ANNO XXI Numero 5 7 FEBBRAIO 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA L’INCHIESTA Rifiutati IL SINDACO ACCORINTI METTE LE MANI NEL “POZZO” SENZA FONDO DI MESSINAMBIENTE E PORTA LE CARTE IN PROCURA. «TROPPI DIPENDENTI. O SI LAVORA O SI VA A CASA» EURO 1,50 7 Febbraio 2014 il punto EDITORIALE Incognite elettorali LA SICILIA È LA regione dove in campo elettorale e legislativo può succedere di tutto. Ad esempio in Provincia di Siracusa si tornerà al voto perché, dopo un ricorso del deputato di Rosolini Gennuso cui erano venuti a mancare novanta voti, sono sparite dal Tribunale le schede che il Tar aveva deciso di fare ricontare. Le schede sono state inghiottite dall’acqua, causa allagamento. Così al voto si tornerà anche per i deputati che erano stati eletti, da Pippo Gianni a Bruno Marziano, che potrebbero rischiare anche di non essere eletti. Ma intanto che si fa? Sono eletti, o no? Per alcuni sì, per altri no. Il dibattito resta aperti e non si sa se il voto di questi deputati possa poi essere oggetto di nuovi ricorsi. Non va meglio alle Province. Quelle della Sicilia sono state le prime ad essere “commissariate”, in attesa del definitivo scioglimento per fare posto alle Unioni dei Comuni. Solo che ora qualcuno a Palazzo ci sta pensando. Se si torna a votare per una manciata di deputati, perché non fare slittare i tempi e fare tornare a votare i siciliani anche per le Province? In siciliano si dice: un viaggio e due servizi. La Sicilia tanto ha come simbolo la Triskele. E se uno gira le cose a testa all’aria chi se ne accorge? Cinquant’anni ci sono voluti per mettere in piedi le Province, altri cinquanta occorrono per mettere in piedi i consorzi dei Comuni. Bagarre alla Camera prima del voto, il leghista Bonanno mostra le manette I paladini della pochezza Dal governatore gellato della Calabria ai pupari di quel gigantesco videogame che è il M5S. Ecco i protagonisti di una stagione politica che rischia di ricacciarci tra le braccia di antichi padroni DI DOMENICO BARRILÀ Questa settimana non possiamo negare la nostra attenzione al M5S, gli spetta di diritto, ma prima è doveroso dare spazio a uno di quei politici del Meridione che ci fanno stare con la palpitazione costante, attanagliati nel timore che la Cia li possa rapire per sottrarceli e trapiantarli direttamente al timone del Grande Paese. Mi riferisco al governatore della Calabria, Antonio Scopelliti, lo guardi in faccia e vai a letto contento, uno spot alla speranza, perché pensi che se ce l’ha fatta lui può farcela chiunque, a patto di essere disponibili a usare la sua stessa marca di gel e a esercitarsi nel suo Italiano un pizzico tamarro. “A noi ci piace”. Il Governatore, presentando il Ncd calabrese, ultima (per ora) tappa della sua migrazione, da destra verso chissà dove, si è esibito in un monologo strepitoso ripreso da tutti i giornali. Si sente l’orgoglio del macho calabrese, tutto d’un pezzo: “A noi ci piace l’idea di mettere in campo uomini che siano innamorati di donne”. Tralascio il resto, se non per dire che mi sono permesso di fare visionare il filmato ad una decina di pazienti lombardi, tra cui alcune donne e un giovane ingegnere gay, genietto della robotica italiana. Forse è meglio se tralascio anche i loro commenti, spiritosi, bellissimi, civili, su un altro livello, inappellabili per questo belloccio che forse non ama le tenerezze tra uomini, ma non sembra molto preoccupato di altri servizietti, quelli che la politica calabrese somministra quotidianamente alla sua regione. Giusto perché è di genere femminile. Certo, poi sono arrivate le scuse. Che non scusano proprio nulla e nessuno, e soprattutto non leniscono ritardi culturali talmente seri che un elettorato attento ripagherebbe nell’unica maniera possibile. Passiamo ad altro. Se dicessi che il fondatore del M5S è una Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Graziella Lombardo Garante del lettore: Attilio Raimondi centonove pagina 2 persona dal baricentro precario, mi ripeterei, ma i fatti degli ultimi giorni dicono che in certi casi è necessario farsi memoria. All’indomani delle ultime elezioni, quelle dell’inizio dello scorso anno, ero stato tra coloro che avevano sperato negli eletti del Movimento, sognandoli contrappeso alla natura inquietante del vertice, ma le attese sono andate presto deluse e si è confermato quanto era già evidente, ossia che il M5S è un gigantesco videogame con due pupari alla consolle. Il resto sa molto di Forza Italia, una caserma dove i soldatini cercano di piacere al capo, che premia e punisce a seconda di come si alza la mattina. Democrazia bipolare. La bagarre inscenata alla Camera è solo uno dei tanti episodi di questa politica viscerale, pescata nel ventre di gente accuratamente nascosta per mezzo secolo, prima di avvedersi che il Paese stava andando in pezzi. Ora ci vogliono pensare loro a sistemare i cocci, visto che il capo, stufo di spiegare agli italiani come si possono riciclare i manici degli spazzolini da denti, vuole riscattarsi portando lo spettacolo in Parlamento, forse anche per sedare sensi di colpa che arrivano da lontano. I Questori della Camera dicono che i 5S non scherzavano affatto, volevano bloccare l’aula, come bambini viziati quando il gioco non va nella direzione auspicata da loro e cercano di rubare il pallone a tutti i costi. Se non lo conquistano insultano la madre e la sorella dei rivali, tirando fuori il meglio dal loro repertorio da osteria. Sembra non sia accaduto nulla, una goliardata, invece abbiamo avuto la prova di una resurrezione. Quella della vecchia classe politica, squalificata e letale per il Paese, che viene riqualificata tragicamente da questi presuntuosi professionisti del capriccio istituzionale, capaci con le loro prodezze di ricacciarci di nuovo tra le braccia degli antichi padroni. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430211. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm. 3,5 x 4,5); Manchette prima pagina euro 206,58; Finestrella prima pagina euro 438,99; commerciali a mod. euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. euro 129,11; redazionali euro 77,47; una pagina interna euro 1.446,08; ultima pagina euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + euro 387,34. Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana 7 Febbraio 2014 riservato MESSINA. L’allarme dopo il vertice in Prefettura. Controlli stati estisi in tutta la provincia Cemento depotenziato, palazzine dell’Iacp a rischio MESSINA. Scatta l’allarme cemento depotenziato sulle Palazzine Iacp della provincia di Messina. Dopo il vertice in Prefettura sull’utilizzo indiscriminato di cemento depotenziato nella Palazzina di Corso Matteotti a Patti, dove nove nuclei familiari dopo le vibrate proteste del sindaco contro l’inerzia dell’istituto, sono state costrette a sfollare, si passano al setaccio le strutture portanti di tutte le palazzine costruite negli anni, per valutarne i possibili rischi di cedimento. Controlli statici sono stati estesi in tutta la Provincia, dai Nebrodi allo Ionio. I tecnici sono chiamati a verificare il tipo di cemento utilizzato, attraverso la cosiddetta prova del “cubetto”. Una indagine complessa, questqa, che richiederà tempo e che rischia di innescare contenziosi a catena, in considerazione del fatto che molte unità abitative di edilizia economica e popolare sono in via di dismissione , agli stessi inquilini, per le recenti disposizione di legge. Un fatto, quello del cemento depotenziato, che si aggiunge ad altri fronti caldi per l’Istituto, del quale è commissario ad acta Venerdo Lo Conti, EDITORIA. La Ses, Gazzetta del Sud Si rafforza la governance della Fondazione Bonino MESSINA. Si rafforza la governance della Ses, la società editrice della Gazzetta del Sud. Attraverso una operazione di “buy-buck”, acquisto di azioni proprie, per un importo di poco superiore agli otto milioni di euro, è stato trasferito l’otto per cento del capitale. In quota parte hanno ceduto azioni l’Italmobiliare di Bergamo, società del gruppo Pesenti quotata in Borsa; Messapia, del gruppo Ciancio, società rilevata anni fa dalla Sir del finanziere Rovelli che fu al centro di una lunga causa giudiziaria finita in Cassazione tra Mario Ciancio e Uberto Bonino; e Francesco Pulejo. A rilevare le quote la Fondazione Bonino, già titolare della maggioranza del capitale, che avrà, ai sensi dell’articolo 2357 del codice civile, ventiquattro mesi di tempo per decidere cosa fare. Gli atti di trasferimento sono stati perfezionati nello studio del notaio Vicari, il 13 novembre scorso. La sede dell’Iacp a Messina quali l’emergenza “abusivi”: l’occupazione di alloggi non autorizzata è in continua crescita in città, da parte di soggetti che si dichiarano indigenti. No n va meglio sotto il profilo dei conti: la mappa sostanziosa delle morosità, dei tanti inquilini che non pagano gli affitti stimati in ciorca 150, secondo recenti stime supera i due milioni e mezzo di euro. In compenso a pagare per tutti, non si capisce secondo quali procedure amministrative, negli anni è stato sempre lo Iacp: dall’acqua, all’Enel per l’area comune dei condomini. La gestione dei condomini presenta infatti una serie di aspetti oscuri. E anziché una anagrafica completa con i responsabili delle varie strutture nella provincia, negli anni si è alimentato un sistema di anarchia e di vertenze: l’istituto ha pagato lavori eseguiti per conto dei condomini, che poi hanno presentato fattura all’Iacp. Una anomalia al centro delle verifiche della Finanza, che sta svolgendo una delicata indagine non solo sugli aspetti amministrativi, legati alle bollette Amam e Enel, ma anche al mercato sotteso delle consulenze legali, assegnate secondo un preciso manuale Cencelli, ad “avvocati di fiducia” dello Iacp. SOMMARIO PRIMO PIANO 6. Rifiuti, niente di personale L’amministrazione boccia il bilancio di Messinambiente e manda le carte in Procura POLITICA 9. Regione, la svolta Udc Si incrina il rapporto tra D’Alia e Crocetta. “Verifiche” dietro l’angolo 10. Pd Messina, corsa a tre Il nuovo leader scelto dopo il voto regionale 11. Atm, l’Orsa artiglia Manna Il sindacato denuncia il commissario 12. Provincia incorruttibile Il commissario Romano vara il piano triennale SICILIA 13. Patti, fondi per la Villa L’assessore regionale assicura che troverà il finanziamento per gli interventi 14. Dissesto, piove sul bagnato Il maltempo in Sicilia miete vittime 16. Una grande storia in miniatura A tu per tu con il presidente dell’associazione 19. Castello, crisi di identità Un cambio di denominazione apre il dibattito 20. Messina saluta Michaud Amici e colleghi si stringono ai familiari del ricercatore scomparso in Antartide ECONOMIA 21. Zfu, la faremo Franca Così il bando per l’attuazione di interventi a favore di micro imprese e Pmi 22. Ricciardello, il bello del mattone La ditta fa il salto di qualità negli anni Novanta. Grazie al coraggio 23. Ministro distratto, niente interessi in mora Il ricorso di un contribuente di Rometta apre un precedenti importante POSTER 29. Montalbano balla coi lupi Significato, storia e origine di un antico termine RUBRICHE 3. Riservato 4-5. Settegiorni 24. Consumatori / Consulenti 28. Libri/La Classifica 28. Lacerti di Letture 30-31. Lettere & Commenti 30. Qui Scuola / Heritage 30. Ecologia 31. Eliodoro / 150 Parole da Palermo 31. Animal House centonove pagina 3 TOP SECRET INDENNITA’ Arriva la liquidazione per Castiglione CATANIA. E' di 41.967,44 l'indennità di fine mandato che la Provincia corrisponderà al suo ultimo presidente, Giuseppe Castiglione, oggi sottosegretario all'Agricoltura. La Legge prevede, infatti, che la "liquidazione" corrisponda ad una mensilità per ogni anno di carica. La mensilità era di 10.227,74 euro. Castiglione, al momento dell'elezione a palazzo Minoriti, era parlamentare europeo e, benché insediatosi il 19 giugno 2008, fino al 18 settembre dello stesso anno ha percepito la più remunerativa indennità europea. L'Ufficio elettorale nazionale del Parlamento europeo, l'8 settembre 2008 lo aveva dichiarato decaduto. MESSINA Valutazioni d’incidenza, Giuliana Mirabito rifiuta MESSINA. “E’ venuto meno il clima di serenità che il ruolo impone”. E’ con queste motivazioni che Giuliana Mirabito ha rifiutato il ruolo di ingegnere della commissione comunale di valutazione d’incidenza. Le dimissioni le ha rassegnate all’assessore all’Urbanistica Sergio De Cola dopo un colloquio in cui ha stigmatizzato le proteste arrivate dopo la sua nomina da parte dei sostenitori del sindaco Accorinti: il padre di Giuliana Mirabito, Renzo, appare nell’indagine antimafia Torrente (seppure, come anche la figlia, mai indagato) relativa agli affari intorno alla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. POLICLINICO DI MESSINA Marco Restuccia Il manager segnalato MESSINA. E’ Marco Restuccia, già direttore amministrativo del Papardo e della Asl, il manager segnalato dal rettore di Messina Navarra per la carica di direttore generale del Policlinico al posto di Giuseppe Pecoraro. Un altro nome inserito nella terna, un amministratore romano, non dato la sua disponibilità al trasferimento. Sul nome di Restuccia si sono però scatenati i veti di più partiti. 7 Febbraio 2014 CHI SALE Gaetano Duca MESSINA. “Il tempo mi darà ragione”. E’ stata la previsione azzeccata dell’ex consigliere provinciale dell’Mpa che, opponendosi alle indicazioni dell’assessore Bisignano, da lui erroneamente chiamato “Bisognino”, ha votato contro il ripianamento dei debiti della Sogas, la società dell’aeroporto di Reggio, verso la quale ora il commissario Filippo Romano chiede la restituzione di un milione di euro. Matteo Collura PALERMO. Lo scrittore Matteo presiederà un comitato di esperti incaricati di elaborare il progetto di una biblioteca comunale a Cefalù. Con Collura, che di Cefalù è cittadino onorario, sono stati nominati vari docenti e alcuni giovani che, secondo il sindaco Rosario Lapunzina, saranno i primi fruitori della biblioteca. Il progetto del Comune mira a colmare un vuoto culturale. Solo la fondazione Mandralisca gestisce, oltre a un museo, un patrimonio di libri antichi tra cui alcune "cinquecentine". Giuseppe Sobbrio MESSINA. Giuseppe Sobbrio, già ordinario di Scienza delle Finanze presso l'ex Facoltà di Giurisprudenza è stato nominato Professore Emerito. Nella sua lunga carriera, iniziata da libero docente nel 1971 e proseguita come professore ordinario dal 1980, Sobbrio ha ricoperto prestigiosi incarichi presso l'Ateneo di Messina ma anche alla Luiss di Roma e alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione di Roma presso la Presidenza del Consiglio. Renato Accorinti MESSINA. Dopo aver prestato la voce per l’ultimo episodio di “Mimmo e Stellario”, il sindaco di Messina ha deciso di partecipare a un videoclip a sfondo solidale. Si tratta di "Un sorriso può cambiare il mondo" che ha l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare ad un reparto per bambini malati terminali del Policlinico di Messina. Tanti gli artisti messinesi che hanno sposato e supportano l’iniziativa. settegiorni MESSINA. L’assessore Bonafede ha chiesto la disponibilità dei locali dell’Ipab Scandurra Formazione, si apre uno spiraglio con il Ciapi MESSINA. Si apre uno spiraglio anche a Messina per i dipendenti della formazione professionale chiamati a fare parte del Ciapi, il centro di addestramento internazionale di Priolo che è stato indicato dalla Regione come struttura alla quale affidare in house i progetti degli enti di formazione che si ritrovano sotto la tagliola delle indagini giudiziarie. L’assessore alla famiglia, l’architetto Ester Bonafede, ha chiesto al commissario straordinario dell’Ipab,“Scandurra-Riuniti”, Francesco Mangano, la disponibilità dei locali di via Sacro Cuore di Gesù a Messina, in cui finora ha operato l’Ancol, finita al centro di delle indagini della Procura. Il commissario, che è anche ispettore dell’Ufficio provinciale del Lavoro, nonostante abbia rilevato alcune incongruenze nella gestione della Fondazione Scandurra, ha rilasciato il nulla osta. La prospettiva perchè i locali ex Ancol possano diventare struttura operativa affiliata del Ciapi è che molti dipendenti eviterebbero così costosi trasferimenti sotto le ciminiere del Petrolchimico di Priolo. Resta comunque alta la tensione nel mondo della formazione: i dipendenti Efal sono sempre in agitazione e da ulteriori segnalazioni fatte all’Ispettorato del Lavoro risulta che L’assessore Ester Bonafede nonostante abbiano fornito uomini e mezzi per dare supporto ai corsi del progetto “Pass” di Arca 2000, da luglio scorso non percepiscono stipendi. Su tutti questi aspetti l’assessore regionale alla formazione professionale Nelly Scilabra ha avviato una serie di controlli a tappeto in tutti gli enti della Sicilia, Iasl Cisl compreso dove gli sforamenti-secondo i rilievio della segreteria dell’assessore-si attesterebbero a ben venti milioni di MESSINA. Le nomine del commissario Romano Consiglio provinciale scientifico Così i nuovi componenti Messina. Il commissario della Provincia di Messina Filippo Romano ha ricostituito il consiglio provinciale scientifico. Ricevute le segnalazioni dalle associazioni naturalistiche e dall’Ateneo, oltre il soprintendente ai Beni culturali e all’ispettore ripartimentale delle foreste, che ne sono componenti d’ufficio, sono stati chiamati a fare parte dell’organismo i docenti, Alessandro Crisafulli, ricercatore di botanica; Concetta Calabrò, associato di zoologia presso il dipartimento di Scienze Biologiche e ambientali; Roberta Somma, ricercatore di geologia stratigrafica e sedimentologica: Antonio Romano Tassone, ordinario di diritto amministrativo: Maurizio Lanfranchi, associato di economia ed estimo rurale; Antonella Verzera, associato di scienze e tecnologie alimentari. Per le associazioni naturalistiche, sono stati designati Fanio Mondello, Club Alpino Italiano; Angelo Scuderi, Lega italiana protezioni uccelli, Alfredo Petralia, Ente fauna siciliana. La Provincia di Messina salvaguarda gli ecosistemi delle riserve naturali orientate “Le Montagne delle Felci e dei Porri” nell’Isola di Salina; la “Laguna di Capo peloro” a Messina; i “Laghetti di Marinello” a Patti”. centonove pagina 4 euro, tra somme accreditate dalla Regione e non corrisposte ai lavoratori. E a proposito dell’Opera Pia Scandurra, dopo anni di abbandono della struttura, si cominciano a muovere una serie di pedine. Se la Provincia, attraverso il commissario Filippo Romano ha indicato l’ingegnere capo Carditello quale componente della onlus, dall’assessorato regionale è arrivata la segnalazione della Curia di Messina per confermare Leonida Mirisola, nipote dell’arcivescovo Calogero La Piana, quale componente del consiglio di amministrazione. Sulla gestione dell’ente, che dispone di tredici appartamenti a Messina e terreni a Venetico e Rometta, oltre che una struttura da tredicimila metri quadrati a Contesse, si è scatenato improvviso interesse. Le cooperative associate de “Il Solco” di Catania, legate alla Cisl e al mondo cattolico, hanno chiesto la gestione della struttura per ospitare cinquanta immigrati. Il grande complesso immobiliare, finora sottoutilizzato, risulta in affitto alla cooperativa Azione Sociale di Messina per un canone annuo di 50mila euro, che finora non risulta corrisposto e per il quale la coop. ha chiesto una rateizzazione. SOCIETÀ Villafranca, “Foide, io non scordo” con Caroniti VILLAFRANCA. L'aula consiliare del comune di Villafranca Tirrena ospiterà lunedì 10 Febbraio, dalle ore 10,30, l'appuntamento "Foibe: Io non scordo!" organizzato dal Movimento "Giovani per Villafranca" con il "Comitato 10 Febbraio - Provincia di Messina" ed il patrocinio dell'amministrazione comunale. Interverrà il professore universitario Dario Caroniti, il sindaco Matteo De Marco, l'assessore alle politiche giovanili Gianfranco Ammendolia ed il consigliere Antonino Costa. Annunciata la presenza di studenti in rappresentanza dell'Istituto comprensivo di Villafranca Tirrena, del liceo "Galilei" di Spadafora e del tecnico-tecnologico "Majorana" di Milazzo. Docufilm su coppia gay corre per il David PALERMO. Il documentario "Chi vuoi che sia", diretto da due giovani allievi palermitani del Centro sperimentale di cinematografia, Riccardo Cannella e Davide Vigore, ha ottenuto la nomination al David di Donatello per il 2014. Il docufilm racconta la vicenda d'amore di una storica coppia omosessuale di Palermo: Massimo e Gino, i protagonisti, da anni si battono per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali nel capoluogo siciliano e hanno aperto anche un laboratorio per la lavorazione del cuoio. Spadafora, Fidapa si interroga sulla ricerca della felicità SPADAFORA. Sabato 8 febbraio, alle 17,30, il Castello di Spadafora ospiterà la Conferenza "Approccio metacognitivo e strategie di comunicazione per la ricerca della felicità", organizzata dalla Fidapa di Venetico con il patrocinio del comune tirrenico. Interverranno Teresa Frisone, docente formatore, Livio Rofrano, esperto di comunicazione e marketing, Rosario Natoli, ingegnere informatico, Francesca Maiorana, pedagogista e Rosalba Rantuccio, presidente Fidapa Venetico. A moderare l'incontro l'architetto Francesco Amato. 7 Febbraio 2014 settegiorni CHI SCENDE VILLAFRANCA TIRRENA. Dai banchi di scuola a quelli del comune. Ecco la baby giunta Piccoli amministratori crescono Villafranca Tirrena. Dai banchi di scuola a quelli del comune si passo è stato breve e così durante l'ultimo civico consesso è avvenuta la proclamazione della nuova giunta comunale dei ragazzi. Forte di ben 259 preferenze Giovanni Scarpino, della media “Leonardo Da Vinci”, è stato eletto baby sindaco di Villafranca. L'aula consiliare, così, è stata affollata per una mattina da tutti gli alunni delle classi elementari e medie che hanno assistito alla consegna della fascia tricolore per il loro nuovo rappresentante. Dopo i saluti ai presenti ad inizio cerimonia il sindaco, Matteo De Marco, ha nominato tutti gli eletti al Consiglio comunale dei Ragazzi “che – ha ricordato – rappresenta tutta la comunità scolastica e ne fa da portavoce. I ragazzi possono cominciare RICONOSCIMENTI. Consegna del diploma a Palermo Opera dei pupi capolavoro Unesco Palermo. C'è grande attesa a Palermo per la consegna del diploma con il quale l'Unesco ha riconosciuto l'Opera dei pupi siciliani, tradizione teatrale dedicata a spettacoli con marionette, "Capolavoro orale e immateriale dell'umanità". Il prestigioso riconoscimento fu assegnato nel 2001, su candidatura supportata dall'Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari, in seguito al meticoloso lavoro del mecenate Antonio Pasqualino, fondatore del Museo internazionale delle Marionette, dei ricercatori e degli operatori che hanno salvaguardato e valorizzato i manufatti e tutte le pratiche che riguardano lo spettacolo. A questo scopo sono stati collezionati marionette, burattini, scenari e oggetti di scena, raccolti testi cartacei, registrati spettacoli, documenti audiovisivi e interviste su come sono costruiti e manovrati i pupi e sono state promosse innumerevoli azioni per incoraggiare i pupari a resistere, a continuare a fare spettacoli secondo le tecniche tradizionali, e a trasmettere il loro sapere ai propri figli. La cerimonia si svolgerà sabato ppresso il Museo internazionale delle marionette di Palermo. Parteciperanno, tra gli altri: il presidente dell'Associazione Marianne Vibaek, il direttore Rosario Perricone e il segretario generale Ignazio Buttitta. Presenti anche numerose compagnie teatrali, impegnate nella creazione di un network di promozione comune dei cartelloni teatrali di opera dei pupi attivi in Sicilia. a prendere atto che le istituzioni sono di tutti e che ciascuno deve essere tenuto al corrente di ciò che accade all'interno di esse”. Insieme al baby primo cittadino Scarpino, compongono la mini giunta dei giovani il vicesindaco ed assessore Antonino Celona, che ha raccolto 109 voti e l'assessore Ludovica Scafa, eletta con 22 preferenze. Il consiglio dei ragazzi resterà in carica sino alla conclusione dell'anno scolastico in corso e si riunirà periodicamente per dare attuazione al suo programma elettorale potendo infatti “deliberare” in materie come ambiente, spettacoli e tempo libero. Entusiasti per l'iniziativa, che si ripete dal 2003, tutti gli eletti che hanno parlato di “un'esperienza utile per discutere di tutto ciò che riguarda la nostra comunità. Abbiamo vissuto, inoltre, una vera e propria campagna elettorale che ci ha coinvolto tantissimo avvicinandoci al mondo dei grandi”. In particolare questi i nomi dei giovani che compongono il consiglio: Piccadaci Matteo, Marino Sofia, Orlando Filippo, Mavilia Chiara, Bertino Alessandro, Tripodo Veronica, Catalfamo Michele, Orlando Leandro, Policastrese Asia e Ferri Martina per la scuola media; Storia Irene, Acquaviva Roberta, Meoni Mauro e Previti Antonio per le scuole elementari. ROSA E NERO Messina, addio ad Anna Dell’Acqua D’Alia Messina. Si è spenta il 1 febbraio la signora Anna D’Alia, mamma del ministro della Pubblica Amministrazione, Gianpiero. Alla cerimonia funebre, che si è svolta alla Chiesa di S. Salvatore, ha partecipato il presidente nazionale dell’Udc, Pierferdinando Casini e tanti esponenti della vecchia Dc che hanno conosciuto il papà di Gianpiero, Totò D’Alia. A Gianpiero e alla famiglia D’Alia le condoglianze di Enzo Basso, del direttore Graziella Lombardo, del garante del lettore Attilio Raimondi e della redazione di Centonove. Messina, lutto in casa Pavone Messina. Si è spenta domenica 2 febbraio Giovanna Bertuccio, vedova da un anno dell’onorevole Vincenzo Pavone, parlamentare democristiano fino agli anni Ottanta. I funerali si sono svolti martedì 4 nella Parrocchia Maria SS. di Pompei, prima della tumulazione nel cimitero di Monforte San Giorgio, dove il defunto marito è stato sindaco per oltre un trentennio. Alla famiglia le condoglianze della redazione di Centonove. Festa a Ganzirri per i 18 anni di Luigi Genovese MESSINA. Grande festa a Ganzirri, nella villa di famiglia appena rimessa a nuovo, per i 18 anni di Luigi Genovese, presidente regionale della consulta degli studenti e primogenito di Francantonio Genovese e Chiara Schirò. Per l’occasione, quasi trecento gli invitati tra cui molti liceali del Maurolico, incantati dal catering multiforme, multilingua e multigusto… con pietanze “etniche” di vari paesi del Mediterraneo. centonove pagina 5 Giulio Guagliano PALERMO. Si è dimesso il responsabile del comitato di sorveglianza della Seus, società di gestione del servizio 118 in Sicilia. Guagliano ha comunicato la sue dimissioni "irrevocabili" durante l'audizione in commissione Bilancio dell'Ars. Già il manager Angelo Aliquò Iaveva rinunciato all'incarico di direttore della Seus, dopo che la società gli aveva proposto un contratto di un anno, anziché tre, con una decurtazione del 40% dello stipendio. Francesco Palano Quero MESSINA. La grande passione che sta profondendo per sostenere l’isola pedonale, fa vedere doppio, anzi triplo, al presidente della Quarta Circoscrizione di Messina. Il 2 febbraio, così Quero annotava trionfalmente sul suo profilo Facebook: “Prima domenica senza pioggia e vento. Prima “confusione” pedonale. Migliaia di persone. MIGLIAIA. Una bellissima atmosfera: invito chiunque, particolarmente i detrattori preconcetti, a chiedere a chi c'era (ne troveranno tanti). Messina sta a Cairoli, come Roma sta a Piazza di Spagna”. Nino Cacia MESSINA. Il penalista messinese è ormai soggiogato dalla sua passione per gli occhiali da sole da supergiovane, con montatura coloratissima e lenti dai riflessi cangianti. Cacia, infatti, oltre a metterli anche con il cielo nuvoloso, come usano molti messinesi, non li toglie neanche quando fa il suo ingresso al Tribunale. E pure in udienza continua a inforcarli, nonostante l’effetto “scuru ‘i menzanotti”. Nicolò Ferrara TRAPANI. In qualità di presidente del Consorzio Trapanese "Legalità e Sviluppo", aveva tenuto a dicembre un seminario in Prefettura che analizzava la normativa in tema di corruzione. Dalla teoria alla pratica il passo è stato breve. Il sindaco di Calatafimi-Segesta Nicolò Ferrara, 57 anni, è stato arrestato con l'accusa di avere ricevuto dall'imprenditore Francesco Fontana, titolare della omonima impresa individuale, tremila euro, per l'aggiudicazione in un'asta pubblica di un compattatore comunale da dismettere. 7 Febbraio 2014 primopiano MESSINAMBIENTE. Il Comune boccia il bilancio. E punta il dito sui dipendenti. Troppi. E gestiti male Rifiuti, niente di personale Partner privati, sentenze, lsu: Ecco come l’azienda si ritrova cinquecentotrenta lavoratori in busta paga. Chi sono, cosa fanno, quanto costano e quanto rendono. Nel silenzio del Consiglio. Tranne uno DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. La rivoluzione non è arrivata dal basso. Piuttosto si è abbattuta come una mazzata dall’alto, con la forza, quando il comune di Messina ha ricordato, dopo anni, di essere l’azionista di maggioranza (qualche decimale gli impedisce di essere anche l’unico) di Messinambiente, e che i conti della partecipata li paga palazzo Zanca. E ne ha bocciato i bilanci 2011 e 2012. Motivi? I soliti: non si è mai definito il contenzioso con l’Ato3, non è mai stata redatta una perizia per la gestione del ciclo dei rifiuti, ci sono troppi contenziosi coi fornitori e la gestione degli acquisti è stata troppo “allegra”. Ma soprattutto, ed è la prima volta che la cosa viene messa nero su bianco, il personale costa troppo. Ed è gestito male. Una bomba. Una bomba che non si è fermata ai tavoli di Comune e Messinambiente, ma è atterrata in Procura. E alla Corte dei Conti. INTANTO PENSIONIAMO. Da sempre considerati “una risorsa”, da oggi i dipendenti di Messinambiente sono additati come la zavorra dell’azienda. Come prima mossa, l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua ha chiesto un parere legale (rilasciato dall’avvocato Giovanni Giacoppo) sulla possibilità o meno di applicare ad una partecipata le norme codicistiche in materia di pensionamento che si riservano alle pubbliche amministrazioni. Risposta? Si. E quindi, per Messinambiente, sono pronti ad andare in pensione nove impiegati ed un dirigente, Antonino Miloro. Risparmio ipotizzato per l’ente, ha spiegato l’assessore al Bilancio Guido Signorino, 730mila euro all’anno (cifra che Armando Di Maria, attuale commissario liquidatore di Messinambiente ma già direttore generale e poi amministratore, contesta fortemente). Un’altra trentina potrebbero migrare verso l’Amam, che al contrario di Messinambiente ha forte carenza di personale. Già, il personale. NIENTE DI PERSONALE. Oggi a Messinambiente lavorano in cinquecentotrenta, dipendente più dipendente meno, la maggior parte dei quali ereditati da Altecoen, all’epoca in cui Messinambiente era davvero una Daniele Ialacqua e Guido Signorino centonove pagina 6 partecipata, col Comune che deteneva il 51% ed il partner privato aveva il 49%: erano 335 nel 1998, quando la partecipata ha iniziato l’attività, diventati immediatamente oltre 360 con l’affidamento a Messinambiente dell’inceneritore di Pace. Trecentosessanta ai quali si sono via via aggiunti prima dipendenti comunali, poi dipendenti della Somer, più altri a tempo determinato. Con l’aggiunta del servizio di spazzamento arrivano a Messinambiente altri 118 dipendenti. Un numero congruo per i servizi espletati? Forse, o forse no, visto che il primo gennaio del 2007, amministrazione guidata da Francantonio Genovese e presidenza di Messinambiente in mano a Nino Dalmazio, una cinquantina Lsu, ex lavoratori socialmente utili, transitano alle dipendenze della partecipata di via Dogali. E dove non arriva la politica, ad intasare le caselle degli stipendi ci pensa la magistratura: da gennaio 2010 a novembre 2013, 103 sentenze fotocopia obbligano l’azienda ad assumere altrettanti dipendenti. Motivo? Contratti a tempo determinato stipulati sotto la presidenza Dalmazio sono stati trasformati in altrettanti posti di lavoro a tempo indeterminato. In totale fanno i 528 che l’azienda aveva a libro paga fino al 2013. Cosa fanno? Alcuni poco. Altri molto. Anzi moltissimo. CHI POCO CHI TROPPO. Al totale dei lavoratori ne vanno tolti trentadue “non idonei alle mansioni precedentemente svolte”. Si tratta per la maggior parte di autisti ed operatori con impedimenti certificati dalla commissione medica. Erano trentuno alla fine di gennaio, altri sono in attesa di visite mediche. Di questi, sedici prestano servizio alle isole ecologiche. Poi ci sono i quarantuno idonei, ma con pesanti limitazioni, la maggior parte dei quali operatori addetti a raccolta e spazzamento. Poi ce ne sono una cinquantina che usufruiscono dei benefici della “legge 104”: in tutto e primopiano per tutto dipendenti con limitazioni. E così la forza lavoro si riduce di parecchio, di ben centoventuno elementi. Un bel problema. Ma niente paura, c’è chi fa gli straordinari. Settecento ore all’anno. GLI STRAORDINARI. Armando Di Maria può affermare a gran voce che sotto la sua guida che a Messinambiente qualcuno si è dato una regolata. Perchè, se oggi l’azienda paga ai suoi dipendenti 187 mila euro di straordinario, nel 2008, il lavoro oltre orario era un salasso che costava alle casse di Messinambiente la bellezza di un milione e 270mila euro. I beneficiari? Sempre gli stessi, sempre negli stessi settori: dipendenti dell’autoparco, per lo più, settore in cui accade di tutto, dalle telecamere di sorveglianza rotte ai mezzi con i contakm sistematicamente fuori uso. In compenso, lì dentro si lavora come gli schiavi: un capofficina, “recordman” dello straordinario nel 2013 con 672 Daniele Zuccarello ore di lavoro extra, nel 2008 era riuscito a sommarne addirittura 1200, ma è in buona compagnia, visto che tutti gli “over 600 ore” del 2013 provengono dallo stesso dipartimento (dall’azienda spiegano che l’accumulo di orario è dovuto alla “reperibilità”). E nonostante il tasso di stakanovismo delle officine assolutamente fuori dal normale, per la manutenzione dei suoi mezzi, nel 2013, Messinambiente ha speso un milioncino tondo di euro andati ad aziende esterne. A dare qualche numero, e raccogliere le denunce di lavoratori stanchi dell’andazzo, è stato Daniele Zuccarello, che tra l’altro ha puntato il dito contro le 138 progressioni di carriera interne all’azienda, alcune davvero vertiginose. A queste, poi, vanno aggiunte la cinquantina di cause intentate da altri dipendenti per ottenere altri salti di livello. Zuccarello è il solo, in consiglio comunale, al quale sembrano interessare le anomalie che portano i costi del servizio di Igiene pubblica a 44 milioni di euro e la Tares pagata dai cittadini alle stelle. La commissione consiliare d’inchiesta chiesta da Piero Adamo del Pdl e Antonella Russo del Pd, infatti, è stata affossata. Esattamente come era accaduto nel 2007. L’ANALISI. Passati al setaccio i numeri dei due documenti finanziari rispediti al mittente Cosa ha affossato i conti DEBITI, CREDITI E “LITIGI” CON IL COMUNE DI MESSINA. CHE ALL’AZIENDA NON HA MAI CORRISPOSTO IL DOVUTO DI TIZIANA CARUSO I bilanci rappresentano in parte una fotografia di quello che negli ultimi anni ha affossato Messinambiente. Al 31 dicembre 2013 la società aveva accertato debiti verso banche per 348 mila euro, doveva 300mila di euro di anticipi a clienti, circa 9 milioni erano i debiti verso i fornitori, mentre quasi 97 mila euro si dovevano alle imprese controllate e 3,7 milioni di euro alle imprese collegate, i debiti verso i controllanti ammontavano a circa 1 milione di euro. Ben piu' pesante la mole dei debiti tributari che si attestava ai 21 milioni e mezzo, a questo si aggiungevano i debiti verso gli istituti di previdenza per un ammontare di 3.120.106 euro, quasi 4 milioni erano i debiti di altra natura. Negli ultimi due bilanci presentati al Comune, ovvero 2011 e 2012, quelli respinti dalla giunta, la massa debitoria aumenta e, seppur si riescono ad eliminare alcune voci di debito, altre, invece, lievitano. 2011. Nel 2011 si azzerano i debiti con le banche che non concedono piu alcuna anticipazione all'azienda, secondo Messinambiente salgono a 9,3 milioni i debiti con i fornitori, scende a 96 mila euro il debito nei confronti delle imprese controllate, ma sale a 4,5 milioni quello nei confronti delle imprese collegate, ai controllanti si devono invece 1,4 milioni di euro. Aumenta la mole dei debiti tributari arrivando a 28,9 milioni di euro, alla previdenza se ne devono 5,6, ad altre voci di debito sono iscritti 4,8 milioni di euro. Le spese legali? 500 mila euro. 2012. Passando al setaccio il 2012, la massa debitoria ècosì ripartita: i debiti con i fornitori scendono a 7,5 milioni di euro, scendono anche quelli con le imprese controllate e raggiungono quota 91 mila euro, quelli con le imprese collegate passano dai 4,5 milioni del 2011 ai 250 mila euro del 2012, aumentano di mezzo milione invece i debiti con gli enti controllanti. Il tasto dolente maggiore è quello relativo ai debiti tributari che toccano quota 38,9 milioni di euro, aumentano anche quelli verso istituti di previdenza che passano da 5,6 a 7,3 e salgono anche i debiti ascrivibili ad altre voci arrivando a circa 6 milioni di Armando Di Maria euro. I costi per il personale passano dai 22 milioni 255 mila euro del 2011 ai 23,2 milioni di euro per il 2012, mentre le spese legali scendono a 150 mila euro. COSTI. I costi medi mensili di gestione di Messinambiente si aggirano sui due milioni e 600mila euro comprensivi di iva. La voce maggiormente incisiva, nemmeno a dirlo, è quella per il personale, che incide ogni mese, tra stipendi, trattenute e previdenza, un milione e 850mila euro. Il Comune, pur avendo approvato nelle qualità di socio di Ato3 e Messinambiente i pian industriali, non ha mai corrisposto integralmente le risorse necessarie a coprire i costi dedotti dallo stesso piano. L’anno emblematico è il 2009, in cui, per la prima, unica ed ultima volta, Ato3 e Messinambiente si sono trovati d’accordo sui numeri: dei 31 milioni previsti ad inizio anno, il comune di Messina ha comunicato, ad ottobre, di poterne corrispondere solo 24. A fine anno sarebbero stati ventuno. Il risultato? Debiti fuori bilancio a mai finire per Messinambiente: quasi quaranta con fisco ed erario e poco meno di otto verso i fornitori. centonove pagina 7 7 Febbraio 2014 INCHIESTE Armando Di Maria, il capro espiatorio E’ COMMISSARIO LIQUIDATORE, MA CONTINUA AD AMMINISTRARE UNA SPA CHE ACCUMULA PASSIVO. E DEVE DIFENDERSI IN TRIBUNALE MESSINA. Sul “banco degli imputati”, di fronte alla commissione Bilancio del Comune, Armando Di Maria ha tentato di spegnere quel cerino che, alla fine della fiera, è rimasto a bruciare nelle sue mani. Il commissario liquidatore è chiamato oggi a spiegare situazioni delle quali non ha colpa e colpe che andrebbero divise tra molti più soggetti. Di Maria, oggi, è commissario liquidatore (e in quanto tale dovrebbe condurre la Spa alla chiusura e i creditori a soddisfazione) che però manda avanti un’azienda che, per sua stessa natura, continua ad accumulare debiti perchè il Comune non dà i fondi necessari ad operare in tranquillità. Debiti dei quali sarà chiamato a rispondere pur non avendone alcuna colpa. Un’anomalia che ha spiegato di fronte ad un’aula che si è dimostrata sorda e non particolarmente interessata. Dopo un’ora e qualcosa, infatti, il numero legale è caduto, impedendo ad un infuriato (e febbricitante) Daniele Ialacqua di prendere la parola e spiegare la posizione dell’amministrazione. Ma non è il solo problema che tiene sveglio Di Maria la notte: a fine marzo, infatti, il tribunale deciderà sul giudizio penale per lui e per l’ex presidente Nino Dalmazio. L’imputazione, per i due, è di omesso versamento di Iva per gli anni dal 2007 al 2009. All’inizio dell’anno, però, la Guardia di Finanza è tornata a far visita in via Dogali, indagando sul periodo successivo: anni di vacche magre, nei quali i vertici di Messinambiente nel dilemma tra pagare gli stipendi e soddisfare fisco ed erario, hanno preferito la prima ipotesi, omettendo di versare l’Iva anche per gli anni dal 2010 al 2012. 7 Febbraio 2014 primopiano Nino Dalmazio Michele Trimboli MESSINA. Storia dei rapporti conflittuali tra l’azienda d’ambito e Messinambiente Ato3, gemelli diversi Contratti di servizio mai condivisi, e bilanci sempre disallineati. In mezzo un contenzioso infinito ed una transazione maldigerita. Ecco perchè la filiera dei rifiuti ha sempre prodotto passivi MESSINA. Non è decisamente nata sotto una buona stella, Messinambiente. A matrimonio appena consumato con il partner privato Altecoen (è il 1999), il Comune sbaglia clamorosamente i calcoli sul fabbisogno economico della partecipata, dando il via alla lunga serie di goffi errori che hanno compromesso sin dallʼinizio il funzionamento della partecipata e della filiera dei rifiuti in città. Il primo atto è un lodo arbitrale del 2001 in cui Messinambiente contesta i calcoli su costi e redditività dellʼinvestimento eseguiti dal comune di Messina e ritoccati da palazzo Zanca dopo la scelta della partecipata, di strutture, uomini e mezzi. In pratica, prima ancora di svuotare un solo cassonetto, Messinambiente ha iniziato ad operare in passivo, accumulando crediti nei confronti del Comune, cioè il suo azionista di maggioranza. E mentre unʼinchiesta penale fa uscire di scena il socio privato di Messinambiente, trasformandola di fatto in una municipalizzata, la Regione si inventa gli Ato. Ed è un casino. Bello grosso. DISASTRO ANNUNCI...ATO. Lo schema è questo: il comune di Messina affida allʼAto la gestione del ciclo dei rifiuti, che si serve di Messinambiente per svolgere il servizio. Un passaggio intermedio che, negli anni, si rivelerà non solo inutile ma addirittura dannoso: dannoso, oggi, per ventiquattro milioni di euro, la cifra che Messinambiente sostiene di dover percepire dallʼAto per servizi svolti che invece lʼazienda dʼambito non riconosce e che si deciderà di fronte ai giudici. Lo snodo temporale fatale avviene nel 2004: si avvia lʼamministrazione giudiziaria per Messinambiente (in sella alla quale arriva Nino Dalmazio, che si dimetterà nel 2010) che denuncia 390mila euro di perdite, e debiti per 28 milioni di euro, mentra con delibera del commissario straordinario del Comune Bruno Sbordone, lʼAto3 riceve per delega da palazzo Zanca “tutte le competenze relative alla gestione integrata dei rifiuti nonchè lʼesecuzione di tutti i servizi di igiene ambientale”. In pratica, lʼAto dispone ma non ha uomini e mezzi, Messinambiente viene retrocessa ma svolge materialmente i servizi. ZOOM Il motivo dei “litigi” SETTE MILIONI DI DIFFERENZA DAL 2007 AL 2010. E OGGI LE DISCREPANZE NEI DOCUMENTI ARRIVANO A 20 MILIONI MESSINA. Un ulteriore “zavorra” per il Comune è rappresentata dalla serie di contenziosi che Messinambiente ha con l’Ato 3, tutti derivanti dalle discrepanze tra il costo dei servizi verosimilmente effettuati dalla societa’ e il binomio compiti-compensi assegnati dall’Ato. Contenziosi che si riflettono anche nelle discrasie registrate negli ultimi anni tra i bilanci delle due società, in precedenza approvati dal Comune di Messina, senza che pero’ ci fosse traccia del “certificato” disallineamento nei conti di Palazzo Zanca. Le prime “differenze” risalgono al 2007, tra i due bilanci viene riscontrato un “dislivello” di circa 7 milioni di euro discorso analogo nel 2008, nel 2009 e, in ultimo nel 2010. Anno in cui la società d’ambito, ad esempio, riconosce a Messinambiente circa 24 milioni di euro per servizi resi, mentre quest’ultima conteggia ricavi nei confronti dell’Ato per 27.110.272 euro. E così che i conti delle due società di anno in anno hanno aumentato il “disallineamento” relativo ai rapporti di credito/debito centonove pagina 8 esistenti tra le stesse, facendone derivare una serie di contenziosi che, accumulati, superano i 20 milioni di euro. Tutto questo, dal 2007 ad oggi, ha creato un circolo vizioso che comunque ha contribuito a “mantenere in piedi” i bilanci dei tre enti, con Messinambiente e Ato che hanno giocato il ruolo dei contadini intenti a litigare continuamento, perché tanto il “grano” lo perdeva comunque il padrone, ovvero il Comune. (T.C.) INIZIANO LE LITI IN FAMIGLIA. Nel frattempo, un lodo arbitrale obbliga il comune a corrispondere a Messinambiente la bella somma di ventisette milioni di euro. Secondo la delibera che consegna allʼAto3, presieduta allʼepoca da Piero Grasso, le chiavi dellʼigiene cittadina, l’azienda d’ambito con un piano da cui viene ricavato con cadenza triennale un piano industriale e finanziario. E i fabbisogni economici che ne scaturiscono, non coincidono mai con quelli di Messinambiente: l’unico piano firmato da entrambe, infatti, risale al 2009. Un esempio sono le settanta unità di personale in meno che lʼAto3 riteneva servissero ai servizi di raccolta e spazzamento, rispetto a quelle quantificate in forza a Messinambiente. Settanta lavoratori che incidevano sui costi, dato che i trasferimenti di fondi dallʼAto3 a Messinambiente non li contemplavano: tre milioni allʼanno in meno del fabbisogno finanziario di Messinambiente. Ragioni, questa e molte altre, che negli anni hanno spinto la partecipata di via Dogali a proporre contro lʼazienda dʼambito un decreto ingiuntivo (opposto), un giudizio arbitrale e addirittura unʼistanza di fallimento. Una lite che è andata avanti fino al 2007 (nel frattempo il presidente dellʼAto3 è diventato Franco Barresi), quando si giunge ad una transazione in cui la partecipata di via Cavalieri della stella riconosce a Messinambiente quattro milioni e mezzo per servizi resi a tutto il 2006. Tutto ciò, senza che si ridefinissero una volta per tutte i rapporti tra Comune, Ato e Messinambiente. Perchè? Perchè molti servizi, in quel periodo, lʼAto li esternalizzava. Alle cooperative. Nel frattempo, Tra Ato3 e Messinambiente arrivano infornate di dipendenti e di stabilizzazioni, tutte per chiamata diretta e senza alcun tipo di concorso, necessario per Costituzione per accedere alla Pubblica amministrazione: è l’inizio del 2007. Si avvicendano presidenti e gli amministratori, da Enrico Spicuzza ad Antonio Ruggeri, con tanto di indagini e tegole giudiziarie poi, come commissario liquidatore, per mettere fine alla storia dell’Ato3 viene chiamato Michele Trimboli. Il suo compito è traghettare l’Ato nella trasformazione in Srr. Nel frattempo è consulente dell’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua. IL FUTURO. L’amministrazione di Renato Accorinti ha intenzione di mantenere interamente pubblico il sistema di gestione dei rifiuti. L’idea che più circola è quella della gestione “in house” del servizio, tramite una azienda speciale. Soluzione, questa, che consentirebbe un risparmio da quattro milioni di euro allʼanno, perchè il regime aziendale speciale sarebbe esentato dal pagamento dellʼiva e dell’Irpef. (A.C.) 7 Febbraio 2014 politica ROTTURE. Si incrina il rapporto tra D’Alia e il governatore Crocetta. Verifiche dietro l’angolo Regione, la svolta Udc Ler caselle del governo da rivedere mentre lo scudocrociato spinge per la candidatura alle Europee gli assessori Valenti e Cartabellotta. Una proposta che apre nuove crepe in vista del rimpasto RIPOSIZIONAMENTI Fi, facciamo un salto al club NUOVE ADESIONI AL PARTITO. DOPO BENINATI ARRIVA PREVITI Giampiero D’Alia MESSINA. Si incrina il rapporto tra l’Udc di Gianpiero D’Alia e il presidente della Regione Rosario Crocetta. Dopo l’annuncio ufficiale del ritorno nell’area del centrodestra, insieme ad Alfano e Berlusconi, sono cominciati i mal di pancia nella giunta siciliana. “Se è così, ci sono da rivedere le caselle del governo” hanno fatto notare da più parti nel Pd. Ma D’Alia non ha perso tempo e ha chiesto una immediata verifica, pena l’apertura della crisi “entro 48 ore”. L’incontro chiarificatore è servito però solo a fare “ammuina”. E dal quartier generale dell’Udc, attraverso il segretario regionale Giovanni Pistorio, hanno fatto sapere Lino Leanza che lo scudocrociato vedrebbe bene la candidatura di alcuni assessori, come Patrizia Valenti o Dario Cartabellotta, o anche il marito dell’assessore Bonafede, il magistrato Carrara, alle europee. Una proposta per Crocetta irricevibile. Che apre nuove crepe nel dibattito in corso in vista del rimpasto, post- finanziaria. Se à vero che D’Alia è stato uno dei principali sponsor della presidenza Crocetta, carica per la quale in un primo momento era stato indicato lui, ora i rapporti politici si sono via via incrinati. Al centro la gelosia del rapporto con Lino Leanza, l’ex segretario Udc che ha fondato il Movimento Articolo 4, che ormai schiera otto deputati e rappresenta la maggiore stampella di Crocetta. La doppia virata a destra di Casini, dopo la sfortuna esperienza di Scelta Civica con la quale ormai lo strappo è consumato, ha ridotto il partito ad un misero 2% in campo nazionale. E la roccaforte dei voti di Casini, è in Sicilia, la terra che fu di Mannino e Cuffaro, dove ancora lo scudocrociato, nonstante lo strappo con il Pid di Saverio Romano, raggranella un buon 10%, che vale per Casini la carica di segretario nazionale da assegnare al messinese D’Alia. Che a denti stretti accetta il rientro nell’area berlusconiana. Turandosi il naso. PAUSE DI RIFLESSIONE Incognita Genovese gioco di sponda con il Cavaliere. La lunga pausa di riflessione di Genovese, oggi per tanti del suo elettorato rappresenta però una vera incognita. E sono L’EX SEGRETARIO DEL PD RAFFREDDA IL RAPPORTO in tanti a scalpitare. Così, rotta la logica attendista, tanto CON ALFANO A SOSTEGNO DELLA LINEA LUPO Calabrò che Bartolotta, hanno avviato un rapporto di collaborazione politica “più attiva” con il Governatore. L’intesa è stata discussa anche tra il coordinatore del MESSINA. Primi smottamenti nell’area Genovese a Megafono a Messina, Massimo Finocchiaro e il deputato Messina. Dopo l’adesione di Pippo Laccoto nell’area Renzi, renziano Davide Faraone, che ha partecipato un incontro a l’assessore ai Lavori Pubblici Nino Bartolotta e il candidato Cristo Re, presente l’altro renziano della prima ora sindaco Felice Calabrò sono sempre più vicini alle posizioni D’Arrigo, nominato direttore generale dell’Agenzia del presidente della Regione Rosario Crocetta. Dopo un Giovani. L’impressione è che il quadro politico stia incontro a Palermo, il rapporto via via si sta cementando. diventando più fluido, in attesa di nuovi equilibri ancora Per Bartolotta significa il mantenimento di una posizione di tutti da definire. Una riprova è l’accordo governo, per Calabrò un nuovo trovato tra il rais di Enna, Wladimiro riposizionamento. Dopo mesi di incontri con Crisafulli e i renziani di Sicilia che fino a Alfano, per costruire la casa-comune dei qualche giorno fa lo vedevano come fumo moderati, si raffredda il rapporto tra l’ex negli occhi, sul nome del candidato Raciti. segretario regionale del Pd, Francantonio Nella corsa alla segreteria Lupo a Messina Genovese, oggi sostenitore della linea del ha raccolto duemila e passa preferenze, segretario Lupo, e il ministro dell’Interno, segno che gli apparati di Genovese non si Angelino Alfano. L’impressione, non solo di sono elettrizzati. Un altro segnale Genovese, ma anche di Franceschini e di Fioroni, significativo è che a Savoca, la città di è che Alfano resti sempre “un figliol prodigo” Bartolotta, il segretario Lupo non ha preso del Cavaliere e l’ovile di Arcore è l’unico fischio voti. Disimpegno? No, è la parola d’ordine. che riconosce. Un giocatore di partita doppia, Francantonio Genovese Riorganizzazione. Alfano, che con la nuova legge elettorale, fa centonove pagina 9 MESSINA. La nuova scatola elettorale di Forza Italia è la calamita che attira più i politici in cerca di riposizionamento. Per discutere i nuovi assetti regionali da dare al partito, che ha deciso di strutturarsi in club, oggi, venerdì sette, è previsto un nuovo incontro operativo a Catania tra il coordinatore Vincenzo Gibiino e l’onorevole Roberto Corona. Ma se giorno dopo giorno crescono le adesioni, l’ultima è quella dell’ex Mpa Nino Previti ora vicino a Nino Beninati, che a sua volta ha lasciato l’Udc per rientrare in Forza Italia, l’impressione è che fino alle candidature per le europee nessuna decisione verrà ufficializzata. In pole position per la carica di coordinatore provinciale, oltre Roberto Corona, che ha preferito gli azzurri del cavaliere al Nuovo Centrodestra di Alfano, nonostante la corte serrata che verso di lui ha fatto il senatore Firrarello, resta sempre Bernardette Grasso, deputato regionale, sindaco di Caprileone, oggi Grande Sud, molto vicina al ribelle Gianfranco Miccichè, che si è staccato, insieme a Stefania Prestigiacomo dalla gestione diretta del Partito. Miccichè non nasconde una sua attività di coordinamento, in raccordo con il maestro di sempre, Marcello Dell’Utri, che ha fatto da spin- doctor per la nascita dil club. Sono ormai una cinquantina quelli censiti a Messina. Tra questi, gli ultimi sono stati battezzati nella zona a cavallo tra Terme Vigliatore e Barcellona, da Domenico Scilipoti, in arte “l’agopuntore”. Qui sono in movimento altri due cavalli elettorali, Santino Formica, che sta facendo scaldare i suoi, e Giuseppe Buzzanca, in fase di riflessione politica, pronto però a valutare una “discesa in campo” nel partito di Rocco Crimi. Bernadette Grasso 7 Febbraio 2014 politica PRIMO ROUND Raciti sfonda il 66% IL PRETENDENTE AL COORDINAMENTO SICILIANO TRIONFA ALLE CONSULTAZIONI RISERVATE AI CIRCOLI Piero David Felice Calabrò Alessandro Russo IN EBOLLIZIONE. Il nuovo leader sarà scelto dopo il voto regionale. Così gli schieramenti Pd Messina, corsa a tre Oltre a Felice Calabrò, sponsorizzato da Genovese e “libero” dalla possibilità di diventare primo cittadino, cresce il renziano Alessandro Russo. Ma l’area Civati potrebbe proporre Piero David È TUTTO NELL’ESITO del prossimo congresso regionale, il futuro della segreteria cittadina del Partito Democratico di Messina. Tra le ultime novità, si registra un rafforzamento delle posizioni di Felice Calabrò, complice la secca bocciatura del ricorso amministrativo al Tar di Catania che lo avrebbe potuto portare a vestire la fascia di sindaco, e quella di un candidato alternativo espressione dell'area che sosterrebbe Fausto Raciti alla segreteria regionale. Il tutto, con possibili colpi di scena, come candidature outsider se il nome “alternativo” non dovesse essere condiviso. IL COUNTDOWN. Nelle prossime settimane, superato lo scoglio del congresso regionale del Pd, quindi, si dovrà tornare nuovamente a guardare alla città di Messina, perché la carica più alta del partito è vacante da aprile scorso e non si è mai riusciti a trovare una sintesi che potesse esprimere una posizione unitaria della politica del Partito. All'ultima pre-assemblea organizzata da Basilio Ridolfo alla ex sede dei Ds, il segretario provinciale ha proposto che il partito messinese venisse traghettato da un coordinamento capeggiato da Calabrò per venire incontro alla esigenza di visibilità politica da parte del candidato sindaco sconfitto. La scelta, tuttavia, è stata subito contestata dalle anime di opposizione del partito. Sia la frangia capeggiata dal deputato regionale Filippo Panarello, sia l'anima renziana “storica” legata a Pippo Laccoto hanno sparato a palle incatenate sulla scelta proposta: «Nessuno ha dato mandato ad un coordinatore, scelta per la quale si dovrebbero convocare comunque gli organi dirigenti», ha detto Panarello. Stesso concetto, quello espresso dai renziani: «Serve avere un segretario cittadino al più presto, i coordinatori sono figure temporanee e da evitare, soprattutto se devono gestire la fase precongressuale da potenziali candidati...». I dissidi che hanno immediatamente bocciato il coordinamento proposto da Ridolfo hanno avuto ripercussioni immediate: il percorso congressuale cittadino è stato rinviato a data ancora non certa, sicuramente dopo il congresso regionale. LE ANIME IN CAMPO. Dal congresso passeranno le strade degli equilibri cittadini. La componente facente capo a Francantonio Genovese, che sosterrà Peppino Lupo alle prossime primarie, ha già da tempo il proprio candidato, che è Felice Calabrò. Questa scelta appare scontata dopo la dichiarazione di sostegno a Lupo fatta da Calabrò, che fa sfumare ogni possibilità di trovare in lui una “unitarietà” sulla falsariga di quella trovata su Ridolfo in occasione della segreteria provinciale. Genovese, infatti, che non ha trovato gli spazi che si sarebbe atteso nell'Area Renzi siciliana, non ha esitato a comunicare il proprio sostegno a Lupo, segretario uscente, con grandissimo sollievo dei renziani storici messinesi, che non avevano mai celato la insofferenza di convivere sotto lo stesso tetto con il potente deputato. Ma perché il sostegno? Dietro l’angolo, ci sarebbe la volontà di una candidatura alle Europee. Sfumata definitivamente la possibilità cercata da diverso tempo da qualche maggiorente del partito messinese, come Angela Bottari, di poter convergere su Calabrò come candidato di pacificazione tra le varie anime, adesso le componenti renziana e cuperliana dovranno trovare una sintesi su una candidatura che possa farle continuare a stringere le forze, sulla falsariga di quel che sta accadendo per il congresso regionale. I nomi più probabili per una candidatura unitaria sono quelli di Alessandro Russo, esponente storicamente renziano e apprezzato trasversalmente tra le varie componenti del Partito, il quale - tuttavia - non conferma, né smentisce l'ipotesi: «Sono del tutto concentrato sul congresso regionale, dove stiamo lavorando per far cambiare le cose con Fausto Raciti e Mila Spicola. È chiaro che a Messina penseremo tutti assieme dopo il 16. Ed è altrettanto chiaro che il candidato debba rappresentare agli occhi di tutti, cittadini ed iscritti, un cambio di passo nei metodi, nelle pratiche e nei contenuti rispetto al passato. Solo a queste condizioni potremmo riacquistare credibilità». Sul nome di Russo ci sarebbero già informali adesioni dell'area che orbita attorno ai socialisti, così come alcuni segmenti dell'area Cuperlo - con la quale i renziani messinesi hanno pragmaticamente lavorato al di là dalle rigide appartenenze, impegnati da mesi per un rinnovamento del Partito - e dell'Area Civati, la quale ancora, tuttavia, potrebbe tenere nascosta nella manica una carta da giocare che potrebbe accontentare molti: ossia Piero David, coordinatore regionale per l'Area Civati, molto apprezzato dai renziani e da alcuni segmenti dei cuperliani, con animo moderato che potrebbe essere un buon viatico per la difficile strada della segreteria cittadina. (D.D.J.) centonove pagina 10 Il prossimo 8 marzo, a sfidarsi per la poltrona numero 1 del Partito democratico siciliano saranno in tre. È quanto stabilito dal voto per le convenzioni espresso dai circoli di tutta la Sicilia. A trionfare, è stato Fausto Raciti, candidato della “larga intesa” tra i renziani e i cuperliani (cui appartiene, area “giovani turchi”), che si confronterà alle primarie con l’uscente Giuseppe Lupo e con Antonella Monastra. Fuori dai giochi, invece, due candidati: Giuseppe Lauricella e Antonio Ferrante. Più di 23mila gli iscritti del Pd che hanno votato per eleggere i delegati. Secondo i dati arrivati dalle segreterie provinciali, Fausto Raciti ha raggiunto quota 66,9%, Giuseppe Lupo il 22,2% e Antonella Monastra il 5,5%. La proclamazione ufficiale del risultato delle convenzioni e la presentazione dei candidati avverrà nel corso della Convenzione regionale che si terrà a Palermo, domeni (8 febbraio, ndr), all'Addaura Hotel a partire dalle ore 10.30. Sempre l'8 febbraio, infine, scade il termine per la presentazione delle candidature all'Assemblea regionale. Il risultato, però, non è stato esente da polemiche. Oltre agli attacchi a “testa bassa” di Lupo contro il trionfatore Raciti, si segnalano le accuse dell’area Civati durante le operazioni di spoglio: “I risultati parziali che arrivano alle commissioni ci lasciano increduli e sottolineano la innaturale forma di espressione del consenso. L'affluenza passa dal 10% al 90% a seconda del circolo e quindi del riferimento politico. Crediamo sia indecoroso abbassare il livello di una competizione elettorale a mero scontro di forze e di potenza e dunque, come per il tesseramento gonfiato di Catania, l'area Civati denuncia la logica di voto chiedendo che i circoli si limitino ad essere il centro di confronto e non l'espressione forzata e diretta degli eletti”, ha scritto in una nota Piero David, coordinatore regionale dell’Area. “Invitiamo i deputati regionali del Partito democratico - ha aggiunto - ad evitare che il congresso, già organizzato in maniera superficiale e frettolosa, si trasformi in una stagnante prova di forza priva di senso politico e paragonabile solo al genere teatrale della farsa. Già da subito facciamo richiesta alla commissione regionale per il congresso di una verifica a campione del voto che, in ogni caso, è un segno di trasparenza”. 7 Febbraio 2014 politica MESSINA. Il sindacato denuncia il commissario straordinario all’Ufficio del lavoro DIBATTITI Atm, l’Orsa “artiglia” Manna “Comportamento antisindacale”, ma il sindaco Accorinti gli rinnova la fiducia. Il futuro dell’azienda resta incerto. Anche per la trasformazione in Spa inserita nel piano di riequilibrio che l’amministrazione non vuole MESSINA. Il suo arrivo alle redini dell’azienda trasporti di via La Farina era stato accolto con freddezza, visti anche i precedenti per i quali Domenico Manna era stato commissario della stessa Atm per qualche mese. E invece, nel giro di un paio di settimane, il commissario straordinario si è guadagnato stima e rispetto: autobus in strada triplicati rispetto alla precedente gestione, personale messo “a regime” (fatto che gli ha procurato minacce e boicottaggi), nuova intesa con i sindacati. Non tutti però. Perchè se la “triplice” Cgil, Cisl e Uil ha sposato in pieno il cambio di direzione imposto all’azienda rispetto alla direzione di Claudio Conte, con Orsa e Cub è stata un’escalation di incomprensioni e tira e molla. Culminati con una denuncia all’ufficio provinciale del lavoro. MANNA SULLA GRATICOLA. “La presente organizzazione sindacale denuncia il comportamento antisindacale tenuto dai vertici Atm e dal commissario straordinario Domanico Manna”, è l’incipit della lettera inviata il 18 gennaio e firmata dal segretario provinciale Michele Barresi, con la quale l’organizzazione chiede la convocazione del commissario straordinario lamentando la “ripetuta e sistematica” mancanza di convocazione. Barresi, nella lettera, circostanzia le accuse, indicando sei occasioni in cui l’Orsa non è stata invitata ai tavoli delle trattative. nel frattempo, il sindacato non è stato con le mani in mano, Domenico Manna iniziando più volte le procedure di “raffreddamento” e promuovendo scioperi. “Niente di personale contro il commissario”, ha ammesso Barresi in una conferenza stampa convocata alla presenza del sindaco Renato Accorinti, “ma come organizzazione sindacale abbiamo il diritto di essere ascoltati”. Dallo stesso Accorinti, però, è arrivata la rassicurazione. Manna non si tocca, e gode del pieno appoggio da parte dell’amministrazione. Oggi, in strada, i bus sono una quarantina, con una leggera flessione rispetto ai primi mesi d’insediamento di Manna ma di molto superiori alla quindicina scarsa che circolavano prima della sua nomina. I problemi, però, non sono solo quelli. FUTURO INDETERMINATO. Fossero i bus l’orizzonte delle magagne dell’Atm, il futuro non sarebbe così nebuloso. Ma la accenda è più complicata. Perchè sull’Atm pende ancora quella delibera di giunta dell’allora amministrazione guidata da Giuseppe Buzzanca che per l’azienda indicava come partenza la messa in liquidazione e come arrivo la trasformazione in Spa, e in mezzo la scadenza a tappe forzate. Due anni dopo, alla delibera non è mai stata data attuazione, a cominciare dalla liquidazione. benchè iniziata sulla carta, all’Atm non è mai arrivato un commissario liquidatore. Di privatizzazione, peraltro, l’attuale amministrazione non vuole nemmeno sentire parlare, e l’intenzione nebulosamente enunciata da Accorinti è quella di ritirare la delibera. La trasformazione in società per azioni, però, è stata inserita nel piano di riequilibrio decennale dell’ente come “best practice” per far uscire l’azienda speciale dal disastro economico in cui versa, dai 70 milioni di debiti ai dieci bilanci mai approvati (anche se i revisori dei conti di Comune e Atm si sono incontrati e una soluzione sembra prossima). A questo si aggiunge la “flotta comunale”, progetto sul quale l’amministrazione ha puntato forte in campagna elettorale e della cui fattibilità economica se ne è occupato il movimento Reset (investimento, con compartecipazione regionale, tra 7 e 9 milioni). Piano che secondo l’Orsa coinvolgerebbe l’acquisto di Bluferries. (A.C.) La Sicilia si ribella INCONTRO DEL MEGAFONO SU “LO STATUTO SPECIALE DA OPPORTUNITÀ A PREGIUDIZIO» MESSINA. “La Sicilia si ribella. Lo statuto speciale da opportunità a pregiudizio” è il titolo dell’incontrodibattito, promosso dai coordinatori del Megafono a Messina, Massimo Finocchiaro e Giuseppe Laface, in programma domenica 9 febbraio al Royal di Messina, al quale parteciperà il presidente della Regione Rosario Crocetta. “ L’idea dell’incontro è nata-spiega Massimo Finocchiaro- dalle incongruenze rivelatesi dopo la bocciatura della finanziaria da parte del commissario dello Stato, che costringono a un ripensamento delle funzione stessa dell’organo di controllo…” Previsti gli interventi di Beppe Lumia, componente della commissione nazionale antimafia, di Nino Bartolotta, assessore regionale alle Infrastrutture, del pro-rettore di Messina Michele Limosani, ordinario di economia politica e del professore Luigi D’Andrea, ordinario di diritto costituzionale. Tra gli altri parteciperanno Felice Calabrò, il commissario dell’Esa Francesco calanna, Giuseppe Lupò, Giovanni Lazzari, Alfredo Schipani, Santino Trovato. Rosario Crocetta IL CORSIVO S’è squagliato il ceto medio DI GIOVANNI FRAZZICA Se è vero che le società occidentali stanno andando verso la plutocrazia, come sostiene da tempo Noam Chomsky, quale è la sfida del futuro? Come possiamo contrastare questo neo-liberismo che minaccia di travolgere i pilastri della convivenza sociale? Oggi si incomincia a percepire che è finita un'era. In Italia questo processo ha segnato profondamente società, economia e politica. Un segno evidente è l'erosione del cosiddetto ceto medio, quello che ha caratterizzato la crescita del Paese dopo gli anni Ottanta, quando lo sviluppo economico ha cambiato la localizzazione delle aree produttive. Infatti il flusso si è spostato dalle grandi fabbriche delle metropoli del Nord nelle piccole aziende del Nordest e dell'Italia centrale e ciò ha prodotto anche il declino della borghesia urbana e industriale ed il progressivo affermarsi di una piccola borghesia proliferata nel mondo delle piccole imprese e del lavoro autonomo, distante e ostile rispetto alla politica. Questa nuova realtà socio-economica si è trovata per molto tempo sprovvista di rappresentanza in quanto non si poteva riconoscere nei partiti di massa della Prima Repubblica, DC e PCI, che erano integrati nello Stato e nel sistema pubblico. Dopo il lungo terremoto del sistema politico, iniziato nel 1992, con Silvio Berlusconi si è raggiunto nel 94 un nuovo punto di equilibrio: l'imprenditore che fa politica al posto dei politici di professione, anzi contro di loro e trasforma il suo partito (Forza Italia) in impresa e la propria impresa (Fininvest) in partito. Berlusconi, esemplare tipico del neo-liberismo all’italiana, ha saputo dare rappresentanza soprattutto alla neo-borghesia del Lombardo-Veneto, utilizzando la Lega come collante con quei territori. Ma nel medio termine questa operazione si è rivelata disastrosa per quelle fasce sociali che tanto avevano sperato nelle politiche neoliberiste che, alla fine, hanno trasformato il ceto medio in "società media". Anche il 60% degli operai, allora, si sentiva "ceto medio". Finchè dalle centonove pagina 11 sponde americane dell’Atlantico è arrivata la crisi che ha scosso con violenza i sistemi economici e sociali del vecchio Continente ed in Italia ha demolito il mitico ascensore sociale del ceto medio lasciando il Paese senza sogni. Il fenomeno è di così vasta portata che non sfugge ad uno studioso del livello di Noam Chomsky che scrive:”In Italia "la democrazia è scomparsa quando è andato al governo Mario Monti, designato dai burocrati seduti a Bruxelles, non dagli elettori. Le democrazie europee sono al collasso totale, indipendentemente dal colore politico dei governi che si succedono al potere, perchè sono decise da banchieri e dirigenti non eletti. Questa rotta porta alla distruzione delle democrazie e le conseguenze sono le dittature. Mario Draghi ha detto che il contratto sociale è morto. Questo è accaduto già negli USA, il 70% della popolazione non ha modo di incidere sulla politica ed è composto da quelli che occupano posizioni inferiori sulla scala del reddito. L'1% che sta nella parte superiore ottiene, a livello politico, ciò che desidera. Questa è la plutocrazia". Oggi si è infranto anche il mito del voto di preferenza. 7 Febbraio 2014 politica PATTI MESSINA. Il commissario Romano vara il piano triennale Provincia incorruttibile Il nuovo strumento consentirà di monitorare le aree di rischio e le procedure più “permeabili” Filippo Romano MESSINA. Affidamento di commesse pubbliche? Erogazione sovvenzioni, contributi, sussidi ed altri benefici? Autorizzazioni, concessioni e pagamenti? Attività di controllo repressione e sanzionatoria? Sono alcune delle criticità sulle quali vigilerà la Provincia regionale di Messina, attraverso il Piano Triennale di prevenzione della corruzione, presentato mercoledì 5 dal commissario Filippo Romano, dal segretario generale Maria Angela Caponetti e dai componenti del nuovo nucleo di valutazione presieduto da Antonino Saija. Per Palazzo dei Leoni si tratta di un ulteriore perfezionamento del Piano già recepito nel 2012: “L’adozione del piano, rappresenta un importante occasione per l’affermazione del ‘buon amministrare’ e per proseguire in un percorso culturale di diffusione di valori etici volti ad affermare e a rafforzare nell’amministrazione locale la cultura della legalità”, spiega Romano. Uno strumento che, in sinergia con il Programma triennale per la Trasparenza e l’Integrità (approvato contemporaneamente) dovrebbe mettere al sicuro l’ente da qualsiasi “deviazione” derivante da quelle che sono state segnate come aree di rischio, ovvero di possibile corruzione. LE AREE DI RISCHIO. Oltre ad quelle già scritte prima, l’elenco è composto anche da: procedure di scelta dei contraenti; esecuzione dei contratti; procedure di affidamento di incarico; prestazione servizi; procedure di selezione e valutazione del personale; procedure di controllo. Per ogni area, il Piano prevede i possibili rischi: negligenza od omissione nella verifica dei presupposti e requisiti per l‟adozione di atti o provvedimenti; inosservanza di regole procedurali a garanzia della trasparenza e imparzialità della selezione al fine di favorire soggetti particolari; motivazione generica in ordine alla sussistenza dei presupposti di legge per l‟adozione di scelte discrezionali; uso distorto e della discrezionalità, anche con riferimento a scelta di tipologie procedimentali al fine di condizionare o favorire determinati risultati; irregolare o inadeguata composizione di commissioni di gara, concorso, ecc.; previsione di requisiti “personalizzati” allo scopo di favorire candidati o soggetti particolari; illegittima gestione dei dati in possesso dell‟amministrazione – cessione indebita ai privati – violazione segreto d‟ufficio; omissione dei controlli di merito o a campione; abuso di procedimenti proroga - rinnovo - revoca - variante; quantificazione dolosamente errata degli oneri economici o prestazionali a carico dei privati; quantificazione dolosamente errata delle somme dovute dall’Amministrazione; alterazione e manipolazione di dati, informazioni e documenti; mancata e ingiustificata applicazione di multe o penalità; mancata segnalazione accordi collusivi. IL CONTROLLO. Grazie al Piano, vi sarà un monitoraggio costante dei procedimenti, in particolare l'osservazione del rispetto dei termini, così come previsti dalla legge o dai regolamenti, ma anche il controllo dei dei rapporti tra l'amministrazione provinciale e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti. Non solo, è prevista anche la possibilità, pe i dipendenti, di segnalare “anomalie” attraverso denunce interne “motivate” che resteranno anonime. (D.D.J.) Consiglieri di minoranza Lavori a Furnari, Puliafico nel mirino INTERROGAZIONE AL SINDACO SU 31 LAVORI AFFIDATI DAL RESPONSABILE AREA TECNICA DI PAMELA ARENA FURNARI. Alcuni lavori assegnati dal tecnico comunale sono al centro di una interrogazione presentata dai consiglieri di opposizione del gruppo “Giovani per Furnari” al sindaco Mario Foti. Si tratta di 31 lavori affidati dal responsabile dell’area tecnica, geom. Emilio Puliafico, la cui nomina era stata già contestata, e i consiglieri ora sollevano dei dubbi anche sulla regolarità dei provvedimenti considerando che solo due di questi interventi sono stati assegnati dopo aver esaminato dei preventivi. “Il comune è dotato di un “regolamento per l’acquisto in economia di forniture di beni e servizi” – si legge nell’interrogazione –. Inoltre, se gli interventi fossero stati conferiti con formale gara, il comune di Furnari avrebbe certamente usufruito di un notevole risparmio derivante dai ribassi d’asta, garantendo anche imparzialità e rotazione tra le ditte sparse sul territorio comunale così come prevede il protocollo di legalità e di trasparenza amministrativa”. Queste ed altre le perplessità del gruppo di minoranza il quale chiede al sindaco Foti “Se ritiene che gli interventi oggetto del contendere rientrino tra i lavori in economia di cui all’art. 125 del d.lgs 163/2006, nonché tra quelli elencati nel regolamento per l’acquisto in economia di forniture di beni e servizi” e in caso contrario “quali provvedimenti intende adottare in merito alle iniziative poste in essere dall’ ufficio tecnico comunale”. Non si fa attendere la risposta del primo cittadino che a tutto ciò risponde affermando che “la nomina di capo area, non poteva essere assegnata ad altri dipendenti se non al geometra Puliafico in quanto la figura appartenente alla categoria “D”, che presta servizio presso il nostro comune, non fa parte della nostra pianta organica. Inoltre – afferma Foti - i provvedimenti indicati nell’interrogazione, sono stati adottati rispettando la normativa menzionata dai consiglieri di minoranza, che prevede la possibilità di affidamento diretto per gli appalti fino a 40mila. Riguardo ai 31 lavori di cui parlano i consiglieri, ci tengo a precisare che sono stati affidati a ditte presenti sul territorio secondo un principio di rotazione e spendendo meno possibile. Spesso – continua - veniamo criticati per aver individuato lavori di somma urgenza in diverse aree del paese, ma pochi sanno che alcuni di questi lavori come il rifacimento di via Crisafulli, realizzato di recente con poco più di 9mila euro, era un intervento considerato urgente già nel ’99 quando il tecnico comunale di allora aveva previsto una spesa di oltre 21milioni di lire. Infine – conclude Foti - voglio ricordare che il comune si fa carico di molti lavori, anche quelli di cui prima si interessava la Provincia”. FONDAZIONI Pietro Currò nel pensatoio “La Malfa” Pietro Currò ROMA. E’ il messinese Pietro Currò, già segretario regionale del Pri, la new entry nel nel “tink- tank”, il pensatoio, di alto profilo istituzionale, del comitato di indirizzo della Fondazione Ugo La Malfa. La Fondazione, che raduna un centinao tra i politici, gli economisti e gli imprenditori di punta dell’Italia repubblicana, si ritrova di volta in volta per fare il punto sulle emergenze economiche e politiche dell’Italia odierna, nel contesto Europa, area della quale, Ugo La Malfa, repubblicano, già ministro delle Finanze, fu uno degli illuminati precursori. Della fondazione fa parte anche un altro siciliano d’eccezione, Enzo Bianco, repubblicano della prima ora. Diverse le anime rapprsentante, da Filippo De Robilant, a Carlo Dominici, a Franco Velona, a Gemonello Alvi, a Carlo Visco. centonove pagina 12 7 Febbraio 2014 sicilia BENI CULTURALI. L’assessore regionale assicura che si troverà il finanziamento per gli interventi Patti, fondi per la Villa Incontro per Eracle In agenda, il restauro del pavimento musivo, l’eliminazione del percolato e la sistemazione di una falda sotterranea. Costo complessivo? 80 mila euro. La Soprintendenza chiede fondi Ue per la Badiazza FONDI DA RIASSEGNARE per completare il restauro della Badiazza, comunicazioni su mostre e iniziative, criticità relative al personale: il tutto, nel tempo che restava libero dopo aver trattato il “caso” della Villa Romana di Patti, che negli ultimi tempi ha subito il crollo di un muro. La visita a Messina dell’assessore regionale ai Beni Culturali, Mariarita Sgarlata, non è stata solo una sequela di cahiers de doleance. A soddisfare il soprintendente Rocco Scimone, dirigenti e funzionari è stata la circostanza che, per una volta, l’interlocutore era un tecnico (è infatti archeologa) e non un burocrate o, peggio ancora, un politico. LA VILLA ROMANA. La dimora di epoca tardo imperiale rinvenuta nel 1973 (durante i lavori di costruzione dell’Autostrada A20, Messina-Palermo) ha più di una criticità: «I problemi non derivano solo dalla percolazione dell’acqua - spiega il soprintendente ma anche da altro: intanto andrebbe restaurata la pavimentazione musiva e poi si deve intervenire su una falda acquifera che si è spostata, determinando risalite. Abbiamo qualche sospetto sulle cause - continua - ma abbiamo chiesto un parere al Genio Civile. È probabile che l’andamento delle acque sia stato causato dalla stessa palificazione della struttura, e sono state proprio le acque a far crollare il muro. Con l’assessore e il presidente della Commissione Cultura dell’Ars, Marcello Greco, si è concordato di quantificare la comma necessaria attraverso perizie e farle finanziare al più presto. Approssimativamente - anticipa saranno necessari 80 mila euro». La Villa Romana di Patti ALTRI INTERVENTI. Scimone ha anche chiesto se esistano fondi europei da riassegnare e utilizzare per la Badiazza o per altri beni appartenenti al demanio. Ma non solo: l’amministrazione regionale si è mostrata interessata anche alla Zona Falcata, il cui recupero non è mai stato attuato. Tra le novità, su sollecitazione di Marcello Greco, l’assessore si è impegnata a elaborare una norma che permetta di lasciare nelle casse dei Beni Culturali tutti gli incassi derivanti, così da avere maggiore liquidità. IL DOSSIER DI CROCÈ. Qualche giorno prima della visita (mercoledì 5), la Funzione Pubblica della Cgil aveva realizzato un report sulle condizioni MODICA pessime dei siti archeologici della provincia e sui problemi dei dipendenti. La segretaria del sindacato, Clara Crocè, ha chiesto all’assessore un nuovo incontro, più approfondito, per affrontare una volta per tutti i problemi. Tra questi, anche lo stato di abbandono della sede della Soprintendenza di viale Boccetta, presi in affitto dalla Regione. Impietosa, la galleria fotografica prodotta dal sindacato: immortalati, bagli sporchi, vetri rotti, archivi offlimits a causa delle condizioni di pericolosità dei solai. In concomitanza dell’incontro tra Scimone e Sgarlata, il sindacato ha indetto l’assemblea di base dei lavoratori del settore dei beni culturali. (D.D.J.) AL MUSEO BELGIORNO, LECTIO MAGISTRALIS DI MARIO TORELLI SULL’ENIGMA DELLA STATUA BRONZEA RIENTRATA DAGLI USA Grande festa a Modica, per il rientro dell’Eracle dagli Stati Uniti. Giorno 15, al Palazzo della CulturaMuseo Civico “Belgiorno” è stato organizzato dal Comune e dall’assessorato ai Beni Culturali un incontro intitolato proprio “Il ritorno dell’Eracle”. Alle 18 e 30, dopo gli interventi di Rosalba Panvini (Soprintendente dei Beni Culturali e Ambientali di Ragusa) e di Giovanni Disfefano (Direttore Museo Archeologico Regionale di Camarina), ci sarà la Lectio Magistralis di Mario Torelli, accademico dei Lincei, su “L’Eracle di Modica: un enigma archeologico”. Seguirà la presentazione e la consegna alla Soprintendenza di Ragusa della replica in materiale L’Eracle di Modica termoplastico della preziosa statuetta, realizzata dal Dipartimento di Ingegneria industriale dell'Università degli Studi di Catania. La preziosa statuetta in bronzo, rinvenuta nel 1967 a Cafeo, rappresenta Eracle nudo, in posizione stante: con la sinistra reggeva l’arco, mentre la destra poteva essere appoggiata alla clava. Indossa sulla testa una imponente leontea, le cui zampe anteriori sono annodate sul petto. Il bronzetto, datato alla fine del III secolo avanti Cristo, dalla splendida patina, è una pregevole fattura di produzione siceliota ed è considerato il più importante fra quelli ellenistici scoperti in Sicilia. CASTELVETRANO Bentornati stucchi NELLA CHIESA DI SAN DOMENICO SARÀ POSSIBILE AMMIRARE DI NUOVO LA “CAPPELLA SISTINA DI SICILIA” Dopo 46 anni a Castelvetrano, nella Chiesa di San Domenico, torneranno visibili gli splendidi stucchi che Antonino Ferraro da Giuliana realizzò su volere di don Carlo d'Aragona (presidente del Regno di Sicilia dal 1566-68 e poi dal 1571-77, che fu anche vicerè di Catalogna e ambasciatore in Germania). Si tratta di una delle espressioni più alte del manierismo siciliano, nota come “la Cappella Sistina di Sicilia'”. L'opera era stata chiusa al pubblico nel 1968, in seguito al terremoto della Valle del Belice. Ci sono voluti cinque anni centonove pagina 13 e l'impegno dell'architetto Gaspare Bianco della Soprintendenza ai beni culturali di Trapani affinché si restaurassero stucchi e marmi dell'apparato decorativo del presbiterio e si liberassero quei capolavori dai ponteggi. «Il restauro - osserva Bianco - ha costituito una straordinaria occasione per una ricerca sull'iconografia cristiana e sul valore della forza comunicativa delle immagini». Per il Vescovo della diocesi di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero «la riapertura di San Domenico è una vittoria del bello sulla sciatteria, speriamo possa favorire una svolta di stile». Nell'area presbiteriale sono raffigurati i temi relativi alle profezie e alle prefigurazioni di Cristo: un complesso decorativo che culmina nell'albero di Jesse, costituito da quattordici statue. Il restauro è stato realizzato con la collaborazione dell'opificio delle Pietre Dure di Firenze, dell'Istituto centrale del restauro. 7 Febbraio 2014 sicilia DISASTRI ANNUNCIATI. Il maltempo in Sicilia, miete vittime e rivela l’assenza di interventi LA SCONTRO Dissesto, piove sul bagnato “No alla sanatoria!” A Messina e provincia, si erodono le coste della riviera Jonica mentre le aree già alluvionate e i Nebrodi rimangono senza interventi. Nel villaggio di Gesso, nove famiglie sfollate per una frana Un’immagine della drammatica alluvione che colpiì Giampilieri nel 2009 DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. Nove famiglie sfollate a Gesso, la costa Jonica a rischio, tirrenica e Nebrodi in abbandono, e la paura. Paura che, a ogni nuova pioggia, cada un altro pezzo di territorio, mietendo nuove vittime. Il maltempo degli ultimi giorni, quello che ha visto morire due donne e una bambina a Noto (il sindaco Corrado Bonfanti ha proclamato un lutto cittadino di tre giorni), flagella una Sicilia che dimentica le vittime degli ultimi decenni, con montagne che franano, torrenti che invadono strade e travolgono ponti, città che si trasformano in paludi dopo un nubifragio. Decenni di mancata manutenzione del territorio e di politiche inefficienti ci hanno portato ad una situazione drammatica. LO STATO DELLE COSE. «Il 71% dei comuni è a grave rischio dissesto idrogeologico, è pertanto necessario intervenire immediatamente con un serio programma di messa in sicurezza del territorio», dice Vincenzo Gibiino, coordinatore di Forza Italia in Sicilia. «Il governo Crocetta si rimbocchi le maniche e dia vita ad un monitoraggio attento, ad un piano che coinvolga da subito tutti i comuni, per effettuare un censimento delle criticità». E mentre il 5 Stelle ingaggia una battaglia contro il condono edilizio e riesce a far stanziare 700 mila euro, per 2014, nel fondo per il contributo all'autonoma sistemazione degli alluvionati del messinese con un emendamento portato avanti dalla deputata Valentina Zafarana («Il provvedimento ha il merito di ampliare il raggio d’azione della norma, destinando il fondo, non solo agli “alluvionati” di Saponara e Barcellona, ma anche a quelli di Giampilieri, Scaletta Zanclea e San Fratello»), studiosi, come il professor Franco Ortolani, lanciano l’allarme sullo stato delle coste. Da giorni, in commissione urbanistica dell’Assemblea regionale siciliana, il presidente Giampiero Trizzino conduce una battaglia solitaria. Il deputato, infatti, è promotore di un disegno di legge del Movimento 5 Stelle per contrastare la circolare dell’assessore Lo Bello che, secondo i grillini, allarga l’ultima sanatoria edilizia anche alle aree a vincolo relativo, ovvero aree soggette a vincolo paesaggistico, a vincolo idrogeologico. Alla base della “deregulation”, un parere del Consiglio di Giustizia Amministrativa all’interno di un ricorso per una veranda! L’ultimo condono edilizio (Legge 326/2003) è stato attuato in Sicilia dall’articolo 24 della Legge regionale 15/2004. Il recepimento ha aperto questioni interpretative, cioè se la legge nazionale deve essere recepita nella sua interezza oppure se sono ancora applicabili le prescrizioni di cui all’articolo 23 della Legge regionale 37/1985 che recepiva un precedente condono nazionale. Nel solo comune di Palermo le istanze di condono ammonterebbero a 30.000, di cui quasi la metà relative ad immobili ricadenti in aree sottoposte a vincoli relativi di vario genere. Dal canto suo, Lo Bello ha dichiarato che la circolare è “innocua”. L’ALLARME DI ORTOLANI. “Oltre alla scomparsa della spiaggia balneabile si iniziano a verificare problemi per la sicurezza della strada litoranea e per la linea ferroviaria: i danni per l’assetto socio-economico locale e per la sicurezza delle infrastrutture sono destinati ad aumentare”, scrive il geologo, concludendo: «Il tratto costiero tra Taormina e Giardini Naxos gode di fama mondiale: è mai possibile che si continui ad assistere alla sua distruzione? Si ritiene ben motivata la proposta che tale tratto costiero possa presto rappresentare un’area campione nella quale intervenire immediatamente». IN AULA Giampilieri... salvato PROCESSO SUL DISASDTRO AMBIENTALE A GIAMPILIERI E SCALETTA. IL GIUDICE MICALI “RESPINGE” LE ECCEZIONI DI BUZZANCXA E BRIGUGLIO MESSINA. Salvo il processo sul disastro ambientale del 1 ottobre 2009 a Giampilieri e Scaletta Zanclea. Il giudice Massimiliano Micali ha deciso una delicata ed importante eccezione sollevata dai difensori degli imputati ed, in particolare, dai sindaci del comune di Messina e di Scaletta. Buzzanca e Briguglio lamentavano di non essere stati informati del conferimento di incarico ai consulenti della procura nominati dal procuratore Lo Forte gli ingegneri Costa, Failla ed Armanini ed il geologo Scarascia Mugnozza. Il Giudice ha respinto l'eccezione di un utilizzabilità della relazione tecnica "salvando" l'imponente lavoro svolto dai quattro esperti ed ha, invece, come richiesto dai difensori mantenuto al fascicolo del dibattimento tutti gli accertamenti cd. irripetibili ossia : i verbali di sopralluogo, i rilievi topografici, le fotografie, i rilievi sia video che fotografici aerei, i verbali di rinvenimento dei cadaveri. I consulenti del pubblico ministero avranno ampio modo di illustrare nel corso del processo le loro valutazioni e le conclusioni cui sono giunti sulle responsabilità per il disastro e la conseguente morte di 37 persone. saranno sentiti insieme agli altri testi dell'accusa e delle parti civili nel corso delle otto udienze già calendarizzate nei prossimi mesi sino al 21 maggio. Il processo e' particolarmente sentito non solo dai protagonisti ma assume un rilievo ed una attenzione nazionale per le condizioni del territorio dappertutto in grave dissesto idrogeologico. Nei giorni scorsi gli eventi alluvionali hanno portato morte e devastazione in Sardegna, in Liguria e qualche giorno fa di nuovo in Sicilia. centonove pagina 14 sicilia E LA POLITICA? Proprio sulle coste è l’interrogazione presentata dal deputato del Pd, Filippo Panarello: “Le mareggiate dei giorni scorsi hanno causato danni gravissimi lungo la costa Messinese: serve un intervento immediato attraverso l’utilizzo della Protezione Civile per affrontare l’emergenza e mettere in sicurezza il villaggio di Galati Marina, ma al tempo stesso c’è bisogno di programmare un serio piano di interventi: servono progetti adeguati e tempi certi di realizzazione delle opere. L’erosione della costa messinese è un fenomeno - incalza Panarello - che va avanti da troppi anni: chiedo al governo regionale di attivare un piano di interventi per contrastare l’erosione nella zona sud del Comune di Messina e lungo tutto il litorale, utilizzando le risorse regionali, statali ed europee”. Sempre dall’Ars, arrivano gli interventi del gruppo Drs all’Ars, che chiede il “riconoscimento dello stato di calamità naturale per tutti i comuni della costiera jonica messinese, interessati dall’eccezionale ondata di maltempo dei giorni scorsi”. “Lo stato di evidente dissesto idrogeologico, da Galati a Giardini, non può essere tollerato oltre e la Regione ha il dovere di intervenire immediatamente per mettere in sicurezza una porzione di territorio il cui litorale, abitazioni rivierasche in primis, rischiano di scomparire dalla carta geografica della Sicilia”, scrivono in una nota il capogruppo Giuseppe Picciolo e Marcello Greco. Sul fronte regionale, anche Bernadette Grasso, esponente di Grande Sud-Pid: “A distanza di quattro anni si registrano ancora forti ritardi negli interventi in favore di quella area dei monti Nebrodi in provincia di Messina, in relazione a quegli eventi meteorologici che hanno determinato tutta una serie di situazioni di criticità di natura idrogeologica, con gravi danni per il territorio, per i manufatti e per la popolazione. Gli eccezionali eventi alluvionali, che si sono verificati tra il settembre 2009 e il febbraio 2010 hanno pesantemente danneggiato, a seguito di dissesti idrogeologici, vaste porzioni di territorio della provincia di Messina, e in particolare i Comuni di San Fratello, Caronia, Sant’Angelo di Brolo, Raccuja, Scaletta Zanclea”. SFOLLATI A GESSO. Sabato 1, per nove famiglie di Gesso, un villaggio a Nord di Messina, è stato il preludio dell’abbandono. Già, perché finché i lavori di messa in sicurezza del tratto di strada franato non saranno conclusi, non potranno restare nelle proprie case. La decisione è stata annunciata nel corso di un tavolo tecnico al Comune, sulla base dei primi rilievi della ditta che dovrà eseguire i lavori. A comunicarlo, l’assessore Filippo Cucinotta. La frana ha colpito la strada d’accesso al villaggio, in condizioni precarie da diversi anni. SINAGRA. Il sindaco convoca una conferenza straordinaria. Per valutare i pericoli e trovare una soluzione Invasi dalla schiuma bianca L’ULTIMA PULIZIA DEL TORRENTE RISALE A 5 ANNI FA. IL DEGRADO SEGNALATO AGLI ORGANI COMPETENTI. SENZA AVERE RISPOSTE CLAUDIO GULLOTTI SINAGRA. L’ultimo episodio risale a giovedì scorso. Quando un cumulo di schiuma bianca ha invaso il torrente Naso. Schiuma che, nel giro di pochi minuti, spinta delle forti raffiche di vento, ha invaso le strade di Sinagra creando non poco sgomento tra gli abitanti. Tempestivo l’intervento dell’amministrazione comunale. “E’ stato – spiega il sindaco Enza Maccora un problema causato da un cittadino che ha involontariamente riversato in un tombino di scarico per le acque bianche un misto di acqua e sapone”. Ma l’episodio ha riacceso i riflettori per l’ennesima volta sul degrado in cui versa l’intera vallata dei Nebrodi. E sul rischio idrogeologico che proprio questo degrado potrebbe scatenare. Proprio in questi giorni a riaprire l’argomento è stato un turista milanese, che dopo un breve soggiorno a Sinagra, ha scritto una lettera a tutti i giornali locali proprio per mettere in risalto con tanto di foto i rischi che vegetazione del torrente potrebbe creare in caso di forti piogge. L’ultima pulizia, infatti, risale a cinque anni fa. Una pulce nell’orecchio per l’attuale amministrazione che aveva già convocato per il 14 febbraio una conferenza straordinaria per valutare i rischi correlati alla presenza della fitta vegetazione che interessa l’alveo del torrente ormai da diversi anni. All’incontro prenderanno parte tutte le autorità competenti tra cui,i responsabili della Protezione Civile Regionale, il Sovrintendente ai beni culturali e ambientali di Messina, il sindaco del comune di Naso (il torrente passa anche nel suo territorio) e i vari assessorati regionali interessati. “Abbiamo – continua il sindaco – più volte segnalato il rischio alle autorità competenti: corpo Forestale, Genio Civile e assessorati regionali, ai quali abbiamo richiesto diverse volte le autorizzazioni necessarie per avviare i lavori. Ma fino ad oggi non abbiamo avuto risposte. Senza queste noi non possiamo fare nulla”. E a risolvere questo problema non sono bastati neanche i numerosi consigli comunali e le delibere presentate in Prefettura. “Dopo questi numerosi solleciti – continua il primo cittadino – speriamo soltanto che vengano rilasciate in modo da avviare i lavori al massimo entro Il torrente Naso (foto Claudio Gullotti) il mese di aprile.”. Cinquanta mila euro la somma necessaria, secondo una prima stima dei tecnici comunali per avviare i lavori di bonifica”. “Ma è anche vero – afferma il sindaco – che all’ESA(Ente Sviluppo Agricolo della Regione Sicilia) mancano le risorse”. Intanto la paura tra gli abitanti della zona cresce, soprattutto in questi giorni di forti piogge. “Voglio rassicurare i miei concittadini – conclude Enza Maccora – la situazione è monitorata giornalmente. Anche se bisogna intervenire in fretta. Il rischio potrebbe aumentare con conseguenti possibilità di allagamenti in tutta l’area”. I punti maggiormente esposti al rischio di allagamento sono la strada che collega il comune di Sinagra con quello di Raccuja, la zona Artigianale e tutto il tratto scorrevole che collega i paesi di tutta la vallata con i comuni marittimi. centonove pagina 15 7 Febbraio 2014 IN CIFRE Comuni a rischio Sono oltre 6.600 comuni (l’82% del totale) sono in aree ad elevato rischio idrogeologico, pari al 10% della sua superficie. L’Italia deve poi fare i conti con i pericoli per la vita umana, e vedere che la popolazione “esposta” a questo tipo di rischio è stimata in 5,8 milioni di persone. L’analisi è del Corpo forestale dello Stato in un recente rapporto sullo stato del territorio e si trova in linea con l’ultimo studio di Legambiente. L’associazione ambientalista sottolinea infatti come in dieci anni in Italia sia raddoppiata l’area dei territori colpiti da alluvioni e frane, passando da una media di quattro regioni all’anno a otto regioni. Negli anni in Italia “sono aumentate in modo esponenziale le concentrazioni di piogge” brevi ed intense, le cosiddette ‘bombe d’acqua’. Eppure, “negli ultimi dieci anni abbiamo speso per la prevenzione due miliardi di euro”, fa notare Legambiente; una cifra, quella di due miliardi, impegnata negli ultimi tre anni per far fronte alle emergenze principali causate dal dissesto idrogeologico. Come se non bastasse, aggiunge Legambiente, nelle aree a rischio spesso si trovano anche abitazioni (85%), industrie (56%), hotel e negozi (26%), scuole e ospedali (20%). Per la Forestale negli ultimi anni c’e’ stato un aumento straordinario dei Comuni a rischio idrogeologico, soprattutto al sud, specialmente tra quelli più piccoli. Tra le cause che amplificano il “rischio meteo-idrogeologico ed idraulico” anche “l’azione dell’uomo”, con abbandono, cementificazione, consumo di suolo, abusivismo, disboscamento e incendi. Ma per la Forestale, “la causa principale è la mancanza di una seria manutenzione ordinaria sempre più affidata ad interventi ‘urgenti’, spesso emergenziali, e non ad una organica politica di prevenzione”. Nella classifica delle regioni a maggior rischio idrogeologico prima è la Calabria con il 100% dei comuni esposti; al 100% ci sono anche la provincia di Trento, il Molise, la Basilicata, l’Umbria, la Valle d’Aosta. Poi Marche, Liguria al 99%; Lazio, Toscana al 98%; Abruzzo (96%), Emilia-Romagna (95%), Campania e Friuli Venezia Giulia al 92%, Piemonte (87%), Sardegna (81%), Puglia (78%), Sicilia (71%), Lombardia (60%), provincia di Bolzano (59%), Veneto (56%). 7 Febbraio 2014 sicilia ASSOCIAZIONI. A tu per tu con Andrea Lanzafame, presidente dell’associazione modellismo Una grande storia in miniatura Tre anni di attività di una passione coltivata a Messina tra soddisfazioni, progetti e curiosità Pezzi dei pompieri a Un Messenion Due DI MARIA TIZIANA SIDOTI MESSINA. Un viaggio nella storia attraverso modelli di aerei, treni o navi, gioielli d'arte in miniatura in perfetta ricostruzione su scala, attraverso collezioni di oggetti antichi dagli orologi del personale ferroviario d'inizio '900 a giocattoli d'epoca, o attraverso pezzi museali quali il gancio per locomotori di spinta sul Valico dei Peloritani prima dell'avvento della galleria. Un percorso fascinoso dove il fil rouge è l'amore per il passato, ricostruito attraverso il modellismo, il collezionismo e la ricerca storica. È quello condotto dall'A.s.m.m., Associazione storico modellisti messinesi. NOME "SINGOLARE". «Studiamo un pò di tutto: ci chiamiamo Associazione storico modellisti messinesi dove la parola "storico" è scritta al singolare apposta, perchè ci piace curare la storia di Messina, oltre che il modellismo», spiega il presidente, Andrea Lanzafame. Che seguita: «Nel nostro logo c'è un libro aperto per indicare che siamo degli studiosi non solo della cultura ma anche della storia del modellismo, della città e non solo. Ci muove la curiosità per la storia di Messina e la nostra manifestazione annuale si chiama Messenion, come la moneta messinese: Messina fu la prima città a coniare nel 492 a.C.». Spirito "archeologico", passione a ricostruire con sapienti diorami ossia ambientazioni in scala ridotta per i vari modellini, d'epoca, come quello della prima nave costruita dai cantieri Cassero, attivi nella ricostruzione della città dal '40, la "Vega", a Messina negli anni '50, o realizzati "oggi" con occhio a "ieri", ed un pizzico di casualità attraversando le strade reali e virtuali della città. «Ogni anno abbiamo delle novità che scopriamo casualmente sia su Messina che sul modellismo», dice il presidente. È il caso delle tre dita benedicenti della Madonna del Porto di Messina, portate dall'associazione Arsenale di Messina in occasione de "Un Messenion per il Modellismo Due", organizzato dall'A.s.m.m. «Abbiamo esposto i modelli in legno delle dita mitragliate durante la II guerra mondiale. È stata un'emozione sapere che anche la ricostruzione nei cantieri dell'Arsenale è stata fatta da un messinese. Si è potuto studiare nell'occasione la storia dell'opera e anche di tutto il monumento», riprende Lanzafame. TRA STATICO E DINAMICO. E nelle varie mostre, allestite dall'associazione dei modellisti messinesi dal 2010 ad oggi, i modelli catturano i visitatori da "fermo" in esposizione statica ma anche in azione nel modellismo cosiddetto Trattore Landini o Testa Calda in uso ai primi del '900 dinamico come quello delle messe su strada delle automobili. E così nel 2013 il 21 giugno arriva anche la "Prima Traversata dello Stretto di Messina per elicotteri con motori a scoppio" da Villa S. Giovanni a Messina, con doppio annullo postale per l'occasione, e la collaborazione di Polizia di Stato, Marina Militare e Polizia Municipale. «Ci vogliono modelli preparati e occorre mettere dei motori particolari che abbiano autonomia per i 25 minuti della trasvolata, mentre i piloti li manovrano dalle pilotine. Ci sono voluti oltre 6 mesi: l'area dello Stretto è mondiale e c'è bisogno di tante autorizzazioni, l'ultima la mattina della traversata. Inoltre, nel periodo estivo entrano ed escono dal porto molte navi da crociera. I turisti l'hanno vista: è stato meraviglioso, è un'emozione perchè è quasi una creatura, si fa qualcosa che deve funzionare e attraversare lo Stretto. Se il modello non va, va a finire in acqua. È stato molto stressante per via delle autorizzazioni da avere ma poi guardarli in volo è stato bellissimo e ripaga di tutto il lavoro», racconta quasi con tenerezza Lanzafame. Che annuncia l'intenzione di organizzare una seconda trasvolata per il nuovo anno e per le Monumento segnalato dall'associazione tra la Prefettura e la chiesa di S Giovanni di Malta a testimonianza dell'interesse in generale per la storia di Messina centonove pagina 16 sicilia Prima trasvolata di modellini di elicotteri il 21 giugno 2013 0 esposto nel Messenion Tre prossime mostre di montare su un idrovolante con apertura alare di 4,20 metri un motore in miniatura stellare, perchè a forma di stella, rotondo a 7 pistoni, in uso nella II guerra mondiale, esposto al Messenion Tre, concesso dalla ditta Stell Srl, mentre è già in preparazione il Messenion IV. TRA SODDISFAZIONI E DIFFICOLTÀ. «Tra le varie soddisfazioni quella di poter effetturare una mostra in Prefettura "Modellistica e Militaria": era da anni che la Prefettura non si "apriva" e questo è motivo di orgoglio in più», confessa Lanzafame, sostenuto da tutti i soci e in particolare da Franco Spadaro con la collaborazione di varie associazioni come Ferrovie Siciliane. Nell'occasione nei locali degli appartamenti della Prefettura dove si sono apprezzate divise, armi, buffetterie e copricapi, il modellismo affascinava i visitatori, esperti e scuole, con navi, cimeli storici, figurini, treni, diorami, dalla Presa di Porta Pia 1870 all'operazione Husky ossia lo sbarco Alleato in Sicilia nel '43, mezzi militari, unità navali e pannelli con foto e documenti inediti, oltre a materiali militari. In programma per maggio prossimo c'è la II edizione. A dicembre c'è stato l'appuntamento annuale del "Messenion" con oltre 5.000 visite al Monte di Pietà: pezzi unici portati dai Vigili del Fuoco in congedo dell'Associazione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco; una stazione telegrafica, divise di epoca varia, bambole italiane e del mondo, diorami, da un carro del 1700 ad un pontone tedesco Siebelfahre in uso nella campagna di Sicilia del '43, modelli di figurini della I e II guerra mondiale, mezzi corazzati, auto dalle Ferrari alle Lamborghini, d'epoca, italiane e straniere, navi, dai velieri alle motovedette della Guardia di Finanza ai Mas, treni dall'800 ad oggi con plastici modulari e un tracciato con treni di diverse scale ed epoche, oltre a pannelli sulle ferrovie; una collezione delle Macchine da Guerra di Leonardo da Vinci; un trattore Landini o testa calda degli inizi del '900. «La bellezza è stata riuscir a far vedere le condizioni del Monte di Pietà che è quasi abbandonato. Stiamo cercando di attenzionare i vari luoghi», sottolinea Lanzafame. Che rivela: «In questi anni non abbiamo mai avuto elargizioni da pubbliche amministrazioni, tranne la Camera di Commercio che ci ha messo il salone della Borsa a disposizione e la Provincia Regionale che ci ha concesso l'uso dei locali del Monte di Pietà per la mostra del 2013, restando tutta l'organizzazione a nostro carico, mentre abbiamo ottenuto l'appoggio di qualche sponsor privato. La maggiore difficoltà è di poter ottenere i locali per le mostre, o per la creazione di punti espositivi in pianta stabile». FUTURO DAL PASSATO. «Nella storia del modellismo messinese a centonove pagina 17 7 Febbraio 2014 piazza Municipio si facevano volare gli aerei vincolati ossia si tenevano con una mano, così si manovravano, perchè non c'erano radiocomandi, mentre nei laghi di Ganzirri si mettevano in acqua motoscafi vincolati: i padri del modellismo messinese sono Donatello Romano e Orlando nel '56-'57. Sono rimasti dei loro modelli in possesso di nipoti e figli, speriamo di poterli avere per le mostre, così come tenteremo di avere il modello del primo aliscafo costruito a Messina, il Freccia del Sole negli anni '50, che è contestuale all'aliscafo, perchè nei cantieri Rodriquez si faceva questa modellistica per publicizzare e qualche modello l'ho costruito io», racconta Lanzafame. Che ci tiene a dire: «Non è vero che Messina è una città senza storia, ne è piena ad ogni passo, solo che non si ha voglia di metterla in mostra e di curarla. Non vogliamo invadere il campo di altre associazioni ma collaborare e fare da sentinella. Per esempio, passando per caso, abbiamo notato e fotografato un monumento tra la Prefettura e la chiesa di S. Giovanni di Malta: una statua bianca ed una nera, purtroppo nessuno sa che cos'è. Abbiamo intenzione di capire da chi è stato fatto e perchè. Inoltre, qualche giorno vogliamo divertirci a organizzare una passeggiata per fare la storia delle 4 fontane». 7 Febbraio 2014 centonove pagina 18 sicilia 7 Febbraio 2014 MONTALBANO. Federico II o Palazzo Reale Federico III? Un cambio di denominazione spacca uno dei borghi più belli d’Italia Castello, crisi di identità La modifica del nome suggerita dai consiglieri Mobilia e Pantano, dopo approfondite ricerche, apre il dibattito tra i “conservatori”. Da Belfiore a Celi, ecco chi spiega di aver subito un trauma DI PAMELA ARENA MONTALBANO ELICONA. Il celebre castello Federico II soffre una crisi di identità. Secondo alcuni cittadini di uno dei borghi più belli d’Italia, sì. Tutto nasce a causa di un cambio di denominazione alla struttura costruita durante il dominio aragonese. Pare, infatti, che in occasione dello svolgimento di un convegno, innanzi all’ingresso della sala sia stato affisso uno striscione di benvenuto recante la scritta “Palazzo reale Federico III Il Grande”, creando disorientamento a chiunque lo leggesse. Sembra che a suggerire la modifica siano stati i consiglieri di maggioranza Carmelo Mobilia e Giuseppe Pantano, che dopo alcune ricerche hanno scoperto che la struttura risalente al periodo medievale possiede un’altra storia e, pertanto, andava modificata la denominazione in "Palazzo Reale". Si tratta di una vicenda che nel piccolo borgo Abaceno sta creando un po’ di confusione a coloro che da anni vivono in questa località e che hanno studiato la storia locale di cui si fa forte il paese. Ad aprire il dibattito sul caso che ha messo in subbuglio la comunità è il direttore del giornale locale “Montalbano Notizie” Nicola Belfiore. «Ricordo che da bambino il nostro castello veniva legato al nome del grande Federico II d’Aragona e per molti decenni, i cartelli dallo sfondo giallo così segnalavano ai turisti che transitavano per Montalbano. Oggi, le stesse indicazioni fanno riferimento al grande Federico III, che altri non era che Federico II e allora perché cambiare il nome? E’ forse prevalsa quella voglia di notorietà, che ha spinto l’artefice o gli artefici di questo epocale cambiamento, solo per il semplice fatto di addursi il risultato di uno studio così importante d’aver partorito, come la montagna, un topolino». Ad aver ammesso di aver subito un trauma da questo cambio di denominazione è anche un cittadino nostalgico, l’avvocato Luigi Celi, che con una nota ha voluto manifestare le proprie perplessità: «A scuola ci avevano insegnato che Il Castello era appartenuto a certo Federico Secondo (di Svevia prima, e d’Aragona dopo, ma sempre di un Federico secondo, si parlava!). Ora provo profonda tenerezza per il vecchio mio caro maestro delle elementari, che non seppe trovare la denominazione esatta del Castello, che non riuscì a scoprire, allora, che, quel Castello, appartenuto anche agli Aragona, ricostruito dopo la pace di Caltabellotta dell’anno 1302; quel Castello, dal quale Federico II d’Aragona - come narrano gli storici aveva emanato le norme per le cariche amministrative della Città di Palermo, considerate la prima legge elettorale europea; quel Castello, tale non era, e il Federico, o i “Federico”, che lo costruirono e lo abitarono, non erano “Secondi”. A chiarire un po’ la vicenda è centonove pagina 19 lo stesso consigliere Pantano: «Si tratta di polemiche fine a se stesse - dichiara . L’intento di coloro che hanno approfondito queste ricerche non era quello di sminuire l’importanza dell’antica struttura, ma, al contrario, di apportare ulteriori riconoscenze alla residenza di uno dei più importanti re del meridione. Il cronista catalano Ramon Montaner, del 1300, chiamò per la prima volta quello che tutti noi conosciamo come Castello Federico II, «Palazzo Reale». Sembra, infatti, che nel 1309 Montaner andò a trovare Federico III D?Aragona e in quell?occasione poté notare come a corte ci fossero poco meno di 100 personalità influenti. Inoltre - continua Pantano - dalle lettere che Federico D’Aragona inviava al fratello Giacomo, si evince come il re parli della propria residenza reale definendola una fortezza (che poi è stata trasformata in Palazzo Reale). Tutto ciò per dire che noi non escludiamo la tradizione locale che vede questa residenza come un castello, ma vogliamo associare a questa conoscenza anche un?altra verità tratta da numerose ricerche fatte sia da me che da studiosi autorevoli come il professore Alessandro Musca, docente dell’Università di Palermo, e il professore Ferdinando Maurici, uno dei più grandi esperti di castelli meridionali del meridione d’Italia». 7 Febbraio 2014 sicilia ADDII. Amici e colleghi si stringono ai familiari del ricercatore scomparso in Antartide Messina saluta Michaud Una folla ha riempito l’Aula Magna dell’Università dove era stata allestita la camera ardente dalla prima mattina. Il cordoglio del rettore, i ricordi commossi e un volo di gabbiani all’uscita L’ULTIMO SALUTO a Luigi Michaud lo regalato i gabbiani con il loro canto. Quei gabbiani che sono apparsi all’improvviso, subito dopo l’uscita dal rettorato del feretro del ricercatore scomparso in Antartide il 17 gennaio scorso. Un saluto “fuori programma” e coerente con l’amore di Michaud per la natura, che aveva deciso di studiare iscrivendosi in Scienze biologiche, laurendosi con una tesi di indirizzo Biologico-Ecologico e conseguendo il dottorato di ricerca in “Scienze Ambientali: Ambiente Marino e Risorse” (2007), prima, e un assegno di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Biologiche ed Ambientali. Tantissime le persone che hanno fatto una visita allo studioso nella camera ardente allestita nell’Aula Magna dell’Ateneo. Colleghi e, soprattutto, amici di Luigi. Gli stessi che, insieme ai familiari, hanno ricordato in maniera commovente il “vichingo” che amava dipingere i soldatini, scherzare e essere “irriverente”, prodigarsi per il prossimo con la Croce Rossa e far conoscere le bellezze della sua terra come guida Turistica. LA GIORNATA. La folla si è raccolta sin dal primo mattino, per stare accanto al feretro avvolto dalle bandiere della Croce Rossa e del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide. Un ragazzo d’oro, un vichingo dagli occhi dolci, come qualcuno amava soprannominarlo. Uno studioso che ha dedicato la sua vita alla ricerca e alla passione per l’Antartide, le cui terre ritratte su alcune fotografie lo affascinarono sin da bambino, divenendo, da lì a qualche anno, il suo obiettivo di studio. Mentre veniva aperta la camera ardente in Luigi Michaud Italia, il personale della XXIX spedizione italiana in Antartide presso la base Mario Zucchelli, la base italofrancese Concordia e la nave cargo-oceanografica Italica si sono fermati per osservare un minuto di silenzio in suo ricordo. In particolare, presso la base Zucchelli, si è svolta la cerimonia di ammaino della bandiera a mezz’asta, seguita dal personale presente a bordo della nave Italica, ormeggiata per l’occasione nella Baia Terra Nova, a vista. I SALUTI. Prima che il feretro lasciasse il plesso centrale dell'Ateneo, le autorità accademiche, i rappresentanti di Csna, Cnr, Enea e Croce Rossa Italiana, amici e familiari hanno voluto ricordare Luigi Michaud. «La tragedia accaduta in Antartide - ha detto il Rettore dell’Università di Messina, Pietro Navarra - ci consegna la figura di uno studioso appassionato del suo lavoro, che ci lascia con le sue idee, i suoi progetti, le sue aspirazioni per il futuro. Morire a quarant’anni è semplicemente sbagliato, ma quando ad andarsene è una persona come Luigi, fa ancora più male. Oggi noi, colleghi e amici della sua Università, gli porgiamo un ultimo saluto essendo certi che egli ci ha solo preceduto in un posto molto speciale, quello in cui tutti i problemi, anche quelli più complessi che lui studiava, trovino le giuste soluzioni». Subito dopo il professor Emilio De Domenico, Direttore del Dipartimento di Scienze biologiche ed ambientali, ha ricordato Michaud, visibilmente commosso, raccontando alcuni significativi episodi della vita del giovane ricercatore. «L'Università di Messina - ha detto il Carlo Alberto Ricci, Presidente della Commissione Scientifica Nazionale per l'Antartide – ha costruito un pezzo del Progetto in Antartide, andando in quei luoghi e facendo ricerca di persona, così come stava facendo Luigi in questi giorni». Dalle sue parole è emerso anche come gli studi condotti avrebbero avuto importanti ricadute nella lotta alla fibrosi cistica. Vincenzo Cincotti, in rappresentanza dell'Enea, ha poi rinnovato i sentimenti di vicinanza e cordoglio dell'Ente. «L'attività di ricerca di Luigi - ha detto la Lucrezia Genovese, responsabile del Cnr di Messina - troverà dei seguaci, noi faremo di tutto per ricordare e onorare il suo ricordo». Alla commemorazione era presente anche il sindaco di Messina, Renato Accorinti, che già in mattinata aveva visitato la camera ardente. Un messaggio di cordoglio è infine giunto dal Presidente del Cnr, Luigi Nicolais, il quale ha rivolto un pensiero agli uomini di ricerca che operano in condizioni ambientali estreme ed a Luigi Michaud la cui vita si è interrotta così tragicamente nel mare che tanto amava. Il Commissario dell’Enea Giovanni Lelli ha espresso il suo cordoglio a nome di tutto il personale, ricordando le competenze scientifiche di Michaud, e la sua passione per il mare. A parlare, poi, strappando ripetuti applausi, gli amici. Quelli della Croce Rossa Italiana (durante il suo primo giorno come volontario, Luigi era stato chiamato erroneamente Michele da un collega e lui non aveva battuto ciglio) e gli altri, compagni di studio e di ricerca. Sono stati loro, tra le lacrime, a raccontare risate, complicità e irriverenze durante le pause pranzo. A continuare la ricerca di Luigi, sarà la moglie Angelina Lo Giudice, che con lui aveva sviluppato un amore per l’Antartide grazie alla professoressa Vivia Rizzo. (D.D.J.) FOTOGRAMMI Il paese col senno di poi L’IMMAGINE DEL RICERCATORE NEL LAVORO FOTOGRAFICO “THAT OTHERS”, SUI PRECARI QUALIFICATI E SOTTOPAGATI Luigi Michaud è stato uno dei protagonisti del lavoro fotografico “That Others”, realizzato nel 2012 dai fotografi Simona Bonanno (sua cugina e praticamente sorella) in collaborazione con Nino Cannizzaro. Il progetto consiste in una serie di ritratti di amici, all'epoca “precari”, con contratti a progetto, sottopagati o addirittura senza lavoro. “I nuovi giovani: 30/40enni che, con sacrificio e passione, perseguono il loro sogno: svolgere il lavoro adeguato alla propria qualifica, consolidata negli anni con esperienza, dignità e professionalità”, spiega Simona Bonanno. Che aggiunge con centonove pagina 20 amarezza: “Gli amici che hanno posato per noi sono tutti messinesi, tra loro anche mio cugino Luigi Michaud. Il progetto ha ricevuto numerosi riconoscimenti all'estero, tra cui la Honorable Mention al più prestigioso concorso di Fotografia Internazionale, l'International Photography Award. Gli esperti stranieri sono rimasti colpiti dalla sensibilità e dall'abilità nell'esecuzione, dalla dignitosa ironia dei "modelli", e soprattutto dall'attualità del tema... Mio cugino Luigi era un ‘precario’. L'ho ritratto in quanto tale due anni fa; precario come tutti gli altri amici, molti considerati "eccellenze" del nostro territorio, onorati e valorizzati all'estero più che in patria. Mio cugino Luigi è morto da precario. Ed era un'Eccellenza, riconosciuta e stimata dal mondo scientifico, e non soltanto. Ce lo invidiavano sicuramente in parecchi. Ora tutti ne parlano, ora tutti lo onorano: Messina, internet, la televisione, la stampa. E' giusto così. Però. Siamo il paese del ‘senno di poi’”. 7 Febbraio 2014 economia LA SCHEDA 182 milioni in Sicilia Il porto di Messina con la zona falcata MESSINA. Così il bando per l'attuazione di interventi a favore di micro imprese e Pmi Zfu, la faremo Franca Quasi sedici milioni per le aree dello Stretto che vanno dalla Zona Falcata al porto di Tremestieri. Interventi previsti su Fondo Fucile e nel polo artigianale di Larderia DI GIUSEPPE LOMBARDO ZFU. Non è l’acronimo incomprensibile di una targa tedesca, ma una sigla che rappresenta una risorsa potenziale per l’Area dello Stretto: la Zona Franca Urbana. Il LA SCHEDA Esenzioni ammesse Imposte dirette: 100% per i primi cinque periodi di imposta; 60% per i periodi dal sesto al decimo; 40% per i periodi undicesimo e dodicesimo; 20% per i periodi tredicesimo e quattordicesimo. Irap: Esenzione fino ad un valore di produzione netta pari a 300.000 euro per i primi cinque anni dall’accoglimento della domanda. Imu: Esenzione per il primo quadriennio sugli immobili posseduti e utilizzati nell’area. Contributi sociali: 100% per i primi cinque anni; 60% per il successivo quinquennio; 40% per gli anni undicesimo e dodicesimo; 20% per il biennio successivo. nome fumoso cela in realtà un regime di particolare convenienza, un regime che sarà riconosciuto all’imprenditoria messinese nel quadro di un’azione di rilancio dell’economia cittadina. Spettatori interessati sono, pertanto, le piccole e medie realtà produttive soffocate dalla crisi, le quali – a determinate condizioni – potranno beneficiare d’importanti sgravi. La platea di riferimento, inoltre, si estende agi studi professionali, o almeno a quanti fra essi risulteranno iscritti al Registro delle imprese al momento della presentazione dell’istanza. In tal senso, coloro che intendano svolgere le proprie attività all’interno della Zfu, contribuendo in siffatta maniera al rilancio del territorio interessato, avranno diritto ad importanti esenzioni: da quelle sui redditi (Irpef e Ires) a quelle sull’Irap, dal “congelamento” dell’Imu per il primo quadriennio alle esenzioni relative al versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente. Tali agevolazioni saranno fruibili in compensazione, indicando gli importi ridotti nei versamenti da effettuare col modello F24, secondo quanto sancito dall’Agenzia delle Entrate. Sulla base dei dati forniti dal Ministero per lo Sviluppo Economico d’intesa con la Regione, il comune beneficerà di uno stanziamento pari a 15.927.414 euro. Una cifra importante, che non cadrà a pioggia sull’intero perimetro cittadino, ma dovrà essere destinata a talune aree specifiche – grossomodo quelle che vanno dalla Zona Falcata fino al porto di Tremestieri, senza lesinare interventi su Fondo Fucile e nelle aree del polo artigianale di Larderia –, nel tentativo di porre in essere una celere azione di risanamento. Nel caso in cui l’importo delle agevolazioni richieste dovesse essere superiore all’ammontare delle risorse disponibili, la quota destinata a ciascun’impresa beneficiaria sarà stabilita dal Ministero stesso, tenendo in considerazione le riserve di scopo (nello specifico, per il caso messinese, 20% per le nuove imprese e 10% per le imprese femminili). Lo si attendeva da anni. Ora le piccole e medie imprese che ricadono nelle diciotto Zone Franche Urbane della Sicilia avranno un'opportunità di sviluppo in più. Sgravio totale di Irpef, Irap, Imu e contributi previdenziali per cinque anni. Con il decreto del 23 gennaio scorso è stato adottato il bando per l'attuazione di un intervento in favore di micro imprese e Pmi localizzate nelle Zone Franche Urbane delle Sicilia. Sono disponibili 182 milioni di euro sotto forma di esenzioni fiscali e contributive in favore di imprese localizzate nei comuni di Aci Catena, Acireale, Bagheria, Barcellona Pozzo di Gotto, Castelvetrano, Catania, Enna, Erice, Gela, Giarre, Lampedusa, Linosa, Messina, Palermo (Brancaccio), Palermo (porto), Sciacca, Termini Imerese (inclusa area industriale), Trapani e Vittoria. Le domande per accedere alle agevolazioni potranno essere presentante dalle ore 12 del 5 marzo 2014 e fino alle ore 12 del 23 maggio 2014, esclusivamente per via telematica tramite procedura accessibile nella sezione “ZFU Convergenza e Carbonia Iglesias” del sito del Ministero dello Sviluppo Economico. L'accesso alla procedura informatica prevede l'identificazione dell'impresa tramite Codice Fiscale e l'autenticazione tramite credenziali informatiche inviate all'indirizzo PEC dell'impresa. Le agevolazioni sono concesse dal Ministero dello Sviluppo Economico nel limite delle risorse finanziarie disponibili per singola Zona Franca Urbana e tenendo conto delle riserve finanziarie. Qualora l'importo delle agevolazioni richieste dalle imprese ammesse sia superiore alle risorse disponibili, l'importo spettante a ciascuna impresa beneficiaria è determinato dal Ministero dello Sviluppo Economico moltiplicando l'importo dell'agevolazione richiesta da ogni singola impresa per il rapporto tra l'ammontare delle risorse finanziarie disponibili per la ZFU e l'ammontare del risparmio d'imposta e contributivo richiesto dalle imprese della ZFU ammesse ai benefici. L’ELENCO Zone interessate di Messina Punta Secca, Punta S. Raineri, Fiumara Portalegni, Fiumara Zaera, Via Salandra, Via Catania, Via La Farina, Via Maregrosso, Piazza Palazzotto, Torrente Bonsignore, Via Bonsignore, Via Candore, Via Socrate, Via del Policlinico, Via Consolare Valeria, Via Corbino Orso, Via Acireale, Torrente Oreto, Fiumara di Gazzi, Viale Gazzi, Via Taormina, Via Bonino, Via Marco Polo, S.S. 114, Torrente S. Filippo, Stazione di Contesse, Tremestieri, Provinciale Larderia, Torrente Larderia, Annunziatella, Torrente Guidari. centonove pagina 21 7 Febbraio 2014 economia UOMINI&BUSINESS. Da ditta individuale fa il salto di qualità negli anni Novanta. Grazie al coraggio Ricciardello, il bello del mattone Il geometra che ha messo su gli svincoli di Messina “difende” la liquidità aziendale in piena crisi. Il segreto? Svincolarsi dal nodo scorsoio delle banche con “l’indebitamento commerciale” DI VINCENZO LOMBARDO Messina. Dal 1966, fresco di diploma di geometra, comincia ad operare nel campo delle opere pubbliche Giuseppe Ricciardello. Si fa le ossa, nei primi anni con modesti lavori eseguiti per conto dei comuni dei Nebrodi, e a poco a poco, sfruttando le sue capacità organizzative si cimenta con appalti sempre più impegnativi. Da ditta individuale degli inizi si va, via via, strutturando in forme societarie sempre più adeguate al target delle iniziative economiche intraprese, pur mantenendo nella propria carta d’identità i segni caratteristici di una impresa a conduzione familiare. Il capitale sociale della società è di euro 5.000.000 di cui il 98,98% in testa al proprio nucleo familiare per il tramite della Geometra Ricciardello Costruzioni Srl, mentre il residuo 0,12 alle persone fisiche coniugi Ricciardello. Rappresentanti dell’ impresa sono Giuseppe Ricciardello e la figlia Rosaria. Fino agli anni 80 l’azienda ha un profilo ancora medio piccolo. E’ degli anni 90 il salto di qualità, allorquando si aggiudica il primo lavoro importante: la realizzazione del viadotto (ml. 209) di Modica Alta su committenza della Provincia Regionale di Ragusa. Il ponte è costituito da un impalcato continuo della lunghezza di ml. 209, a 4 campate, supportate da 3 pile a doppio fusto di altezza variabile da 40 a 60 mt e a due spalle di estremità. Seguono i lavori per la sistemazione del Sagrato della Cattedrale di Palermo, poi quelli di costruzione della Variante di Portogruaro . Dal 2000 al 2005 L’impresa Ricciardello edifica l’opera che l’ha resa nota in Europa e le ha fatto conquistare una posizione leader tra le imprese realizzatrici di grandi opere LA SCHEDA RATING ECONOMICO SOCIALE (0 a 10): 5,25 - Storia ultraquarantennale: 10 - Andamento economico: 8 - Rapporto Occupazione/Territorio Partner di Iniziative Sociali: 3 - Sponsor Attività Sportive: N.C. edilizie: i lotti 26bis - lotto 27 1° stralcio - Lotto 30 quater, i più impegnativi della tratta autostradale ME-PA, con 2.700 ml di viadotti ad elevatissima altezza dal piano campagna e oltre mille metri di gallerie artificiali. Questa importante via di collegamento è stata costruita impiegando metodiche e tecnologie innovative mirate all’allestimento di imponenti opere di ingegneria (ponti, viadotti, gallerie), indispensabili per ovviare alle particolari condizioni geomorfologiche dei luoghi. Rivoluzionaria la tecnica di varo adottata, consistente nell’impiego di una colossale autogru da 600t, sbracciante dall’impalcato nella carreggiata opposta. Una originale soluzione ideata di concerto tra i progettisti del noto Studio di Ingegneria Scalesse di Roma e quelli della stessa Ricciardello Costruzioni s.r.l. Il settore delle grandi opere è oggi pieno di macerie. Su 894mila imprese che vi operavano ne sono scomparse 62mila, e con esse 81mila posti di lavoro sono andati in fumo. L’assistenza creditizia, polmone essenziale per il mantenimento in vita delle imprese che operano nel settore , è diminuita del 7,6% rispetto all’anno scorso. I lavori sono pressoché fermi da anni e il trend della produzione del 2012 ha toccato – 16,2%. Se lo si confronta con quello europeo, + 5,6%, si comprende la gravità della crisi in cui versa il comparto delle opere infrastrutturali . Nel primo trimestre 2013 i dati sono ancor più preoccupanti. Il numero delle gare è diminuito di un ulteriore 13%. Ancor di più è decurtato il valore delle gare: - 32%. In una situazione economica così grave, che dura da anni, Giuseppe Ricciardello ha avuto il coraggio di gettare il cuore al di là della crisi. Tenacia e temerarietà, in uno al grande senso di responsabilità verso i committenti e le proprie maestranze, hanno sostenuto il gigantesco sforzo di portare a termine i lavori iniziati durante il picco della crisi: dal 2006/08 la costruzione della Variante di Portogruaro.- 4° lotto – 1°; dal 2008/11 la strada Pedemontana della Piana di Gioia Tauro “S.G.C. Cinquefrondi – Delianuova”; e il ponte di Primosole sul fiume Simeto lungo la strada statale 114 "Orientale Sicula". L’impresa Ricciardello ha un altro grande merito, quello di aver scritto, dopo 24 anni, la parola fine alla storia di sperperi e inconcludenze dello svincolo di Giostra, iniziata nel 1989, con la firma dell’allora sindaco Mario Bonsignore dell’accordo di programma con il ministero dei Lavori Pubblici. I lavori inizialmente assegnati alla Gepco, poi fallita, furono ripresi nel 2009 con l’attribuzione dei medesimi alla Ricciardello Costruzioni srl che imprime un’ accelerazione ai tempi di esecuzione e si arriva così, al 15 maggio dell’anno scorso, all'inaugurazione dell’opera. La struttura organizzativa della società rispecchia la semplicità della sua centonove pagina 22 governance. Recentemente ha rilevato il ramo d’azienda della SI.GEN.CO. Sistemi Generali Costruzioni Spa, e con esso un blocco di lavori rilevanti sia per grandezza di importi e sia per qualità di controparti: Università di Catania, Enac, Ministero dell’interno. In atto il Portafoglio lavori della società è di ragguardevole entità: euro 147.688.227. Il che significa che le attività dell’impresa possono proiettarsi in un confortante orizzonte temporale abbastanza lungo. I dati di bilancio fanno risaltare una solida condizione di equilibrio finanziario. Il fatturato del 2011 si posiziona a 57.215.000 euro e nel 2012 si apposta a 44.917.000 euro. Il discostamento valoriale, per un’azienda a produzione ciclica è un fatto normale. Solido il patrimonio netto che ,nel 2012, ammontava ad euro 6.223.000. Utili 2012 : eur 186.000. La Ricciardello Costruzioni S.r.l. grazie alla grande fiducia che gode da parte delle ditte committenti, primarie aziende pubbliche e private nazionali, finanzia il proprio ciclo produttivo quasi essenzialmente con l’indebitamento commerciale, cioè con gli anticipi riconosciutigli dagli enti appaltanti. Il che porta l’impresa a sganciarsi dal nodo scorsoio delle banche limitando drasticamente il ricorso all’indebitamento finanziario. L’utilizzo di linee di credito modeste, di soli 3.757.000 euro, a fronte di dati di bilancio ben considerevoli consente un’alta redditività e potenzia l’efficienza gestionale (Margine Operativo Lordo di 2.966.000 euro). Ottima è pure la liquidità aziendale: euro 11.254.000. Buono e sostanzialmente invariato il cash flow dell’ultimo biennio: euro 1.200.000. Addirittura negativo è il rapporto Indebitamento Finanziario / Patrimonio Netto. Stentata è invece la rotazione degli incassi rispetto ai lavori eseguiti. Nell’anno scorso i crediti scritti in bilancio ammontavano a 19.976.000 euro rispetto ad un valore della produzione segnata in euro 33.779.000. Criticità originata dalla inaccettabile lentezza nei tempi di pagamento della pubblica amministrazione, controparte principale della società. Anche se urla il vento della crisi la Ricciardello Costruzioni Srl rimane sufficientemente al riparo dalle gelide correnti congiunturali, con grande soddisfazione dei suoi 69 collaboratori che possono continuare a guardare il futuro prossimo con una certa sicurezza in più rispetto ai meno fortunati colleghi del settore. [email protected] 7 Febbraio 2014 economia SENTENZE. Il ricorso di un contribuente di Rometta apre un precedente importante OCCORRE SAPERE Interessi in mora, solo se definiti per legge Mini sanatoria entro il 28 febbraio Il tasso di sconto non aggiornato in Italia da 2000 al 2009 fa venir meno la parità di trattamento dei cittadini di fronte al fisco. Ecco le ragioni che hanno consentito di “alleggerire” le cartelle Scade il 28 febbraio prossimo, il termine in cui è possibile aderire anche alla mini-sanatoria delle cartelle esattoriali prevista dalla legge di stabilità. Si possono chiudere i conti con le vecchie cartelle con uno sconto che riguarderà gli interessi di mora e quelli di ritardata iscrizione a ruolo. Riscossione Sicilia ricorda che il 28 febbraio è l’ultimo giorno utile per versare l'importo in unica soluzione. Il provvedimento riguarda i carichi inclusi nei ruoli fino al 31 ottobre 2013, emessi da uffici statali, agenzie fiscali, Regioni, Province e Comuni. La definizione potrà riguardare anche i carichi derivanti dagli accertamenti esecutivi affidati fino al 31 ottobre 2013. Sono escluse le somme dovute per effetto di sentenze di condanna. L'adesione può essere fatta anche per le cartelle in corso di rateazione ottenendo in tal modo l'abbattimento degli interessi di rateazione sulle rate ancora a scadere. MESSINA. Se il ministro delle Finanze è distratto e il tasso ufficiale di sconto non è regolamentato ogni anno dalle disposizioni di legge, gli interessi di mora applicati dal concessionario non sono dovuti. E’ il succo di una interessante sentenza, depositata il 28 gennaio dalla decima sezione della Commissione tributaria provinciale di Messina, presieduta da Francesco Deodato, che “innova” il concetto di interessi di mora per ritardato pagamento di tasse iscritte a ruolo e diventa un precedente che fa “giurisprudenza” nei rapporti tra fisco e cittadini-contribuenti, in ambito nazionale. La vicenda prende le mosse dal ricorso presentato dall’avvocato tributarista messinese Gianfilippo Ceccio per conto di un suo cliente, di Rometta. Il contribuente si era visto recapitare quarantasei cartelle per un importo di 326.029, 84, cumulative di una serie di tributi che avevano determinato il fermo amministrativo, gravato da tutti gli interessi di mora che negli anni si erano accumulati. I giudici tributari, dopo avere rigetto la richiesta di sospensiva, nel merito hanno ritenuto illegittima la determinazione degli interessi di mora, rilevando che Gianfilippo Ceccio “l’articolo 30 del dpr 600/73, stabiliva che sulle somme iscritte a ruolo si applicano a partire dalla data di notifica della cartella e fino alla data del pagamento, gli interessi al tasso determinato annualmente dal decreto del ministro delle Finanze, riguardo alla media degli interessi bancari attivi. Ma-rilevano ancora i giudici tributari, accogliendo i rilievi dell’avvocato Ceccio-considerato che dal 2000 al 2009, il tasso degli interessi di mora imposto dal Fisco italiano è rimasto immobile”. Gli effetti sono il tasso fisso si è trasformato in una rendita illegittima per il Fisco. Solo il 28 luglio del 2000 un decreto direttoriale ha determinato nella misura dell’8,4% (5,4% + 3% di sanzioni) gli interessi di mora per ritardato pagamento. Un vulnus, questo, che infrange le previsioni della legge-argomentano ancora i giudici tributari- che sanciva che il tasso di sconto fosse aggiornato dal Ministero delle Finanze “almeno” ogni dodici mesi. Una situazione che fa venir meno la parità di trattamento dei cittadini di fronte al fisco se si considera che dal 2000 il tasso ufficiale di sconto ha avuto oscillazioni notevoli dal 5.4% del 2000 per passare al 3,4% del mese di agosto del 2003 e arrivare infine all’1,4 del 2008.. Basta solo rilevare che la stessa Agenzia delle Entrate- argomentano ancora i giudici-in assenza di idonea regolamentazione della materia, ha provveduto con due decreti direttoriali ad abbassare il tasso di interesse di mora: una volta nell’ottobre del 2009 con la determinazione del 6,8358% all’anno e poi nel settembre del 2010, quando si fissa l’interesse al 5,7567%. Un errore e una forzatura, secondo i giudici, perché una materia così delicata e complessa va regolamentata con un decreto ministeriale e non con un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate. Pertanto, concludono i giudici tributari di Messina, “non sono dovuti gli interessi di mora applicati”. LEGALMENTE AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI PALERMO AVVISO PROROGA TERMINI PRESENTAZIONE OFFERTE OGGETTO: affidamento del servizio integrato di gestione energetica che si compone della fornitura dei vettori energetici e della gestione, conduzione e manutenzione degli impianti tecnologici a servizio dell’Asp di Palermo. Proroga termini di ricezione delle domande di partecipazione e di ricezione delle offerte. Visto l’art.70 comma 6. del D.lgs. 163/06, considerati le richieste pervenute da parte di alcune ditte partecipanti alla gara, si comunica che i termini di ricezione delle domande di partecipazione e di ricezione delle offerte, sono prorogati alle ore 09,00 (nove) del giorno 24 febbraio 2014 e la data di apertura della documentazione amministrativa avverrà, in seduta pubblica, alle ore 10:30 dello stesso giorno. IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO PROVVEDITORATO E TECNICO Avv.to Fabio Damiani SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA D’APPALTO SU CENTONOVE PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI: 090.9430208 - 9430206 fax 090.9430210 - 090.9430211 RICHIEDI PREVENTIVI ANCHE VIA E-MAIL A: [email protected] centonove pagina 23 7 Febbraio 2014 economia CONSUMATORI VERTENZE. Il 18 febbraio per chiedere al governo “un deciso cambio di rotta” Confesercenti, missione romana Palermo. Con una folta rappresentanza, Confesercenti Sicilia sarà presente alla manifestazione che si terrà martedi 18 febbraio a Roma con lo slogan “Senza l’impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro” per chiedere un cambio immediato della politica economica del Governo che metta fine ad una crisi economica sempre più drammatica, e che colpisce in modo pesante il Sud d’Italia mettendo a rischio gli equilibri sociali delle aree a forte ritardo di sviluppo. «La nostra partecipazione alla manifestazione di Roma, assieme alle rappresentanze di imprenditori di Casartigiani, CNA, Confartigianato e Confcommercio - dichiara il presidente di Confesercenti Sicilia Vittorio Messina - testimonia il profondo disagio per le condizioni di pesante incertezza in cui sono costrette ad Vittorio Messina operare le imprese e vuole essere un modo per dire che il tempo delle attese è finito e che ora, e non domani, è il tempo per un deciso cambio di rotta». «Bene ha fatto Rete Imprese Italia a lanciare una grande mobilitazione nel Paese - aggiunge il presidente Messina - perchè il mondo dell’impresa diffusa, dell?artigianato e del terziario di mercato rappresenta il tessuto produttivo dell'Italia e dal futuro di questo sistema economico dipende il futuro del Paese». «Per questo - continua Vittorio Messina - le imprese non si vogliono limitare a denunciare gli effetti di una crisi che sta mettendo a dura prova la loro sopravvivenza, già stremate da forti difficoltà, con un ulteriore impoverimento delle famiglie, ma intendono anche avanzare concrete proposte di immediata attuazione per arrestare questa fase di declino e riportare un clima che consenta di guardare al futuro con maggior fiducia». NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO NOMINE Rapporti di lavoro, consulenti asseveratori di confomità Inps Caltanissetta Cavallaro Presidente I Consulenti del lavoro diventano asseveratori di conformità dei rapporti di lavoro. Con l’innovativo Protocollo d’intesa, siglato nei giorni scorsi tra il Ministro del lavoro Giovannini e la Presidente dell’Ordine dei Consulenti del lavoro Calderone, infatti, può partire l’operazione denominata ASSE CO. L’ottenimento della conformità contributiva e retributiva esenta i datori virtuosi dalle ispezioni del ministero del lavoro, costituisce elemento di cui gli ispettori devono tener conto nella definizione degli accertamenti e può essere utilizzata per la verifica delle regolarità delle imprese negli appalti privati. Per i consulenti del lavoro, professionisti ai quali il legislatore ha già assegnato negli ultimi anni un ruolo sussidiario affidando loro altre funzioni pubbliche, come la certificazione dei contratti di lavoro, l'intermediazione, la selezione, la conciliazione e l'arbitrato, si tratta di un significativo ampliamento di competenze con un ulteriore riconoscimento del ruolo di terzietà. Le finalità della convenzione, oltre alla diffusione la cultura della legalità e alla semplificazione degli adempimenti, sono rappresentate dal fatto che le aziende certificate non rientreranno tra quelle destinatarie dell’ordinaria attività ispettiva (salvo specifica richiesta di intervento o indagini particolari). La certificazione, inoltre, potrà essere utilizzata da soggetti terzi, pubblici e privati, ad ogni fine ritenuto coerente con le finalità del protocollo e riconducibili alla regolarità dei datori. La convenzione stabilisce l'applicazione del regime sanzionatorio penale nel caso di falsa attestazione. ASSE CO sarà rilasciata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine, su istanza volontaria del datore di lavoro, sulla base di due dichiarazioni di responsabilità: una del datore sulla non commissione di illeciti nell’anno precedente l’istanza (lavoro minorile, tempi di lavoro, sicurezza sul lavoro, lavoro nero); l’altra del consulente del lavoro sulla sussistenza dei requisiti per il rilascio del Durc e sul rispetto della contrattazione collettiva. L’elenco dei datori che otterranno ASSE CO sarà pubblicato sul sito del Ministero del Lavoro e da quello del Consiglio Nazione Ordine Consulenti del lavoro. Il testo del protocollo d’intesa, le interviste ai protagonisti dell’accordo e tutta la documentazione sono scaricabili dal sito www.consulentidellavoro.it. CALTANISSETTA. Giuseppe Cavallaro è il nuovo presidente del Comitato provinciale Inps. La nomina ieri con un decreto dell' ufficio provinciale del lavoro. Alla vice presidenza Antonietta Maria Lucchesi. Cgil Funzione Pubblica Cortese segretario a Ribera AGRIGENTO. Nicola Cortese è il nuovo segretario della CGIL Funzione pubblica del Comune di Ribera. Cortese, che è subentrato a Luigi Marino, è stato eletto all' unanimità nel corso del congresso tenuto nella sala dei convegni del Municipio. Cia di Catania Di Silvestro alla guida CATANIA. Giuseppe Di Silvestro è il nuovo presidente Provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori di Catania e Giosuè Catania è il nuovo Vice presidente Vicario. Di Silvestro prende il posto di Francesco Costanzo, Costanzo chiamato a svolgere nuovi compiti a livello regionale. centonove pagina 24 Il rumore urbano e rumore domestico L’inquinamento acustico è caratterizzato dalla produzione di rumore eccessivo nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno, tale da provocare disturbo alle normali attività umane e pericolo per la salute umana . E’ noto che l’attività domestica è causa di una stragrande e insospettata quantità di rumore : l’uso inappropriato degli elettrodomestici ( stereo, Tv, lavatrici, tagliaerba, trapani, ect. ) incide in modo rilevante sulla quantità di inquinamento acustico prodotto a livello domestico . In questo caso non valgono tanto le norme che fissano e regolamentano soglie massime di rumore consentito , quanto norme di buona condotta e buonsenso da parte dei singoli individui . Al di fuori dell’ambiente domestico il trasporto con autoveicoli costituisce la prima causa di inquinamento acustico , Per tale motivo sono stati stabiliti dei valori limite di emissione per tutti nuovi veicoli progettati. Ad esempio, i veicoli di più recente produzione presentano indici di rumorosità di 8 – 10 decibel inferiori rispetto a quelli di vetture immatricolate più di dieci anni fa . Particolare attenzione va inoltre fatta ai cantieri, causa di rumorosità inaspettata e contingente e, proprio per questo motivo, più difficilmente sopportata dai residenti delle zone interessate. All’interno dei cantieri, infatti, compressori, centrifughe, ventole, martelli, pneumatici, seghe elettriche producono rumori continui o ad intermittenza . Questi suoni quando sono superiori alla soglia consentita, possono provocare non solo disturbo e fastidio ma un vero e proprio danno dell’apparato uditivo a volte anche permanente . Ricadute,inoltre, possono aversi anche a livello nervoso e cardiovascolare . Ognuno di noi può contribuire alla riduzione dei rumori, soprattutto in ambito domestico, applicando semplici regole di buona educazione e di rispetto del prossimo. Franco Sabatino, Adoc PATRIMONIO Montalbano, balla coi lupi Pagina 26. Significato, storia e origine del termine Livatera giunto in Sicilia con i Normanni. A testimonianza di una grande tradizione poster 7 Febbraio 2014 SAGGI Quarantenni, non è tempo per noi Pagina 28. Andrea Scanzi analizza una generazione in panchina. Con qualche eccezione MURALES DI UMANITÀ VARIA Antonello, eventi by night Torna dopo un anno di assenza la “Notte della Cultura” del Comune di Messina, che diventa tematica celebrando il Maestro della pittura del Quattrocento nel giorno della morte. Con conferenze, mostre, letture e performance Messina. Dopo due anni di assenza, ritorna a Messina la “Notte della Cultura”, che, per l’edizione 2014, cambia la vocale finale (“Culture”), si fa in tre (previsti eventi in primavera e in estate) e diventa tematica, Il debutto della nuova formula dell’inziativa del Comune targata Tonino Perna (assessore alla Cultura) è nel segno di Antonello da Messina. Il 15 febbraio, nel giorno che celebra l’anniversario della morte del Maestro del Quattrocento, la Notte si svilupperà attraverso una serie di eventi, concerti, letture, conferenze, allestimenti, manifestazioni riguarderanno anche i luoghi di riferimento dell’artista, con particolare riferimento all’antica via dei Monasteri, oggi via XIV Maggio, e al quartiere dei Sicofanti, sede della casa e della bottega di Antonello, in un “Itinerario Antonelliano” che ha come fulcro il Palazzo della Cultura, dedicato all’artista. Il programma dell’evento dal titolo Antonellus Messaneus. Progetto Itinerante fra Mostra, musica e animazioni letterarie nella “Via di Antonello”, promosso dall’Associazione culturale “Antonello da Messina”, prevede alle 19 al foyer del Palazzo della Cultura l’inaugurazione della “Notte di Antonello” con l’allestimento della Mostra didattica delle riproduzioni delle opere di Antonello, che viene donata alla città dall’Associazione. La manifestazione prevede gli interventi del sindaco Renato Accorinti, dell’assessore alla Cultura, del coordinatore della sede delegata dell’Antonello, Sergio Di Giacomo, dello storico Salvatore L’allestimento della mostra di riproduzioni dei dipinti di Antonello da Messina Bottari, dell’”Osservatorio Antonelliano”, che evidenzierà il rapporto tra Antonello e la sua città, dello scrittore Domenico Cacopardo, che si soffermerà sulla diffusione della figura di Antonello nel mondo.Seguiranno le letture “antonelliane” con brani di suggestivi testi letterari di Sciascia (“L’ordine delle somiglianze”), Campanile (“Gli Ignoti”), Perec (“Il condottiero”) e un omaggio a Vincenzo Consolo, con brani letti e evocati dai due attori messinesi Luca Fiorino e da Daniele Gonciaruk, accompagnati dalle musiche classiche del “Trio Ars Vetus” composto dal maestro Antero e Joseph Arena, al violino, e Maria Assunta Munafò, al clavicembalo. Alle 21, 30, nella saletta del primo piano del Palacultura, conferenza di Nino Principato dedicato al “codice Antonello” e alle sorprendenti teorie legate al rapporto tra Antonello e Santa Eustochia e alla simbologia delle opere antonelliane, seguito da un dibattito su Antonello e l’identità urbana di Messina moderato da Sergio Di Giacomo e Giuseppe Ruggeri. Una serie di eventi vedrà protagonisti l’Archivio Storico Comunale e la Biblioteca Tommaso Cannizzaro, all’interno del Palacultura: dalle 17 alle 19 al II piano, Merenda a casa di Antonello, laboratorio creativo per i bambini dai 7 ai 10 anni a cura dell’Associazione Italia Nostra con voce narrante dell’attrice Federica De Cola, e dalle 20 Ricordando Antonello, mostra al primo piano di monografie, testimonianze fotografiche e documentarie e esposizione della copia del Testamento di Antonello. Dalle 21,30 l’Itinerario Antonelliano si sviluppa al Monte di Pietà con Letture Antonelliane curate dall’attrice Ivana Zimbaro, seguito dalla performance teatrale Il sorriso dell’Ignoto marinaio tratte da Consolo a cura di Giovanni Boncoddo e Angelo Savasta con gli attori del gruppo teatrale universitario, seguito da videoproiezioni, recital e concerti in costume; alla Chiesa delle Barette, Lettura Antonelliana con Giovanni Di Giacomo, seguito concerto della Corale Santa Maria delle Grazie del Maestro Giacomo Arena; concerti e recital alla Galleria d’arte Moderna della Provincia, a Palazzo dei Leoni concerti di musica classica di vari gruppi, solisti e musicisti curati dal Conservatorio “Corelli”, mentre nei diversi saloni, corridoi, e spazi verranno allestite mostre documentarie a cura della Biblioteca “G.Pascoli” con esposizione di libri su Antonello, stampe d’epoca, collezioni di libri d’arte, documenti, etc. Dalle 22 alla Biblioteca Regionale, incontro moderato dal direttore Sergio Todesco, “Lettura Antonelliana” con l’attore Antonio Lo Presti e conferenza storica in collaborazione con la Comunità Ellenica dello Stretto con la relazione di Carmelo Micalizzi sulle origini storiche e toponomastiche del quartiere Sicofanti. Altri siti verranno coinvolti nella manifestazione: la Chiesa del Carmine, la Basilica di Sant’Antonio, la Chiesa dello Spirito Santo con visite al suggestivo chiostro medievale e alle stanze di Sant’Annibale; Largo Minutoli con l’inaugurazione dello spazio verde e lettura antonelliana a cura degli studenti dell’Istituto “Minutoli”; la Chiesa Valdese di via Laudamo con concerti e iniziative culturali; il Gabinetto Letterario con una mostra documentaria di libri, articoli e documenti legati a Antonello e alla storia dell’arte. L’area pedonale di via dei Mille vedrà nei giorni precedenti un allestimento di riproduzioni dei capolavori a cura di Millevetrine che prevede anche la presenza di strumenti e costumi d’epoca. SUSSULTI Ritorniamo a dialogare! DEBUTTO PER L’INIZIATIVA DI SERGIO TODESCO: IL CORTILE DEI GENTILI ALLA BIBLIOTECA REGIONALE A Messina si ritorna a parlare. Parallelamente al lavoro dei gruppi tematici formatisi in seguito agli Stati generali della Cultura voluti dall’assessore Tonino Perna, ha debuttato mercoledì 29 il “Cortile dei Gentili”, su iniziativa del direttore della Biblioteca regionale, Sergio Todesco. Nel secondo tempio di Gerusalemme, oltre alle zone riservate ai membri del popolo d’Israele esisteva un’area entro la quale tutti potevano entrare, giudei e non giudei, circoncisi e incirconcisi, membri o no del popolo eletto. Qui si radunavano quanti erano disposti ad ascoltare le domande della gente su Dio, e a rispondere in uno scambio rispettoso delle opinioni altrui. Questo era il cortile dei gentili o pagani, in latino l’atrium gentium, uno spazio che a tutti era lecito attraversare e nel quale tutti potevano dimorare, senza distinzioni di cultura, lingua o religione, un luogo insomma di incontro e di diversità. È con queto spirito che è nato il programma di incontri varato dalla Biblioteca per dare vita a uno spazio di dialogo “per riflettere su nodi cruciali della realtà che ci circonda, non soltanto di tipo religioso ma riguardanti l’etica, la politica, la vita civile in genere, intesa tanto in senso comunitario quanto nel senso delle esistenze dei singoli, quotidianamente messe in crisi e interpellate dalle sfide complesse che la modernità ci pone dinanzi”, spiega Todesco. Dopo il primo incontro, “Identità. A cosa (e se) serve l’identità centonove pagina 25 in un mondo che cambia”, ecco gli altri: 26 febbraio, “Povertà. Chi sono i nuovi poveri, quali le nuove povertà”; 26 marzo, “Consumo e/o decrescita. In un mondo con poche risorse è ancora possibile vivere de claritate in claritatem?”; 30 aprile, “La Chiesa e Messina. Le messi biondeggiano. Ci sono operai?”; 28 maggio, “Pace e guerra. Chi le vuole, chi le combatte”; 25 giugno, “Questione meridionale. C’è una terza alternativa tra Borboni e Savoia?”; 24 settembre, “I nuovi messinesi. Migranti: li preferiamo enclave o integrati?”; 29 ottobre, “Uno sguardo sul Ponte. C’è ancora chi ci crede? E a cosa servirebbe?”; 26 novembre, “Contro la messinesità. Come costruire insieme la “messinitudine”; 17 diembre, “Forme associative, palesi e occulte. Si può uscire dalla logica settaria?”; Ciascun incontro sarà introdotto da un conduttore e affidato a un relatore e un controrelatore. 7 Febbraio 2014 posterpatrimonio TOPONOMASTICA. Significato, storia e origine di un antico termine galloromanzo Montalbano balla coi lupi Svelato l’enigma etimologico su Livatera: rarissimo termine d’Oltralpe giunto in Sicilia con i Normanni. Veicolato dai Lombardi, coloni provenienti dalla Liguria e dal Piemonte DI GIUSEPPE PANTANO Montalbano. Livatera. È questo il nome, non riscontrabile in altre parti della Penisola, di un vecchio e popolare quartiere situato nel centro storico di Montalbano Elicona. Documentato in forma scritta già nei Riveli di fine Cinquecento, è testimoniato localmente anche come via cittadina e come sporadico nome di famiglia. Come spesso accade per i toponimi più antichi, anche per «Livatera» nel corso dei secoli si perde la memoria storica del suo significato originario. Inoltre, l’assoluta rarità di questo vocabolo, sia come toponimo che come cognome, unitamente al fatto che non è voce lessicale né del siciliano e né di altri dialetti italiani, ha fatto sì che questo termine non sia stato oggetto di particolari studi linguistici e che in atto viene ritenuto «di complessa soluzione etimologica». Tanto è vero che nel pur ricco Dizionario onomastico della Sicilia, questo lemma, anche se puntualmente riportato, non viene indicato come toponimo, ma soltanto come raro cognome, presente nelle provincie di Messina e Catania, prudentemente senza alcun commento o tentativo di enunciazione etimologica. Tutto ciò, oltre a rendere più ardua e stimolante la ricerca, comporta un approccio metodologico e analitico attento e rigoroso, basato sulla struttura formale della voce, che prenda avvio dalle indicazioni dettate dal suffisso, per andare poi all’individuazione della radice verbale, avendo buona conoscenza del quadro storico. SUFFISSO E FRANCESISMI. Intanto, bisogna preliminarmente osservare che nel dialetto del luogo questo nome viene sempre preceduto dall’articolo, motivo per il quale può essere esclusa a priori l’origine da un nome individuale o personale, che normalmente lo rifiuta. L’importante suffisso, -era, spiana la strada con molta sicurezza verso un francesismo. Questo suffisso, introdotto in epoca normanna, è ampiamente presente, oltre che nella lingua italiana, anche in ambito dialettale siciliano, sia al maschile che al femminile, in molti vocaboli indicanti soprattutto: arte o mestiere (es. vigneri ‘vignaiolo’, custureri ‘sarto’); luogo adibito o coltivato a qualcosa (es. pisera ‘luogo per la trebbiatura’, surbera ‘luogo coltivato a sorbi’); recipiente o contenitore (es. zuccarera ‘zuccheriera’, uglièra ‘oliera’, pumera ‘reticella per conservare le mele’); attrezzi vari (es. surcera ‘trappola per topi’). Per quanto riguarda la radice, bisogna premettere che la base di partenza sulla quale incentrare la ricerca non può essere la forma scritta livatera (peraltro già così nei citati Riveli del 1593) che sarebbe fuorviante, ma la più genuina versione orale del dialetto di Montalbano, ll’vattièra, dove la vocale della prima sillaba è di fatto una vocale indistinta e non la – i – della forma letteraria. Pertanto, vagliate le diverse possibilità, soltanto se si identifica tale vocale con una – u – si apre l’unico spiraglio verso la soluzione etimologica. Con questa premessa, scartando tutte le altre ipotesi non supportate da riscontri storici o linguistici, diventa pienamente percorribile la via del prestito suggerita dal suffisso, la cui radice non può che essere il francese louve ‘l u p a’, da cui deriva louvetier, che in antico francese designava un ‘ufficiale addetto agli equipaggi per la caccia del lupo’ (termine registrato ancora oggi nei buoni dizionari francesi). Ma, elemento importante, oltre il singolare maschile louvetier, viene anche riportato il suo derivato femminile, louveterie, con il duplice significato di ‘equipaggio addestrato per la caccia al lupo’ e, meglio ancora, di ‘luogo destinato ad alloggiare questo equipaggio’. Tutto questo percorso ci mostra, in maniera esemplificativa, la dinamica del trasferimento di un nome di arte o mestiere a quello di abitazione. UN NOME. UN MESTIERE. Il quartiere Livatera prenderebbe il suo nome, appunto, seguendo questo schema: louvetier, il mestiere esercitato; louveterie, le abitazioni di cacciatori che nel Medioevo, in questo specifico territorio, esercitavano la caccia al lupo. È bene a questo punto aprire una breve parentesi relativa alla plurisecolare lotta Ovile megalitico con lastroni per impedire l’accesso ai lu a questo predatore, per precisare che già nell’Alto Medioevo, con il passaggio da una economia basata prevalentemente sull’agricoltura ad una in cui pastorizia e caccia venivano ad assumere un ruolo sempre più importante per il sostentamento quotidiano, tra uomini e lupi venne a delinearsi una più accanita competizione per le risorse alimentari. Il lupo divenne l’animale che più di ogni altro ostacolava lo sviluppo delle attività antropiche e, per la sua presenza diffusa e minacciosa, iniziò a rappresentare un pericolo costante anche per l’incolumità fisica dell’uomo, non esclusa la potenziale trasmissibilità della rabbia. Il terrore dei lupi assunse in tutta l’Europa medievale forme addirittura ossessive, tanto che nelle zone infestate quasi ogni villaggio disponeva di un gruppo di cacciatori sempre pronto a combatterli. A ciò bisogna aggiungere la diffusione di simbologie e superstizioni che fecero del lupo un elemento totalmente negativo, capace di configurare le forze del male. Basti pensare a Dante (che dai Bestiari CURIOSITÀ Lo storico Aricò e la derivazione greca Nel Medioevo simbologie e superstizioni identificarono il lupo con le forze del male QUESTO STUDIO di toponomastica nasce come risposta ad una ipotesi etimologica formulata nella Relazione urbanistica allegata al Progetto di restauro del centro storico di Montalbano Elicona del 2009, riguardante appunto il quartiere Livatera, redatta dal professore Aricò, docente di Storia dell’Architettura all’Università di Messina, il quale, pur palesando evidenti difficoltà, propone una derivazione greca assolutamente inaccettabile e priva di qualunque fondamento scientifico: «Livatera – egli scrive – è toponimo di complessa soluzione etimologica. Libadeion (= zona di prati) è certamente il più probabile etimo, perfettamente affine nella radice ma apertamente in contrasto nel suffisso eion volgarizzato in era. L’etimo grecobizantino di Livatera (secolo VI-IX) non credo possa essere datato oltre il IX secolo […] La “zona di prati” lascia pensare infatti ai pascoli e convive perfettamente con la fonte del Tirone e col declivio fino al letto della fiumara sottostante. Libadeion, benché originato da una popolazione insediata nell’area, tace di un qualsivoglia rapporto causale con l’eventuale insediamento…». Il risultato di tale “stimolazione” è questo saggio. centonove pagina 26 posterpatrimonio upi Una stradina del quartiere Livatera attingeva parecchie delle sue informazioni), il quale associò al lupo il simbolo di avidità e di frode: maghi, ladri e impostori erano tutti confinati nell’ottavo cerchio dell’Inferno, condannati per aver commesso i “peccati del lupo”. LA MANDRIA DEL GESUITA. A Montalbano una testimonianza ancora oggi visibile della lotta a questo predatore è costituita dal monumentale ovile di Portella Zilla (conosciuto in loco come ‘la mandria del Gesuita’) il cui recinto di pietre a secco – grossi blocchi monolitici riutilizzati da un precedente fortilizio di epoca romana – presenta delle lastre sommitali aggettanti atte a impedire l’accesso ai lupi. Può anche essere utile ricordare il vecchio odonimo Chianu ‘a lupara ubicato, non casualmente, nel quartiere Livatera. Fosse stato al maschile, come nel locale agro-toponimo Ìsula ‘u luparu, avremmo concluso che tale nome corrisponde a ‘cacciatore di lupi’, ma essendo al femminile non si ha certezza su quale valore semantico possa essergli attribuito. Tuttavia, anche se non si trattasse di un nome legato all’esercizio della caccia o di una variante diacronica da porre accanto a livatera, di certo la sua base è ‘lupo’ e dal punto di vista linguistico è una voce interessante, in quanto dimostra un cedimento a Montalbano della primitiva radice settentrionale nei confronti del pansiciliano lupu. Si tenga conto in proposito che in altri centri galloitalici siciliani per denominare ‘il lupo’ viene ancora oggi rispettata l’antica forma settentrionale: così troviamo u luvu a Nicosia e u ddauv’ a San Fratello. Una suggestiva testimonianza storica indiretta, risalente a metà Cinquecento, che può essere correlata con questa interpretazione etimologica, viene offerta da quanto scritto dal Fazello su Montalbano, di cui fornisce solo tre notizie: oltre al castello di Federico III d’Aragona e al sepolcro di Arnaldo da Villanova, ciò che ha suscitato l’interesse del grande storico, è stata la presenza di una moltitudine di cani dalla elevata statura e dalla grande ferocia ivi allevati e custoditi: « insigne quoque est magna prae caeteris canum statura ac ferocia». LA CACCIA AI CANI. Questa singolare e, tutto sommato, curiosa annotazione fazelliana potrebbe trovare piena giustificazione se la presenza di questi cani venisse collegata ad un loro speciale utilizzo, ad un ambito venatorio particolare, come appunto quello della caccia al lupo. La louveterie potrebbe, di conseguenza, dare una definitiva risposta alla domanda, finora senza esito, sul perché il Fazello abbia ritenuto fare una espressa menzione di questi cani senza tuttavia averne specificato la funzione. La descrizione fenotipica fatta dallo storico siciliano trova un’effettiva rispondenza con una razza di cani autoctona, oggi estinta, conosciuta in passato come cani‘i buccièri ‘cani dei macellai’, sopravvissuta fino al secolo scorso: si trattava di molossoidi, cani di grossa taglia, a pelo corto, alti, robusti e sufficientemente aggressivi da affrontare i lupi. Questi standards trovano attuale riscontro in Italia nella razza del cane Corso e nel Regno Unito nella razza Irish wolf hound, un gigante della specie canina, utilizzata originariamente per lo stesso scopo venatorio, come indica il nome, wolf ‘lupo’. Se questa chiave di lettura è corretta, sarebbe anche una prova dell’esistenza di una tradizione venatoria specifica, peraltro sconosciuta in Sicilia, presente invece nel Messinese. Ritornando ai contenuti semantici, è giusto citare – ma con sempre minore possibilità – altri due possibili significati alternativi: tenuto conto che louve ‘lupa’ in senso figurato vuol dire quasi universalmente ‘donnaccia’, louveterie (sempre in senso metaforico) potrebbe significare ‘lupanare’, ‘postribolo’, oppure ‘luogo in cui veniva cardata e battuta la lana con un attrezzo chiamato «lupo»’. Ma, mentre il senso traslato potrebbe anche essere ammissibile, quest’ultima ipotesi viene presto a cadere se si considera che tali opifici, in Sicilia denominati paratori, sorgevano presso abbondanti corsi d’acqua e lungo 7 Febbraio 2014 Il Louvre di Parigi, condivide la stessa origine etimologica il vicino fiume Elicona rimane il toponimo Paratore a ricordare il luogo in cui, appunto, venivano lavorati i drappi e i panni di lana. Una volta accertata l’etimologia, non rimane che conoscere “quando” questo termine può essere nato e “come” è potuto giungere dalla Francia fino alla lontana Sicilia e conservarsi isolatamente a Montalbano. A tal proposito appare utile rammentare che anche il Louvre di Parigi, riconosce come base etimologica louveterie, in quanto Filippo Augusto, prima della partenza per la terza crociata (dal 1190 in poi), aveva fatto costruire in quel luogo una torre con funzione di alloggio per cacciatori e relativi canili. TRADIZIONE FRANCESE. Ciò riporta alla fine del XII secolo una datazione sicura per questo vocabolo, che secondo la tradizione francese potrebbe anche risalire più indietro, fino a Carlo Magno. Nel 1308, poi, Filippo il Bello istituì in Francia un corpo speciale, preposto esclusivamente alla caccia del lupo, chiamato ufficialmente la Louveterie. Questa istituzione venne potenziata nel 1404 da Carlo VI e poi, nel 1520, con Francesco I fu creata la carica del Grand louvetier de France, che perdurò fino alla Rivoluzione. Abolita in quegli anni, la Louveterie venne poi ripristinata da Napoleone. Essa riscuoteva come sempre dei premi per ogni capo ucciso, direttamente dagli abitanti della zona, a testimonianza che il danno economico causato dal lupo in Francia dovette Un “louvetier” medievale centonove pagina 27 essere per secoli particolarmente sentito. Ancora oggi il termine louveterie in Francia è diffuso. Per quanto riguarda, invece, il modo in cui questo termine può essere giunto in Sicilia, è fondamentale segnalare l’esistenza in Piemonte, esattamente nel piccolissimo comune di Frassinetto e nel comune di Condove (entrambi in provincia di Torino), di contrade denominate Luvatera: tale prestito dal francese rappresenta appunto l’anello mancante per spiegare l’introduzione di questo vocabolo in Sicilia attraverso la mediazione di immigrati di provenienza settentrionale avvenuta in età normanna. Se così è, il quartiere Livatera, situato in una zona di espansione dell’originario nucleo abitativo, potrebbe essere stato il luogo di prima accoglienza e di iniziale insediamento dei coloni lombardi a Montalbano, al quale hanno dato un nome noto nella loro lingua, partendo da un’attività molto particolare ivi esercitata. Pertanto, l’etimologia di questa “perla linguistica” ci riporta in pieno XII secolo, al momento in cui la contessa Adelaide del Vasto, moglie del Gran Conte Ruggero, fa giungere dalle sue terre del Monferrato, consistenti gruppi di coloni che, sbarcati a S. Lucia del Mela, si ripartiranno in tutta la Sicilia e più compattamente in alcuni centri che conservano ancora oggi visibili tracce della loro lingua d’origine. Circa la distribuzione areale del toponimo, in conclusione, Louveterie, è abbastanza diffuso in Francia, il prestito Luvatera è piuttosto raro in Piemonte, mentre il derivato Livatera è un termine presente solo in Sicilia a Montalbano. Questa voce che, come detto, non penetra nel lessico siciliano, si affianca tuttavia ad una consistente serie di vocaboli diffusa nell'Isola durante il periodo normanno, nel quale vennero introdotti soprattutto nomi di arti, mestieri e oggetti legati alla civiltà cortese e cavalleresca. Si tratta, pertanto, di un antico termine galloromanzo veicolato dagli immigrati lombardi, che l’appartata e galloitalica Montalbano ha saputo custodire designandone un quartiere. Un modesto gruppo di vecchie case che ha, nell’origine del nome, “qualcosa” in comune anche con il più famoso museo al mondo. 7 Febbraio 2014 posterlibri SAGGI. Andrea Scanzi “analizza” una generazione in panchina Quarantenni, non è tempo per noi Un giornalista, un libro Comincia Carbone Catania. Un giornalista, un libro, un the. Sarà Antonello Carbone a inaugurare col il suo noir (o "giallo"?) "A Taormina, d'inverno" la nuova iniziativa della segreteria provinciale di Assostampa. Appuntamento il 10 febbraio, alle ore 17,30 al ristorante Noah di largo dei Vespri-via Redentore, con Daniele Lo Porto, Antonio Iacona e Antonello Carbone. Il giornalista a muso duro contro “chi mira al pareggio e “non si assume responsabilità”. A parte Troisi, Benigni, Arbore... DI LUIGI FERLAZZO NATOLI Messina. Andrea Scanzi, 40 anni nel 2014, una delle firme più sulfuree del “Fatto quotidiano”, con il saggio “Non è tempo per noi” (Rizzoli, pp.175, euro 17), il cui titolo è tratto dal disco di Ligabue, formula un j’accuse autoironico e non soltanto critico nei confronti della generazione dei quarantenni, definiti nel sottotitolo “una generazione in panchina” e - parafrasando Edmondo Berselli – “fatta in larga parte da diversamente adulti”. Orbene, a parte la intransigenza manifestata dall’autore verso una generazione che “mira sempre al pareggio” e che non sa assumersi le proprie responsabilità, a me pare forse un po’ troppo impietoso non tenere conto interamente che la generazione dei quarantenni si è formata con gli inevitabili condizionamenti, nell’era berlusconiana, fondata sulle Tv commerciali e sui film-panettone e non, ma sempre riproducenti i soliti temi di una commedia all’italiana più edulcorata che graffiante, come era stata invece quella dei Risi, Monicelli etc. Insomma, si tratta di una generazione che aveva 20 anni quando prese il potere Silvio Berlusconi e circa quaranta quando il leader di Forza Italia fu disarcionato. E, dunque, tenuto conto di ciò l’originalità del saggio di Andrea Scanzi sta, a parer mio, nella ricostruzione della formazione della generazione dei quarantenni attraverso le canzoni, i cantautori, i film e la televisione con nello sfondo la quotidiana cronaca politica, con tutti i LACERTI DI LETTURE personaggi cattivi e talora, ma più raramente, buoni, passati in rassegna dall’autore e giudicati senza peli sulla lingua. “Il capodanno del 1999 – commenta Scanzi – è anticipato da sentori di disgrazia, apocalissi imminenti e Millennium Bug. Non succede nulla, a parte due cose: Carlo Conti è sempre in tivù [ e aggiungerei, immeritatamente, con una serie di show e una sempre più stupida e insulsa “Eredità”] e noi siamo molto meno al cinema”. E successivamente Scanzi – ricordando la scelta di Enrico Berlinguer del 7/6/1984 di morire parlando in comizio alla sua gente – osserva impietosamente: “Un exemplum prodigioso, un martirio struggente, un sacrificio sommo, a cui la mia generazione ha dovuto sostituire le cazzate di Micaela Biancofiore o i brodini di Francesco The man Boccia”. Ovviamente Andrea Scanzi non lesina il proprio rispetto per autori come Troisi, Benigni, Rino Gaetano, Arbore etc., ma riconosce soprattutto in Mario Monicelli il grande maestro che a 95 anni, prima di porre fine alla sua vita, trovò il coraggio di dire in un’intervista: “Io spero che questa sceneggiatura [riferimento alla situazione attuale ] finisca con quello che in Italia non c’è mai stato: una bella Rivoluzione…C’è stata in Inghilterra, c’è stata in Francia, c’è stata in Russia, in Germania, dappertutto meno che in Italia”. Evidentemente Monicelli era – e giustamente – molto incazzato e, allora, secondo me invertendo per così dire la rotta e senza rivoluzione, forse non ci resta che sperare (con tutte le necessarie PRESENTAZIONI Latte di Mandorle, lo Stretto nel libro di Sara Rodolao Andrea Scanzi riserve) nei quarantenni alla Matteo Renzi ed Enrico Letta, che oggi (ma quando ha chiuso il libro Scanzi non poteva saperlo) sono al potere come segretario del Pd e premier di un governo sia pure traballante. E soprattutto nei quarantenni che come Scanzi riescono sempre ad esprimere una criticità lucida e priva di condizionamenti. LA CLASSIFICA Pisa. Giovedì 13 febbraio alle 17,30 alla libreria Blu book di Pisa, presentazione del romanzo "Latte di Mandorle" della poetessa e scrittrice Sara Rodolao. Latte di Mandorle, ambientato in un triangolo geografico che da Scilla nella magià dello Stretto di Messina si sposta in Liguria, precisamente ad Albenga, passando per la Torino degli anni sessanta, narra con toni intensi e coinvolgenti la storia di Rocco Cetrara e tre generazioni della sua famiglia che " Figlio del Mare", sarà portato lontano dal mare col Treno della Speranza che correva verso la nebbia. DI FELICE IRRERA Ambientato negli anni Cinquanta, il libro narra, attraverso una scrittura luminosa e di gran fascino, una storia vera di emigrazione e razzismo al centro di un’Africa accogliente e spietata, bellissima e violenta. Roberta Lepri, Io ero l’Africa, Avagliano 2013, pp. 184, € 13,00 Sepulveda Margaret Mazzantini 1tanzaLuis Storia di una lumaca che scoprì l'impor- 4 Splendore - Mondadori della lentezza - Guanda Suzanne Collins Michele Serra 5 Il canto della rivolta. Hungar Games 2GliFabio sdraiati - Feltrinelli Mondadori Volo Collin 3Verso casa - Mondadori 6Suzanne Hungar Games - Mondadori www.wuz.it FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) Cosa vuole capire? Il fatale recapito finale di quei processi di valorizzazione dell’incompetenza di cui siamo inesorabilmente vittime. “«Dunque alle ore tre del dodici giugno è nato Luigi, ..va bene?» disse l’impiegato. «Benissimo» disse il padre. «E ora veniamo alla parte più delicata dell’atto. Che laurea vuole per suo figlio?» disse l’impiegato. «Che laurea?» «Deve scegliere una laurea. Prima che suo figlio nascesse non le è capitato di pensare: questo qui lo faccio medico o avvocato?» disse l’impiegato. «Sono cose che si dicono» «Ora sono cose che si scrivono: qui sull’atto di nascita» «Lei scherza» disse il padre. «Le pare che qui io possa mettermi a scherzare? Legge 995 del 5 giugno, articolo primo» «Mi faccia capire» «Che cosa vuol capire?» «Mettiamo che io ora dica: vorrei che diventasse ingegnere. Poi che fa, debbo per forza farlo studiare da ingegnere?» «Lei, egregio amico non ha capito niente. Ma non legge i giornali? Studiare da ingegnere, diventare ingegnere! Ma quando mai! Lei deve dire una sola parola: ingegnere. E io qui scrivo: laurea in ingegneria» «Ancora non capisco» «Lei non vuole la laurea per suo figlio? Ma le sembra di agire da padre?» si scandalizzò l’impiegato. «Ma mettiamo che questo bambino viene su senza testa allo studio» «E che deve studiare?» «E come ci arriva alla laurea?» «C’è già arrivato, alla laurea: appena io avrò scritto in questo spazio, suo figlio è già laureato e subito il rettore le centonove pagina 28 manderà il diploma di laurea» «Ma dico: a scuola questo bambino deve poi andare, o no?» «Se vuole» «E se non vuole?» «Non cambia niente» «Non gli ritirano la laurea?» «Ma neanche per sogno! Resta laureato a tutti gli effetti, capisce? E se ora gli diamo la laurea da ingegnere, anche se a scuola non va nemmeno per un giorno, può dirigere la costruzione di un ponte, di un palazzo?» «Esattamente» «Ma le scuole ci sono ancora?» «Si, ci sono» «Ma senza lo studio, senza l’esperienza» «Ho capito: lei è per il nozionismo» «Non lo so, però che le cose si debbono sapere» «Non è più necessario. Le nuove generazioni conosceranno tutto senza sapere niente. Via sbrighiamoci: che laurea vuole?». Lacerti tratti da: “La laurea” - 1970 Leonardo Sciascia posterstoria 7 Febbraio 2014 MESSINA MUOVE VISIONI MUSICA DI MARCO OLIVIERI DI CESARE NATOLI Verso gli Oscar Una band per Off in Jazz In attesa della cerimonia degli Oscar, il prossimo 2 marzo a Los Angeles, il mondo celebra l’immensa arte d’attore di Philip Seymour Hoffman. Morto a 46 anni, nella sua casa a New York, il premio Oscar per “Truman Capote” rimarrà un monumento da studiare, per finezza introspettiva e classe sia al cinema sia al teatro, con interpretazioni da ricordare in “Magnolia”, “Il dubbio” e “The Master”, tra gli altri. Merita un commosso ricordo anche il regista padovano Carlo Mazzacurati, autore sensibile e dallo sguardo profondo di film come “Notte italiana”, “Un’altra vita”, “Il toro”, “La lingua del santo” e “La giusta distanza”. In un ambito più ludico, invece, possiamo riservare alcune righe alla 86esima edizione degli Oscar. Dieci le candidature di “American Hustle” e di “Gravity”, nove quelle dell’interessante “12 anni schiavo”, mentre “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino concorre come miglior film straniero. Tra i titoli più intriganti, spiccano “Nebraska” di A. Payne, “Philomena” di S. Frears e “The Wolf of Wall Street” di Scorsese, mentre il trasformato Matthew McConaughey di "Dallas Buyers Club" e l'ottima Cate Blanchett di "Blue Jasmine" ambiscono con molte chance al premio come migliori attori. NUOVO appuntamento di qualità per “Off in Jazz”. Il fortunato cartellone allestito da Mimmo Papa propone infatti agli appassionati, domenica 9 febbraio, un concerto e un ottetto originali e, potenzialmente, molto coinvolgenti. Si tratta della “Jazz Factory Big Band”, una formazione fondata da alcuni dei migliori elementi dell’“Orchestra Jazz del Mediterraneo”, da anni protagonista di una pregevole opera di promozione e divulgazione della musica jazz, con all’attivo prestigiose collaborazioni con artisti di fama internazionale. Per la prima volta sul palco di “Off in Jazz”, dunque, si esibirà una ‘grande’ formazione; una vera e propria ‘orchestra jazz’, composta da musicisti siciliani che costituiscono delle autentiche eccellenze del jazz italiano: Rino Cirinnà (sassofono), Orazio Maugeri (sassofono), Dino Rubino (tromba), Gianni Morello (tromba), Camillo Pavone (trombone), Seby Burgio (pianoforte), Nello Toscano (contrabbasso), Peppe Tringali (Batteria). La band proporrà un repertorio variegato, composto prevalentemente dagli standard più conosciuti della tradizione negli originali arrangiamenti di Gabriele Comeglio. Il concerto si svolgerà come sempre alle ore 20,30 presso il messinesse Centro Multiculturale Officina di Via Croce Rossa 69. Per ulteriori informazioni o prenotazioni è possibile consultare il sito www.offme.it. MUSICA Jazz Factory Big Band Messina. Domenica 9 febbraio la Rassegna “Off in Jazz” al Centro multiculturale Officina, curata da Mimmo Papa e Antonella Casuscelli, prosegue all’ insegna della migliore qualità, con un concerto e un ottetto straordinariamente coinvolgenti. Ospite della Rassegna è la "Jazz Factory Big Band" , fondata da alcuni dei migliori elementi della "Orchestra Jazz del Mediterraneo". Per la prima volta sul palco una grande formazione, una vera e propria “orchestra” composta da rinomati musicisti siciliani , vere eccellenze del Jazz: Rino Cirinnà (sax tenore), Orazio Maugeri (sax alto), Dino Rubino e Gianni Morello (tromba), Camillo Pavone ( trombone), Nello Toscano (contrabbasso), Seby Burgio (pianoforte) e Giuseppe Tringali (batteria). Un momento dello spettacolo Mamma, piccole tragedie minimali Nuovo spettacolo di Roberto Bonaventura e Gianluca Casale DI PAOLO RANDAZZO Messina. Lo spettacolo del regista messinese Roberto Bonaventura, “Mamma, piccole tragedie minimali”, testo di Annibale Ruccello, produzione della compagnia “Il castello di Sancho Panza” con in scena il solo Gianluca Cesale (solido e molto bravo), non è soltanto uno spettacolo interessante e ben realizzato ma è, soprattutto uno spettacolo fecondo come se ne vedono pochi nel contesto dell’attuale ricerca teatrale siciliana. Anzitutto è apprezzabile la scelta di misurarsi con un testo della migliore drammaturgia italiana del secondo novecento; poi perché permette a piccole compagnie di questo tipo di costruire, passo dopo passo, un solido repertorio da utilizzare nelle varie situazioni in cui sono chiamate a operare (oggi un requisito assai raccomandabile); infine perché lavorare su buone drammaturgie consente, specialmente agli interpreti, di affinare una pratica attoriale (capacità comunicativa e di lettura dei testi, presenza scenica, gestione di DE GUSTIBUS corpo e voce, ritmo) che non appare affatto superata laddove si voglia costruire un serio percorso artistico. Nel merito di questo spettacolo, che s’è visto nei giorni scorsi a Catania e Patti e ancora si potrà vedere sabato e domenica prossimi (8 e 9 febbraio) a Messina, nello spazio del “Clan degli attori” di via Del Bufalo, si tratta di quattro brevi monologhi d’ambientazione, colore e persino profumo popolari e di lingua napoletana. Monologhi in cui s’ intrecciano capacità di lettura di episodi, storie e ambienti, solo apparentemente “minimali” o bassi della realtà e ironia divertita, profondità politica e cultura teatrale, affettività viscerale, materna, ancestrale e, seppur repressa, ferocia, leggerezza surreale e quasi fiabesca e comicità corrosiva, pulizia del disegno registico e musiche appropriate (curate da Orazio Corsaro), ed ancora, su tutto, la vertigine continua della follia che dà sapore al tutto e fornisce la misura esatta della grandezza del testo di Ruccello e dell’intelligenza con cui è stato riproposto. DI MASSIMO LANZA Anteprima Amarone I produttori del Consorzio Vini della Valpolicella la settimana scorsa hanno presentato l’annata 2010 dell’Amarone, la prima che può fregiarsi della Docg. Spulciando i miei appunti posso intanto sottolineare che l’annata 2010 dell’Amarone è una buona annata con un livello qualitativo medio molto alto. Ecco quindi qualche Amarone che mi ha più colpito durante i due giorni di degustazione dedicati a questo vino. Buonissimo l’Amarone ’10 della bella e dinamica cantina di Fiumane Monte del Frà, rubino intenso brillante, profumatissimo, di ciliegie, amarena, balsamico e ricco di fresche note di agrumi scuri in bocca è sapido, lungo e persistente. Gran bel vino. Anche l’Amarone ’10 di Montezovo centonove pagina 29 è molto piacevole, note fruttate e balsamiche che virano verso il fumè al naso, bocca fresca, asciutta, persistente ed armonica, lungo il finale. Piacevolissimo anche l’Amarone Corte Vaona di Novaia di Marano in piena Valpolicella, profuma di liquirizia, visciola, tabacco armonico, ben bilanciato tra alcol e acidità al palato, di bella persistenza il finale. Mi ha colpito anche l’Amarone ’10 della Tenuta Chiccheri, frutta rossa matura, bucce di agrumi, e note balsamiche al naso, fresco, ampio ed armonico al palato. Di bell’impatto alla vista l’Amarone ’10 Il Re Pazzo della cantina Terre di Leone giovanissima azienda che però ha gia tanti estimatori, elegante e raffinato al naso, frutto croccante e grande equilibrio all’assaggio, finale lungo e persistente. Di notevole fattura anche l’Amarone ’10 Albino Armani prodotto dall’omonima cantina. Alla prossima settimana per la seconda parte dell’Anteprima Amarone 2010. 7 Febbraio 2014 posterlettere QUI SCUOLA DI ANDREA SMITH HERITAGE GUI DI SERGIO BERTOLAMI Noi e gli altri Esami di Stato Così le seconde prove PUNTUALE NELLA scadenza, il MIUR ha reso note le materie che saranno oggetto della seconda prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione: Greco al Liceo classico; Matematica al Liceo scientifico; Lingua straniera al Liceo linguistico; Pedagogia al Liceo pedagogico; Economia aziendale ai Ragionieri, Estimo ai Geometri; Alimenti e alimentazione all'istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione. Queste alcune delle materie scelte contenute nel decreto firmato dal ministro Maria Chiara Carrozza che individua, tra l'altro, anche le materie assegnate ai commissari esterni. Per gli Istituti tecnici e professionali sono state scelte materie che, oltre a caratterizzare i diversi indirizzi di studio, hanno una dimensione tecnico-pratico-laboratoriale. Per questa ragione la seconda prova può essere svolta, come per il passato, in forma scritta o grafica o scritto-grafica o scritto-pratica, utilizzando, eventualmente, anche i laboratori dell'istituto. Per il settore artistico (Licei e Istituti d'arte) la materia oggetto di seconda prova ha carattere progettuale e laboratoriale e la prova si svolge in tre giorni. Nella scelta delle materie affidate ai commissari esterni è stato seguito, laddove si è rivelato opportuno - scrive il ministero, il criterio della rotazione delle discipline. Quest’anno sono 122 gli istituti coinvolti nel progetto Esabac, a fronte dei 50 dell'anno scorso, finalizzato al rilascio del doppio diploma italiano e francese. Le prove scritte dell'Esame di Stato si terranno mercoledì 18 giugno (prima prova) e giovedì 19 giugno (seconda prova). Dirigenti scolastici ed insegnanti presenteranno online la domanda di partecipazione agli Esami in qualità di presidenti di commissione e di commissari d'esame. ECOLOGIA&AMBIANTE ANTIBUDDACI DI DINO CALDERONE Una marcia per unire Domenica scorsa si è svolta la 36 Giornata per la vita, promossa dalla chiesa italiana, dal titolo “Generare futuro”. Dopo la celebrazione eucaristica, presieduta dal Vicario Generale Mons. Carmelo Lupò, alcune centinaia di persone hanno formato un corteo lungo il tratto di strada che va dalla chiesa S. Francesco all'Immacolata sul Boccetta fino a Piazza Duomo. Il clima fra i partecipanti era molto sereno e gioioso, gli slogan positivi, nessuno striscione o immagini particolari da suscitare reazioni negative. Il richiamo al fondamentale valore della vita era rivolto a tutti: politici, personale addetto alle strutture socio sanitarie, singoli cittadini. Dopo tanti anni di impegno quotidiano, spesso paziente e silenzioso, da parte dei Cav (Centri di aiuto alla vita) che aiutano le donne a non abortire, è giunto il momento di fare una valutazione più attenta e complessiva di cosa sia l'aborto in Italia. Dai dati relativi al 2012 risulta che il numero degli aborti in Italia (105.968) “tra i più bassi dei Paesi industrializzati”, secondo il ministero, è pur sempre elevato, ma rispetto al dato del 1982 (234 mila) si è più che dimezzato, con un calo del 5% in meno rispetto al 2011. Un terzo degli aborti sono di donne straniere. A quanto pare, la buona applicazione della legge 194 fa si che sempre più donne vadano ai colloqui preliminari all'aborto e ci ripensino. Certo, dai Cav emergono storie difficili e drammatiche che fanno pensare. Ma a volte, si legge sul quotidiano Avvenire, basterebbe un piccolo aiuto economico, pagare per esempio i pannolini dei neonati, per fare sentire una donna meno sola. Se gli aderenti ai due “partiti” pro-vita e pro-scelta, anziché polemizzare spesso sterilmente sui sacri principi, trovassero punti di convergenza concreta e operativa sul tema della prevenzione, gli aborti sicuramente diminuirebbero e le donne si sentirebbero più libere di non abortire. Perchè non parlarne anche a Messina? Il tempo delle contrapposizioni non può durare in eterno. [email protected] Il “Cortile dei Gentili” è un’agorà, uno spazio di dialogo messo a disposizione dei cittadini da parte della Biblioteca Regionale Universitaria di Messina. Servirà a riflettere sui nodi cruciali della realtà odierna: sulla religione, l’etica, la politica, la vita civile. Nel primo degli appuntamenti, con cadenza mensile, si è trattato di identità. «A cosa (e se) serve l’identità in un mondo che cambia». Ho provato a rispondere che nessun uomo è un’isola. Siamo invece penisole per metà attaccate alla terraferma, legati al sesso e alla lingua, alla tradizione, alla città, alla nazione e a tutte le cose che la storia personale e collettiva ci permette di assommare. Mentre l'altra metà getta lo sguardo verso uno spazio da scoprire. Una visione apparentemente scontata. Eppure molti considerano l'identità come unità indifferenziata. E nell’idea dualistica della nostra cultura esiste sempre un “noi” e un “voi”. Così più si marcano le distanze, più aveva ragione Eraclito nell’individuare il principio di tutte le cose in “Pòlemos”, la guerra. In verità una radicata attitudine a interagire con gli altri aiuta a scoprire chi siamo, ma dopo aver fissato i confini della nostra reale esistenza. Ecco perché l’unica azione praticabile sembra sussistere nel rapporto costante con l’alterità, cioè l’identità degli altri. Allora ci accorgiamo che le differenze che ci separano e spesso ci oppongono sono artefatte e finzionali (Remotti). Sono il prodotto di una stratificazione secolare. Perché l'identità non esiste di per sé, ma ha origine nell'ambiente che abbiamo saputo (o voluto) costruire. [email protected] DI ANNA GIORDANO Per favore,tacete Sarebbe un paese stupendo quello dove, all’indomani di disastri evitabili, tutti capissero che è ora di cambiare musica e di smetterla di fare e autorizzare ciò che le provoca. Mi riferisco a tutti coloro che hanno responsabilità sulle scelte progettuali, che mai, o quasi mai, dicono no ad espansioni edilizie, anche singoli interventi che però si sommano ad altri, mai un no a porticcioli, a nuove occupazioni di suolo, a improvvide discariche in aree di impluvio, a muri e muretti e muraglioni, a villettopoli ovunque, a porti canali e dighe foranee. Mai un diniego. Non è cambiata, non più di tanto, la meteorologia né il clima. Da che mondo e mondo ci sono state intensissime precipitazioni piovose ed è da arroganti dimenticarsi che se il letto di una fiumara è largo ma lovediamo asciutto quasi sempre, è perché, prima o poi, arriverà la piena. A Messina, torrente Giostra, Annunziata, il viale Europa e altri, Papardo incluso, erano larghi, larghissimi, ora sono strade. E quando un giorno diluvierà cosa si invocherà? Fato, malasorte, natura cattiva, cambiamenti climatici? O si avrà l’umiltà di capire che la nostra arroganza vince oggi sulla natura, ma domani soccombe miseramente e dolorosamente?? Sanno gli amministratori cosa sia un terreno alluvionale? hanno idea di cosa siano le zone di esondazione dei fiumi e delle fiumare? Possibile che decenni di disastri, di vittime innocenti non abbiano indotto nessuno se non pochissimi e bistrattati a dire centonove pagina 30 basta all’appetito cementizio? Ci sarà qualcuno che a fronte di erosione costiera e danni a seguire dica stop a tutti i progetti di porti, porticcioli, porti canali, ripascimenti devastanti a suon di materiale buttato in mare con gran guadagno delle ditte che risolvono così il problema dello smaltimento in siti diversi? tutto ciò distrugge la posidonia oceanica, devia l’energia dell’onda che si abbatterà altrove. A Ganzirri si lamentano delle strade che diventano fiumi, ma si è mai levata una voce contro la cementificazione delle colline? E che dire degli interventi piccoli che si potrebbero fare per evitare il peggio, segni di dissesto in corso che rimangono lettera morta per anni e si interviene (forse) a danno compiuto? Basta cemento, basta impermeabilizzare suoli, basta invadere il mare, oppure, ai prossimi disastri, per favore tacete, tutti. postercommenti ELIODORO PUNTINI SULLE “I” Servizi Sociali, Consulta: «Pieno sostegno e dialogo col sindaco» Gentile direttore, ho letto l’articolo a firma di Alessio Caspanello su una presunta guerra tra la Consulta delle organizzazioni che operano nell’ambito delle attività sociali e l’Amministrazione comunale. Avendo presieduto le ultime tre Assemblee, non mi risulta che questa posizione sia stata assunta né condivisa dalla maggioranza delle organizzazioni presenti. Al contrario debbo registrare che c’è la volontà di lavorare per offrire un contributo di qualità alle politiche sociali che questa Amministrazione intende portare avanti. L’ argomento che ha interessato l’articolo di Alessio Gaspanello, non era all’ordine del giorno e non è stato sottoscritto nessun documento politico di contrapposizione alle decisioni assunte dalla Giunta, presieduta da Accorinti. Mi preme difendere e costruire l’unitarietà di un Terzo settore le cui contrapposizioni interne lo hanno reso ancora più debole nell’interlocuzione con le istituzioni. Il mio compito è, comunque, quello di rappresentare le scelte assunte dalla maggioranza delle organizzazioni 150 PAROLE DA PALERMO Nove poltrone, un’unica vita DI MARIA D’ASARO La notizia è di sabato scorso: dopo le polemiche sui suoi molteplici incarichi e le indagini della Procura della Repubblica di Roma sulla sua attività di direttore dell'Ospedale Israelitico dell’Urbe per truffa ai danni dello Stato (l’ospedale avrebbe percepito rimborsi non dovuti dalla Regione Lazio per vari milioni di euro), Enrico Mastrapasqua si è dimesso da presidente dell’Inps. Così i suoi incarichi, 25 sino a poco tempo fa, oggi sono solo otto. Certo, in questi tempi di dolorosa disoccupazione di massa, disturba che Mastrapasqua e tanti altri manager siedano su varie poltrone. Ma forse si dovrebbe provare pietà verso l’ex presidente dell’Inps, non invidia o rancore: una persona così impegnata magari si perde la magia di un tramonto, le carezze di un cane, il sorriso di un amico sincero. Indignazione e rabbia dovremmo invece serbarla per un modello di sviluppo e un sistema politico che consente ancora tali funeste concentrazioni. 7 Febbraio 2014 presenti nella Consulta, permettendo a tutti di esprimere il proprio punto di vista. Non è, però, accettabile che una posizione marginale venga fatta passare come quella assunta dalla Consulta delle Organizzazioni che operano nelle attività sociali (nell’articolo si cita addirittura un inesistente documento della Consulta). E’ innegabile che all’interno delle due ultime assemblee le argomentazioni riportate nell’articolo siano state sostenute da parte dell’esperta del sindaco, Angela Rizzo, e da due associazioni. L’esperta del sindaco ha criticato una deliberazione assunta dal primo cittadino e dal suo esecutivo, chiedendone il ritiro in quanto convinta che si fosse voluto scavalcare il ruolo della Consulta. Gli altri partecipanti all’Assemblea hanno ritenuto che sia trattato di un episodio contingente, stante il fatto che la Consulta era stata appena nominata. La sottoscritta ha chiesto all’assessore Mantineo di trasmettere tempestivamente gli atti di suo interesse alla Consulta e si sono avute rassicurazioni in tal senso. La richiesta di ritiro della delibera è stata frutto di ragionamenti isolati che non hanno avuto l’approvazione dell’Assemblea. IL PRESIDENTE Maria Lucia Serio «Nessuna guerra della consulta» I sottoscritti rappresentanti delle organizzazioni di Terzo settore, presenti all’Assemblea della Consulta del 22 gennaio c.a., chiedono rettifica di quanto riportato nell’articolo “Servizi Sociali, non Mantineo le promesse”, a firma di Alessio Caspanello. La Consulta non ha mai assunto le posizioni che il giornalista le attribuisce. Non esiste alcuna “guerra della Consulta” come riportato nel pezzo del quale si chiede la rettifica. Il giornalista, poi, parla di un “documento presentato dalla consulta” citando, tra virgolette, come testuale, una dichiarazione che la Consulta non solo non ha mai approvato ma ANIMAL HOUSE Il silenzio dell’applausometro CATANIA - I catanesi lo chiamano ormai "l'applausometro" e serve per misurare il livello di simpatia e apprezzamento verso gli amministratori locali. L'appuntamento è per il corteo del 3 febbraio, giorno dei festeggiamenti per Sant'Agata, quando il corteo delle autorità sfila dietro i cerei che vengono offerti alla patrona. Lo scorso anno, a pochi mesi dalle elezioni, Bianco batte Stancanelli, facile profezia di quanto sarebbe accaduto nelle urne. L'altro giorno, invece, in testa al corteo ad affiancare il sindaco c'era il socio della "strana alleanza", il sottosegretario Giuseppe Castiglione, colonnello del Ncd. Questa volta, però, neanche un timido batter di mani o un brusio di approvazione, ma solo un gelido silenzio, nonostante la giornata soleggiata. Che sia stata "l'operazione Tondo Gioeni" a raffreddare l'entusiasmo per il ritorno del sindaco della primavera? nemmeno discusso, in quanto non all’ordine del giorno. Quelle riportate sono, semmai, singole posizioni espresse dalle associazioni “ Cittadinanzattiva” e “Scienza & Vita”, o, a titolo personale, dall’esperta del sindaco, Angela Rizzo. Il rapporto con l’Amministrazione Comunale sarà improntato al rispetto reciproco e chiederemo che le nostre proposte così come i pareri che esprimeremo, sebbene non vincolanti, siano presi in esame. seguono 22 firme L’esperta: «dichiarazioni discutibili» Sento la necessità di contestare le dichiarazioni della Presidente della Consulta. In un giornale cittadino leggo “A sorpresa, ad attaccare la Giunta Accorinti è stata prorpio l’esperta del Sindaco, Angela Rizzo. Malgrado la sua posizione all’interno della consulta, la Rizzo ha fatto proprie le critiche di Cittadinanzattiva e Scienza e Vita”. Il mio sacrosanto dovere di dare voce ai più deboli e ai più vulnerabili ed a pretendere il rispetto della legalità e delle regole è stato tacciato come “scontro” e, quello che è più grave, allusiva a chissà quali mire: “punta ad una cogestione dei servizi sociali”. Smarrita e attonita da queste pesanti dichiarazioni rilasciate alla Stampa, ho chiesto all’assessore Mantineo di informarci, per tempo, sulle proposte dell’Amministrazione, in modo da valutarle in seno alla Consulta. Sento il dovere di suggerire alla Presidenza della Consulta, di dare piena attuazione ed che all’art. 7 recita testualmente: “La Consulta è il luogo deputato al confronto tra l’Amministrazione Comunale e le Organizzazioni nell’ambito delle politiche sociali), senza ingerenze e senza suggerimenti esterni. Voglio ricordare alla Dott.ssa Serio che la Consulta delle associazioni laiche non e? formata solo da Cittadinanzattiva e Scienza e vita, ma da ben 40 associazioni importanti e di grande spessore e si sono espresse con un documento (già in suo possesso). L’ESPERTA DEL SINDACO Angela Rizzo Nel pezzo è espressamente indicato che “Gli attacchi all’amministrazione e a Mantineo, sono stati portati da Andrea Cucinotta, vice segretario regionale vicario di CittadinanzAttiva, che ha parlato in nome e per conto dell’associazione nel corso dell’ultima riunione della consulta comunale. All’amministrazione non le ha mandate a dire nemmeno l'Associazione cattolica Scienza & Vita”. Voci di dissenso che si sono levate dall’interno della consulta, pur se non condivise dalla maggioranza o messe all’ordine del giorno. Nel frattempo, il 2 febbraio sono giunte le dimissioni dell’esperta del sindaco Angela Rizzo. Innegabile che il settore sia in tumulto. (A.C.) DI ROBERTO SALZANO Sempre più animalisti Spesso le storie che vedono coinvolti animali ed uomini sono storie di violenze. Ci si indigna perché si sente parlare di efferatezze perpetrate per il semplice gusto di fare del male a soggetti più deboli, che poco possono fare per difendersi. Forse però qualcosa sta cambiando e si può davvero continuare a sperare in una società pronta a riconoscere e rispettare i diritti e le necessità degli esemplari a quattro zampe. A rassicurare sono i dati del Rapporto Eurispes 2014, che nella sua nuova edizione riporta appunto numeri degni di nota e lode: gli italiani stanno migliorando o ci stanno comunque provando. In merito alla vivisezione la netta maggioranza della popolazione, l'81,6 per cento, risulta essere contraria. Un dato che si accompagna al centonove pagina 31 74% dei cittadini contrari alla caccia e all'85,5% di quelli che non approvano l'uso di pellicce. È inoltre in aumento il numero di coloro che limitano nelle loro diete il consumo di carne e pesce. Un altro risultato che fa riflettere riguarda gli equidi: molti intervistati sono dell'avviso che cavalli, asini, bardotti e loro simili vadano riconosciuti come animali d'affezione. Probabilmente le numerose campagne di sensibilizzazione lanciate nel corso degli anni iniziano a dare dei frutti. Certo è che i cittadini sono più preparati sulla causa animalista e meglio disposti ad affrontare il rapporto con gli animali, una convivenza quotidiana sempre più intensa. Malgrado non poche vicende continuino a dare da pensare sulla sensibilità dei rappresentanti del genere umano, non si può negare che l'attenzione per gli altri esseri viventi stia aumentando, in attesa che le risposte della politica si allineino alle posizioni dei cittadini.
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