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Team Freedom Bike
31 gennaio 2015
di Angelo Summonti
In questo numero speciale riporto pari pari domande e risposte della bella intervista rilasciata il 30 gennaio
2015 sulla rivista online gran fondo news dalla forte gran fondista viareggina Giannecchini Nicoletta
vale davvero la pena leggerla credetemi. E prima di lasciarvi alla lettura tengo nuovamente a precisare che
non è un intervista fatta da me. Un saluto dal mannaro.
Granfondo, classifiche, agonismo e doping.
Cosa ne pensate?
L'agonismo e la presenza delle classifiche nelle granfondo sono dibattuti da tempo. L'esempio
della Granfondo Campagnolo Roma, che ha introdotto solo alcuni tratti cronometrati in salita
per stemperare gli eccessi di agonismo, ci ha suggerito di sentire le opinioni dei granfondisti. Le
opinioni non sono tutte uguali, se non su un tema: togliere le classifiche non eliminerebbe il
problema doping!
Innanzi tutto vorremmo sapere qual è la tua idea di agonismo. Dove collocheresti il confine tra un
ciclista agonista ed un cicloturista? Nicoletta Giannecchini: «Per me l'agonismo è legato all'impegno e allo
sforzo di due o più atleti per battersi, per superarsi a vicenda, del resto la parola stessa deriva dal termine
greco "lotta". Quindi l'agonista è colui che si impegna con grinta in una competizione e dove appunto lo sforzo
e l'accanimento prevalgono. In alcuni casi l'agonista può avere come rivale anche se stesso. Il cicloturista è
invece colui che fa del turismo, usando una bicicletta come mezzo di trasporto, colui che va alla scoperta di
nuovi territori; sono di solito persone mosse da sensibilità ambientale o di attenzione per il prossimo come le
iniziative legate alla beneficenza. Il cicloturista non ha l'assillo della velocità, della gara, del tempo. Penso
quindi che il confine sia proprio nella ricerca della prestazione, che per l'agonista è ben marcata e prioritaria,
nel cicloturista è completamente assente e sostituita da uno spirito più rilassato di viaggio e scoperta del
territorio.»
Secondo la tua interpretazione sei un agonista o un cicloturista?
Nicoletta Giannecchini: «Personalmente mi ritengo un'agonista, in quanto da quasi dodici anni partecipo alle
granfondo. Spesso però mi è capitato di scegliere di partecipare ad alcune gf invece di altre in base anche ai
posti, per soddisfare anche il piacere di viaggiare, conoscere nuovi posti e nuove realtà. Insomma un pretesto
per fare un weekend fuori e scoprire angoli nuovi d'Italia, e per questo aspetto sono grata alla mia passione per
la bicicletta.»
Un ciclista che si mette alla prova e che cerca di superare i propri limiti e migliorare i propri record
personali come deve essere considerato?
Nicoletta Giannecchini: «Credo che chi ha annusato l'aria dell'agonismo almeno una volta e si è divertito
cercherà sempre di superare i propri limiti e porsi nuove sfide. eNon importa se si tratti di "più veloce", "più
difficile" o "più faticoso". I limiti indicano un confine e l'agonista più ambizioso prende questi limiti non come una
scusa per fermarsi, ma come uno stimolo personale per vedere oltre cosa c'è. Quindi per rispondere penso che
si possa definire un agonista ambizioso, che mette se stesso come suo rivale.»
Secondo te un agonista si diverte quando prende parte ad una gara in bicicletta?
Nicoletta Giannecchini: «Secondo me un agonista, almeno nelle prime fasi di una gara, è più soggetto ad altri
fattori come tensione, stress, adrenalina. Il fattore invece del divertimento inteso come svago possa invece
sopraggiungere successivamente alla corsa, il ritrovarsi con amici, parenti, compagni, il pranzare insieme, il
commentare la corsa e godere del relax dopo lo sforzo.»
Esiste un limite tra sano agonismo ed eccesso di agonismo e qual è?
Nicoletta Giannecchini: «Riversare nello sport troppe energie può essere negativo e portare ad un eccesso di
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di Angelo Summonti
agonismo. A volte può capitare che, per essere più forti nello sport si rischi di perdere qualcosa o qualcuno a
cui teniamo (lavoro, casa, famiglia, affetti). Del resto gli allenamenti non devono essere addestramenti
stressanti. Se l'ambizione a conseguire risultati diviene prevalente, vuoi per obiettivo personale e/o dettata da
interessi di sponsor o squadra, facilmente si può incappare nell'eccesso di agonismo dove il fair play o il
rispetto di certe regole non viene più considerato. Il limite sta nel credere nei valori positivi dello sport come: la
maturazione caratteriale, l' attenzione al proprio corpo e alla propria salute, il rispetto dell'avversario e di noi
stessi, senza scivolare nel prendere lo sport solo come momento di alta competizione dove magari sfogare
altre mancanze.»
Senza una classifica finale si potrebbe comunque parlare di agonismo?
Nicoletta Giannecchini: «L'agonismo può essere nelle persone stesse, perciò a volte anche una semplice
uscita di gruppo in amicizia può creare agonismo. Sicuramente però la presenza o meno di una classifica può
dare o togliere maggior importanza, ufficialità e risonanza all'aspetto competitivo.»
Dal tuo punto di vista possono coesistere nella stessa manifestazione granfondistica l'interpretazione
agonistica è quella cicloturistica del ciclismo?
Nicoletta Giannecchini: «Secondo me sì, è possibile far coesistere le due interpretazioni del ciclismo, purchè
ci sia attenzione da parte degli organizzatori di come regolare le diverse partenze.»
La presenza di una gara (e quindi di una componente agonistica) all'interno di una manifestazione
granfondistica toglie qualcosa o comporta qualche problema a chi invece interpreta l'evento come una
passeggiata per godere dei paesaggi e del percorso?
Nicoletta Giannecchini: «Come già dicevo, l'importante è che non ci siano interferenze tra i due gruppi per
non creare situazioni di difficoltà o peggio ancora di rischio, nè per gli uni, nè per gli altri.»
Viceversa, pensi che la presenza di chi ha un approccio più cicloturistico alla manifestazione comporti
delle restrizioni a chi si diverte a gareggiare?
Nicoletta Giannecchini: «Non credo possano esserci problemi, se la presenza dei due gruppi viene ben
gestita.»
Cosa pensi di soluzioni come quelle introdotte dalla Granfondo Campagnolo Roma? Pensi possano
soddisfare l'esigenza di chi vuole divertirsi a fare una gara in bicicletta, oppure non sono sufficienti a
rappresentare lo spirito della gara su un lungo percorso, con significative difficoltà altimetriche e con la
presenza di tutte le componenti tecnico-tattiche di una gara ciclistica (salita, discesa, pianura, gestione
della gara all'interno di un gruppo omogeneo di partecipanti)?
Nicoletta Giannecchini: «In una soluzione come quella della Granfondo Campagnolo Roma, un agonista può
trovare il suo spazio, perché oltre ad avere a disposizione un bel percorso da osservare, non mancherebbero
l'impegno e l'agonismo sulla salita, mentre il resto del percorso potrebbe essere gestito come uno meglio crede
e si sente quel giorno.»
Qual è la tua opinione sul pensiero dei vertici del Settore Amatoriale della Federazione secondo il quale
il ciclista amatoriale dovrebbe soprattutto godere del piacere di andare in bici e dei luoghi dove può
pedalare grazie alle granfondo, e quindi interpretare queste in modo principalmente agonistico sarebbe
un’esasperazione, (personalmente ho talvolta la sensazione che sia quasi considerato poco
intelligente), così come impegnare una quota del proprio tempo libero per allenarsi a migliorare le
proprie prestazioni?
Nicoletta Giannecchini: «Per molti anni le granfondo sono sempre state collegate all'agonismo e alle
classifiche. I percorsi di solito piuttosto impegnativi e hanno sempre richiesto una certa preparazione e
allenamento. Quindi noi ciclisti ci siamo dovuti adeguare anche a ciò che le gare stesse proponevano. Se ci
sarà un' inversione di tendenza saranno proprio le stesse granfondo a dover cambiare.»
Parteciperesti alle granfondo senza classifica e senza cronometraggi?
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di Angelo Summonti
Nicoletta Giannecchini: «Sì, certamente parteciperei ad alcune granfondo cicloturistiche. Nel 2010 per
esempio partecipai con entusiasmo alla Granfondo Pinarello in versione cicloturistica insieme a migliaia di altri
ciclisti, molti anche stranieri (ricordo un gruppetto provenienti dalla Grecia). Fu per me una bellissima gara. La
partenza fu meno stressante e gestii al meglio il percorso all'interno dei vari gruppi che si formavano in strada.
Eppure non ci fu una classifica agonistica, ma solo in ordine alfabetico con rilevazione dei tempi.
Credi che togliendo l'aspetto agonistico alle granfondo si farebbe un notevole passo avanti nella lotta
contro il doping oppure si sposterebbe solamente il problema su altre manifestazioni (gare in circuito,
cronoscalate) e quindi, nella sostanza, anche una formula come quella prevista dalla Granfondo
Campagnolo Roma non comporterebbe nulla di differente?
Nicoletta Giannecchini: «Penso di sì, si potrebbe ottenere un minore incentivo al doping, sia per quei ciclisti
agonisti più ambiziosi sia per i team, che spesso creano squadre quasi semi-professionistiche o che credono di
esserlo.»
Saresti favorevole ad eliminare premiazioni e relative cerimonie dalle manifestazioni granfondistiche,
pur mantenendo le classifiche al loro interno? Potrebbe essere utile a ridurre gli eccessi di agonismo?
Nicoletta Giannecchini: «Non vedo la classifica collegata anche alla premiazione. Togliere solo la
premiazione non mi pare sufficiente.»
Se dovessi portare una proposta in Federazione per la gestione dell'agonismo alle granfondo, cosa
proporresti?
Nicoletta Giannecchini: «La domanda non è facile, ma ci provo. Vista la mia esperienza positiva alla
granfondo di cui parlavo prima, proporrei delle granfondo con classifica per ordine alfabetico con ciascuno il
proprio tempo di percorrenza, (senza vincitori naturalmente) e dare modo così ad ognuno di interpretare
liberamente il percorso. E come disse qualcuno "L'importante non è vincere, ma partecipare".»