26-02-2015 Data EDITORIA.TV (WEB2) Pagina 1 / 2 Foglio Home Editoria Radio/TV TLC-ICT Privacy Diritto d’Autore Provvedimenti Home > Editoria > Uspi, Vetere: Lavoriamo col Governo per la riforma del contributo pubblico cerca nel sito NOTIZIE FLASH Google dice stop alla Uspi, Vetere: Lavoriamo col Governo per la riforma del contributo pubblico pornografia. “Ripulita” tutta L'attuale sistema di nanziamento pubblico va cambiato, la politica da il suo assenso Apple condannata a maxi di Andrea Esposito multa per violazione 26 febbraio 2015 Commenta | (1028) visualizzazioni la piattaforma blogger brevetti Il segretario Uspi tira le somme di questi primi mesi di dibattito sul fondo pubblico per l’editoria: una riforma è necessaria, ma non deve limitarsi alla carta stampata Rcs e Mondadori. Accelerata in vista del Cda Il fondo pubblico per l’editoria non è su ciente, bisogna lavorare tutti insieme per la riforma di settore, m a parlando di tutta la comunicazione e non solo dell’editoria, e il primo passo è stato fatto: il Governo ha esplicitamente confermato di voler mantenere il contributo Unbundling, l’Agcom conferma i tagli ai canoni per il 2010-2012 pubblico. E’ quanto a erma il segretario dell’Unione stampa periodica italiana Il segretario Uspi Francesco Vetere tira le somme del dibattito sul fondo pubblico per l’eitoria (Uspi), Francesco Saverio Vetere c h e La resa di Google. Versa 320 insieme all’Alleanza delle Cooperative Italiane milioni al fisco italiano Comunicazione, Mediacoop, Federazione Italiana Liberi Editori, Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Federazione Nazionale Stampa Italiana, Articolo 21, Sindacato Lavoratori della Comunicazione CGIL, Associazione Nazionale della stampa Online sta portando avanti la campagna #MenoGiornaliMenoLiberi su Facebook e Twitter. CCE Informa Le circolari sulle novità e Fondi insufficienti, ma il Governo è favorevole opportunità del settore Secondo Vetere “i fondi sono insu cienti, sono state fatte delle aperture da parte del Governo sia sui fondi che sulla legge di riforma del settore. La cosa più importante, però, è che il Governo, questo Governo, non ha mai espresso contrarietà rispetto al contributo pubblico all’editoria. Anzi i rappresentanti del sottosegretario hanno già ribadito che il Governo è favorevole al contributo pubblico”. Il segretario Uspi speci ca che esiste un preciso impegno a portare avanti il discorso del contributo pubblico riformandolo anche per allargarlo a tutte le nuove tipologie di mezzi di comunicazione. “Però CCE Quotidiana La rassegna stampa in materia di informazione a questo punto il fondo, almeno nell’immediato, dovrebbe essere rifinanziato (sia per gli arretrati che anche per la continuazione nel 2015) e poi la continuazione dovrebbe aversi nella riforma. Questo rappresenta un valore di salvaguardia di pluralismo e occupazione, ma soprattutto pluralismo: il contributo pubblico si spiega perché in sua assenza i giornali sarebbero solo espressione di grandi potenze economiche come banche, multinazionali o centri d’interesse. Allora non sarebbe un vero pluralismo MC Quadrimestrale di analisi del settore della comunicazione informativo, ma i mezzi di comunicazione sarebbero in mano a soggetti forti che vogliono orientare il libero mercato. Il Governo ha invece ribadito il contrario”, prosegue Vetere. FOCUS EDICOLE Il momento dei fatti Liberalizzazione edicole. La Ora bisogna ri nanziare e riformare bene in modo che si possa continuare a lavorare. vittoria dei Sindacati e del Nell’immediato bisogna permettere a chi ha diritto al contributo pubblico di avere quello buon senso. In attesa della che gli spetta per non dover licenziare dipendenti o chiudere, e questo è un altro punto riforma… fondamentale in questo momento storico. Uspi: siti web Codice abbonamento: temuto che si iniziasse a pensare che il contributo non dovesse essere più erogato e che si lasciasse tutto al 061642 Governo e a quel punto non ci sarebbe una stampa libera. La cosa importante è questa: noi abbiamo Data EDITORIA.TV (WEB2) 26-02-2015 Pagina Foglio “Sono state poste le basi per un dialogo costruttivo - dichiara il segretario Uspi - però adesso a questi 2 / 2 Liberalizzazione edicole. impegni dovrà corrispondere l’azione del Governo, per cui ci aspettiamo di venire convocati ancora per Ecco come si è arrivati al portare avanti un lavoro comune sulla riforma dell’editoria”. Ma in realtà la riforma dovrebbe abbracciare testo del ddl tutto il settore della comunicazione (come già detto anche da Bagnardi, Zanotti e Calari) e un cambio di denominazione al fondo potrebbe dargli una nuova connotazione. “Ribadisco però che la cosa più importante è che il Governo abbia detto chiaramente che il contributo Crisi edicole, Francia. Nel pubblico va mantenuto. Questa è la base perché se ci fosse del non detto ci sarebbe da preoccuparsi. Il 2014 chiusi 950 punti Governo invece è uscito n da subito allo scoperto dichiarando di voler mantenere il principio e di voler vendita. Nonostante le lavorare insieme ad associazioni e federazioni di settore alla riforma. La chiarezza è molto importante, liberalizzazioni… tutto viene di conseguenza, la riforma, i nanziamenti… e non è certo poco. Penso e spero che a breve ci incontreremo di nuovo per continuare questo discorso”, conclude Francesco Vetere. Crisi edicole. Compri Commenta shampoo colorante e ricevi in omaggio le riviste Marie commenti Claire Pubblicato in: Editoria Liberalizzazioni edicole. Ecco la bozza del ddl che determinerà la chiusura della rete tradizionale dei Lascia un commento Al via Edicola Italiana. News online su tutti i supporti Nome ( obbligatorio ) Email ( obbligatorio; non sarà pubblicato ) Sito web #EDITORIA Tweets about "editoria" Invia il commento NOVITÀ EDITORIALI DOVE SIAMO Come finisce il libro. Contro la falsa democrazia dell’editoria digitale Da Gutenberg in poi, abbiamo immaginato il nostro progresso La pubblicità politica in tv Privacy Policy Contatti SERVIZI CCE Circolari Rassegna Stampa © 2015 Editoria.tv - CCE Società Cooperativa P. IVA 07447140638 Uspi: siti web Gerenza Codice abbonamento: 061642 La semplificazione del linguaggio politico in televisione ha ormai ridotto la comunicazione a semplici slogan che REDAZIONE
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