Videoterminali uso corretto ed ergonomia Prof.ssa Luisa Raggi introduzione Il videoterminale (VDT) è ormai entrato a far parte degli strumenti comunemente usati sul posto di lavoro. Numerose attività professionali non potrebbero addirittura esistere senza l’ausilio di un’unità video. È evidente che l’uso del computer ha rivoluzionato il mondo del lavoro e anche del tempo libero. normativa UNI ENV 26385 che si applica al progetto di 1) spazio e attrezzature di lavoro 2) ambiente di lavoro 3) processo di lavoro UNI 10120: definizione e metodologia di rilevazione delle variabili antropometriche essenziali per una progettazione ergonomica UNI 7367, 7368, 7498, 9095, 9716: mobili per uffici (vedi anche VDT) normativa • • • • ISO 7730: confort termico ISO 10075: carico di lavoro mentale ISO/CD 11226: valutazione delle posture di lavoro ISO/CD 11228: movimentazione manuale dei carichi • ISO 5970: sedie e tavoli per scuole normativa • Il lavoro al VDT è regolato dal D.Lgs 81/08 artt. 172-179 • I requisiti minimi di una postazione munita di VDT è l’allegato XXXIV normativa • Titolo VII ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI Capo I DISPOSIZIONI GENERALI Art. 172. Campo di applicazione Art. 173. Definizioni Capo II OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO, DEI DIRIGENTI E DEI PREPOSTI Art. 174. Obblighi del datore di lavoro Art. 175. Svolgimento quotidiano del lavoro Art. 176. Sorveglianza sanitaria Art. 177. Informazione e formazione (il presente corso) Capo III SANZIONI Art. 178. Sanzioni a carico del datore di lavoro e del dirigente Art. 179. Sanzioni a carico del preposto normativa La normativa che tutela la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro stabilisce anche delle regole che riguardano l'uso delle attrezzature con videoterminali (VDT). In virtù di questa regolamentazione, tutti i lavoratori che utilizzano un videoterminale sono soggetti al rispetto delle norme in essa contenute, escludendo però dalla categoria dei VDT, le calcolatrici, i registratori di cassa e gli strumenti informatici installati sui mezzi di trasporto. Rientrano nel campo di applicazione del D.Lgs. 81/2008 anche i computer portatili, per i quali è previsto che un utilizzo prolungato di questi, implichi che il datore di lavoro debba dotare l'apparecchiatura informatica di una tastiera esterna, di un mouse e di un supporto sul quale collocare lo schermo. normativa Volendo specificare cosa si intende per "videoterminale", l'art. 173 del decreto in oggetto afferma che si tratta di uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato. Lo stesso articolo definisce lavoratore, colui che all'interno dell'azienda utilizza un'attrezzatura munita di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per 20 ore settimanali senza contare le interruzioni e le pause giornaliere. In merito alla disciplina che regola l'uso di queste attrezzature, il datore di lavoro deve compiere un'analisi dei posti di lavoro nello stesso tempo in cui esegue la valutazione dei rischi, per rilevare: i rischi per la vista e per gli occhi i problemi legati alla postura e all'affaticamento fisico o mentale le condizioni ergonomiche e di igiene ambientale Successivamente dispone le misure idonee ad eliminare o ridurre questi rischi, tenendo conto della somma ovvero della combinazione della incidenza dei rischi riscontrati. il lavoro al vdt Molto spesso si parla «lavoro al VDT» in termini molto generici, intendendo anche tutte le problematiche ad esso connesse. La vita pratica, invece, ci insegna che le attività svolte davanti allo schermo possono essere molto diverse tra di loro. I videoterminali non si trovano solo negli uffici, nelle scuole, ma anche nelle cabine di pilotaggio degli aerei, sul quadro comandi di una locomotiva o come componente della strumentazione di una macchina utensile. In linea di massima le attività al VDT possono essere suddivise nel seguente modo: ● attività svolte prevalentemente davanti allo schermo (dialogo con il PC) ● attività svolte prevalentemente con testi (data entry) ● attività miste ● uso sporadico dello schermo L’ergonomia La parola ergonomia deriva dal greco ergo, che significa lavoro, e nomos che significa legge, regolamento. Fu usata per la prima volta da Wojcieck Jastrzebowski in un quotidiano polacco del 1857. All’inizio del ventesimo secolo l’enfasi per l’ergonomia fu concentrata sullo sforzo di adattare la gente al proprio posto di lavoro, con lo sviluppo di ricerche finalizzate a selezionare, classificare e preparare lavoratori che fossero adatti al lavoro da svolgere. Questi sforzi si dimostrarono ben presto inutili e si comprese che la finalità dell’ergonomia doveva essere quella di adattare il posto di lavoro o comunque le esigenze lavorative alle esigenze del lavoratore. Così negli anni ’50, con lo sviluppo industriale incominciò a svilupparsi la moderna scienza dell’ergonomia, il cui fine è quello del benessere del lavoratore, creando un posto di lavoro sicuro e confortevole, così da consentire ai lavoratori stessi di raggiungere la massima produttività possibile. L’ergonomia rappresenta quindi la scienza che studia le performance lavorative degli individui ed il loro benessere, in relazione alle finalità della propria attività, alle attrezzature di lavoro ed all’ambiente di lavoro. Questo si traduce in pratica nella progettazione di prodotti e/o processi che utilizzino le capacità di un individuo, tenendo conto delle sue esigenze. L’ergonomia Da cosa nasce il nuovo obbligo di organizzare il lavoro secondo principi ergonomici? • declino delle malattie da lavoro un tempo più frequenti (silicosi, asbestosi, saturnismo) • costante aumento delle malattie occupazionali che colpiscono il sistema neuro-muscolare e scheletrico (sindrome del tunnel carpale, tendiniti, cervico-brachialgie, mal di schiena, bruciore agli occhi, lacrimazione, …) Tra gli obblighi del datore di lavoro (art. 174 del Testo Unico), c’è la valutazione del rischio VDT con particolare riferimento ai rischi per la vista e per gli occhi, ai problemi legati alla postura e all’affaticamento visivo e mentale, alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale. L’ergonomia Il rispetto dei principi ergonomici si può attuare intervenendo su tre livelli: • concezione (progettazione) dei posti di lavoro • scelta delle attrezzature • definizione dei metodi di lavoro e produzione L’ergonomia ricapitolando: viene considerato videoterminalista il lavoratore addetto al VDT per oltre 20 ore settimanali. Tale riconoscimento implica mettere a norma: postazione lavorativa illuminazione pause e organizzazione del lavoro sorveglianza sanitaria L’ergonomia Allegato XXXIV Prescrizioni minime per posti di lavoro muniti di videoterminale L’ergonomia La normativa fornisce specifiche indicazioni in merito: • al posto di lavoro, che: - deve essere ben dimensionato, illuminato e allestito, in modo che vi sia spazio sufficiente per permettere cambiamenti di posizione e di movimenti operativi; • al piano di lavoro, che: - deve avere una superficie poco riflettente, - deve essere di dimensione sufficiente a permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei documenti e del materiale accessorio • al supporto per i documenti, che : - deve essere stabile e regolabile - deve essere collocato in modo tale da ridurre al massimo i movimenti fastidiosi della testa e degli occhi • allo spazio di lavoro, che: - deve essere sufficiente e permettere ai lavoratori una posizione comoda • al sedile di lavoro, che: - deve essere stabile - deve permettere all’utilizzatore una certa libertà di movimento ed una posizione comoda - deve essere del tipo ed avere dimensioni adatti alla persona che lo deve utilizzare - deve avere altezza regolabile e schienale regolabile in altezza ed inclinazione • al poggiapiedi che sarà messo a disposizione di coloro che lo desiderano La postazione La postazione In generale la prevenzione dei disturbi, collegabili alla postura, si ottiene: Assumendo una postura corretta di fronte al video, con piedi ben poggiati al pavimento e schiena appoggiata allo schienale della sedia nel tratto lombare, regolando allo scopo l’altezza della sedia e l’inclinazione dello schienale; La postazione In generale la prevenzione dei disturbi, collegabili alla postura, si ottiene: Assumendo una postura corretta di fronte al video, con piedi ben poggiati al pavimento e schiena appoggiata allo schienale della sedia nel tratto lombare, regolando allo scopo l’altezza della sedia e l’inclinazione dello schienale; Posizionando lo schermo del video di fronte, in maniera che, anche agendo su eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un pò più in basso dell’orizzontale, che passa per gli occhi dell’operatore e ad una distanza dagli occhi pari a circa 50 ÷ 70 cm; La postazione In generale la prevenzione dei disturbi, collegabili alla postura, si ottiene: Assumendo una postura corretta di fronte al video, con piedi ben poggiati al pavimento e schiena appoggiata allo schienale della sedia nel tratto lombare, regolando allo scopo l’altezza della sedia e l’inclinazione dello schienale; Posizionando lo schermo del video di fronte, in maniera che, anche agendo su eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un pò più in basso dell’orizzontale, che passa per gli occhi dell’operatore e ad una distanza dagli occhi pari a circa 50 ÷ 70 cm; Disponendo la tastiera davanti allo schermo, salvo che lo schermo non sia utilizzato in maniera saltuaria; La postazione Disponendo il mouse od eventuali altri dispositivi di uso frequente sullo stesso piano della tastiera ed in modo che siano facilmente raggiungibili; La postazione Disponendo il mouse od eventuali altri dispositivi di uso frequente sullo stesso piano della tastiera ed in modo che siano facilmente raggiungibili; Eseguendo la digitazione e utilizzando il mouse, in modo da evitare irrigidimenti inutili delle dita e del polso, cercando di tenere gli avambracci appoggiati sul piano di lavoro, in modo da alleggerire la tensione dei muscoli del collo e delle spalle La postazione Disponendo il mouse od eventuali altri dispositivi di uso frequente sullo stesso piano della tastiera ed in modo che siano facilmente raggiungibili; Eseguendo la digitazione e utilizzando il mouse, in modo da evitare irrigidimenti inutili delle dita e del polso, cercando di tenere gli avambracci appoggiati sul piano di lavoro, in modo da alleggerire la tensione dei muscoli del collo e delle spalle Evitando, per quanto possibile, posizioni di lavoro fisse per tempi prolungati. Nel caso ciò fosse inevitabile, sarà necessario sgranchirsi spesso (collo, schiena, arti superiori ed inferiori). Si ritiene utile dare qualche consiglio anche sull’uso del mouse e degli altri dispositivi di immissione dati ormai di uso comune in tutte le attività con i VDT e che possono contribuire notevolmente, se non utilizzati correttamente, a causare disagi nell’operatore. ♦ Mentre si usa il mouse o un altro dispositivo di immissione dati sarà opportuno tenere la mano, il polso e l’avambraccio in posizione neutra, rispetto alla tastiera; ♦ Quando si usa uno stilo o una penna ottica con tavoletta grafica, è importante non impugnare lo stilo con forza. La mano e le dita devono essere rilassate e la mano, il polso e l’avambraccio devono essere tenuti in posizione neutra; ♦ Il mouse deve essere tenuto delicatamente appoggiandovi sopra le dita. La mano deve essere tenuta rilassata e le dita distese. Il mouse non deve essere impugnato con forza; ♦ È importante posizionare i dispositivi di immissione dati (mouse, trackball, stilo, tavoletta grafica, etc.) il più vicino possibile alla tastiera e tenerli al suo stesso livello, in modo da non doversi allungare per usarli; ♦ Il tappetino per il mouse deve essere di buona qualità, così da consentire il funzionamento ottimale del mouse e da ridurre al minimo i movimenti inutili della mano e del polso. Altri dispositivi oggi largamente usati sono le cuffie e gli altoparlanti. In questo caso è molto importante tenere presente le seguenti buone norme di utilizzo: ♦ l’ascolto prolungato ad alto volume può causare danni permanenti all’udito. Per evitare disturbi causati da rumori forti ed inattesi, è buona norma abbassare sempre il volume prima di collegare le cuffie o gli altoparlanti al VDT; ♦ se si usano le cuffie è buona norma aumentare gradualmente il volume, fino a trovare quello ideale per l’ascolto. I Computer Portatili Uso corretto dei computer portatili In generale, l’uso dei computer portatili comporta maggiori difficoltà nel mantenere una posizione ergonomica. Pertanto non dovrebbero essere utilizzati nel luogo di lavoro se non per brevi periodi. Il D.Lgs.81/08 regolamenta anche l’uso prolungato del computer portatile. In particolare al punto 1 lettera f) dell’allegato XXXIV è previsto che: “L’impiego prolungato del computer portatile necessita della fornitura di una tastiera e di un mouse o altro dispositivo di puntamento esterni nonché di un idoneo supporto che consenta il posizionamento dello schermo”. Vista la larga diffusione di tali dispositivi si ritiene importante fornire alcuni consigli utili: • non posizionare il computer portatile direttamente sulle gambe, ma tenerlo un po’ più in alto anche usando un idoneo piano di appoggio; • se il sedile è troppo basso rispetto al piano di lavoro, sopraelevarlo con cuscini; • se necessario, creare un poggiapiedi con un oggetto di dimensioni opportune; • creare adeguati sostegni per le braccia quando si lavora sul divano o sul letto; • regolare l’inclinazione, la luminosità ed il contrasto sullo schermo in modo ottimale; • cambiare spesso posizione facendo pause molto frequenti; • evitare di piegare la schiena in avanti; • mantenere gli avambracci, i polsi e le mani allineati durante l’uso di mouse e tastiera, evitando di piegare o angolare i polsi; • quando si prevede di dover effettuare un lavoro prolungato è bene munirsi e fare uso di tastiera/monitor e mouse separati rispetto al computer portatile. Tutti pazzi per i tablet: sono l'oggetto del desiderio di oggi, forse ancora più degli smartphone. Ma per colpa di posizioni scorrette potrebbero provocare dolori a collo e spalle. Potevano mancare allora le raccomandazioni d'uso con il «bollino» della scienza? Ecco quindi uno studio dell'università di Harvard, accessibile a tutti sul sito web della rivista «Work: a Journal of Prevention, Assessment and Rehabilitation», che dà le prime indicazioni per prevenire il «mal di tablet». I Tablet Il corretto uso dei tablet L’illuminazione L’illuminazione dell’ambiente di lavoro, sia essa naturale o artificiale, influenza con la sua qualità e quantità lo stato di salute degli occupanti l’ambiente, la prestazione visiva e la sicurezza sul lavoro. Il sistema di illuminazione, nel suo complesso, deve essere progettato in modo da fornire le prestazioni desiderate, in funzione delle attività che si svolgono nel locale ed in armonia con il locale stesso. Ciò significa prevedere una favorevole distribuzione delle luminanze e dei contrasti nell’ambiente, tenendo inoltre in dovuto conto l’illuminazione sui piani orizzontali e verticali ed i loro rispettivi rapporti. Un posto di lavoro con il VDT interessa in genere tre compiti visivi: • lettura di testi sullo schermo • ricerca di lettere e/o simboli sulla tastiera • lettura di testi accanto allo schermo o alla tastiera E pertanto le condizioni di illuminamento ambientale devono prendere in considerazione le caratteristiche richieste perché schermo, tastiera e testo scritto consentano una corretta prestazione visiva. L’illuminazione Per evitare abbagliamenti a volte bastano delle semplici operazioni di corretto posizionamento del monitor: - porre il monitor perpendicolarmente alle finestre e fra due impianti di illuminazione artificiale; se possibile deve esserci un corridoio fra le finestre e la workstation; - non porre il monitor direttamente sotto una mensola, che ha sopra una lampada; - regolare l’altezza e l’angolazione del monitor, così da evitare abbagliamenti da impianti di illuminazione al soffitto; -realizzare l’illuminazione della stanza con lampade provviste di schermi ed esenti da sfarfallio, poste in modo che siano al di fuori del campo visivo degli operatori; in caso di lampade al soffitto non schermate, la linea tra l’occhio e la lampada deve formare con l’orizzonte un angolo non inferiore a 60° I riflessi possono essere ridotti: - minimizzando la quantità di superficie bianca intorno, fra cui anche quella della carta; - usando scrivanie il cui piano sia di materiale opaco; - regolando la quantità di luce generale nell’ambiente, eventualmente supplendo, se necessario, con idonei sistemi di illuminazione localizzata; - indossando abiti di colore scuro, piuttosto che bianchi o di colori chiari. L’illuminazione Nella figura viene riportato un esempio di disposizione corretta di un posto di lavoro con il VDT, tenendo conto sia dell’illuminazione naturale (finestre), sia di quella artificiale. In particolare le lampade consigliate per l’illuminazione di un posto di lavoro con VDT, sono quelle “bianche a tonalità calda”, che emanano una luce tendente al giallo, montate a soffitto con paraluce a lamelle antiabbagliamento, in file parallele allo sguardo dell’operatore , ma non sopra la sua testa. Pause La tutela del lavoratore che utilizza videoterminali viene ulteriormente rafforzata dalla norma che stabilisce il diritto ad usufruire di una interruzione della sua attività attraverso delle pause o cambiamento di attività. Normalmente i contratti di lavoro contengono delle disposizioni che riguardano le modalità di effettuazione delle pause, le quali devono consistere in almeno 15 minuti ogni 2 ore trascorse di fronte ad un videoterminale. I lavoratori non possono rinunciare ad esse e non possono essere cumulate e poi godute alla fine della giornata lavorativa. Se poi il lavoratore presenta delle patologie particolari all'apparato visivo accertate dal medico competente, potrà stabilire con l'azienda tempi di interruzione diversi oppure concordare di effettuare una "pausa attiva", cioè lo svolgimento di un'altra attività lavorativa senza l'impiego di VDT, senza il movimento continuo delle braccia e delle mani, e senza l'assunzione di una postura uguale a quella tenuta lavorando ad un videoterminale. La legge prevede inoltre che un lavoratore addetto ai VDT debba essere sottoposto a visita medica di controllo ogni 2 anni se presenta delle limitazioni o se ha un'età superiore ai 50 anni, invece ogni 5 anni in condizioni di normalità visiva o con età inferiore ai 50 anni. Il lavoratore può anche richiedere personalmente di essere sottoposto a visita di controllo, qualora lo ritenga opportuno. Il WIFI è pericoloso? Il wireless appartiene alla categoria di tecnologie che contribuiscono all'inquinamento elettromagnetico. Per molti potrebbe addirittura costituire un serio pericolo per la salute dell'essere umano. L'elettrosmog è un fenomeno che va esaminato con attenzione e valutato differentemente in base al dispositivo tecnologico che può alimentarlo. Sotto accusa, dopo i telefonini, è ora anche lo standard di comunicazione per reti senza fili IEEE 802.11, il quale viene considerato pericoloso per il campo elettromagnetico che produce. In molti Paesi tra cui l'Italia, si è scatenata una lotta contro il Wi-Fi per via di servizi televisivi che ne hanno denunciato una presunta pericolosità. Il fenomeno oltre ad essere stato strumentalizzato dalla TV con la conseguenza di creare forti allarmismi, è stato preso di mira anche dal web, che ha diffuso notizie sconvolgenti senza alcuna base scientifica. In realtà occorre capire se questa tecnologia sia davvero pericolosa oppure se l'allarme Wi-Fi non sia altro che il frutto di una campagna di scorretta comunicazione da parte dei media e di ignoranza riguardo i fenomeni fisici che caratterizzano questo standard di comunicazione. Il WIFI è pericoloso? I dati trasmessi dal Wi-Fi e dagli altri sistemi WLAN viaggiano nell'aria attraverso onde elettromagnetiche che provocano la variazione del campo elettrico e del campo magnetico nell'area circostante. A seconda del valore della frequenza, i campi elettromagnetici possono essere suddivisi in tre tipologie: 1) le frequenze basse comprese tra 0 e 100KHz 2) le frequenze medie comprese tra i 100 KHz e 10 MHz 3) le frequenze alte oltre i 10 MHz. La distinzione non è fatta solo in base al valore della frequenza ma anche tenendo conto delle caratteristiche fisiche di ogni banda e degli effetti che questi fenomeni fisici possono determinare. Le frequenze più dannose per l'uomo, sono quelle appartenenti al primo gruppo, in quanto quando un individuo viene a contatto con un campo elettromagnetico a bassa frequenza, si genera un'interazione che può determinare alterazioni all'interno dell'organismo. Questo effetto può essere indifferente se il sistema di autodifesa dell'organismo è in grado di ripristinare lo stato precedente alle alterazioni. Questa interazione non avviene nei campi elettromagnetici ad alta frequenza che causano, invece, il surriscaldamento dei tessuti biologici. Il campo elettromagnetico prodotto dalla rete Wi-Fi rientra nel gruppo dei campi elettromagnetici ad alta frequenza e, proprio per questo, è da considerarsi innocuo. Attualmente, gli studi dell' Organizzazione Mondiale della Sanità escludono che il Wi-Fi possa nuocere alla salute. Il fatto che la frequenza di lavoro del Wi-Fi sia pari a quella del microonde, ha destato molta preoccupazione; è fondamentale sapere, però, che la potenza del segnale emesso dalle reti wireless è straordinariamente inferiore, e che il wi-fi, così come ogni altro dispositivo elettronico, deve rispettare dei limiti massimi per quanto riguarda l'emissione delle onde elettromagnetica previsti dalle normative che tutelano la salute per l'uomo e per l'ambiente. Sorveglianza sanitaria Problemi legati all’affaticamento fisico e/o mentale possono essere generati da fattori di stress e la presenza di disturbi fra addetti ai videoterminali collegabili a questi fattori è stata largamente discussa e studiata. Molti aspetti delle condizioni di lavoro possono portare a disordini correlabili allo stress, sia nelle attività con vdt che in quelle senza. Comunque l'organizzazione di alcuni tipi di attività che utilizzano il videoterminale possono portare alla prevalenza di alcuni tipi di questi fattori di stress, come ad esempio la monotona funzione del data-entry con un alto carico di lavoro. Alcuni specifici fattori di stress sono presenti solo nel lavoro con il VDT, come tempi lunghi di risposta dell'apparato, il malfunzionamento del sistema e la non corretta progettazione dei sistemi di interazione uomo-computer. Sorveglianza sanitaria Utili indicazioni per evitare i disturbi da affaticamento mentale, potrebbero essere le seguenti: Seguire le indicazioni e la formazione ricevute per l’uso dei programmi e delle procedure informatiche Disporre di tempo sufficiente per acquisire le necessarie competenze ed abilità Rispettare la corretta distribuzione delle pause Utilizzare software per i quali si è ricevuta l’informazione necessaria, Il conoscere poi il contesto finale in cui il risultato del proprio lavoro al videoterminale va a collocarsi è un elemento utile per l’attenuazione di uno dei possibili fattori di affaticamento mentale. Ergonomia nella scuola A livello Internazionale, le regole che stabiliscono come debba essere la "postazione di lavoro" sono contenute nella normativa ISO 5970. L'Italia ha recepito con la UNI 7713 la norma internazionale ISO 5970. Tale norma stabilisce le misure funzionali fondamentali per sedie e tavoli negli istituti d'istruzione. L'altezza del banco e quella della sedia dovrebbero essere proporzionali alla statura dello scolaro, per questo motivo la norma ISO ha individuato sette dimensioni diverse delle sedie e dei banchi. UNI 7713 Schema riassuntivo della UNI 7713, con le sette diverse classi di rapporto tra dati auxologici dello studente e dimensioni dei banchi scolastici classe Statura di riferimento in cm. Classe di statura in cm. 1 2 3 4 5 6 7 105 120 135 150 165 180 195 Fino a 112 Da Da Da Da Da Oltre 112 127 142 157 172 187 a 127 a 142 a 157 a 172 a 187 Altezza banchi 46 cm 52 cm 58 cm 64 cm 70 cm 76 cm 82 cm Altezza sedie 26 cm 30 cm 34 cm 38 cm 42 cm 46 cm 50 cm L’ergonomia nella scuola UNI 7713 A) I piedi devono poggiare completamente sul pavimento. B) Tra il femore e la parte inferiore del tavolo deve esserci spazio sufficiente ed un movimento non impedito. C) Nella parte anteriore del sedile non deve esserci pressione tra la superficie di seduta ed il femore. D) L'altezza del tavolo deve essere scelta in maniera tale che il gomito sia all'incirca sullo stesso livello del bordo anteriore del piano del tavolo, allorché gli omeri pendano verticalmente. E) Lo schienale deve sostenere in maniera stabile la schiena nella zona dei fianchi e sotto le scapole F) Tra la parte posteriore delle gambe ed il bordo anteriore del sedile deve esserci uno spazio libero. G) Tra il sostegno dei lombi ed il sedile deve esserci uno spazio libero adeguato per assicurare il libero movimento in posizione seduta. Normativa: le sanzioni artt. 178-179 Art. 178. Sanzioni a carico del datore di lavoro e del dirigente Il datore di lavoro ed il dirigente sono puniti: a) con l'arresto da tre a sei mesi o con l'ammenda da euro 2.000 fino ad euro 10.000 per la violazione dell'articolo 174, comma 2 e 3, 175, 176, commi 1, 3, 5, 177, comma 1, lettera b); b) con l'arresto da due a quattro mesi o con l'ammenda da euro 1.000 a euro 4.500 per la violazione dell'articolo 177, comma 1, lettera a). Art. 179. Sanzioni a carico del preposto 1. Il preposto e' punito nei limiti dell'attivita' alla quale e' tenuto in osservanza degli obblighi generali di cui all'articolo 19: a) con l'arresto fino a due mesi o con l'ammenda da euro 400 ad euro 1.200 per la violazione dell'articolo 174, comma 2 e 3, 175; b) con l'arresto fino ad un mese o con l'ammenda da euro 150 ad euro 600 per la violazione dell'articolo 174, comma 1, lettera a). Conclusioni …. Si può affermare con molta serenità che nell’ambito delle attività d’ufficio, del settore della ricerca, dello studio e della formazione che prevedono l’impiego di unità videoterminali, le situazioni lavorative che si incontrano sono generalmente molto controllate e difficilmente estreme. I posti di lavoro rispettano il più delle volte le esigenze specifiche di ogni singolo utente, che a volte per problemi propri di comodità e di impostazione del lavoro, preferisce posizionare e sistemare il proprio posto di lavoro in un modo piuttosto che in un altro. In generale comunque le apparecchiature e le attrezzature, che vengono messe a disposizione degli utilizzatori, sono quasi sempre delle ultime generazioni e quindi, rispondenti ai criteri sempre più avanzati della tecnologia. Conclusioni …. Si può affermare con molta serenità che nell’ambito delle attività d’ufficio, del settore della ricerca, dello studio e della formazione che prevedono l’impiego di unità videoterminali, le situazioni lavorative che si incontrano sono generalmente molto controllate e difficilmente estreme. I posti di lavoro rispettano il più delle volte le esigenze specifiche di ogni singolo utente, che a volte per problemi propri di comodità e di impostazione del lavoro, preferisce posizionare e sistemare il proprio posto di lavoro in un modo piuttosto che in un altro. In generale comunque le apparecchiature e le attrezzature, che vengono messe a disposizione degli utilizzatori, sono quasi sempre delle ultime generazioni e quindi, rispondenti ai criteri sempre più avanzati della tecnologia. Agli studenti va ricordato che il corretto approccio alle postazioni informatiche va assimilato fin dall’inizio del loro percorso scolastico, al fine di garantire lo sviluppo psicofisico in armonia con le stesse. Ciò determinerà l’acquisizione di automatismi comportamentali in grado di minimizzare le patologie e le complicanze qui descritte. Conclusioni …. Si può affermare con molta serenità che nell’ambito delle attività d’ufficio, del settore della ricerca, dello studio e della formazione che prevedono l’impiego di unità videoterminali, le situazioni lavorative che si incontrano sono generalmente molto controllate e difficilmente estreme. I posti di lavoro rispettano il più delle volte le esigenze specifiche di ogni singolo utente, che a volte per problemi propri di comodità e di impostazione del lavoro, preferisce posizionare e sistemare il proprio posto di lavoro in un modo piuttosto che in un altro. In generale comunque le apparecchiature e le attrezzature, che vengono messe a disposizione degli utilizzatori, sono quasi sempre delle ultime generazioni e quindi, rispondenti ai criteri sempre più avanzati della tecnologia. Agli studenti va ricordato che il corretto approccio alle postazioni informatiche va assimilato fin dall’inizio del loro percorso scolastico, al fine di garantire lo sviluppo psicofisico in armonia con le stesse. Ciò determinerà l’acquisizione di automatismi comportamentali in grado di minimizzare le patologie e le complicanze qui descritte. La tecnologia serve per migliorare il mondo che ci circonda, ma, come le medicine, va assunta nelle giuste dosi e con le corrette modalità, senza abusarne. Videoterminali uso corretto ed ergonomia Arrivederci e buon lavoro Prof.ssa Luisa Raggi
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