13 GENTE VENETA n. 4, 31 gennaio 2015 ORA DI RELIGIONE CATTOLICA - Con le iscrizioni online (che scadono il 15 febbraio) si potrà scegliere anche di avvalersi dell’insegnamento Un’ora per ricercare il vero, il buono e il bello E’ stato Papa Francesco, durante il suo incontro con il mondo della scuola italiana, a usare questa espressione: gli uffici per la Scuola delle diocesi del Triveneto ne hanno fatto uno slogan per sensibilizzare a una scelta che fa la differenza S iamo in fase di iscrizioni scolastiche per l’anno 2015/16: è questo anche il periodo per scegliere di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica (Irc). Le iscrizioni dovranno essere effettuate on line attraverso il portale www.istruzione.it fino al 15 febbraio. «E' tempo per le famiglie ricorda Monica Voltan, direttrice dell'Ufficio diocesano Irc per le secondarie - di riflettere al fine di effettuare una scelta che ha un alto valore educativo poichè l’Irc è una disciplina scolastica che a tutti gli effetti si inserisce nell’attività didattica, in quanto impartita da docenti qualificati in possesso delle competenze specifiche per lavorare in un ambiente delicato e particolare come quello della scuola». Quest’anno gli Uffici Scuola delle diocesi del Veneto, a cui compete la responsabilità di gestire il reclutamento, la formazione e l’assegnazione dei docenti nelle scuole, han- no proposto la tradizionale campagna di sensibilizzazione attraverso una locandina e una brochure sul tema “Religione cattolica a scuola… per ricercare il vero, il buono e il bello”, utilizzando una felice espressione usata da Papa Francesco nel suo discorso ai 300.000 partecipanti all’incontro con il mondo della scuola italiana il 5 maggio 2014 a Piazza S. Pietro. In quell’occasione, ricorda Roberto Azzalin, direttore del settore infanzia-primaria, «il Pontefice confidava di amare la scuola perché essa è sinonimo di apertura alla realtà intera, luogo di incontro tra le persone e le generazioni perché educa al vero, al bene e al bello. Solo assolvendo a questo suo compito, affermava, essa è veramente scuola, dunque luogo di vera educazione di abitudini e valori che da questi tre elementi scaturiscono». Le parole del Papa sono state riprese anche dai vescovi italiani che nel consueto messaggio in vi- sta dell’iscrizione invitano le famiglie cattoliche a considerare in maniera seria questa libera opportunità - che anche l’anno scorso ha visto un'alta percentuale di avvalentesi (si veda il box a de- stra) - perché, come scrivono, “l’educazione non può essere neutra: o arricchisce o impoverisce”. Anche il nostro Patriarca (si veda il testo sotto a destra) nel suo invito personale chia- ma tutti, studenti e famiglie, ad una scelta di grande responsabilità e a questo proposito Voltan e Azzalin sottolineano «l’importanza da parte dei parroci di sensibilizzare i giovani che svolgo- no un servizio nelle parrocchie come catechisti, animatori e capi scout a frequentare l’ora di religione in modo da esprimere coerenza e dare il loro contributo di esperienze». Malgrado l’aumento di alunni stranieri la scelta dell’Irc tiene negli anni Secondo l’ultima rilevazione nazionale effettuata sui dati dell’anno scolastico 2013/14, l’88,5% degli studenti ha scelto di frequentare l’Irc con una sostanziale tenuta (solo un calo dello 0.4% rispetto al 2012/13), segno di un apprezzamento per questa materia che dal 1984, con la revisione del Concordato tra Stato e Chiesa, è diventata una materia opzionale. L’Irc viene scelto dal 90,8% nella scuola dell’infanzia (-0,2%), dal 92,3% nelle primarie (-0.6%), dal 90,2% nella scuola media (-0.2%) e dall’82% nelle superiori (-0.1%). Nel nord-Italia si ha l’82,5%,mentre al centro si sale all’87,8% e al sud al 97,8%. Dalla prima rilevazione nel 1993/94 con il 93,5% degli avvalentesi, si è passati all’attuale 88,5% con un calo di soli cinque punti percentuali: evidenzia come l’Irc viene considerato fondamentale per il percorso formativo e non solo dai cattolici, visto che nello stesso periodo gli alunni con cittadinanza straniera sono diventati il 10% della popolazione scolastica. Il messaggio della Cei Una chiave di lettura della realtà in cui viviamo Cari studenti e cari genitori, in occasione dell’iscrizione al prossimo anno scolastico, sarete invitati anche a scegliere se avvalervi o non avvalervi dell’insegnamento della religione cattolica. Anche se ormai questa procedura è divenuta abituale, vogliamo invitarvi a riflettere sull’importanza di questa decisione che consente di mantenere o di escludere una parte significativa del curricolo di studio. Dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che questa scelta non è una dichiarazione di appartenenza religiosa, né pretende di condizionare la coscienza di qualcuno, ma esprime solo la richiesta alla scuola di voler essere istruiti anche sui contenuti della religione cattolica che costituisce una chiave di lettura fondamentale della realtà in cui noi tutti oggi viviamo. Il mondo si sta trasformando sempre più velocemente, i conflitti e le contrapposizioni diventano sempre più drammatici e anche la società italiana è diventata sempre più plurale e multiforme, ma la storia da cui veniamo è un dato immodificabile e le tracce che in essa ha lasciato e continua ad offrire la Chiesa costituiscono un contributo evidente ed efficace per la crescita della società di tutti. Papa Francesco, incontrando tantissimi di noi lo scorso 10 maggio 2014, ci ha ricordato quanto sia importante non solo andare a scuola, ma anche amare la scuola in tutte le sue ricchezze e potenzialità: «Io amo la scuola perché ci educa al vero, al bene e al bello. Vanno insieme tutti e tre. L’educazione non può essere neutra. O è positiva o è negativa; o arricchisce o impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla… La missione della scuola è di sviluppare il senso del vero, il senso del bene e il senso del bello. E questo avviene attraverso un cammino ricco, fatto di tanti “ingredienti”. Ecco perché ci sono tante discipline! Perché lo sviluppo è frutto di diversi elementi che agiscono insieme e stimolano l’intelligenza, la coscienza, l’affettività, il corpo, eccetera. Per esempio, se studio questa Piazza, Piazza San Pietro, apprendo cose di architettura, di storia, di religione, anche di astronomia – l’obelisco richiama il sole, ma pochi sanno che questa piazza è anche una grande meridiana. In questo modo coltiviamo in noi il vero, il bene e il bello; e impariamo che queste tre dimensioni non sono mai separate, ma sempre intrecciate». Proprio a partire da questo stimolo a imparare e coltivare il vero, il bene e il bello, noi Vescovi delle diocesi italiane vi invitiamo a compiere la scelta di avvalervi dell’Irc non solo perché consapevoli dell’importanza e del valore educativo di questa disciplina scolastica, ma anche e soprattutto sulla base di una reale conoscenza dei contenuti specifici di questa materia su cui siete chiamati a pronunciarvi, riferendovi in concreto alle Indicazioni didattiche proprie dell’Irc. Se vorrete avvalervi dell’opportunità offerta dall’insegnamento della religione cattolica, sappiate inoltre che potrete trovare negli insegnanti delle persone professionalmente molto qualificate, ma anche testimoni credibili, capaci di cogliere gli interrogativi più sinceri di ogni persona, accompagnando ciascuno nel suo personale ed autonomo percorso di crescita. Ci auguriamo che possiate continuare ad incontrarvi ancora numerosi nelle classi, così da poter iniziare o continuare tra voi e con i vostri docenti un proficuo dialogo educativo. Una bussola per capire meglio la propria posizione Messaggio di Mons. Moraglia a famiglie e studenti C Chi, come, quando e perché: le istruzioni per l’uso Ecco alcune “istruzioni per l’uso” per avvalersi dell’ora di religione a scuola. Chi La facoltà di avvalersi o no dell'Irc deve essere esercitata dai genitori o da chi esercita la patria potestà e anche dallo studente stesso (solo per la scuola secondaria di secondo grado). Come Si deve utilizzare l'apposita sezione online (www.istruzione.it) nella quale si trova l'allegato scheda B, apponendo la preferenza nello spazio richiesto. Quando All'iscrizione alla prima classe di ogni ciclo scolastico (primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado) entro il 15 febbraio. Essa ha valore per l’intero corso di studi, salvo il diritto di modificarla per l’anno successivo, entro il termine fissato per le iscrizioni. Nella scuola dell'infanzia, non essendoci l'obbligo scolastico, la scelta deve essere operata ogni anno. Perché L'Irc non è catechismo, ma una disciplina scolastica assicurata dallo Stato in base al Concordato del 1984, fondata sul riconoscimento del valore della cultura religiosa e dell'appartenenza dei principi del cattolicesimo al patrimonio storico del popolo italiano, rivolta a tutti gli alunni, inserita nel quadro delle finalità della scuola e proposta alla libera scelta degli studenti e dei genitori. Da chi L’Irc è impartito da docenti (IdR) a ciò formati, in possesso dei arissimi studenti e carissimi genitori, ognuno di Voi conosce bene, per esperienza diretta, quanto il tempo della scuola sia prezioso e determinante; è, infatti, l’ambiente nel quale gli uomini e le donne di domani vengono quotidianamente educati, ovvero introdotti alla totalità del reale. Come è noto, viviamo un’epoca caratterizzata dalla frammentazione, dalle transizioni veloci (e complicate) e dall’assenza manifesta di saldi e condivisi riferimenti etici. Siamo immersi - è ormai consueto affermarlo in questi termini - in una società “liquida” nella quale tutto (o, comunque, moltissimo) sembra finalizzato all’efficientismo, al guadagno, al successo e all’affermazione di sé. E questi, per alcuni, sarebbero i “nuovi” criteri di eticità. Osserva Papa Francesco: “Viviamo in una società dell’informazione che ci satura indiscriminatamente di dati, tutti allo stesso livello, e finisce per portarci ad una tremenda superficialità al momento di impostare le questioni morali. Di conseguenza, si rende necessaria un’educazione che insegni a pensare criticamente e che offra un percorso di maturazione nei valori” (Papa Francesco, Esortazione apostolica Evangelii gaudium, n. 64). Se qui ritroviamo - in felice sintesi - un compito e una responsabilità che appartengono all’intero mondo della scuola, è certamente indubbio che soprattutto l’insegnamento della religione cattolica, nel quadro complessivo dell’itinerario scolastico, può costituire una precisa e sicura “bussola” che accompagna e stimola con intelligenza, fa comprendere meglio la propria “posizione” e la mette a confronto con la realtà, suscita interrogativi e indica una direzione e dei percorsi di risposta utili per la buona crescita del bambino, del ragazzo, del giovane che sceglie, con la propria famiglia, di frequentarla settimanalmente. Quale “chiave di lettura fondamentale della realtà”, l’ora di religione cattolica nella scuola arriva così ad aprire squarci ampi e profondi d’orizzonte che fanno davvero bene alla nostra vita e spingono alla ricerca costante di ciò che è vero, buono e bello, ossia di ciò che può finalmente corrispondere al “mare” di desideri e speranze che è presente nella mente e nel cuore di ogni persona, specialmente dei più giovani. Vi chiedo, allora, di considerare con grande attenzione la scelta importante che state per compiere e Vi invito ad avvalervi, per l’anno scolastico 2015/16, dell’insegnamento della religione cattolica. E questo atto non sia visto come una semplice o formale “iscrizione” bensì - soprattutto da parte di genitori e famiglie come un motivato e significativo esercizio di libertà, responsabilità e vera laicità. Nell’augurare a tutti un tempo di scuola sereno e proficuo, Vi saluto con affetto e Vi benedico nel Signore. ✠ Francesco Moraglia, Patriarca titoli previsti dalla normativa vigente, nominati dal dirigente scolastico su proposta dell’Ordinario diocesano (in base all’Intesa concordataria) al quale compete rilasciare loro l’idoneità che attesta la retta dottrina, la testimonianza di vita e la capacità pedagogico-didattica. In base all'Intesa tra Miur e Cei (Dpr 175/12) dall’anno scolastico 2017/18, gli IdR dovranno essere in possesso della laurea magistrale (quinquennale) in Scienze Religiose.
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