ergonomia ai videoterminali - Istituto di Istruzione Superiore Leon

Videoterminali
uso corretto ed ergonomia
Prof.ssa Luisa Raggi
introduzione
Il videoterminale (VDT) è ormai entrato a far
parte degli strumenti comunemente usati sul
posto di lavoro. Numerose attività professionali
non potrebbero addirittura esistere senza l’ausilio
di un’unità video. È evidente che l’uso del
computer ha rivoluzionato il mondo del lavoro e
anche del tempo libero.
normativa
UNI ENV 26385 che si applica al progetto di
1) spazio e attrezzature di lavoro
2) ambiente di lavoro
3) processo di lavoro
UNI 10120: definizione e metodologia di rilevazione
delle variabili antropometriche essenziali per una
progettazione ergonomica
UNI 7367, 7368, 7498, 9095, 9716: mobili per
uffici (vedi anche VDT)
normativa
•
•
•
•
ISO 7730: confort termico
ISO 10075: carico di lavoro mentale
ISO/CD 11226: valutazione delle posture di lavoro
ISO/CD 11228: movimentazione manuale dei
carichi
• ISO 5970: sedie e tavoli per scuole
normativa
• Il lavoro al VDT è regolato dal D.Lgs 81/08
artt. 172-179
• I requisiti minimi di una postazione munita di
VDT è l’allegato XXXIV
normativa
•
Titolo VII
ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI
Capo I
DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 172. Campo di applicazione
Art. 173. Definizioni
Capo II
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO, DEI DIRIGENTI E DEI PREPOSTI
Art. 174. Obblighi del datore di lavoro
Art. 175. Svolgimento quotidiano del lavoro
Art. 176. Sorveglianza sanitaria
Art. 177. Informazione e formazione (il presente corso)
Capo III
SANZIONI
Art. 178. Sanzioni a carico del datore di lavoro e del dirigente
Art. 179. Sanzioni a carico del preposto
normativa
La normativa che tutela la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro stabilisce anche
delle regole che riguardano l'uso delle attrezzature con videoterminali (VDT). In virtù di
questa regolamentazione, tutti i lavoratori che utilizzano un videoterminale sono
soggetti al rispetto delle norme in essa contenute, escludendo però dalla categoria dei
VDT, le calcolatrici, i registratori di cassa e gli strumenti informatici installati sui mezzi
di trasporto.
Rientrano nel campo di applicazione del D.Lgs. 81/2008 anche i computer portatili, per
i quali è previsto che un utilizzo prolungato di questi, implichi che il datore di lavoro
debba dotare l'apparecchiatura informatica di una tastiera esterna, di un mouse e di un
supporto sul quale collocare lo schermo.
normativa
Volendo specificare cosa si intende per "videoterminale", l'art. 173 del decreto in
oggetto afferma che si tratta di uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal
tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato. Lo stesso articolo definisce
lavoratore, colui che all'interno dell'azienda utilizza un'attrezzatura munita di
videoterminali, in modo sistematico o abituale, per 20 ore settimanali senza contare le
interruzioni e le pause giornaliere.
In merito alla disciplina che regola l'uso di queste attrezzature, il datore di lavoro deve
compiere un'analisi dei posti di lavoro nello stesso tempo in cui esegue la valutazione
dei rischi, per rilevare:
i rischi per la vista e per gli occhi
i problemi legati alla postura e all'affaticamento fisico o mentale
le condizioni ergonomiche e di igiene ambientale
Successivamente dispone le misure idonee ad eliminare o ridurre questi rischi,
tenendo conto della somma ovvero della combinazione della incidenza dei rischi
riscontrati.
il lavoro al vdt
Molto spesso si parla «lavoro al VDT» in termini molto generici, intendendo anche
tutte le problematiche ad esso connesse. La vita pratica, invece, ci insegna che le
attività svolte davanti allo schermo possono essere molto diverse tra di loro. I
videoterminali non si trovano solo negli uffici, nelle scuole, ma anche nelle cabine di
pilotaggio degli aerei, sul quadro comandi di una locomotiva o come componente
della strumentazione di una macchina utensile.
In linea di massima le attività al VDT possono essere suddivise nel seguente modo:
● attività svolte prevalentemente davanti allo schermo (dialogo con il PC)
● attività svolte prevalentemente con testi (data entry)
● attività miste
● uso sporadico dello schermo
L’ergonomia
La parola ergonomia deriva dal greco ergo, che significa lavoro, e nomos che significa
legge, regolamento. Fu usata per la prima volta da Wojcieck Jastrzebowski in un
quotidiano polacco del 1857. All’inizio del ventesimo secolo l’enfasi per l’ergonomia fu
concentrata sullo sforzo di adattare la gente al proprio posto di lavoro, con lo sviluppo
di ricerche finalizzate a selezionare, classificare e preparare lavoratori che fossero
adatti al lavoro da svolgere. Questi sforzi si dimostrarono ben presto inutili e si
comprese che la finalità dell’ergonomia doveva essere quella di adattare il posto di
lavoro o comunque le esigenze lavorative alle esigenze del lavoratore. Così negli anni
’50, con lo sviluppo industriale incominciò a svilupparsi la moderna scienza
dell’ergonomia, il cui fine è quello del benessere del lavoratore, creando un posto di
lavoro sicuro e confortevole, così da consentire ai lavoratori stessi di raggiungere la
massima produttività possibile.
L’ergonomia rappresenta quindi la scienza che studia le performance lavorative degli
individui ed il loro benessere, in relazione alle finalità della propria attività, alle
attrezzature di lavoro ed all’ambiente di lavoro. Questo si traduce in pratica nella
progettazione di prodotti e/o processi che utilizzino le capacità di un individuo, tenendo
conto delle sue esigenze.
L’ergonomia
Da cosa nasce il nuovo obbligo di organizzare il lavoro secondo principi ergonomici?
• declino delle malattie da lavoro un tempo più frequenti (silicosi,
asbestosi, saturnismo)
• costante aumento delle malattie occupazionali che colpiscono il
sistema neuro-muscolare e scheletrico (sindrome del tunnel
carpale, tendiniti, cervico-brachialgie, mal di schiena, bruciore agli
occhi, lacrimazione, …)
Tra gli obblighi del datore di lavoro (art. 174 del Testo Unico), c’è la valutazione del
rischio VDT con particolare riferimento ai rischi per la vista e per gli occhi, ai
problemi legati alla postura e all’affaticamento visivo e mentale, alle condizioni
ergonomiche e di igiene ambientale.
L’ergonomia
Il rispetto dei principi ergonomici si può attuare intervenendo su
tre livelli:
• concezione (progettazione) dei posti di lavoro
• scelta delle attrezzature
• definizione dei metodi di lavoro e produzione
L’ergonomia
ricapitolando:
viene considerato videoterminalista il lavoratore addetto al VDT
per oltre 20 ore settimanali.
Tale riconoscimento implica mettere a norma:
postazione lavorativa
illuminazione
pause e organizzazione del lavoro
sorveglianza sanitaria
L’ergonomia
Allegato XXXIV
Prescrizioni minime per posti di lavoro
muniti di videoterminale
L’ergonomia
La normativa fornisce specifiche indicazioni in merito:
• al posto di lavoro, che:
- deve essere ben dimensionato, illuminato e allestito, in modo che vi sia spazio
sufficiente per permettere cambiamenti di posizione e di movimenti operativi;
• al piano di lavoro, che:
- deve avere una superficie poco riflettente,
- deve essere di dimensione sufficiente a permettere una disposizione flessibile dello
schermo, della tastiera, dei documenti e del materiale accessorio
• al supporto per i documenti, che :
- deve essere stabile e regolabile
- deve essere collocato in modo tale da ridurre al massimo i movimenti fastidiosi
della testa e degli occhi
• allo spazio di lavoro, che:
- deve essere sufficiente e permettere ai lavoratori una posizione comoda
• al sedile di lavoro, che:
- deve essere stabile
- deve permettere all’utilizzatore una certa libertà di movimento ed una posizione
comoda
- deve essere del tipo ed avere dimensioni adatti alla persona che lo deve utilizzare
- deve avere altezza regolabile e schienale regolabile in altezza ed inclinazione
• al poggiapiedi che sarà messo a disposizione di coloro che lo desiderano
La postazione
La postazione
In generale la prevenzione dei disturbi,
collegabili alla postura, si ottiene:
Assumendo una postura
corretta di fronte al video, con
piedi ben poggiati al pavimento e
schiena appoggiata allo schienale
della sedia nel
tratto lombare, regolando allo scopo
l’altezza della sedia e l’inclinazione
dello schienale;
La postazione
In generale la prevenzione dei disturbi,
collegabili alla postura, si ottiene:
Assumendo una postura
corretta di fronte al video, con
piedi ben poggiati al pavimento e
schiena appoggiata allo schienale
della sedia nel
tratto lombare, regolando allo scopo
l’altezza della sedia e l’inclinazione
dello schienale;
Posizionando lo schermo del video
di fronte, in maniera che, anche agendo
su eventuali meccanismi di
regolazione, lo spigolo superiore dello
schermo sia posto un pò più in basso
dell’orizzontale, che passa per gli occhi
dell’operatore e ad una distanza dagli
occhi pari a circa 50 ÷ 70 cm;
La postazione
In generale la prevenzione dei disturbi,
collegabili alla postura, si ottiene:
Assumendo una postura
corretta di fronte al video, con
piedi ben poggiati al pavimento e
schiena appoggiata allo schienale
della sedia nel
tratto lombare, regolando allo scopo
l’altezza della sedia e l’inclinazione
dello schienale;
Posizionando lo schermo del video
di fronte, in maniera che, anche agendo
su eventuali meccanismi di
regolazione, lo spigolo superiore dello
schermo sia posto un pò più in basso
dell’orizzontale, che passa per gli occhi
dell’operatore e ad una distanza dagli
occhi pari a circa 50 ÷ 70 cm;
Disponendo la tastiera davanti allo
schermo, salvo che lo schermo non sia
utilizzato in maniera saltuaria;
La postazione
Disponendo il mouse od eventuali
altri dispositivi di uso frequente sullo
stesso piano della tastiera ed in modo
che siano facilmente raggiungibili;
La postazione
Disponendo il mouse od eventuali
altri dispositivi di uso frequente sullo
stesso piano della tastiera ed in modo
che siano facilmente raggiungibili;
Eseguendo la digitazione e
utilizzando il mouse, in modo da
evitare irrigidimenti inutili delle dita e
del polso, cercando di tenere gli
avambracci appoggiati sul piano di
lavoro, in modo da alleggerire la
tensione dei muscoli del collo e delle
spalle
La postazione
Disponendo il mouse od eventuali
altri dispositivi di uso frequente sullo
stesso piano della tastiera ed in modo
che siano facilmente raggiungibili;
Eseguendo la digitazione e
utilizzando il mouse, in modo da
evitare irrigidimenti inutili delle dita e
del polso, cercando di tenere gli
avambracci appoggiati sul piano di
lavoro, in modo da alleggerire la
tensione dei muscoli del collo e delle
spalle
Evitando, per quanto possibile,
posizioni di lavoro fisse per tempi
prolungati. Nel caso ciò fosse
inevitabile, sarà necessario sgranchirsi
spesso (collo, schiena, arti superiori ed
inferiori).
Si ritiene utile dare qualche consiglio anche sull’uso del mouse e degli altri dispositivi di
immissione dati ormai di uso comune in tutte le attività con i VDT e che possono contribuire
notevolmente, se non utilizzati correttamente, a causare disagi nell’operatore.
♦ Mentre si usa il mouse o un altro dispositivo di immissione dati sarà opportuno tenere la mano, il
polso e l’avambraccio in posizione neutra, rispetto alla tastiera;
♦ Quando si usa uno stilo o una penna ottica con tavoletta grafica, è importante non impugnare lo
stilo con forza. La mano e le dita devono essere rilassate e la mano, il polso e l’avambraccio
devono essere tenuti in posizione neutra;
♦ Il mouse deve essere tenuto delicatamente appoggiandovi sopra le dita. La mano deve essere
tenuta rilassata e le dita distese. Il mouse non deve essere impugnato con forza;
♦ È importante posizionare i dispositivi di immissione dati (mouse, trackball, stilo, tavoletta grafica,
etc.) il più vicino possibile alla tastiera e tenerli al suo stesso livello, in modo da non doversi
allungare per usarli;
♦ Il tappetino per il mouse deve essere di buona qualità, così da consentire il funzionamento
ottimale del mouse e da ridurre al minimo i movimenti inutili della mano e del polso.
Altri dispositivi oggi largamente usati sono le cuffie e gli altoparlanti. In questo caso è
molto importante tenere presente le seguenti buone norme di utilizzo:
♦ l’ascolto prolungato ad alto volume può causare danni permanenti all’udito. Per evitare disturbi
causati da rumori forti ed inattesi, è buona norma abbassare sempre il volume prima di collegare le
cuffie o gli altoparlanti al VDT;
♦ se si usano le cuffie è buona norma aumentare gradualmente il volume, fino a trovare quello
ideale per l’ascolto.
I Computer Portatili
Uso corretto dei computer portatili
In generale, l’uso dei computer portatili comporta maggiori difficoltà nel mantenere una
posizione ergonomica. Pertanto non dovrebbero essere utilizzati nel luogo di lavoro se non
per brevi periodi. Il D.Lgs.81/08 regolamenta anche l’uso prolungato del computer portatile.
In particolare al punto 1 lettera f) dell’allegato XXXIV è previsto che:
“L’impiego prolungato del computer portatile necessita della fornitura di una tastiera e di un
mouse o altro dispositivo di puntamento esterni nonché di un idoneo supporto che consenta
il posizionamento dello schermo”.
Vista la larga diffusione di tali dispositivi si ritiene importante fornire alcuni consigli utili:
• non posizionare il computer portatile direttamente sulle gambe, ma tenerlo un po’ più in alto
anche usando un idoneo piano di appoggio;
• se il sedile è troppo basso rispetto al piano di lavoro, sopraelevarlo con cuscini;
• se necessario, creare un poggiapiedi con un oggetto di dimensioni opportune;
• creare adeguati sostegni per le braccia quando si lavora sul divano o sul letto;
• regolare l’inclinazione, la luminosità ed il contrasto sullo schermo in modo ottimale;
• cambiare spesso posizione facendo pause molto frequenti;
• evitare di piegare la schiena in avanti;
• mantenere gli avambracci, i polsi e le mani allineati durante l’uso di mouse e tastiera, evitando di
piegare o angolare i polsi;
• quando si prevede di dover effettuare un lavoro prolungato è bene munirsi e fare uso di
tastiera/monitor e mouse separati rispetto al computer portatile.
Tutti pazzi per i tablet: sono l'oggetto del desiderio di oggi, forse ancora più
degli smartphone. Ma per colpa di posizioni scorrette potrebbero provocare
dolori a collo e spalle. Potevano mancare allora le raccomandazioni d'uso
con il «bollino» della scienza? Ecco quindi uno studio dell'università di
Harvard, accessibile a tutti sul sito web della rivista «Work: a Journal of
Prevention, Assessment and Rehabilitation», che dà le prime indicazioni per
prevenire il «mal di tablet».
I Tablet
Il corretto uso dei tablet
L’illuminazione
L’illuminazione dell’ambiente di lavoro, sia essa naturale o artificiale, influenza con la
sua qualità e quantità lo stato di salute degli occupanti l’ambiente, la prestazione visiva
e la sicurezza sul lavoro. Il sistema di illuminazione, nel suo complesso, deve essere
progettato in modo da fornire le prestazioni desiderate, in funzione delle attività che si
svolgono nel locale ed in armonia con il locale stesso. Ciò significa prevedere una
favorevole distribuzione delle luminanze e dei contrasti nell’ambiente, tenendo inoltre in
dovuto conto l’illuminazione sui piani orizzontali e verticali ed i loro rispettivi rapporti.
Un posto di lavoro con il VDT interessa in genere tre compiti visivi:
• lettura di testi sullo schermo
• ricerca di lettere e/o simboli sulla tastiera
• lettura di testi accanto allo schermo o alla tastiera
E pertanto le condizioni di illuminamento ambientale devono prendere in
considerazione le caratteristiche richieste perché schermo, tastiera e testo scritto
consentano una corretta prestazione visiva.
L’illuminazione
Per evitare abbagliamenti a volte bastano delle semplici operazioni di corretto
posizionamento del monitor:
- porre il monitor perpendicolarmente alle finestre e fra due impianti di illuminazione
artificiale; se possibile deve esserci un corridoio fra le finestre e la workstation;
- non porre il monitor direttamente sotto una mensola, che ha sopra una lampada;
- regolare l’altezza e l’angolazione del monitor, così da evitare abbagliamenti da
impianti di illuminazione al soffitto;
-realizzare l’illuminazione della stanza con lampade provviste di schermi ed esenti da
sfarfallio, poste in modo che siano al di fuori del campo visivo degli operatori; in caso di
lampade al soffitto non schermate, la linea tra l’occhio e la lampada deve formare con
l’orizzonte un angolo non inferiore a 60°
I riflessi possono essere ridotti:
- minimizzando la quantità di superficie bianca intorno, fra cui anche quella della carta;
- usando scrivanie il cui piano sia di materiale opaco;
- regolando la quantità di luce generale nell’ambiente, eventualmente supplendo, se
necessario, con idonei sistemi di illuminazione localizzata;
- indossando abiti di colore scuro, piuttosto che bianchi o di colori chiari.
L’illuminazione
Nella figura viene riportato un esempio di disposizione corretta di un posto di lavoro con
il VDT, tenendo conto sia dell’illuminazione naturale (finestre), sia di quella artificiale. In
particolare le lampade consigliate per l’illuminazione di un posto di lavoro con VDT,
sono quelle “bianche a tonalità calda”, che emanano una luce tendente al giallo,
montate a soffitto con paraluce a lamelle antiabbagliamento, in file parallele allo
sguardo dell’operatore , ma non sopra la sua testa.
Pause
La tutela del lavoratore che utilizza videoterminali viene ulteriormente rafforzata dalla norma
che stabilisce il diritto ad usufruire di una interruzione della sua attività attraverso delle pause
o cambiamento di attività.
Normalmente i contratti di lavoro contengono delle disposizioni che riguardano le modalità di
effettuazione delle pause, le quali devono consistere in almeno 15 minuti ogni 2 ore
trascorse di fronte ad un videoterminale. I lavoratori non possono rinunciare ad esse e non
possono essere cumulate e poi godute alla fine della giornata lavorativa.
Se poi il lavoratore presenta delle patologie particolari all'apparato visivo accertate dal
medico competente, potrà stabilire con l'azienda tempi di interruzione diversi oppure
concordare di effettuare una "pausa attiva", cioè lo svolgimento di un'altra attività lavorativa
senza l'impiego di VDT, senza il movimento continuo delle braccia e delle mani, e senza
l'assunzione di una postura uguale a quella tenuta lavorando ad un videoterminale.
La legge prevede inoltre che un lavoratore addetto ai VDT debba essere sottoposto a visita
medica di controllo ogni 2 anni se presenta delle limitazioni o se ha un'età superiore ai 50
anni, invece ogni 5 anni in condizioni di normalità visiva o con età inferiore ai 50 anni. Il
lavoratore può anche richiedere personalmente di essere sottoposto a visita di controllo,
qualora lo ritenga opportuno.
Il WIFI è pericoloso?
Il wireless appartiene alla categoria di tecnologie che contribuiscono all'inquinamento
elettromagnetico. Per molti potrebbe addirittura costituire un serio pericolo per la salute
dell'essere umano.
L'elettrosmog è un fenomeno che va esaminato con attenzione e valutato differentemente in
base
al
dispositivo
tecnologico
che
può
alimentarlo.
Sotto accusa, dopo i telefonini, è ora anche lo standard di comunicazione per reti senza fili
IEEE 802.11, il quale viene considerato pericoloso per il campo elettromagnetico che
produce.
In molti Paesi tra cui l'Italia, si è scatenata una lotta contro il Wi-Fi per via di servizi televisivi
che ne hanno denunciato una presunta pericolosità. Il fenomeno oltre ad essere stato
strumentalizzato dalla TV con la conseguenza di creare forti allarmismi, è stato preso di mira
anche dal web, che ha diffuso notizie sconvolgenti senza alcuna base scientifica.
In realtà occorre capire se questa tecnologia sia davvero pericolosa oppure se l'allarme Wi-Fi
non sia altro che il frutto di una campagna di scorretta comunicazione da parte dei media e di
ignoranza riguardo i fenomeni fisici che caratterizzano questo standard di comunicazione.
Il WIFI è pericoloso?
I dati trasmessi dal Wi-Fi e dagli altri sistemi WLAN viaggiano nell'aria attraverso onde elettromagnetiche
che provocano la variazione del campo elettrico e del campo magnetico nell'area circostante.
A seconda del valore della frequenza, i campi elettromagnetici possono essere suddivisi in tre tipologie:
1) le frequenze basse comprese tra 0 e 100KHz
2) le frequenze medie comprese tra i 100 KHz e 10 MHz
3) le frequenze alte oltre i 10 MHz.
La distinzione non è fatta solo in base al valore della frequenza ma anche tenendo conto delle
caratteristiche fisiche di ogni banda e degli effetti che questi fenomeni fisici possono determinare.
Le frequenze più dannose per l'uomo, sono quelle appartenenti al primo gruppo, in quanto quando un
individuo viene a contatto con un campo elettromagnetico a bassa frequenza, si genera un'interazione che
può determinare alterazioni all'interno dell'organismo. Questo effetto può essere indifferente se il sistema di
autodifesa dell'organismo è in grado di ripristinare lo stato precedente alle alterazioni.
Questa interazione non avviene nei campi elettromagnetici ad alta frequenza che causano, invece, il
surriscaldamento dei tessuti biologici.
Il campo elettromagnetico prodotto dalla rete Wi-Fi rientra nel gruppo dei campi elettromagnetici ad alta
frequenza e, proprio per questo, è da considerarsi innocuo.
Attualmente, gli studi dell' Organizzazione Mondiale della Sanità escludono che il Wi-Fi possa nuocere alla
salute.
Il fatto che la frequenza di lavoro del Wi-Fi sia pari a quella del microonde, ha destato molta
preoccupazione; è fondamentale sapere, però, che la potenza del segnale emesso dalle reti wireless è
straordinariamente inferiore, e che il wi-fi, così come ogni altro dispositivo elettronico, deve rispettare dei
limiti massimi per quanto riguarda l'emissione delle onde elettromagnetica previsti dalle normative che
tutelano la salute per l'uomo e per l'ambiente.
Sorveglianza sanitaria
Problemi legati all’affaticamento fisico e/o mentale possono
essere generati da fattori di stress e la presenza di disturbi fra
addetti ai videoterminali collegabili a questi fattori è stata
largamente discussa e studiata.
Molti aspetti delle condizioni di lavoro possono portare a disordini
correlabili allo stress, sia nelle attività con vdt che in quelle senza.
Comunque l'organizzazione di alcuni tipi di attività che utilizzano il
videoterminale possono portare alla prevalenza di alcuni tipi di
questi fattori di stress, come ad esempio la monotona funzione
del data-entry con un alto carico di lavoro. Alcuni specifici fattori di
stress sono presenti solo nel lavoro con il VDT, come tempi lunghi
di risposta dell'apparato, il malfunzionamento del sistema e la non
corretta progettazione dei sistemi di interazione uomo-computer.
Sorveglianza sanitaria
Utili indicazioni per evitare i disturbi da affaticamento mentale, potrebbero essere le
seguenti:
Seguire le indicazioni e la formazione ricevute per l’uso dei programmi e delle
procedure informatiche
Disporre di tempo sufficiente per acquisire le necessarie competenze ed abilità
Rispettare la corretta distribuzione delle pause
Utilizzare software per i quali si è ricevuta l’informazione necessaria,
Il conoscere poi il contesto finale in cui il risultato del proprio lavoro al videoterminale
va a collocarsi è un elemento utile per l’attenuazione di uno dei possibili fattori di
affaticamento mentale.
Ergonomia nella scuola
A livello Internazionale, le regole che stabiliscono come debba
essere la "postazione di lavoro" sono contenute nella normativa
ISO 5970. L'Italia ha recepito con la UNI 7713 la norma
internazionale ISO 5970.
Tale norma stabilisce le misure funzionali fondamentali per
sedie e tavoli negli istituti d'istruzione. L'altezza del banco e
quella della sedia dovrebbero essere proporzionali alla statura
dello scolaro, per questo motivo la norma ISO ha individuato sette
dimensioni diverse delle sedie e dei banchi.
UNI 7713
Schema riassuntivo della UNI 7713, con le sette diverse classi di rapporto tra dati
auxologici dello studente e dimensioni dei banchi scolastici
classe
Statura di
riferimento
in cm.
Classe di
statura in
cm.
1
2
3
4
5
6
7
105
120
135
150
165
180
195
Fino
a
112
Da
Da
Da
Da
Da
Oltre
112
127
142
157
172
187
a 127 a 142 a 157 a 172 a 187
Altezza
banchi
46
cm
52
cm
58
cm
64
cm
70
cm
76
cm
82
cm
Altezza
sedie
26
cm
30
cm
34
cm
38
cm
42
cm
46
cm
50
cm
L’ergonomia nella scuola UNI 7713
A) I piedi devono poggiare completamente sul pavimento.
B) Tra il femore e la parte inferiore del tavolo deve esserci spazio
sufficiente ed un movimento non impedito.
C) Nella parte anteriore del sedile non deve esserci pressione tra
la superficie di seduta ed il femore.
D) L'altezza del tavolo deve essere scelta in maniera tale che il
gomito sia all'incirca sullo stesso livello del bordo anteriore del
piano del tavolo, allorché gli omeri pendano verticalmente.
E) Lo schienale deve sostenere in maniera stabile la schiena nella
zona dei fianchi e sotto le scapole
F) Tra la parte posteriore delle gambe ed il bordo anteriore del
sedile deve esserci uno spazio libero.
G) Tra il sostegno dei lombi ed il sedile deve esserci uno spazio
libero adeguato per assicurare il libero movimento in posizione
seduta.
Normativa: le sanzioni artt. 178-179
Art. 178. Sanzioni a carico del datore di lavoro e del dirigente
Il datore di lavoro ed il dirigente sono puniti:
a) con l'arresto da tre a sei mesi o con l'ammenda da euro
2.000 fino ad euro 10.000 per la violazione dell'articolo 174,
comma 2 e 3, 175, 176, commi 1, 3, 5, 177, comma 1,
lettera b);
b) con l'arresto da due a quattro mesi o con l'ammenda da
euro 1.000 a euro 4.500 per la violazione dell'articolo 177,
comma 1, lettera a).
Art. 179. Sanzioni a carico del preposto
1. Il preposto e' punito nei limiti dell'attivita' alla quale e' tenuto
in osservanza degli obblighi generali di cui all'articolo 19:
a) con l'arresto fino a due mesi o con l'ammenda da euro 400
ad euro 1.200 per la violazione dell'articolo 174, comma 2 e
3, 175;
b) con l'arresto fino ad un mese o con l'ammenda da euro 150
ad euro 600 per la violazione dell'articolo 174, comma 1,
lettera a).
Conclusioni ….
Si può affermare con molta serenità che nell’ambito delle attività d’ufficio, del settore
della ricerca, dello studio e della formazione che prevedono l’impiego di unità
videoterminali, le situazioni lavorative che si incontrano sono generalmente molto
controllate e difficilmente estreme. I posti di lavoro rispettano il più delle volte le
esigenze specifiche di ogni singolo utente, che a volte per problemi propri di comodità e
di impostazione del lavoro, preferisce posizionare e sistemare il proprio posto di lavoro
in un modo piuttosto che in un altro. In generale comunque le apparecchiature e le
attrezzature, che vengono messe a disposizione degli utilizzatori, sono quasi sempre
delle ultime generazioni e quindi, rispondenti ai criteri sempre più avanzati della
tecnologia.
Conclusioni ….
Si può affermare con molta serenità che nell’ambito delle attività d’ufficio, del settore
della ricerca, dello studio e della formazione che prevedono l’impiego di unità
videoterminali, le situazioni lavorative che si incontrano sono generalmente molto
controllate e difficilmente estreme. I posti di lavoro rispettano il più delle volte le
esigenze specifiche di ogni singolo utente, che a volte per problemi propri di comodità e
di impostazione del lavoro, preferisce posizionare e sistemare il proprio posto di lavoro
in un modo piuttosto che in un altro. In generale comunque le apparecchiature e le
attrezzature, che vengono messe a disposizione degli utilizzatori, sono quasi sempre
delle ultime generazioni e quindi, rispondenti ai criteri sempre più avanzati della
tecnologia.
Agli studenti va ricordato che il corretto approccio alle postazioni informatiche va
assimilato fin dall’inizio del loro percorso scolastico, al fine di garantire lo sviluppo psicofisico in armonia con le stesse. Ciò determinerà l’acquisizione di automatismi
comportamentali in grado di minimizzare le patologie e le complicanze qui descritte.
Conclusioni ….
Si può affermare con molta serenità che nell’ambito delle attività d’ufficio, del settore
della ricerca, dello studio e della formazione che prevedono l’impiego di unità
videoterminali, le situazioni lavorative che si incontrano sono generalmente molto
controllate e difficilmente estreme. I posti di lavoro rispettano il più delle volte le
esigenze specifiche di ogni singolo utente, che a volte per problemi propri di comodità e
di impostazione del lavoro, preferisce posizionare e sistemare il proprio posto di lavoro
in un modo piuttosto che in un altro. In generale comunque le apparecchiature e le
attrezzature, che vengono messe a disposizione degli utilizzatori, sono quasi sempre
delle ultime generazioni e quindi, rispondenti ai criteri sempre più avanzati della
tecnologia.
Agli studenti va ricordato che il corretto approccio alle postazioni informatiche va
assimilato fin dall’inizio del loro percorso scolastico, al fine di garantire lo sviluppo psicofisico in armonia con le stesse. Ciò determinerà l’acquisizione di automatismi
comportamentali in grado di minimizzare le patologie e le complicanze qui descritte.
La tecnologia serve per migliorare il mondo che ci circonda, ma, come le
medicine, va assunta nelle giuste dosi e con le corrette modalità, senza
abusarne.
Videoterminali
uso corretto ed ergonomia
Arrivederci e buon lavoro
Prof.ssa Luisa Raggi