(Allegato 1) SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: Opera Diocesana Madonna dei Bambini – Villaggio del Ragazzo 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: NZ00050 LIG/A70002 3° (Allegato 1) CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: Ti sostengo e non ti trattengo: le persone disabili del Costa Zenoglio sperimentano l'inclusione nel territorio. 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore A: Assistenza (riferita alla tutela dei diritti sociali e ai servizi alla Persona Area di intervento: - Cod. 06 Disabili 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: Il Villaggio del Ragazzo è attivo nell’ambito della disabilità da oltre 20 anni ed oggi eroga servizi dedicati ad essa in due strutture: il Centro Benedetto Acquarone, dislocato nel centro di Chiavari, e il Centro Costa Zenoglio, nel Comune di Castiglione Chiavarese, situato nell’entroterra di Sestri Levante. I servizi socio–sanitari a favore dell’utenza disabile vengono erogati in regime di accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale, ed in convenzione con i tre Distretti Socio Sanitari: n.14 Tigullio Occidentale, n.15 Chiavarese e n.16 Tigullio Orientale, per un totale di n. 147.723 abitanti afferenti alla ASL 4 Chiavarese alla data dell’1-1-2007. Il Centro Costa Zenoglio accoglie oggi 20 persone disabili ed opera nel territorio del distretto socio-sanitario 16, comprendente l’ambito sociale 58, comuni di Sestri Levante, Casarza Ligure, Castiglione Chiavarese e Moneglia e l’ambito sociale 59 comprendente i comuni di Varese Ligure, Carro e Maissana. Il Piano Sociale Integrato regionale 2013/2015 (PSIR), elemento di riferimento ai piani dei distretti sociali, recepisce a sua volta il Programma d’Azione, biennale, 2013, per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, fondato sulla ratifica della Convenzione sui diritti delle Persone con Disabilita' dell'ONU (Convention on the Rights of Persons with Disabilities, CRPD): “… Da quel momento le persone con disabilita' non devono piu' chiedere il riconoscimento dei loro diritti, bensi' sollecitare la loro applicazione e implementazione, sulla base del rispetto dei diritti umani. Le persone con disabilita' divengono parte integrante della societa' umana e lo Stato italiano deve garantire il godimento di tutti i diritti contenuti nella Convenzione per sostenere la loro «piena ed effettiva partecipazione alla societa' su base di uguaglianza con gli altri» (Preambolo, lettera e, CRPD). Passando da un modello medico/individuale, che vedeva nelle persone con disabilita' "dei malati e dei minorati", a cui doveva essere garantita solo protezione sociale e cura, ad un modello bio-psico-sociale della condizione di disabilita' basata sul rispetto dei diritti umani, la CRPD valorizza le diversita' umane - di genere, di orientamento sessuale, di cultura, di lingua, di condizione psico-fisica e cosi' via - e rileva che la condizione di disabilita' non deriva da qualita' soggettive delle persone, 2 (Allegato 1) bensi' dalla relazione tra le caratteristiche delle persone e le modalita' attraverso le quali la societa' organizza l'accesso ed il godimento di diritti, beni e servizi. Il cambiamento di prospettiva e' profondo: le persone con disabilita', infatti, subiscono dalla societa' condizioni di discriminazione e di mancanza di pari opportunita'. La Convenzione e' molto chiara quando definisce la condizione di disabilita' come «il risultato dell'interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla societa' su base di uguaglianza con gli altri» (preambolo, punto e). I Principi Generali (art. 3) della Convenzione, percio', non fanno riferimento alla condizione di salute, ma sottolineano valori che non sono mai stai applicati prima alle persone con disabilità': a) il rispetto per la dignita' intrinseca, l'autonomia individuale, compresa la liberta' di compiere le proprie scelte, e l'indipendenza delle persone; b) la non discriminazione; c) la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella societa'; d) il rispetto per la differenza e l'accettazione delle persone con disabilita' come parte della diversita' umana e dell'umanita' stessa; e) la parita' di opportunita'; f) l'accessibilita'; g) la parita' tra uomini e donne; h) il rispetto dello sviluppo delle capacita' dei minori con disabilita' e il rispetto del diritto dei minori con disabilita' a preservare la propria identita'.”. Così il PSIR individua come obiettivo quello di “Promuovere l’inclusione sociale e sviluppare l’applicazione della Convenzione ONU delle persone disabili e del relativo Piano di Azione sul territorio regionale”; in tal senso mette in atto attività di “Promozione di strumenti, servizi ed attività (anche sperimentali) per l’inclusione e la vita indipendente delle persone disabili, quali centri per l’autonomia e la vita indipendente. Nel territorio ove è collocato il Centro Costa Zenoglio è presente una rete sufficientemente efficace, anche se da implementare di centri diurni o a carattere residenziale per fasce di utenza caratterizzate da una forma specifica di patologia (disabilità, salute mentale). Esiste tuttavia nel territorio una fascia di utenza adulta disabile, che non afferisce alla rete dei servizi socio-sanitari, a rischio di emarginazione ed isolamento. Contesto settoriale: Il Centro Costa Zenoglio offre 2 servizi: uno a carattere sanitario come Residenza Sanitaria Assistenziale per disabili e uno a carattere sociale come Comunità Alloggio per persone con prevalente disagio sociale. Il centro è configurato come un ambiente originalmente “di casa accogliente” che, nel momento stesso in cui trasmette un messaggio chiaro di riconoscimento di una difficoltà (crisi, solitudine, malattia, etc.) che impedisce di proseguire la propria vita nella residenza d’origine, offre la condivisione del bisogno e le soluzioni di cura, valorizzando concretamente le reali capacità della persona e aiutandola a potenziarle, stimolandone anche le richieste di impegno attivo e responsabile nella direzione di una “normalità”. 3 (Allegato 1) Si propone come un luogo dove i soggetti possano vivere un’esperienza residenziale di socializzazione positiva, mantenendo quegli aspetti di individualità che permettano al singolo di trovare sempre spazi di gratificazione personale. La provenienza territoriale interessa maggiormente i comuni, già citati, dei tre Distretti Socio-Sanitari del Tigullio (14 – 15 – 16 ) ma anche quello urbano genovese e quello di altre province liguri. La struttura del Centro Costa Zenoglio, pur mantenendo il fascino della villa padronale d’epoca, immersa nel verde, è stata resa facilmente agibile abbattendo le barriere architettoniche in essa presenti. Arredata a grande salotto, organizzata strutturalmente per facilitare una permanenza confortevole e protetta che favorisca un clima di amicizia e di condivisione. Sono inoltre a disposizione del Centro un laboratorio di falegnameria leggera e bricolage, un salone per attività polivalenti, dove si organizzano attività a carattere ludico e creativo: disegno, decoupage, giochi di società e da tavolo, creazione di piccoli oggetti in legno, carta, nylon e bigiotteria; inoltre sono di grande interesse gli spazi esterni con giardino e piane coltivate a ulivo. E’ presente anche una palestra dotata sia degli strumenti per la riabilitazione fisioterapica, sia degli spazi per attività di ginnastica e gioco libero. La tipologia di handicap trattato comprende l’handicap fisico, psichico e il sensoriale, e la gravità varia dall’handicap lievemoderato al gravissimo. 4 (Allegato 1) 7) Obiettivi del progetto: Premessa Il tema della qualità di vita è strettamente interrelato alla capacità autonoma delle persone con disabilità di poter gestire in forma sempre maggiore aspetti di vita inerenti la casa, la cura della propria persona, la piccola burocrazia, il tempo libero etc. Riconosciuto ciò il progetto che riguarda la persona disabile nella sua globalità deve prevedere un intervento mirato di tipo educativo e riabilitativo, e imperniato su concetti quali normalità e benessere. Le attività di vita quotidiana sono uno spazio privilegiato per conquistare autonomia e rappresentano un valido elemento terapeutico di prevenzione all’aggravarsi dei problemi dovuti all’isolamento e alla solitudine. Da questa premessa si capisce la scelta del titolo del progetto. Obiettivi generali • • • • • • • • • • • Promuovere il servizio civile volontario, educando i giovani alla logica del servizio, della partecipazione attiva e alla cultura dell’integrazione con le persone con differenti abilità; Offrire occasioni di formazione e confronto ai valori della non violenza, solidarietà e gratuità attraverso azioni di sensibilizzazione e animazione, valorizzando e sperimentando il valore e la ricchezza della diversità. Scambio culturale “fra pari” tra il giovane e il disabile. Condivisione empatica da parte del giovane del “vissuto” del disabile. Creare “ponti” tra soggetti a rischio di emarginazione e di isolamento e la “normalità” con l’offerta di sollievo e di condivisione del problema con la famiglia. Rimuovere gli ostacoli che aggravano le condizioni di disabilità. Rispondere al bisogno di residenzialità, prevenendo al contempo i processi di cronicizzazione, favorendo il permanere dell’utente in un ambiente socioeducativo stimolante. Valorizzare la persona disabile nella sua globalità e nella sua specificità. Potenziare ed ampliare la gamma dei servizi già attivi presso il centro Costa Zenoglio del Villaggio del Ragazzo, focalizzando l’attenzione sulle proposte avente carattere di integrazione sociale. Valorizzare le competenze e le attitudini dei Volontari del Servizio Civile stimolandoli a collaborare al Progetto con modalità personali. Continuare a coinvolgere i giovani in azioni a carattere sociale e di sostegno delle persone in condizioni di svantaggio, concentrando l’attenzione su una realtà, quella della disabilità, concreta e presente nel territorio. Il progetto si configura anche come un’occasione di stimolo per i giovani a misurarsi non solo nella gestione del sostegno della quotidianità delle persone disabili, ma anche come riflessione sul loro vissuto. 8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: 5 (Allegato 1) I “Percorsi tra terra e mare” sono quelli che vogliamo far intraprendere autonomamente dagli ospiti del Centro, sia in senso geografico, sia logistico in senso lato. La collocazione della residenza è nell’immediato entroterra di Sestri Levante e la quasi totalità delle attività in esterno prevedono uno spostamento verso la costa, a sud, centro urbano dei servizi e il nord, l’entroterra più inoltrato, luogo delle risorse naturali e del contatto con la natura più inviolata. L’impiego nell’accompagnamento, da parte dei Volontari, a specifiche attività in esterno di persone già impiegate in incarichi al di fuori della residenza, risponde al fine di migliorarne le abilità già messe in atto e di promuoverne delle nuove; l’impiego è anche previsto nell’affiancamento di persone che non hanno mai svolto tali attività. L’accompagnamento si declinerà in vari passaggi giornalieri, suddivisi in steps, ognuno pensato come modulo progettuale a sé stante. Ogni singolo modulo verrà predisposto “al tavolo” dai Volontari supportati da un educatore professionale e prevederà un momento di preparazione all’azione esterna con la persona disabile affinché prenda conoscenza del significato e dei punti fondamentali della stessa. L’attività metterà i fruitori in condizione di conoscere e gestire semplici incarichi (da piccoli acquisti a pratiche burocratiche) riguardanti la loro persona o quella di compagni della residenza non autonomi. Attualmente tali mansioni sono svolte in modo autosufficiente dagli ospiti solo in piccola parte e l’espletamento rimane in carico agli operatori che devono svolgerle per conto e senza la collaborazione degli interessati, “rubando” tempo alla loro presenza in altre attività e sottraendo, loro malgrado, a queste persone con disabilità, spazi per il raggiungimento di maggiore autodeterminazione. Il rapporto numerico nell’attività di sostegno tra il singolo volontario e la persona con disabilità sarà di 1 a 1, max. 1 a 2, per ogni singola azione. La frequenza iniziale d’intervento sarà nel primo mese di 3 interventi settimanali per Volontario, per poi gradualmente aumentare e giungere alla condizione di impiego in accompagnamento legato alla necessità della persona e/o del servizio. I destinatari sono 11 persone con disabilità psico-fisica, tutti maggiorenni e giuridicamente coinvolgibili nel progetto, valutati dai medici responsabili della struttura in base alla scheda dell’ICD 10, per i quali nel Progetto Individuale Riabilitativo è fatto specifico riferimento alla possibilità di svolgere attività esterne al Centro, in forma totalmente autonoma ma in percorsi precedentemente concordati, in forma semi-indipendente ossia vigilata o, in ultimo, in forma di maggiore tutela ossia accompagnati. Premessa alla seconda attività specifica del progetto: “Come la terra, nemmeno la mente può venire sistemata una volta per tutte, occorre tornarci ogni giorno, fare quanto è necessario per mantenerla duttile, ben nutrita e a sua volta nutriente, fertile, generosa e in buona salute”( Pera, Pia; 2010). L’ortoterapia è una nuova terapia alternativa che, lavorando con un materiale vivente, le piante, sembra capace di migliorare lo stato di salute degli individui, sia da un punto di vista prettamente organico, che psicologico. Si tratta di una traduzione nuova e ancora piuttosto sconosciuta, del più collaudato originale nome anglosassone di Horticultural Therapy, nato nei paesi anglosassoni, dove la natura è da sempre molto amata. A chi è rivolta la terapia? Essa serve soprattutto per curare particolari disabilità o il semplice disagio: • • • disabilità fisiche con patologie congenite o da traumi, disbilità psichiche stress, 6 (Allegato 1) • • • • • • problemi di pressione sanguigna, depressione, ansia, vecchiaia, tossicodipendenza, stato di detenzione ecc. Nei ‘giardini terapeutici’ : • si trova o si ritrova la fiducia nelle proprie capacità di far vivere, crescere e curare un essere vivente, • si sviluppa un metodo di lavoro, che consente di raggiungere un obiettivo, rappresentato dalla crescita della pianta. Molto importante è anche il lavoro di gruppo nell’ortoterapia, che può facilitare la socializzazione (autismo, stati paranoici, handicap fisici ecc.). Un altro aspetto positivo di questa terapia ‘verde’ è il fatto che richiede uno sforzo fisico, anche se limitato ed è dunque utile nei casi di astenia o nelle convalescenze. Prendersi cura di organismi vivi, magari in gruppo: • • • • • • • • • • • • • • migliora l’autostima e il senso di controllo sull’ambiente, stimola il senso di responsabilità, la socializzazione, combatte efficacemente il senso di isolamento, di solitudine e di inutilità in persone con handicap fisici molto gravi o negli anziani soli; mantiene attivi sia mentalmente che fisicamente, a livello fisico sollecita l'attività motoria, migliora il tono generale dell'organismo, contribuisce ad attenuare stress e ansia, aumenta il buon umore in generale, favorisce la manualità, favorisce il senso d'orientamento, favorisce l'interazione con l'ambiente. Come opera in pratica Tali attività vengono perseguite attraverso la stimolazione dei sensi: • del tatto, • dell’olfatto, • della vista. L’ortoterapia comprende: • l'attività di giardinaggio, • la coltivazione di piante e di ortaggi. Le varie attività: • preparare il terreno, • piantare, • organizzare lo spazio, • seguire lo sviluppo, 7 (Allegato 1) • osservare la fioritura • procedere alla raccolta, fanno prendere coscienza di poter cambiare il paesaggio in cui si vive e consentono di comprendere ed organizzare il tempo. Il contatto con la terra, l’osservazione di forme, colori, ombre e luci dei vegetali, trasmettono sensazioni rilassanti, stimolano le capacità percettive ma anche quelle affettive che vengono attivate con il prendersi cura di una pianta. Tutto questo avviene in un “Percorso di terra” che prevede l’impiego dei Volontari nella presa in carico di piccoli gruppi che coltivano i terreni del centro. Essi saranno tra gli artefici della progettazione, dell’avviamento, della cura di un orto e della gestione dell’ampio verde ornamentale del Centro. La prima fase prevederà una progettazione dell’attività ove i Volontari dovranno definire a priori, in due appuntamenti specifici settimanali, ogni singolo intervento, con il tutoraggio di un educatore con specifica esperienza nella gestione del verde. Il progetto sarà diviso in moduli indipendenti affinché siano adattati alla diversa capacità delle persone disabili destinatarie; proprio per questo ogni modulo prevederà l’intero ciclo di cura di almeno un vegetale, affinché sia un modulo compiuto. I destinatari saranno 13 persone con disabilità psico-fisica, tutti maggiorenni e giuridicamente coinvolgibili nel progetto, valutati dai medici responsabili della struttura in base alla scheda dell’ICD 10. Il rapporto numerico nell’attività di sostegno tra il singolo volontario e la persona con disabilità sarà di 1 volontario e un educatore professionale con un gruppo di 4, max. 5 persone per ogni singola azione. Il loro Progetto Individuale Riabilitativo riporta lo specifico riferimento alla azioni necessarie e a quelle possibili affinché sia rispettata la completa tutela psico-fisica della persona, anche in attività esterne come la cura del verde. L’attività prevederà l’impegno per I Volontari dello scambio di informazioni conoscenze utili al miglioramento dell’attività di gestione del verde, attraverso lo scambio di informazioni e conoscenze operato sul sito www.ortogiardinoterapia.org Verrà inoltre richiesta ai volontari l’elaborazione finale di sintesi dell’attività da pubblicare nel suddetto portale. L’affiancamento agli educatori professionali e agli operatori, permetterà ai Volontari l’acquisizione di conoscenze delle modalità relazionali e di interazione con le persone disabili inizialmente mediate da figure professionalmente preparate che quotidianamente sono in contatto con le problematiche della disabilità. La possibilità di usufruire dei Volontari del Servizio Civile consentirà con il considerevole impiego nelle due suddette attività, di un ampliamento dell’offerta sia in termini quantitativi che qualitativi, da parte del Centro Costa Zenoglio. Oltre a questi impieghi, in collaborazione ed integrazione dell’equipe educativa del Centro, ai Volontari del Servizio Civile verrà richiesto di: • partecipare ai momenti di pianificazione delle attività. • • consolidare le collaborazioni già in essere con la rete sociale informale. accompagnare le persone disabili alle attività di integrazione e socializzazione offerte dal territorio Al di là delle funzioni organizzative il valore aggiunto, acquisibile grazie all’impiego dei Volontari, è l’instaurarsi di relazioni significative. 8 (Allegato 1) Come abbiamo già potuto constatare con i Progetti precedenti, un adeguato lavoro di formazione e di supervisione può costituire il supporto adeguato affinché, oltre al “cosa si fa”, si ponga al centro di ogni azione l’attenzione alle persone che vi partecipano, siano esse le persone che ricevono un sostegno siano esse coloro che lo forniscono. L’auspicio è dunque che, al termine del progetto, almeno una parte dei volontari proseguano il cammino volontaristico e, in futuro anche professionale, nell’educazione con la disabilità. Per alcuni di essi inoltre è realistico ipotizzare uno sbocco occupazionale presso il Centro Centro Costa Zenoglio, in quanto lo stesso è in continua espansione. Peraltro questo percorso di passaggio da volontario a operatore professionale è già stato abbondantemente e positivamente sperimentato dal Villaggio del Ragazzo con obiettori di coscienza impiegati in passato. In questi ultimi 5 anni infatti solo il Centro Costa Zenoglio ha assunto 3 persone tra coloro che hanno prestato Servizio Civile . 8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi Le attività riabilitative svolte, per quanto estremamente diversificate per le specifiche necessità di ognuno, hanno come finalità quella di far raggiungere alla persona diversamente abile il miglior livello di autonomia possibile con la minor restrizione delle sue scelte operative raggiungendo la miglior qualità di vita possibile. Il piano delle attività quotidiane comprende: • • • • • Le attività di casa per una corretta gestione dei propri spazi, in un clima di sussidiarietà nel gestire l’intera ”casa”. A tal fine sono state predisposte attività in esterna per commissioni svolte autonomamente da alcuni ospiti che fanno acquisti per l’approvvigionamento della struttura Attività cognitive, come momenti di lettura comune e di riflessione su tematiche proposte dagli ospiti; la gestione e l’uso del denaro e la scrittura e il calcolo aritmetico. Attività di lavori manuali ( carta, legno, plastica, e altro materiale di recupero) Attività di ginnastica a corpo libero. Coltivazione e cura del verde 9 (Allegato 1) • • • • • • Attività legate alle cure estetiche delle persone Riunioni collettive settimanali affinché sia dato spazio alle esigenze in modo condiviso. Uscite, sia di puro svago, sia con intenti didattici. Attività ludiche di gruppo finalizzate a migliorare o suscitare le potenzialità comunicative del singolo e la condivisione delle proprie capacità o difficoltà in un contesto amichevole e non giudicante Ascolto musicale e visione di film; Accompagnamento ai soggiorni estivi: condividere lo svago e la ri-creazione nel cambiamento dell’ambiente di vita. 8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività Nel Centro opera un’equipe professionale composta da: • • • • • • • • un medico Neuropsichiatra Infantile avente funzione di responsabile di struttura e di tutte le azioni riabilitative. Un coordinatore/pedagogista responsabile della gestione della struttura e supervisore delle attività riabilitative. Un operatore con particolare esperienza nella gestione del verde. Un tecnico della riabilitazione (fisioterapista). Un’assistente Sociale Un Infermiere. Undici operatori socio sanitari addetti alle attività tutelari/sanitarie/assistenziali. Un operatore dell’assistenza 10 (Allegato 1) 8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto L’inserimento dei Volontari all’interno dei due percorsi previsti e descritti al punto 8 sarà graduale per permettergli di prendere coscienza del loro ruolo e delle modalità di sviluppo del Servizio. Il ruolo ricoperto dai giovani volontari del servizio civile si completerà con la partecipazione alle attività appena citate al punto 8.1 e in particolare: le attività di casa, permetteranno di saggiare all’interno della residenza le capacità dei diversi ospiti, in modo da fornire utili conoscenze ai Volontari per le attività specifiche svolte all’esterno; in questa attività i Volontari affiancheranno gli operatori. L’affiancamento agli operatori avverrà anche nelle attività di ginnastica, nelle uscite di gruppo già presenti a programma, nelle cure estetiche, nelle riunioni della comunità, nell’ascolto musicale e nelle visioni dei film. Si prevede un ruolo più propositivo dei Volontari del Servizio Civile nella gestione delle attività cognitive (lettura, scrittura e calcolo) ove verranno supervisionati da un educatore e nelle attività manuali ove l’operatore, pur restando il referente, delegherà il volontario nella gestione di alcune fasi relative al compito. Verrà richiesto ai volontari di proporre e gestire momenti legati alle attività ludiche di gruppo, ove nuovamente l’educatore professionale avrà compito di supervisore. In presenza di competenze specifiche dei volontari sarà dato loro modo di valorizzarle nelle attività più indicate. Sarà inoltre compito specifico dei volontari l’organizzazione e la gestione del momento di pausa/caffè a metà mattinata. La presenza dei volontari del servizio civile renderà possibile l’attività di accompagnamento e la programmazione di gite con destinazioni a maggiore distanza dal Centro Costa Zenoglio, l’accompagnamento ai soggiorni estivi in altro territorio diverso da quello di consueto svolgimento del progetto. 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 4 11 (Allegato 1) 10) Numero posti con vitto e alloggio: 2 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 0 12) Numero posti con solo vitto: 2 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 1400 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 6 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: impegno nei giorni festivi (turnazione) flessibilità oraria, disponibilità a missioni o trasferimenti (impegno serale e notturno) 16) Box 16 17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: Il progetto verrà pubblicizzato attraverso Siti web www.villaggio.org Periodico mensile “Il Villaggio” (8.500 copie in abbonamento postale) Quotidiani locali con articoli specifici Tv e radio locali con spot specifici Volantini e manifesti Sportello “Informagiovani” Sportello Celivo presso Centro Benedetto Acquarone. Per un totale di 35 ore 18) Criteri e modalità di selezione dei volontari: Criteri UNSC 19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): No 20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto: 12 (Allegato 1) Sistema di monitoraggio Obiettivi sottoposti a monitoraggio. Il sistema di monitoraggio è rivolto alla valutazione del livello di raggiungimento degli obiettivi specifici del progetto, che qui per chiarezza vengono sintetizzati: • Costituire un team di lavoro catalizzando l’interesse dei ragazzi intorno ad un progetto condiviso (tale team dovrà essere costituito da un max. di 20 ragazzi); • Mantenere una continuità di impegno in relazione all’esperienza intrapresa; • Coinvolgere i partecipanti al progetto in percorsi di formazione connessi alla gestione dello strumento Radio Web; • Aumentare le occasioni di dialogo interculturale attraverso lo strumento del lavoro di gruppo e la creazione di “format” radiofonici specificamente dedicati a questo tema; • Favorire la conoscenza del mondo del volontariato e del mondo del Servizio Civile attraverso l’attività redazionale e la predisposizione di programmi ad hoc; • Aumentare le ore da dedicarsi all’attività frontale rivolta ai ragazzi; • Consolidare il senso di appartenenza all’esperienza complessiva del Centro di Aggregazione Giovanile “Benedetto Acquarone”; Oltre a questo è obiettivo del progetto, coerentemente con la natura del volontariato civile, la formazione del volontario ai valori di cittadinanza e a specifiche competenze nella relazione di aiuto. 13 (Allegato 1) Metodologia e strumenti per la raccolta delle informazioni Il modello cui si ispira l’impianto di monitoraggio e valutazione è di Kirkpatrick1, che concentra il focus dell’attenzione sulla relazione tra apprendimento e cambiamento, letta da un duplice punto di vista, quello degli operatori coinvolti e quello delle organizzazioni di cui fanno parte. Si tratta di una prospettiva non banale, in quanto presuppone un impianto valutativo multiobiettivo, capace di connettere poi i vari risultati parziali all’interno di uno schema unitario. Gli oggetti della valutazione saranno i seguenti: • efficienza dei progetti: si tratta della valutazione del grado in cui le attività svolte hanno raggiunto gli obiettivi previsti in termini di potenziamento degli interventi (output), tenuto conto del carattere multiobiettivo del progetto; • efficacia dei progetti: al di là del numero di interventi, si punta a valutarne l’appropriatezza e la ricaduta effettiva sui destinatari (outcome). Distinguiamo un’efficacia interna da una esterna: a.Efficacia interna: • adeguatezza degli interventi rispetto al contesto e ai bisogni delle persone coinvolte; • validità della metodologia adottata. Una specifica attenzione è prestata alle peculiarità sia di metodo che di contenuto delle varie azioni educative; b.Efficacia esterna: si tratta in questo caso di valutare il grado in cui i progetti sviluppati hanno assolto ai bisogni inizialmente definiti in relazione al territorio e ai soggetti che lo rappresentano, in termini di coerenza con la pianificazione politica di ambito. Alla luce di questo impianto, l’intero percorso sarà monitorato secondo una pluralità d’indicatori quali-quantitativi, atti a tenere sotto controllo il valore aggiunto che la presenza dei volontari fornisce agli obiettivi specifici delle attività in cui essi sono coinvolti. Si ritiene opportuna una doppia forma di valutazione, in quanto non sempre le rilevazioni quantitative coincidono con le percezioni soggettive e qualitative dei soggetti coinvolti. Gli strumenti, di conseguenza, sono di doppia natura: 1. Strumenti quantitativi 1 Lo schema di Kirkpatrik definisce quattro livelli sequenziali di analisi degli effetti della formazione per adulti: reaction, learning, behaviour, organizational change. I primi due livelli, reaction e learning, sono abitualmente registrati dal sistema di monitoraggio, in quanto vengono rilevati in corso d’opera (reaction) e all’immediata conclusione dell’attività educativa (learning), mentre i secondi due fanno più propriamente parte dell’attività di valutazione conclusiva ed ex post. Peraltro, l’analisi può essere condotta sia rispetto ai livelli di soddisfazione dei partecipanti (nello schema di Kirkpatrick, reaction), sia rispetto ai primi risultati e impatti specifici, intesi rispettivamente come effetti diretti e immediati o a breve medio termine sui destinatari (learning e behaviour). Particolare interesse assume poi l’impatto generale, costituito dal cambiamento organizzativo generato dagli interventi formativi (organizational change), che può essere valutato chiamando in causa i principali attori coinvolti. 14 (Allegato 1) a. Valutazione di efficienza, attraverso la rilevazione quantitativa del numero di interventi erogati nei vari ambiti, confrontati per comparazione: • con il numero degli interventi degli anni precedenti; • con il numero degli interventi che si sarebbero potuti erogare in assenza di volontari; b. Valutazione di efficacia: rilevazione quantitativa della qualità degli interventi attraverso l’utilizzo di una batteria di questionari di reaction e la rilevazione di alcuni indicatori di risultato (learning): • Questionario di percezione ai destinatari diretti del servizio (QDD); • Questionario di percezione ai beneficiari indiretti del servizio (QBI); • Questionario di percezione da parte dei volontari (QV); • Questionario di percezione da parte degli OLP (QOLP); • Rilevazione di indicatori di successo (cfr. Registro degli Indicatori) riguardanti gli obiettivi specifici; • Valutazione delle competenze di cittadinanza dei volontari mediante l’utilizzo di una rubrica di competenza (RCC); 2.Strumenti qualitativi In questo caso si tratta di rilevare la percezione soggettiva da parte dei destinatari, dei beneficiari e dei soggetti coinvolti, in termini di ricadute sugli effetti degli interventi (behaviour) e sul contesto organizzativo/territoriale (organizational change). Questo tipo di valutazione viene scandita in intermedia e conclusiva: a.Intermedia • focus group con gli operatori professionali coinvolti nel progetto e con gli OLP; • focus group con i beneficiari indiretti di tipo non istituzionale; b.Conclusiva • focus group con gli operatori professionali coinvolti nel progetto e con gli OLP; • focus group con i beneficiari indiretti di tipo non istituzionale • intervista semistrutturata con i destinatari diretti; • intervista semistrutturata con i beneficiari indiretti di tipo istituzionale; • interviste semistrutturate a testimoni significativi per valutare anche l’efficacia esterna; • autovalutazione dei volontari mediante autobiografia di apprendimento; 15 (Allegato 1) Numero di rilevazioni e tempistica Le attività di monitoraggio consentono all’organizzazione di mettere in atto le misure correttive necessarie al buon andamento del progetto. Pertanto, la rilevazione deve essere continua, legata non soltanto ai risultati ma anche ai processi. In questa prospettiva, è necessaria una puntuale verifica di eventuali scostamenti rispetto ai livelli attesi in riferimento ai diversi indicatori. La tempistica si articola come segue: Strumenti quantitativi Rilevazione quantitativa del numero di interventi erogati: una rilevazione a fine progetto; Rilevazione quantitativa della qualità degli interventi; Questionari QDD, QBI, QV e QOLP: due volte, entro il sesto mese e a fine percorso; Aggiornamento Registro degli Indicatori: tre volte, entro il IV mese, l’VIII mese e a fine progetto; Aggiornamento della rubrica di competenza (RCC) da parte degli OLP: quattro volte, entro il III, VI, IX e a fine progetto; Strumenti qualitativi focus group con gli operatori professionali e con gli OLP: ogni mese; focus group con i beneficiari indiretti di tipo non istituzionale: due volte, entro il VI mese e a fine progetto; intervista semistrutturata con i destinatari diretti: a fine progetto; intervista semistrutturata con i beneficiari indiretti di tipo istituzionale: a fine progetto; interviste semistrutturate a testimoni significativi: a fine progetto; autovalutazione dei volontari mediante autobiografia di apprendimento: a fine progetto; Rapporto finale di monitoraggio Coerentemente all’impostazione delle azioni di monitoraggio, il rapporto finale sarà articolato in due parti: - analisi quantitativa: i dati e le informazioni raccolte (risultati dei questionari, registrazione degli indicatori, valutazione delle competenze) sono elaborati attraverso indagini monovariate, e resi leggibili attraverso la presentazione di tabelle e istogrammi in riferimento ai diversi obiettivi specifici, indicatori e competenze; - analisi qualitativa: i risultati delle interviste, dei focus-group sono elaborati mediante analisi testuale, anche attraverso l’utilizzo di software, in modo tale da ottenere in modo induttivo la mappa concettuale soggiacente alle diverse rilevazioni; 16 (Allegato 1) 21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): No 22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: Nessuno 23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: Nessuna 24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners): • ASL 4 Chiavarese – Struttura Semplice di Neuropsichiatria Infantile/Servizio Disabili • TELERADIOPACE collaborando alla realizzazione di visite presso i propri studi radiotelevisivi nella propria sede di Chiavari e effettuando riprese televisive volte a documentare e pubblicizzare l’evoluzione e la realizzazione del progetto; 25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: L’Ente mette a disposizione del progetto i locali sede di attuazione dello stesso, con gli strumenti e le attrezzature (personal computer, fotocopiatrici, materiale di cancelleria, didattico e riabilitativo, sportivo, ecc) necessarie alla realizzazione del progetto oltre all’uso di adeguati dispositivi di protezione e sicurezza individuale (guanti, mascherine ..) STRUTTURA Negli uffici, a vario titolo, sono presenti personal computer con connessione a internet, telefono, fax, fotocopiatrice, materiale di archivistica e cancelleria • 1 ufficio amministrativo • 1 ufficio dirigenziale/coordinativo • 1 ufficio somministrazione terapie • 1 ufficio operatori • 1 ufficio destinato alle riunioni di equipe • 1 salone adibito alle attività di gruppo e laboratoriali • 1 magazzino (attrezzature per attività e laboratori) • 1 magazzino (attrezzi, utensili e materiali vari) • 1 magazzino (prodotti per l’igiene della persona e della casa) • Mensa completa di circa 48 posti a sedere • Sala dedicata alle attività audiovisive • Palestra attrezzata • Locale lavanderia dotato di 2 lavatrici di cui 1 industriale • 20 posti letto suddivisi in camere singole, doppie, triple • 21 bagni completi • 10 bagni accessibili da disabili SPAZI DEDICATI AI VOLONTARI La presenza di volontari caratterizza la struttura, che dedica spazi per: 17 (Allegato 1) • Il vitto presso una mensa (fruibile colazione, pranzo e cena) • 1 ufficio – sala polifunzionale • 1 postazione personal computer dotata di connessione a internet SPAZI APERTI • Spazio parcheggi • Piazzale di ingresso • 200 mq di giardino • 600 mq di terreno coltivato • Cortile e solarium ATTIVITA’ LUDICO RICREATIVE • Campo polifunzionale con terreno sintetico per calcio/volley/handball • 1 Palestra attrezzata • 1 Area verde attrezzata • 1 Sala dedicata ad attività audiovisive (tv color LED 40 pollici, lettore VHS, lettore DVD e DivX, Xvid, impianto stereo, impianto professionale per karaoke, una consolle per giochi elettronici ad interazione cinestetica) • 1 Sala giochi polifunzionale (1 tavolo ping-pong, calciobalilla, giochi da tavolo, scacchi…) AUTOMEZZI Sono inoltre utilizzabili, per gli spostamenti necessari, gli automezzi dell’Ente, sono disponibili, in dotazione al Centro: • 1 autoveicolo per il trasporto delle persone diversamente abili (6 + 2 HK) • 1 autoveicolo per il trasporto di persone da 6 posti • 1 autoveicolo per il trasporto di persone da 5 posti • Sono altresì utilizzabili tutti i veicoli in dotazione all’Ente Villaggio del Ragazzo previa richiesta. CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 26) Eventuali crediti formativi riconosciuti: Università degli Studi di Genova - Facoltà di Scienze della Formazione 27) Eventuali tirocini riconosciuti : Si 28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: Al termine del Servizio l’Università degli Studi di Genova – Facoltà di Scienze della Formazione - rilascerà certificazione di competenze educative (APG). L’ente Villaggio del Ragazzo certificherà il periodo di servizio civile volontario con attestato specifico di frequenza che potrà costituire titolo preferenziale a curriculum per la selezione del proprio personale. Il materiale rilasciato potrà risultare valido ai fini della certificazione del proprio curriculum formativo-professionale. Si evidenzia che negli ultimi 5 anni presso l’ente sono stati assunti oltre 20 volontari 18 (Allegato 1) Formazione generale dei volontari 29) Sede di realizzazione: VILLAGGIO del RAGAZZO - Centro di Formazione Professionale – C.so IV Novembre 115 – 16030 S. Salvatore di Cogorno (Ge) 30) Modalità di attuazione: La formazione sarà svolta in proprio presso l’Ente con formatori dipendenti e/o consulenti dell’Ente. 31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: No 32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Formazione attraverso: • lezioni frontali • visite documentative all’interno della struttura • lavori di gruppo con l’uso di adeguate strumentazioni didattiche. • Visione di audio-visivi Sarà consegnata ai Volontari in Servizio Civile dispensa relativa ai contenuti della formazione e adeguata bibliografia. 33) Contenuti della formazione: 1. VALORI E IDENTITÀ DEL SCN 1.1. L’identità del gruppo in formazione e patto formativo (2 ore frontali e 4 ore non formali) Lezioni frontali (2h) - Descrizione del contesto delle attività e illustrazione del progetto - Il significato del Servizio civile (partendo dai concetti di Patria, difesa senza armi, difesa non violenta ecc) Ore non formali (4h) - Gioco di ruolo (rompighiaccio) per la presentazione dei singoli membri - T-Group sulla percezione dell’identità del volontario e sulle motivazioni - Identità del gruppo in formazione - Stesura e firma del patto formativo 1.2. Dall’obiezione di coscienza al SCN (2 ore frontali) - Legame storico e culturale del SCN con l'obiezione di coscienza 19 (Allegato 1) - Evoluzione legislativa: dall'obiezione di coscienza al Servizio Civile Nazionale Fondamenti costituzionali e legislativi 1.3. Il dovere di difesa della Patria – difesa civile non armata e non violenta 1.3.a Per un nuovo concetto di “Difesa della Patria”: la “difesa civile” (3 ore frontali) - I valori costituzionali della solidarietà, dell'uguaglianza, del progresso della società, della promozione e sviluppo della cultura, della tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico e della pace tra i popoli - La difesa civile della patria e le pronunce della corte costituzionale 1.3.b La potenzialità dell’intervento non violento nella soluzione dei conflitti sociali (2 ore frontali e 4 non formali) Lezioni frontali (2h) - La difesa popolare non violenta, cenni storici - i riferimenti del diritto internazionale: gestione e trasformazione non violenta dei conflitti, prevenzione della guerra e operazioni di polizia internazionale Ore non formali (4h) - forme attuali della difesa alternativa: orientata ad una conoscenza delle dinamiche in atto a livello internazionale e tesa alla partecipazione attiva e al confronto con esperienze locali, che possano tradursi nell’assunzione di consapevolezza e nel possesso di alcune competenze specifiche sul piano della mediazione e della gestione del conflitto. - peacekeeping”, “peace-enforcing” e “peacebuilding” - movimenti internazionali per la pace, sia di origine religiosa sia laica, e alle componenti psicologiche e motivazionali che le sottendono. - Laboratorio attivo: confronto con l’esperienza ligure di “LaborPacis” 1.4. La normativa vigente e la Carta di impegno etico (1 ora frontale e 1 ora non formale) Lezioni frontali (1h) - La regolamentazione del servizio civile in Italia: legislazione nazionale e regionale e norme applicative - Illustrazione della Carta di impegno etico Ore non formali (1h) - Laboratorio attivo 2. LA CITTADINANZA ATTIVA 2.1 La formazione civica (3 ore frontali e 3 non formali) Lezioni frontali (3h) - Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e Carta costituzionale: i valori base della cittadinanza attiva - Convenzione sui diritti dell’infanzia - Protocollo opzionale sul coinvolgimento dei minori nei conflitti armati - Istituzioni di diritto pubblico: ordinamento dello Stato - L'Iter di formazione delle leggi 20 (Allegato 1) Ore non formali (3h) - La formazione civica per l’educazione alla cittadinanza attiva - Lo sviluppo delle competenze civiche: dai valori alla vita quotidiana 2.2 Le forme di cittadinanza (2 ore frontali e 4 non formali) Lezioni frontali (2h) - formazione civica - forme di partecipazione Ore non formali (4h) - Laboratorio di partecipazione: idee e progetti per percorsi concreti 2.3 La protezione civile (2 ore frontali) - La tutela e valorizzazione dell'ambiente e del territorio - La tutela del territorio come problematica di interesse generale - La tutela della comunità - Da un concetto difensivo di “sicurezza” ad un concetto promozionale (community-care) - Il rischio per la popolazione civile: cenni sulle problematiche relative al soccorso - Prevenzione dei rischi, intervento in emergenza e post-emergenza - Norme di comportamento nella gestione delle emergenze 2.4 La rappresentanza dei volontari nel servizio civile (1ore frontali e 2 non formali) Lezioni frontali (1h) - Le elezioni per i rappresentanti regionali: uno strumento di partecipazione attiva Ore non formali (2h) - Testimonianze di ex volontari 3. IL GIOVANE VOLONTARIO NEL SISTEMA DEL SERVIZIO CIVILE 3.1 presentazione dell'ente (2 ore frontali e 4 non formali) Lezioni frontali (2h) - Presentazione della storia e della mission specifica dell’ente, con particolare riferimento alla promozione giovanile (educazione, istruzione e formazione) - Presentazione del progetto dell’ente, anche negli elementi di natura organizzativa e gestionale Ore non formali (4h) - Visita alle strutture dell’ente accogliente 3.2. Il lavoro per progetti (2 ore frontali e 8 non formali) Lezioni frontali (2h) - Progettazione, gestione e valutazione - Metodologia della progettazione educativa - La valutazione di progetto: il metodo di Kirkpatrick Ore non formali (8h) 21 (Allegato 1) - Metodologie del lavoro per progetti. Lavoro in team Simulazione di progettazione Simulazione di valutazione 3.3 L'organizzazione del servizio civile e le sue figure (1 ora frontali + 1 ora non formale) Lezioni frontali (1h) - "Il sistema servizio civile" Ore non formali (1h) - "Presentiamoci": le figure che operano nell'ente le figure che operano all'interno del progetto di Servizio Civile 3.4 Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale (2 ore frontali) - Illustrazione del Prontuario concernente la disciplina dei rapporti tra enti e volontari del Servizio Civile Nazionale (DPCM 4 febbraio 2009 e succ. mod.) 3.5 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti (2 ore frontali e 4 non formali) Lezioni frontali (2h) - La comunicazione interpersonale: elementi costitutivi Ore non formali (4h) - La comunicazione e le dinamiche all'interno del gruppo - Riconoscimento e risoluzione del conflitto 34) Durata: 62 ore Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 35) Sede di realizzazione: Villaggio del Ragazzo – Centro Costa Zenoglio – Loc. Morasca, 2, Castiglione Chiavarese (Ge) 36) Modalità di attuazione: La formazione sarà svolta in proprio, avvalendosi di formatori incaricati dall’Ente (dipendenti, consulenti, liberi professionisti esperti nelle specifiche materie). 22 (Allegato 1) 37) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Il percorso formativo specifico sarà caratterizzato da: lezioni d’aula, esercitazioni individuali e di gruppo, brainstorming, role plaiyng, project work, visione film, modulo sicurezza. Entro i primi 90 giorni dall’inizio del servizio e comunque prima dell’inizio dello svolgimento delle attività per le quali verranno analizzati ed evidenziati rischi per la salute e la sicurezza dei volontari impiegati, sarà realizzato un modulo di formazione e informazione sui rischi. In particolare, nell’ambito della sicurezza, verranno fornite ai volontari del Servizio Civile adeguate informazione: a) sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi alla attività in generale; b) sulle procedure che riguardano il primo soccorso, la lotta antincendio, l’evacuazione c) sui nominativi del personale incaricato incaricati di applicare le misure di cui agli articoli 45 e 46; d) sui nominativi del responsabile e degli addetti del servizio di prevenzione e protezione, e del medico competente. In oltre ogni volontario riceverà una adeguata informazione: a) sui rischi specifici cui è esposto in relazione all’attività svolta, le normative di sicurezza e le disposizioni aziendali in materia; b) sui pericoli connessi all’uso delle sostanze e dei preparati pericolosi sulla base delle schede dei dati di sicurezza previste dalla normativa vigente e dalle norme di buona tecnica; c) sulle misure e le attività di protezione e prevenzione adottate. Il contenuto della informazione sarà facilmente comprensibile e permetterà ai volontari di acquisire le relative conoscenze. Formazione dei volontari Verrà fornita ai volontari del Servizio Civile una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza, con particolare riferimento a: a) concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione nel luogo dove svolgeranno il loro servizio, diritti e doveri dei vari soggetti coinvolti, organi di vigilanza, controllo, assistenza; b) rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto dove verrà svolto il servizio; c) rischi interferenziali dovuti ad eventuali diverse attività che si possono svolgere all’interno del comparto dove il volontario svolgerà il proprio servizio. In particolare la formazione verrà svolta secondo quanto previsto dall’Accordo Conferenza permanente per i rapporti tra lo Sato, le regioni e le provincie autonome di Trento e Bolzano 21 dicembre 2011 n. 221/CSR. Verrà consegnata un’adeguata bibliografia e le dispense ed il materiale utilizzato durante le giornate di formazione. Una particolare attenzione sarà posta all’esposizione e all’analisi ed alla discussione di alcuni casi/significativi. Verranno inoltre utilizzati anche strumenti in possesso dell’Ente a documentazione 23 (Allegato 1) del servizio: pubblicazioni specialistiche, testi, tesi di laurea, audiovisivi e tutto quanto ritenuto utile a fare acquisire ai volontari gli strumenti teorici e pratici minimi utili a favorire l’operatività ed una partecipazione consapevole. In riferimento all’allegato 1 “punteggi regionali aggiuntivi ad integrazione di quelli previsti nelle griglie di valutazione dei progetti di servizio civile nazionale contenute nel prontuario allegato al D.P.C.M. 4 novembre 2009” si precisa che in qualità di operatore locale di progetto il signor Sturla Simone avrà cura di affiancare i volontari impegnati nel progetto nella costruzione di un progetto personale da definirsi a partire dai cambiamenti acquisiti durante il periodo del servizio civile. Segue dichiarazione su bilancio competenze da allegare. 38) Contenuti della formazione: 1) La formazione specifica al servizio prevede una presentazione generale dell’Ente e del progetto integrata da una preparazione sintetica, ma fondamentale di pedagogia speciale e si articola nei seguenti contenuti: • • • • • • • • • • • • Le diverse tipologie della disabilità.- 6 ore. La sicurezza nel campo dell’assistenza – 4 ore. Nozioni di primo soccorso – 6 ore. Metodi di classificazione della disabilità (I.C.F. – A.A.M.R) – 6 ore La legislazione nazionale e regionale a tutela della persona disabile – 4 ore. La persona disabile nella società: integrazione e inclusione– 6 ore Gli strumenti della relazione educativa con il disabile intellettivo– 6 ore. Cura e “Qualità della Vita”. – 6 ore Il progetto di vita della persona disabile. 6 ore Autonomia, sistema dei sostegni, rete sociale e territorio. – 6 ore. La relazione con la famiglia della persona disabile: condivisione di cura e del progetto di vita.. – 6 ore Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari in progetti di servizio civile – 10h 39) Durata: 72 ore Altri elementi della formazione 40) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Per quanto riguarda la formazione generale e specifica il monitoraggio si riferisce alle prime due dimensioni del già citato modello di Kirkpatrick, ed in particolare a reaction e learning. Il modello è ugualmente di tipo quantitativo e qualitativo, attraverso il ricorso a strumenti strutturati e aperti: - Reaction o verranno somministrati tre questionari ai partecipanti, che in realtà consistono in un unico strumento (QFGS, con lievi modifiche rispetto al tempo della rilevazione) 24 (Allegato 1) Ad inizio percorso (percezione degli obiettivi attesi, QFGS forma a) A metà percorso (congruenza parziale tra obiettivi attesi e percezione reale, QFGS forma b) A fine percorso (congruenza finale tra obiettivi attesi e percezione reale, QFGS forma c) o Scheda di percezione del clima d’aula (SCA), a cura del docente e dell’OLP - Learning: gli apprendimenti si rilevano attraverso tre strumenti o Test in forma non strutturata sulla formazione generale o Test in forma non strutturata sulla formazione specifica o Valutazione di competenze: docenti e OLP utilizzano la RCC (Rubrica di Competenze sulla Cittadinanza), aggiornandola al termine della formazione generale e specifica. o Autobiografia del volontario: al termine della formazione sia generale che specifica viene fornita al volontario uno stimolo semistrutturato (stimulus controlled test) per la redazione di una narrazione biografica, ove si valorizzi il contributo della formazione all’esperienza in atto. In tale stimolo saranno presenti le parole-chiave che caratterizzano il progetto formativo (es. cittadinanza attiva, solidarietà, etc.) Le narrazioni verranno sottoposte ad analisi testuale. Il monitoraggio della formazione si completa attraverso la rilevazione di alcuni dati sensibili di immediata fruizione, con riferimento al livello di frequenza ai corsi, ottenuto attraverso la compilazione dei Registri Presenze. Il monitoraggio della formazione generale sarà realizzato secondo quanto prescritto dalla circolare 28 gennaio 2014 “Monitoraggio del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale” In particolare, il sistema di monitoraggio come sopra descritto sarà integrato dalla compilazione, tramite il sistema Helios, entro 210 giorni dall. Avvio del progetto (formazione generale entro 180 giorni dall’avvio del progetto) dell’apposito questionario di rilevazione. 25
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