38 SPORT MERCOLEDÌ 21 MAGGIO 2014 GIORNALE DI BRESCIA La storia Materassai sarete voi! Andrea Berta da Orzinuovi, alto dirigente dei «Colchoneros» dell’Atletico Madrid, squadra «proletaria» che ha vinto la Liga e sogna di soffiare la Champions all’odiato Real PROTAGONISTI ANDREA BERTA Classe 1972, di Orzinuovi, è l’uomo mercato dell’Atleticoinsieme aJosé Caminero. La sua è stata una carriera in crescendo: ha iniziato allestendo squadre per i maggiori tornei notturni della provincia, poi è passato al Carpenedolo che si affacciava al mondo dei professionisti, quindihaseguitoTommasoGhirardi al Parma e prima di approdare alla società madrilena è passato dal Genoa. L’ATLETICO I «Colchoneros», ovvero i materassai, dal colore della prima maglia analogo a quello delle tele che rivestivano i materassi, hanno vinto quest’anno per la decima volta la Liga, diciotto anni dopo l’ultimo successo. Nell’albo d’oro della seconda squadra di Madrid e terza di Spagna cisono anche diecisuccessi in Copa del Rey, una Supercoppa di Spagna, una Coppa delle Coppe, due Europa League, due Supercoppe europee ed un’Intercontinentale. IL REAL Le merengues (ma anche i Galacticos) cercano a Lisbona la decima Coppa dei campioni. Per la squadra di Carlo Ancelotti parlano i numeri: 32 scudetti, 19 Coppe del Re, 9 SupercoppediSpagna, due Coppa Uefa, una Supercoppa Europea e tre Intercontinentali. LISBONA La finale di Champions si giocherà sabato 24 maggio alle 20.45 al Da Luz, l’impianto del Benfica. ■ Ha il fiatone. Uno smilzo, allenato, pronto alla battaglia da Colchonero, secondo o terzo capo dopo Simeone, il capo di questi zingari gioventù bruciata, similproletariato, comunque il cuore del popolo più «smagero» di Madrid, ha il fiatone. Andrea Berta da Orzinuovi lo prendiamo alle spalle. Siamo orceani, amici tanto, senza se e senza ma. Risponde con tono spagnolo e comincia e termina al telefonino, sempre con «claro». Che ti è successo, Andrea, parlòm en dialèt. Ridiamo e lui ha il fiatone per via di una corsa di allenamento personale in una strada di Madrid. «Andrea, qui al paese tifiamo tutti Atletico e dicono che tu meriti, ormai, uno striscione fotografico altrettanto di Cesare. Tu sei o no il secondo o alla peggio il terzo uomo dell’Atletico?». Si schermisce ed entra nella partita: «Sabato noi non temiamo il Real. Non abbiamo nulla da perdere, loro sì. Noi siamo la squadra del popolo. Claro!». Tira fuori il pronostico: «Sono positivo di natura. Loro hanno inividualità paurose, ma noi siamo un gruppo, noi siamo un popolo. Possiamo batterli. Il Real vive di immagine, noi mangiamo fatica e speriamo di batterli con la fatica. Simeone, il nostro allenatore, rappresenta il sacrificio, la fatica e noi siamo cresciuti alla sua scuola. Simeone (con Berta nella foto del sito gianlucadimarzio.com) è un capo perché garantisce la copertura delle spalle al gruppo, dall’inizio alla fine». Gli ricordo che i Berta sono un ceppo interista, che suo padre Mario teneva almeno tre bandiere nerazzurre per le grandi occasioni. La voce si incrina: «Il mio povero padre, morto giovane e mia madre Carla, grandi sacrifici. Quando abbiamo messo le mani sulla Coppa ho guardato il cielo, ho pensato a loro». Siamo qui, agli Orzi, ascoltiamo Andrea Berta direttore sportivo del mercato internazionale dell’Atletico Madrid e vicinoabbiamosuo fratello Cesare, direttore di banca. Andrea non ha bisogno di doman- de, ha innestato la quarta: «All’Atletico, Simeone insegna subito il rispetto di sé e dell'avversario, la durezza della vita. É come al paese, una volta, ogni tanto la vita impone di sfangarla. L’Atletico è riuscire a sfangarla, a vincere. Mi viene in mente ancora la contrada del paese, si stava insieme». Ecco, sabato, un contradone operaio di Madrid sfiderà la piazza barocca dell’aristocrazia del Real, la morderà sul collo, la addenterà. Secondo le regole della sfida finale. Andrea Berta conosce il Real: «Con una giocata loro possono stenderti, ma noi non ci sentiamo abbattuti da una giocata. Loro usano qualche fuoriclasse, noi tutto l’undici, il gruppo, il popolo, la contrada». Sarebbe bello se in spagnolo si dicesse «cuntràda», come in dialetto orceano, vinceremmo allo stesso modo, a Orzi e a Madrid. «Sabato rischiamo di entrare nella storia. Nell’Atletico la direzione centrale è del Cholo, di Simeone, poi c’è il consigliere delegato Miguel Ángel Gil Marin, il direttore della comunicazione Rafa Alique». E Andrea Berta direttore sportivo del mercato internazionale. Chi ne sa tante, a Madrid, a Brescia e a Milano dice claro che decidono in tre all’Atletico Madrid: il Cholo, Andrea Berta e il presidente. «Decide e vince il gruppo taglia corto Andrea -. Però col Cholo e il presidente abbiamo un ottimo feeling». Carissimo Andrea, abbiamo ricevuto una lettera anonima. C’è scritto che ti hanno chiamato Barbara Berlusconi e Galliani: «Non è il momento. Sto a Madrid con il mio Atletico. Ringrazio le squadre italiane che mi mostrano stima e simpatia. Sabato c’è aria di storia». Andrea abita con la moglie Miriam e la figlia Paola di tre anni e mezzo a Madrid: «Paola è bilingue, parla meglio di noi». Sembra ieri, lui all’altare, nella chiesetta del Carnerio, e io e un tale Dotti di Erbusco a testimoniare. Era il 2003. «Ripeto, loro devono vincere per forza, noi miriamo alla doppietta: dopo il campionato, la Coppa. Loro hanno un fatturato di 600 milioni di euro, con Ronaldo, Bale e Ramos valgono i nostri 120 milioni. Ma noi siamo il popolo, noi siamo il gruppo. E poi, il principe ereditario Felipe tifa per l’Atletico Madrid». Tonino Zana Ancelotti «Anche noi punteremo sul collettivo» Carlo Ancelotti, tecnico del Real MADRID «Nessuna pressione», soprattutto «nessuna ossessione» per la «Decima»: a quattro giorni dalla finale di Champions, Carlo Ancelotti confessa di sentirsi «soddisfatto e tranquillo». L’appuntamento di Lisbona potrebbe significare per il suo Real, mettere in bacheca l’ agognata decima Coppa dei Campioni, ma il tecnico italiano ostenta tranquillità, dicendosi preoccupato solo per le condizioni fisiche di Pepe e Benzema («oggi non potrebbero giocare»). «Ci sarà equilibrio - dice - e giocheremo con un avversario forte che fa del collettivo il suo forte. Per vincere anche noi dovremo lavorare sodo e aiutarci a vicenda, come abbiamo fatto col Barcellona in coppa del Re e il Bayern in Champions». Questa finale, ha aggiunto l’ex di Milan, Chelsea e Psg, «la giocheremo con orgoglio e senza pressione. Il nostro cammino in Champions è stato buono, giocare la finale era un nostro obiettivo. Ci siamo riusciti, mentre altri la vedranno in tv. È la mia settima finale e cerco di creare l’ambiente nel migliore dei modi». Probabilmente l’Atletico non avrà Diego Costa e Arda Turan: «Giocatori importanti, ma l’Atletico ha giocato splendidamente anche senza loro». Inoltre, la squadra di Simeone arriva a Lisbona sull’onda dell’euforia-scudetto, «ma anche noi - puntualizza subito - avremo tante motivazioni. La cosa più importante sarà non avere paura». Tennis Oh che bel Castello. Anche quest’anno Dal 31 maggio al 7 giugno la 7ª edizione degli Internazionali femminili di tennis La bresciana Giulia Remondina (foto d’archivio) REZZATO All’interno della sala Scalabrini del Villa Fenaroli Palace Hotel, ieri sera è stata presentata ufficialmente la 7ª edizione degli Internazionali femminili di tennis di Brescia, torneo da 25.000 dollari iscritto nel Circuito Itf e organizzato dalla Forza e Costanza 1911, società cittadina. La villa rezzatese, fatta costruire a fine Cinquecento dagli Avogadro e oggi nuovamente valorizzata come hotel e centro congressi, ha fatto da cornice alla presentazione dell’appuntamento che dal 31 maggio al 7 giugno il polo attrattivo del movimento tennistico bresciano. Una manifestazione femminile che, anche a livello lombardo, non ha eguali; un torneo che nei suoi primi sei anni di vita ha portato sui campi del Castello di Brescia - altra location che sposa storia e senso di appartenenza bresciani - alcune delle migliori tenniste contemporanee e, soprattutto, alcune delle giotare, ma che già l’aver confermavanissime promesse che di lì a to può definirsi un successo». poco tempo avrebbero calcato i Tra gli altri punti forti del propalcoscenici più prestigiosi delgramma rimangono l’ingresso la Wta, Slam compresi. Se è vero gratuito ai match - dalle qualifiche Brescia ha semcazioni del 31 magpre avuto fame di gio e 1° giugno al tatennis, gli Internaziobellone finale della nali sono sempre riusettimana del 2-7 giuTABELLONE sciti a saziarla. gno- ela programmaTutte straniere le zione serale, scelta La società presiedufavorite, dalla ta da Annamaria Caper dare la possibilipuzzi Beltrami rilantàa tuttidi godere delPfizenmaier cia la sua proposta di lo spettacolo. Dal (numero 84 al tennis d'eccellenza: punto di vista tecni«Ogni volta che mi mondo a 22 anni) co, infatti, anche quetrovo a presentare sta 7ª edizione saprà alla Sasnovich questo torneo - conproporre tenniste di Si gioca di sera fessa la numero uno alta qualità, giovani della Forza e Costanin rampa di lancio e, za - provo grande grazie alle wild card, emozione. Non c'è stato alcun rile migliori racchette bresciane. dimensionamento rispetto alle Giulia Remondina, ovviamente. passate edizioni, anzi: il format Ma anche Martina Parmigiani. è rimasto lo stesso, a partire dal Mentre la cugina Flavia Pennetmontepremi di 25.000 dollari, ta fa parlare di sé in giro per il che avremmo voluto incremenmondo, Claudia Giovine, anche lei brindisina, proverà ad avanzare nel difficile tabellone bresciano. Un posto è già pronto anche per una Junior internazionale che verrà reclutata, secondo accordi, da un'agenzia tedesca. Ma i nomi delle favorite sono altri, e comunque stranieri. Su tutte Dinah Pfizenmaier, tedesca, numero 84 del mondo a 22 anni. Guardando al futuro, fari puntati sulla bielorussa Aliaksandra Sasnovich, tra le migliori classe ’94 al mondo, e sulla russa Irina Khromacheva, 19enne già vincitrice del Bonfiglio di Milano. Alberto Paris, direttore sportivo della manifestazione, è sicuro: «Sarà un torneo di alto livello». L’appuntamento è quindi fissato per sabato 31 maggio, per la prima giornata del turno di qualificazione. Se è vero che le ultime due vincitrici del torneo sono uscite dalla fase preliminare, ci sarà da divertirsi fin da subito. Matteo Carone
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