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Giovanni Battista Clemente Saggio nacque a
Longobardi (Cosenza) in Calabria il 6 gennaio
1650, primo di cinque figli da onesti e devoti lavoratori.
Il papà Fulvio Saggio era contadino, la madre
filatrice.
Il 10 gennaio 1650 fu battezzato nella chiesa
parrocchiale “S. Domenica V. e M.” ricadente allora nella diocesi di Tropea.
Il 3 maggio 1668 ricevette la cresima. Nello
stesso periodo si aggregò al ramo secolare dei Minimi di San Francesco di Paola.
Nel 1670 entrò come oblato professo nell’Ordine dei Minimi nel protoconvento di Paola, a circa 15 Km da Longobardi assumendo il nome di
Nicola.
Il 29 settembre 1671 pronunciò i quattro voti
religiosi dei Minimi: castità, povertà, obbedienza e
vita quaresimale.
Trascorre la vita di religioso nei conventi di
Longobardi (1671), San Marco Argentano (16731674), Montalto Uffugo (1675), Cosenza (1676),
Spezzano della Sila (1676-1677), Paola (16771679), Roma (1679-1682): pellegrino a Loreto (1683), di nuovo a Paola (1692, Longobardi
(1694-1696), di nuovo a Roma (autunno 1696).
Morì il 3 febbraio 1709 invocando due volte
con esclamazione felice Paradiso! Paradiso!
Il 17 settembre 1786 il papa Pio VI lo ha beatificato.
Il 3 aprile 2014 con il Decretum super miraculum è stato riconosciuto il miracolo che ha permesso la sua canonizzazione.
Il 23 novembre 2014 Papa Francesco lo ha canonizzato.
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Punti ristoro e soggiorno
Hotel San Francesco
Via della Timpa 3
(a 100 mt. dal Santuario)
Info: Tel. 0982611438 - Longobardi
Pellegrino in cerca
di Verità e Santità
Buon Cammino con San Nicola Saggio
da Longobardi
L
a figura del pellegrino ha attraversato la storia
della devozione dei cristiani, soprattutto nel Me-
dioevo.
Inteso come metafora della vita, il pellegrinaggio assume un forte significato religioso e va inteso come una
risposta del cristiano all’invito del profeta Isaia: “Venite
saliamo sul monte del Signore” (Is. 2,3), per tendere alla santità.
Anche il calabrese fra Nicola Saggio da Longobardi, in provincia di Cosenza, oblato professo dell’Ordine
dei Minimi di San Francesco da Paola, nel 1683 compì a
piedi, da Roma ove viveva, un pellegrinaggio di preghiera e di penitenza a Loreto per ottenere dalla Vergine la
liberazione di Vienna e dell’Italia dai Turchi.
Questo viaggio determinò in fra Nicola un profondo
progresso di perfezione, tanto che i suoi stessi confratelli
osservarono: “È andato buono ed è tornato santo”.
Anche San Francesco da Paola, per voto, ne compì
uno ad Assisi con i suoi genitori.
Calabria
terra dei Santi
Ostello della gioventù “G.Marcelli”
Padri Minimi
Longobardi Marina (CS)
Info: p. Marco Gagliardi
tel. 0982582518
“Umiltà per avere
più carità
sia tutto a gloria
di Dio benedetto”
www.sannicolasaggio.it.
Facebook: sannicolasaggio
“L’umiltà è nutrice
della carità
progredire
di bene in meglio”
Nicola Saggio da Longobardi
umile figlio di San Francesco
SAN MARCO
ARGENTANO
(1673-1674):
ortolano e questuante
MONTALTO
UFFUGO
(1675): sagrestano
e portinaio
COSENZA
(1676): sagrestano
e portinaio
SPEZZANO
DELLA SILA
(1676-1677): uffici interni
PAOLA
(1677-1679): compagno
e segretario
del P. Provinciale Pietro Curti
(1692): secondo sagrestano
I luoghi
Nel 1670, a 20 anni, Giovanni Battista Clemente
Saggio entra nell’Ordine dei Minimi di San Francesco
da Paola nel protoconvento da questi costruito e assume il nome Nicola.
Durante i 38 anni trascorsi nei vari conventi
dell’Ordine dei Minimi, fra Nicola fu sempre impegnato in mansioni umili come sagrestano, ortolano,
dispensiere, cuoco, questuante e portinaio. In ognuna
di queste mansioni viene a contato con le povertà più
disparate, come questuante e come accompagnatore
del vecchio parroco. Ovunque sia andato ha rivolto la
sua attenzione ai poveri, ai miseri, ai derelitti.
È nell’esercizio di portinaio, sia a Roma, che a Paola, che l’indole di fra Nicola si manifesta e si esercita
nella pratica e nel perfezionamento delle virtù evangeliche. La figura del portinaio, in un convento, è centrale perché la portineria è un luogo di passaggio obbligato. Solo attraverso la portineria, infatti, si entra
nel convento; il portinaio, quindi, ha insieme la responsabilità e il peso di quanto e di quanti lasciano il
mondo esterno ed entrano nella sacralità di quel che
sta al di là della porta d’ingresso.
Nella portineria di Paola il frate ha sostato per due
anni dal 1677 al 1679 e poi nel 1692. Attraverso le
sue mani il soffio dello Spirito ha operato concretamente a favore dei poveri. Essa si conserva ancora oggi come luogo fisico, testimone e palestra di virtù e
prodigi. Dopo la beatificazione di fra Nicola la cella è
stata trasformata in cappella.
Dal 2010, trasferite dalla chiesa di san Francesco da
Paola ai Monti in Roma, vi sono poste le ossa del frate ed esposte temporaneamente al culto dei tanti devoti che si recano al Santuario, in attesa di essere collocate definitivamente in un, speriamo prossimo, futuro Santuario dedicato al frate che proprio nel dono della carità tradusse il suo “folle” amore per la
Trinità divina.
Biografia
(1679-1682)
compagno del
vecchio parroco
locale P. Angelo
da Longobardi.
(1682-1684)
compagno del
nuovo parroco P.
Isidoro Villani.
(1683)
pellegrinaggio
a Loreto da cui
torna accresciuto
nel suo cammino
di perfezione.
(1684)
portinaio
umilissimo e
discreto, dedito
alla preghiera
pura e assidua.
(1687-1689)
estasi, esperienze mistiche,
frutto di una intensa
e continua pratica di
preghiera contemplativa.
(1698)
ritorna a Roma; sagrestano,
cura la casa, il giardino
e l’orologio della torre
campanaria A contatto con
la gente povera e bisognosa,
ma anche con nobili e
ricchi della aristocrazia
romana (Colonna, Orsini,
Borghese), è apprezzato
e ricercato da tutti per
ottenere preghiere e
consolazione, in virtù dei
suoi doni che era solito
nascondere dicendo:”Sia
tutto a gloria di Dio
benedetto”.
oma
onti
LONGOBARDI
(1671-1673): svolge uffici
di sagrestano, ortolano,
dispensiere, cuoco e
questuante
(1694-1696): ingrandisce e
restaura la chiesa