6° Osservatorio sul Credito alla Piccola Impresa (<20 addetti) Piccole imprese scettiche su effetti misure BCE, domanda di credito ai minimi, crescono le difficoltà d’accesso: 31 miliardi di finanziamenti in meno dal 2010 Introduzione: indagine campionaria e dati desk 2 SEZIONE I – Sentiment piccole imprese e primi dati statistici Prevale lo scetticismo sugli effetti delle misure BCE; alcune conferme statistiche 3 Aumentano ancora le difficoltà di accesso al credito, domanda ai minimi 6 Difficoltà d’accesso: maggiori per Commercio e Mezzogiorno 7 I motivi delle difficoltà di accesso al credito 9 Segnali positivi: ancora in crescita i finanziamenti per gli investimenti 11 Le piccole imprese hanno fabbisogni di credito per importi limitati 13 Moratoria di sospensione dei debiti per le PMI 15 SEZIONE II – Statistiche su impieghi vivi alle piccole imprese Serie degli impieghi vivi alle piccole imprese (< 20 addetti) 17 Analisi regionale e provinciale 19 Metodologia e struttura del campione 21 MARZO 2015 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 Introduzione: indagine campionaria e dati desk L’Osservatorio sul credito alla piccola impresa, giunto alla sesta edizione e realizzato da Fondazione Impresa, traccia le dinamiche dei prestiti in un periodo storico particolare, in cui successive contrazioni del prodotto interno lordo (periodi 2008-2009 e 20122013-2014), hanno messo in ginocchio l’intera economia italiana. L’Osservatorio indaga, nello specifico, gli aspetti che riguardano il credito alle imprese con meno di 20 addetti, piccole imprese che in Italia, secondo i dati del 9° censimento dell’industria e dei servizi, occupano il 57% del totale addetti (agricoltura, comparto pubblico e istituzioni non profit escluse). L’Osservatorio è strutturato in due sezioni: 1. un’indagine campionaria condotta presso un campione di mille piccole imprese effettuata con metodo CATI (Computer Assisted Telephonic Interviewing), nel corso dei giorni lavorativi compresi tra il 23 febbraio e il 3 marzo 2015 e che fa riferimento ai rapporti tra imprenditori e banche nell’arco degli ultimi 6 mesi (ottobre 2014-marzo 2015); in questa edizione l’Osservatorio ha prodotto uno specifico focus sul sentiment degli imprenditori verso le misure messe in atto dalla Banca Centrale Europea (operazioni TLTRO e Quantitative Easing) per valutare se si aspettano dei segnali positivi. In questa sezione vengono anche riportati alcuni primi dati desk che si accompagnano al sentiment degli imprenditori circa le misure assunte dalla Banca Centrale Europea. 2. l’elaborazione di alcuni dati desk che completano l’analisi qualitativa indicando l’evoluzione dei prestiti alle piccole imprese (impieghi vivi) sulla base degli ultimi dati a disposizione. Le informazioni riguardano, nello specifico, l’andamento a partire dall’inizio della crisi (2008) e viene proposto il rank regionale e provinciale del credit crunch negli ultimi 4 anni. 2 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 SEZIONE I–Sentiment piccole imprese e primi dati statistici Prevale lo scetticismo sugli effetti delle misure BCE; alcune conferme statistiche Il prolungarsi della crisi economica e lo spettro della deflazione ha indotto la Banca Centrale Europea (BCE) ad assumere alcune iniziative per superare il credit crunch e drenare risorse all’economia reale. Nello specifico la BCE ha lavorato su più fronti, dapprima, portando il tasso di rifinanziamento principale ai minimi storici (0,05%) e, in secondo luogo, attraverso prestiti alle banche mirati al finanziamento dell’economia reale (imprese e famiglie); queste ultime operazioni (TLTRO) hanno avuto avvio nel 2014 e, in particolare, la prima ondata di prestiti è stata effettuata a settembre e la seconda a dicembre. Le richieste da parte delle banche europee sono state inferiori alle attese e nel caso delle banche italiane si stima che queste abbiano preso a prestito circa 50 miliardi di euro sui 70-75 potenzialmente disponibili. Attraverso il 6° Osservatorio sul credito, Fondazione Impresa era quindi interessata innanzitutto a misurare il sentiment delle piccole imprese sui potenziali effetti derivanti dalle misure assunte dalla BCE che comprendono le aste TLTRO ma anche le misure non convenzionali di acquisto di titoli (Quantitative Easing) per aumentare la liquidità nel sistema e far risalire l’inflazione. La BCE ha avviato una serie di misure per agevolare il credito. Quanto è d’accordo con chi afferma che queste misure stanno determinando/determineranno l’apertura dei rubinetti del credito? Per niente 19,9% Molto 11,4% Abbastanza 22,8% Poco 45,9% Non sa / non risponde 3,6% 6° Osservatorio sul Credito alla Piccola Impresa 3 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 Tra le piccole imprese emerge, già a prima vista, un generale scetticismo verso gli strumenti adottati dalla Banca Centrale Europea: per quasi i 2/3 degli intervistati (65,8%), queste misure non condurranno all’apertura dei rubinetti del credito; in particolare per due imprese su dieci non ci sarà alcun effetto mentre per il 45,9% degli intervistati potranno verificarsi verosimilmente solo pochi effetti. Prevale quindi il sentiment negativo ed in effetti solo l’11,4% delle piccole imprese ritiene che le misure assunte dovrebbero “mettere fine” al credit crunch (in altri termini poco più di un’impresa su dieci concorda sul fatto che le misure assunte dalla BCE faranno ripartire il credito; si veda l’opzione “molto” nel grafico precedente). A livello settoriale la sfiducia prevale nel commercio e nell’artigianato dove rispettivamente il 77,4% e il 71,8% degli intervistati non concorda con chi afferma che le misure assunte dalla BCE contribuiranno a far ripartire il credito in Italia. Per quanto concerne l’analisi territoriale si verifica, invece, una maggiore fiducia sui risultati delle operazioni assunte dalla BCE presso le piccole imprese del Nord Ovest che indicano un grado di accordo (37,2%) superiore alla media italiana (34,2%) e più elevato di quasi 7% punti percentuali rispetto al minimo fatto registrare dal Sud d’Italia (30,3%). La BCE ha avviato una serie di misure per agevolare il credito. Quanto è d’accordo con chi afferma che queste misure stanno determinando/determineranno l’apertura dei rubinetti del credito? Analisi per settore e ripartizione geografica Settore attività TOTALE SETTORI Artigianato Piccola impresa Manifatturiera Commercio Servizi Molto / Abbastanza 28,2% 36,8% 22,6% 37,4% 34,2% Poco / Per niente 71,8% 63,2% 77,4% 62,6% 65,8% Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Ripartizione geografica ITALIA Nordest Nordovest Centro Sud Isole Molto / Abbastanza 32,6% 37,2% 35,7% 30,3% 34,2% Poco / Per niente 67,4% 62,8% 64,3% 69,7% 65,8% Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 6° Osservatorio sul credito alla Piccola Impresa (ott 14-mar 15) 4 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 Anche a livello statistico si verifica come queste misure non abbiano ancora consentito una ripresa dei finanziamenti. Nel 2014 – puntualizzano i ricercatori di Fondazione Impresa - nonostante le due operazioni TLTRO di settembre e dicembre, il credito alle piccole imprese ha continuato a diminuire (-5,3% la contrazione su base annua per gli impieghi vivi che sono scesi da 151,3 miliardi di euro registrati a fine dicembre 2013 a 143,4 miliardi di euro di fine dicembre 2014). La ripresa dei finanziamenti sarà quindi vincolata agli effetti prodotti dalle nuove 4 aste TLTRO del 2015 ma soprattutto dal Quantitative Easing con il quale la BCE si è prefissata, a partire da marzo 2015, di acquistare 60 miliardi di titoli al mese inondando di liquidità i mercati fintantoché l’inflazione non si riporterà su livelli ottimali. E anche valutando la variazione degli impieghi vivi da fine agosto 2014 (antecedente alle prime due operazioni TLTRO) a fine dicembre 2014 (ultimi dati disponibili al 27/02/2015) ovvero non tenendo conto della stagionalità - si verifica ancora il segno meno con le consistenze in discesa di 1,2 miliardi di € per un calo percentuale pari allo 0,8%. Andamento degli impieghi vivi alle piccole imprese (<20 addetti) nell’ultimo anno e valutazione a partire da avviamento delle operazioni TLTRO Prima TLTRO (18/09/2014) Seconda TLTRO (11/12/2014) Fine mese Impieghi vivi (consistenze in mln di €) Var. % Impieghi vivi (su anno prec.) 31/12/2013 151.324,9 -6,6 31/01/2014 152.969,0 -5,4 28/02/2014 151.804,2 -5,4 31/03/2014 151.065,8 -4,5 30/04/2014 149.010,2 -5,7 31/05/2014 146.693,7 -7,0 30/06/2014 147.440,6 -5,2 31/07/2014 146.472,7 -5,7 31/08/2014 144.530,2 -5,6 30/09/2014 145.369,9 -5,6 31/10/2014 143.961,1 -5,6 30/11/2014 142.686,1 -5,5 31/12/2014 143.371,3 -5,3 Variazione dic 2014-ago 2014 (da prima delle due operazioni TLTRO a fine anno) -1.158,9 -0,8 Elaborazioni Fondazione Impresa su dati Banca d’Italia 5 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 La situazione del credito alle piccole imprese appare ancora più critica valutando la serie storica: dal 2010 al 2014 gli impieghi vivi alle imprese con meno di 20 addetti sono scesi di 31,1 miliardi di euro. Per approfondire la dinamica del credito alle piccole imprese si rimanda alla sezione II dello studio (pag. 17) che rielabora i dati desk di fonte Banca d’Italia per regione e per provincia (rank per maggiore contrazione). Aumentano ancora domanda ai minimi le difficoltà di accesso al credito, Gli imprenditori segnalano un nuovo peggioramento delle condizioni di accesso al credito: nel 62,4% dei casi le piccole imprese hanno riscontrato difficoltà di accesso ai finanziamenti. Da un confronto con quanto rilevato nelle indagini precedenti, si nota in primis come le imprese che hanno incontrato difficoltà siano divenute più della metà (51,4%) già nel periodo ottobre 2012-marzo 2013; le difficoltà di accesso sono state percepite come sempre più ardue e come si vedrà nel prosieguo di questo studio una piccola impresa su dieci (il 10,4%) non ha ottenuto il finanziamento richiesto nel periodo ottobre 2014-marzo 2015. Difficoltà di accesso al credito in crescita per le piccole imprese Osservatori sul Credito alla Piccola Impresa – Marzo 2015 e precedenti Negli ultimi 6 mesi (ottobre 2014-marzo 2015) la domanda di credito da parte delle piccole imprese evidenzia ancora un calo. Rispetto al periodo precedente (aprile 2014settembre 2014) la quota di piccole imprese che hanno richiesto finanziamenti è scesa passando dal 39,8% al 36,2%. Prosegue quindi il calo che, su base annua è pari a più di 5 punti percentuali (dal 41,8% del periodo ottobre 2013-marzo 2014 al 36,2%). 6 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 La domanda di credito è ai minimi Osservatori sul Credito alla Piccola Impresa – Marzo 2015 e precedenti Difficoltà d’accesso: maggiori per Commercio e Mezzogiorno Dall’ultima indagine, che fa riferimento a quanto intervenuto nel periodo ottobre 2014 – marzo 2015, si evince come il 62,4% degli imprenditori abbia incontrato difficoltà di accesso al credito: nel 35,8% dei casi le difficoltà sono state meno ardue (“alcune difficoltà”); nel 16,2% dei casi le piccole imprese si sono trovate di fronte a “molte difficoltà” e nel 10,4% dei casi il credito è stato negato (“impossibile ottenerlo”). Negli ultimi sei mesi ha riscontrato difficoltà nell’accesso al credito? Non sa / non risponde 4,4% 6° Osservatorio sul Credito alla Piccola Impresa (ott 14-mar 15) 7 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 Con riferimento ai settori le difficoltà di accesso al credito (somma delle opzioni “alcune difficoltà”, “molte difficoltà” e “è stato impossibile ottenere il credito”) si concentrano soprattutto nel commercio (67,2%) e nell’artigianato (65,6%). Tuttavia da una lettura più mirata dei dati è possibile notare anche alcune criticità per la piccola impresa manifatturiera e per i servizi che registrano le percentuali più elevate di credito “negato” (rispettivamente 12,5% e 12,0%). Le aree geografiche in cui si verificano le maggiori difficoltà di accesso al credito (registrate negli ultimi 6 mesi) sono il Mezzogiorno (67,2%) e il Centro Italia (63,3%) mentre nel Nord Est si verifica la quota più bassa di imprenditori che si sono visti negare i finanziamenti (il 6,7%). Negli ultimi sei mesi ha riscontrato difficoltà nell’accesso al credito? Analisi per settore e per ripartizione geografica Settore attività Artigianato Piccola impresa Manifatturiera Commercio Servizi TOTALE SETTORI 64,2% 35,8% 57,5% 42,5% 69,0% 31,0% 62,5% 37,5% 63,8% 36,2% Nessuna difficoltà 34,4% 43,2% 32,8% 41,5% 37,6% Difficoltà di accesso: 65,6% 56,8% 67,2% 58,5% 62,4% Alcune difficoltà 36,2% 31,8% 38,9% 33,6% 35,8% Molte difficoltà 19,6% 12,5% 16,3% 18,4% 16,2% E’ stato impossibile ottenere il credito 9,8% 12,5% 12,0% 6,5% 10,4% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Non ho fatto richiesta di credito Ho fatto richiesta di credito Totale Ripartizione geografica ITALIA Nordest Nordovest Centro Sud Isole Non ho fatto richiesta di credito 59,3% 60,5% 67,2% 68,6% 63,8% Ho fatto richiesta di credito 40,7% 39,5% 32,8% 31,4% 36,2% Nessuna difficoltà 38,4% 41,6% 36,7% 32,8% 37,6% Difficoltà di accesso: 61,6% 58,4% 63,3% 67,2% 62,4% Alcune difficoltà 38,5% 36,9% 32,7% 31,2% 35,8% Molte difficoltà 16,4% 13,9% 16,7% 19,2% 16,2% E’ stato impossibile ottenere il credito 6,7% 7,6% 13,9% 16,8% 10,4% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Totale 6° Osservatorio sul Credito alla Piccola Impresa (ott 14-mar 15) 8 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 I motivi delle difficoltà di accesso al credito La richiesta di garanzie eccessive rappresenta la principale difficoltà di accesso al credito (46,9%) indicata dalle piccole imprese, peraltro in aumento rispetto a quanto rilevato nell’indagine precedente (43,7%). In secondo luogo, il 22,9% dei piccoli imprenditori individua come causa delle difficoltà le tempistiche delle procedure che risultano troppo lunghe. Seguono i tassi di interesse (21,6%) che rispetto alle edizioni precedenti continuano ad aumentare in quota (si collocavano sotto il 20%) mentre i costi bancari in senso stretto si attestano all’8,6%. Secondo i ricercatori di Fondazione Impresa - il fatto che i tassi d’interesse acquistino rilevanza nella determinazione del credit crunch va letta, non tanto dalla loro discesa effettiva che è abbastanza scontata dato che il tasso di riferimento BCE è al minimo storico (0,05%), ma dal fatto che le PMI italiane percepiscono questi come elevati; in effetti i tassi in Italia scontano un differenziale di circa 1 punto percentuale e mezzo rispetto alla media dell’Area Euro (4,61% vs 3,17% considerando i tassi con durata compresa tra 1 e 5 anni sui finanziamenti fino a 1 mln di euro; dati Banca Centrale Europea a fine dicembre 2014). Per quale motivo ha riscontrato maggiori difficoltà? (solo per le imprese che hanno incontrato difficoltà ad ottenere credito dalle banche) Richiesta di garanzie eccessive 46,9% Tempi / procedure troppo lunghe 22,9% Tassi di interesse / spread troppo elevati Costi bancari troppo elevati 21,6% 8,6% Non sa / non risponde 4,6% 6° Osservatorio sul Credito alla Piccola Impresa (ott 14-mar 15) 9 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 Le garanzie eccessive sono più evidenti nei servizi (49,2%) che si attestano, insieme al commercio (47,6%) su quote d’incidenza più elevate della media del campione (46,9%). Su base territoriale le garanzie eccessive risultano superiori alla media nazionale nel Mezzogiorno (49,2% contro una media del 46,9%) e nel Nord Est (48,6%) mentre per le piccole imprese del Nord Ovest ci sarebbe una prevalenza di criticità relative legate alle tempistiche (23,7% contro una media del 22,9%). Per quale motivo ha riscontrato maggiori difficoltà? (solo per le imprese che hanno incontrato difficoltà ad ottenere credito dalle banche) Analisi per settore e per ripartizione geografica Settore attività Artigianato Piccola impresa Commercio Manifatturiera Servizi TOTALE SETTORI Richiesta di garanzie eccessive 46,1% 44,2% 47,6% 49,2% 46,9% Tempi / procedure troppo lunghe 20,2% 24,7% 24,3% 20,8% 22,9% Tassi di interesse / spread troppo elevati 20,3% 23,8% 23,6% 17,4% 21,6% Costi bancari troppo elevati 13,4% 7,3% 4,5% 12,6% 8,6% Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Ripartizione geografica ITALIA Nordest Nordovest Centro Sud Isole Richiesta di garanzie eccessive 48,6% 44,9% 45,7% 49,2% 46,9% Tempi / procedure troppo lunghe 21,5% 23,7% 28,9% 21,6% 22,9% Tassi di interesse / spread troppo elevati 19,8% 21,4% 21,2% 22,7% 21,6% Costi bancari troppo elevati 10,1% 10,0% 4,2% 6,5% 8,6% Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 6° Osservatorio sul Credito alla Piccola Impresa (ott 14-mar 15) 10 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 Segnali positivi: ancora in crescita i finanziamenti per gli investimenti La fase di difficoltà e di scarsa liquidità che hanno attraversato le imprese durante la crisi economica si sono riflesse necessariamente sulla tipologia dei finanziamenti richiesti. La richiesta di credito per sopperire alle esigenze di liquidità per il sostegno all’azienda nella fase di crisi economica è infatti ancora maggioritaria (52,7%). Si nota, tuttavia, un incremento della quota di credito per gli investimenti: nell’ultimo periodo (ottobre 2014-marzo 2015) il 26,7% delle piccole imprese ha richiesto finanziamenti per nuovi investimenti rispetto a quanto registrato 6 mesi prima (23,2%) e soprattutto rispetto al 16,8% di un anno e mezzo prima. Il progressivo aumento delle richieste di credito per nuovi investimenti - puntualizzano i ricercatori di Fondazione Impresa – evidenzia come le piccole imprese sopravvissute alla crisi stiano intraprendendo più progetti di investimento, in modo da cogliere e accompagnare i segnali di ripresa. Per quale motivo l’azienda ha richiesto nuovi crediti? (solo per le imprese che hanno fatto domanda di finanziamento alle banche) Osservatori sul Credito alla Piccola Impresa – Marzo 2015 e precedenti A livello settoriale il ricorso al credito presenta differenze abbastanza nette. Nel caso del commercio e dell’artigianato prevale, rispetto al totale dei settori, il ricorso ai finanziamenti per soddisfare alle esigenze di liquidità delle imprese (rispettivamente 56,8% e 55,9% contro il 52,7% della media del campione); per il commercio si tratta, da un lato, dell’effetto della crisi che ha colpito profondamente il comparto (calo della domanda 11 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 interna) e, dall’altro, della peculiarità del settore che evidenzia, ovviamente, una minore propensione all’investimento rispetto ad altri comparti come la piccola impresa manifatturiera; per l’artigianato la ragione si può individuare nella lunga fase di recessione vissuta dal comparto. A livello territoriale esiste una maggiore propensione alla richiesta di credito per gestire le fasi di crisi aziendale nel Mezzogiorno (56,2%). La maggiore intensità delle richieste di credito per gestire la crisi nei comparti del commercio/artigianato e nel Mezzogiorno del Paese – segnalano i ricercatori di Fondazione Impresa - è strettamente collegata all’intensità della recessione che attanaglia ancora questi comparti/aree del Paese (in linea con quanto indicato dall’Osservatorio Congiunturale sulla Piccola Impresa in Italia, pubblicato su Il Sole 24 Ore del 23/02/2015). Nel Nord d’Italia, invece, dove si registra una ripresa della domanda/produzione e dell’occupazione è associata una maggiore propensione relativa per i finanziamenti collegati agli investimenti. Per quale motivo l’azienda ha richiesto nuovi crediti? (solo per le imprese che hanno fatto domanda di finanziamento alle banche) Analisi per settore e per ripartizione geografica Settore attività Artigianato Piccola impresa Manifatturiera Commercio Servizi TOTALE SETTORI Nuovi investimenti Sostegno all'azienda nella crisi / mancanza di liquidità Ampliamento / acquisizione immobili Altro 25,6% 31,4% 22,3% 26,8% 26,7% 55,9% 49,7% 56,8% 51,4% 52,7% 12,4% 16,6% 15,2% 18,3% 16,4% 6,1% 2,3% 5,7% 3,5% 4,2% Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Ripartizione geografica ITALIA Nordest Nordovest Centro Sud Isole Nuovi investimenti Sostegno all'azienda nella crisi / mancanza di liquidità Ampliamento / acquisizione immobili Altro 29,6% 30,5% 24,8% 23,9% 26,7% 50,4% 51,3% 53,9% 56,2% 52,7% 18,6% 18,2% 11,9% 12,7% 16,4% 1,4% 0,0% 9,4% 7,2% 4,2% Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 6° Osservatorio sul Credito alla Piccola Impresa (ott 14-mar 15) 12 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 Le piccole imprese hanno fabbisogni di credito per importi limitati Con l’avvento della seconda ondata di crisi economica il credit crunch ha assunto via a via sempre più rilevanza; è emersa quindi la necessità di indagare altri aspetti connessi alla domanda di credito e, in particolare, l’entità dei fabbisogni di credito delle imprese più piccole. Le piccole imprese hanno effettuato richieste di credito per importi abbastanza contenuti: nella metà dei casi (50,5%) gli importi richiesti si attestano al di sotto della soglia dei 25 mila euro; alzando la soglia a 50 mila euro, più dell’89% dei finanziamenti si attesta in questa fascia. I finanziamenti che richiede ad una banca, si attestano prevalentemente in quale soglia? Fino a 10 mila € 18,6% Tra 11 - 25 mila € 31,9% Tra 26 - 50 mila € 38,7% Tra 51 - 100 mila € 5,8% Oltre 100 mila € 5,0% Non sa / non risponde 7,7% A livello territoriale emergono differenza nette con il Nord del Paese che riscontra fabbisogni nettamente superiori nelle soglie più elevate; gli importi maggiori (superiori ai 50 mila euro) risultano prevalenti nel Nord Ovest (13,7% dei casi) mentre nel Mezzogiorno questa incidenza si ferma ad appena il 5,8%. A livello settoriale gli importi più consistenti (oltre i 50 mila euro) sono, per ragioni strutturali, richiesti soprattutto dalle piccole imprese manifatturiere (qui si registra una quota di finanziamenti sopra ai 50 mila euro pari al 22,0% contro una media del campione pari al 10,8%). Dal momento che le piccole imprese - indicano i ricercatori di Fondazione Impresa – effettuano richieste di credito per piccoli importi che sono tuttavia vitali per lo sviluppo delle loro iniziative economiche, si auspica che i nuovi provvedimenti assunti dalla Banca Centrale Europea possano contribuire a risolvere il problema del credit crunch per le microimprese. 13 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 I finanziamenti che richiede ad una banca, si attestano prevalentemente in quale soglia? Analisi per settore e per ripartizione geografica Settore attività TOTALE SETTORI Artigianato Piccola impresa Manifatturiera Commercio Servizi Fino a 10 mila € 24,3% 9,4% 29,2% 13,5% 18,6% Tra 11 - 25 mila € 31,2% 29,4% 33,8% 32,6% 31,9% Tra 26 - 50 mila € 36,7% 39,2% 35,8% 40,6% 38,7% Tra 51 - 100 mila € 5,3% 9,5% 0,8% 5,2% 5,8% Oltre 100 mila € 2,5% 12,5% 0,4% 8,1% 5,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Totale Ripartizione geografica ITALIA Nordest Nordovest Centro Sud Isole Fino a 10 mila € 17,2% 16,4% 20,1% 22,6% 18,6% Tra 11 - 25 mila € 28,5% 29,6% 33,4% 35,7% 31,9% Tra 26 - 50 mila € 43,2% 40,3% 36,7% 35,9% 38,7% Tra 51 - 100 mila € 8,3% 9,6% 3,4% 2,7% 5,8% Oltre 100 mila € 2,8% 4,1% 6,4% 3,1% 5,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Totale 6° Osservatorio sul Credito alla Piccola Impresa (ott 14-mar 15) 14 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 Moratoria di sospensione dei debiti per strumento da far conoscere maggiormente le PMI; uno Con l’avvento della crisi economica la capacità da parte delle imprese di onorare i propri debiti è venuta meno. Per attenuare queste criticità il Governo italiano ha predisposto una serie di interventi, concordati con l’Associazione Bancaria Italiana e le associazioni di categoria, come ad esempio la sospensione delle rate dei mutui per la quota capitale. In effetti dal 2009 ad oggi si sono susseguite una serie di moratorie che dovrebbero proseguire anche nei prossimi anni come previsto dall’art. 1, comma 246 della legge n. 190 del 23 dicembre 2014 (legge di Stabilità 2015). Sulla base di queste informazioni, l’interesse di Fondazione Impresa era quello di valutare il grado di conoscenza dello strumento da parte delle imprese con meno di 20 addetti e il grado di utilizzo delle modalità consentite dallo strumento (sospensione per 1 anno per la quota capitale delle rate dei mutui, della quota capitale dei canoni di operazioni di leasing, allungamento di 270 giorni di scadenza di anticipazioni bancarie su crediti insoluti, allungamento della durata dei mutui fino al 100% di quella residua del piano di ammortamento). Come emerge puntualmente nella tabella successiva, nonostante le prime moratorie siano state avviate già nel “lontano” 2009, alla fine del 2014 il 51,5% degli intervistati non era ancora a conoscenza che fosse operativa una procedura per ottenere la sospensione dei debiti per le PMI. Nello specifico, rispetto al campione di 1.000 piccole imprese intervistate, solamente il 4,3% ha ottenuto la sospensione mentre il 4,1% era in attesa di riceverla (aveva già fatto domanda). Sono quote abbastanza residuali ma che dovrebbero continuare a crescere dal momento che il 68,5% degli intervistati sollecitati sul tema pensa di presentare domanda entro il 2015. In sintesi si tratta – a parere dei ricercatori di Fondazione Impresa – di risultati al di sotto delle attese che indicano come gli strumenti messi in campo debbano venire maggiormente promossi e pubblicizzati. Tuttavia, rispetto a quanto rilevato nella precedente edizione dell’Osservatorio si nota un leggero aumento delle imprese che hanno utilizzato queste forme di sospensione dei debiti o che sono in attesa di riceverle. In relazione alle moratorie ottenute/richieste lo strumento più utilizzato è stato quello che riguardava la sospensione per un anno della quota capitale delle rate dei mutui (39,6%) e, in seconda battuta, quella della quota capitale dei canoni di operazioni di leasing (32,6%). 15 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 È a conoscenza che da ottobre del 2013 è operativa fino a fine del 2014 (rinnovo 2015-2017) la nuova moratoria di sospensione dei debiti per le PMI? (ad es. sospensione quota capitale mutui)? 1° 2014 Si, l'ho ottenuta 2,4% 4,3% Si, sono in attesa 3,6% 4,1% 2° 2014 22,6% 26,9% Si, farò richiesta 16,2% 13,2% Si, ma non ne ho bisogno 35,7% 41,6% No, ma farò richiesta No, e non farà richiesta 9,9% 19,5% Non sa / non risponde 4,2% Artigianato Settore attività Piccola impresa Commercio Manifatturiera 53,2% 45,6% Servizi TOTALE SERVIZI 46,7% 48,5% SI 49,3% NO 50,7% 46,8% 54,4% 53,3% 51,5% Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Nordest Nordovest Centro Sud Isole SI 47,1% 48,9% 49,2% 45,8% 48,5% NO 52,9% 51,1% 50,8% 54,2% 51,5% Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Ripartizione geografica ITALIA 6° Osservatorio sul Credito alla Piccola Impresa (ott 14-mar 15) In relazione alla moratoria, che tipo di sospensione ha ottenuto/richiesto? (solo per chi ha fatto domanda di moratoria) Di 12 mesi per la quota capitale delle rate dei mutui 39,6% Della quota capitale dei canoni di operazioni di leasing Allungamento durata mutui fino a 100% di quella residua dal piano di ammortamento Allungamento di 270 gg. di scadenza di anticipazioni bancarie su crediti insoluti 32,6% 18,9% 8,9% Non sa / non risponde 9,4% 6° Osservatorio sul Credito alla Piccola Impresa (ott 14-mar 15) 16 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 SEZIONE II–Statistiche su impieghi vivi alle piccole imprese Serie degli impieghi vivi alle piccole imprese (< 20 addetti) La seconda parte dell’Osservatorio completa l’analisi qualitativa offerta dall’indagine sul credito alla piccola impresa attraverso una panoramica sull’andamento degli impeghi vivi (cioè gli impieghi al netto delle sofferenze) per le imprese con meno di 20 addetti. Dall’avvento della crisi (dal 2008) l’andamento dei prestiti alle piccole imprese italiane ha subito due fasi di caduta. Il primo rallentamento è avvenuto a partire dalla fine del 2008 ed è stato abbastanza contenuto: infatti dal 31/12/2008 al 30/09/2009 gli impieghi vivi alle piccole imprese sono scesi di 3 miliardi di euro per una contrazione pari al 2% (da 167,9 miliardi di euro a 164,9 miliardi). Dopo la prima discesa gli impieghi hanno ripreso a salire con decisione e, su base trimestrale, è stato raggiunto il nuovo picco a fine marzo del 2011: 174,9 miliardi di euro (di poco superiore ai 174,5 mld di fine 2010). Tuttavia con l’acuirsi delle tensioni sui mercati internazionali e l’avvento della nuova fase di recessione (anni 20122013-2014) i prestiti hanno subito una caduta drastica: questa seconda ondata di credit crunch si è “materializzata” attraverso una contrazione degli impieghi vivi che sono scesi nettamente al di sotto dei livelli registrati prima dell’avvento della crisi (31/12/2007). Dal 2010 al 2014 i finanziamenti in bonis alle piccole imprese (impieghi vivi, ovvero i prestiti al netto delle sofferenze) sono scesi del 17,8%: di oltre 31 miliardi di euro passando da 174,5 a 143,4 mld di euro (dati di fine dicembre). Si è trattata – secondo i ricercatori di Fondazione Impresa - di una contrazione del credito alle piccole imprese inarrestabile e senza precedenti: in termini reali, ovvero depurando gli impieghi dalla crescita dei prezzi (inflazione), la contrazione è stata pari a 44,1 miliardi euro reali per una caduta del 23,5%. L’intensità della diminuzione è stata molto accentuata in tutte le aree del Paese ma più netta nel Mezzogiorno dove gli impieghi vivi alle piccole imprese sono crollati del 19,7% in quattro anni. Il quadro del Credit Crunch alla piccola impresa, almeno a livello di ripartizioni geografiche, è comunque abbastanza simile in tutto il Paese tant’è che per individuare delle differenze significative è necessario un approfondimento del dato su base regionale e provinciale. 17 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 Serie storica degli impieghi vivi alle piccole imprese in Italia (<20 addetti) Andamento trimestrale dall’inizio della crisi – Valori in milioni di euro (*) (*) All’interno del grafico sono stati specificati i dati relativi alla fine di ogni anno. Elaborazione Fondazione Impresa su dati Banca d’Italia Impieghi vivi alle piccole imprese (<20 addetti) – Analisi per ripartizione geografica Andamento negli ultimi 4 anni – Valori in milioni di euro e in % 31/12/2010 31/12/2014 Var. ass. 2014-2010 Var. % 2014/2010 174.507,9 143.371,3 -31.136,6 -17,8 Nord Ovest 53.456,7 44.109,9 -9.346,8 -17,5 Nord Est 54.670,9 45.195,7 -9.475,2 -17,3 Centro 33.533,0 27.701,4 -5.831,6 -17,4 Mezzogiorno 32.847,3 26.364,3 -6.482,9 -19,7 Ripartizioni geografiche ITALIA Elaborazione Fondazione Impresa su dati Banca d’Italia 18 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 Analisi regionale e provinciale A livello regionale, l’andamento degli impieghi vivi negli ultimi 4 anni ha evidenziato le diminuzioni più ampie in Molise (-29,7%) e Calabria (-24,0%). Tuttavia anche nel Centro Italia la contrazione dei finanziamenti alle piccole imprese è stata significativa (Marche -23,7%, Umbria -19,4%) e anche nel Nord Italia alcune regioni evidenziano cadute più pronunciate rispetto alla media nazionale: in Veneto (-19,3%) e in Emilia Romagna (-19,1%). Anche per la Lombardia il calo degli impieghi è stato significativo (17,5%) ma leggermente meno sfavorevole rispetto alla media italiana (-17,8%). Rank regionale credit crunch a piccole imprese (<20 addetti)–Var. % 2014/2010 Impieghi vivi - Valori in milioni di euro e in % RANK 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Regioni Molise 31/12/2010 31/12/2014 Var. % 2014/2010 691,9 486,5 -29,7 Calabria 2.818,2 2.142,5 -24,0 Marche 6.742,5 5.145,8 -23,7 Sardegna 3.107,6 2.430,8 -21,8 Abruzzo 3.812,3 3.000,1 -21,3 Campania 6.524,5 5.169,9 -20,8 Sicilia 7.647,4 6.119,3 -20,0 Umbria 3.496,9 2.820,2 -19,4 Veneto 21.315,6 17.209,8 -19,3 Emilia Romagna 19.198,5 15.537,2 -19,1 Piemonte 14.051,0 11.537,4 -17,9 Lombardia 34.659,1 28.590,6 -17,5 Liguria 4.301,2 3.567,2 -17,1 Toscana 14.784,1 12.279,9 -16,9 Friuli Venezia Giulia 4.164,2 3.470,2 -16,7 Basilicata 1.009,6 857,7 -15,0 Puglia 7.235,7 6.157,4 -14,9 Lazio 8.509,6 7.455,5 -12,4 Trentino Alto Adige 9.992,5 8.978,5 -10,1 445,4 414,7 -6,9 174.507,9 143.371,3 -17,8 Mezzogiorno 32.847,3 26.364,3 Nord Ovest 53.456,7 44.109,9 Centro 33.533,0 27.701,4 Nord Est 54.670,9 45.195,7 -19,7 -17,5 -17,4 -17,3 Valle d'Aosta ITALIA Elaborazione Fondazione Impresa su dati Banca d’Italia 19 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 Rank provinciale credit crunch a piccole imprese(<20 addetti)–Var.% 2014/2010 Impieghi vivi - Valori in milioni di euro e in % RANK Province 31/12/2010 31/12/2014 Var. % 2014/2010 RANK Province 31/12/2010 31/12/2014 Var. % 2014/2010 1 Isernia 156,3 108,3 -30,76 57 L'Aquila 737,0 601,0 -18,46 2 Avellino 512,9 359,8 -29,84 58 Catania 1.561,7 1.274,0 -18,42 3 Campobasso 535,6 378,2 -29,38 59 Salerno 1.824,2 1.492,3 -18,19 4 Ascoli Piceno 865,5 630,9 -27,11 60 Chieti 989,3 809,4 -18,18 5 Caltanissetta 379,7 276,9 -27,06 61 Venezia 3.306,9 2.710,8 -18,03 6 Vibo Valentia 225,4 164,5 -27,03 62 Massa Carrara 530,5 435,0 -18,00 7 Varese 2.235,6 1.635,0 -26,86 63 Rieti 253,8 208,2 -17,97 8 Biella 468,1 344,1 -26,49 64 Foggia 1.355,2 1.115,1 -17,72 9 Macerata 1.463,4 1.084,9 -25,87 65 Bergamo 4.120,3 3.393,9 -17,63 10 Pistoia 1.430,3 1.061,0 -25,82 66 Belluno 741,2 611,3 -17,53 11 Teramo 1.039,4 775,3 -25,41 67 Milano 7.148,4 5.895,5 -17,53 12 Olbia-Tempio 458,9 343,8 -25,09 68 Palermo 1.415,3 1.169,6 -17,36 13 Cosenza 1.092,9 819,7 -25,00 69 Imperia 708,2 585,5 -17,32 14 Trapani 806,9 607,2 -24,75 70 Mantova 2.731,0 2.258,0 -17,32 15 Crotone 277,7 209,1 -24,69 71 Ferrara 1.248,8 1.034,9 -17,13 16 Ancona 1.946,6 1.467,1 -24,63 72 Novara 958,5 794,7 -17,09 17 Alessandria 1.526,5 1.153,3 -24,45 73 Verona 4.427,5 3.678,3 -16,92 18 Reggio Calabria 701,2 531,2 -24,24 74 Firenze 3.163,6 2.643,2 -16,45 19 Sassari 630,0 481,4 -23,59 75 Barletta-Andria-Trani 898,0 750,3 -16,44 20 Agrigento 593,5 457,1 -22,98 76 Ogliastra 102,3 85,8 -16,14 21 Medio Campidano 137,3 105,8 -22,93 77 Genova 1.835,3 1.541,4 -16,01 22 Asti 1.102,2 852,9 -22,62 78 Pisa 1.529,9 1.286,1 -15,94 23 Nuoro 347,4 269,4 -22,46 79 Trieste 460,5 387,2 -15,91 24 Vicenza 3.072,4 2.384,9 -22,38 80 Bologna 3.178,9 2.675,3 -15,84 25 Pescara 1.046,6 814,4 -22,18 81 Siena 1.751,9 1.476,3 -15,73 26 Treviso 4.090,8 3.198,8 -21,80 82 Brindisi 535,4 452,0 -15,57 27 Monza e Brianza 2.384,2 1.864,4 -21,80 83 Gorizia 460,7 389,3 -15,50 28 Reggio Emilia 2.064,3 1.616,6 -21,69 84 La Spezia 506,4 428,6 -15,36 29 Lucca 1.542,4 1.208,1 -21,67 85 Taranto 690,8 585,3 -15,27 30 Caserta 783,8 614,8 -21,57 86 Bari 2.553,7 2.169,4 -15,05 31 Matera 386,0 304,0 -21,23 87 Piacenza 1.301,8 1.106,5 -15,00 32 Rimini 2.500,2 1.972,9 -21,09 88 Udine 2.084,3 1.776,2 -14,78 33 Pesaro e Urbino 1.770,8 1.400,1 -20,93 89 Terni 632,6 540,3 -14,59 34 Pordenone 1.158,8 917,4 -20,83 90 Vercelli 600,3 514,8 -14,25 35 Como 1.980,3 1.569,0 -20,77 91 Grosseto 1.348,2 1.161,5 -13,85 36 Napoli 3.091,5 2.450,1 -20,75 92 Enna 208,4 180,6 -13,32 37 Carbonia Iglesias 137,0 108,9 -20,48 93 Roma 5.670,9 4.939,9 -12,89 38 Perugia 2.864,3 2.279,9 -20,40 94 Livorno 1.268,1 1.105,1 -12,85 39 Parma 1.831,3 1.458,6 -20,35 95 Frosinone 630,3 550,5 -12,67 40 Padova 4.630,3 3.692,3 -20,26 96 Pavia 1.739,9 1.523,3 -12,45 41 Cagliari 950,8 758,9 -20,18 97 Verabia Cusio Ossola 449,1 393,2 -12,44 42 Torino 5.138,9 4.104,5 -20,13 98 Trento 4.097,9 3.590,7 -12,38 43 Siracusa 618,4 495,1 -19,94 99 Viterbo 982,2 863,5 -12,08 44 Brescia 6.478,2 5.187,8 -19,92 100 Cuneo 3.807,3 3.379,8 -11,23 45 Forlì-Cesena 2.573,1 2.060,7 -19,91 101 Potenza 623,6 553,7 -11,21 46 Ravenna 1.893,8 1.517,5 -19,87 102 Sondrio 1.005,9 897,0 -10,82 47 Ragusa 1.088,2 872,8 -19,79 103 Rovigo 1.046,6 933,4 -10,81 48 Arezzo 1.364,3 1.094,6 -19,77 104 Lecce 1.202,7 1.085,2 -9,76 49 Catanzaro 521,0 418,0 -19,76 105 Bolzano 5.894,6 5.387,8 -8,60 50 Modena 2.606,2 2.094,1 -19,65 106 Latina 972,3 893,3 -8,12 51 Oristano 343,8 276,7 -19,52 107 Cremona 2.572,4 2.389,5 -7,11 52 Lecco 1.227,7 989,0 -19,44 108 Aosta 445,4 414,7 -6,89 53 Messina 975,5 786,0 -19,42 109 Prato 854,9 809,1 -5,35 54 Fermo 696,2 562,8 -19,16 110 Lodi 1.035,1 988,0 -4,55 55 Savona 1.251,3 1.011,7 -19,15 56 Benevento 312,2 252,9 -18,99 174.507,9 143.371,3 -17,84 ITALIA Elaborazione Fondazione Impresa su dati Banca d’Italia 20 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 METODOLOGIA DI INDAGINE E STRUTTURA DEL CAMPIONE STRUTTURA DELL’INDAGINE SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA L’indagine sul Credito alla Piccola Impresa in Italia, è stata realizzata da Fondazione Impresa che ha curato la rilevazione e l’elaborazione dei dati. La popolazione di riferimento è la piccola impresa italiana; più specificamente vengono considerate tutte le aziende aventi nella propria struttura meno di 20 addetti e appartenenti all’artigianato, alla piccola impresa, al commercio ed ai servizi. L’indagine è stata condotta per via telefonica, con metodo CATI (Computer Assisted Telephonic Interviewing), nel corso dei giorni lavorativi compresi tra il 23 febbraio e il 3 marzo 2015 contattando, con l’ausilio di intervistatori esperti ed adeguatamente formati sui contenuti dell’indagine circa mille imprese nell’universo della piccola impresa in Italia. Tutte le imprese intervistate soddisfano a due requisiti fondamentali relativamente alla fase del ciclo di vita dell’azienda: per poter essere incluse nel campione di osservazione, al momento della rilevazione devono essere attive da almeno 18 mesi e non prevedere la terminazione dell’attività nei successivi sei mesi. La verifica telefonica, effettuata attraverso “domande filtro” ha consentito di escludere tutte le imprese che non rispettavano i parametri che definiscono l’appartenenza alla popolazione oggetto d’indagine, ovvero cessazione / inattività dell’azienda, dimensione superiore a 19 addetti. Nel definire il disegno di campionamento si è partiti dall’idea di ottenere un adeguato bilanciamento tra precisione della stima e costi / tempi necessari per ottenerla, individuando la strategia campionaria migliore per ottenere un ridotto errore campionario complessivo, ed in ogni caso accettabile per le stime di ciascuna delle categorie di interesse. Inoltre per aumentare l’efficienza del campione (riduzione dell’errore pur con la stessa numerosità campionaria) e mantenere contenuto l’errore complessivo di rilevazione (dovuto non solo all’errore campionario ma anche ad altri fattori, quali le non risposte) nell’indagine è stato adottato un disegno di campionamento stratificato della popolazione (ed, in particolare, con estrazione proporzionale all’ampiezza degli strati). Attraverso un campionamento stratificato, infatti, si possono sfruttare informazioni eventualmente disponibili a priori sulla popolazione indagata per migliorare il disegno di campionamento ed aumentarne l’efficienza. Nello specifico è facile ipotizzare che le variabili indagate dipendano sia dalla categoria che dall’area geografica, variabili conosciute nella popolazione e che, per questo, hanno costituito gli strati dell’indagine. 21 6° OSSERVATORIO SUL CREDITO ALLA PICCOLA IMPRESA Marzo 2015 Le imprese sono state allora suddivise per strati in base alla macroarea di localizzazione (Nordest, Nordovest, Centro, Sud-Isole) ed alla categoria economica di appartenenza, (Artigianato, Piccola impresa, Commercio, Servizi) e sono state selezionate casualmente da ogni strato, conservando la medesima proporzione presente all’interno dell’universo di riferimento. Questo procedimento consente una maggiore efficienza del campione, ovvero una riduzione complessiva dell’errore di campionamento rispetto ad un campione casuale semplice. 22
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