Anno II N. 14 14 Novembre 2014 agenda I più importanti avvenimenti della Venezia Giulia a pag. 14 La Gazzetta Giuliana Authority portuale, terne al lotto per la politica FATTI E APPROF ONDIMENTI DELLA VENEZIA GIULIA FOCUS: PORTO FRANCO E ALLEGATI a pag. 2 Trieste STAKANOVISTI DE NOANTRI è in crescita, ma dove? a pag.8 Europalink: class action IL CASO La governatrice Serracchiani della Federconsumatori a pag. 6 La Transalpina: una risorsa dell’economia nazionale a pag. 9 TRASPORTI ha perfettamente ragione a pag. 5 Authority portuale, La Gazzetta Giuliana venerdi 14 novembre PORTO FRANCO E ALLEGATI terne al lotto per la politica di Luigi Putignano Ci si avvicina sempre di più a una scadenza importantissima per il futuro dello scalo internazionale della nostra città, ovverossia la nomina del presidente dell’Authority portuale. Un’occasione per tagliare con un passato spesso non all’altezza dell’importanza della piazza. Un passato che ci ha consegnato questo presente stiracchiato (se non fosse per il petrolio che sbarca copioso a rimpianguare il tonnellaggio e portandoci a competere con Genova per il primato nazionale), e che, se non ci si da una mossa, ci porterà a un futuro incerto, per non dire nebuloso. Ma la nostra classe politica, incurante dei danni fatti in passato, persevera. Eppure non occorre la palla di cristallo per scoprire quali sono le notevoli potenzialità del porto triestino. Ci sono scali che farebbero carte false per avere un regime almeno simile a quello di Trieste (vedi il caso di Taranto, recentemente analizzato su questo foglio). E invece no. La parola d’ordine resta, assurdamente, “sdemanializzazione”. Se nel corso di questi anni la nostra classe dirigente avesse profuso gli stessi sforzi che ha prodotto per annientare lo scalo franco nord, per potenziarlo e renderlo competitivo con la portualità nord-europea, oggi non saremmo qui a tediare ancora una volta i nostri lettori con l’ennesimo articolo sul porto e sulle sue potenzialità. L’ultima prova di questo modus cogitandi è arrivata dall’On. Rosato del PD che, in un’intervista rilasciata a Il Piccolo (“Porto Vecchio, una priorità per il prossimo presidente”, da Il Piccolo del 14 novembre 2014) ha addirittura parlato di “precondizione” in riferimento al futuro vertice dell’Autorità portuale all’ombra di San Giusto. La condizione è, udite udite, un obiettivo: la sdemanializzazione e il trasferimento al demanio regionale o comunale del Porto Vecchio. Non voglio qui disquisire sulla capacità di Nereo Marcucci, presidente nazionale di Confetra, proposto dalla Provincia, nè tanto meno di Zeno D’Agostino, manager dell’Interporto Quadrante Europa di Verona, l’uomo dei Comuni di Trieste e Muggia. Così come non sta a me giudicare le qualità di Gurrieri, dirigente dell’Authority, indicato dalla Camera di commercio. Ma una cosa certa è che questa terna (come tutte le precedenti) non rispetta assolutamente i dettami previsti dalla normativa in vigore per il porto franco internazionale di Trieste, regolato a tutt’oggi dall’Allegato VIII al Trattato di pace del 1947. L’articolo 18 del citato Allegato recita così: 1. L’amministrazione del Porto Libero deve essere svolta dal Direttore del Porto Libero che lo rappresenta come persona giuridica. Il Consiglio di Governo presenterà al Governatore una lista di candidati qualificati per il posto di Direttore del Porto Libero. Il Governatore nominerà il Direttore scelto tra i candidati a lui presentati dopo essersi consultato con il Consiglio di Governo. In caso di disaccordo la questione è deferita al Consiglio di Sicurezza. Il Governatore ha la facoltà di licenziare il Direttore su richiesta della Commissione Internazionale o del Consiglio di Governo. 2. Il Direttore non deve essere cittadino jugoslavo o italiano. 3. Tutti gli altri impiegati del Porto Libero saranno nominati dal Direttore. In tutte le assunzioni di personale la preferenza deve essere data a cittadini del Territorio Libero. Sembra preistoria giurisprudenziale, ma basterebbe attualizzare i comma 1 e 3 dell’articolo 18 dell’allegato VIII alla situazione odierna per rendere la norma largamente efficace - al Consiglio di Governo subentrerebbero i comuni di Muggia e Trieste, la camera di commercio e la Provincia, al Governatore il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, un passaggio che potremmo definire automatico in quanto gli enti menzionati della Repubblica Italiana sono subentrati nel 1954 a quelli previsti ma mai costituiti del TLT. E se il TLT non ha avuto modo di nascere per il contesto 2 La Gazzetta Giuliana venerdi 14 novembre PORTO FRANCO E ALLEGATI geopolitico in cui è stato previsto, il porto franco internazionale invece è dotato, ad oggi, di piena capacità giuridica come territorio extradoganale. Se così non fosse non ci spiegheremmo cosa ci fa ancora oggi la Guardia di Finanza ai varchi doganali. Insomma il porto franco internazionale esiste, è previsto, ma alcuni articoli, come il 18, dell’allegato che ha previsto lo stesso regime, sono largamente ignorati. Perchè superati, dicono. Da cosa non è dato sapere, dato che non è sicuramente l’esistenza o meno del fantasmagorico Territorio Libero a rendere altrettanto fantascientifica l’esistenza dei punti franchi. Sarebbe più opportuno che l’On. Rosato, prima di porre, dall’alto del suo ruolo istituzionale, le sue precondizioni, rivalutasse attentamente il contenuto dell’Allegato VIII, ancora valido, checchè se ne dica, e che assegna al porto di Trieste le sue prerogative e che fa salve le sue differenze rispetto agli altri scali della Penisola. Ma poi sdemanializzare perchè? Quello vecchio è un porto a tutti gli effetti, con fondali più che rispettabili (anche se non dragati da troppo tempo) che, se messo nelle condizioni di operare appunto come punto franco, potrebbe dare lavoro, proprio per il suo regime, a tanti giovani che a Trieste non trovano sbocchi professionali. In maniera concreta. Altrimenti che farne? Residenze di lusso (Trieste è stracolma di abitazioni vuote, anche di pregio)? Sede di scuole secondarie superiori? Biblioteche e musei? Addirittura chiese o studi di professionisti? Alberghi? Il concorrente di Porto Piccolo e Porto San Rocco? Mah... 3 Nessuno, è il caso di sottolinearlo, vuole mettere in discussione i dettami della legge del 9 luglio 1967, n. 589 sull’Istituzione dell'Ente autonomo del porto di Trieste, ne tanto meno quelli della successiva legge del 28 gennaio 1994 n. 84 sul riordino della legislazione in materia portuale. Ma non tenendo conto dell’Allegato VIII si con- La Gazzetta Giuliana venerdi 14 novembre travviene ad un trattato internazionale, tra l’altro ancora attuale e in vigore. Inoltre Trieste non può essere paragonata ad una qualsiasi, chessò, Olbia-Golfo Aranci (con tutto il rispetto per lo scalo sardo), semplicemente perchè trattasi di porto franco internazionale. Quindi se una terna deve esserci, questa dovrebbe essere composta da manager di alto profilo che non siano italiani o ex iugoslavi. Ed è proprio sulla questione dell’alto profilo che mi aveva un po’ illuso il senatore Russo, quando aveva parlato di cacciatori di teste per tirare fuori dal cilindro nomi importanti e validi. Insomma un nome fuori dai giochetti della politica (Russo: “una svolta per il porto. Basta manager legati alla politica”, da Il Piccolo del 28 settembre 2014). Poi si è accodato ai fans di Riccardo Illy... (Russo: “Il porto ha bisogno di un campione come Riccardo Illy”, da Il Piccolo del 14 ottobre 2014). Insomma siamo passati dalla società americana di cacciatori di teste leader nel suo settore, la Spencer Stuart, e da un presidente capace di dialogare con Bruxelles, Hong Kong, a Riccardo Illy, ex sindaco di Trieste, ex presidente della regione, ex deputato. Un uomo schierato politicamente. Tra l’altro, andando a ritroso nel tempo e scorrendo la lista e i curricula dei vari presidenti e papabili tali, un salto sulla sedia viene da sé. Avevano ragione i consiglieri comunali Menis e Patuanelli, quello regionale Ussai e il deputato Prodani, quando affermavano: che c’azzecca la biologa Monassi con il porto? E il Dipiazza che cosa ne capisce di shipping, logistica e infrastrutture portuali (Il Piccolo 16 ottobre 2014)? Intanto, mentre a Trieste si litiga e si fanno scaramucce degne di una civettuala cittadina di provincia, a 120 km a ovest l’eterna rivale, la Serenissima, rimostra i muscoli, forte dei 100 milioni riapparsi nella Legge di stabilità per quell’assurdità chiamata porto offshore. L’allarme proviene dal senatore Russo, il quale, occorre dargli merito, si sta spendendo per contrastare il fantasmagorico progetto veneziano sospinto dal presidente dell’Autorità portuale della citta lagunare, Costa. Quindi mentre si parla di NAPA, di visione comune altoadriatica, di unione di intenti contro lo strapotere nord europeo, nella Legge di stabilità riappaiono 100 milioni di finanziamento per realizzare un progetto irrealizzabile e inutile, in quanto a Trieste c’è già tutto lì, bello e pronto. Si parla addirittura di 100 euro in più rispetto al costo di Trieste per la doppia movimentazione (attraverso feeder) PORTO FRANCO E ALLEGATI di ogni singolo Teu, che moltiplicati per i 550.000 del terminal attuale fanno 55 milioni di euro in più all’anno. Che dire: basterebbe rispettare quanto ci è stato imposto nel ‘47 per dissipare ogni rischio di incompetenza. Un grande manager per un grande porto. Trieste e la sua posizione di porto privilegiato del centro Europa specie con il medio ed estremo Oriente, incuneata com’è tra l’Adriatico e la Mitteleuorpa, si merità di più. Decisamente. Gesto eclatante DANIELE PERTOT: “CHIEDO UN INCONTRO CON DIPIAZZA IN PRESENZA DELLA STAMPA PER DIRE LA MIA VERITÀ” Daniele Pertot, ex editore de Il Tuono, ha deciso, con un gesto eclatante (è salito all’ultimo piano dello stabile di sua proprietà di via Machiavelli 19 e ha deciso di sporgersi dall’abbaino, a circa 40 metri d’altezza, legato con una fune attorno alla vita), chiede un incontro pubblico con l’ex sindaco e attuale consigliere regionale Roberto Dipiazza, alla presenza degli organi di stampa. Due piani più sotto è ben evidente uno striscione con la scritta “Daniele Pertot sciopera contro le assurde sentenze, rapine, falsi giuramenti e schifezze varie. Vergognatevi!”. “Chiedo un incontro, in presenza della stampa, con l’ex sindaco Roberto Dipiazza, in maniera tale da poter spiegare ai cittadini tutta la verità. Mi impegno a chiedere scusa a tutti i triestini se i fatti non mi daranno ragione” La quaestio risale ad una diatriba maturata nel 2010 con Roberto Dipiazza, iniziata sulle pagine del settimanale "Il Tuono", all’epoca diretto da Paolo G. Parovel, e incentrato sulla legittimità di un contratto di compravendita firmato dello stesso primo cittadino. Tra l’altro la protesta di Pertot avviene all’interno di uno stabile che nei progetti originari doveva essere destinato a parcheggio pubblico meccanizzato. Progetto stoppato, a detta dello stesso Pertot, dalla stessa ex amministrazione. Approfondiremo, comunque, nel corso dei prossimi numeri la questione, in particolare quella relativa al parcheggio. L.P. 4 La Gazzetta Giuliana venerdi 14 novembre La governatrice Serracchiani ha perfettamente ragione I COSTI DELLA POLITICA di giorgio de CoLa Recentemente una organizzazione sindacale ha sollevato una serie di critiche sull’operato della governatrice Serracchiani, cui l’interessata, dalle colonne del locale quotidiano, ha replicato. Non è il caso, oggi e in questa sede, entrare nel merito delle doglianze in questione, ci preme invece plaudire alla espressione della governatrice quando sostiene che prima di criticare è doveroso informarsi. Aggiungiamo che è altrettanto doveroso fornire le necessarie informazioni, qualora, si tratti di problemi di comune interesse. Quindi, attenendoci a tale rigoroso comportamento rivolgiamo una cortese richiesta di notizie. Premesso, come è a tutti noto, che la Serracchiani riveste in contemporanea la carica di governatrice della Regione Friuli Venezia Giulia e quella di vice-segretario del Partito Democratico. E’ fuor di dubbio che l’interessata svolge le onerose e importanti mansioni al meglio, ma è del tutto evidente che al secondo incarico, di natura politica, venga dedicato molto tempo sottratto alle cure della Regione. Se però il tempo non è possibile quantificarlo in denaro, le spese connesse alla gestione della carica partitica sono certamente misurabili al centesimo e documentabili. Basta volerlo. Saremmo quindi veramente grati se ci venisse fornita un’informazione ufficiale che possa fugare ogni sospetto su una indebita commistione di spese derivanti dal doppio incarico. E per viaggi e per soggiorni e quant’altro. Una informazione generica rassicurante non soddisferebbe la nostra curiosità. Anche perché una mancata corretta imputazione delle spese po- trebbe concretare un indebito finanziamento al partito di appartenenza della governatrice. aggiungiamo doverosamente che, in assenza di quanto richiesto, anche in collaborazione con altri organi di stampa, questo testo verrà reiterato ad ogni uscita. 5 Europalink: class action IL CASO La Gazzetta Giuliana venerdi 14 novembre della Federconsumatori di giorgio de CoLa Igoumenitsa in prossimità della isoletta Peristeres, alle ore 2,20 circa i passeggeri vennero destati da un fracasso intenso, un testimone lo definisce ripetitivo e metallico, congiunto a innaturali vibrazioni della nave. Molti si precipitarono a prelevare i giubbotti salvagente dagli appositi L’incidente accaduto alla fine dal mese di settembre al traghetto Europalink della Compagnia Minoan, che copre la tratta Trieste – Patrasso, probabilmente conoscerà un seguito giudiziario ad opera della Federconsumatori a tutela degli interessi lesi dei passeggeri. Sul sito della associazione è infatti allegato il relativo testo di adesione con l’invito a chiamare lo 06 42020755 o scrivere alla mail v.pizziederconsumatori.it. Il traghetto in questione è uno dei più grandi natanti del Mediterraneo, nella sua categoria, con una stazza di 45.923 T.S.L., lungo 218.80 m., largo 30.52 m. e con una velocità di 25 nodi. Vale, a questo proposito, rammentare quanto accaduto sul finire del decorso mese di settembre. Il traghetto Europalink il giorno 20 settembre salpò da Patrasso in orario regolare alle ore 18, comandante Gennaro D’Auria, con 797 passeggeri, con un carico di 366 tir (secondo informazioni della Marina Ellenica). Superata 6 alloggiamenti prescritti in cabina, purtroppo vuoti. Non venne emesso nessun segnale d’allarme. Quindi nei corridoi vennero distribuiti i giubbotti dal personale di bordo. Nel frattempo la nave si inclinava in modo allarmante a dritta. Senza che venisse fornita ai spaventati passeggeri alcuna spiegazione sull’accaduto, il comandante virò di bordo in direzione di Korkyra (Corfù) ove la Europalink attraccò verso le 4 del mattino ed i passeggeri sbarcarono tra immaginabili difficoltà, stante la inclinazione della nave. Per consentire lo sbarco delle vetture e dei TIR si procedette al traino del traghetto in modo da accostare la poppa alla banchina, aprire il portellone e calare lo scivolo. Quest’ultimo La Gazzetta Giuliana venerdi 14 novembre strumento, per effetto dell’abbassamento della linea di galleggiamento e della inclinazione del natante si congiunse alla banchina non in linea per cui lo sbarco dei mezzi motorizzati avvenne con estrema difficoltà e danneggiamenti. Tutto ciò avvenne appena verso le 12 successive. Si ignora la sorte dei TIR collocati nel ponte più basso , che venne a trovarsi sotto la linea di galleggiamento. Nel frattempo la polizia greca provvide ad arrestare il comandante e l’ufficiale di guardia per naufragio colposo. I passeggeri, sbarcati in banchina, senza un riparo, privi di generi conforto, in abbigliamento da letto più qualche vestaglia, si arrostivano al sole. Poi, per intervento della locale agenzia della Grimaldi, vennero ricoverati in alberghi della zona. A tarda notte del giorno 21 poterono imbarcarsi sulla Olympia per riprendere il viaggio di ritorno. Sull’accaduto sono state aperte inchieste dalla magistratura greca, da quella italiana (il traghetto è registrato a Palermo) nonché una indagine tecnica da parte del R.I.N.A. Sin qui i fatti in versione ufficiale, confermata da tutte le testimonianze. Si impongono però tutta una serie di considerazioni e conseguenti in nesso a un incidente di tal genere e gravità, che per provvidenza divina non ha causato morti e feriti, pur somigliando sorprendentemente al caso della Concordia. E’ opportuno premettere, per comprendere appieno come sia avvenuto l’incidente, una breve descrizione dell’isoletta chiamata Peristeres. Essa è collocata a Nord Est della parte settentrionale dell’isola di Corfù (vedi mappa e foto allegata) ed il territorio albanese ed è ampiamente conosciuta da tutti i naviganti. E’dotata di un faro, costruito dagli Inglesi nel 1828, al tempo della loro dominazione delle isole dello Ionio, per segnalare la presenza dell’isola e del bassofondo circostante. Il faro, alto 4 metri, emette una luce rossa lampeggiante con un periodo di 5 secondi ed una portata di cinque miglia nautiche. E’ ragionevole ritenere che il faro sia segno di interdizione alla navigazione o quanto meno della sua estrema pericolosità. Posto che la Europalink ha subito uno squarcio di circa 85 metri a dritta e posto ancora che si trovava in prossimità di Peristeres e non della costa albanese ne consegue che il traghetto ha tentato il passaggio tra l’isola di Corfù e Peristeres stessa. Altrimenti il danno alla fiancata IL CASO sarebbe avvenuto a babordo. E’ quindi d’obbligo chiedersi che cosa o chi abbia indotto il comandante del traghetto a compiere una manovra talmente assurda ponendo in serio pericolo i numerosi passeggeri. Taluno dei passeggeri vedi commenti al relativo articolo del Piccolo sull’argomento azzarda un ipotesi, assurda per un benpensante, che “sull’isolotto ci siano finiti per una gara con un altro traghetto”. Un altro traghetto in effetti transitava in prossimità, una nave della Superfast Ferries; qualcuno (vedi “il Resto del Carlino”) ipotizza che la Europa Link sia finita dove non doveva proprio per evitare la FastFerries. In ogni caso non è difficile immaginare che la società armatrice abbia provveduto a porre a riposo il comandante, se non altro in attesa del pronunciamento delle Magistrature italiana ed ellenica, che indagano sul caso. Un’ultima osservazione: una massiccia parte dei passeggeri lamenta una rimarchevole disattenzione da parte della compagnia armatrice nei loro confronti dopo l’incidente rendendo molto disagevole il viaggio di rientro. 7 Trieste è in crescita, La Gazzetta Giuliana venerdi 14 novembre STAKANOVISTI DE NOANTRI ma dove? sitività di un tale fenomeno e quindi vanno segnalati quelli che, in vista di un comune futuro più prospero, si sono accollati una apprezzabile quantità di incarichi. Tra questi va doverosamente menzionato il signor Antonio Paoletti. Elenchiamo, per l’ammirazione dei concittadini, gli incarichi di cui il menzionato signore porta l’onere: I pessimisti sulle sorti della nostra città devono essere pesantemente smentiti. A Trieste si manifesta una crescita, seppure in un settore limitato. E questo segno positivo deve essere conosciuto da tutti per infondere una certa fiducia nel futuro. Vi chiederete, ma in quale ambito si è manifestato tale apprezzabile incremento? La risposta è: negli incarichi. Infatti non tutti sanno che gli incarichi (in amministrazioni, enti, consorzi e via discorrendo) diffondono benessere, danno lavoro a segretari/e, accrescono la mobilità e quindi i loro addetti, moltiplicano enti, società ed aggregazioni varie con conseguente accrescimento degli incarichi stessi. Però non tutti hanno compreso la po- - Presidente della Camera di Commercio, Industria, artigianato e Agricoltura di Trieste; - Presidente della TTP – Trieste Trasporti Passeggeri S.p.A. con sede in Trieste; - Consigliere di amministrazione della Banca Popolare FriulAdria di Pordenone; - Presidente a Amministratore Delegato di Uniontrasporti Soc.Consortile a r.l. promossa dalla Uniocamere, con sede legale a Roma, Direzione Generale a Milano, sede per il mezzogiorno a Napoli; - Presidente della Confcommercio di Trieste; - Consigliere Confederale Nazionale di Confcommercio; - Presidente Comitato Promotore Transpadana con sede in Torino; - President of the Executive Board of EURO-MED Trade Distribution and Services Initiative con sede in Roma; - Presidente del Comitato Tecnico-Scientifico del Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza; - Consigliere di Amministrazione di ENASCO Istituto di Patronato e Assistenza Sociale con sede in Roma; - S.p. di Antonio Paoletti s.a.s. (proprietario) di Trieste; - Amministratore di AQUILA di CALIMALA X s.r.l. (società immobiliare); - Aries Azienda speciale della Cam.Comm. di Trieste; - Terziaria Centro di Assistenza Tecnica della Confcommercio di Trieste S.r.l.; - Vice Presidente della CONFIDI Soc.Coop.Consortile. 8 Una considerazione in chiusura: l’incarico è la sostanza dell’attività produttiva del reddito. Del tutto marginali gli esiti delle amministrazioni stesse, come, ad esempio, la gestione delle attività crocieristiche da parte della Trieste Trasporti Passeggeri g.d.C. La Gazzetta Giuliana venerdi 14 novembre La Transalpina: una risorsa dell’economia nazionale TRASPORTI 2) FsI-Rete Ferroviaria Italiana riapre la Transalpina solo in occasione della visita dei Presidenti? Mentre Piazza della Croce Rossa, a Roma, si attarda nella convinzione che "...Trieste non è un nodo", Unione Europea e FVG finanziano il progetto Adria-A (sviluppo transfrontaliero della metropolitana leggera, la cui spina dorsale è la Transalpina, destinato a rivitalizzare i collegamenti tra gli aeroporti di Venezia, Trieste e Lubiana). le Ferrovie italiane trascurano la manutenzione sulla Transalpina fino a provocarne la chiusura. 3) FsI-Ferrovie dello Stato Italiane SpA è ancora concessionaria dell’intera rete ferroviaria nazionale, che comprende anche il Friuli Venezia Giulia, con la missione del 1905 “trasporto di persone e cose”, oggi servizio pubblico – passeggeri e merci – a livello europeo? di Luigi BianChi Tre interrogativi che inducono a rilanciare la petizione Salviamo la Transalpina. Salvare la Transalpina significa salvare la rotaia italiana: il patrimonio ferroviario del Friuli Venezia Giulia è una risorsa essenziale della rete nazionale. La linee ferroviarie del Friuli Venezia Giulia hanno subito una pesante destrutturazione, che ha inciso sulla qualità del servizio – merci e viaggiatori - compromettendo la competitività di logistica e mobilità internazionali al Nordest del Paese. Il nodo ferroviario internazionale di Trieste, dove confluiscono le linee storiche (Meridionale, Transalpina e Pontebbana) allacciandole al Corridoio Mediterraneo, è vitale per lo sviluppo dei traffici – merci e viaggiatori – nella Mitteleuropa. Trieste, rispetto a Roma, è più vicina geograficamente a Monaco di Baviera, Praga, Vienna, Budapest, Lubiana e Zagabria, capitali attualmente prive di collegamenti ferroviari diretti con il capoluogo del Friuli Venezia Giulia, storiche relazioni esistenti prima della caduta dei confini. Il nodo ferroviario di Trieste, per l’Italia, ha la stessa valenza che Villaco ha per l’Austria, come Basilea per la Svizzera e la Germania, nodo che rappresenta una risorsa essenziale del Paese a servizio dell’economia nazionale. Il 1° Aprile 2014 il Piccolo di Trieste annuncia: Treni,”Transalpina” Trieste Campo Marzio-Opicina chiusa fino al 2016. Il 20 Aprile i volontari del Museo Ferroviario di Trieste Campo Marzio lanciano l’allarme: Binari smantellati, senza la Transalpina Trieste rischia di rimanere bloccata. Il 15 Maggio lancio della petizione “Salviamo la Transalpina”, partono le firme dal Museo Ferroviario di Trieste. Il 3 Luglio sul quotidiano di Trieste: Ferrovie. La linea Campo Marzio - Opicina riapre lunedì 7 Luglio. Vertice a Roma Ferrovie dello Stato- Regione Autonoma Friuli Venezia. Giulia. Il 7 Luglio incontro dei Presidenti d’Italia e Slovenia, Napolitano e Pahor, nel piazzale aperto della Transalpina di Gorizia/Nova Gorica, proprio nel giorno della riapertura della linea ferroviaria Transalpina. Il 17 Settembre il Piccolo titola:Treni, dal 2009 la Regione ha sborsato a Trenitalia 185 milioni. 39 milioni solo nel 2013. Il Friuli Venezia Giulia deve pagare alle FsI anche le Frecce (una volta Rapidi), relazioni nazionali fuori dal contratto di programma del trasporto ferroviario regionale. Per il 12 Ottobre FsITrenitalia non consente l’effettuazione del Minuetto “Binari sconosciuti” per la Barcolana, a causa dell’indisponibilità del personale e del materiale rotabile, e condiziona quello programmato per San Nicolò alla ricognizione della linea, il cui esito verrebbe comunicato due ore prima della partenza del treno. La Transalpina in realtà è ancora chiusa. A fronte della pratica assenza delle Ferrovie Italiane a Trieste, tre interrogativi sono inevitabili: 1) FsI-Trenitalia.è ancora interessata alla commercializzazione del prodotto treno nel FVG ? [email protected] Petizione salviamo la Transalpina https://www.change.org/p/presidente-della-repubblicae-ministro-delle-infrastrutture-e-dei-trasporti-con-il-museo-ferroviario-di-trieste-campo-marzio-salviamo-latransalpina [email protected] 9 Roma 2014: un milione La Gazzetta Giuliana venerdi 14 novembre DIARIO ROMANO contro Renzi e gli avvoltoi di norBerto FragiaComo Per quanto mi riguarda, lo sciopero (di disturbo) indetto dall’USB è riuscito” – ansimo, mentre percorro trafelato galleria Sandrinelli, satura di gas di scarico. La 10 che doveva condurmi a Valmaura non si è fatta vedere: mancano ancora quaranta minuti all’appuntamento, ma la strada è lunga per chi si trascina a piedi. A S. Giacomo ci si mette pure la bora, che fischia e rallenta il passo: provo a chiamare un amico, ma eccoti – del tutto inaspettata – una corriera che sbuca dal buio all’altezza di via Orsera. E’ la linea C: salgo al volo, ringrazio mentalmente il “crumiro” e neppure mi siedo. Una rapida sosta in un bar (il freddo fa effetto), ed eccomi davanti alla Risiera – in anticipo. Le volte precedenti al mio arrivo non c’era quasi nessuno, ma stasera – venerdì 24 ottobre – si è già radunata una folla e i pullman sono schierati, in attesa. Ne conto sei, più del previsto: qual- cuno nota che hanno targhe italiane, non d’oltreconfine. Organizzazione CGIL, insomma. Riconosco e saluto alcuni compagni: siamo destinati al bus n. 4, quello della FIOM. Partiamo alle dieci spaccate: prima che subentri il sonno vorrei parlare un po’ di “strategie politiche” con Fabio, Bruno e Nevio, vecchie conoscenze del Comitato No Debito. Non ho fatto i conti con le casse di birra e le bottiglie al seguito dei passeggeri: sarà un susseguirsi di cori e “autogrill, autogrill!” fino all’aurora. Sembra proprio che per i triestini ogni viaggio debba seguire lo schema “trasferta dell’Unione”, con libagioni e schiamazzi… tra gli elementi positivi, la presenza a bordo di tre interinali della Wärtsilä (fra cui una minuscola, deliziosa biondina che andrà su e giù, parlottando, per tutta la durata del tragitto) che la subdola propaganda neoliberista non è riuscita ad opporre agli operai più anziani. Alcuni si accalorano citando rinnovi contrattuali mensili, cioè le 10 La Gazzetta Giuliana venerdi 14 novembre DIARIO ROMANO nuove schiavitù aziendali; impossibilitato a dormire, seguo con lo sguardo la costellazione di Orione che, nitidissima nel cielo nero, ci scorterà fino a Roma. Accanto a noi sfrecciano decine, centinaia di pullman: è un popolo in marcia, cui non è stata promessa alcuna terra – solo servitù, miseria e ingiustizia sociale. Avanti, compagni! – ma i dialoghi, complice la stanchezza, si incupiscono. Ecco il G.R.A., il Grande Raccordo Anulare: la periferia romana risplende al sole. Fa un freddo cane di prima mattina, ma l’aria è tersa, luminosa. Smontiamo a Cinecittà, poi – all’imbocco della metro – finiamo per disperderci: troppo caos intorno. Buona idea la colazione a due passi dal Colosseo, ma di bivaccare sull’erba di S. Giovanni non mi va: sono spossato ma no go la simia, mi, e soprattutto sono qui per partecipare al corteo. Il racconto di certi siparietti sbalordirà un’amica marchigiana: “sul nostro pullman nessuno ha bevuto niente”, mi assicurerà. Le credo, ma veder più tardi sfilare compagni col bicchiere in mano al canto di “Viva l’A e po’ bon” aggiungerà una nota (quasi) struggente, triestinissima alla manifestazione. Assieme ad un secondo Fabio, che non conoscevo ma che mi risulta immediatamente simpatico, decidiamo di fare il percorso all’incontrario: alle 9 e 45 ci imbattiamo nell’avanguardia di uno dei due cortei, il nostro, quello partito da piazza Esedra. Man mano che procediamo la massa umana si infittisce: passano gli operai del Sulcis, quelli di Terni in lotta, col caschetto in testa, l’infinita delegazione lombarda. Un mare di bandiere rosse: della FIOM, delle federazioni CGIL, ma anche del vecchio PCI, di Rifondazione, di SEL, del PCL, del PMLI… magliette e striscioni di chi ha finalmente capito ciò che sta accadendo, in Italia e in Europa. Impieghiamo 20-25 minuti per raggiungere corso Cavour: alle spalle delle schiere avanzanti, piazza Esedra nereggia (anzi: rosseggia!) di folla. Un fiume, un oceano di gente. Eccoli, i compagni triestini: si sono già messi in marcia, vessilli al vento. Un unico coro, scandito con rabbia: “Renzi, Renzi, vaffanculo!” Pare che il nemico sia stato individuato, e questo è un bene; il problema che tutti si pongono è: come combatterlo, come intralciarlo? Per Piazza S. Giovanni prenderemo una scorciatoia: ci facciamo faticosamente largo nella calca, mentre sul palco si susseguono artisti e oratori. Quanta gente c’è? Dicono un milione… sarà vero?, bisbiglia qualcuno, quasi con vergogna. Mi rispondo che il numero esatto non ha alcuna rilevanza: nel mondo reale siamo tantissimi, un’enormità, nessuno, anche volendolo, sarebbe in grado di contarci… in quello virtuale (che pesa più del primo, e fa la “Storia mediatica”) siamo stimati in un milione, e quel milione riporteranno gli annali. L’acustica è ottima: anche da centinaia di metri di distanza non si perde una frase, una parola. Un giovanissimo studente svela l’inganno renziano: non cadiamo nella trappola del conflitto generazionale, facciamo causa comune contro gli oppressori, difendiamo diritti strappati a caro prezzo! Pre- ceduta da un “Nessun dorma” da brividi (a cantarlo sono i musicisti dell’Opera di Roma, a rischio licenziamento… accorata esecuzione, anche se io avrei optato per L’Internazionale), Susanna Camusso si accosta al microfono e arringa la folla con la sua voce dura, maschile. E’ un bel discorso, una critica serrata del renzismo, con continui rimandi all’indegno show della Leopolda irridente… un’orazione più “coraggiosa” di quanto mi attendessi, ma in definitiva monca. Ad occhio e croce, latitano le conclusioni. Perché non dire che Renzi è l’erede politico di Berlusconi, che con lui governa la destra peggiore, la più infida, che questo esecutivo rappresenta un’intollerabile minaccia per lavoratori, studenti, pensionati, welfare? Perché la CGIL – scesa in piazza obtorto collo, per salvaguardare anzitutto la propria esistenza come organizzazione – avanza, in realtà, pretese insufficienti: che l’articolo 18, già manomesso nel 2012, non venga cancellato, che il governo tratti sul Jobs act (ma il contratto a tutele evanescenti è stato digerito), che faccia delle concessioni. Anche Monti, in fondo, si era lasciato 11 La Gazzetta Giuliana venerdi 14 novembre DIARIO ROMANO persuadere, no? E lui era di destra destra… possibile che non realizzino di avere di fronte un Attila, spedito in Italia per saccheggiare il Paese e sradicare ogni diritto, ogni tutela? Forse sì, ma ormai disabituati alla lotta da vent’anni di concertazione non sanno come reagire… “anche con lo sciopero generale” – promette finalmente la segretaria, provocando un boato di approvazione – e con iniziative fantasiose che sono allo studio. Il milione freme, sballottato tra indignazione, sgomento, speranza e timore… a me sarebbe piaciuta un’analisi puntuale e spietata come quella che leggo sul mensile Falce e Martello, ma mi accontento di questa consapevolezza che si fa strada, dei “Renzi è peggio di Berlusconi” che filtrano dai capannelli, di questi ragazzi che si mischiano ai veterani di cento dimostrazioni. Sì, Renzi è peggio di Berlusconi, drammaticamente peggio – perché è un mantenuto che parla di ciò che non conosce, il Lavoro (lui “il posto fisso”, inteso come sinecura, ce l’ha dall’adolescenza); perché è il fiduciario della Finanza, l’apripista dei loschi Serra che vorrebbero addirittura cancellare il diritto di sciopero (un po’ come Mussolini, ma costoro, dal punto di vista delle politiche economiche, stanno molto più a destra); perché inganna gli allocchi arruolando l’opportunista Migliore, “leopoldizzato” all’istante, distribuendo elemosine e spacciando per “sinistra del cambiamento” il suo ripugnante neoliberismo classista; perché – imbevuto di autoritarismo plebeo - se ne frega di scioperi e manifestazioni e, come in un remake futurista da due euro, blatera di iPhone e gettoni mentre a centinaia di migliaia di anziani mancano i soldi per una spesuccia in supermarket; perché la sua modernità è fasulla, visto che intona la stessa canzone dei Cheope, dei Marco Licinio Crasso e degli schiavisti ottocenteschi, cui dobbiamo opporre l’idea giovane e fresca dell’uguaglianza e del Socialismo (possibilmente senza riproporre il lessico di un secolo fa); perché inveisce contro i gufi mentre ci dà in pasto agli avvoltoi; perché alza la voce in Europa ma per finta, calcolando da guitto di mestiere l’impatto sul pubblico di ciance che rimarranno tali. L’imperativo è disarcionarlo prima che ci “asfalti” tutti – dipendenti pubblici e privati, piccoli professionisti e artigiani, pensionati, studenti, cittadini e fruitori di servizi pubblici di cui è imminente la privatizzazione selvaggia – ricorrendo a forme innovative di lotta, che vadano dallo sciopero generale a oltranza (se i ferrovieri tedeschi hanno incrociato le braccia per 50 ore, possiamo e dobbiamo farlo anche noi!) agli efficaci strumenti di con- trapposizione adoperati in tempi recenti dai c.d. Forconi, dal boicottaggio di certi prodotti alla solidarietà attiva verso chi è messo all’angolo dalle diaboliche leggi del profitto. Non è vero che a Matteo Renzi non ci sia alternativa, se non altro perché non v’è nulla di più nocivo e repellente, al momento, dell’accolta di lobbysti radunata alla stazione Leopolda. Che affidamento possiamo fare sui Cuperlo, sui Civati (quello che spergiura, garrulo e sorridente: “questa piazza non è contro il governo!”) e compagnia bella, che in giacca e cravatta bighellonavano per il corteo? Nessun affidamento: ce lo dicono le cronache parlamentari. Sulla CGIL e il sindacalismo autonomo? La prima, più che i secondi, è a rischio estinzione: turiamoci il naso, se necessario, ma affianchiamola, sproniamola, guidiamola – una sua Caporetto equivarrebbe, per noi, ad una cattività senza possibile riscatto. 12 La Gazzetta Giuliana Registrazione Tribunale di Trieste 08/03/2013 n. 1264 Edito da Giuliana Editrice S.a.r.l. e-mail [email protected] tel 3337241111 Per la pubblicità: 333 7241111 DIRETTORE RESPONSABILE Luigi Putignano HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Luigi Bianchi, Giorgio de Cola, Norberto Fragiacomo DESIGN EDITORIALE E IMPAGINAZIONE LP comunicazione - Trieste per abbonarti gratuitamente clicca qui http://lagazzettagiuliana.com La Gazzetta Giuliana venerdi 14 novembre TEATRO Stagione Sinfonica del Teatro Verdi di Trieste 2014-2015 Un programma di qualità quello del “Verdi” La Stagione Sinfonica 2014-15 del Teatro Verdi di Trieste si caratterizza per la particolare attenzione posta, anche quest’anno, alle scelte artistiche di Direttori e Solisti, e alla qualità e varietà dei programmi proposti. Gli organici artistici dell’Orchestra e del Coro del Teatro Verdi, quest’ultimo preparato dal M° Paolo Vero, saranno impegnati nell’esecuzione di prestigiosi programmi sinfonici che si svilupperanno tra il 2014 e il 2015 in sei diversi appuntamenti con due esecuzioni ciascuno. Saliranno sul podio del “Verdi” interpreti eccellenti. Bacchette di grande prestigio come Roman Brogli-Sacher e Moshe Atzmon, Aleksandar Markovic, attuale titolare della Brno Philharmonic Orchestra. Debutto anche per il direttore armeno Karen Durgaryan. Tra i solisti che si esibiranno: il pianista Giuseppe Albanese, con Listz e Rachmaninov, Francesca Dego, con il Concerto per violino e orchestra di Ermanno Wolf Ferrari in prima esecuzione per il Teatro Verdi, il violoncellista Wen - Sinn Yang. L’apertura della stagione ha visto il ritorno a Trieste del m° gianluigi gelmetti che venerdì 7 novembre con replica sabato 8 novembre ha inaugurato la rassegna di concerti guidando l’Orchestra e il Coro della Fondazione triestina nell’esecuzione del tormentato monumento musicale di Wolfang amadeus mozart: il requiem per soli, coro e orchestra. Il Requiem è il frutto della ricerca spirituale e illuministica del musicista per un nuovo posto nelle forze intellettuali della società, in nome della sacralità della ragione e del progresso. Quasi una ricerca laica del sacro, nel nome della fratellanza umana, del progresso e della virtù. Segue il 14 e 15 novembre un altro capolavoro affidato alla bacchetta dell’illustre direttore: la nona Sinfonia in re magg. di gustav mahler considerata a ragione il canto del cigno di tutta la «civiltà della sinfonia», giunta al termine del suo ciclo dopo un secolo e mezzo di storia. Al riguardo il giudizio che ne diede Alban Berg , che la diresse personalmente più volte, ne sintetizza perfettamente le caratteristiche: «Ho suonato di nuovo la Nona di Mahler. Il primo movimento è la cosa più splendida che Mahler abbia scritto. È l'espressione di un amore inaudito per questa terra, del desiderio di vivere in pace con la natura e di poterla godere fino in fondo, in tutta la sua profondità, prima che giunga la morte. Perché essa arriva senza scampo…” Il successivo appuntamento, il 21 e 22 novembre 2014, è affidato all’ attuale Direttore Musicale Generale del Teatro di Lubecca m° roman Brogli-Sacher. Il concerto prevede la partecipazione solistica di Giuseppe Albanese, pianista dallo straordinario curriculum e brillantissima carriera sia come interprete di recital che come solista con Orchestra. Albanese affronterà nella prima parte della serata due capolavori: la malédiction per pianoforte e orchestra d'archi, opera giovanile di Franz Listz; il secondo brano è la rapsodia su un tema di Paganini op.43. una serie di pezzi elaborati sul Capriccio n. 24 di Paganini che sfoggiano una tecnica abilissima di smagliante bellezza. A questa prima parte farà seguito un omaggio ad antonín dvořak con l’esecuzione della ottava Sinfonia, . Il concerto d’apertura dell’anno 2015, in programma il 9 e 10 gennaio 2015, vedrà l’esecuzione della Sinfonia in do magg. di richard Wagner. Segue un omaggio a Johnnes Brahms con la partecipazione del Coro e Contralto nell’esecuzione della Rapsodie op.53 . Il Quinto concerto dedicato ai compositori francesi, in programma il 12 e 13 febbraio 2015, ci introduce in un mondo musicale di grande suggestione e calore, a partire da Camille Saint-Saëns di cui sarà eseguito il Concerto per violoncello n. 1. Il violoncellista Wen-Sinn Yang, sarà impegnato in una grande prova virtuosistica soprattutto nell’ultimo movimento, per passare poi a Claude debussy e la sua damoiselle élue un capolavoro di raffinatezze armoniche e di malinconica tensione con la partecipazione del Coro femminile del Teatro e mezzosoprano. Chiude il programma La Valse di maurice ravel: un poema coreografico che fu originariamente richiesto all’autore da diaghilev che poi rinunciò all’esecuzione ed ebbe il suo debutto in forma concertistica nel 1920. Il sesto e ultimo concerto della Stagionesi terrà il 20 e 21 marzo con la direzione di Karen durgaryan. Nella prima parte vedrà la partecipazione della violinista Francesca dego. Eseguirà il Concerto per violino e orchestra op. 26 composto da ermanno Wolf-Ferrari. La seconda parte del programma è riservata alla esecuzione della Sinfonia n. 2 in mi min. op. 27 di Sergej rachmaninov. 13 La Gazzetta Giuliana venerdi 14 novembre dall' 11 al 16 novembre 2014 Sala Bartoli IL MAGO DI OZ Di: tratto da “Il Mago di Oz” di L. Frank Baum Adattamento teatrale di Adriano Braidotti Regia: Luciano Pasini Luci: Davide Comuzzi Suono: Borut Vidau Con: gli allievi del Laboratorio StarTs Lab unedì 17 novembre 2014 Sala Assicurazioni Generali ENRICO BRIGNANO "Evolushow" Con: Enrico Brignano dal 18 al 23 novembre 2014 Sala Bartoli UNA GIOVINEZZA ENORMEMENTE GIOVANE Di: Gianni Borgna Ispirato ai testi di Pier Paolo Pasolini Regia: Antonio Calenda Aiuto regista: RobertaTorcello giovedì 20 novembre 2014 Sala Assicurazioni Generali 36°FESTIVAL DELLA CANZONE TRIESTINA venerdì 21 novembre 2014 Sala Assicurazioni Generali BUDAPEST GYPSY SYMPHONY ORCHESTRA dal 25 al 26 novembre 2014 Teatro Sloveno ORCHIDEE Di: Pippo Delbono Regia: Pippo Delbono dal 26 novembre al 7 dicembre 2014 Sala Assicurazioni Generali DISNEY'S BEAUTY AND THE BEAST Di: Alan Menken, Howard Ashman e Tim Rice Regia: Rob Roth Coregorafie di Matt West AGENDA Dal 14 al 15 novembre Stagione Sinfonica 2014-15 NONA SINFONIA IN RE MAGGIORE DI GUSTAV MAHLER DI: Gustav Mahler diretti dal M° Gianluigi Gelmetti . lun 17 novembre 2014 Teatro Miela PUPKIN KABARETT Chi non lascia raddoppia gio 20 novembre 2014 Teatro Miela Trieste is Rock LIZZY BORDEN + Nightglow mar 25 e mer 26 novembre 2014 Teatro Miela INNAMORATI-OPERA ROCK regia Luca Ferri con Luca Ferri, Luca Marchioro, Claudio del Toro, Stefania Maffeis, Fabio Bonora, Miriam Scalmana con la Band Rock Evenfall e la soprano Elena Pontini dom 30 novembre 2014 Teatro Miela Trieste is Rock H.E.A.T. + Sherlock Brothers mar 2 dicembre 2014 Teatro Miela Mielanext SON LUX + White Hinterland 14
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