Diapositiva 1 - ICS Via della Commenda

LE CLASSI IN DIRETTA
MARZO-APRILE 2015
LE CLASSI IN DIRETTA
N. XXVIII
NUMERO XXVI
SETTEMBRE- OTTOBRE
RICORDATE L’ INDIRIZZO DELLA REDAZIONE INVIATE I VOSTRI ARTICOLI A:
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LE CLASSI IN DIRETTA
MARZO-APRILE 2015
La noia, la rabbia , la paura sono i tre nemici più grandi nella mia
vita:
Noia, rabbia, paura: sono le principali nemiche dell’uomo. Cambiano e
modificano i rapporti con gli altri: sono i tre flagelli che ogni uomo deve
sopportare e cercare di sconfiggere, ciascuno a modo proprio.
Ti perseguitano ovunque tu vada, ma anche loro possiedono un tallone di
Achille. Ma il fatto è: qual è il loro punto debole? Non credo che qualcuno
lo abbia trovato veramente. C’è chi le ha ferite profondamente e per loro
non sono più un problema. Per tanti grandi uomini non sono delle
preoccupazioni: le ignorano completamente cercando di vivere
intensamente la loro esistenza, dando spazio alle gioie della vita. Non è
una cosa da tutti.
Io non riesco a prendere coraggio per scontrarmi con loro. E a causa di che
cosa? Della stessa paura. A volte non riesco a non abbandonarmi alla
rabbia e altre volte la noia mi sovrasta. Ma la mia nemica numero uno,
quella che mi infligge più incertezze, è la paura.
Mi rende insicura anche solo suo figlio timore, che si presenta quando a
scuola c’è una verifica o un’interrogazione, per starmi accanto a
scoraggiarmi.
Per ora il timore lo sto sconfiggendo, ma la paura è un osso duro. Non
demorde facilmente. Credo che la sconfiggerò, piano piano, crescendo, e
con la conoscenza, perché è la mia alleata maggiore. Con la conoscenza si
ha meno paura, perché è il fatto di non conoscere è ciò che ci spaventa di
più.
La rabbia, la noia e la paura saranno dei flagelli, spietati forse, ma nulla ci
può permettere di non sconfiggerle, al di fuori di noi stessi.
Elena C., 2°C
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Una testimonianza: Sultana Razon
Ogni anno, il 27 gennaio, si celebra la “Giornata della memoria”, per
ricordare ciò che accadde negli anni dell'Olocausto (Shoha in ebraico)
e mantenerne vivo il profondo significato. Per l'occasione, anticipando
la data al 16 di gennaio, ci siamo recati al Teatro Nazionale per
ascoltare la testimonianza di Sultana Razon Veronesi, sopravvissuta
ai campi di concentramento, dove è stata rinchiusa a 11
anni.
A introdurre la storia della signora Razon, lo storico e criminologo
Andrea Bienati ha spiegato ciò che ha caratterizzato lo sterminio
degli ebrei:
tutto è avvenuto ex-lege;
tutti sono stati “promotori”, in quanto non hanno impedito che ciò
accadesse. Difatti dei 6.070 campi di concentramento realizzati sul
territorio europeo, ben 43 si trovavano in Italia;
il concetto di razza è stato studiato e divulgato dai medici e dai
giuristi dell'epoca. Quindi gli ebrei, essendo considerati una razza
nemica, in tempo di guerra hanno potuto essere eliminati.
Questa è la storia dello sterminio degli ebrei vissuta da una bambina
ebrea di 11 anni: Sultana Razon. Nel 1939, Sultana aveva 7 anni e
viveva a Milano: sua madre aveva iniziato a piangere molto
frequentemente e aveva preparato due bauli per una possibile partenza
verso le Americhe. Alla fine, quei bauli sono rimasti nel corridoio della
sua casa, sempre pieni e mai spediti, perché poi Sultana e la sua
famiglia non sono partiti per attendere l'evolversi degli eventi. Con
l'emanazione delle leggi razziali, Sultana iniziava però ad avvertire una
crescente ostilità nei suoi confronti, prima di tutto a scuola tra i suoi
stessi compagni.
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Nel gennaio del 1941, la vita di Sultana cambia quando suo padre sparisce
arrestato dai nazisti e condotto in un campo di concentramento vicino a
Cosenza. Solo alcuni mesi dopo, Sultana, sua madre e sua sorella lo
rintracciano e si consegnano di loro spontanea volontà al campo di
Ferramonti per ricongiungersi. Nel campo, situato in un territorio paludoso, si
diffonde presto la malaria ed esso viene chiuso e, successivamente,
demolito. Sultana e la sua famiglia vengono liberati e portati, insieme ad altri
superstiti, a Taglio di Po, una frazione di Rovigo, dove viene loro assegnata
una piccola casa di due stanze. Negli ultimi tempi dopo l'armistizio del '43, la
gente inizia ad evitarli e a fare propaganda anti-ebraica, la scuola viene loro
vietata.
Nel novembre del 1943, dei soldati fascisti li portano nella prigione di
Rovigo dove, però, la guardia si rifiuta di imprigionare i bambini. Così
Sultana, sua sorella e i suoi cugini vengono abbandonati fuori dal carcere
dove vengono raccolti da una guardia di Taglio di Po che li porta con sé.
Nuovamente a Taglio di Po, i bambini si trovano da soli ad affrontare un
momento terribile tra fame, miseria e malattie, affidati ad una povera donna
del paese che non poteva garantire loro il cibo. Poi, una suora decide di
prenderli con sé: li medica e dà loro un piatto di minestra al giorno finché
Sultana si oppone fermamente quando il parroco cerca di convincere lei e
gli altri bambini a convertirsi al cattolicesimo.
Nel febbraio 1944, Sultana e i suoi genitori, nel frattempo scarcerati,
vengono trasferiti nel “vagone bestiame” di un treno diretto al Nord
verso quello che loro non sapevano essere il campo di concentramento
di Bergen Belsen. Arrivati lì, durante lo smistamento nelle baracche,
grazie ai loro passaporti turchi, anche se scaduti, riescono tutti a
salvarsi, vecchi e bambini, perché vengono indirizzati in un'area del
campo riservata agli ebrei provenienti dai paesi alleati o neutrali nella
guerra. Qui, Sultana afferma di aver capito che la cattiveria degli uomini
non ha limiti e racconta scene raccapriccianti vissute e viste.
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Finalmente nel 1946, dopo sei anni di detenzione, Sultana e la sua famiglia
vengono liberati dagli americani ma vengono rimpatriati dopo un lungo
viaggio per nave in Turchia dove vengono incarcerati in quanto ricercati dal
governo turco perché il padre aveva evitare il servizio militare. Dopo sette
mesi riescono a tornare a Milano, dove però avevano perso tutto e vengono
ospitati da una loro parente.
A causa di questa prigionia, Sultana ha riportato dei segni indelebili nel fisico
e nella salute oltre ai ricordi terribili che conserva nella sua memoria.
Questa è la storia di una sola dei milioni di ebrei che vennero deportati nei
campi di concentramento. “Morirono 11 milioni di persone, anche se il primo
a morire fu il diritto”, perché questi uomini e queste donne venivano privati
dei loro beni, del loro nome (perché venivano schedati con un numero) e
della loro dignità.
Per questo è molto importante non dimenticare, tramandare le parole dei
testimoni alle nuove generazioni e “rimetterle nei nostri cuori”. E' proprio per
mantenere vivo questo ricordo, per opporsi ai negazionisti, che contestano la
veridicità dell'Olocausto, e per evitare che la storia si ripeta che Sultana
desidera raccontare, soprattutto a noi giovani “sentinelle”, la sua storia.
Assistere a questa testimonianza è stato un evento particolarmente
emotivo ma molto stimolante perché le parole di Sultana, forti e
dirette, ci hanno coinvolto e fatto riflettere in modo consapevole
sull'argomento drammatico dello sterminio degli ebrei e sugli episodi
anche recenti di antisemitismo in Europa e Medioriente. I temi trattati
durante questo incontro, ci sono rimasti particolarmente impressi
perché questa esperienza ci è stata raccontata in prima persona,
scavando nei ricordi di chi l'ha vissuta davvero con i suoi occhi.
Cecilia R.
Arianna C. 3C
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MILANO NEL TEMPO
Noi per il progetto “BOOK CITY” ci siamo occupati di “MILANO NEL
TEMPO”. Prima abbiamo cercato delle immagini di Milano all’epoca e
le abbiamo confrontate con quelle di oggi. Le abbiamo ritagliate e
incollate sul nostro cartellone e lo abbiamo arricchito con delle
didascalie.
Infine abbiamo aggiunto il titolo e lo abbiamo esposto alla prof.ssa
Francavilla e alla classe.
Partecipando a questo lavoro abbiamo notato che Milano è molto
cambiata nel tempo: i navigli per esempio non sono più usati per il
commercio ma sono adesso inutilizzati.
Anche piazza duomo il simbolo di Milano ha subito molti cambiamenti
nel tempo infatti prima in piazza passavano molti tram invece adesso è
utilizzata per lo più per il turismo.
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Ieri
oggi
Piazza duomo
Testo e lavoro di: Zeno Scarpelli
Alessandro Sala-Tesciat Elena
Rinaldi Ludovica Palatiello sotto la
supervisione della prof.ssa Nunzia
Francavilla
Progetto bookcity: IO A 30 ANNI
Noi, il terzo gruppo, in particolare, ci siamo occupati di “Io a 30 anni”.
Durante questo progetto i ragazzi della classe hanno scritto un testo
rispondendo ad una serie di domande sul loro futuro lavoro, sulla loro
futura abitazione e sui loro amici futuri. Leggendo tutti i temi, un gruppo di
ragazzi ha elaborato un cartellone inserendo le frasi più significative e ci
ha associato alcune foto esplicative. I fantasiosi temi dei compagni ci hanno
trasportato nel futuro facendoci immaginare da adulti con una vita
divertente e appassionante. I nostri compagni si sono immaginati di essere
investigatori privati, veterinari, medici, stiliste, architetti... ; insomma,
citando una nostra compagna, “da grandi ci divertiremo tantissimo!!!!”
Molti nostri compagni hanno avuto idee straordinarie, per esempio: “Da
grande avrò uno studio con i miei fratelli chiamato <<FRATELLI
INVERNIZZI DAL 1966>>”, altri hanno trascritto frasi tipiche che si
sentiranno ripetere spesso a 30 anni come “dottoressa Di Pietto in sala
operatoria!!!”; altri hanno aggiunto le loro passioni durante il tempo libero:
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“Nel tempo libero mi piacerebbe viaggiare, girare il mondo e
conoscere culture diverse” o “Io e i miei amici ci divertiremo a
parlare di quando eravamo alle medie”. Altri ancora hanno
descritto le loro case ed il loro lavoro “Abiterò in un grattacielo
che avrò costruito io”, “Da adulta mi immagino laureata in
biologia in una bella casa con vista mare”, “Adorerò fare la
pasticciera!!!” e “Diventerò un attore professionista e andrò a
Hollywood”, infine alcuni hanno descritto l’ambiente circostante
“Mi immagino che ci saranno i primi robot” o “tutta la città sarà
tecnologica e la mia casa sarà comandata dal mio cellulare!”.
DOMANI
Come ti immagini da adulto a 30 anni ?
Dove sarai ?
Immagina il paesaggio intorno a te …
Quali saranno i tuoi amici ?
Quale sarà il tuo titolo di studio ?
Che attività svolgerai ?
Cosa farai con piacere ?
Scrivi, descrivi, disegna, inventa, sogna …
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VISITA AL CHIOSTRO DI SANTA MARIA ALLA FONTANA
Martedì 2 dicembre, dopo lo spettacolo teatrale: “La famosa invasione degli orsi in
Sicilia”, abbiamo visitato il chiostro e la chiesa di Santa Maria alla Fontana.
LA CHIESA
La chiesa di Santa Maria alla Fontana è un santuario mariano di Milano. Fu edificata
nel 1500 a ridosso di una fonte alla quale venivano attribuite proprietà miracolose.
Così come la vediamo oggi, la chiesa, è il frutto di vari e molteplici lavori di
rimaneggiamento e restauri. La chiesa, come dicevamo eretta nel 1500, fu ampliata
nei primi anni del ‘900, in seguito alla espansione del quartiere dove essa sorgeva.
Decisero, in quei tempi, di ampliare la chiesa da una a due navate e di conseguenza
prolungarono la chiesa verso la piazza per una campata.
La stessa fu ristrutturata mantenendone lo stile rustico, utilizzando i mattoni rossi di
terracotta tipica lombarda e aggiungendo anche una parte di arte contemporanea.
I lavori si conclusero con l’erezione della facciata. Griffini, nel 1935, si occupò della
sistemazione del campanile verniciandolo e imbiancandolo.
Entrando l’occhio è attratto dall’altare per lo stile diverso da quello della chiesa, cioè
molto decorato e pieno di lussuosi oggetti, mentre la semplicità è l’elemento che
caratterizza di più questa chiesa, per i muri poco decorati e la mancanza di luce per
le poche vetrate
IL CHIOSTRO
LA FONTANA MIRACOLOSA
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Il chiostro si riteneva un luogo sacro per l’acqua salubre della sorgente che
guariva le persone con problemi di salute. Quando i ricchi si ammalavano si
recavano di solito al santuario per guarire dalle malattie. Il chiostro risale ai
primi anni del Cinquecento, presenta molte più decorazioni ed è molto più
luminoso, pur essendo più piccolo, per via delle porte vetrate non presenti
all’interno della chiesa.
L’architetto è sconosciuto, ma si pensa che sia stato uno tra: Bramantino,
Cristoforo Solari, Amadeo o addirittura Leonardo.
E’ una chiesa di Milano poco conosciuta, ma davvero splendida e il chiostro
ancora di più: andate a visitarla!
Francesco B., Simone M., Marco R. 1F
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Il cammino di Santiago de Compostela
Il Cammino di Santiago di Compostela è il lungo percorso che i pellegrini fin dal
Medioevo intraprendono, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al
santuario di Santiago di Compostela, presso cui ci sarebbe la tomba dell'apostolo
Giacomo il Maggiore. Le strade francesi e spagnole che compongono l'itinerario
sono state dichiarate Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Il Cammino di Santiago
di Compostela è intimamente legato alla presenza della tomba di Giacomo il
Maggiore e al suo ritrovamento, che risale al IX secolo.
Alfonso II il Casto (789-842), re delle Asturie e della Galizia, ordinò la costruzione
sul posto di un tempio, i monaci benedettini nell'893 vi fissarono la loro residenza.
Iniziarono così i primi pellegrinaggi alla tomba dell'apostolo (Peregrinatio ad limina
Sancti Jacobi), dapprima dalle Asturie e dalla Galizia, poi da tutta l'Europa.
Santiago di Compostela fu distrutta nel 997 dall'esercito musulmano di Almanzor e
poi ricostruita da Bermudo II di León. Fu però il vescovo Diego Xelmírez ad iniziare
la trasformazione della città in luogo di culto e pellegrinaggio, facendo terminare la
costruzione della Cattedrale, iniziata nel 1075, ed arricchendola con numerose
reliquie. Nella tradizione popolare e nell'iconografia di san Giacomo – soprattutto
ispanica – è potente la figura del Matamoros, alfiere celeste, intercessore e vessillo
della ribellione della Spagna al dominio islamico.
Simboli dei pellegrini
Storicamente, le vie degli stranieri verso Santiago furono anche marittime,
soprattutto in primavera-estate, ed è anzi diffusa l'opinione che per mare fosse
arrivata nella Francia carolingia la notizia della tomba dell'apostolo, e che i primi
pellegrini arrivassero proprio dal mare: ci sono testimonianze di viaggi compiuti
dall'Inghilterra verso La Coruña, nel XIII secolo, che duravano solamente quattro
giorni, e certamente il percorso marittimo era il meno rischioso, se fatto nella
buona stagione, in tempi di strade assai insicure e accidentate, di abitati scarsi e
lontani tra loro
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La Ruta de la Costa, cioè la via di Santiago lungo la costa cantabrica, è la principale
traccia del cammino più antico, a testimoniare che i pellegrini arrivavano a
Santiago da porti atlantici, anche più ad est di La Coruña (praticamente dalla
Francia alla Galizia). Il 23 ottobre 1987 il Consiglio d'Europa ha riconosciuto
l'importanza dei percorsi religiosi e culturali che attraversano l'Europa per
giungere a Santiago de Compostela dichiarando la via di Santiago "itinerario
culturale europeo" e finanziando adeguatamente tutte le iniziative per segnalare
in modo conveniente el camino de Santiag.
I gridi di incitantamento dei pellegrini sono:”Ultreya! Suseya!”. Il cammino è
lungo circa 800 km e dura circa 1 mese.
Giulia P., Angela C., Francesca A. , 2C (Fonte: wikipedia)
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TOUR NEI PAESI BASCHI
Avete voglia di fare un viaggio in Europa e non sapete dove andare? Volete
visitare luoghi diversi dalle solite mete? Ho una proposta per voi: visitate i
Paesi Baschi!
Sono una comunità autonoma nella Spagna del Nord, affacciata sull’Oceano
Atlantico e confinante con la Francia. Il volo aereo da Milano a Bilbao dura
poco più di 5 ore e il costo è di circa 600 euro, andata e ritorno, ma
prenotando in anticipo e utilizzando voli low cost è sicuramente possibile
spendere meno. Consiglio di affittare un’auto per gli spostamenti nella
regione appena giunti in aeroporto.
1°GIORNO: BILBAO
L’area metropolitana di Bilbao è la maggiore dei Paesi Baschi e una delle più
importanti a livello economico dell’intera Spagna. E’ un importante porto
marittimo e sorge sul fiume Nerviòn.
Suggerisco di visitare:
•IL MUSEO GUGGENHEIM. Inaugurato nel 1997 ha un’architettura molto
particolare, visto dal fiume ha la forma di una nave, dall’alto invece ha la
forma di un fiore. Ospita opere del XX secolo, ma le esposizioni cambiano di
continuo.
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•LA CATTEDRALE DI SANTIAGO. Ha un’architettura in stile gotico e risale
al XIV secolo. Merita una visita per il caratteristico portico.
•IL PONTE ZUBIZURI. Noto anche come Ponte di Calatrava, dal nome
dell’architetto che lo ha realizzato, collega i due lati della valle fluviale della
città. E’ un suggestivo ponte sospeso ad arco con la superficie di
attraversamento interamente coperta di cristallo
•IL MUSEO VASCO. Rappresenta la principale esposizione della storia
archeologica ed etnografica della cultura basca.
Consigliamo anche una piacevole passeggiata nel centro storico di Casco Viejo,
già esistente nel 1300.
2°GIORNO: VICTORIA-GAZTEIZ
In auto dista soli 45 minuti da Bilbao ed è il capoluogo della comunità
autonoma dei Paesi Baschi. E’ costituita da due nuclei: a Nord, su una collina,
sorge la città vecchia; a Sud sono situati i quartieri moderni.
Da non perdere:
•IL MUSEO ARTIUM. Inaugurato nel 2002 è uno dei più grandi musei d’arte
contemporanea dell’intera penisola iberica.
•LA CATTEDRALE DI SANTA MARIA. Conosciuta anche come Catedral
Vieja (vecchia) sorge sul punto più alto della collina del Campillo. In origine la
chiesa fungeva anche da fortezza e formava parte del sistema difensivo
medievale della città. Nel corso dei secoli ha subito diverse modifiche che
hanno trasformato in maniera decisiva il su aspetto originale.
3° GIORNO: LOGRONO
Il percorso in auto da Victoria a Logrono dura circa un’ora. Bagnata dal fiume
Ebro è un importante mercato agricolo e è il centro di produzione del famoso
vino Rioja.
Meritano una visita:
ASIA B., IIC
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Viaggio a Siviglia
Un’altra proposta per un viaggio interessante in Europa è sicuramente
Siviglia. La città fu fondata dai Romani e poi fu abitata dagli Arabi verso
l’anno 711 D.C. Questo lasciò un segno indelebile nella cultura e
nell’architettura della città. Siviglia sorge sulle sponde del fiume
Guadalquivir, cosa che le ha regalato il massimo splendore poiché era
un importante centro commerciale.
Cartina di Siviglia
Che cosa abbiamo fatto:
A Siviglia ci sono un sacco di monumenti, musei e parchi da visitare
ma visto che il nostro viaggio era breve non abbiamo visto tutto. Ma
ecco qui cosa siamo andati a vedere.
Primo giorno
Decidiamo di partire dal Barrio di Santa Cruz dove si trovano gli
edifici più caratteristici di Siviglia. Si comincia dalla Cattedrale, per
la cui visita è previsto il pagamento di un biglietto. Dichiarata
Patrimonio mondiale UNESCO, fu costruita nel XII secolo, al posto
della Moschea Grande della quale rimane il minareto, oggi
conosciuto come Giralda, simbolo della città. Non bisogna
dimenticare, poi, che la Cattedrale custodisce il corpo di Cristoforo
Colombo. Per godere di uno splendido panorama sulla città è
possibile salire in cima alla Giralda. La Giralda è uno dei più eleganti
e colossali minareti lasciati dagli arabi, è stata costruita nel 1184 da
un califfo, alta 70 metri è finemente di finestre bifore e delicati
arabeschi in cotto.
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La Torre Giralda
Dopo la visita, ci si può dirigere verso un altro edificio poco distante ed
anch’esso patrimonio dell’UNESCO: l’Alcazar Reale, palazzo risalente al X
secolo ed in stile tipicamente arabo, costruito sui resti di una fortezza
romana.
Secondo Giorno
Riprendiamo il viaggio dal Barrio di Santa Cruz, si trova l’Archivio delle
Indie, un edificio di epoca rinascimentale a pianta quadrata inizialmente
usato come Borsa dei mercanti, oggi custodisce tutti i documenti relativi al
commercio tra Spagna ed Americhe. L’ingresso è gratuito. Da qui, in circa
15 minuti, è possibile raggiungere la famosa Piazza de Espana, costruita
nel 1929 per l’esposizione Iberoamericana, al cui centro vi si trova una
fontana ed è circondata da panchine in ceramica che simboleggiano le
province spagnole ed è attraversata da un canale sul quale si può andare in
barca! Proseguiamo con la visita del Parco di Maria Luisa, così chiamato
perché fu donato dalla principessa Maria Luisa di Borbone alla città nel
1893 e attraversando il fiume Guadalquivir raggiungiamo il pittoresco
quartiere di Triana. Ci dirigiamo poi verso i quartieri del centro che si
trovano alle spalle della Giralda per visitare la Casa de Pilatos, capolavoro
di arte plataresca con elementi gotici e rinascimentali. Eretta tra il 1492 e il
1533 per i duchi di Alcalà dopo un viaggio in Terrasanta.
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Casa De Pilatos
Di fronte alla Casa è il grande complesso del convento di San
Leonardo.
Terzo Giorno
Per vedere Siviglia in modo diverso e concludere il tour della città in
modo memorabile, facciamo una crociera sul Guadalquivir e saliamo
sulla Torre dell’Oro. La Torre dell’Oro, un tempo punto di osservazione
e poi carcere, è adesso un museo navale. Dalla sua cima si gode di un’
incantevole vista del fiume e della città. In questo modo vedrete la città
da ogni angolazione.
La visita della città ci ha davvero entusiasmati e consigliamo a tutti di
andare a visitarla!
Paolo P., 2C
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L’arcipelago delle Baleari è composto da quattro isole maggiori: Maiorca,
Minorca, Ibiza e Formentera. Si trovano tutte a sud est della Spagna, nel
Mediterraneo, è anche una regione autonoma di essa. L’unica provincia è quella
di Palma di Maiorca ed è anche il capoluogo.
Le lingue ufficiali sono il catalano e lo spagnolo. Il nome catalano, illes Balears,
è quello convenzionalmente usato dal governo spagnolo.
Sono tutte e quattro mete turistiche molto note, visitate da turisti di tutto il
mondo.
In senso stretto, Maiorca e Minorca sono le Isole Baleari vere e proprie,
mentre Ibiza e Formentera appartengono alle isole Pitiuse, ma entrambi i
gruppi vengono di solito indicati come Baleari. Storicamente, le isole sono
state invase dai Romani, divennero una provincia romana con il nome latino
di Baleares, dai Vandali. dai Bizantini, dagli Arabi, e dagli Aragonesi. Gli
Aragonesi inizialmente governarono le Baleari tramite un regno vassallo, il
Regno di Maiorca. In seguito le incorporarono direttamente nel Regno
Aragonese, nel 1344; quest'ultimo regno venne successivamente assorbito
dalla Spagna.
Minorca fu una dipendenza britannica nel XVIII secolo.
Alessandro B., Giulio M., Filippo R., 2C
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L’ISLANDA
L’Islanda è un’isola situata sotto il circolo polare artico.
La sua densità di popolazione è 3ab.7km.2.
La sua capitale è Rekyavik che contiene più della metà della
popolazione.
La lingua ufficiale è l’islandese e la moneta è la corona islandese.
La maggior parte della popolazione è protestante.
Il clima prevede estati fresche e inverni miti.
L’islanda viene chiamata isola DI GHIACCIO E FUOCO.
Di ghiaccio perché si trova sotto il circolo polare artico e sono
presenti molti ghiacciai. Il più grande d’Europa è il Vatnajokull.
Di fuoco perché si trova sulla linea di frattura della crosta terrestre.
Troviamo più di 200 vulcani fissurali.
I gayser sono getti d’acqua che zampillano dal suolo quando vanno a
contatto con le rocce magmatiche.
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CURIOSITA’
1) Gli islandesi conservano un’antica tradizione vichinga, di non
distinguersi con un cognome ma usando il proprio nome seguito da
quello del padre. Molti però hanno quindi lo stesso nome, e per
distinguerli nell’elenco telefonico si indica il mestiere di ognuno.
2) L’Islanda ha due record:
minor numero di omicidi (uno ogni 22 anni).
più numeri di libri stampati e comprati.
3) Si mangia lo squalo putrefatto e la torta di sangue di pecora.
4) E’ la seconda produttrice di pesce dopo la Norvegia.
Alessandro D. e Marianna A. 2°N
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È arrvato un gommone carico di Europei
Le uscite didattiche sono occasioni importanti per far capire meglio agli alunni
quello di cui si discute in classe e sono un’ottima opportunità per conoscere la
città in cui si vive. Sono anche straordinari momenti di svago e di
socializzazione.
Noi, la II C, vogliamo raccontare la nostra esperienza al teatro Sala Fontana di
Milano, vissuta lo scorso 9 dicembre. Il teatro è situato in una zona lontana
dalla scuola che abbiamo raggiunto con la metro gialla fino alla fermata “Zara”.
Una volta arrivati, una guida ci ha mostrato il cortile interno della chiesa e ci ha
parlato della sua storia antica. Il cortile è pavimentato con ciottoli ed è
circondato da un porticato con colonne i cui capitelli raffigurano vari soggetti e
conservano tracce degli stemmi delle famiglie nobiliari di Milano. Dal cortile si
entra in una stanza con il soffitto suddiviso in tredici spicchi, che ospitano gli
apostoli ed un angelo. La luce illumina la stanza attraverso vetrate colorate che
la circondano; al centro della sala sono allineate file di sedie e sulla parete
opposta all’ingresso si trova un grande altare in marmo. Nel santuario di Santa
Maria alla Fontana, da cui il teatro prende il nome, si trova una fonte d’acqua
miracolosa e la leggenda vuole che abbia effetti curativi soprattutto per gli
occhi. Noi abbiamo voluto assaggiare l’acqua della fonte usando i bicchieri a
disposizione: era molto fresca, diversa da quella in bottiglia che si beve
abitualmente! Secondo gli studiosi gli affreschi che decorano l’interno del
santuario sono da attribuirsi ad un allievo di Leonardo da Vinci ed in essi si
riconosce il tipico paesaggio leonardesco. La chiesa costruita sopra il chiostro è
abbellita da quattro grandi quadri con scene della vita di un monaco e da un
altare dorato.
Finita la visita, è iniziata la parte più piacevole della nostra uscita, lo spettacolo
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teatrale.
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La vicenda è ambientata su una spiaggia, in cui si incontrano un siciliano ed un
milanese.
I due attori interpretano due italiani che vogliono emigrare in Africa, territorio
ricco e fiorente, mentre l’Europa è in crisi e decadente e non possiede più
alcuna risorsa. All’inizio i due uomini sospettano l’uno dell’altro, ma poi,
cominciando a parlare, scoprono che hanno lo stesso progetto: salire su un
gommone che li porterà in una terra dove avranno la possibilità di lavorare. In
Italia, infatti, non c’è più speranza di trovare lavoro. I due si raccontano le loro
vicende, la perdita del posto di lavoro, il difficile distacco dalle famiglie. Di
tanto in tanto passano le auto della polizia e i due si nascondono dietro
un’imbarcazione e parlano sottovoce per non farsi sentire. La vicenda si svolge
nella notte tra il 24 e il 25 dicembre e, quando Il milanese ricorda con
rimpianto che è la vigilia di Natale, l’altro uomo allestisce un presepe sul
tronco tagliato da un albero con oggetti improvvisati. I due uomini, pur
essendo lontani dalle loro case, riescono ad essere felici e a consolarci a
vicenda. Riescono persino a diventare amici e a condividere ricordi, cibo e
sigarette. Quando in mare compaiono delle luci, i due pensano che sia arrivata
l’imbarcazione che li porterà via, ma potrebbe anche essere la guardia costiera
che li arresterà e li riporterà nelle loro città. Alla fine prevale l’ottimismo e i
due, ormai amici perché uniti dallo stesso destino, si buttano in mare
dirigendosi verso il gommone.
Il finale rimane così aperto…
Giorgio e Carmine, i due attori, hanno recitato in modo eccellente e dopo lo
spettacolo si sono intrattenuti con i ragazzi e sono stati disponibili a
rispondere alle loro domande.
Il testo, vincitore del concorso europeo “Schoolyard Stories – Concorso
Platform 11+” che ha visto coinvolte 13 compagnie da 12 differenti Paesi
d’Europa, ha voluto ribaltare la situazione dei due continenti ed ciò ha reso
molto interessante lo spettacolo. Inoltre nel testo erano presenti sketch e
battute divertenti.
Grazie allo spettacolo, piacevole ma allo stesso tempo istruttivo, siamo riusciti
a capire quanta fatica facciano e a quanti pericoli sono esposti gli immigrati
che cercano la felicità in Italia. Abbiamo trovato lo spettacolo molto stimolante
e abbiamo riflettuto su come spesso si è costretti a fare ciò che non si vuole
per sopravvivere.
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LE CLASSI IN DIRETTA
MARZO-APRILE 2015
Alla fine dello spettacolo eravamo tutti affamati e in anticipo sulla nostra
tabella di marcia. Per questo la nostra professoressa ci ha permesso di fermarci
in un bar dove uno spuntino è diventato un vero e proprio pranzo!
esperienza non solo ci ha divertito e riempito la pancia, ma ci ha
AQuesta
permesso di scoprire qualcosa in più sulla città in cui viviamo.
La II C
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LE CLASSI IN DIRETTA
MARZO-APRILE 2015
Una mattina a teatro
Mercoledì 4 febbraio siamo andati, accompagnati della professoressa di
Francese, alla recita organizzata per nostra scuola dagli allievi che frequentano
il corso opzionale di teatro.
Ci siamo recati al Teatro Silvestranum che si trova in via Maffei, a pochi minuti
a piedi dalla scuola.
Una volta accomodati, ci è stata presentata dal bravissimo insegnante di teatro
una breve traccia dello spettacolo a cui avremmo assistito: si trattava di un
dialogo riadattato, tratto dalla prima parte del libro “Il gabbiano Jonathan
Livingston”, dello scrittore Richard Bach, accompagnato dall’augurio di trovare
in tutti noi la forza di volare in alto e di fare grandi cose nel nostro futuro, come
il gabbiano protagonista.
La recita è stata molto coinvolgente: gli attori vestivano in modo molto
semplice: pantaloni bianchi e una camicia bianca strappata, come a
simboleggiare le penne del gabbiano.
Il protagonista, il gabbiano Jonathan, era impersonato da più attori che si
susseguivano in varie fasi del racconto. Intorno ad esso, un “coro” di gabbiani
che rappresentava il branco, la voce dell’opinione pubblica, in contrasto a volte
anche violento, con le idee rivoluzionarie e fuori dagli schemi di Jonathan.
Jonathan infatti è un gabbiano diverso dagli altri: mentre gli altri uccelli dello
stormo si affannano per trovare il cibo e sopravvivere, lui adora volare e si
allena per diventare perfetto nel volo. Per questo è rimproverato dai genitori
ed escluso dagli altri componenti del suo gruppo, che non comprendono la sua
passione per il volo. Nonostante la buona volontà di Jonathan per cercare di
essere un gabbiano come tutti gli altri, che lo porta a smettere di dedicarsi alla
sua passione, il suo desiderio di volare è più forte di lui, così ricomincia ad
allenarsi, arrivando in poco tempo a compiere acrobazie incredibili, mai
compiute da nessun altro volatile. Fiero dei suoi risultati, Jonathan decide di
mostrare allo stormo quanto ha imparato sul volo, ma riceve solo biasimo dai
compagni, che lo considerano un folle. Alla fine, il gruppo decide di esiliarlo,
deplorando la sua condotta temeraria e spericolata, inappropriata per un
gabbiano. Abbandonato e solo, Jonathan conduce la sua vita presso delle
scogliere solitarie, perfezionandosi sempre di più nel volo, fiero di aver seguito
la sua passione.
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LE CLASSI IN DIRETTA
MARZO-APRILE 2015
La scenografia volutamente spoglia e con un bellissimo gioco di luci sul
palcoscenico metteva in rilievo i personaggi e sottolineava i momenti più
salienti.
Con l’ausilio di oggetti di vario tipo, come pile tascabili, bastoncini
fosforescenti, pezzi di stoffa colorati e scheletri di ombrelli decorati con
nastri bianchi, ecc…, i personaggi riuscivano a rappresentare anche le
nuvole, le onde, il vento, la luna e altri elementi naturali, che davano al
dialogo fantasia e originalità.
Mi è piaciuto molto come spettacolo, perché diverso dalle recite teatrali a
cui ero abituato. Il ritmo del dialogo avvincente e coinvolgente, era scandito
da musica, suoni, luci e altri effetti che destavano l’attenzione e lo stupore
di tutti gli spettatori.
Andrea G. II N
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MARZO-APRILE 2015
Un salto nella letteratura del 1945
"La famosa invasione degli orsi in Sicilia"... vi ricorda qualcosa? A noi sì!
Martedì 2 dicembre, al Teatro Fontana di Milano, è stato rappresentato il
romanzo di Dino Buzzati. Dall'esterno il teatro sembrava un luogo piccolo,
brutto e non sembrava neanche un vero teatro, ma abbiamo scoperto che
dentro è un luogo molto accogliente e nasconde un prezioso tesoro artistico.
Alle 10.30 si è aperto il sipario, mostrando sul palco uno schermo per la
proiezione. I tre giovani attori hanno iniziato a interpretare il racconto
ballando e cantando, mentre dietro la scenografia si muovevano delle figure
che rappresentavano la storia.
Per prepararsi allo spettacolo, gli attori hanno impiegato due mesi e mezzo
per la coreografia, con luci, canzoni e oggetti inventati e costruiti da loro,
utilizzando materiali come legno, cartone, stoffa e un telo bianco.
Lo spettacolo è stato interpretato dagli attori Mauro Lamantia, Mattia
Sartori e Simone Tangolo, mentre i costumi e le sceneggiature sono opera di
Eleonora Rossi. Lo spettacolo é durato un’ora, mentre venti minuti sono stati
dedicati a porgere domande agli attori.
La parte rappresentata a teatro non corrisponde all’intera storia del
romanzo. I protagonisti principali sono il re orso Leonzio, suo figlio Tonio, il
Granduca e il professor de Ambrosis.
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LE CLASSI IN DIRETTA
MARZIO-APRILE 2015
I personaggi secondari sono il Troll, il Gatto Mammone, l’orso Babbone,
l’orso Smeriglio, l’orso Frangipane e i vari fantasmi tra cui l’orso Teofilo.
La vicenda racconta le avventure di un gruppo di orsi.
Tonio, figlio del re degli orsi Leonzio, un giorno cade in un burrone e gli
uomini lo fanno prigioniero. Il re degli uomini è il Granduca e il suo aiutante
il fedele mago, di nome De Ambrosis. Bisogna sapere che il prof. De
Ambrosiis aveva una bacchetta magica con cui poteva compiere solo due
magie e se le voleva tenere per sé: una volta che le avesse usate entrambe,
sarebbe diventato un uomo qualunque. Un giorno il mago predice che
scoppierà una guerra disastrosa per gli uomini: per questo il Granduca lo
caccia dal castello e lui si allea con gli orsi, nella speranza di diventare un
personaggio importante presso di loro. Il mago usa una delle sue magie per
trasformare in palloni aerostatici l’esercito di cinghiali del sire Molfetta, che
avevano attaccato gli orsi. Così una magia è andata. Per vendicarsi degli orsi
che gli avevano fatto usare una delle sue due importantissime magie, De
Ambrosiis fa accadere svariate disavventure agli orsi.
Leonzio e i suoi arrivarono così ad un castello dove incontrarono dei fantasmi
che diedero loro degli indizi per trovare Tonio. Un fantasma stava per dire dove il
figlioletto potesse trovarsi, ma scoccò la mezzanotte e i fantasmi sparirono e
fecero in tempo solo a dire la lettera iniziale, cioè T. Il re fece fatica a capire dove
dovesse andare: bisognava recarsi al castello Tremontano dove si trovavano il
gigante Trol e il gatto Mammone.
Il gigante li vide arrivare e liberò il gatto che, inferocito, andò a mangiarli.
Tantissimi orsi morirono divorati, solo pochi sopravvissero e riuscirono a tornare
in città.
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MARZO-APRILE 2015
Dopo numerose avventure, Leonzio dichiara guerra agli uomini per riavere suo
figlio Tonio. Gli orsi sono però sconfitti: mentre gli uomini stanno festeggiando,
gli orsi attaccano a sorpresa il teatro dove un orsetto si sta esibendo. Era
l’orsetto Goliath, ma Leonzio guardandolo bene lo riconobbe…era suo figlio
Tonio!
Il re si mise a urlare e a danzare di gioia. Il granduca per vendicarsi di Leonzio
sparò all’orsacchiotto, che morì in una pozza di sangue. Il Granduca a sua volta fu
colpito e morì.
De Ambrosis, commosso, a questo punto usa la seconda ed ultima magia per
salvare la vita a Tonio. Gli orsi possono così tornare a vivere felici.
Questo spettacolo si è concluso così anche se poi si sa che non è veramente
finito perché il racconto di Buzzati continua
Finito lo spettacolo, ci siamo divertiti a rivolgere alcune domande ai tre attori e
alla regista che li ha aiutati con la scenografia. Abbiamo scoperto che vengono
tutti dalla Sicilia, il luogo in cui è ambientato il racconto; hanno voluto
rappresentare questa storia con le ombre e non hanno voluto mettere in scena
il finale perché dicevano che così noi avremmo avuto più interesse a leggere il
libro.
Ci hanno raccontato, inoltre, che si sono conosciuti sette anni fa alla scuola di
teatro di Milano. Sono stati loro a progettare e realizzare con legno, stoffa,
colla e fantasia, la scenografia.
Lo spettacolo è stato molto originale e interessante perché gli attori, si sono
mostrati particolarmente abili nel mantenere alta l'attenzione del pubblico.
Abbiamo trovato la storia molto coinvolgente e abbiamo anche apprezzato il
fatto che sia stato lasciato in sospeso il finale. Questo spettacolo è piaciuto
tantissimo a tutti e per due giorni non si è parlato d’altro…a parte delle
verifiche!
Arrivato il momento di tornare a scuola, la prof. ci fece una sorpresa
portandoci in pasticceria. Eravamo tutti felicissimi e con i soldi in mano per
prendere pasticcini, focacce e pizzette. Tornammo a scuola sazi e preparammo
i libri per l’ultima ora. Che bella giornata!
La I C
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La I C ha incontrato la scrittrice Sabina Colloredo
“Chi sono gli eroi di oggi?” è stata questa la prima domanda rivolta
agli alunni della classe 1C della scuola Majno da Sabina Colloredo,
autrice del libro “Su e giù per l’Olimpo”, che gentilmente il 16 gennaio è
venuta a trovarci a scuola. Il libro è stato letto dalla classe per
approfondire lo studio della mitologia greca ed è stato molto apprezzato.
Fra gli eroi di oggi ci sono le persone che aiutano la gente senza
pretendere niente in cambio. Come Vanessa Marzullo e Greta Ramelli,
partite per la Siria come volontarie del Progetto Horryaty. O come quei
medici italiani che vanno in Nigeria ad aiutare i malati di Ebola, potendo
ugualmente lavorare nel loro Paese e mettendo a rischio la loro vita.
Perché lo fanno? Una cosa è certa: senza di loro, le vittime delle guerre e
della povertà, sarebbero completamente abbandonate.
“La mitologia mi affascina da sempre, è per questo che ho scelto di
pubblicare una saga sugli eroi e sugli dei per i ragazzi” spiega l’autrice.
“I miti raccontano ciò che ogni giorno cerchiamo di dimenticare: la
potenza delle emozioni e del libero arbitrio” ci dice, mentre ci incanta
con la lettura del mito di Atena e Pallade - sempre della collana di “Hotel
Olimpo” – e ci invita a riflettere e a confrontare gli antichi miti con i
comportamenti recenti degli uomini.
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“Mi è sempre piaciuto scrivere e leggere, fin da quando ero
bambina. Era come se vivessi in tre mondi diversi: quello della realtà,
quello della scrittura e quello della lettura. Quando qualcosa andava
male, mi rifugiavo in un altro mondo” - ha raccontato la scrittrice.
Le abbiamo rivolto tante domande e lei ci ha affascinato con le sue
risposte. “Ho scritto molti libri, ma non saprei classificarli: il mio
preferito è sempre l’ultimo che viene pubblicato. Tale è la mia gioia,
quando vedo un mio libro sullo scaffale di una libreria: ho raggiunto un
traguardo”.
Tra i libri che Sabina Colloredo ha pubblicato ce ne sono tantissimi
e alcuni per adulti, come uno sulla storia dei Longobardi, e la saga “Sogni
d’oro Zoe” ispirato alla figlia maggiore.
Noi tutti abbiamo imparato molto da questa lezione, che è
diventata una lezione di vita: l’autrice ha soddisfatto tutte le nostre
curiosità, con precisione e disponibilità. Con grande affetto
conserveremo il ricordo di quella mattinata.
Allegra P., 1°C
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MARZO-APRILE 2015
RECENSIONE DEL FILM
THE BLIND SIDE
Film drammatico del 2009: racconta la storia vera di
Michael, famoso giocatore di football americano. Il suo
ruolo è l’offensive tackle, cioè proteggere il quarterback
dai placcaggi degli altri avversari.
Micheal un diciassettenne rimasto orfano di padre e con
una madre dipendente dal crack, inizialmente viene
ospitato dal padre di un amico che successivamente
muore in una sparatoria.
Nonostante i problemi economici e il suo scarso
quoziente intellettivo, il ragazzo riesce ad entrare in una
scuola prestigiosa; però,a causa della sua introversione
gli risultò molto difficile la relazione con i compagni.
Un giorno il ragazzo viene notato dalla signora Leigh
Anne che prende a cuore la sua storia e decide di
adottarlo. Grazie alla sua nuova famiglia, Micheal riesce
a realizzare il suo sogno, quello di diventare un giocatore
professionista di football americano.
Katia M.- Kimberly T. classe 2N
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SPAGNA: STADI DA LEGGENDA
Il Camp Nou, conosciuto anche come Nou Camp, è uno stadio di
calcio situato a Barcellona, in Spagna. Con una capacità di 99 354
spettatori è il più capiente stadio di Spagna e di tutta l'Europa,
davanti al nuovo impianto londinese di Wembley (90 000) e al
Santiago Bernabéu di Madrid (85 454).
Lo stadio ospita le partite casalinghe della prima squadra calcistica
del Barcellona. Il nome ufficiale della struttura fu fino alla stagione
2000-2001 Estadi del Futbol Club Barcelona. Un referendum tra i
soci decretò il cambiamento del nome ufficiale in Camp Nou,
denominazione con la quale l'impianto era indicato informalmente dal
1957, anno della sua costruzione in sostituzione del vecchio stadio di
Les Corts. Vicino all'imponente struttura sono presenti altre
installazioni del club come La Masia e il Mini Estadi, lo stadio in cui
giocano il Futbol Club Barcelona Atlètic e la nazionale di Andorra.
Il Camp Nou è stato spesso utilizzato anche per eventi extracalcistici, numerose star internazionali come Michael Jackson, U2 e
Bruce Springsteen si sono esibite in concerto al Camp Nou. Molti altri
artisti, fra cui lo stilista Dirk Bikkembergs, hanno avuto la possibilità di
utilizzare l'impianto per mostre e sfilate.
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LE CLASSI IN DIRETTA
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Lo stadio Santiago Bernabéu è l'impianto di proprietà del Real Madrid, in
cui si trovano sia la sede legale del club che quella degli incontri interni
della sua squadra di calcio.
Ideato dall'architetto José María Castell, i lavori di costruzione iniziarono il
27 ottobre 1944. Originariamente chiamato Nuovo Stadio Chamartin, fu
inaugurato il 14 dicembre 1947 e fu ribattezzato con l'attuale nome il 4
gennaio 1955 in onore del grande presidente Santiago Bernabéu.
All'interno dell'impianto è presente il museo del Real Madrid, oltre a
numerosi ristoranti e lo store ufficiale del club, gestito dall'Adidas.
L'impianto è facilmente raggiungibile grazie ai mezzi pubblici. Nelle
immediate vicinanze è presente l'omonima stazione della metropolitana,
situata sulla linea 10 e inaugurata pochi giorni prima dell'inizio dei Mondiali
del 1982.
Risulta inoltre lo stadio, tra quelli dei top club, a più elevata altitudine
d'Europa (circa 700 m).
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LE CLASSI IN DIRETTA
MARZO-APRILE 2015
L'Estadio Vicente Calderón si trova a Madrid. Ospita le partite interne
dell'Atletico Madrid e ha una capacità di 54,907 spettatori.
Il 17 marzo del 1961 Javier Barroso acquistò i terreni (35.000m.a riva del
Manzanarre) per la
costruzione di un nuovo stadio che rimpiazzasse l'estadio metropolitano di
Madrid, che stava
diventando piccolo per le esigenze del club. Nello stesso anno vennero avviati
i lavori del nuovo
impianto.
Il 2 ottobre del 1966 l'Estadio Manzanares, venne inaugurato con una partita
tra Atletico e
Valencia, che terminò 1 - 1. Fu il primo stadio in Europa ad avere tutti posti a
sedere
L'Atletico, tuttavia vuole costruire un nuovo stadio che andasse a sostituire
questo storico impianto di nome Vicente Calderon, lo stadio storico del club.
Ma perché si chiama Vicente Calderon?
Questo stadio deve il nome a Vicente Calderon Perez-Cavanda che è stato un
imprenditore
spagnolo, noto per essere stato il presidente dell'Atletico Madrid per 21 anni.
Lui nacque a Torrelaveganella comunità autonoma della Cantabria nel 1913.
Rimasto orfano a vent'anni, si fece strada con le sue sole forze, diventando uno
stimato businessman. Il suo sviluppo professionale è avvenuto per lo più a
Madrid, anche se un altro ramo importante è stata la località valenziana di
Gandia, dove tra l'altro fu seppellito per sua stessa volontà.
Fu stato un uomo dalla salute cagionevole ed è morto il 24 marzo del 1987 a
causa di un infarto.
Marco G.
Marco C.
Andrea S. IIC
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Consiglio di Zona 1 dei Ragazzi e delle Ragazze
Aggiornamento sulle attività in corso relative al CdZ1RR
Riprendiamo dalla la riunione di insediamento, svoltasi il 21.11.14
presso la Sala Consiliare di Palazzo Marino, durante la quale sono
stati proposi tre punti fondamentali su cui lavorare:
1. GIARDINI, PARCHI PUBBLICI E SCOLASTICI
2. MOBILITA’E SICUREZZA
3. ATTIVITA’ SPORTIVE E CULTURALI.
I consiglieri, in classe, dopo aver raccolto le indicazioni
fornite dagli alunni della scuola, quelle riportate nello
spazio dedicato alle proposte, e dopo aver sintetizzato gli
argomenti trattati in seduta, hanno lavorato in classe
utilizzando alcune schede “guida” per valutare la fattibilità
delle ipotesi e per trovare i modi con cui adulti e ragazzi
possono collaborare e contribuire alla realizzazione dei
progetti
Il 19.1.2015 si è tenuta una riunione preparatoria, con tutti i
consiglieri e due rappresentanti dell’UNICEF , Benedetta e
Paola, che hanno sostenuto i ragazzi nel loro lavoro. Durante
questa riunione sono stati scelti gli argomenti e le idee da
presentare davanti al Presidente Arrigoni
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LE CLASSI IN DIRETTA
MARZO-APRILE 2015
Il Consiglio di zona ufficiale si è tenuto in data 26.1.2015, presso la sede di via
G. Marconi, 2. Durante la riunione, alla presenza del Pres. Dott. Arrigoni e dei
consiglieri Donatella Capirchio e Lorenzo Sitia, i ragazzi hanno raccontato le
loro idee e hanno votato e quindi definito i punti più importanti su cui
lavorare:
1)
Incontrare le persone (ingegnere e geometra) che si occupano di
manutenzione e cura delle aree in zona 1; individuare e progettare
insieme un’area da riqualificare, inserendo, se possibile, un’area
gioco accessibile anche ai ragazzi disabili.
2) Ideare dei cartelli da posizionare nelle aree verdi esistenti che
invitino alla cura e alla pulizia, prendendo spunto dal regolamento
comunale già esistente.
3)
Organizzare tornei sportivi tra le scuole con discipline
paraolimpiche .
Nei giorni successivi, in classe, i ragazzi hanno scelto l’argomento da
trattare.
La 1°A ha scelto di lavorare al progetto di riqualifica di un’area verde
pensando anche ai ragazzi disabili
La 1° C ha scelto di lavorare al progetto dell’organizzazione dei tornei
sportivi nelle discipline paraolimpiche.
Poiché entrambe le classi hanno in comune il focus “disabilità”, per
documentarsi al meglio verrà presto organizzato un incontro con esperti
sull’argomento.
A tutti i compagni di scuola chiediamo di continuare a seguirci e di sostenerci
con i vostri preziosi suggerimenti attraverso lo spazio dedicato al CDZ1RR sito
sempre al piano terra della sede di Via della Commenda.
Il prossimo appuntamento sarà lunedì 16 marzo, proprio nella nostra scuola
per la riunione preparatoria e sempre lunedì 23 marzo nella sede del CDZ1.
I A:
Giulia B., Umberto B., Blanca D., Cecilia D., Lorenzo P., Francesco R.
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