CLUB ALPINO ITALIANO Sottosezione “VAL NATISONE” MRZLI VRH (CIMA FREDDA DEL MATAJUR) di Mariano Moro Durante la 12a battaglia dell’Isonzo (battaglia di Caporetto) dopo la conquista del Kolovrat, per l’Alpenkorps bavarese, al quale apparteneva il battaglione da montagna del Württemberg alle cui dipendenza figurava, quale comandante dell’omonimo distaccamento, l’allora tenente Erwin Rommel, era stata prevista la conquista del Matajur. Ma per raggiungere tale obiettivo era necessario espugnare al nemico altre importanti cime, tra le quali anche il Marzli Vhr (Cima fredda del Matajur). Il distaccamento Rommel, dopo aver partecipato alle fasi della battaglia per la presa del monte Cucco di Luico (Kuk)1, si congiunse con il resto del battaglione da montagna del Württemberg a Luico (Livek) intorno alle 15, 30 del 25 ottobre 1915. Qui Rommel espose al proprio superiore il suo piano operativo per raggiungere l’obiettivo: “Al Maggiore Sprosser propongo di risalire con tutti gli elementi disponibili del battaglione da montagna da Polava per la via più breve, attraverso il terreno aperto, passando per Jevšček, il monte Cragonza (Kragonca) e occuparlo. Con il monte Cragonza in nostro possesso, l’avversario attestato sul Mrzli Vhr si vedrà preclusa la via verso Sud e noi potremmo attaccarlo […] alle spalle. Inoltre domineremo, una volta sul Cragonza, l’unica strada in quota che porta sul massiccio del Matajur, e taglieremo fuori in tal modo tutte le batterie italiane in movimento o appostate su questa strada del Matajur”2. 1 Il Monte Cucco di Luico cadde nelle mani nelle prime ore del pomeriggio alle unità tedesche appartenenti a due squadre d’assalto del battaglione da Montagna del Württemberg e da una compagnia del reggimento guardie del corpo bavaresi. Il distaccamento Rommel, mentre erano in corso questi combattimenti, era riuscito, con abile aggirante a portarsi alle spalle del presidio italiano sul monte Cucco. Raggiunto prima l’abitato di Ravna, dove gettò nello scompiglio il presidio italiano che fuggì in direzione di Luico, si spinse successivamente in un punto situato a circa due chilometri a sud-est di Luico dove sbarrò la strada proveniente dal fondo valle. Su questa posizione dopo un breve scontro a fuoco costrinse alla resa una cinquantina di ufficiali e circa duemila uomini della 4a brigata bersaglieri. 2 ERWIN ROMMELL, Fanterie all’attacco a Caporetto, ottobre 1917, LEG, 2013, Gorizia p. 87. 1 Il Maggiore Sprosser approvò il piano di Rommel e, per compiere l’operazione, gli assegnò il comando di ben sette compagnie del battaglione da montagna (2a, 3a, 4a compagnia fucilieri, 1a, 2a, 3a compagnia mitragliatrici e la compagnia collegamenti). Da Luico il distaccamento si portò nei pressi do Polava, da dove iniziò la salita in direzione di Jevšček e del monte Cragonza (Kragonca). L’avvicinamento a questa località, per i fucilieri da montagna, fu oltremodo faticosa. Così in proposito si espresse Rommel: “L’andatura viene accelerata nella speranza di trovare il nemico impreparato all’azione. Nonostante le enormi fatiche e privazioni dei giorni precedenti, guadagniamo rapidamente quota arrampicandoci sul terreno ripido privo di sentieri lungo prati fiancheggiati da invalicabili siepi spinose, talvolta risalendo canaloni rocciosi. Anche questa volta sono costretto a chiedere alle stanche truppe prestazioni sovrumane perché l’offensiva non deve in alcun modo arenarsi. Più guadagniamo quota e più faticosa diventa l’arrampicata. Profondi fossati e filari di cespugli spinosi ci costringono a deviare dal percorso originale, il che spesso è accompagnato da notevoli perdite di quota e da un grande consumo di energie. Continuiamo ad arrampicarci per ore e ore fino all’imbrunire, fino all’oscurità totale. La truppa è ora completamente esausta”3 . All’alba del 26 ottobre 1917, dopo un’estenuante e pericolosa marcia notturna, il distaccamento de1 Württemberg agli ordini del tenente Rommel occupò il paese e subito dopo si dispose davanti alla linea di difesa italiana. Alle 6.45 i fucilieri svevi furono fatti segno da un nutrito fuoco di mitragliatrici proveniente dalle postazioni italiane poste a difesa del Kragonca. Gli uomini di Rommel si trovarono in quel momento in una difficile situazione poiché erano situati tra le posizioni nemiche, privi di copertura ed esposti al violentissimo fuoco avversario. Con slancio aggressivo gli svevi furono costretti ad attaccare frontalmente gli avversari arroccati sulle posizioni dominanti del monte Kraguonza. Gli italiani si batterono tenacemente infliggendo perdite agli attaccanti. Ogni elemento di trincee, ogni postazione dovette essere conquistato dopo aspri combattimenti. Alle ore 07,15 però il difficile compito venne assolto dalla 2a compagnia fucilieri5, che conquistò alla baionetta la sommità della cima che costituiva la chiave di tutte le posizioni italiane sul Mrzli Vhr e sul massiccio del Matajur. Ma ai fucilieri da montagna, seppur completamente esausti dopo la conquista del monte Kraguonca, non fu concesso che un limitato periodo di riposo sulla vetta. Una nuova impresa li attendeva: la conquista della quota 1192 e del Marzli Vhr. Senza aspettare rinforzi, la 2a compagnia agli ordini del valoroso sottufficiale Hugel inchiodò frontalmente il nemico con il fuoco delle mitragliatrici e, con un abile manovra, lo attaccò contemporaneamente ai fianchi e alle spalle. Alle ore 08,30 la 2a compagnia (ridotta ormai ad un solo plotone con due mitragliatrici), vinta ogni resistenza, strappò agli italiani la quota 1192. L’ulteriore avanzata fu però preclusa a causa del consistente numero di italiani che, appostati a circa ottocento metri a sud est della vetta del Mrzli Vrh (Quota 1356), battevano con il fuoco delle loro mitragliatrici il cocuzzolo raggiunto dai tedeschi. Per affrontare gli uomini del Regio Esercito appostati sul Mrzli Vrh era però necessario ricevere unità di rinforzo. Verso le 10,00 giunse sulla q. 1192 una formazione corrispondente a due 3 ERWIN ROMMELL, op. cit. p.91. ERWIN ROMMELL, op. cit. p.94. 5 La 2a compagnia fucilieri conquistò la cima agli ordini del sergente maggiore Hugel che aveva assunto il comando dopo che l’unità aveva perso durante l’assalto tutti gli ufficiali. 4 2 compagnie fucilieri e una compagnia mitragliatrici pesanti appartenenti ai reparti del distaccamento di Rommel. Il loro avvicinamento era stato notevolmente ritardato perché le singole unità erano state ripetutamente coinvolte in scontri con il nemico in ripiegamento lungo la linea Kraguonca - q. 11926. In quel momento Rommel ritenne di disporre di forze sufficienti per affrontare il presidio italiano sul Mrzli Vhr. Con una serie di razzi chiese all’artiglieria il fuoco di appoggio per battere le posizioni italiane sulla cima del monte. Ben presto le granate tedesche cominciarono a colpire quella posizione. Subito dopo, mentre la compagnia mitragliatrici pesanti con un violento fuoco da quota 1192 inchiodava il nemico sulla sua linea difensiva, le due compagnie fucilieri guidate personalmente dal tenente Rommel, mediante la collaudata ed efficacie manovra di infiltrazione, riuscirono ad aggirare l’ala occidentale del nemico giungendogli di fianco e di spalle. Dopo una breve e cruenta lotta anche il Mrzli Vhr fu espugnato agli italiani i quali, pensando di essere circondati, si ritirarono o si arresero. Dopo la conquista del Mrzli, il reparto di Rommel, malgrado avesse alle spalle 56 ore di dura battaglia, trovò l’energia di partire di slancio contro il monte Matajur. L’avanguardia del distaccamento, dopo aver vinto la tenace resistenza opposta dagli italiani sulle quote 1461 e 1424, raggiunse la cima della montagna alle ore 11,40 del 26 ottobre 1917. Tre razzi verdi ed uno bianco annunciarono la caduta dell'importante baluardo dello schieramento italiano. Alle 12,l5 arrivò per Rommel ed i suoi l'ordine si scendere a Masseris e di raggiungere il comando del Württemberg che si era già messo in marcia con itinerario Masseris-Pechinie-Brischis. L’avanzata in territorio Italiano non era ancora terminata. BIBLIOGRAFIA: MARCO RECH, Da Caporetto al Grappa, Erwin Rommel e il Battaglione da Montagna del Wurttemberg sul fronte Italiano nella Grande Guerra, Gino Rossato Rditore,1998, Novale (VI). ERWIN ROMMELL, Fanterie all’attacco a Caporetto, ottobre 1917, LEG, 2013, Gorizia. 6 A est di quota 1192 una compagnia italiana, seppur circondata, continuò ugualmente a combattere. Questa capitolò soltanto alle 9,30, dopo un’ora di dura lotta contro due compagnie del distaccamento Rommel. Anche la dorsale che porta a quota 1110 dovette essere rastrellata da un’altra compagnia Württemberg. MARCO RECH, Da Caporetto al Grappa, Erwin Rommel e il Battaglione da Montagna del Wurttemberg sul fronte Italiano nella Grande Guerra, Gino Rossato Rditore,1998, Novale (VI) p. 65. 3
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