febbraio 2014 12 Lavoro, favorire donne e disoccupati: patto tra UeCoop Lombardia e Regione L UE COOP avoro, una speranza in più per disoccupati, donne e persone senza un diploma di scuola superiore grazie all’accordo siglato oggi da UECOOP con la Regione Lombardia. Il protocollo d’intesa è stato firmato sabato 22 febbraio a Brescia presso la Sala Conferenze del Museo di Santa Giulia, in occasione della prima tappa del “Lombardia Expo Tour”. “Le cooperative sociali – spiega Paola Pozzi, responsabile lombarda di UECOOP – sono 1.700, danno già lavoro a oltre 70 mila persone e rappresentano il 15 per cento di tutto il sistema cooperativo regionale. Con questo accordo puntiamo a sostenere le fasce sociali più svantaggiate, aumentando il coinvolgimento delle cooperative sociali nelle procedure di affidamento di lavori, servizi e forniture, anche in vista di Expo 2015, promuovendo ed estendendo l’applicazione dei contenuti del protocollo anche agli enti locali”. A livello provinciale La firma del protocollo d’intesa Da sinistra Roberto Maroni, la responsabile di Ue Coop Lombardia Paola Pozzi, il Presidente Coldiretti Roberto Moncalvo, Ettore Prandini Presidente Coldiretti Lombardia – spiega UECOOP - il lavoro offerto dalle cooperative sociali in Lombardia è così distribuito: 5.357 occupati a Varese, 3.881 a Como, 1.297 a Sondrio, 20.425 a Milano, 11.847 a Bergamo, 10.211 a Brescia, 4.441 a Pavia, 2.227 a Cremona, 2.950 a Mantova, 1.611 a Lecco, 1.309 a Lodi, e 4.682 a Monza e Brianza. Il protocollo d’intesa prevede un primo periodo di sperimentazione legato ai servizi richiesti da Regione Lombardia da monitorare attraverso Piani Operativi e la promozione di progetti volti alla definizione di nuove categorie di persone svantaggiate inseribili nelle cooperative di tipo B, estendendo così la possibilità di lavoro a donne, disoccupati e persone con bassi livelli di istruzione (con riferimento a quanto stabilito dal Regolamento CE 800/2008 e dal DM del 20 marzo 2013). “La crisi – conclude la responsabile regionale di UECOOP – ha cambiato profondamente la struttura del bisogno nella nostra società e questo lo vediamo anche dal fatto che sempre più spesso, presso le nostre cooperative, si presentano persone disoccupate da diversi mesi e giovani che magari hanno deciso di non proseguire gli studi o di abbandonarli. La condizione delle donne soffre poi sia sul fronte della carenza di lavoro causata dalla recessione sia su quello di una generale tendenza a impiegare meno le donne rispetto agli uomini. Per questo il protocollo firmato con la Regione Lombardia è un contributo all’inversione di questa tendenza”. Gianpietro Losapio nuovo leader nazionale Sono state 130 le cooperative del territorio che il 19 febbraio scorso hanno partecipato all’elezione di Gianpietro Losapio, 43 anni, a presidente nazionale di UECOOP, l’Unione Europea delle Cooperative che rappresenta oltre 4.000 realtà che operano in tutti i settori cooperativi e alla quale fanno capo oltre mezzo milione di soci presenti in tutte le regioni. Attualmente Losapio ricopre il ruolo di presidente della società cooperativa “Comunità Oasi 2 San Francesco onlus” attiva in Puglia sin dal 1986. Spostato con due figli, Losapio è anche direttore del Consorzio naziona- le di cooperative sociali “Nova onlus”, una delle realtà italiane maggiormente impegnate sui temi dell’innovazione nel campo delle politiche sociali e del welfare comunitario. “Rivoluzionare una rappresentanza fatta tutta di quantità, numeri, crescita a tutti i costi, con l’ansia di occupare e coprire spazi per l’auto mantenimento che ha spesso dimenticato i principi alla base della mutualità e della cooperazione”. E’ questo uno degli obiettivi che il neo presidente di UECOOP ha enunciato al momento dell’elezione all’hotel Ergife di Roma. Nella stessa occasione è stata annunciata anche la promozione di un Codice Etico di autoregolamentazione, ispirato al rigoroso rispetto dei principi costituzionali e normativi alla base della mutualità e che sarà la barra cui ancorare l’agire di UECOOP. “Se siamo passati in poche settimane da 6 a 4.000 cooperative, significa che la rappresentanza serve – ha aggiunto Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti –. Soltanto stando sul territorio si può provare a costruire la ripresa. Non vogliamo essere l’ennesima centrale che usa il ricatto della revisione per mantenere il controllo e il potere: in questa differenza c’è la sintesi di ciò che vogliamo essere”.
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