sicilia

ANNO XXI Numero 5
7 FEBBRAIO 2014
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO
POSTALE A REGIME
SOVVENZIONATO 45% (ME)
SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA
L’INCHIESTA
Rifiutati
IL SINDACO ACCORINTI METTE LE MANI NEL “POZZO”
SENZA FONDO DI MESSINAMBIENTE E PORTA LE CARTE IN PROCURA.
«TROPPI DIPENDENTI. O SI LAVORA O SI VA A CASA»
EURO 1,50
7 Febbraio 2014
il punto
EDITORIALE
Incognite
elettorali
LA SICILIA È LA regione dove in
campo elettorale e legislativo
può succedere di tutto. Ad
esempio in Provincia di Siracusa
si tornerà al voto perché, dopo
un ricorso del deputato di
Rosolini Gennuso cui erano
venuti a mancare novanta voti,
sono sparite dal Tribunale le
schede che il Tar aveva deciso di
fare ricontare. Le schede sono
state inghiottite dall’acqua,
causa allagamento. Così al voto
si tornerà anche per i deputati
che erano stati eletti, da Pippo
Gianni a Bruno Marziano, che
potrebbero rischiare anche di
non essere eletti. Ma intanto che
si fa? Sono eletti, o no? Per
alcuni sì, per altri no. Il dibattito
resta aperti e non si sa se il voto
di questi deputati possa poi
essere oggetto di nuovi ricorsi.
Non va meglio alle Province.
Quelle della Sicilia sono state le
prime ad essere
“commissariate”, in attesa del
definitivo scioglimento per fare
posto alle Unioni dei Comuni.
Solo che ora qualcuno a Palazzo
ci sta pensando. Se si torna a
votare per una manciata di
deputati, perché non fare slittare
i tempi e fare tornare a votare i
siciliani anche per le Province? In
siciliano si dice: un viaggio e due
servizi. La Sicilia tanto ha come
simbolo la Triskele. E se uno gira
le cose a testa all’aria chi se ne
accorge? Cinquant’anni ci sono
voluti per mettere in piedi le
Province, altri cinquanta
occorrono per mettere in piedi i
consorzi dei Comuni.
Bagarre alla Camera prima del voto, il leghista Bonanno mostra le manette
I paladini della pochezza
Dal governatore gellato della Calabria ai pupari di quel gigantesco videogame che è il M5S.
Ecco i protagonisti di una stagione politica che rischia di ricacciarci tra le braccia di antichi padroni
DI
DOMENICO BARRILÀ
Questa settimana non possiamo negare la nostra attenzione
al M5S, gli spetta di diritto, ma prima è doveroso dare spazio a
uno di quei politici del Meridione che ci fanno stare con la
palpitazione costante, attanagliati nel timore che la Cia li
possa rapire per sottrarceli e trapiantarli direttamente al
timone del Grande Paese. Mi riferisco al governatore della
Calabria, Antonio Scopelliti, lo guardi in faccia e vai a letto
contento, uno spot alla speranza, perché pensi che se ce l’ha
fatta lui può farcela chiunque, a patto di essere disponibili a
usare la sua stessa marca di gel e a esercitarsi nel suo Italiano
un pizzico tamarro. “A noi ci piace”.
Il Governatore, presentando il Ncd calabrese, ultima (per ora)
tappa della sua migrazione, da destra verso chissà dove, si è
esibito in un monologo strepitoso ripreso da tutti i giornali. Si
sente l’orgoglio del macho calabrese, tutto d’un pezzo: “A noi
ci piace l’idea di mettere in campo uomini che siano
innamorati di donne”. Tralascio il resto, se non per dire che mi
sono permesso di fare visionare il filmato ad una decina di
pazienti lombardi, tra cui alcune donne e un giovane
ingegnere gay, genietto della robotica italiana.
Forse è meglio se tralascio anche i loro commenti, spiritosi,
bellissimi, civili, su un altro livello, inappellabili per questo
belloccio che forse non ama le tenerezze tra uomini, ma non
sembra molto preoccupato di altri servizietti, quelli che la
politica calabrese somministra quotidianamente alla sua
regione. Giusto perché è di genere femminile.
Certo, poi sono arrivate le scuse. Che non scusano proprio
nulla e nessuno, e soprattutto non leniscono ritardi culturali
talmente seri che un elettorato attento ripagherebbe nell’unica
maniera possibile.
Passiamo ad altro. Se dicessi che il fondatore del M5S è una
Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano,
Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana
Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
Graziella Lombardo
Garante del lettore: Attilio Raimondi
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persona dal baricentro precario, mi ripeterei, ma i fatti degli
ultimi giorni dicono che in certi casi è necessario farsi
memoria. All’indomani delle ultime elezioni, quelle dell’inizio
dello scorso anno, ero stato tra coloro che avevano sperato
negli eletti del Movimento, sognandoli contrappeso alla natura
inquietante del vertice, ma le attese sono andate presto deluse
e si è confermato quanto era già evidente, ossia che il M5S è
un gigantesco videogame con due pupari alla consolle. Il resto
sa molto di Forza Italia, una caserma dove i soldatini cercano
di piacere al capo, che premia e punisce a seconda di come si
alza la mattina. Democrazia bipolare.
La bagarre inscenata alla Camera è solo uno dei tanti episodi
di questa politica viscerale, pescata nel ventre di gente
accuratamente nascosta per mezzo secolo, prima di avvedersi
che il Paese stava andando in pezzi. Ora ci vogliono pensare
loro a sistemare i cocci, visto che il capo, stufo di spiegare agli
italiani come si possono riciclare i manici degli spazzolini da
denti, vuole riscattarsi portando lo spettacolo in Parlamento,
forse anche per sedare sensi di colpa che arrivano da lontano. I
Questori della Camera dicono che i 5S non scherzavano
affatto, volevano bloccare l’aula, come bambini viziati quando
il gioco non va nella direzione auspicata da loro e cercano di
rubare il pallone a tutti i costi. Se non lo conquistano insultano
la madre e la sorella dei rivali, tirando fuori il meglio dal loro
repertorio da osteria. Sembra non sia accaduto nulla, una
goliardata, invece abbiamo avuto la prova di una resurrezione.
Quella della vecchia classe politica, squalificata e letale per il
Paese, che viene riqualificata tragicamente da questi
presuntuosi professionisti del capriccio istituzionale, capaci
con le loro prodezze di ricacciarci di nuovo tra le braccia degli
antichi padroni.
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7 Febbraio 2014
riservato
MESSINA. L’allarme dopo il vertice in Prefettura. Controlli stati estisi in tutta la provincia
Cemento depotenziato, palazzine dell’Iacp a rischio
MESSINA. Scatta l’allarme cemento
depotenziato sulle Palazzine Iacp della
provincia di Messina. Dopo il vertice in
Prefettura sull’utilizzo indiscriminato
di cemento depotenziato nella
Palazzina di Corso Matteotti a Patti,
dove nove nuclei familiari dopo le
vibrate proteste del sindaco contro
l’inerzia dell’istituto, sono state
costrette a sfollare, si passano al
setaccio le strutture portanti di tutte le
palazzine costruite negli anni, per
valutarne i possibili rischi di
cedimento.
Controlli statici sono stati estesi in
tutta la Provincia, dai Nebrodi allo
Ionio. I tecnici sono chiamati a
verificare il tipo di cemento utilizzato,
attraverso la cosiddetta prova del
“cubetto”. Una indagine complessa,
questqa, che richiederà tempo e che
rischia di innescare contenziosi a
catena, in considerazione del fatto che
molte unità abitative di edilizia
economica e popolare sono in via di
dismissione , agli stessi inquilini, per le
recenti disposizione di legge.
Un fatto, quello del cemento
depotenziato, che si aggiunge ad altri
fronti caldi per l’Istituto, del quale è
commissario ad acta Venerdo Lo Conti,
EDITORIA. La Ses, Gazzetta del Sud
Si rafforza la governance
della Fondazione Bonino
MESSINA. Si rafforza la governance
della Ses, la società editrice della
Gazzetta del Sud. Attraverso una
operazione di “buy-buck”, acquisto di
azioni proprie, per un importo di
poco superiore agli otto milioni di
euro, è stato trasferito l’otto per
cento del capitale. In quota parte
hanno ceduto azioni l’Italmobiliare di
Bergamo, società del gruppo Pesenti
quotata in Borsa; Messapia, del
gruppo Ciancio, società rilevata anni
fa dalla Sir del finanziere Rovelli che
fu al centro di una lunga causa
giudiziaria finita in Cassazione tra
Mario Ciancio e Uberto Bonino; e
Francesco Pulejo. A rilevare le quote
la Fondazione Bonino, già titolare
della maggioranza del capitale, che
avrà, ai sensi dell’articolo 2357 del
codice civile, ventiquattro mesi di
tempo per decidere cosa fare. Gli atti
di trasferimento sono stati
perfezionati nello studio del notaio
Vicari, il 13 novembre scorso.
La sede dell’Iacp a Messina
quali l’emergenza “abusivi”:
l’occupazione di alloggi non
autorizzata è in continua crescita in
città, da parte di soggetti che si
dichiarano indigenti. No n va meglio
sotto il profilo dei conti: la mappa
sostanziosa delle morosità, dei tanti
inquilini che non pagano gli affitti
stimati in ciorca 150, secondo recenti
stime supera i due milioni e
mezzo di euro.
In compenso a pagare per
tutti, non si capisce secondo
quali procedure
amministrative, negli anni è
stato sempre lo Iacp:
dall’acqua, all’Enel per l’area
comune dei condomini.
La gestione dei condomini
presenta infatti una serie di
aspetti oscuri.
E anziché una anagrafica
completa con i responsabili
delle varie
strutture nella provincia,
negli anni si è alimentato un
sistema di anarchia e di
vertenze: l’istituto ha pagato
lavori eseguiti per conto dei
condomini, che poi hanno
presentato fattura all’Iacp.
Una anomalia al centro delle verifiche
della Finanza, che sta svolgendo una
delicata indagine non solo sugli aspetti
amministrativi, legati alle bollette
Amam e Enel, ma anche al mercato
sotteso delle consulenze legali,
assegnate secondo un preciso manuale
Cencelli, ad “avvocati di fiducia” dello
Iacp.
SOMMARIO
PRIMO PIANO
6. Rifiuti, niente di personale
L’amministrazione boccia il bilancio di
Messinambiente e manda le carte in Procura
POLITICA
9. Regione, la svolta Udc
Si incrina il rapporto tra D’Alia e Crocetta.
“Verifiche” dietro l’angolo
10. Pd Messina, corsa a tre
Il nuovo leader scelto dopo
il voto regionale
11. Atm, l’Orsa artiglia Manna
Il sindacato denuncia il commissario
12. Provincia incorruttibile
Il commissario Romano
vara il piano triennale
SICILIA
13. Patti, fondi per la Villa
L’assessore regionale assicura che troverà
il finanziamento per gli interventi
14. Dissesto, piove sul bagnato
Il maltempo in Sicilia miete vittime
16. Una grande storia in miniatura
A tu per tu con il presidente dell’associazione
19. Castello, crisi di identità
Un cambio di denominazione apre il dibattito
20. Messina saluta Michaud
Amici e colleghi si stringono ai familiari
del ricercatore scomparso in Antartide
ECONOMIA
21. Zfu, la faremo Franca
Così il bando per l’attuazione di interventi a favore
di micro imprese e Pmi
22. Ricciardello,
il bello del mattone
La ditta fa il salto di qualità
negli anni Novanta. Grazie al coraggio
23. Ministro distratto,
niente interessi in mora
Il ricorso di un contribuente di Rometta
apre un precedenti importante
POSTER
29. Montalbano balla coi lupi
Significato, storia e origine
di un antico termine
RUBRICHE
3. Riservato
4-5. Settegiorni
24. Consumatori / Consulenti
28. Libri/La Classifica
28. Lacerti di Letture
30-31. Lettere & Commenti
30. Qui Scuola / Heritage
30. Ecologia
31. Eliodoro / 150 Parole da Palermo
31. Animal House
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TOP SECRET
INDENNITA’
Arriva la liquidazione
per Castiglione
CATANIA. E' di 41.967,44 l'indennità
di fine mandato che la Provincia corrisponderà al suo ultimo presidente,
Giuseppe Castiglione, oggi sottosegretario all'Agricoltura. La Legge prevede, infatti, che la "liquidazione"
corrisponda ad una mensilità per
ogni anno di carica. La mensilità era
di 10.227,74 euro. Castiglione, al momento dell'elezione a palazzo Minoriti, era parlamentare europeo e,
benché insediatosi il 19 giugno 2008,
fino al 18 settembre dello stesso anno
ha percepito la più remunerativa indennità europea. L'Ufficio elettorale
nazionale del Parlamento europeo,
l'8 settembre 2008 lo aveva dichiarato decaduto.
MESSINA
Valutazioni d’incidenza,
Giuliana Mirabito rifiuta
MESSINA. “E’ venuto meno il clima di
serenità che il ruolo impone”. E’ con
queste motivazioni che Giuliana Mirabito ha rifiutato il ruolo di ingegnere della commissione comunale di
valutazione d’incidenza. Le dimissioni
le ha rassegnate all’assessore all’Urbanistica Sergio De Cola dopo un colloquio in cui ha stigmatizzato le
proteste arrivate dopo la sua nomina
da parte dei sostenitori del sindaco
Accorinti: il padre di Giuliana Mirabito, Renzo, appare nell’indagine antimafia Torrente (seppure, come
anche la figlia, mai indagato) relativa
agli affari intorno alla discarica di
Mazzarrà Sant’Andrea.
POLICLINICO DI MESSINA
Marco Restuccia
Il manager segnalato
MESSINA. E’ Marco Restuccia, già direttore amministrativo del Papardo e
della Asl, il manager segnalato dal
rettore di Messina Navarra per la carica di direttore generale del Policlinico al posto di Giuseppe Pecoraro.
Un altro nome inserito nella terna, un
amministratore romano, non dato la
sua disponibilità al trasferimento. Sul
nome di Restuccia si sono però scatenati i veti di più partiti.
7 Febbraio 2014
CHI SALE
Gaetano Duca
MESSINA. “Il tempo mi darà ragione”. E’ stata la previsione azzeccata dell’ex consigliere provinciale
dell’Mpa
che,
opponendosi alle indicazioni
dell’assessore Bisignano, da lui
erroneamente chiamato “Bisognino”, ha votato contro il ripianamento dei debiti della Sogas,
la società dell’aeroporto di Reggio, verso la quale ora il commissario Filippo Romano chiede
la restituzione di un milione di
euro.
Matteo Collura
PALERMO. Lo scrittore Matteo
presiederà un comitato di
esperti incaricati di elaborare il
progetto di una biblioteca comunale a Cefalù. Con Collura,
che di Cefalù è cittadino onorario, sono stati nominati vari docenti e alcuni giovani che, secondo il sindaco Rosario
Lapunzina, saranno i primi fruitori della biblioteca. Il progetto
del Comune mira a colmare un
vuoto culturale. Solo la fondazione Mandralisca gestisce, oltre a un museo, un patrimonio di
libri antichi tra cui alcune "cinquecentine".
Giuseppe Sobbrio
MESSINA. Giuseppe Sobbrio, già
ordinario di Scienza delle Finanze presso l'ex Facoltà di Giurisprudenza è stato nominato
Professore Emerito. Nella sua
lunga carriera, iniziata da libero
docente nel 1971 e proseguita
come professore ordinario dal
1980, Sobbrio ha ricoperto prestigiosi incarichi presso l'Ateneo
di Messina ma anche alla Luiss di
Roma e alla Scuola Superiore
della Pubblica Amministrazione
di Roma presso la Presidenza del
Consiglio.
Renato Accorinti
MESSINA. Dopo aver prestato la
voce per l’ultimo episodio di
“Mimmo e Stellario”, il sindaco
di Messina ha deciso di partecipare a un videoclip a sfondo solidale. Si tratta di "Un sorriso
può cambiare il mondo" che ha
l’obiettivo di raccogliere fondi
da destinare ad un reparto per
bambini malati terminali del Policlinico di Messina. Tanti gli artisti messinesi che hanno sposato e supportano l’iniziativa.
settegiorni
MESSINA. L’assessore Bonafede ha chiesto la disponibilità dei locali dell’Ipab Scandurra
Formazione, si apre uno spiraglio con il Ciapi
MESSINA. Si apre uno spiraglio
anche a Messina per i dipendenti
della formazione professionale
chiamati a fare parte del Ciapi, il
centro di addestramento
internazionale di Priolo che è stato
indicato dalla Regione come struttura
alla quale affidare in house i progetti
degli enti di formazione che si
ritrovano sotto la tagliola delle
indagini giudiziarie.
L’assessore alla famiglia, l’architetto
Ester Bonafede, ha chiesto al
commissario straordinario
dell’Ipab,“Scandurra-Riuniti”,
Francesco Mangano, la disponibilità
dei locali di via Sacro Cuore di Gesù a
Messina, in cui finora ha operato
l’Ancol, finita al centro di delle
indagini della Procura.
Il commissario, che è anche ispettore
dell’Ufficio provinciale del Lavoro,
nonostante abbia rilevato alcune
incongruenze nella gestione della
Fondazione Scandurra, ha rilasciato il
nulla osta. La prospettiva perchè i
locali ex Ancol possano diventare
struttura operativa affiliata del Ciapi
è che molti dipendenti eviterebbero
così costosi trasferimenti sotto le
ciminiere del Petrolchimico di Priolo.
Resta comunque alta la tensione nel
mondo della formazione: i dipendenti
Efal sono sempre in agitazione e da
ulteriori segnalazioni fatte
all’Ispettorato del Lavoro risulta che
L’assessore Ester Bonafede
nonostante abbiano fornito uomini e
mezzi per dare supporto ai corsi del
progetto “Pass” di Arca 2000, da luglio
scorso non percepiscono stipendi.
Su tutti questi aspetti l’assessore
regionale alla formazione professionale
Nelly Scilabra ha avviato una serie di
controlli a tappeto in tutti gli enti della
Sicilia, Iasl Cisl compreso dove gli
sforamenti-secondo i rilievio della
segreteria dell’assessore-si
attesterebbero a ben venti milioni di
MESSINA. Le nomine del commissario Romano
Consiglio provinciale scientifico
Così i nuovi componenti
Messina. Il commissario della Provincia di Messina
Filippo Romano ha ricostituito il consiglio
provinciale scientifico. Ricevute le segnalazioni
dalle associazioni naturalistiche e dall’Ateneo,
oltre il soprintendente ai Beni culturali e
all’ispettore ripartimentale delle foreste, che ne
sono componenti d’ufficio, sono stati chiamati a
fare parte dell’organismo i docenti, Alessandro
Crisafulli, ricercatore di botanica; Concetta
Calabrò, associato di zoologia presso il
dipartimento di Scienze Biologiche e ambientali;
Roberta Somma, ricercatore di geologia
stratigrafica e sedimentologica: Antonio Romano
Tassone, ordinario di diritto amministrativo:
Maurizio Lanfranchi, associato di economia ed
estimo rurale; Antonella Verzera, associato di
scienze e tecnologie alimentari. Per le associazioni
naturalistiche, sono stati designati Fanio Mondello,
Club Alpino Italiano; Angelo Scuderi, Lega italiana
protezioni uccelli, Alfredo Petralia, Ente fauna
siciliana. La Provincia di Messina salvaguarda gli
ecosistemi delle riserve naturali orientate “Le
Montagne delle Felci e dei Porri” nell’Isola di
Salina; la “Laguna di Capo peloro” a Messina; i
“Laghetti di Marinello” a Patti”.
centonove pagina 4
euro, tra somme accreditate dalla
Regione e non corrisposte ai
lavoratori.
E a proposito dell’Opera Pia
Scandurra, dopo anni di abbandono
della struttura, si cominciano a
muovere una serie di pedine. Se la
Provincia, attraverso il commissario
Filippo Romano ha indicato
l’ingegnere capo Carditello quale
componente della onlus,
dall’assessorato regionale è arrivata
la segnalazione della Curia di
Messina per confermare Leonida
Mirisola, nipote dell’arcivescovo
Calogero La Piana, quale
componente del consiglio di
amministrazione.
Sulla gestione dell’ente, che dispone
di tredici appartamenti a Messina e
terreni a Venetico e Rometta, oltre
che una struttura da tredicimila
metri quadrati a Contesse, si è
scatenato improvviso interesse. Le
cooperative associate de “Il Solco” di
Catania, legate alla Cisl e al mondo
cattolico, hanno chiesto la gestione
della struttura per ospitare cinquanta
immigrati. Il grande complesso
immobiliare, finora sottoutilizzato,
risulta in affitto alla cooperativa
Azione Sociale di Messina per un
canone annuo di 50mila euro, che
finora non risulta corrisposto e per il
quale la coop. ha chiesto una
rateizzazione.
SOCIETÀ
Villafranca, “Foide, io non scordo” con Caroniti
VILLAFRANCA. L'aula consiliare del comune di Villafranca Tirrena
ospiterà lunedì 10 Febbraio, dalle ore 10,30, l'appuntamento "Foibe: Io
non scordo!" organizzato dal Movimento "Giovani per Villafranca" con
il "Comitato 10 Febbraio - Provincia di Messina" ed il patrocinio
dell'amministrazione comunale. Interverrà il professore universitario
Dario Caroniti, il sindaco Matteo De Marco, l'assessore alle politiche
giovanili Gianfranco Ammendolia ed il consigliere Antonino Costa.
Annunciata la presenza di studenti in rappresentanza dell'Istituto
comprensivo di Villafranca Tirrena, del liceo "Galilei" di Spadafora e del
tecnico-tecnologico "Majorana" di Milazzo.
Docufilm su coppia gay corre per il David
PALERMO. Il documentario "Chi vuoi che sia", diretto da due giovani
allievi palermitani del Centro sperimentale di cinematografia, Riccardo
Cannella e Davide Vigore, ha ottenuto la nomination al David di
Donatello per il 2014. Il docufilm racconta la vicenda d'amore di una
storica coppia omosessuale di Palermo: Massimo e Gino, i protagonisti,
da anni si battono per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali nel
capoluogo siciliano e hanno aperto anche un laboratorio per la
lavorazione del cuoio.
Spadafora, Fidapa si interroga sulla ricerca della felicità
SPADAFORA. Sabato 8 febbraio, alle 17,30, il Castello di Spadafora
ospiterà la Conferenza "Approccio metacognitivo e strategie di
comunicazione per la ricerca della felicità", organizzata dalla Fidapa
di Venetico con il patrocinio del comune tirrenico. Interverranno
Teresa Frisone, docente formatore, Livio Rofrano, esperto di
comunicazione e marketing, Rosario Natoli, ingegnere informatico,
Francesca Maiorana, pedagogista e Rosalba Rantuccio, presidente
Fidapa Venetico. A moderare l'incontro l'architetto Francesco Amato.
7 Febbraio 2014
settegiorni
CHI SCENDE
VILLAFRANCA TIRRENA. Dai banchi di scuola a quelli del comune. Ecco la baby giunta
Piccoli amministratori crescono
Villafranca Tirrena. Dai banchi di
scuola a quelli del comune si passo è
stato breve e così durante l'ultimo
civico consesso è avvenuta la
proclamazione della nuova giunta
comunale dei ragazzi. Forte di ben
259 preferenze Giovanni Scarpino,
della media “Leonardo Da Vinci”, è
stato eletto baby sindaco di
Villafranca. L'aula consiliare, così, è
stata affollata per una mattina da tutti
gli alunni delle classi elementari e
medie che hanno assistito alla consegna
della fascia tricolore per il loro nuovo
rappresentante. Dopo i saluti ai presenti
ad inizio cerimonia il sindaco, Matteo
De Marco, ha nominato tutti gli eletti al
Consiglio comunale dei Ragazzi “che –
ha ricordato – rappresenta tutta la
comunità scolastica e ne fa da
portavoce. I ragazzi possono cominciare
RICONOSCIMENTI. Consegna del diploma a Palermo
Opera dei pupi capolavoro Unesco
Palermo. C'è grande attesa a Palermo per la consegna del
diploma con il quale l'Unesco ha riconosciuto l'Opera dei pupi
siciliani, tradizione teatrale dedicata a spettacoli con
marionette, "Capolavoro orale e immateriale dell'umanità". Il
prestigioso riconoscimento fu assegnato nel 2001, su
candidatura supportata dall'Associazione per la conservazione
delle tradizioni popolari, in seguito al meticoloso lavoro del
mecenate Antonio Pasqualino, fondatore del Museo
internazionale delle Marionette, dei ricercatori e degli operatori
che hanno salvaguardato e valorizzato i manufatti e tutte le
pratiche che riguardano lo spettacolo. A questo scopo sono stati
collezionati marionette, burattini, scenari e oggetti di scena,
raccolti testi cartacei, registrati spettacoli, documenti
audiovisivi e interviste su come sono costruiti e manovrati i
pupi e sono state promosse innumerevoli azioni per
incoraggiare i pupari a resistere, a continuare a fare spettacoli
secondo le tecniche tradizionali, e a trasmettere il loro sapere ai
propri figli. La cerimonia si svolgerà sabato ppresso il Museo
internazionale delle marionette di Palermo. Parteciperanno, tra
gli altri: il presidente dell'Associazione Marianne Vibaek, il
direttore Rosario Perricone e il segretario generale Ignazio
Buttitta. Presenti anche numerose compagnie teatrali,
impegnate nella creazione di un network di promozione
comune dei cartelloni teatrali di opera dei pupi attivi in Sicilia.
a prendere atto che le istituzioni sono
di tutti e che ciascuno deve essere
tenuto al corrente di ciò che accade
all'interno di esse”. Insieme al baby
primo cittadino Scarpino,
compongono la mini giunta dei
giovani il vicesindaco ed assessore
Antonino Celona, che ha raccolto 109
voti e l'assessore Ludovica Scafa,
eletta con 22 preferenze. Il consiglio
dei ragazzi resterà in carica sino alla
conclusione dell'anno scolastico in
corso e si riunirà periodicamente per
dare attuazione al suo programma
elettorale potendo infatti “deliberare”
in materie come ambiente, spettacoli
e tempo libero. Entusiasti per
l'iniziativa, che si ripete dal 2003,
tutti gli eletti che hanno parlato di
“un'esperienza utile per discutere di
tutto ciò che riguarda la nostra
comunità. Abbiamo vissuto, inoltre,
una vera e propria campagna
elettorale che ci ha coinvolto
tantissimo avvicinandoci al mondo
dei grandi”. In particolare questi i
nomi dei giovani che compongono il
consiglio: Piccadaci Matteo, Marino
Sofia, Orlando Filippo, Mavilia
Chiara, Bertino Alessandro, Tripodo
Veronica, Catalfamo Michele,
Orlando Leandro, Policastrese Asia e
Ferri Martina per la scuola media;
Storia Irene, Acquaviva Roberta,
Meoni Mauro e Previti Antonio per le
scuole elementari.
ROSA E NERO
Messina, addio ad Anna Dell’Acqua D’Alia
Messina. Si è spenta il 1 febbraio la signora Anna D’Alia,
mamma del ministro della Pubblica Amministrazione,
Gianpiero. Alla cerimonia funebre, che si è svolta alla
Chiesa di S. Salvatore, ha partecipato il presidente
nazionale dell’Udc, Pierferdinando Casini e tanti esponenti
della vecchia Dc che hanno conosciuto il papà di Gianpiero,
Totò D’Alia. A Gianpiero e alla famiglia D’Alia le
condoglianze di Enzo Basso, del direttore Graziella
Lombardo, del garante del lettore Attilio Raimondi e della
redazione di Centonove.
Messina, lutto in casa Pavone
Messina. Si è spenta domenica 2 febbraio Giovanna
Bertuccio, vedova da un anno dell’onorevole Vincenzo
Pavone, parlamentare democristiano fino agli anni Ottanta.
I funerali si sono svolti martedì 4 nella Parrocchia Maria
SS. di Pompei, prima della tumulazione nel cimitero di
Monforte San Giorgio, dove il defunto marito è stato
sindaco per oltre un trentennio. Alla famiglia le
condoglianze della redazione di Centonove.
Festa a Ganzirri per i 18 anni di Luigi Genovese
MESSINA. Grande festa a Ganzirri, nella villa di famiglia
appena rimessa a nuovo, per i 18 anni di Luigi
Genovese, presidente regionale della consulta degli
studenti e primogenito di Francantonio Genovese e
Chiara Schirò. Per l’occasione, quasi trecento gli invitati
tra cui molti liceali del Maurolico, incantati dal catering
multiforme, multilingua e multigusto… con pietanze
“etniche” di vari paesi del Mediterraneo.
centonove pagina 5
Giulio Guagliano
PALERMO. Si è dimesso il responsabile del comitato di sorveglianza della Seus, società di
gestione del servizio 118 in Sicilia. Guagliano ha comunicato la
sue dimissioni "irrevocabili" durante l'audizione in commissione Bilancio dell'Ars. Già il manager Angelo Aliquò Iaveva
rinunciato all'incarico di direttore della Seus, dopo che la società gli aveva proposto un contratto di un anno, anziché tre,
con una decurtazione del 40%
dello stipendio.
Francesco Palano Quero
MESSINA. La grande passione
che sta profondendo per sostenere l’isola pedonale, fa vedere
doppio, anzi triplo, al presidente
della Quarta Circoscrizione di
Messina. Il 2 febbraio, così
Quero annotava trionfalmente
sul suo profilo Facebook: “Prima
domenica senza pioggia e
vento. Prima “confusione” pedonale. Migliaia di persone. MIGLIAIA. Una bellissima atmosfera:
invito
chiunque,
particolarmente i detrattori preconcetti, a chiedere a chi c'era
(ne troveranno tanti). Messina
sta a Cairoli, come Roma sta a
Piazza di Spagna”.
Nino Cacia
MESSINA. Il penalista messinese
è ormai soggiogato dalla sua
passione per gli occhiali da sole
da supergiovane, con montatura coloratissima e lenti dai riflessi cangianti. Cacia, infatti, oltre a metterli anche con il cielo
nuvoloso, come usano molti
messinesi, non li toglie neanche
quando fa il suo ingresso al Tribunale. E pure in udienza continua a inforcarli, nonostante l’effetto “scuru ‘i menzanotti”.
Nicolò Ferrara
TRAPANI. In qualità di presidente del Consorzio Trapanese
"Legalità e Sviluppo", aveva tenuto a dicembre un seminario
in Prefettura che analizzava la
normativa in tema di corruzione. Dalla teoria alla pratica il
passo è stato breve. Il sindaco
di Calatafimi-Segesta Nicolò
Ferrara, 57 anni, è stato arrestato con l'accusa di avere ricevuto dall'imprenditore Francesco Fontana, titolare della
omonima impresa individuale,
tremila euro, per l'aggiudicazione in un'asta pubblica di un
compattatore comunale da dismettere.
7 Febbraio 2014
primopiano
MESSINAMBIENTE. Il Comune boccia il bilancio. E punta il dito sui dipendenti. Troppi. E gestiti male
Rifiuti, niente di personale
Partner privati, sentenze, lsu: Ecco come l’azienda si ritrova cinquecentotrenta lavoratori in busta paga.
Chi sono, cosa fanno, quanto costano e quanto rendono. Nel silenzio del Consiglio. Tranne uno
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. La rivoluzione non è
arrivata dal basso. Piuttosto si è
abbattuta come una mazzata dall’alto,
con la forza, quando il comune di
Messina ha ricordato, dopo anni, di
essere l’azionista di maggioranza
(qualche decimale gli impedisce di
essere anche l’unico) di
Messinambiente, e che i conti della
partecipata li paga palazzo Zanca. E ne
ha bocciato i bilanci 2011 e 2012.
Motivi? I soliti: non si è mai definito il
contenzioso con l’Ato3, non è mai stata
redatta una perizia per la gestione del
ciclo dei rifiuti, ci sono troppi
contenziosi coi fornitori e la gestione
degli acquisti è stata troppo “allegra”.
Ma soprattutto, ed è la prima volta che
la cosa viene messa nero su bianco, il
personale costa troppo. Ed è gestito
male. Una bomba. Una bomba che non
si è fermata ai tavoli di Comune e
Messinambiente, ma è atterrata in
Procura. E alla Corte dei Conti.
INTANTO PENSIONIAMO. Da
sempre considerati “una risorsa”, da
oggi i dipendenti di Messinambiente
sono additati come la zavorra
dell’azienda. Come prima mossa,
l’assessore all’Ambiente Daniele
Ialacqua ha chiesto un parere legale
(rilasciato dall’avvocato Giovanni
Giacoppo) sulla possibilità o meno di
applicare ad una partecipata le norme
codicistiche in materia di
pensionamento che si riservano alle
pubbliche amministrazioni. Risposta?
Si. E quindi, per Messinambiente, sono
pronti ad andare in pensione nove
impiegati ed un dirigente, Antonino
Miloro. Risparmio ipotizzato per
l’ente, ha spiegato l’assessore al
Bilancio Guido Signorino, 730mila
euro all’anno (cifra che Armando Di
Maria, attuale commissario
liquidatore di Messinambiente ma già
direttore generale e poi
amministratore, contesta fortemente).
Un’altra trentina potrebbero migrare
verso l’Amam, che al contrario di
Messinambiente ha forte carenza di
personale. Già, il personale.
NIENTE DI PERSONALE. Oggi a
Messinambiente lavorano in
cinquecentotrenta, dipendente più
dipendente meno, la maggior parte dei
quali ereditati da Altecoen, all’epoca in
cui Messinambiente era davvero una
Daniele Ialacqua e Guido Signorino
centonove pagina 6
partecipata, col Comune che deteneva
il 51% ed il partner privato aveva il
49%: erano 335 nel 1998, quando la
partecipata ha iniziato l’attività,
diventati immediatamente oltre 360
con l’affidamento a Messinambiente
dell’inceneritore di Pace.
Trecentosessanta ai quali si sono via
via aggiunti prima dipendenti
comunali, poi dipendenti della Somer,
più altri a tempo determinato. Con
l’aggiunta del servizio di spazzamento
arrivano a Messinambiente altri 118
dipendenti. Un numero congruo per i
servizi espletati? Forse, o forse no,
visto che il primo gennaio del 2007,
amministrazione guidata da
Francantonio Genovese e
presidenza di Messinambiente in mano
a Nino Dalmazio, una cinquantina
Lsu, ex lavoratori socialmente utili,
transitano alle dipendenze della
partecipata di via Dogali. E dove non
arriva la politica, ad intasare le caselle
degli stipendi ci pensa la magistratura:
da gennaio 2010 a novembre 2013,
103 sentenze fotocopia obbligano
l’azienda ad assumere altrettanti
dipendenti. Motivo? Contratti a tempo
determinato stipulati sotto la
presidenza Dalmazio sono stati
trasformati in altrettanti posti di lavoro
a tempo indeterminato. In totale fanno
i 528 che l’azienda aveva a libro paga
fino al 2013. Cosa fanno? Alcuni poco.
Altri molto. Anzi moltissimo.
CHI POCO CHI TROPPO. Al totale
dei lavoratori ne vanno tolti trentadue
“non idonei alle mansioni
precedentemente svolte”. Si tratta per
la maggior parte di autisti ed operatori
con impedimenti certificati dalla
commissione medica. Erano trentuno
alla fine di gennaio, altri sono in attesa
di visite mediche. Di questi, sedici
prestano servizio alle isole ecologiche.
Poi ci sono i quarantuno idonei, ma
con pesanti limitazioni, la maggior
parte dei quali operatori addetti a
raccolta e spazzamento. Poi ce ne sono
una cinquantina che usufruiscono dei
benefici della “legge 104”: in tutto e
primopiano
per tutto dipendenti con limitazioni. E
così la forza lavoro si riduce di
parecchio, di ben centoventuno
elementi. Un bel problema. Ma niente
paura, c’è chi fa gli straordinari.
Settecento ore all’anno.
GLI STRAORDINARI. Armando Di
Maria può affermare a gran voce che
sotto la sua guida che a
Messinambiente qualcuno si è dato
una regolata. Perchè, se oggi l’azienda
paga ai suoi dipendenti 187 mila euro
di straordinario, nel 2008, il lavoro
oltre orario era un salasso che costava
alle casse di Messinambiente la
bellezza di un milione e 270mila euro.
I beneficiari? Sempre gli stessi, sempre
negli stessi settori: dipendenti
dell’autoparco, per lo più, settore in cui
accade di tutto, dalle telecamere di
sorveglianza rotte ai mezzi con i
contakm sistematicamente fuori uso. In
compenso, lì dentro si lavora come gli
schiavi: un capofficina, “recordman”
dello straordinario nel 2013 con 672
Daniele Zuccarello
ore di lavoro extra, nel 2008 era
riuscito a sommarne addirittura 1200,
ma è in buona compagnia, visto che
tutti gli “over 600 ore” del 2013
provengono dallo stesso dipartimento
(dall’azienda spiegano che l’accumulo
di orario è dovuto alla “reperibilità”). E
nonostante il tasso di stakanovismo
delle officine assolutamente fuori dal
normale, per la manutenzione dei suoi
mezzi, nel 2013, Messinambiente ha
speso un milioncino tondo di euro
andati ad aziende esterne. A dare
qualche numero, e raccogliere le
denunce di lavoratori stanchi
dell’andazzo, è stato Daniele
Zuccarello, che tra l’altro ha puntato
il dito contro le 138 progressioni di
carriera interne all’azienda, alcune
davvero vertiginose. A queste, poi,
vanno aggiunte la cinquantina di cause
intentate da altri dipendenti per
ottenere altri salti di livello. Zuccarello
è il solo, in consiglio comunale, al
quale sembrano interessare le
anomalie che portano i costi del
servizio di Igiene pubblica a 44 milioni
di euro e la Tares pagata dai cittadini
alle stelle. La commissione consiliare
d’inchiesta chiesta da Piero Adamo
del Pdl e Antonella Russo del Pd,
infatti, è stata affossata. Esattamente
come era accaduto nel 2007.
L’ANALISI. Passati al setaccio i numeri dei due documenti finanziari rispediti al mittente
Cosa ha affossato i conti
DEBITI, CREDITI E “LITIGI” CON IL COMUNE DI MESSINA.
CHE ALL’AZIENDA NON HA MAI CORRISPOSTO IL DOVUTO
DI
TIZIANA CARUSO
I bilanci rappresentano in parte una fotografia di quello
che negli ultimi anni ha affossato Messinambiente. Al 31
dicembre 2013 la società aveva accertato debiti verso
banche per 348 mila euro, doveva 300mila di euro di
anticipi a clienti, circa 9 milioni erano i debiti verso i
fornitori, mentre quasi 97 mila euro si dovevano alle
imprese controllate e 3,7 milioni di euro alle imprese
collegate, i debiti verso i controllanti ammontavano a
circa 1 milione di euro. Ben piu' pesante la mole dei debiti
tributari che si attestava ai 21 milioni e mezzo, a questo si
aggiungevano i debiti verso gli istituti di previdenza per
un ammontare di 3.120.106 euro, quasi 4 milioni erano i
debiti di altra natura. Negli ultimi due bilanci presentati al
Comune, ovvero 2011 e 2012, quelli respinti dalla giunta,
la massa debitoria aumenta e, seppur si riescono ad
eliminare alcune voci di debito, altre, invece, lievitano.
2011. Nel 2011 si azzerano i debiti con le banche che non
concedono piu alcuna anticipazione all'azienda, secondo
Messinambiente salgono a 9,3 milioni i debiti con i
fornitori, scende a 96 mila euro il debito nei confronti
delle imprese controllate, ma sale a 4,5 milioni quello nei
confronti delle imprese collegate, ai controllanti si devono
invece 1,4 milioni di euro. Aumenta la mole dei debiti
tributari arrivando a 28,9 milioni di euro, alla previdenza
se ne devono 5,6, ad altre voci di debito sono iscritti 4,8
milioni di euro. Le spese legali? 500 mila euro.
2012. Passando al setaccio il 2012, la massa debitoria ècosì
ripartita: i debiti con i fornitori scendono a 7,5 milioni di
euro, scendono anche quelli con le imprese controllate e
raggiungono quota 91 mila euro, quelli con le imprese
collegate passano dai 4,5 milioni del 2011 ai 250 mila euro
del 2012, aumentano di mezzo milione invece i debiti con
gli enti controllanti. Il tasto dolente maggiore è quello
relativo ai debiti tributari che toccano quota 38,9 milioni
di euro, aumentano anche quelli verso istituti di
previdenza che passano da 5,6 a 7,3 e salgono anche i
debiti ascrivibili ad altre voci arrivando a circa 6 milioni di
Armando Di Maria
euro. I costi per il personale passano dai 22 milioni 255
mila euro del 2011 ai 23,2 milioni di euro per il 2012,
mentre le spese legali scendono a 150 mila euro.
COSTI. I costi medi mensili di gestione di Messinambiente
si aggirano sui due milioni e 600mila euro comprensivi di
iva. La voce maggiormente incisiva, nemmeno a dirlo, è
quella per il personale, che incide ogni mese, tra stipendi,
trattenute e previdenza, un milione e 850mila euro. Il
Comune, pur avendo approvato nelle qualità di socio di
Ato3 e Messinambiente i pian industriali, non ha mai
corrisposto integralmente le risorse necessarie a coprire i
costi dedotti dallo stesso piano. L’anno emblematico è il
2009, in cui, per la prima, unica ed ultima volta, Ato3 e
Messinambiente si sono trovati d’accordo sui numeri: dei
31 milioni previsti ad inizio anno, il comune di Messina ha
comunicato, ad ottobre, di poterne corrispondere solo 24.
A fine anno sarebbero stati ventuno. Il risultato? Debiti
fuori bilancio a mai finire per Messinambiente: quasi
quaranta con fisco ed erario e poco meno di otto verso i
fornitori.
centonove pagina 7
7 Febbraio 2014
INCHIESTE
Armando Di Maria,
il capro espiatorio
E’ COMMISSARIO LIQUIDATORE,
MA CONTINUA AD AMMINISTRARE
UNA SPA CHE ACCUMULA PASSIVO.
E DEVE DIFENDERSI IN TRIBUNALE
MESSINA. Sul “banco degli
imputati”, di fronte alla
commissione Bilancio del
Comune, Armando Di Maria ha
tentato di spegnere quel cerino
che, alla fine della fiera, è
rimasto a bruciare nelle sue
mani. Il commissario liquidatore
è chiamato oggi a spiegare
situazioni delle quali non ha
colpa e colpe che andrebbero
divise tra molti più soggetti. Di
Maria, oggi, è commissario
liquidatore (e in quanto tale
dovrebbe condurre la Spa alla
chiusura e i creditori a
soddisfazione) che però manda
avanti un’azienda che, per sua
stessa natura, continua ad
accumulare debiti perchè il
Comune non dà i fondi necessari
ad operare in tranquillità. Debiti
dei quali sarà chiamato a
rispondere pur non avendone
alcuna colpa. Un’anomalia che
ha spiegato di fronte ad un’aula
che si è dimostrata sorda e non
particolarmente interessata.
Dopo un’ora e qualcosa, infatti,
il numero legale è caduto,
impedendo ad un infuriato (e
febbricitante) Daniele Ialacqua
di prendere la parola e spiegare
la posizione
dell’amministrazione. Ma non è
il solo problema che tiene
sveglio Di Maria la notte: a fine
marzo, infatti, il tribunale
deciderà sul giudizio penale per
lui e per l’ex presidente Nino
Dalmazio. L’imputazione, per i
due, è di omesso versamento di
Iva per gli anni dal 2007 al 2009.
All’inizio dell’anno, però, la
Guardia di Finanza è tornata a
far visita in via Dogali,
indagando sul periodo
successivo: anni di vacche
magre, nei quali i vertici di
Messinambiente nel dilemma
tra pagare gli stipendi e
soddisfare fisco ed erario, hanno
preferito la prima ipotesi,
omettendo di versare l’Iva anche
per gli anni dal 2010 al 2012.
7 Febbraio 2014
primopiano
Nino Dalmazio
Michele Trimboli
MESSINA. Storia dei rapporti conflittuali tra l’azienda d’ambito e Messinambiente
Ato3, gemelli diversi
Contratti di servizio mai condivisi, e bilanci sempre disallineati. In mezzo un contenzioso infinito
ed una transazione maldigerita. Ecco perchè la filiera dei rifiuti ha sempre prodotto passivi
MESSINA. Non è decisamente nata
sotto una buona stella, Messinambiente.
A matrimonio appena consumato con il
partner privato Altecoen (è il 1999), il
Comune sbaglia clamorosamente i
calcoli sul fabbisogno economico della
partecipata, dando il via alla lunga serie
di goffi errori che hanno compromesso
sin dallʼinizio il funzionamento della
partecipata e della filiera dei rifiuti in
città. Il primo atto è un lodo arbitrale
del 2001 in cui Messinambiente
contesta i calcoli su costi e redditività
dellʼinvestimento eseguiti dal comune di
Messina e ritoccati da palazzo Zanca
dopo la scelta della partecipata, di
strutture, uomini e mezzi. In pratica,
prima ancora di svuotare un solo
cassonetto, Messinambiente ha iniziato
ad operare in passivo, accumulando
crediti nei confronti del Comune, cioè il
suo azionista di maggioranza. E mentre
unʼinchiesta penale fa uscire di scena il
socio privato di Messinambiente,
trasformandola di fatto in una
municipalizzata, la Regione si inventa
gli Ato. Ed è un casino. Bello grosso.
DISASTRO ANNUNCI...ATO. Lo
schema è questo: il comune di Messina
affida allʼAto la gestione del ciclo dei
rifiuti, che si serve di Messinambiente
per svolgere il servizio. Un passaggio
intermedio che, negli anni, si rivelerà
non solo inutile ma addirittura dannoso:
dannoso, oggi, per ventiquattro milioni
di euro, la cifra che Messinambiente
sostiene di dover percepire dallʼAto per
servizi svolti che invece lʼazienda
dʼambito non riconosce e che si deciderà
di fronte ai giudici. Lo snodo temporale
fatale avviene nel 2004: si avvia
lʼamministrazione giudiziaria per
Messinambiente (in sella alla quale
arriva Nino Dalmazio, che si
dimetterà nel 2010) che denuncia
390mila euro di perdite, e debiti per 28
milioni di euro, mentra con delibera del
commissario straordinario del Comune
Bruno Sbordone, lʼAto3 riceve per
delega da palazzo Zanca “tutte le
competenze relative alla gestione
integrata dei rifiuti nonchè lʼesecuzione
di tutti i servizi di igiene ambientale”. In
pratica, lʼAto dispone ma non ha uomini
e mezzi, Messinambiente viene
retrocessa ma svolge materialmente i
servizi.
ZOOM
Il motivo dei “litigi”
SETTE MILIONI DI DIFFERENZA DAL 2007 AL 2010. E OGGI
LE DISCREPANZE NEI DOCUMENTI ARRIVANO A 20 MILIONI
MESSINA. Un ulteriore
“zavorra” per il Comune è
rappresentata dalla serie di
contenziosi che
Messinambiente ha con l’Ato
3, tutti derivanti dalle
discrepanze tra il costo dei
servizi verosimilmente
effettuati dalla societa’ e il
binomio compiti-compensi
assegnati dall’Ato.
Contenziosi che si riflettono
anche nelle discrasie
registrate negli ultimi anni tra
i bilanci delle due società, in
precedenza approvati dal
Comune di Messina, senza
che pero’ ci fosse traccia del
“certificato” disallineamento
nei conti di Palazzo Zanca. Le
prime “differenze” risalgono
al 2007, tra i due bilanci
viene riscontrato un
“dislivello” di circa 7 milioni
di euro discorso analogo nel
2008, nel 2009 e, in ultimo
nel 2010. Anno in cui la
società d’ambito, ad esempio,
riconosce a Messinambiente
circa 24 milioni di euro per
servizi resi, mentre
quest’ultima conteggia ricavi
nei confronti dell’Ato per
27.110.272 euro. E così che i
conti delle due società di
anno in anno hanno
aumentato il
“disallineamento” relativo ai
rapporti di credito/debito
centonove pagina 8
esistenti tra le stesse,
facendone derivare una serie
di contenziosi che,
accumulati, superano i 20
milioni di euro. Tutto questo,
dal 2007 ad oggi, ha creato
un circolo vizioso che
comunque ha contribuito a
“mantenere in piedi” i bilanci
dei tre enti, con
Messinambiente e Ato che
hanno giocato il ruolo dei
contadini intenti a litigare
continuamento, perché tanto
il “grano” lo perdeva
comunque il padrone, ovvero
il Comune. (T.C.)
INIZIANO LE LITI IN FAMIGLIA.
Nel frattempo, un lodo arbitrale obbliga
il comune a corrispondere a
Messinambiente la bella somma di
ventisette milioni di euro. Secondo la
delibera che consegna allʼAto3,
presieduta allʼepoca da Piero Grasso,
le chiavi dellʼigiene cittadina, l’azienda
d’ambito con un piano da cui viene
ricavato con cadenza triennale un piano
industriale e finanziario. E i fabbisogni
economici che ne scaturiscono, non
coincidono mai con quelli di
Messinambiente: l’unico piano firmato
da entrambe, infatti, risale al 2009. Un
esempio sono le settanta unità di
personale in meno che lʼAto3 riteneva
servissero ai servizi di raccolta e
spazzamento, rispetto a quelle
quantificate in forza a Messinambiente.
Settanta lavoratori che incidevano sui
costi, dato che i trasferimenti di fondi
dallʼAto3 a Messinambiente non li
contemplavano: tre milioni allʼanno in
meno del fabbisogno finanziario di
Messinambiente. Ragioni, questa e
molte altre, che negli anni hanno spinto
la partecipata di via Dogali a proporre
contro lʼazienda dʼambito un
decreto ingiuntivo (opposto), un
giudizio arbitrale e addirittura
unʼistanza di fallimento. Una lite che è
andata avanti fino al 2007 (nel
frattempo il presidente dellʼAto3 è
diventato Franco Barresi), quando si
giunge ad una transazione in cui
la partecipata di via Cavalieri della stella
riconosce a Messinambiente quattro
milioni e mezzo per servizi resi a tutto il
2006. Tutto ciò, senza che si
ridefinissero una volta per tutte i
rapporti tra Comune, Ato e
Messinambiente. Perchè? Perchè molti
servizi, in quel periodo, lʼAto li
esternalizzava. Alle cooperative.
Nel frattempo, Tra Ato3 e
Messinambiente arrivano infornate di
dipendenti e di stabilizzazioni, tutte per
chiamata diretta e senza alcun tipo di
concorso, necessario per Costituzione
per accedere alla Pubblica
amministrazione: è l’inizio del 2007. Si
avvicendano presidenti e gli
amministratori, da Enrico Spicuzza
ad Antonio Ruggeri, con tanto di
indagini e tegole giudiziarie poi, come
commissario liquidatore, per mettere
fine alla storia dell’Ato3 viene chiamato
Michele Trimboli. Il suo compito è
traghettare l’Ato nella trasformazione in
Srr. Nel frattempo è consulente
dell’assessore all’Ambiente Daniele
Ialacqua.
IL FUTURO. L’amministrazione di
Renato Accorinti ha intenzione di
mantenere interamente pubblico il
sistema di gestione dei rifiuti. L’idea che
più circola è quella della gestione “in
house” del servizio, tramite una azienda
speciale. Soluzione, questa, che
consentirebbe un risparmio da quattro
milioni di euro allʼanno, perchè il regime
aziendale speciale sarebbe esentato dal
pagamento dellʼiva e dell’Irpef. (A.C.)
7 Febbraio 2014
politica
ROTTURE. Si incrina il rapporto tra D’Alia e il governatore Crocetta. Verifiche dietro l’angolo
Regione, la svolta Udc
Ler caselle del governo da rivedere mentre lo scudocrociato spinge per la candidatura alle Europee
gli assessori Valenti e Cartabellotta. Una proposta che apre nuove crepe in vista del rimpasto
RIPOSIZIONAMENTI
Fi, facciamo
un salto al club
NUOVE ADESIONI AL PARTITO.
DOPO BENINATI ARRIVA PREVITI
Giampiero D’Alia
MESSINA. Si incrina il rapporto tra
l’Udc di Gianpiero D’Alia e il presidente
della Regione Rosario Crocetta. Dopo
l’annuncio ufficiale del ritorno nell’area
del centrodestra, insieme ad Alfano e
Berlusconi, sono cominciati i mal di
pancia nella giunta siciliana.
“Se è così, ci sono da rivedere le caselle
del governo” hanno fatto notare da più
parti nel Pd. Ma D’Alia non ha perso
tempo e ha chiesto una immediata
verifica, pena l’apertura della crisi
“entro 48 ore”. L’incontro chiarificatore
è servito però solo a fare “ammuina”. E
dal quartier generale dell’Udc,
attraverso il segretario regionale
Giovanni Pistorio, hanno fatto sapere
Lino Leanza
che lo scudocrociato vedrebbe bene la
candidatura di alcuni assessori, come
Patrizia Valenti o Dario Cartabellotta, o
anche il marito dell’assessore Bonafede,
il magistrato Carrara, alle europee. Una
proposta per Crocetta irricevibile. Che
apre nuove crepe nel dibattito in corso
in vista del rimpasto, post- finanziaria.
Se à vero che D’Alia è stato uno dei
principali sponsor della presidenza
Crocetta, carica per la quale in un
primo momento era stato indicato lui,
ora i rapporti politici si sono via via
incrinati. Al centro la gelosia del
rapporto con Lino Leanza, l’ex
segretario Udc che ha fondato il
Movimento Articolo 4, che ormai
schiera otto deputati e rappresenta la
maggiore stampella di Crocetta. La
doppia virata a destra di Casini, dopo
la sfortuna esperienza di Scelta Civica
con la quale ormai lo strappo è
consumato, ha ridotto il partito ad un
misero 2% in campo nazionale. E la
roccaforte dei voti di Casini, è in Sicilia,
la terra che fu di Mannino e Cuffaro,
dove ancora lo scudocrociato,
nonstante lo strappo con il Pid di
Saverio Romano, raggranella un buon
10%, che vale per Casini la carica di
segretario nazionale da assegnare al
messinese D’Alia. Che a denti stretti
accetta il rientro nell’area
berlusconiana. Turandosi il naso.
PAUSE DI RIFLESSIONE
Incognita Genovese
gioco di sponda con il Cavaliere.
La lunga pausa di riflessione di Genovese, oggi per tanti del
suo elettorato rappresenta però una vera incognita. E sono
L’EX SEGRETARIO DEL PD RAFFREDDA IL RAPPORTO
in tanti a scalpitare. Così, rotta la logica attendista, tanto
CON ALFANO A SOSTEGNO DELLA LINEA LUPO
Calabrò che Bartolotta, hanno avviato un rapporto di
collaborazione politica “più attiva” con il Governatore.
L’intesa è stata discussa anche tra il coordinatore del
MESSINA. Primi smottamenti nell’area Genovese a
Megafono a Messina, Massimo Finocchiaro e il deputato
Messina. Dopo l’adesione di Pippo Laccoto nell’area Renzi,
renziano Davide Faraone, che ha partecipato un incontro a
l’assessore ai Lavori Pubblici Nino Bartolotta e il candidato
Cristo Re, presente l’altro renziano della prima ora
sindaco Felice Calabrò sono sempre più vicini alle posizioni
D’Arrigo, nominato direttore generale dell’Agenzia
del presidente della Regione Rosario Crocetta. Dopo un
Giovani. L’impressione è che il quadro politico stia
incontro a Palermo, il rapporto via via si sta cementando.
diventando più fluido, in attesa di nuovi equilibri ancora
Per Bartolotta significa il mantenimento di una posizione di
tutti da definire. Una riprova è l’accordo
governo, per Calabrò un nuovo
trovato tra il rais di Enna, Wladimiro
riposizionamento. Dopo mesi di incontri con
Crisafulli e i renziani di Sicilia che fino a
Alfano, per costruire la casa-comune dei
qualche giorno fa lo vedevano come fumo
moderati, si raffredda il rapporto tra l’ex
negli occhi, sul nome del candidato Raciti.
segretario regionale del Pd, Francantonio
Nella corsa alla segreteria Lupo a Messina
Genovese, oggi sostenitore della linea del
ha raccolto duemila e passa preferenze,
segretario Lupo, e il ministro dell’Interno,
segno che gli apparati di Genovese non si
Angelino Alfano. L’impressione, non solo di
sono elettrizzati. Un altro segnale
Genovese, ma anche di Franceschini e di Fioroni,
significativo è che a Savoca, la città di
è che Alfano resti sempre “un figliol prodigo”
Bartolotta, il segretario Lupo non ha preso
del Cavaliere e l’ovile di Arcore è l’unico fischio
voti. Disimpegno? No, è la parola d’ordine.
che riconosce. Un giocatore di partita doppia,
Francantonio Genovese
Riorganizzazione.
Alfano, che con la nuova legge elettorale, fa
centonove pagina 9
MESSINA. La nuova scatola elettorale di
Forza Italia è la calamita che attira più i
politici in cerca di riposizionamento. Per
discutere i nuovi assetti regionali da
dare al partito, che ha deciso di
strutturarsi in club, oggi, venerdì sette,
è previsto un nuovo incontro operativo
a Catania tra il coordinatore Vincenzo
Gibiino e l’onorevole Roberto Corona.
Ma se giorno dopo giorno crescono le
adesioni, l’ultima è quella dell’ex Mpa
Nino Previti ora vicino a Nino Beninati,
che a sua volta ha lasciato l’Udc per
rientrare in Forza Italia, l’impressione è
che fino alle candidature per le europee
nessuna decisione verrà ufficializzata.
In pole position per la carica di
coordinatore provinciale, oltre Roberto
Corona, che ha preferito gli azzurri del
cavaliere al Nuovo Centrodestra di
Alfano, nonostante la corte serrata che
verso di lui ha fatto il senatore
Firrarello, resta sempre Bernardette
Grasso, deputato regionale, sindaco di
Caprileone, oggi Grande Sud, molto
vicina al ribelle Gianfranco Miccichè,
che si è staccato, insieme a Stefania
Prestigiacomo dalla gestione diretta del
Partito. Miccichè non nasconde una sua
attività di coordinamento, in raccordo
con il maestro di sempre, Marcello
Dell’Utri, che ha fatto da spin- doctor
per la nascita dil club. Sono ormai una
cinquantina quelli censiti a Messina.
Tra questi, gli ultimi sono stati
battezzati nella zona a cavallo tra
Terme Vigliatore e Barcellona, da
Domenico Scilipoti, in arte
“l’agopuntore”. Qui sono in
movimento altri due cavalli elettorali,
Santino Formica, che sta facendo
scaldare i suoi, e Giuseppe Buzzanca, in
fase di riflessione politica, pronto però
a valutare una “discesa in campo” nel
partito di Rocco Crimi.
Bernadette Grasso
7 Febbraio 2014
politica
PRIMO ROUND
Raciti sfonda il 66%
IL PRETENDENTE AL
COORDINAMENTO SICILIANO
TRIONFA ALLE CONSULTAZIONI
RISERVATE AI CIRCOLI
Piero David
Felice Calabrò
Alessandro Russo
IN EBOLLIZIONE. Il nuovo leader sarà scelto dopo il voto regionale. Così gli schieramenti
Pd Messina, corsa a tre
Oltre a Felice Calabrò, sponsorizzato da Genovese e “libero” dalla possibilità di diventare primo
cittadino, cresce il renziano Alessandro Russo. Ma l’area Civati potrebbe proporre Piero David
È TUTTO NELL’ESITO del prossimo
congresso regionale, il futuro della
segreteria cittadina del Partito
Democratico di Messina. Tra le ultime
novità, si registra un rafforzamento
delle posizioni di Felice Calabrò,
complice la secca bocciatura del
ricorso amministrativo al Tar di
Catania che lo avrebbe potuto portare
a vestire la fascia di sindaco, e quella
di un candidato alternativo espressione
dell'area che sosterrebbe Fausto
Raciti alla segreteria regionale. Il
tutto, con possibili colpi di scena, come
candidature outsider se il nome
“alternativo” non dovesse essere
condiviso.
IL COUNTDOWN. Nelle prossime
settimane, superato lo scoglio del
congresso regionale del Pd, quindi, si
dovrà tornare nuovamente a guardare
alla città di Messina, perché la carica
più alta del partito è vacante da aprile
scorso e non si è mai riusciti a trovare
una sintesi che potesse esprimere una
posizione unitaria della politica del
Partito. All'ultima pre-assemblea
organizzata da Basilio Ridolfo alla
ex sede dei Ds, il segretario provinciale
ha proposto che il partito messinese
venisse traghettato da un
coordinamento capeggiato da Calabrò
per venire incontro alla esigenza di
visibilità politica da parte del
candidato sindaco sconfitto. La scelta,
tuttavia, è stata subito contestata dalle
anime di opposizione del partito. Sia la
frangia capeggiata dal deputato
regionale Filippo Panarello, sia
l'anima renziana “storica” legata a
Pippo Laccoto hanno sparato a palle
incatenate sulla scelta proposta:
«Nessuno ha dato mandato ad un
coordinatore, scelta per la quale si
dovrebbero convocare comunque gli
organi dirigenti», ha detto Panarello.
Stesso concetto, quello espresso dai
renziani: «Serve avere un segretario
cittadino al più presto, i coordinatori
sono figure temporanee e da evitare,
soprattutto se devono gestire la fase
precongressuale da potenziali
candidati...». I dissidi che hanno
immediatamente bocciato il
coordinamento proposto da Ridolfo
hanno avuto ripercussioni immediate:
il percorso congressuale cittadino è
stato rinviato a data ancora non certa,
sicuramente dopo il congresso
regionale.
LE ANIME IN CAMPO. Dal congresso
passeranno le strade degli equilibri
cittadini. La componente facente capo a
Francantonio Genovese, che
sosterrà Peppino Lupo alle prossime
primarie, ha già da tempo il proprio
candidato, che è Felice Calabrò. Questa
scelta appare scontata dopo la
dichiarazione di sostegno a Lupo fatta
da Calabrò, che fa sfumare ogni
possibilità di trovare in lui una
“unitarietà” sulla falsariga di quella
trovata su Ridolfo in occasione della
segreteria provinciale. Genovese, infatti,
che non ha trovato gli spazi che si
sarebbe atteso nell'Area Renzi siciliana,
non ha esitato a comunicare il proprio
sostegno a Lupo, segretario uscente, con
grandissimo sollievo dei renziani storici
messinesi, che non avevano mai celato
la insofferenza di convivere sotto lo
stesso tetto con il potente deputato. Ma
perché il sostegno? Dietro l’angolo, ci
sarebbe la volontà di una candidatura
alle Europee. Sfumata definitivamente
la possibilità cercata da diverso tempo
da qualche maggiorente del partito
messinese, come Angela Bottari, di
poter convergere su Calabrò come
candidato di pacificazione tra le varie
anime, adesso le componenti renziana e
cuperliana dovranno trovare una sintesi
su una candidatura che possa farle
continuare a stringere le forze, sulla
falsariga di quel che sta accadendo per il
congresso regionale. I nomi più probabili
per una candidatura unitaria sono quelli
di Alessandro Russo, esponente
storicamente renziano e apprezzato
trasversalmente tra le varie componenti
del Partito, il quale - tuttavia - non
conferma, né smentisce l'ipotesi: «Sono
del tutto concentrato sul congresso
regionale, dove stiamo lavorando per far
cambiare le cose con Fausto Raciti e
Mila Spicola. È chiaro che a Messina
penseremo tutti assieme dopo il 16. Ed è
altrettanto chiaro che il candidato debba
rappresentare agli occhi di tutti, cittadini
ed iscritti, un cambio di passo nei
metodi, nelle pratiche e nei contenuti
rispetto al passato. Solo a queste
condizioni potremmo riacquistare
credibilità». Sul nome di Russo ci
sarebbero già informali adesioni
dell'area che orbita attorno ai socialisti,
così come alcuni segmenti dell'area
Cuperlo - con la quale i renziani
messinesi hanno pragmaticamente
lavorato al di là dalle rigide
appartenenze, impegnati da mesi per un
rinnovamento del Partito - e dell'Area
Civati, la quale ancora, tuttavia,
potrebbe tenere nascosta nella manica
una carta da giocare che potrebbe
accontentare molti: ossia Piero David,
coordinatore regionale per l'Area Civati,
molto apprezzato dai renziani e da
alcuni segmenti dei cuperliani, con
animo moderato che potrebbe essere un
buon viatico per la difficile strada della
segreteria cittadina. (D.D.J.)
centonove pagina 10
Il prossimo 8 marzo, a sfidarsi per
la poltrona numero 1 del Partito
democratico siciliano saranno in tre.
È quanto stabilito dal voto per le
convenzioni espresso dai circoli di
tutta la Sicilia. A trionfare, è stato
Fausto Raciti, candidato della
“larga intesa” tra i renziani e i
cuperliani (cui appartiene, area
“giovani turchi”), che si confronterà
alle primarie con l’uscente Giuseppe
Lupo e con Antonella Monastra.
Fuori dai giochi, invece, due
candidati: Giuseppe Lauricella e
Antonio Ferrante.
Più di 23mila gli iscritti del Pd che
hanno votato per eleggere i
delegati. Secondo i dati arrivati dalle
segreterie provinciali, Fausto Raciti
ha raggiunto quota 66,9%, Giuseppe
Lupo il 22,2% e Antonella Monastra
il 5,5%. La proclamazione ufficiale
del risultato delle convenzioni e la
presentazione dei candidati avverrà
nel corso della Convenzione
regionale che si terrà a Palermo,
domeni (8 febbraio, ndr),
all'Addaura Hotel a partire dalle ore
10.30. Sempre l'8 febbraio, infine,
scade il termine per la presentazione
delle candidature all'Assemblea
regionale. Il risultato, però, non è
stato esente da polemiche. Oltre agli
attacchi a “testa bassa” di Lupo
contro il trionfatore Raciti, si
segnalano le accuse dell’area Civati
durante le operazioni di spoglio: “I
risultati parziali che arrivano alle
commissioni ci lasciano increduli e
sottolineano la innaturale forma di
espressione del consenso. L'affluenza
passa dal 10% al 90% a seconda del
circolo e quindi del riferimento
politico. Crediamo sia indecoroso
abbassare il livello di una
competizione elettorale a mero
scontro di forze e di potenza e
dunque, come per il tesseramento
gonfiato di Catania, l'area Civati
denuncia la logica di voto chiedendo
che i circoli si limitino ad essere il
centro di confronto e non
l'espressione forzata e diretta degli
eletti”, ha scritto in una nota Piero
David, coordinatore regionale
dell’Area. “Invitiamo i deputati
regionali del Partito democratico - ha
aggiunto - ad evitare che il
congresso, già organizzato in
maniera superficiale e frettolosa, si
trasformi in una stagnante prova di
forza priva di senso politico e
paragonabile solo al genere teatrale
della farsa. Già da subito facciamo
richiesta alla commissione regionale
per il congresso di una verifica a
campione del voto che, in ogni caso,
è un segno di trasparenza”.
7 Febbraio 2014
politica
MESSINA. Il sindacato denuncia il commissario straordinario all’Ufficio del lavoro
DIBATTITI
Atm, l’Orsa “artiglia” Manna
“Comportamento antisindacale”, ma il sindaco Accorinti gli rinnova la fiducia. Il futuro dell’azienda resta
incerto. Anche per la trasformazione in Spa inserita nel piano di riequilibrio che l’amministrazione non vuole
MESSINA. Il suo arrivo alle redini
dell’azienda trasporti di via La Farina
era stato accolto con freddezza, visti
anche i precedenti per i quali
Domenico Manna era stato
commissario della stessa Atm per
qualche mese. E invece, nel giro di un
paio di settimane, il commissario
straordinario si è guadagnato stima e
rispetto: autobus in strada triplicati
rispetto alla precedente gestione,
personale messo “a regime” (fatto che
gli ha procurato minacce e boicottaggi),
nuova intesa con i sindacati. Non tutti
però. Perchè se la “triplice” Cgil, Cisl e
Uil ha sposato in pieno il cambio di
direzione imposto all’azienda rispetto
alla direzione di Claudio Conte, con
Orsa e Cub è stata un’escalation di
incomprensioni e tira e molla. Culminati
con una denuncia all’ufficio provinciale
del lavoro.
MANNA SULLA GRATICOLA. “La
presente organizzazione sindacale
denuncia il comportamento
antisindacale tenuto dai vertici Atm e
dal commissario straordinario Domanico
Manna”, è l’incipit della lettera inviata il
18 gennaio e firmata dal segretario
provinciale Michele Barresi, con la
quale l’organizzazione chiede la
convocazione del commissario
straordinario lamentando la “ripetuta e
sistematica” mancanza di convocazione.
Barresi, nella lettera, circostanzia le
accuse, indicando sei occasioni in cui
l’Orsa non è stata invitata ai tavoli delle
trattative. nel frattempo, il sindacato
non è stato con le mani in mano,
Domenico Manna
iniziando più volte le procedure di
“raffreddamento” e promuovendo
scioperi. “Niente di personale contro il
commissario”, ha ammesso Barresi in
una conferenza stampa convocata alla
presenza del sindaco Renato
Accorinti, “ma come organizzazione
sindacale abbiamo il diritto di essere
ascoltati”. Dallo stesso Accorinti, però, è
arrivata la rassicurazione. Manna non si
tocca, e gode del pieno appoggio da
parte dell’amministrazione. Oggi, in
strada, i bus sono una quarantina, con
una leggera flessione rispetto ai primi
mesi d’insediamento di Manna ma di
molto superiori alla quindicina scarsa
che circolavano prima della sua nomina.
I problemi, però, non sono solo quelli.
FUTURO INDETERMINATO. Fossero
i bus l’orizzonte delle magagne dell’Atm,
il futuro non sarebbe così nebuloso. Ma
la accenda è più complicata. Perchè
sull’Atm pende ancora quella delibera di
giunta dell’allora amministrazione
guidata da Giuseppe Buzzanca che
per l’azienda indicava come partenza la
messa in liquidazione e come arrivo la
trasformazione in Spa, e in mezzo la
scadenza a tappe forzate. Due anni
dopo, alla delibera non è mai stata data
attuazione, a cominciare dalla
liquidazione. benchè iniziata sulla carta,
all’Atm non è mai arrivato un
commissario liquidatore. Di
privatizzazione, peraltro, l’attuale
amministrazione non vuole nemmeno
sentire parlare, e l’intenzione
nebulosamente enunciata da Accorinti è
quella di ritirare la delibera. La
trasformazione in società per azioni,
però, è stata inserita nel piano di
riequilibrio decennale dell’ente come
“best practice” per far uscire l’azienda
speciale dal disastro economico in cui
versa, dai 70 milioni di debiti ai dieci
bilanci mai approvati (anche se i revisori
dei conti di Comune e Atm si sono
incontrati e una soluzione sembra
prossima). A questo si aggiunge la
“flotta comunale”, progetto sul quale
l’amministrazione ha puntato forte in
campagna elettorale e della cui
fattibilità economica se ne è occupato il
movimento Reset (investimento, con
compartecipazione regionale, tra 7 e 9
milioni). Piano che secondo l’Orsa
coinvolgerebbe l’acquisto di Bluferries.
(A.C.)
La Sicilia si ribella
INCONTRO DEL MEGAFONO
SU “LO STATUTO SPECIALE DA
OPPORTUNITÀ A PREGIUDIZIO»
MESSINA. “La Sicilia si ribella. Lo
statuto speciale da opportunità a
pregiudizio” è il titolo dell’incontrodibattito, promosso dai coordinatori
del Megafono a Messina, Massimo
Finocchiaro e Giuseppe Laface, in
programma domenica 9 febbraio al
Royal di Messina, al quale
parteciperà il presidente della
Regione Rosario Crocetta. “ L’idea
dell’incontro è nata-spiega Massimo
Finocchiaro- dalle incongruenze
rivelatesi dopo la bocciatura della
finanziaria da parte del commissario
dello Stato, che costringono a un
ripensamento delle funzione stessa
dell’organo di controllo…” Previsti
gli interventi di Beppe Lumia,
componente della commissione
nazionale antimafia, di Nino
Bartolotta, assessore regionale alle
Infrastrutture, del pro-rettore di
Messina Michele Limosani, ordinario
di economia politica e del professore
Luigi D’Andrea, ordinario di diritto
costituzionale. Tra gli altri
parteciperanno Felice Calabrò, il
commissario dell’Esa Francesco
calanna, Giuseppe Lupò, Giovanni
Lazzari, Alfredo Schipani, Santino
Trovato.
Rosario Crocetta
IL CORSIVO
S’è squagliato il ceto medio
DI
GIOVANNI FRAZZICA
Se è vero che le società occidentali
stanno andando verso la plutocrazia,
come sostiene da tempo Noam Chomsky,
quale è la sfida del futuro? Come
possiamo contrastare questo neo-liberismo che
minaccia di travolgere i pilastri della convivenza sociale?
Oggi si incomincia a percepire che è finita un'era. In
Italia questo processo ha segnato profondamente
società, economia e politica. Un segno evidente è
l'erosione del cosiddetto ceto medio, quello che ha
caratterizzato la crescita del Paese dopo gli anni
Ottanta, quando lo sviluppo economico ha cambiato la
localizzazione delle aree produttive. Infatti il flusso si è
spostato dalle grandi fabbriche delle metropoli del
Nord nelle piccole aziende del Nordest e dell'Italia
centrale e ciò ha prodotto anche il declino della
borghesia urbana e industriale ed il progressivo
affermarsi di una piccola borghesia proliferata nel
mondo delle piccole imprese e del lavoro autonomo,
distante e ostile rispetto alla politica. Questa nuova
realtà socio-economica si è trovata per molto tempo
sprovvista di rappresentanza in quanto non si poteva
riconoscere nei partiti di massa della Prima Repubblica,
DC e PCI, che erano integrati nello Stato e nel sistema
pubblico. Dopo il lungo terremoto del sistema politico,
iniziato nel 1992, con Silvio Berlusconi si è raggiunto
nel 94 un nuovo punto di equilibrio: l'imprenditore che
fa politica al posto dei politici di professione, anzi
contro di loro e trasforma il suo partito (Forza Italia) in
impresa e la propria impresa (Fininvest) in partito.
Berlusconi, esemplare tipico del neo-liberismo
all’italiana, ha saputo dare rappresentanza soprattutto
alla neo-borghesia del Lombardo-Veneto, utilizzando la
Lega come collante con quei territori. Ma nel medio
termine questa operazione si è rivelata disastrosa per
quelle fasce sociali che tanto avevano sperato nelle
politiche neoliberiste che, alla fine, hanno trasformato
il ceto medio in "società media". Anche il 60% degli
operai, allora, si sentiva "ceto medio". Finchè dalle
centonove pagina 11
sponde americane dell’Atlantico è arrivata la crisi che
ha scosso con violenza i sistemi economici e sociali del
vecchio Continente ed in Italia ha demolito il mitico
ascensore sociale del ceto medio lasciando il Paese
senza sogni. Il fenomeno è di così vasta portata che non
sfugge ad uno studioso del livello di Noam Chomsky
che scrive:”In Italia "la democrazia è scomparsa quando
è andato al governo Mario Monti, designato dai
burocrati seduti a Bruxelles, non dagli elettori. Le
democrazie europee sono al collasso totale,
indipendentemente dal colore politico dei governi che
si succedono al potere, perchè sono decise da banchieri
e dirigenti non eletti. Questa rotta porta alla
distruzione delle democrazie e le conseguenze sono le
dittature. Mario Draghi ha detto che il contratto sociale
è morto. Questo è accaduto già negli USA, il 70% della
popolazione non ha modo di incidere sulla politica ed
è composto da quelli che occupano posizioni inferiori
sulla scala del reddito. L'1% che sta nella parte
superiore ottiene, a livello politico, ciò che desidera.
Questa è la plutocrazia". Oggi si è infranto anche il
mito del voto di preferenza.
7 Febbraio 2014
politica
PATTI
MESSINA. Il commissario Romano vara il piano triennale
Provincia incorruttibile
Il nuovo strumento consentirà di monitorare le aree
di rischio e le procedure più “permeabili”
Filippo Romano
MESSINA. Affidamento di commesse
pubbliche? Erogazione sovvenzioni,
contributi, sussidi ed altri benefici?
Autorizzazioni, concessioni e pagamenti?
Attività di controllo repressione e
sanzionatoria? Sono alcune delle criticità
sulle quali vigilerà la Provincia regionale
di Messina, attraverso il Piano Triennale
di prevenzione della corruzione,
presentato mercoledì 5 dal commissario
Filippo Romano, dal segretario
generale Maria Angela Caponetti e
dai componenti del nuovo nucleo di
valutazione presieduto da Antonino
Saija. Per Palazzo dei Leoni si tratta di
un ulteriore perfezionamento del Piano
già recepito nel 2012: “L’adozione del
piano, rappresenta un importante
occasione per l’affermazione del ‘buon
amministrare’ e per proseguire in un
percorso culturale di diffusione di valori
etici volti ad affermare e a rafforzare
nell’amministrazione locale la cultura
della legalità”, spiega Romano. Uno
strumento che, in sinergia con il
Programma triennale per la Trasparenza
e l’Integrità (approvato
contemporaneamente) dovrebbe mettere
al sicuro l’ente da qualsiasi “deviazione”
derivante da quelle che sono state
segnate come aree di rischio, ovvero di
possibile corruzione.
LE AREE DI RISCHIO. Oltre ad quelle
già scritte prima, l’elenco è composto
anche da: procedure di scelta dei
contraenti; esecuzione dei contratti;
procedure di affidamento di incarico;
prestazione servizi; procedure di
selezione e valutazione del personale;
procedure di controllo. Per ogni area, il
Piano prevede i possibili rischi:
negligenza od omissione nella verifica dei
presupposti e requisiti per l‟adozione di
atti o provvedimenti; inosservanza di
regole procedurali a garanzia della
trasparenza e imparzialità della selezione
al fine di favorire soggetti particolari;
motivazione generica in ordine alla
sussistenza dei presupposti di legge per
l‟adozione di scelte discrezionali; uso
distorto e della discrezionalità, anche con
riferimento a scelta di tipologie
procedimentali al fine di condizionare o
favorire determinati risultati; irregolare o
inadeguata composizione di commissioni
di gara, concorso, ecc.; previsione di
requisiti “personalizzati” allo scopo di
favorire candidati o soggetti particolari;
illegittima gestione dei dati in possesso
dell‟amministrazione – cessione indebita
ai privati – violazione segreto d‟ufficio;
omissione dei controlli di merito o a
campione; abuso di procedimenti
proroga - rinnovo - revoca - variante;
quantificazione dolosamente errata degli
oneri economici o prestazionali a carico
dei privati; quantificazione dolosamente
errata delle somme dovute
dall’Amministrazione; alterazione e
manipolazione di dati, informazioni e
documenti; mancata e ingiustificata
applicazione di multe o penalità;
mancata segnalazione accordi collusivi.
IL CONTROLLO. Grazie al Piano, vi
sarà un monitoraggio costante dei
procedimenti, in particolare
l'osservazione del rispetto dei termini,
così come previsti dalla legge o dai
regolamenti, ma anche il controllo dei dei
rapporti tra l'amministrazione provinciale
e i soggetti che con la stessa stipulano
contratti o che sono interessati a
procedimenti di autorizzazione,
concessione o erogazione di vantaggi
economici di qualunque genere, anche
verificando eventuali relazioni di
parentela o affinità sussistenti tra titolari,
gli amministratori, i soci e i dipendenti
degli stessi soggetti e i dirigenti e i
dipendenti. Non solo, è prevista anche la
possibilità, pe i dipendenti, di segnalare
“anomalie” attraverso denunce interne
“motivate” che resteranno anonime.
(D.D.J.)
Consiglieri di minoranza
Lavori a Furnari, Puliafico nel mirino
INTERROGAZIONE AL SINDACO SU 31 LAVORI AFFIDATI DAL RESPONSABILE AREA TECNICA
DI
PAMELA ARENA
FURNARI. Alcuni lavori assegnati dal
tecnico comunale sono al centro di una
interrogazione presentata dai
consiglieri di opposizione del gruppo
“Giovani per Furnari” al sindaco Mario
Foti. Si tratta di 31 lavori affidati dal
responsabile dell’area tecnica, geom.
Emilio Puliafico, la cui nomina era stata
già contestata, e i consiglieri ora
sollevano dei dubbi anche sulla
regolarità dei provvedimenti
considerando che solo due di questi
interventi sono stati assegnati dopo
aver esaminato dei preventivi.
“Il comune è dotato di un
“regolamento per l’acquisto in
economia di forniture di beni e servizi”
– si legge nell’interrogazione –. Inoltre,
se gli interventi fossero stati conferiti
con formale gara, il comune di Furnari
avrebbe certamente usufruito di un
notevole risparmio derivante dai ribassi
d’asta, garantendo anche imparzialità e
rotazione tra le ditte sparse sul
territorio comunale così come prevede
il protocollo di legalità e di trasparenza
amministrativa”. Queste ed altre le
perplessità del gruppo di minoranza il
quale chiede al sindaco Foti “Se ritiene
che gli interventi oggetto del
contendere rientrino tra i lavori in
economia di cui all’art. 125 del d.lgs
163/2006, nonché tra quelli elencati nel
regolamento per l’acquisto in economia
di forniture di beni e servizi” e in caso
contrario “quali provvedimenti intende
adottare in merito alle iniziative poste
in essere dall’ ufficio tecnico
comunale”.
Non si fa attendere la risposta del
primo cittadino che a tutto ciò risponde
affermando che “la nomina di capo
area, non poteva essere assegnata ad
altri dipendenti se non al geometra
Puliafico in quanto la figura
appartenente alla categoria “D”, che
presta servizio presso il nostro comune,
non fa parte della nostra pianta
organica. Inoltre – afferma Foti - i
provvedimenti indicati
nell’interrogazione, sono stati adottati
rispettando la normativa menzionata
dai consiglieri di minoranza, che
prevede la possibilità di affidamento
diretto per gli appalti fino a 40mila.
Riguardo ai 31 lavori di cui parlano i
consiglieri, ci tengo a precisare che
sono stati affidati a ditte presenti sul
territorio secondo un principio di
rotazione e spendendo meno possibile.
Spesso – continua - veniamo criticati
per aver individuato lavori di somma
urgenza in diverse aree del paese, ma
pochi sanno che alcuni di questi lavori
come il rifacimento di via Crisafulli,
realizzato di recente con poco più di
9mila euro, era un intervento
considerato urgente già nel ’99 quando
il tecnico comunale di allora aveva
previsto una spesa di oltre 21milioni di
lire. Infine – conclude Foti - voglio
ricordare che il comune si fa carico di
molti lavori, anche quelli di cui prima si
interessava la Provincia”.
FONDAZIONI
Pietro Currò nel pensatoio “La Malfa”
Pietro Currò
ROMA. E’ il messinese Pietro Currò, già segretario regionale del Pri, la new entry nel
nel “tink- tank”, il pensatoio, di alto profilo istituzionale, del comitato di indirizzo
della Fondazione Ugo La Malfa. La Fondazione, che raduna un centinao tra i politici,
gli economisti e gli imprenditori di punta dell’Italia repubblicana, si ritrova di volta in
volta per fare il punto sulle emergenze economiche e politiche dell’Italia odierna, nel
contesto Europa, area della quale, Ugo La Malfa, repubblicano, già ministro delle
Finanze, fu uno degli illuminati precursori.
Della fondazione fa parte anche un altro siciliano d’eccezione, Enzo Bianco,
repubblicano della prima ora. Diverse le anime rapprsentante, da Filippo De Robilant, a
Carlo Dominici, a Franco Velona, a Gemonello Alvi, a Carlo Visco.
centonove pagina 12
7 Febbraio 2014
sicilia
BENI CULTURALI. L’assessore regionale assicura che si troverà il finanziamento per gli interventi
Patti, fondi per la Villa
Incontro per Eracle
In agenda, il restauro del pavimento musivo, l’eliminazione del percolato e la sistemazione di una falda
sotterranea. Costo complessivo? 80 mila euro. La Soprintendenza chiede fondi Ue per la Badiazza
FONDI DA RIASSEGNARE per
completare il restauro della Badiazza,
comunicazioni su mostre e iniziative,
criticità relative al personale: il tutto,
nel tempo che restava libero dopo aver
trattato il “caso” della Villa Romana di
Patti, che negli ultimi tempi ha subito
il crollo di un muro. La visita a Messina
dell’assessore regionale ai Beni
Culturali, Mariarita Sgarlata, non è
stata solo una sequela di cahiers de
doleance. A soddisfare il
soprintendente Rocco Scimone,
dirigenti e funzionari è stata la
circostanza che, per una volta,
l’interlocutore era un tecnico (è infatti
archeologa) e non un burocrate o,
peggio ancora, un politico.
LA VILLA ROMANA. La dimora di
epoca tardo imperiale rinvenuta nel
1973 (durante i lavori di costruzione
dell’Autostrada A20, Messina-Palermo)
ha più di una criticità: «I problemi non
derivano solo dalla percolazione
dell’acqua - spiega il soprintendente ma anche da altro: intanto andrebbe
restaurata la pavimentazione musiva e
poi si deve intervenire su una falda
acquifera che si è spostata,
determinando risalite. Abbiamo
qualche sospetto sulle cause - continua
- ma abbiamo chiesto un parere al
Genio Civile. È probabile che
l’andamento delle acque sia stato
causato dalla stessa palificazione della
struttura, e sono state proprio le acque
a far crollare il muro. Con l’assessore e
il presidente della Commissione
Cultura dell’Ars, Marcello Greco, si
è concordato di quantificare la comma
necessaria attraverso perizie e farle
finanziare al più presto.
Approssimativamente - anticipa saranno necessari 80 mila euro».
La Villa Romana di Patti
ALTRI INTERVENTI. Scimone ha
anche chiesto se esistano fondi europei
da riassegnare e utilizzare per la
Badiazza o per altri beni appartenenti
al demanio. Ma non solo:
l’amministrazione regionale si è
mostrata interessata anche alla Zona
Falcata, il cui recupero non è mai stato
attuato. Tra le novità, su sollecitazione
di Marcello Greco, l’assessore si è
impegnata a elaborare una norma che
permetta di lasciare nelle casse dei
Beni Culturali tutti gli incassi derivanti,
così da avere maggiore liquidità.
IL DOSSIER DI CROCÈ. Qualche
giorno prima della visita (mercoledì 5),
la Funzione Pubblica della Cgil aveva
realizzato un report sulle condizioni
MODICA
pessime dei siti archeologici della
provincia e sui problemi dei dipendenti.
La segretaria del sindacato, Clara
Crocè, ha chiesto all’assessore un
nuovo incontro, più approfondito, per
affrontare una volta per tutti i problemi.
Tra questi, anche lo stato di abbandono
della sede della Soprintendenza di viale
Boccetta, presi in affitto dalla Regione.
Impietosa, la galleria fotografica
prodotta dal sindacato: immortalati,
bagli sporchi, vetri rotti, archivi offlimits a causa delle condizioni di
pericolosità dei solai. In concomitanza
dell’incontro tra Scimone e Sgarlata, il
sindacato ha indetto l’assemblea di base
dei lavoratori del settore dei beni
culturali. (D.D.J.)
AL MUSEO BELGIORNO, LECTIO
MAGISTRALIS DI MARIO TORELLI
SULL’ENIGMA DELLA STATUA
BRONZEA RIENTRATA DAGLI USA
Grande festa a Modica, per il
rientro dell’Eracle dagli Stati Uniti.
Giorno 15, al Palazzo della CulturaMuseo Civico “Belgiorno” è stato
organizzato dal Comune e
dall’assessorato ai Beni Culturali un
incontro intitolato proprio “Il ritorno
dell’Eracle”. Alle 18 e 30, dopo gli
interventi di Rosalba Panvini
(Soprintendente dei Beni Culturali e
Ambientali di Ragusa) e di Giovanni
Disfefano (Direttore Museo
Archeologico Regionale di Camarina),
ci sarà la Lectio Magistralis di Mario
Torelli,
accademico dei
Lincei, su “L’Eracle
di Modica: un
enigma
archeologico”.
Seguirà la
presentazione e
la consegna alla
Soprintendenza
di Ragusa della
replica in
materiale
L’Eracle di Modica
termoplastico
della preziosa
statuetta, realizzata dal Dipartimento
di Ingegneria industriale
dell'Università degli Studi di Catania.
La preziosa statuetta in bronzo,
rinvenuta nel 1967 a Cafeo,
rappresenta Eracle nudo, in posizione
stante: con la sinistra reggeva l’arco,
mentre la destra poteva essere
appoggiata alla clava. Indossa sulla
testa una imponente leontea, le cui
zampe anteriori sono annodate sul
petto. Il bronzetto, datato alla fine
del III secolo avanti Cristo, dalla
splendida patina, è una pregevole
fattura di produzione siceliota ed è
considerato il più importante fra
quelli ellenistici scoperti in Sicilia.
CASTELVETRANO
Bentornati stucchi
NELLA CHIESA DI SAN DOMENICO SARÀ POSSIBILE
AMMIRARE DI NUOVO LA “CAPPELLA SISTINA DI SICILIA”
Dopo 46 anni a Castelvetrano, nella Chiesa di San
Domenico, torneranno visibili gli splendidi stucchi che
Antonino Ferraro da Giuliana realizzò su volere di don
Carlo d'Aragona (presidente del Regno di Sicilia dal
1566-68 e poi dal 1571-77, che fu anche vicerè di
Catalogna e ambasciatore in Germania).
Si tratta di una delle espressioni più alte del manierismo
siciliano, nota come “la Cappella Sistina di Sicilia'”.
L'opera era stata chiusa al pubblico nel 1968, in seguito al
terremoto della Valle del Belice. Ci sono voluti cinque anni
centonove pagina 13
e l'impegno dell'architetto Gaspare Bianco della
Soprintendenza ai beni culturali di Trapani affinché si
restaurassero stucchi e marmi dell'apparato decorativo del
presbiterio e si liberassero quei capolavori dai ponteggi.
«Il restauro - osserva Bianco - ha costituito una
straordinaria occasione per una ricerca sull'iconografia
cristiana e sul valore della forza comunicativa delle
immagini». Per il Vescovo della diocesi di Mazara del
Vallo, monsignor Domenico Mogavero «la riapertura di
San Domenico è una vittoria del bello sulla sciatteria,
speriamo possa favorire una svolta di stile». Nell'area
presbiteriale sono raffigurati i temi relativi alle profezie e
alle prefigurazioni di Cristo: un complesso decorativo che
culmina nell'albero di Jesse, costituito da quattordici
statue. Il restauro è stato realizzato con la collaborazione
dell'opificio delle Pietre Dure di Firenze, dell'Istituto
centrale del restauro.
7 Febbraio 2014
sicilia
DISASTRI ANNUNCIATI. Il maltempo in Sicilia, miete vittime e rivela l’assenza di interventi
LA SCONTRO
Dissesto, piove sul bagnato
“No alla sanatoria!”
A Messina e provincia, si erodono le coste della riviera Jonica mentre le aree già alluvionate
e i Nebrodi rimangono senza interventi. Nel villaggio di Gesso, nove famiglie sfollate per una frana
Un’immagine della drammatica alluvione che colpiì Giampilieri nel 2009
DI
DANIELE DE JOANNON
MESSINA. Nove famiglie sfollate a
Gesso, la costa Jonica a rischio, tirrenica
e Nebrodi in abbandono, e la paura.
Paura che, a ogni nuova pioggia, cada
un altro pezzo di territorio, mietendo
nuove vittime. Il maltempo degli ultimi
giorni, quello che ha visto morire due
donne e una bambina a Noto (il sindaco
Corrado Bonfanti ha proclamato un
lutto cittadino di tre giorni), flagella una
Sicilia che dimentica le vittime degli
ultimi decenni, con montagne che
franano, torrenti che invadono strade e
travolgono ponti, città che si
trasformano in paludi dopo un
nubifragio. Decenni di mancata
manutenzione del territorio e di politiche
inefficienti ci hanno portato ad una
situazione drammatica.
LO STATO DELLE COSE. «Il 71% dei
comuni è a grave rischio dissesto
idrogeologico, è pertanto necessario
intervenire immediatamente con un
serio programma di messa in sicurezza
del territorio», dice Vincenzo Gibiino,
coordinatore di Forza Italia in Sicilia. «Il
governo Crocetta si rimbocchi le
maniche e dia vita ad un monitoraggio
attento, ad un piano che coinvolga da
subito tutti i comuni, per effettuare un
censimento delle criticità». E mentre il 5
Stelle ingaggia una battaglia contro il
condono edilizio e riesce a far stanziare
700 mila euro, per 2014, nel fondo per il
contributo all'autonoma sistemazione
degli alluvionati del messinese con un
emendamento portato avanti dalla
deputata Valentina Zafarana («Il
provvedimento ha il merito di ampliare il
raggio d’azione della norma, destinando
il fondo, non solo agli “alluvionati” di
Saponara e Barcellona, ma anche a
quelli di Giampilieri, Scaletta Zanclea e
San Fratello»), studiosi, come il professor
Franco Ortolani, lanciano l’allarme
sullo stato delle coste.
Da giorni, in commissione
urbanistica dell’Assemblea regionale
siciliana, il presidente Giampiero
Trizzino conduce una battaglia
solitaria. Il deputato, infatti, è
promotore di un disegno di legge del
Movimento 5 Stelle per contrastare la
circolare dell’assessore Lo Bello che,
secondo i grillini, allarga l’ultima
sanatoria edilizia anche alle aree a
vincolo relativo, ovvero aree soggette
a vincolo paesaggistico, a vincolo
idrogeologico. Alla base della
“deregulation”, un parere del
Consiglio di Giustizia Amministrativa
all’interno di un ricorso per una
veranda! L’ultimo condono edilizio
(Legge 326/2003) è stato attuato in
Sicilia dall’articolo 24 della Legge
regionale 15/2004. Il recepimento ha
aperto questioni interpretative, cioè
se la legge nazionale deve essere
recepita nella sua interezza oppure se
sono ancora applicabili le prescrizioni
di cui all’articolo 23 della Legge
regionale 37/1985 che recepiva un
precedente condono nazionale. Nel
solo comune di Palermo le istanze di
condono ammonterebbero a 30.000,
di cui quasi la metà relative ad
immobili ricadenti in aree sottoposte
a vincoli relativi di vario genere. Dal
canto suo, Lo Bello ha dichiarato che
la circolare è “innocua”.
L’ALLARME DI ORTOLANI. “Oltre
alla scomparsa della spiaggia balneabile
si iniziano a verificare problemi per la
sicurezza della strada litoranea e per la
linea ferroviaria: i danni per l’assetto
socio-economico locale e per la sicurezza
delle infrastrutture sono destinati ad
aumentare”, scrive il geologo,
concludendo: «Il tratto costiero tra
Taormina e Giardini Naxos gode di fama
mondiale: è mai possibile che si continui
ad assistere alla sua distruzione?
Si ritiene ben motivata la proposta che
tale tratto costiero possa presto
rappresentare un’area campione nella
quale intervenire immediatamente».
IN AULA
Giampilieri... salvato
PROCESSO SUL DISASDTRO AMBIENTALE A GIAMPILIERI E SCALETTA.
IL GIUDICE MICALI “RESPINGE” LE ECCEZIONI DI BUZZANCXA E BRIGUGLIO
MESSINA. Salvo il processo sul disastro ambientale del 1 ottobre 2009 a
Giampilieri e Scaletta Zanclea. Il giudice Massimiliano Micali ha deciso
una delicata ed importante eccezione sollevata dai difensori degli
imputati ed, in particolare, dai sindaci del comune di Messina e di
Scaletta.
Buzzanca e Briguglio lamentavano di non essere stati informati del
conferimento di incarico ai consulenti della procura nominati dal
procuratore Lo Forte gli ingegneri Costa, Failla ed Armanini ed il
geologo Scarascia Mugnozza.
Il Giudice ha respinto l'eccezione di un utilizzabilità della relazione
tecnica "salvando" l'imponente lavoro svolto dai quattro esperti ed ha,
invece, come richiesto dai difensori mantenuto al fascicolo del
dibattimento tutti gli accertamenti cd. irripetibili ossia : i verbali di
sopralluogo, i rilievi topografici, le fotografie, i rilievi sia video che
fotografici aerei, i verbali di rinvenimento dei cadaveri.
I consulenti del pubblico ministero avranno ampio modo di illustrare nel
corso del processo le loro valutazioni e le conclusioni cui sono giunti
sulle responsabilità per il disastro e la conseguente morte di 37 persone.
saranno sentiti insieme agli altri testi dell'accusa e delle parti civili nel
corso delle otto udienze già calendarizzate nei prossimi mesi sino al 21
maggio. Il processo e' particolarmente sentito non solo dai protagonisti
ma assume un rilievo ed una attenzione nazionale per le condizioni del
territorio dappertutto in grave dissesto idrogeologico.
Nei giorni scorsi gli eventi alluvionali hanno portato morte e
devastazione in Sardegna, in Liguria e qualche giorno fa di nuovo in
Sicilia.
centonove pagina 14
sicilia
E LA POLITICA? Proprio sulle coste è
l’interrogazione presentata dal deputato
del Pd, Filippo Panarello: “Le
mareggiate dei giorni scorsi hanno
causato danni gravissimi lungo la costa
Messinese: serve un intervento
immediato attraverso l’utilizzo della
Protezione Civile per affrontare
l’emergenza e mettere in sicurezza il
villaggio di Galati Marina, ma al tempo
stesso c’è bisogno di programmare un
serio piano di interventi: servono
progetti adeguati e tempi certi di
realizzazione delle opere. L’erosione della
costa messinese è un fenomeno - incalza
Panarello - che va avanti da troppi anni:
chiedo al governo regionale di attivare
un piano di interventi per contrastare
l’erosione nella zona sud del Comune di
Messina e lungo tutto il litorale,
utilizzando le risorse regionali, statali ed
europee”. Sempre dall’Ars, arrivano gli
interventi del gruppo Drs all’Ars, che
chiede il “riconoscimento dello stato di
calamità naturale per tutti i comuni della
costiera jonica messinese, interessati
dall’eccezionale ondata di maltempo dei
giorni scorsi”. “Lo stato di evidente
dissesto idrogeologico, da Galati a
Giardini, non può essere tollerato oltre e
la Regione ha il dovere di intervenire
immediatamente per mettere in
sicurezza una porzione di territorio il cui
litorale, abitazioni rivierasche in primis,
rischiano di scomparire dalla carta
geografica della Sicilia”, scrivono in una
nota il capogruppo Giuseppe Picciolo
e Marcello Greco. Sul fronte
regionale, anche Bernadette Grasso,
esponente di Grande Sud-Pid: “A
distanza di quattro anni si registrano
ancora forti ritardi negli interventi in
favore di quella area dei monti Nebrodi
in provincia di Messina, in relazione a
quegli eventi meteorologici che hanno
determinato tutta una serie di situazioni
di criticità di natura idrogeologica, con
gravi danni per il territorio, per i
manufatti e per la popolazione. Gli
eccezionali eventi alluvionali, che si sono
verificati tra il settembre 2009 e il
febbraio 2010 hanno pesantemente
danneggiato, a seguito di dissesti
idrogeologici, vaste porzioni di territorio
della provincia di Messina, e in
particolare i Comuni di San Fratello,
Caronia, Sant’Angelo di Brolo, Raccuja,
Scaletta Zanclea”.
SFOLLATI A GESSO. Sabato 1, per
nove famiglie di Gesso, un villaggio a
Nord di Messina, è stato il preludio
dell’abbandono. Già, perché finché i
lavori di messa in sicurezza del tratto di
strada franato non saranno conclusi, non
potranno restare nelle proprie case. La
decisione è stata annunciata nel corso di
un tavolo tecnico al Comune, sulla base
dei primi rilievi della ditta che dovrà
eseguire i lavori. A comunicarlo,
l’assessore Filippo Cucinotta. La frana
ha colpito la strada d’accesso al villaggio,
in condizioni precarie da diversi anni.
SINAGRA. Il sindaco convoca una conferenza straordinaria. Per valutare i pericoli e trovare una soluzione
Invasi dalla schiuma bianca
L’ULTIMA PULIZIA DEL TORRENTE RISALE A 5 ANNI FA. IL DEGRADO
SEGNALATO AGLI ORGANI COMPETENTI. SENZA AVERE RISPOSTE
CLAUDIO GULLOTTI
SINAGRA. L’ultimo episodio risale a giovedì scorso.
Quando un cumulo di schiuma bianca ha invaso il
torrente Naso. Schiuma che, nel giro di pochi minuti,
spinta delle forti raffiche di vento, ha invaso le strade
di Sinagra creando non poco sgomento tra gli abitanti.
Tempestivo l’intervento dell’amministrazione
comunale. “E’ stato – spiega il sindaco Enza Maccora un problema causato da un cittadino che ha
involontariamente riversato in un tombino di scarico
per le acque bianche un misto di acqua e sapone”. Ma
l’episodio ha riacceso i riflettori per l’ennesima volta
sul degrado in cui versa l’intera vallata dei Nebrodi. E
sul rischio idrogeologico che proprio questo degrado
potrebbe scatenare. Proprio in questi giorni a riaprire
l’argomento è stato un turista milanese, che dopo un
breve soggiorno a Sinagra, ha scritto una lettera a tutti
i giornali locali proprio per mettere in risalto con tanto
di foto i rischi che vegetazione del torrente potrebbe
creare in caso di forti piogge. L’ultima pulizia, infatti,
risale a cinque anni fa. Una pulce nell’orecchio per
l’attuale amministrazione che aveva già convocato per
il 14 febbraio una conferenza straordinaria per
valutare i rischi correlati alla presenza della fitta
vegetazione che interessa l’alveo del torrente ormai da
diversi anni. All’incontro prenderanno parte tutte le
autorità competenti tra cui,i responsabili della
Protezione Civile Regionale, il Sovrintendente ai beni
culturali e ambientali di Messina, il sindaco del comune
di Naso (il torrente passa anche nel suo territorio) e i
vari assessorati regionali interessati. “Abbiamo –
continua il sindaco – più volte segnalato il rischio alle
autorità competenti: corpo Forestale, Genio Civile e
assessorati regionali, ai quali abbiamo richiesto
diverse volte le autorizzazioni necessarie per avviare i
lavori. Ma fino ad oggi non abbiamo avuto risposte.
Senza queste noi non possiamo fare nulla”. E a
risolvere questo problema non sono bastati neanche i
numerosi consigli comunali e le delibere presentate in
Prefettura. “Dopo questi numerosi solleciti – continua
il primo cittadino – speriamo soltanto che vengano
rilasciate in modo da avviare i lavori al massimo entro
Il torrente Naso (foto Claudio Gullotti)
il mese di aprile.”. Cinquanta mila euro la somma
necessaria, secondo una prima stima dei tecnici
comunali per avviare i lavori di bonifica”. “Ma è anche
vero – afferma il sindaco – che all’ESA(Ente Sviluppo
Agricolo della Regione Sicilia) mancano le risorse”.
Intanto la paura tra gli abitanti della zona cresce,
soprattutto in questi giorni di forti piogge. “Voglio
rassicurare i miei concittadini – conclude Enza Maccora
– la situazione è monitorata giornalmente. Anche se
bisogna intervenire in fretta. Il rischio potrebbe
aumentare con conseguenti possibilità di allagamenti
in tutta l’area”. I punti maggiormente esposti al rischio
di allagamento sono la strada che collega il comune di
Sinagra con quello di Raccuja, la zona Artigianale e
tutto il tratto scorrevole che collega i paesi di tutta la
vallata con i comuni marittimi.
centonove pagina 15
7 Febbraio 2014
IN CIFRE
Comuni a rischio
Sono oltre 6.600 comuni (l’82% del
totale) sono in aree ad elevato
rischio idrogeologico, pari al 10%
della sua superficie. L’Italia deve poi
fare i conti con i pericoli per la vita
umana, e vedere che la popolazione
“esposta” a questo tipo di rischio è
stimata in 5,8 milioni di persone.
L’analisi è del Corpo forestale dello
Stato in un recente rapporto sullo
stato del territorio e si trova in linea
con l’ultimo studio di Legambiente.
L’associazione ambientalista
sottolinea infatti come in dieci anni
in Italia sia raddoppiata l’area dei
territori colpiti da alluvioni e frane,
passando da una media di quattro
regioni all’anno a otto regioni. Negli
anni in Italia “sono aumentate in
modo esponenziale le
concentrazioni di piogge” brevi ed
intense, le cosiddette ‘bombe
d’acqua’. Eppure, “negli ultimi dieci
anni abbiamo speso per la
prevenzione due miliardi di euro”,
fa notare Legambiente; una cifra,
quella di due miliardi, impegnata
negli ultimi tre anni per far fronte
alle emergenze principali causate dal
dissesto idrogeologico. Come se non
bastasse, aggiunge Legambiente,
nelle aree a rischio spesso si trovano
anche abitazioni (85%), industrie
(56%), hotel e negozi (26%), scuole
e ospedali (20%). Per la Forestale
negli ultimi anni c’e’ stato un
aumento straordinario dei Comuni a
rischio idrogeologico, soprattutto al
sud, specialmente tra quelli più
piccoli. Tra le cause che amplificano
il “rischio meteo-idrogeologico ed
idraulico” anche “l’azione
dell’uomo”, con abbandono,
cementificazione, consumo di suolo,
abusivismo, disboscamento e
incendi. Ma per la Forestale, “la
causa principale è la mancanza di
una seria manutenzione ordinaria
sempre più affidata ad interventi
‘urgenti’, spesso emergenziali, e non
ad una organica politica di
prevenzione”. Nella classifica delle
regioni a maggior rischio
idrogeologico prima è la Calabria
con il 100% dei comuni esposti; al
100% ci sono anche la provincia di
Trento, il Molise, la Basilicata,
l’Umbria, la Valle d’Aosta. Poi
Marche, Liguria al 99%; Lazio,
Toscana al 98%; Abruzzo (96%),
Emilia-Romagna (95%), Campania e
Friuli Venezia Giulia al 92%,
Piemonte (87%), Sardegna (81%),
Puglia (78%), Sicilia (71%),
Lombardia (60%), provincia di
Bolzano (59%), Veneto (56%).
7 Febbraio 2014
sicilia
ASSOCIAZIONI. A tu per tu con Andrea Lanzafame, presidente dell’associazione modellismo
Una grande storia in miniatura
Tre anni di attività di una passione coltivata a Messina tra soddisfazioni, progetti e curiosità
Pezzi dei pompieri a Un Messenion Due
DI
MARIA TIZIANA SIDOTI
MESSINA. Un viaggio nella storia
attraverso modelli di aerei, treni o navi,
gioielli d'arte in miniatura in perfetta
ricostruzione su scala, attraverso
collezioni di oggetti antichi dagli orologi
del personale ferroviario d'inizio '900 a
giocattoli d'epoca, o attraverso pezzi
museali quali il gancio per locomotori di
spinta sul Valico dei Peloritani prima
dell'avvento della galleria. Un percorso
fascinoso dove il fil rouge è l'amore per
il passato, ricostruito attraverso il
modellismo, il collezionismo e la ricerca
storica. È quello condotto dall'A.s.m.m.,
Associazione storico modellisti
messinesi.
NOME "SINGOLARE". «Studiamo un
pò di tutto: ci chiamiamo Associazione
storico modellisti messinesi dove la
parola "storico" è scritta al singolare
apposta, perchè ci piace curare la storia
di Messina, oltre che il modellismo»,
spiega il presidente, Andrea Lanzafame.
Che seguita: «Nel nostro logo c'è un
libro aperto per indicare che siamo degli
studiosi non solo della cultura ma anche
della storia del modellismo, della città e
non solo. Ci muove la curiosità per la
storia di Messina e la nostra
manifestazione annuale si chiama
Messenion, come la moneta messinese:
Messina fu la prima città a coniare nel
492 a.C.». Spirito "archeologico",
passione a ricostruire con sapienti
diorami ossia ambientazioni in scala
ridotta per i vari modellini, d'epoca,
come quello della prima nave costruita
dai cantieri Cassero, attivi nella
ricostruzione della città dal '40, la
"Vega", a Messina negli anni '50, o
realizzati "oggi" con occhio a "ieri", ed
un pizzico di casualità attraversando le
strade reali e virtuali della città. «Ogni
anno abbiamo delle novità che
scopriamo casualmente sia su Messina
che sul modellismo», dice il presidente.
È il caso delle tre dita benedicenti della
Madonna del Porto di Messina, portate
dall'associazione Arsenale di Messina in
occasione de "Un Messenion per il
Modellismo Due", organizzato
dall'A.s.m.m. «Abbiamo esposto i
modelli in legno delle dita mitragliate
durante la II guerra mondiale. È stata
un'emozione sapere che anche la
ricostruzione nei cantieri dell'Arsenale è
stata fatta da un messinese. Si è potuto
studiare nell'occasione la storia
dell'opera e anche di tutto il
monumento», riprende Lanzafame.
TRA STATICO E DINAMICO. E nelle
varie mostre, allestite dall'associazione
dei modellisti messinesi dal 2010 ad
oggi, i modelli catturano i visitatori da
"fermo" in esposizione statica ma anche
in azione nel modellismo cosiddetto
Trattore Landini o Testa Calda in uso ai primi del '900
dinamico come quello delle messe su
strada delle automobili. E così nel 2013
il 21 giugno arriva anche la "Prima
Traversata dello Stretto di Messina per
elicotteri con motori a scoppio" da Villa
S. Giovanni a Messina, con doppio
annullo postale per l'occasione, e la
collaborazione di Polizia di Stato,
Marina Militare e Polizia Municipale.
«Ci vogliono modelli preparati e occorre
mettere dei motori particolari che
abbiano autonomia per i 25 minuti
della trasvolata, mentre i piloti li
manovrano dalle pilotine. Ci sono voluti
oltre 6 mesi: l'area dello Stretto è
mondiale e c'è bisogno di tante
autorizzazioni, l'ultima la mattina della
traversata. Inoltre, nel periodo estivo
entrano ed escono dal porto molte navi
da crociera. I turisti l'hanno vista: è
stato meraviglioso, è un'emozione
perchè è quasi una creatura, si fa
qualcosa che deve funzionare e
attraversare lo Stretto. Se il modello
non va, va a finire in acqua. È stato
molto stressante per via delle
autorizzazioni da avere ma poi
guardarli in volo è stato bellissimo e
ripaga di tutto il lavoro», racconta quasi
con tenerezza Lanzafame. Che annuncia
l'intenzione di organizzare una seconda
trasvolata per il nuovo anno e per le
Monumento segnalato dall'associazione tra la Prefettura e la chiesa di S Giovanni
di Malta a testimonianza dell'interesse in generale per la storia di Messina
centonove pagina 16
sicilia
Prima trasvolata di modellini di elicotteri il 21 giugno 2013
0 esposto nel Messenion Tre
prossime mostre di montare su un
idrovolante con apertura alare di 4,20
metri un motore in miniatura stellare,
perchè a forma di stella, rotondo a 7
pistoni, in uso nella II guerra mondiale,
esposto al Messenion Tre, concesso
dalla ditta Stell Srl, mentre è già in
preparazione il Messenion IV.
TRA SODDISFAZIONI E
DIFFICOLTÀ. «Tra le varie
soddisfazioni quella di poter effetturare
una mostra in Prefettura "Modellistica e
Militaria": era da anni che la Prefettura
non si "apriva" e questo è motivo di
orgoglio in più», confessa Lanzafame,
sostenuto da tutti i soci e in particolare
da Franco Spadaro con la
collaborazione di varie associazioni
come Ferrovie Siciliane. Nell'occasione
nei locali degli appartamenti della
Prefettura dove si sono apprezzate
divise, armi, buffetterie e copricapi, il
modellismo affascinava i visitatori,
esperti e scuole, con navi, cimeli storici,
figurini, treni, diorami, dalla Presa di
Porta Pia 1870 all'operazione Husky
ossia lo sbarco Alleato in Sicilia nel '43,
mezzi militari, unità navali e pannelli
con foto e documenti inediti, oltre a
materiali militari. In programma per
maggio prossimo c'è la II edizione. A
dicembre c'è stato l'appuntamento
annuale del "Messenion" con oltre 5.000
visite al Monte di Pietà: pezzi unici
portati dai Vigili del Fuoco in congedo
dell'Associazione del Corpo Nazionale
dei Vigili del Fuoco; una stazione
telegrafica, divise di epoca varia,
bambole italiane e del mondo, diorami,
da un carro del 1700 ad un pontone
tedesco Siebelfahre in uso nella
campagna di Sicilia del '43, modelli di
figurini della I e II guerra mondiale,
mezzi corazzati, auto dalle Ferrari alle
Lamborghini, d'epoca, italiane e
straniere, navi, dai velieri alle
motovedette della Guardia di Finanza ai
Mas, treni dall'800 ad oggi con plastici
modulari e un tracciato con treni di
diverse scale ed epoche, oltre a pannelli
sulle ferrovie; una collezione delle
Macchine da Guerra di Leonardo da
Vinci; un trattore Landini o testa calda
degli inizi del '900. «La bellezza è stata
riuscir a far vedere le condizioni del
Monte di Pietà che è quasi
abbandonato. Stiamo cercando di
attenzionare i vari luoghi», sottolinea
Lanzafame. Che rivela: «In questi anni
non abbiamo mai avuto elargizioni da
pubbliche amministrazioni, tranne la
Camera di Commercio che ci ha messo
il salone della Borsa a disposizione e la
Provincia Regionale che ci ha concesso
l'uso dei locali del Monte di Pietà per la
mostra del 2013, restando tutta
l'organizzazione a nostro carico, mentre
abbiamo ottenuto l'appoggio di qualche
sponsor privato. La maggiore difficoltà è
di poter ottenere i locali per le mostre, o
per la creazione di punti espositivi in
pianta stabile».
FUTURO DAL PASSATO. «Nella
storia del modellismo messinese a
centonove pagina 17
7 Febbraio 2014
piazza Municipio si facevano volare gli
aerei vincolati ossia si tenevano con una
mano, così si manovravano, perchè non
c'erano radiocomandi, mentre nei laghi
di Ganzirri si mettevano in acqua
motoscafi vincolati: i padri del
modellismo messinese sono Donatello
Romano e Orlando nel '56-'57. Sono
rimasti dei loro modelli in possesso di
nipoti e figli, speriamo di poterli avere
per le mostre, così come tenteremo di
avere il modello del primo aliscafo
costruito a Messina, il Freccia del Sole
negli anni '50, che è contestuale
all'aliscafo, perchè nei cantieri
Rodriquez si faceva questa modellistica
per publicizzare e qualche modello l'ho
costruito io», racconta Lanzafame. Che
ci tiene a dire: «Non è vero che Messina
è una città senza storia, ne è piena ad
ogni passo, solo che non si ha voglia di
metterla in mostra e di curarla. Non
vogliamo invadere il campo di altre
associazioni ma collaborare e fare da
sentinella. Per esempio, passando per
caso, abbiamo notato e fotografato un
monumento tra la Prefettura e la chiesa
di S. Giovanni di Malta: una statua
bianca ed una nera, purtroppo nessuno
sa che cos'è. Abbiamo intenzione di
capire da chi è stato fatto e perchè.
Inoltre, qualche giorno vogliamo
divertirci a organizzare una passeggiata
per fare la storia delle 4 fontane».
7 Febbraio 2014
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sicilia
7 Febbraio 2014
MONTALBANO. Federico II o Palazzo Reale Federico III? Un cambio di denominazione spacca uno dei borghi più belli d’Italia
Castello, crisi di identità
La modifica del nome suggerita dai consiglieri Mobilia e Pantano, dopo approfondite ricerche,
apre il dibattito tra i “conservatori”. Da Belfiore a Celi, ecco chi spiega di aver subito un trauma
DI
PAMELA ARENA
MONTALBANO ELICONA. Il celebre
castello Federico II soffre una crisi di
identità. Secondo alcuni cittadini di uno
dei borghi più belli d’Italia, sì. Tutto
nasce a causa di un cambio di
denominazione alla struttura costruita
durante il dominio aragonese. Pare,
infatti, che in occasione dello
svolgimento di un convegno, innanzi
all’ingresso della sala sia stato affisso
uno striscione di benvenuto recante la
scritta “Palazzo reale Federico III Il
Grande”, creando disorientamento a
chiunque lo leggesse. Sembra che a
suggerire la modifica siano stati i
consiglieri di maggioranza Carmelo
Mobilia e Giuseppe Pantano, che dopo
alcune ricerche hanno scoperto che la
struttura risalente al periodo medievale
possiede un’altra storia e, pertanto,
andava modificata la denominazione in
"Palazzo Reale". Si tratta di una vicenda
che nel piccolo borgo Abaceno sta
creando un po’ di confusione a coloro
che da anni vivono in questa località e
che hanno studiato la storia locale di
cui si fa forte il paese. Ad aprire il
dibattito sul caso che ha messo in
subbuglio la comunità è il direttore del
giornale locale “Montalbano Notizie”
Nicola Belfiore. «Ricordo che da
bambino il nostro castello veniva legato
al nome del grande Federico II
d’Aragona e per molti decenni, i cartelli
dallo sfondo giallo così segnalavano ai
turisti che transitavano per Montalbano.
Oggi, le stesse indicazioni fanno
riferimento al grande Federico III, che
altri non era che Federico II e allora
perché cambiare il nome? E’ forse
prevalsa quella voglia di notorietà, che
ha spinto l’artefice o gli artefici di
questo epocale cambiamento, solo per il
semplice fatto di addursi il risultato di
uno studio così importante d’aver
partorito, come la montagna, un
topolino». Ad aver ammesso di aver
subito un trauma da questo cambio di
denominazione è anche un cittadino
nostalgico, l’avvocato Luigi Celi, che
con una nota ha voluto manifestare le
proprie perplessità: «A scuola ci
avevano insegnato che Il Castello era
appartenuto a certo Federico Secondo
(di Svevia prima, e d’Aragona dopo, ma
sempre di un Federico secondo, si
parlava!). Ora provo profonda
tenerezza per il vecchio mio caro
maestro delle elementari, che non
seppe trovare la denominazione esatta
del Castello, che non riuscì a scoprire,
allora, che, quel Castello, appartenuto
anche agli Aragona, ricostruito dopo la
pace di Caltabellotta dell’anno 1302;
quel Castello, dal quale Federico II
d’Aragona - come narrano gli storici aveva emanato le norme per le cariche
amministrative della Città di Palermo,
considerate la prima legge elettorale
europea; quel Castello, tale non era, e il
Federico, o i “Federico”, che lo
costruirono e lo abitarono, non erano
“Secondi”. A chiarire un po’ la vicenda è
centonove pagina 19
lo stesso consigliere Pantano: «Si tratta
di polemiche fine a se stesse - dichiara . L’intento di coloro che hanno
approfondito queste ricerche non era
quello di sminuire l’importanza
dell’antica struttura, ma, al contrario, di
apportare ulteriori riconoscenze alla
residenza di uno dei più importanti re
del meridione. Il cronista catalano
Ramon Montaner, del 1300, chiamò per
la prima volta quello che tutti noi
conosciamo come Castello Federico II,
«Palazzo Reale». Sembra, infatti, che nel
1309 Montaner andò a trovare Federico
III D?Aragona e in quell?occasione poté
notare come a corte ci fossero poco
meno di 100 personalità influenti.
Inoltre - continua Pantano - dalle lettere
che Federico D’Aragona inviava al
fratello Giacomo, si evince come il re
parli della propria residenza reale
definendola una fortezza (che poi è
stata trasformata in Palazzo Reale).
Tutto ciò per dire che noi non
escludiamo la tradizione locale che
vede questa residenza come un castello,
ma vogliamo associare a questa
conoscenza anche un?altra verità tratta
da numerose ricerche fatte sia da me
che da studiosi autorevoli come il
professore Alessandro Musca, docente
dell’Università di Palermo, e il
professore Ferdinando Maurici, uno dei
più grandi esperti di castelli meridionali
del meridione d’Italia».
7 Febbraio 2014
sicilia
ADDII. Amici e colleghi si stringono ai familiari del ricercatore scomparso in Antartide
Messina saluta Michaud
Una folla ha riempito l’Aula Magna dell’Università dove era stata allestita la camera ardente
dalla prima mattina. Il cordoglio del rettore, i ricordi commossi e un volo di gabbiani all’uscita
L’ULTIMO SALUTO a Luigi
Michaud lo regalato i gabbiani con il
loro canto. Quei gabbiani che sono
apparsi all’improvviso, subito dopo
l’uscita dal rettorato del feretro del
ricercatore scomparso in Antartide il
17 gennaio scorso. Un saluto “fuori
programma” e coerente con l’amore di
Michaud per la natura, che aveva
deciso di studiare iscrivendosi in
Scienze biologiche, laurendosi con una
tesi di indirizzo Biologico-Ecologico e
conseguendo il dottorato di ricerca in
“Scienze Ambientali: Ambiente Marino
e Risorse” (2007), prima, e un assegno
di ricerca presso il Dipartimento di
Scienze Biologiche ed Ambientali.
Tantissime le persone che hanno fatto
una visita allo studioso nella camera
ardente allestita nell’Aula Magna
dell’Ateneo. Colleghi e, soprattutto,
amici di Luigi. Gli stessi che, insieme ai
familiari, hanno ricordato in maniera
commovente il “vichingo” che amava
dipingere i soldatini, scherzare e essere
“irriverente”, prodigarsi per il prossimo
con la Croce Rossa e far conoscere le
bellezze della sua terra come guida
Turistica.
LA GIORNATA. La folla si è raccolta
sin dal primo mattino, per stare
accanto al feretro avvolto dalle
bandiere della Croce Rossa e del
Programma Nazionale di Ricerca in
Antartide. Un ragazzo d’oro, un
vichingo dagli occhi dolci, come
qualcuno amava soprannominarlo.
Uno studioso che ha dedicato la sua
vita alla ricerca e alla passione per
l’Antartide, le cui terre ritratte su
alcune fotografie lo affascinarono sin
da bambino, divenendo, da lì a qualche
anno, il suo obiettivo di studio. Mentre
veniva aperta la camera ardente in
Luigi Michaud
Italia, il personale della XXIX
spedizione italiana in Antartide presso
la base Mario Zucchelli, la base italofrancese Concordia e la nave
cargo-oceanografica Italica si sono
fermati per osservare un minuto di
silenzio in suo ricordo. In particolare,
presso la base Zucchelli, si è svolta la
cerimonia di ammaino della bandiera a
mezz’asta, seguita dal personale
presente a bordo della nave Italica,
ormeggiata per l’occasione nella Baia
Terra Nova, a vista.
I SALUTI. Prima che il feretro
lasciasse il plesso centrale dell'Ateneo,
le autorità accademiche, i
rappresentanti di Csna, Cnr, Enea e
Croce Rossa Italiana, amici e familiari
hanno voluto ricordare Luigi Michaud.
«La tragedia accaduta in Antartide - ha
detto il Rettore dell’Università di
Messina, Pietro Navarra - ci
consegna la figura di uno studioso
appassionato del suo lavoro, che ci
lascia con le sue idee, i suoi progetti, le
sue aspirazioni per il futuro. Morire a
quarant’anni è semplicemente
sbagliato, ma quando ad andarsene è
una persona come Luigi, fa ancora più
male. Oggi noi, colleghi e amici della
sua Università, gli porgiamo un ultimo
saluto essendo certi che egli ci ha solo
preceduto in un posto molto speciale,
quello in cui tutti i problemi, anche
quelli più complessi che lui studiava,
trovino le giuste soluzioni». Subito
dopo il professor Emilio De
Domenico, Direttore del Dipartimento
di Scienze biologiche ed ambientali, ha
ricordato Michaud, visibilmente
commosso, raccontando alcuni
significativi episodi della vita del
giovane ricercatore. «L'Università di
Messina - ha detto il Carlo Alberto
Ricci, Presidente della Commissione
Scientifica Nazionale per l'Antartide –
ha costruito un pezzo del Progetto in
Antartide, andando in quei luoghi e
facendo ricerca di persona, così come
stava facendo Luigi in questi giorni».
Dalle sue parole è emerso anche come
gli studi condotti avrebbero avuto
importanti ricadute nella lotta alla
fibrosi cistica. Vincenzo Cincotti, in
rappresentanza dell'Enea, ha poi
rinnovato i sentimenti di vicinanza e
cordoglio dell'Ente. «L'attività di ricerca
di Luigi - ha detto la Lucrezia
Genovese, responsabile del Cnr di
Messina - troverà dei seguaci, noi
faremo di tutto per ricordare e onorare
il suo ricordo». Alla commemorazione
era presente anche il sindaco di
Messina, Renato Accorinti, che già
in mattinata aveva visitato la camera
ardente. Un messaggio di cordoglio è
infine giunto dal Presidente del Cnr,
Luigi Nicolais, il quale ha rivolto un
pensiero agli uomini di ricerca che
operano in condizioni ambientali
estreme ed a Luigi Michaud la cui vita
si è interrotta così tragicamente nel
mare che tanto amava. Il Commissario
dell’Enea Giovanni Lelli ha espresso
il suo cordoglio a nome di tutto il
personale, ricordando le competenze
scientifiche di Michaud, e la sua
passione per il mare. A parlare, poi,
strappando ripetuti applausi, gli amici.
Quelli della Croce Rossa Italiana
(durante il suo primo giorno come
volontario, Luigi era stato chiamato
erroneamente Michele da un collega e
lui non aveva battuto ciglio) e gli altri,
compagni di studio e di ricerca. Sono
stati loro, tra le lacrime, a raccontare
risate, complicità e irriverenze durante
le pause pranzo. A continuare la ricerca
di Luigi, sarà la moglie Angelina Lo
Giudice, che con lui aveva sviluppato
un amore per l’Antartide grazie alla
professoressa Vivia Rizzo. (D.D.J.)
FOTOGRAMMI
Il paese col senno di poi
L’IMMAGINE DEL RICERCATORE NEL LAVORO FOTOGRAFICO
“THAT OTHERS”, SUI PRECARI QUALIFICATI E SOTTOPAGATI
Luigi Michaud è stato uno dei protagonisti del lavoro
fotografico “That Others”, realizzato nel 2012 dai fotografi
Simona Bonanno (sua cugina e praticamente sorella) in
collaborazione con Nino Cannizzaro. Il progetto consiste in
una serie di ritratti di amici, all'epoca “precari”, con contratti a
progetto, sottopagati o addirittura senza lavoro. “I nuovi
giovani: 30/40enni che, con sacrificio e passione, perseguono il
loro sogno: svolgere il lavoro adeguato alla propria qualifica,
consolidata negli anni con esperienza, dignità e
professionalità”, spiega Simona Bonanno. Che aggiunge con
centonove pagina 20
amarezza: “Gli amici che hanno posato per noi sono tutti
messinesi, tra loro anche mio cugino Luigi Michaud. Il
progetto ha ricevuto numerosi riconoscimenti all'estero, tra
cui la Honorable Mention al più prestigioso concorso di
Fotografia Internazionale, l'International Photography Award.
Gli esperti stranieri sono rimasti colpiti dalla sensibilità e
dall'abilità nell'esecuzione, dalla dignitosa ironia dei
"modelli", e soprattutto dall'attualità del tema... Mio cugino
Luigi era un ‘precario’. L'ho ritratto in quanto tale due anni fa;
precario come tutti gli altri amici, molti considerati
"eccellenze" del nostro territorio, onorati e valorizzati
all'estero più che in patria. Mio cugino Luigi è morto da
precario. Ed era un'Eccellenza, riconosciuta e stimata dal
mondo scientifico, e non soltanto. Ce lo invidiavano
sicuramente in parecchi. Ora tutti ne parlano, ora tutti lo
onorano: Messina, internet, la televisione, la stampa. E' giusto
così. Però. Siamo il paese del ‘senno di poi’”.
7 Febbraio 2014
economia
LA SCHEDA
182 milioni in Sicilia
Il porto di Messina con la zona falcata
MESSINA. Così il bando per l'attuazione di interventi a favore di micro imprese e Pmi
Zfu, la faremo Franca
Quasi sedici milioni per le aree dello Stretto che vanno dalla Zona Falcata al porto
di Tremestieri. Interventi previsti su Fondo Fucile e nel polo artigianale di Larderia
DI
GIUSEPPE LOMBARDO
ZFU. Non è l’acronimo
incomprensibile di una targa tedesca,
ma una sigla che rappresenta una
risorsa potenziale per l’Area dello
Stretto: la Zona Franca Urbana. Il
LA SCHEDA
Esenzioni ammesse
Imposte dirette: 100% per i primi
cinque periodi di imposta; 60% per
i periodi dal sesto al decimo; 40%
per i periodi undicesimo e
dodicesimo; 20% per i periodi
tredicesimo e quattordicesimo.
Irap: Esenzione fino ad un valore di
produzione netta pari a 300.000
euro per i primi cinque anni
dall’accoglimento della domanda.
Imu: Esenzione per il primo
quadriennio sugli immobili
posseduti e utilizzati nell’area.
Contributi sociali: 100% per i primi
cinque anni; 60% per il successivo
quinquennio; 40% per gli anni
undicesimo e dodicesimo; 20% per
il biennio successivo.
nome fumoso cela in realtà un regime
di particolare convenienza, un regime
che sarà riconosciuto
all’imprenditoria messinese nel
quadro di un’azione di rilancio
dell’economia cittadina.
Spettatori interessati sono, pertanto,
le piccole e medie realtà produttive
soffocate dalla crisi, le quali – a
determinate condizioni – potranno
beneficiare d’importanti sgravi. La
platea di riferimento, inoltre, si
estende agi studi professionali, o
almeno a quanti fra essi risulteranno
iscritti al Registro delle imprese al
momento della presentazione
dell’istanza.
In tal senso, coloro che intendano
svolgere le proprie attività all’interno
della Zfu, contribuendo in siffatta
maniera al rilancio del territorio
interessato, avranno diritto ad
importanti esenzioni: da quelle sui
redditi (Irpef e Ires) a quelle sull’Irap,
dal “congelamento” dell’Imu per il
primo quadriennio alle esenzioni
relative al versamento dei contributi
sulle retribuzioni da lavoro
dipendente. Tali agevolazioni saranno
fruibili in compensazione, indicando
gli importi ridotti nei versamenti da
effettuare col modello F24, secondo
quanto sancito dall’Agenzia delle
Entrate.
Sulla base dei dati forniti dal
Ministero per lo Sviluppo Economico
d’intesa con la Regione, il comune
beneficerà di uno stanziamento pari a
15.927.414 euro. Una cifra
importante, che non cadrà a pioggia
sull’intero perimetro cittadino, ma
dovrà essere destinata a talune aree
specifiche – grossomodo quelle che
vanno dalla Zona Falcata fino al porto
di Tremestieri, senza lesinare
interventi su Fondo Fucile e nelle aree
del polo artigianale di Larderia –, nel
tentativo di porre in essere una celere
azione di risanamento. Nel caso in cui
l’importo delle agevolazioni richieste
dovesse essere superiore
all’ammontare delle risorse
disponibili, la quota destinata a
ciascun’impresa beneficiaria sarà
stabilita dal Ministero stesso, tenendo
in considerazione le riserve di scopo
(nello specifico, per il caso messinese,
20% per le nuove imprese e 10% per
le imprese femminili).
Lo si attendeva da anni. Ora le
piccole e medie imprese che ricadono
nelle diciotto Zone Franche Urbane
della Sicilia avranno un'opportunità
di sviluppo in più. Sgravio totale di
Irpef, Irap, Imu e contributi
previdenziali per cinque anni. Con il
decreto del 23 gennaio scorso è stato
adottato il bando per l'attuazione di
un intervento in favore di micro
imprese e Pmi localizzate nelle Zone
Franche Urbane delle Sicilia. Sono
disponibili 182 milioni di euro sotto
forma di esenzioni fiscali e
contributive in favore di imprese
localizzate nei comuni di Aci Catena,
Acireale, Bagheria, Barcellona Pozzo
di Gotto, Castelvetrano, Catania,
Enna, Erice, Gela, Giarre, Lampedusa,
Linosa, Messina, Palermo
(Brancaccio), Palermo (porto),
Sciacca, Termini Imerese (inclusa area
industriale), Trapani e Vittoria. Le
domande per accedere alle
agevolazioni potranno essere
presentante dalle ore 12 del 5 marzo
2014 e fino alle ore 12 del 23 maggio
2014, esclusivamente per via
telematica tramite procedura
accessibile nella sezione “ZFU
Convergenza e Carbonia Iglesias” del
sito del Ministero dello Sviluppo
Economico. L'accesso alla procedura
informatica prevede l'identificazione
dell'impresa tramite Codice Fiscale e
l'autenticazione tramite credenziali
informatiche inviate all'indirizzo PEC
dell'impresa. Le agevolazioni sono
concesse dal Ministero dello Sviluppo
Economico nel limite delle risorse
finanziarie disponibili per singola
Zona Franca Urbana e tenendo conto
delle riserve finanziarie. Qualora
l'importo delle agevolazioni richieste
dalle imprese ammesse sia superiore
alle risorse disponibili, l'importo
spettante a ciascuna impresa
beneficiaria è determinato dal
Ministero dello Sviluppo Economico
moltiplicando l'importo
dell'agevolazione richiesta da ogni
singola impresa per il rapporto tra
l'ammontare delle risorse finanziarie
disponibili per la ZFU e l'ammontare
del risparmio d'imposta e
contributivo richiesto dalle imprese
della ZFU ammesse ai benefici.
L’ELENCO
Zone interessate di Messina
Punta Secca, Punta S. Raineri, Fiumara Portalegni, Fiumara Zaera, Via
Salandra, Via Catania, Via La Farina, Via Maregrosso, Piazza Palazzotto,
Torrente Bonsignore, Via Bonsignore, Via Candore, Via Socrate, Via del
Policlinico, Via Consolare Valeria, Via Corbino Orso, Via Acireale, Torrente
Oreto, Fiumara di Gazzi, Viale Gazzi, Via Taormina, Via Bonino, Via Marco
Polo, S.S. 114, Torrente S. Filippo, Stazione di Contesse, Tremestieri,
Provinciale Larderia, Torrente Larderia, Annunziatella, Torrente Guidari.
centonove pagina 21
7 Febbraio 2014
economia
UOMINI&BUSINESS. Da ditta individuale fa il salto di qualità negli anni Novanta. Grazie al coraggio
Ricciardello, il bello del mattone
Il geometra che ha messo su gli svincoli di Messina “difende” la liquidità aziendale in piena crisi.
Il segreto? Svincolarsi dal nodo scorsoio delle banche con “l’indebitamento commerciale”
DI
VINCENZO LOMBARDO
Messina. Dal 1966, fresco
di diploma di geometra,
comincia ad operare nel
campo delle opere
pubbliche Giuseppe Ricciardello. Si fa le
ossa, nei primi anni con modesti lavori
eseguiti per conto dei comuni dei
Nebrodi, e a poco a poco, sfruttando le
sue capacità organizzative si cimenta
con appalti sempre più impegnativi. Da
ditta individuale degli inizi si va, via
via, strutturando in forme societarie
sempre più adeguate al target delle
iniziative economiche intraprese, pur
mantenendo nella propria carta
d’identità i segni caratteristici di una
impresa a conduzione familiare. Il
capitale sociale della società è di euro
5.000.000 di cui il 98,98% in testa al
proprio nucleo familiare per il tramite
della Geometra Ricciardello Costruzioni
Srl, mentre il residuo 0,12 alle persone
fisiche coniugi Ricciardello.
Rappresentanti dell’ impresa sono
Giuseppe Ricciardello e la figlia Rosaria.
Fino agli anni 80 l’azienda ha un profilo
ancora medio piccolo. E’ degli anni 90 il
salto di qualità, allorquando si aggiudica
il primo lavoro importante: la
realizzazione del viadotto (ml. 209) di
Modica Alta su committenza della
Provincia Regionale di Ragusa. Il ponte
è costituito da un impalcato continuo
della lunghezza di ml. 209, a 4 campate,
supportate da 3 pile a doppio fusto di
altezza variabile da 40 a 60 mt e a due
spalle di estremità.
Seguono i lavori per la sistemazione del
Sagrato della Cattedrale di Palermo, poi
quelli di costruzione della Variante di
Portogruaro . Dal 2000 al 2005
L’impresa Ricciardello edifica l’opera che
l’ha resa nota in Europa e le ha fatto
conquistare una posizione leader tra le
imprese realizzatrici di grandi opere
LA SCHEDA
RATING ECONOMICO SOCIALE
(0 a 10): 5,25
- Storia
ultraquarantennale: 10
- Andamento
economico: 8
- Rapporto
Occupazione/Territorio
Partner di Iniziative
Sociali: 3
- Sponsor Attività
Sportive: N.C.
edilizie: i lotti 26bis - lotto 27 1° stralcio
- Lotto 30 quater, i più impegnativi della
tratta autostradale ME-PA, con 2.700
ml di viadotti ad elevatissima altezza dal
piano campagna e oltre mille metri di
gallerie artificiali.
Questa importante via di collegamento
è stata costruita impiegando metodiche
e tecnologie innovative mirate
all’allestimento di imponenti opere di
ingegneria (ponti, viadotti, gallerie),
indispensabili per ovviare alle particolari
condizioni geomorfologiche dei luoghi.
Rivoluzionaria la tecnica di varo
adottata, consistente nell’impiego di una
colossale autogru da 600t, sbracciante
dall’impalcato nella carreggiata opposta.
Una originale soluzione ideata di
concerto tra i progettisti del noto Studio
di Ingegneria Scalesse di Roma e quelli
della stessa Ricciardello Costruzioni s.r.l.
Il settore delle grandi opere è oggi pieno
di macerie. Su 894mila imprese che vi
operavano ne sono scomparse 62mila, e
con esse 81mila posti di lavoro sono
andati in fumo. L’assistenza creditizia,
polmone essenziale per il
mantenimento in vita delle imprese che
operano nel settore , è diminuita del
7,6% rispetto all’anno scorso. I lavori
sono pressoché fermi da anni e il trend
della produzione del 2012 ha toccato –
16,2%. Se lo si confronta con quello
europeo, + 5,6%, si comprende la
gravità della crisi in cui versa il
comparto delle opere infrastrutturali .
Nel primo trimestre 2013 i dati sono
ancor più preoccupanti. Il numero delle
gare è diminuito di un ulteriore 13%.
Ancor di più è decurtato il valore delle
gare: - 32%.
In una situazione economica così grave,
che dura da anni, Giuseppe Ricciardello
ha avuto il coraggio di gettare il cuore al
di là della crisi. Tenacia e temerarietà,
in uno al grande senso di responsabilità
verso i committenti e le proprie
maestranze, hanno sostenuto il
gigantesco sforzo di portare a termine
i lavori iniziati durante il picco della
crisi: dal 2006/08 la costruzione della
Variante di Portogruaro.- 4° lotto – 1°;
dal 2008/11 la strada Pedemontana
della Piana di Gioia Tauro “S.G.C.
Cinquefrondi – Delianuova”; e il ponte
di Primosole sul fiume Simeto lungo la
strada statale 114 "Orientale Sicula".
L’impresa Ricciardello ha un altro grande
merito, quello di aver scritto, dopo 24
anni, la parola fine alla storia di
sperperi e inconcludenze dello svincolo
di Giostra, iniziata nel 1989, con la
firma dell’allora sindaco Mario
Bonsignore dell’accordo di programma
con il ministero dei Lavori Pubblici. I
lavori inizialmente assegnati alla Gepco,
poi fallita, furono ripresi nel 2009 con
l’attribuzione dei medesimi alla
Ricciardello Costruzioni srl che imprime
un’ accelerazione ai tempi di esecuzione
e si arriva così, al 15 maggio dell’anno
scorso, all'inaugurazione dell’opera.
La struttura organizzativa della società
rispecchia la semplicità della sua
centonove pagina 22
governance. Recentemente ha rilevato il
ramo d’azienda della SI.GEN.CO.
Sistemi Generali Costruzioni Spa, e con
esso un blocco di lavori rilevanti sia per
grandezza di importi e sia per qualità di
controparti: Università di Catania, Enac,
Ministero dell’interno. In atto il
Portafoglio lavori della società è di
ragguardevole entità: euro
147.688.227. Il che significa che le
attività dell’impresa possono proiettarsi
in un confortante orizzonte temporale
abbastanza lungo. I dati di bilancio
fanno risaltare una solida condizione di
equilibrio finanziario. Il fatturato del
2011 si posiziona a 57.215.000 euro e
nel 2012 si apposta a 44.917.000 euro.
Il discostamento valoriale, per
un’azienda a produzione ciclica è un
fatto normale. Solido il patrimonio
netto che ,nel 2012, ammontava ad
euro 6.223.000. Utili 2012 : eur
186.000.
La Ricciardello Costruzioni S.r.l. grazie
alla grande fiducia che gode da parte
delle ditte committenti, primarie
aziende pubbliche e private nazionali,
finanzia il proprio ciclo produttivo quasi
essenzialmente con l’indebitamento
commerciale, cioè con gli anticipi
riconosciutigli dagli enti appaltanti. Il
che porta l’impresa a sganciarsi dal nodo
scorsoio delle banche limitando
drasticamente il ricorso
all’indebitamento finanziario. L’utilizzo
di linee di credito modeste, di soli
3.757.000 euro, a fronte di dati di
bilancio ben considerevoli consente
un’alta redditività e potenzia l’efficienza
gestionale (Margine Operativo Lordo di
2.966.000 euro). Ottima è pure la
liquidità aziendale: euro 11.254.000.
Buono e sostanzialmente invariato il
cash flow dell’ultimo biennio: euro
1.200.000. Addirittura negativo è il
rapporto Indebitamento Finanziario /
Patrimonio Netto.
Stentata è invece la rotazione degli
incassi rispetto ai lavori eseguiti.
Nell’anno scorso i crediti scritti in
bilancio ammontavano a 19.976.000
euro rispetto ad un valore della
produzione segnata in euro 33.779.000.
Criticità originata dalla inaccettabile
lentezza nei tempi di pagamento della
pubblica amministrazione, controparte
principale della società. Anche se urla il
vento della crisi la Ricciardello
Costruzioni Srl rimane sufficientemente
al riparo dalle gelide correnti
congiunturali, con grande soddisfazione
dei suoi 69 collaboratori che possono
continuare a guardare il futuro prossimo
con una certa sicurezza in più rispetto ai
meno fortunati colleghi del settore.
[email protected]
7 Febbraio 2014
economia
SENTENZE. Il ricorso di un contribuente di Rometta apre un precedente importante
OCCORRE SAPERE
Interessi in mora, solo se definiti per legge
Mini sanatoria
entro il 28 febbraio
Il tasso di sconto non aggiornato in Italia da 2000 al 2009 fa venir meno la parità di trattamento
dei cittadini di fronte al fisco. Ecco le ragioni che hanno consentito di “alleggerire” le cartelle
Scade il 28 febbraio prossimo, il
termine in cui è possibile aderire
anche alla mini-sanatoria delle
cartelle esattoriali prevista dalla
legge di stabilità. Si possono
chiudere i conti con le vecchie
cartelle con uno sconto che
riguarderà gli interessi di mora e
quelli di ritardata iscrizione a ruolo.
Riscossione Sicilia ricorda che il 28
febbraio è l’ultimo giorno utile per
versare l'importo in unica soluzione.
Il provvedimento riguarda i carichi
inclusi nei ruoli fino al 31 ottobre
2013, emessi da uffici statali, agenzie
fiscali, Regioni, Province e Comuni.
La definizione potrà riguardare
anche i carichi derivanti dagli
accertamenti esecutivi affidati fino al
31 ottobre 2013. Sono escluse le
somme dovute per effetto di
sentenze di condanna. L'adesione
può essere fatta anche per le cartelle
in corso di rateazione ottenendo in
tal modo l'abbattimento degli
interessi di rateazione sulle rate
ancora a scadere.
MESSINA. Se il ministro delle Finanze
è distratto e il tasso ufficiale di sconto
non è regolamentato ogni anno dalle
disposizioni di legge, gli interessi di
mora applicati dal concessionario non
sono dovuti. E’ il succo di una
interessante sentenza, depositata il 28
gennaio dalla decima sezione della
Commissione tributaria provinciale di
Messina, presieduta da Francesco
Deodato, che “innova” il concetto di
interessi di mora per ritardato
pagamento di tasse iscritte a ruolo e
diventa un precedente che fa
“giurisprudenza” nei rapporti tra fisco e
cittadini-contribuenti, in ambito
nazionale.
La vicenda prende le mosse dal ricorso
presentato dall’avvocato tributarista
messinese Gianfilippo Ceccio per conto
di un suo cliente, di Rometta. Il
contribuente si era visto recapitare
quarantasei cartelle per un importo di
326.029, 84, cumulative di una serie di
tributi che avevano determinato il fermo
amministrativo, gravato da tutti gli
interessi di mora che negli anni si erano
accumulati.
I giudici tributari, dopo avere rigetto la
richiesta di sospensiva, nel merito hanno
ritenuto illegittima la determinazione
degli interessi di mora, rilevando che
Gianfilippo Ceccio
“l’articolo 30 del dpr 600/73, stabiliva
che sulle somme iscritte a ruolo si
applicano a partire dalla data di notifica
della cartella e fino alla data del
pagamento, gli interessi al tasso
determinato annualmente dal decreto
del ministro delle Finanze, riguardo alla
media degli interessi bancari attivi.
Ma-rilevano ancora i giudici tributari,
accogliendo i rilievi dell’avvocato
Ceccio-considerato che dal 2000 al
2009, il tasso degli interessi di mora
imposto dal Fisco italiano è rimasto
immobile”. Gli effetti sono il tasso fisso
si è trasformato in una rendita
illegittima per il Fisco. Solo il 28 luglio
del 2000 un decreto direttoriale ha
determinato nella misura dell’8,4%
(5,4% + 3% di sanzioni) gli interessi di
mora per ritardato pagamento. Un
vulnus, questo, che infrange le
previsioni della legge-argomentano
ancora i giudici tributari- che sanciva
che il tasso di sconto fosse aggiornato
dal Ministero delle Finanze “almeno”
ogni dodici mesi.
Una situazione che fa venir meno la
parità di trattamento dei cittadini di
fronte al fisco se si considera che dal
2000 il tasso ufficiale di sconto ha avuto
oscillazioni notevoli dal 5.4% del 2000
per passare al 3,4% del mese di agosto
del 2003 e arrivare infine all’1,4 del
2008.. Basta solo rilevare che la stessa
Agenzia delle Entrate- argomentano
ancora i giudici-in assenza di idonea
regolamentazione della materia, ha
provveduto con due decreti direttoriali
ad abbassare il tasso di interesse di
mora: una volta nell’ottobre del 2009
con la determinazione del 6,8358%
all’anno e poi nel settembre del 2010,
quando si fissa l’interesse al 5,7567%.
Un errore e una forzatura, secondo i
giudici, perché una materia così delicata
e complessa va regolamentata con un
decreto ministeriale e non con un
provvedimento del direttore dell’Agenzia
delle Entrate. Pertanto, concludono i
giudici tributari di Messina, “non sono
dovuti gli interessi di mora applicati”.
LEGALMENTE
AZIENDA SANITARIA
PROVINCIALE DI PALERMO
AVVISO PROROGA TERMINI PRESENTAZIONE OFFERTE
OGGETTO: affidamento del servizio integrato di gestione energetica che si compone della fornitura dei
vettori energetici e della gestione, conduzione e manutenzione degli impianti tecnologici a servizio
dell’Asp di Palermo.
Proroga termini di ricezione delle domande di partecipazione e di ricezione delle offerte.
Visto l’art.70 comma 6. del D.lgs. 163/06, considerati le richieste pervenute da parte di alcune ditte
partecipanti alla gara, si comunica che i termini di ricezione delle domande di partecipazione e di
ricezione delle offerte, sono prorogati alle ore 09,00 (nove) del giorno 24 febbraio 2014 e la data di
apertura della documentazione amministrativa avverrà, in seduta pubblica, alle ore 10:30 dello stesso
giorno.
IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO
PROVVEDITORATO E TECNICO
Avv.to Fabio Damiani
SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA
PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA D’APPALTO SU CENTONOVE
PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI:
090.9430208 - 9430206 fax 090.9430210 - 090.9430211
RICHIEDI PREVENTIVI ANCHE VIA E-MAIL A: [email protected]
centonove pagina 23
7 Febbraio 2014
economia
CONSUMATORI
VERTENZE. Il 18 febbraio per chiedere al governo “un deciso cambio di rotta”
Confesercenti, missione romana
Palermo. Con una folta
rappresentanza, Confesercenti Sicilia
sarà presente alla manifestazione che
si terrà martedi 18 febbraio
a Roma con lo slogan “Senza
l’impresa non c’è Italia.
Riprendiamoci il futuro” per chiedere
un cambio immediato della politica
economica del Governo che metta
fine ad una crisi economica sempre
più drammatica, e che colpisce in
modo pesante il Sud d’Italia mettendo
a rischio gli equilibri sociali
delle aree a forte ritardo
di sviluppo.
«La nostra partecipazione alla
manifestazione di Roma, assieme alle
rappresentanze di imprenditori di
Casartigiani, CNA, Confartigianato e
Confcommercio - dichiara il
presidente di Confesercenti Sicilia
Vittorio
Messina - testimonia il profondo
disagio per le condizioni di pesante
incertezza in cui sono costrette ad
Vittorio Messina
operare le imprese e vuole essere un
modo per dire che il tempo delle
attese è finito e che ora, e non
domani, è il tempo per un deciso
cambio di rotta».
«Bene ha fatto Rete Imprese Italia a
lanciare una grande mobilitazione
nel Paese - aggiunge il presidente
Messina - perchè il mondo
dell’impresa diffusa, dell?artigianato
e del terziario di mercato
rappresenta il tessuto produttivo
dell'Italia e dal futuro di questo
sistema economico dipende il futuro
del Paese».
«Per questo - continua Vittorio
Messina - le imprese non si vogliono
limitare a denunciare gli effetti di una
crisi che sta mettendo a dura
prova la loro sopravvivenza, già
stremate da forti difficoltà, con un
ulteriore impoverimento delle
famiglie, ma intendono anche
avanzare
concrete proposte di immediata
attuazione per arrestare questa fase di
declino e riportare un clima che
consenta di guardare al futuro con
maggior fiducia».
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
NOMINE
Rapporti di lavoro, consulenti asseveratori di confomità
Inps Caltanissetta
Cavallaro Presidente
I Consulenti del lavoro diventano asseveratori di
conformità dei rapporti di lavoro. Con l’innovativo
Protocollo d’intesa, siglato nei giorni scorsi tra il
Ministro del lavoro Giovannini e la Presidente
dell’Ordine dei Consulenti del lavoro Calderone,
infatti, può partire l’operazione denominata ASSE
CO. L’ottenimento della conformità contributiva e
retributiva esenta i datori virtuosi dalle ispezioni del ministero del lavoro,
costituisce elemento di cui gli ispettori devono tener conto nella definizione
degli accertamenti e può essere utilizzata per la verifica delle regolarità delle
imprese negli appalti privati. Per i consulenti del lavoro, professionisti ai quali
il legislatore ha già assegnato negli ultimi anni un ruolo sussidiario affidando
loro altre funzioni pubbliche, come la certificazione dei contratti di lavoro,
l'intermediazione, la selezione, la conciliazione e l'arbitrato, si tratta di un
significativo ampliamento di competenze con un ulteriore riconoscimento del
ruolo di terzietà. Le finalità della convenzione, oltre alla diffusione la cultura
della legalità e alla semplificazione degli adempimenti, sono rappresentate dal
fatto che le aziende certificate non rientreranno tra quelle destinatarie
dell’ordinaria attività ispettiva (salvo specifica richiesta di intervento o
indagini particolari). La certificazione, inoltre, potrà essere utilizzata da
soggetti terzi, pubblici e privati, ad ogni fine ritenuto coerente con le finalità
del protocollo e riconducibili alla regolarità dei datori. La convenzione
stabilisce l'applicazione del regime sanzionatorio penale nel caso di falsa
attestazione. ASSE CO sarà rilasciata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine, su
istanza volontaria del datore di lavoro, sulla base di due dichiarazioni di
responsabilità: una del datore sulla non commissione di illeciti nell’anno
precedente l’istanza (lavoro minorile, tempi di lavoro, sicurezza sul lavoro,
lavoro nero); l’altra del consulente del lavoro sulla sussistenza dei requisiti per
il rilascio del Durc e sul rispetto della contrattazione collettiva. L’elenco dei
datori che otterranno ASSE CO sarà pubblicato sul sito del Ministero del
Lavoro e da quello del Consiglio Nazione Ordine Consulenti del lavoro. Il testo
del protocollo d’intesa, le interviste ai protagonisti dell’accordo e tutta la
documentazione sono scaricabili dal sito www.consulentidellavoro.it.
CALTANISSETTA. Giuseppe Cavallaro è il
nuovo presidente del Comitato
provinciale Inps. La nomina ieri con un
decreto dell' ufficio provinciale del
lavoro. Alla vice presidenza
Antonietta Maria Lucchesi.
Cgil Funzione Pubblica
Cortese segretario a Ribera
AGRIGENTO. Nicola Cortese è il nuovo
segretario della CGIL Funzione
pubblica del Comune di Ribera.
Cortese, che è subentrato a Luigi
Marino, è stato eletto all' unanimità
nel corso del congresso tenuto nella
sala dei convegni del Municipio.
Cia di Catania
Di Silvestro alla guida
CATANIA. Giuseppe Di Silvestro è il
nuovo presidente Provinciale della
Confederazione Italiana Agricoltori di
Catania e Giosuè Catania è il nuovo
Vice presidente Vicario. Di Silvestro
prende il posto di Francesco Costanzo,
Costanzo chiamato a svolgere nuovi
compiti a livello regionale.
centonove pagina 24
Il rumore urbano
e rumore domestico
L’inquinamento
acustico è
caratterizzato dalla
produzione di
rumore eccessivo
nell’ambiente
abitativo o
nell’ambiente esterno, tale da
provocare disturbo alle normali
attività umane e pericolo per la
salute umana . E’ noto che
l’attività domestica è causa di
una stragrande e insospettata
quantità di rumore : l’uso
inappropriato degli
elettrodomestici ( stereo, Tv,
lavatrici, tagliaerba, trapani, ect.
) incide in modo rilevante sulla
quantità di inquinamento
acustico prodotto a livello
domestico . In questo caso non
valgono tanto le norme che
fissano e regolamentano soglie
massime di rumore consentito ,
quanto norme di buona
condotta e buonsenso da parte
dei singoli individui . Al di fuori
dell’ambiente domestico il
trasporto con autoveicoli
costituisce la prima causa di
inquinamento acustico , Per tale
motivo sono stati stabiliti dei
valori limite di emissione per
tutti nuovi veicoli progettati. Ad
esempio, i veicoli di più recente
produzione presentano indici di
rumorosità di 8 – 10 decibel
inferiori rispetto a quelli di
vetture immatricolate più di
dieci anni fa . Particolare
attenzione va inoltre fatta ai
cantieri, causa di rumorosità
inaspettata e contingente e,
proprio per questo motivo, più
difficilmente sopportata dai
residenti delle zone interessate.
All’interno dei cantieri, infatti,
compressori, centrifughe,
ventole, martelli, pneumatici,
seghe elettriche producono
rumori continui o ad
intermittenza . Questi suoni
quando sono superiori alla
soglia consentita, possono
provocare non solo disturbo e
fastidio ma un vero e proprio
danno dell’apparato uditivo a
volte anche permanente .
Ricadute,inoltre, possono aversi
anche a livello nervoso e
cardiovascolare . Ognuno di noi
può contribuire alla riduzione
dei rumori, soprattutto in
ambito domestico, applicando
semplici regole di buona
educazione e di rispetto del
prossimo.
Franco Sabatino, Adoc
PATRIMONIO
Montalbano, balla coi lupi
Pagina 26. Significato, storia e origine del termine
Livatera giunto in Sicilia con i Normanni.
A testimonianza di una grande tradizione
poster
7 Febbraio 2014
SAGGI
Quarantenni, non è tempo
per noi
Pagina 28. Andrea Scanzi analizza una generazione in
panchina. Con qualche eccezione
MURALES DI UMANITÀ VARIA
Antonello, eventi by night
Torna dopo un anno di assenza la “Notte della Cultura” del Comune di Messina, che diventa tematica celebrando
il Maestro della pittura del Quattrocento nel giorno della morte. Con conferenze, mostre, letture e performance
Messina. Dopo due anni di assenza,
ritorna a Messina la “Notte della
Cultura”, che, per l’edizione 2014,
cambia la vocale finale (“Culture”), si fa
in tre (previsti eventi in primavera e in
estate) e diventa tematica, Il debutto
della nuova formula dell’inziativa del
Comune targata Tonino Perna
(assessore alla Cultura) è nel segno di
Antonello da Messina. Il 15 febbraio, nel
giorno che celebra l’anniversario della
morte del Maestro del Quattrocento, la
Notte si svilupperà attraverso una serie
di eventi, concerti, letture, conferenze,
allestimenti, manifestazioni
riguarderanno anche i luoghi di
riferimento dell’artista, con particolare
riferimento all’antica via dei Monasteri,
oggi via XIV Maggio, e al quartiere dei
Sicofanti, sede della casa e della bottega
di Antonello, in un “Itinerario
Antonelliano” che ha come fulcro il
Palazzo della Cultura, dedicato
all’artista.
Il programma dell’evento dal titolo
Antonellus Messaneus. Progetto
Itinerante fra Mostra, musica e
animazioni letterarie nella “Via di
Antonello”, promosso dall’Associazione
culturale “Antonello da Messina”,
prevede alle 19 al foyer del Palazzo
della Cultura l’inaugurazione della
“Notte di Antonello” con l’allestimento
della Mostra didattica delle
riproduzioni delle opere di Antonello,
che viene donata alla città
dall’Associazione. La manifestazione
prevede gli interventi del sindaco
Renato Accorinti, dell’assessore alla
Cultura, del coordinatore della sede
delegata dell’Antonello, Sergio Di
Giacomo, dello storico Salvatore
L’allestimento della mostra di riproduzioni dei dipinti di Antonello da Messina
Bottari, dell’”Osservatorio
Antonelliano”, che evidenzierà il
rapporto tra Antonello e la sua città,
dello scrittore Domenico
Cacopardo, che si soffermerà sulla
diffusione della figura di Antonello nel
mondo.Seguiranno le letture
“antonelliane” con brani di suggestivi
testi letterari di Sciascia (“L’ordine
delle somiglianze”), Campanile (“Gli
Ignoti”), Perec (“Il condottiero”) e un
omaggio a Vincenzo Consolo, con
brani letti e evocati dai due attori
messinesi Luca Fiorino e da
Daniele Gonciaruk, accompagnati
dalle musiche classiche del “Trio Ars
Vetus” composto dal maestro Antero
e Joseph Arena, al violino, e Maria
Assunta Munafò, al clavicembalo.
Alle 21, 30, nella saletta del primo
piano del Palacultura, conferenza di
Nino Principato dedicato al “codice
Antonello” e alle sorprendenti teorie
legate al rapporto tra Antonello e
Santa Eustochia e alla simbologia delle
opere antonelliane, seguito da un
dibattito su Antonello e l’identità
urbana di Messina moderato da
Sergio Di Giacomo e Giuseppe
Ruggeri. Una serie di eventi vedrà
protagonisti l’Archivio Storico
Comunale e la Biblioteca Tommaso
Cannizzaro, all’interno del Palacultura:
dalle 17 alle 19 al II piano, Merenda a
casa di Antonello, laboratorio creativo
per i bambini dai 7 ai 10 anni a cura
dell’Associazione Italia Nostra con voce
narrante dell’attrice Federica De
Cola, e dalle 20 Ricordando
Antonello, mostra al primo piano di
monografie, testimonianze fotografiche
e documentarie e esposizione della
copia del Testamento di Antonello.
Dalle 21,30 l’Itinerario Antonelliano si
sviluppa al Monte di Pietà con Letture
Antonelliane curate dall’attrice Ivana
Zimbaro, seguito dalla performance
teatrale Il sorriso dell’Ignoto marinaio
tratte da Consolo a cura di Giovanni
Boncoddo e Angelo Savasta con gli
attori del gruppo teatrale universitario,
seguito da videoproiezioni, recital e
concerti in costume; alla Chiesa delle
Barette, Lettura Antonelliana con
Giovanni Di Giacomo, seguito
concerto della Corale Santa Maria delle
Grazie del Maestro Giacomo Arena;
concerti e recital alla Galleria d’arte
Moderna della Provincia, a Palazzo dei
Leoni concerti di musica classica di vari
gruppi, solisti e musicisti curati dal
Conservatorio “Corelli”, mentre nei
diversi saloni, corridoi, e spazi verranno
allestite mostre documentarie a cura
della Biblioteca “G.Pascoli” con
esposizione di libri su Antonello, stampe
d’epoca, collezioni di libri d’arte,
documenti, etc. Dalle 22 alla Biblioteca
Regionale, incontro moderato dal
direttore Sergio Todesco, “Lettura
Antonelliana” con l’attore Antonio Lo
Presti e conferenza storica in
collaborazione con la Comunità
Ellenica dello Stretto con la relazione
di Carmelo Micalizzi sulle origini
storiche e toponomastiche del
quartiere Sicofanti. Altri siti verranno
coinvolti nella manifestazione: la
Chiesa del Carmine, la Basilica di
Sant’Antonio, la Chiesa dello Spirito
Santo con visite al suggestivo chiostro
medievale e alle stanze di
Sant’Annibale; Largo Minutoli con
l’inaugurazione dello spazio verde e
lettura antonelliana a cura degli
studenti dell’Istituto “Minutoli”; la
Chiesa Valdese di via Laudamo con
concerti e iniziative culturali; il
Gabinetto Letterario con una mostra
documentaria di libri, articoli e
documenti legati a Antonello e alla
storia dell’arte. L’area pedonale di via
dei Mille vedrà nei giorni precedenti
un allestimento di riproduzioni dei
capolavori a cura di Millevetrine che
prevede anche la presenza di strumenti
e costumi d’epoca.
SUSSULTI
Ritorniamo a dialogare!
DEBUTTO PER L’INIZIATIVA DI SERGIO TODESCO:
IL CORTILE DEI GENTILI ALLA BIBLIOTECA REGIONALE
A Messina si ritorna a parlare. Parallelamente al
lavoro dei gruppi tematici formatisi in seguito agli Stati
generali della Cultura voluti dall’assessore Tonino
Perna, ha debuttato mercoledì 29 il “Cortile dei
Gentili”, su iniziativa del direttore della Biblioteca
regionale, Sergio Todesco. Nel secondo tempio di
Gerusalemme, oltre alle zone riservate ai membri del
popolo d’Israele esisteva un’area entro la quale tutti
potevano entrare, giudei e non giudei, circoncisi e
incirconcisi, membri o no del popolo eletto. Qui si
radunavano quanti erano disposti ad ascoltare le
domande della gente su Dio, e a rispondere in uno
scambio rispettoso delle opinioni altrui. Questo era il
cortile dei gentili o pagani, in latino l’atrium gentium,
uno spazio che a tutti era lecito attraversare e nel quale
tutti potevano dimorare, senza distinzioni di cultura,
lingua o religione, un luogo insomma di incontro e di
diversità. È con queto spirito che è nato il programma di
incontri varato dalla Biblioteca per dare vita a uno
spazio di dialogo “per riflettere su nodi cruciali della
realtà che ci circonda, non soltanto di tipo religioso ma
riguardanti l’etica, la politica, la vita civile in genere,
intesa tanto in senso comunitario quanto nel senso
delle esistenze dei singoli, quotidianamente messe in
crisi e interpellate dalle sfide complesse che la
modernità ci pone dinanzi”, spiega Todesco. Dopo il
primo incontro, “Identità. A cosa (e se) serve l’identità
centonove pagina 25
in un mondo che cambia”, ecco gli altri: 26 febbraio,
“Povertà. Chi sono i nuovi poveri, quali le nuove
povertà”; 26 marzo, “Consumo e/o decrescita. In un
mondo con poche risorse è ancora possibile vivere de
claritate in claritatem?”; 30 aprile, “La Chiesa e Messina.
Le messi biondeggiano. Ci sono operai?”; 28 maggio,
“Pace e guerra. Chi le vuole, chi le combatte”; 25
giugno, “Questione meridionale. C’è una terza
alternativa tra Borboni e Savoia?”; 24 settembre, “I
nuovi messinesi. Migranti: li preferiamo enclave o
integrati?”; 29 ottobre, “Uno sguardo sul Ponte. C’è
ancora chi ci crede? E a cosa servirebbe?”; 26 novembre,
“Contro la messinesità. Come costruire insieme la
“messinitudine”; 17 diembre, “Forme associative, palesi
e occulte. Si può uscire dalla logica settaria?”; Ciascun
incontro sarà introdotto da un conduttore e affidato a
un relatore e un controrelatore.
7 Febbraio 2014
posterpatrimonio
TOPONOMASTICA. Significato, storia e origine di un antico termine galloromanzo
Montalbano balla coi lupi
Svelato l’enigma etimologico su Livatera: rarissimo termine d’Oltralpe giunto in Sicilia
con i Normanni. Veicolato dai Lombardi, coloni provenienti dalla Liguria e dal Piemonte
DI
GIUSEPPE PANTANO
Montalbano. Livatera. È questo il
nome, non riscontrabile in altre parti
della Penisola, di un vecchio e popolare
quartiere situato nel centro storico di
Montalbano Elicona. Documentato in
forma scritta già nei Riveli di fine
Cinquecento, è testimoniato localmente
anche come via cittadina e come
sporadico nome di famiglia.
Come spesso accade per i toponimi più
antichi, anche per «Livatera» nel corso
dei secoli si perde la memoria storica del
suo significato originario. Inoltre,
l’assoluta rarità di questo vocabolo, sia
come toponimo che come cognome,
unitamente al fatto che non è voce
lessicale né del siciliano e né di altri
dialetti italiani, ha fatto sì che questo
termine non sia stato oggetto di
particolari studi linguistici e che in atto
viene ritenuto «di complessa soluzione
etimologica». Tanto è vero che nel pur
ricco Dizionario onomastico della Sicilia,
questo lemma, anche se puntualmente
riportato, non viene indicato come
toponimo, ma soltanto come raro
cognome, presente nelle provincie di
Messina e Catania, prudentemente
senza alcun commento o tentativo di
enunciazione etimologica.
Tutto ciò, oltre a rendere più ardua e
stimolante la ricerca, comporta un
approccio metodologico e analitico
attento e rigoroso, basato sulla struttura
formale della voce, che prenda avvio
dalle indicazioni dettate dal suffisso, per
andare poi all’individuazione della
radice verbale, avendo buona
conoscenza del quadro storico.
SUFFISSO E FRANCESISMI. Intanto,
bisogna preliminarmente osservare che
nel dialetto del luogo questo nome viene
sempre preceduto dall’articolo, motivo
per il quale può essere esclusa a priori
l’origine da un nome individuale o
personale, che normalmente lo rifiuta.
L’importante suffisso, -era, spiana la
strada con molta sicurezza verso un
francesismo. Questo suffisso, introdotto
in epoca normanna, è ampiamente
presente, oltre che nella lingua italiana,
anche in ambito dialettale siciliano, sia
al maschile che al femminile, in molti
vocaboli indicanti soprattutto: arte o
mestiere (es. vigneri ‘vignaiolo’,
custureri ‘sarto’); luogo adibito o
coltivato a qualcosa (es. pisera ‘luogo
per la trebbiatura’, surbera ‘luogo
coltivato a sorbi’); recipiente o
contenitore (es. zuccarera ‘zuccheriera’,
uglièra ‘oliera’, pumera ‘reticella per
conservare le mele’); attrezzi vari (es.
surcera ‘trappola per topi’).
Per quanto riguarda la radice, bisogna
premettere che la base di partenza sulla
quale incentrare la ricerca non può
essere la forma scritta livatera (peraltro
già così nei citati Riveli del 1593) che
sarebbe fuorviante, ma la più genuina
versione orale del dialetto di
Montalbano, ll’vattièra, dove la vocale
della prima sillaba è di fatto una vocale
indistinta e non la – i – della forma
letteraria. Pertanto, vagliate le diverse
possibilità, soltanto se si identifica tale
vocale con una – u – si apre l’unico
spiraglio verso la soluzione etimologica.
Con questa premessa, scartando tutte le
altre ipotesi non supportate da riscontri
storici o linguistici, diventa pienamente
percorribile la via del prestito suggerita
dal suffisso, la cui radice non può che
essere il francese louve ‘l u p a’, da cui
deriva louvetier, che in antico francese
designava un ‘ufficiale addetto agli
equipaggi per la caccia del lupo’
(termine registrato ancora oggi nei
buoni dizionari francesi). Ma, elemento
importante, oltre il singolare maschile
louvetier, viene anche riportato il suo
derivato femminile, louveterie, con il
duplice significato di ‘equipaggio
addestrato per la caccia al lupo’ e,
meglio ancora, di ‘luogo destinato ad
alloggiare questo equipaggio’. Tutto
questo percorso ci mostra, in maniera
esemplificativa, la dinamica del
trasferimento di un nome di arte o
mestiere a quello di abitazione.
UN NOME. UN MESTIERE. Il
quartiere Livatera prenderebbe il suo
nome, appunto, seguendo questo
schema: louvetier, il mestiere esercitato;
louveterie, le abitazioni di cacciatori che
nel Medioevo, in questo specifico
territorio, esercitavano la caccia al lupo.
È bene a questo punto aprire una breve
parentesi relativa alla plurisecolare lotta
Ovile megalitico con lastroni per impedire l’accesso ai lu
a questo predatore, per precisare che già
nell’Alto Medioevo, con il passaggio da
una economia basata prevalentemente
sull’agricoltura ad una in cui pastorizia e
caccia venivano ad assumere un ruolo
sempre più importante per il
sostentamento quotidiano, tra uomini e
lupi venne a delinearsi una più accanita
competizione per le risorse alimentari. Il
lupo divenne l’animale che più di ogni
altro ostacolava lo sviluppo delle attività
antropiche e, per la sua presenza diffusa
e minacciosa, iniziò a rappresentare un
pericolo costante anche per l’incolumità
fisica dell’uomo, non esclusa la
potenziale trasmissibilità della rabbia. Il
terrore dei lupi assunse in tutta l’Europa
medievale forme addirittura ossessive,
tanto che nelle zone infestate quasi ogni
villaggio disponeva di un gruppo di
cacciatori sempre pronto a combatterli.
A ciò bisogna aggiungere la diffusione di
simbologie e superstizioni che fecero del
lupo un elemento totalmente negativo,
capace di configurare le forze del male.
Basti pensare a Dante (che dai Bestiari
CURIOSITÀ
Lo storico Aricò e la derivazione greca
Nel Medioevo simbologie e superstizioni identificarono il lupo con le forze del male
QUESTO STUDIO di toponomastica nasce come risposta ad una ipotesi etimologica
formulata nella Relazione urbanistica allegata al Progetto di restauro del centro
storico di Montalbano Elicona del 2009, riguardante appunto il quartiere Livatera,
redatta dal professore Aricò, docente di Storia dell’Architettura all’Università di
Messina, il quale, pur palesando evidenti difficoltà, propone una derivazione greca
assolutamente inaccettabile e priva di qualunque fondamento scientifico: «Livatera
– egli scrive – è toponimo di complessa soluzione etimologica. Libadeion (= zona di
prati) è certamente il più probabile etimo, perfettamente affine nella radice ma
apertamente in contrasto nel suffisso eion volgarizzato in era. L’etimo grecobizantino di Livatera (secolo VI-IX) non credo possa essere datato oltre il IX secolo
[…] La “zona di prati” lascia pensare infatti ai pascoli e convive perfettamente con
la fonte del Tirone e col declivio fino al letto della fiumara sottostante. Libadeion,
benché originato da una popolazione insediata nell’area, tace di un qualsivoglia
rapporto causale con l’eventuale insediamento…». Il risultato di tale
“stimolazione” è questo saggio.
centonove pagina 26
posterpatrimonio
upi
Una stradina del quartiere Livatera
attingeva parecchie delle sue
informazioni), il quale associò al lupo il
simbolo di avidità e di frode: maghi,
ladri e impostori erano tutti confinati
nell’ottavo cerchio dell’Inferno,
condannati per aver commesso i
“peccati del lupo”.
LA MANDRIA DEL GESUITA. A
Montalbano una testimonianza ancora
oggi visibile della lotta a questo
predatore è costituita dal monumentale
ovile di Portella Zilla (conosciuto in loco
come ‘la mandria del Gesuita’) il cui
recinto di pietre a secco – grossi blocchi
monolitici riutilizzati da un precedente
fortilizio di epoca romana – presenta
delle lastre sommitali aggettanti atte a
impedire l’accesso ai lupi. Può anche
essere utile ricordare il vecchio odonimo
Chianu ‘a lupara ubicato, non
casualmente, nel quartiere Livatera.
Fosse stato al maschile, come nel locale
agro-toponimo Ìsula ‘u luparu, avremmo
concluso che tale nome corrisponde a
‘cacciatore di lupi’, ma essendo al
femminile non si ha certezza su quale
valore semantico possa essergli
attribuito. Tuttavia, anche se non si
trattasse di un nome legato all’esercizio
della caccia o di una variante diacronica
da porre accanto a livatera, di certo la
sua base è ‘lupo’ e dal punto di vista
linguistico è una voce interessante, in
quanto dimostra un cedimento a
Montalbano della primitiva radice
settentrionale nei confronti del
pansiciliano lupu. Si tenga conto in
proposito che in altri centri galloitalici
siciliani per denominare ‘il lupo’ viene
ancora oggi rispettata l’antica forma
settentrionale: così troviamo u luvu a
Nicosia e u ddauv’ a San Fratello.
Una suggestiva testimonianza storica
indiretta, risalente a metà Cinquecento,
che può essere correlata con questa
interpretazione etimologica, viene
offerta da quanto scritto dal Fazello su
Montalbano, di cui fornisce solo tre
notizie: oltre al castello di Federico III
d’Aragona e al sepolcro di Arnaldo da
Villanova, ciò che ha suscitato l’interesse
del grande storico, è stata la presenza di
una moltitudine di cani dalla elevata
statura e dalla grande ferocia ivi allevati
e custoditi: « insigne quoque est magna
prae caeteris canum statura ac ferocia».
LA CACCIA AI CANI. Questa singolare
e, tutto sommato, curiosa annotazione
fazelliana potrebbe trovare piena
giustificazione se la presenza di questi
cani venisse collegata ad un loro
speciale utilizzo, ad un ambito venatorio
particolare, come appunto quello della
caccia al lupo. La louveterie potrebbe,
di conseguenza, dare una definitiva
risposta alla domanda, finora senza
esito, sul perché il Fazello abbia
ritenuto fare una espressa menzione di
questi cani senza tuttavia averne
specificato la funzione. La descrizione
fenotipica fatta dallo storico siciliano
trova un’effettiva rispondenza con una
razza di cani autoctona, oggi estinta,
conosciuta in passato come cani‘i
buccièri ‘cani dei macellai’,
sopravvissuta fino al secolo scorso: si
trattava di molossoidi, cani di grossa
taglia, a pelo corto, alti, robusti e
sufficientemente aggressivi da affrontare
i lupi. Questi standards trovano attuale
riscontro in Italia nella razza del cane
Corso e nel Regno Unito nella razza
Irish wolf hound, un gigante della specie
canina, utilizzata originariamente per lo
stesso scopo venatorio, come indica il
nome, wolf ‘lupo’. Se questa chiave di
lettura è corretta, sarebbe anche una
prova dell’esistenza di una tradizione
venatoria specifica, peraltro sconosciuta
in Sicilia, presente invece nel Messinese.
Ritornando ai contenuti semantici, è
giusto citare – ma con sempre minore
possibilità – altri due possibili significati
alternativi: tenuto conto che louve ‘lupa’
in senso figurato vuol dire quasi
universalmente ‘donnaccia’, louveterie
(sempre in senso metaforico) potrebbe
significare ‘lupanare’, ‘postribolo’,
oppure ‘luogo in cui veniva cardata e
battuta la lana con un attrezzo chiamato
«lupo»’. Ma, mentre il senso traslato
potrebbe anche essere ammissibile,
quest’ultima ipotesi viene presto a
cadere se si considera che tali opifici, in
Sicilia denominati paratori, sorgevano
presso abbondanti corsi d’acqua e lungo
7 Febbraio 2014
Il Louvre di Parigi, condivide la stessa origine etimologica
il vicino fiume Elicona rimane il
toponimo Paratore a ricordare il luogo in
cui, appunto, venivano lavorati i drappi
e i panni di lana. Una volta accertata
l’etimologia, non rimane che conoscere
“quando” questo termine può essere
nato e “come” è potuto giungere dalla
Francia fino alla lontana Sicilia e
conservarsi isolatamente a Montalbano.
A tal proposito appare utile rammentare
che anche il Louvre di Parigi, riconosce
come base etimologica louveterie, in
quanto Filippo Augusto, prima della
partenza per la terza crociata (dal 1190
in poi), aveva fatto costruire in quel
luogo una torre con funzione di alloggio
per cacciatori e relativi canili.
TRADIZIONE FRANCESE. Ciò riporta
alla fine del XII secolo una datazione
sicura per questo vocabolo, che secondo
la tradizione francese potrebbe anche
risalire più indietro, fino a Carlo Magno.
Nel 1308, poi, Filippo il Bello istituì in
Francia un corpo speciale, preposto
esclusivamente alla caccia del lupo,
chiamato ufficialmente la Louveterie.
Questa istituzione venne potenziata nel
1404 da Carlo VI e poi, nel 1520, con
Francesco I fu creata la carica del Grand
louvetier de France, che perdurò fino
alla Rivoluzione. Abolita in quegli anni,
la Louveterie venne poi ripristinata da
Napoleone. Essa riscuoteva come
sempre dei premi per ogni capo ucciso,
direttamente dagli abitanti della zona, a
testimonianza che il danno economico
causato dal lupo in Francia dovette
Un “louvetier” medievale
centonove pagina 27
essere per secoli particolarmente sentito.
Ancora oggi il termine louveterie in
Francia è diffuso. Per quanto riguarda,
invece, il modo in cui questo termine
può essere giunto in Sicilia, è
fondamentale segnalare l’esistenza in
Piemonte, esattamente nel piccolissimo
comune di Frassinetto e nel comune di
Condove (entrambi in provincia di
Torino), di contrade denominate
Luvatera: tale prestito dal francese
rappresenta appunto l’anello mancante
per spiegare l’introduzione di questo
vocabolo in Sicilia attraverso la
mediazione di immigrati di provenienza
settentrionale avvenuta in età
normanna. Se così è, il quartiere
Livatera, situato in una zona di
espansione dell’originario nucleo
abitativo, potrebbe essere stato il luogo
di prima accoglienza e di iniziale
insediamento dei coloni lombardi a
Montalbano, al quale hanno dato un
nome noto nella loro lingua, partendo
da un’attività molto particolare ivi
esercitata. Pertanto, l’etimologia di
questa “perla linguistica” ci riporta in
pieno XII secolo, al momento in cui la
contessa Adelaide del Vasto, moglie del
Gran Conte Ruggero, fa giungere dalle
sue terre del Monferrato, consistenti
gruppi di coloni che, sbarcati a S. Lucia
del Mela, si ripartiranno in tutta la
Sicilia e più compattamente in alcuni
centri che conservano ancora oggi
visibili tracce della loro lingua d’origine.
Circa la distribuzione areale del
toponimo, in conclusione, Louveterie, è
abbastanza diffuso in Francia, il prestito
Luvatera è piuttosto raro in Piemonte,
mentre il derivato Livatera è un termine
presente solo in Sicilia a Montalbano.
Questa voce che, come detto, non
penetra nel lessico siciliano, si affianca
tuttavia ad una consistente serie di
vocaboli diffusa nell'Isola durante il
periodo normanno, nel quale vennero
introdotti soprattutto nomi di arti,
mestieri e oggetti legati alla civiltà
cortese e cavalleresca. Si tratta,
pertanto, di un antico termine
galloromanzo veicolato dagli immigrati
lombardi, che l’appartata e galloitalica
Montalbano ha saputo custodire
designandone un quartiere. Un
modesto gruppo di vecchie case che ha,
nell’origine del nome, “qualcosa” in
comune anche con il più famoso museo
al mondo.
7 Febbraio 2014
posterlibri
SAGGI. Andrea Scanzi “analizza” una generazione in panchina
Quarantenni, non è tempo per noi
Un giornalista, un libro
Comincia Carbone
Catania. Un giornalista, un libro, un
the. Sarà Antonello Carbone a
inaugurare col il suo noir (o "giallo"?)
"A Taormina, d'inverno" la nuova
iniziativa della segreteria provinciale
di Assostampa. Appuntamento il 10
febbraio, alle ore 17,30 al ristorante
Noah di largo dei Vespri-via
Redentore, con Daniele Lo Porto,
Antonio Iacona e Antonello Carbone.
Il giornalista a muso duro contro “chi mira al pareggio e “non
si assume responsabilità”. A parte Troisi, Benigni, Arbore...
DI
LUIGI FERLAZZO NATOLI
Messina. Andrea Scanzi, 40 anni nel
2014, una delle firme più sulfuree del
“Fatto quotidiano”, con il saggio “Non è
tempo per noi” (Rizzoli, pp.175, euro
17), il cui titolo è tratto dal disco di
Ligabue, formula un j’accuse autoironico
e non soltanto critico nei confronti della
generazione dei quarantenni, definiti
nel sottotitolo “una generazione in
panchina” e - parafrasando Edmondo
Berselli – “fatta in larga parte da
diversamente adulti”.
Orbene, a parte la intransigenza
manifestata dall’autore verso una
generazione che “mira sempre al
pareggio” e che non sa assumersi le
proprie responsabilità, a me pare forse
un po’ troppo impietoso non tenere
conto interamente che la generazione
dei quarantenni si è formata con gli
inevitabili condizionamenti, nell’era
berlusconiana, fondata sulle Tv
commerciali e sui film-panettone e non,
ma sempre riproducenti i soliti temi di
una commedia all’italiana più
edulcorata che graffiante, come era
stata invece quella dei Risi, Monicelli
etc.
Insomma, si tratta di una generazione
che aveva 20 anni quando prese il
potere Silvio Berlusconi e circa quaranta
quando il leader di Forza
Italia fu disarcionato.
E, dunque, tenuto conto di
ciò l’originalità del saggio di
Andrea Scanzi sta, a parer
mio, nella ricostruzione della
formazione della
generazione dei quarantenni
attraverso le canzoni, i
cantautori, i film e la
televisione con nello sfondo
la quotidiana cronaca
politica, con tutti i
LACERTI DI LETTURE
personaggi cattivi e talora, ma più
raramente, buoni, passati in rassegna
dall’autore e giudicati senza peli sulla
lingua.
“Il capodanno del 1999 – commenta
Scanzi – è anticipato da sentori di
disgrazia, apocalissi imminenti e
Millennium Bug. Non succede nulla, a
parte due cose: Carlo Conti è sempre in
tivù [ e aggiungerei, immeritatamente,
con una serie di show e una sempre più
stupida e insulsa “Eredità”] e noi siamo
molto meno al cinema”.
E successivamente Scanzi – ricordando
la scelta di Enrico Berlinguer del
7/6/1984 di morire parlando in comizio
alla sua gente – osserva
impietosamente: “Un exemplum
prodigioso, un martirio struggente, un
sacrificio sommo, a cui la mia
generazione ha dovuto sostituire le
cazzate di Micaela Biancofiore o i
brodini di Francesco The man Boccia”.
Ovviamente Andrea Scanzi non lesina il
proprio rispetto per autori come Troisi,
Benigni, Rino Gaetano, Arbore etc., ma
riconosce soprattutto in Mario Monicelli
il grande maestro che a 95 anni, prima
di porre fine alla sua vita, trovò il
coraggio di dire in un’intervista: “Io
spero che questa sceneggiatura
[riferimento alla situazione attuale ]
finisca con quello che in Italia non c’è
mai stato: una bella
Rivoluzione…C’è stata in
Inghilterra, c’è stata in
Francia, c’è stata in Russia, in
Germania, dappertutto meno
che in Italia”.
Evidentemente Monicelli era
– e giustamente – molto
incazzato e, allora, secondo
me invertendo per così dire
la rotta e senza rivoluzione,
forse non ci resta che sperare
(con tutte le necessarie
PRESENTAZIONI
Latte di Mandorle, lo Stretto
nel libro di Sara Rodolao
Andrea Scanzi
riserve) nei quarantenni alla Matteo
Renzi ed Enrico Letta, che oggi (ma
quando ha chiuso il libro Scanzi non
poteva saperlo) sono al potere come
segretario del Pd e premier di un
governo sia pure traballante. E
soprattutto nei quarantenni che come
Scanzi riescono sempre ad esprimere
una criticità lucida e priva di
condizionamenti.
LA CLASSIFICA
Pisa. Giovedì 13 febbraio alle 17,30
alla libreria Blu book di Pisa,
presentazione del romanzo "Latte di
Mandorle" della poetessa e scrittrice
Sara Rodolao. Latte di Mandorle,
ambientato in un triangolo
geografico che da Scilla nella magià
dello Stretto di Messina si sposta in
Liguria, precisamente ad Albenga,
passando per la Torino degli anni
sessanta, narra con toni intensi e
coinvolgenti la storia di Rocco Cetrara
e tre generazioni della sua famiglia
che " Figlio del Mare", sarà portato
lontano dal mare col Treno della
Speranza che correva verso la nebbia.
DI FELICE IRRERA
Ambientato negli anni Cinquanta, il libro narra, attraverso una scrittura luminosa e di
gran fascino, una storia vera di emigrazione e razzismo al centro di un’Africa
accogliente e spietata, bellissima e violenta.
Roberta Lepri, Io ero l’Africa, Avagliano 2013,
pp. 184, € 13,00
Sepulveda
Margaret Mazzantini
1tanzaLuis
Storia di una lumaca che scoprì l'impor- 4 Splendore - Mondadori
della lentezza - Guanda
Suzanne Collins
Michele Serra
5
Il canto della rivolta. Hungar Games 2GliFabio
sdraiati - Feltrinelli
Mondadori
Volo
Collin
3Verso casa
- Mondadori
6Suzanne
Hungar Games - Mondadori
www.wuz.it
FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA)
Cosa vuole capire?
Il fatale recapito finale di quei processi di
valorizzazione dell’incompetenza di cui
siamo inesorabilmente vittime.
“«Dunque alle ore tre del dodici giugno è
nato Luigi, ..va bene?» disse l’impiegato.
«Benissimo» disse il padre. «E ora veniamo alla parte
più delicata dell’atto. Che laurea vuole per suo figlio?»
disse l’impiegato. «Che laurea?» «Deve scegliere una
laurea. Prima che suo figlio nascesse non le è capitato
di pensare: questo qui lo faccio medico o avvocato?»
disse l’impiegato. «Sono cose che si dicono» «Ora sono
cose che si scrivono: qui sull’atto di nascita» «Lei
scherza» disse il padre. «Le pare che qui io possa
mettermi a scherzare? Legge 995 del 5 giugno,
articolo primo» «Mi faccia capire» «Che cosa vuol
capire?» «Mettiamo che io ora dica: vorrei che
diventasse ingegnere. Poi che fa, debbo per forza
farlo studiare da ingegnere?» «Lei, egregio amico
non ha capito niente. Ma non legge i giornali?
Studiare da ingegnere, diventare ingegnere! Ma
quando mai! Lei deve dire una sola parola:
ingegnere. E io qui scrivo: laurea in ingegneria»
«Ancora non capisco» «Lei non vuole la laurea per
suo figlio? Ma le sembra di agire da padre?» si
scandalizzò l’impiegato. «Ma mettiamo che questo
bambino viene su senza testa allo studio» «E che deve
studiare?» «E come ci arriva alla laurea?» «C’è già
arrivato, alla laurea: appena io avrò scritto in questo
spazio, suo figlio è già laureato e subito il rettore le
centonove pagina 28
manderà il diploma di laurea» «Ma dico: a scuola
questo bambino deve poi andare, o no?» «Se vuole»
«E se non vuole?» «Non cambia niente» «Non gli
ritirano la laurea?» «Ma neanche per sogno! Resta
laureato a tutti gli effetti, capisce? E se ora gli diamo
la laurea da ingegnere, anche se a scuola non va
nemmeno per un giorno, può dirigere la costruzione
di un ponte, di un palazzo?» «Esattamente» «Ma le
scuole ci sono ancora?» «Si, ci sono» «Ma senza lo
studio, senza l’esperienza» «Ho capito: lei è per il
nozionismo» «Non lo so, però che le cose si debbono
sapere» «Non è più necessario. Le nuove generazioni
conosceranno tutto senza sapere niente. Via
sbrighiamoci: che laurea vuole?».
Lacerti tratti da: “La laurea” - 1970
Leonardo Sciascia
posterstoria
7 Febbraio 2014
MESSINA
MUOVE VISIONI
MUSICA
DI MARCO OLIVIERI
DI CESARE NATOLI
Verso gli Oscar
Una band per Off in Jazz
In attesa della
cerimonia degli Oscar, il
prossimo 2 marzo a Los
Angeles, il mondo
celebra l’immensa arte
d’attore di Philip
Seymour Hoffman. Morto a 46 anni,
nella sua casa a New York, il premio
Oscar per “Truman Capote” rimarrà
un monumento da studiare, per
finezza introspettiva e classe sia al
cinema sia al teatro, con
interpretazioni da ricordare in
“Magnolia”, “Il dubbio” e “The
Master”, tra gli altri. Merita un
commosso ricordo anche il regista
padovano Carlo Mazzacurati, autore
sensibile e dallo sguardo profondo
di film come “Notte italiana”,
“Un’altra vita”, “Il toro”, “La lingua
del santo” e “La giusta distanza”. In
un ambito più ludico, invece,
possiamo riservare alcune righe alla
86esima edizione degli Oscar. Dieci
le candidature di “American Hustle”
e di “Gravity”, nove quelle
dell’interessante “12 anni schiavo”,
mentre “La grande bellezza” di
Paolo Sorrentino concorre come
miglior film straniero. Tra i titoli più
intriganti, spiccano “Nebraska” di A.
Payne, “Philomena” di S. Frears e
“The Wolf of Wall Street” di
Scorsese, mentre il trasformato
Matthew McConaughey di "Dallas
Buyers Club" e l'ottima Cate
Blanchett di "Blue Jasmine"
ambiscono con molte chance al
premio come migliori attori.
NUOVO appuntamento
di qualità per “Off in
Jazz”. Il fortunato
cartellone allestito da
Mimmo Papa propone
infatti agli appassionati, domenica
9 febbraio, un concerto e un
ottetto originali e, potenzialmente,
molto coinvolgenti. Si tratta della
“Jazz Factory Big Band”, una
formazione fondata da alcuni dei
migliori elementi dell’“Orchestra
Jazz del Mediterraneo”, da anni
protagonista di una pregevole
opera di promozione e
divulgazione della musica jazz, con
all’attivo prestigiose collaborazioni
con artisti di fama internazionale.
Per la prima volta sul palco di “Off
in Jazz”, dunque, si esibirà una
‘grande’ formazione; una vera e
propria ‘orchestra jazz’, composta
da musicisti siciliani che
costituiscono delle autentiche
eccellenze del jazz italiano: Rino
Cirinnà (sassofono), Orazio
Maugeri (sassofono), Dino Rubino
(tromba), Gianni Morello (tromba),
Camillo Pavone (trombone), Seby
Burgio (pianoforte), Nello Toscano
(contrabbasso), Peppe Tringali
(Batteria). La band proporrà un
repertorio variegato, composto
prevalentemente dagli standard
più conosciuti della tradizione negli
originali arrangiamenti di Gabriele
Comeglio. Il concerto si svolgerà
come sempre alle ore 20,30 presso
il messinesse Centro Multiculturale
Officina di Via Croce Rossa 69. Per
ulteriori informazioni o
prenotazioni è possibile consultare
il sito www.offme.it.
MUSICA
Jazz Factory Big Band
Messina. Domenica 9 febbraio la
Rassegna “Off in Jazz” al Centro
multiculturale Officina, curata da
Mimmo Papa e Antonella Casuscelli,
prosegue all’ insegna della migliore
qualità, con un concerto e un ottetto
straordinariamente coinvolgenti.
Ospite della Rassegna è la "Jazz
Factory Big Band" , fondata da alcuni
dei migliori elementi della "Orchestra
Jazz del Mediterraneo". Per la prima
volta sul palco una grande
formazione, una vera e propria
“orchestra” composta da rinomati
musicisti siciliani , vere eccellenze del
Jazz: Rino Cirinnà (sax tenore), Orazio
Maugeri (sax alto), Dino Rubino e
Gianni Morello (tromba), Camillo
Pavone ( trombone), Nello Toscano
(contrabbasso), Seby Burgio
(pianoforte) e Giuseppe Tringali
(batteria).
Un momento dello spettacolo
Mamma, piccole tragedie minimali
Nuovo spettacolo di Roberto Bonaventura e Gianluca Casale
DI
PAOLO RANDAZZO
Messina. Lo spettacolo del regista
messinese Roberto Bonaventura,
“Mamma, piccole tragedie minimali”,
testo di Annibale Ruccello, produzione
della compagnia “Il castello di Sancho
Panza” con in scena il solo Gianluca
Cesale (solido e molto bravo), non è
soltanto uno spettacolo interessante e
ben realizzato ma è, soprattutto uno
spettacolo fecondo come se ne vedono
pochi nel contesto dell’attuale ricerca
teatrale siciliana. Anzitutto è
apprezzabile la scelta di misurarsi con
un testo della migliore drammaturgia
italiana del secondo novecento; poi
perché permette a piccole compagnie di
questo tipo di costruire, passo dopo
passo, un solido repertorio da utilizzare
nelle varie situazioni in cui sono
chiamate a operare (oggi un requisito
assai raccomandabile); infine perché
lavorare su buone drammaturgie
consente, specialmente agli interpreti,
di affinare una pratica attoriale
(capacità comunicativa e di lettura dei
testi, presenza scenica, gestione di
DE GUSTIBUS
corpo e voce, ritmo) che non appare
affatto superata laddove si voglia
costruire un serio percorso artistico. Nel
merito di questo spettacolo, che s’è
visto nei giorni scorsi a Catania e Patti e
ancora si potrà vedere sabato e
domenica prossimi (8 e 9 febbraio) a
Messina, nello spazio del “Clan degli
attori” di via Del Bufalo, si tratta di
quattro brevi monologhi
d’ambientazione, colore e persino
profumo popolari e di lingua
napoletana. Monologhi in cui s’
intrecciano capacità di lettura di episodi,
storie e ambienti, solo apparentemente
“minimali” o bassi della realtà e ironia
divertita, profondità politica e cultura
teatrale, affettività viscerale, materna,
ancestrale e, seppur repressa, ferocia,
leggerezza surreale e quasi fiabesca e
comicità corrosiva, pulizia del disegno
registico e musiche appropriate (curate
da Orazio Corsaro), ed ancora, su tutto,
la vertigine continua della follia che dà
sapore al tutto e fornisce la misura
esatta della grandezza del testo di
Ruccello e dell’intelligenza con cui è
stato riproposto.
DI MASSIMO LANZA
Anteprima Amarone
I produttori del Consorzio Vini della
Valpolicella la settimana scorsa hanno presentato
l’annata 2010 dell’Amarone, la prima che può
fregiarsi della Docg. Spulciando i miei appunti
posso intanto sottolineare che l’annata 2010
dell’Amarone è una buona annata con un livello
qualitativo medio molto alto. Ecco quindi qualche Amarone
che mi ha più colpito durante i due giorni di degustazione
dedicati a questo vino. Buonissimo l’Amarone ’10 della bella e
dinamica cantina di Fiumane Monte del Frà, rubino intenso
brillante, profumatissimo, di ciliegie, amarena, balsamico e
ricco di fresche note di agrumi scuri in bocca è sapido, lungo e
persistente. Gran bel vino. Anche l’Amarone ’10 di Montezovo
centonove pagina 29
è molto piacevole, note fruttate e balsamiche che virano verso
il fumè al naso, bocca fresca, asciutta, persistente ed armonica,
lungo il finale. Piacevolissimo anche l’Amarone Corte Vaona
di Novaia di Marano in piena Valpolicella, profuma di
liquirizia, visciola, tabacco armonico, ben bilanciato tra alcol e
acidità al palato, di bella persistenza il finale. Mi ha colpito
anche l’Amarone ’10 della Tenuta Chiccheri, frutta rossa
matura, bucce di agrumi, e note balsamiche al naso, fresco,
ampio ed armonico al palato. Di bell’impatto alla vista
l’Amarone ’10 Il Re Pazzo della cantina Terre di Leone
giovanissima azienda che però ha gia tanti estimatori,
elegante e raffinato al naso, frutto croccante e grande
equilibrio all’assaggio, finale lungo e persistente. Di notevole
fattura anche l’Amarone ’10 Albino Armani prodotto
dall’omonima cantina. Alla prossima settimana per la seconda
parte dell’Anteprima Amarone 2010.
7 Febbraio 2014
posterlettere
QUI SCUOLA
DI ANDREA SMITH
HERITAGE
GUI
DI SERGIO BERTOLAMI
Noi e gli altri
Esami di Stato
Così le seconde prove
PUNTUALE NELLA scadenza, il MIUR ha
reso note le materie che saranno
oggetto della seconda prova scritta
dell’Esame di Stato conclusivo del
secondo ciclo di istruzione: Greco al Liceo
classico; Matematica al Liceo scientifico;
Lingua straniera al Liceo linguistico;
Pedagogia al Liceo pedagogico;
Economia aziendale ai Ragionieri, Estimo
ai Geometri; Alimenti e alimentazione
all'istituto professionale per i servizi
alberghieri e della ristorazione. Queste
alcune delle materie scelte contenute nel
decreto firmato dal ministro Maria
Chiara Carrozza che individua, tra l'altro,
anche le materie assegnate ai
commissari esterni. Per gli Istituti tecnici
e professionali sono state scelte materie
che, oltre a caratterizzare i diversi
indirizzi di studio, hanno una
dimensione tecnico-pratico-laboratoriale.
Per questa ragione la seconda prova può
essere svolta, come per il passato, in
forma scritta o grafica o scritto-grafica o
scritto-pratica, utilizzando,
eventualmente, anche i laboratori
dell'istituto. Per il settore artistico (Licei e
Istituti d'arte) la materia oggetto di
seconda prova ha carattere progettuale
e laboratoriale e la prova si svolge in tre
giorni. Nella scelta delle materie affidate
ai commissari esterni è stato seguito,
laddove si è rivelato opportuno - scrive il
ministero, il criterio della rotazione delle
discipline. Quest’anno sono 122 gli
istituti coinvolti nel progetto Esabac, a
fronte dei 50 dell'anno scorso,
finalizzato al rilascio del doppio diploma
italiano e francese. Le prove scritte
dell'Esame di Stato si terranno mercoledì
18 giugno (prima prova) e giovedì 19
giugno (seconda prova). Dirigenti
scolastici ed insegnanti presenteranno
online la domanda di partecipazione agli
Esami in qualità di presidenti di
commissione e di commissari d'esame.
ECOLOGIA&AMBIANTE
ANTIBUDDACI
DI DINO CALDERONE
Una marcia per unire
Domenica scorsa si è svolta la 36 Giornata per la vita, promossa
dalla chiesa italiana, dal titolo “Generare futuro”. Dopo la
celebrazione eucaristica, presieduta dal Vicario Generale Mons.
Carmelo Lupò, alcune centinaia di persone hanno formato un corteo lungo il
tratto di strada che va dalla chiesa S. Francesco all'Immacolata sul Boccetta
fino a Piazza Duomo. Il clima fra i partecipanti era molto sereno e gioioso, gli
slogan positivi, nessuno striscione o immagini particolari da suscitare reazioni
negative. Il richiamo al fondamentale valore della vita era rivolto a tutti:
politici, personale addetto alle strutture socio sanitarie, singoli cittadini. Dopo
tanti anni di impegno quotidiano, spesso paziente e silenzioso, da parte dei
Cav (Centri di aiuto alla vita) che aiutano le donne a non abortire, è giunto il
momento di fare una valutazione più attenta e complessiva di cosa sia
l'aborto in Italia. Dai dati relativi al 2012 risulta che il numero degli aborti in
Italia (105.968) “tra i più bassi dei Paesi industrializzati”, secondo il ministero,
è pur sempre elevato, ma rispetto al dato del 1982 (234 mila) si è più che
dimezzato, con un calo del 5% in meno rispetto al 2011. Un terzo degli aborti
sono di donne straniere. A quanto pare, la buona applicazione della legge
194 fa si che sempre più donne vadano ai colloqui preliminari all'aborto e ci
ripensino. Certo, dai Cav emergono storie difficili e drammatiche che fanno
pensare. Ma a volte, si legge sul quotidiano Avvenire, basterebbe un piccolo
aiuto economico, pagare per esempio i pannolini dei neonati, per fare sentire
una donna meno sola. Se gli aderenti ai due “partiti” pro-vita e pro-scelta,
anziché polemizzare spesso sterilmente sui sacri principi, trovassero punti di
convergenza concreta e operativa sul tema della prevenzione, gli aborti
sicuramente diminuirebbero e le donne si sentirebbero più libere di non
abortire. Perchè non parlarne anche a Messina? Il tempo delle
contrapposizioni non può durare in eterno.
[email protected]
Il “Cortile dei Gentili” è
un’agorà, uno spazio di
dialogo messo a
disposizione dei
cittadini da parte della
Biblioteca Regionale
Universitaria di Messina. Servirà a
riflettere sui nodi cruciali della realtà
odierna: sulla religione, l’etica, la
politica, la vita civile. Nel primo degli
appuntamenti, con cadenza mensile,
si è trattato di identità. «A cosa (e se)
serve l’identità in un mondo che
cambia». Ho provato a rispondere
che nessun uomo è un’isola. Siamo
invece penisole per metà attaccate
alla terraferma, legati al sesso e alla
lingua, alla tradizione, alla città, alla
nazione e a tutte le cose che la storia
personale e collettiva ci permette di
assommare. Mentre l'altra metà
getta lo sguardo verso uno spazio da
scoprire. Una visione
apparentemente scontata. Eppure
molti considerano l'identità come
unità indifferenziata. E nell’idea
dualistica della nostra cultura esiste
sempre un “noi” e un “voi”. Così più
si marcano le distanze, più aveva
ragione Eraclito nell’individuare il
principio di tutte le cose in
“Pòlemos”, la guerra. In verità una
radicata attitudine a interagire con
gli altri aiuta a scoprire chi siamo, ma
dopo aver fissato i confini della
nostra reale esistenza. Ecco perché
l’unica azione praticabile sembra
sussistere nel rapporto costante con
l’alterità, cioè l’identità degli altri.
Allora ci accorgiamo che le
differenze che ci separano e spesso ci
oppongono sono artefatte e
finzionali (Remotti). Sono il prodotto
di una stratificazione secolare.
Perché l'identità non esiste di per sé,
ma ha origine nell'ambiente che
abbiamo saputo (o voluto) costruire.
[email protected]
DI ANNA GIORDANO
Per favore,tacete
Sarebbe un paese stupendo quello dove,
all’indomani di disastri evitabili, tutti
capissero che è ora di cambiare musica e
di smetterla di fare e autorizzare ciò che
le provoca. Mi riferisco a tutti coloro che
hanno responsabilità sulle scelte progettuali, che mai, o
quasi mai, dicono no ad espansioni edilizie, anche
singoli interventi che però si sommano ad altri, mai un
no a porticcioli, a nuove occupazioni di suolo, a
improvvide discariche in aree di impluvio, a muri e
muretti e muraglioni, a villettopoli ovunque, a porti
canali e dighe foranee. Mai un diniego. Non è
cambiata, non più di tanto, la meteorologia né il clima.
Da che mondo e mondo ci sono state intensissime
precipitazioni piovose ed è da arroganti dimenticarsi
che se il letto di una fiumara è largo ma lovediamo
asciutto quasi sempre, è perché, prima o poi, arriverà
la piena. A Messina, torrente Giostra, Annunziata, il
viale Europa e altri, Papardo incluso, erano larghi,
larghissimi, ora sono strade. E quando un giorno
diluvierà cosa si invocherà? Fato, malasorte, natura
cattiva, cambiamenti climatici? O si avrà l’umiltà di
capire che la nostra arroganza vince oggi sulla natura,
ma domani soccombe miseramente e dolorosamente??
Sanno gli amministratori cosa sia un terreno
alluvionale? hanno idea di cosa siano le zone di
esondazione dei fiumi e delle fiumare? Possibile che
decenni di disastri, di vittime innocenti non abbiano
indotto nessuno se non pochissimi e bistrattati a dire
centonove pagina 30
basta all’appetito cementizio? Ci sarà qualcuno che a
fronte di erosione costiera e danni a seguire dica stop a
tutti i progetti di porti, porticcioli, porti canali,
ripascimenti devastanti a suon di materiale buttato in
mare con gran guadagno delle ditte che risolvono così il
problema dello smaltimento in siti diversi? tutto ciò
distrugge la posidonia oceanica, devia l’energia
dell’onda che si abbatterà altrove. A Ganzirri si
lamentano delle strade che diventano fiumi, ma si è mai
levata una voce contro la cementificazione delle
colline? E che dire degli interventi piccoli che si
potrebbero fare per evitare il peggio, segni di dissesto
in corso che rimangono lettera morta per anni e si
interviene (forse) a danno compiuto? Basta cemento,
basta impermeabilizzare suoli, basta invadere il mare,
oppure, ai prossimi disastri, per favore tacete, tutti.
postercommenti
ELIODORO
PUNTINI SULLE “I”
Servizi Sociali, Consulta: «Pieno
sostegno e dialogo col sindaco»
Gentile direttore,
ho letto l’articolo a firma di Alessio
Caspanello su una presunta guerra tra la
Consulta delle organizzazioni che
operano nell’ambito delle attività sociali
e l’Amministrazione comunale. Avendo
presieduto le ultime tre Assemblee, non
mi risulta che questa posizione sia stata
assunta né condivisa dalla maggioranza
delle organizzazioni presenti. Al
contrario debbo registrare che c’è la
volontà di lavorare per offrire un
contributo di qualità alle politiche sociali
che questa Amministrazione intende
portare avanti. L’ argomento che ha
interessato l’articolo di Alessio
Gaspanello, non era all’ordine del giorno
e non è stato sottoscritto nessun
documento politico di contrapposizione
alle decisioni assunte dalla Giunta,
presieduta da Accorinti. Mi preme
difendere e costruire l’unitarietà di un
Terzo settore le cui contrapposizioni
interne lo hanno reso ancora più debole
nell’interlocuzione con le istituzioni. Il
mio compito è, comunque, quello di
rappresentare le scelte assunte dalla
maggioranza delle organizzazioni
150 PAROLE DA PALERMO
Nove poltrone, un’unica vita
DI
MARIA D’ASARO
La notizia è di sabato scorso: dopo
le polemiche sui suoi molteplici
incarichi e le indagini della
Procura della Repubblica di Roma
sulla sua attività di direttore
dell'Ospedale Israelitico dell’Urbe
per truffa ai danni dello Stato
(l’ospedale avrebbe percepito
rimborsi non dovuti dalla Regione
Lazio per vari milioni di euro),
Enrico Mastrapasqua si è dimesso
da presidente dell’Inps. Così i suoi
incarichi, 25 sino a poco tempo fa,
oggi sono solo otto. Certo, in
questi tempi di dolorosa
disoccupazione di massa, disturba
che Mastrapasqua e tanti altri
manager siedano su varie
poltrone. Ma forse si dovrebbe
provare pietà verso l’ex
presidente dell’Inps, non invidia o
rancore: una persona così
impegnata magari si perde la
magia di un tramonto, le carezze
di un cane, il sorriso di un amico
sincero. Indignazione e rabbia
dovremmo invece serbarla per un
modello di sviluppo e un sistema
politico che consente ancora tali
funeste concentrazioni.
7 Febbraio 2014
presenti nella Consulta, permettendo a
tutti di esprimere il proprio punto di
vista. Non è, però, accettabile che una
posizione marginale venga fatta passare
come quella assunta dalla Consulta delle
Organizzazioni che operano nelle attività
sociali (nell’articolo si cita addirittura un
inesistente documento della Consulta).
E’ innegabile che all’interno delle due
ultime assemblee le argomentazioni
riportate nell’articolo siano state
sostenute da parte dell’esperta del
sindaco, Angela Rizzo, e da due
associazioni. L’esperta del sindaco ha
criticato una deliberazione assunta dal
primo cittadino e dal suo esecutivo,
chiedendone il ritiro in quanto convinta
che si fosse voluto scavalcare il ruolo
della Consulta. Gli altri partecipanti
all’Assemblea hanno ritenuto che sia
trattato di un episodio contingente,
stante il fatto che la Consulta era stata
appena nominata. La sottoscritta ha
chiesto all’assessore Mantineo di
trasmettere tempestivamente gli atti di
suo interesse alla Consulta e si sono
avute rassicurazioni in tal senso.
La richiesta di ritiro della delibera è stata
frutto di ragionamenti isolati che non
hanno avuto l’approvazione
dell’Assemblea.
IL PRESIDENTE
Maria Lucia Serio
«Nessuna guerra della consulta»
I sottoscritti rappresentanti delle
organizzazioni di Terzo settore, presenti
all’Assemblea della Consulta del 22
gennaio c.a., chiedono rettifica di quanto
riportato nell’articolo “Servizi Sociali,
non Mantineo le promesse”, a firma di
Alessio Caspanello. La Consulta non ha
mai assunto le posizioni che il giornalista
le attribuisce. Non esiste alcuna “guerra
della Consulta” come riportato nel pezzo
del quale si chiede la rettifica.
Il giornalista, poi, parla di un
“documento presentato dalla consulta”
citando, tra virgolette, come testuale,
una dichiarazione che la Consulta non
solo non ha mai approvato ma
ANIMAL HOUSE
Il silenzio dell’applausometro
CATANIA - I catanesi lo chiamano ormai "l'applausometro" e serve per
misurare il livello di simpatia e apprezzamento verso gli amministratori locali.
L'appuntamento è per il corteo del 3 febbraio, giorno dei festeggiamenti per
Sant'Agata, quando il corteo delle autorità sfila dietro i cerei che vengono
offerti alla patrona. Lo scorso anno, a pochi mesi dalle elezioni, Bianco batte
Stancanelli, facile profezia di quanto sarebbe accaduto nelle urne.
L'altro giorno, invece, in testa al corteo ad affiancare il sindaco c'era il socio
della "strana alleanza", il sottosegretario Giuseppe Castiglione, colonnello
del Ncd. Questa volta, però, neanche un timido batter di mani o un brusio di
approvazione, ma solo un gelido silenzio, nonostante la giornata soleggiata.
Che sia stata "l'operazione Tondo Gioeni" a raffreddare l'entusiasmo per il
ritorno del sindaco della primavera?
nemmeno discusso, in quanto non
all’ordine del giorno. Quelle riportate
sono, semmai, singole posizioni espresse
dalle associazioni “ Cittadinanzattiva” e
“Scienza & Vita”, o, a titolo personale,
dall’esperta del sindaco, Angela Rizzo.
Il rapporto con l’Amministrazione
Comunale sarà improntato al rispetto
reciproco e chiederemo che le nostre
proposte così come i pareri che
esprimeremo, sebbene non vincolanti,
siano presi in esame.
seguono 22 firme
L’esperta: «dichiarazioni discutibili»
Sento la necessità di contestare le
dichiarazioni della Presidente della
Consulta. In un giornale cittadino leggo
“A sorpresa, ad attaccare la Giunta
Accorinti è stata prorpio l’esperta del
Sindaco, Angela Rizzo. Malgrado la sua
posizione all’interno della consulta, la
Rizzo ha fatto proprie le critiche di
Cittadinanzattiva e Scienza e Vita”. Il
mio sacrosanto dovere di dare voce ai
più deboli e ai più vulnerabili ed a
pretendere il rispetto della legalità e
delle regole è stato tacciato come
“scontro” e, quello che è più grave,
allusiva a chissà quali mire: “punta ad
una cogestione dei servizi sociali”.
Smarrita e attonita da queste pesanti
dichiarazioni rilasciate alla Stampa, ho
chiesto all’assessore Mantineo di
informarci, per tempo, sulle proposte
dell’Amministrazione, in modo da
valutarle in seno alla Consulta. Sento il
dovere di suggerire alla Presidenza della
Consulta, di dare piena attuazione ed
che all’art. 7 recita testualmente: “La
Consulta è il luogo deputato al confronto
tra l’Amministrazione Comunale e le
Organizzazioni nell’ambito delle
politiche sociali), senza ingerenze e
senza suggerimenti esterni. Voglio
ricordare alla Dott.ssa Serio che la
Consulta delle associazioni laiche non e?
formata solo da Cittadinanzattiva e
Scienza e vita, ma da ben 40
associazioni importanti e di grande
spessore e si sono espresse con un
documento (già in suo possesso).
L’ESPERTA DEL SINDACO
Angela Rizzo
Nel pezzo è espressamente indicato che
“Gli attacchi all’amministrazione e a
Mantineo, sono stati portati da
Andrea Cucinotta, vice segretario
regionale vicario di CittadinanzAttiva,
che ha parlato in nome e per conto
dell’associazione nel corso dell’ultima
riunione della consulta comunale.
All’amministrazione non le ha
mandate a dire nemmeno
l'Associazione cattolica Scienza &
Vita”. Voci di dissenso che si sono
levate dall’interno della consulta, pur
se non condivise dalla maggioranza o
messe all’ordine del giorno. Nel
frattempo, il 2 febbraio sono giunte le
dimissioni dell’esperta del sindaco
Angela Rizzo. Innegabile che il settore
sia in tumulto. (A.C.)
DI ROBERTO SALZANO
Sempre più animalisti
Spesso le storie che vedono coinvolti animali
ed uomini sono storie di violenze. Ci si indigna
perché si sente parlare di efferatezze perpetrate
per il semplice gusto di fare del male a soggetti più deboli, che
poco possono fare per difendersi. Forse però qualcosa sta
cambiando e si può davvero continuare a sperare in una
società pronta a riconoscere e rispettare i diritti e le necessità
degli esemplari a quattro zampe. A rassicurare sono i dati del
Rapporto Eurispes 2014, che nella sua nuova edizione riporta
appunto numeri degni di nota e lode: gli italiani stanno
migliorando o ci stanno comunque provando. In merito alla
vivisezione la netta maggioranza della popolazione, l'81,6 per
cento, risulta essere contraria. Un dato che si accompagna al
centonove pagina 31
74% dei cittadini contrari alla caccia e all'85,5% di quelli che
non approvano l'uso di pellicce. È inoltre in aumento il
numero di coloro che limitano nelle loro diete il consumo di
carne e pesce. Un altro risultato che fa riflettere riguarda gli
equidi: molti intervistati sono dell'avviso che cavalli, asini,
bardotti e loro simili vadano riconosciuti come animali
d'affezione. Probabilmente le numerose campagne di
sensibilizzazione lanciate nel corso degli anni iniziano a dare
dei frutti. Certo è che i cittadini sono più preparati sulla causa
animalista e meglio disposti ad affrontare il rapporto con gli
animali, una convivenza quotidiana sempre più intensa.
Malgrado non poche vicende continuino a dare da pensare
sulla sensibilità dei rappresentanti del genere umano, non si
può negare che l'attenzione per gli altri esseri viventi stia
aumentando, in attesa che le risposte della politica si allineino
alle posizioni dei cittadini.