Gazzetta Giuliana 14 novembre 2014

Anno II
N. 14
14 Novembre 2014
agenda I più importanti avvenimenti della Venezia Giulia
a pag. 14
La Gazzetta Giuliana
Authority portuale,
terne al lotto
per la politica
FATTI E APPROF ONDIMENTI DELLA VENEZIA GIULIA
FOCUS: PORTO FRANCO E ALLEGATI
a pag. 2
Trieste
STAKANOVISTI DE NOANTRI
è in crescita,
ma dove?
a pag.8
Europalink: class action
IL CASO
La governatrice
Serracchiani
della Federconsumatori a pag. 6
La Transalpina: una risorsa
dell’economia nazionale a pag. 9
TRASPORTI
ha perfettamente
ragione
a pag. 5
Authority portuale,
La Gazzetta Giuliana
venerdi 14 novembre
PORTO FRANCO E ALLEGATI
terne al lotto per la politica
di Luigi Putignano
Ci si avvicina sempre di più a una scadenza importantissima per il futuro dello scalo internazionale della nostra
città, ovverossia la nomina del presidente dell’Authority
portuale. Un’occasione per tagliare con un passato spesso
non all’altezza dell’importanza della piazza. Un passato
che ci ha consegnato questo presente stiracchiato (se non
fosse per il petrolio che sbarca copioso a rimpianguare il
tonnellaggio e portandoci a competere con Genova per il
primato nazionale), e che, se non ci si da una mossa, ci
porterà a un futuro incerto, per non dire nebuloso. Ma la
nostra classe politica, incurante dei danni fatti in passato,
persevera.
Eppure non occorre la palla di cristallo per scoprire quali
sono le notevoli potenzialità del porto triestino. Ci sono
scali che farebbero carte false per avere un regime almeno
simile a quello di Trieste (vedi il caso di Taranto, recentemente analizzato su questo foglio). E invece no. La parola d’ordine resta, assurdamente, “sdemanializzazione”.
Se nel corso di questi anni la nostra classe dirigente avesse
profuso gli stessi sforzi che ha prodotto per annientare lo
scalo franco nord, per potenziarlo e renderlo competitivo
con la portualità nord-europea, oggi non saremmo qui a
tediare ancora una volta i nostri lettori con l’ennesimo
articolo sul porto e sulle sue potenzialità.
L’ultima prova di questo modus cogitandi è arrivata dall’On. Rosato del PD che, in un’intervista rilasciata a Il
Piccolo (“Porto Vecchio, una priorità per il prossimo presidente”, da Il Piccolo del 14 novembre 2014) ha addirittura parlato di “precondizione” in riferimento al futuro
vertice dell’Autorità portuale all’ombra di San Giusto.
La condizione è, udite udite, un obiettivo: la sdemanializzazione e il trasferimento al demanio regionale o comunale del Porto Vecchio.
Non voglio qui disquisire sulla capacità di Nereo Marcucci, presidente nazionale di Confetra, proposto dalla
Provincia, nè tanto meno di Zeno D’Agostino, manager
dell’Interporto Quadrante Europa di Verona, l’uomo dei
Comuni di Trieste e Muggia. Così come non sta a me
giudicare le qualità di Gurrieri, dirigente dell’Authority,
indicato dalla Camera di commercio. Ma una cosa certa
è che questa terna (come tutte le precedenti) non rispetta
assolutamente i dettami previsti dalla normativa in vigore
per il porto franco internazionale di Trieste, regolato a
tutt’oggi dall’Allegato VIII al Trattato di pace del 1947.
L’articolo 18 del citato Allegato recita così:
1. L’amministrazione del Porto Libero deve essere svolta
dal Direttore del Porto Libero che lo rappresenta come
persona giuridica. Il Consiglio di Governo presenterà al
Governatore una lista di candidati qualificati per il posto
di Direttore del Porto Libero. Il Governatore nominerà il
Direttore scelto tra i candidati a lui presentati dopo essersi
consultato con il Consiglio di Governo. In caso di disaccordo la questione è deferita al Consiglio di Sicurezza. Il
Governatore ha la facoltà di licenziare il Direttore su richiesta della Commissione Internazionale o del Consiglio
di Governo.
2. Il Direttore non deve essere cittadino jugoslavo o italiano.
3. Tutti gli altri impiegati del Porto Libero saranno nominati dal Direttore. In tutte le assunzioni di personale
la preferenza deve essere data a cittadini del Territorio
Libero.
Sembra preistoria giurisprudenziale, ma basterebbe attualizzare i comma 1 e 3 dell’articolo 18 dell’allegato
VIII alla situazione odierna per rendere la norma largamente efficace - al Consiglio di Governo subentrerebbero
i comuni di Muggia e Trieste, la camera di commercio e
la Provincia, al Governatore il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, un passaggio che potremmo definire
automatico in quanto gli enti menzionati della Repubblica
Italiana sono subentrati nel 1954 a quelli previsti ma mai
costituiti del TLT.
E se il TLT non ha avuto modo di nascere per il contesto
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La Gazzetta Giuliana
venerdi 14 novembre
PORTO FRANCO E ALLEGATI
geopolitico in cui è stato previsto, il porto franco internazionale invece è dotato, ad oggi, di piena capacità giuridica
come territorio extradoganale. Se così non fosse non ci
spiegheremmo cosa ci fa ancora oggi la Guardia di Finanza ai varchi doganali.
Insomma il porto franco internazionale esiste, è previsto,
ma alcuni articoli, come il 18, dell’allegato che ha previsto
lo stesso regime, sono largamente ignorati. Perchè superati, dicono. Da cosa non è dato sapere, dato che non è sicuramente l’esistenza o meno del fantasmagorico Territorio Libero a rendere altrettanto fantascientifica
l’esistenza dei punti franchi.
Sarebbe più opportuno che l’On. Rosato, prima di porre,
dall’alto del suo ruolo istituzionale, le sue precondizioni,
rivalutasse attentamente il contenuto dell’Allegato VIII,
ancora valido, checchè se ne dica, e che assegna al porto
di Trieste le sue prerogative e che fa salve le sue differenze
rispetto agli altri scali della Penisola.
Ma poi sdemanializzare perchè? Quello vecchio è un
porto a tutti gli effetti, con fondali più che rispettabili
(anche se non dragati da troppo tempo) che, se messo
nelle condizioni di operare appunto come punto franco,
potrebbe dare lavoro, proprio per il suo regime, a tanti
giovani che a Trieste non trovano sbocchi professionali.
In maniera concreta. Altrimenti che farne? Residenze di
lusso (Trieste è stracolma di abitazioni vuote, anche di
pregio)? Sede di scuole secondarie superiori? Biblioteche
e musei? Addirittura chiese o studi di professionisti? Alberghi? Il concorrente di Porto Piccolo e Porto San Rocco?
Mah...
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Nessuno, è il caso di sottolinearlo, vuole mettere in discussione i dettami della legge del 9 luglio 1967, n. 589
sull’Istituzione dell'Ente autonomo del porto di Trieste,
ne tanto meno quelli della successiva legge del 28 gennaio
1994 n. 84 sul riordino della legislazione in materia portuale. Ma non tenendo conto dell’Allegato VIII si con-
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venerdi 14 novembre
travviene ad un trattato internazionale, tra l’altro ancora
attuale e in vigore. Inoltre Trieste non può essere paragonata ad una qualsiasi, chessò, Olbia-Golfo Aranci (con
tutto il rispetto per lo scalo sardo), semplicemente perchè
trattasi di porto franco internazionale.
Quindi se una terna deve esserci, questa dovrebbe essere
composta da manager di alto profilo che non siano italiani
o ex iugoslavi. Ed è proprio sulla questione dell’alto profilo che mi aveva un po’ illuso il senatore Russo, quando
aveva parlato di cacciatori di teste per tirare fuori dal cilindro nomi importanti e validi. Insomma un nome fuori
dai giochetti della politica (Russo: “una svolta per il porto.
Basta manager legati alla politica”, da Il Piccolo del 28
settembre 2014).
Poi si è accodato ai fans di Riccardo Illy... (Russo: “Il
porto ha bisogno di un campione come Riccardo Illy”, da
Il Piccolo del 14 ottobre 2014). Insomma siamo passati
dalla società americana di cacciatori di teste leader nel
suo settore, la Spencer Stuart, e da un presidente capace
di dialogare con Bruxelles, Hong Kong, a Riccardo Illy,
ex sindaco di Trieste, ex presidente della regione, ex deputato. Un uomo schierato politicamente.
Tra l’altro, andando a ritroso nel tempo e scorrendo la
lista e i curricula dei vari presidenti e papabili tali, un
salto sulla sedia viene da sé. Avevano ragione i consiglieri
comunali Menis e Patuanelli, quello regionale Ussai e il
deputato Prodani, quando affermavano: che c’azzecca la
biologa Monassi con il porto? E il Dipiazza che cosa ne
capisce di shipping, logistica e infrastrutture portuali (Il
Piccolo 16 ottobre 2014)?
Intanto, mentre a Trieste si litiga e si fanno scaramucce
degne di una civettuala cittadina di provincia, a 120 km a
ovest l’eterna rivale, la Serenissima, rimostra i muscoli,
forte dei 100 milioni riapparsi nella Legge di stabilità per
quell’assurdità chiamata porto offshore.
L’allarme proviene dal senatore Russo, il quale, occorre
dargli merito, si sta spendendo per contrastare il fantasmagorico progetto veneziano sospinto dal presidente
dell’Autorità portuale della citta lagunare, Costa.
Quindi mentre si parla di NAPA, di visione comune altoadriatica, di unione di intenti contro lo strapotere nord
europeo, nella Legge di stabilità riappaiono 100 milioni
di finanziamento per realizzare un progetto irrealizzabile
e inutile, in quanto a Trieste c’è già tutto lì, bello e pronto.
Si parla addirittura di 100 euro in più rispetto al costo di
Trieste per la doppia movimentazione (attraverso feeder)
PORTO FRANCO E ALLEGATI
di ogni singolo Teu, che moltiplicati per i 550.000 del
terminal attuale fanno 55 milioni di euro in più all’anno.
Che dire: basterebbe rispettare quanto ci è stato imposto
nel ‘47 per dissipare ogni rischio di incompetenza. Un
grande manager per un grande porto. Trieste e la sua posizione di porto privilegiato del centro Europa specie con
il medio ed estremo Oriente, incuneata com’è tra l’Adriatico e la Mitteleuorpa, si merità di più. Decisamente.
Gesto eclatante
DANIELE PERTOT: “CHIEDO
UN INCONTRO CON DIPIAZZA
IN PRESENZA DELLA STAMPA
PER DIRE LA MIA VERITÀ”
Daniele Pertot, ex editore de Il Tuono, ha deciso, con
un gesto eclatante (è salito all’ultimo piano dello stabile
di sua proprietà di via Machiavelli 19 e ha deciso di
sporgersi dall’abbaino, a circa 40 metri d’altezza, legato
con una fune attorno alla vita), chiede un incontro pubblico con l’ex sindaco e attuale consigliere regionale
Roberto Dipiazza, alla presenza degli organi di stampa.
Due piani più sotto è ben evidente uno striscione con la
scritta “Daniele Pertot sciopera contro le assurde sentenze, rapine, falsi giuramenti e schifezze varie. Vergognatevi!”.
“Chiedo un incontro, in presenza della stampa, con l’ex
sindaco Roberto Dipiazza, in maniera tale da poter spiegare ai cittadini tutta la verità. Mi impegno a chiedere
scusa a tutti i triestini se i fatti non mi daranno ragione”
La quaestio risale ad una diatriba maturata nel 2010
con Roberto Dipiazza, iniziata sulle pagine del settimanale "Il Tuono", all’epoca diretto da Paolo G. Parovel, e incentrato sulla legittimità di un contratto di compravendita firmato dello stesso primo cittadino.
Tra l’altro la protesta di Pertot avviene all’interno di
uno stabile che nei progetti originari doveva essere destinato a parcheggio pubblico meccanizzato. Progetto
stoppato, a detta dello stesso Pertot, dalla stessa ex amministrazione. Approfondiremo, comunque, nel corso
dei prossimi numeri la questione, in particolare quella
relativa al parcheggio.
L.P.
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La Gazzetta Giuliana
venerdi 14 novembre
La governatrice Serracchiani
ha perfettamente ragione
I COSTI DELLA POLITICA
di giorgio de CoLa
Recentemente una organizzazione sindacale ha sollevato
una serie di critiche sull’operato della governatrice Serracchiani, cui l’interessata, dalle colonne del locale quotidiano, ha replicato. Non è il caso, oggi
e in questa sede, entrare nel merito delle
doglianze in questione, ci preme invece
plaudire alla espressione della governatrice quando sostiene che prima di criticare è doveroso informarsi. Aggiungiamo che è altrettanto doveroso fornire
le necessarie informazioni, qualora, si
tratti di problemi di comune interesse.
Quindi, attenendoci a tale rigoroso comportamento rivolgiamo una cortese richiesta di notizie. Premesso, come è a
tutti noto, che la Serracchiani riveste in
contemporanea la carica di governatrice
della Regione Friuli Venezia Giulia e
quella di vice-segretario del Partito Democratico. E’ fuor di dubbio che l’interessata svolge le onerose e importanti
mansioni al meglio, ma è del tutto evidente che al secondo incarico, di natura
politica, venga dedicato molto tempo
sottratto alle cure della Regione. Se però
il tempo non è possibile quantificarlo in
denaro, le spese connesse alla gestione
della carica partitica sono certamente
misurabili al centesimo e documentabili.
Basta volerlo. Saremmo quindi veramente grati se ci venisse fornita un’informazione ufficiale che possa fugare
ogni sospetto su una indebita commistione di spese derivanti dal doppio incarico. E per viaggi e per soggiorni e
quant’altro. Una informazione generica
rassicurante non soddisferebbe la nostra
curiosità. Anche perché una mancata
corretta imputazione delle spese po-
trebbe concretare un indebito finanziamento al partito di
appartenenza della governatrice. aggiungiamo doverosamente che, in assenza di quanto richiesto, anche in
collaborazione con altri organi di stampa, questo testo
verrà reiterato ad ogni uscita.
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Europalink: class action
IL CASO
La Gazzetta Giuliana
venerdi 14 novembre
della Federconsumatori
di giorgio de CoLa
Igoumenitsa in prossimità della isoletta Peristeres, alle
ore 2,20 circa i passeggeri vennero destati da un fracasso
intenso, un testimone lo definisce ripetitivo e metallico,
congiunto a innaturali vibrazioni della nave. Molti si precipitarono a prelevare i giubbotti salvagente dagli appositi
L’incidente accaduto alla fine dal mese di settembre al
traghetto Europalink della Compagnia Minoan, che copre
la tratta Trieste – Patrasso, probabilmente conoscerà un
seguito giudiziario ad opera della Federconsumatori a tutela degli interessi
lesi dei passeggeri. Sul sito della associazione è infatti allegato il relativo testo
di adesione con l’invito a chiamare lo
06 42020755 o scrivere alla mail v.pizziederconsumatori.it. Il traghetto in questione è uno dei più grandi natanti del
Mediterraneo, nella sua categoria, con
una stazza di 45.923 T.S.L., lungo
218.80 m., largo 30.52 m. e con una velocità di 25 nodi.
Vale, a questo proposito, rammentare
quanto accaduto sul finire del decorso
mese di settembre. Il traghetto Europalink il giorno 20 settembre salpò da Patrasso in orario regolare alle ore 18, comandante Gennaro
D’Auria, con 797 passeggeri, con un carico di 366 tir
(secondo informazioni della Marina Ellenica). Superata
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alloggiamenti prescritti in cabina, purtroppo vuoti. Non
venne emesso nessun segnale d’allarme. Quindi nei corridoi vennero distribuiti i giubbotti dal personale di bordo.
Nel frattempo la nave si inclinava in modo allarmante a
dritta. Senza che venisse fornita
ai spaventati passeggeri alcuna
spiegazione sull’accaduto, il comandante virò di bordo in direzione di Korkyra (Corfù) ove la
Europalink attraccò verso le 4
del mattino ed i passeggeri sbarcarono tra immaginabili difficoltà, stante la inclinazione della
nave. Per consentire lo sbarco
delle vetture e dei TIR si procedette al traino del traghetto in
modo da accostare la poppa alla
banchina, aprire il portellone e
calare lo scivolo. Quest’ultimo
La Gazzetta Giuliana
venerdi 14 novembre
strumento, per effetto dell’abbassamento della linea di
galleggiamento e della inclinazione del natante si congiunse alla banchina non in linea per cui lo sbarco dei
mezzi motorizzati avvenne con estrema difficoltà e danneggiamenti. Tutto ciò avvenne appena verso le 12 successive. Si ignora la sorte dei TIR collocati nel ponte più
basso , che venne a trovarsi sotto la linea di galleggiamento. Nel frattempo la polizia greca provvide ad arrestare il comandante e l’ufficiale
di guardia per naufragio colposo. I passeggeri,
sbarcati in banchina, senza un riparo, privi di
generi conforto, in abbigliamento da letto più
qualche vestaglia, si arrostivano al sole. Poi,
per intervento della locale agenzia della Grimaldi, vennero ricoverati in alberghi della
zona. A tarda notte del giorno 21 poterono
imbarcarsi sulla Olympia per riprendere il
viaggio di ritorno.
Sull’accaduto sono state aperte inchieste dalla
magistratura greca, da quella italiana (il traghetto è registrato a Palermo) nonché una indagine tecnica da parte del R.I.N.A.
Sin qui i fatti in versione ufficiale, confermata
da tutte le testimonianze.
Si impongono però tutta una serie di considerazioni e conseguenti in nesso a un incidente
di tal genere e gravità, che per provvidenza
divina non ha causato morti e feriti, pur somigliando sorprendentemente al caso della Concordia.
E’ opportuno premettere, per comprendere appieno come sia avvenuto l’incidente, una breve
descrizione dell’isoletta chiamata Peristeres.
Essa è collocata a Nord Est della parte settentrionale dell’isola di Corfù (vedi mappa e foto
allegata) ed il territorio albanese ed è ampiamente conosciuta da tutti i naviganti. E’dotata di un faro,
costruito dagli Inglesi nel 1828, al tempo della loro dominazione delle isole dello Ionio, per segnalare la presenza
dell’isola e del bassofondo circostante. Il faro, alto 4
metri, emette una luce rossa lampeggiante con un periodo
di 5 secondi ed una portata di cinque miglia nautiche. E’
ragionevole ritenere che il faro sia segno di interdizione
alla navigazione o quanto meno della sua estrema pericolosità. Posto che la Europalink ha subito uno squarcio di
circa 85 metri a dritta e posto ancora che si trovava in
prossimità di Peristeres e non della costa albanese ne consegue che il traghetto ha tentato il passaggio tra l’isola di
Corfù e Peristeres stessa. Altrimenti il danno alla fiancata
IL CASO
sarebbe avvenuto a babordo. E’ quindi d’obbligo chiedersi
che cosa o chi abbia indotto il comandante del traghetto a
compiere una manovra talmente assurda ponendo in serio
pericolo i numerosi passeggeri. Taluno dei passeggeri
vedi commenti al relativo articolo del Piccolo sull’argomento azzarda un ipotesi, assurda per un benpensante,
che “sull’isolotto ci siano finiti per una gara con un altro
traghetto”. Un altro traghetto in effetti transitava in prossimità, una nave della Superfast Ferries; qualcuno (vedi
“il Resto del Carlino”) ipotizza che la Europa Link sia finita dove non doveva proprio per evitare la FastFerries.
In ogni caso non è difficile immaginare che la società armatrice abbia provveduto a porre a riposo il comandante,
se non altro in attesa del pronunciamento delle Magistrature italiana ed ellenica, che indagano sul caso.
Un’ultima osservazione: una massiccia parte dei passeggeri lamenta una rimarchevole disattenzione da parte della
compagnia armatrice nei loro confronti dopo l’incidente
rendendo molto disagevole il viaggio di rientro.
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Trieste è in crescita,
La Gazzetta Giuliana
venerdi 14 novembre
STAKANOVISTI DE NOANTRI
ma dove?
sitività di un tale fenomeno e quindi vanno segnalati quelli
che, in vista di un comune futuro più prospero, si sono
accollati una apprezzabile quantità di incarichi. Tra questi
va doverosamente menzionato il signor Antonio Paoletti.
Elenchiamo, per l’ammirazione dei concittadini, gli incarichi di cui il menzionato signore porta l’onere:
I pessimisti sulle sorti della nostra città devono essere
pesantemente smentiti. A Trieste si manifesta una crescita,
seppure in un settore limitato. E questo segno positivo
deve essere conosciuto da tutti per infondere una certa fiducia nel futuro. Vi chiederete, ma in quale ambito si è
manifestato tale apprezzabile incremento? La risposta è:
negli incarichi. Infatti non tutti sanno che gli incarichi (in
amministrazioni, enti, consorzi e via discorrendo) diffondono benessere, danno lavoro a segretari/e, accrescono la
mobilità e quindi i loro addetti, moltiplicano enti, società
ed aggregazioni varie con conseguente accrescimento degli incarichi stessi. Però non tutti hanno compreso la po-
- Presidente della Camera di Commercio, Industria, artigianato e Agricoltura di Trieste;
- Presidente della TTP – Trieste Trasporti Passeggeri
S.p.A. con sede in Trieste;
- Consigliere di amministrazione della Banca Popolare
FriulAdria di Pordenone;
- Presidente a Amministratore Delegato di Uniontrasporti
Soc.Consortile a r.l. promossa dalla Uniocamere, con sede
legale a Roma, Direzione Generale a Milano, sede per il
mezzogiorno a Napoli;
- Presidente della Confcommercio di Trieste;
- Consigliere Confederale Nazionale di Confcommercio;
- Presidente Comitato Promotore Transpadana con sede
in Torino;
- President of the Executive Board of EURO-MED Trade
Distribution and Services Initiative con sede in Roma;
- Presidente del Comitato Tecnico-Scientifico del Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza;
- Consigliere di Amministrazione di ENASCO Istituto di
Patronato e Assistenza Sociale con sede in Roma;
- S.p. di Antonio Paoletti s.a.s. (proprietario) di Trieste;
- Amministratore di AQUILA di CALIMALA X s.r.l. (società immobiliare);
- Aries Azienda speciale della Cam.Comm. di Trieste;
- Terziaria Centro di Assistenza Tecnica della Confcommercio di Trieste S.r.l.;
- Vice Presidente della CONFIDI Soc.Coop.Consortile.
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Una considerazione in chiusura: l’incarico è la sostanza
dell’attività produttiva del reddito. Del tutto marginali gli
esiti delle amministrazioni stesse, come, ad esempio, la
gestione delle attività crocieristiche da parte della Trieste
Trasporti Passeggeri
g.d.C.
La Gazzetta Giuliana
venerdi 14 novembre
La Transalpina: una risorsa
dell’economia nazionale
TRASPORTI
2) FsI-Rete Ferroviaria Italiana riapre la Transalpina solo in
occasione della visita dei Presidenti?
Mentre Piazza della Croce Rossa, a Roma, si attarda nella
convinzione che "...Trieste non è un nodo", Unione Europea
e FVG finanziano il progetto Adria-A (sviluppo transfrontaliero della metropolitana leggera, la cui spina dorsale è
la Transalpina, destinato a rivitalizzare i collegamenti tra
gli aeroporti di Venezia, Trieste e Lubiana). le Ferrovie italiane trascurano la manutenzione sulla Transalpina fino a
provocarne la chiusura.
3) FsI-Ferrovie dello Stato Italiane SpA è ancora concessionaria dell’intera rete ferroviaria nazionale, che comprende
anche il Friuli Venezia Giulia, con la missione del 1905
“trasporto di persone e cose”, oggi servizio pubblico – passeggeri e merci – a livello europeo?
di Luigi BianChi
Tre interrogativi che inducono a rilanciare la petizione Salviamo la Transalpina. Salvare la Transalpina significa salvare
la rotaia italiana: il patrimonio ferroviario del Friuli Venezia
Giulia è una risorsa essenziale della rete nazionale. La linee
ferroviarie del Friuli Venezia Giulia hanno subito una pesante
destrutturazione, che ha inciso sulla qualità del servizio –
merci e viaggiatori - compromettendo la competitività di
logistica e mobilità internazionali al Nordest del Paese. Il
nodo ferroviario internazionale di Trieste, dove confluiscono
le linee storiche (Meridionale, Transalpina e Pontebbana)
allacciandole al Corridoio Mediterraneo, è vitale per lo sviluppo dei traffici – merci e viaggiatori – nella Mitteleuropa.
Trieste, rispetto a Roma, è più vicina geograficamente a
Monaco di Baviera, Praga, Vienna, Budapest, Lubiana e
Zagabria, capitali attualmente prive di collegamenti ferroviari
diretti con il capoluogo del Friuli Venezia Giulia, storiche
relazioni esistenti prima della caduta dei confini. Il nodo
ferroviario di Trieste, per l’Italia, ha la stessa valenza che
Villaco ha per l’Austria, come Basilea per la Svizzera e la
Germania, nodo che rappresenta una risorsa essenziale del
Paese a servizio dell’economia nazionale.
Il 1° Aprile 2014 il Piccolo di Trieste annuncia: Treni,”Transalpina” Trieste Campo Marzio-Opicina chiusa fino al 2016.
Il 20 Aprile i volontari del Museo Ferroviario di Trieste
Campo Marzio lanciano l’allarme: Binari smantellati, senza
la Transalpina Trieste rischia di rimanere bloccata. Il 15
Maggio lancio della petizione “Salviamo la Transalpina”,
partono le firme dal Museo Ferroviario di Trieste. Il 3 Luglio
sul quotidiano di Trieste: Ferrovie. La linea Campo Marzio
- Opicina riapre lunedì 7 Luglio. Vertice a Roma Ferrovie
dello Stato- Regione Autonoma Friuli Venezia. Giulia.
Il 7 Luglio incontro dei Presidenti d’Italia e Slovenia, Napolitano e Pahor, nel piazzale aperto della Transalpina di
Gorizia/Nova Gorica, proprio nel giorno della riapertura
della linea ferroviaria Transalpina. Il 17 Settembre il Piccolo
titola:Treni, dal 2009 la Regione ha sborsato a Trenitalia
185 milioni. 39 milioni solo nel 2013. Il Friuli Venezia
Giulia deve pagare alle FsI anche le Frecce (una volta Rapidi), relazioni nazionali fuori dal contratto di programma
del trasporto ferroviario regionale. Per il 12 Ottobre FsITrenitalia non consente l’effettuazione del Minuetto “Binari
sconosciuti” per la Barcolana, a causa dell’indisponibilità
del personale e del materiale rotabile, e condiziona quello
programmato per San Nicolò alla ricognizione della linea,
il cui esito verrebbe comunicato due ore prima della partenza
del treno. La Transalpina in realtà è ancora chiusa. A fronte
della pratica assenza delle Ferrovie Italiane a Trieste, tre interrogativi sono inevitabili:
1) FsI-Trenitalia.è ancora interessata alla commercializzazione del prodotto treno nel FVG ?
[email protected]
Petizione salviamo la Transalpina
https://www.change.org/p/presidente-della-repubblicae-ministro-delle-infrastrutture-e-dei-trasporti-con-il-museo-ferroviario-di-trieste-campo-marzio-salviamo-latransalpina
[email protected]
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Roma 2014: un milione
La Gazzetta Giuliana
venerdi 14 novembre
DIARIO ROMANO
contro Renzi e gli avvoltoi
di norBerto FragiaComo
Per quanto mi riguarda, lo sciopero (di disturbo) indetto
dall’USB è riuscito” – ansimo, mentre percorro trafelato
galleria Sandrinelli, satura di gas di scarico. La 10 che
doveva condurmi a Valmaura non si è fatta vedere: mancano ancora quaranta minuti all’appuntamento, ma la
strada è lunga per chi si trascina a piedi. A S. Giacomo
ci si mette pure la bora, che fischia e rallenta il passo:
provo a chiamare un amico, ma eccoti – del tutto inaspettata – una corriera che sbuca dal buio all’altezza di
via Orsera. E’ la linea C: salgo al volo, ringrazio mentalmente il “crumiro” e neppure mi siedo. Una rapida
sosta in un bar (il freddo fa effetto), ed eccomi davanti
alla Risiera – in anticipo. Le volte precedenti al mio
arrivo non c’era quasi nessuno, ma stasera – venerdì 24
ottobre – si è già radunata una folla e i pullman sono
schierati, in attesa. Ne conto sei, più del previsto: qual-
cuno nota che hanno targhe italiane, non d’oltreconfine.
Organizzazione CGIL, insomma. Riconosco e saluto alcuni compagni: siamo destinati al bus n. 4, quello della
FIOM.
Partiamo alle dieci spaccate: prima che subentri il sonno
vorrei parlare un po’ di “strategie politiche” con Fabio,
Bruno e Nevio, vecchie conoscenze del Comitato No Debito. Non ho fatto i conti con le casse di birra e le bottiglie
al seguito dei passeggeri: sarà un susseguirsi di cori e
“autogrill, autogrill!” fino all’aurora. Sembra proprio
che per i triestini ogni viaggio debba seguire lo schema
“trasferta dell’Unione”, con libagioni e schiamazzi… tra
gli elementi positivi, la presenza a bordo di tre interinali
della Wärtsilä (fra cui una minuscola, deliziosa biondina
che andrà su e giù, parlottando, per tutta la durata del
tragitto) che la subdola propaganda neoliberista non è
riuscita ad opporre agli operai più anziani. Alcuni si accalorano citando rinnovi contrattuali mensili, cioè le
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La Gazzetta Giuliana
venerdi 14 novembre
DIARIO ROMANO
nuove schiavitù aziendali; impossibilitato a dormire, seguo con lo sguardo la costellazione di Orione che, nitidissima nel cielo nero, ci scorterà fino a Roma. Accanto
a noi sfrecciano decine, centinaia di pullman: è un popolo
in marcia, cui non è stata promessa alcuna terra – solo
servitù, miseria e ingiustizia sociale. Avanti, compagni!
– ma i dialoghi, complice la stanchezza, si incupiscono.
Ecco il G.R.A., il Grande Raccordo Anulare: la periferia
romana risplende al sole. Fa un freddo cane di prima
mattina, ma l’aria è tersa, luminosa. Smontiamo a Cinecittà, poi – all’imbocco della metro – finiamo per disperderci: troppo caos intorno. Buona idea la colazione a
due passi dal Colosseo, ma di bivaccare sull’erba di S. Giovanni non mi
va: sono spossato ma no go la simia,
mi, e soprattutto sono qui per partecipare al corteo. Il racconto di certi
siparietti sbalordirà un’amica marchigiana: “sul nostro pullman nessuno ha bevuto niente”, mi assicurerà.
Le credo, ma veder più tardi sfilare
compagni col bicchiere in mano al
canto di “Viva l’A e po’ bon” aggiungerà una nota (quasi) struggente, triestinissima alla manifestazione.
Assieme ad un secondo Fabio, che
non conoscevo ma che mi risulta immediatamente simpatico, decidiamo
di fare il percorso all’incontrario: alle
9 e 45 ci imbattiamo nell’avanguardia di uno dei due
cortei, il nostro, quello partito da piazza Esedra. Man
mano che procediamo la massa umana si infittisce: passano gli operai del Sulcis, quelli di Terni in lotta, col caschetto in testa, l’infinita delegazione lombarda. Un mare
di bandiere rosse: della FIOM, delle federazioni CGIL,
ma anche del vecchio PCI, di Rifondazione, di SEL, del
PCL, del PMLI… magliette e striscioni di chi ha finalmente capito ciò che sta accadendo, in Italia e in Europa.
Impieghiamo 20-25 minuti per raggiungere corso Cavour:
alle spalle delle schiere avanzanti, piazza Esedra nereggia
(anzi: rosseggia!) di folla. Un fiume, un oceano di gente.
Eccoli, i compagni triestini: si sono già messi in marcia,
vessilli al vento. Un unico coro, scandito con rabbia:
“Renzi, Renzi, vaffanculo!” Pare che il nemico sia stato
individuato, e questo è un bene; il problema che tutti si
pongono è: come combatterlo, come intralciarlo?
Per Piazza S. Giovanni prenderemo una scorciatoia: ci
facciamo faticosamente largo nella calca, mentre sul
palco si susseguono artisti e oratori. Quanta gente c’è?
Dicono un milione… sarà vero?, bisbiglia qualcuno, quasi
con vergogna. Mi rispondo che il numero esatto non ha
alcuna rilevanza: nel mondo reale siamo tantissimi,
un’enormità, nessuno, anche volendolo, sarebbe in grado
di contarci… in quello virtuale (che pesa più del primo, e
fa la “Storia mediatica”) siamo stimati in un milione, e
quel milione riporteranno gli annali. L’acustica è ottima:
anche da centinaia di metri di distanza non si perde una
frase, una parola. Un giovanissimo studente svela l’inganno renziano: non cadiamo nella trappola del conflitto
generazionale, facciamo causa comune contro gli oppressori, difendiamo diritti strappati a caro prezzo! Pre-
ceduta da un “Nessun dorma” da brividi (a cantarlo
sono i musicisti dell’Opera di Roma, a rischio licenziamento… accorata esecuzione, anche se io avrei optato
per L’Internazionale), Susanna Camusso si accosta al
microfono e arringa la folla con la sua voce dura, maschile. E’ un bel discorso, una critica serrata del renzismo,
con continui rimandi all’indegno show della Leopolda
irridente… un’orazione più “coraggiosa” di quanto mi
attendessi, ma in definitiva monca. Ad occhio e croce, latitano le conclusioni. Perché non dire che Renzi è l’erede
politico di Berlusconi, che con lui governa la destra peggiore, la più infida, che questo esecutivo rappresenta
un’intollerabile minaccia per lavoratori, studenti, pensionati, welfare? Perché la CGIL – scesa in piazza obtorto
collo, per salvaguardare anzitutto la propria esistenza
come organizzazione – avanza, in realtà, pretese insufficienti: che l’articolo 18, già manomesso nel 2012, non
venga cancellato, che il governo tratti sul Jobs act (ma il
contratto a tutele evanescenti è stato digerito), che faccia
delle concessioni. Anche Monti, in fondo, si era lasciato
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venerdi 14 novembre
DIARIO ROMANO
persuadere, no? E lui era di destra destra… possibile
che non realizzino di avere di fronte un Attila, spedito in
Italia per saccheggiare il Paese e sradicare ogni diritto,
ogni tutela? Forse sì, ma ormai disabituati alla lotta da
vent’anni di concertazione non sanno come reagire…
“anche con lo sciopero generale” – promette finalmente
la segretaria, provocando un boato di approvazione – e
con iniziative fantasiose che sono allo studio. Il milione
freme, sballottato tra indignazione, sgomento, speranza
e timore… a me sarebbe piaciuta un’analisi puntuale e
spietata come quella che leggo sul mensile Falce e Martello, ma mi accontento di questa consapevolezza che si
fa strada, dei “Renzi è peggio di Berlusconi” che filtrano
dai capannelli, di questi ragazzi che si mischiano ai veterani di cento dimostrazioni.
Sì, Renzi è peggio di Berlusconi, drammaticamente peggio
– perché è un mantenuto che parla di ciò che non conosce,
il Lavoro (lui “il posto fisso”, inteso come sinecura, ce
l’ha dall’adolescenza); perché è il fiduciario della Finanza, l’apripista dei loschi Serra che vorrebbero addirittura cancellare il diritto di sciopero (un po’ come Mussolini, ma costoro, dal punto di vista delle politiche
economiche, stanno molto più a destra); perché inganna
gli allocchi arruolando l’opportunista Migliore, “leopoldizzato” all’istante, distribuendo elemosine e spacciando
per “sinistra del cambiamento” il suo ripugnante neoliberismo classista; perché – imbevuto di autoritarismo
plebeo - se ne frega di scioperi e manifestazioni e, come
in un remake futurista da due euro, blatera di iPhone e
gettoni mentre a centinaia di migliaia di anziani mancano
i soldi per una spesuccia in supermarket; perché la sua
modernità è fasulla, visto che intona la stessa canzone
dei Cheope, dei Marco Licinio Crasso e degli schiavisti
ottocenteschi, cui dobbiamo opporre l’idea giovane e fresca dell’uguaglianza e del Socialismo (possibilmente
senza riproporre il lessico di un secolo fa); perché inveisce
contro i gufi mentre ci dà in pasto agli avvoltoi; perché
alza la voce in Europa ma per finta, calcolando da guitto
di mestiere l’impatto sul pubblico di ciance che rimarranno tali.
L’imperativo è disarcionarlo prima che ci “asfalti” tutti
– dipendenti pubblici e privati, piccoli professionisti e
artigiani, pensionati, studenti, cittadini e fruitori di servizi
pubblici di cui è imminente la privatizzazione selvaggia
– ricorrendo a forme innovative di lotta, che vadano dallo
sciopero generale a oltranza (se i ferrovieri tedeschi
hanno incrociato le braccia per 50 ore, possiamo e dobbiamo farlo anche noi!) agli efficaci strumenti di con-
trapposizione adoperati in tempi recenti dai c.d. Forconi,
dal boicottaggio di certi prodotti alla solidarietà attiva
verso chi è messo all’angolo dalle diaboliche leggi del
profitto.
Non è vero che a Matteo Renzi non ci sia alternativa, se
non altro perché non v’è nulla di più nocivo e repellente,
al momento, dell’accolta di lobbysti radunata alla stazione
Leopolda. Che affidamento possiamo fare sui Cuperlo,
sui Civati (quello che spergiura, garrulo e sorridente:
“questa piazza non è contro il governo!”) e compagnia
bella, che in giacca e cravatta bighellonavano per il corteo? Nessun affidamento: ce lo dicono le cronache parlamentari. Sulla CGIL e il sindacalismo autonomo? La
prima, più che i secondi, è a rischio estinzione: turiamoci
il naso, se necessario, ma affianchiamola, sproniamola,
guidiamola – una sua Caporetto equivarrebbe, per noi,
ad una cattività senza possibile riscatto.
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La Gazzetta Giuliana
venerdi 14 novembre
TEATRO
Stagione Sinfonica del Teatro Verdi di Trieste 2014-2015
Un programma di qualità quello del “Verdi”
La Stagione Sinfonica 2014-15 del Teatro Verdi di Trieste
si caratterizza per la particolare attenzione posta, anche
quest’anno, alle scelte artistiche di Direttori e Solisti, e
alla qualità e varietà dei programmi proposti.
Gli organici artistici dell’Orchestra e del Coro del Teatro
Verdi, quest’ultimo preparato dal M° Paolo Vero, saranno
impegnati nell’esecuzione di prestigiosi programmi sinfonici che si svilupperanno tra il 2014 e il 2015 in sei diversi
appuntamenti con due esecuzioni ciascuno.
Saliranno sul podio del “Verdi” interpreti eccellenti. Bacchette di grande prestigio come Roman Brogli-Sacher e
Moshe Atzmon, Aleksandar Markovic, attuale titolare della
Brno Philharmonic Orchestra. Debutto anche per il direttore
armeno Karen Durgaryan.
Tra i solisti che si esibiranno: il pianista Giuseppe Albanese,
con Listz e Rachmaninov, Francesca Dego, con il Concerto
per violino e orchestra di Ermanno Wolf Ferrari in prima
esecuzione per il Teatro Verdi, il violoncellista Wen - Sinn
Yang.
L’apertura della stagione ha visto il ritorno a Trieste del m°
gianluigi gelmetti che venerdì 7 novembre con replica
sabato 8 novembre ha inaugurato la rassegna di concerti
guidando l’Orchestra e il Coro della Fondazione triestina
nell’esecuzione del tormentato monumento musicale di
Wolfang amadeus mozart: il requiem per soli, coro e
orchestra. Il Requiem è il frutto della ricerca spirituale e
illuministica del musicista per un nuovo posto nelle forze
intellettuali della società, in nome della sacralità della ragione e del progresso. Quasi una ricerca laica del sacro, nel
nome della fratellanza umana, del progresso e della virtù.
Segue il 14 e 15 novembre un altro capolavoro affidato alla
bacchetta dell’illustre direttore: la nona Sinfonia in re
magg. di gustav mahler considerata a ragione il canto
del cigno di tutta la «civiltà della sinfonia», giunta al termine
del suo ciclo dopo un secolo e mezzo di storia. Al riguardo
il giudizio che ne diede Alban Berg , che la diresse personalmente più volte, ne sintetizza perfettamente le caratteristiche: «Ho suonato di nuovo la Nona di Mahler. Il primo
movimento è la cosa più splendida che Mahler abbia scritto.
È l'espressione di un amore inaudito per questa terra, del
desiderio di vivere in pace con la natura e di poterla godere
fino in fondo, in tutta la sua profondità, prima che giunga la
morte. Perché essa arriva senza scampo…”
Il successivo appuntamento, il 21 e 22 novembre 2014, è
affidato all’ attuale Direttore Musicale Generale del Teatro
di Lubecca m° roman Brogli-Sacher.
Il concerto prevede la partecipazione solistica di Giuseppe
Albanese, pianista dallo straordinario curriculum e brillantissima carriera sia come interprete di recital che come solista con Orchestra. Albanese affronterà nella prima parte
della serata due capolavori: la malédiction per pianoforte
e orchestra d'archi, opera giovanile di Franz Listz; il secondo brano è la rapsodia su un tema di Paganini op.43.
una serie di pezzi elaborati sul Capriccio n. 24 di Paganini
che sfoggiano una tecnica abilissima di smagliante bellezza.
A questa prima parte farà seguito un omaggio ad antonín
dvořak con l’esecuzione della ottava Sinfonia, .
Il concerto d’apertura dell’anno 2015, in programma il 9 e
10 gennaio 2015, vedrà l’esecuzione della Sinfonia in do
magg. di richard Wagner. Segue un omaggio a Johnnes
Brahms con la partecipazione del Coro e Contralto nell’esecuzione della Rapsodie op.53 .
Il Quinto concerto dedicato ai compositori francesi, in programma il 12 e 13 febbraio 2015, ci introduce in un mondo
musicale di grande suggestione e calore, a partire da Camille
Saint-Saëns di cui sarà eseguito il Concerto per violoncello
n. 1. Il violoncellista Wen-Sinn Yang, sarà impegnato in
una grande prova virtuosistica soprattutto nell’ultimo movimento, per passare poi a Claude debussy e la sua damoiselle élue un capolavoro di raffinatezze armoniche e
di malinconica tensione con la partecipazione del Coro femminile del Teatro e mezzosoprano.
Chiude il programma La Valse di maurice ravel: un poema
coreografico che fu originariamente richiesto all’autore da
diaghilev che poi rinunciò all’esecuzione ed ebbe il suo
debutto in forma concertistica nel 1920.
Il sesto e ultimo concerto della Stagionesi terrà il 20 e 21
marzo con la direzione di Karen durgaryan. Nella prima
parte vedrà la partecipazione della violinista Francesca
dego. Eseguirà il Concerto per violino e orchestra op. 26
composto da ermanno Wolf-Ferrari. La seconda parte
del programma è riservata alla esecuzione della Sinfonia
n. 2 in mi min. op. 27 di Sergej rachmaninov.
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venerdi 14 novembre
dall' 11 al 16 novembre 2014
Sala Bartoli
IL MAGO DI OZ
Di: tratto da “Il Mago di Oz” di L. Frank Baum
Adattamento teatrale di Adriano Braidotti
Regia: Luciano Pasini
Luci: Davide Comuzzi
Suono: Borut Vidau
Con: gli allievi del Laboratorio StarTs Lab
unedì 17 novembre 2014
Sala Assicurazioni Generali
ENRICO BRIGNANO "Evolushow"
Con: Enrico Brignano
dal 18 al 23 novembre 2014
Sala Bartoli
UNA GIOVINEZZA ENORMEMENTE GIOVANE
Di: Gianni Borgna
Ispirato ai testi di Pier Paolo Pasolini
Regia: Antonio Calenda
Aiuto regista: RobertaTorcello
giovedì 20 novembre 2014
Sala Assicurazioni Generali
36°FESTIVAL DELLA CANZONE TRIESTINA
venerdì 21 novembre 2014
Sala Assicurazioni Generali
BUDAPEST GYPSY SYMPHONY ORCHESTRA
dal 25 al 26 novembre 2014
Teatro Sloveno
ORCHIDEE
Di: Pippo Delbono
Regia: Pippo Delbono
dal 26 novembre al 7 dicembre 2014
Sala Assicurazioni Generali
DISNEY'S BEAUTY AND THE BEAST
Di: Alan Menken, Howard Ashman e Tim Rice
Regia: Rob Roth
Coregorafie di Matt West
AGENDA
Dal 14 al 15 novembre
Stagione Sinfonica 2014-15
NONA SINFONIA IN RE MAGGIORE
DI GUSTAV MAHLER
DI: Gustav Mahler
diretti dal M° Gianluigi Gelmetti .
lun 17 novembre 2014
Teatro Miela
PUPKIN KABARETT
Chi non lascia raddoppia
gio 20 novembre 2014
Teatro Miela
Trieste is Rock
LIZZY BORDEN
+ Nightglow
mar 25 e mer 26 novembre 2014
Teatro Miela
INNAMORATI-OPERA ROCK
regia Luca Ferri
con Luca Ferri, Luca Marchioro, Claudio del Toro,
Stefania Maffeis, Fabio Bonora, Miriam Scalmana
con la Band Rock Evenfall e la soprano Elena Pontini
dom 30 novembre 2014
Teatro Miela
Trieste is Rock
H.E.A.T.
+ Sherlock Brothers
mar 2 dicembre 2014
Teatro Miela
Mielanext
SON LUX
+ White Hinterland
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