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Magazine
Cresciam
o in Art V
illage!
SIAMO COSTRUTTORI DI PACE ?
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EDITORIALE
SOMMARIO
Pagine “CANTIERE DELLE ARTI”
I maestri del Coro Manos Blancas...pagg. 3– 5
Il nostro saluto al maestro Claudio Abbado...pag 6
Ciak si gira: La Costituzione!....pag 7
Speciale “COSTRUTTORI DI PACE”
Art Village con Marco Cavallo...pagg. 8-9
Don Tonino Bello…pag. 10
Nelson Mandela...pag. 11
Pagine “DIRITTI MIGRANTI”
“Ghetto Out”: diamo voce ai protagonisti ...pag.12
Progetto Batik Ghetto Out...pag. 13
Pagine della “SALUTE”
Hai una sigaretta?... Pagg. 14-15
Pagine “EMOZIONI A PENNA” Pag. 16
“La Dipendenza”
Sogno
LA REDAZIONE NOMADE DI ART VILLAGE:
Articolisti: Ange Dieynaba, Angelo Gaggiano, Antonio d’Anzeo, Antonio Moscatelli, Claudia De Frias, Francesco D’Andrea , Giosiana
la Pietra, Ilaria Pinto (Fotografia), Luigi Minischetti, Matteo Pacicco, Papa
Latyr Herve, Serafino Petrilli, Rossano Mucedola, Soccorsa Chiarappa.
Fotografia e grafica: Donato Colangelo (Fotografia), Emanuele Lombardi
(Fotografia), Ilaria Pinto (Fotografia), Rossano Mucedola (disegni e copertina)
Coordinamento della redazione: Giosiana la Pietra, Francesco D’Andrea,
Matteo Pacicco.
Segreteria di redazione: Matteo Pacicco
Hanno Collaborato: le Donne della Sartoria Sankarà, Claudio Pennacchia, Vincenzo Cactus, Maria Checchia, Prof.ssa Angela Sacco, Marco De
Pasquale, Mihaela Georgieva Vasileva, Mimmo Di Gioia, Michele Iuso.
Pubblicazione non periodica - Distribuzione gratuita
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Cari amici siamo giunti ad un momento
importante del percorso di Giornalismo
Partecipativo, iniziato nei primi giorni di
Ottobre.
Dopo esserci conosciuti un po’ meglio,
abbiamo iniziato a parlare dei temi vicini
a noi e cari ad Art Village. Una serie di
piccoli e grandi eventi ci hanno condotto
al tema della pace ed a condividere le
varie esperienze di grandi persone che
hanno contribuito alla costruzione della
pace. Abbiamo quindi deciso di dedicare
questa pubblicazione a quelli che definiamo “Costruttori di Pace”: da Don Tonino Bello a Nelson Mandela attraverso
Marco Cavallo senza dimenticare la bellissima esperienza del Coro delle Manos
Blancas.
Il gruppo che ha dato vita a questo giornalino è formato da: Ange Dieynaba,
Angelo Gaggiano, Antonio d’Anzeo, Antonio Moscatelli, Claudia De Frias, Claudio Pennacchia, Donato Colangelo, Francesco D’Andrea , Giosiana la Pietra, Ilaria
Pinto, Luigi Minischetti, Matteo Pacicco,
Papa Latyr Herve, Rossano Mucedola,
Serafino Petrilli, Soccorsa Chiarappa. Il
martedì di ogni settimana, all’interno del
Percorso di Giornalismo partecipativo, ci
confrontiamo sui vari temi che si sviluppano nella “comunidad” di Art Village,
come ad esempio la promozione della
salute, i diritti umani e l’immigrazione,
le attività artistiche, musicali e sociali, la
cittadinanza attiva e consapevole. L’Art
Village Magazine è una pubblicazione aPeriodica che realizziamo in occasioni
particolari. Questo è il primo del 2014.
Buona lettura a tutti,
La redazione.
COSTRUTTORI DI PACE
Tra armonia ed integrazione:
i maestri Naybeth Garcia e Johnny Gomez
e la meravigliosa avventura del Coro delle Manos Blancas
Nei giorni 5 e 6 dicembre
2013 abbiamo avuto la gioia
di ospitare, qui ad Art Village, i maestri Naybeth Garcia
e Johnny Gomez (nella foto), fondatori e docenti del
Coro Manos Blancas, che
hanno tenuto un corso di
formazione per farci conoscere il metodo da loro utilizzato.
I maestri, in visita in Italia
per conoscere l’esperienza
del Sistema, hanno fatto
un’unica tappa nel sud Italia
e precisamente a San Severo, presso Art Village (che
insieme all’associazione Musicaingioco di Bari, rappresenta i due nuclei del Sistema in Puglia).
ll coro Manos Blancas, fondato dai maestri nel 1999 in Venezuela, è formato da bambini e ragazzi con deficit cognitivi e sensoriali ma anche ragazzi senza nessun tipo di difficoltà ed è finalizzato alla piena integrazione e dell’armonia di cui la musica stessa è veicolo. Lo scopo di questo
coro è dunque il riscatto sociale e intellettuale dei partecipanti attraverso la musica considerata
“un agente dello sviluppo sociale” nel senso più elevato.
Al loro arrivo tutti noi siamo rimasti sorpresi! Essendo due personalità importantissime ci
aspettavamo due persone a cui dovere un certo rispetto e riverenza, e invece… siamo rimasti colpiti dalla loro disponibilità e naturalezza con cui si relazionavano con tutti noi: Giosiana, ad
esempio, ci racconta che è stata salutata con un amichevole “Come stai?” al quale sorpresa ha
risposto “Bene grazie!”. Sono stati due giorni molto interessanti durante i quali abbiamo avuto
modo di farci rilasciare un’intervista, che vi proponiamo in sintesi.
CONTINUA >>>>
VUOI VEDERE IL VIDEO DELL’ INTERVISTA A NAYBETH E JOHNNY?
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COSTRUTTORI DI PACE
Tra armonia ed integrazione: i maestri Naybeth Garcia e Johnny Gomez
e la meravigliosa avventura del Coro delle Manos Blancas
Le due giornate di formazione all’ Art Village
Durante il primo giorno Naybeth e Johnny ci hanno illustrato ampiamente la loro esperienza in
Venezuela, che nasce agli inizi degli anni settanta quando Johnny Gomez, già inserito nelle orchestre de El Sistema, si appassiona così tanto al lavoro con i bambini con disabilità che nel 1999
fonda con Naybeth Garcia il
coro delle Manos Blancas.
Questo coro coinvolge bambini, adolescenti e giovani con
deficit di apprendimento, che
attraverso il linguaggio dei segni e indossando dei guanti,
interpretano un brano che un
altro gruppo di coetanei esegue con la propria voce. Oggi
sono mille e trecento i partecipanti che fanno parte del coro.
Attraverso il racconto ci hanno
fatto rivivere i dubbi, i desideri,
i momenti difficili e quelli indimenticabili come quando a Salisburgo al termine dell’esibizione il coro fu lodato e lungamente applaudito dal pubblico. Particolarmente significativo è stato il racconto di come tutto è cominciato: mentre vedevano un video didattico di un concerto notarono che il protagonista era un musicista su sedia a rotelle: era il famoso violinista M° Itzhak
Perlman… e di lì nacque l’idea di creare un percorso d’integrazione come quello del coro delle
Manos Blancas.
Il secondo giorno è stato completamente sperimentale e ci hanno mostrato in pratica come svolgono le lezioni del coro (ci hanno anche insegnato alcuni rudimenti del linguaggio dei segni-LIS) :
i partecipanti del corso sono stati distribuiti in due gruppi, uno che ha costituito la parte gestuale
e l’altro la parte vocale; hanno quindi istruito il gruppo vocale a cantare alcuni brani, tra i quali
“Va pensiero” di Verdi e “l’Inno d’Italia” di Mameli ; allo stesso tempo hanno insegnato al gruppo
gestuale come “esprimere” la musica con i gesti: il risultato è stato bello ed emozionante ed abbiamo capito perché il coro delle Manos Blancas ha tanto successo nel mondo. E’ un’esperienza
totale e coinvolgente in cui la musica è armonia ed integrazione.
CONTINUA >>>>
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COSTRUTTORI DI PACE
Tra armonia ed integrazione: i maestri Naybeth Garcia e Johnny Gomez
e la meravigliosa avventura del Coro delle Manos Blancas
Claudia intervista Naybeth e Johnny nella sala
registrazione di Art Village
L’intervista a Naybeth e Johnny
Ora vi proponiamo alcuni stralci dell’intervista realizzata
dalla redazione e che sarà a breve disponibile sul canale
“you tube” di Art Village: quando chiediamo quali sono i
loro sogni, ci rispondono che sperano non solo di continuare questa meravigliosa esperienza con il coro,ma che
El Sistema si possa allargare a tutto il mondo, non importa la distanza, alla fine ci dicono, gli uomini sono tutti
uguali. Ci spiegano che vorrebbero che le persone capissero che non serve necessariamente vedere o sentire nel
modo più classico del termine per comprendere la musica. La musica “vibra” dentro ognuno di
noi e quindi tutti possiamo comprenderla. Infine ci confessano un sogno: che anche le persone
con disabilità possano un giorno diventare compositori all’interno de El Sistema. Un'altra domanda riguarda i Cori in Italia e i maestri ci rispondono raccontandoci della bella esperienza che hanno avuto nel 2010 in Friuli dove in una sola settimana hanno dimostrato l’efficacia del metodo
coinvolgendo un gruppo di bambini Friulani nell’interpretazione di brani musicali.
Alla fine dell’intervista chiediamo loro se è piaciuta la Puglia e quali impressioni ha suscitato in
loro Art Village e con molto entusiasmo rispondono affermativamente, spiegando che sono stati
colpiti dall’unione tra l’uomo,
la natura e la musica, un’armonia che ormai molte società
hanno perso, ma che qui sembrano ancora molto forti. L’uomo, ci dicono, ormai è lontano
dalla terra, sente meno questo
legame che deve essere invece
recuperato assolutamente e al
più presto. Ci salutiamo con
l’augurio e la speranza di poterci reicontrare … magari in
Venezuela!
A cura del gruppo redazionale:
Elvira Masi, Giosiana la Pietra, Serafino Petrilli, Claudia De Frias, Ilaria Pinto, Francesco D’Andrea,
Luigi Minischetti, Angelo Gaggiano – foto Emanuele Lombardi, Donato Colangelo.
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Ciak si gira: La Costituzione italiana!
I DIRITTI delle persone sono stati sempre cari ad Art
Village, perciò è impegnato su più fronti per difenderli
e farli conoscere, dal 21 marzo 2013 Art Village è diventato anche Presidio dell’Associazione Libera, Nomi
e numeri contro le mafie, intitolato a Francesco MARCONE, per la difesa delle persone e i loro diritti da organizzazioni criminali organizzati.
Scopriamo la Costituzione : ecco un dipinto murale
realizzato in Art Village da Maria Checchia, animatrice del
percorso di di Fumetto e Writing
Il gruppo cinema in sinergia con altri percorsi, è impegnato a far conoscere ai cittadini i loro diritti sanciti
dalla Costituzione Italiana, con una serie di cortometraggi sugli Articoli della Costituzione Italiana.
E' stato già realizzato un corto metraggio sull'Art 4 della Costituzione Italiana, sui diritti dei cittadini al Lavoro, a presto Un cortometraggio sull'Art 3 della costituzione Italiana sull'uguaglianza di tutti i cittadini, seguiranno altri.
Siate coscienti e fate rispettare i diritti di ciascuno.
di Antonio d’Anzeo
PRENDI NOTA ! Due giornate per la LEGALITA’!
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Capitanata
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Claudio Abbado continuerà a vivere nel nostro impegno.
La redazione dell’AV Magazine si unisce al cordoglio di tutta l’Italia per la scomparsa del M° Claudio Abbado e lo ringrazia oggi per aver contribuito alla nascita e la crescita del Sistema delle Orchestre e dei Cori infantili e giovanili d’Italia.
Ricordiamolo imparando la sua lezione come artista, per aver dedicato la sua esistenza alla diffusione della musica e della bellezza, e come protagonista nel campo sociale, cioè come costruttore
della società secondo il progetto della Costituzione.
«La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura»: recita l’articolo 9 della Costituzione italiana.
Abbado infatti non pensava che il futuro della musica fosse quello di innocuo passatempo: egli
ha sempre pensato alla sua arte (a tutta l’arte) come ad un mezzo di liberazione, di educazione,
di dignità.
Per ritrovare questa ispirazione, Abbado era andato all’altro capo del mondo, innamorandosi perdutamente della creatura di José Antonio Abreu, anch’egli direttore d’orchestra ma pure (cosa da
noi impensabile) ministro per la cultura. «Il sistema messo in piedi in Venezuela da Josè Antonio
Abreu – ha detto Abbado – è la più grande, rivoluzionaria idea musicale degli ultimi decenni. Vorrei che in ogni regione italiana ci fosse una città dove sviluppare questo sistema». E proprio grazie al fortissimo sostegno di Abbado quel modello si è diffuso anche da noi.
Grazie Claudio.
Il Nucleo di Art Village San Severo (Fg) – Puglia
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COSTRUTTORI DI PACE
Art Village con Marco Cavallo
per riconquistare i diritti degli in/visibili
Vittorio Basaglia, nato a Venezia il 19 agosto
1936 e morto a Pinzano al Tagliamento il 25
febbraio 2005 è stato un artista italiano, cugino del noto Franco Basaglia che fu uno
psichiatra e neurologo italiano, professore,
fondatore della concezione moderna della
salute mentale, riformatore della disciplina
psichiatrica in Italia e ispiratore della cosiddetta legge 180 anche nota infatti come
“Legge Basaglia”, che introdusse un’importante revisione ordinamentale degli ospedali psichiatrici in Italia e promosse notevoli
trasformazioni nei trattamenti sul territorio.
Nel 1973 Vittorio Basaglia creò insieme a tutti gli ospiti del manicomio di Trieste la statua di
“Marco Cavallo”, il cavallo azzurro in cartapesta, che diventò il simbolo della fine dell’isolamento
dei malati mentali. Inoltre fondò un movimento culturale d’appoggio alla chiusura dei manicomi.
Così come a Trieste nel 1973 “Marco Cavallo” segnò la rottura delle barriere che separavano ed
emarginavano dal mondo “normale” i malati mentali, così oggi per l’Art Village vuol essere un richiamo per l’inserimento e l’integrazione sociale reale ed autentica all’insegna dell’accoglienza e
dello stare insieme. Questo simbolo e tutto ciò che esso rappresenta, è stato accolto con molto
interesse e coinvolgimento dall’ Art Village. Infatti l’equipe del percorso di cartapesta del Cantiere
delle Arti si è attivato per realizzare un cavallo azzurro simile a quello creato da Vittorio Basaglia.
Non una copia del I° Marco Cavallo, ma ciò che conta è prendere in esame il messaggio che hanno dato gli ospiti dell’ospedale psichiatrico di Trieste con questo simbolo, cioè richiamare l’attenzione verso coloro che soffrono di solitudine, che sono emarginati perché considerati “diversi”.
Escludere i disabili psichici dalla realtà che ci circonda non ha una motivazione comprensibile ed
accettabile per coloro che si sentono degni di essere chiamati “Uomini”. Noi di Art Village come
servizio ASL territoriale e nazionale, accogliamo tutti coloro che bussano alla nostra porta e con
umanità li coinvolgiamo nei nostri percorsi e nelle attività quotidiane.
Fonti e collaborazioni: wikipedia.org, Vincenzo Caktus Mastroiorio.
Pacicco Matteo
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COSTRUTTORI DI PACE
28- 29 gennaio 2014 , CONVEGNO Guarire si può - Foggia.
Un piccolo reportage
Eccoci in posa con Marco Cavallo… nella
foto a destra ce ne sono due perché oltre
a quello proveniente da Trieste c’è anche il
fratello minore che abbiamo realizzato ad
Art Village!
Qui sotto i nostri inviati intenti ad intervistare i
protagonisti delle giornate!
in basso a sinistra potete apprezzare Matteo
che prende appunti mentre Beppe Dell’Acqua risponde, mentre sotto Soccorsa intervista Filomena Minelli .
Fotografie realizzate da Ilaria Pinto e Vincenzo
Mastroiorio
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Oppure al nostro profilo
ArtVillage San Severo O al nostro canale
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COSTRUTTORI DI PACE
“Don Tonino Bello”: Bello di nome e di fatto.
Don Tonino, è stato un Sacerdote e poi Vescovo della Diocesi di Molfetta, figlio di un carabiniere e
di una casalinga, nato il 18 Marzo 1935 ad Alessano (Lecce) e morto il 20 Aprile 1993 a Molfetta. I
funerali, celebrati sulla piazza antistante l’antico Duomo, furono seguiti da una folla innumerevole
di persone giunte da tutta Italia.
Don Tonino, si presenta come “Un figlio del Sud” che fin dalla
giovinezza si schiera decisamente dalla parte dei poveri, dei
bisognosi e degli ultimi. Dedicò la sua vita al prossimo, aiutando con umanità tutti coloro che bussavano alla sua porta.
Nel 1985 fondò la Comunità di Accoglienza e Solidarietà
“Apulia” per il recupero dei tossicodipendenti, sostenendo
“che il recupero per i tossicodipendenti non passa solo per
una cura disintossicante, ma attraverso il recupero di tutta la
persona”. In seguito istituì a Ruvo di Puglia una casa di accoglienza per extracomunitari. A Molfetta, per sua iniziativa
nacque la “Casa per la pace”. Nel 1985 fu nominato Presidente Nazionale di Pax Christi, facendosi profeta di giustizia
sulle vie della pace fino all’ultimo suo respiro. Divenuto Vescovo ospitò presso la propria residenza vescovile alcune famiglie sfrattate. Rilanciò la Caritas diocesana con le sue opere. Sempre attento ai fenomeni culturali e sociali dialogò con tutte le persone e annunciò sempre con franchezza e senza sconti il Vangelo. Nel 1992 organizzò la “Marcia dei 500”, per la pace contro la guerra civile in Jugoslavia, partendo da Ancona fino a Sarajevo. Qui Don Tonino aveva con sé la bandiera dell’arcobaleno con la
scritta pace che da quel momento è diventata il simbolo della pace per molti. Noi tutti di Art Village nel nostro vivere quotidiano, prendiamo come esempio di vita il pensiero di Don Tonino. Infatti
le nostre idee, i nostri spazi materiali e i nostri pensieri vengono condivisi tra tutti nel rispetto
delle regole di un villaggio in cui convivono storie e persone che si ispirano al modello di pensiero
e di vita di Don Tonino Bello e della sua opera. Noi siamo artefici della capacità di far convivere
realtà differenti e scoprire la bellezza in ciò che facciamo e in cui crediamo.
A cura del gruppo redazionale: Matteo Pacicco, Luigi Minischetti, Antonio D’Anzeo, Vincenzo Mastroiorio, Rossano Mucedola, Maria Checchia.
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COSTRUTTORI DI PACE
“La pace non è un sogno: può diventare realtà;
ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare”.
Lo chiamavano tutti così, Madiba, il grande eroe della lotta al razzismo, soprannome che deriva
dal suo clan di appartenenza, morto proprio in questi giorni il 5 dicembre 2013. La sua vita è durata 95 anni, 27 dei quali Nelson Mandela li ha trascorsi in prigione, sotto il regime sudafricano.
Nel 1993 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace. Quando era in prigione, era un uomo in catene
che rappresentava tutta la nazione in catene, quando venne scarcerato, tutta la nazione venne
scarcerata. Diventato presidente del Sudafrica Nelson Mandela si e’ trovato a gestire un’ eredita’ politica pesantissima,
ha dovuto garantire il passaggio dal regime di Apartheid
(leggi nota sotto) alla democrazia. La scelta coraggiosa e’
stata quella di porre un’alternativa molto secca tra verità e
perdono. I criminali, i massacratori, insieme a coloro che
avevano subito torture e violenze, sono stati chiamati in
Sudafrica, a raccontare cosa era successo in forma pubblica.
La pena per chi aveva fatto grandi massacri è stata il perdono delle vittime; il lavoro della commissione e’ stato anche
una specie di psicodramma, c'è stato il perdono da parte
delle vittime, ma al tempo stesso si e’ riusciti a conoscere la verità su quegli anni drammatici. ma
alla fine il Sudafrica ne e’ uscito in maniera conciliata.
La conciliazione è stata una delle opere più grandi di questo costruttore di pace, un vero promotore dell'integrazione tra popoli bianchi e neri del Sudafrica.
Alcuni aforismi di Nelson Mandela:
“ Nessuno è nato schiavo, né signore, nè per vivere in miseria, ma tutti siamo nati per essere
fratelli”.
“ L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo”.
Suggerimenti: James Gregory è stato uno scrittore sudafricano e per molti anni l'ufficiale responsabile della censura nel carcere di Robben Island e la guardia carceraria di Nelson Mandela
nella sua lunga prigionia. Scrisse il libro Goodbye Bafana: Nelson Mandela, My Prisoner, My
Friend, sul quale è stato basato il film del 2007 Il colore della libertà - Goodbye Bafana.
NOTA— L'apartheid era la politica di segregazione razziale istituita nel dopoguerra dal governo
di etnia bianca del Sudafrica, e rimasta in vigore fino al 1993. (fonte: wikipedia)
A cura del gruppo redazionale: Claudio Pennacchia, Papa latyr Faye Herve, Moscatelli Antonio,
Ilaria Pinto.
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Diritti migranti
“Ghetto out”: diamo voce ai protagonisti
Ilaria Pinto e Antonio Moscatelli, della redazione nomade di Art Village hanno intervistato: Ange Dieynaba Traore Presidente
dell’associazione “Ghetto Out-la voce dei
migranti” e Papa Latyr Faye (Herve) referente di Casa Sankara per Art Village Magazine.
Una foto del “Ghetto” di Rignano Garganico
Che cos’è il ghetto?
Il Ghetto è una piccola città fatta di baracche si trova tra San Severo e Rignano, in
provincia di Foggia. Il Ghetto è abitato da
centinaia di fratelli migranti che vivono nella povertà assoluta in alloggi costruiti con materiali trovati
nella spazzatura, come legno, plastica, lamiere ecc.
Tra le varie forme di sfruttamento c’è quello del caporalato, della prostituzione, della droga e dei falsi
permessi di soggiorno e tutto ciò è gestito dalla criminalità organizzata locale. Per annientare ed annullare lo sfruttamento dei fratelli migranti è stato creato un percorso costituito da un’associazione di africani
“Ghetto Out-la voce dei migranti” dove Ange ne è la Presidente, con la collaborazione di Art Village San
Severo, la cooperativa “l'Albero del Pane”, l’associazione Libera, La Caritas e Cgil FLAI. Tutti insieme hanno dato l'idea del progetto ghetto-out. Infatti si tratta di trovare soluzioni per dare dignità ai fratelli africani che vivono in questo Ghetto.
Quale è stata l'alternativa?
L'alternativa è stata di chiedere alle autorità competenti una struttura dove alloggiare e far nascere un
eco-villaggio eco-sostenibile. Infatti la Prefettura di Foggia e il comune di San Severo, hanno concesso
agli amici africani l’uso dell’Albergo diffuso che è stato chiamato Casa Sankarà ed è stata inaugurata il 25
luglio 2013 in presenza di tutte le autorità. Questo giorno segna la nascita e l'avvio del progetto “GhettoOut”. Questo progetto offre ai migranti la possibilità di un inserimento sociale e lavorativo, sottraendoli
al caporalato e allo sfruttamento. Casa Sankarà offre anche alle famiglie uno spazio di convivialità e solidarietà partecipativa dove possono crescere serenamente i bambini.
Quale possibilità offre Casa Sankarà?
Casa Sankarà ha attivato con Art Village, uno sportello immigrazione, che segue tutti gli immigrati che
vivono nella capitanata e che hanno problemi per la richiesta o rinnovo di permesso di soggiorno. Ogni
persona viene seguita, consigliata e aiutata passo per passo nel trovare soluzioni circa le difficoltà relative ai documenti. Casa Sankarà, dopo aver realizzato un prototipo di casa con l’autocostruzione, all'Art
Village, intende mettere in pratica nei 20 ettari promessi dalla regione Puglia, l’eco-villaggio. Per permettere agli amici africani non solamente di inserirsi nell'ambito lavorativo visto che hanno fatto loro
stessi queste case, ma anche di essere indipendenti, così facendo loro risolverebbero i problemi nel trovare alloggio. C'è anche il progetto di autosufficienza alimentare che prevede di realizzare un’agricoltura
eco- solidale a chilometro zero, con prodotti sia africani che italiani.
Quali altri progetti porterete avanti?
C'è un progetto intitolato Batik Ghetto-Out “Ricucire i Diritti”. Promosso dalla Regione Puglia con un finanziamento di 25 mila euro. Ne parliamo in un articolo a pagina 13.
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Diritti migranti
Progetto “Batik Ghetto out”
“Batik Ghetto Out” è un progetto nato nella volontà di dare risposte concrete alle condizioni disumane in cui vivono i fratelli
migranti al gran ghetto di Rignano. “Batik Ghetto Out” fa parte
di un gruppo di altri progetti presentati alla Regione Puglia volti
a sostenere la fattibilità di questo grande sogno e cioè portare
fuori dal ghetto di Rignano i braccianti e creare un eco-villaggio.
Infatti questo eco-villaggio darà l’opportunità agli amici migranti di vivere in condizioni dignitose e partecipare allo stesso tempo allo sviluppo della Capitanata. Ritrovando la sua attività agricola in nome della legalità restituendo all’uomo la sua piena dignità di lavorAttore sociale e civile. Questo cammino per l’inclusione sociale dei migranti non è possibile da realizzare senza
una rete di persone che collaborino tra loro.
Attualmente questa rete è composta da: Art Village, la cooperativa “L’Albero del Pane”, l’Associazione Libera Nomi e Numeri contro le mafie, la CGIL FLAI e l’Associazione “Ghetto Out” insieme
coinvolgono le autorità politiche ed amministrative per porre fine allo sfruttamento dei migranti e
chiudere il ghetto.
L’avvio di tale progetto in Art Village ha permesso a due gruppi di amici migranti di vivere una
esperienza partecipativa insieme ad alcune realtà del nostro territorio. Infatti la sartoria sociale
Thomas Sankara di Art Village fa parte di un percorso in cui i migranti, assieme alle donne fondatrici della Sartoria, realizzano i prodotti legati al progetto ed anche approfittano dell’opportunità
di poter acquisire conoscenze e praticare l’italiano.
Questa fusione con la sartoria Sankara nella realizzazione del progetto Batik Ghetto Out ha già costruito le basi per un vero cammino verso l’integrazione sociale e lavorativa dei migranti fuori dal
ghetto.
Herve
Focus sulla “Sartoria Sankarà”
La Sartoria dell’Art Village è nata circa un anno fa nell’ottica del Cantiere
delle Arti di Art Village, come integrazione delle attività già presenti. Comprende un nutrito gruppo di donne di tutte le età, provenienti da diverse
parti del mondo, di ogni tipo cultura o religione che hanno in comune la
passione per il cucito, il ricamo, il decoupage e tante altre cose e desiderano dare un supporto a tutte le altre espressioni artistiche di Art Village. La
Sartoria è stata intitolata a Thomas Sankarà, presidente del Burkina Faso, ucciso per aver lottato
affinché il suo popolo fosse libero ed indipendente; nella sua azione coinvolse prima di tutto le
donne, riconoscendo la loro importanza nel percorso di cambiamento della società.
Le Donne della Sartoria Sankarà
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Promuoviamo la salute
N = non
O = ottieni
N = niente
F = fare
U = uso
M = massiccio
Vi racconto come ho smesso di fumare
A = accorcia
R = rosee
Il mio nome è Angelo e sono stato un acceso fumatore, infatti fumavo
E = età
25-30 sigarette al giorno, e non potevo farne a meno, il desiderio di fumare era più forte del pensiero. Però mi sono accorto che erano troppe e Rossano Mucedola
tante volte mi ero promesso di smettere, ma invano. Un giorno, per accertamenti clinici mi ricoverai in ospedale, e lì fumavo regolarmente, dove era consentito fumare.
Durante la mia degenza in ospedale per solidarietà verso un ammalato, vicino di letto che non
sopportava l’odore sgradevole della sigaretta, ho iniziato a fumare di meno. Così facendo mi prese l’idea di smettere di fumare, infatti accendevo la sigaretta e dopo due tiri la buttavo. Questa
tecnica andò avanti per un po’ di giorni, poi smisi di fumare per una settimana, però le sigarette
le portavo sempre con me perché mi facevano compagnia, infatti durante questo periodo erano
sempre presenti e ben in vista. Dopo una decina di giorni mi sono acceso una sigaretta, mi sembrava amara come il veleno, mi disgustava il suo sapore e l’ho buttata. Ho capito che dovevo essere io a non fumare, continuai in questo modo per molto tempo e mi accorsi che non avevo più
tosse nè catarro. Da allora non ho più fumato e ormai sono venti anni che ho smesso e ne sono
felicissimo.
Angelo Gaggiano
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Promuoviamo la salute
LO SAPEVATE CHE……
Matteo, un ragazzo di 21 anni, casto di polmoni perché non aveva
mai fumato, non aveva mai usato
droghe e mai bevuto alcolici, nel
lontano 2 Agosto 1984 in questo
mese caldo, durante il servizio di
leva, ha intrapreso la sua carriera
nei confronti della dipendenza da
tabacco. Infatti la sera, al rientro
dalla libera uscita, rimaneva sempre solo e isolato nella completa
solitudine, così per socializzare con gli altri commilitoni era costretto a fumare come loro. Inoltre
la caserma di appartenenza era sprovvista di acqua potabile e non c’era la possibilità di acquistarla. Quindi per dissetarsi era costretto a bere birra poiché era l’unica bibita che si poteva trovare
all’interno della caserma. Fortunatamente per le generazioni future il servizio di leva obbligatorio
è stato abolito.
Matteo Pacicco
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Emozioni a penna...
Il Club dei Poeti : uno spazio dedicato alla poesia
“La Dipendenza”
Sogno
Divorare dolci o esagerare col caffè,
Questa notte ho fatto un bellissimo sogno.
mi porta a non avere più rispetto per me.
Ho sognato un enorme girotondo,
Spendere e spandere senza giudizio,
c’erano ragazzi di tutto il mondo
ognuno vestiti con abiti tipici
mi porta sull’orlo di un precipizio.
ed erano tutti simpatici.
essere un fumatore incallito,
Parlavamo lingue diverse
mi porta ad usare lo stesso rito.
Ma l’amore che ci legava
Questa è la dipendenza,
E che nei nostri cuori regnava
ed io mi sento come un pesce legato ad una lenza
Ci lasciava capire
essere deboli ti porta alla dipendenza,
Ciò che volevamo dire.
una schiavitù durata un’esistenza.
Abbiamo fatto tanti balli diversi
Ma ora dico basta e ricomincio a vivere,
Solo per la gioia di divertirsi.
non più padroni voglio avere,
Abbiamo scoperto nuovi giochi
Mi sento consumato dalla dipendenza,
Che a conoscerli ne erano pochi.
per la quale non posso farne senza.
Che peccato!
Lo so, non è facile, ho fallito tante volte,
La sveglia ha suonato!
le probabilità di avere successo non sono molte.
Mi impegnerò per essere forte
Il sogno è terminato!
Avrei tanto voluto non svegliarmi più
E che venissi anche tu!
per lottare e vincere nella mia sorte
Perché non lo facciamo
Questo è il mio proposito per il futuro,
Ed insieme viviamo
vincere il vizio e tenere duro.
Come un grande girotondo
Matteo Pacicco
Gli abitanti di tutto il mondo?
Ilaria Grazia Pinto
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Pubblicazione realizzata dai partecipanti al perCorso
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