Quaresima 2015

La Voce
Notiziario Parrocchiale della Comunità di Zanica
Quaresima
La Voce
Festivi
18.00 (vigilia) | 7.00 | 8.00 | 9.30 | 11.00 | 18.00
CAPANNELLE 18.30 (vigilia) | 10.00
Notiziario Parrocchiale
Della Comunità Di Zanica
Feriali
7.00
7.45
9.00
18.00
Lun | Ven
Mer
Lun | Mar | Gio | Ven | Sab
Lun | Mar | Mer | Gio | Ven
Anno 13 ‐ Numero 1
Quaresima 2015
Stampato in proprio
Capannelle
18.30* Mar | Mer
* Con il cambio dell’ora solare
la messa verrà anticipata alle 17.30
Sommario
Don Alberto 035. 67 10 29
Don Mattia 035. 305 89 53
Don Pietro 035. 67 50 63
Suore 035. 67 11 07
Oratorio 035. 67 05 58
www.parrocchiazanica.it
[email protected]
[email protected]
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Direttore Responsabile
Don Alberto Mascheretti
Grafica e impaginazione
Andrea Chimeri
Don Mattia Magoni
Redazione
Don Alberto Mascheretti
Ennio Locatelli
Fabrizio Colombelli
Marco Bassi
Valeria Ubbiali
Veronica Casanova
Don Mattia Magoni
Editoriale: Sinodo 2014 - terza parte
pag.
1
Costruiamo insieme il volto di Cristo:
Plasmati dall’Eucarestia
pag.
4
La Quaresima in Comunità
pag.
5
La Quaresima dei ragazzi
pag.
7
Invito alla lettura: Daniele
pag.
8
Il programma del Triduo
pag.
9
Consiglio Pastorale
pag. 12
Calendario di febbraio e marzo
pag. 14
Relazione economica della Comunità
anno 2014
pag. 18
Don Bosco di ieri & l’oratorio di Zanica oggi pag. 21
Dono di San Nicolo’
pag. 25
Campo Neve a Lizzola
pag. 26
Capodanno a Capannelle
pag. 30
Capodanno a Vienna
pag. 32
Programmazione cinema
pag. 36
Sito internet 2.0
pag. 37
Anagrafe
pag. 39
Continuando una lettura
condivisa nella nostra comunita'
“Le sfide pastorali
sulla famiglia
nel contesto
dell'evangelizzazione”
Continuiamo a leggere il documento finale steso
dai padri sinodali che sta girando nelle Conferenze
Episcopali di tutto il mondo.
L’intento come dicevamo è quello di accostarci
direttamente alle fonti, senza passare per mediazioni
(e a volte adulterazioni) massmediatiche, generando
un confronto condiviso in parrocchia.
Dopo l’INTRODUZIONE, ci accingiamo a commentare
la I parte. Riporteremo il testo nel carattere grafico che
qui compare e un commento in corsivo.
I Parte: L’ascolto: il contesto e le sfide sulla famiglia
Il contesto socio-culturale
Sinodo dei Vescovi
La rilevanza della vita affettiva
La sfida per la pastorale
(5-19 ottobre 2014)
PRIMA PARTE
Don Mario
L'ascolto.. il contesto
e le sfide sulla famiglia
Il contesto socio-culturale
5. Fedeli all’insegnamento di Cristo guardiamo alla
realtà della famiglia oggi in tutta la sua complessità,
nelle sue luci e nelle sue ombre. Pensiamo ai genitori,
ai nonni, ai fratelli e alle sorelle, ai parenti prossimi e
lontani, e al legame tra due famiglie che tesse ogni
matrimonio. Il cambiamento antropologico-culturale
influenza oggi tutti gli aspetti della vita e richiede un
approccio analitico e diversificato. Vanno sottolineati
prima di tutto gli aspetti positivi: la più grande libertà
di espressione e il migliore riconoscimento dei diritti
della donna e dei bambini, almeno in alcune regioni.
Ma d’altra parte bisogna egualmente considerare il
crescente pericolo rappresentato da un individualismo
esasperato, che snatura i legami familiari e finisce per
considerare ogni componente della famiglia
come un’isola, facendo prevalere in certi casi
l’idea di un soggetto che si costruisce secondo
i propri desideri, assunti come un assoluto. A
ciò si aggiunge anche la crisi della fede che ha
toccato tanti cattolici e che spesso è all’origine
delle crisi del matrimonio e della famiglia.
1
Commento: La prima annotazione è che la
famiglia non è riducibile al livello dei genitori,
ma s’inserisce all’interno di un intero familiado,
una rete educativa, un “intero villaggio”
di relazioni umane, di legami familiari. Di
conseguenza i padri rilevano i virus infestanti,
oggi capaci di far ammalare ogni rapporto.
Il primo di questi virus è l’individualismo
esasperato. Siamo intrisi del pensiero che
ciascuno ha diritto di dire, fare, decidere
della sua vita a prescindere dalle proprie
responsabilità e dalle conseguenze che queste
scelte avranno sulle persone che ci vivono
accanto. Che sia un padre, una madre, un figlio,
un nonno, una nonna, uno zio o un nipote non
importa perché il “diritto di seguire la propria
voglia” è un comandamento sacrosanto e
intoccabile.
Il secondo virus rilevato è la crisi della fede.
In questo contesto lo formulerei cosi: “Anche
Dio benedice la mia scelta e nessuna autorità
religiosa (vedi Chiesa) né civile ha diritto di
intromettersi nella mia vita”. Di conseguenza
sono il matrimonio e la famiglia che devono
adattarsi alle “mie” idee. Da qui la crisi.
6. Una delle più grandi povertà della cultura attuale
è la solitudine, frutto dell’assenza di Dio nella vita
delle persone e della fragilità delle relazioni. C’è
anche una sensazione generale di impotenza
nei confronti della realtà socio-economica, che
spesso finisce per schiacciare le famiglie. Così è
per la crescente povertà e precarietà lavorativa
che è vissuta talvolta come un vero incubo, o
a motivo di una fiscalità troppo pesante che
certo non incoraggia i giovani al matrimonio.
Spesso le famiglie si sentono abbandonate per il
disinteresse e la poca attenzione da parte delle
istituzioni. Le conseguenze negative dal punto di
vista dell’organizzazione sociale sono evidenti: dalla
crisi demografica alle difficoltà educative, dalla
fatica nell’accogliere la vita nascente all’avvertire
la presenza degli anziani come un peso, fino al
diffondersi di un disagio affettivo che arriva talvolta
alla violenza. È responsabilità dello Stato creare
le condizioni legislative e di lavoro per garantire
l’avvenire dei giovani ed aiutarli a realizzare il loro
progetto di fondare una famiglia.
2
7. Ci sono contesti culturali e religiosi che
pongono sfide particolari. In alcune società
vige ancora la pratica della poligamia e in
alcuni contesti tradizionali la consuetudine
del “matrimonio per tappe”. In altri contesti
permane la pratica dei matrimoni combinati. Nei
Paesi in cui la presenza della Chiesa cattolica è
minoritaria sono numerosi i matrimoni misti e di
disparità di culto, con tutte le difficoltà che essi
comportano riguardo alla configurazione giuridica,
al battesimo e all’educazione dei figli e al reciproco
rispetto dal punto di vista della diversità della fede.
In questi matrimoni può esistere il pericolo del
relativismo o dell’indifferenza, ma vi può essere
anche la possibilità di favorire lo spirito ecumenico e
il dialogo interreligioso in un’armoniosa convivenza
di comunità che vivono nello stesso luogo. In molti
contesti, e non solo occidentali, si va diffondendo
ampiamente la prassi della convivenza che precede
il matrimonio, o anche di convivenze non orientate
ad assumere la forma di un vincolo istituzionale. A
questo si aggiunge spesso una legislazione civile
che compromette il matrimonio e la famiglia. A
causa della secolarizzazione, in molte parti del
mondo il riferimento a Dio è fortemente diminuito
e la fede non è più socialmente condivisa.
Commento: Basti solo leggere le parole in
grassetto per rendersi conto della complessità
delle questioni in gioco a più livelli. Colpisce
come i padri sinodali abbiano un giudizio critico
forte sull’attenzione dello Stato circa “una
politica familiare” e su una legislazione civile.
Annotiamo che massmediaticamente c’è molto
spazio per “diritti di legami” che coinvolgono
una percentuale che è sì da tutelare, ma che è
veramente bassa rispetto al numero di famiglie
reali presenti in Italia.
8. Molti sono i bambini che nascono fuori dal
matrimonio, specie in alcuni Paesi, e molti quelli
che poi crescono con uno solo dei genitori o in
un contesto familiare allargato o ricostituito. Il
numero dei divorzi è crescente e non è raro il caso
di scelte determinate unicamente da fattori di
ordine economico. I bambini spesso sono oggetto
di contesa tra i genitori e i figli sono le vere
vittime delle lacerazioni familiari. I padri sono
spesso assenti non solo per cause economiche,
laddove invece si avverte il bisogno che essi
assumano più chiaramente la responsabilità per
i figli e per la famiglia. La dignità della donna ha
ancora bisogno di essere difesa e promossa. Oggi
infatti in molti contesti l’essere donna è oggetto di
discriminazione, e anche il dono della maternità
viene spesso penalizzato piuttosto che essere
presentato come valore. Non vanno neppure
dimenticati i crescenti fenomeni di violenza di cui
le donne sono vittime, talvolta purtroppo anche
all’interno delle famiglie, e la grave e diffusa
mutilazione genitale della donna in alcune culture.
Lo sfruttamento sessuale dell’infanzia costituisce
poi una delle realtà più scandalose e perverse della
società attuale. Anche le società attraversate dalla
violenza a causa della guerra, del terrorismo o
della presenza della criminalità organizzata vedono
situazioni familiari deteriorate, e soprattutto nelle
grandi metropoli e nelle loro periferie cresce il
cosiddetto fenomeno dei “bambini di strada”. Le
migrazioni inoltre rappresentano un altro segno
dei tempi da affrontare e comprendere, con tutto
il carico di conseguenze sulla vita familiare.
La rilevanza della vita affettiva
9. A fronte del quadro sociale delineato si riscontra
in molte parti del mondo e nei singoli un maggiore
bisogno di prendersi cura della propria persona,
di conoscersi interiormente, di vivere meglio
in sintonia con le proprie emozioni e i propri
sentimenti, di cercare relazioni affettive di qualità;
tale giusta aspirazione può aprire al desiderio di
impegnarsi nel costruire relazioni di donazione e
reciprocità creative, responsabilizzanti e solidali
come quelle familiari. Il pericolo individualista e il
rischio di vivere in chiave egoistica sono rilevanti.
La sfida per la Chiesa è di aiutare le coppie nella
maturazione della dimensione emozionale e
nello sviluppo affettivo attraverso la promozione
del dialogo, della virtù e della fiducia nell’amore
misericordioso di Dio. Il pieno impegno richiesto nel
matrimonio cristiano può essere un forte antidoto
alla tentazione di un individualismo egoistico.
10. Nel mondo attuale non mancano tendenze
culturali che sembrano imporre una affettività
senza limiti di cui si vogliono esplorare tutti i versanti,
anche quelli più complessi. Di fatto, la questione
della fragilità affettiva è di grande attualità:
un’affettività narcisistica, instabile e mutevole
che non aiuta sempre i soggetti a raggiungere una
maggiore maturità. Preoccupa una certa diffusione
della pornografia e della commercializzazione del
corpo favorita anche da un uso distorto di internet,
e va denunciata la situazione di quelle persone
che sono obbligate a praticare la prostituzione. In
questo contesto, le coppie sono talvolta incerte,
esitanti e faticano a trovare i modi per crescere.
Molti sono quelli che tendono a restare negli stadi
primari della vita emozionale e sessuale. La crisi
della coppia destabilizza la famiglia, e può arrivare
attraverso le separazioni e i divorzi a produrre
serie conseguenze sugli adulti, i figli e la società,
indebolendo l’individuo e i legami sociali. Anche
il calo demografico, dovuto ad una mentalità
antinatalista e promosso dalle politiche mondiali
di salute riproduttiva, non solo determina una
situazione in cui l’avvicendarsi delle generazioni
non è più assicurato, ma rischia di condurre nel
tempo a un impoverimento economico e a una
perdita di speranza nell’avvenire. Lo sviluppo delle
biotecnologie ha avuto anch’esso un forte impatto
sulla natalità.
Commento: La crisi della famiglia è crisi di
coppia e la crisi di coppia ha a che fare con
immaturità affettiva, emozionale e sessuale
della persona adulta stessa. Quando l’adulto
diventa adulto oggi?
La sfida per la pastorale
11. In questo contesto, la Chiesa avverte la necessità
di dire una parola di verità e di speranza. Occorre
muovere dalla convinzione che l’uomo viene da Dio
e che, pertanto, una riflessione capace di riproporre
le grandi domande sul significato dell’essere uomini
possa trovare un terreno fertile nelle attese più
profonde dell’umanità. I grandi valori del matrimonio
e della famiglia cristiana corrispondono alla ricerca
che attraversa l’esistenza umana, anche in un
tempo segnato dall’individualismo e dall’edonismo.
Occorre accogliere le persone con la loro esistenza
concreta, saperne sostenere la ricerca, incoraggiare
il desiderio di Dio e la volontà di sentirsi pienamente
parte della Chiesa anche in chi ha sperimentato il
fallimento, o si trova nelle situazioni più disparate.
Il messaggio cristiano ha sempre in sé la realtà e
la dinamica della misericordia e della verità, che in
Cristo convergono.
Commento: “La Chiesa è luogo e segno della
permanenza di Gesù Cristo nella storia”. Anche
nel suo compito educativo, come in tutto ciò che
essa è e opera, attinge da Cristo e ne diventa
discepola, seguendone le orme grazie al dono
dello Spirito Santo. La nostra azione educativa
deve «riproporre a tutti con convinzione questa
‘misura alta’ della vita cristiana ordinaria: tutta
la vita della comunità ecclesiale e delle famiglie
cristiane deve portare in questa direzione».
Siamo nel mondo con la consapevolezza di
essere portatori di una visione della persona,
che esaltandone la verità, la bontà e la bellezza,
è davvero alternativa al sentire comune”. (cfr.
Educare alla vita buona del Vangelo, CEI, 2010).
La prossima volta, ci confronteremo su: II Parte. Lo
sguardo su Cristo: il Vangelo
della famiglia
3
Costruiamo insieme
il volto di Cristo
Plasmati
dall'Eucarestia
Il vostro Parroco Don Alberto
4
La Messa, buona abitudine per alcuni, fatica da assolvere
per altri, pratica ininfluente per molti, desiderio per
pochi, eppure l’Eucarestia - preferiamo chiamarla così
- è fonte e culmine dell’esperienza cristiana, della vita
della comunità stessa.
Tante volte ne abbiamo parlato, tuttavia continua
a rimanere una pratica molto difficile da capire e da
vivere. Il motivo c’è ed è da ricercare nel fatto che
nell’Eucarestia si celebra un MISTERO, si celebra il
mistero di Dio che invita l’uomo a sedersi a mensa con
Lui, dove il cibo è Cristo stesso che alimenta la vita
dell’uomo perché l’immagine di Dio impressa nella
creatura diventi sempre più evidente nella vita.
Se da un lato l’Eucarestia è un mistero perché Dio si
chiama in causa, dall’altro è quanto di più umano possa
esserci, perché quei riti che lì si compiono sono i riti
della vita di ogni uomo. Accogliere, sedersi a tavola,
chiedere perdono, lodare, ascoltare e rispondere,
offrire, ringraziare, fare memoria, sacrificare,
pregare, rappacificare, fare comunione sono pratiche
profondamente umane. Troppo spesso però sono
disattese e non sempre ricercate e desiderate, a scapito
della qualità della vita e forse, proprio per questo, sono
difficilmente riconoscibili nell’Eucarestia.
Nell’Eucarestia l’esperienza umana che si celebra viene
restituita, esaltata, rinnovata, purificata dalla presenza
dello Spirito del Risorto, che ci permette di dilatare la
nostra esistenza assumendo i tratti dell’umanità di Gesù.
È necessario sdoganarci da un’idea semplicemente
devozionale o emotiva o legata principalmente al
suffragio dei defunti. È certo vero che nella celebrazione
dell’Eucarestia concorrono anche questi aspetti,
ma è riduttivo e terribilmente impoverente ridurre
l’Eucarestia a questo.
Recidere il legame che tiene legata la vita all’Eucarestia
e l’Eucarestia alla vita vuol dire, in sostanza, dichiarare
che siamo sì disposti ad incontrare il Signore, purché
non turbi e non stravolga la nostra quotidianità, purché
quel sederci a mensa con Lui, quei gesti che celebriamo
non mettano troppo in crisi la verità degli stessi gesti che
compiamo nella vita. Come se avessimo a dire: “cristiani
sì, ma non troppo” oppure “a mensa con il Signore sì, ma
senza troppa confidenza, poi ognuno torni a casa sua”.
Nell’Eucarestia il Signore per primo si mette in gioco: ci
accoglie, ci lava i piedi, spezza il pane (vale a dire il Suo
Corpo), versa il vino (vale a dire il Suo Sangue), la Sua
stessa vita, lo fa Lui per primo e solo perché lo ha fatto
Lui ci chiede di fare altrettanto per avere la pienezza di
vita, per salvare la vita.
È proprio questo profondo legame tra celebrazione
e vita che intendiamo approfondire nel continuare il
percorso di formazione comunitaria con la tappa dei
Venerdì di Quaresima. A tutti l’invito a partecipare
perché l’Eucarestia non sia abitudine, fatica da
assolvere, pratica ininfluente, ma desiderio e fonte di
vita personale e comunitaria che assume i tratti di Gesù.
Spezziamo il pane nell’Eucarestia e lo
condividiamo nella Vita
Come ogni anno intendiamo apprestarci a vivere la
Quaresima in modo serio e responsabile perché sia
occasione di conversione del cuore, delle pratiche di
fede – in particolare dell’Eucarestia - e delle azioni che
caratterizzano la vita.
Un progetto sicuramente ambizioso che ha dei momenti
suoi propri. Papa Francesco li definisce così:
La Quaresima
in comunita'
Il vostro Parroco Don Alberto
“Il primo elemento è la preghiera. La preghiera
è la forza del cristiano e di ogni persona credente.
Nella debolezza e nella fragilità della nostra vita, noi
possiamo rivolgerci a Dio con fiducia di figli ed entrare
in comunione con Lui. Dinanzi a tante ferite che ci fanno
male e che ci potrebbero indurire il cuore, noi siamo
chiamati a tuffarci nel mare della preghiera, che è il
mare dell’amore sconfinato di Dio, per gustare la sua
tenerezza. La Quaresima è tempo di preghiera, di una
preghiera più intensa, più prolungata, più assidua,
più capace di farsi carico delle necessità dei fratelli;
preghiera di intercessione, per intercedere davanti a
Dio per tante situazioni di povertà e di sofferenza.
Il secondo elemento qualificante del cammino
Quaresimale è il digiuno. Dobbiamo stare attenti a
non praticare un digiuno formale, o che in verità ci
“sazia” perché ci fa sentire a posto. Il digiuno ha senso
se veramente intacca la nostra sicurezza, e anche se ne
consegue un beneficio per gli altri, se ci aiuta a coltivare
lo stile del Buon Samaritano, che si china sul fratello in
difficoltà e si prende cura di lui. Il digiuno comporta la
scelta di una vita sobria, nel suo stile; una vita che non
spreca, una vita che non “scarta”. Digiunare ci aiuta ad
allenare il cuore all’essenzialità e alla condivisione. È un
segno di presa di coscienza e di responsabilità di fronte
alle ingiustizie, ai soprusi, specialmente nei confronti
dei poveri e dei piccoli, ed è segno della fiducia che
riponiamo in Dio e nella sua provvidenza.
Terzo elemento, l’elemosina: essa indica la gratuità,
perché nell’elemosina si dà a qualcuno da cui non
ci si aspetta di ricevere qualcosa in cambio. La
gratuità dovrebbe essere una delle caratteristiche del
cristiano, che, consapevole di aver ricevuto tutto da
Dio gratuitamente, cioè senza alcun merito, impara a
donare agli altri gratuitamente. Oggi spesso la gratuità
non fa parte della vita quotidiana, dove tutto si vende e
si compra. Tutto è calcolo e misura. L’elemosina ci aiuta
a vivere la gratuità del dono, che è libertà dall’ossessione
del possesso, dalla paura di perdere quello che si ha,
dalla tristezza di chi non vuole condividere con gli altri
il proprio benessere”.
In particolare noi cercheremo di
approfondire e di cogliere lo stretto
legame che esiste tra Eucarestia e
5
Vita, e tra Vita ed Eucarestia: già lo slogan della
Quaresima annuncia questo nostro intento.
I venerdì di Quaresima, le precisazioni liturgiche
durante le domeniche di Quaresima sui vari
momenti della celebrazione eucaristica, un
piccolo sussidio di preghiera in famiglia, la
disponibilità a spezzare il nostro “pane” con chi
I venerdì di Quaresima:
PLASMATI DALL'EUCARESTIA
Mercoledì 18 febbraio Mercoledì delle CENERI
IMPOSIZIONE DELLE CENERI
Venerdì 27 febbraio Prima settimana
I riti di accoglienza
Attesi, accolti e riconciliati… e nella vita?
Venerdì 6 marzo Seconda settimana
La liturgia della Parola
Senza ascolto profondo non ci sono risposte
buone
Venerdì 13 marzo Terza settimana
L’offertorio
Pane e vino frutto della terra e del lavoro umano
Pane, terra, lavoro cosa ne facciamo?
Venerdì 20 marzo Quarta settimana
La preghiera eucaristica
Sacrificio, memoria, affidamento
Venerdì 27 marzo Quinta settimana
I riti di comunione e di congedo
Andate in pace… ma con quale pace
6
è nel bisogno saranno i segni evidenti del nostro
cammino Quaresimale.
Il segno che troveremo in chiesa: un grande pane
è il simbolo del pane eucaristico e del pane delle
nostre tavole. L’invito è a spezzarlo seguendo
l’esempio di Gesù, nell’offerta delle azioni
quotidiane e nella condivisione del nostro digiuno
e delle nostre rinunce con chi è nel bisogno.
h.20.30 in chiesa
Consegna del Cammino Quaresimale
h.20.30 in chiesa
Don Claudio Visconti
Direttore della Caritas diocesana di Bergamo
h.20.30 in chiesa
Don Ezio Bolis
Docente alla Facoltà teologica dell’Italia sett.
Direttore della Fondazione Giovanni XXIII
h.20.30 in chiesa
Don Cristiano Re
Direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale
e del lavoro della diocesi di Bergamo
h.20.30 in chiesa
Don Ezio Bolis
Docente alla Facoltà teologica dell’Italia sett.
Direttore della Fondazione Giovanni XXIII
h.20.30 in chiesa
Don Mario Della Giovanna
Vice Direttore dell’Ufficio per l’Insegnamento
della religione Cattolica della Diocesi di
Bergamo
SPEZZAVANO IL PANE: UNA TAVOLA PER GESÙ
Il tema di questa Quaresima-Pasqua invita tutta la Diocesi a mettere
al centro la celebrazione dell’Eucarestia, cogliendone anche quegli
aspetti concreti, umani e quotidiani che la legano alla vita di ciascuno.
Sarà quindi l’immagine della tavola a farci compagnia in questi 40
giorni: la tavola è il luogo che serve per mangiare, per mangiare
come mangiano gli uomini, alzando il cibo da terra, perché ci si nutre
davvero solo quando si mangia con gli occhi alti, non concentrati
solo sulla propria fame, ma capaci di incontrare quelli degli amici
seduti accanto a noi. Il cibo condito di sguardi e di parole che
nascono quando ci si siede insieme a tavola diventa nutrimento
non solo per il corpo, ma anche per l’anima, si svela sorgente di
relazioni, di fraternità, di condivisione, di attenzione agli altri e ai
nostri sprechi. D’altronde, anche Gesù, le cose più grandi le ha fatte
sedendosi a tavola!
ELEMENTARI E MEDIE
La Quaresima
dei ragazzi
Don Mattia
Le proposte della Quaresima per i ragazzi vanno quindi in questa
direzione: dare valore alla tavola significa fare spazio con ancora più
partecipazione convinzione a quella tavola attorno a cui i cristiani
si riuniscono per spezzare il pane.
La Celebrazione Eucaristica della Domenica alle 9.30 diventa
l’appuntamento cardine a cui tutti sono invitati, da dove trae il suo
spunto il cammino condiviso e comunitario… La Pasqua vissuta e
preparata da soli non è Pasqua!
E il gusto del ritrovarsi si prolunga nella preghiera: tutti i ragazzi delle
elementari e delle medie sono chiamati alla preghiera del venerdì
pomeriggio alle 16.45 in Chiesa.
Da questa tavola prende poi forza la voglia di rendere anche la tavola
di casa nostra luogo di condivisione bella e profonda come quella
dell’Eucarestia: la preghiera personale di quest’anno consiste nel
curare la preghiera di benedizione della tavola; è l’occasione in cui
la famiglia si riunisce e – in un momento seppur breve – si prende
però l’occasione di incontrare il Signore e di sentirlo ospite familiare
alla propria mensa. Questa cura della momento in cui si mangia
chiede di gustare la bellezza di questo gesto così quotidiano e di
allargare la nostra tavola perché sia ospitale anche di chi è meno
fortunato: ai ragazzi viene chiesto di costruirsi il loro salvadanaio
della quaresima per raccogliere il frutto delle loro piccole rinunce,
quelle che vengono dalla scelta di allargare lo sguardo e di non
fermarsi al proprio ombelico.
ADOLESCENTI E GIOVANI
7
La proposta ai più grandi vede come importante il momento della
preghiera prima del martediado, che diventa l’occasione anche per
vivere la dimensione di attenzione alla carità e ai bisogni degli altri.
Rimane poi la proposta della cena povera e della lectio divina
condivisa in oratorio, il mercoledì dalle 19.00 alle 20.45: è
l’occasione per masticare insieme un po’ meno cibo e un po’ più di
Parola di Dio, lasciando che l’incontro con il Signore– sempre un po’
difficile, ma soprattutto a quest’età – possa passare dal mettersi in
gioco e dal lasciare che insieme nascano alcune domande.
Roba da mangiare per l’anima non manca: il resto lo fa l’appetito!
Buona Quaresima a tutti!
Contenuti
invito alla lettura
Libro
di Daniele
Nella Bibbia ebraica, il libro di Daniele non è collocato tra
i Profeti, ma tra gli Altri Scritti (Ketubìm). Il testo è redatto
ora in ebraico (1,1-2,4a; 8,1-12,13), ora in aramaico (2,4b7,28); non si è ancora trovata una spiegazione pienamente
convincente per questa presenza delle due lingue. Nella prima
parte del libro (cc. 1-6), si narrano le vicende di un gruppo di
giovani ebrei, tra cui spicca Daniele, presso la corte babilonese
e persiana. Nella seconda parte (cc. 7-12) si hanno delle visioni
piene di simboli, che appartengono al genere “apocalittico”.
Nelle antiche versioni greche dei LXX si trova infine anche una
terza parte, composta da racconti diversi (cc. 13-14). Questa
terza parte, che manca nel testo ebraico usato in sinagoga,
appartiene agli scritti deuterocanonici; così anche la preghiera
di Azaria e il cantico dei tre giovani nella fornace (3,24-90). Il
libro può essere suddiviso così:
Daniele e i giovani ebrei alla corte del re (1,1-6,29)
Visioni di Daniele (7,1-12,13)
Susanna, Bel e il drago (13,1-14,42).
Le caratteristiche
Benché si presenti come scritto in Babilonia, all’epoca
babilonese-persiana (VI-V sec. a.C.), in realtà il libro di Daniele
è stato composto al tempo della persecuzione di Antioco IV
Epìfane, rispecchia il clima di quell’epoca e ne testimonia la fede.
Sia con i racconti, sia con le visioni, il libro di Daniele proclama
il dominio assoluto di Dio nelle vicende storiche del mondo e
la sua sollecitudine per coloro che credono in lui. Deve essere
smascherato l’orgoglio del potere umano, che pretende di
porsi come punto di riferimento assoluto; con questa pretesa,
l’autorità politica diventa una potenza di male, si oppone alla
realizzazione dei disegni divini e, in tal modo, provoca la propria
rovina. Nel libro vengono esaltate le virtù del credente: Daniele
è modello di fede, di preghiera, di giustizia, di sapienza; egli
riconosce le proprie doti come doni di Dio. Vi si nota anche una
certa ironia nei confronti dei culti idolatrici.
L’origine
Il nome “Daniele” richiama quello di un personaggio leggendario,
esempio proverbiale di giustizia e di sapienza, ricordato sia nella
Bibbia (Ez 14,14.20; 28,3) sia nei testi di Ugarit, risalenti al II
millennio a.C. Tra le due figure vi è però solo un’identità di nome
(con una leggera variante nella loro grafia nel testo ebraico).
Il libro di Daniele, infatti, nella sua redazione finale risale al II
sec. a.C., al periodo delle persecuzioni compiute dal re di Siria
Antioco IV e delle lotte maccabaiche. Ne sono destinatari Ebrei
di quell’epoca, sottoposti a persecuzione e, a volte,
costretti sotto minaccia di morte a rinnegare la propria
fede. A costoro vengono presentati racconti esemplari
e visioni profetiche, nelle quali la storia passata è
riproposta in chiave simbolica, per aprire l’animo alla
speranza. Sono così invitati a rimanere saldi nella fede,
anche di fronte alle minacce di morte, perché Dio non
abbandona i giusti che confidano in lui.
8
IL SOLENNE
APPARATO
DEL TRIDUO
della Chiesa
Parrocchiale San
Nicolo' a Zanica
Relazione redatta da Maura Vezzali
con riferimenti da “Il disegno dei Tridui”
di Ivana Passamani Bonomi
L’impianto architettonico decorativo è presumi‐
bilmente ispirato, per la sua realizzazione, alla
titolazione della Parrocchiale stessa: “a Dio On‐
nipotente e Sommo” (O.D.M.), che si esprime
anche con la statua in marmo bianco di Carrara
posta al sommo dell’altare maggiore rappresen‐
tante Cristo Redentore.
Nella terza domenica di Quaresima è consuetu‐
dine celebrare a Zanica la conclusione del Triduo
dei Morti attraverso un allestimento ottocente‐
sco di spiccato gusto barocco. La struttura poggia
sull’altare con una base continua anche oltre i lati
dello stesso, poi si erge verticalmente masche‐
rando l’intera zona absidale.
Nella parte centrale una serie di colonne simulano
un tempio, al cui interno si sviluppa un oculo
centrale. In questo spazio regolare, profondo
circa cm. 80, viene collocato l’ostensorio con
l’Ostia Consacrata. Da esso, su tre piani di
profondità, partono dei raggi con tre diverse
colorazioni luminose (chiaro riferimento allo
schema dantesco del paradiso).
L’appariscente raggiera (con un diametro di 3,5
metri circa) è sormontata da una corona sorretta da
angeli. Questa parte centrale fu realizzata nel 1851
dall’intagliatore Giovanni Carminati di Spirano usando
legno poi dipinto con toni che si integrassero con la
cromia dell’altare in marmo, previlegiando la doratura
per esaltare il senso di regalità e magnificenza che
doveva permeare la costruzione.
Ai lati si osservano costruzioni lignee di volute comprese
in una formula piramidale, al cui centro due eleganti
statue si presentano con elementi che l’iconografia
ci porterebbe a identificare nelle virtù teologali della
Speranza (àncora) e della Fede (calice). Queste parti
laterali furono realizzate nel 1853 dall’intagliatore Agosti
completando lo scenario della macchina del Triduo di
Zanica.
In origine la composizione era illuminata da lumini
posti nei fori, volutamente realizzati nella struttura
lignea, e da candele poste in candelabri di varie altezze.
L’accensione del tutto richiedeva una severa attenzione
da parte dei sagrestani.
L’intera struttura verticale necessitava di ponteggi
retrostanti che andavano a gravare sulla zona absidale.
Inoltre erano previsti dei piani raggiungibili con scale
a pioli, questo sia per operare ad elevare le varie parti
del complesso scenografico, sia per poi concretamente
raggiungere le zone da illuminare , sia per collocare
l’ostensorio durante le funzioni.
All’inizio del 1900 si provvide alla sostituzione delle
candele in cera con un ricco impianto d’illuminazione
elettrica che nel tempo venne intensificato in luminosità
e colori. Alcuni Zanichesi amano ancora ricordare la
suggestiva ricchezza di luci e colori evidente fino agli
anni ‘60.
Lo sfondo dell’apparato del Triduo è uniformato da un
ampio telo detto postergale, originariamente di raso di
seta rosso, oggi più adeguatamente in tessuto ignifugo,
trattenuto da un baldacchino con frange dorate. La
coreografia in passato continuava nella navata centrale
con l’estensione, dall’alto del cornicione, di pesanti
panneggi in velluto trattenuti da cocche dorate e
argentate. Dall’alto scendevano voluminosi lampadari
con gocce e con bottoni di vetro, inoltre venivano
regolarmente intervallati dei lucernari d’argento
intarsiati. Un’oggettistica ricca e impegnativa sia
nell’allestirla ma ancor più nel conservarla, per cui nel
tempo, anche per ragioni di sicurezza, è stata dismessa.
Nel 1975 circa il profondo stato di deterioramento sia
dell’impianto elettrico sia delle zone di giunzione dei
vari pezzi che erano legati con viti e chiodi, inoltre la
considerazione dei danneggiamenti subiti nel tempo
dalle opere lignee e dalle tele poste nella zona absidale,
portarono a concrete riflessioni sul futuro dell’impianto
scenografico del Triduo dei Morti.
La solidarietà e l’impegno dei fedeli
hanno sostenuto e consentito il
restauro dell’apparato.
9
I vari segmenti lignei sono stati adattati in modo da consentire un montaggio a
incastro più veloce e sicuro, inoltre l’intera struttura architettonica si autosostiene
essendo stato modificato il ponteggio retrostante che non va a premere né sul
Coro né sulle preziose tele ottocentesche.
Dal 1990 circa l’impianto elettrico è stato ridimensionato nella luminosità, diviso
in settori e messo a norma. L’intero apparato è alto 11 m. ed è illuminato da circa
800 lampadine e da una serie di candele a cera poste nella zona più bassa.
L’ostensorio che viene esposto è in argento cesellato di fine fattura settecentesca,
acquistato dalla parrocchia di S. Alessandro in Bergamo. Durante l’ultimo restauro
è stato introdotto un marchingegno costituito da una colomba in acciaio che
scendendo dispiega le ampie ali e la coda a coprire l’ostensorio posizionato al
centro della raggiera. Il congegno manovrato da una cordicella, si ricompone e
viene sollevato lasciando visibile l’Ostia Consacrata.
Il montaggio dell’apparato, ad oggi, viene realizzato da un gruppo di 10-15 persone,
volontari manovali, falegnami, elettricisti, che si rendono disponibili per circa due
settimane. Ad Essi, per tradizione, il parroco offre un “invito di riconoscenza”.
Il Triduo dei Defunti è un evento di preghiera a suffragio per le anime purganti
e di riflessione e di adorazione Eucaristica nel contesto della Quaresima ed in
preparazione della Santa Pasqua di Cristo
10
APPUNTAMENTI DI PREGHIERA
VENERDI 6 MARZO
7.45 S. Messa segue Esposizione del Santissimo Sacramento
Adorazione personale
9.00 Preghiera delle lodi
S. Messa - Adorazione personale
9.20 15.30 Adorazione scuole medie
Adorazione scuole elementari
16.30 17.00 Adorazione comunitaria adulti
20.00 Ufficio funebre per i defunti del mese di marzo
20.45 Incontro “venerdì di Quaresima”
SABATO 7 MARZO
9.00 Preghiera delle lodi
9.20 S. Messa Esposizione del Santissimo Sacramento - Adorazione personale
Adorazione personale
15.00 16.30 Adorazione comunitaria adulti
Vespri
17.30 18.00 S. Messa solenne - ricordiamo i defunti dell’anno 2013-14
DOMENICA 8 MARZO
15.00 Esposizione del Santissimo Sacramento
Adorazione personale
Adorazione comunitaria adulti
16.30 17.30 Vespri
S. Messa solenne - ricordiamo tutti i defunti 18.00 Solenne Benedizione eucaristica a conclusione del Triduo
11
Luogo: Oratorio San Giovanni Bosco
Presenti: Dionisia Poma, Giuseppe Rampinelli, Mauro
Falbo, Giusy Bonacina, Elena Merigo, Maria Castelli,
Claudia Facchinetti, Sara Moioli, Davide Zucchi, Monica
Locatelli, Giancarlo Castelli, Paolo Cortinovis, Franco
Arzuffi, Domenico Piatti, Don Alberto Mascheretti, Don
Mattia Magoni.
Sono presenti anche i membri del Consiglio dell’Oratorio.
Consiglio Pastorale
Assenti Giustificati: Don Pietro Scolari, Chiara Patelli,
Stefano Ferrari, Marta Rossi, Don Mario Della Giovanna,
Suor Donata Benini.
Ordine del Giorno:
1. Preghiera iniziale
Verbale 14
Gennaio 2015
2. Presentazione del Progetto dell’Oratorio a cura del
Consiglio dell’ Oratorio
3. Comunicazione componenti Commissioni Liturgia,
Carità, Iniziazione Cristiana e prossimi impegni
4. Condivisione linee giuda della Lettera del Vescovo
5. Varie ed eventuali
Inizio dei lavori: ore 20.45, con la preghiera iniziale.
Si approva all’unanimità il verbale della precedente
seduta.
Don Mattia introduce il secondo punto all’ordine del
giorno: presentazione del Progetto dell’Oratorio (allegato
1) a cura dei membri del Consiglio dell’Oratorio. Dopo
sua lettura ed argomentazione, don Alberto sottolinea
come il progetto esplichi una specifica attenzione sui
ragazzi e come questo cammino sia sì per loro, ma
necessiti anche l’aiuto degli adulti nel suo espletamento.
Questo compimento richiederà fatica, ma sarà una bella
sfida.
Il lavoro svolto potrebbe essere definito come un
“Progetto a cipolla” con cinque strati, dove l’ultimo strato
– il più interno - cerchi di far comprendere che uomini
e donne vogliono essere i nostri ragazzi. Essere uomini
e donne autentici è uno dei tesori del cristianesimo, è
la valorizzazione dell’uomo.
12
Un elemento emerso nella scrittura del testo riguarda la
presa di coscienza della variabilità del curato, la certezza
del cambiamento della guida dell’oratorio e quindi la
necessità di creare una trasversalità nella comunità che
permetta di guardare “oltre”: oltre il curato odierno e
le persone che oggi vivono l’oratorio, permettendo alle
future generazioni di prendere spunto da ciò che è stato
prodotto in passato come base, spunto di riflessione
per il loro presente.
Il Progetto non ricalca nessun modello predefinito,
perché un modello può deludere e l’unico modello
da seguire è il Signore. È la comunità da cui dipende
la qualità della testimonianza, è il tempo che l’adulto
spende in oratorio che fa la differenza definibile da
un certo modo di essere adulto, di fare volontariato.
Quando il volontario svolge un qualsiasi servizio
in oratorio, in quel momento rappresenta il volto
dell’oratorio e quindi il modello da seguire. Il presentarsi
per quello che si è nella propria quotidianità, con pregi
e difetti, è frutto di un passato che ha permesso la
realizzazione di un bagaglio personale di esperienze
che ognuno custodisce. Fra le ricchezze dell’oratorio ci
sono le relazioni interpersonali: tra gli adulti deve valere
il principio della complementarietà e non dell’assoluto.
La meta finale, ossia la possibilità di diventare Uomini e
Donne, esprime l’immagine che Dio ha espresso dentro
ognuno di noi che è quella di vivere pienamente la
nostra umanità.
Il progetto dà un contributo significativo alla formazione
della comunità, perché permette di costruire sempre di
più una comunità fatta di persone che si esprimono con
il volto di Uomini e Donne, grazie a modalità consolidate
e nuove proposte.
Spetta al Consiglio Dell’Oratorio la declinazione concreta
del progetto, anche se non sarà semplice perché
certi aspetti saranno da sviluppare e approfondire. Si
esortano perciò i membri del CPP ad inviare eventuali
commenti in merito.
Il documento non deve essere considerato come un
programma, ma come uno strumento con cui si può
leggere ciò che è proposto: non è una frontiera che
divide “il vecchio” dal “nuovo”, è uno strumento per
capire se l’oratorio c’è ed è vivo.
Ogni giorno l’oratorio deve prendere delle decisioni
in diversi ambiti, e un conto è decidere al momento
partendo da una considerazione puramente personale
del sacerdote, un conto è decidere supportati da uno
scritto. Il Progetto dell’Oratorio è uno strumento per
discernere.
Il consiglio prosegue con la rilettura da parte di Don
Mattia della Lettera del Vescovo (allegato 2) e della
condivisione dell’avvio delle commissioni riguardanti:
Liturgia, Carità, Iniziazione Cristiana e famiglia.
La seduta è tolta alle 23:04
La segretaria
Il presidente
13
Febbraio
2015
1 DOM
Settimana di Don Bosco Dono S.Nicolò
15:00 SPETTACOLO DON BOSCO + GARA TORTE
17:00 Adorazione, vespro, benedizione eucaristica
2 LUN
TU GHEDAR
3 MAR
20:45 Incontro Adulti A.C.
20:45 Incontro formazione vicariale (St.Az.Za)
MartedìAdo
4 MER
15:30-18:30 Centro Primo Ascolto St.Az.Za
20:30 Incontro redazione notiziario parrocchiale “La Voce”
5 GIO
TU GHEDAR
6 VEN
7:30; 11:00 Adorazione Eucaristica
9:00-12:00 Centro Primo Ascolto St.Az.Za
17:00 Adorazione Eucaristica
Gruppo Giovani
7 SAB
8 DOM
9 LUN
10 MAR
14
14:00 Laboratori Creativi elementari/medie
16:00 Battesimi
20:30 4° Incontro Giovani Coppie
Presentazione bilancio economico alla comunità
Carnevale con frittelle a Capannelle Spettacolo burattini
TU GHEDAR
20:00 Ufficio Comunitario
20:45 Incontro formazione vicariale (St.Az.Za)
MartedìAdo
11 MER
B.V. DI LOURDES - GIORNATA DEL MALATO
15:30-18:30 Centro Primo Ascolto St.Az.Za
17:30 Vespri
18:00 Santa Messa
12 GIO
20:00 Ufficio Comunitario Capannelle
TU GHEDAR
13 VEN
9:00-12:00 Centro Primo Ascolto St.Az.Za
20:45 Incontro Genitori Gruppo CAFARNAO
14 SAB
9:00-11:00 Centro Primo Ascolto Stazza
Festa di Carnevale 3a media e adolescenti Stazza
15 DOM
GIORNATA DEL SEMINARIO
9:00 Ritiro coppie in preparazione al matrimonio
9:30-12:00 Gruppo BETLEMME - Laboratorio Liturgico
con i genitori
17:00 Adorazione, vespro, benedizione eucaristica
Carnevale sfilata
16 LUN
20:30 Incontro confratelli
17 MAR
14:30 Incontro sacerdoti della parrocchia
20:45 Incontro Adulti A.C.
MartedìAdo
18 MER
MERCOLEDI’ DELLE CENERI - Inizio del Cammino Quaresimale
Le ceneri verranno imposte durante le messe: 9:20, 18, 20 in
Parrocchia, 17:30 Capannelle.
16:45 Celebrazione delle ceneri: materna, elementari e medie
19 GIO
15:00 Confessioni Medie
20:45 Incontro Genitori Gruppo GERICO
TU GHEDAR
20 VEN
9:00-12:00 Centro Primo Ascolto St.Az.Za
16:45 Confessioni Gruppo GERUSALEMME
21 SAB
9:00 Consiglio Pastorale Vicariale
20:30 4° Incontro in preparazione al matrimonio
22 DOM
PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA
17:00 Adorazione, vespro, benedizione eucaristica
Animazione per bambini a Capannelle
23 LUN
20.45 Consiglio dell’ Oratorio
TU GHEDAR
24 MAR
9:20 S. Messa e formazione
MartedìAdo
25 MER
15:30-18:30 Centro Primo Ascolto St.Az.Za
19:00 Cena povera e lectio per adolescenti e giovani in oratorio
Gruppo Giovani
26 GIO
20:45 Incontro Genitori Gruppo CORINTO
TU GHEDAR
27 VEN
9:00-12:00 Centro Primo Ascolto St.Az.Za
16:45 Preghiera Elementari/Medie
20:45 I Venerdì di Quaresima - Incontro formazione
28 SAB
20:30 5° Incontro in preparazione al matrimonio
15
Marzo
2015
16
1 DOM
SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA Dono S.Nicolò
9:30 Gruppo NAZARET - RINNOVO PROMESSE
10:30 Gruppo NAZARET - FAMILY DAY
2 LUN
TU GHEDAR
3 MAR
9:20 S. Messa e formazione
MartedìAdo
4 MER
15:30-18:30 Centro Primo Ascolto St.Az.Za
19:00 Cena povera e lectio per adolescenti e giovani in oratorio
Gruppo Giovani
5 GIO
TU GHEDAR
6 VEN
TRIDUO DEI MORTI
9:00-12:00 Centro Primo Ascolto St.Az.Za
16:45 Preghiera Elementari/Medie
20:00 Ufficio Comunitario
20:45 I Venerdì di Quaresima - Incontro formazione
7 SAB
TRIDUO DEI MORTI
18:00 Messa Solenne
20:30 6° Incontro in preparazione al matrimonio
8 DOM
TRIDUO DEI MORTI - TERZA DOMENICA DI QUARESIMA
9:30-12:00 Gruppo BETLEMME - Laboratorio Liturgico con i genitori
18:00 Messa Solenne con benedizione Eucaristica
Festa della donna a Capannelle
9 LUN
16:45 Gruppo GERICO - BAMBINE - Prova veste bianca
TU GHEDAR
10 MAR
9:20 S. Messa e formazione
16:45 Gruppo GERICO - BAMBINI - Prova veste bianca
MartedìAdo
11 MER
15:30-18:30 Centro Primo Ascolto St.Az.Za
19:00 Cena povera e lectio per adolescenti e giovani in oratorio
Gruppo Giovani
12 GIO
20:00 Ufficio Comunitario Capannelle
20:45 Incontro Genitori Gruppo GERICO
TU GHEDAR
13 VEN
9:00-12:00 Centro Primo Ascolto St.Az.Za
16:45 Preghiera Elementari/Medie
20:45 I Venerdì di Quaresima - Incontro formazione
14 SAB
9:00-11:00 Centro Primo Ascolto St.Az.Za
20:30 7° Incontro in preparazione al matrimonio
15 DOM
QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA
Festa di San Giuseppe e dei papà a Capannelle
9:30 Gruppo CAFARNAO - Consegna Comandamento dell’amore FAMILY DAY
14:00 Laboratori Creativi elementari/medie
17:00 Adorazione, vespro, benedizione eucaristica
16 LUN
TU GHEDAR
17 MAR
9:20 S. Messa e formazione
14:30 Incontro sacerdoti della parrocchia
MartedìAdo
18 MER
15:30-18:30 Centro Primo Ascolto St.Az.Za
19:00 Cena povera e lectio per adolescenti e giovani in oratorio
Gruppo Giovani
19 GIO
TU GHEDAR
20 VEN
9:00-12:00 Centro Primo Ascolto St.Az.Za
16:45 Preghiera Elementari/Medie
20:45 I Venerdì di Quaresima - Incontro formazione
21 SAB
9:00 Consiglio Pastorale Vicariale
17:00 Conclusione Percorso in preparazione al matrimonio
22 DOM
QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA
14:30 Celebrazione Prime Confessioni
Gruppo ZANICA - Comunità SHALOM
23 LUN
20:45 Consiglio dell’ Oratorio
TU GHEDAR
24 MAR
9:20 S. Messa e formazione
Chiusura MartedìAdo
25 MER
15:30-18:30 Centro Primo Ascolto St.Az.Za
19:00 Cena povera e lectio per adolescenti e giovani in oratorio
Gruppo Giovani
26 GIO
15:00 Confessioni Medie 16:45 Confessioni Gruppo GERUSALEMME
20:45 Incontro Genitori Gruppo CAFARNAO
TU GHEDAR
27 VEN
9:00-12:00 Centro Primo Ascolto St.Az.Za
16:45 Preghiera Elementari/Medie
20:45 I Venerdì di Quaresima - Incontro formazione
28 SAB
29 DOM
30 LUN
31 MAR
17
La presente relazione del Consiglio Parrocchiale per gli
Affari Economici ottempera all’obbligo prescritto dalla
normativa canonica di redigere il rendiconto annuale
che comprende sinteticamente le entrate, le uscite, le
attività e le passività della Parrocchia.
Il rendiconto annuale che viene illustrato è relativo
alla “gestione non commerciale” e riguarda la Chiesa
parrocchiale, l’Oratorio e la Chiesa S. Giuseppe
(Capannelle).
Relazione
economica
2014
A cura del Consiglio Affari Economici
Le attività commerciali esercitate e relative alla Scuola
dell’Infanzia S. Nicolò, al Cinema Teatro Nuovo e al bar
sono supportate da un’apposita contabilità separata e
da un apposito bilancio. Il rendiconto annuale di queste
attività commerciali verrà portato a conoscenza della
comunità nel mese di maggio mediante pubblicazione
sul bollettino parrocchiale.
Nel corso del 2014, nonostante il perdurare della
crisi finanziaria che non accenna a diminuire, è stato
dato corso agli interventi programmati e indicati nella
precedente relazione. Nel realizzare gli interventi si
è seguita la strategia di eliminare le inefficienze e il
superfluo con l’obiettivo di rendere le spese compatibili
con il livello delle entrate.
Tra i principali impegni/interventi effettuati, ricordiamo:
Ultimazione dei lavori di ristrutturazione del Cine
Teatro Nuovo ora sala della comunità con il rifacimento
dell’intonaco delle pareti esterne e relativa tinteggiatura;
Ultimazione della catalogazione dei beni immobili della
parrocchia secondo il programma indicato dalla Curia;
Risistemazione della facciata della Chiesa Parrocchiale,
perché il cornicione si stava ammalorando (causa
infiltrazioni di acqua) e l’intonaco dell’orologio sul
campanile si stava staccando mettendo a rischio la
sicurezza dei passanti;
Sostituzione di caldaie presso la Sala della Comunità
su Piazza Giovanni XXIII e presso l’Oratorio, perché
obsolete;
18
Rifacimento dell’illuminazione del cortile dell’Oratorio
con sostituzione dei corpi illuminanti per renderla più
efficace, adeguata alla struttura ed ottemperare al
risparmio energetico;
Sistemazione di alcuni giochi dell’Oratorio, perché non
più a norma di legge;
Ultimazione di tutte le pratiche amministrative per
l’agibilità dell’immobile della Scuola Materna
Quadro riassuntivo entrate e uscite:
ENTRATE
USCITE
Descrizione
Importo
Descrizione
Importo
Rendite fabbricati
12.474,70
Manutenzione ordinaria
58.040,21
Rendite finanziarie
29,31
Assicurazioni
4.357,00
Offerte
202.656,14
Imposte e tasse
10.962,17
Contributi
29.496,83
Remunerazioni e compensi professionali
46.308,62
Attività pastorali
82.906,29
Spese generali e amministrative
85.987,99
Altre entrate straordinarie
2.684,16
Attività pastorali
31.741,07
Fondo di solidarietà parrocchie
8.228,00
Acquisto mobili, arredi e macchine
3.480,01
Manutenzione straordinaria
136.538,81
Uscite da attività commerciali
5.000,00
Totale uscite
390.643,88
Totale entrate
330.247,43
L’esercizio amministrativo 2014 si conclude con una perdita di €. 60.396,45.
La situazione patrimoniale della Parrocchia al 31/12/2014 evidenzia:
ATTIVITA’
2014
2013
Descrizione
Importo
Cassa contanti
990,17
5.156,85
Depositi bancari
37.635,24
268.117,73
Titoli
1.189,38
1.189,38
Crediti
61.369,66
0,00
Totale Attività
101.184,45
274.463,96
PASSIVITA’
2014
2013
Debiti verso fornitori e terzi
64.440,89
134.847,65
Debiti verso banche
639.084,16
675.248,41
Partite di giro (missioni – altri)
43.305,79
49.617.84
Totale Passività e partite di giro
746.830,84
859.713,90
Totale esposizione debitoria al 31/12
-645.646,39
-585.249,94
Variazione della esposizione debitoria con l’anno precedente
-60.396,45
-18.267,49
Le buste dono del Natale 2014
Al 31.01.15 sono state riconsegnate n. 282 buste del dono natalizio, per un totale di € 15.195,00
Lo scorso anno al 31.01.14 erano state riconsegnate n. 331 buste per un totale di €. 14.825,00
19
In particolare ringrazio:
• Tutti coloro che hanno dato contributi personali, in
maniera diffusa, affettuosa e discreta;
• Coloro che hanno contribuito con offerte fiscalmente
deducibili;
• I gruppi e le associazioni che hanno voluto contribuire
alle opere di restauro in corso e alle iniziative
parrocchiali: l’Associazione Cacciatori, Libera
Associazione Donatori Sangue, Gruppo Podistico
Insieme con amicizia, il gruppo Arcobaleno, il gruppo
Alpini, Associazione Anziani e Pensionati, Associazione
Commercianti, Associazione carabinieri in congedo,
Associazioni d’arma, Comitato genitori scuola
materna, i Coltivatori, il Club Amici dell’Atalanta, la
Compagnia il Teatro del Gioppino, il Gruppo Museo,
i gruppi ecclesiali (Missionario, Azione Cattolica,
Unitalsi, Perdono d’Assisi, Gruppo Rugiada).
Non sarà mai detto a sufficienza il grazie ai tanti volontari
che consentono la realizzazione della vita ordinaria della
nostra parrocchia (addetti alla sacrestia, all’addobbo
floreale e alla pulizia delle chiese e dell’oratorio; addetti
all’attività del cinema–teatro e del bar; volontari della festa
dell’oratorio, della Famiglia, di Capannelle; volontari del
Triduo, volontari della Madonna dei Campi, l’organista, il
Coro e il Coretto, i Confratelli … ).
Altrettanto grande la nostra riconoscenza verso le Rev.de
Suore, per la loro infaticabile e laboriosa presenza nella
Comunità e, in particolare, nella Scuola Materna.
All’Amministrazione Comunale, da poco insediata, i nostri
migliori auguri e l’auspicio di una costruttiva collaborazione
nel desiderio di perseguire il bene comune per tutta la
Comunità zanichese.
I rapporti con le aziende di credito che operano nel
nostro territorio, in particolare con la BCC, sono buoni e
caratterizzati da fattiva attenzione e vicinanza.
Intenzioni e progetti per il 2015
20
• Nel corso del 2015 si procederà a:
• ridurre i mutui in essere di € 106.000,00;
• ultimare i pagamenti relativi alle opere della Scuola
dell’Infanzia € 22.928,32, del cinema teatro nuovo €
23.100,00, fornitori diversi;
• tinteggiare i serramenti esterni dell’Oratorio;
• ultimare e procedere al pagamento della potatura
piante oratorio con messa in sicurezza degli storici
cedri del Libano;
• considerare in modo più deciso la messa a punto del
progetto di ristrutturazione della casa parrocchiale,
per essere pronti ad intervenire quando i tempi
saranno più idonei.
Ringrazio il CPAE: con la loro preziosa collaborazione
anche questo aspetto della vita della parrocchia può
essere affrontato con fiducia, in maniera competente e
costruttiva.
Don Bosco
di ieri &
l’oratorio di
Zanica oggi
Don Mattia
Anche quest’anno la settimana che si spalma
attorno al 31 gennaio – il giorno in cui si ricorda
quel gigante dell’educazione e della fede che
è rimasto stampato nei cuori col nome di don
Bosco – si è condita di numerosi appuntamenti.
Per il nostro oratorio è sempre l’occasione per
darsi il tempo di stupirsi e di meravigliarsi di
quello che in oratorio continua ad accadere –
misteriosamente e straordinariamente come
allora – quando il prendersi cura dei più giovani e
dei più piccoli li vede diventare un po’ più grandi
e più coraggiosi nel cominciare ad affrontare il
mare della vita. Oggi come agli inizi. Cambiano i
muri, le attività, i preti, i giovani, gli adolescenti,
i ragazzi, i bambini… ma il desiderio è che non
cambi mai quello che l’oratorio riesce a essere
per molti di loro: una sorta di trampolino
di lancio, di pista di decollo da cui transita
l’avventura del diventare adulti.
Quest’anno poi – per felice coincidenza
– il 200° anniversario della nascita di don
Bosco (1815-2015) si intreccia con un
momento particolarmente significativo
per il nostro oratorio e la nostra
21
comunità cristiana: dopo un anno e mezzo di lavoro,
di riflessioni, di ore piccole, di fogli scarabocchiati e di
bozze stracciate, il Consiglio dell’Oratorio ha posato una
pietra miliare nel cammino educativo dei prossimi anni.
Ha finalmente preso una forma definita il Progetto
educativo dell’Oratorio.
Un po’ di pazienza per scoprire meglio di cosa si tratta…
Prima ci tengo a dirvi che io non credo troppo alle
coincidenze: nulla capita per caso. Nemmeno il fatto
che questo Progetto dell’Oratorio cada 200 anni dopo
la nascita di don Bosco: è come se la sua vita ci avesse
lasciato quest’eredità da far crescere e da continuare
per restare fedeli alla sua intuizione, a quella scintilla
che ha messo in moto il tutto.
E allora buttiamoci a capofitto per provare a gustare
quello che bolle in pentola nella nostra comunità
quando si parla di educazione: può sembrare una cosa
tanto lontana e filosofica, che interessa soltanto a un
gruppo di addetti ai lavori, ad alcuni volontari – e magari
nemmeno a tutti –, ma non è assolutamente così: avere
un progetto educativo è avere in mano l’attrezzatura
necessaria perché le cose più concrete che si fanno in
oratorio – dal pulire, al fare catechesi, al servire al bar…
– siano efficaci. Altrimenti il rischio è quello di fare un
sacco di cose, che servono solo a stancarci e a illuderci
di aver fatto qualcosa per gli altri, ma non servono a
prenderci cura della crescita dei più piccoli e giovani.
Perché un Progetto?
Perché non si può improvvisare: un progetto si fa quando
si vuole costruire qualcosa. Anche crescere è questione
di costruire qualcosa. Occorre sapere bene cosa
vogliamo costruire, se non vogliamo rischiare di investire
le nostre energie migliori in attività che disperdano le
forze. Un progetto serve per individuare quali sono le
cose che i ragazzi devono avere nel bagaglio della loro
vita per diventare grandi: solo a patto che ci sia questa
chiarezza si riesce allora a disegnare un’idea di oratorio
precisa, che opera anche delle scelte, dei tagli, degli
investimenti. L’oratorio coinvolge un gran numero di
bambini, di ragazzi, di adolescenti e di giovani, coprendo
una fascia che va – grossomodo – dai 6 ai 26 anni: chi
vogliamo essere domani dice chi dobbiamo essere
in qualche modo già oggi. E poi, avere un Progetto
Educativo condiviso aiuta ad andare tutti nella stessa
direzione: ognuno che passa e che dà una mano, fa
un pezzettino ben preciso, ma è importante che tutti
abbiano ben presente qual è il disegno complessivo, per
poter remare tutti nella stessa direzione.
Dove vogliamo arrivare?
La domanda più inquietante. Perché dirci dove vogliamo
arrivare, ci chiede di dirci anche a cosa siamo disposti
a rinunciare. Il sogno è che chi incrocia l’oratorio
trovi una strada per diventare se stesso, per esordire
pienamente nella vita a modo suo, canterebbe Elisa.
Vogliamo arrivare a far sì che l’oratorio sia un posto
attendibile per diventare donne e uomini reali, incarnati,
sognatori e realisti, felici perché veri non perché frivoli,
appassionati, lungimiranti, impegnati… Questo mette
dietro le quinte le mitologie di un oratorio che funziona
quando fa il pienone, che è vivo solo se c’è un’esplosione
di attività, che fa il suo dovere quando accudisce più le
ansie dei grandi che i sogni dei piccoli…
Cosa siamo chiamati a fare per arrivare alla mèta?
La domanda più complicata: e allora cosa dobbiamo fare
in concreto? Cosa diventa necessario e prioritario? Su
cosa dobbiamo scommettere? È impossibile riassumere
in poche righe tutte le possibilità che il progetto
educativo lascia intuire e le prospettive che squarcia
dietro il velo dell’eterno ritorno delle attività, anno
dopo anno. Spero che in questa manciata di battute
qualcuno trovi l’appetito per approfondirlo e – magari
– andarselo a leggere. Posso solo abbozzare il fatto
che il nostro oratorio chiede di essere sempre di più
un’esperienza – attraente, coinvolgente e promettente,
perché aiuta a scegliersi – più che un luogo; è questa
vocazione che ci chiede di prenderci cura dell’oratorio
affinché sia uno spazio-tempo bello, perché sia capace
di accoglienza e di accompagnamento per tutti, perché
sia laboratorio di accesso al mondo e al reale attraverso
la sua opera formativa ed educativa, perché crei le
condizioni in cui l’incontro con Gesù possa risultare
davvero significativo, perché abbia la forza di aiutare i più
giovani a comprendersi, a decidersi, a mettersi in gioco
nel mondo con fiducia e intraprendenza nell’avventura
dell’interpretare la vita.
Allora qual è il ruolo degli adulti che abitano l’oratorio?
La domanda più esigente. Perché chiede a noi – ai grandi
– di fare gli adulti. Di stare in oratorio da testimoni –
quelli che dicono con il loro modo di fare, prima che con
le parole, che diventare grandi è bello – da persone che
hanno voglia di incontrare i più piccoli e che non sono
in oratorio perché al bar il caffè costa di meno, o perché
è un posto comodo… Ma sono qui perché hanno voglia
– anche solo con un ciao – di dare attenzione, fiducia,
spazio a chi sta crescendo e ha bisogno di sapere che
gli adulti stanno “facendo il tifo” per lui. Solo a questa
condizione, tutti i servizi che in oratorio vengono svolti
trovano il loro senso: facciamo quello che facciamo a
servizio della crescita delle giovani generazioni. Questo
vuol dire che il modo con cui facciamo le cose, le parole,
il tono di voce, la voglia di incontrarli è importante tanto
quello che in concreto si fa. Tocca a
noi non perdere la bussola!
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Dono di
S. Nicolo'
A cura del Dono di S. Nicolo'
Quando si tratta di carità la regola d’oro indicata dal
Vangelo è: “non sappia la sinistra ciò che fa la mano
destra”, e guidate da questa doverosa e condivisa
riservatezza operano le volontarie del Dono di S. Nicolò,
perché il cuore di chi dona non abbia a gonfiarsi e chi
riceve non abbia a sentirsi umiliato.
Tuttavia ci pare corretto comunicare a quanti sono
interessati che la carità e la solidarietà non si possono
fare a parole ma hanno bisogno di concretezza, una
concretezza che si traduce in persone, in disponibilità
fatta di tempo donato, di cose, di alimenti, di vestiario,
di soldi ecc. ecc.
Le volontarie del dono di S. Nicolò in realtà gestiscono
quanto si raccoglie ogni prima domenica del mese in
chiesa, quanto viene offerto da Zanica Solidale, dalla
raccolta porta a porta dei ragazzi del CRE, dal Gruppo
podistico, da Digeal, dalla Feste della Famiglia, dal
torneo USO, dagli Scout CNGEI e dal contributo della
BCC.
In modo molto sintetico e peccando in difetto
comunichiamo che nel corso del 2014 sono stati raccolti
e distribuiti 1.043 kg di pasta e riso, 100 litri di olio,
2.389 confezioni di alimenti in scatola, 274 confezioni di
articoli per la pulizia della casa e per l’igiene personale.
Questi generi raccolti in chiesa nella prima domenica
del mese sono stati poi integrati usando il contributo di
Zanica Solidale e della BCC al fine di confezionare pacchi
spesa, rispondenti ai bisogni delle singole situazioni
familiari. Non è mancata la distribuzione di indumenti
- soprattutto per bambini - e contributi in denaro per
particolare situazioni. Sono stati aiutati circa 45 nuclei
familiari di nazionalità italiana e straniera.
Il lavoro del Gruppo consiste in:
- distribuzione alimenti il lunedì e martedì della prima
settimana del mese;
- distribuzione vestiario su richiesta, in accordo con le
volontarie;
- erogazione di contributi per sostegno economico
(utenze, farmacia, viaggi per ospedale, lavoro) su
segnalazione del parroco o dell’Assistente sociale;
- monitoraggio delle famiglie più bisognose (ascolto,
consigli, collaborazione);
- contatti settimanale con Assistente sociale, Centro di
primo ascolto STAZZA, Associazioni locali
Il lavoro e gli aiuti sono tanti, ma i bisogni sono molto,
molto più grandi: molti rimangono inespressi e pesano
sulle famiglie.
Una comunità che crede nel Signore e che celebra
l’Eucarestia non può rimanere insensibile, la parola
del Signore è chiara e ci inchioda tutti alle nostre
responsabilità: “tutto ciò che avete fatto a uno di
questi, lo avete fatto a me”. L’invito che rivolgiamo a
tutti è che non ci accada di celebrare indegnamente
l’Eucarestia perché trascuriamo chi
è nel bisogno. Ciò sarebbe motivo
di vero scandalo.
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Camponeve
a Lizzola
Kevin Carne
Pronti, via! Si parte. Come di consueto, approfit‐
tando della pausa scolastica invernale, il nostro
oratorio ha deciso di popolare il piccolo paese di
Lizzola. Un’avventura che è partita il 26 dicem‐
bre, che ha visto coinvolti una 50ina tra ragazzi
e ragazze delle medie e ben 7 animatori.
Il tema che ha fatto da filo conduttore a
quest’avventura è stato quello delle emozioni,
che nell’età che i ragazzi stanno affrontando forse
non sono espresse sempre al meglio e non sono
controllate nel migliore dei modi.
Le giornate in quel di Lizzola sono state molto
vissute, dal mattino sino alla sera, contornate da
sorrisi e risate condivisi con gli altri. Il risveglio
non è mai una cosa facile, soprattutto quando si è
in vacanza, se poi ci si mettono anche gli
animatori che come “sveglia” utilizzano
pentole e mestoli, andiamo bene!
Tuttavia lo shock mattutino del risveglio è
stato sempre attenuato dalle buonissime
e gustosissime colazioni fatte per noi dalle
famiglie che ci hanno accompagnato in
questo Campo Neve.
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Di “Campo Neve” stiamo parlando ma sembra che la
neve in quel di Lizzola non volesse proprio scendere.
Tuttavia, dopo varie danze della neve effettuate dai
nostri ragazzi, il desiderio è stato esaudito e fiocco dopo
fiocco Lizzola si è completamente dipinta di bianco,
accrescendo ancora di più il desiderio di giocare e di
stare insieme di tutti noi. Le montagne innevate erano
uno spettacolo straordinario che non è assolutamente
sfuggito a nessuno!
Ed ecco allora che si inizia il vero Campo Neve, con una
bellissima ciaspolata tra la neve soffice delle montagne,
che ha portato tutti noi a rimanere a bocca aperta
dinnanzi al fantastico panorama che la cima del monte
ci proponeva, e a farci capire che la fatica che ci abbiamo
messo per arrivare sino in cima è servita a qualcosa.
La neve ovviamente è stata la massima protagonista
dei giorni passati nel piccolo paese di montagna ed
ha contraddistinto anche le nostre agguerritissime
battaglie di neve. Non solo, perché Lizzola ha potuto
anche ammirare la bellezza dei nostri fantastici pupazzi
di neve, costruiti con del materiale guadagnato con
merito dai nostri ragazzi nel grande gioco per tutto il
paese.
Giornate come detto intense, piene di emozioni,
sorrisi, risate e gioie che hanno visto anche il nascere
di nuove amicizie, l’aiutarsi a vicenda e il collaborare per
raggiungere un obiettivo comune. Sono bei momenti
quelli che abbiamo vissuto, perché difficilmente
accadono spesso. L’andare lontano da casa e condividere
la quotidianità della giornata con i nostri amici rende
tutto più magico, e rende anche possibile fare alcune
cose che forse in una nostra normale giornata non
facciamo mai. Mai nessuno era stanco, un po’ perché
con gli amici è vietato dire che si è stanchi, un po’
perché la sera era la parte della giornata più giocosa
e divertente.
E così, dopo le cene altrettanto squisite come le colazioni
e i pranzi, il tutto sempre preparato dalle famiglie, le
nostre serate sono state protagoniste di tantissime
cose, come un gioco giallo impegnativo, una sfida di
canto pazzesca, la visione di un film bellissimo e giochi
di conoscenza divertentissimi. Giornate così sono quelle
che ti rimangono dentro perché vissute al massimo e
soprattutto fino alla fine. Tuttavia, è giusto anche ad un
certo punto della serata darsi la buonanotte per godersi
al meglio anche la successiva giornata, ed è così che ci
si ritrova tutti assieme in una grande stanza, come una
famiglia.
Qui è l’occasione giusta per dirsi un grazie oppure
per chiedere scusa. Scuse e ringraziamenti detti non
inconsciamente ma provenienti dal cuore, dal profondo
del cuore, che sanno di verità e sanno di amicizia,
sanno di legami forti che si stanno instaurando e che si
stanno consolidando pian piano, in un cammino che è
solamente all’inizio.
Arriva anche il giorno però che bisogna salutare e
lasciare l’accogliente casa che ci ha ospitati per 4
fantastici giorni. E allora via! Si
ritorna a Zanica, forse un po’ a
malincuore, ricchi di momenti e
ricordi impressi nella nostra mente
ma soprattutto nel nostro cuore, e
magari anche arricchiti di qualche
amicizia in più, di quelle amicizie
vere. Non resta altro che dire grazie,
ma un grazie vero. Grazie in primis
a tutti i ragazzi, che si sono messi in
gioco in ogni attività proposta e si
sono sempre aiutati l’uno con l’altro,
come fratelli. Grazie alle famiglie che
ci hanno accompagnato, per la loro
passione in cucina che ci ha donato
fantastici piatti e perché non ci hanno
mai fatto mancare nulla. Grazie agli
animatori per il tempo dedicato
alla preparazione di questo Campo
Neve e a tutte le attività che hanno
proposto. Un grande grazie anche
al don, che con queste avventure ci
aiuta a crescere sempre un po’, grazie
per la sua allegria e simpatia che in
ogni momento ci dona e grazie per
il fatto che riesce sempre a rendere
messe e preghiere coinvolgenti.
“L’aspetto delle cose varia secondo le
emozioni; e così noi vediamo magia e
bellezza in loro, ma, in realtà, magia
e bellezza sono in noi”
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Capodanno a
Capannelle
Ilaria Maffioletti
Ciao a tutti
Finalmente quest’anno, per la prima volta, ho
potuto festeggiare l’ultimo dell’anno nella mia
piccola comunità di Capannelle, in un clima
familiare e cortese, divertendomi parecchio pur
nella sobrietà. Su iniziativa di alcuni volontari è
stato organizzato, per chiunque avesse voluto
partecipare, una splendida serata a base di pizza,
musica, balli e divertimenti vari. Tra il consueto
brindisi e una fetta di panettone, tra qualche
scintilla colorata e stelle filanti, ho infine potuto
dare il benvenuto al 2015 in modo insolito: in
oratorio, sotto il cielo stellato, ogni commensale
ha lasciato libera di elevarsi nella volta celeste
la propria lanterna, che ha trasportato lontano
lontano i sogni e le speranze di ciascuno.
Ringrazio vivamente colore che hanno
contribuito a realizzare tutto ciò, e
spero di rivivere le stesse emozioni e
l’esperienza trascorsa tante altre volte
ancora.
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Buon anno
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Capodanno
a Vienna
Alberto Galli
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Provate a mettervi nei panni di un ragazzo di 13/14
anni che inizia a frequentare l’oratorio di Zanica,
ovvero l’unico vero punto di vita sociale per i giovani
nel nostro paese; si trova insieme ai suoi amici davanti
ad un gruppo di altri ragazzi più grandi di diverse età,
che si conoscono già da tempo, che (solitamente) si
trovano già bene insieme e che non si preoccupano
quindi di inserire nelle loro amicizie altre persone di
cui non sanno pressoché niente.
Si capisce facilmente che integrare ogni anno ragazzi di
prima superiore con altri giovani che arrivano magari
anche a 18 anni non è un impresa facile; l’unico modo
di riuscire in questo obiettivo è costringere le due
parti a “convivere”: passare del tempo insieme induce
chiunque a conoscere i propri compagni di avventura.
Una di queste occasioni è il capodanno organizzato
ogni anno dall’oratorio. Quest’anno la meta prescelta
per ospitare i ragazzi di Zanica è stata la capitale
imperiale e della musica classica, ovvero Vienna, una
città che porta con sé tutta la storia che l’ha segnata
e che l’ha resa prestigiosa.
Come ogni anno all’inizio del viaggio si conoscono
solo i propri amici e la gente nuova viene considerata
interessante solo in proporzione alle percentuale di
ragazze, ma con il passare del tempo si fa conoscenza
- quasi spontaneamente - anche con quelle persone
che non ci saremmo mai aspettati potessero rapire
cosi la nostra curiosità. Questo comporta che si
annullino le differenze d’età fra coloro che prendono
parte al viaggio, e vengono messi da parte i pregiudizi
che inevitabilmente ci accompagnano.
Quest’anno è stata la “prima” volta di coloro
che sono nati nell’anno 2000: anche loro,
come precedentemente i ragazzi più grandi,
si sono inseriti perfettamente nella “società”
dell’oratorio, cominciando il loro percorso
all’interno di questo luogo che vive grazie ai
ragazzi per i ragazzi.
Un altro punto abbastanza discusso riguarda il
fatto che molti non considerano il capodanno
tale se la serata non finisce dopo le 5 del mattino.
Ovviamente ad una festa che dura tutta la
notte non si dice quasi mai di no, ma se come
alternativa si presenta la possibilità di passare 5
giorni in una città straniera con i propri amici, e
dove la sera di capodanno si torna un po’ prima
ma comunque dopo che la mezzanotte è stata
festeggiata e rifesteggiata … beh … chi ha scelto
quest’opzione finora non si è lamentato!!
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Programmazione
Gennaio- Febbraio 2015
AMERICAN
SNIPER
sabato 31 gennaio
ore 20.45
domenica 1 febbraio
ore 20.45
domenica 31 gennaio ore 14.30 spettacolo don bosco
SI ACCETTANO
MIRACOLI
sabato 7 febbraio
ore 20.45
domenica 8 febbraio
ore 20.45
domenica 8 febbraio ore 16.30 spettacolo per la casa di cecilia
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EXODUS:
DEI E RE
sabato 14 febbraio
ore 20.45
domenica 15 febbraio
ore 20.45
martedi’ 17 febbraio
ore 20.45
UNA NOTTE
AL MUSEO 3
sabato 22 febbraio
ore 20.45
domenica 23 febbraio
ore 16.00 e 20.45
www.parrocchiazanica.it
[email protected]
SITO 2.0
...WOW!
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Fissiamo nelle nostre menti questa data: 01/03/2015 … sarà
un giorno che cambierà radicalmente il modo di vedere la
nostra comunità! Vi starete chiedendo “Perché?”… no tranquilli,
nessun sacerdote ci lascerà per trasferirsi in un’altra parrocchia!
Tranquilli, la festa dell’oratorio è rimasta a settembre, niente
panico organizzativo!
E allora che cosa succede il 01/03/2015? Succede che ci si
rende conto della necessità di rinnovarsi e cercare di rimanere
al passo con i tempi: più dinamicità, più colori, più chiarezza e
rapidità nell’acquisizione delle informazioni… Ora avete capito,
vero?
Nasce il nuovo sito della parrocchia di Zanica! Stesso indirizzo
www.parrocchiazanica.it nuovo formato. Una ristrutturazione
dalla A di “A noi piace cambiare” alla Z di “Zanica sempre un
passo avanti”.
Tutto realizzato grazie alle menti geniali di alcuni giovani della
comunità che hanno messo a disposizione tempo ed energia
per confezionare un prodotto che farebbe invidia a qualsiasi
web designer. La filosofia, alla base dello strumento, è sempre
la stessa: permettere a chiunque di poter usufruire in modo
autonomo di notizie, informazioni, avvisi che riguardano
l’intera comunità. Lo si potrebbe vedere da un lato come una
mega bacheca contenente tutte le iniziative/proposte oratoriali
e cinematografiche, dall’altro come un centro di raccolta di
informazioni riguardanti la comunità nel suo complesso e oltre,
aspetti liturgici, link a siti amici, la redazione della Voce.
Buona navigazione!
Rinati in Cristo
Battesimi
47.
Esposito Alissa21.12.2014
Mazzocchi
Eva11.01.2015
2015
01.
02.Mauro
Francesco
03.
Maffi
Michele
25.01.2015
04.
Longo Tommaso
08.02.2015
05.
Bottinelli
Marianna
06.
Mazzoleni Lorenzo
39
Sono tornati alla
casa del Padre
Defunti
65.
Passera
Giovanna ved. Artina
anni 88
66.
Bassis
Pietro
anni 66
67.
Rampinelli
Elisabetta
anni 64
01.
Baldi
Renzo
anni 66
02.
Serighelli
Giulietta in Brignoli
anni 63
03.
Fenili
Vittorio
anni 92
04.
Colombi
Ancilla ved. Mapelli
anni 87
05.
Minuti
Luigia ved. Morsolini
anni 88
06.
Pecis
Giovanni
anni 89
07.
Pesenti
Angela ved. Pagani
anni 93
2015
40
Morlacchi
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