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LA MUTAZIONE E LO SVILUPPO DELL’INQUINAMENTO INDOOR NEGLI ULTIMI 70 ANNI
La vita dell'uomo è strettamente correlata alla gestione e allo
sfruttamento del pianeta che lo ospita. A causa dei comportamenti
umani sono in atto numerosi cambiamenti che, a livello globale,
hanno contribuito a modificarne alcune caratteristiche attraverso
un insieme di processi di natura fisica, chimica e biologica. Si parla
difatti di antropizzazione per descrivere l'intervento che l'uomo da
sempre effettua sull'ambiente naturale (acque, atmosfera e superficie terrestre), con lo scopo di
conformarlo, quindi modificarlo e manipolarlo, per adattarlo alle proprie esigenze. Nella realtà di oggi non si
sente parlare più di ambienti completamente naturali, in quanto in netta minoranza rispetto agli ambienti
completamente modificati.
Gli effetti dell’antropizzazione sono di varia natura e se da un punto di vista economico possiamo descrivere
il fenomeno con il termine “Evoluzione”, dal punto di vista correlato all’inquinamento e ai suoi effetti
negativi, dovremmo parlare più correttamente di “Involuzione”. È principalmente nell’ultimo secolo che si è
assistito alla crescita esponenziale di processi di produzione, urbanizzazione ed aumento demografico che
hanno sempre più caratterizzato un trend evolutivo che sta lasciando un’impronta su questo pianeta, con
tutto ciò che ne consegue.
Il progresso mondiale dell’ultimo secolo, ad opera principale
dell’uomo, è avvenuto in maniera rapida, globale ed epocale. Il
nostro pianeta ha assistito all’aumento della popolazione, al
notevole sviluppo delle città e alla moltiplicazione di attività
produttive e di scambi commerciali. La crescita di tanti fattori è stata
accompagnata da alcune ripercussioni su larga scala, tra cui
l’aumento di emissioni industriali di varia natura, che hanno alterato la qualità dell’aria respirabile,
favorendo condizioni di scarsa igienicità negli ambienti indoor. Sono emerse nuove tipologie di rischi, tra cui
sostanze chimiche di sintesi, sviluppo di bio-resistenza da parte di microrganismi, oltre al proliferare di aree
ad urbanizzazione incontrollata con scomparsa o decadimento dello spazio verde ed incremento
esponenziale dei trasporti.
Con il termine inquinamento si considera
tutto ciò che è nocivo per la vita o altera in
maniera significativa le caratteristiche fisicochimiche di acqua, suolo o aria. Si tratta di
una forma di contaminazione dell'aria, delle
acque e del suolo con sostanze e materiali dannosi per l'ambiente e per la salute degli esseri umani, capace
di interferire con i naturali meccanismi di funzionamento degli ecosistemi o di compromettere la qualità della
vita.
L’inquinamento esterno veicolato dall’aria ha la capacità di penetrare negli ambienti indoor con una
percentuale tra il 20% e il 100%. Tali inquinanti si sommano poi con quelli ormai normalmente presenti nei
luoghi confinati, quali sostanze derivanti da colle, detergenti, solventi, spray, deodoranti, vernici, voc,
materiali di arredi, etc. In tali luoghi confinati sono poi presenti inquinanti di tipo microbiologico, quali batteri,
pollini, allergeni che spesso trovano ospitalità negli impianti di climatizzazione o in dispositivi quali
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ventilconvettori. Le presenze microbiologiche sono favorite oltre che da polveri che pervengono dall’esterno
anche da condizioni di temperatura e umidità che, nei luoghi indoor, favoriscono la presenza e la crescita. Le
presenze batteriche possono essere individuate anche negli impianti idricosanitari, come nel caso del
batterio della legionella, che può portare anche alla mortalità dei soggetti che la contraggono.
Perché i luoghi indoor sono divenuti ambienti insalubri e pericolosi ? Dobbiamo
necessariamente tornare ad un periodo storico preciso, ovvero gli anni sessanta.
In quegli anni avviene il cosiddetto “shock petrolifero”; una serie di conflitti
nell’area medio-orientale provocano forti tensioni a livello mondiale e i prezzi
del petrolio salgono notevolmente. Ciò genera forti difficolta ai paesi europei e
i costi relativi al riscaldamento degli edifici divengono insostenibili; inizia quindi
una ricerca e un trend volto all’isolamento degli edifici per garantire una sempre
maggiore efficienza energetica. Si sono imposti quindi nuovi criteri tecnicoprogettuali per gli edifici ad uso civile. La necessità di contenere i consumi per il riscaldamento e per la
ventilazione ha imposto un migliore isolamento degli edifici, con conseguente spinta a sigillare gli ambienti
interni ed a sostituire le modalità naturali di aerazione ed illuminazione con mezzi artificiali. Alle
trasformazioni strutturali degli edifici si sono accompagnate modifiche rilevanti degli arredi (nuovi materiali
per mobili, rivestimenti, ecc.) e degli strumenti di lavoro (crescente impiego di fotocopiatrici, videoterminali,
stampanti, ecc.) che hanno contribuito a mutare gli ambienti di vita.
Vengono quindi raggiunti interessanti risultati volti a ottenere un risparmio nell’uso di combustibili di origine
fossile ma contemporaneamente gli ambienti vengono sempre più confinati creando le condizioni affinché
gli inquinanti permangano in tali luoghi. Ecco perché ad oggi i luoghi indoor rappresentano un rischio, proprio
a causa dell’elevata concentrazione di sostanze inquinanti pericolose per gli individui che vivono, lavorano o
trascorrono un tempo rilevante in tali ambienti.
Inoltre studi riguardanti lo stile di vita dei cittadini
affermano che le persone, durante una giornata,
trascorrono la maggior parte del tempo (fino al 90%)
in ambienti indoor. Con il termine “ambienti indoor”
si intendono quegli ambienti confinati di vita e di
lavoro non industriali (per quelli industriali vige una
specifica normativa), ed in particolare, quelli adibiti
a dimora, svago, lavoro e trasporto. Secondo tale criterio, l’ambiente indoor comprende ad es. abitazioni,
uffici pubblici e privati, strutture comunitarie, locali destinati ad attività ricreative e/o sociali, mezzi di
trasporto pubblici/privati. I livelli di concentrazione di inquinanti raggiunti all’interno degli edifici,
generalmente sono uguali o superiori a quelli dell’aria esterna e soprattutto le esposizioni indoor sono
maggiori di quelle outdoor, a causa del maggior tempo trascorso negli ambienti confinati.
Un’analisi delle sostanze inquinanti indoor permette di classificare in
agenti: chimici, fisici e biologici. Gli inquinanti chimici comprendono
una serie di sostanze naturali o artificiali che, presenti nell’aria in forma
liquida, solida o gassosa, ne peggiorano la qualità. Possono originarsi da
fonti situate negli ambienti stessi o provenire dall’esterno, soprattutto
in condizioni di elevato inquinamento ambientale. Possibili fonti di
inquinanti di natura chimica presenti in diversi ambienti confinati sono: ossidi di carbonio, ossidi di azoto,
ossidi di zolfo, composti organici volatili (VOC), ozono, particolato aerodisperso (PM10/2.5), amianto, etc.
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Particolare menzione merita il particolato aerodisperso che rappresenta ad oggi uno degli inquinanti
maggiormente pericolosi. Date le sue dimensioni microniche (un micronmetro misura un millesimo di
millimetro) il particolato riesce a penetrare negli ambienti indoor (anche attraverso l’impianti di
aerazione/climatizzazione) mantenendo una concentrazione pericolosa. Sempre a causa della sua
dimensione particellare, il particolato riesce a penetrare nel sistema respiratorio delle persone, ingenerando
una serie di problematiche che possono portare in alcuni casi alla mortalità.
I contaminanti microbiologici sono invece rappresentati da una serie di sostanze di origine biologica che
possono incidere negativamente sulla salute degli occupanti che vivono negli ambienti indoor, ovvero:
batteri, virus, pollini, allergeni di origine animale, funghi e muffe. Negli ultimi anni gli agenti microbiologici
hanno sempre trovato una maggiore diffusione negli ambienti indoor trovando condizioni idonee allo
sviluppo e alla prolificazione. E’ da evidenziare inoltre che, a causa del continuo contatto con svariate
sostanze di tipo chimico, gli agenti microbiologici stanno sviluppando nel corso del tempo, una notevole
resistenza a detergenti e disinfettanti, aumentando inoltre la resistenza anche nei confronti di antibiotici.
Tale bio-resistenza aumenta perciò il rischio dei soggetti esposti. Oltre agli inquinanti elencati esiste
un’ultima categoria di agenti fisici responsabili di una cattiva qualità dell’ambiente indoor, come: gas radon
(e progenie radioattiva), elettromagnetismo, rumore e illuminazione.
La presenza di numerosi inquinanti e il clima caldo-umido delle
abitazioni hanno sicuramente contribuito all’aumento
dell’incidenza e della prevalenza di patologie respiratorie
croniche, come l’asma, e all’incremento della loro evoluzione
verso forme persistenti, gravi ed invalidanti. Gli studi scientifici
di questi ultimi decenni hanno messo in luce che alcuni
inquinanti sono in grado di contribuire all’aumento di
incidenza di tumori maligni. L’apparato respiratorio
rappresenta la porta d’ingresso dei vari contaminanti presenti
nell’aria degli ambienti confinati. Bisogna tener presente che
ben poche malattie sono determinate da un unico fattore, che di solito è di natura genetica. La regola è,
invece, che ogni malattia ha un’origine multifattoriale, è cioè dovuta dall’interfacciarsi di una molteplicità di
cause. Inoltre, molti composti chimici presenti nell’aria indoor sono noti o sospettati di causare irritazione o
stimolazione dell’apparato sensoriale e possono dare vita a un senso di disagio sensoriale e ad altri sintomi
comunemente presenti nella cosiddetta “Sindrome da Edificio Malato” (Sick Building Syndrome).
Studi condotti in uffici e in altri edifici ad uso pubblico in diversi paesi hanno rivelato una frequenza di disturbi,
tra gli occupanti, compresa tra il 15 e il 50%. Il problema è ancora più importante per alcune fasce di
popolazione particolarmente sensibili (gli anziani, i bambini, persone con patologia respiratorie). Alcuni dati
mostrano che l’inquinamento indoor può rappresentare un importante cofattore nella genesi delle malattie
cardiovascolari e di altre malattie sistemiche. Le patologie aventi un quadro clinico ben definito e per le quali
può essere identificato uno specifico agente causale presente nell'ambiente confinato vengono incluse nel
gruppo delle cosiddette "Malattie associate agli edifici” (Building-related illness). Sono comprese le
patologie causate da specifici agenti biologici, chimici e fisici (polveri, formaldeide, radon, amianto, ecc.); nel
complesso si tratta di effetti sulla salute a carico dell'apparato respiratorio, cute, mucose esposte, sistema
nervoso e sistema immunologico, come malattie respiratorie, asma, febbre da umidificatori, alveolite
allergica, legionellosi, etc.
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