Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione Fauna Selvatica ATC RC 1 Anno 2015 ATC RC 1 Via Caserma Borrace n° 67 - 89122 Reggio Calabria - Tel 0965/814015 e-mail [email protected] ATC RC 1 Via Caserma Borrace n° 67 - 89122 Reggio Calabria - Tel 0965/814015 e-mail [email protected] Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione Fauna Selvatica ATC RC 1 Anno 2015 Responsabile per l’Ambito Territoriale di Caccia RC 1: Sig. Concetto Laganà Autore: Dott. Andrea Gaggioli Albo Dott. Agronomi e Forestali PT n. 159, e-mail: [email protected] Foto di copertina di Andrea Gaggioli Pag 3 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Pag 4 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 INDICE 1 INTRODUZIONE .................................................................................................... 7 2 INQUADRAMENTO DEL TERRITORIO ................................................................... 9 3 SCELTA DELLE SPECIE DA IMMETTERE .............................................................. 15 4 MODELLI DI VOCAZIONALITÀ ............................................................................ 17 5 6 4.1 I G.I.S. O SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI ..............................................................18 4.2 CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE DEL TERRITORIO ..........................................................21 4.3 UTILIZZO DEL GIS PER I MODELLI DI VOCAZIONALITÀ FAUNISTICO ........................................31 4.4 MODELLI DI VOCAZIONALITÀ DELLE SPECIE FAUNISTICHE ....................................................34 4.4.1 Modello di vocazionalità per la lepre ...............................................................35 4.4.2 Modello di vocazionalità per il fagiano ............................................................41 PIANO DI IMMISSIONE ...................................................................................... 49 5.1 PIANO DI IMMISSIONE LEPRE ......................................................................................50 5.2 PIANO DI IMMISSIONE FAGIANO ...................................................................................51 BIBLIOGRAFIA ................................................................................................... 55 ALLEGATO 1 – LOCALIZZAZIONE DELLE ZONE DI IMMISSIONE ............................. 57 Pag 5 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Pag 6 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 1 INTRODUZIONE Gli Ambiti Territoriali di Caccia, istituiti in seguito alla Legge n.157/92, hanno la funzione di gestire il patrimonio faunistico di propria competenza, perseguendo come obbiettivo principale la riqualificazione ambientale ed il potenziamento delle zoocenosi. Dall’analisi della situazione del comprensorio dell’ATC RC1, emerge la necessità di intervenire sulle specie di interesse venatorio, in particolare la piccola fauna stanziale, che mostrano una evidente contrazione delle popolazioni. Il ripopolamento è una pratica gestionale che dovrebbe consentire di raggiungere densità adeguate, rispetto al territorio, delle specie interessate. Parallelamente agli interventi di immissione dovrebbero essere attuati una serie di azioni volte ad eliminare le cause che hanno portato al decadimento della popolazione ed a garantirne la riproduzione naturale. La riuscita di un intervento di ripopolamento dipende da una moltitudine di fattori che devono essere attentamente valutati. Per questa ragione l’ATC RC1 ha intrapreso un percorso che porterà nel medio periodo all’attivazione di una serie di azioni complementari, volte ad individuare le modalità gestionali migliori per favorire la ripresa delle popolazioni interessate. Tali azioni sono schematicamente riportate di seguito: valutazione dei siti di rilascio; sperimentazione di diverse metodologie di immissione (selezione dei capi da immettere, tempi e modalità di rilascio, avvio di microallevamenti, ecc); monitoraggio specie immesse e specie opportuniste; creazione e gestione di comprensori omogenei (distretti); formazione e responsabilizzazione dei soggetti interessati; realizzazione strutture di ambientamento; istituzione di zone di salvaguardia (ZRV/ZRC); valutazione dei risultati. In questa prima fase si è proceduto, sulla base del lavoro svolto per l’ATC dalla società D.R.E.Am. Italia (Orlandi L., Nicoloso S., 2011), alla valutazione ed alla verifica della vocazionalità del territorio per le diverse specie. Si è dunque proceduto alla stesura del Piano di immissione relativo al primo periodo dell’anno 2015, a cui seguirà un successivo Piano di immissione relativo al periodo primaverile estivo. Pag 7 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Pag 8 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 2 INQUADRAMENTO DEL TERRITORIO La Provincia di Reggio Calabria con un estensione di circa 318.000 ettari è suddivisa in 2 Ambiti Territoriali di Caccia (ATC): ATC RC1 e ATC RC2. Gli ATC sono stati istituiti in seguito alla Legge n.157/92 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, legge quadro che demanda alle Regioni la promulgazione delle leggi di sviluppo che per la Calabria è la L.R. n.9/96. L’ATC RC1, oggetto del presente studio, ha un’estensione di circa 195.500 ettari ed è delimitato a sud-est dal Mar Ionio, a sud-ovest dallo Stretto di Messina ed a ovest dal Mar Tirreno, ed include una porzione del Parco Nazionale dell’Aspromonte (Tavola 2.1). Tavola 2.1. Localizzazione geografica dell’ATC RC 1. Pag 9 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Il territorio dell’ATC è costituito da 58 comuni e comprende il comune del capoluogo Reggio Calabria. L'incredibile varietà di paesaggio e di tipologia di ambiente caratterizzano l'intero territorio come conseguenza della sua complessità geomorfologica e climatica. Il carattere geomorfologico dominante è la struttura ad altopiani, denominati “terrazzi” rappresentati principalmente dal complesso delle Serre, situato nella parte nord, e dell’Aspromonte, situato nell’estremo sud. La caratteristica più evidente di tali rilievi montuosi è che presentano forme arrotondate ed abbastanza livellate nella parte sommitale e fianchi ripidi e relativamente scoscesi (AA.VV., 2009). I rilievi montuosi degradano generalmente con quote elevate fino in prossimità del mare, a volte in assenza di pianure (specialmente lungo la costa tirrenica). Le pianure costiere risultano quindi poco estese e si sviluppano in corrispondenza della parte terminale dei principali corsi d’acqua. La “piana” di Gioia Tauro costituisce, per estensione (circa 515 km2) ed importanza, la prima superficie di pianura costiera. La ridotta estensione delle aree pianeggianti e la conformazione del territorio lungo e stretto occupato da rilievi che degradano nel mare, ha impedito la formazione di sistemi fluviali evoluti. I numerosissimi corsi d’acqua sono quindi per lo più torrenti. Essi hanno un breve corso ed un bacino poco esteso e la loro pendenza, elevatissima nei tratti montani, si riduce bruscamente a breve distanza dal mare assumendo la forma altamente suggestiva definita fiumara, con letti ampi ed occupati da residui detritici provenienti dall’attività di disfacimento operata dalle piogge e dai deflussi nella parte montana dei bacini. Il clima è piuttosto eterogeneo in relazione alla vastità del territorio. La piovosità e freschezza del versante occidentale, a causa delle masse d'aria umida che provengono dal Mediterraneo e che si rovesciano una volta entrati in contatto con l'aria fredda dei rilievi, spariscono completamente sui caldi e siccitosi versanti meridionale ed orientale. L'area culminale ha invece un clima rigido, ricco di precipitazioni anche a carattere nevoso. Dal punto di vista vegetazionale il territorio dell’ATC è caratterizzato da un basso coefficiente di boscosità (pari al 36% della superficie totale); il restante territorio è caratterizzato dalla presenza di frutteti ed oliveti (pari al 26%), seguiti dalle aree con colture (pari al 22%), da aree aperte (pari al 12%) ed infine dalle aree urbane (pari al 4%) (Tavola 2.2). Pag 10 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Tavola 2.2 Principali tipologie vegetazionali dell’ATC RC1 (da Corinne) . Dal punto di vista dei singoli comuni del territorio dell’ATC si può osservare nella Tavola 2.3 il diverso coefficiente di boscosità. Tutti i comuni posti a nord-ovest sono caratterizzati dall’assenza di copertura boschiva. I comuni che possiedono più superficie boscata Delianuova, Roghudi, Laganadi, Santo Stefano in Aspromonte e Giffone. Pag 11 di 57 sono 5: Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Tavola 2.3. Coefficiente di boscosità dell’ATC RC1 suddivisa per comuni. Considerando le escursioni altimetriche, le differenze morfolologiche e climatiche del territorio, l’ATC presenta habitat differenziati nei quali si localizzano specifiche flore, che contribuiscono ad aumentare la biodiversità. La fascia montana, caratterizzata da un clima temperato si estende al di sopra dei 1.000 m s.l.m. ed è dominata da boschi puri di faggio (Fagus sylvatica) o misti con abete bianco (Abies alba ssp. apennina) e da formazioni di pino laricio (Pinus nigra ssp. calabrica). L’abete bianco è presente nella fascia altitudinale compresa tra i 1300 ed i 1700 m s.l.m., e si presenta raramente in formazioni pure, più spesso associato a faggio. La fascia collinare e submontana è dominata da formazioni di latifoglie decidue eliofile. Sul versante tirrenico si ritrovano leccete, sugherete, querceti caducifoglia, quercia congesta (Quercus Pag 12 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 congesta) e nella fascia submontana sono frequenti i castagneti; nei valloni più ombreggiati e freschi si localizzano invece boschi misti di acero napoletano (Acer neapolitanum), carpino nero (Ostrya carpinifolia) e leccio (Quercus ilex). Pag 13 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Pag 14 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 3 SCELTA DELLE SPECIE DA IMMETTERE In considerazione delle specie ammissibili ad azioni di ripopolamento previste dal Piano Faunistico Venatorio Provinciale e valutando l’attuale quadro gestionale, si è deciso di procedere all’immissione di Lepre (Lepus europaeus) e Fagiano (Phasianus colchicus). Viste le notevoli problematiche relative alla immissione della Starna (Perdix perdix) e della Coturnice (Alectoris graeca) , già rilevate in diversi contesti gestionali, si è deciso per il momento di non intraprendere alcuna azione. Di seguito una breve descrizione delle specie individuate per le azioni di ripopolamento. Lepre comune – Lepus europaeus (P.) L’habitat originario della lepre comune è la steppa, ma in seguito alla progressiva messa a coltura di vasti territori ha trovato una condizione ideale nelle zone coltivate per la presenza di disponibilità alimentari in ogni periodo dell’anno. Preferisce quindi gli habitat caratterizzati da buona diversità ambientale con colture in rotazione, boschetti, terreno ben drenato e fertile. E’ proprio in questi ambienti che si stimano le maggiori densità della specie. In conseguenza della sua ampia valenza ecologica la lepre frequenta comunque una grande varietà di ambienti: brughiere, zone dunose, terreni golenali, boschi (principalmente di latifoglie e ricchi di sottobosco); evita le fitte boscaglie e le foreste troppo estese, i terreni freddi ed umidi dove al mattino la rugiada si mantiene a lungo. Il ripopolamento di lepri è stata una pratica molto utilizzata nella provincia di Reggio Calabria, come del resto in molte altre realtà italiane; dai pochi dati disponibili si rileva che non ha avuto un grande risultato nella ricostituzione delle popolazioni naturali. La densità primaverile della lepre, in un ambiente correttamente gestito, dovrebbe tendere a rispettare i seguenti valori: ‐ aree idonee a bassa vocazionalità: 5‐10 capi/100ha ‐ aree idonee a media vocazionalità: 11‐25 capi/100 ha ‐ aree idonee ad alta vocazionalità: 26‐40 capi/100 ha Fagiano comune – Phasianus colchicus (L.) Il fagiano è una specie dotata di una notevole plasticità ecologica in virtù della quale è in grado di adattarsi a svariate condizioni di habitat. Diversi comprensori del territorio italiano, dal livello del mare sino ad altitudini intorno a 1500 m. si prestano ad ospitare popolazioni di questo Galliforme. La specie trova condizioni ottimali nelle zone pianeggianti e collinari, coltivate anche Pag 15 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 intensivamente purchè dotate di una variabilità ambientale tale da assicurare il soddisfacimento delle principali esigenze biologiche (siti di riproduzione, nutrimento e nidificazione, disponibilità di acqua). Anche i rilievi pedecollinari dove le colture cerealicole si alternano a foraggere, boschi cedui di limitate estensioni con presenza di incolti e calanchi possono ospitare popolazioni di buona consistenza. Biadi e Mayot (1990) affermano che per garantire il soddisfacimento delle esigenze trofiche il fagiano necessita delle presenza di almeno il 15‐ 20% di superficie investita a colture agrarie. Onde spezzare l’uniformità che spesso contraddistingue il moderno paesaggio rurale (estese monocolture) ed agevolare la creazione di siti di ricovero e di nidificazione può altresì rivelarsi utile la conservazione o il ripristino di terreni incolti nella misura di almeno il 10‐ 20% della superficie totale. Soprattutto negli ambienti mediterranei, caratterizzati da estati calde e secche, risulta indispensabile un’adeguata dotazione di risorse idriche. Il fagiano è una specie parautoctona per l’Italia, la cui presenza attuale in provincia di Reggio Calabria è dovuta a soggetti provenienti da allevamenti, immessi per fini venatori. L’interesse conservazionistico della specie è dunque basso e giustificato quasi esclusivamente dall’interesse del settore venatorio. La densità primaverile del fagiano, in un ambiente correttamente gestito, dovrebbe tendere a rispettare i seguenti valori: ‐ aree idonee a bassa vocazionalità: 5‐25 capi/100ha ‐ aree idonee a media vocazionalità: 25‐60 capi/100 ha ‐ aree idonee ad alta vocazionalità: 60‐100 capi/100 ha Pag 16 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 4 MODELLI DI VOCAZIONALITÀ La conoscenza delle componenti biotiche e abiotiche costituisce la base per lo studio di un determinato territorio nel suo assetto complessivo, nelle sue trasformazioni dinamiche e nel suo utilizzo (Lazzarin G. in De Franceschi et al., 1993). Ne deriva che gli studi di vocazionalità faunistica sono altamente auspicabili nell’ambito della pianificazione di un territorio in quanto, attraverso l’analisi di tutte le componenti ambientali, offrono uno strumento gestionale capace di integrare le esigenze biologiche delle popolazioni animali con quelle dettate dalle attività antropiche. A partire dagli anni ’70, l’utilizzo dei computer per l’analisi spaziale e la cartografia digitale hanno trovato applicazioni in diverse discipline, dalla topografia alla cartografia tematica e catastale, dalle scienze naturali agli utilizzi nel campo militare. L’insieme di informazioni ottenute ha portato allo sviluppo dei Sistemi Informativi Territoriali (in inglese G.I.S. - “Geographic Information Systems”), che possono essere definiti come una raccolta di strumenti Hardware e Software integrati che permettono l’applicazione di metodologie e procedure finalizzate all’archiviazione ed elaborazione di dati georeferenziati (Aronoff, 1989). Le informazioni gestite da un G.I.S. sono caratterizzate dall’avere provenienze e formati diversi: tuttavia sono facilmente integrate e rappresentate dal sistema informativo mediante l’utilizzo di mappe digitali, costituite da punti, linee e aree posizionate con riferimento ad un comune sistema di coordinate. La mappa diventa quindi una rappresentazione della realtà, aggiornabile e correggibile, e non solo un mezzo per archiviare e codificare i dati. Di seguito, al fine di garantire una più facile comprensione dei contenuti, si riporta una sintetica descrizione dell’approccio metodologico utilizzato per l’elaborazione del modello di vocazionalità. Dal punto di vista metodologico, i Modelli di Vocazionalità Faunistica (“HSI – Habitat Suitability Indexes”) sono utilizzati per mettere in relazione la nicchia ecologica di una determinata specie con le caratteristiche ambientali di un’area. Essi forniscono la procedura per classificare un territorio in base alle variabili ambientali che lo caratterizzano, e che lo rendono adatto all’insediamento e allo sviluppo di una specie. Le conoscenze sulle esigenze ambientali di una specie vengono così tradotte in misure quantitative standardizzate di qualità (vocazionalità faunistica) del territorio. La scelta delle variabili ambientali deve tener conto degli obbiettivi prefissati e del tipo di vocazionalità che vogliamo ottenere; possiamo infatti distinguere una vocazionalità biologica da una vocazionalità agro-forestale, cioè la capacità di un ambiente di ospitare una o più specie mantenendo, entro livelli accettabili, l’impatto della fauna sulle attività antropiche. Spesso però la vocazionalità biologica del territorio non coincide con quella agro-forestale, nella quale si tiene in dovuta considerazione la realtà socio-economica del territorio che potrebbe non godere affatto di una rinnovata presenza di fauna. Pag 17 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 E’ facilmente comprensibile che gli studi di vocazionalità faunistica sono auspicabili nell’ambito della pianificazione faunistico-venatoria del territorio in quanto offrono uno strumento gestionale capace di integrare le esigenze biologiche delle popolazioni animali con quelle dettate dalle attività antropiche. L’utilizzo di un Sistema Informativo Territoriale è una scelta strategica in quanto consente di integrare tutte le informazioni disponibili, e di essere sistema “aperto” aggiornabile e compatibile con le banche dati provinciali e nazionali. 4.1 I G.I.S. o Sistemi Informativi Territoriali realtà vettoriale Un G.I.S. è composto da (Figura 3.1): base cartografica di tipo “raster”; mappe vettoriali; banche dati alfa-numeriche. e raster Figura 4.1. Rappresentazione dello spazio mediante un G.I.S. Base cartografica “raster” Le basi cartografiche “raster” hanno costituito il primo passo nella rappresentazione delle immagini, dove ogni punto dello spazio è rappresentato da un’unità elementare definita “pixel”; le dimensioni dei pixel determinano chiaramente il livello di dettaglio con cui viene rappresentata la realtà. Lo spazio interessato dallo studio viene quindi suddiviso in celle (pixel) di dimensioni uniformi, caratterizzate da un numero che individua la posizione dell’oggetto nella griglia (rigacolonna). L’immagine raster più semplice è quella che ci permette, attraverso la diversa colorazione dei pixel, di rappresentare una cartografia acquisita mediante uno scanner. Se ai pixel viene associata solo l’informazione bianco o nero, abbiamo una rappresentazione semplificata della realtà, mentre se si ricorre al colore è possibile realizzare rappresentazioni cartografiche molto simili al supporto cartaceo. Uno dei vantaggi di una cartografia di tipo raster è quello di poter variare la scala di visualizzazione indipendentemente dalla scala da cui è stato originato il raster; chiaramente il livello di dettaglio rimane quello dell’origine, anche se via software è comunque possibile ridefinire le dimensioni delle singole celle. In realtà un’immagine raster può essere utilizzata non solo per la rappresentazione a video di un supporto cartaceo, ma, attraverso Pag 18 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 l’attribuzione di un valore alle singole celle, è inoltre possibile ottenere delle rappresentazioni virtuali di un certo parametro associato al territorio. Ad esempio è possibile, a partire da una base di dati, ottenere una base raster in cui ogni pixel rappresenta il livello di inquinamento di un certo territorio, o la temperatura dell’acqua in una laguna o quant’altro si desideri rappresentare. Oltre alla semplice visualizzazione, attraverso i G.I.S. è possibile “georeferenziare” le cartografie, cioè attribuire ad ogni singolo pixel che costituisce il raster le coordinate geografiche che quel punto ha nella realtà. Chiaramente in questo modo è possibile conoscere indirettamente quanta porzione del territorio ha una certa caratteristica, calcolare distanze, ecc…. A partire dai punti quotati di un determinato territorio, è possibile ottenere un raster fondamentale per la rappresentazione della realtà: il modello digitale del terreno (DEM, Digital Elevation Model), in cui ad ogni pixel viene associata l’informazione quota. Attraverso le funzioni di calcolo e gli algoritmi di interpolazione, è possibile ottenere delle discrete rappresentazioni delle quote a partire da un campione di punti quotati non completo; naturalmente maggiore sarà la densità dei punti quotati e migliore sarà la rappresentazione della realtà. Da questa breve descrizione, risulta evidente che è possibile realizzare un elevato numero di raster per la rappresentazione di una determinata realtà territoriale, ed ognuno di essi ha associata ad ogni pixel una diversa variabile. A titolo di esempio si fornisce un breve elenco, certamente non esaustivo, dei raster che si possono creare per la rappresentazione territoriale di un’area: raster delle quote; raster delle pendenze; raster delle esposizioni; raster dei livelli di inquinamento; raster delle temperature medie; raster del livello di disturbo antropico; ecc… Se, come sopra specificato, ad ogni cella viene associata una sola informazione riferita alla variabile che si intende analizzare con quel determinato “strato”, l’insieme delle informazioni su un’area, ad esempio quote, pendenze, esposizioni, categorie di uso del suolo, vengono associate singolarmente ad uno “strato” chiamato layer. Le potenzialità maggiori offerte dai G.I.S., è che ciascuno “strato” può essere sovrapposto ad un altro ed è possibile applicare algoritmi di calcolo tra i vari livelli. Proprio su questa capacità si basa l’analisi delle variabili ambientali finalizzate allo studio delle vocazionalità realizzato nel presente lavoro. Pag 19 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Mappe vettoriali In questo caso, a differenza di quanto avviene con i raster, la realtà viene rappresentata attraverso punti, linee e poligoni che rappresentano la posizione o il perimetro degli “oggetti” (localizzazione di edifici, strade, aree ad uso diverso, ecc…) come se fossero disegnati su fogli di plastica trasparente (layer). Le coordinate degli oggetti sono riferite ad un sistema di riferimento in modo da posizionare l’oggetto nello spazio (georeferenziazione). Una delle differenze sostanziali di un oggetto vettoriale rispetto al singolo pixel che costituisce un raster, è che nel primo caso all’oggetto possono essere attribuite più informazioni, mentre nel secondo caso l’attributo è unico. In questo modo alla banca dati cartografica vettoriale, può essere associata una banca dati numerica con informazioni complesse per ogni oggetto. Se ad esempio si rappresenta la vegetazione di un’area con una mappa vettoriale, ad ogni porzione di territorio può essere associata non solo la tipologia, ma anche il livello di evoluzione, il tipo di sottobosco e quant’altro ritenuto utile per le elaborazioni. Questa possibilità permette la tematizzazione degli oggetti stessi secondo uno o più parametri o l’esecuzione di algoritmi di calcolo complessi. Le carte di tipo raster, spesso derivano da una carta di tipo vettoriale, ma in questo caso possono portare una sola delle informazioni contenute nel data base vettoriale. I G.I.S. utilizzati per la realizzazione del presente lavoro sono MapInfo 8.5 (MapInfo Corporation), ArcView 3.2 ed ArcGis 9.0 (ESRI); associati ad essi sono stati utilizzati alcuni applicativi specifici per l’elaborazione dei raster (Spatial Analist per ArcView e Vertical Mapper per Mapinfo), oltre a software specifici per l’elaborazione di dati riferiti all’uso dello spazio da parte della fauna (Animal Movement 2.04 beta). Per l’integrazione dei dati raccolti sul campo mediante il GPS, è stato utilizzato il software Oziexplorer. Questo approccio ha permesso di utilizzare di volta in volta le funzioni più ottimali che i software mettevano a disposizione in funzione delle elaborazioni che era necessario adottare dal punto di vista cartografico. Tutti i software citati sono, in termini di interscambiabilità delle tavole, compatibili tra di loro e con i più diffusi G.I.S. in commercio, oltre a garantire la possibilità di importare i dati contenuti nelle banche dati realizzate con i software più comuni (Excel, Access, Lotus 123…) o nel formato ascii. Per l’esportazione delle banche dati create, MapInfo utilizza il formato Data Base File (dbf) che può essere letto da tutti i database o fogli elettronici a più ampia diffusione commerciale. Per quanto riguarda la parte cartografica, è possibile importare/esportare attraverso il formato .dxf, il .dwg (formato nativo di AutoCad), l’e00 e naturalmente in .mif (MapInfo file) oltre che i formati nativi di ArcView (shape file). L’applicativo specifico Vertical Mapper 3.0 (NorthWood Geoscience), il più sfruttato per la costruzione del modello, offre la possibilità di creare cartografie in formato raster a partire dai layer vettoriali di MapInfo e, viceversa, per vettorializzare carte di tipo raster. La capacità dell’applicativo di gestire algoritmi di calcolo tra carte di tipo raster ottenute Pag 20 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 dalle carte vettoriali di MapInfo, aumenta notevolmente le funzionalità del programma di base permettendo elaborazioni complesse come sovrapposizioni ed estrazioni fra layers diversi. Banche dati I dati relativi alle carte precedentemente descritte vengono archiviati ed elaborati in banche dati che offrono la possibilità di mettere in relazione le informazioni numeriche con gli oggetti cartografici. Un sistema G.I.S. consente, non solo di creare dei data base al suo interno, ma anche di importare informazioni preventivamente acquisite in altri formati. Vantaggi derivanti dall’uso di un G.I.S. (Sistema Informativo Territoriale) Un Sistema Informativo Territoriale è concepito, dunque, come una struttura complessa che permette di: creare basi cartografiche georeferenziate facilmente gestibili; modificare le carte al variare della situazione sul territorio; produrre carte tematiche di qualsiasi tipo; sovrapporre carte tematiche diverse per interpolarne i dati ed ottenere combinazioni di risultati. 4.2 Caratterizzazione ambientale del territorio Componente essenziale del presente lavoro è quella di analizzare i fattori ambientali del territorio dell’ATC RC1 attraverso la creazione di una base cartografica di riferimento su sistema G.I.S., necessaria per la definizione delle vocazionalità faunistiche, infatti la capacità di un territorio di ospitare una o più specie di animali selvatici, come la possibilità di applicare un monitoraggio di popolazione o un modello gestionale, dipendono dalle componenti ambientali che lo caratterizzano. In un territorio esteso come quello dell’ATC esistono aree più vocate rispetto ad altre e che possono assumere un’importanza rilevante ai fini gestionali; basti pensare all'importanza della scelta di un area campione di censimento in una stima di consistenza di popolazione, o ancora dell'adozione di approcci gestionali diversi in funzione delle problematiche che in alcune aree è potenzialmente in grado di creare una certa specie. La caratterizzazione ambientale del territorio è pertanto finalizzata in primis alla conoscenza delle sue potenzialità ad ospitare una determinata specie (vocazionalità biologica), ed allo stesso tempo è indispensabile per la pianificazione di qualsiasi rilievo di campagna realizzato a scopi conoscitivi su una popolazione e per la definizione di criteri gestionali. L’obbiettivo quindi è quello di creare delle prime carte di riferimento per lo studio di vocazionalità, che tengano conto non solo dei parametri biologici, ma in particolare anche delle relazioni esistenti tra la fauna e le attività antropiche. Sono state costruite una serie di carte tematiche vettoriali di seguito elencate e descritte: Pag 21 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 carta di uso del suolo; carta delle quote; carte delle esposizioni; carta delle pendenze; carta dei centri abitati; carta delle aree urbanizzate; carta delle aree agricole; carta dei bacini idrici. Carta dell’uso del suolo La carta dell’uso del suolo utilizzata è stata fornita dall’ATC RC 1 ed è aggiornata all’anno 2000. Le diverse tipologie ambientali riportate sono codificate secondo le categorie del Sistema Corine, aumentando il livello di dettaglio in funzione delle categorie specifiche trovate sul territorio (Tabella 3.1 e Tavola 3.1). Nello studio della vocazionalità l’uso del suolo ha un valore determinante in quanto influenza la capacità di un ambiente ad ospitare una specie animale. Ne consegue che maggiore è il dettaglio con cui sono rappresentati i diversi ambienti di un territorio, e più realistica sarà la carta di vocazionalità. Codice Descrizione 124 Aeroporti 324 Aree a vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione 333 Aree con vegetazione rada 131 Aree estrattive 121 Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e privati 123 Aree portuali 243 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti 3114 Boschi a prevalenza di castagno 3115 Boschi a prevalenza di faggio 3111 Boschi a prevalenza di leccio e/o sughera 3121 Boschi a prevalenza di pini mediterranei (pino domestico, pino marittimo) e cipressete 3122 Boschi a prevalenza di pini montani e oromediterranei (pino nero e laricio, pino silvestre) 3112 Boschi a prevalenza di querce caducifoglie (cerro e/o roverella e/o farnetto e/o rovere e/o farnia) 31314 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di castagno 31315 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di faggio 31311 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di leccio e/o sughera 31321 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di pini mediterranei 31322 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di pini montani e oromediterranei 31312 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di querce caducifoglie 322 Brughiere e cespuglieti 133 Cantieri 2112 Colture estensive 2111 Colture intensive 241 Colture temporanee associate a colture permanenti Pag 22 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Codice 222 Descrizione Frutteti e frutti minori 3131 Macchia alta 3132 Macchia bassa e garighe 523 Mari e oceani 223 Oliveti 3211 Praterie continue 3212 Praterie discontinue 231 Prati stabili (foraggere permanenti) 122 Reti stradali, ferroviarie e infrastrutture tecniche 332 Rocce nude, falesie, rupi, affioramenti 242 Sistemi colturali e particellari complessi 331 Spiagge, dune e sabbie 111 Zone residenziali a tessuto continuo 112 Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado Tabella 4.1. Elenco dettagliato delle tipologie di uso del suolo dell’ATC RC1. Tavola 4.1. Carta dell'uso del suolo semplificata. Le categorie riportate sono derivate dall’unione delle singole tipologie di uso del suolo presenti nella cartografia originale. Pag 23 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Carta delle quote Dal DTM della Regione è stata ricavata una carta delle quote (Tavola 3.2) ripartita in fasce altimetriche di 100 m (Tabella 3.1); il territorio dell’ATC RC1 è situato per oltre la metà (58,0%) alle quote inferiori a 500 metri s.l.m, per un 28,1% tra 500 e 1.000 metri s.l.m, per il 11,7% tra 1.000 e 1.500 metri s.l.m e per il 2,2% sopra i 1.500 metri s.l.m. Intervallo quota (m s.l.m) Superficie (%) 0-100 100-200 200-300 300-400 400-500 500-600 600-700 700-800 800-900 900-1.000 1.000-1.100 1.100-1.200 1.200-1.300 1.300-1.400 1.400-1.500 1.500-1.600 1.600-1.700 1.700-1.800 1.800-1.900 Totale 17,7 13,9 10,4 8,7 7,3 7,4 6,1 5,2 4,6 4,8 4,0 3,0 2,0 1,6 1,1 1,0 0,7 0,4 0,1 100,0 Tabella 4.2. Suddivisione della superficie provinciale in fasce di quota di 100 metri. Pag 24 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Tavola 4.2. Carta delle quote per fasce altimetriche di 100 metri. Carta delle esposizioni A partire dal DTM è stata ricavata anche la carta delle esposizioni dell’ATC RC1 (Tavola 3.3). Come mostrato dalla Tabella 3.3 la superficie dell’ATC esposta a sud è pari al 50,4% (19,9 e 30,5 % rispettivamente a sud-est e sud-ovest), mentre il restante 49,6% ha esposizione nel versante settentrionale (15,5 e 34,1% rispettivamente a nord-est e nord-ovest). Esposizione 0 – 90° 90 – 180° 180 – 270° 270 – 360° Nord-Est Sud-Est Sud-Ovest Nord-Ovest Totale Superficie (%) 15,5 19,9 30,5 34,1 100,0 Tabella 4.3. Suddivisione della superficie dell’ATC in classi di esposizione. Pag 25 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Tavola 4.3. Carta delle esposizioni. Carta delle pendenze La carta delle pendenze (Tavola 3.4), ricavata dal Modello Digitale del Terreno, evidenzia che la superficie dell’ATC RC1 (Tabella 3.4) presenta principalmente pendenze inferiori a 30° (98,9%); la maggior parte del territorio (78,2%) appartiene alla classe inferiore di pendenza (015°), il 20,7% presenta pendenze comprese tra 15° e 30° ed il restante 1,1% si colloca alle pendenze superiori. Superficie (%) 0-15° 78,2 15-30° 20,7 30-45° 1,1 > 45° 0,0 Totale 100,0 Tabella 4.4. Suddivisione della superficie dell’ATC in classi di pendenza. Pendenza Pag 26 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Tavola 4.4. Carta delle pendenze. Carta dei bacini idrici Per la creazione del modello di vocazionalità per il cinghiale un ulteriore parametro ambientale, importante per la biologia della specie, è la presenza e la distanza dai corsi d’acqua. A partire dalla carta della rete idrica dell’ATC è stato creato un buffer distante 300 metri dai corsi d’acqua (Tavola 3.5). I bacini risultanti costituiscono il 50,7% del territorio dell’ATC (Tabella 3.5). Tipologia Altro Bacini idrici Totale Superficie (%) 49,3 50,7 100,0 Tabella 4.5. Suddivisione della superficie dell’ATC in bacini idrici e non. Pag 27 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Tavola 4.5. Carta dei bacini idrici. Carta delle aree agricole A partire dalla tavola di uso del suolo è stata creata la tavola delle aree agricole dell’ATC RC1 raggruppando le seguenti tipologie Corine: colture agrarie; colture intensive ed estensive; colture temporanee e permanenti; sistemi colturali complessi; frutteti; oliveti; macchia alta, bassa e garighe; praterie continue e discontinue; Pag 28 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 prati stabili. Si è ottenuto una carta dove il territorio della provincia dell’ATC RC1 è suddiviso in due distinte categorie (Tavola 3.6 e Tabella 3.6): aree interessate da intenso “sfruttamento” agricolo; resto del territorio. In particolare il territorio dell’ATC risulta costituito da aree agricole per oltre la metà (58,2%): Tipologia Altro Aree agricole Totale Superficie (%) 41,8 58,2 100,0 Tabella 4.6. Suddivisione della superficie dell’ATC in aree agricole e non. Tavola 4.6. Carta delle aree agricole. Pag 29 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Carta delle aree urbane Per valutare l’incidenza del disturbo antropico sulle specie faunistiche in esame sono stati utilizzati i parametri urbani disponibili, quali la rete viaria ed i centri urbani dell’ATC, per creare la carta delle aree urbane. Intorno ad essi sono state delineate delle aree chiamate “buffer” (aree di disturbo antropico) che comprendono fasce distanti 50 metri dalla rete viaria e 100 metri dai centri urbani (Tavola 3.7). Lo scopo di questa carta è quella di escludere dalla carta della vocazionalità tutte quelle aree che, in virtù dell’antropizzazione, rendono impossibile la presenza di specie selvatiche. Le aree urbane costituiscono il 24,3% del territorio dell’ATC (Tabella 3.7). Superficie (%) Altro 24,3 Aree urbane 75,7 Totale 100,0 Tabella 4.7. Suddivisione della superficie dell’ATC in aree a disturbo antropico e non. Tipologia Tavola 4.7. Carte dei centri urbani (buffer di 100 m) e delle aree urbane (buffer di 50 metri). Pag 30 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 4.3 Utilizzo del GIS per i modelli di vocazionalità faunistico La vocazionalità biologica indica la propensione faunistica del territorio ad ospitare una determinata specie in funzione del rapporto diretto tra essa e le variabili ambientali e solo indirettamente con le attività antropiche. Per ottenere la carta di vocazionalità agro-forestale sono stati tenuti in considerazione i parametri relativi alla presenza antropica. Tali fattori di disturbo possono assumere nella formulazione dei modelli di vocazionalità ruoli diversi in funzione del loro effetto sull’ecologia delle diverse specie. Per esempio le aree agricole possono essere utilizzate come fattore riduttivo della vocazionalità nel caso degli ungulati, in quanto specie non gradite dagli agricoltori, mentre nel caso di lepre, starna e fagiano la presenza di tale ambiente favorisce lo sviluppo delle specie. Nel presente lavoro, come in lavori analoghi (Orlandi et al., 2002, Orlandi e Nicoloso, 2004, Orlandi e Nicoloso, 2005), è stato costruito un modello deterministico (Zimmermann e Guisan, 2000) dove ad ogni variabile considerata è stato assegnato un diverso punteggio, in base ad informazioni generali, bibliografiche o specifiche della specie in oggetto. L’unità territoriale di riferimento si basa su una rete di punti posti ai vertici di una griglia di 100 metri di lato costruita sul territorio provinciale, pertanto tutte le variabili ambientali considerate sono state campionate ogni 100 metri lineari sul terreno. Questa operazione ha portato alla creazione entro i confini dell’ATC di una griglia composta da 197.310 punti vettoriali, i quali sono stati sovrapposti di volta in volta ai layer contenenti le informazioni sullo specifico parametro considerato ed il relativo valore di vocazionalità. Si ritiene che un campionamento delle variabili ogni 100 metri possa determinare un livello di accuratezza adeguato per le specie in esame. Solo a titolo di esempio nella figura sottostante si può osservare una porzione di territorio attraverso una ortofoto, con sovrapposta la rete di punti, dove si nota che la precisione di campionamento è tale per cui la perdita di informazioni nei riguardi di ogni singola tipologia può essere considerata minima. La rete dei punti è stata duplicata e sovrapposta ad ognuna delle carte vettoriali già descritte e di altre realizzate per gli scopi specifici del presente lavoro. L’integrazione dei vari livelli entro categoria è stata realizzata mediante trasformazione dei layer vettoriali in raster con pixel di 100 metri; successivamente i valori sono stati analizzati per strato al fine di ottenere un unico livello Rete di punti vettoriali ai vertici di un reticolo di 100 metri sulla ortofoto per ognuna delle categorie principali considerate. Pag 31 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 L’operazione matematica compiuta attraverso il G.I.S. può essere, a titolo di esempio, schematizzata nel seguente modo: Punteggio quote Punteggio pendenze Punteggio esposizioni Punteggio uso suolo Valore finale L’applicazione degli algoritmi di calcolo all’interno di ogni categoria di parametri ha permesso di ottenere una serie di raster con maglia di 100 metri dove ad ogni pixel è associato un certo valore di vocazionalità a seconda dei parametri considerati. Queste cartografie, se da un lato offrono un’idea molto precisa dell’integrazione di diversi parametri su piccola scala (il pixel di 100 metri di lato), dall’altro hanno i seguenti limiti: si creano dei bruschi passaggi di vocazionalità tra un ambiente e quello limitrofo caratterizzati da valori molto diversi; ogni singola unità territoriale riporta un valore che non tiene in considerazione il valore delle celle circostanti. In particolare il secondo punto rappresenterebbe un limite nello studio di vocazionalità, in quanto la capacità di un certo ambiente di ospitare una specie animale dipende certamente dalla presenza di un certo fattore nel punto preciso in cui si trova, ma in modo forse maggiore, anche dalle caratteristiche dell’ambiente circostante. Per ovviare a questo inconveniente sono stati trasferiti i valori di vocazionalità sulla grigia vettoriale di punti descritta, e successivamente è stato creato un altro raster in cui il valore assegnato ad ogni pixel (sempre di 100 metri di lato), non ha tenuto conto solo del valore di vocazionalità corrispondente, ma è il risultato di una media eseguita in un’intorno di punti secondo un peso inversamente proporzionale alla distanza; l’intorno considerato ha avuto un’ampiezza di 500 metri di raggio che ha racchiuso oltre 300 punti. Pag 32 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Tavola 4.8. Differenze, per la medesima area e parametro, tra un approccio di valutazione punto-punto (primo piano) e considerando l’intorno di punti (secondo piano). Le dimensioni ottimali per effettuare questo tipo di valutazione si basano sul presupposto che l’area debba contenere le risorse minime a garantire la sopravvivenza di un individuo o di un gruppo familiare, oltre a consentire lo svolgimento normale di tutte le sue funzioni vitali. In seguito a queste considerazioni, il raggio del cerchio è stato scelto in base alle dimensioni degli home range delle specie considerate in condizioni medie, e per quanto riguarda il “peso” dato all’informazione in funzione della sua distanza dal centro, non è stata utilizzata una funzione lineare, bensì una funzione che si avvicina il più possibile all’andamento che si ottiene analizzando i dati noti di uso dello spazio del capriolo in funzione della distanza dal suo centro di attività. Nella Tavola 3.8 è possibile visualizzare lo schema di calcolo utilizzato dal punto di vista cartografico ed i diversi risultati ottenuti utilizzando un approccio “punto-punto” o considerando, più correttamente, un intorno di dimensioni compatibili con gli spazi utilizzati dalla specie oggetto di studio. Pag 33 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 4.4 Modelli di vocazionalità delle specie faunistiche Nei paragrafi successivi vengono riportate per ogni specie faunistica le procedure di integrazione delle carte di vocazionalità dei parametri precedentemente descritti. Per ciascuna specie è quindi stata creata un’apposita equazione di calcolo. Di seguito si riportano le diciture abbreviate delle tavole di vocazionalità che si ritrovano nelle formule di calcolo del modello di vocazionalità: vUs: vocazionalità per uso del suolo; vQ: vocazionalità per la quota; vP: vocazionalità per la pendenza; vE: vocazionalità per l’esposizione; vBI: vocazionalità per i bacini idrici; vAA: vocazionalità per aree agricole; vAU: vocazionalità per aree urbane. Pag 34 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 4.4.1 Modello di vocazionalità per la lepre Per l’attribuzione dei punteggi di vocazionalità alle tipologie che caratterizzano i diversi parametri ambientali e la loro successiva integrazione necessaria alla realizzazione del modello di vocazionalità per la lepre, sono state considerate le esigenze ecologiche della specie. La lepre si nutre sia di piante spontanee che coltivate, di cortecce di arbusti ed alberelli e di leguminose, di frutta, semi, funghi e germogli. Le aree di rifugio sono costituite da arginature, fossati, frutteti e arboreti, siepi campestri e piccoli boschetti e boschi di latifoglie con fitto sottobosco. Gli ambienti preferiti sono quelli agricoli e le zone di transizione con il bosco. Per la valutazione dei diversi gradi di idoneità ambientale del territorio dell’ATC nei confronti della lepre sono stati considerati i seguenti parametri: Uso del suolo; Quota; Pendenza; Esposizione; centri abitati; aree agricole. Alle singole variabili ambientali è stato assegnato un diverso punteggio di vocazionalità riportati nelle tabelle seguenti. Valori lepre Descrizione Aeroporti 0 Aree a vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione 5 Aree con vegetazione rada 4 Aree estrattive 0 Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e privati 0 Aree portuali 0 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali 6 Boschi a prevalenza di castagno 5 Boschi a prevalenza di faggio 5 Boschi a prevalenza di leccio e/o sughera 5 Boschi a prevalenza di pini mediterranei (pino domestico, pino marittimo) e cipressete 4 Boschi a prevalenza di pini montani e oromediterranei (pino nero e laricio, pino silvestre) 4 Boschi a prevalenza di querce caducifoglie (cerro e/o roverella e/o farnetto) 5 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di castagno 5 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di faggio 5 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di leccio e/o sughera 5 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di pini mediterranei 4 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di pini montani e oromediterranei 4 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di querce caducifoglie 5 Brughiere e cespuglieti 5 Pag 35 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Valori lepre Descrizione Cantieri 0 Colture estensive 10 Colture intensive 10 Colture temporanee associate a colture permanenti 10 Frutteti e frutti minori 8 Macchia alta 5 Macchia bassa e garighe 5 Mari e oceani 0 Oliveti 4 Praterie continue 5 Praterie discontinue 5 Prati stabili (foraggere permanenti) 7 Reti stradali, ferroviarie e infrastrutture tecniche 0 Rocce nude, falesie, rupi, affioramenti 2 Sistemi colturali e particellari complessi 10 Spiagge, dune e sabbie 0 Zone residenziali a tessuto continuo 0 Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado Tabella 4.8. Valori di vocazionalità per il parametro uso del suolo. 0 Valori lepre 0 – 100 10 100 – 200 10 200 – 300 10 300 - 400 10 400 – 500 10 500 – 600 10 600 - 700 8 700 – 800 8 800 – 900 7 900 – 1.000 7 1.000 – 1.100 6 1.100 – 1.200 6 1.200 – 1.300 5 1.300 – 1.400 5 1.400 – 1.500 4 1.500 – 1.600 4 1.600 – 1.700 3 1.700 – 1.800 3 1.800 – 1.900 2 Tabella 4.9. Valori di vocazionalità per il parametro quota. Fasce di quota Classi valori 0 – 15 10 15 – 30 6 30 – 45 2 45 - 60 0 Tabella 4.10. Valori di vocazionalità per il parametro pendenza. Pag 36 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Classi valori 0° – 90° 4 90° – 180° 10 180° – 270° 8 270° - 360° 2 Tabella 4.11. Valori di vocazionalità per il parametro esposizione. Descrizione valori Aree agricole 1,5 Altro 1 Tabella 4.12. Valori di vocazionalità per il parametro aree agricole. Descrizione valori Aree urbane (abitati, strade) 0 Altro 1 Tabella 4.13. Valori di vocazionalità per il parametro centri abitati. Tavola 4.9. Carte di vocazionalità della lepre per uso del suolo, quota, pendenza ed esposizione. I toni di colore più scuri indicano le aree a maggiore grado di vocazionalità, quelli più tenui le aree a minore grado di vocazionalità. Pag 37 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Tavola 4.10. Carte di vocazionalità della lepre per aree agricole, distanza dalle aree urbane. I toni di colore più scuri indicano le aree a maggiore grado di vocazionalità, quelli più tenui le aree a minore grado di vocazionalità. Vocazionalità biologica Nel calcolo del modello di vocazionalità biologica per la lepre i parametri ambientali considerati sono stati: uso del suolo; quota; pendenza; esposizione; Dall’assegnazione dei punteggi di vocazionalità i valori più alti per il parametro uso del suolo corrispondono alle colture agrarie, frutteti e prati stabili, alle formazioni boscose sono stati attribuiti valori medio-bassi. I valori maggiori di vocazionalità per il parametro quota corrispondono alle fasce altimetriche medio-basse con una graduale diminuzione del punteggio alle quote superiori; per la pendenza le inclinazioni con valori maggiori di vocazionalità sono state quelle inferiori; i versanti con esposizione meridionale hanno ottenuto valori più alti di vocazionalità. La formula per il calcolo della vocazionalità biologica per la lepre risulta la seguente: VBlep = (vUs+vE+vQ+vP) Equazione 1. Algoritmo di calcolo del modello di vocazionalità biologica della lepre. Pag 38 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 La carta di vocazionalità così costruita mostra che i valori di vocazionalità più elevati si trovano nella porzione nord-occidentale e nella parte a sud del territorio, ossia in corrispondenza delle aree caratterizzate da maggior sfruttamento agricolo. I valori più bassi sono presenti nella parte orientale, in corrispondenza delle aree boscate (Tavola 3.14). Vocazionalità agro-forestale Inserendo anche le tavole dei fattori antropici (disturbo antropico, aree agricole) al modello così calcolato si ottiene la vocazionalità agro-forestale, secondo la formula sotto riportata: VAFlep = (vUs+vE+vQ+vP) x vAA x vAU Equazione 2. Algoritmo di calcolo del modello di vocazionalità agro-forestale della lepre. La carta che ne deriva (Tavola 3.14) rispecchia una disposizione delle categorie di vocazionalità fedele al primo modello, con un aumento della vocazionalità nulla in corrispondenza delle aree urbane. Tavola 4.11. Carte della vocazionalità biologica ed agro-forestale della lepre. Pag 39 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Il Grafico 3.2 permette di visualizzare come si distribuiscano i valori di vocazionalità per la lepre nel territorio dell’ATC. Per il modello di vocazionalità biologica si osserva una curva con un picco in corrispondenza di valori medio-alti. Nel modello agro-forestale, l’utilizzo di fattori correttivi provoca un abbassamento della curva delle frequenze nelle classi di vocazionalità medio-alte e la comparsa di 2 code sia verso i valori più bassi che verso quelli più alti. Grafico 4.1. Distribuzione dei valori di vocazionalità biologica e agro-forestale per la lepre nell’ATC RC 1. Pag 40 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 4.4.2 Modello di vocazionalità per il fagiano Per l’attribuzione dei punteggi di vocazionalità alle tipologie che caratterizzano i diversi parametri ambientali e la loro successiva integrazione necessaria alla realizzazione del modello di vocazionalità per il fagiano, sono state considerate le esigenze ecologiche della specie. In particolare è stato tenuto conto della dieta piuttosto diversificata della specie a base di specie erbacee spontanee e coltivate, bacche, ghiande, frutti selvatici, invertebrati e persino piccoli roditori e rettili, che le permette di adattarsi a diverse situazioni ambientali. Le aree di nidificazione preferite dal fagiano sono situate in zone ben coperte quali strati erbacei molto densi, con scarsi cespugli e alberi, all’interno di siepi, nei medicai, sui bordi dei fossati e nelle coltivazioni cerealicole. Le aree di rifugio sono costituite da incolti con vegetazione densa, cespuglieti, arbusteti e da boschetti. Per la valutazione dei diversi gradi di idoneità ambientale del territorio dell’ATC nei confronti della lepre sono stati considerati i seguenti parametri: Uso del suolo; Quota; Pendenza; Esposizione; centri abitati; aree agricole. Alle singole variabili ambientali è stato assegnato un diverso punteggio di vocazionalità riportati nelle tabelle seguenti. Valori fagiano Descrizione Aeroporti 0 Aree a vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione 6 Aree con vegetazione rada 2 Aree estrattive 0 Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e privati 0 Aree portuali 0 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali 10 Boschi a prevalenza di castagno 4 Boschi a prevalenza di faggio 4 Boschi a prevalenza di leccio e/o sughera 4 Boschi a prevalenza di pini mediterranei (pino domestico, pino marittimo) e cipressete 2 Boschi a prevalenza di pini montani e oromediterranei (pino nero e laricio, pino silvestre) 2 Boschi a prevalenza di querce caducifoglie (cerro e/o roverella e/o farnetto) 4 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di castagno 4 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di faggio 4 Pag 41 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Valori fagiano Descrizione Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di leccio e/o sughera 4 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di pini mediterranei 2 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di pini montani e oromediterranei 2 Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di querce caducifoglie 4 Brughiere e cespuglieti 6 Cantieri 0 Colture estensive 10 Colture intensive 10 Colture temporanee associate a colture permanenti 10 Frutteti e frutti minori 8 Macchia alta 6 Macchia bassa e garighe 6 Mari e oceani 0 Oliveti 8 Praterie continue 6 Praterie discontinue 6 Prati stabili (foraggere permanenti) 10 Reti stradali, ferroviarie e infrastrutture tecniche 0 Rocce nude, falesie, rupi, affioramenti 2 Sistemi colturali e particellari complessi 10 Spiagge, dune e sabbie 0 Zone residenziali a tessuto continuo 0 Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado Tabella 4.14. Valori di vocazionalità per il parametro uso del suolo. 0 Valori fagiano 0 – 100 10 100 – 200 10 200 – 300 10 300 - 400 10 400 – 500 10 500 – 600 10 600 - 700 8 700 – 800 8 800 – 900 6 900 – 1.000 6 1.000 – 1.100 4 1.100 – 1.200 4 1.200 – 1.300 2 1.300 – 1.400 2 1.400 – 1.500 1 1.500 – 1.600 1 1.600 – 1.700 0 1.700 – 1.800 0 1.800 – 1.900 0 Tabella 4.15. Valori di vocazionalità per il parametro quota. Fasce di quota Pag 42 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Classi valori 0 – 15 10 15 – 30 8 30 – 45 4 45 - 60 2 Tabella 4.16. Valori di vocazionalità per il parametro pendenza. Classi valori 0° – 90° 4 90° – 180° 10 180° – 270° 8 270° - 360° 2 Tabella 4.17. Valori di vocazionalità per il parametro esposizione. Descrizione valori Aree agricole 1,5 Altro 0,75 Tabella 4.18. Valori di vocazionalità per il parametro aree agricole. Descrizione valori Aree urbane (abitati, strade) 0 Altro 1 Tabella 4.19. Valori di vocazionalità per il parametro centri abitati. Pag 43 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Tavola 4.12. Carte di vocazionalità del fagiano per uso del suolo, quota, pendenza ed esposizione. I toni di colore più scuri indicano le aree a maggiore grado di vocazionalità, quelli più tenui le aree a minore grado di vocazionalità. Pag 44 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Tavola 4.13. Carte di vocazionalità del fagiano per aree agricole, distanza dalle aree urbane. I toni di colore più scuri indicano le aree a maggiore grado di vocazionalità, quelli più tenui le aree a minore grado di vocazionalità. Vocazionalità biologica Nel calcolo del modello di vocazionalità biologica per il fagiano i parametri ambientali considerati sono stati: uso del suolo; quota; pendenza; esposizione; Dall’assegnazione dei punteggi di vocazionalità i valori più alti per il parametro uso del suolo corrispondono alle colture agrarie, frutteti, prati stabili e cespuglietti; alle formazioni boscose sono stati attribuiti valori medio-bassi. I valori maggiori di vocazionalità per il parametro quota corrispondono alle fasce altimetriche medio-basse con una graduale diminuzione del punteggio alle quote superiori; per la pendenza le inclinazioni con valori maggiori di vocazionalità sono state quelle inferiori; i versanti con esposizione meridionale hanno ottenuto valori più alti di vocazionalità. La formula per il calcolo della vocazionalità biologica per il fagiano risulta la seguente: VBfag = (vUs+vE+vQ+vP) Equazione 3. Algoritmo di calcolo del modello di vocazionalità biologica del fagiano. Pag 45 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 La carta di vocazionalità biologica per il fagiano mostra valori più elevati nella porzione nordoccidentale e nella parte a sud del territorio, ossia in corrispondenza delle aree caratterizzate da maggior sfruttamento agricolo. I valori più bassi sono presenti nella parte orientale, in corrispondenza delle aree boscate (Tavola 3.17). Vocazionalità agro-forestale Inserendo anche le tavole dei fattori antropici (disturbo antropico, aree agricole) al modello così calcolato si ottiene la vocazionalità agro-forestale, secondo la formula sotto riportata: VAFfag = (vUs+vE+vQ+vP) x vAA x vAU Equazione 4. Algoritmo di calcolo del modello di vocazionalità agro-forestale del fagiano. La carta che ne deriva (Tavola 3.17) evidenzia l’aumento delle aree a vocazionalità nulla in corrispondenza delle aree urbane. Sul restante territorio il valore di vocazionalità non si è modificato rispetto a quello ricavato dal modello di vocazionalità biologica. Tavola 4.14. Carte della vocazionalità biologica ed agro-forestale del fagiano. Pag 46 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Il Grafico 3.3 permette di visualizzare come si distribuiscono i valori di vocazionalità per il fagiano nel territorio dell’ATC. Per il modello di vocazionalità biologica si osserva una curva con un picco in corrispondenza di valori medio-alti, con una piccola coda in corrispondenza dei valori più bassi. Nel modello agro-forestale, l’utilizzo di fattori correttivi provoca un abbassamento della curva delle frequenze nelle classi di vocazionalità medio-alte e la comparsa di 2 code sia verso i valori più bassi che verso quelli più alti. Grafico 4.2. Distribuzione dei valori di vocazionalità biologica e agro-forestale per il fagiano nell’ATC RC 1. Pag 47 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Pag 48 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 5 PIANO DI IMMISSIONE La scelta delle aree di rilascio e del relativo quantitativo di animali ha presentato alcune difficoltà dovute alla mancanza di dati storici sull’effettivo rendimento di tali operazioni. Una attenta pianificazione del monitoraggio e della raccolta dei dati venatori potrà fornire in futuro importanti informazioni per la correzione delle azioni intraprese e quindi in definitiva per una migliore pianificazione delle operazioni di immissione. Per la realizzazione del Piano di immissione è stato utilizzato un approccio che integrasse i risultati dello studio di Vocazionalità del territorio con le istanze provenienti dal mondo venatorio. Alcuni fattori fondamentali per la riuscita delle operazioni di ripopolamento, come ad esempio la presenza di bracconaggio o l’uso di pratiche agricole scorrette, sono infatti difficilmente considerate dagli studi di vocazionalità su ampia scala. Risulta dunque fondamentale una conoscenza specifica delle piccole realtà dove si andrà ad effettuare il rilascio, considerando anche il necessario coinvolgimento dei cacciatori per le successive operazioni di monitoraggio e gestione delle specie. Le aree di immissione sono state principalmente individuate tra quelle “storiche” e valutate attraverso sopralluoghi specifici, sono state inoltre individuate e valutate alcune aree nuove. Per evitare un eccessiva dispersione degli animali, con probabili conseguenze negative sull’attecchimento delle specie, si è deciso di concentrare i rilasci in un numero ristretto di zone. I siti sono stati individuati considerando quindi la possibilità di espansione della specie e la auspicabile unione di più centri di riproduzione. Le aree sono state inoltre distribuite in diversi contesti ambientali, al fine di valutare gli effettivi risultati in aree a diversa vocazionalità. I siti di immissione sono stati georeferiti e cartografati e ad ognuno è stato assegnato un numero di animali proporzionale alla vocazionalità della zona ed alla estensione dell’area idonea all’espansione. Al fine di individuare correttamente le aree, saranno forniti agli addetti al rilascio ed agli organi di vigilanza le coordinate dei punti di immissione stabiliti. Si raccomanda comunque una certa flessibilità rispetto ai punti indicati, soprattutto per le aree di elevata estensione e caratterizzate da un alto numero di animali da immettere, dove sarà opportuno distribuire i rilasci in più soluzioni. Da valutare anche le condizioni ambientali effettive al momento del rilascio (presenza di forti nevicate, impercorribilità di alcune strade, ecc). Indicativamente i rilasci dovrebbero comunque avvenire nel raggio di 1 km dal punto indicato. Pag 49 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 5.1 Piano di immissione Lepre Come specificato sopra, per l’individuazione dei siti idonei al rilascio della lepre sono state valutate diverse aree, tenendo in considerazione tutte le caratteristiche che possono favorire l’attecchimento della specie. Il quantitativo di animali previsto è di 783 capi adulti (età minima di 240 gg), provenienti da operazioni di cattura e sessualmente rapportati 1M/2F. Tutti gli animali saranno forniti di specifico contrassegno auricolare, di colore diverso rispetto al sesso. In tabella 5.1 il piano di immissione della lepre previsto per febbraio 2015. COMUNE LOCALITÀ CLASSE VOCAZIONALITÀ N_CAPI BAGNARA CALABRA SAN GIOVANNI BAGNARA IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 9 BOVA MARINA EX RISERVA SAN PASQUALE IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 24 BRANCALEONE LACCHI DI BRANCALEONE IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 6 BRANCALEONE TRIDETTI IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 6 BRUZZANO ZEFFIRIO BRUZZANO BAGLIARA IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 6 CINQUEFRONDI LIMINA SUD IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 24 CINQUEFRONDI VALLE DELLA RAZZA IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 21 CINQUEFRONDI FORESTOLA IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 21 CITTANOVA S. TRABUS IDONEA A BASSA VOCAZIONALITÀ 6 CONDOFURI IUNCARI-MARASÀ IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 36 CONDOFURI BARONE IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 12 GALATRO VALLE GELATA IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 15 GALATRO LAGO IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 12 GALATRO CACINARI IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 15 GALATRO PIANO PALMIERI IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 12 GALATRO CASTAGNARA IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 9 GALATRO POMARA IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 12 GIFFONE SAN BARTOLOMEO IDONEA A BASSA VOCAZIONALITÀ 6 GIFFONE CASERMETTE IDONEA A BASSA VOCAZIONALITÀ 6 GIFFONE PETTI DI SABATO IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 9 GIFFONE UMBRI IDONEA A BASSA VOCAZIONALITÀ 9 LAGANADI LAGANADI IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 6 LAUREANA DI BORRELLO BARBASANO IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 18 MELICUCCA" PALUCI DI MELICUCCA IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 9 MELICUCCA" MARALDELLA IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 9 MELITO DI PORTO SALVO CHIANCA (CALEMMA) IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 12 MELITO DI PORTO SALVO SAN GIOVANNI IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 30 MELITO DI PORTO SALVO SCANO IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 27 MOLOCHIO ERBA VERDE IDONEA A BASSA VOCAZIONALITÀ 6 MOTTA SAN GIOVANNI MADONNA DELL'OLEANDRO IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 12 PALIZZI ACQUA RUGIATA IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 6 REGGIO DI CALABRIA CUSA IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 9 REGGIO DI CALABRIA LEPARICCHIO IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 12 Pag 50 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 COMUNE LOCALITÀ CLASSE VOCAZIONALITÀ N_CAPI REGGIO DI CALABRIA MARVENERO IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 9 REGGIO DI CALABRIA FORNARA IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 9 REGGIO DI CALABRIA FUCIRU A MONTE IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 9 REGGIO DI CALABRIA SANTO STEFANO IDONEA A BASSA VOCAZIONALITÀ 6 SAN GIORGIO MORGETO BANDIERA IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 15 SAN GIORGIO MORGETO CALCARE IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 12 SAN LORENZO FALCÒ PUZZILLO IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 36 SAN LORENZO ARANGHIA IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 21 SAN LORENZO MISAFRICA IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 39 SAN LORENZO BRIGOTTA IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 21 SAN LORENZO SPILINGARI IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 39 SAN PIETRO DI CARIDA" BARBARO IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 27 SANT"EUFEMIA D"ASPROMONTE CONTRADA SAN DONATO IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 9 SANT"EUFEMIA D"ASPROMONTE PEPPA RATA IDONEA A BASSA VOCAZIONALITÀ 12 SANTA CRISTINA D"ASPROMONTE PIANO DI ZERVÒ IDONEA A BASSA VOCAZIONALITÀ 6 SANTA CRISTINA D"ASPROMONTE PANACUMA IDONEA A BASSA VOCAZIONALITÀ 6 SANTA CRISTINA D"ASPROMONTE PIETRA CUCCUMA IDONEA A BASSA VOCAZIONALITÀ 6 SERRATA LISO IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 21 SERRATA VASIA IDONEA AD ALTA VOCAZONALITÀ 39 SINOPOLI CASETTA AL POZZO IDONEA A MEDIA VOCAZIONALITÀ 9 TOTALE 783 Tabella 5.1. Piano di immissione lepre febbraio 2015 5.2 Piano di immissione Fagiano Come specificato sopra, per l’individuazione dei siti idonei al rilascio del fagiano sono state valutate diverse aree, tenendo in considerazione tutte le caratteristiche che possono favorire l’attecchimento della specie. Il quantitativo di animali previsto è di 930 capi adulti, provenienti da operazioni di cattura e sessualmente rapportati 1M/3F. Tutti gli animali saranno forniti di specifico anello inamovibile, di colore diverso rispetto al sesso. In tabella 5.2 il piano di immissione del fagiano previsto per febbraio 2015. COMUNE LOCALITÀ CLASSE VOCAZIONALITÀ N_CAPI BOVA MARINA SAN PASQUALE IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 BRANCALEONE PANTANO GRANDE IDONEO AD ALTA VOCAZIONALITÀ 16 BRUZZANO MOTTICELLA IDONEO AD ALTA VOCAZIONALITÀ 24 CARDETO MARAVERÒ IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 CARDETO GUARDIOLA IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 CITTÀNOVA ACQUA SERRA IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 CONDOFURI CASODONTE IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 Pag 51 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 COMUNE LOCALITÀ CLASSE VOCAZIONALITÀ N_CAPI CONDUFURI PISTACAVALLO IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 DELIA NOVA PE DI LACCU IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 GALATRO PALMERI-SANTA MARIA IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 GIFFONE AGRIMANO IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 GIOIA TAURO SAN LEO IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 GIOIA TAURO S. MARIA IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 LAGANADI CANALE IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 LAUREANA-SAN PIETRO CONTRADA PRATERIA IDONEO AD ALTA VOCAZIONALITÀ 24 MAROPATI PESCANO IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 MELICUCCÀ CARABE IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 MELICUCCÀ CARACCIOLO IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 MELITO SAN GIOVANNI IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 MELITO PAGLIARINO IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 MOLOCHIO MARRO-TIMPI IDONEO AD ALTA VOCAZIONALITÀ 24 MONTEBELLO SANTA ELENA IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 MONTEBELLO PAOLUCI IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 MOTTA SAN GIOVANNI ALLAI IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 MOTTA SAN GIOVANNI EMBRISI IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 OPPIDO MULINO VECCHIO IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 OPPIDO CANNAMARIA IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 PALIZZI ACQUASOLFOROSA IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 PALIZZI(PIETRAPENNATA) GEBBIOLA IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 PALMI SCRISÀ IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 PALMI PONTEVECCHIO IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 PELLARO PLUTINO IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 PELLARO LOGO FOSSI IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 REGGIO ARETINA IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 REGGIO CALABRIA PORDICINO IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 10 REGGIO CALABRIA VITO CASTELLI IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 REGGIO CALABRIA SANT'ANNA IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 REGGIO CALABRIA (TERRETI) M. GONÌ IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 REGGIO CALABRIA (ARASI) MAIORANA IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 REGGIO CALABRIA (MOSORROFA) RADENA IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 REGGIO CALABRIA (MOSORROFA) VURGHITÀ IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 REGGIO CALABRIA S. (SALVATORE) SAN LEO IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 REGGIO CALABRIA (SAMBATELLO) LACCO-CARNITI-S.MARINI IDONEO AD ALTA VOCAZIONALITÀ 24 REGGIO CALABRIA (SANT'ANNA) PIANI SANT' ANDREA IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 REGGIO CALABRIA (VINCO) PIANI DI SANT'ELIA IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 RIZZICONI ACQUA MONACI IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 ROSARNO TESTA DELL'ACQUA IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 ROSARNO CONTRADA ZIMPARIO IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 SAN FERDINANDO SOVERETO IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 SAN FERDINANDO CONTRADA ROMANO IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 SAN GIORGIO MORGETO PIANO TRESTELLE IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 SAN LORENZO- S.PANTALEO MARASÀ IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 Pag 52 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 COMUNE LOCALITÀ CLASSE VOCAZIONALITÀ N_CAPI SAN LORENZO-S. PANTALEO CAMMARÀ IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 SAN PROCOPIO FORESTELLA IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 SANTA CRISTINA D"ASPROMONTE POD SAN LEO IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 SANTA CRISTINA D"ASPROMONTE MACCHIA LONGO IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 SANT'ALESSIO MUSICUNI IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 SANTO STEFANO D"ASPROMONTE BOSCO IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 SANTO STEFANO D"ASPROMONTE CAMPO IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 SCIDO VALLONE DELLO SCHIAVO IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 SEMINARA SANT' ANDREA IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 SERRATA VASIA IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 SINOPOLI SAN GIOVANNI IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 SINOPOLI CASETTA AL POZZO IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 SINOPOLI CASETTA AL POZZO N 2 IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 STAITI TRIDETTI IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 TAURIANOVA MELLA DI SAN MARTINO IDONEO A BASSA VOCAZIONALITÀ 8 TAURIANOVA PODERE LA ROSA IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 VARAPODIO FIUMARELLA IDONEO A MEDIA VOCAZIONALITÀ 16 TOTALE 930 Tabella 5.2. Piano di immissione fagiano febbraio 2015 Pag 53 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Pag 54 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 6 BIBLIOGRAFIA AA.VV., 2009. Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2009-2013. Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria: pp. 385. Aronoff S., 1989. Georaphic Information Systems: a management prospective. WDL Publications, Ottawa. Biadi F., P. Mayot, 1990. Les Faisans. Hatier Edition. Paris. Cocchi R., Riga S., Toso S.,1998. Biologia e gestione del Fagiano. Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, Documenti tecnici , 22. Lazzarin G., 1983. La realizzazione di carte tematiche come strumento nella pianificazione faunistica. In De Franceschi P.F. et al., 1983; pianificazione e gestione delle risorse faunistiche, Regione Veneto, Aziende Regionale Foreste. 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Pag 55 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 Pag 56 di 57 Ambito Territoriale di Caccia Reggio Calabria 1 Piano di immissione di fauna selvatica nel territorio dell’ATC RC1, anno 2015 ALLEGATO 1 – LOCALIZZAZIONE DELLE ZONE DI IMMISSIONE Pag 57 di 57
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