si sia dato alla fuga quando poteva, attendendo in Italia l’autorizzazione a procedere della Camera dei deputati, e perché la pena dev’essere comunque valutata all’interno dei confini stabiliti dalla legge, che prevede un minimo e un massimo edittale per ogni fatto contestato. La confisca dei 2 milioni e 600 mila euro rappresenterebbero poi il controvalore dei reati non prescritti. Galan era infatti accusato di aver percepito, fra l’altro, da Giovanni Mazzacurati, allora presidente del Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico del governo per le opere di salvaguardia della città lagunare, uno «stipendio» in nero di circa 1 milione di euro l’anno per più di un lustro ma di queste somme la maggior parte sarebbe rimasta impunita. Galasso ha precisato poi che le accuse contro Galan trovano riscontro soprattutto nelle intercettazioni del suo commercialista, Paolo Venuti, dalle quali emerge il ruolo di prestanome di quest’ultimo in vari investimenti finanziari. C’è infine il capitolo «grandi accusatori»: Mazzacurati e Piergiorgio Baita della Mantovani, il gruppo pilastro del Consorzio Venezia Nuova. Qui il giudice ritiene credibili entrambi, anche perché Galan — scrive il magistrato — nel suo memoriale difensivo non riesce a trovare un solo buon motivo per il quale Mazzacurati e Baita avrebbero dovuto calunniarlo. A. P. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 CRONACHE Numero di processi aperti Al 30 giugno 2013 20 4. 91 3 ● Le novità vogliono «assicurare» (con la negoziazione assistita dagli avvocati) «il dimezzamento dell’arretrato di cause civili ● Se il processo è ancora pendente, le parti possono insieme chiedere di trasferire il processo a degli arbitri Il ministro Orlando Diminuire i processi pendenti necessario a restituire credibilità al sistema giustizia ● Il caso Il fondo pro Auschwitz L’Italia evita la figuraccia di Paolo Conti «Mi risulta che ci siano contatti tra la presidenza del Consiglio e il governo polacco per risolvere la questione». Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane , non dice di più. Ma la frase basta per capire che l’Italia girerà una pagina nera: ritrovarsi, con la Spagna, tra Paesi europei che ancora non hanno contribuito al Fondo perpetuo per salvare Auschwitz organizzato dal governo polacco nel 2009. El Pais giorni fa ha svelato che, a poco più di due mesi dal settantesimo anniversario della liberazione del lager da parte dell’Armata Rossa il 27 gennaio 1945, solo Spagna e Italia mancano all’appello dei 31 Paesi europei che hanno raccolto 102 dei 120 milioni posti come obiettivo. La Germania ha versato 60 milioni di euro. Il Vaticano ne ha stanziati 100 mila, la sola Parigi ha superato i 300 mila, l’Unione europea è presente con 4 milioni. Ma la polemica ha svegliato gli uffici di Palazzo Chigi. Ha ragione Gattegna quando sostiene che «la nostra presenza è indispensabile. L’Italia fascista fu corresponsabile delle atrocità di Auschwitz accanto all’alleata Germania nazista. Il Paese di oggi non ha una responsabilità rispetto al passato ma è doveroso che partecipi a un progetto per evitare che tutto cada nel dimenticatoio. Quel capitolo di storia è una tappa indispensabile nell’educazione delle nuove generazioni. Non abbiamo alcuna motivazione legata al rancore o all’odio. Vogliamo che la memoria resti viva, che i giovani sappiano, che il luogo resti lì a dimostrare cosa è accaduto». Così come ha ragione Marcello Pezzetti, direttore scientifico del futuro museo della Shoah di Roma: «Verrebbe da dire: fatelo per Primo Levi… L’Italia ha una responsabilità primaria nelle deportazioni degli ebrei. Li ha arrestati, li ha radunati in campi prima di concentramento provinciali, poi di transito nazionali e infine li ha mandati a destinazione. Basterebbero due milioni di euro». E la crisi economica non può stavolta funzionare come scusa. Proprio no. © RIPRODUZIONE RISERVATA 84 .8 05 81 .2 56 80 .4 90 o 63 .5 92 63 .2 35 Ca t i le rn Sa a gi Ba r Fo g no M ila li po Na an Ca Sa ia pu nta a M Ve a te ria re Le cc e Pa le rm o ❞ ge dimensioni allarmanti. Anzi, il dato sulla produttività dei giudici italiani nel settore civile è tra i più alti in Europa. Secondo l’ultimo Rapporto sull’efficienza della giustizia della Comunità, l’Italia è al secondo posto per la «consistenza quantitativa annua di domanda di giustizia» dopo la Russia, ma secondi sono anche i nostri magistrati nella classifica del numero di procedimenti definiti, davanti a Francia e Spagna. I dati dei procedimenti iscritti e di quelli definiti riferiscono che nel 2011, a fronte di 4.475.419 nuovi fascicoli, ne sono stati chiusi 4.527.574; lo stesso trend s’è avuto nel 2012, finché nel 2013 sono stati definite 4.554.038 cause mentre quelle sopravvenute si sono fermate a 4.348.902. Cifre ancora da capogiro, ma che registrano come l’arretrato complessivo sia sceso, negli ultimi tre anni, di quasi cinquecentomila processi. Da questi numeri si deduce che i giudici italiani sono in grado di definire all’incirca 4,5 milioni di procedimenti all’anno, cioè in media 375.000 ogni mese. Ciò significa che, immaginando un ipotetico quanto irrealistico periodo senza nuovi a cile: «Giustizia incivile, arretrato di 5,2 milioni di cause». È un numero reale, dietro il quale si nasconde però una realtà complessa e variegata, «che pur nella sua indubbia gravità andrebbe spiegata e, almeno in parte, ridimensionata». Ecco perché il Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria del ministero della Giustizia, con uno studio del direttore Mario Barbuto, ha pensato bene di scomporre quella cifra, separare i numeri degli affari pendenti per grado di giudizio, materia e territorio, in modo da offrire spunti per un’analisi utile a trovare soluzioni. Un «censimento selettivo» dell’arretrato civile che porta a conclusioni — seppure parziali — meno drammatiche di quanto si possa immaginare. L’introduzione della distinzione tra arretrato vero e proprio e «giacenza», ad esempio, porta a dire che il primo è una patologia che diventa emergenza quando raggiunge livelli troppo alti, mentre la seconda è la fisiologica disparità tra il numero di nuovi fascicoli che arrivano sulle scrivanie dei giudici e quelli che si riescono a definire nello stesso periodo di tempo; e di solito non raggiun- Ro m ● In Gazzetta ufficiale è stato pubblicato il decreto sulla giustizia civile ROMA Lo slogan è fin troppo fa- 3.328.455 12 5. 51 2 11 3. 45 6 11 0. 68 6 Italia seconda (dopo la Russia) per litigiosità La riforma Totale pendenze 17 5. 24 8 Un anno senza cause Solo così finirebbero i processi arretrati Il bilancio della giustizia civile Il calo Variazione sull’anno precedente 6.000.000 5.738.673 5.488.102 -4,2% 5.500.000 5.257.693 5.000.000 Anno giudiziario 2010-2011 2011-2012 Fonte: relazione del dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria processi, per smaltire l’intero arretrato civile sarebbero sufficienti 14 mesi, poco più di un anno. «Ci sarebbe da essere soddisfatti, anziché disperarsi», commenta Barbuto. Immaginare un blocco delle nuove cause per azzerare il pregresso accumulato negli anni è tuttavia irrealistico. Ecco perché l’analisi del ministero si è concentrata anche sulla «vetustà» dei processi arretrati, andando ad analizzare quali e quante sono le pendenze più antiche. Il risultato è che nei 2012-2013 19 sero di fare causa allo Stato per la lungaggine dei processi. Una «mina vagante», secondo il rapporto ministeriale, fatta di «cause vecchie e stagionate che i giudici italiani non riescono (e non sono riusciti) ad eliminare. Finché vi sarà una sola di tali pratiche vetuste, la giustizia civile non potrà considerarsi degna di un Paese normale». Ecco perché in queste situazioni dovrebbero intervenire i capo degli uffici, i quali «hanno l’obbligo di legge di programmare gli interventi mirati che garantiscano la rapida, se non immediata, eliminazione dell’arretrato, anche a costo di ritardare temporaneamente la trattazione degli affari più recenti. È preferibile infatti che gli affari più recenti crescano leggermente di durata, e anche di numero, anziché tollerare che negli armadi stazionino sine die affari risalenti nel tempo». Secondo il ministro della Il rapporto Il numero dei fascicoli in sospeso è però calato di mezzo milione in tre anni d’Arco tribunali ordinari risultano ancora aperti 86.022 procedimenti avviati prima dell’anno 2000, 122.611 iscritti a ruolo fra il 2001 e il 2005, e ben 709.847 cominciati fra il 2006 e il 2010. Ad essi vanno aggiunti circa 130.000 cause pendenti nelle corti d’appello risalenti al periodo 2000-2010. Il totale si attesta su un milione di processi e poco più, che sono il vero arretrato della giustizia civile italiana, a rischio risarcimento nei confronti dei cittadini che decides- Giustizia Andrea Orlando, «questo studio è un importante sostegno al percorso riformista intrapreso dal governo, impegnato per abbattere l’arretrato civile e restituire credibilità al sistema; il pezzo di riforma già approvato dal Parlamento sarà presto integrato dalle norme della legge delega sul processo civile. Le nuove analisi ci consentiranno di capire meglio dove incidere e come intervenire». Giovanni Bianconi © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 La storia di Virginia Piccolillo CRONACHE «Si parlava di gay, il prof mi ha colpito Ora ho paura di tornare a scuola» Il 14enne che ha denunciato le percosse. Il docente: tra un anno di ruolo, mica sono matto DALLA NOSTRA INVIATA Famiglie ASSISI (PERUGIA) «Sicuro? Certo. Ero diventato blu. Per fortuna è intervenuto il mio compagno e il prof mi ha tolto le mani dal collo». All’avvocato conferma tutto il quattordicenne di Perugia che ha denunciato di essere stato picchiato e insultato con frasi omofobe dall’insegnante, durante la lezione. Mentre il docente insiste nel gridare la sua innocenza: «Non sono né omofobo, né picchiatore. Ho insegnato nelle carceri, ho un master nei disturbi dell’attenzione, sono stimato e amato dai miei vecchi alunni. E ora, dopo 13 anni di insegnamento in prova, a un anno dal diventare professore di ruolo, mi sarei messo a insultare e a menare un ragazzino di 14 anni. E che Quel «diritto» evocato dal Papa di Gian Guido Vecchi Francesco dice che «i bimbi hanno diritto di crescere in una famiglia con un papà e una mamma» e invita a non cadere nella «trappola» dell’ideologia: «Non si può parlare di famiglia conservatrice o progressista». Niente battaglie ideologiche. Il Papa (nella foto Ap, al colloquio di ieri sulla complementarietà tra uomo e donna) argomenta: la «cultura del provvisorio» e la «rivoluzione dei costumi» hanno portato «una devastazione morale» che colpisce «i più vulnerabili». E la «crisi del matrimonio» è un problema di «ecologia umana». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il ragazzo «Ero diventato blu per le mani al collo. Per fortuna è intervenuto il mio compagno» so’ impazzito?». Oggi, nell’istituto professionale di Assisi, dove 6 giorni fa la lezione di Accoglienza alberghiera si è conclusa con una denuncia penale per lesioni, arriveranno gli ispettori del ministero, per interrogare l’insegnante, e il viceministro dell’istruzione, Davide Faraone, per un colloquio privato con il ragazzo. Ma la mamma di Cristian, il nome è di fantasia, lancia un appello: «Mio figlio ha bisogno di tranquillità e di serenità. Ieri le telecamere lo hanno rincorso fuori dalla scuola. È un bambino di 14 anni, non può avere questa pressione addosso». Ha paura Cristian, spiega la mamma attraverso il suo avvocato, Massimo Rolla. Ieri è tornato a scuola ed è stato accolto bene dai compagni e dai professori dell’altra sezione dove è stato spostato in attesa che la situazione venga chiarita. Ma teme di diventare bersaglio di scherno. «Non è gay. Anche se non ha nulla contro gli omosessua- li. Ma il motivo principale per cui abbiamo voluto denunciare non sono quelle frasi, ma il fatto che sia stato picchiato all’interno di una classe, durante l’orario scolastico. Qualsiasi cosa abbia detto o fatto, non poteva essere mandato dal preside o buttato fuori dalla classe? Perché quell’ematoma?» . Il referto del pronto soccorso dell’Ospedale di Perugia non lascia spazio a simulazioni: «Contusione sulla gamba destra», «5 giorni di prognosi». «Lui non voleva neanche dirlo, ma l’ho visto che zoppicava, ho insistito e alla fine è scoppiato a piangere e mi ha raccontato tutto. Non ho motivo di credere che non dica la verità», assicura la madre di Cristian. «Stavano svolgendo un esercizio in classe — aggiunge l’avvocato Rolla — lui era rimasto indietro e ha chiesto aiuto al compagno di banco. A quel punto il ragazzo riferisce che il professore, seccato perché si distraeva, gli ha detto quelle frasi (“essere gay è una brutta malattia. Trenitalia Rimborsati i ritardi sopra i 30 minuti Indennizzo (con bonus) anche per i ritardi di 30 minuti. Tempi di erogazione dell’indennizzo più brevi, da 20 a 3 giorni. Maggiore flessibilità nella determinazione del ritardo, con l’aggiunta di tre minuti rispetto all’orario rilevato in alcune stazioni principali. Introduzione del «biglietto globale» per viaggi compiuti con due o più treni. Sono alcune delle iniziative decise da Trenitalia nell’ambito di uno dei procedimenti istruttori condotti dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato nei confronti della società di trasporto del Gruppo Fs italiane. Un procedimento, questo condotto dall’Antitrust, che si è chiuso senza sanzioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pontificia Università Lateranense Un master per giornalisti digitali Creare contenuti per tv, giornali, web e dispositivi mobili, gestire un’eventuale start-up, risolvere i problemi legati al diritto d’autore e alla libertà di stampa, imparare a elaborare un social media planning. È il percorso pensato per la terza edizione del master in di primo livello in Digital Journalism della Pontificia Università Lateranense di Roma. Alla guida Emilio Carelli, già direttore di SkyTG24, e Dario Edoardo Viganò, direttore del Centro Televisivo Vaticano. Il master è aperto ad aspiranti giornalisti e professionisti (35 gli ammessi). Per le iscrizioni il termine è il 31 gennaio 2015. © RIPRODUZIONE RISERVATA Tu ne sai qualcosa?”, ndr). Il ragazzo ha risposto a tono (”sì, da quando conosco lei”, ndr). E il docente gli ha dato due pugni forti sulla spalla, due calci alla gamba e poi gli ha stretto per un attimo le mani attorno al collo, tanto che il compagno di banco del ragazzo è intervenuto dicendo: “Ma così lo strozza”. Sono stati proprio i ragazzi a spingerlo a denunciare. Non vorrei che venissero fuori altri episodi». «Ma per l’amor del cielo. Posso alzare la voce, per farmi sentire da chi è distratto, ma mani al collo proprio no. So che il ragazzo ha un ematoma. Non so come se lo sia fatto. Io non sono stato», assicura il professore sotto accusa, che valuta controquerele. Lui la racconta così: «Stavo illustrando come si compila la scheda del portiere d’albergo e spiegavo l’importanza di tutelare la privacy dicendo che in una stanza di hotel ci possono venire persone di ogni genere. Uno studente, per fare lo spiritoso, mi ha chiesto: “Ma ci vengono anche i gay?”. Io ho risposto: “Questo non ti deve interessare perché essere gay non è mica una brutta malattia”. Siccome il ragazzo continuava a chiacchierare l’ho chiamato e gli ho detto: “A te non interessa?”. Lui mi ha dato del gay. Io ho poggiato la mano sulla sua spalla e l’ho scosso leggermente dicendogli di finirla e di mettere la gamba sotto il tavolo. Chissà che cavolo ha capito. La classe mi ha espresso solidarietà». Sarà la magistratura ad accertare i dettagli di questa vicenda. Oltre ad alcuni compagni di classe del ragazzo, la polizia giudiziaria avrebbe sentito anche il tecnico del laboratorio. Resta il monito del ministro Stefania Giannini: «Se accertato, sarebbe un fatto gravissimo». © RIPRODUZIONE RISERVATA 21 Il caso ● Martedì scorso nell’istituto alberghiero di Assisi, durante la lezione di «Accoglienza turistica» ai ragazzi di prima, un quattordicenne sarebbe stato picchiato e insultato dal professore ● Il referto medico conferma i lividi, guaribili in 5 giorni. Sulla dinamica, studenti e insegnante divergono ● Tre compagni di classe dello studente picchiato confermano la versione del quattordicenne. Il prof gli avrebbe anche detto: «È brutto essere gay e tu ne sai qualcosa». L’insegnante nega la ricostruzione e conferma di aver dato solo «un calcetto» Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera 22 con ® AX MAGROL medical-slim Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 CRONACHE Sul set di Matera Nella capitale della cultura il nuovo Ben Hur Un presepe con 300 figuranti ricorda Pasolini L’originale La celebre scena della corsa sulle bighe del film «Ben Hur» girato a Cinecittà nel ‘59 con Charlton Heston nel ruolo del protagonista (Afp) Straordinaria parabola, quella di Matera e dei suoi Sassi. Da «Vergogna nazionale»(titolo della Gazzetta del Mezzogiorno il 9 aprile 1951 quando Alcide De Gasperi annunciò la legge speciale per il risanamento urbanistico della città) a brand culturale e internazionale dell’Italia del nostro tempo. La proclamazione di Matera a capitale europea della Cultura per il 2019 di un mese fa ha acceso i riflettori su una città in fermento. A metà gennaio sbarcherà in città la troupe della Metro Goldwyn Mayer per il remake di «Ben Hur», il film del 1959 di William Wyler. Gli alberghi sono tutti prenotati, sono previste 1.800 comparse e uno staff guidato dal regista Timur Bekmambetov («Wanted — Scegli il tuo destino» del 2007 con Angelina Jolie). Sarà un kolossal, come conferma la presenza di un produttore esecutivo del calibro di Enzo Sisti, responsabile dell’operazione «La Passione di Cristo», la discussa e sanguinolenta pellicola girata da Mel Gibson proprio tra i Sassi di Il Vangelo tra i Sassi Pier Paolo Pasolini a Matera, sul set del film «Il Vangelo secondo Matteo» girato nel 1964. Il quartiere dei Sassi sembrò al regista il luogo migliore per evocare l’antica Galilea La Passione di Gibson Matera, scelta come set tra gli altri anche da Lina Wertmüller per «I basilischi», torna a ospitare le riprese di un film nel 2004: questa volta a girare è Mel Gibson con il suo « La Passione di Cristo» ● La curiosità La sfida tra ricchi orientali che tiene vivo il mito di Napoleone di Stefano Montefiori cappello poggiava Q uel sulla augusta testa di Napoleone Bonaparte, allora primo console, durante la battaglia di Marengo del 1800. Era stimato intorno ai 3-400 mila euro ma domenica, nel corso di un’asta a Fontainebleau (foto Afp), il collezionista sudcoreano Tka Lee se lo è aggiudicato per un milione 884 mila euro, battendo la concorrenza di un giovane cinese. Un busto di Napoleone scolpito dal Canova è stato poi battuto per 706 mila euro, e in due giorni le case d’aste Osenat, Binoche e Giquello hanno raccolto oltre 10 milioni di euro. L’anno prossimo sarà il bicentenario della battaglia di Waterloo e della sconfitta definitiva di Napoleone, e l’interesse per la figura del soldato corso diventato imperatore è in aumento. Ma sono i non europei ad avere i mezzi e la passione per tenere accesa la fiamma del mito napoleonico. Quei pezzi provengono dalla collezione del principe Alberto II di Monaco: il ricavato dell’asta andrà a finanziare il memoriale per la madre, Grace Kelly. Lo Stato francese oggi non può permettersi di partecipare ad aste di questo tipo. Il cappello di Napoleone finirà nella hall dell’azienda del signor Lee, a Seul. © RIPRODUZIONE RISERVATA Matera nel 2004. Ancora mistero sul protagonista che prenderà il posto di Charlton Heston. Certa la presenza di Morgan Freeman nel ruolo di Ildarin, il campione della biga. Tre mesi di riprese, budget di dieci milioni di dollari. Cuore del film sarà la piazza di San Pietro Caveoso, col masso roccioso del Monterrone che incombe e l’ impressionante affaccio sulla Murgia. Tra poche settimane, altro appuntamento spettacolare tra i Sassi. Stavolta con radici loca- li. Dal 2 al 5 gennaio 2015 Matera ospiterà la nuova edizione del Presepe vivente per i cinquant’anni dal «Vangelo secondo Matteo» di Pier Paolo Pasolini, film che per primo svelò la bellezza dei Sassi. Kolossal Per il remake sono attese 1.800 comparse, le riprese dureranno tre mesi 23 Milano Spiega l’organizzatore Luca Prisco, operatore turistico e responsabile di un Comitato promotore di cui fanno parte Confindustria Basilicata, oltre che il Comune di Matera con provincia e regione Basilicata: «Avremo trecento figuranti che proporranno un ritorno alla Galilea di duemila anni fa. Lo spettacolo verrà distribuito, tra le strade, le piazze, i vicoli. Lo slogan sarà “Segui la stella cometa”. Daremo vita a una scia luminosa di cinque chilometri per accompagnare i visitatori seguendo la suggestione della cometa». Il budget è di 150 mila euro, quest’anno l’organizzazione punta a superare le ventimila presenze (l’anno scorso erano già a quota 19 mila). Il biglietto per il tour costerà 5 euro, ingresso gratuito per i bambini e i portatori di handicap che avranno un itinerario speciale con accompagnatori. Per le vie anche ottanta «legionari» del Gruppo Storico Romano, che da vent’anni ripropone ricostruzioni della Roma imperiale seguendo le indicazioni di un Comitato scientifico composto da docenti dell’università di Tor Vergata. Intanto è attivissima la macchina in vista dell’appuntamento europeo del 2019. Proprio ieri il ministro per i Beni e le attività culturali, Dario Franceschini, è stato a Matera: «Il vostro è un lavoro che inizia adesso, basato su una progettazione di grande qualità. L’occasione di Capitale europea è una sfida per tutta l’Italia». Matera sotto tanti riflettori. E non solo grazie al vecchio, caro Ben Hur. Paolo Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA Un patto globale per il Pianeta Così gli scienziati portano la pace L’accesso all’acqua, le diversità culturali, quelle religiose, il controllo delle risorse, gli interessi economici, i monopoli su materie prime e sul mercato delle armi, i cartelli della droga e del traffico degli uomini… Il Pianeta sovraffollato vive da anni in uno stato di pace soltanto virtuale, nella realtà percorso da guerre di ogni tipo e per ogni motivo. Né i politici, né le religioni, né le strategie economiche sembrano ottenere risultati. Nulla di tutto ciò sembra poter raffreddare i focolai. La scienza invece avrebbe le carte in regola per lavorare alla pace e per la pace. È nel Dna degli scienziati, basta che non vivano in una torre d’avorio ma sappiano osservare il mondo nel suo divenire. Non possono quindi sorprendere le conclusioni del patto di Milano «Science for Peace» arrivato al sesto appuntamento, alla vigilia dell’Expo, che si appella agli scienziati di tutto il mondo per un network planetario a favore della pace. Il patto, nato da un’idea di Umberto Veronesi — un progetto della Fondazione che porta il suo nome in collaborazione con l’università Bocconi, la benedizione di Nobel e dell’Onu — rilancerebbe sia l’economia sia la perequazione delle risorse. Mario Pappagallo © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 CRONACHE La classifica D’ARCO Il grado di stress nei Paesi secondo l’ultima ricerca europea (scala 0-5) I segnali ● Ecco alcuni sintomi di stress «negativo» secondo Alt, (associazione per la lotta alle malattie cardiovascolari): se ne avete più di cinque, dovete affrontare il problema ● Sudorazione eccessiva, cuore che batte in gola, bocca asciutta, mal di stomaco, senso di spossatezza e mal di testa sono segnali di stress ● Anche il bisogno di andare in bagno più spesso del normale è un campanello d’allarme, come pure i dolori diffusi, forte desiderio di fumare o di bere, eccessivo impegno nel lavoro fino a sfinirsi, irritabilità ● Attenzione alla voracità per il cibo, alla perdita dell’appetito, del senso dell’umorismo o dell’interesse per il proprio aspetto fisico, o alla voglia di piangere 25 ● Tecnologie La sfida di Facebook a Linkedin per garantire privacy Danimarca Svezia Olanda Svizzera Portogallo Slovenia Belgio Germania Francia Inghilterra Estonia Austria Spagna Rep. Ceca ITALIA Ungheria Polonia di Marta Serafini 3,5 4 4,5 5 Fonte: T. Lunau e altri (2013) – Università Heinriche-Heine di Dusseldorf Oltre il nostro limite? Quando ancora gareggiava, Umberto Pelizzari ha stabilito un record per ogni disciplina dell’apnea. Sarà per questo che ora non ha dubbi: «Senza il desiderio di superare i limiti, saremmo ancora a saltare da un albero all’altro». Tutt’altra risposta ha dato domenica Lilli Gruber, intervistata a Che tempo che fa, su Rai3: «Sto molto bene, ho solo abusato un po’ troppo della mia forza fisica, noi che amiamo il nostro lavoro amiamo strafare, noi donne super woman... poi superiamo i nostri limiti», ha spiegato con un sorriso a Fabio Fazio che le chiedeva della sua salute, dopo il malore che l’ha tenuta lontana dallo schermo per alcune settimane. «È stata anche una bella lezione: ogni tanto bisogna darsi un po’ di tregua». Colpisce che l’ammissione esca dalla sua bocca: una professionista tostissima, che tanti traguardi (e limiti) ha superato nella sua carriera. Ci hanno cresciuti con l’idea che «volere e potere», che se la mente si pone il giusto obiettivo, il corpo non può che seguire, che comunque per fare carriera bisogna saper funzionare sotto pressione. E se non fosse così? A volte qualcosa fa cilecca, il corpo si ribella e fa arrivare la sua «lezione»: «È come inciampare: ci accorgiamo che corriamo solo quando facciamo un passo falso — dice Lidia Rota Vender, responsabile del Centro di prevenzione cardiovascolare dell’istituto milanese Le ambizioni in ufficio mascherano la fatica Cosa succede se ignoriamo i segnali del corpo Humanitas —. Invece è fondamentale ascoltare i segnali di stress: il sonno disturbato, la tendenza a scattare su cose banali, i disturbi dell’appetito. Se non siamo noi a prenderci una tregua è il corpo che ci costringe a farlo, ammalandosi». Le donne sono quelle che sanno farlo peggio: «Hanno una maggiore capacità di tolleranza allo stress ripetuto, per- ché sono allenate al multitasking e a gestire diversi fronti: lavoro, famiglia, impegni — conferma Rota Vender —. Finiscono così per avere una soglia più alta, una resistenza che poi le tradisce: il crollo arriva all’improvviso». L’illusione peggiore è proprio il successo: «Può diventare una trappola — avverte Luigi Grassi, professore di Psichia- I Clooney genitori George e Amal adotteranno un bimbo George e Amal Clooney vogliono adottare un bimbo: un orfano di un Paese devastato dalla guerra per «porre l’attenzione sui minori rimasti senza genitori in nazioni come la Siria». Lo rivela la rivista Woman’s Day. © RIPRODUZIONE RISERVATA tria all’università di Ferrara —: spinge a voler raggiungere obiettivi in maniera eccessiva e a non accorgersi che si sta toccando la soglia ultima». La scalata diventa una vertigine infinita: un susseguirsi senza freni di cose, attività, esperienze. A volte anche la forma fisica diventa ossessione di prestazione. Come se coccolarsi, o prendersi cura di se stessi fosse una forma di debolezza. Invece è la radice di ogni genuino superare se stessi: «La costanza e la determinazione nel raggiungere nuovi obiettivi funzionano solo se si tiene conto dei propri bisogni, se attecchiscono nella vita emotiva e nel piacere», avverte Claudio Mencacci, psichiatra e direttore del dipartimento di Neuroscienze al Fatebenefratelli di Milano. Il sacrifico, da solo, non porta da nessuna parte. È anche il segreto del campione Pelizzari: «Tutti pensano che per l’apnea le qualità fisiche più importanti siano i muscoli o i litri di capacità polmonare. Invece è conoscere il proprio corpo e riconoscere i suoi segnali : quando puoi andare avanti e quando no». Elena Tebano ❞ Psichiatra Il successo è anche una trappola: distrae dai segnali di stress Cardiologa È come inciampare: capiamo di correre grazie a un passo falso Un profilo da usare solo per lavoro, ben distinto da quello personale. Sarebbe questo l’asso nella manica di Mark Zuckerberg. Secondo indiscrezioni del Financial Times, a Menlo Park tutto è pronto per il lancio di «Facebook at work». Obiettivo, sfidare Linkedin, il social network professionale che conta 332 milioni di utenti (Facebook ne ha 1,3 miliardi). Ma anche fare concorrenza a Microsoft e Google e alle loro applicazioni di posta e messaggistica. «Il nostro scopo è mettere in contatto le persone», ha sempre detto Zuckerberg. E se di recente la sua piattaforma è stata accusata di non garantire la privacy dei suoi utenti, questa potrebbe essere l’occasione per costruirsi una nuova immagine e fare «un salto culturale». Primo risultato dell’operazione, ridare fiducia a quelli che non usano più Facebook per paura di essere controllati dal proprio datore di lavoro (per il sito Mashable, il 55 per cento dei cacciatori di teste usa i social per il reclutamento). Secondo, riportare Fb negli uffici dopo che in molte aziende l’uso dei social è stato inibito per evitare distrazioni. E non è finita: per l’occasione Zuckerberg avrebbe già stretto una serie di accordi con alcune aziende ampliando così il suo raggio d’azione e i suoi introiti. E se dalla Silicon Valley la risposta al Financial Times è un secco «no comment», secondo i ben informati i nuovi profili consentiranno di chattare tra colleghi oltre a mettere in contatto professionisti e favorire la collaborazione sui documenti. Come Linkedin «Facebook at work» avrà la possibilità di creare gruppi. Poi un canale news e profili ad hoc. Allo stesso tempo si parla di una funzione di archiviazione cloud, mail e chat simili a quelle di Google e di Microsoft Outlook. Tutto rigorosamente separato da foto di vacanze e serate con gli amici. @martaserafini © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA UNA MARCIA IN PIÙ ALLE TUE DIFESE? SU CON IMMUNO Per preparare il tuo organismo all’arrivo della stagione fredda e quando le tue difese immunitarie sono messe a dura prova dalle molteplici situazioni di stress, SU con Sustenium Immuno Energy. La sua formula a doppia azione, con GLICINA, GLUTAMMINA, VITAMINE e ZINCO, è studiata per ATTIVARE e RINFORZARE le tue difese immunitarie. Disponibile in FARMACIA. Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera 26 ● Occupazioni La casa è l’unità di misura delle nuove povertà: se ieri la gente applaudiva allo sgombero di rom e clandestini, oggi al quartiere Giambellino di Milano si rivolta perché capita «a uno di noi». E la politica soffia sul fuoco da fronti opposti ANALISI & COMMENTI I ● Il corsivo del giorno di Paolo Di Stefano Iva sugli ebook L’Europa dimentica che un libro è sempre un libro © RIPRODUZIONE RISERVATA di Giangiacomo Schiavi n una periferia che grida vergogna per l’inerzia e l’abbandono di anni, la legalità è l’ elmetto con la visiera di un agente in tenuta antisommossa. Tutto quello che il buon senso, il rispetto, la legge civile prevede, non vale per chi occupa una casa nel formicaio frammentato e confuso che ristagna ai margini della grande città. Milano è una trincea: da una parte polizia e carabinieri a supplire il lungo vuoto della politica, dall’altra il mix sociale della disperazione che incrocia abusivi, delinquenti, taglieggiatori, clandestini, dropout metropolitani e anche gente comune. I sassi, gli estintori e i pugni alzati contro lo sgombero di un appartamento occupato da una mamma con due bambini marcano il confine di un illecito che si è dilatato nel tempo: lo stesso dei tanti abusivi che rivendicano un diritto che non c’è. Ordine e prepotenza si incrociano nella mattina violenta del Giambellino, ma da Baggio al N ❞ Maggioranza silenziosa Nessuna illegalità e nessuna violenza si possono giustificare. La categoria della delinquenza deve uscire dalle porte degli alloggi popolari, per dare forza alle ragioni dei cittadini onesti che formano una maggioranza silenziosa Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it Corvetto ci sono polveriere pronte a esplodere. La casa è l’unità di misura delle nuove povertà: se ieri la gente applaudiva allo sgombero di rom e clandestini, oggi al Giambellino si rivolta perché capita «a uno di noi». Abusiva, ma anche mamma. I centri sociali, messa in pausa la Tav, hanno un nuovo campo di battaglia per mostrare la loro faccia violenta. La politica soffia sul fuoco da fronti opposti: dopo aver usato la casa, l’Aler e il mercato degli alloggi come greppia per catturare voti e consensi, cavalca scontento e qualunquismo. In assenza di un diritto, che è quello di un’assegnazione regolare, la periferia di Milano ritorna Far West. Con ventimila famiglie in lista d’attesa e settemila case sfitte, cioè non assegnate perché sono inagibili e l’Aler non ha i fondi per le ristrutturazioni, la deriva documentata dall’inchiesta del Corriere era inevitabile. Nei quartieri più esposti, gli anziani soli vivono nel terrore: allontanarsi da casa o essere ricoverati in ospedale è l’anticamera per diventare improvvisamente sfollati, espropriati di un diritto, privati dell’appartamento perché il racket ha cambiato la serratura della porta e inserito un abusivo. Non è tollerabile oggi e non lo era nemmeno ieri, quando nel colpevole silenzio di ministri e governi l’emergenza abitativa veniva denunciata: morosità in aumento, abusivismo incontrollato, carenza di alloggi popolari per le famiglie in difficoltà. Dov’era l’Aler e dov’era la politica quando anziani soli e cittadini onesti vivevano barricati nei casermoni di Calvairate o di San Siro, costretti a render conto a improponibili capibastone diventati i boss del mercato degli affitti? E dov’erano i vari presidenti dell’ente che a Milano si sono succeduti negli anni, incapaci di dare risposte alle migliaia di richieste inevase e di evitare che una casa liberata dagli occupanti abusivi restasse vuota per anni? È tardivo, ma necessario, il ritorno al rispetto formale della legge, a quel modello Milano che ogni tanto spunta fuori nelle riunioni per l’ordine pubblico e la sicurezza. Un modello spesso disatteso, che dovrebbe tener conto degli stati di bisogno e mostrarsi esemplare per la moralità di chi lo applica. Non sempre è così. Nessuna illegalità e nessuna violenza si possono giustificare: l’operazione avviata da Comune, Regione e prefettura non deve fermarsi davanti alle inti- CONC on si capisce perché gli ebook debbano essere considerati, ai fini fiscali, più simili ai videogiochi che ai libri tradizionali, visto che non sono altro che libri trasferiti su supporti digitali. Strumenti di lettura, tutto qua. Prendendo a prestito i famosi versi di Gertrud Stein sulla rosa, Marco Polillo, presidente dell’Associazione editori italiani (Aie), fa notare giustamente che «un libro è un libro», sostenendo la campagna che chiede di abbassare al 4% l’Iva degli ebook (l’aliquota, cioè, degli altri libri). Niente da fare: la burocrazia europea si è divisa su questa misura di banale buon senso e la riduzione per gli ebook rimane tra le buone intenzioni manifestate anche dal nostro ministro della Cultura Dario Franceschini, oltre che da rappresentanti di altri Paesi come la Francia. Dunque, in Italia, il libro elettronico deve sottostare al 22% di Iva, come fosse non un libro ma un frigorifero o un’automobile. In realtà un romanzo è un romanzo, che sia letto su carta o su tablet, cioè quello che si chiama un «prodotto dell’ingegno», un frutto dell’immaginazione, della fantasia, dell’empatia eccetera. E un saggio è un saggio: il risultato di una riflessione teorica o di una ricerca scientifica. Che vengano trasmessi in modo tradizionale o no, restano comunque un romanzo o un saggio. Dunque è comico giustificarne l’aliquota dichiarando — come hanno fatto i giuristi della Commissione europea — che si tratta di prodotti elettronici alla stregua dei videogame. Senza sapere che in realtà la lettura ha a che fare con l’istruzione, l’apprendimento, la cultura: tutte cose che in Europa soffrono di un deficit gigantesco. Se poi qualcuno ritenesse che tra il libro di carta e l’ebook ci sia già abbastanza concorrenza sleale a svantaggio del primo, si rassereni: con tutti gli annunci di apocalisse imminente (per la carta), l’ebook in Italia non supera ancora quota 5 per cento del mercato. PERIFERIE, LA TRINCEA DELLA LEGALITÀ midazioni. La categoria della delinquenza deve uscire dalle porte degli alloggi popolari, per dare forza alle ragioni dei cittadini onesti che sono la maggioranza. Una maggioranza silenziosa che in via Vespri Siciliani, al Giambellino, prova disgusto e vergogna per lo stato d’abbandono di portoni, giardini e scantinati, per i topi e gli scarafaggi, per le cassette postali divelte, per i gabinetti intasati, i campanelli bruciati, per gli ascensori guasti e i portieri sociali che non ci sono. C’è una tensione che sale, e si vede, tra polizia e carabinieri. Tocca a loro difendere il baluardo della legalità in una guerra che a volte è di disperazione. «Noi siamo delle belve, ci buttiamo giù in cortile», urlavano in strada le donne del Giambellino. Una novità e un segnale, nel quartiere che Gaber ha consegnato alla storia popolare con la ballata del Cerutti Gino. C‘era la teppa, allora. Ma anche un’umana solidarietà. Gli amici di quel bar, però, non ci sono più. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA UNA SVOLTA NECESSARIA L’INTERESSE GENERALE IN ITALIA È UN’UTOPIA di Alessandro Pansa Storture In un Paese di ricchezza recente, alcune categorie detengono privilegi a danno di altre C aro direttore, verso la fine del 1700, al grande storico della caduta dell’impero romano Edward Gibbon venne proposto di acquistare, per 1.500 sterline, un seggio alla Camera dei Comuni. Nel 1761, trentasette membri del Parlamento inglese furono incoraggiati dal governo di Sua Maestà a comprarsi l’elezione, con la promessa di vedersela ripagata da adeguati contratti di concessione. Più o meno nello stesso periodo, affaristi di dubbia moralità provenienti dall’India, i «nababbi», si accaparrarono un posto ai Comuni per sfuggire alle inchieste giudiziarie. La classe politica era convinta di avere «diritto di essere mantenuta a spese dello Stato». Le cose sono rimaste sostanzialmente le stesse per molto tempo. Lo racconta Lewis Namier nel suo studio sul Parlamento britannico nel periodo in cui veniva costruito il dominio inglese sul mondo, studio discusso nell’acuto libro di Giuseppe Berta (Oligarchie, Il Mulino, 2014), che ci aiuta a gestire il fastidio verso la debolezza strutturale della classe parlamentare italiana: la quale, diceva Gaetano Salvemini, «è per il 10 per cento migliore, per il 10 per cento peggiore e per l’80 per cento uguale al Paese che governa». Senonché gli inglesi si sono fatti un impero, con quel Parlamento. È vero, duecento anni fa la Perfida Albione non aveva avversari temibili, oggi la concorrenza tra sistemi e Paesi è spietata, pure dentro le case comuni come l’Unione Europea. Ma non basta. La Gran Bretagna di allora seppe definire l’«interesse nazionale» superando le ambizioni dei mercanti, l’ansia di impunità dei nababbi e pure i dubbi di Gibbon. E noi? L’Italia di oggi si dibatte in una crisi la cui gravità dipende dalla sua estensione: economia, industria, scuola, giustizia, sanità, ambiente, pubblica amministrazione. Non bastano leggi e rifor- Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 CLASSI DIRIGENTI CATTOLICI IN POLITICA UN NUOVO IMPEGNO E UNA PLURALITÀ DI VOCI di Mario Benotti Ispirazioni Difficile pensare di ricostruire un partito sul modello del Novecento, ma serve studiare i testi di Paolo VI C aro direttore, una riflessione di Dario Antiseri sul Corriere della Sera del 9 ottobre scorso ha riportato l’attenzione sulla questione del partito dei cattolici. Torna il nodo della fine del cattolicesimo politico italiano dopo le positive stagioni del Novecento, da quella sturziana a quella degasperiana: sono modelli riproponibili? Sì e no. Occorre prendere atto di due punti di vista fra loro opposti: uno dà per conclusa ogni possibile stagione del cattolicesimo politico, mentre per l’altro è necessaria la ricostruzione di un partito dei cattolici. Un’impresa che appare davvero ardua, quest’ultima, considerate le posizioni e i linguaggi così diversi dei tanti soggetti cattolici. Tra le due posizioni se ne delinea tuttavia una terza. E cioè una posizione che guarda sì alla politica, in certo senso, ma oltre essa. È la posizione che mette al proprio centro la riflessione sulla necessità e sul modo di ricostruire una classe dirigente. Una prima occasione per andare in questa direzione potrebbe essere proprio il tema dei fondamenti di un rinnovato umanesimo e insieme quello della mutazione culturale e sociale, che incide sempre più nella mentalità e nel costume, sradicando a volte principi e valori fondamentali. Temi che per l’appunto saranno nel 2015 al centro del convegno della Chiesa italiana a Firenze. Di fatto un’occasione per riflettere anche circa la questione cruciale della democrazia. Se oggi va registrata la scomparsa di tradizioni come il cattolicesimo liberale, di quello intransigente, popolare, o democratico, resta però ben ferma la differenziazione, di matrice sturziana, tra conservatorismo cattolico e cristianesimo sociale. Così come vi sono differenze anche sui modi di intendere lo stesso impegno politico. Da una parte, infatti, troviamo i sostenitori della semplice testimonianza individuale, tra i quali allignano la cultura del riformismo costituzionale e la convinzione dell’opportunità di una democrazia governante nonché di partiti a vocazione maggioritaria. Dall’altra, i promotori me. Occorre altro. Serve la consapevolezza della vastità del nostro dissesto da parte di una società coesa, la sua disponibilità a condividere minori benefici privati oggi in cambio di maggior benessere collettivo domani. Ma il nostro è un Paese di ricchezza recente — intrisa quindi del terrore di essere perduta — e di privilegi consolidati, accumulati da diverse categorie sociali non «insieme a» ma a «a scapito di» altri pezzi della società. Cosa accadrebbe se, per stimolare davvero il mercato del lavoro qualificato, venissero aboliti gli ordini professionali? Se, per incentivare la capitalizzazione delle imprese, si limitasse la deducibilità fiscale degli interessi passivi? Se, per ridurre il tasso di evasione, si ridefinissero i parametri di redditività dei commercianti? In un Paese dove si ritiene di non poter «contare che su se stessi» (Galli della Loggia, Corriere della Sera, 12 novembre) la rivolta delle categorie a difesa del loro «particulare» sotterrerebbe l’interesse generale. La società civile, ed in specie quella parte che si dovrebbe definire «classe dirigente», non sembra più in grado di declinare ed interpretare l’interesse del Paese. Che poi è il nostro, di interesse. Dove è carente la società esiste lo Stato, ci ricorda Hegel. Ed è solamente lo Stato, ed innanzitutto il governo, che dovrebbe restituire unità ad una società sfilacciata. Ma bisogna essere coscienti di cosa si governa e poi sapere cosa si vuole. Comprendere quanto la crisi sia intensa e pervasiva e condividere questa consapevolezza con i cittadini sarebbe un buon punto di partenza per scelte veramente incisive. di un’azione tutta delineata secondo la dottrina sociale della Chiesa (magari attraverso la costruzione di un partito favorevole al proporzionalismo). Altri, infine, puntano su una presenza prepartitica come strumento di analisi e come spazio di formazione per le nuove generazioni, mentre non mancano, all’opposto, le derive di un presenzialismo muscolare tipo Family Day. In ogni caso nessuna traccia di cattolicesimo politico. Ma qui un pur esile filo organizzativo emerge. Su cattolicesimo politico e dintorni, infatti, si naviga sì a vista. Bisogna però, a mio giudizio, valorizzare questo momento storico e puntare sulla riscoperta di Paolo VI (dall’enciclica Ecclesiam suam alla lettera Octogesima adveniens) come quadro di riferimento per la via di un dialogo che sia davvero consapevole della responsabilità dei cattolici. La questione basilare resta quella posta dal Concilio: cosa rimane dell’apostolato dei laici esercitato in forma associata? Una cosa infatti è certa: sono i laici cattolici, non i vescovi o i sacerdoti, a doversi impegnare in politica per contribuire alla costruzione di una nuova classe dirigente e di linee guida per il futuro dell’Italia. Rinunciare a questo impegno, darne una declinazione individualistica o, peggio, clericalizzata, significa perdere molto. Significa far rattrappire la distinzione tra istituzioni religiose e non religiose, perdere la pluralità del popolo di Dio. Il cantiere del convegno di Firenze è aperto e occorre contribuirvi in una logica che riguarda tutto il Paese. A partire dalle città, dimensione sociale privilegiata da papa Francesco. Siamo un popolo che invecchia: permettendosi un’inerzia che dura da troppo tempo, arroccandosi in piccole rendite di posizione irrimediabilmente scosse dalle svolte di una storia che certo non è sincronizzata sui nostri orologi. Troppi si chiedono come entrare nel sistema e non come cambiarlo in meglio. Il mondo cattolico, insomma, piuttosto che pensare a un nuovo partito deve interrogarsi su come contribuire all’attuale momento di svolta e cambiamento, offrendo idee ed elaborazione politica per il rinnovamento della classe dirigente. È questo il tema più grave e importante, di fronte a élite che hanno finito per produrre un pensiero unico, ingessando l’Italia in un conformismo mascherato di aggiornamento e di progresso. Bisogna invece operare per una riscoperta della Città e della politica che ci riporti a un passaggio fondamentale dell’insegnamento di Paolo VI. E proprio un nuovo percorso a partire dalle Città potrebbe, chissà, aprire il cammino a una nuova generazione di cattolici impegnati in politica. Docente di Giornalismo internazionale all’Università La Sapienza, Roma © RIPRODUZIONE RISERVATA Il governo deve indirizzare una società incerta e divisa, traducendo nei fatti ciò che è necessario per il Paese. Semplifichiamo le alternative. Da un parte, un sistema orientato al mercato: flessibilità del lavoro, privatizzazione di ciò che resta di vendibile tra le aziende a controllo pubblico, erogazione diretta del bonus a chi fa figli; nella convinzione che si debba lasciare libera la gente di produrre reddito e ricchezza, favorendo l’individualismo e il dinamismo rispetto alla coesione. Dall’altra, una società che privilegia equità e solidarietà — lo fanno pensare gli 80 euro e gli interventi sulla scuola — fondata sul principio secondo cui le comunità che gestiscono ampi sistemi di welfare e processi di redistribuzione della ricchezza sono più unite e resistenti alle crisi. Una scelta inevitabile, anche perché la leva fiscale, strumento fondamentale della politica, è stata utilizzata oltre il dovuto e restano quindi poche mediazioni possibili. Soprattutto, si deve disporre di una «visione del mondo», di un sistema di idee. Diciamolo, di un’ideologia. Che non è una brutta parola: se ben usata, infatti, definisce un’identità e rappresenta un requisito indispensabile per la gestione del potere in quanto mezzo e non fine. E consentirebbe al governo — ed alla società che ha la responsabilità di guidare — di non ricadere nell’adagio di Montale, «Codesto solo oggi possiamo dirti, / ciò che non siamo, ciò che non vogliamo». Non sarebbe questo l’interesse dell’Italia. Manager © RIPRODUZIONE RISERVATA 27 ●L INDIA, L’ORRORE IMMOTIVATO DELLE STERILIZZAZIONI COMMENTI DAL MONDO Usa, droni anticrimine E la privacy? sono dei limiti all’uso ● ❞ Cidella tecnologia per contrastare il crimine? Il dibattito si è acceso dopo che la polizia in California ha acquistato due droni. Dovrebbero aiutare a stanare banditi barricati o che tengono in ostaggio delle persone. Ma, spiega Jim Newton del Los Angeles Times, potrebbero anche violare la privacy dei cittadini. «Siamo tutti preoccupati per la sicurezza — si chiedono i californiani — ma siamo pronti a sacrificare la libertà?». Per questo sono allo studio normative per limitare l’uso della tecnologia anticrimine. Argentina, crescono i rischi per i reporter proteggere ● ❞ «Dobbiamo i giornalisti». L’editoriale dell’argentino La Naciòn, diretto da Bartolomé Mitre III, sottolinea come negli ultimi tempi siano aumentate minacce ed attacchi alla stampa. Al punto da far intervenire la Corte interamericana dei Diritti umani per ribadire che la professione giornalistica non può essere svolta sotto violenza. Ma l’aspetto più inquietante, sottolinea La Naciòn, è che molti crimini contro i giornalisti restano impuniti, causando una sorta di autocensura che impedisce la libera circolazione delle idee. a brutale politica delle sterilizzazioni di massa delle donne in India non è più tollerabile. È tempo che il governo di Delhi e quanti lo hanno sostenuto per anni su questa strada come la Gran Bretagna decidano di puntare su misure più civili — ed efficaci — di contenimento delle nascite. Un cambio di strategia invocato da più parti dopo le ultime vittime di questa pratica barbara che viola 4,6 milioni di corpi femminili l’anno: questo mese 13 donne sono morte dopo essersi sottoposte a legamento delle tube nello Stato del Chhattisgarh, uno dei più poveri del Subcontinente. Ma i dati ufficiali, solitamente sotto stimati, parlano di 12 morti al mese tra il 2003 e il 2012: una strage silenziosa. L’India non ha una politica ufficiale del figlio unico come la Cina ma ha adottato la strategia della ricompensa (soldi, «generazione ● ❞ La rubata», i bimbi aborigeni portati via alle loro famiglie in Australia. Una storia che non è finita. Come scrive Jenna Prezzo sul Sydney Morning Herald, che ricorda come ci siano ancora circa 14 mila minori di origine aborigena dati in affidamento a famiglie di bianchi. Anche se dietro la copertura giuridica dell’adozione ci sono episodi di rapimenti addirittura già dall’ospedale dove i bimbi vengono alla luce. E si moltiplicano i ricorsi ai tribunali per riportare a casa i bimbi. a cura di Carlo Baroni © RIPRODUZIONE RISERVATA DIVIETO DI SATIRA SULLA TV SE PRENDI IN GIRO LO SPONSOR L a vicenda sembra essersi ricomposta. Ma nei giorni scorsi, nel silenzio delle grandi democrazie occidentali, una tv pubblica (Rtv) di uno stato sovrano (San Marino) è stata ignobilmente attaccata da un blog satirico (Il Baracucco.com). I fatti. Il 31 ottobre la televisione Rtv (50% Rai-50% Repubblica di San Marino) annuncia l’arrivo di due grandi inserzionisti: Scavolini e Unipol. Qualche giorno dopo Il Baracucco (dal nome del protagonista di una leggenda del territorio) ci scherza su: «il Tg verrà trasmesso da una cucina»; «se i servizi non sono freschi c’è la polizza assicurativa», e via così. Nulla di particolarmente graffiante. Però è a quel punto che si scatena il direttore generale Carlo Romeo, 60 anni, curriculum sterminato con «book fotografico» da lupo di mare sul sito della tv, manager in prestito dalla Rai che gli paga il 50% dello stipendio da 170 mila euro. «Ho dato mandato ai nostri legali di procedere a San Marino e in Italia contro “Il Baracucco”», tuona dalle colonne di un giornale sammarinese. «Mi scuso personalmente. L’accoglienza sammarinese non è certo quella di qualche anonimo e frustrato imbecille a grandi e prestigiose aziende internazionali». Il dg della tv di Stato denuncia i quattro ragazzotti del blog? È questa la vera battuta, scrive corrosivo il quotidiano L’Informazione. Romeo replica. Il Baracucco ringrazia per la pubblicità. Scavolini e Unipol neanche sanno che esista Il Baracucco. Poi, ultima ora, il dg suona la ritirata e disarma gli avvocati (pagati con soldi pubblici, anche italiani). Alla fine, dunque, il vile attacco alla tv di Stato resterà impunito. Mario Gerevini © RIPRODUZIONE RISERVATA APATIA TEDESCA, UE SPENTA MAL COMUNE, NESSUN GAUDIO SEGUE DALLA PRIMA Australia, il caso della generazione «rubata» avanzamento di carriera) o della punizione per controllare la popolazione negli Stati più poveri, dove il problema della sovrappopolazione è più sentito. L’obiettivo è la crescita zero. Ma ora il traguardo è all’orizzonte: il tasso di fertilità (il numero di figli per donna) in India, secondo la Banca mondiale, è sceso del 19% nell’ultimo decennio ed è oggi scivolato al 2,4, vicino al tasso di ricambio generazionale, del 2,1. Il controllo demografico nel Paese da 1,3 miliardi di abitanti è stato per anni un’ossessione, ma ora può essere affrontato con maggiore serenità e lungimiranza. Innanzitutto con programmi di istruzione, soprattutto negli Stati più poveri: le donne istruite (anche) in India fanno meno figli: 2,2 contro 3,4. Quando le donne prendono il controllo della propria vita, tutto il Paese ne beneficia. Alessandra Muglia L’ esperienza di altri Paesi dimostra che quando il QE è legato al raggiungimento di un tasso di inflazione misurabile, chiaramente comunicato a mercati e cittadini, gli effetti sul reddito nominale sono significativi. È l’esperienza recente del Giappone, Paese con un sistema finanziario basato sulle banche. Ma credibilità e chiarezza dell’obiettivo che si persegue sono ingredienti necessari alla riuscita dell’operazione. Per questo il messaggio della Bce dovrebbe essere deciso, compatto, inequivoco. Ancora una volta l’esperienza del Giappone fa da insegnamento. All’inizio del millennio, un QE non accompagnato da adeguata comunicazione sull’obiettivo di inflazione annullò l’efficacia di quell’azione. Ma se è così perché c’è tanta esitazione tedesca? Il problema in realtà è politico. Se la Bce comprasse il debito degli Stati membri finirebbe per mettere in bilancio gran parte di titoli di Stato dell’eurozona, in particolare titoli italiani. Ne consegue che, in caso di «fallimento» di un qualsiasi Paese dell’area, il rischio sarebbe interamente sulle spalle della Banca centrale e questo finirebbe quindi per rendere impossibile, anche in casi estremi, la ristrutturazione di un singolo debito. Di fatto finirebbe per crearsi una situazione in cui la Bce assicura il settore privato contro il rischio sovrano, eliminando ogni disciplina di mercato. Questa preoccupazione politica, non tecnica, è giustificata ma ci paralizza perché ci lascia, tutti, senza cartucce di fronte alla minaccia di una stagnazione prolungata. Rivela che senza un ulteriore passo verso l’integrazione economica, lo strumento più ovvio per curare il problema non di una parte, ma di tutta l’eurozona, non si può usare. Lucrezia Reichlin © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera 28 ALITALIA AIRPORT S.P.A. ANAS S.p.A. IN AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA N. 5/08 Si avvisano tutti i creditori della Procedura Alitalia Airport S.p.A. in a.s. che, con provvedimento del 09/10/2014, il Giudice Delegato Dott.ssa Luisa De Renzis ha ordinato il deposito in Cancelleria del primo Piano di Riparto parziale della Procedura. Il suddetto Piano di Riparto è consultabile sul sito della Procedura www.alitaliaamministrazionestraordinaria.it. Si avvisano tutti i creditori che entro il termine perentorio di 15 giorni dalla ricezione della comunicazione ex art. 110 L.F., potranno proporre reclamo contro il progetto di ripartizione. I Commissari Straordinari Prof. Avv. Stefano Ambrosini Prof. Avv. Gianluca Brancadoro Prof. Dott. Giovanni Fiori Ministero dello Sviluppo Economico AVVISO DI AGGIUDICAZIONE L’Università degli Studi di Napoli Federico II ha aggiudicato la GARA 19/F/2013 - P.O.N. Ricerca e competitività 2007/2013 - Asse I - Sostegno ai mutamenti strutturali - Azione “interventi di rafforzamento strutturale” Avviso 254 del 18/05/2011 - Progetto Ce.S.M.A. (Centro Servizi Misure Avanzate). “Fornitura di apparecchiature scientifiche per l’Area Civile” in 3 lotti (CUP E61D11000250007) LOTTO 3 (5564004958) alla società FAMAS SYSTEM S.P.A. per un ribasso offerto pari al 17,044% (costi specifici per la sicurezza inclusi nel prezzo offerto: Euro 5.100,00) sull’importo del lotto a base di gara, corrispondente ad importo contrattuale pari ad Euro 522.926,037, oltre oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso pari ad euro 782,00, il tutto oltre IVA. Napoli 14/10/2014. F.to Il Dirigente della Ripartizione Attività Contrattuale e Relazioni con il Pubblico - Dott.ssa Carla Camerlingo Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ministero dello Sviluppo Economico AVVISO DI AGGIUDICAZIONE L’Università degli Studi di Napoli Federico II ha aggiudicato la GARA 18/F/2013: P.O.N. Ricerca e competitività 2007/2013 - Asse I - Sostegno ai mutamenti strutturali - Azione “interventi di rafforzamento strutturale - Avviso 254 del 18/05/2011 - Progetto Ce.S.M.A. (Centro Servizi Misure Avanzate). Fornitura di apparecchiature scientifiche per l’Area Industriale I in 3 lotti” (CUP E61D11000250007) LOTTO 1 (5558575931) alla società HBM ITALIA S.R.L. per un ribasso percentuale offerto pari a 12.874% (costi specifici per la sicurezza inclusi nel prezzo offerto: Euro zero) sull’importo del lotto a base di gara, corrispondente ad importo contrattuale pari ad Euro 49.990,33 oltre IVA. Napoli 10/10/2014 f. to Il Dirigente della Ripartizione Attività Contrattuale e Relazioni con il Pubblico - Dott.ssa Carla Camerlingo Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Via Rizzoli, 8 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 Fax 02 2588 6114 Via Campania, 59 C 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 C.so Vittorio Emanuele II, 60 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano FONDAZIONE IRCCS “Ca’ Granda - Ospedale Maggiore Policlinico” Via F. Sforza, 28 - 20122 Milano tel. 02/5503.8218 - fax 02/5830.6067 Responsabile del procedimento: Dirigente U.O.C. Approvvigionamenti E’ indetta procedura aperta, con supporto telematico, ai sensi dell’art. 55 del d.l.vo n. 163/2006, con aggiudicazione a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa, come previsto dall’art. 83 del medesimo decreto, per aggiudicazione fornitura di sistemi per ablazione dei tumori epatici a microonde ed a radiofrequenza, comprendente il noleggio delle apparecchiature ed il materiale di consumo, necessari alla Fondazione IRCCS “Ca’ Granda - Ospedale Maggiore Policlinico” ed all’Azienda Ospedaliera S. Paolo di Milano, n. 3 lotti, per 36 mesi (Determina a contrattare n. 2329 del 5.11.2014). Importo complessivo, triennale, posto a base d’asta € 790.950,00.= IVA esclusa. Bando di gara, inviato alla GUCE in data 11.11.2014. La documentazione di gara (bando integrale, capitolato speciale e disciplinare di gara) potrà essere scaricata dal sito internet www.policlinico.mi.it (gare e concorsi/bandi di gara) oppure dal sito per le gare telematiche www.centraleacquisti.regione.lombardia.it - area SINTEL. IL DIRETTORE AMMINISTRATIVO - Dott. Osvaldo Basilico IL DIRETTORE GENERALE - Dr. Luigi Macchi PROVINCIA DI POTENZA AVVISO DI GARA ESPERITA PROCEDURA APERTA La Provincia di Potenza rende noto, ai sensi dell’art. 65 del D.Lgs. 163/06, che in data 03/07/2014, è stata esperita gara mediante procedura aperta per l’appalto della FORNITURA DI CLORURO DI SODIO DA CAVA SALGEMMA PER IL DISGELO STRADALE - C.U.P.: H39J11000040003 C.I.G.: 5766234ED0. Importo dell’appalto pari al netto del ribasso del 12,941% ad € 641.796,77. Impresa aggiudicataria: ITALKALI SOC ITALIANA SALI ALCALINI S.P.A. - VIA SS. 87- 81020 CAPODRISE (CE) con il ribasso del 12,941%. Offerte pervenute n. 1, offerte ammesse n. 1. Determinazione di aggiudicazione definitiva n. 2993 del 24/10/2014. Responsabile del procedimento: Sig. Michele BORRIELLO. Il presente avviso è stato inviato alla G.U.C.E. in data 29/10/2014 e pubblicato altresì sulla GURI V Serie Speciale Contratti Pubblici 10/11/2014. Il Dirigente - Dr.ssa Anna Maria Coppola Azienda Regionale Emergenza Sanitaria ARES 118 Via Portuense, 240 - 00149 Roma e-mail: [email protected] [email protected] ARES 118 indice ai sensi del D.Lgvo 163/2006 e smi, una procedura aperta a termini ridotti, per l’affidamento della copertura assicurativa di RC derivante dalla circolazione veicoli a motore, per la durata anni tre, suddiviso in n. 2 lotti. Le offerte corredate dai documenti indicati nel Bando e nel Disciplinare di gara, dovranno pervenire entro le ore 10:00 del 10/12/2014. I documenti di gara possono essere visionati sul sito informativo: www.ares118.it sezione bandi di gara dove possono essere scaricati e reperiti. Il Bando di gara è stato inviato alla G.U.U.E. in data 07/11/2014 e pubblicato sulla G.U.R.I. Serie Speciale n. 133 del 19/11/2014. Il Responsabile del Procedimento: Direttore UOC Provveditorato. ll curatore del fallimento Finalba Store S.r.l. in liquidazione, dott Silvano Crescini, cede i seguenti rami d’azienda: 1) Punto vendita di Antegnate (BG) centro commerciale “Antegnate Shopping Center” ad insegna US Fashion Store 399 mq; 2) Punto vendita di Busnago (MB) centro commerciale “Il Globo” ad insegna US Fashion Store 416 mq; 3) Punto vendita di Casale Monferrato (AL) centro commerciale “La Cittadella” ad insegna US Fashion Store 370 mq; 4) Punto vendita di Erbusco (BS) centro commerciale “Le Porte Franche” ad insegna US Fashion Store 302 mq; 5) Punto vendita di Lonato (BS) centro commerciale “Il Leone” ad insegna US Fashion Store 298 mq; 6) Punto vendita di Monza centro commerciale “Auchan” ad insegna US Fashion Store 514 mq; 7) Punto vendita di Orio al Serio (BG) centro commerciale “Orio Center” ad insegna US Fashion Store 873 mq; 8) Punto vendita di Seriate (BG) centro commerciale “Alle Valli” ad insegna US Fashion Store 240 mq; 9) Punto vendita di Sesto San Giovanni (MI) centro commerciale “Sesto Sarca” ad insegna US Fashion Store 161 mq; 10) Punto vendita di Sesto San Giovanni (MI) centro commerciale “Vulcano” ad insegna US Fashion Store 243 mq; 11) Punto vendita di Stezzano (BG) centro commerciale “Le due Torri” ad insegna US Fashion Store 619 mq; 12) Punto vendita di Vicolungo (NO) factory outlet center “Vicolungo The Style Outlet Village” ad insegna Twin Outlet 136 mq; 13) Punto vendita di Bagnolo San Vito (MN) factory outlet center “Fashion District Mantova Outlet Village” ad insegna Pop-Up Outlet 197 mq; 14) Punto vendita di Rodengo Saiano (BS) factory outlet center “Franciacorta Outlet Village” ad insegna Le Full Outlet 121 mq; 15) Punto vendita di Roma (RM) factory outlet center “Castel Romano Designer Outlet” ad insegna Le Full Outlet 161 mq. Cessione con asta senza incanto avanti al curatore. Base d’asta l’offerta ricevuta di Euro 2.700.000,00 e imposte di legge oltre una quota variabile in relazione alla performance commerciale e di fatturato del perimetro dei negozi oggetto della cessione se il fatturato dell’esercizio 2015 supera Euro 12 milioni. Offerte migliorative con rilanci minimi di 25.000 Euro, da inviarsi in busta chiusa presso lo studio del Curatore (Bergamo via G.Quarenghi 11 tel. 035/233313) entro 5 giorni dalla presente pubblicazione, come proposte irrevocabili di acquisto debitamente cauzionate da assegno circolare intestato alla procedura pari al 10% della proposta. Offerte soggette ad assenso delle proprietà dei centri commerciali o outlet. Per ulteriori informazioni contattare il curatore. ll curatore del fallimento Finalba Store S.r.l. in liquidazione, dott Silvano Crescini, cede il seguente ramo d’azienda: Punto vendita di Grugliasco (TO) centro commerciale “Le Gru” 67 mq. Cessione con asta senza incanto avanti al curatore. Base d’asta l’offerta ricevuta di Euro 200.000,00 oltre imposte di legge. Offerte migliorative con rilanci minimi di 10.000 Euro, da inviarsi in busta chiusa presso lo studio del Curatore (Bergamo via G.Quarenghi 11 tel 035/233313) entro 5 giorni dalla presente pubblicazione, come proposte irrevocabili di acquisto debitamente cauzionate da assegno circolare intestato alla procedura pari al 10% della proposta. Offerte soggette ad assenso della proprietà del centro commerciale. Per ulteriori informazioni contattare il curatore. I.V.G. di MONZA S.r.l. ISTITUTO VENDITE GIUDIZIARIE 20900 - MONZA - via Aspromonte, 15 Tel. 039-2842611 Fax 039-2842927 www.ivgmonza.it - www.astagiudiziaria.com VENERDI’ 28 NOVEMBRE 2014 ALLE ORE 10,30 IN VAREDO VIA MONTE ROSA N. 22 ESITO DI GARA Sul foglio inserzioni della Gazzetta Ufficiale n. 132 del 17 novembre 2014 è pubblicato l’esito di gara relativo alla sotto indicata procedura aperta ai sensi dell’art. 55 del D.Lgs. n. 163/06 s.m.i., aggiudicata con il criterio del prezzo più basso mediante ribasso sull’elenco prezzi posto a base di gara ai sensi degli artt. 81 e 82 comma 2 lett. a) del D.Lgs. 163/2006 s.m.i.. Oggetto: Tornata NALAV013-14 - GARA 14MS-14 e GARA 15MS-14 GARA 14MS-14 - S.S. 7 “Appia” - Interventi locali finalizzati al miglioramento delle condizioni di sicurezza del viadotto “Dentecane” al km 289+170 - CIG5682814676”. Importo a base d’appalto: € 691.119,89 (Euro seicentonovantunomila centodiciannove/89) di cui € 657.212,85 (Euro seicentocinquantasettemila duecentododici/85) per lavori a misura ed € 33.907,04 (Euro trentatremila novecentosette/04) per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso, al netto dell’ I.V.A.. Offerte pervenute: n. 130. Aggiudicazione: prot. n.35653 del 09.09.2014. Impresa Aggiudicataria: IRPINIA RICICLAGGI S.R.L., in avvalimento con F.LLI ALTAVILLA S.N.C., con sede in Venticano (AV), Via G. Verdi, s.n.c.. Importo di aggiudicazione: € 440.261,75 (Euro quattrocentoquarantamila duecentosessantuno/75) di cui € 33.907,04 (Euro trentatremila novecentosette/04) per oneri della sicurezza. Ribasso di aggiudicazione: -38,170%. Responsabile del Procedimento: Ing. Gioacchino Lucangeli. Gara 15MS-14 - S.S. 7 “Appia” - Interventi locali finalizzati al miglioramento delle condizioni di sicurezza del viadotto “Candida” al km 311+259 - CIG 5683010834”. Importo a base d’appalto: € 533.624,05 (Euro cinquecentotrentatremila seicentoventiquattro/05) di cui € 461.698,72 (Euro quattrocentosessantunomila seicentonovantotto/72) per lavori a misura ed € 71.925,33 (Euro settantunomila novecentoventicinque/33) per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso, al netto dell’I.V.A.. Offerte pervenute: n. 139. Aggiudicazione: prot. n.35656 del 09.09.2014. Impresa Aggiudicataria: SPI.CAR. S.r.L. con sede in Nocera Superiore (SA), Via San Clemente, 106. Importo di aggiudicazione: € 357.398,28 (Euro trecentocinquantasettemila trecentonovantotto/28) di cui € 71.925,33 (Euro settantunomila novecentoventicinque/33) per oneri della sicurezza. Ribasso di aggiudicazione: -38,169%. Responsabile del Procedimento: Ing. Gioacchino Lucangeli. IL DIRIGENTE DELL’AREA AMMINISTRATIVA Avv. Massimo Siano VIALE KENNEDY, 25 - 80125 NAPOLI Tel. 081/7356111 - Fax 081/621411 • sito internet www.stradeanas.it ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per il Molise AVVISO DI GARA Gara CB LAV 16/2014: Lavori di Manutenzione ordinaria delle opere d’arte, ripristino della pavimentazione stradale, pertinenze, pendici, opere idrauliche e di pronto intervento. S.S. 6 Dir - 17 - 17 var. A - 85 - 85 var. - 87 - 158 - 650 - 652 - 710 - 711-Centro A - ( Es. 2015) - Codice CIG: 5989423437. Modalità di scelta del contraente: procedura aperta ai sensi del’art. 55 del D. Lgs. n. 163/2006 e ss.mm.ii. Prezzo più basso ai sensi dell’art. 82, comma 2 lett. a), del D.Lgs 163/2006, con esclusione automatica delle offerte anormalmente basse, ai sensi degli artt. 86, comma 1 e 122, comma 9 del D.Lgs n. 163/2006. Luogo di esecuzione: Provincia di CAMPOBASSO e ISERNIA. Importo complessivo dell’appalto: € 980.000,00 IVA esclusa, di cui € 17.200,00 per oneri relativi alla sicurezza non soggetti a ribasso. Responsabile del Procedimento: Ing. Paolo Lalli. Il bando integrale, depositato presso l’albo del Compartimento della Viabilità per il Molise, è pubblicato sulla GURI n. 132 del 17/11/2014 e sul sito internet all’indirizzo www.stradeanas.it. Termine per la presentazione delle domande di partecipazione: ore 12:00 del giorno 12/12/2014. Le domande dovranno pervenire al protocollo generale del Compartimento della Viabilità per il Molise in Via Genova n. 54- 86100 Campobasso. Campobasso lì 18/11/2014 IL DIRIGENTE AMMINISTRATIVO Avv. Annamaria Perrella VIA GENOVA, 54 - 86100 CAMPOBASSO Tel. 0874/430234 - Fax 0874/96794 • sito internet www.stradeanas.it ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per la Campania F.TO N. 204/14 “CENTODUCATI SPA IN LIQUIDAZIONE” Giudice Delegato: Dr.Mirko Buratti Curatore: Rag. Emanuele Zampieri LOTTO N. 1- ATTREZZATURE ED APPARECCHIATURE MECCANICHE BASE D’ASTA: € 42.900,00 (Oltre ad IVA del 22%) LOTTO N. 2 - ATTREZZATURE ED APPARECCHIATURE MECCANICHE BASE D’ASTA: € 79.555,00 (Oltre ad IVA del 22%) LOTTO N. 3 - ATTREZZATURE ED APPARECCHIATURE MECCANICHE BASE D’ASTA: € 42.270,00 (Oltre ad IVA del 22%) LOTTO N. 4 - ARREDAMENTO PROFESSIONALE PER UFFICIO BASE D’ASTA: € 21.000,00 (Oltre ad IVA del 22%) PER I LOTTI N. 1, 2, 3, 4 NECESSARIA PRESENTAZIONE DELLE OFFERTE IN BUSTA CHIUSA - LE OFFERTE IRREVOCABILI DI ACQUISTO DOVRANNO ESSERE DEPOSITATE PRESSO LA SEDE I.V.G. ENTRO E NON OLTRE LE ORE 18.00 DEL 27/11/2014 LOTTO N.5 - ARREDAMENTO PROFESSIONALE PER UFFICIO BASE D’ASTA: € 2.000,00 (Oltre ad IVA del 22%) LOTTO N. 6 - CARRELLI ELEVATORE ED AUTOMEZZI BASE D’ASTA: € 14.000,00 (Oltre ad IVA del 22%) VISIONE DEI BENI ENTRO LE ORE 13,00 DEL GIORNO 27 NOVEMBRE PREVIO APPUNTAMENTO TELEFONICO ALLO 039/2842611 ESITO DI GARA Sul foglio inserzioni della Gazzetta Ufficiale n. 132 del 17 novembre 2014 sarà pubblicato l’esito di gara relativo alla sotto indicata procedura aperta ai sensi dell’art. 55 del D.Lgs. n. 163/06 s.m.i., aggiudicata con il criterio del prezzo più basso mediante ribasso sull’elenco prezzi posto a base di gara ai sensi degli artt. 81 e 82 comma 2 lett. a) del D.Lgs. 163/2006 s.m.i.. Oggetto: BANDO NALAV014-14 - Gara 16MS-14 - S.S. 87 - Lavori di manutenzione straordinaria per il rafforzamento ed il risanamento strutturale del viadotto “s.n.” al Km. 105+350 - CIG 5683072B5D. Importo a base d’appalto: € 920.000,00 (Euro novecentoventimila/00) di cui € 803.478,34 Euro ottocentotremilaquattrocentosettantotto/34) per lavori a misura ed € 116.521,66 (Euro centosedicimilacinquecentoventuno/66) per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso, al netto dell’ I.V.A.. Offerte pervenute: n.53. Aggiudicazione: prot. n.36636 del 16.09.2014. Impresa Aggiudicataria: PEL.CAR. S.R.L. con sede in Cancello ed Arnone (CE), Via Roma, 79. Importo di aggiudicazione: € 613.328,39 (Euro seicentotredicimilatrecentoventotto/39) di cui € 116.521,66 (Euro centosedicimilacinquecentoventuno/66) per oneri della sicurezza. Ribasso di aggiudicazione: -38,168%. Responsabile del Procedimento: Ing. Nicola Picariello. IL DIRIGENTE DELL’AREA AMMINISTRATIVA Avv. Massimo Siano VIALE KENNEDY, 25 - 80125 NAPOLI Tel. 081/7356111 - Fax 081/621411 • sito internet www.stradeanas.it Ministero dell’Interno DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA DIREZIONE CENTRALE DEI SERVIZI TECNICO-LOGISTICI E DELLA GESTIONE PATRIMONIALE Ufficio Attività Contrattuale per l’Informatica, gli Impianti Tecnici e le Telecomunicazioni AVVISO DI AFFIDAMENTO TRAMITE GARA D’APPALTO DETERMINA A CONTRARRE PROT. NR. 600/C/TLC/752.PR.376.013.00A IN DATA 18/02/2014 Si informa che la Gara d’appalto, ai sensi del D. Lgs. 163 del 12 aprile 2006, con procedura ristretta (art. 54 e 55 punto 6) e accelerata (art. 70, punto 11 lettere a-b), per la fornitura di sistemi hardware, software e relativi servizi necessari all’aggiornamento dell’infrastruttura di sicurezza del Dipartimento della P.S. - CIG n. 5665317F78, è stata affidata in data 22/08/2014 alla Società “TELECOM Italia S.p.A.” con sede legale in Milano, piazza degli Affari, 2, al prezzo di € 528.457,94 oltre IVA al 22%, per aver presentato l’offerta economicamente più vantaggiosa per l’Amministrazione. Il ricorso alla cennata procedura trova motivazione nelle urgenti esigenze connesse con attività di pubblica sicurezza. Roma lì, 13/11/2014 IL RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO - Tommaso Tafuri Via Mario Carucci 131, 00143 Roma Avviso ai partecipanti al fondo comune di investimento immobiliare chiuso denominato UNICREDITO IMMOBILIARE UNO Si comunica che il Consiglio di Amministrazione di TORRE SGR riunitosi il 14/11/2014 ha approvato il Resoconto intermedio di gestione al 30/09/2014 del Fondo. Il Resoconto è stato depositato presso la Sede della Società di Gestione e presso Borsa Italiana S.p.A. ed è inoltre a disposizione di tutti i partecipanti che ne facciano richiesta, oltre che disponibile sul sito internet www.torresgr.com. publiKare Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Compartimento della viabilità per la Campania Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 29 Economia bXk bkk ÂÅk @Î b "kÞ ; @~~Â@Î @k Âk Õæ±ææ ¤`Ðа æ`æ° æ`Ðz° æ`¤Ð° æ`ÕÊ° æ`zp° æ`zÊ° ¤`z° Õ`Ê° e e e e e e e b@ æ`|p° àk æ`Õ|° ÅÎkÂk æ`zÊ° x± Åݱ æ`椰 e e e 1/ ! ¤±Õ¤Ê`É| Þ kÅ ¤É±Êz¤`Ð "@Åb@¶ |±ÊÉÕ`¤Ê /G, zææ Õ±æ|Õ`ÐÉ bÂ@ ʱÊɤ`É Â@XxÂÎk ±ÐæÊ`Ðz ,@Â~ ® @X|æ¯ |±ÕÕÊ`¤æ !@bÂb ¤æ±Ðæ`ææ 1 ®"k¯ ¤Ê±ÉÐ`pæ Ior, rientrano in Vaticano 23 milioni Si sbloccano i fondi congelati al Credito Valtellinese per l’inchiesta anti-riciclaggio La svolta dopo la rivelazione dei nomi dei beneficiari delle transazioni @N ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤`Õ|Ê ¤|z`Ðæææ æ`Ép ¤`Õæ¤Ð 1Î b /Î@Î 1Î kb± -×α .kb± kxx± ¤É¤¤ kÎÎ ° ά ¤ÕÕÕˤæË¤Ê ¤`ÕÉz° ¤æÐ`zÊ æ`zРά ¤|æ¤Ëæpˤ ¤`zææ° ¤æ¤`Ép æ`Рά pæ¤Ë¤¤ËÕ z`Õzæ° ¤ÕÊ`p| Õ`|z ά ¤Ðæ¤ËæË|| |`Ézæ° ¤¤`ÕÊ Ð`¤É La Lente di Francesca Basso Finanza islamica: un’opportunità Ma con regole Ue S i conclude oggi a Torino la due giorni dedicata all’economia islamica, evento che ha portato in Piemonte, con la collaborazione di Intesa Sanpaolo, i maggiori attori della finanza dei Paesi arabo-islamici. Come ha sottolineato Dario Speranza, vicepresidente Affari istituzionali di Eni, i fondi sovrani di Paesi arabi con grandi disponibilità di risorse naturali hanno «un ruolo crescente, con investimenti che arrivano al cuore del mercato globale». Tra i presenti anche Maurizio Tamagnini, ceo del Fondo strategico italiano, che partecipa a una joint venture con Qatar Holding, IQ Made in Italy Investment Company. Per Tamagnini la finanza islamica «è un catalizzatore di investimenti non speculativi». «Il momento è favorevole», osserva Pierfrancesco Gaggi dell’Abi, ma alle banche «servono regole chiare e trasparenti a livello Ue». © RIPRODUZIONE RISERVATA Dopo quattro anni, stanno per rientrare Oltretevere i 23 milioni di euro all’origine del lo scandalo che ha travolto lo Ior, la banca vaticana. La somma era stata posta sotto sequestro nel settembre 2010 sul conto dello Ior presso il Credito Valtellinese (ex Artigiano) per ordine della Procura di Roma (con indagine nei confronti dell’allora presidente Ettore Gotti Tedeschi, totalmente prosciolto a inizio 2014, e di Paolo Cipriani e Massimo Tulli allora direttore generale e vice direttore generale dell’Istituto). Lo Ior, oggi presieduto da Jean-Baptiste de Franssu, ha chiesto al Credito Valtellinese di far rientrare oltre le Mura Leonine i soldi, in modo da aprire in seguito un vero e proprio conto bancario di corrispondenza, aderente alla legge antiriciclaggio italiana e alla nuova legge antiriciclaggio vaticana dell’ottobre 2013. Per sanare quella che è stata, per motivi storici, un’anomalia tutta italiana (lo Ior agiva in Italia come cliente, ma al tempo stesso per i suoi clienti, cosiddetti conti misti). La situazione si è sbloccata dopo che in una lettera al Credito Valtellinese, l’Istituto, «su base spontanea», ha voluto ROMA La vicenda ● L’inchiesta sull’antiriciclaggio della procura di Roma aveva messo sotto sequestro, nel settembre 2010, 23 milioni della banca vaticana rivelare i beneficiari di 36 transazioni avvenute sul quel conto prive di quegli «elementi che possano avere reso poco chiara l’origine, la titolarità o la destinazione dei fondi». Si tratta di una rimessa (2008) di 15 milioni da parte della Conferenza episcopale italiana (Cei). Poi, due operazioni (2 milioni e 300 mila euro e un milione e 495 mila euro dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, maggio 2009), poco più di un milione del- l’«Ass. Aiuto alla Chiesa che soffre». Tutte le altre sono di importi molto inferiori. Niente nomi né di politici né di clienti cosiddetti “laici”. Il consigliere italiano dello Ior, Carlo Salvatori, è stato parte molto attiva nei colloqui e tutto si è svolto sotto l’occhio vigile dell’Uif della Banca d’Italia e dell’Aif vaticana, diretta dallo svizzero René Brülhart. M.Antonietta Calabrò Chi è ● JeanBaptiste de Franssu, presidente dello Ior consistenti anche in Ei towers. Poi c’è un rendimento garantito tra il 4 e il 5%. In pratica, gli americani in Italia cercano più un dividendo sicuro che una storia di crescita. Lo sapevano i coordinatori Banca Imi e Mediobanca ma soprattutto Credit Suisse. La banca guidata da Federico Imbert ha richiamato i fondi che hanno visto in Rai Way una storia di consolidamento che replicherà quella di American Tower e Crowncastle. In vendita ci sono infatti le torri Wind e sul mercato finiranno anche quelle di Telecom. Daniela Polizzi © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Allergan vende Il Botox ad Actavis per 66 miliardi Actavis vince la battaglia per conquistare il Botox. Il gruppo americano acquisterà la rivale Allergan, produttrice del noto composto usato come antirughe, per 66 miliardi di dollari in contanti e azioni. L’offerta ha messo fuori gioco la rivale candese Valeant. Dall’unione nascerà uno dei primi 10 gruppi farmaceutici del mondo Rai Way, da Amber a BlackRock la carica dei fondi Usa Stefano Ciccotti Ceo di Rai Way torri del segnale tv. Ma è chiaro che gli anglosassoni hanno fatto la parte del leone con 55,5 milioni di azioni, il doppio rispetto alla richiesta degli investitori in Italia (27,6 milioni) su un’offerta globale di 95 milioni di titoli, greenshoe inclusa. Infatti sono 27 gli investitori in Italia e 42 all’estero. Destinati a pesare ancora di più. Visto che la richesta è stata pari a 2,1 volte l’offerta. Americani e inglesi compreranno ancora sul mercato. Perché tanto interesse tra Londra e New York? Rai way è candidata ad aggregazioni. Non per caso Blackrock e Amber hanno quote Il Santander da Siena a Genova Carige vola a Piazza Affari Banco Santander avrebbe aperto un dossier su Carige, scrive il sito economico spagnolo El Confidential citando una fonte riservata che definisce «muy barato», molto conveniente, il prezzo con cui gli spagnoli potrebbero acquisire la banca genovese «già risanata, con una quota di mercato interessante e con un enorme potenziale di riduzione di costi». Il tutto, arriva a dire il sito, sarebbe disponibile «al prezzo di saldo» di 700 milioni, tanto che la bocciatura di Carige agli stress test della Bce viene definita «non un problema ma una benedizione». Incaricata quale advisor da Carige è Mediobanca. Al di là delle fonti più o meno informate, il ceo di Santander Javier Marin alla domanda su un possibile interesse del Banco su Carige non ha confermato nè smentito di fatto alimentando i rumors, ha invece dichiarato di non aver avviato alcun contatto con Mps. Per il momento le notizie spagnole hanno avuto una ripercussione in Borsa portando il titolo di Carige a un allungo vicino al 2% (+1,88% in chiusura). Dopo la valutazione Bce che ha chiesto a Carige mezzi freschi per 813 milioni le voci intorno alla banca genovese si sono moltiplicate. Fra i possibili partner ha già fatto un passo indietro Credit Agricole e anche l’ipotesi di un’alleanza con Bpm (la più accreditata fino a una settimana fa) si è andata raffreddando. Erika Dellacasa © RIPRODUZIONE RISERVATA La privatizzazione In prima fila, ci sarà BlackRock, il fondo Usa che a colpi del 5% ha già investito in Unicredit, Telecom e Generali. E che adesso potrebbe risultare primo socio di Rai Way dopo la Rai. A ruota si è posizionato Henderson, sede a Londra, 98 miliardi di sterline di masse gestite, che ha già puntato su Anima. Non mancherà l’hedge fund Usa Amber che l’Italia la conosce bene. A testa avranno quote corpose, ben sopra il 2%, della controllata Rai che domani approderà a Piazza Affari. La conta finale si farà solo mercoledì quando inizierà la negoziazione dei titoli della società che gestisce le Le indiscrezioni di Borsa 30 Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 ECONOMIA 31 Dopo l’uscita di UnipolSai Galateri: le Generali restano in Ania Il piano dopo i test Bce La filiale svizzera e i diamanti Viola: Montepaschi, serve un socio strategico Hsbc, indagine in Belgio per evasione fiscale Generali non intende uscire dall’Ania. Lo ha detto ieri il presidente del Leone, Gabriele Galateri, a chi gli ha chiesto se, dopo l’annuncio dell’uscita di UnipolSai dall’associazione delle compagnie , sia prevedibile un effetto-domino. «Non per quanto riguarda Generali», ha risposto Galateri, «Siamo nell’Ania, non mi risulta ci siano atteggiamenti diversi. Le associazioni sono utili. Naturalmente devono essere efficienti, rappresentano i diversi mondi dei settori». «La mancanza di investitori strategici di lungo periodo rende difficile» il percorso da fare. Per questo servono soci che abbiano «una view di lungo periodo». Parole di Fabrizio Viola, amministratore delegato di Mps che in un convegno a Piazza Affari ha parlato dell’istituto di credito senese e del lavoro dei prossimi giorni. «Gli advisor stanno lavorando - ha detto Viola -, non c’è una tempistica. Quando ci saranno delle cose concrete le comunicheremo». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Nuova inchiesta su Hsbc in Belgio per evasione fiscale. La divisione svizzera di private banking del colosso britannico è accusata di «seria e organizzata» frode fiscale, riciclaggio e offerta di servizi illegali, dal 2003 a oggi, per centinaia di milioni di euro. Hsbc avrebbe aiutato un migliaio di ricchi belgi — soprattutto attivi nel commercio di diamanti — a spostare i conti dalla Svizzera a Panama e nelle Isole Vergini britanniche. A giugno Hsbc era già stata accusata di aver aiutato clienti belgi ad aprire conti non dichiarati in Svizzera. Google, editori all’attacco «Pubblicità senza trasparenza» Investindustrial Noleggio low cost, Bonomi compra l’80% di Goldcar Spain Fieg: raccoglie un miliardo, metà del sistema tv. Ricorso al Tar con l’Agcom La vicenda ● La Fieg ha depositato ieri un intervento presso il Tar del Lazio nel giudizio che vede contrapposta Google all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sull’obbligo di rendere pubblici i dati del fatturato pubblicitario italiano MILANO Nel 1995, a un anno dal lancio del primo browser Internet, Netscape, e mentre sul mercato compariva Explorer, la raccolta pubblicitaria totale in Italia era pari a 4,4 miliardi di euro, dati Nielsen. Oggi la stessa cifra è stata raccolta nei primi nove mesi dell’anno (4,36 miliardi). È vero, manca un trimestre. Ma considerando che nel frattempo è esploso il web — e anche al netto della innegabile crisi — c’è qualcosa che non torna. Ed è su questo qualcosa che non torna che ieri la Fieg, la Federazione Italiana Editori Giornali, presieduta da Maurizio Costa, ieri è andata all’attacco depositando un intervento nel giudizio al Tar del Lazio che vede contrapposti Google all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sull’obbligo di rendere pubblici i dati del fatturato pubblicitario realizzato in Italia. L’obiettivo: «Rendere esplicito quello che finora risulta oscuro, superando il paradosso della Rete tra traspa- renza dichiarata e opacità praticata da Google». Lo scontro tra Google ed editori non è una novità in Europa. Scambi all’arma bianca si sono già consumati in Francia e in Germania. A giudizio degli editori italiani «appare assurda la pretesa di Google di non essere inclusa tra i soggetti obbligati a comunicare i propri ricavi pubblicitari all’autorità di settore, sottraendosi così al complesso delle regole poste dal legislatore nazionale e comunitario a tutela della concorrenza e a ● Per ciascuno è stato fatto il confronto tra lo stipendio del 2004 e quello del 2013. La distanza in busta paga si è ridotta in modo evidente a tutti i livelli. Nel caso dei manager le retribuzioni in Cina e Brasile oggi superano già quelle italiane Tv Online* Gen-set 2014 4,3 miliardi 2,4 miliardi 327 milioni Gen-set 2013 4,5 miliardi 2,4 miliardi 326 milioni Fonte: Nielsen * esclusa Google d’Arco «Casa, in 3 anni da 9 a 25 miliardi di tasse» Le tasse sugli immobili sono passate dai 9 miliardi di euro del 2011 ai quasi 25 del 2014, «colpendo fortemente un settore già in crisi da alcuni anni. Si potrebbe dire che il prelievo immobiliare sia una vera patrimoniale, utile per compensare i tagli statali agli enti locali». È quanto emerge da una ricerca di Assoimpredil Ance sull’incidenza della fiscalità nel processo di trasformazione immobiliare. presidio del pluralismo informativo». La società famosa per l’algoritmo di ricerca non rientra in effetti nemmeno nel Sic, il sistema integrato di misurazione, pur essendo non solo un soggetto importante ma anche di grande peso. La Fieg stima — ma d’altra parte è il consensus del mercato — che il motore di ricerca che in Europa detiene il 90% delle ricerche online raccolga in Italia «oltre un miliardo». Le ragioni dell’opacità sono note: la società californiana non paga le tasse in loco. Ma tanto per intendersi: senza Google il mercato online vale nei nove mesi, sempre per Nielsen che raccoglie i dati di Fcp-Assointernet, 327 milioni, in apparente staticità sullo stesso periodo del 2013. Mentre è probabile che, inglobando i numeri Google, in grande crescita, il mercato online apparirebbe ben diverso. Massimo Sideri © RIPRODUZIONE RISERVATA I manager cinesi e brasiliani hanno buste paga più ricche L’Italia superata dai Bric ● Mercer ha considerato 5 categorie professionali (operai specializzati, impiegati, senior manager ed executive) in quattro Paesi: Italia, India, Cina (Shanghai) e Brasile. Totale La ricerca Assoimpredil Ance Confronto sugli stipendi Il rapporto La pubblicità in Italia MILANO In Italia le retribuzioni sono più basse che in Brasile. E segnano il passo anche rispetto alla Cina. Cronache da un domani lontano anni luce? Non proprio. Il futuro sembra essere già arrivato. Almeno per quanto riguarda i livelli professionali elevati. E’ quanto mostra un’indagine sul costo del lavoro svolta per il Corriere da Mercer, società internazionale di consulenza per lo sviluppo del capitale umano. Oggi un manager italiano senior con una busta paga da 100 mila euro lordi l’anno per lo stesso lavoro in Brasile guadagnerebbe di più: 105 mila euro. Dieci anni fa le cose erano diverse. Lo stesso manager in Italia guadagnava 70 mila euro mentre il collega parigrado brasiliano non arrivava a 50 mila. «Non c’è dubbio, gli ultimi dieci anni hanno cambiato le cose. Ai livelli dirigenziali le retribuzioni italiane sono state superate da quelle brasiliane. In alcuni casi anche dalle cinesi. La cosa ha sorpreso anche noi», commenta Elena Oriani, responsabile banche dati per le politiche delle risorse umane di Mercer Italia. Il fenomeno diventa ancora più evidente ai livelli manageriali più alti, quelli dei cosiddetti executive. Nel 2004 gli italiani guadagnavano 105 mila euro lordi l’anno contro gli 88 dei brasiliani, gli 84 dei cinesi e i 69 degli indiani. Insomma, avevamo diverse migliaia di euro di distacco. Oggi i supermanager tricolori hanno toccato quota 145 mila euro lordi l’anno. Ma sono stati superati sia dai cinesi (192 mila) che dai brasiliani (197 mila). Solo gli indiani sono ancora dietro di noi con 79 mila euro lordi l’anno. Se si osservano le qualifiche più basse il divario in questi anni si è ridotto in modo non trascurabile. Nel 2004 un impiegato indiano guadagnava il 12,6% di un italiano, oggi si parla del 22%. Il colletto bianco cinese è passato dal 33 al 40% della nostra busta paga. Il brasiliano dal 45 al 68%. Più difficile la risalita per gli operai specializzati. Passati dall’11 al 16% delle nostre buste paga in India, dal 25 al 27,6 in Cina e dal 34 al 45% in Brasile. Rita Querzé @rquerze © RIPRODUZIONE RISERVATA Chi è ● Maurizio Costa, 66 anni, è presidente della Fieg , Federazione italiana editori di giornali dal luglio scorso. ● È stato Ceo di Mondadori per 16 anni, dal ‘97 al 2013 Andrea Bonomi investe nel noleggio auto low cost. Investindustrial, operatore di private equity che fa capo proprio alla famiglia Bonomi, ha acquisito l’80% del capitale di Goldcar Spain, società del noleggio auto con una rilevante quota di mercato in Spagna e una presenza significativa in Italia, Portogallo e Malta. Il restante 20% del capitale resterà di proprietà dei fondatori e attuali proprietari. Non è la prima volta che Investindustrial punta al settore del tempo libero e dell’automotive, con i passati investimenti in Gardaland e in Ducati e Aston Martin. I termini dell’operazione Goldcar Spain non sono stati resi noti ma la società di noleggio auto, che gestisce una flotta di oltre 32.000 veicoli, prevede di chiudere il 2014 con vendite per circa 225 milioni di euro e un margine operativo loro di oltre 100 milioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera 32 @LucaSghedoni Ceo Kerakoll Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 Trovolavoro ECONOMIA 33 L’Ordine dei giornalisti della Lombardia e Manpower Lavoro durante l’Expo, corsi gratuiti per reporter Nuove opportunità di lavoro, durante l’Expo, per chi si occupa d’informazione. L’Ordine dei giornalisti della Lombardia e Manpower, partner di Expo Milano 2015 per la gestione delle risorse umane, hanno siglato un accordo per l’avvio di corsi di formazione gratuiti, finalizzati a trovare un’occupazione durante il periodo di Expo. Un’opportunità di ricollocazione professionale per, in una prima tranche, 28 giornalisti lombardi che saranno scelti tra precari e disoccupati. Gli interessati devono presentare domanda entro novembre sul sito www.odg.mi.it. ManpowerGroup vaglierà le richieste. A dicembre il primo corso di 5 giorni. Poi altre iniziative. Anna Maria Catano © RIPRODUZIONE RISERVATA Ristorazione, oltre 650 offerte ● Giovani all’estero Giovanni, 25 anni e un curriculum Progetti e aperture delle catene del buon cibo, con locali propri o in franchising tra Londra e la Colombia di Enzo Riboni Catene della ristorazione in crescita. E in particolare quelle che si focalizzano su materie prime di qualità. A partire per esempio da Obicà, realtà made in Italy fondata da Silvio Ursini, che basa la propria proposta gastronomica sulla mozzarella di bufala campana «dop» e che ha intenzione di aprire 8 nuovi ristoranti in giro per il mondo tra il 2015 e il 2016 e di essere in cerca di nuovo personale. E, dato che per ogni locale di grandezza “media” sono necessari circa 30 profili, sono circa 240 le figure che verranno inserite nella catena. «Attualmente stiamo cercando le location adatte e poi selezioneremo il personale. Il nostro format ha ispirato numerosi ristoranti in tutto il mondo», spiega Domenico Mazzeo, amministratore delegato di Obicà Group. Un’altra catena in espansione è quella di Roadhouse Grill, steakhouse del gruppo Cremonini. Sono circa una dozzina i punti vendita che verranno aperti nel 2015, in Lombardia, Piemonte, Toscana e Palermo. I vertici Il fondatore di Obicà Silvio Ursini e a destra il «chief executive officer» Domenico Mazzeo Locali per i quali ci sarà bisogno di 300 persone circa (www.roadhousegrill.it/job). Sempre nel settore della ristorazione è in espansione anche Rossopomodoro, specializzata nella pizza. La società opera sul territorio nazionale con locali sia propri sia in franchising. Entro la fine del 2014 inaugurerà quattro ristoranti. Generalmente per ognuno di questi punti vendita sono richieste quattro persone per la sala e quattro per la pizzeria, un manager e un assistente. Serviran- Openjobmetis I 4 mila lavori del Natale (i.co.) Sono 4 mila le opportunità di lavoro che offre per il Natale 2014 e i successivi saldi la Openjobmetis. In particolare sono ricercati addetti alla vendita, cassieri, scaffalisti, salumieri, pasticceri e panettieri nella Gdo e figure per boutique del caffè, librerie. no quindi una quarantina di profili. Mentre offre prevalentemente cappuccino e caffè, ma anche dolci, zuppe, insalate e piatti unici Ca’puccino, catena di dieci locali in Italia e quattro a Londra di Giacomo Moncalvo. Nei primi otto mesi di quest’anno l’azienda ha assunto 97 persone, baristi, camerieri, addetti alla preparazione in cucina, staff manageriale e caporeparto per la sala, il bar e la cucina e per il prossimo anno vorrebbe inserire un altro centinaio di figure dello stesso tipo con ottima conoscenza dell’inglese. Infine Eataly prevede di aprire diversi ristoranti nei prossimi anni, a Verona, Trieste, Forlì e, all’estero, a Londra, Parigi, Monaco di Baviera, Mosca, New York e San Paolo del Brasile, per i quali prevede assunzioni contestualmente ai tempi delle aperture e alle loro «location». Irene Consigliere IreConsigliere Giovanni Scarascia Mugnozza, 25 anni erto, il mio obiettivo ultimo è di ritornare in Italia, ma per ora il gap retributivo e di occasioni manageriali è ancora troppo ampio». Giovanni Scarascia Mugnozza è barese, ha 25 anni e da gennaio è Project manager alla Gm Financial di Londra, con un contratto a tempo indeterminato. Giovanni, dopo la laurea triennale alla Bocconi in Economia aziendale, è andato alla Copenhagen business school a frequentare il master in «Economics». Prima del diploma ha però avuto ulteriori esperienze estere: tre mesi in Colombia per un progetto di cooperazione internazionale seguito da un semestre in Francia con Erasmus, all’Ecole superieure du commerce di Rennes. «Ho vinto poi la borsa di studio Schuman e così, nel 2013, ho lavorato a Bruxelles presso il parlamento europeo e poi per una società di consulenza». Ma Giovanni puntava a più stabilità e così da maggio a novembre ha inviato una media di 5-6 domande di lavoro al giorno, fino alla risposta positiva di Gm. «Prima di assumermi mi hanno sottoposto a quattro round di selezione, prima telefonicamente, poi via Pc con un test di matematica, logica e lingue e, infine, due colloqui vis-à-vis a Londra». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA I colloqui Le occasioni della settimana La meccanica hi-tech cerca più di 150 talenti Nella meccanica di precisione lavorano giovani curiosi, esigenti e sempre aggiornati. E in azienda chi è “al comando” convive con la nuova generazione. O con la vecchia. Come Gervasoni Group. E’ passata dalla minuteria per contachilometri e calcolatrici prodotta negli anni ’60 in una cantina, a uno stabilimento dove regnano esperti al controllo numerico che producono 300 mila componenti al giorno. «Per l’automotive, in primis — spiega l’amministratore delegato Graziano Gervasoni —. E abbiamo 30enni come responsabili produzione/logistica/uffici tecnico-acquisti. Oggi, poi, grazie al «C know how dei nostri addetti, siamo spesso partner oltre che fornitori dei clienti». Nei prossimi 18 mesi è previsto il recruiting di 30 ingegneri/periti. Poi, Zannini, un gruppo di famiglia in crescita. Che conosce il lavoro non stop. La seconda generazione è venuta su trascorrendo le estati in officina durante le scuole medie e le superiori. Su commessa cliente, realizza componenti per automotive/elettrodomestici. Cerca 20 periti/ingegneri (per le sedi Italia/estero) abili con gli strumenti di misura. In Puglia, invece, O.M.P. recluta 10 profili. Produce valvole a sfera per oleodotti e impianti eolici. Lo sviluppo dell’azienda è spiegato dal fondatore Gildo Carlone: «Abbiamo sempre investito in impianti e formazione. Oggi, però, ho bisogno di tecnici capaci di dialogare in inglese/tedesco coi committenti oltralpe: giovani consapevoli che la flessibilità negli orari e negli spostamenti sono diventati prerequisiti». A sua volta Tesmec progetta e produce componenti e soluzioni per linee ferroviarie e macchine da cantiere. Le job openings previste sono una sessantina: laureati junior e senior per area business/ inge- I profili Periti e ingegneri per le aziende. C’è il tedesco tra le lingue straniere più richieste gneria del prodotto/R&D/ planning. Specie per le filiali estere. E’ richiesta padronanza di due lingue, disponibilità alle trasferte, forte motivazione. Un altro brand del settore è quello di CPM Bearings. E’ specializzato nei cuscinetti a sfere ed ha in budget 20-25 posizioni per figure tecniche. «I giovani sono attratti dal nostro settore dove, con macchine e sistemi automatici, si coniugano abilità e precisione — nota l’amministratore delegato Giovanni Degrà —. E c’è anche il fattore retribuzione: è più alto rispetto alla media della meccanica in genere». In Emilia Romagna, infine, Ma.Bo. chiude il 2014 con il segno «più» e nel 2015 inserirà 6 talenti. Produce minuteria meccanica anche per il biomedicale. Laura Bonani © RIPRODUZIONE RISERVATA Dal marketing alla consulenza, le opportunità delle multinazionali Filippo Sirotti, ceo di Direct&Quixa Italy Nestlé 18 ricerche Nestlé ha aperte 18 ricerche di selezione, 2 per posizioni: key account case di riposo (contratto a termine) e «merchandiseur» per la Francia, e 16 per opportunità di stage (area marketing, commerciale comunicazione esterna, customer service). I tirocini, compensati e con buone possibilità di conferma, fanno del progetto internazionale «Nestlé needs YOU» che prevede di inserire entro il 2016, 10.000 giovani di meno di 30 anni in diverse funzioni aziendali. Quixa 10 consulenti Quixa sta per inserire 10 consulenti laureati che seguiranno i clienti. I neoinseriti, che si preferisce abbiano già sviluppato una esperienza di lavoro, parteciperanno a un percorso di formazione. a cura di Luisa Adani © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 ANNUNCI DI RICERCA DI PERSONALE E DI FORMAZIONE Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera Trovolavoro ricerca per uno dei più importanti protagonisti del mercato automotive, per il potenziamento della propria rete commerciale, un: SALES SPECIALIST PLT Province Bergamo, Brescia, Brescia, Mantova e Cr Cremona emona Province di Bergamo, Il candidato avrà la piena responsabilità, per il proprio territorio di riferimento, della gestione e dello sviluppo del business dei pneumatici dedicati al mondo Vettura e Trasporto Leggero rappresentato dai principali dealer di mercato: Car Dealer e Retail (gommisti). Requisiti: Diploma di Laurea; esperienza di almeno 2 anni in ruoli commerciali e di vendita, preferibilmente nel settore automotive o similari. Buona conoscenza della lingua inglese. Ar Area ea di competenza: Prov Province ince di Bergamo, Bergamo, Brescia, Brescia, Mantova e Cremona Cremona Inviare c.v. digitando il codice 6430 nel campo “cosa” del motore di ricerca sulla homepage di Trovolavoro.it. Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. CONSULENTI COMMERCIALI Azienda di produzione e vendita di tecnologie applicate per la casa e per l’ambiente, ricerca su tutto il territorio nazionale COLLABORATORI/COLLABORATRICI Sono richiesti estrema serietà, determinazione a perseguire importanti compensi e disponibilità a muoversi nella propria città. Gli interessati, ambosessi, potranno inserire dettagliato c.v. nel Job Alert Rif. 1117 e/o inviarlo a: [email protected]. Si invita a leggere l’informativa Privacy sul sito www.agiliumhr.com. Non sono richiesti particolari titoli di studio o precedenti esperienze lavorative. Industria milanese leader nella fabbricazione di componenti elettrici per impianti e automazione industriale, ricerca: Stage formativi si terranno nei capoluoghi di regione. GIOVANE DISEGNATORE PROGETTISTA che svolga, nell’ambito della Ricerca & Sviluppo, le fasi del progetto di nuovi prodotti, comprendendo la modellazione 3D dei particolari e degli assiemi, la prototipazione e la preparazione dei disegni 2D esecutivi. Cerchiamo una persona dotata di entusiasmo, capace di fare propria la sfida progettuale. Si richiede: diploma di perito meccanico o laurea triennale in ingegneria meccanica, positiva esperienza nel disegno tecnico di particolari complessi, conoscenza della lingua inglese. Inviare CV digitando il codice 6429 nel campo “cosa” del motore di ricerca sulla homepage di Trovolavoro.it Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Per maggiori informazioni scrivere a: [email protected] allegando curriculum o note informative sulla propria persona. SGM S.p.A. ricerca candidati per il conferimento dell’incarico di Direttore dell’Esercizio dell’Impianto Filoviario della città di Lecce. Durata dell’incarico un anno con eventuale proroga di un ulteriore anno. Compenso annuale lordo di €. 60.000,00 oltre IVA e CAP e al netto di ritenute come per legge. Scadenza per la presentazione delle candidature 11/12/2014. Per ulteriori informazioni consultare il sito www.sgmlecce.it. S.G.M. SpA Società Gestione Multipla – S.P. Lecce-Vernole Km 1,5 – P.IVA 03500970755 Contatto: Dott. Ugo Guacci tel 0832.340898, cell. 3346246080 Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Industria leader nella componentistica elettrica per impianti e automazione industriale al fine di consolidare e sviluppare qualificate relazioni presso le industrie, seleziona: GIOVANE INGEGNERE da inserire nel proprio organico Tecnico-Commerciale. Si richiede: residenza nell’area di Torino, ingegneria elettronica o elettrica, esperienza almeno quinquennale in analoga mansione, capacità organizzative e relazionali, buona conoscenza inglese. Inviare CV digitando il codice 6434 nel campo ‘cosa?’ del motore di ricerca sulla homepage di Trovolavoro.it Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Trovolavoro ricerca per leader mondiale nella costruzione di macchine movimento terra, motori marini, industriali e nella generazione di potenza, uno: SPECIALISTA AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE JUNIOR Il candidato dovrà garantire la gestione dell’elaborazione dei cedolini, il corretto versamento dei contributi previdenziali, l’adempimento degli aspetti fiscali relativi all’amministrazione del personale, e si occuperà anche della predisposizione della reportistica e del controllo e analisi del costo del lavoro. Requisiti: Laurea in discipline economiche o giuridiche; esperienza di 2-3 anni nella gestione diretta del payroll e/o nell'elaborazione dei costi del Personale, sviluppata all’interno di aziende modernamente strutturate oppure presso studi professionali. Sede di lavoro: Vimodrone (MI) Inviare CV digitando il codice 6425 nel campo ‘cosa?’ del motore di ricerca sulla homepage di Trovolavoro.it Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Società operante nel settore delle acque, detentrice di un brevetto unico mondiale, ricerca RESPONSABILE R&D Trovolavoro ricerca per uno storico Gruppo italiano che opera nel settore metalmeccanico, un: con laurea in Ingegneria Chimica o Chimica Industriale. Gradita l'esperienza pluriennale nello studio ed ottimizzazione di processi chimici, con particolare riguardo ad applicazioni nel trattamento dei fanghi di depurazione. Siamo alla ricerca di una figura fortemente dinamica e flessibile, capace di coordinare e motivare le risorse aziendali dirette ed indirette oltre che interfacciarsi con il CEO, il CdA, l’area Sales ed i Clienti stessi. Sede di lavoro Milano/Roma con frequenti trasferte all'estero. Retribuzione commisurata alle effettive esperienze maturate. Se interessati inviare CV a [email protected] Il candidato, a diretto riporto del Responsabile dell’ufficio, dovrà occuparsi di presidiare il processo di gestione della qualità secondo le direttive aziendali, gestire i reclami dei Clienti ed utilizzare gli strumenti di controllo meccanici e distruttivi per misurare la qualità dei prodotti. Requisiti: Diploma di Perito Meccanico, 2-3 anni nel ruolo presso aziende produttive del settore metalmeccanico. Sede di lavoro: Provincia di Varese Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. ADDETTO CONTROLLO QUALITÀ Inviare CV digitando il codice 6426 nel campo “cosa?” del motore di ricerca sulla homepage di Trovolavoro.it Azienda Metalmeccanica con sede in Cormano (MI), cerca: GIOVANE PROGETTISTA MECCANICO perito industriale, da inserire nel proprio Ufficio Tecnico. Si richiede: • Conoscenza Lingua Inglese • Disponibilità ad eventuali trasferte all’estero. Inviare curriculum: [email protected] Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Azienda Multinazionale operante nel settore della Nefrologia e Dialisi ricerca: MEDICI NEFROLOGI O CON LAUREA EQUIPOLLENTE da inserire nella propria organizzazione italiana di Ambulatori di Dialisi dislocati in Campania e Puglia. Inviare curriculum Vitae al fax 089-2756604 Oppure all’indirizzo e-mail : [email protected] La ricerca è rivolta a uomini e donne (L.903/77). Garantiti i diritti di cui all’art. 7 del Dlgs. 196/03 Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 Trovolavoro ECONOMIA Luiss Un concorso per l’ambiente e contro gli sprechi Si aprono il primo dicembre le iscrizioni al bando di concorso del premio «Non sprecare 2015» (http://www.nonsprecare.it/premio), che si terrà all’università Luiss di Roma a febbraio. Intanto il 26 novembre nell’ateneo capitolino verrà assegnato il premio di quest’anno, primo appuntamento della giornata dedicata al futuro dell’ambiente e allo sviluppo di un nuovo modello di “economia 35 Dal 20 al 22 novembre A Verona la fiera Job&Orienta circolare”. Il riconoscimento è nato per promuovere progetti e buone pratiche per combattere lo spreco e le sue contraddizioni e si rivolge a persone, aziende, istituzioni, associazioni e scuole che abbiano portato avanti iniziative antispreco. Prevista una sezione per under 30. Irene Consigliere (a.m.c.) Dal 20 al 22 novembre Job&Orienta, il salone nazionale su orientamento, scuola, formazione e lavoro, accoglie alla Fiera di Verona giovani alla ricerca di occupazione o di opportunità formative. In calendario workshop, presentazioni aziendali, simulazioni, incontri con imprenditori, orientatori, esperti. Iscrizioni: www.joborienta.info. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA I dirigenti? In Italia merce rara Cambi di poltrona Hazan sale in Fiditalia La vicenda ● Quando i licenziamenti fioccano, chi ha ancora il coraggio di osare ad andare oltre la gestione della routine? Per Paolo Iacci, vicepresidente Aidp, «c’è un’emergenza manageriale, nel senso che una classe dirigente aziendale impaurita genera una minore qualità del proprio lavoro. Così ne soffre il sistema» Quasi 70 mila dirigenti licenziati dal 2008 al 2013, con l’anno in corso che promette di falcidiarne in tutto più di 10 mila. E ciò solo nel settore privato, agricoltura esclusa. Altri dirigenti sono stati nominati nel frattempo, ma i nuovi ingressi non hanno compensato le perdite. Secondo gli ultimi dati Inps disponibili, rielaborati dal sindacato dei dirigenti e quadri del terziario Manageritalia, tra il 2008 e il 2012 il numero dei dirigenti è sceso del 2,5% (2.919 unità) a quota 116.200. Troppo pochi secondo Manageritalia (dati Eurostat), almeno rispetto alla media europea che conta 4,7 dirigenti (pubblici più privati) ogni 100 dipendenti, mentre l’Italia è ferma a quota 1,3, distanziata da Spagna (2,9) e surclassata da Germania (3,4), Francia (6,9) e Uk (9,8). In questo contesto c’è chi solleva un problema: quando i licenziamenti fioccano, chi ha ancora il coraggio di osare ad andare oltre la gestione della routine? E’ quanto sostiene Paolo Iacci che, come vicepresidente dell’associazione per la direzione del personale Aidp, ha il polso dell’umore di molti ILLUSTRAZIONE DI XAVIER POIRET Sono solo l’1,3% del totale dei dipendenti, meno di tutti gli altri grandi Paesi dell’Ue Candiani in Microsoft dirigenti: «C’è un’emergenza manageriale, nel senso che una classe dirigente aziendale impaurita genera una minore qualità del proprio lavoro. Così ne soffre il sistema produttivo». Iacci fa questa analisi in un libro appena uscito con un titolo curioso: Il teorema del caffè (Guerini). «In un bar del centro — spiega — alla mattina c’è una folla di clienti che chiede decine di diverse varianti del caffè. Sembra un’orgia consumistica, eppure rispetto a prima della crisi si consuma il 5% in meno di caffè ma si è sempre più esigenti nella richiesta di un prodotto personalizzato. Insomma si consuma di meno e si pretende di più e chi vende si deve adeguare per non soccombere alla concorrenza». E’ una metafora di ciò che si chie- de oggi alle aziende: prezzi più bassi e qualità più alta, offerta più ricca e margini più alti. Così al “povero” manager viene imposto di gestire il paradosso. «Esigendo — continua Iacci — contemporaneamente drastica riduzione dei costi e incremento della qualità, standardizzazione e più vicinanza al cliente. Di qui il disorientamento». Tanto più che nelle aziende si tende a sminuire la professionalità dei dirigenti spesso sostituendoli con i quadri. Mentre infatti, come già visto, dal 2008 al 2012 il numero dei dirigenti è calato del 2,5%, nello stesso periodo quello dei quadri è aumentato del 10%. «E’ un forte passo indietro — commenta il presidente di Manageritalia Guido Carella — perché un quadro non può sostituire un dirigente, salvo si retroceda un dirigente a quadro, fatto che, purtroppo, oggi avviene». Un declassamento che, secondo i dati Manageritalia, interessa ogni anno il 10% dei dirigenti, che diventano quadri o consulenti esterni. Enzo Riboni © RIPRODUZIONE RISERVATA Angelo Zanotti e, nella foto sotto, Alain Hazan Alain Hazan, 55 anni, è diventato amministratore delegato di Fiditalia, società di credito al consumo. Ha lavorato in Citifin, Citibank e Fortis. Angelo Zanotti, 49 anni, in azienda dal 1990, ha ricevuto l’incarico di amministratore delegato per le attività sales & service di Om Still. Silvia Candiani, 43 anni, è stata nominata general manager consumer channel group per Europa Centrale e dell’Est di Microsoft. Ha maturato esperienze in Vodafone, McKinsey e San Paolo Imi. Tomas Hruska, ceco, 39 anni, nella multinazionale della cosmesi dal 1999, ha assunto il ruolo di direttore generale divisione prodotti grande pubblico di L’Oréal Italia. Mauro Montagnini, 56 anni, è il nuovo chief property & casualty officer di Generali. Alessandro Mancino, 40 anni, è stato posto a capo della divisione wind power and renewables di Siemens Italia. a cura di Felice Fava [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera 36 AUTISTA esperienza ventennale referenziato cerca lavoro anche part-time. NCC iscritto ruolo. 333.95.76.523 Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: AUTISTA per consegne. Carico-scarico cerca urgentemente. 389.53.70.985 www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] AUTISTA privato offresi aziende o privati, professionalità. 340.91.61.792 Marco. oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE impiegata tecnico-commerciale e acquisti offresi part-time in Milano. 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CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands ACC AZ F. Core Brands DIS AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. 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Nome 5,287 6,161 6,545 6,506 5,666 3,845 6,585 5,666 5,662 5,716 5,323 5,823 5,049 6,605 3,062 5,038 5,194 5,192 3,292 5,254 5,240 5,600 5,526 6,166 5,561 5,013 4,484 4,151 5,469 5,274 5,432 5,217 6,337 5,770 4,721 4,349 5,631 5,549 3,102 3,100 4,994 4,708 6,189 4,984 4,584 7,040 6,374 5,360 5,264 5,326 4,949 5,358 6,299 5,102 4,936 6,192 5,682 6,148 5,151 5,151 6,775 5,878 Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] Active Dollar Bond A Active Emerging Credit A Active Emerging Credit B Active European Credit A Active European Credit B Active European Equity A Active European Equity B Active Liquid Bond A Active Liquid Bond B Multiman. Bal. A Multiman. Bal. M Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A Multiman. Eq. Afr. & Mid. 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Cap P KIS - Target 2014 X 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 14/11 14/11 13/11 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 120,750 123,500 123,820 103,040 132,010 131,670 132,650 137,730 103,460 107,100 154,120 113,070 116,180 117,270 120,080 122,420 123,040 93,520 98,390 97,920 120,240 122,970 123,320 103,090 130,910 130,790 132,730 137,820 103,480 107,110 154,190 113,120 116,230 117,320 119,940 122,290 122,920 93,520 98,390 97,920 14/11 14/11 14/11 12/11 12/11 12/11 12/11 14/11 14/11 14/11 14/11 14/11 14/11 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 53,430 63,210 60,020 62,430 61,300 63,080 61,400 57,620 46,530 66,510 64,370 60,300 44,660 53,370 63,170 59,970 62,540 61,360 63,430 62,150 57,670 46,530 66,420 64,320 60,300 44,230 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 13,122 109,128 114,804 110,136 24,485 5,756 120,501 91,810 13,102 108,983 114,916 109,225 24,373 5,755 120,487 91,852 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Balanced-Risk Select A Em. 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EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 14/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 17/11 USD USD USD USD USD EUR EUR USD USD USD EUR EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD 24,980 16,050 14,210 14,450 10,373 15,110 9,830 14,306 8,876 12,598 17,170 12,918 11,027 5,857 5,681 58,860 14,650 11,664 43,580 10,635 13,137 11,917 47,020 10,256 38,350 3382,000 17,240 15,560 11,640 19,080 13,730 14,690 13,970 10,894 10,582 14,580 11,774 10,398 33,040 30/09 30/09 30/09 30/09 14/11 14/11 EUR EUR EUR EUR EUR EUR 879597,196 573631,461 593983,763 539139,454 6,805 10,446 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 USD EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR 287,710 202,050 203,730 174,670 124,680 129,250 124,660 132,550 135,070 176,640 122,860 125,280 127,150 125,010 DA, qualsiasi cilindrata. 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Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] 14/11 115,620 EUR 14/11 122,180 EUR 14/11 112,590 EUR 14/11 107,860 EUR 14/11 86,810 EUR 14/11 85,290 USD 11/11 102,410 EUR 11/11 106,630 EUR 14/11 111,000 EUR 14/11 164,910 EUR 14/11 123,150 EUR 14/11 102,790 USD 11/11 121,820 EUR 14/11 88,220 EUR 14/11 98,650 EUR 14/11 100,370 EUR 14/11 101,130 EUR 14/11 117,980 EUR 14/11 120,700 EUR 14/11 125,270 EUR 14/11 100,500 USD 14/11 97,040 EUR 14/11 102,950 EUR 11/11 97,840 EUR 11/11 102,710 EUR 11/11 107,840 EUR 11/11 108,040 EUR 11/11 104,100 USD 11/11 107,810 EUR 14/11 102,040 EUR 14/11 96,080 EUR 14/11 112,940 EUR 11/11 108,390 EUR 11/11 110,820 EUR 11/11 106,260 USD 115,630 122,190 112,320 107,570 86,820 85,300 102,300 106,500 111,000 164,970 123,190 102,820 120,440 87,570 98,670 100,260 101,020 117,700 120,410 125,280 100,500 97,100 103,010 97,210 102,610 107,920 108,110 104,160 107,560 102,050 96,100 113,030 108,170 110,590 106,030 PS - Absolute Return A PS - Absolute Return B PS - Algo Flex A PS - Algo Flex B PS - BeFlexible A PS - BeFlexible C PS - Best Global Managers A PS - Best Global Managers B PS - Best Gl Managers Flex Eq A PS - Bond Opportunities A PS - Bond Opportunities B PS - Bond Opportunities C PS - EOS A PS - Equilibrium A PS - Fixed Inc Absolute Return A PS - Global Dynamic Opp A PS - Global Dynamic Opp B PS - Inter. Equity Quant A PS - Inter. Equity Quant B PS - Liquidity A PS - Liquidity B PS - Opportunistic Growth A PS - Opportunistic Growth B PS - Prestige A PS - Quintessenza A PS - Target A PS - Target B PS - Target C PS - Titan Aggressive A PS - Total Return A PS - Total Return B PS - Valeur Income A PS - Value A PS - Value B PS - Value C www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 14/11 102,450 102,780 Orazio Conservative A EUR 14/11 102,750 102,600 Sparta Agressive A EUR 14/11 168,020 170,900 EUR 24,970 WM Biotech A 14/11 1717,760 1747,140 EUR 16,040 WM Biotech I 14,230 14,470 10,360 15,080 9,790 14,259 8,847 12,629 17,168 www.newmillenniumsicav.com 12,916 Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 11,029 5,859 14/11 193,560 193,820 EUR 5,673 NM Augustum Corp Bd A 14/11 146,690 146,700 EUR 58,770 NM Augustum High Qual Bd A 14/11 138,540 138,560 EUR 14,630 NM Balanced World Cons A 14/11 139,260 139,240 EUR 11,654 NM Euro Bonds Short Term A 14/11 46,630 46,550 EUR 43,670 NM Euro Equities A 14/11 75,640 75,740 EUR 10,596 NM Global Equities EUR hdg A 14/11 106,010 106,060 EUR 13,133 NM Inflation Linked Bond Europe A 14/11 112,240 112,420 EUR 11,914 NM Italian Diversified Bond A 14/11 114,960 115,150 EUR 47,380 NM Italian Diversified Bond I 10,239 NM Large Europe Corp A 14/11 138,060 138,120 EUR 38,280 NM Market Timing A 14/11 105,170 105,200 EUR 3479,000 NM Market Timing I 14/11 106,490 106,510 EUR 17,170 NM Q7 Active Eq. Int. A 14/11 53,830 53,220 EUR 15,490 NM Q7 Globalflex A 14/11 103,620 103,900 EUR 11,600 NM Total Return Flexible A 14/11 122,210 122,310 EUR 19,070 NM VolActive A 14/11 104,140 103,990 EUR 13,730 NM VolActive I 14/11 105,170 105,020 EUR 14,720 13,990 10,882 10,608 14,600 11,793 10,415 32,940 14/11 107,280 107,140 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I EUR 14/11 113,970 113,940 AUGUSTUM G.A.M.E.S. A EUR 14/11 152,140 152,100 AUGUSTUM G.A.M.E.S. I EUR Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection KAIROS INTERNATIONAL SICAV KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D ACQUISTIAMO •AUTOMOBILI E FUORISTRA- Quota/pre. Nome Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it Dividendo Arancio Convertibile Arancio Cedola Arancio Borsa Protetta Agosto Borsa Protetta Febbraio Borsa Protetta Maggio Borsa Protetta Novembre Inflazione Più Arancio Mattone Arancio Profilo Dinamico Arancio Profilo Equilibrato Arancio Profilo Moderato Arancio Top Italia Arancio PUNTO D'ORO compriamo contanti, supervalutazione gioielli antichi, moderni, orologi, oro, diamanti. Sabotino 14 - Milano. 02.58.30.40.26 874712,613 Numero verde 800 124811 570753,978 [email protected] 590447,998 536380,732 Nextam Bilanciato 14/11 6,996 EUR 6,805 14/11 7,713 Obblig. Misto EUR 10,419 Nextam 14/11 5,948 BInver International A EUR 14/11 5,938 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D EUR 288,290 14/11 6,164 Securities China Fd A EUR 202,450 CITIC 14/11 5,421 A EUR 204,130 Fidela 14/11 5,724 EUR 174,690 Income A 14/11 7,758 International Equity A EUR 124,700 14/11 6,113 EUR 129,270 Italian Selection A 14/11 5,329 EUR 124,670 Liquidity A 14/11 5,425 EUR 132,560 Multimanager American Eq.A 14/11 4,887 Multimanager Asia Pacific Eq.A EUR 135,090 14/11 4,459 EUR 176,640 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 14/11 4,440 EUR 122,860 Multimanager European Eq.A 14/11 5,177 EUR 125,280 Strategic A 14/11 6,417 EUR 127,270 Usa Value Fund A 125,140 Ver Capital Credit Fd A 14/11 5,504 EUR www.pegasocapitalsicav.com 14/11 14/11 14/11 14/11 14/11 14/11 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 106,920 107,100 105,240 105,460 99,730 97,420 107,100 107,280 105,420 105,650 99,830 97,520 www.sorgentegroup.com Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 EUR 51342,801 51470,165 EUR 47090,100 46691,916 EUR 28147,209 27926,454 EUR 59168,415 58259,864 EUR 426690,595 468728,464 2423,671 2451,889 EUR www.vitruviussicav.com Asian Equity B Asian Equity B Emerg Mkts Equity Emerg Mkts Equity Hdg European Equity Greater China Equity B Greater China Equity B Growth Opportunities Growth Opportunities Hdg Japanese Equity Japanese Equity Hdg Swiss Equity Swiss Equity Hdg US Equity US Equity Hdg 14/11 14/11 14/11 14/11 14/11 14/11 14/11 14/11 14/11 14/11 14/11 14/11 14/11 14/11 14/11 EUR USD USD EUR EUR EUR USD USD EUR JPY EUR CHF EUR USD EUR 99,010 139,010 440,110 430,160 275,440 113,920 162,050 79,890 87,510 143,440 185,880 134,320 102,050 170,800 188,070 98,230 137,910 439,120 429,200 275,820 113,160 160,980 79,200 86,760 142,150 184,240 135,080 102,630 171,030 188,330 6,993 7,710 5,939 5,936 6,257 5,416 5,725 7,761 Tel 0332 251411 6,071 www.ottoapiu.it 5,329 5,429 8a+ Eiger 14/11 5,869 5,845 EUR 4,892 8a+ Gran Paradiso 14/11 5,211 5,205 EUR 14/11 5,727 5,719 EUR 4,485 8a+ Latemar 07/11 EUR 709060,349 713738,981 4,444 8a+ Matterhorn 5,171 6,406 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 133543DB www.kneip.com 5,542 Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 37 ECONOMIA/MERCATI FINANZIARI ● Piazza Affari Sussurri & Grida Basta scandali, Fed manda in pensione il Libor di Giacomo Ferrari (f.mas.) I mercati provano a inventarsi un’alternativa al Libor, il tasso interbancario fiaccato nella sua credibilità dallo scandalo delle manipolazioni da parte delle maggiori banche mondiali. Visto che un tasso — cioè un prezzo al quale le banche si prestano reciprocamente il denaro — ci vuole, e serve che sia corretto, le autorità stanno correndo ai ripari. Così ieri è stata la Federal Reserve ad avviare le danze, incontrando a New York i rappresentanti di colossi come Bank of America, Goldman Sachs, Hsbc e delle banche centrali d’Europa, Gran Bretagna e Giappone per discutere del processo di sviluppo di un’alternativa priva di rischi al Libor, da usare nei derivati in dollari e in altri contratti finanziari. Per la Fed l’incontro rappresenta «un importante passo verso l’applicazione delle raccomandazioni del Financial Stability Board» di luglio. «I tassi di riferimento sono tra le fondamenta del sistema finanziario», ha detto Jerome Powell, membro del board della Fed. «È nell’interesse di tutti, da chi detiene mutui agli istituti finanziari che fanno affidamento su questi, che siano integri, ben costruiti e resistenti alle manipolazioni». World Duty Free corre sui conti In frenata Autogrill D opo un avvio incerto, le Borse europee hanno cambiato direzione nel pomeriggio per l’intervento di Mario Draghi a Bruxelles. A galvanizzare gli operatori la conferma che la Bce è pronta ad acquistare sul mercato anche titoli sovrani. A Piazza Affari si sono impennati i bancari, da Ubi (+3,41%) a Bper (+3,38%), da Unicredit (+3,24%) a Mps (+3,05%), determinando così il rialzo del Ftse-Mib (+1,33%). La migliore performance fra le blue-chips è stata però di World Duty Free (+5,13%), spinta dal giudizio positivo di Kepler Cheuvreux dopo la trimestrale e la conferma dei target. Bene anche Yoox (+3,63%) e, nel segmento Star, Gefran (+8,26%). Giù invece Autogrill (2,51%) ed Enel Green Power (-1,46%). © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA $./ 1" "k 1Î 1k± ±/± .@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ Õ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®Õ¯ Xk@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ XÎk Â׬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® $¯ X¶×k ,Î@N ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ,¯ XÅ~@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® /¯ bk¬±Âkäk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kbkÅ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kxxk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ £ .kkÞ@NkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ NkÎkÅű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ¬x ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,¯ @ b~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"!¯ Å@b /ÎÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1/¯ Âk@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ ÅX¬@Ýk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/ ¯ ÅÎ@b K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ Î@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ×Î~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ×ÎÅÎÂ@b@ 1!±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ×ÎÅÎÂ@bk !k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®31!¯ ä×α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>!¯ G /¬k@kÂÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ @X@ kkÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ @X@ xÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ @X@ ,¬± @ .±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ @X@ ,¬± /b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/$¯ @X ,¬@Âk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ @X ,¬@Âk Þ¤æ ±±±±±±±±±±±±±±±®9,¤æ¯ @ÅXkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ @ÅÎ~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ÎkX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ X@ @Â~k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ X@ @Â~k  ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ..¯ X@ @Î K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ X@ ÎkÂN@Âk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ X@ ,¬±ÎÂ×Â@ k @ä K±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ X@ ,¬±!@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,!¯ X@ ,¬±/¬kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,$¯ X@ ,Âx ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.$¯ X kÅÂ@ä@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ X kÅÂ@ä@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ X /@Î@bk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"1¯ X /@Âbk~@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.,¯ kk 1k@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ k~k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ k /Î@N ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"/¯ kÅÎ 3 ± ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ @kÎÎ b×ÅÎÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ @X@@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® !¯ kÅÅk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ kÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ k @Âα ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ ä K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>¯ 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Non solo il bonus ma anche il salario fisso dei banchieri potrebbe finire sotto la lente dei regolatori, in modo che possa essere recuperato in caso di malefatte o illeciti. Pochi giorni dopo la mega multa da 4,3 miliardi di dollari inflitta a un gruppo di banche per lo scandalo sul Forex, il governatore della Bank of England, Mark Carney (nella foto), chiede di intervenire per limitare l’azzardo morale dei banchieri. Negli ultimi anni le economie avanzate hanno realizzato una serie di riforme per regolamentare i bonus nel settore finanziario, per differire il momento del pagamento ma anche per costringere il beneficiario a restituirli in caso di cattiva condotta o di rischi eccessivi. In risposta molte banche hanno aumentato la parte fissa del salario, riducendo quella variabile, ha ricordato Carney. E, perciò ha sollecitato «nuove regole per mettere a rischio la parte salariale fissa». Secondo Carney, una proposta «degna di considera- 8@± .x± ® °¯ ´¤`æp ´¤`¤| æ`zÊ ´æ`Õ| æ`pp |`Õ ´¤`ÐÕ Õ`ÐÐ ´¤`| r Õ`ææ ´Ð`ÊÉ æ`z| ¤`|æ ¤`¤Õ r ´¤`¤Ð ´æ`Êæ r Õ`z¤ Õ`Õ ´æ`|æ æ`ÕÐ ´Ð`æ ´æ`æz ¤`z ´Ð`Ðp ´¤`ææ ´Ð`æ¤ r ´z`Ðæ ´¤`z| ´¤`Ép ´Õ`æÕ ´¤`ÊÉ ¤`æz r æ`¤z ´¤`p r ´¤`ÐÕ ¤`¤æ ´æ`ÐÊ ´¤`zæ ´¤`ÕÕ ´æ`p| ´¤`ÐÐ ´æ`ÊÉ |`æz ´ÕÐ`É r æ`ÐÕ ¤`|¤ r ´æ`ɤ Õ`Ê| ´|`¤p p`z æ`Ðæ ´Õ`Õ¤ ´æ`Õ| ´æ`Êz æ` ´Õ`ÊÉ ´Õ`pæ |`ÕÕ æ`Êæ ¤`æÐ ´¤`zÕ ´¤`Ф ´æ`pp ´¤`ÕÉ ´æ`¤Õ ´Ð`ÕÉ ´æ`ÕÕ ¤`¤É ´æ`p| æ`¤p ¤`Ð| |`Õæ ¤`æÕ ´¤`Õ ´Õ`¤ ´æ`æp ´Õ`p r ´Ð`pÕ r ´¤`|Ð ´¤`¤Ê r ´æ`pÕ ´æ`p ¤¤`pÕ ´æ`| ¤`ÉÉ ´æ`Õ¤ ´Õ`æz ´æ`ÊÐ ´Õ`p ´æ`ÐÐ ´Õ`z ´|`¤æ æ`Ð z`Õ¤ ´æ`æz 8@± ! æÕËæ¤ËÕæ¤| ® °¯ ®kׯ ¤É`ÕÐ æ`|Ê |`¤Ð æ`Éæ¤ ´É`Ép É`z ÐÊ`æz ¤Õ`É|æ ´¤`æz æ`É| æ`¤ ¤`æФ ´Ðz`¤æ `zz É|`pz ¤`ææÊ ´¤ÊÕ`Éz æ`Éæ¤ r r Õæ`Ép Õ`Êææ Õæ`ÕÊ æ`ÐpÕ ´¤É`p| Ð`Ê r Ð`ÊÕÊ ´Õæ`ɤ Ê`zÕz r r ´æ`ÉÐ ¤`Éæp Ð|`Õz z`æ¤æ ´¤¤`|| ¤Ê`Фæ É`p| |`pÊ ¤Ê`Ð `ÐÐæ Ð`pæ ¤|`Ézæ ¤¤`zæ ¤Ê`|¤æ ¤Ð`ɤ z`Ðæ É`z¤ ¤p`zpæ ´¤`zÉ ¤¤`zÉæ ¤Ê`zp z`æÕz ¤¤`zz Õ`| |`¤z p`ÉÕ r r ´Ê`Õ¤ Õ`æpæ ´¤ææ`ÐÊ æ`pÕÐ ´zÐ`z ¤æ`¤ææ ʤ`zÊ æ`æÊÊ ´ÕÐ`pz æ`æ¤ ´p`ÉÉ æ`Ð¤É ´¤Õ`Ð| Ð`æp p`Õz æ`|ÊÊ ´Ðz`zÉ æ`Ðp| r r ´zÕ`æ æ`¤ ´Ê`zz Õ`¤| ´`æÐ Õ`æÐp ´|`Ê Ê`Õ|z ´p`Õ `zÐæ ´É`Ê æ`Õz ¤`|p æ`ÐpÉ ´`Ê æ`|Éz ´ÐÕ`¤æ ¤`|p ´¤ÊÕ`ÕÉ æ`ÕÕ| Ð`ʤ æ`|Ép ´|¤`Õ z`¤Ðæ Ð`ÕÐ æ`Õ¤Ê r r |`æÉ Õ`Éz| ÕÕ`É| ÕÉ`ÐÕæ ¤¤`Ðz æ`ÉÐp ¤p`Ðz æ`ÉpÐ ´Ð¤`Õ¤ ¤p`ppæ ´¤Õ`Ê æ`æÉÊ ÐÊ`æ| ¤|`pæ ¤É`Õ| `ÊÊz `¤æ z`Éz ¤É`Ðp Ð`ÊÕ| ¤Õ`pp |`É| Ê`ÕÐ ¤`Ð|æ ¤`ÊÉ ¤`pzæ p`zÉ æ`|Ð ¤¤`z z`¤pæ ´Õ`|Ê ¤`ÉÊæ ||`pÉ ¤`ÊÐ zÊ`zÕ |`|Õ ´¤É`|¤ ¤`ÐÐÉ ´¤`zÐ p`Êææ ´É`|p |`¤ÊÕ ´zÊ`Ê ¤`ÉÕÊ ´ÕÐ`Õp æ`¤p| r |`|ææ ¤Ê`z æ`æÐÉ ¤¤`Ð| æ`ÕÕÊ ¤`ÕÉ æ`Õ|æ Ðæ`Ð æ`ÉÊp ´zÐ`¤É æ`¤ÉÉ Õ¤`É z`¤z ÐÐ`æp æ`ÐÊæ r r ʤ`ÊÊ æ`ÕÕÕ r r ´Ð`p z`Ê|æ Õæ`ÕÉ æ`Éæ| r r ´¤Õ`pÕ ¤`Фæ ÐÉ`ɤ æ`Ð|Ð |Ð`ÉÉ æ`æzp Õp`| Õ`ÐÐæ ¤æ`|¤ ¤`¤¤æ ÕÕ`Ê| ¤É`ÉÊæ ¤Ð`Õz ¤Ð`Ê|æ ´Ê`|z É`Éææ ´ÐÉ`Éæ ¤¤`pÊæ ´Õæ`pp ¤`ÕæÉ ´¤p`ÊÊ ¤`¤pæ É`ÕÐ ÕÉ`Êæ ´||`Ð| Õ`¤pæ |`| Õ`æææ ´¤|`ÉÊ ÐÐ`|zæ !@ß ®kׯ æ`pz¤ ¤`æÕ ¤¤`Õææ ÕÐ`¤Êæ ¤`|Ð ¤`ÐÉz ¤|`æææ z`Éææ Õ`¤|p r Ð`zp æ`Êpz |`pæ |`zp `¤Êæ r Õ`ÐÕÊ p`Ðpæ Õ¤`Фæ É`ÊÉz ¤Õ`zæ ¤É`ÐÐæ Õz`p|p p`Ê|æ Õz`¤¤æ ¤Ê`Ðzæ p`ÉÊÕ |`|Êz ¤z`Épæ r Õ`z|Ê Ð`pÉæ ¤ÉÉ`Éææ æ`ÕÉ| ¤`| æ`z Ð`Êæ ¤`æ|æ æ`ÉÕÉ r æ`|ÉÊ Ð`Ðp Ð`¤z| É`pæ ¤¤`Épæ æ`Ê|Õ æ`Êz| æ`ÊÉÕ Õ`ÕÐÊ æ`Ðæ æ`p|z `zz æ`|zæ r |`¤Ðæ Ðp`pæ æ`Ð| ¤`¤Éæ Õ`ÊÊæ æ`¤|É ÕÊ`Õzæ ¤z`¤zæ p`æzæ z`Ðææ É`ÉÕæ ¤`ÊÉæ Ð`æææ ¤`Ð|p Ê`|Õæ Õ`ÉÉ Ð`ÐÐÕ ¤Õ`æÉÕ Ð`¤¤æ ¤Õ`Õ|æ É`||æ z`Ðz æ`Ðp¤ z`æææ æ`æʤ æ`Фæ æ`|¤z ¤`ÕÕæ æ`|¤| p`pææ æ`zɤ r æ`Ê|p r É`Épæ ¤`Õæ r Õ`æ|p æ`ÉÐ| æ`¤Õp |`Õææ ¤`pææ ÕÊ`pÐæ ¤p`æÉæ ¤æ`æææ ¤É`æææ ¤`zÕ ¤`zæ Ðz`Êæ Ð`pæÕ |`Êæ ||`æææ 8@×Î@ @ ¤¤¤¤| -V>`iâ> ° ¤Õ±¤Õ±¤| ¤|±æ¤±¤z ¤Ð±æÕ±¤z ¤Ð±æб¤z ¤|±æ|±¤z ¤|±æz±¤z ÕÐ zÊ pÊ ¤¤| ¤|Ê ¤ÉÊ *À° iÌÌ ,i`° `Ê `pz `Ê `|p `¤Õ `pp| æ`æz æ`æ æ`¤z æ`¤Ê © RIPRODUZIONE RISERVATA Le Fs tedesche per gli autobus di Torino, sfida con Trenitalia (c.d.c.) Dopo le nozze Fs Ataf (azienda di trasporto pubblico di Firenze) e l’interesse mostrato dal Ceo di Fs, Michele Elia per Atac e Atm, ora tocca ai tedeschi. «Arriva Italia», gruppo inglese che nel 2010 è stato acquisito dalla tedesca Deutsche Bahn, leader in Europa nel mercato del trasporto passeggeri, ha presentato al Comune di Torino una lettera di manifestazione di interesse a partecipare alla gara per il 49% del gruppo Gtt, gruppo torinese trasporti. E in ballo c’è pure Trenitalia. Nei prossimi giorni si saprà quali manifestazioni saranno ritenute valide, poi entro metà gennaio dovranno arrivare le offerte vincolanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA -×Î@ä bÂkÎÎ@ Å× Îkkx_ Ý@ -3$1 Å~@ ÎÎ` @b kÅk¬_ -3$1 @ ×k |pÕÕ|Õ± ÅÎ æ`z × ¬k /!/ ÂXkÝ×α x Å× ÞÞÞ±XÂÂkÂk±ÎËkX@ ,Âkää .x± ®kׯ æ`zÊ| æ`pæÕ p`Ðz ¤Õ`ÉÉæ æ`ææ ¤`æ|p ¤Ð`æ¤æ ¤`ææÊ Õ`¤æÕ r Õ`Ê|Ê æ`ÐÊ |`ÉÊ Ð`|| p`|Õz r ¤`É| z`æ|æ ¤p`|¤æ z`Ê|æ `ʤz ¤z`Õææ ¤É`æææ z`Êææ Õ¤`æzæ ¤Õ`Êæ z`¤z Ð`æÐÊ `Ðz r Õ`|ÊÕ ¤`Ê| ¤ÉÉ`|ææ æ`æɤ ¤`ÕÕæ æ`|Ðz Ð`|Ê æ`|Êp æ`z|æ r æ`ÐæÊ Õ`Ð|| Õ`ÕÕÕ Ê`ÉÉæ ¤æ`Ézæ æ`|Éæ æ`|Õæ æ`zÕp ¤`ÊÉ æ`zpp æ`|pæ É`Êpz æ`ÕÐæ r Õ`pÐæ ÕÉ`ÐÕæ æ`ÉÉ æ`ÉpÐ ÕÊ`ʤæ æ`æpp ¤Ê`Éæ ¤æ`pzæ Ê`|æ Ð`pzæ z`¤|æ ¤`Ð|æ ¤`p æ`Êæ z`Ð|æ Õ`ÐÕæ ¤`ÉÕæ z`¤æ ¤`ÉÕÊ ¤æ`É|æ |`zÊp Õ`ɤ| æ`ÕÕ |`zææ æ`æÐÉ æ`ÕÕÊ æ`Õ|Ð æ`Éz æ`ÕÉÊ Ê`|æz æ`ÐÉæ r æ`ÕÐ| r Ê`æ¤z æ`É|¤ r ¤`|Ép æ`|ææ æ`æzp Õ`|Êæ ¤`¤¤æ ¤`Õ|æ ¤Ð`zæ p`pÐz ¤Ê`|ææ ¤`zæz ¤`zæÉ ÐÕ`|pæ Ð`¤æ Õ`æææ Ð`¤Õæ @¬Î@ä ® b kׯ ÕÕÐ`æ Õ||` ¤ppÊ`æ zÕ`Ê ÐÕ`z pæ`É ¤Õæ`¤ ¤æp`É ÕÕÕ`p r ¤¤z`| Ðz`Ð ¤æÉz`Õ ¤¤pp`| ¤Ê|`¤ r |¤z`É |p`æ ¤z¤ÉÊ`É ¤|zÉ`Õ pzÕ` ÊÊ`| Õ|Ð`É Êæ`z Õ|Õp`¤ Éææ`p Õ|Ðæ` ¤Ðʤ`Õ Ð|pz`Ð r ¤|É`Ð Õ`Ð r ɤp`¤ Ð`Õ ¤z`Ê z|z`Õ ¤ææ`æ ÕÐÕÊ`Õ r Õæ|`æ ÕÉÐ`Ê Õ`Ð r Éæ`Õ ÊÕ`¤ pÐ`Õ ¤¤Ð`p ¤`¤ Ð` ¤Ê`Ð Õæp`p p`| r ÉÐ`Ê ¤zz`p Õp`p æ`É ¤ÉÉÐ`Ð Ê`| ¤¤Ðp`É ¤É¤`| ÕÊz`| Ð|`Ð |ææ`| ¤É`¤ ÕÐp`É ¤¤p`¤ ÐæÉp`Õ ÕÕ` Ép`p Õp¤`¤ r ¤p¤`¤ ÉÕÕ`Ê ÕÉ`æ ¤p`Ê pÉÉ`Õ `¤ Õ¤`É |Ð`Õ ÊÕ`z ÉÉ`Ð pÊÕÕ`Ê ÕÊ|` r ¤æ`p r ¤ÉÐ`p p¤Ð`Ð r |p`É ¤Êz`p r |æ`É ¤`p ÉÕ`¤ zÊÕ`p zæÊ`p Õ|zz`É |z`| ÕÕz`Õ ¤Ép¤` ||`p Ð`Õ ¤æ|`Õ "k 1Î 1k± bŠ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ !/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ ±± K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ X@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ @ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ k Âkk ,Þ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,9¯ kÂÝα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"8¯ ~kkÂ~ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Â~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Â~à @¬Î@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ Â~à @¬Î@ ¤ÊÞ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9 ¤Ê¯ ŬÂkÎ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.1¯ ×kbű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ ×ÂÎkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®:$¯ ߬ÂÝ@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®:,.¯ @X .kkÞ@NkÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ @Î ÂàÅk ×α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ kÂÂ@~@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ b@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kÂ@ !@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ X@Îk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1¯ kX@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kXX@X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®" ¯ "! 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K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ ¤`æÊÉ !!kb ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ æ`|z¤ !Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$" ¯ ¤¤`Õæ !b@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!"¯ æ`Êzz !b 1Ý K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!18¯ ¤`ÊÊz !Âx ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$"¯ æ`ÕÉ !Îk ,@ÅX /±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,/¯ æ`ÊÐ !Ýk@ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ æ`æÐz !×Î×k K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$¯ |`ÉÐæ " "Xk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®" ¯ Õ`ÉÕæ "k@xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"$¯ |`ÉÉæ "k@xk ¤z Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±®9"$¤z¯ r "Ý@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ æ`pææ $ $b@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ æ`ÐÐz , ,@@Â@~Â׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ ¤`¤z ,@Â@@Î ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,1¯ Õ`|æ| ,@Â@@Î ¤zÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,1¤z¯ ¤`ÐÉ ,@~~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`ÕÊ| ,kÂÂk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`Êpæ ,kÂÂk ¤ÕÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,.¤Õ¯ r ,x@Â@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ Õ`p ,¶×@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,-¯ ¤`zÐÊ ,Âk G ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ¯ ¤æ`Épæ ,Âk G ± ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ,¯ `Êzæ ,~± /±@×ÅÎ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/¯ z`zpz ,~Â@xX bÎÂ@k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,$¯ æ`ÕÕÕ ,Âkű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,./¯ æ`Õ| ,Âk×b@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ÕÕÕ ,Â@ b×ÅÎÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ¤Ð`zÐæ ,ÂàÅ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.;¯ ¤|`æÊæ . .± k !kbX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.!¯ æ`ÕÊÕ .@ÎÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.1¯ Õ`zæp . / !kb@~Â׬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. /¯ æ`pp| .kXÂb@Î kß K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ ¤Ð`Êzæ .k¬à K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.;¯ zÊ`æææ .kÎkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`z|æ .Å@@kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ æ`æp .ÅÅÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.$/¯ ¤`Õ|æ / /@N@x /±¬±@± K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤¤`ææ /@kÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Ê`z¤æ /@kÅ ÂX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ z`zÊz /@x Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ `Õææ /@¬k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!¯ ¤Ð`¤Õæ /@¬k ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!.¯ r /@ ¬Âk~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Õ`Êpæ /@ ¬Âk~ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ `Õæ /@Â@Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/./¯ æ`Ép /@α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤|`æææ /@Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/8¯ ¤Õ`pææ /XÂkk /kÂÝXk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ r /k@Î ,±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`ææ¤ /k@Î , ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ¤`æææ /kÂÝä Î@@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`æÉæ /kÂÝä Î@@ ¤z Þ@ K ±±±±±±±±±±±®9/.¤z¯ æ`Õæ /kÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ¤Õ`Ðææ //±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ É`ÊÕæ /ÎkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`æz¤ /@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"¯ ¤`Õz /@ @Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`ææ /~kx K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ ¤`z / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Ê`|Ðæ / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/."¯ ¤`ÉÐÊ /¬@Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ `p¤z /¬@Xk Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/,¯ r /Îkx@k K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ æ`Ðæ| /Îkx@k ÂŬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1.¯ r /1!XÂkkXα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1!¯ z`Êz 1 1@N× ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1,¯ Õ`|ææ 1@N× ¤ÐÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91,¤z¯ æ`|pæ 1/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`||p 1kkX 1 ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11¯ æ`¤Õ 1kkX 1 !kb@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ æ`p|æ 1kkX 1 !kb@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ æ`z|| 1kkX 1 ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11.¯ æ`ɤР1k@ÂÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1"¯ ¤|`zpæ 1kÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1."¯ Ð`p¤Õ 1kÂkÂ~@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1.¯ ¤`zÕÉ 1kÅkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`ÊÐz 1ÅX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`æ|æ 1ÅX@ ¤|Þ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91/¤|¯ r 1bÁű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1$¯ ÊÊ`pzæ 1ÂkÝ ±b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ Õ`ÉÐp 1:1 kÅ×Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1:1¯ É`Êææ 3 3 @X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ z`ÉÊz 3XÂkbα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3 ¯ z`|Õz 3XÂkbÎ ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3 .¯ É`ÉÕæ 3¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3"¯ Ð`pææ 3¬ ¬Âݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3",¯ Ð`zÐp 3¬/@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/¯ Õ`ÕÕp 3¬/@ ÂŬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ ÕÐp`Êææ 3¬/@ ÂŬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ Õ`¤æ 8 8@Å@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ ¤Ð`Ézæ 8@ b×ÅÎÂ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯ ¤`ÕÕæ 8@ @ݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8¯ z`æÐæ 8ÎÎÂ@ Åű K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ p`zÊæ 9 9Âb ×Îà Âkk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9¯ Ê`Êz ; ;ß K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®;$$:¯ ¤Ê`zÊæ > 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"kÞ;ÂÝ@ÂkŬÂkÅÅb@Â`@bÂ@¬kXk`@ >×Â~xÂ@XÅÝääk±@Îb"kÞ;Âk1ÂÎ@~~ @Î@kÂkÕæ±ææ bX !. 1 ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤É¤¤ Ý@±° ÅÎkÂb@ ®k߯ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± |¤|`æÉ ´æ`z¤ ÂkÎ bkß± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÉÉ`æ ¤`Éæ Â×ßkkÅk Õæ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ФÊ`pp ´æ`ÕÐ /Îßß × ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ФÕ`æ¤ ´æ`Ê /Îßß ×Âzæ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Ðæp|`É ´æ`p¤ /Îßß 3 ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÐÐÉ`Õz ´æ`|p /Îßß 3zæ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Ðæææ`zæ ´æ`z| 1/ ×Âα¤ææ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÕÉ|¤`pz ´æ`z| ~ ~ /± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÕÐÉÉ`æp ¤`Õ¤ @kÅN×Â~± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± |ÉzÊÐ`Ðæ æ`¤Õ bÂ@ ®1/¤æ毱 ± ± ± ± ± ± ± ÊÊɤ`É ´æ`ÕÊ !@bÂb NkßÐz ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤æÐæ`ææ ´¤`z $Å 1¬ Õz ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± z|É`ÐÊ ´æ`æÕ /~@¬Âk /1 ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÐÕpp`ÊÉ æ`p¤ /àbkà ® $Âbů ± ± ± ± ± ± ± ± ± zÐÊ`ÊÐ æ`Êp 1ÂÎ ®Ðææ ¬¯ ± ± ± ± ± ¤|Õz`É ´æ`zÊ 8k@ ®Î߯ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Õ¤É`Õ ´æ`Ðz >×Â~ ®/!¯ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± pÕÉ`æz ´æ`¤Ð Åkkäk ." $$.1± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤É¤¤ bb@Å ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÊÕ`Õ @ä ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤Ð¤`z @àk ~± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤¤æ`z kkÂÅbÂx ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÊÉ`Ð Þ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± pÐ`|Ê kÂäN@ ~ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤¤`ÊÉ k×ÎÅXk @ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Õ|`æp k×ÎÅXk ,Åα ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Õ|`ÐÉ k×ÎÅXk 1kk ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤Õ`Ê| Î ×xÎ@Å@ ~ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤Ð`¤z ×~ ÅÅ ~± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤æÐ`zz !kΠ~± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Õ|`| /kkÅ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± pp`Õ 8ÅÞ@~k ~ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤Éæ`pæ ,. ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤É¤¤  ¶×bk ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± É`Ð ÅÎ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Õp`pp ß@ / ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤p`ʤ ¬ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± |É`pz @¬ k ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± zz`Ð| @ÂÂkx×± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Õ|`¤z @Å ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± 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Romeno naturalizzato francese, era nato a Braila nel 1925 da una famiglia ebraica. Negli anni Cinquanta presentò la sua «Teoria delle Rappresentazioni sociali», secondo la quale la rappresentazione della realtà è «costruita semanticamente e condivisa socialmente». Nel 2003 fu insignito del Premio Moscovici (14 giugno 1925 – 16 novembre 2014) Balzan con questa motivazione: «I lavori di Moscovici hanno ribaltato i paradigmi canonici della disciplina e creato una tradizione europea in psicologia sociale. Nelle scienze dell’uomo e della società Moscovici occupa il posto eminente che, fino alla fine degli anni Sessanta, fu di Jean Piaget». Romanzo Torna «Per i sentieri dove cresce l’erba» (Fazi), il diario dell’internamento forzato per motivi politici di Pierluigi Battista O ramai quasi novantenne, Knut Hamsun fu costretto a girare tra manicomi e ospizi, sottoposto ad atroci soprusi da parte di carcerieri che non nutrivano soggezione alcuna per uno scrittore che pure nel 1929 era stato insignito del premio Nobel per la letteratura. Il romanzo che lo aveva reso famoso, Pan, era del 1894, Fame del 1900, lo stesso anno dell’Interpretazione dei sogni di Sigmund Freud. Thomas Mann, Bertolt Brecht e Gottfried Benn riconoscevano nei suoi romanzi una delle vette della narrativa europea. Ma dopo il 1945 questo gigante della cultura norvegese ed europea venne «umiliato in modi anche gratuiti», come ha scritto Filippo La Porta. Privato della lettura di libri e giornali, escluso dal prestito della biblioteca dell’ospizio (ed era pure quasi cieco), divenne vittima di «incredibili perizie psichiatriche» e, è ancora La Porta che scrive, fu «costretto a pescare la corrispondenza nel lago di minestra e caffé che si formava nel suo vassoio». Come mai questo trattamento crudele per uno scrittore tanto prestigioso? Perché si era infatuato così spudoratamente del nazismo da fare omaggio a Goebbels della sua medaglia del Nobel. Perché aveva vergato un servile panegirico all’Hitler trionfante. Perché aveva «tradito la Patria norvegese», accodandosi al governo fantoccio filonazista di Quisling. Perché aveva frequentato il Male assoluto. Perché aveva radicalizzato così furiosamente la sua protesta contro la modernità, la città, l’industria senz’anima che schiaccia gli individui, e aveva così idealizzato un culto per la Natura incontaminata e «autentica», da vedere nel nazismo e nel suo Führer il compimento di un eroico destino. Perciò doveva essere punito. E nelle forme più spietate. In questi giorni l’editore Fazi ripubblica opportunamente un grande documento della condizione spirituale degli intel- Hamsun, il premio Nobel che pagò le colpe di Hitler La storia non fa sconti alla destra: da Pound a Céline. Alla sinistra sì Scrittori Sopra, dall’alto: Louis Aragon (1897-1982), Pablo Neruda (1904-1973) ed Ezra Pound (1885-1972) lettuali nell’epoca dei totalitarismi: Per i sentieri dove cresce l’erba. È il resoconto dettagliato della punizione che Knut Hamsun dovette scontare per aver fornito idee, suggestioni, atmosfere, oggi si direbbe «narrazione», alla causa demoniaca del nazismo. Non si poteva tollerare che intellettuali prestigiosi avessero messo la loro penna o le loro tele al servizio di una causa dannata. Perciò la vicenda di Hamsun risulta ancora oggi conturbante. Le idee e le persone che le incarnavano vennero caricate di una responsabilità storica in una misura inedita nella storia moderna. Tra le parole e le cose la distanza fu abolita. Il fiancheggiamento ideologico dell’orrore venne equiparato all’orrore stesso. Non poteva esserci differenza tra uno scrittore e un aguzzino di Auschwitz. Un grande giurista che servì senza riserve ogni atto del nazismo, Carl Schmitt, venne messo in prigione per un anno e mezzo e portato alla sbarra a Norimberga come «maggior criminale dal punto di vista morale». Le pagine del suo Ex captivitate salus (tradotto e pubblicato in Italia da Adelphi) assomigliano in modo impressionante a quelle di Hamsun in Nei sentieri dove cresce l’erba. Affiora in entrambi lo sconcerto per qualcosa di inaudito: l’equiparazione «dal punto di vista morale» dell’adesione intellettua- Due pesi due misure Louis Aragon ha inneggiato alla polizia segreta sovietica senza ripercussioni le a un regime rispetto alle nefandezze da esso compiuto. Portare argomenti intellettuali a un regime che si è macchiato di crimini contro l’umanità diventò esso stesso un crimine contro l’umanità. Per questo l’«epurazione» post-nazista non ha risparmiato gli scrittori e i filosofi coinvolti con il Male. In Francia Robert Brasillach, il più celebre dei cantori del collaborazionismo con i nazisti (assieme a Pierre Drieu La Rochelle, suicida nella temperie della sconfitta), era stato condannato a morte. Louis-Ferdinand Céline conobbe l’esilio. Martin Heidegger, raccontano i suoi biografi, visse quegli anni nell’incubo «d’essere privato della sua biblioteca» e, allontanato dall’accademia, recluso nel suo «rifugio» nella Foresta Nera, riceveva i libri recapitati regolar- Lezioni di volo (e di migrazione) da una cicogna Guido Conti racconta e illustra una vicenda di amore e generosità di Vivian Lamarque I l volo felice della cicogna Nilou, di Guido Conti (Rizzoli, pp. 190, € 14), sembra scritto da una cicogna in persona, con cuore che batte e con lunga magra elegante zampa che disegna. L’imparare a volare delle prime pagine, per esempio, pare scritto da uno che s’intende di vertigini, sa bene di cosa si tratta... «Aveva visto il vuoto sotto di sé. Tremava tutta. Il giorno dopo fece un altro salto, sbatté più volte le ali e restò appesa nell’aria, come se un filo invisibile la tenesse sospesa tra la terra e il cielo. Si guardò le zampe lunghe a penzoloni...». Cicogna, basta pronunciare la parola che all’istante una favola si mette in moto. Con non molti altri animali il nostro immaginario risponde così velocemente. Qui l’alata protagonista si chiama Nilou (anche se a metà Ottocento, Andersen scrisse che secondo la credenza popolare tutte le cicogne si chiamano Peter). Nilou vive con la madre, il giorno della sua nascita il padre era scomparso, lei non l’ha mai conosciuto. Cresce spaurita, timida, bellissima. («Sei una regina? No, sono nata sopra una ciminiera»). Nel «bianco latte delle nuvole» sfila una delicata storia d’amore («voglio fare il nido con te»), anzi d’amori al plurale (materno, filiale, coniugale, amicale); storia di generosità e di doni («la catena dei doni è sacra e non la devi spezzare»); e storia di migrazione. Non avevamo mai prima d’ora volato, migrato? A fine libro potremo dire che Protagonista Un animale speciale che subito mette in moto una favola sì, per una volta abbiamo anche noi volato e migrato («segui le stelle più brillanti e tieni la luna al tuo fianco»), abbiamo patito i venti più freddi e una stanchezza infinita, siamo sfuggiti ai coccodrilli, all’uomo, a pericolose malinconie. Infine: che piacere quando su un libro leggiamo «illustrazioni dell’autore»; non succede spesso ed è un vero dono aggiunto. Il caso del Piccolo Principe è tra i più felici. Saint-Exupéry non sapeva disegnare, ma disegnare la sua storia sì (quel mantello, quella sciarpa, quegli stivaletti). Vero artista, altro esempio, Danilo (con l’accento tonico sulla a) Mainardi: gli animali che tratteggia sulle sue pagine sono di altissima qualità. E ora questa sorpresa da Guido Conti: e non soltanto voli e voli di cicogne, anche il falco reale Salim, il fringuello Hadì, alberi, cieli, deserti. E anche il mare, che Nilou chiama «il deserto blu». © RIPRODUZIONE RISERVATA mente con le pagine strappate con cura dai sorveglianti. Ed è nota la sorte di Ezra Pound, il grande poeta americano che non negò i suoi servigi al regime mussoliniano e che venne trattato come un traditore, prima rinchiuso in una «gabbia per gorilla» nel campo di Coltano vicino a Pisa, e poi segregato per dodici anni nel manicomio criminale di St. Elizabeths a Washington. Una sequenza ancor più impressionante se si pensa alla distanza assoluta tra le parole e le cose, tra il limbo d’innocenza in cui sono stati protetti gli intellettuali che si sono consacrati ad altre cause portatrici di morte e massacri e la storia «effettuale» scaturita da quelle idee. Chi ha potuto far notare a Louis Aragon la vergogna di aver intonato un inno imbarazzante ai carnefici della Gpu, la polizia segreta sovietica, o al poeta Pablo Neruda quella di aver dato manforte agli assassini del poeta Mandel’štam? E le legioni di intellettuali occidentali che hanno osannato la Rivoluzione culturale di Mao malgrado i campi di concentramento e le esecuzioni di massa? E i sostenitori dell’aguzzino Pol Pot che fece strage in tre anni di un terzo della popolazione cambogiana? Per un inno a Stalin, mentre il Gulag raggiungeva vertici di spaventosa crudeltà, non si è mai avuta condanna e anzi la reputazione degli adulatori non ha mai subìto alterazioni. Per uno a Hitler, Hamsun venne rinchiuso in manicomio criminale sulla soglia dei novant’anni, e con lui Pound, Heidegger e Céline. Può darsi che questo duplice esito fosse inevitabile. Ma certo non si può negare che in quello scorcio tragico della storia le «idee» non hanno goduto del privilegio solitamente loro accordato dai princìpi della libertà d’opinione. In quell’apocalisse non si potevano implorare sconti e la spietatezza dei tempi non poteva risparmiare un vegliardo come Knut Hamsun? Può darsi, ma Per i sentieri dove cresce l’erba è un documento eloquente di quella tragedia. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’autore ● Knut Hamsun (1859-1952) fu uno scrittore norvegese di grande fama e successo, autore di romanzi come Misteri (1892), Pan (1894), Fame (1900), Vagabondi (1904). Nel 1920 ricevette il Nobel per la Letteratura con Germogli della terra (1917). La complicità con gli invasori nazisti gli causò, dopo la Seconda guerra mondiale, l’internamento e un processo ● Per i sentieri dove cresce l’erba (Fazi, trad. Maria Valeria D’Avino, pp 200, 16 ) è il diario dell’autore internato in manicomio per collaborazionismo con i nazisti. Biblioteca Nella foto grande, Knut Hamsun fotografato nella sua biblioteca nel 1929 40 Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 Negli Usa «Purity» in cerca del padre Arriverà a settembre il nuovo romanzo di Franzen CULTURA Arriverà nelle librerie d’America nel settembre 2015 (dopo due anni di lavoro interrotto soltanto dalla pubblicazione di una traduzione dei saggi del tedesco Karl Kraus) e si intitolerà Purity: il nuovo romanzo di Jonathan Franzen (1959, nella foto), di cui sempre nel 2015 uscirà una biografia autorizzata firmata da Manifesto della XXI Triennale Superare il Design per ritornare al progetto artistico Segna libro Philip Weinstein, è stato annunciato ufficialmente al «New York Times» da Jonathan Galassi, presidente della casa editrice Farrar Strauss & Giraux (in Italia i romanzi di Franzen sono pubblicati da Einaudi). La storia è quella di Purity Tyler, detta Pip, giovane donna alla ricerca del padre, una storia — N G © RIPRODUZIONE RISERVATA Il personalissimo cartellino di Rino Tommasi. Pugile più forte di tutti i tempi: Sugar Ray Robinson. Secondo posto: Joe Louis. Terzo: Muhammad Ali. Ma se si stila la classifica dei più grandi atleti della storia, Ali balza al primo posto, davanti a Jesse Owens e Diego Maradona. Le motivazioni in Muhammad Ali, l’ultimo campione, il più grande? (Gargoyle, pp. 162, € 40). Condivisibile il giudizio finale: ciò che «ci rimane in mano dopo l’uscita di scena di Ali è una cosa soltanto: un trono senza eredi». a cura di Claudio Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA Napolitano ricorda Spadolini «L’avrei votato per il Quirinale» di Antonio Carioti Da Cassius Clay a Muhammad Ali: due nomi, una leggenda. A 40 anni dallo storico match di Kinshasa, nel quale Ali riconquistò il titolo mondiale dei pesi massimi battendo George Foreman, un giusto risveglio editoriale premia il più grande, popolare e mediatico pugile di tutti i tempi. In Ali, il libro ufficiale (traduzione di Stefano Acetelli, Ultrasport, pp. 362, € 47), Nancy J. Hajeski ne ripercorre la mirabolante vita. Foto, curiosità e memoria dell’uomo che volava come una farfalla e pungeva come un’ape. vedrà un hacker». Lo stile di Purity, che arriva dopo i successi dei precedenti Le correzioni e Libertà (un milione di copie ciascuno) si distacca da quello degli altri romanzi. E per il suo autore sembra essere arrivato il tempo delle conferme. (m. be.) L’omaggio della Bocconi e del «Corriere» a vent’anni dalla morte di Vittorio Gregotti ei giorni scorsi è stato presentato il manifesto programmatico per la XXI Triennale di Milano 2016. Forse si tratta, in qualche modo, di un ritorno alla tradizione dei propri eventi triennali che l’hanno caratterizzata fin dai suoi inizi, tradizione oggi sotto assedio di molte manifestazioni non solo europee e, in particolare, stretta in Italia tra la Biennale di Architettura veneziana e Salone del mobile milanese. Nel caso della Triennale di Milano lo slogan unificante dovrebbe essere «design after design». La parola «design» è un vocabolo, però, che ha progressivamente mutato di significato a partire dagli Anni 50 del XX secolo, quando si è cominciato ad affermare che la forma non avrebbe dovuto più rappresentare la funzione ma il mercato, confermando apertamente la sua dipendenza da quell’ideologia. Il significato del design si è quindi progressivamente spostato sempre più lontano dall’idea di progetto che dal 1919 l’aveva connesso idealmente, ma anche metodologicamente, con quello di architettura a tutte le scale, sino al disegno urbano e territoriale. Si tratta di due questioni che si presentano anche oggi assai più centrali di quella del disegno della produzione degli oggetti, e sempre più problematiche non solo in quanto fondamenti della nostra pratica artistica ma anche nella loro relazione con una società più giusta. Quindi per sottrarsi all’ambiguità e alle pretese dei molti significati attuali della parola «design» si deve parlare del destino del «progetto dopo il progetto». Si dovrebbe, per la XXI Triennale (come hanno spiegato in una breve ma efficace introduzione i professori Micelli e Nicolin) centrare il discorso sul ben noto fenomeno della costituzione di microimprese insieme artigianali e digitali, che proprio i progressi del digitale stanno diffondendo e, quindi, di far assumere alla parola «design» nuovi contenuti. È ciò che qualcuno definisce «terza rivoluzione industriale» (dopo quella in corso ormai da vent’anni del capitalismo finanziario globale e neocoloniale, e della visibilità mercantile come comunicazione) sino alla, sia pure utopica, coincidenza tra produttore e consumatore. Di qui il tema del ruolo del progetto in tutta la sua estensione, forse però troppo ampia da poter comprendere le specificità dell’architettura e del disegno urbano e territoriale. Tutti temi di grande interesse per un dibattito e per ogni ricerca di possibile senso futuro della nozione stessa di progetto, ma certo molto difficili per una esposizione come la Triennale (dove lo stesso Razionalismo ha impiegato più di dieci anni per imporsi) e per la sua attuale ambizione di investire, con le sue esposizioni, l’intera città. Si tratta di interrogativi che vorrebbero anche superare, con la futura Triennale, le attuali incerte connessioni tra l’idea di progetto (forse anche di architettura oltre che di arti applicate) e quelle di arti visive, mediatiche e persino pubblicitarie, pur con tutto il loro stato di profondo smarrimento che ne caratterizza la produzione specie negli ultimi quarant’anni. Anni durante i quali i valori della provvisorietà, della bizzarria e l’estensione a tutte le attività mercantili dell’idea di creatività hanno avuto il sopravvento e assunto la definitiva funzione di rispecchiamento positivo dei poteri e di un futuro concepito solo come progresso tecnologico quale unico valore (ma anche quale mistificazione) di mezzi che divengono fini. Si tratterebbe dunque, in questo caso, di mostrare fino in fondo il dannoso attuale modo di concepire la creatività per mezzo del processo di liquefazione delle diverse discipline che, sotto la pressione del mercato della visibilità, elimina ogni valore al prezioso scambio tra le specificità delle diverse pratiche artistiche che proprio l’estensione dell’ambigua idea di «design» propone di fronte ai pochi progetti fondati, invece, su un qualche frammento di verità che muova le nostre pratiche al di là del difficile presente. come l’ha definita Galassi — «non strettamente realistica, in bilico tra favola e mito, un’epica americana multigenerazionale che copre decenni e continenti» che si sposta dagli Stati Uniti di oggi al Sud America fino alla Germania dell’Est prima del crollo del Muro. E che tra i protagonisti, accanto a Pip, 41 iovanni Spadolini e Giorgio Napolitano: itinerari politici diversi, ma con tratti essenziali condivisi. «Ci univa un nucleo di convinzioni comuni, per cui il senso delle istituzioni è il perno attorno a cui far ruotare ogni impegno civile». Così ieri mattina il capo dello Stato ha ricordato la figura di Spadolini (1925-1994) dal Quirinale, in collegamento video con Milano, nel corso della manifestazione commemorativa, presso l’Aula Magna dell’Università Bocconi, organizzata dall’ateneo stesso e dalla Fondazione Corriere della Sera a vent’anni dalla scomparsa dello statista repubblicano. L’incontro ha toccato i vari aspetti dell’opera di Spadolini: le ricerche di storico precoce e brillante; la direzione del «Corriere della Sera» (1968-72); la presidenza della Bocconi dal 1976 fino alla scomparsa; ovviamente l’attività politica che lo vide più volte ministro, segretario del Pri, capo del governo (1981-82), presidente del Senato (1987-1994). Nel 1992 era stata ipotizzata la candidatura di Spadolini al Quirinale e Napolitano, ha riferito ieri, si era schierato a suo favore nella direzione del Pds. Ma tra i postcomunisti aveva prevalso invece l’opzione favorevole a Oscar Luigi Scalfaro, che fu eletto capo dello Stato. A subentrargli come presidente della Camera fu allora Napolitano, che si trovò così al fianco di Spadolini, che presiedeva il Senato. Insieme, ha sottolineato il presidente della Repubblica, presero le difese del Parlamento e della sua piena legitti- Sintonia Qui sopra: il capo dello Stato Giorgio Napolitano. A fianco: Giovanni Spadolini direttore del «Corriere» (a destra) con Eugenio Montale mazione a legiferare e soprattutto a introdurre riforme istituzionali nei momenti aspri di Mani pulite. Un’esigenza ancora non onorata. D’altronde anche nell’attività scientifica di Spadolini, ha rilevato lo storico Angelo Varni, costante era l’assillo per la fragilità dell’assetto statuale uscito dal Risorgimento, che lo aveva portato a studiare con attenzione le correnti che lo avevano contestato. Mentre a via Solferino, ha ricordato il direttore del «Corriere» Ferruccio de Bortoli, Spadolini si era caratterizzato per la coraggiosa e lungimirante denuncia degli Il Capo dello Stato «Difendemmo insieme la legittimazione delle Camere a riformare l‘assetto istituzionale» anche quando si trattava di rapporti tra le istituzioni culturali. Il vicepresidente della Bocconi Luigi Guatri, a lungo rettore, ha rievocato la sua cortese insistenza per un’intesa con l’Università di Leningrado, che doveva servire anche ad «aiutare Gorbaciov». Sembrano vicende remote, forse lo sono apparse ai giovani che affollavano il pubblico, nel quale erano presenti anche il presidente del Senato Pietro Grasso e il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Ma c’è un «pregiudizio da rimuovere», ha osservato Napolitano, nell’idea che quel passato si possa ridurre a mera «archeologia». Al contrario, ha sostenuto il presidente della Fondazione Corriere della Sera Piergaetano Marchetti, «la memoria storica è un grande deposito di energie rinnovabili» cui attingere per costruire il futuro. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL NUOVO LIBRO DI La rassegna A Parma riecco Minimondi con oltre cento appuntamenti R Il logo di Minimondi. La rassegna si svolge a Parma dal 22 novembre all’8 dicembre opposti estremismi: «Già in un editoriale del 5 maggio 1968 mostrava di aver intuito la deriva violenta di movimenti accomunati dal rifiuto delle istituzioni rappresentative». Un altro «riferimento costante» per Spadolini, ha affermato il presidente della Bocconi Mario Monti, era l’Europa. Era convinto che il nostro Paese dovesse mantenere saldo l’aggancio al processo d’integrazione. E c’è da domandarsi, ha soggiunto Monti, «come reagirebbe di fronte alla situazione attuale, che vede l’Unione ridotta quasi a luogo di allenamento pugilistico per dispute rivolte a un orizzonte elettorale interno di breve periodo». Europa per Spadolini significava anche apertura internazionale della Bocconi, come ha ricordato l’attuale rettore dell’università, Andrea Sironi. Eppure il politico, anzi il diplomatico di razza, affiorava in lui iparte Minimondi. L’edizione numero 14 del Festival di letteratura e illustrazione per ragazzi organizzato dalla omonima associazione, insieme a «Libri e Formiche» e con il Comune, si svolge a Parma dal 22 novembre all’8 dicembre. Più di cento appuntamenti tra laboratori, narrazioni e incontri, rivolti a bambini, ragazzi, adulti e insegnanti. E poi spettacoli teatrali, mostre e concerti. Moltissimi gli autori e gli illustratori presenti, da Beatrice Masini a Giovanni Nucci, da Bruno Tognolini a Carola Susani, da Mirco Maselli a Gionata Bernasconi. Nella mostra Dove abiti tu? di Gaia Stella, si possono vedere le tavole tratte da Et toi où habites-tu? edito da La Joie De Lire mentre Giovanni Nucci e gli artisti di Teatro Due si confrontano sulle opere di Aristofane e sulle poesie di Ghiannis Ritsos nello spettacolo «Il Mito: dialogo tra letteratura e teatro». Minimondi coinvolge spazi cittadini dove si intrecciano le arti. Oltre al Bookshop, cuore della manifestazione in pieno centro storico, che propone titoli da tutto il mondo, il Festival si svolge nei Giardini di San Paolo, nella Pinacoteca Stuard dell’ex Monastero di San Paolo; nella Galleria San Ludovico e in molti altri luoghi. (c. br.) © RIPRODUZIONE RISERVATA VITTORIO SGARBI GLI ANNI DELLE MERAVIGLIE DA PIERO DELLA FRANCESCA A PONTORMO 2 EDIZIONI IL SECONDO VOLUME DI IL TESORO D’ITALIA LA LUNGA AVVENTURA DELL’ARTE ITALIANA IN LIBRERIA E IN EBOOK 42 Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 SPETTACOLI La campagna La nuova provocazione di Miley Cyrus (foto) è indossare i collant. Anche color carne. Se la strategia era modernizzare la calze velata, la scelta di Golden Lady di puntare sulla popstar come testimonial potrebbe rivelarsi vincente. Le immagini della campagna (video e foto) firmata da Armando Testa con Terry Richardson alla regia, hanno già fatto il giro del mondo. Nel film, girato in stile videoclip in due giorni di riprese a Los Angeles, nei Siren Studios di Sunset boulevard, si Miley Cyrus testimonial degli spot italiani per rilanciare i collant vede la cantante muoversi con fare ammiccante con indosso dei collant (a volte solo quelli). Le musiche (sue) sono state scelte direttamente dalla popstar che è di colpo riuscita a rendere di tendenza anche il collant «color carne». Una delle immagini della campagna punta proprio su questa tonalità: la Cyrus la porta però sotto un paio di pantaloncini neri cortissimi che sbottona strategicamente per dimostrare che questo nuovo tipo di calza «non ha cuciture». Voce Bono (54 anni), nome d’arte di Paul David Hewson, frontman degli U2, in una foto scattata nel 2010 a Sidney, in Australia, in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids. Il cantante della rock band irlandese si è ferito a un braccio cadendo dalla bicicletta a New York, mentre era a Central Park. Gli U2 erano negli States per partecipare al programma televisivo della Nbc «The Tonight Show» I tormenti di Bono Accuse sul disco-regalo, poi l’aereo in avaria Ieri l’ultimo guaio: cade in bici, braccio rotto M anco fosse Calimero. Capitano tutte a Bono. Il cantante degli U2 ha vissuto momenti migliori. L’ultima disavventura domenica. Una caduta in bici durante un giro a Central Park, il cuore verde di Manhattan. Risultato: braccio rotto. «Siamo un uomo in meno», hanno annunciato gli altri tre in un messaggio su u2.com, il sito della band. Nel messaggio si scusavano per la cancellazione della loro settimana come resident band del Jimmy Fallon Show, talk in onda sulla rete americana Nbc. «Bono ha bisogno anche di un intervento chirurgico per sistemare tutto. Siamo certi che si riprenderà in fretta e quindi torneremo», si legge nel messaggio. Mercoledì scorso la rockstar se l’era vista ancora più brutta. Bono era in volo. Jet privato, ovviamente, un Learjet 60 D-CGEO diretto da Dublino a Berlino. Nella capitale tedesca Bono, che viaggiava con alcuni amici, era atteso per giovedì con gli U2: avrebbero dovuto ritirare un premio ed esibirsi alla serata dei Bambi International Music awards. Il leader del quartetto irlandese aveva deciso di anticipare il viaggio, e di mettersi in volo da Dublino con quattro amici e non con i compagni della band, per le sue missioni politico-benefiche: in agenda c’erano incontri col ministro della Cooperazione economica e dello sviluppo Gerd Mueller e con il delegato del ministero degli Esteri alla crisi Ebola Walter Lindner. Appena il Learjet è arrivato sui cieli tedeschi si è staccato il portellone della stiva, che ha danneggiato la fusoliera. Sono Il cd ● «Songs of Innocence» è il tredicesimo album degli U2. È arrivato al numero 1 in Italia ● In copertina il batterista Larry Mullen jr abbraccia il figlio volate vie anche un paio di valigie. Agenda pienissima quella di Bono. Dopo la trasferta tedesca, sabato era a Londra per registrare la nuova versione di «Do They Know It’s Christmas?», la canzone benefica che 30 anni fa aprì la stagione di Live Aid e che viene riproposta ora per raccogliere fondi per l’emergenza Ebola. A tirare le fila ancora Bob Geldof e Midge Ure. Unico superstite del cast originario Bono. Si è riservato la stessa parte di allora, ma con un testo leggermente modificato. Fra le altre voci che hanno partecipato gli One Direction (che cantano la prima strofa), Chris Martin dei Coldplay, Ed Sheeran, Sam Smith, Rita Ora, Roger Taylor dei Queen, Sinead O’Connor, Ellie Goulding, Emeli Sandé, Olly Murs, i Bastille e altri ancora. Disponibile da ieri, il brano è già al numero 1 delle classifi- che di iTunes in 21 Paesi, Italia compresa. Un braccio rotto e un thriller ad alta quota. Troppo per pensare a un’operazione simpatia. Di cui il Bono-Calimero e gli U2 potrebbero avere bisogno. La campagna kolossal per il lancio del nuovo album «Songs of Innocence» ha portato molte antipatie al gruppo irlandese. Per qualche esperto di comunicazione è stata addirittura un boomerang. I quattro rocker si sono trovati nella scomoda posizione di doversi giustificare per aver fatto un regalo. «Una goccia di megalomania», ha riconosciuto Bono. Il 9 settembre Apple ha regalato l’album a 500 milioni di account iTunes per celebrare il lancio del nuovo iPhone. E fino a qui tutto bene. Le canzoni, però, sono state inserite automaticamente, senza chiedere permessi o autorizzazione agli utenti, nelle librerie musicali. Anche chi non voleva gli U2 se li è ritrovati su iPhone e iPad. «Pensavamo di mettere una bottiglia di latte sulla porta di tutti — si è scusato il leader —, invece abbiamo finito per mettere il latte nella tazza anche di chi è allergico». Andrea Laffranchi alaffranchi 43 ❞ Siamo stati dei megalomani a donare l’album a 500 milioni di persone Abbiamo cancellato gli impegni alla tv Usa, ma Vox si riprenderà in fretta ● La recensione «Torquato Tasso» il melodramma astruso di Donizetti di Enrico Girardi È così ampio il barile delle cose donizettiane ancora da valorizzare, che si potrebbe farne un Festival permanente. Naturale dunque che ad ogni edizione il Bergamo Musica Festival tiri fuori da tal barile qualcosa d’estremo interesse. Tra quelle di quest’anno c’è un’ampia aria da opera buffa recentemente acquisita dalla Fondazione Donizetti. E c’è la rarità Torquato Tasso, melodramma di molto successo un tempo, oggi finito nel dimenticatoio. Benché rechi la firma prestigiosa di Jacopo Ferretti, il fantastico librettista per la Cenerentola di Rossini, il plot è astruso e non poco, un melodrammone infarcito di inserti comici un po’ stantii. Ma la partitura vanta pagine ispirate. E quando Donizetti è ispirato, il godimento è senza fine. Ma non basta. Un’opera è niente finché non va in scena come si deve. E l’esecuzione delude. Il direttore Sebastiano Rolli la infarcisce di «fermate». In certi numeri non passano più di due o tre battute senza quell’odiosa abitudine che fa male alla musica, al pubblico e anche ai cantanti che dovrebbero giovarsene. È un vizio inestirpabile, come leggere un romanzo a singhiozzo. Il godimento si tramuta in fatica. Né peraltro il cast bergamasco è tale da indurre ad abbandonare il tutto, la musica, per dedicarsi a una parte, il canto. Capeggiato da Leo An, che interpreta la figura di quel genio di poeta, è semplicemente un cast discreto. Trascurabile poi la regia di Federico Bertolani. Applausi generosi, però. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Chamberlain: di nuovo prete sul palco di Broadway Il celebre padre Ralph in scena a 80 anni. «Ho fatto il sacerdote ovunque, è il mio destino» La serie tv ● Chamberlain è padre Ralph nella serie tv «Uccelli di rovo» del 1983 ● In Italia, su Canale 5, ottenne picchi di 13 milioni di spettatori Q uindici anni dopo il suo ultimo debutto a Broadway (in 1998 The sound of music) e a più di trenta dal fascinoso padre Ralph de Bricassart di «Uccelli di Rovo», la miniserie tv del 1983 che lo proiettò nell’Olimpo dei belli di Hollywood, Richard Chamberlain torna a Broadway. In abito talare. A 80 anni suonati (ma con il viso levigato di un giovanotto: merito, dice lui, «di tanta ginnastica facciale e buoni geni: ma niente ritocchi!»), l’ex prete pazzo di Rachel Ward nella serie che sbancò gli ascolti (con picchi di oltre 13 milioni di telespettatori) rimette la tonaca in Sticks and Bones, dramma del 1971 di David Rabe che racconta il ritorno a casa dal Vietnam di un giovanissimo reduce di guerra. Nessuno sa come prenderlo. Nè i genitori (Bill Pullman e Holly Hunter) né padre Donald, il prete di famiglia. Chamberlain, appunto. Che del sul personaggio dice: «È un bigotto. Non lo vorrei come mio sacerdote». Eppure l’abito da religioso sembra una costante nella carriera della star che, oggi, «si gode la vita alle Hawaii» (parole sue) con il compagno, il produttore e regista Martin Rabbett. Chamberlain ha rivelato di essere omosessuale all’età di In poltrona Richard Chamberlain, 80 anni, a teatro nel dramma «Sticks and Bones» 69 anni, «quando ormai non ero più un sex symbol, un eroe romantico» ha scritto nella sua autobiografia Shattered Dreams (2003). «Sono cresciuto in anni in cui essere gay semplicemente non era un’opzione» ha confessato. Finendo così, ha dichiarato dopo il coming out, «per passare gran parte della mia vita fingendo di essere qualcuno che non ero. Non è stato facile». In ogni caso l’orientamento sessuale non ha influito sui ruoli che gli sono stati affidati al cinema, in tv e a teatro. Tra i quali, in almeno cinque occasioni, c’è stato appunto quello del sacerdote. «Sono stato prete a destra e a manca — ha detto l’attore a Theatermania.com —. L’ultimo, padre Ferrin, nell’Esorcista diretto due anni fa da John Doyle alla Geffen Playhouse di Los Angeles. I sacerdoti, del resto — ha sottoli- neato —, sono esseri umani come tutti gli altri». Sarà, ma il «re delle miniserie tv», come era stato soprannominato dopo il successo di «Dottor Kildare» (1961-1966) — al medico le fan indirizzavano qualcosa come 12 mila lettere alla settimana — e «Shogun» (1980) — in cui interpretava un samurai —, deve soprattutto a padre Ralph di «Uccelli di Rovo» fama e successo. Non è stanco di indossare l’abito talare? «Più che il ruolo, a stancarmi è l’età. Avere 80 anni è diverso da averne 70. In una delle ultime interviste, Paul Newman alla domanda “Perché non sta lavorando?” rispose: “Colpa della memoria”. Per me è lo stesso. Ricordo ancora le battute, ma devo lavorarci di più». Laura Zangarini © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 SPETTACOLI L’autore Battisti rivisitato in chiave rock. Padrino dell’operazione è Mogol. «Se Lucio fosse ancora vivo, questo disco lo avrebbe fatto lui», commenta l’autore che ha prodotto il disco al Cet, la scuola musicale da lui fondata, con una band che annovera alcuni ex allievi. «Le canzoni di Mogol Battisti in versione rock new era» contiene 12 fra i brani più famosi firmati da Mogol e Battisti (assieme nella foto). «L’idea è nata pensando a come siano ancora validi e abbiano resistito al tempo. Ma il mondo si evolve e io volevo dar loro una nuova vita, farli conoscere ai giovani». Mogol: le canzoni di Lucio Battisti in versione rock «Simon Boccanegra» Scala, revocato lo sciopero della Cgil La Cgil ha deciso di sospendere lo sciopero che aveva indetto alla Scala per domani: non salterà quindi l’ultima recita del Simon Boccanegra con Placido Domingo. La sospensione è arrivata dopo diversi incontri con i vertici del teatro e con il sovrintendente Alexander Pereira. Spiega la sindacalista Paola Bentivegna: «C’è stata una sospensione e non una revoca perché un punto non ci soddisfa completamente, quello sui serali». ❞ De Niro e il papà gay: vorrei interpretarlo in un film di Scorsese Una volta andai a Parigi a salvarlo, era nei guai Avevo 20 anni e di colpo ero diventato il suo genitore Documentario del divo. «Artista incompreso» ROMA Prima o poi si fanno i conti con i propri genitori, e per Robert De Niro è arrivato il momento. «Mio padre era un vero artista, ma non posso stabilirlo io. L’unica cosa che posso fare è che venga apprezzato e ricordato», dice il grande attore. Suo padre, scomparso nel 1993 il giorno in cui compiva 71 anni, è stato un pittore figurativo, influenzato da astrattismo e espressionismo. Era cresciuto a New York accanto a Pollock e Rothko, che lo trattavano come suo pari. Ma lui, cercando un suo stile, non ebbe lo stesso successo. Fu spiazzato dal movimento pop di Andy Warhol, che lui riteneva una moda. Tutto questo si racconta nel documentario di Perri Peltz e Geeta Gandbhir Remembering The Artist Robert De Niro, Sr, che si potrà vedere il 28 dicembre su Sky Arte. Padre e figlio Nuovi ciak ● Robert De Niro e Jennifer Lawrence (24): hanno lavorato insieme in «Il lato positivo» (2012) ● De Niro ritroverà Lawrence sul set di «Joy» del regista David O. Russell hanno lo stesso nome, lo stesso modo di camminare, lo stesso sguardo, la stessa ritrosia. Il figlio ha avuto quel successo e quel riconoscimento che il padre non ha avuto. «Non so se un giorno interpreterò mio padre in un film su di lui. Quale regista mi piacerebbe avere? Martin Scorsese, suppongo». Ha passato due giorni nella Capitale, ospite della Fondazione Cinema per Roma, per presentare in prima europea il filmato, in origine destinato nei confini della famiglia De Niro, perché figli e nipoti potessero conoscere meglio quell’uomo solitario. «Roma è una città fantastica, qui ho girato dei film, quale posto migliore se non questo?». Al ricevimento all’ambasciata americana c’era anche Ben Stiller, il quale ha chiesto se il documentario fosse un risarci- Non mi ha mai parlato della sua omosessualità, lui l’ha vissuta in modo conflittuale Si sentiva rifiutato da mio nonno In arrivo su Sky De Niro (71 anni) accanto a una foto del padre (morto nel 1993) mento. De Niro, che si racconta con una certa vulnerabilità nell’incontro col pubblico moderato da Mario Sesti, dice «da piccolo non ero interessato ai suoi quadri, con gli anni ho capito meglio chi era e cosa faceva mio padre, si creava delle os- 45 sessioni sulle cose che non andavano. Non lo vedevo spesso, i miei divorziarono che avevo 12 anni. Era orgoglioso del mio successo. Questo film è un dovere nei confronti della famiglia. Non ho sensi di colpa». Però aggiunge che avrebbe do- vuto scuotere il padre dalla negligenza con cui si curò il tumore: «Era terrorizzato dalla malattia». De Niro senior era omosessuale, lo annotò nel suo diario, di cui il figlio legge alcuni brani. Scrive: «Se Dio non vuole che sia omosessuale, mi farà trovare una donna». L’attore dice che «non me ne ha mai parlato, non ne sapevo nulla, l’ho scoperto da adulto. L’ha vissuto in modo conflittuale. Era diverso, non solo come artista. Si sentiva rifiutato da suo padre, mio nonno, un italoamericano vecchio stile». Il retaggio artistico è ancora da definire. Aveva consapevolezza del suo talento; amava la Francia, che non lo ricambiò. Una volta, a Parigi, era nei guai. «E io, che avevo 20 anni, andai a salvarlo. Ero diventato il genitore di mio padre. I suoi quadri sono a casa mia, o nei ristoranti e alberghi, in modo tale che possano essere visti e conosciuti dalla gente». Robert De Niro ha tre figli da tre donne diverse, altri sono venuti con la fecondazione eterologa, di questo non vuol parlare, «una questione troppo personale»: anche questo film lo è. Vuole puntare il riflettore su suo padre, intrecciando aspetti umani e psicologici ad aspetti artistici. Così l’attore più riservato del mondo ha aperto una finestra sulla sua famiglia. Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA LOCMAN ITALY MONTECRISTO AUTOMATIC Cronografo con movimento meccanico automatico S.I.O. (Scuola Italiana di Orologeria). Titanio e acciaio. Vetro zaffiro. Impermeabile fino a 10 atm. ® Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera 46 Eventi La guida Spettacolo in mini atti con sessanta attori E sabato la maratona Al Teatro Argentina, da oggi al 22 novembre, lo spettacolo-maratona Ritratto di una Capitale Ventiquattro scene di una giornata a Roma, un progetto di Antonio Calbi e Fabrizio Arcuri. È una produzione Teatro di Roma, in collaborazione con S.I.A.E. La colonna sonora è composta ed eseguita dal vivo dal gruppo romano Mokadelic, mentre la cornice scenografica è realizzata dal progetto video curato da Luca Brinchi, Roberta Zanardo (dei Santasangre) e Daniele Spanò. «Ritratto di una Capitale - Ventiquattro scene di una giornata a Roma» è il cuore di Prospettiva Roma, la linea che attraversa l’intera stagione del Teatro di Roma dedicata alla Capitale. Sarà offerto alla città in due giorni, dodici mini atti per sera: stasera e domani, dalle 18 con replica secondo le stesse modalità giovedì 20 e venerdì 21. Sabato 22 le tessere del mosaico si comporranno in una lunga maratona teatrale dalle 15 alle 3 di domenica 23 novembre. Informazioni sul sito www.teatrodiroma.net L’appuntamento Da oggi al 22 al teatro Argentina il progetto che racconta la capitale in ventiquattro scene, come le ore di una giornata. E mentre l’Urbe ribolle di conflitti e polemiche, la cultura prova a rimarginare le ferite sociali ROMA, CITTÀ (RI)APERTA N La storia di Emanuele Trevi egli ultimi anni, ogni volta che passo di fronte a Pasquino, la più famosa «statua parlante» di Roma e forse di tutto il mondo, volto lo sguardo per non venire assalito dalla malinconia. La storia è nota: fin dal Cinquecento, su quel torso molto rovinato di un guerriero di stile ellenistico, risalente forse al III secolo avanti Cristo, venivano affissi sberleffi e proteste di ogni sorta, la maggior parte in versi dalle rime facili e memorabili. Le vittime di Pasquino andavano dalla vicina di casa impicciona all’ordine costituito dei Papi e dei re. I componimenti venivano attaccati al collo della statua, col favore delle tenebre, e in tal modo attribuiti a lui, come fossero la nuvoletta di un fumetto. Le antologie di pasquinate sono un documento inestimabile di lingua e di mentalità popolare. Alle spalle di piazza Navona, una specie di Carnevale perpetuo raccontava, di secolo in secolo, la storia non ufficiale della città, con tutta l’ironia e il cinismo che i suoi abitanti sono in grado di spremere da se stessi, come preziosi elisir contro le amarezze della vita. Sono innumerevoli i Papi, i re, i responsabili dell’ordine pubblico che hanno cercato di tappare con tutti i mezzi la bocca a Pasquino. Ma anche Adolf Hitler, durante la sua sciagurata visita a Roma del 1938, si beccò la sua insolente quartina. Ebbene, la storia recente di Pasquino è la dimostrazione di un fatto scon- UNA DICHIARAZIONE D’AMORE E DI RABBIA PER UN LUOGO CHE DISSIPA IL SUO SPLENDORE Emanuele Trevi (1964) è scrittore e critico letterario. È arrivato secondo al Premio Strega 2012 con «Qualcosa di scritto» (Ponte alle Grazie»). Tra gli altri suoi libri, «Il viaggio iniziatico» (Laterza 2013). Trevi ha scritto uno dei testi del progetto: «Opinione di una zanzara tigre a Roma», in scena il 19 e 21 novembre certante del mondo contemporaneo: un’amministrazione democratica, con tutte le sue buone intenzioni, è più efficace nella repressione dei più suscettibili e polizieschi monarchi. Da qualche anno, infatti, questo luogo di libertà è transennato, proibito, mortificato. Può più una delibera che la minaccia della gogna e della frusta. È vero, c’è anche, accanto alla povera statua mandata in pensione, una tristissima lavagnetta, per chi vuole lasciare un suo messaggio: ma il gioco non funziona più, perché solo attaccando al corpo di Pasquino un sonetto o un epigramma si poteva dare l’impressione che ne fosse lui stesso l’autore. Teniamo sepolte nei magazzini, per eccesso di abbondanza, statue infinitamente più preziose del vecchio e malconcio Pasquino, ma l’amministratore che ha deciso di interrompere questa tradizione secolare era spronato da un altro tipo di smania: quella del decoro. La stessa smania che induce a cacciare i finti centurioni e le bancarelle di bibite e ❞ Il decoro che reprime Vietando di attaccare alla statua del Pasquino i pensieri satirici del popolo la città si fa triste souvenir dai pressi del Colosseo, come se gli antichi Romani, al Colosseo, andassero a fare e vedere cose molto serie e dignitose, tipo convegni di filosofia e audizioni di musica dodecafonica... È così che una città diventa triste e prevedibile: quando chiunque sia investito da una responsabilità, per lasciare il suo segno, vieta qualcosa di spontaneo sostituendolo con il nuovo comma di un regolamento potenzialmente infinito. A prendere il posto della vita, in questo modo, rimane solo un calendario di «eventi», maledetta parola che ha il potere di trasformare i cittadini in un pubblico, come se l’unica cosa che ci può essere concessa fosse quella di fare la fila, consumare e tornarsene a casa. Spesso si ripete che il racconto che gli artisti fanno di una città è un modo per combatterne il degrado. Io non ho mai creduto in tali pompieristiche petizioni di principio. Semmai, una rappresentazione di Roma realmente illuminante e liberatoria è sempre stata quella capa- Profumi, caos e antica gloria Polifonia del tempo presente «H o scritto una letterina a Roma, dicendole che non vorrei fosse la capitale di questo Paese in crisi e disastrato. E lei mi ha risposto che è d’accordo. Amo troppo questa città con una storia incredibile, che non ha nessuno al mondo. Per Roma essere una capitale è una limitazione». La dichiarazione d’amore è della milanese Franca Valeri che, con il suo testo L’insaziabile imperatrice, sarà uno degli autori-attori rappresentati in «Ritratto di una Capitale: ventiquattro scene di una giornata a Roma», al Teatro Argentina da stasera al 22 novembre. Un complesso progetto scenico ideato dal direttore dello Stabile capitolino Antonio Calbi, con la regia di Fabrizio Arcuri e il contributo della Siae: 26 autori e oltre 60 attori per comporre una sinfonia di voci e di storie quotidiane, per raccontare le diverse e contrastanti anime della Città Eterna. Partendo da un luogo e da un’ora precisi, prendono vita sul palcoscenico ciascuno dei venti- quattro tasselli (le 24 ore della giornata) di un grande mosaico, un polittico teatrale del tempo presente, fra invettive di rabbia, gioie, amarezze, brutture, ma anche bellezza e poesia. «Un modo per riportare il Teatro al centro della Città e della Nazione» sottolinea Calbi. Da La Capitale mancata di e con Corrado Augias, che descrive una città «senza ordine, senza simmetrie, senza strade pulite» al degrado delle baby squillo analizzato da Ascanio Celestini in Kiss me (protagonisti Danilo Nigrelli e Federica Zacchia); dall’acida violenza della periferia balorda di Bello come un dio di Giancarlo De Cataldo (con Lorenzo Lavia) alla Flaminia bloccata di Fausto Paravidino (con Lucia Mascino), ovvero la romanità a confronto con un vero «pasticciaccio»; dal Ghetto. Monolo- Il direttore dello Stabile Calbi: «Se l’esperimento riesce, la prossima volta lo spettacolo sarà sull’Europa e poi sui 5 continenti: Roma come scena del mondo» © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Danneggiata da smog e incuria, la statua è stata restaurata alla fine del 2009 e inaugurata, con una nuova recinzione, il 10 marzo 2010. Attualmente non è più possibile collocare le «pasquinate» direttamente sulla statua o sul suo basamento, come vuole la tradizione, ma si possono appendere a una bacheca ai piedi di Pasquino Gioco di squadra Gli autori dei testi di «Ritratto di una Capitale» con il direttore dello Stabile Antonio Calbi (in ginocchio) Ritratto inedito: il Teatro di Roma coinvolge 26 autori di Emilia Costantini ce di mettere in luce come il degrado e il decoro siano le due facce della stessa medaglia, due divinità gemelle che concorrono alla corrosione e alla nullificazione della realtà. L’ultimo politico romano che se ne è reso pienamente conto è stato Renato Nicolini: ma era un uomo di un’altra razza e di un altro tempo, inutile rimpiangerlo. Più di ogni altra città, Roma produce continuamente un discorso ufficiale su se stessa, vuoto e pretenzioso come tutti i discorsi ufficiali che sono emanazione di un potere: politico, religioso, culturale. E mentre i margini geografici e sociali sprofondano nella violenza e nel fatalismo della disperazione, il centro risuona di una retorica che significa solo se stessa, e non parla né ai sentimenti né all’intelligenza di nessuno. C’è solo da sperare che lo spirito di Pasquino, evaso da tutti i divieti, vagando tra un bar e un teatro o chissà dove, torni a mostrare, dal cuore della Città Eterna, il lato ridicolo di ogni eternità. ● Risalente al III secolo, la statua di Pasquino (foto a sinistra), in piazza Navona a Roma, è un frammento di un’opera in stile ellenistico. La più celebre delle «statue parlanti» della capitale, fra il XVI ed il XIX secolo era punto di riferimento per tutte le critiche (spesso in forma di rima) nei confronti del potere. I componimenti, o «pasquinate» esprimevano il malumore popolare go con fantasmi di Anna Foa (con Giovanna Bozzolo), dove l’autrice ripercorre l’occupazione nazista, alle Opinioni di una zanzara tigre a Roma di Emanuele Trevi, in cui l’insetto si lamenta che «il sangue, ormai pieno di droghe, psicofarmaci e alcol, non è più quello di una volta». E poi Milena Vukotic, in L’arcispedale quando si fa l’alba di Valerio Magrelli, nei panni di una settantenne molto curata, alle prese con un tossico trentenne dalla parlata romanesca, nell’astanteria dell’Ospedale Santo Spirito. Leo Gullotta, protagonista di Elegia per due sconosciuti di Francesco Suriano, narra invece la storia di due gemelli che muoiono nelle acque del Tevere: «Escator e Edepol — spiega l’attore — erano ballerini di Los Angeles, vennero a Roma per dare una svolta alla loro vita, ma finirono nelle acque del fiume nel 1991». E non manca un omaggio a Pier Paolo Pasolini con gli Scritti Corsarivera di e con Andrea Rivera. Insomma, una scor- ribanda di testi e attori che si avvicenderanno da pomeriggio a sera con maratona finale sabato fino a notte inoltrata, restituendo al pubblico l’immagine sfaccettata della Capitale. «L’identità di Roma è nell’essere priva di omogeneità», osserva il presidente dello Stabile, Marino Sinibaldi. E Calbi, che anni fa aveva realizzato un analogo progetto a Milano, aggiunge: «È la fotografia polifonica di ciò che rende Roma un posto unico per storia e bellezza, senza negare i problemi di una comunità complessa. Questa creazione inedita, ambiziosa e necessaria, cui tutti hanno generosamente aderito in cambio di un compenso irrisorio, scaturisce dal bisogno di restituire il Teatro alla città come agorà sociale e politica. Se l’esperimento riesce — conclude — il prossimo anno sarà il turno dell’Europa e nel 2017 di uno spettacolo sui cinque continenti, per fare di Roma il Teatro del mondo». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 EVENTI Protagonisti Da sinistra, il direttore del Teatro di Roma, Antonio Calbi; Franca Valeri (22/11 con «L’insaziabile imperatrice»); Maddalena Crippa (19 e 21/11 con «Roma – Trastevere» di Lidia Ravera ); Corrado Augias (18, 20 e 22/11 con «La Capitale mancata»); Ascanio Celestini (18, 20 e 22/11 con «Kiss me») Scarica l’«app» Eventi Eventi 47 Informazione, approfondimenti, gallery fotografiche e la mappa degli appuntamenti più importanti in Italia. È disponibile sull’App Store di Apple la nuova applicazione culturale del «Corriere della Sera Eventi». È gratis per 7 giorni. Il personaggio La scena di Gullotta che non conosce relax di Maurizio Porro L eopoldo Gullotta, fa strano a dirlo col nome intero, è un attore sempre in cerca di autore, incapace di accomodarsi sugli applausi: quelli dello scanzonatissimo cabaret che per anni hanno trasmesso in tv la sua immagine truccata folk, ma anche quelli pirandelliani che l’hanno accompagnato per stagioni (nella foto BenvegnùGuaitoli nelle prove di Elegia per due sconosciuti). Vuole parlare col pubblico, guardarli in faccia uno per uno, trasformarsi a vista. Il ricordo del Bagaglino e delle Bucce di banana gli va stretto. Meglio ricordare le sue eccellenti partecipazioni nel cinema di Tornatore dove il suo volto ha trovato un senso, una costanza. Prima del silenzio la commedia di Patroni Griffi che recita da tre anni, da solo in scena con un giovane sfidante, contiene la gara di trasmettere qualcosa con l’arte di recitare. © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il commento Molecole impazzite e santità da recuperare di Goffredo Buccini N on è come la pensiamo, Roma. Quasi mai è come la raccontiamo: racchiusa nel GRAV, il grande raccordo anulare della visibilità. E quando ce ne accorgiamo, a volte è troppo tardi, come a Tor Sapienza o a Corcolle, all’Infernetto o a «Torbella», la Tor Bella Monaca dove ti sparano per due vani con bagno e cucina: Roma abusiva, Roma lazzarona, dove un coperchio salta sopra una pentola troppo sotto pressione. Dove i politici, tutti, ti ricordano solo come elettore e due giorni prima — solo in quei due giorni — fingono di sentirti e ti riempiono di promesse, tante, che viene voglia di bruciare la scheda, accidenti a loro. Roma — Roma nostra, oggi — è piena di queste pieghe di periferia, non più bordi ramazzottiani, proprio pieghe, fatte per nascondere, che a sollevarle svelano un lumpenproletariat scisso in molecole multicolori che s’azzuffano come un arcobaleno ammattito. Non più i santi coatti di Pasolini: il Riccetto ha perso la strada di quaggiù e s’è infilato nelle schiere dei salvati, magari col mutuo, «ha fatto i sordi», magari con una casa Ater che non gli occupano quando esce per fare la spesa. No, le molecole impazzite adesso sono certi sommersi che l’eroina fa sessantenni a trent’anni, quelli che dicono: «annamo a assalta’ i negri pe’ facce’ vede!». Vedere, da chi? Da noi, dai visibili, dai salvati, dai borghesi che Pasolini avrebbe schifato, da chi cambia canale. Quelli che con una bomba carta contro un profugo siriano ci dicono: puliteci i cassonetti e rimetteteci le lampadine. Eppure questa febbre può pure aiutarci a guarire, c’è un altro modo di vedere Roma, non soltanto scannandoci, che parte da dentro, come una preghiera, come un monologo. Come questi ventiquattro monologhi in scena al Teatro Argentina, visioni d’autore, dal termine dell’anima e della notte, dalla città morta oltre le macerie, invenzioni che ci restituiscono la santità di Roma nostra, e ci dicono che il bello è anche buono, si sa, tutti lo sanno, e un giorno lo diremo pure fuori dal GRAV. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista di Valerio Cappelli U na delle attrici di maggiore talento, Anna Bonaiuto, interpreta OdioRoma di Mariolina Venezia. Un titolo definitivo, di effetto, forse provocatorio. Di che cosa parla? «Una donna al primo colloquio con uno psicoanalista. È a disagio nei confronti della città in cui vive da tempo. I monumenti, le rovine, l’antichità la turbano. Non è la sindrome di Stendhal. Si scoprirà che quel malessere non è legato alle pietre ma è dentro di sé». La protagonista si è stabilita a Roma, come lei. «La gente pensa che io sia del Sud, forse perché ho lavorato con Toni Servillo, ho girato L’amore molesto di Mario Martone. Napoli è il mio teatro. Ma ho anche recitato Goldoni in veneto. Sono di padre napoletano, ma la mia città natale è Latisana, una cittadina in provincia di Udine dove non c’era nulla. Ho vissuto e studiato in Friuli. A Roma andai negli Anni 70 per fare l’Accademia d’Arte Drammatica». Era una Roma cupa e in fermento. «Io ricordo il fermento, le piazze piene di giovani, i mille cineclub, a teatro si andava a vedere Carmelo Bene. Roma l’ho vista modificarsi brutalmente, penso a Trastevere, dove abitavo, diventata ostaggio dei turisti». Non è avvenuto lo stesso nelle grandi città europee? «No, mentre su Roma hanno pesato le tre dominazioni (Vaticano, Savoia e Duce), Londra e Parigi sono nate capitali, non sono città che si sono trasformate a misura per i turisti. L’immagine che ho di Roma è quella dei pullman di turisti Bonaiuto: troppi turisti, la bellezza qui si ritrova camminando da soli che guardano e non vedono nulla. La città, prima della tua casa, è il quartiere in cui vivi, è un luogo di relazioni umane. Nelle piazze non vedi più ragazzi, solo turisti. Roma dà il meglio di sé dalle due di notte all’alba, è lì che te la puoi rein- Passeggiate «Ho trovato meraviglie come la santa Cecilia del Maderno con la guida del Touring» Tor Sapienza «I penultimi contro gli ultimi. Roma non è razzista, ma si fa in modo che lo diventi» ventare come vuoi». Tor Sapienza oggi: i poveri contro i più poveri. «I penultimi contro gli ultimi. Roma non è razzista, si fa in modo che lo diventi perché alle amministrazioni, di destra o di sinistra, delle periferie non importa nulla. Tutto nasce dalle speculazioni edilizie». Quale risposta si sente di dare ai conflitti sociali che sono scoppiati? «Non abito lì e non mi permetto di distribuire ragioni e torti. Bisogna capire i problemi di tutti e affrontarli senza ideologia. Se una persona anziana o una ragazza hanno problemi a uscire... D’altra parte un Paese civile deve essere pronto all’accoglienza». Il centro storico è una vetrina sporca. «Sì. E poi in centro c’è il problema della malavita che mette L’artista Anna Bonaiuto (1950) ha lavorato al cinema con registi come Sorrentino, Cavani e Martone. A teatro, tra l’altro, ha lavorato con Toni Servillo Lo spettacolo Oggi e il 20 novembre (dalle 20.20), Bonaiuto interpreta «OdioRoma», pièce scritta da Mariolina Venezia. Il 22 partecipa alla «maratona» La foto Accanto, una foto di Martin Parr, fotografo famoso per i suoi scatti sul turismo di massa. La foto è stata esposta alla mostra «Urban Storyteller» nel 2013 le mani nei ristoranti delle piazze più belle, e il fatto che non si trovino più case, sono tutti bed & breakfast». La crisi della cultura, dal teatro Eliseo all’Opera. «Direi che è una crisi italiana. Sono appena tornata da Parigi, la testa ancora mi rimbomba delle mostre che ho visto. Dietro c’è l’intervento della politica. Che non fa chiudere i cinema, come accade a Roma. Tutto si fa perché si veda quello che la città offre». Per sfuggire alla depressione che ha abbattuto il suo personaggio, diciamo le cose che funzionano, le grandi bellezze... «L’Auditorium, un direttore come Pappano, la riapertura del teatro India, la restituzione del Valle, che è la più bella sala della città...E poi Roma è bella di suo, e puoi trascorrere una giornata intera su una strada». Lei che cosa ha scoperto? «Io prendo la guida del Touring Club, quella grande con la copertina rossa, e me ne vado in giro. Ho scoperto la chiesa di Santa Costanza ho scoperto l’Estasi della Beata Albertoni del Bernini nella chiesa di San Francesco a Ripa. E sempre a Trastevere la scultura di Santa Cecilia, opera cinquecentesca del Maderno, nell’omonima chiesa: lo scultore la ritrae così come il corpo della santa martirizzata riapparve, quando fu ritrovato nella cripta, mummificato, intatto». Una copia si trova in una catacomba, grazie a un’americana, nell’800. Non si è mai saputo il perché del suo gesto. «Non finisci mai di scoprire Roma». © RIPRODUZIONE RISERVATA 48 Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 49 ● Risponde Sergio Romano COME LA CITTÀ DI KANT DIVENNE BASE SOVIETICA Caro Romano, conosco e parlo l’inglese abbastanza bene. Ho però una lacuna: i giornali e le tv parlano spesso di Job act, a volte Jobs act, altre Job acts. Qual è la più corretta? Silvano Soldaini [email protected] Né l’una né l’altra. Sono frasi piuttosto brutte e inutili, adottate per dare un tocco di modernità a una norma che poteva essere chiamata, più semplicemente, «legge per il lavoro e l’occupazione». Questa non è politica: è marketing. Ci può dire qualcosa di più di Kaliningrad, l’enclave russa sul mar Baltico, di cui si è parlato in un articolo del Corriere? A quanto pare si tratterebbe di territorio russo che, però, non confina con la Russia, ma con Paesi della Unione Europea. Monica Alessandri [email protected] Le lettere firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 @ [email protected] www.corriere.it [email protected] È la prima volta che abbiamo la visita del presidente del Consiglio in Australia, malgrado la massiccia presenza italiana in questo Paese che, tra prima, seconda e terza generazione, ammonta a circa un milione. Renzi è venuto per il G20 a Brisbane, ma è poi arrivato a Sydney dove ha incontrato la comunità italo-australiana, visitando industrie per accordi bilaterali e la scuola bilingue. Speriamo di rafforzare sempre più i rapporti tra I nostri due Paesi, e che l’Australia possa aiutare la nostra amata Italia in questi momenti difficili. Franca Arena, Sydney FUTURI PENSIONATI I dati Istat sui contributi La lunga recessione toccherà anche i prossimi pensionati se il governo non interverrà con urgenza per la ripresa economica. L’Istat ha infatti comunicato che il tasso di rivalutazione del montante contributivo versato dai dipendenti prossimi alla Cara Signora, aliningrad è il nome che Mosca dette alla città di Königsberg, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, per onorare la memoria di un militante bolscevico, Michail Kalinin, presidente del Presidium del Soviet Supremo (una carica equivalente a quella di capo dello Stato) sino al suo ritiro dalla vita pubblica nel 1946. In teoria il possesso sovietico di questa città della Prussia orientale era provvisorio e destinato a durare soltanto sino al giorno in cui una conferenza della pace avrebbe formalmente definito i confini dell’Urss con i suoi vicini occidentali. Ma la rottura del fronte alleato e la Guerra fredda rinviarono il trattato di pace alle calende greche e il problema dei confini fu risolto con la firma dell’Atto di Helsinki nell’agosto del 1975: un documento che formalizzava i mutamenti di frontiera avvenuti alla fine della Seconda guerra mondiale ed evitava, in linea di principio, qualsiasi futura contestazione territoriale. Ma l’Urss, nel frattempo, non aveva atteso l’Atto di Helsinki per trasformare il possesso in proprietà. L’operazione fu facilitata dalle condizioni di Königsberg alla fine del conflitto. La città era stata interamente distrutta, le tracce del K La tua opinione su sonar.corriere.it AUSTRALIA Il soggiorno di Renzi Il leader progressista radicale greco Alexis Tsipras: l’austerity non è la soluzione ma il problema per l’Europa? Giusto? SUL WEB Risposte alle 19 di ieri Sì 80% 20% No La domanda di oggi Il presidente della Bce Mario Draghi parla di ripresa a rischio per l’area euro. Secondo voi le riforme sono state insufficienti? pensione è negativo, sulla base dell’andamento del Pil nominale dell’ultimo quinquennio. I pensionandi sono stati allertati ? Antonio Iadicicco, Roma suo passato teutonico e prussiano erano scomparse, la popolazione era fuggita. I sovietici costruirono una città nuova, la popolarono con immigrati provenienti da altre regioni del loro sterminato Paese (fra cui un gruppo di tedeschi del Volga, arrivati in Russia all’epoca della Grande Caterina), costruirono una sontuosa cattedrale ortodossa, sostituirono la toponomastica tedesca con una toponomastica slava, fecero del porto una delle principali basi d’appoggio per la flotta russa del Baltico. Più recentemente la città ha attraversato due fasi distinte e potenzialmente contraddittorie. Nell’agosto del 2005 Vladimir Putin sembrò desideroso di valorizzare il grande passato della città e festeggiò il 750° anniversario della sua fondazione invitando a Svetlogorsk (il nuovo nome di Rauschen, una Rapallo del Nord molto amata da Thomas Mann) il presidente francese Chirac e il cancelliere tedesco Schröder. Nel frattempo erano cominciati i restauri della grande cattedrale luterana e l’università era stata intitolata al nome del più noto e ammirato cittadino di Königsberg: il grande filosofo Immanuel Kant. Ma in tempi più recenti Königsberg-Kaliningrad è tornata alle cronache come base militare. È accaduto quando Dmitrij Medvedev, allora presidente della Repubblica russa, ha dichiarato che se gli Stati Uniti avessero installato basi missilistiche in Paesi un tempo membri del Patto di Varsavia, la Russia avrebbe installato i suoi missili a Kaliningrad. Sono state le prime avvisaglie di quella che rischia di essere, soprattutto dopo le vicende ucraine, una nuova Guerra fredda. © RIPRODUZIONE RISERVATA contare sui nostri risparmi e finché ci sarà risparmio, per la politica ci sarà vita. Quando l’apparato politico sarà ridimensionato? periodo di crisi lavorativa senza precedenti, sia sbagliato nei confronti di chi è senza occupazione? Emma Andreetta [email protected] Federica Uboldi [email protected] ITALIANI IN CRISI Risparmi a rischio Per la prima volta in vita mia ho dovuto attingere ai risparmi per pagare alcune incombenze fiscali. Credo capiti anche ad altri italiani di doversi privare dei soldi messi da parte con tanti sacrifici e rinunce. Lo Stato sa che può SINDACATI Quegli scioperi Tra meno di un mese è stato programmato uno sciopero generale. Sono l’unica a ritenere che, da parte dei sindacati, insistere nell’indicare lo sciopero come modalità di protesta in un RECESSIONE Strana lungimiranza Il governo sostiene che la recessione del terzo trimestre era prevista. Finalmente abbiamo alla guida del Paese uomini politici ben dotati di lungimiranza... Giovanni Papandrea Reggio Calabria INTERVENTI E REPLICHE Il governo e la semplificazione normativa Vorrei aggiungere all’articolo di Sergio Rizzo sulle semplificazioni (Corriere di ieri) alcuni elementi di riflessione su ciò che sta facendo il governo. In sintesi, servono meno leggi, scritte più chiaramente e attuate. 1) Servono meno leggi. È vero in Italia esiste un numero di leggi e normative insostenibile. Credo che il tasso di riformismo di un governo non stia nel numero di leggi che approva. Il percorso che il governo ha intrapreso, da questo punto di vista, è quello dei testi unici. In questo modo migliaia di norme approvate in tempi e modi diversi si trasformano in raccolte normative coerenti e chiare. Ciò sta avvenendo concretamente in settori strategici come lavoro, appalti pubblici, servizi pubblici locali, società partecipate, pubblico impiego. 2) Servono leggi più chiare, scritte meglio, CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. 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Se il secondo giudizio viene dato come migliore del primo, non sarebbe meglio mandare a casa i primi giudici incapaci e affidarci decisamente ai secondi? I due giudizi su Cucchi costituiscono l’esempio più grave e doloroso. Certo, i cittadini non conoscono i dettagli, ma hanno visto le fotografie di un giovane che entra vivo in una istituzione tenuta a proteggerlo e ne esce morto, con il corpo coperto di lividi. Si è arrivati a dire che quei lividi se li era fatti da solo. Questo, in termini popolari, si chiama arrampicarsi sugli specchi. E certamente non aiuta ad avere fiducia in una giustizia che ha assolto chi l’ha picchiato. E che dire del caso delle rassicurazioni date alla popolazione dell’Aquila preoccupata per le continue scosse, con la condanna degli scienziati seguita poi dalla loro assoluzione? Dobbiamo pensare che i primi giudici fossero incompetenti, prevenuti, accecati dalla voglia di vendetta, irrispettosi verso la scienza? I cittadini dell’Aquila ricordano che agli scienziati, nel terrore delle continue scosse, era stato chiesto proprio questo: ma corriamo rischi seri? Dobbiamo uscire di casa, trovare rifugio altrove? E la risposta che era arrivata loro era stata: No, state tranquilli. Cosa dovevano fare? Sono andati a dormire: e sono morti in centinaia. Certo le case erano costruite male, con operazioni di speculazione edilizia, senza le garanzie antisismiche. Ma se ai cittadini non fosse stata assicurata l’impossibilità di una scossa devastante, non sarebbero certo andati a dormire fiduciosi. Sarebbe bastato dire loro: «Nessuno può prevedere con certezza quando un terremoto diventa mortale, ma nel dubbio mettetevi in salvo». Poi si è detto che la stessa Protezione civile aveva chiesto agli esperti la rassicurazione. La responsabilità, però, rimane. In tutti e due i casi citati, ci troviamo di fronte a una tragedia per il Paese. La fiducia nella giustizia diminuisce ogni giorno e questo dà pace e sicurezza ai malandrini, di tutte le specie. © RIPRODUZIONE RISERVATA comprensibili da tutti i cittadini. È qualcosa che credo proprio non si possa ottenere «per legge» ma attraverso un cambio di mentalità. Occorre una sorta di «moral suasion» dei ministri nei confronti degli uffici legislativi che scrivono tecnicamente le norme, e dei gruppi parlamentari nei confronti dei deputati impegnati nel processo legislativo. Una legge scritta male è più difficile da capire e dunque da rispettare. 3) Serve che le leggi siano attuate. Il problema dell’attuazione è quello più importante. «Semplificare, semplificare, semplificare», come scrive Rizzo, non ha finora funzionato anche e soprattutto perché le semplificazioni, approvate per iniziativa dei miei predecessori, sono spesso rimaste lettera morta. Per diverse ragioni: perché mancavano da parte del governo i decreti attuativi — e infatti questo governo apre © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 Luciano Fontana di Dacia Maraini L’Aquila e il caso Cucchi Giustizia incomprensibile LETTERE AL CORRIERE OCCUPAZIONE La legge sul lavoro ● Il sale sulla coda ogni Consiglio dei ministri con lo stato dell’arte dell’attuazione — e perché si bloccavano nei livelli di governo territoriali. Vi era, da parte della politica, una «irresponsabilità» dell’attuazione che coinvolgeva tutti. Fatta la norma se ne dimenticava l’implementazione. Vogliamo cambiare prospettiva. Per questo abbiamo fatto un accordo triennale, chiamato «Repubblica semplice», con le Regioni e i Comuni per realizzare concretamente una serie di importanti semplificazioni: dalla cittadinanza digitale (strumento trasversale a tutti i settori), al Fisco, all’edilizia, al welfare, all’impresa. Crediamo sia questa la strada giusta per trasformare la semplificazione in un vero miglioramento della vita dei cittadini e delle imprese. Marianna Madia, ministro Nidasio per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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Piccola consolazione per l’interista Federico Bonazzoli, entrato nel finale: a 17 anni e 6 mesi è il più giovane ad aver giocato nell’Under 21. Italia Il c.t. sa di avere i campioni contati, cerca talenti sui quali ricostruire La premessa è la soddisfazione per la classifica del girone verso Euro 2016: «Dieci punti nelle prime quattro partite non sono né pochi né scontati». Il consiglio, invece, «è non farsi prendere dallo sconforto e lavorare per far crescere i giovani». Antonio Conte ha la ricetta contro il pessimismo. Il progetto è semplice e si articola in tre punti: 1) Qualificarci per l’Europeo, 2) Arruolare nuovo talenti 3) Elevare la classe media per rimodellare e potenziare una Nazionale il cui impoverimento tecnico è sotto gli occhi di tutti. La fase tre è quella più delicata e cruciale. Ma Conte è sicuro di riuscire a marcare la differenza, cioè «plasmare un gruppo che possa esaltare le qualità dei singoli. Voglio rendere i giocatori più forti. L’ho già fatto in passato, ci riuscirò anche stavolta». Il c.t. si sta arrabattando. Domenica sera a San Siro è partito con il classico 3-5-2, passando poi al 4-4-2 e finendo con il 45-1. Sempre, però, nei momenti buoni e in quelli meno buoni della partita, l’Italia ci ha messo «anima e core», forza e passione, restando corta, attenta, lucida. «Una squadra». Ed è il punto di partenza. La Croazia ha dimostrato di essere più avanti di noi, ma Conte è ottimista lo stesso: «Perché rispetto a loro abbiamo maggiori margini di miglioramento», dice per combattere il logorìo della vita moderna e per dare un calcio al pessimismo. Certo, la crisi tecnica ha assunto contorni inquietanti. Non siamo mai stati così modesti in tutta la nostra storia. C’è voglia, grinta, dedizione, ma non il talento necessario a fare il salto di qualità. E, come diceva Prandelli, se non ci possiamo aggrappare alle qualità del singolo, dobbiamo costruire un impianto di gioco che funzioni. Conte condivide, anzi, estremizza il concetto. La Nazionale, dopo la sfida di stasera con l’Albania, andrà in letargo sino alla fine di marzo, ma l’allenatore raddoppierà gli sforzi a caccia di volti nuovi. Il problema è che i campioni in- MILANO ❞ De Silvestri Vorremmo portare una serata di normalità e di festa in una città ferita. La chiamata di tanti giocatori è un vanto per Genova ❞ Antonelli Ci sono state giornate bruttissime ma i genovesi non mollano mai, si rialzeranno anche questa volta ❞ Conte Voglio rendere i giocatori più forti. Dobbiamo aspettare i vari Immobile, Zaza, Soriano, Bertolacci e Bonaventura (foto) L’ora della classe media Stasera a Genova contro l’Albania una Nazionale sperimentale, senza certezze Conte al lavoro per il rilancio: «Valorizziamo i ragazzi senza perdere fiducia» Genova, ore 20.45 Italia Albania 4-4-2 4-5-1 1 Berisha 1 Perin 4 Hysaj 2 De Silvestri 5 Cana 19 Bonucci 15 Mavraj 3 Moretti 7 Agolli 13 Antonelli 2 Lila 11 Cerci 22 Abrashi 18 Parolo 13 Kukeli 23 Sturaro 14 Memushaj 8 Bonaventura 3 Lenjani 22 Destro 16 Cikalleshi 10 Giovinco Arbitro: Harkam (Austria) Tv ore 20.45, Raiuno vecchiano e i ragazzi non crescono. «Dobbiamo aspettare i vari Immobile, Zaza, Soriano, Bertolacci e Bonaventura». E avere fiducia. E pazienza. E, magari, aspettarsi qualche rovescio (il c.t. può incrociare le dita). La strada è lunga e impervia ma «il tempo dà sempre ragione a chi lavora», la certezza del nostro allenatore. Di sicuro, nei prossimi mesi, Conte intensificherà i rapporti con i suoi colleghi. Sotto traccia sono già molte le società di serie A che si lamentano per gli infortuni (l’ultimo quello di Pasqual che la Fiorentina perderà per circa un mese). L’accusa è che gli allenamenti sono troppo intensi, ma proprio l’intensità è quella che l’ex bianconero va cercando. Il discorso è sempre il solito: la Nazionale, fuori da Europei e Mondiali, è più un peso che un vanto. Gli esperimenti cominciano stasera a Marassi dentro una partita che è una gara di solidarietà per gli alluvionati (le leghe di A e Dilettanti hanno raccolto 350 mila euro, la Federazione devolverà una quota dei diritti tv della partita per la ricostruzione degli impianti danneggiati) ma che forse per motivi di opportunità andava cancellata. Quella contro l’Albania sarà per forza di cose una Nazionale sperimentale, considerando che i 14 in campo con la Croazia sono già tornati a casa. Conte deciderà soltanto La bella favola Acerbi: dal tumore alla maglia azzurra. I club preoccupati per i molti infortunati © RIPRODUZIONE RISERVATA L'Albania vuole darci una lezione «In Italia troppi videogiochi» MILANO Non è il mondo alla rovescia. È il calcio che cambia molto velocemente. Quando mai un commissario tecnico dell’Albania prima di una partita in casa dell’Italia avrebbe detto quello che ha detto ieri a Milano Gianni De Biasi? «Cercheremo di fare una partita intelligente, cercando di non strafare, anzi, cercando di essere umili e di non montarci la testa in caso di risultato magari insperato...». Eppure è così: l’Albania è una Nazionale emergente, ha appena pareggiato 1-1, sempre in amichevole, con la Francia di Pogba a Rennes, andando pure in vantaggio. La squadra di De Biasi nel girone di qualificazione all’Europeo ha battuto in trasferta il Portogallo e pareggiato con la Danimarca. La sconfitta a tavolino condivisa con la Serbia per gli incidenti a Belgrado dello scorso 14 ottobre ha frenato un po’ la parten- za sprint. Ma i laziali Cana (capitano) e Berisha (il portiere) guidano un gruppo con un motto ben preciso: «Io ci credo». Il c.t. di Sarmede, il Paese delle favole in provincia di Treviso, dopo aver allenato per quasi vent’anni da noi, da Modena a Brescia, da Torino a Udine, ha scoperto un mondo nuovo. O forse «vecchio»: «L’ho capito a Tirana: a noi italiani manca la fame dei nostri padri, questa mattina la formazione, ma l’idea è di affidarsi al 4-4-2 e premiare, almeno all’inizio, i giocatori che hanno lavorato a Coverciano. Otto i potenziali debuttanti, tre sono candidati a giocare dall’inizio: Perin (favorito su Sirigu), Moretti e Sturaro (favorito su Aquilani). Bonucci guiderà la difesa, gli esterni a centrocampo dovrebbero essere Cerci e Bonaventura, in attacco avanti con Destro e Giovinco. C’è una storia dentro la storia, quella di Francesco Acerbi che ha combattuto e vinto un avversario malvagio e subdolo: il tumore. Il difensore è tornato, passando dal buio all’azzurro. Stasera esordirà a partita in corso e indipendentemente dal risultato è già una straordinaria notizia e un gran bel messaggio. Alessandro Bocci C.t.Gianni De Biasi, 58 anni, ex calciatore, già allenatore di Torino e Udinese, siede sulla panchina dell’Albania dal 14 dicembre 2011. Nel 2013 ha rinnovato il contratto per altri due anni (Afp) 10 i punti ottenuti da Conte nelle prime quattro partite 14 i nazionali che hanno giocato contro la Croazia già rientrati a casa 8 i convocati di Sampdoria e Genoa per l’amichevole a Marassi quelli che pensavano a dare un futuro ai figli. Ora il nostro calcio non ha più il talento di una volta. Ci siamo adagiati sulla ricchezza: troppi videogiochi e poco calcio in strada». L’inquietudine per l’Albania, in un’amichevole inedita, potrebbe sembrare fuori luogo, ma queste sono le classiche partite trappola, che fanno notizia solo se l’Italia perde. Senza contare che i dubbi della vigilia vanno oltre il risultato: a Genova sono attesi 10 mila albanesi, in arrivo anche da Francia, Svizzera e Germania. La partita non è considerata a rischio, ma la questura non si fida: lo stadio sarà presidiato da circa 300 poliziotti e carabinieri. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 SPORT A San Siro Sedici ultrà croati arrestati (tra i 19 e i 31 anni) per violenza, minacce e lancio di oggetti, tra cui i fumogeni che, domenica sera, allo stadio San Siro di Milano, hanno interrotto per dieci minuti la partita ItaliaCroazia (1-1), valida per qualificarsi a Euro 2016. Rischiano dai tre ai 15 anni di carcere. Questo il bilancio — che conta anche un 17enne denunciato — dei disordini il giorno dopo un altro brutto capitolo per il mondo Fumogeni e violenza Arrestati sedici ultrà della Croazia L’intervista del pallone: «Queste cose succedono solo nel calcio — ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò —. La responsabilità della federazione croata è palese, ma bisogna capire come sia stato possibile lanciare razzi in campo». Un concetto rimarcato anche dall’ex ct Marcello Lippi («Come hanno fatto a entrare con tutta quella roba?»). Il questore Luigi Savina, ieri, è intervenuto in difesa dei suoi agenti segnalando «l’impossibilità di 51 perquisire migliaia di tifosi», nonostante le segnalazioni arrivate dai colleghi croati al seguito degli ultrà che avevano indicato un gruppetto di «irriducibili» con l’intento di far interrompere il match. Gli ospiti hanno subìto una carica della polizia in secondo anello, prima degli scontri fuori dallo stadio, anche tra gli stessi croati, divisi in fazioni interne. g. valt. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Pippo aveva già la testa da allenatore Mancio riesce a farti sentire importante» Il derby secondo Crespo, compagno di Inzaghi al Milan e giocatore di Mancini all’Inter L’uomo che ha segnato due gol in una finale di Coppa dei Campioni con la maglia del Milan e poi ha conquistato tre scudetti con la casacca dell’Inter, che ha sgomitato con Inzaghi per un posto da titolare, e ha bussato allo stanzino di mister Mancini per chiedere spiegazioni per qualche esclusione, ora sussurra ai cavalli e insegna calcio ai ragazzini. «Sto dando una mano a mia moglie MILANO ❞ Il pregio Inzaghi studia ogni dettaglio e ci crede sempre, anche quando non parte ad armi pari per il torneo internazionale equestre che sta organizzando, il Jumping Parma» racconta Hernan Crespo, Mister Derby degli anni Duemila. «Ho avuto la fortuna di giocare sulla sponda giusta al momento giusto. Ho segnato un solo gol — da interista — il 28 ottobre del 2006 nel fantastico 4-3: avremmo potuto vincere con un risultato più largo se Materazzi non si fosse fatto espellere». Inzaghi ha appena detto: «Spero che Torres si sblocchi a novembre come fece Crespo al Milan». «Era il 2004, appena arrivato dal Chelsea in prestito. Non stavo bene fisicamente. Ero il quarto attaccante dopo Shevchenko, Inzaghi e Tomasson. Mi sbloccai in Coppa Italia a metà novembre: a fine anno misi a segno in totale 18 gol, compresa la doppietta nella finale maledetta di Istanbul con il Liverpool». Con Inzaghi c’era concorrenza sleale? «Ma no, abbiamo sgomitato di più sui banchi di Coverciano. Quell’anno Pippo giocò poco perché aveva un infortunio alla caviglia». Si aspettava che potesse diventare allenatore? «È sempre stato meticoloso nella cura del fisico. Poi studiava gli avversari così da evidenziarne in campo le loro lacune». Il suo pregio maggiore? «Ci crede sempre anche se non parte ad armi pari. Ha creato una carriera da paura con piedi normali». Il ricordo più bello che la lega a Mancini? «Il primo scudetto vinto sul campo con tutta la famiglia Moratti che festeggiava. Era un traguardo che io e l’Inter inseguivamo da tempo». La qualità di Mancini? «Sa far star bene i giocatori, li fa sentire importanti». Mai avuto discussioni con lui? «Normali mugugni quando venivo escluso. Andavo a chiedere spiegazioni nella sua camera». È vero che è stato vicino al ritorno al Milan ma in altra veste? «Sì, quando Ancelotti mi propose il ruolo di vice al Real Madrid ma la società preferì Zidane. Fu allora che Seedorf mi chiamò per entrare nel suo staff. Avevo dato la disponibilità ma sapete com‘è andata». Ora allena la Primavera del Parma: una tappa per il grande salto? ❞ Il ricordo Indimenticabile il primo scudetto con Mancini, in campo a festeggiare c’era tutta la famiglia Moratti Allenatori Roberto Mancini, 49 anni e, in alto, Pippo Inzaghi, 41 (Getty Images, LaPresse) «Sì, non voglio fare il settore giovanile tutta la vita». Radiomercato la indica come indiziato numero uno alla successione di Donadoni. «Auguro a Roberto di salvare il Parma e di restare sino a fine stagione. Poi so di essere in pole position per raccogliere a giugno la sua eredità. Ma se la società durante l’anno mi chiedesse aiuto non mi tirerei indietro. Sono pronto, non mi spaventa nemmeno la situazione economica in cui versa il club: sono qui da anni e conosco tutto di questo ambiente». Monica Colombo Bomber ● Hernan Crespo, nato a Florida (Argentina) 39 anni fa, ha giocato nel River Plate, Parma, Lazio, Inter, Chelsea, Milan e Genoa ● Attaccante, in carriera ha segnato 273 gol in partite ufficiali ● Con la nazionale argentina ha collezionato 64 presenze e realizzato 35 reti ● Attualmente allena la Primavera del Parma © RIPRODUZIONE RISERVATA Totti, talento e battute: «Ho vinto poco, ma sono felice» Al capitano della Roma il premio Facchetti nella giornata dedicata alla nuova Gazzetta dello Sport MILANO «Li ho riuniti tutti, sono un po’ impanicato». I «tutti», che se la ridacchiano, sono i nomi più importanti del calcio italiano, venuti a Milano, nella Sala Buzzati all’interno della sede della Gazzetta dello Sport e del Corriere della Sera, per la consegna a Francesco Totti del Premio Facchetti 2014 e per il «Gazza day», la giornata in cui il quotidiano sportivo ha aperto le sue porte ad appassionati, campioni e lettori per festeggiare l’uscita del giornale rosa con una nuova veste grafica. Solo il capitano della Roma e pochi altri potevano riunire il presidente della Figc Carlo Tavecchio, quello della Lega di serie A Maurizio Beretta e di B Andrea Abodi, il c.t. azzurro campione del mondo Marcello Lippi, l’a.d. del Milan Adriano Galliani e quello della Juventus Giuseppe Marotta, il d.g. dell’Inter Marco Fassone, ovviamente il direttore sportivo della Roma Walter Sabatini e meno ovviamente il presidente della Lazio Claudio Lotito. Che ha stupito non solo per avere contenuto il suo intervento entro i 3 minuti, ma anche per la La gaffe ● Premio Facchetti: a rappresentare l’Inter c’era il d.g. Fassone, quello della maglietta «Meglio un anno senza tituli che una vita da ridiculi». Su Calciopoli ognuno è libero di pensarla come vuole, ma la scelta interista nel giorno di Facchetti riassume il senso di una società senza memoria prontezza di riflessi con cui ha replicato al video storico su Totti, in cui non poteva non comparire la storica maglietta «Vi ho purgato ancora» esposta dopo un gol alla Lazio: «Se capiterà di nuovo? Sto comprando diverse farmacie a Roma per adeguarmi». Verrebbe da dire 1-1 e palla al centro se non fosse che il festeggiato era Totti, premiato dalla giuria composta da Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, dal presidente del Coni Giovanni Malagò e da Andrea Monti, il direttore della Gazzetta che ha istituito il premio insieme alla famiglia della leggenda dell’Inter e della Nazionale, scomparsa nel settembre 2006. Il capitano della Roma è apparso parecchio in forma, orgoglioso il giusto per il premio, motivato ovviamente da una carriera grandiosa e sempre con la stessa maglia, proprio come Giacinto Facchetti: «Ho vinto poco ma sono contento lo stesso, anzi di più». E ironico altrettanto, a conferma che la fama di buon battutista Campione Gianfelice Facchetti, figlio del grande Giacinto, premia Totti (Newpress) ha fondamento reale e non è solo marketing. A chi gli fa notare che la sua media gol è cresciuta da quando ha abbandonato la Nazionale, cioè dal 2006 a oggi che teoricamente sarebbero gli anni della vecchiaia, Totti replica al volo: «Se lo sapevo, smettevo prima…». Quando gli chiedono cosa stava pensando nella celebre foto della festa mondiale a Berlino, in cui guardava la Coppa del Mondo come se fosse una sfera di cristallo lui spiega che fino a quel momento «l’avevo vista sempre finta, ce l’avevo al Subbuteo». Infine, al videomessaggio di Carlo Verdone che sembra rinnovargli un invito a cena a casa sua, replica «quello è un para…vento, l’invito non c’era mai stato». Insomma, Francesco smista il gioco con la stessa sicurezza di quando fa girare la Roma intorno a sé. Anche quando rivela: «Ogni tanto i miei figli mi dicono “ho paura, non vengo allo stadio”». Lui per primo, però, sa che su questo non c’è niente da ridere. Tommaso Pellizzari © RIPRODUZIONE RISERVATA ❞ Da quando ho lasciato la Nazionale segno di più? Se lo sapevo, smettevo prima La Coppa del mondo prima di vincerla l’avevo vista solo nel Subbuteo La novità Pellegrini valuta se e come tornare all’Inter per aiutare Thohir MILANO Sono giorni di grande fermento per l’Inter. E non soltanto per il ritorno di Mancini che, dopo l’esonero di Mazzarri, lavora su un nuovo progetto di squadra. Sta per tornare a Milano Erick Thohir e non soltanto per assistere al derby di domenica sera. Lo aspetta l’assemblea degli azionisti (venerdì), che dovrà ratificare la nomina dei tre nuovi membri del Consiglio di amministrazione designati da Massimo Moratti, dopo l’uscita della famiglia, di Ghelfi e di Manzonetto (rientrerà), ufficializzata il 23 ottobre con un comunicato mai apparso sul sito perché non gradito ai dirigenti. In questi giorni è molto attivo Ernesto Pellegrini, presidente dell’Inter dal marzo 1984 all’aprile 1995. Da tempo è in rapporti con Thohir, come da lui stesso spiegato il 6 febbraio: «L’ho incontrato una prima volta, insieme ad altre persone; poi è stato lui a chiamarmi e ci siamo visti con mio genero. Mi ha chiesto alcuni consigli disinteressati e ho capito che ha grandi idee, molta voglia di lavorare e di investire, una notevole passione». Adesso Pellegrini vuole capire se esistono le condizioni per dar vita a una cordata di imprenditori, da lui guidata, che possa migliorare la situazione economicofinanziaria del club, alle prese con i prestiti bancari, un aumento di capitale (obbligatorio), nuove scadenze, le regole del fair play Uefa. Per decifrare meglio la situazione (e anche per parlare delle nuove frontiere della ristorazione collettiva), Pellegrini dovrebbe incontrare in tempi brevi Thohir, fermo restando che il contratto siglato nel 2013 prevede per qualsiasi operazione un diritto di prelazione da parte di Moratti, che ha conservato il 29,5% delle azioni. È evidente che non tutto in società sta funzionando come lo stesso Thohir aveva prospettato al momento di acquistare il club. Il ritorno di Mancini è il primo segnale della volontà di investire da parte della proprietà. Il 2 agosto 2013, Pellegrini, in un’intervista ad Alberto Cerruti della Gazzetta dello Sport, aveva spiegato di aver offerto a Moratti un aiuto perché l’Inter restasse italiana, ma l’allora presidente aveva scelto la soluzione indonesiana. Adesso Pellegrini medita di riprovarci. f. mo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera 52 Elio e Floria Fiorucci partecipano con grande affetto al dolore della famiglia per la perdita del carissimo e speciale amico Paolo Giuggioli - Milano, 17 novembre 2014. Gigi Giuliano e Augusto Moretti con le famiglie e i collaboratori sono addolorati per la scomparsa improvvisa dellamico e Maestro Avv. Paolo Giuggioli La fiducia e la forza che ci hai dato per sostenere la fatica quotidiana dellessere avvocati ci accompagneranno per sempre.- Un abbraccio alla famiglia Giuggioli. - Milano, 17 novembre 2014. Fabrizio Criscuolo è vicino allamico Pier Filippo nel dolore per la perdita del papà Avv. Paolo Giuggioli Il presidente Francesco Abiosi, i consiglieri Piergiorgio Resta e Marco Bertoldin ed i soci tutti della Cooperativa Edilizia La Cerchia sono vicini ai famigliari del consocio avv. Paolo Giuggioli Presidente dellOrdine degli Avvocati di Milano, che fortemente volle e sostenne la cooperativa e liniziativa immobiliare in corso a beneficio degli avvocati di Milano. - Milano, 17 novembre 2014. Paolo Giuggioli Partecipano al lutto: FIMAA Milano Monza & Brianza. Beatrice Zanolini. Vincenzo Albanese. La Dirigenza di FIMAA Milano Monza & Brianza. - Roma, 16 novembre 2014. Alba e Vittorio abbracciano affettuosamente Danda Giovanni Maria Paola nel ricordo del papà Gli avvocati Giorgio Damascelli, Stefano Salvetti, Laura Salvetti, Benedetto Tusa sono vicini alla moglie e collega Antonia Negri e figli in questo triste momento per limprovvisa scomparsa del marito - Milano, 17 novembre 2014. Avv. Paolo Giuggioli Presidente dellOrdine degli Avvocati di Milano. - Milano, 18 novembre 2014. Il Presidente, il Consiglio Direttivo, i Probiviri e i soci tutti dellA.L.A.P. - Associazione Lombarda Avvocati in Pensione, partecipano commossi al grave lutto che ha colpito la moglie ed i figli per la prematura scomparsa dell Avv. Paolo Giuggioli Presidente dellOrdine degli Avvocati di Milano. - Milano, 15 novembre 2014. Lo Studio Legale Tributario Avvocato Antonella Pirro partecipa con profondo dolore alla scomparsa dell Avv. Paolo Giuggioli Andrea Bazzani La famiglia Boschiero è fraternamente vicina a Maria Alessandra e fratelli nel dolore per la scomparsa del loro caro papà Ing. Andrea Bazzani - Milano, 17 novembre 2014. Andrea sei stato un amico grande in tutto per sessantanni condividendo tanti progetti.- Riposa in pace nella tua grande fede.- Tuo Giancesare con Carla e figli. - Milano, 17 novembre 2014. Lo Studio Orrick Herrington & Sutcliffe, porge le più sentite condoglianze allAvvocato Alessandra Bazzani per limprovvisa scomparsa del papà Andrea Bazzani - Milano, 17 novembre 2014. - Milano, 17 novembre 2014. Il Presidente Piero Amos Nannini a nome della Società Umanitaria in tutte le sue consociate, esprime laffettuosa vicinanza e solidarietà al lutto della famiglia per limprovvisa scomparsa dell Avv. Paolo Giuggioli - Milano, 17 novembre 2014. Il Presidente e tutti i Consiglieri del Consiglio dellOrdine degli Avvocati di Busto Arsizio, colpiti dallimprovvisa scomparsa dell Avv. Paolo Giuggioli Presidente del Consiglio dellOrdine degli Avvocati di Milano e dellUnione Lombarda degli Ordini Forensi, ne ricordano le specchiate qualità professionali e morali e la passione e limpegno profusi per la tutela dellavvocatura. - Milano, 15 novembre 2014. LOrdine degli Avvocati di Bari si associa al dolore dei familiari e degli Avvocati di Milano per la scomparsa del caro Presidente Avv. Paolo Giuggioli - Bari, 15 novembre 2014. Gli avvocati Monica e Ivano Fazio, i collaboratori dello Studio Legale Fazio e la Dottoressa Angela Turiano, sono vicini alla famiglia dell Avv. Paolo Giuggioli - Gallarate, 17 novembre 2014. Avv. Paolo Giuggioli Andrea Natale, Laura Natale, Marco Pola, Mauro Mercadante e lo Studio NPA sono vicini a Filippo e famiglia in questo momento di dolore. - Milano, 17 novembre 2014. AIGLI, Associazione Internazionale Giuristi di Lingua Italiana, ricorda il suo Presidente Onorario Avv. Paolo Giuggioli - Milano, 18 novembre 2014. Andrea Bazzani Partecipano al lutto: Marco Mazzarelli. Riccardo Villata. Maurizio abbraccia forte Francesco in questo momento di dolore e saluta la cara amica Sandra - Milano, 17 novembre 2014. Maria Rendina De Laurentiis Cara mamma, i tuoi 98 anni sono stati vissuti in maniera esemplare illuminando sempre il nostro cammino.- Il tuo candore, la tua riservatezza, il tuo pudore hanno impresso in tutti noi i grandi valori della vita.- Una cosa è certa: noi non ti dimenticheremo mai.- Le esequie avranno luogo il giorno mercoledì 19 novembre alle ore 11 presso la Basilica di Santa Maria del Popolo Roma, piazza del Popolo, 12.- Aurelio, Jacqueline, Luigi, Edoardo, Valentina, John, Brooke, Isabel e Luca. - Roma, 17 novembre 2014. Aurelio caro, amico di una vita, ti stringo forte e mi unisco al tuo immenso dolore per la scomparsa della tua cara mamma.- Quanti ricordi davanti ai miei occhi nei momenti più importanti e sinceri del nostro cammino.- Signora Maria De Laurentiis Maria Rendina De Laurentiis Il Dottore Marco Briganti e i collaboratori dello studio sono vicini alla famiglia per la scomparsa del caro Maria Rendina De Laurentiis e sono vicini a tutta la famiglia in questo doloroso momento. - Roma, 17 novembre 2014. Richard Borg e tutta Universal Pictures partecipano con affetto al dolore dellamico Aurelio per la perdita della cara mamma, la signora Maria Rendina De Laurentiis - Roma, 17 novembre 2014. Il presidente di Publitalia, Giuliano Adreani, il vicepresidente Niccolò Querci, gli amministratori delegati Fulvio Pravadelli e Stefano Sala, i consiglieri di amministrazione, i dirigenti, i funzionari e tutti i collaboratori della società partecipano al lutto di Aurelio per la perdita dellamata mamma Maria - Milano Due, 17 novembre 2014. Giuliano e Cicci Adreani, addolorati, si stringono forte con affetto ad Aurelio per la perdita dellamata mamma Maria - Milano Due, 17 novembre 2014. Luigi Abete, Presidente di Italian Entertainment Group, insieme ai componenti del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale, dei dirigenti del gruppo, nonché dei membri degli organi sociali delle controllate Cinecittà Entertainment, Cinecittà Parchi e Cinecittà Studios partecipa con profonda commozione al dolore di Aurelio De Laurentiis, autorevole azionista e consigliere della società, per la scomparsa della cara mamma Maria Rendina De Laurentiis Partecipano al lutto: Marina e Giuseppe Vallino. e si stringe ai familiari tutti in questo momento di tristezza e di memoria. - Roma, 17 novembre 2014. La società Bolton Manitoba con tutto il suo personale partecipa al dolore del Direttore Generale, Claudio Ciavattini e dei suoi familiari, per la scomparsa del suo amato padre Marisa, Elena e Lea annunciano con grande dolore la scomparsa di Mario Salvatore Giuffrida Luigi e Désirée si stringono con affetto allamico Aurelio per la scomparsa dellamatissima mamma Pier Giuseppe Biandrino e Giovanni Brianza partecipano al lutto dellavvocato Francesco Perli per la prematura scomparsa della moglie - Milano, 18 novembre 2014. Prof.ssa Luciana Lupi - Milano, 17 novembre 2014. - Roma, 18 novembre 2014. Il Consiglio di Amministrazione, i dirigenti e tutto il personale del Gruppo Bolton partecipano al dolore di Claudio Ciavattini per la scomparsa del padre Profondamente addolorata Biancamaria Franciosini partecipa vivamente al grave lutto che ha colpito lamica Carla Vittoria per la perdita dellamata sorella - Napoli, 17 novembre 2014. - Milano, 17 novembre 2014. Mario Ciavattini amica di una vita. - Milano, 14 novembre 2014. Gabriele De Luca con Annabella e Alessandra sono vicini a Caterina e famiglia con tanto affetto per la perdita del caro papà Maria - Milano, 18 novembre 2014. Luciana Lupi Gianni e Geppina Punzo abbracciano affettuosamente lamico Aurelio e la famiglia tutta per la perdita della cara madre Alessandra Longini Perli Alessandra Longini Perli Sandra con Giulia e Antonio piange - Rimini, 17 novembre 2014. Il Presidente Barbara Salabè, il Direttore Generale Nicola Maccanico e tutta Warner Bros Entertainment Italia, esprimono il proprio cordoglio e sentimento di vicinanza ad Aurelio De Laurentiis, per la scomparsa della madre - Milano, 17 novembre 2014. Prof.ssa Luciana Lupi la ricorderò nelle mie preghiere.- Massimo Boldi con famiglia. - Milano, 17 novembre 2014. Maurizio Scazzina, Paola Bertazzi, Daniele Ponte, Giovanni Panico e tutti i collaboratori dello studio partecipano al lutto dellAvvocato Francesco Perli per la perdita della moglie Alessandra Longini Perli È improvvisamente mancata la Ne dà il triste annuncio la sorella Carla Vittoria affranta per lincolmabile perdita.- Il feretro sarà fatto partire mercoledì 19 novembre alle ore 10.15 dallOspedale Fatebenefratelli di Milano per la Certosa di Bologna dove saranno celebrate le esequie. - Milano, 14 novembre 2014. Vittorio Korach piangendo la sua morte, lontano da quella Milano che ha amato tanto, e celebrando con chi gli ha voluto bene la sua vita, lunga e felice. - Canouan, 16 novembre 2014. Partecipano al lutto: Enrica. Flavia con Lello e Margherita. Carlo con Meri e Giovanni. Fabio con Manuela. Carlo con Daniela. Rag. Salvatore Giuffrida - Milano, 17 novembre 2014. Il Collegio Sindacale della società Cimi SpA è vicino ai famigliari per la scomparsa del Rag. Salvatore Giuffrida - Milano, 17 novembre 2014. Giuseppe e Federica Addamiano, con le assistenti di studio e i collaboratori Angelo e Luca, piangono la scomparsa del caro amico e collega Cristina Anna Paola Belenchia - Milano, 17 novembre 2014. Tutto il personale della Cardiologia dellOspedale Fatebenefratelli di Milano è affettuosamente vicino a Martina per la perdita del marito Dott. Giovanni Delzanno - Milano, 17 novembre 2014. Il Presidente Davide Corritore, il Direttore Generale Stefano Cetti, il Consiglio dAmministrazione, i Dirigenti e i dipendenti tutti di Metropolitana Milanese SpA sono vicini ai piccoli Alice e Giorgio e a tutti i familiari per la tragica perdita del caro Paolo Cassanmagnago da lungo tempo collaboratore della società.- La vita laveva già sottoposto a dure prove ma non ha mai smesso di svolgere con passione il suo lavoro, stimato da tutti i colleghi. - Milano, 17 novembre 2014. "Cristo è risorto!- È veramente risorto!". È entrato nel riposo di Dio il Enrico Martini e si uniscono al dolore della famiglia. - Roma, 17 novembre 2014. La ditta Mazzotti & C. si unisce al dolore e al cordoglio della famiglia e dei collaboratori per la perdita dellindimenticabile Enrico Martini Vittorio Mazzotti, Vincenzo Terzi, Gabriele Sudati, Giuliano Di Benedetto, Fulvio Lazzarini, Roland Barsotti, Liliana Conti, Paola Gallaverna, Giorgio Mazzotti, Natale Aimoni. - Milano, 17 novembre 2014. - Milano, 17 novembre 2014. Il Primario e tutti i medici della Chirurgia Pediatrica dellOspedale Vittore Buzzi di Milano sono vicini al dottore Giorgio Fava per la perdita del caro padre Sebastiano Fava - Milano, 16 novembre 2014. Angelo Abbate ci ha lasciato.- Il Consiglio Direttivo e i soci di Art Directors Club Italiano, partecipano commossi al dolore di Chiara e Alessandro per la perdita del caro Angelo. - Milano, 17 novembre 2014. Adriano Donati Ciao Adriano, ti immaginiamo da lassù a seguire ancora la "tua" Juve.- Tutti gli amici del bar da Antonio di via Volta, Milano. - Milano, 17 novembre 2014. Prof. Domenico Adorno Nella luce della fede ne danno lannuncio la moglie Eliana Picozza, il fratello Gaspare con la moglie Antonietta e le figlie Rossella e Francesca, i familiari tutti.- La liturgia sarà celebrata nella parrocchia di SantAgnese fuori le Mura via di SantAgnese, 3 alle ore 11.30 di oggi martedì 18 novembre. - Roma, 18 novembre 2014. Il Presidente Paolo Plotini, i Consiglieri e i collaboratori di ASAL Assoallestimenti, sono vicini alla famiglia del caro Andrea Masserdotti La dirigenza ed il personale di Cefetra SpA partecipano sentitamente la scomparsa dellamico LOrdine degli Avvocati di Milano sentitamente partecipa al lutto dei familiari per la scomparsa dell Avvocato Dott. Giovanni Delzanno per la sua scomparsa.- Lo ricorderemo sempre come uomo appassionato ed eccellente imprenditore, e gli saremo sempre grati per il contributo apportato al nostro settore durante tutta la sua instancabile attività. - Milano, 17 novembre 2014. È mancata allaffetto dei suoi cari Giuseppe (Pino) Manzato Ciao Pino, ci mancheranno il tuo sorriso e la tua bontà.- Ti abbiamo voluto tutti bene.- Carmen Nico e tutte le famiglie Manzato, Pedrazzini, Gallerani, Pasqualin. - Milano, 17 novembre 2014. I soci del network di Deloitte in Italia partecipano con sincero cordoglio al dolore di Franco e famiglia per la scomparsa del papà Mario Orsogna - Milano, 17 novembre 2014. Famiglia Canins partecipa al dolore di Claudio, Claudia e Margherita per la perdita della loro amatissima Maria Valli Bonivento Maria Carmela Cadenazzi ved. Rossi - Milano, 17 novembre 2014. Costernati ne danno lannuncio: la sorella Gabriella e i nipoti.- I funerali avranno luogo martedì 18 novembre alle ore 14.45 direttamente nella parrocchia della SS. Trinità indi la cara salma verrà tumulata in tomba di famiglia nel cimitero di Greco. - Milano, 16 novembre 2014. È serenamente mancata allaffetto dei suoi cari Luciana Carrone ved. Crestetto Lo annunciano la figlia, il genero e la nipote. - Milano, 17 novembre 2014. TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE Corriere della Sera PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 300,00 Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 - fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] Servizio sportello da lunedì a venerdì: Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.30 Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La informiamo sulle modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in conformità all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003. Per permetterle di usufruire dei servizi offerti da RCS MediaGroup S.p.A., la stessa deve trattare alcuni Suoi dati. I dati personali che Lei fornirà al Titolare, verranno registrati e conservati su supporti elettronici protetti e trattati con adeguate misure di sicurezza. I dati saranno trattati da RCS MediaGroup S.p.A. esclusivamente con modalità e procedure necessarie per fornirLe il servizio da Lei richiesto. I dati non saranno diffusi ma potranno essere comunicati, sempre per la predetta finalità, a RCS MediaGroup S.p.A., oltre che a società che svolgono per nostro conto compiti di natura tecnica od organizzativa strumentali alla fornitura del servizio richiesto, e che sono stati nominati Responsabili del Trattamento. Lei ha diritto di conoscere, in ogni momento, quali sono i Suoi dati e come essi sono utilizzati. Ha anche il diritto di farli aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che questi diritti sono previsti dal Art.7 del D. Lgs 196/2003. Per ogni informazione riguardo ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati personali di RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano. Corriere della Sera Martedì 18 Novembre 2014 MotoGp Il bilancio di Rossi «Straordinario 2014 era un anno chiave Ora il decimo titolo» SPORT Il grande comunicatore ormai ha deciso che è meglio il monologo: così Valentino Rossi (foto) ha preferito affidare all’ufficio stampa Yamaha il compito di intervistarlo per stilare il bilancio del suo straordinario 2014. Rossi racconta che questa era «la stagione chiave per decidere il mio futuro». Dopo l’altalenante 2013 — anno del ritorno a Iwata dopo il biennio in Ducati — il campione si era «messo seriamente in discussione»: continuare o no? Buona la prima. È venuto fuori un secondo posto nel Mondiale MotoGp dietro Marquez, con 12 podi e 2 vittorie. «Una grandissima soddisfazione, sia come pilota sia come uomo». Tra tanta gioia, pure un piccolo motivo di rimpianto: l’alto livello di competitività della Yamaha M1 è arrivato tardi. «Un peccato, Mondiale: «Io ci credo, l’ho sempre detto». Infine, Rossi racconta la genesi del clic dopo anni di difficoltà: «Il segreto sta nel capire se vuoi ancora fare parte del gioco. Devi dimenticare tutte le vittorie ottenute in passato. La domanda da porsi è “perché si corre?”. Io corro perché mi piace. Le motivazioni sono ancora altissime anche dopo tanti anni». perché nelle prime gare abbiamo accumulato un gap troppo grande. Sarebbe stato bello iniziare la stagione con il potenziale attuale». Resta l’indicazione positiva per il futuro: «Ciò che importa è che siamo cresciuti e che ora la moto è competitiva. Anche i test a Valencia sono stati positivi. È interessante ora pensare alla prossima stagione». L’obiettivo sarà puntare al decimo © RIPRODUZIONE RISERVATA Coppia Fernando Alonso, 33 anni, alla guida della Ferrari, un’accoppiata destinata a sciogliersi senza che sia arrivato il titolo mondiale. L’ultima gara assieme sarà quella di domenica 23 novembre ad Abu Dhabi (Afp) La storia La pratica di divorzio è in dirittura d’arrivo. Fernando Alonso e la Ferrari si separano dopo cinque anni di acuti, illusioni, sfortune e polemiche. Un conto alla rovescia che dura da tempo. Le tappe? Eccole, caratterizzate da crescenti insofferenze. Abbastanza da trasformare un matrimonio clamoroso in una separazione discussa e comunque amara. Novembre 2010: a causa di un clamoroso errore di strategia Alonso perde ad Abu Dhabi un titolo che sembrava già vinto. La delusione è amarissima, ma resta la fiducia nella squadra. Inverno 2011: sin dal primo test è chiaro che la Ferrari non è competitiva. Alonso comincia a dubitare della reattività dei tecnici. Maggio 2011: prima del Gp di Spagna, Fernando rinnova il contratto con la Ferrari fino al 2016, segno che la fiducia è comunque forte. Il presidente Luca di Montezemolo allontana il d.t. Aldo Costa dopo la corsa spagnola terminata con le Ferrari doppiate. Non era stato Alonso a chiedere la sua testa, ma non fa nulla per difenderlo. Inverno 2012: il distacco dalla Red Bull appare ancora enorme, Alonso si trova a cominciare un’altra stagione in salita. Luglio 2012: contrariamente alle aspettative, la Ferrari migliora e riduce di oltre la metà il gap. In Germania, Alonso vince il suo terzo Gp e guida il Mondiale con 44 punti di vantaggio su Vettel (che vincerà il titolo). Settembre 2012: a Singapore si capisce che l’ultimo pacchetto di sviluppi non funziona. Alonso, oltre al vantaggio, comincia a perdere le speranze e lo esterna con dichiarazioni sempre più polemiche. «Sono quattro anni che la Red Bull ci dà 1’’ a giro»; «Dalla Corea al Giappone la Ferrari ha portato zero aggiornamenti». Briatore comincia a minare la credibilità di Domenicali presso Montezemolo. Ottobre 2012: prima del Gp di Corea sul sito della Ferrari il progettista Nick Tombazis annuncia altre novità sulla macchina. Commento di Alonso: «Gli sviluppi? Dobbiamo vederli in pista, le parole non servono». Nelle qualifiche del Gp dell’India, Alonso ottiene un 5° posto. Sul comunicato Ferrari il d.t. Pat Fry spiega che «avevamo il potenziale per la seconda fila». Lo spagnolo si sente attaccato. Marzo 2013: al via della stagione la Ferrari è la macchina più veloce in pista. Alonso vin- 53 Alonso-Ferrari, il diario verità Tutte le tappe del divorzio più amaro La vicenda ● Il 30 settembre 2009 la Ferrari annuncia di aver ingaggiato Fernando Alonso per sostituire Kimi Raikkonen ● La stagione 2010 inizia con la vittoria in Bahrein. In cinque anni con la Rossa lo spagnolo vince 11 Gp, conquista 4 pole, sale 45 volte sul podio e arriva per tre volte (nel 2010, 2012 e 2013) secondo nel Mondiale, dietro alla Red Bull di Sebastian Vettel ● Nei prossimi giorni Alonso e la Ferrari annunceranno il divorzio: lo spagnolo ha firmato con la McLarenHonda, mentre la Ferrari ha già messo sotto contratto Sebastian Vettel ce due delle prime cinque gare. Giugno/Luglio 2013: scoppia la battaglia sulle gomme che Red Bull e Mercedes vogliono modificare. In Germania Alonso fa una dichiarazione polemica contro la Pirelli e viene ripreso da Stefano Domenicali. Dopo Silverstone (e gli scoppi di diversi pneumatici) il cambiamento viene ratificato. La Ferrari non riesce a imporsi NASO O sul piano politico e a reagire su quello tecnico. La delusione di Alonso cresce. Lo spagnolo spinge per l’ingaggio dell’ex d.t. Renault Pat Symonds (protagonista del crashgate di Singapore 2008): Domenicali dice no. Luglio/Agosto 2013: lo spagnolo, spinto dai consigli di Flavio Briatore e del padre, si convince di poter passare alla Red Bull. Chris Horner, che non è intenzionato a ingaggiare Alonso si confida con Ecclestone, il quale informa la Ferrari. Al Gp d’Ungheria il manager di Alonso, Luis Garcia, viene visto parlare con Horner. Poche ore prima Alonso aveva dichiarato: «Che regalo vorrei per il mio compleanno? La macchina blu». I rapporti sono compromessi: Luca di Montezemolo ORECCHIE CHIE Protagonisti ● Stefano Domenicali È l’ex team principal della Ferrari ad aver voluto Alonso, ma negli anni il rapporto si è logorato ● Luca di Montezemolo Nell’estate 2013 il presidente bacchetta pubblicamente lo spagnolo OCC CHI IN NTESTINO O ● Flavio Briatore Il manager quest’estate tenta il clamoroso scambio AlonsoHamilton Il benessere si sente, si vede, si prova, si vive insieme Tennis bacchetta Fernando. «Certi sfoghi non giovano a nessuno». Luglio/Settembre 2013: Domenicali, deluso e incerto sulle intenzioni di Fernando, porta avanti la trattativa con Raikkonen che si era già offerto a fine 2012. Alla vigilia di Monza, Alonso decide di continuare con la Ferrari. Durante le prove, viene trasmessa in tv la celebre comunicazione radio: «Siete scemi» o «Siete geni» (non lo sapremo mai). Il ritorno di Raikkonen viene annunciato dopo il Gp d’Italia. Inverno 2014: la rivoluzione dei motori non viene sfruttata da Maranello. La Ferrari appare subito molto indietro rispetto alla Mercedes. Aprile 2014: Domenicali se ne va, arriva Marco Mattiacci, viene licenziato il responsabile del reparto motori Luca Marmorini. Alonso guarda con diffidenza al nuovo corso, non ha più riferimenti. Estate 2014: Alonso chiede garanzie tecniche e un incremento dell’ingaggio, più la certezza di lavorare con alcuni uomini di fiducia. La Ferrari non accetta le sue condizioni e porta avanti il rapporto con Vettel. Briatore tenta lo scambio Hamilton-Alonso. Settembre 2014: il contrasto tra Marchionne e Montezemolo porta a un avvicendamento alla presidenza. Ottobre 2014: la Ferrari e Alonso decidono di separarsi. Vettel firma con la Rossa, Alonso, saltata l’opzione Mercedes, è «costretto» ad accordarsi con la McLaren. Non è chiaro se la fine dell’avventura-Alonso così come l’ingaggio di Vettel siano da attribuire alla vecchia o alla nuova presidenza Ferrari. Arianna Ravelli Giorgio Terruzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Doping Wawrinka litiga con Federer per colpa della moglie Mirka Il sogno Davis della Svizzera traballa: colpa della schiena di Federer e della lite tra Roger e Wawrinka dopo la semifinale del Masters. Wawrinka, infatti, più volte si è lamentato con il team di Federer, soprattutto con la moglie Mirka e il padre Robbie, per l’eccessivo tifo. I due svizzeri poi avrebbero firmato una tregua. © RIPRODUZIONE RISERVATA Benexè pensa al tuo benessere, con una linea di prodotti per risolvere i piccoli fastidi quotidiani e ritrovare il totale stato di benessere e serenità www.benexe.com Blitz negli spogliatoi dell’Nfl a caccia di antidolorifici Il football americano trema. Agenti federali dell’antidroga hanno condotto ispezioni a sorpresa nell’Nfl per sospetta distribuzione illegale di farmaci tra i giocatori. I blitz sono stati effettuati presso i San Francisco 49ers, Seattle Seahawks e Tampa Bay Buccaneers: nel mirino la distribuzione di antidolorifici. © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 18 Novembre 2014 Corriere della Sera 54 Tv .¤ TELERACCOMANDO .Õ .Ð .1| "z 1¤ É di Maria Volpe Mike Tyson racconta le sue verità U n grande campione, una carriera controversa. La storia di Mike Tyson (foto) è quella di un atleta dalla potenza fisica straordinaria che, non sempre, ha saputo indirizzare al meglio. Lo racconta lui stesso nel docufilm diretto da Spike Lee: il pugile ripercorrere la sua vita, dalla gioventù travagliata fino ai successi e ai momenti bui (nel 1991 il carcere, nel 1997 il morso all’orecchio di Evander Holyfield). Amato od odiato, Tyson ha il merito di aver dato popolarità universale alla boxe. Mike Tyson: Tutta la verità Sky Cinema Cult, ore 21 Retroscena e magie della Champions P rotagonista di questa puntata è la Champions League: attraverso filmati e interviste inedite si farà un viaggio nei momenti che hanno segnato la storia delle squadre italiane nella prestigiosa competizione. Tra le interviste, ne andrà in onda una ad Hernan Crespo, che, a proposito della finale 2005 di Istanbul del suo Milan contro il Liverpool, dichiara: «A fine primo tempo nello spogliatoio mi tremavano le gambe: avevo fatto una doppietta in finale e vincevamo 3 a 0. Non ci potevo credere e cominciai a pregare che non succedesse nulla nei restanti 45 minuti di gioco...». Heroes – Lo sport nel cuore Canale5, ore 23.15 ʱÐæ 1 ¤± ,.8/$" /3 81 // 8. 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Com’è noto, Baldini ha lasciato il programma che conduceva con Fiorello su Radio1 perché non era più in grado di «sostenere un ruolo impegnativo» e aveva paura «di mettere a rischio le persone». Decisione sofferta, un gesto di riconoscenza nei confronti di chi l’ha ITALIA - CROAZIA Antonio Conte L’Italia di Antonio Conte in campo su Rai1: per 10.065.000 spettatori, 36,4% di share COME UN URAGANO Richard Gere Gere star su Canale5: gli spettatori per «l’uragano» sono 2.945.000, 11,2% di share )/! %% 2 7 2 ( 1*6 1** 17( /&)'5 %% *26* *27 *2 8/ $ esodati, per gli anziani, quelli che ho visto qui a Roma cercare gli avanzi dai fruttaroli». A quel punto è intervenuta Jo Squillo proponendo una serata di beneficenza: «Salviamo Baldini». Ma Baldini chiedeva solo un’opportunità di lavoro, magari anche come autore. Soprattutto, fra le righe, chiedeva di uscire dallo smarrimento in cui si trova. È necessario andare in tv per chiarire i problemi? È necessario mettersi a nudo davanti alle telecamere per risolverli? Poi, a «Domenica In», arriva Fausto Bertinotti a raccontare favolisticamente il suo 1969 e si capisce come il vero problema di molti sia durare nell’effimero. sempre aiutato. Baldini dice che è uscito dal vizio del gioco già da tempo e attualmente sta solo continuando a pagare vecchi debiti di gioco. Immaginavo, sbagliando, che volesse meditare un po’ di più sulla strada da intraprendere, che avesse bisogno di fare un po’ di silenzio attorno a sé. E invece appare subito in tv, a fare il giudice di una competizione canora e a farsi intervistare da Paola Perego in Presta: «Mi accusano di piangermi addosso, ma io sono solo venuto a chiarire. Anche se ho bisogno di soldi, ho rifiutato di recente una cosa molto bella, una fondazione per darmi una mano. Ma ho detto che non è giusto: perché se vogliono fare una cosa del genere, la facciano per gli *2 1 © RIPRODUZIONE RISERVATA 2* 1;* 17 *21 *2 7 *2 1 *2; 177 1*7 8)9 /$&) -8/5) 7* ')9&/ 7( ')9&/ *26 $' %5$&) -8/5) 2 $&/ * $&/ *2 '"*# '(* #(* "# "0 #'"# # #" "#, "#" '"0 '+ .%5 +/00$)' +/' !/8%&'5 +)0000) %% ')05/ '$0)% )' 8%5$& +$)!! 08%% )0' 5&+)/%$ $' &+'$ +$)!! $' %'5) 8%5$& $'05$%$5 08$ &)'5$ % /$9'5) -8$ )' '9 0)+/ $ *,;;; &5/$, )&'$ %.%5 +/00$)' )'-8$05/ 5855) %) 5$9% /$+)/5') 5&+) 05$% 0)%!!$5) 08 5855 % /!$)'$ & '" % )/&:$)' $ '$ 55 ) )0"$ '0 08%% $'8/ +', %) 5/&$) ')558/') '" 0'0$$%, &%+ !$#((# ' $# #*"0 *"0'# ' )05 )/$') $%') /'5) ':$ /$05 ')9 )%)!' $/': /8!$ ')' .-8$% )& &+)00) +)%$ /$ )5': 5':/) '!# , %/$ 5'$ %/&) %!"/) !%$/$ %$ )% 89)%) )+/5) $)!!$ )90$ &+)/%$ 9 $ !" )# !#! #*. ) ##! #4!# )* $ $5 , $$ " $5 !. $+ $ + 05 $/ $0 $0 ) %#**# .! )#.#! 1!# )!4 !#2 !" !. $$ , $$ $ , + $0 0$ $ 0$ 05 $/ $ )/: ;36 )/: 3 )/: 231 )/: 3( !" %) ('1 **! !# %# $5 + $/ $ $/ $5 !. !" $ $0 05 00 $5 05 $" ) # +)) &)00) )%5) &)00) )%5) !$55) !. $+ + + $0 $5 + $ ) )1 *) * #.!4 & ) 0$ $$ $$ $ $ $/ 00 !" # $$ " $5 $5 , #)!# )!.# )*. ! !4 )#! !" /') $0 !. !" #"' " "# !" *.!1 #!) &+)/% $ !. !" $, ) " #* )+/5) !. , '5) $/ !" ) !! 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