XII Rapporto sull`immigrazione straniera

PROVINCIA DI BERGAMO
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UFFICIO COMUNICAZIONE
XII Rapporto sull'immigrazione straniera
nella provincia di Bergamo
E' stato presentato, mercoledì 4 febbraio 2015, nella sala riunioni della sede del servizio Politiche sociali della
Provincia di Bergamo, il XII^ Rapporto sull'immigrazione straniera nella provincia di Bergamo, a cura
dell'Osservatorio provinciale sull'immigrazione: una disanima del fenomeno migratorio sotto il profilo biodemografico, culturale, sociale, economico-occupazionale e abitativo-familiare, che fornisce, in un'analisi storica,
tutti gli elementi per valutare la dinamica dell'integrazione e le problematiche nuove o ancora aperte.
Sono intervenuti: Alessio Menonna, ricercatore del settore Monitoraggio dell'immigrazione della
Fondazione Ismu e statistico dell'Osservatorio regionale per l'integrazione e la multi etnicità, e coautore dei Rapporti statistici annuali provinciali lombardi sull'immigrazione; Valeria Alliata di
Villafranca, Focal Point Rete RIRVA della Regione Lombardia - Fondazione ISMU Partner
RIRVA (Rete Italiana per il Ritorno Volontario Assistito), che ha illustrato i programmi di RVA
(rimpatrio Volontario Assistito) e della rete Rirva; Eugenio Torrese, direttore dell'Agenzia per
l'Integrazione della Provincia di Bergamo che ha curato, per conto della Provincia, un rapporto
sintetico "Immigrazione in Provincia di Bergamo 2014”. I lavori sono stati moderati da Perlita
Serra, consigliere provinciale con delega alle Politiche per la scuola, l'adolescenza e l'integrazione,
accompagnata dal dirigente della Provincia Silvano Gherardi.
"L'indagine ci restituisce una fotografia di una società che muta e mete in gioco la politica della
casa e dei diritti in primo piano", dichiara la consigliere provinciale delegato alle Politiche
sociali Perlita Serra.
Le elaborazioni statistiche sono state svolte, come ogni anno, nel quadro dell'attività di
monitoraggio che l'Osservatorio regionale per l'integrazione e la multietnicità ha avviato sull'intero
territorio lombardo a partire dal 2001: in questo quadro, il Rapporto del 2013 delinea l'intensità e le
caratteristiche del fenomeno migratorio in ambito provinciale.
L'Italia è il paese che nel 2013 ha ricevuto il maggiore numero di immigrati. Se nel 2013 sono
sbarcate 42.925 persone, la cifra nel 2014 sale a 170.100. "Ma il grosso dell'immigrazione non si
ferma in Italia, si sposta verso il Nord Europa o in Francia, meta scelta soprattutto dalla
popolazione francofona", spiega il prof. Alessio Menonna. "Nella nostra provincia, prima di tutto
si registra un calo del numero delle presenze, non ci sono più i grandi numeri del passato a cui
eravamo ormai abituati. In secondo luogo, si verifica una maggiore stabilizzazione e più famiglie di
single per via dei ricongiungimenti. Chi non è colpito dalla crisi, resta sul territorio".
"Una buona parte della crescita registrata è dovuta alle nascite e ai ricongiungimenti familiari. Il
numero di donne e bambini sta quasi pareggiando con quello degli uomini", precisa Eugenio
Torrese. "Le peggiori condizioni lavorative degli ultimi tre/quattro anni influiscono negativamente
sulle condizioni abitative degli immigrati, che sono diventate più precarie".
Immigrati in provincia di Bergamo, una popolazione di oltre 125 mila persone
Nell'arco di dieci anni, dal 1° gennaio 2001 al 1° luglio 2013, la presenza numerica della
popolazione proveniente da paesi a forte pressione migratoria cresce di quasi 100mila unità in
provincia di Bergamo: si è quindi più che quadruplicata, passando da 29mila a 125mila presenze.
Ma nell'ultimo quadriennio 2009/2013 il trend è in declino, con un incremento complessivo di
soltanto di 10mila unità.
www.giornaledellisola.it – febbraio 2015
Aree e Paesi di provenienza
Gli africani sono poco più che raddoppiati, passando dalle 22mila unità d'inizio secolo, quando
rappresentavano decisamente la maggioranza assoluta del fenomeno migratorio in provincia, alle
54mila del 1° luglio 2013, quando costituivano poco più di un terzo del totale.
Al contrario, nello stesso lasso di tempo, gli est-europei si sono più che quintuplicati (da 10mila a
51mila), concentrando anche 2mila delle 5mila unità d'aumento negli ultimi dodici mesi.
Tra le singole nazionalità, I rumeni superano quota 18mila unità al 1° luglio 2013 e avvicinano il
numero di presenze marocchine al primo posto in provincia (25mila), davanti agli albanesi
(16mila) e ai primi collettivi delle macroaree dell'Africa del Centrosud, dell'Asia e dell'America
Latina: ovvero senegalesi (13mila), indiani (12mila) e boliviani (7mila, particolarità locale del
territorio bergamasco che accentra qui quasi il 60% della loro presenza complessiva in regione).
Regolari e irregolari
Nel periodo interessato, i regolari non residenti sono complessivamente cresciuti da poco più di
mille a quasi 13mila.
Gli irregolari nel soggiorno si stimano in circa 7mila alla data più recente; già 9mila durante il
2001, sono scesi al di sotto delle 4mila unità nel 2003, per stabilizzarsi intorno alle 14mila presenze
nel 2008-2010 e poi scendere progressivamente al di sotto delle 7mila nel 2013 (oltre 3mila in meno
rispetto a un anno prima).
I boliviani risultano decisamente ancora la comunità col maggior tasso di irregolarità nel soggiorno
al proprio interno (10 per cento) seguito dai senegalesi con un tasso del 7 per cento.
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Lavoro e casa
Tra gli immigrati ultraquattordicenni la quota di stranieri regolarmente occupati a tempo
indeterminato passa dal 40 al 24 per cento da inizio secolo al 2013, mentre i disoccupati - dopo
essere scesi dal 10 per cento nel 2001al 5 per cento nel 2007 - sono circa l'11 per cento nell'ultimo
anno.
Le professioni principalmente svolte dagli immigrati variano in funzione del genere dei
lavoratori: soprattutto operai generici nell'industria e operai specializzati gli uomini; domestiche a
ore o assistenti domiciliari le donne.
Il reddito familiare mediano mensile degli immigrati stranieri presenti in Lombardia è nuovamente
diminuito nel 2013, a 1.300 euro a fronte dei 1.400 euro del 2012 e dei 1.500 del biennio precedente
2010‐ 2015.
Aspetti dell'integrazione
Un elemento da evidenziare positivamente è che a livello regionale nel 2013 la provincia di
Bergamo si trova al secondo posto dopo quella di Lecco per il valore dell'indice di
integrazione totale.
Anzianità della presenza, titolo di studio, religione mostrano una forte correlazione con il livello
di integrazione: tra le religioni, i cristiani hanno il valore più elevato dell'indice totale. Gli uomini
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rispetto alle donne sono caratterizzati da valori di integrazione più elevati, mentre a livello di grandi
aree l'Est Europa vanta l'integrazione più alta e l'Africa del Centro-sud quella più bassa.
Come spiegato dal prof. Mennona, "dal punto di vista metodologico, l'analisi si concentra sulla
popolazione straniera presente indipendentemente dalla residenza e dalla regolarità riguardo al
soggiorno nella città di Bergamo e in un insieme di altri 16 comuni bergamaschi, che sono stati
selezionati con criteri di rappresentatività rispetto ad alcune caratteristiche particolarmente
significative".
Nell'ambito dei comuni selezionati, il sub-campione di stranieri oggetto di studio è stato fissato in
400 unità - circa la metà rispetto agli anni precedenti - e come consuetudine è stato scelto
unicamente entro la popolazione con almeno 15 anni di età originaria dei cosiddetti paesi a forte
pressione migratoria, ossia `paesi in via di sviluppo o dell'Europa dell'Est (neocomunitari rumeni,
bulgari e croati inclusi).
Infine Valeria Alliata di Villafranca ha illustrato i programmi di RVA (rimpatrio Volontario
Assistito) e della rete Rirva. "Informiamo operatori ed eventualmente i beneficiari delle misure
del ritorno volontario assistito, ovvero della possibilità di rientrare nel proprio paese di origine. In
provincia di Bergamo, sulla base dei dati Istat al 31 dicembre 2013, possiamo calcolare in circa
10.000 gli stranieri immigrati che sono partiti all'estero, molti dei quali ad altri paesi europei".
Dodicesimo Rapporto sull'immigrazione straniera nella provincia di Bergamo
Scarica Annuario statistico .pdf 1M
Bergamo, 4 febbraio 2015
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