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Osservatorio Fillea Grandi Imprese e Lavoro
Newsletter Costruzioni e Grandi Imprese
29 luglio – 5 settembre 2014*
A cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2
Congiuntura:
fondi Ue:
debiti Pa:
Cig:
Project Financing:
economia:
legislazione:
legislazione:
ed. scolastica:
legislazione:
ed. scolastica:
Federlegno:
legislazione:
Federlegno:
Federlegno:
allo studio il taglio dei cofinanziamenti al Sud (Il Sole 24 Ore, 14.08.14)
3 miliardi per gli Enti locali (Il Sole 24 Ore, 14.08.14)
la crisi abbatte la Cassa integrazione (Il Sole 24 Ore, 14.08.14)
più flessibilità a Cdp per Project Financing (Il Sole 24 Ore, 19.08.14)
da manifattura e costruzioni la spinta per la ripresa (Il Sole 24 Ore, 30.08.14)
Sblocca Italia in formato mini ma riapriranno 50 cantieri (Il Giornale, 30.08.14)
Sblocca Italia, bonus fiscali per la casa (Italia Oggi, 02.09.14)
scuole belle, è caos (Italia Oggi, 02.09.14)
Sblocca Italia, salta il regolamento edilizio unico (Il Sole 24 Ore, 03.09.14)
partono nel 2015 i primi interventi (Il Sole 24 Ore, 03.09.14)
nuovo accordo con Anci (Ansa, 03.09.14)
Sblocca Italia, spalanca le porte alla contraffazione (Libero, 04.09.14)
opere in legno e crollo all’Aquila, “basta con l’improvvisazione” (sito internet casa e clima, 04.09.14)
un errore togliere il bonus (Il Sole 24 Ore, 05.09.14)
Grandi imprese delle costruzioni:
grandi imprese:
Salini Impregilo:
Salini Impregilo:
Salini Impregilo:
Santarossa:
Trevi:
Italcementi:
grandi imprese:
Mantovani:
Rdb:
trainate solo dal mercato estero (Il Sole 24 Ore, 13.08.14)
via al piano buy-back (Il Sole 24 Ore, 13.08.14)
la provocazione sulla sede e il possibile shopping (Il Sole 24 Ore, 14.08.14)
spazio alle grandi opere (Il Sole 24 Ore, 18.08.14)
temano anche le aziende fornitrici (Il Gazzettino, 20.08.14)
inaugura il 2014 con un portafoglio ordini che supera il miliardo (Nuova Finanza, 08.14)
premiata da Exane (Milano Finanza, 02.09.14)
a chi può giovare lo Sblocca Italia (Milano Finanza, 02.09.14)
Trieste, bocciato il ricorso di Mantovani (Avvisatore Marittimo, 02.09.14)
i sindacati incontreranno i commissari (Libertà, 03.09.14)
Rapporti e studi:
Istat:
Banca d’Italia:
Istat:
Istat:
Istat:
Istat:
Istat:
Eurostat:
Eurostat:
Istat:
Banca d’Italia:
Ance:
Istat:
clima di fiducia delle imprese luglio 2014 (Comunicato Istat, 28.07.14)
Eurocoin luglio 2014 (Comunicato Banca d’Italia, 31.07.14)
occupati e disoccupati giugno 2014 (Comunicato Istat, 31.07.14)
produzione industriale giugno 2014 (Comunicato Istat, 06.08.14)
stima preliminare del Pil II trimestre 2014 (Comunicato Istat, 06.08.14)
costo di costruzione di un fabbricato residenziale giugno 2014 (Comunicato Istat, 06.08.14)
Edifici ed abitazioni nel censimento 2011 (Comunicato Istat, 11.08.14)
Gdp euro area II quadrimestre 2014 (Comunicato Eurostat, 14.08.14)
Produzione nelle costruzioni giugno 2014 (Comunicato Eurostat, 20.08.14)
clima di fiducia delle imprese agosto 2014 (Comunicato Istat, 28.08.14)
indicatore E coin agosto 2014 (Comunicato Banca d’Italia, 29.08.14)
La crisi delle costruzioni pesa sul calo del Pil e dell'occupazione (Comunicato Ance, 29.08.14)
occupati e disoccupati luglio e II trim. 2014 (Comunicato Istat, 29.08.14)
Eventi:
Congiuntura
fondi Ue (14.08.14):
Matteo Renzi e Graziano Delrio sono pronti a ridurre dal 50 al 26% il cofinanziamento
nazionale ai fondi Ue 2014-2020 per le tre grandi regioni del Sud che sono in fondo alla classifica per capacità di
spesa: Campania, Calabria e Sicilia. A consentire l'operazione sono i regolamenti Ue che per le aree obiettivo 1
convergenza prevedono un cofinanziamento nazionale minimo del 26%, Tenendo conto solo dei due fondi principali, il
Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr)c il Fondo sociale europeo (Fse), la dotazione di fondi Ue 2014-2020 è di
6.860 milioni per la Sicilia, 6.326 milioni per la Campania e 3.031 per la Calabria. Il taglio al cofinanziamento significa
un risparmio di 8 miliardi nell'arco dei sette anni (oltre 10 miliardi considerando i fondi agricoli) che consentirebbe
anche per il biennio 2014-2015 una minore iscrizione nel bilancio statale di somme dell'ordine di almeno 1-1,5 miliardi.
Un altro tesoretto (insieme a quello per la riduzione della spesa di interessi derivante dalla riduzione dei rendimenti sui
titoli di stato) che tornerà utile al Governo nella manutenzione dei conti pubblici 2014 per evitare di sforare il 3% di
deficit-PiI,nella messa a punto della legge di stabilità 20l5 e probabilmente anche per accrescere i fondi destinati a
edilizia scolastica e dissesto idrogeologico. (…) Nell'accordo che Renzl si accinge a sottoscrivere con i governatori sarà
comunque inevitabile una clausola che ridestini quelle risorse a interventi di investimento nelle stesse aree. Ma questo
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politiche [email protected]
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* in questo numero della newsletter sono riportate anche le notizie più rilevanti del mese di agosto.
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potrà essere fatto con modalità e tempi che consentano comunque un risparmio per i primi due anni del ciclo, tanto
più che la nuova programmazione non potrà comunque partire operativamente, in termini di spese, che a 2.015
avanzato. (Giorgio Santilli)
debiti Pa (14.08.14): Pronti 3 miliardi per gli enti locali che devono smaltire i loro debiti con le imprese. Da ieri e
fino al 15 settembre Comuni e Province potranno fare richiesta di anticipazioni di liquidità per saldare le fatture dei
fornitori accedendo alla fetta più grossa – 3 miliardi - della tranche da 6 miliardi che è stata sbloccata dal decreto
ministeriale del 5 luglio 2014 in attuazione del Dl Irpef di aprile scorso voluto dal premier Renzi. Il decreto assegna
infatti altri 2,2 miliardi a Regioni e Province autonome per estinguere debiti diversi da quelli finanziari e sanitari e 800
milioni per pagamenti degli enti del Ssn. Fondi questi che arriveranno a destinazione a breve e a cui si aggiungono altri
2 miliardi per le società partecipate dagli enti locali e 550 milioni per i debiti dei ministeri per una dote complessiva di
8,8 miliardi di anticipazioni di liquidità previsti dal Dl Irpef. (…) (Marzio Bartoloni)
Cassa Integrazione Guadagni (14.08.14): Si attesta a 642 milioni di ore la richiesta complessiva di cassa
integrazione nei primi sette mesi dell'anno da parte delle imprese. Rispetto allo stesso periodo 2013 c'è un calo del
7,78%. Nel solo mese di luglio le ore autorizzate di cig sono 79,5 milioni (-8,6% su giugno, -25% sull'anno). Ma la
contrazione è addebitabile essenzialmente al crollo delle richieste di cassa integrazione in deroga (-70,8% a livello
tendenziale) frutto dei noti problemi di carenza di finanziamenti dell'istituto. Crescono invece le autorizzazioni relative
alla cassa integrazione straordinaria (la Cigs): a luglio (su luglio 2013) l'aumento è dell’8%; nei valori cumulati
gennaio-luglio l'incremento tendenziale è addirittura maggiore: +19,79% (+18,27% nell'industria, +36,5%
nell'edilizia). La fotografia scattata ieri dall'Inps conferma un mercato del lavoro in affanno. «E in ristrutturazione spiega l'economista del lavoro, Carlo Dell'Aringa -. Se questi dati si leggono assieme alle ultime rilevazioni Istat sugli
occupati emerge che le medie e grandi aziende appaiono ancora in sofferenza e in piena fase di ristrutturazione (per
questo richiedono più Cigs). Mentre sembra esserci più dinamismo della domanda di lavoro nei servizi e nelle piccole
imprese (ci sono primi segnali di aumento dell'occupazione)”. A giugno, infatti, conferma l'Inps, le domande di
disoccupazione (Aspi e mini-Aspi) si sono attestate a quota 148.605, il 3,3% in meno rispetto alle 153.725 istanze
presentate a giugno 2013. Tornando poi alla cassa integrazione (e in attesa di conoscere i dati sul tiraggio, cioè,
sull'utilizzo effettivo delle ore autorizzate) emerge come nel periodo gennaio-luglio la richiesta di cig nell'industria
abbia superato le 446 milioni di ore (ma è in calo del 4,54% a livello tendenziale). Continua invece ad aumentare,
seppur appena dello 0,61%, la richiesta di cassa integrazione nell'edilizia (a testimonianza di una crisi ancora forte nel
settore). Va meglio nel commercio (-6,94%) e nell'artigianato dove le ore autorizzate nel periodo gennaio-luglio (su
gennaio-luglio 2013) arretrano del 47,62%. (Claudio Tucci)
Project Financing (19.08.14): Via libera all'utilizzo, da parte di Cassa depositi e prestiti, delle risorse del
risparmio postale anche per finanziare investimenti pubblici e privati nei settori immobiliare, energia, ambiente,
trasporti, piani europei, ricerca, educazione; e anche per operazioni ad alto profilo di rischio, che una banca privata
non si assumerebbe, allo scopo di sostenere operazioni «di interesse economico generale». Nello sblocca-Italia del 29
agosto ci sarà un nutrito pacchetto «Partenariato pubblico privato»,con l'obiettivo di rilanciare il coinvolgimento dei
privati nella realizzazione di infrastrutture: estensione del credito d'imposta al project financing (sconto fiscale
sostitutivo di contributo pubblico) per operazioni da 50 milioni di euro (oggi è solo oltre i 200 milioni) e anche per
opere non in legge obiettivo; incentivo alla costituzione di centrali di committenza per aiutare anche i piccoli enti;
ampliamento delle condizioni giuridiche che consentono il riequilibrio del piano economico-finanziario nei project
financing (insieme a norme che rendano più fattibile l'ipotesi di risoluzione del contratto). Ma senza dubbio le norme
più rilevanti sono quelle che riguardano Cdp. Di «potenziamento di Cassa depositi e prestiti » per finanziare
infrastrutture e investimenti di interesse pubblico avevano già parlato il premier Matteo Renzi e il ministro
dell'Economia Pier Carlo Padoan nella conferenza stampa del lO agosto. In dettaglio si tratterebbe di rendere molto più
ampia e flessibile la "gestione separata" di Cassa depositi, quella cioè che trae risorse da emissioni garantite dallo
Stato (al 95% circa risparmio postale), e soggetta per gli impieghi a decreti di indirizzo del ministro dell'Economia.
Ebbene, mentre ora (DI 269/2003, articolo 5 comma 7 lettera a) la gestione separata si limita al finanziamento degli
enti locali per opere pubbliche, con l'estensione dal 2008 alle operazioni "di interesse pubblico" promosse dagli stessi
enti pubblici (ad esempio il project financing), con le modifiche allo studio le risorse da titoli garantiti dallo Stato (uno
stock di circa 245 miliardi di euro) potrebbero essere impiegate per finanziare una vasta serie di investimenti che
abbiano «finalità di servizio di interesse generale», «negli ambiti settoriali dell'immobiliare; dell'energia, dell'ambiente,
della protezione civile e calamità naturali; dei trasporti; dei programmi concordati a livello internazionale o europeo;
della cooperazione allo sviluppo e utilizzo di fondi europei; del progresso tecnico, scientifico, ricerca e educazione...».
Nell'ambito dei decreti di indirizzo del ministro dell'Economia potranno inoltre essere ammesse operazioni che
eccedano il profilo di rischio assumibile da un operatore finanziario privato. «Nelle infrastrutture – aveva detto Padoan
- c'è bisogno di allungare le scadenze dei finanziamenti». Da parte di Cdp, per queste operazioni, dovrà comunque
essere dimostrata (come oggi) la «sostenibilità economico-finanziaria». Dovrebbe essere esteso anche il raggio
d'azione della gestione ordinaria (raccolta da titoli senza garanzia statale), per «investimenti finalizzati a ricerca,
sviluppo, innovazione, ambiente ed efficientamento energetico». (Alessandro Arona)
economia (30.08.14): Gli
ultimi dati economici deludenti sul Pii e sull'occupazione in Italia e nell'Eurozona hanno
ridotto ormai a zero ogni speranza che il 2014 possa essere quell'anno di riscossa che soltanto fino a pochi mesi fa
ancora ci si attendeva a tutti i livelli: dai centri di previsione più autorevoli ai governi dei maggiori Paesi incluso quello
italiano, da Bruxelles alla Bce. La realtà per l'Area della moneta unica si è rivelata purtroppo assai diversa, anche a
causa dell'imprevista complicazione degli effetti negativi indotti dalla crisi russo-ucraina. E per l'Italia, in particolar
modo, la prospettiva è ormai nella migliore delle ipotesi quella di chiudere l'anno con una economia a crescita nulla o
poco più, a patto però che l'ultimo trimestre sia molto buono. La vera palla al piede del Pil in questo momento è
costituita dagli investimenti: quelli in macchinari ed attrezzature infatti sono calati congiunturalmente dell'1,5% nel
secondo trimestre mentre quelli in costruzioni dello 0,9%. È logico che sia così. Fintanto che i consumi privati non
riprenderanno con maggior vigore, la produzione industriale nel suo complesso non aumenterà abbastanza e solo le
imprese prevalentemente esportatrici avranno interesse ad investire perché quelle che producono principalmente per
il mercato domestico sono prostrate e in forte eccesso di capacità produttiva. Mentre solo con uno stimolo mirato delle
opere pubbliche e dell'edilizia privata i cantieri oggi dormienti potranno rimettersi in moto. Allo stato attuale, nel
secondo trimestre 2014 i consumi degli italiani hanno aggiunto uno 0,1% al Pil mentre gli investimenti
complessivamente gliene hanno tolto uno 0,2%. La via maestra per il Governo è dunque quella di sostenere la ripresa
dei consumi interni (e attraverso essi anche della produzione e conseguentemente degli investimenti delle imprese)
nonché quella di sbloccare l'edilizia che in un Paese come l'Italia (leader nella produzione di materiali da costruzione,
componenti idrotermosanitari, materiali elettrici ed illuminotecnica, mobili, elettrodomestici) è un fattore
assolutamente cruciale di crescita. Solo una netta ripartenza dell'industria manifatturiera e delle costruzioni nel settore
privato e in quello pubblico può generare una adeguata scossa per la ripresa. Non deve trarre in inganno il
peggioramento della domanda estera netta nel secondo trimestre (con un contributo negativo alla crescita del Pil dello
0,2%). L'export italiano, infatti, non si è fermato, pur essendo cresciuto poco (+0,1%) a causa del generale clima
negativo del commercio internazionale su cui hanno fortemente pesato i fattori geopolitici. Più che altro sono
aumentate le importazioni (+1%), il che è normale in una fase di inversione del ciclo che anche se modesta può
comunque indurre un aumento dell'import di materie prime e semilavorati e l'accumulo di scorte. Ma l'export resta una
carta vincente dell'Italia, su cui puntare con decisione perché è una delle poche che possano dare una scossa alla
crescita. Le crisi geo-politiche non dureranno in eterno, l'euro si è un po' ribassato sul dollaro e le imprese esportatrici
sono solide e non licenziano. Positivo quindi è il piano per il made in Italy a cui lavorano da mesi il ministro dello
Sviluppo Guidi e il viceministro Calenda. Piano che punta non solo a rafforzare la nostra presenza sui mercati
emergenti ma anche ad espanderla su quelli più consolidati: un caso per tutti quello degli USA dove le nostre imprese
stanno già mietendo successi. Lo scenario economico purtroppo è quello che è, come ha sottolineato ieri il Presidente
di Confindustria Giorgio Squinzi. La crescita per l'Italia si materializzerà solo a piccoli passi e servono ancora molti
sacrifici. A nostro giudizio, è evidente che sin qui i sacrifici li ha fatti soprattutto il settore privato (cittadini e imprese),
a cui si deve il principale merito del grande avanzo primario statale che abbiamo conseguito. Servono ora più sacrifici
da parte della macchina pubblica con la spending review che deve concretizzarsi in numeri precisi. Gli sgravi alle
imprese, le riforme di efficienza come quelle del lavoro e della giustizia civile, per altro verso, non potranno che
stimolare gli investimenti esteri in Italia èd aumentare la potenza di fuoco della macchina manifatturiera esportatrice
del made in Italy che non si è mai fermata. Un dato di straordinario rilievo è che nel primo trimestre 2014 per la prima
volta il surplus commerciale dell'Italia con l'estero esclusa l'energia ha superato quello del Giappone, il che ci ha
proiettati al quarto posto assoluto al mondo dietro Germania, Cina e Corea del Sud. Negli ultimi 12 mesi l'avanzo non
energetico italiano resta quinto al mondo (con 114 miliardi di dollari) preceduto di poco da quello giapponese, ma
l'exploit dell'ultimo trimestre resta per i nostri colori davvero storico. Altrettanto significativo è il fatto che gli ultimi
dati della Organizzazione Mondiale del Commercio indicano che la quota di mercato dell'Italia nell'export mondiale di
manufatti è quella che ha tenuto di più tra i Paesi del G-7 dopo quella tedesca dalla nascita dell'euro sino al 2013.
Numeri che confermano l'importanza di mettere saldamente al centro della politica economica italiana lo sviluppo
dell'industria e che sono stati resi possibili soprattutto per merito dell'intraprendenza sui mercati mondiali del nostro
nucleo di piccole e medie imprese. Di come rafforzare questo nucleo, all'interno del quale le medie imprese
manifatturiere italiane spiccano anche per livelli di produttività nettamente superiori a quelle delle concorrenti tedesche
e francesi, si parlerà in un Convegno al Mise il prossimo 9 settembre con la presentazione del Rapporto Ocse su "Le
politiche per le PMI e l'imprenditorialità in Italia". Verranno forniti al Governo italiano ulteriori spunti per generare,
attraverso l'industria, una scossa positiva alla crescita economica. L'industria in senso stretto sta facendo la sua parte
anche sul piano dell'occupazione. Secondo i dati grezzi Istat, nel 2° trimestre 2014 essa ha creato 124mila posti di
lavoro in più rispetto allo stesso trimestre del 2013 (+2,8%), mentre le costruzioni ne hanno distrutti 61mila (-3,8%)
e i servizi 92mila (-0,6%). Senza un'inversione di marcia anche di edilizia e consumi il motore dell'economia non
ripartirà. (Marco Fortis)
legislazione (30.08.14):
Sblocca Italia in versione soft per quanto riguarda le nuove risorse impegnate, molto
spazio per i finanziamenti privati, sburocratizzazione a beneficio delle infrastrutture e, soprattutto, della
ristrutturazione edilizia, con la fine dei permessi per le opere realizzate all'interno delle abitazioni. Forse non è stato il
Consiglio dei ministri che il premier Matteo Renzi sperava. Vero che l'obiettivo dei prossimi mille giorni è andare
«passo dopo passo» (questo lo slogan scelto dal governo) e ci sono in ballo cantieri per una decina di miliardi. M è il
valore delle opere pubbliche, non uno stanziamento nuovo. Il piatto forte del consiglio di ieri, è praticamente a costo
zero. Una buona notizia dal punto di vista dei conti pubblici: «Sull'impatto netto sulla finanza pubblica la risposta è
zero, non nel senso che non ci sono spese ma queste sono a piene coperture. Non stiamo peggiorando la finanza
pubblica», ha assicurato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, che ha tirato i cordoni della borsa fino all'ultimo.
Tra le opere pubbliche, alla fine, sono sopravvissute solo le linee ferroviarie del Sud: la Napoli-Bari e la PalermoMessina-Catania, che da sole valgono lO miliardi. «La grande novità – ha spiegato il ministro delle Infrastrutture
Maurizio Lupi - è che i cantieri apriranno il primo novembre del 2015 grazie a poteri straordinari di commissario
all'amministratore delle Ferrovie». Senza stanziamenti nuovi gli aeroporti, per i quali si punta allo sblocco dei contratti
di programma già approvati per i cinque scali strategici (Malpensa, Fiumicino, Firenze, Genova e Salerno). C'è «la
possibilità di sbloccare le risorse per 4 miliardi di euro», ha spiegato Lupi. Sulle infrastrutture si punta molto sui
privati, abbassando da 200 milioni a 50 milioni la soglia oltre la quale i finanziamenti privati possono godere di
defiscalizzazioni. Impegno anche per altre opere, tra queste la linea C della metropolitana di Roma, il collegamento
ferroviario tra l'aeroporto di Fiumicino e la Capitale, il passante ferroviario di Torino, la tramvia di Firenze. Confermata
«l'attivazione di risorse dei privati» per le autostrade: altri dieci miliardi di euro attivati con il prolungamento delle
concessioni. Novità sulle ristrutturazioni edilizie. A fronte di una conferma, per ora teorica, dei bonus da 50% e 65%,
Lupi ha annunciato che per «ristrutturazioni in casa propria non sarà più necessaria una autorizzazione edilizia ma con
una semplice comunicazione al Comune immediatamente il cittadino ha il diritto di fare tutti i lavori che vuole». Il
ministro allo Sviluppo economico Federica Guidi ha annunciato un piano per favorire l'export (<<Dovrebbe portare un
punto di percentuale di Pil in più, circa 50 miliardi di euro, nel triennio 2015-17», ha spiegato) poi incentivi per la
banda larga e l'estrazione di idrocarburi. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, ha annunciato un fuori sacco il
rifinanziamento della cassa integrazione in deroga per 600 milioni. Niente, per il momento, sulle partecipate. Non
pervenuta la stretta sulle società di proprietà di comuni, province e regioni, se ci sarà, arriverà con la legge di stabilità,
con incentivi alla privatizzazione e la chiusura di quelle inattive. Difficile che queste norme risollevino l'economia. «Il Pil
ha ancora un segno complessivamente negativo, ma è il risultato di un segno moderatamente positivo dei consumi e
negativo degli investimenti», ha commentato il ministro Padoan, che ieri ha visto il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano. Un esame completo della situazione economica, delle coperture dei tanti provvedimenti in cantiere e,
soprattutto, una attenta analisi delle parole «importanti» dette da Mario Draghi nell'incontro di Jackson Hole, è la
versione ufficiale data al termine dell'incontro dal Quirinale. Prossimo appuntamento, a parte il Consiglio europeo di
oggi che dovrebbe confermare il ministro Federica Mogherini nel ruolo di Lady Pesc, le misure sulla scuola. Oggi,
arriverà la riforma del Ministro dei beni e delle attività culturali. Dario Franceschini promette un ammodernamento del
dicastero. (Antonio Signorini)
legislazione (02.09.14):
Raffica di sgravi fiscali per la casa nel decreto Sblocca Italia. Ecco in sintesi le principali
novità. Per la riqualificazione energetica tramite fonti rinnovabili arriva un bonus del 50% fino a un massimo di 40 mila
euro. Detrazione d'imposta fino al 65% per interventi tesi a garantire il rispetto della normativa antisismica, con tetto
a 60 mila euro. Niente bollo e registro sull'accordo tra locatore e affittuario per ridurre il canone d'affitto. Per gli anni
2014-2017 deduzione dall'Irpef del 20% del prezzo d'acquisto per chi compra un immobile residenziale e lo concede in
locazione a canone concordato per almeno 8 anni. Agevolazione pari al 20% del prezzo di acquisto o di realizzazione
dell'immobile (fino a un tetto massimo di spesa di 300 mila euro). Alle cessioni di immobili a bassa prestazione
energetica da parte di privati a società immobiliari si applicano le imposte di registro e ipocatastali in misura fissa. (…)
(VALERIO STROPPA)
edilizia scolastica (02.09.14): Posato lo strofinaccio, un esercito di signore e signori delle pulizie (Lsu) ha
imbracciato pennello, cacciaviti, cesoie e chiavi inglesi per ripulire le pareti delle scuole, lavori di idraulica,
mantenimento del verde, sostituzione di vetri e maniglie. Sono proprio gli addetti alle pulizie degli istituti che si stanno
occupando degli interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale previsti da #scuolebelle, per il 2014,
in 7.751 plessi grazie a uno stanziamento di 150 milioni. Lavoratori che, formati, potranno accedere alle ore di cassa
integrazione e non perdere del tutto lo stipendio. Ma «quando vengono effettivamente impiegati - osserva Mestriner –
si scopre che non possono salire sulle scale a pioli e quindi possono lavorare solo fino a due metri di altezza». La
regola dell'altezza d'uomo. Vale anche per la tinteggiatura delle pareti, fatta solo con il rullo in mano. «Niente ponteggi
o scale E le macchie o le scritte sopra i due metri chi le leva?», osserva Brunella Maiolini, preside della Pistelli di Roma
a cui spettano 56mila euro, «ma per interventi minimi rispetto alle nostre esigenze». Molti presidi lamentano l'assenza
di autonomia di spesa nella scelta del tipo di intervento, delle ditte e dell'istituto in cui effettuare i lavori. L'Asal
(associazione delle scuole autonome del Lazio), con i suoi 250 istituti, ha inviato una lettera al ministro dell'istruzione
Stefania Gianninì sulla «tragicomedia che si consuma nelle nostre scuole - scrivono -. Arrivano i fondi, ma vanno
impiegati subito, nelle scuole prescelte, con procedure immediate, con le solite ditte, in un tempo di periodo
prestabilito (...). Tra noi c'è la netta sensazione di un'ennesima occasione perduta». (…) (EMANUELA M1CUCCI)
legislazione (03.09.14): Il pacchetto semplificazioni per l'edilizia esce ridimensionato di alcuni pezzi pregiati nella
riscrittura e messa a punto del testo definitivo del decreto legge sblocca-Italia. Sono uscite dal provvedimento, in
particolare, due delle norme di sburocratizzazione più importanti e innovative: il regolamento edilizio unico standard
per tutti gli 8mila comuni che avrebbe dovuto prevedere norme e definizioni tecniche omogenee sul territorio nazionale
dando un punto di riferimento unico agli enti locali e la limitazione a un termine temporale di sei mesi o un anno del
potere di autotutela della pubblica amministrazione nel caso di progetti presentati con Dia (Denuncia di inizio attività)
o Scia (Segnalazione certificata di inizio attività). Il testo rimpalla in queste ore fra il Dagl (Dipartimento affari giuridici
e legislativi) di Palazzo Chigi, la Ragioneria generale a Via XX settembre e gli uffici legislativi dei ministeri interessati, a
partire da quello delle Infrastrutture La previsione è che il testo abbia bisogno almeno di un paio di giorni di lavoro
ancora prima di salire al Quirinale. Colpisce il via-vai di norme che ancora riguarda parecchi punti del testo. Ne fanno
le spese così anche norme della prima ora, largamente condivise. La norma sul regolamento edilizio unico avrebbe
superato di fatto lo spezzatino comunale attuale e avrebbe anche accorpato le norme tecniche edilizie con quelle
igienico-sanitarie. La proposta arrivava originariamente dal Consiglio nazionale degli architetti ed era stata fatta
propria subito dalle prime bozze di Palazzo Chigi. L'obiezione riguarderebbe i poteri delle Regioni, ma chi ha seguito i
lavori da vicino garantisce che una soluzione giuridicamente soddisfacente era stata trovata. La norma sulla limitazione
temporale del potere di autotutela della Pa avrebbe dato maggiore certezza soprattutto ai progetti dei lavori in casa,
eliminando la spada di Damocle con cui la pubblica amministrazione può sempre intervenire in autotutela annullando il
progetto di un privato cittadino, anche ben oltre i sessanta giorni che devono intercorrere per Scia e Dia dal momento
della presentazione della dichiarazione all'inizio dei lavori. Anche queste norme vanno ad accrescere le fila delle
disposizioni via via eliminate dalle bozze del decreto legge sblocca-Italia: dalle norme sulle società partecipate dagli
enti locali alla riconferma nel 2015 dell'ecobonus 65% per risparmio energetico e prevenzione antisismica che slitta
alla legge di stabilità. Resta, invece, nel decreto legge la norma-simbolo della semplificazione proposta dal ministro
delle Infrastrutture, Maurizio Lupi: prevede che basti la sola comunicazione al comune - senza più bisogno di Dia, Scia
o permesso per costruire -per tutte le opere di manutenzione straordinaria, comprese quelle sulle parti strutturali
dell'edificio che oggi sono escluse. La semplificazione è allargata anche ai lavori che modificano il carico urbanistico e
al frazionamento o accorpamento di unità immobiliari purché non si modifichi la destinazione d'uso. Resta sempre
proposto da Lupi, anche il bonus fiscale per chi acquista da un costruttore un'abitazione nuova o ristrutturata, a
condizione che venga destinata per otto anni all'affitto a canone concordato. Nel decreto legge è prevista una
deduzione Irpef del 20% sul valore dell'immobile acquistato, ma la spesa agevolabile è stata ridotta a 300mila euro
rispetto alle prime bozze. In compenso, alla somma può concorrere anche l'acquisto di più di una abitazione. Non è
ancora stata trovata la copertura ma anche il premier Matteo Renzi ha fatto pressing sul ministro dell'Economia, Pier
Carlo Padoan, perché effettivamente venga trovata. Resta nel testo anche il permesso di costruire convenzionato
rilasciato con modalità semplificata proposto da Lupi. Sono soggetti alla stipula della convenzione la cessione di aree
anche al fine di utilizzo di diritti edificatori, la realizzazione di opere di urbanizzazione, le caratteristiche morfologiche
degli interventi, la realizzazione di interventi di edilizia residenziale. (Giorgio Santilli)
edilizia scolastica (03.09.14): Ci sono 636 milioni di euro da spendere entro l'anno per interventi di edilizia
scolastica, ma la maggior parte degli investimenti rischia di partire solo nel 2015. Si tratta, in larga prevalenza di
piccoli o piccolissimi lavori in sicurezza e manutenzione edilizia. Gli interventi sono quelli pianificati e selezionati
nell'ambito dei tre programmi che il premier Matteo Renzi ha ribattezzato #scuolenuove, #scuolebelle e #scuolesicure.
La quota maggiore è costituita dai 400 milioni di risorse Cipe per la messa in sicurezza e l'eliminazione dell'amianto
(#scuolesicure). Poi ci sono i 86,4 milioni del programma "#scuolenuove", che libera le risorse nelle casse dei comuni,
perché le esclude dal patto di stabilità 2014. Gli altri 150 milioni vanno a finanziare un pulviscolo di micromanutenzioni eseguite da cooperative di artigiani nel quadro delle convenzioni quadro della Consip (#scuolebelle). I
400 milioni Cipe delle "#scuolesicure" vanno a 1.636 appalti in 18 regioni, per un taglio medio di 245mila euro a
cantiere. Il piano rappresenta il rifinanziamento di quello avviato dal precedente governo con il decreto "fare". I lavori
vanno affidati entro il 31 dicembre 2014, pena la revoca dei fondi. La strada però non è del tutto spianata. Infatti, la
delibera Cipe del 30 giugno con la quale è stato finanziato il programma non è ancora apparsa sulla «Gazzetta
Ufficiale»; anzi non è stata ancora registrata dalla Corte dei Conti. Il ritardo si spiega in parte con una "svista". Nella
delibera del 30 giugno, infatti, oltre ai fondi per le #scuolesicure, venivano stanziati anche no milioni a favore del
piano #scuolebelle, fondi - che si è poi scoperto – avevano già una copertura. Il successivo 1° agosto il Cipe «ha preso
atto che per il cofinanziamento di no milioni di euro è stata individuata una copertura finanziaria alternativa rispetto
all'assegnazione, a carico del FSC, disposta nella seduta del 30 giugno u.s.; la relativa delibera, pertanto, non avrà
corso». In altre parole, la delibera del 30 giugno deve essere modificata. Intanto il tempo passa e la scadenza del 31
dicembre si avvicina. Sempre il 1° agosto, l'ufficio di Gabinetto del ministero dell'Istruzione, prendendo atto del
ritardo, ha sollecitato i comuni - «nelle more della registrazione della delibera Cipe» - ad avviare le procedure di gara,
per non rischiare il definanziamento. Allo stesso tempo ha anche informato i Comuni che «risorse saranno assegnate
agli enti locali a partire da gennaio 2015 e dovranno essere utilizzate nello stesso anno». Stando così le cose, l'impatto
sull'economia reale di questo "pezzo" del programma di edilizia scolastica si avvertirà solo il prossimo anno. (Massimo
Frontera)
FederlegnoArredo (03.09.14): Piero Fassino presidente Anci e Roberto Snaidero, presidente di
FederlegnoArredo hanno firmato “un protocollo di intesa finalizzato alla diffusione delle tecnologie costruttive in legno”.
FederlegnoArredo metterà a disposizione le competenze del proprio ufficio tecnico, organizzando specifici percorsi
formativi destinati ai tecnici delle pubbliche amministrazioni e ai professionisti del settore per diffondere competenze e
approfondire temi dedicati all’ingegneria e tecnologia delle metodologie costruttive in legno. L’Anci punta – è stato
spiegato – ha l’obiettivo di un approfondimento su soluzioni costruttive a basso impatto ambientale, energeticamente
efficienti, sicure anche come resistenza al sisma e al fuoco. Una intesa che “si inserisce all’interno di una politica
nazionale che tende a rinnovare e migliorare il parco edile rivolto all’edilizia scolastica e non solo”, dice
FederlegnoArredo. “Dopo l’accordo stipulato col Comune di Milano lo scorso 27 febbraio, che vedrà i primi risultati
entro la primavera del 2016, con la demolizione di quattro istituti a fine vita e la loro ricostruzione in legno, abbiamo
ricevuto telefonate da sindaci di tutta Italia”, spiega il presidente di Assolegno, Emanuele Orsini.
legislazione (04.09.14):
«Il pacchetto "Sblocca Italia" messo a punto dal Governo introduce un provvedimento
che - se approvato – spalancherebbe le porte alla copia libera delle opere di design e avrebbe effetti pesantissimi sul
settore arredo-design. L'articolo 37, infatti, consentirebbe la sola tutela dei disegni registrati, ma non riconoscerebbe il
valore artistico delle opere di design e quindi la protezione attraverso il diritto d'autore». Lo si legge in una nota
congiunta FederlegnoArredo e Centromarca. Il provvedimento, continua la nota, provocherebbe danni rilevanti a un
settore strategico per l'economia nazionale, costituito da 68mila aziende, che danno occupazione a 370mila addetti,
contribuisce per il 2% al prodotto interno lordo ed esprime un fatturato export di oltre 12 miliardi di euro, con un saldo
positivo di quasi 8,5 miliardi di euro. «L'eccellenza italiana, frutto di capacità di innovazione, creatività ed originalità,
che tutto il mondo ci riconosce, è costantemente sotto assedio da parte dei contraffattori», sottolineano Roberto
Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, e Mario Peserico, presidente di INDICAM, l'istituto di Centromarca per la
lotta alla contraffazione. «Ed è paradossale che in un provvedimento varato per sostenere le imprese sia inserito un
articolo che in realtà le rende vulnerabili». FederlegnoArredo e INDICAM rilevano, inoltre, che l'articolo 37 riprende il
testo di una proposta di legge sul design che di fatto concede a un limitato numero di imprese che operano nel settore
dell'arredamento il via libera alla riproduzione dei classici del design. Il rischio di tale norma, non prevedendo la tutela
tramite diritto d'autore, è di rendere l'Italia un luogo sicuro per la copia libera dei grandi oggetti di design,
pregiudicando un sistema di valori strategici, ancor prima che economici, che invece andrebbero preservati. La
modifica che si vorrebbe introdurre risulta inoltre in contrasto con le convenzioni internazionali in materia di diritto
d'autore, alle quali anche l'Italia ha aderito. «Ci auguriamo che il governo», precisano Snaidero e Peserico, «così
sensibile al tema del Made in Italy, prenda sul serio le nostre osservazioni e operi affinché questo decreto rappresenti
un reale strumento di progresso e di competitività. Se il nostro Paese non è in grado di tutelare i prodotti delle imprese
italiane, come si può pretendere di promuovere l'eccellenza italiana nel mondo?».
FederlegnoArredo (04.09.14):
“Leggendo le sconcertanti notizie provenienti da L’Aquila, dove da una palazzina
del progetto C.A.S.E. si è “staccato” un balcone, si ha la conferma che, sia nell’attuale DPR 207/2010 sia nel futura
revisione del testo di legge, diviene indispensabile considerare le opere in legno all’interno delle categorie
superspecialistiche e sensibilizzare gli organismi di accreditamento a una seria e reale verifica delle capacità tecnicoorganizzative delle aziende”. Così in una nota FederlegnoArredo, commentando il crollo di un balcone da una palazzina
del Progetto C.A.S.E. di Cese di Preturo. OPERE IN LEGNO, VANNO GARANTITE MAESTRANZE QUALIFICATE. “I recenti
fatti de L’Aquila confermano la necessità di garantire negli appalti pubblici l’obbligo di impiegare maestranze
qualificate. Non è più possibile ritenere a qualificazione non obbligatoria la categoria “OS32” “Opere in legno””,
sottolinea FederlegnoArredo. “Soprassedere a questa richiesta (che la stessa FederlegnoArredo porta avanti da anni)
significa chiudere gli occhi sulla pubblica incolumità. Imprese legate principalmente a costruzioni tradizionali spesso
ignorano completamente i fattori tecnologici e ingegneristici di un’opera realizzata tramite tecnologie in legno. Nel caso
in questione, il cedimento sembra essere dovuto a infiltrazioni d’acqua (causate dalla mancanza di una guaina
impermeabilizzante nel pacchetto costruttivo) che a sua volta ha provocato il collasso della struttura portante e
relativo crollo del balcone. Dire basta all’improvvisazione non significa solo valorizzare competenze specifiche
all’interno della filiera edile, ma vuol dire soprattutto preservare il bene più prezioso: la vita delle persone”, conclude la
Federazione che rappresenta la filiera italiana del legno-arredo.
FederlegnoArredo (05.09.14): Che il bonus fiscale sull'acquisto di mobili faccia bene alle imprese italiane
dell'arredo è cosa che Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, ripete da mesi. Ma ora la conferma
"scientifica" arriva dai numeri forniti dai Caaf relativamente alle dichiarazioni dei redditi 2013: solo negli ultimi tre mesi
dello scorso anno sono state quasi 46mila le domande di detrazione presentate dai contribuenti. Un numero superiore
alle aspettative, che conferma e forse migliora le stime sull'impatto economico di questo strumento: oltre 300 milioni
nell'ultimo trimestre 2013 e 1,2 miliardi per il 2014. «Senza contare il ritorno per lo Stato in termini di recupero fiscale
- precisa Snaidero - e il risparmio sugli ammortizzatori sociali che sarebbero stati inevitabili senza il bonus, che ha
salvato 3.500 posti di lavoro». E che nei primi due mesi dell'anno ha anche riacceso i consumi in termini, che hanno
registrato un timido ma graditissimo +0,6%. Eppure, del rinnovo del bonus per il 2015 nel decreto Sblocca Italia non
c'è traccia: «Un errore», secondo Snaidero, che però è ottimista sulla possibilità che la misura venga confermata per il
2015 nella Legge di Stabilità. E che anzi, fiducioso nell'attenzione che questo governo ha sinora dimostrato al mondo
del legno-arredo (28 miliardi di fatturato nel 2013) rilancia: «Chiediamo anche di introdurre un'Iva agevolata
sull'acquisto di mobili da parte delle giovani coppie, come già avviene per l'acquisto della prima casa e come avviene in
altri Paesi europei». Un'offensiva a tutto campo sul fronte dei consumi, che prepara la "campagna d'autunno" del
mobile italiano, dove un ruolo centrale avrà anche la lotta alla contraffazione. Un tasto dolente, spiega Snaidero,
perché l'articolo 37 dello Sblocca Italia annulla di fatto il riconoscimento del valore artistico delle opere di design e
dunque la loro protezione attraverso il diritto d'autore. Con grave danno economico per tutte le aziende che detengono
(pagandoli) i diritti sui classici del design. «Ci auguriamo che in sede di conversione in legge il Parlamento corregga
questo provvedimento dice Snaidero-. A maggior ragione vista la sensibilità dimostrata da questo Governo nei
confronti della tutela e valorizzazione del made in Italy. Pensi che solo mercoledì scorso ero al ministero dello Sviluppo
economico per siglare un protocollo d'intesa tra Mise e Federlegnoarredo, destinato proprio a promuovere attività di
valorizzazione del design e lotta alla contraffazione. Il primo nel suo genere». Le preoccupazioni non risparmiano
nemmeno i mercati esteri. Intendiamoci: le esportazioni del comparto continuano a correre, e le prospettive sui
mercati asiatici sono ottime. «La prossima settimana andremo in Cina per rendere operativa la joint venture con
BolognaFiere - dice il presidente di Federlegno - che ha lo scopo di preparare il terreno alle nostre aziende e alla fiera
del mobile italiano che lanceremo a Shanghai nel 2016. È un mercato straordinario, cresciuto del 47% nei primi mesi
dell'anno». Ma i timori riguardano la Russia, il terzo mercato per il legno-arredo italiano, con un valore di quasi un
miliardo e una crescita annua dell'8-9%: «È tra i nostri mercati più importanti - conferma Snaidero -. Anche nei primi
quattro mesi di quest'anno è cresciuto dell'uro (con 263 milioni di ricavi, ndr), ma le tensioni con l'Ucraina e con la Ue
cominciano a farsi sentire». Non è tanto il rischio di un embargo a preoccupare, spiega Snaidero quanto la paura di
sanzioni finanziarie che possano bloccare i trasferimenti di denaro. Un'incertezza che non giova ai rapporti con i clienti
locali e gli ordinativi negli ultimi mesi sembrano diminuire: «Non abbiamo ancora dati ufficiali a testimoniarlo, ma
questo è il nostro sentore». Anche in questo caso, però, le imprese italiane non lasciano ma raddoppiano:
FederlegnoArredo organizza da dieci anni i Saloni WorldWide, portando le principali aziende del Salone del Mobile di
Milano a Mosca. Quest'anno non ci saranno eccezioni: «Dal 15 al 18 ottobre saremo al Crocus Expo con 560 aziende,
tra espositori del Salone ed espositori di Made». Un programma deciso mesi fa, in partnership con Fiera- Milano che
allo stesso evento porta il suo salone per la casa Homi e che la crisi tra Russia e Ucraina non fermerà di certo.
(Giovanna Mancini)
Grandi imprese delle costruzioni
grandi imprese (13.08.14):
L'anomalia italiana si aggrava: nelle costruzioni il top dell'imprenditoria non si
rafforza in patria (con crescita inevitabilmente "esterna") e quindi non riesce a imporre alla politica di investire in
infrastrutture: causa non secondaria di sette anni di crisi del mercato. Invece "fugge": accentua la proiezione all'estero
e – comprensibile ma non giustificabile - trascura l'Italia dei mille problemi. Così non va: i gruppi leader degli altri
grandi Paesi europei sono molto meno esposti all'estero: 37,7% (Vinci), 46% (Bouygues), 15,6% (Eiffage), per restare
ai tre francesi che hanno fatturati fino a dieci volte i nostri. È davvero un vanto che Salini Impregilo sia giunto a
esportare l'88% (e solo in grandi lavori senza più occuparsi di concessioni, edilizia, impiantistica) avendo espunto
Todini Costruzioni (precedente acquisto di Salini), Astaldi il 66% (grazie a un sempre maggior peso delle concessioni),
Condotte il 61,1%, (spinto da filiali dinamiche come Cossi e Inso)? Questi sono nomi storici, negli anni '60 al vertice in
Europa, che oggi si accontentano della 16 ° e 25 ° Posizione, i primi due, mentre il terzo è fuori dalla top 50. Se a
breve termine espatriare salva i conti aziendali (e per fortuna non si segnalano contratti troppo a rischio) a lungo
termine il nemo propheta in patria è una sconfitta, prima di tutto per l'imprenditore. il "polso" di questo vertice
dell'offerta (le prime 25 imprese generali), lo danno i numeri pubblicati nel settimanale Edilizia e Territorio n. 30 (in
attesa della "top 50" annunciata nel n. 41). Nel 2013 19 imprese, solo una più dell'anno scorso, fatturano
all'esportazione il 46,4% del totale (era 41,9% nel 2012). Nell'insieme la produzione cresce sì del 9,9% ma con una
polarizzazione: le top lO (responsabili del 95.4% dell'esportazione) sono tutte in ascesa (più 15.3%) mentre le 15
inseguitrici calano del 4,7%. Le altre voci di bilancio, sterilizzate dei dati di Salini Impregilo di difficile confronto
omogeneo per la fusione di inizio 2014, confermano il buono stato di salute di chi è più grande. L'ebitda cresce del
31,5%, l'ebit del 40,7% e una perdita di 13,7 milioni si trasforma in un utile di 80. Quanto all'indebitamento e al
patrimonio sono stabili: più 104% il primo, più 0,7% il secondo. Infine il portafoglio ordini (più 3%) copre quasi cinque
anni di produzione (troppo per essere davvero credibile). Ovviamente il quadro d'insieme ha tinte diverse.
Preoccupano le cooperative: la lunga crisi dell'immobiliare ha annientato prima Consorzio Etruria e ultimamente Cesi e
messo in serie difficoltà Unieco e Coopsette. E, anche fuori dalla Lega delle Cooperative, Acmar per la prima volta
chiude un bilancio in perdita. Ma preoccupano altrettanto gli sviluppi di inchieste giudiziarie che ricordano quelle, di
sistema, di Mani Pulite. Ne potrebbe però scaturire, come negli anni '90, un'accelerazione di acquisizioni/fusioni che
rafforzino la governance del settore. Non necessariamente seguendo l'esempio dell'opa di Salini Costruttori su
Impregilo che ha fatto della seconda un "clone" della prima, di dimensioni più grandi ma con una gestione che resta
padronale. Oltre a un'annunciata (ma già rinviata) fusione tra Coopsette, Unieco e Cmr Edile, avrebbero senso
operazioni patrocinate dai maggiori gruppi economici interessati: Caltagirone potrebbe togliere Vianini Lavori dal
"limbo" conferendola ad Astaldi, Gavio potrebbe porre Itinera a capo di una compagine attiva non solo nei lavori
autostradali ma, a tutto campo, anche all'estero, Chiarotto, al quale il Mose ha dato il "turbo", potrebbe unire
Mantovani e Glf per creare un leader nelle opere marittime (e portuali). In genere, per uscire da sette anni di
decrescita l'offerta di costruzioni dovrebbe riorganizzarsi in poche grandi realtà diversificate, influenti, "proattive", che
sappiano guidare anziché subire i cambiamenti. E siano meno obbligate a cercar fortuna nel mondo. (Aldo Norsa)
Salini Impregilo (13.08.14): Salini Impregilo annuncia un buy-back. Il «campione nazionale» delle grandi opere
si ricompra azioni proprie. La notizia è arrivata ieri: una nota ha informato che il cda di Salini Impregilo ha approvato
la proposta di autorizzazione all'acquisto di azioni proprie da sottoporre all'assemblea ordinari dei soci. La facoltà da
attribuire al cda, nel rispetto delle norme del codice civile, riguarderà l'acquisto di azioni ordinarie in numero tale da
non eccedere il 1O% del numero complessivo delle azioni, il massimo consentito per legge. Scendendo in dettaglio,
l'autorizzazione verrà richiesta per 18 mesi, l'attuale termine massimo consentito dalla normativa. Attualmente Salini
Impregilo non detiene azioni proprie e appena due mesi fa aveva ripristinato il flottante. Pietro Salini, il patron del
gruppo di costruzioni, si era diluito fino al 58% (dall'89% precedente). La mossa era stata annunciata da tempo e poi
slittata per la questione di Panama e serve e dare più liquidità (visto che il flottante tra appena il 10%) e attrarre
investitori istituzionali. Ora il buy back sembra una marcia indietro: di fatto il riacquisto riduce il flottante e sembra
contraddire quanto fatto non più di 60 giorni fa. In realtà, spiega la società, il buyback è solo un jolly, un'arma da
usare in caso di necessità. Nell'ultima settimana, con l'Italia finita sotto un'ondata di vendte, il titolo ha sofferto. Ecco
allora che al cda si vuole dare la possibilità di poter avere una carta da giocare. Salini non intende ridurre il flottante,
ma solo cautelarsi per evitare scivoloni sul titolo. Per farlo, il gruppo è pronto a stanziare fino a150 milioni di euro, ma
è difficile che li userà tutti. E in ogni caso lo farà solo se ci sarà bisogno, nel caso in cui il titolo finisse sott'acqua.
Oppure per cogliere opportunità di mercato per fare trading proprietario; o avere "carta" di cui poter disporre per
operazioni straordinarie. Proprio nei giorni scorsi il titolo Salini Impregilo è stato preso di mira (-9,76% nell'ultima
settimana sotto i 3euro per azione), in concomitanza con la pubblicazione dei conti semestrali. Un bilancio che ha
portato a una raffica di buy. Secondo gli analisti, il gruppo guidato da Pietro Salini può raggiungere gli obiettivi
prefissati di riduzione del debito e, grazie all'evoluzione degli ordini, appare in grado di centrare i target 2014. Per
lntermonte, i risultati del semestre, chiuso con un giro d'affari in aumento del 12,8 per cento a 2,1 miliardi di euro e
un portafoglio ordini di 28,6 miliardi, sono migliori delle aspettative. In particolare, l'indebitamento finanziario netto è
migliorato sensibilmente grazie sia al recente apporto di capitale, sia alla vendita di asset. Miglioramento che non
include i 100 milioni di introiti della metropolitana di Ryad, ricevuti in luglio. Il report indica, inoltre, una crescita
dell'utile operativo che pone il gruppo nella giusta direzione. Il giudizio è «buy», comprare, con un target price a 4,8
euro.
Salini Impregilo (14.08.14):
Pietro Salini come Sergio Marchionne? Il colosso italiano delle costruzioni Salini
Impregilo è stato pronto a fare le valige e a spostare la sede all'estero.Seguendo l'esempio, che molto clamore ha
destato, della casa torinese che traslocherà da Piazza Affari a Wall Street (con sede fiscale a Londra) a ottobre. Ma poi
ci ha ripensato. La provocazione è stata lanciata dalle colonne del Financial Times, da dove il patron del gruppo ha
ventilato la possibilità di un addio al paese. Magari come conseguenza di un matrimonio con un gruppo straniero.
L'imprenditore romano, che appena sei mesi fa ha fuso Salini e Impregilo facendo nascere un big di Piazza Affari, è di
nuovo alla ricerca di acquisizioni. Ma dopo il «campione nazionale», Sua definizione, il passo successivo è l'ulteriore
internazionalizzazione del gruppo. Archiviato un primo semestre, meglio delle previsioni (con un aumento dei ricavi del
13% a 2,1 miliardi), Salini sta portando avanti il piano per passare da 4 miliardi nel 2013 a 7 miliardi di ricavi entro il
2017. Nella prima metà del 2014 il gruppo ha vinto nuove commesse per 3,5 miliardi: tra queste, la costruzione della
Metro di Lima in Perù e la galleria di base del Brennero tra l'Austria e l'Italia. Recentemente inoltre ha preso il controllo
del progetto di costruzione del nuovo Canale di Panama, risolvendo una disputa durata mesi. «Possiamo iniziare a
cercare opportunità di crescita. Non si tratterebbe un altro concorrente in Italia: vorremmo trovare realtà provenienti
da altre parti del mondo e che ci forniscano esposizione a nuovi mercati» ha dichiarato al quotidiano britannico. La
crescita è fuori d'Italia e Salini Impregilo guarda a quei Paesi dove si può crescere molto più velocemente. Sebbene il
gruppo abbia cantieri in 50 Paesi, a oggi non ha una presenza importante in Australia e negli Stati Uniti, entrambi
Paesi ad alto tasso di infrastrutture. Dalla sua creazione, Salini Impregilo è diventata una delle società più grandi e
internazionali in Italia, registrando una rapida crescita in netto contrasto con l'economia stagnante del Paese. Ma solo
perché l'85% circa del giro d'affari viene dall'estero. Rimanere in Italia ha sempre meno senso, dunque. E l'idea di un
eventuale trasloco è frullata nella mente del vulcanico Salini. Che ora aggiunge un piccolo retroscena. «All',inizio
dell'anno stavamo valutando di trasferire tutto. Siamo una società sempre più internazionale ogni giorno che passa.
Non escludo che lo faremo, prima o poi». Dei 35mila dipendenti che lavorano per Salini in tutto il mondo, in Italia ce
n'è una piccola parte. Alla luce delle dichiarazioni alla stampa estèra, si legge anche meglio la mossa annunciata due
giorni fa, quella di un buy-back, ossia il riacquisto di azioni proprie. Avere "carta" potrebbe tornare molto utile in caso
di acquisizioni.
Salini Impregilo (18.08.14): Quindicimila assunzioni nei prossimi quattro anni. È l'ambizioso piano del gruppo
Salini Impregilo. «L'azienda», spiega Pietro Salini, a.d. del gruppo, «tende a un raddoppio della sua dimensione in
termini strutturali e, quindi, necessita di un forte programma di assunzioni. Stiamo cercando», prosegue Salini, «molti
giovani, non solo italiani, ma una buona parte italiani. Ora stiamo facendo una serie di programmi insieme alle
università. Cerchiamo principalmente giovani ingegneri, neolaureati in economia, geometri». Attualmente, il gruppo
ricerca alcune figure esperte, con ottima conoscenza delle lingue inglese e spagnola, dei principali pacchetti informatici
e disponibilità a trasferte e trasferimenti in Italia e all'estero: direttori di cantiere laureati in ingegneria civile,
direttori/responsabili di amministrazione finanza e controllo con laurea in economia aziendale, contract administration
con laurea in ingegneria civile, addetto cost control ingegnere gestionale, analista costi con diploma di geometra.
Saranno selezionate numerose altre figure, con e senza esperienza, nelle aree amministrazione, finanza e controllo e
personale per i cantieri edili. Le assunzioni saranno scaglionate nel tempo. Il gruppo impiega circa 34.000 dipendenti
di 80 nazionalità diverse in oltre 50 paesi. «Crediamo che la base del nostro successo siano le persone, siamo noi, con
la nostra storia, le nostre aspirazioni, le nostre competenze; uomini e donne capaci di lavorare insieme per un
obiettivo comune. Lavorare con noi significa far parte di un ambiente di lavoro multiculturale in cui i rapporti sono
improntati al rispetto, alla trasparenza, alla fiducia; significa partecipare alla costruzione di opere uniche, di alta
ingegneria, in cui l'innovazione tecnologica si combina con l'innovazione di processo. Una realtà dinamica e
competitiva, in cui sviluppare competenze e professionalità e la possibilità di una carriera internazionale, dove entrare
in contatto con i migliori professionisti del settore a livello mondiale». Salini Impregilo è un global player nel settore
delle costruzioni, primo nel mondo per le infrastrutture nel segmento acqua. Il giro d'affari annuale del gruppo, nato
dall'integrazione di Salini e Impregilo (l'acronimo Impre-gi-Io nasce dal patto Gilt, Girola, Impresit, Lodigiani. Torno,
formato nel 1955 per la costruzione della diga di Kariba), ammonta a 4,1 miliardi di euro, con un portafoglio ordini di
oltre 32 miliardi di euro, diversificato per settore e per area geografica, primo tra i costruttori italiani e con forte
vocazione internazionale, come dimostra oltre 1'80% del fatturato realizzato all'estero. (…) (LAURA RoTA)
Santarossa (20.08.14):
La crisi aperta dal Gruppo Santarossa con l'avvio della procedura dei pre-concordati per
le società mobiliere fa tremare anche la rete del diffuso indotto di piccole imprese del distretto liventino che da
moltissimi anni operano con il colosso di Prata. In molti casi le piccole aziende e le società artigianali dell'indotto sono
"monofornitrici": è proprio per questo che il tracollo finanziario del gruppo rischia di rovesciarsi anche sulla rete dei
molti fornitori del territorio. Un numero di addetti che viene ritenuto circa pari a quello dei dipendenti diretti delle due
società del gruppo per le quali è stata avanzata istanza di concordato: la Santrossa Spa (circa 250 dipendenti, produce
mobili e componenti) e la Santarossa Contract (poco più di 50 addetti, specializzata nella produzione di arredo per le
navi da crociera). Per quest'ultima azienda ci sarebbe l'ipotesi di un contratto d'affitto da parte di una società
controllata da Fincantieri, storico committente della Santarossa. «La crisi di un gruppo così importante - spiega
Simonetta Chiarotto, segretario provinciale Fillea-Cgil - avrà sicure ripercussioni sull'indotto. Nel tempo potrebbe
essere a rischio un numero di posti di lavoro molto superiore a quello dei diretti, che sono circa 330. Salvo la volontà
della proprietà di salvaguardare il più possibile l'occupazione». E che all'origine della difficoltà ci siano problemi
finanziari e di liquidità (più che di commesse) preoccupa ancora di più l'indotto. E fa tornare alla mente il caso del
Mobilificio Florida di Prata che nel 2011 aprì la crisi proprio con le richieste di concordato. Allora gli addetti diretti erano
oltre 400 (oggi praticamente tutti senza lavoro, in seguito al naufragio dei tentativi di salvataggio) e l'indotto di
altrettanti lavoratori. Una seconda "botta" per un distretto già in una situazione gravissima.
Trevi (08.14): Un utile netto in crescita a 13,8 milioni di euro e una cedola da 0,13 euro per azione per quanto
riguarda il 2013 e una pioggia di nuovi ordini e commesse per il 2014: questi in sintesi i capisaldi dello sviluppo di
Trevi Finanziaria, holding del Gruppo TREVI, tra i protagonisti mondiali nel settore dell'ingegneria del sottosuolo e nella
produzione delle macchine per fondazioni e perforazioni. Se dunque lo scorso anno si è chiuso all'insegna di risultati
positivi, il 2014 si è aperto alla grande sul fronte delle commesse acquisite: nel solo primo trimestre dell'esercizio
infatti, il portafoglio ordini del Gruppo si è attestato abbondantemente sopra il miliardo di euro, a 1.091 ,9 milioni
(+24,4% rispetto al dato raggiunto al 31 dicembre 2013) . Dagli Stati uniti al Medio Oriente, viaggiando per il
Venezuela e il Messico: l'acquisizione di nuovi ordini in aree di interesse Storico confermano dunque l'apprezzamento
dei clienti nei confronti del Gruppo e della sua capacità di esecuzione dei progetti Nel settore delle costruzioni e
infrastrutture, che sta vivendo a livello globale una fase molto positiva, sono state acquisite commesse per 270 milioni
di dollari americani concentrati nelle aree di USA, Medio Oriente e America Occidentale. Nel settore Oil&Gas invece
sono stati acquisiti ordini di impianti di perforazione per 340 milioni di dollari, concentrati nelle aree dell'America Latina
e del Medio Oriente. Ecco nel dettaglio le principali operazioni messe a segno da Trevi attraverso le sue controllate
dall'inizio dell'anno: nel mese di gennaio il gruppo di Cesena ha portato a casa ordini importanti. Il primo per eseguire
opere civili e di fondazioni speciali di progetti infrastrutturali in Africa Occidentale ed in Asia per circa 50 milioni di
dollari, mentre nello stesso mese TREVIICOS, la controllata statunitense, si è aggiudicata una serie di commesse per
lavori di fondazioni speciali a New Orleans, Florida, Washington e Boston per un importo di circa 45 milioni di dollari. A
febbraio è stato il turno di Drillmec, specializzata nella realizzazione di impianti per la perforazione petrolifera e pozzi
d'acqua, che si è aggiudicata la fornitura di nuovi impianti petroliferi onshore ed offshore del valore di circa 135 milioni
di dollari da Aker Solutions, IDC ed End; a seguire la divisione Trevi, specializzata nei servizi di ingegneria del
sottosuolo, si è aggiudicata nuove commesse in diversi Paesi del Medio Oriente per un valore complessivo di circa 100
milioni di dollari. Negli Stati Uniti TREVIICOS si è aggiudicata la commessa relativa a lavori straordinari di
manutenzione della Diga Bolivar per un imporro pari a circa 44 milioni di dollari. Ad aprile infine Drillmec e Petreven
hanno portato a casa nuove commesse per un valore di circa 120 milioni di dollari da ENI e YPF e la stessa Drillmec si
è inoltre aggiudicata un contratto da Petroleos Mexicanos, compagnia nazionale messicana preposta all'attività di
esplorazione e produzione nel settore petrolifero, per la fornitura di due impianti petroliferi completi della potenza di
3.000 HP ciascuno. L’importo del contratto ammonta a circa 85 milioni di dollari.
Italcementi (02.09.14): Italcementi in recupero del 2,7% a Piazza Affari a 5,65 euro, spinta dall'allentamento dei
vincoli sui lavori nelle abitazioni private ma anche quotazioni in euro da Exane Bnp Paribas (tp a 7,7 euro) secondo cui
le azioni hanno perso il 23% negli ultimi tre mesi, risentono in maniera eccessiva dei rischi in Egitto e della crescita
zero in Europa «Il rapporto enterprise vaIue/ebitda di 5,6 volte a cui tratta il titolo è interessante dato il profilo di
recupero del gruppo, sìmile a quello di Titan ma più a buon mercato», dice Exane sottolineando che il prezzo obiettivo
indicato per l'azione del gruppo bergamasco offre un potenziale di rialzo del 39% contro il 17% della media del settore.
Gli esperti hanno comunque tagliato le stime dell'ebitda del prossimo biennio" del 2%per riflettere ipotesi più
prudenziali in Francia. I rendimenti del gruppo (4,2% sul capitale 2016) sono ancora tra i più bassi del settore, oltre a
essere al di sotto dell'ultimo ciclo di mercato nella maggior parte dei Paesi chiave e particolarmente depressi in Italia,
Egitto, Nordamerica e India. (Valerio Testi)
grandi imprese (02.09.14): Analisti finanziari al lavoro sui possibili effetti del decreto Sblocca Italia per
individuare i titoli favoriti dai piani per le nuove grandi opere. Il provvedimento mette in gioco 3,8 miliardi per lo
sviluppo e il rilancio delle infrastrutture nel Paese, tra cui molti tratti autostradali e alcune linee ferroviarie e
metropolitane. L'impegno previsto per il solo 2015 si aggira sui 500-600 milioni. Kepler Cheuvreux ipotizza che Astaldi
(giudizio buy con tp di 10,2 euro invariati) potrebbe beneficiare dei 160 milioni allocati per il completamento della linea
C della metropolitana di Roma, oltre che dei 90 milioni che saranno dedicati alla linea ferroviaria ad alta velocità
Brescia-Padova (Astaldi è della partita con una quota del 33%, così come Salini Impregilo che possiede il 27%)
sebbene questo ordine non sia stato ancora incluso nella lista dei lavori da effettuare. Sempre Astaldi, poi, dovrebbe
poter contare anche sui lavori per l' autostrada Valdastico Nord. Tornando a Salini Impregilo (rating buy e tp di 4,2
euro confermati, giudizio di acquisto anche da Banca Akros con un prezzo obiettivo invariato a 4,5 euro), un vantaggio
potrebbe arrivare dai 200 milioni stanziati per l'alta velocità Milano-Genova, così come 270 milioni dovrebbero essere
utilizzati per il tunnel del Brennero e 400 per completare la Salerno-Reggio Calabria. Infine Sias (buy da Kepler e
target di 10 curo) dovrebbe trarre vantaggio dall'approvazione del decreto legge che potrebbe fondere la A21 TorinoPiacenza con la tratte vicine della A4 Torino-Milano.
Mantovani (02.09.14):
Il Tribunale amministrativo del Friuli Venezia Giulia ha respinto il ricorso dell'impresa
padovana di costruzioni Mantovani contro la revoca dell'appalto, da parte dell'Autorità portuale di Trieste, per la
realizzazione della Piattaforma logistica dello scalo giuliano. La cordata guidata dalla friulana Icop Spa (composta
anche da Parisi,Interporto Bologna e dalla veneta Cosmo Ambiente) resta così l'aggiudicataria ufficiale dei lavori.
L'aggiudicazione provvisoria era andata al raggruppamento di imprese con capogruppo il colosso padovano (incluse
anche la triestina Samer&Co shipping srl e Venice Green Terminal), poi la decisione dell'Autorità portuale di rovesciare
il verdetto a favore della cordata guidata da Icop a seguito di verifiche effettuate sulle autocertificazioni allegate
all'offerta in cui, secondo il Codice degli appalti, è tassativo dichiarare l'inesistenza di possibili cause di esclusione dalla
gara, nello specifico cause riconducibili alla sfera della moralità. (…) (Elisabetta Batic)
Rdb (03.09.14): L'incontro di domani, 4 settembre, con i referenti del Ministero dello Sviluppo Economico è
slittato. Ma ieri i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, hanno chiesto con urgenza ugualmente un incontro ai commissari
straordinari, Renato Camodeca, Paolo Cevolani e Giorgio Zanetti, incaricati di valutare le tre offerte arrivate per
l'acquisizione della Rdb spa: obiettivo delle organizzazioni sindacali, pronte a scendere a Roma domani, è quello di
conoscere i tre piani industriali contenuti nelle buste e quali siano le intenzioni dei commissari. Se cioè, come sembra
ormai scontato, questi intendano realmente vendere la Rdb spa, con gli stabilimenti di Monticelli (la piacentina
Valmontana), Bellona (Caserta), Tortoreto (Teramo), Belfiore (Verona), oltre alla sede amministrativa e commerciale
di Pontenure, al Consorzio milanese Tecno Housing che, rispetto a giugno, è ora formato da un'unica società, non più
tre: si tratta precisamente della Tecnofin. Il valore dell'offerta sarebbe di 800mila euro. L'incontro tra le organizzazioni
sindacali e i tre commissari è previsto per le 14.30 di domani: non saranno presenti i referenti ministeriali, ma un
successivo incontro dovrebbe essere già convocato per la prossima settimana. Intanto, sarà faccia a faccia tra il
sindacato e i commissari. «Al momento siamo all'oscuro di tutto – commentano Roberto Varani (Filca Cisl) e Marco
Carini (Fillea Cgil) -. Aspettiamo dunque a pronunciarci finchè i commissari non ci diranno apertamente al tavolo cosa
stia succedendo.(…) A noi interessa la continuità occupazionale e aziendale: speriamo che questi siano stati i criteri
utilizzati dai commissari nella scelta tra le tre offerte. Valuteremo la situazione ed esprimeremo il nostro parere: se
non sarà favorevole, non escludiamo azioni di protesta.
Rapporti e studi
Istat (28.07.14):
A luglio 2014 l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic
sentiment indicator), espresso in base 2005=100, sale a 90,9 da 88,2 di giugno. L’indice complessivo è la sintesi di
aumenti della fiducia delle imprese dei servizi di mercato, di costruzione, del commercio al dettaglio e della lieve
diminuzione della fiducia delle imprese manifatturiere. L’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere si
riduce a 99,7 da 99,9 di giugno. Migliorano le attese di produzione (da 6 a 8 il saldo), ma peggiorano i giudizi sugli
ordini (da -21 a -23); il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino rimane stabile a 0. L’indice del clima di
fiducia delle imprese di costruzione sale a 83,2 da 81,6 di giugno. Migliorano le attese sull’occupazione (da -22 a -14),
ma peggiorano i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (da -44 a -45).
Banca d’Italia (31.07.14): In luglio €-coin è lievemente diminuito, a 0,27 da 0,31 in giugno, riportandosi sui
livelli della fine dello scorso anno. L’impatto negativo del calo della produzione industriale in maggio e del debole
andamento del mercato azionario in luglio è stato parzialmente attenuato dall’appiattimento della curva dei tassi
d’interesse.
Istat (31.07.14): A giugno 2014 gli occupati sono 22 milioni 398mila, in aumento dello 0,2% rispetto al mese
precedente (+50mila) e sostanzialmente invariati su base annua. Il tasso di occupazione, pari al 55,7%, cresce di 0,2
punti percentuali in termini congiunturali e di 0,1 punti rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati, pari a 3
milioni 153mila, diminuisce del 2,4% rispetto al mese precedente (-78mila), mentre aumenta dello 0,8% su base
annua (+26mila). Il tasso di disoccupazione è pari al 12,3%, in diminuzione di 0,3 punti percentuali in termini
congiunturali ma in aumento di 0,1 punti nei dodici mesi.
Istat (06.08.14):
A giugno 2014 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,9%
rispetto a maggio. Nella media del trimestre aprile-giugno la produzione è diminuita dello 0,4% rispetto al trimestre
precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a giugno 2014, l’indice è aumentato in termini tendenziali dello 0,4%
(i giorni lavorativi sono stati 20 come a giugno 2013). Nella media del primo semestre dell’anno la produzione è
aumentata dello 0,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Istat (06.08.14):
Nel secondo trimestre del 2014 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati
con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,2% rispetto
al trimestre precedente e dello 0,3% nei confronti del secondo trimestre del 2013. Il calo congiunturale è la sintesi di
una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e
servizi. Dal lato della domanda, il contributo alla variazione congiunturale del PIL della componente nazionale al
lordo delle scorte risulta nullo, mentre quello della componente estera netta è negativo. Nello stesso periodo il Pil è
aumentato in termini congiunturali dell’1% negli Stati Uniti e dello 0,8% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è
registrato un aumento del 2,4% negli Stati Uniti e del 3,1% nel Regno Unito. La variazione acquisita per il 2014 è pari
a -0,3%.
Istat (06.08.14): Nel mese di giugno 2014 l'indice del costo di costruzione di un fabbricato residenziale aumenta
dello 0,1% rispetto al mese precedente mentre diminuisce dello 0,4% nei confronti di giugno 2013. Il contributo
maggiore alla diminuzione tendenziale dell’indice a giugno deriva dal gruppo di costo dei materiali (-0,4 punti
percentuali).
Istat (11.08.14):
L’Istat diffonde i nuovi dati definitivi sugli edifici, relativi al censimento 2011. Sul territorio
nazionale, gli edifici e i complessi censiti nel 2011 ammontano a 14.515.795, il 13,1% in più rispetto al 2001. Più in
dettaglio, gli edifici sono 14.452.680 e i complessi 63.115, con un incremento intercensuario rispettivamente pari al
13,1% e al 64,4%. Rispetto al censimento 2001 è diminuita, dal 5,7 al 5,2%, anche la quota dello stock immobiliare
non utilizzato perché cadente, in rovina o in costruzione. Nel caso degli edifici, quest’ultima scende dal 5,6% del
2001 al 5,1% del 2011, per i complessi di edifici dal 13,8% al 13,5%. È di tipo residenziale l’84,3% degli edifici
complessivamente censiti (pari a 12.187.698), in crescita del l’8,6% nel decennio intercensuario. Tale incremento
risulta sostanzialmente in accordo con quello riscontrato per le famiglie. Gli edifici residenziali sono costituiti per il
51,8% da abitazioni singole. Tra gli edifici non residenziali, la fetta più ampia è costituita da quelli destinati ad un uso
produttivo (18,9%), seguono quelli commerciali (16,2%) e per servizi (11,7%). Più ridotta è la quota di edifici ad uso
turistico/ricettivo e direzionale/terziario (4% circa in entrambi i casi). Ammontano a 31.208.161 le abitazioni censite
nel 2011; il 77,3% risulta occupato da almeno una persona residente, il restante 22,7% è costituito da abitazioni
vuote o occupate solo da persone non residenti. Con il 50,1% di abitazioni non occupate da persone residenti, la
Valle d’Aosta è in testa alla graduatoria, seguita da Calabria (38,8%) e Molise e Provincia autonoma di Trento
(37,1%). Il 73,2% delle abitazioni occupate ha almeno una cucina (75,5% nel 2001), il 13,3% è dotato di un cucinino
(15,2% nel 2001) e il 13% di un angolo cottura (7,9% nel 2001). La quasi totalità delle abitazioni occupate dispone di
almeno un gabinetto (99,9%) e/o di un impianto doccia/vasca da bagno (99,4%). Circa sei abitazioni occupate su
dieci hanno un solo gabinetto, quattro su dieci ne hanno invece due o più. È servito da acqua potabile il 98,3% delle
abitazioni. Nelle Isole si registra la percentuale più bassa (93,8%) rispetto alla media nazionale mentre nell’Italia del
nord le quote salgono oltre il 99%. La quota di abitazioni che ricevono acqua potabile da acquedotto ha raggiunto il
96,8% mentre il 2,8% la riceve da un pozzo e lo 0,6% da altra fonte. Al Nord-est la percentuale più elevata di
abitazioni con acqua potabile da pozzo.
Eurostat (14.08.14):
Il Pil resta stabile nell’area UE18 e cresce dello 0,2% nella UE28 nel secondo quadrimestre
2014, rispetto al quadrimestre precedente, secondo le stime di Eurostat (+0,2% e +0,3% i valori nel primo
quadrimestre). Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il Pil cresce dello 0,7% nell’area euro e cresce
dell’1,2% nella UE28 (la crescita su base annua si indebolisce leggermente rispetto al quadrimestre precedente). Fra
gli Stati Membri, l’Italia continua a mostrare una tra le performance più deboli: -0,2% sul quadrimestre precedente; 0,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Eurostat (20.08.14): La produzione edilizia (dato destagionalizzato) nella zona euro ha registrato, a giugno,
ancora una flessione dello 0,7% rispetto al mese di maggio e del 2,3% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.
Nell'Ue a 28 la crescita della produzione edilizia è stata, rispettivamente, - 0,3% rispetto a maggio e - 0,5% rispetto a
giugno 2013.
Istat (28.08.14): Ad agosto 2014 l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic
sentiment indicator), espresso in base 2005=100, scende a 88,2 da 90,8 di luglio. Il calo dell’indice complessivo è
dovuto al peggioramento della fiducia delle imprese di tutti i settori, manifatturiero, dei servizi di mercato, delle
costruzioni e del commercio al dettaglio. L’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere scende a 95,7 da
99,1 di luglio. Peggiorano sia i giudizi sugli ordini che le attese di produzione (da -23 a -24 e da 7 a 1, i rispettivi
saldi); il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino passa da 0 a 3. L’indice del clima di fiducia delle imprese di
costruzione scende a 77,0 da 83,0 di luglio. Peggiorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (da -45 a -48)
sia le attese sull’occupazione (da -14 a -22).
Banca d’Italia (29.08.14):
In agosto €-coin è sceso a 0,19 da 0,27 in luglio, proseguendo la tendenza in atto
dalla scorsa primavera. La caduta dell’indicatore ha riflesso l’indebolimento dell’attività economica nel secondo
trimestre e il recente peggioramento della fiducia di imprese e consumatori; l’appiattimento della curva dei tassi
d’interesse ha invece fornito un lieve contributo positivo.
Ance (29.08.14): I dati diffusi oggi dall’Istat relativi al secondo trimestre 2014 continuano ad essere negativi per il
settore delle costruzioni. Gli occupati nel settore delle costruzioni diminuiscono del 3,8% rispetto allo stesso trimestre
del 2013 (-4,3% il primo semestre 2014 rispetto al primo semestre 2013). Nel secondo trimestre 2014, siamo il
settore con il dato più negativo, i servizi scendono dello 0,6% mentre riprende a crescere l’industria in senso stretto
(+2,8% ) e l’agricoltura (+1,8%). Il numero totale di occupati, in tutti i settori economici, diminuisce dello 0,1% che
significa 14.100 occupati in meno, rispetto allo stesso trimestre 2013, come risultato di 61.000 in meno nelle
costruzioni , 91.500 in meno nei servizi, 123.800 in più nell’industria in senso stretto e 14.600 in più nell’agricoltura.
Nel secondo trimestre 2014 l’economia italiana continua a decrescere. Il prodotto interno lordo, nella stima diffusa
oggi dall’Istat, è diminuito dello 0,2% sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto all’analogo trimestre del 2013. Il
dato negativo del secondo trimestre 2014, è la sintesi di un andamento negativo nelle costruzioni e nell’industria in
senso stretto e di modesti aumenti nei servizi e nell’agricoltura. Nel secondo trimestre 2014 gli investimenti in
costruzioni registrano una riduzione del 2,3% rispetto allo stesso trimestre del 2013 e nella media del primo semestre
2014 il calo è del 2,2%rispetto al primo semestre 2013. Il consuntivo del primo semestre dell’anno è in linea con la
valutazione Ance pubblicata nell’Osservatorio congiunturale del luglio scorso che per il 2014 stima una riduzione degli
investimenti in costruzioni del 2,5% rispetto all’anno precedente (-6,9% nel 2013 rispetto al 2012).
Istat (29.08.14): A luglio 2014 gli occupati sono 22 milioni 360 mila, in diminuzione dello 0,2% rispetto al mese
precedente (-35 mila) e dello 0,3% su base annua (-71 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,6%, diminuisce di 0,1
punti percentuali sia in termini congiunturali sia rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni
220 mila, aumenta del 2,2% rispetto al mese precedente (+69 mila) e del 4,6% su base annua (+143 mila). Il tasso
di disoccupazione è pari al 12,6%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,5 punti nei
dodici mesi. II trimestre 2014 (dati non destagionalizzati) Nel secondo trimestre 2014 rallenta la riduzione tendenziale
del numero di occupati (-0,1%, pari a -14.000 unità in un anno), dovuta all’aumento nel Nord (+0,3%, pari a +36.000
unità) e nel Centro (+0,8%, pari a 40.000 occupati) a fronte del nuovo calo nel Mezzogiorno (-1,5%, pari a -90.000
unità). Si interrompe la flessione per gli uomini a cui si associa una lieve riduzione per le donne (-0,2%, pari a -15.000
unità). Al persistente calo degli occupati di 15-34 anni e dei 35-49enni (-4,0% e -1,6%, rispettivamente) continua a
contrapporsi la crescita di quelli con almeno 50 anni (+5,5%). Nell’industria in senso stretto riprende la crescita
dell’occupazione (+2,8%, pari a 124.000 unità), dovuta solo alla componente maschile, mentre prosegue la
contrazione di occupati nelle costruzioni (-3,8%, pari a -61.000 unità) e nel terziario (-0,6%, pari a -92.000 unità).