comunicato stampa ddl concorrenza

COMUNICATO STAMPA
Ddl Concorrenza, Stella (Confprofessioni): Pagano i cittadini e i professionisti
L'allarme di Confprofessioni: il mercato dei servizi professionali in mano alle
lobby dell'industria e delle banche
Milano, 24 febbraio 2015. “Non vedo alcun vantaggio per i cittadini, ma solo la volontà di trasferire
un'ampia fetta del mercato dei servizi professionali ai grandi gruppi industriali e alle banche”. Duro
il commento del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, al disegno di legge sulla
concorrenza varato lo scorso 20 febbraio dal Consiglio dei ministri. “Con la scusa di attaccare
presunte rendite di posizione, si vuole far credere ai cittadini che non avranno più vincoli e potranno
muoversi liberamente sull'asfittico mercato dei servizi professionali, ma il prezzo da pagare sarà
altissimo perché cadranno tutte quelle garanzie di imparzialità e terzietà che in tutta Europa
contraddistinguono la prestazione professionale”.
“Il tanto sbandierato interesse dei consumatori viene calpestato dalle nuove lenzuolate del governo
che, ancora una volta, mostra la sua totale approssimazione sul ruolo che i professionisti sono
chiamati a svolgere nei confronti dei cittadini” continua il presidente di Confprofessioni. “Il ddl
sulla concorrenza prevede di allargare le prestazioni professionali da una categoria all'altra, senza
considerare lo stato di crisi del comparto delle professioni. Siamo di fronte a una finta
liberalizzazione, perché il mercato sottostante sta crollando, nonostante l'ottimismo dei numeri
sbandierati dal governo”.
“Non siamo di fronte a una nuova stagione di liberalizzazioni, ma è in atto un vero e proprio
rovesciamento della realtà economica del Paese che punta al depauperamento sistematico del
sistema delle libere professioni e all'azzeramento di un sistema di garanzie per il cittadinoconsumatore che fino ad ora ha funzionato” conclude Stella. “La massificazione dei servizi
professionali, attraverso il massiccio ricorso al capitale, potrebbe recare un grave danno ai cittadini,
perché verrebbe meno quel controllo di legalità affidato al professionista a tutto vantaggio di chi
punta a mettere le mani sul mercato delle attività professionali. Non è questa la strada giusta, non
sono queste le liberalizzazioni che spingono avanti l'economia del Paese”.